pensı•onato - associazione dipendenti a riposo mps

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pensı•onato - associazione dipendenti a riposo mps
Anno XIII
ottobre
dicembre
2013
Direzione e redazione:
Via Lippo Memmi 7 – 53100 Siena
Tel. 0577 46 515 - 0577 236 212
Fax 0577 217 162
E-mail: a.associazionepensionati @ tin.it
n.
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La nuova voce
del
pensı•onato
ORGANO BIMESTRALE
DELL’ASSOCIAZIONE DIPENDENTI A RIPOSO DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Auguri
Il Presidente ed il Comitato Direttivo di questa Associazione,
in occasione delle prossime Festività, rivolgono un affettuoso
augurio a tutti gli Associati ed alle loro famiglie.
Un fervido augurio anche agli esponenti della Banca
Monte dei Paschi di Siena Spa, della Fondazione, della Cassa di Previdenza,
della Cassa di Mutua Assistenza e delle Organizzazioni Sindacali.
Direttore: Alberto Cavalieri - Direttore Responsabile: Tullio Mori - Redazione: Flavio Egni - Progetto grafico/impaginazione: Bernard Chazine
Reg. Tribunale di Siena n. 718 del 5 ottobre 2001 - Stampa: Arti Grafiche Ticci, Sovicille (SI).
w w w . a s s o p e n s m p s . i t
Comitato
Direttivo
7novembre
del
2013
Il giorno 7 novembre ha avuto luogo presso la sede del
CRAL del Monte dei Paschi di Siena, la riunione del Comitato Direttivo della nostra Associazione per trattare argomenti
importanti per tutti i pensionati.
Assistenza sanitaria: Mori riferisce sugli ultimi dati disponibili 2013 che sembrerebbero positivi. Unica nota dolente il deficit fra versato e utilizzato nella categoria dei familiari non a carico. È in corso di definizione il Programma
Rimborso Spese Sanitarie per il 2014. Verrà rivolto un invito
all’invio delle pratiche per posta elettronica anche per i Pensionati (i dipendenti potranno utilizzare solo questo canale),
specificando che pratiche così rimesse beneficeranno di una
corsia preferenziale nei rimborsi.
Polizza LTC: Ioseffi riferisce sullo stato dei rapporti con
la Axa in merito alla polizza. (Cfr. nota specifica nella sintesi
del
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degli interventi Cassa Mutua a favore dei Soci di seguito riportata.)
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Condizione bancarie ai pensionati: preso atto del deterioramento delle condizioni sui nostri conti, il Presidente
sottolineando l’importanza, condivisa da molti Consiglieri, di
mantenere un legame con la Banca MPS, convocherà a breve
una riunione della Commissione costituita ad hoc ed inizierà
i contatti con la Banca.
Revisione dell’orario di lavoro dell’addetta: in relazione all’aumento del numero dei soci e conseguentemente
del carico di lavoro, soprattutto telefonico, sono stati aumentati i pomeriggi nei quali
Claudia sarà presente.
Argomenti di rilievo
nella vita della CPA: Il
Presidente relaziona sulle
iniziative in corso presso la
Cassa, che appaiono interessanti per i Pensionati. Anzitutto le Revisioni Statutarie:
in un primo tempo verranno
introdotte revisioni per permettere, oltre agli esodati,
anche agli esternalizzati di
rimanere iscritti. Dopo questa modifica, che è ora all’esame dell’organo di controllo (Covip), e che sarà
introdotta in forma di norma
transitoria, ci sarà il rinnovo
degli Organi della Cassa, ora
in prorogatio.
Nel 2014 potrebbero maturare altre modifiche: L’Associazione pensionati esaminerà a breve, in una riunione del
Comitato Direttivo, quelle ritenute utili alla categoria per formarne oggetto di una richiesta alle Parti Fondanti, alle quali
lo Statuto demanda in esclusiva il potere di proporre modifiche allo Statuto.
Il Comitato ha quindi esaminato gli argomenti approfonditi dalla Commissione Integrativi.
Il Presidente dà lettura della relazione scaturita dai lavori della Commissione. Riportiamo qui ‘le valutazioni conclusive’, e a parte la sintesi delle motivazioni tecniche.
Cfr. nota specifica “Comunicazione per i pensionati integrativi sulla
distribuzione delle eccedenze”.
[...] La Commissione integrativi ha ritenuto opportuno di:
• Rinviare le iniziative alla disponibilità di dati anche provvisori sul bilancio 2013, ma non trascurare a quel momento, se come si ritiene resteranno comunque avanzi significativi, di richiedere una qualche forma di recupero
di quanto non percepito quest’anno.
• Non abbandonare la ricerca delle possibilità di richiedere modifiche statutarie sull’art. 26, riconvocandosi
prima che il rinnovato Consiglio CPA provveda alle modifiche definitive.
