Brochure SERVO PER DUE 2015.16 per web

Transcript

Brochure SERVO PER DUE 2015.16 per web
D
epresso, senza soldi e.... affamato!
Pippo vaga per la Rimini degli anni ‘30
in cerca di una soluzione ai suoi problemi. La
trova in Rocco, ambiguo personaggio giunto
in città per concludere un affare con Bartolo,
padre della sua promessa sposa, la dolce e un
poco svampita Clarice. Pippo diventa così il
servitore di Rocco, ma la fame è sempre tanta
e, appena ne ha l’occasione, di nascosto da
Rocco, comincia a dispensare i suoi servigi
anche ad un secondo padrone, Ludovico.
I due ignorano l’esistenza l’uno dell’altro ma,
in realtà, si conoscono molto bene e Pippo,
servo ingordo e pasticcione, inizia presto a
confondersi e a combinar guai. La vicenda
si complica perché la dolce Clarice ama,
ricambiata, l’estroso Amerigo e anche al
buon Pippo l’amore inizia a far girare la testa,
incarnato dalla seducente Zaira. Missive
scambiate, ricevute mangiate, bottiglie di vino
consegnate per sbaglio: essere il servitore di
due padroni è davvero difficile! Ci si mettono
anche i camerieri Alfredo e Gennaro a
combinarne delle belle e confondere il povero
Pippo ancor di più. Quando il sogno d’amore
di Clarice e Amerigo sembra definitivamente
infranto, nonostante l’impegno dell’avvocato
Altero e dell’amico Livio, e anche le vite
di Rocco e Ludovico appaiono giunte
all’inevitabile bivio, si svelano gli inganni e
pure i malintesi. Riuscirà Pippo a soddisfare
la sua fame e conquistare Zaira? L’amore
si sa, vince su tutto, o almeno dovrebbe se
l’innamorato riesce a smettere di combinare
guai... o quasi.
S
ono in treno da Trieste a Firenze, domani sera
faremo spettacolo alla Pergola, forse il teatro
all’italiana più bello del mondo. Un anno fa esatto
eravamo alla Sala Uno. Uniti dalla voglia di fare
qualcosa, di sognare, abbiamo messo in scena 29
spettacoli in due mesi. Marco Balsamo è stato il primo
a captare che dietro quella voglia c’era un’energia
inconsueta ed a crederci. Ci ha dato la possibilità di
iniziare a progettare concretamente uno spettacolo,
ci ha dato le strutture per poter lavorare e studiare
come desideravamo, ci ha messo in contatto con Gli
Ipocriti senza la cui fiducia ed entusiasmo niente di
tutto questo sarebbe stato possibile.
Queste note non esisterebbero se non ci fossero
stati questi incontri e il coraggio di rischiare in proprio
avuto da queste persone. Si potrebbe parlare a lungo
del lavoro, del percorso che abbiamo intrapreso per
mettere in scena quanto vedrete ma credo che a farlo
per noi debba essere lo spettacolo e, se non ci riesce,
potete e dovete farcelo notare.
Quando esponiamo ciò che vorremmo costruire con
il nostro gruppo ci sentiamo spesso rispondere con
la parola Utopia. Noi preferiamo la parola Sogno
o Progetto perché questi ultimi, con il lavoro e la
passione sono per definizione realizzabili. Ora basta
con le chiacchiere! Mettetevi comodi: “Ha inizio lo
spettacolo!”
PIERFRANCESCO FAVINO
anni fa Richard Bean, per il National Theatre
Tredi Londra,
scrive un adattamento de Il servitore
dei due padroni di Carlo Goldoni ambientandolo a
Brighton negli anni ’60 e lo intitola One Man, Two
Guvnors. Lo spettacolo è così divertente che è
ancora oggi in scena nel West End registrando il tutto
esaurito da tre anni.
Dopo il successo dell’esperienza di REP e del
gruppo Danny Rose e dopo alcuni incontri di lavoro
con Marco Balsamo abbiamo deciso di cercare
un’impresa teatrale che potesse partecipare al progetto
One Man, Two Guvnors (Servo per Due); abbiamo
così intrapreso quest’avventura con la Compagnia
Gli Ipocriti diretta da Melina Balsamo.
