Vecchioni e Nesi: "Dalla scuola l`orgoglio di diventare uomini" Il

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Vecchioni e Nesi: "Dalla scuola l`orgoglio di diventare uomini" Il
Vecchioni e Nesi: "Dalla scuola l'orgoglio di diventare uomini"
Il professore e lo scrittore parlano con Antonio Gnoli di Grecia antica,
conoscenza e nuove tecnologie. "La scuola pubblica permette di
superare le differenze sociali"
di MICHELE BOCCI
Un inno alla Grecia classica, alla formazione scolastica, al fascino della
conoscenza. Le parole di Edoardo Nesi e Roberto Vecchioni hanno più volte
strappato applausi e risate al pubblico che ha riempito il Salone dei Duecento. Uno
scrittore da premio Strega e un cantautore da vittoria di Sanremo ("ma qui quello
non c'entra davvero nulla", ha detto sorridendo Vecchioni) hanno trasmesso più che
altro l'amore per il sapere. Rispondendo alle domande e alle osservazioni di
Antonio Gnoli si sono confrontati trovandosi molto spesso sulla stessa linea. "La
scuola pubblica serve a recuperare le ineguaglianze sociali", ha detto Nesi,
spiegando di essere molto contento di avere mandato i suoi figli al classico del
Cicognini di Prato. "La scuola deve formare senza omologare, vanno salvaguardate
le differenze". Lo scrittore pratese ha detto che in un mondo sempre più
globalizzato il sapere diventa ancora più importante di un tempo. Poi ha raccontato
il suo legame con la cultura classica. "Ho chiamato mio figlio Ettore perché quando
ho letto l'Iliade a scuola sono rimasto colpitissimo dalla figura di questo uomo, il più
forte di tutti, che accetta lo scontro con il semi-dio, sapendo che ne uscirà sconfitto.
La sua lotta con Achille resta un passo drammatico, che non ho più nemmeno il
coraggio di leggere".
Per Roberto Vecchioni la scuola pubblica è l'unica ammissibile: "Aborro qualsiasi
forma di privato". Il cantante, professore di greco e latino in pensione, ha parlato
per frasi che hanno toccato il pubblico, tra cui c'erano molti insegnanti e studenti.
"La scuola è quello che le persone saranno ed è sbagliato perseverare nel tenerla
ciancicata. La scuola deve dare ai ragazzi l'orgoglio di essere uomini". Il cantautore
è appassionato della cultura classica. "A tutti i professori che insegnano queste
materie, chiedono a cosa servono latino e greco. Come a cosa servono? A cosa
serve tutto il resto, rispondo io. La Grecia antica, poi, andrebbe fatta studiare in tutti
gli istituti, almeno un'ora alla settimana". Nesi ha ricordato le parole pronunciate da
Benigni in una trasmissione televisiva di qualche tempo fa: "'La Grecia è in credito
con noi?', ha detto Roberto. 'No, siamo noi in debito'. Ed ha perfettamente ragione".
C'è stato un passaggio anche sulla cultura digitale. "Per quanto mi riguarda, il
fascino del libro è inalterato. Non sono contrario al digitale ma deve essere solo un
mezzo, non un fine. Nesi sottolinea come non riesca a leggere libri e testi vari sul
computer. "Non mi concentro, ho bisogno della carta. Tra l'altro sono contrario alla
lettura quando si è stanchi, magari prima di andare a letto. Bisogna leggere quando
si è svegli e freschi, magari un'ora il pomeriggio. La tecnologia deve essere utile.
Quando vado a Roma per lavoro vorrei sapere dove sono tutti i Caravaggio sparsi
per la città, e invece il cellulare mi permette di trovare bar o ristoranti".
La Repubblica delle idee – Firenze 2013