• Verificare ulteriormente eventuali modifiche legislative
che rimuovano gli ostacoli attualmente esistenti per i
fondi ex esonerativi per ottenere, per chi lo voglia, la trasformazione della rendita in capitale.
Castello di Fosini – Radicondoli (SI)
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del
Nella pagina precedente, avete trovato la Relazione sui lavori del Comitato Direttivo del 7 novembre. Inoltre in questi
giorni avete ricevuto la copia del Rendiconto al 31.12.2012
della Cassa di Previdenza Aziendale. Molti di voi dunque si
sono domandati che fine hanno fatto gli “avanzi” e ci hanno ripetutamente interpellato al riguardo.
Da parte nostra, ancora a Settembre (cfr. nota a pag. 3 del
Giornalino n. 53) si dava notizia dell’attività svolta dall’Associazione sul tema.
Dobbiamo ora segnalare che, oltre alle difficoltà illustrate
(vedi anche Notiziario n. 52, pag. 7 e succ.) è divenuta ora più
attuale la definizione degli aspetti tecnici, legati alla rideterminazione del tasso di attualizzazione, che sono stati dunque
approfonditamente esaminati dalla Commissione Integrativi e
dal Comitato anzidetto, giunto alle conclusioni riportate sulla
Relazione. Sullo stesso argomento dovrà pronunciarsi il Consiglio dalla C.P.A. entro il corrente anno, con effetto diretto sulle
risultanze del Rendiconto 2013.
Ci sembra dunque opportuno informare compiutamente i soci,
anche se in forma sintetica e sforzandoci di rendere comprensibile una non facile materia, su quanto al riguardo sta accadendo.
Molti di noi (siamo pur sempre bancari, e molti Ragionieri,
anche se in pensione!) conoscono perfettamente la rilevanza che
il tasso di sconto ha sul valore attuale di una rendita a lungo termine. In effetti nel passato il Consiglio CPA decideva sul tasso e
l’attuario non entrava nel merito; la decisione del Consiglio, che
aveva valenza biennale, era supportata, sia dal ‘rendimento atteso’ della parte mobiliare, sia sull’osservazione della rilevanza
del contributo offerto dal rendimento degli immobili, prodotto in
massima parte dalle plusvalenze realizzate sulle vendite. Que-
st’ultimo apporto aveva fatto crescere il rendimento da 3,82
% a 5,76 % nella media di 12 anni e da 3,82 % a 4,47 %
nella media degli ultimi 5 anni. Il tasso di attualizzazione
era dunque rimasto alto in perfetta linea con le previsioni
normative che prevedono che “i tassi … sono scelti … in
funzione del rendimento degli attivi corrispondenti detenuti
dal fondo pensione, dei rendimenti attesi degli investimenti
… e tenuto conto della composizione del portafoglio” (quindi
anche della componente immobiliare).
Nel corso del 2013 sull’argomento si è concentrata l’attenzione di tutti gli organi preposti alla prudente gestione dei fondi
a prestazione definita: difatti una Direttiva CEE non recente è
stata solo ora recepita dal competente ministero, che ha emesso
un Regolamento sui c.d. Rischi biometrici. Questa norma introduce l’obbligo di applicare procedure definite e che coinvolgono la responsabilità dell’attuario, oltre al Consiglio della
Cassa, nella determinazione dei parametri (soprattutto il tasso
di attualizzazione) che incidono sulla misura della ‘riserva matematica’ e quindi degli avanzi. Inoltre i datori di lavoro sono
stati obbligati ad utilizzare, nella determinazione delle riserve
relative ad impegni futuri (come il TFR e, appunto, i Fondi Pensione), procedure altrettanto definite e restrittive (i c.d. criteri
IAS). In più, negli ultimi due anni il forte rallentamento delle
vendite di immobili liberi ha ridotto quasi a zero le plusvalenze
realizzate.
Ciò ha provocato la riserva apposta dall’Attuario sulla sua
relazione allegata al Rendiconto 2012, che così si esprime:
si ritiene maggiormente “idoneo un tasso di interesse, per le varie
scadenze, derivante da titoli obbligazionari europei di qualità
pari o superiore a quelli definiti di rating A, come consigliato
dall’Ordine Nazionale degli Attuari con prot. N. ONA
n. 170/2012 del 21 dicembre 2012” (un tasso basso).
Le funzioni aziendali coinvolte hanno dunque ritenuto necessario concludere gli approfondimenti richiesti, con conseguente rinvio delle decisioni relative a questa materia e nulla
abbiamo potuto fare noi al riguardo, pur restando convinti che
anche con l’applicazione di queste metodologie contabili e con
l’utilizzo di parametri aggiornati per tutte le grandezze contabili, alla fine dovrebbero residuare ugualmente degli avanzi.