Pierfrancesco Favino ed io eravamo consapevoli che
sarebbe stata una vera sfida coinvolgere il maggior
numero di attori e attrici del nostro gruppo creando
due cast che potessero alternarsi a periodi di due mesi
ciascuno. Certo la paura di schiantarci come una nave
sugli scogli era sempre presente nei nostri pensieri ma
l’abbiamo tenuta a bada.
Da subito si sono aggiunti Alessandro Lai, costumista,
Luigi Ferrigno, scenografo e Cesare Accetta per le luci.
Al momento di scegliere il gruppo di musicisti che
doveva supportare lo spettacolo, creando intermezzi
musicali stile avanspettacolo tra una scena e l’altra,
arrangiando le canzoni anni ’30 e portando lo spirito
gioioso di cui avevamo bisogno, ho immediatamente
proposto il gruppo Musica da ripostiglio: musicisti
e persone meravigliose che hanno immediatamente
aderito al progetto.
Insieme a Pierfrancesco Favino, Marit Nissen e
Simonetta Solder ho tradotto il testo e ambientato
la storia a Rimini nel 1936, trasportando la tipica
comicità inglese nel nostro mondo e trovando nuova
linfa dall’adattamento; in fin dei conti Carlo Goldoni
è italiano!
Sin da subito è stato chiaro che avremmo dovuto fare
un’immersione nel mondo della Commedia dell’Arte,
passando attraverso seminari di acrobatica, clown
e maschera, che sarebbero durati due settimane
ciascuno. L’esperienza è stata fondamentale e
gradualmente ci ha portati ad un maggior grado di
consapevolezza. Successivamente ad ogni attore
abbiamo affidato il compito di studiare un animale
che ci sembrasse adatto al personaggio che avrebbe
interpretato, per poi inserirlo nel movimento e nel
linguaggio, caratterizzandone l’azione.
L’arrivo alle prove di Gabriele Foschi e Fabrizio
Angelini ha introdotto il lavoro fondamentale del canto
e del ballo che sono parte indispensabile del nostro
allestimento. Solo dopo questo processo, abbiamo
ripreso in mano il testo.
Se dovessi raccontare questi mesi come un diario
non basterebbe un libro. Abbiamo lavorato duro, con
passione e dedizione e non senza momenti difficili.
È accaduto che a turno ciascuno di noi accumulasse
tensioni e qualcuno, magari inforcando il proprio zaino,
se ne andasse sbattendo la porta con la promessa/
minaccia di non tornare mai più, per poi presentarsi
il giorno successivo e dopo un sintetico, doveroso
chiarimento, rimettersi a lavorare con lo stesso amore
di prima. Posso certamente riassumere il tutto con
queste parole: “Sbrocco semplice o con zainetto…”.
Le prime conferme del pubblico “pagante” ci hanno
dato la consapevolezza che questo percorso era
necessario per un risultato eccellente. Quando il
pubblico afferma con convinzione “…la cosa bella
di questo spettacolo è vedere una meravigliosa
collaborazione tra gli attori così rara da trovare…e
tutte quelle trovate poi…” non fa altro che confermare
che abbiamo raggiunto lo scopo e mi fa ripensare
a tutte quelle passeggiate notturne al Testaccio
con Pierfrancesco, dove ci venivano idee bizzarre
chiedendoci se avrebbero mai funzionato.
Devo aggiungere che senza l’impegno e la generosità
di Pierfrancesco Favino non saremmo qui adesso
e non scriverei nessuna nota. Quando un attore di
grande talento e, soprattutto, amato come lui, sceglie
di mettere in scena uno spettacolo che coinvolge
20 tra attori e attrici e 4 musicisti, e poi si sacrifica
in prove estenuanti per quasi un anno e rinuncia a
tanto, vuol dire che sta e stiamo facendo qualcosa
di nuovo in questo momento storico per la cultura di
questo paese, ed è esattamente lo spirito di REP e del
gruppo Danny Rose nonché de Gli Ipocriti.
P.S. La nave di Servo per due non si è schiantata e
non è un caso che assomigli al Rex di Federico Fellini.
PAOLO SASSANELLI