La nuova voce
COMUNICAZIONE
PER I PENSIONATI
Integrativi
sulla
distribuzione
delle
eccedenze
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Nota
sulle pensioni
integrative
del
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(trattamenti corrisposti dalla CPA)
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A seguito della nota pubblicata in copertina
n. 53 La Nuova Voce del Pensionato, ritorniamo sull’argomento per cercare di specificare
meglio gli accadimenti inerenti l’erogazione
delle pensioni nel corso del 2013.
Come noto dal mese di gennaio 2013 i percettori di pensione INPS più integrazione a
carico della CPA, fino ad allora erogate da un
unico Ente (la CPA), hanno visto dividersi i
percorsi delle due erogazioni. Quella INPS
erogata il primo giorno di ogni mese dall’Ente,
l’integrazione il giorno 27 dalla Cassa di Previdenza Aziendale.
Dal mese di gennaio quindi questa divisione ha comportato una fiscalizzazione separata
da parte dei due Enti erogatori, che favoriva i
percettori con l’applicazione di aliquote più
basse del dovuto.
Questo iter è proseguito fino al mese di
luglio compreso, quando i due ENTI hanno
potuto riallinearsi attraverso l’ applicazione
del casellario centrale, (cumulo dei due trattamenti – pensione INPS + integrativo) avvenuta
nel mese di agosto.
In questo mese sono stati quindi effettuati i
conguagli IRPEF tra dovuto e pagato (gennaio –
luglio) per effetto di quanto sopra detto; le differenze, per la parte relativa ai trattamenti integrativi, sono state recuperate in 4 rate dal mese
di agosto a quello di novembre compreso.
Per completare il quadro, nel mese di
dicembre saranno recuperati, in unica soluzione, gli importi relativi alle detrazioni (familiari
a carico e lavoro dipendente) che per lo stesso
motivo di cui sopra risulteranno non dovute.
Dal mese di dicembre si arriverà quindi alla
esatta definizione della pensione INPS + integrazione.
In definitiva sarà possibile confrontare solo
gli importi lordi percepiti nel 2013 con quelli
percepiti nel precedente anno 2012 escludendo quanto pagato dalla CPA per gli avanzi
nelle due rate luglio/dicembre. Un raffronto
sugli importi netti sarà possibile invece nel
gennaio 2014 raffrontandolo con il mese di
novembre 2012; si rileveranno solo differenze
dovute agli aumenti delle addizionali comunali e regionali.
Interventi
della Cassa Mutua
e/o
di
Associazione
Mutua Assistenza
in favore
dei Soci in servizio
o in quiescenza
PREMESSA
Come noto lo scopo della Cassa di Mutua Assistenza, è
l’assistenza morale e materiale ai Soci ed alle loro famiglie.
Allo stesso modo anche l’Associazione di Mutua Assistenza,
ha come scopo l’assistenza morale e materiale dei propri Associati e delle loro famiglie ed a tal fine entrambe promuovono iniziative e svolgono attività di solidarietà.
Beneficiari delle iniziative poste in atto dalla Cassa e dall’Associazione sono tutti i dipendenti in servizio, collocati
nel fondo di solidarietà o in quiescenza.
Certi di fare cosa gradita riportiamo di seguito suddivise
per categoria le iniziative della Cassa Mutua e dell’Associazione di Mutua Assistenza in favore degli associati collocati
nel fondo di solidarietà o in quiescenza. Tali informazioni
sono le risultanze di una sintesi pubblicata nel sito della
Cassa Mutua (F.A.Q. Frequently Asked Questions).
SANITÀ
I INTERVENTI PER CURE DENTARIE
Beneficiari: i soci, i figli a carico, ed il coniuge anche se
non a carico.
Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro
in rate mensili senza interessi.
Limiti di intervento: non inferiori a € 600,00 con un massimo di € 6.000,00 per nucleo familiare.
Rientro: rateizzazione fino a € 2000,00 con rimborso in massimo 12 mesi, da € 2.000,00 a € 6.000,00 in massimo
24 mesi.
Documentazione: copia di giustificativi di spesa quietanzati e fiscalmente regolari.
I ANTICIPAZIONI SU RIMBORSO SPESE MEDICHE
Beneficiari: soci, coniuge (anche non a carico purché compreso nella copertura assicurativa) ed i figli se inseriti
nella copertura assicurativa.
Modalità di richiesta: inoltro alla Cassa tramite il modulo
previsto, con l’impegno di tempestivo rimborso una volta ottenuta la rimessa dalla C.A.S.P.I.E. e con il preventivo delle
spese da sostenere.
Limiti di intervento: anticipazione della somma necessaria (non inferiore a € 800,00) al netto della franchigia.
Rientro: tramite bonifico alla Cassa al momento del rimborso di C.A.S.P.I.E.
I INTERVENTI PER ACQUISTO PROTESI ACUSTICHE
Beneficiari: soci, figli a carico ed il coniuge (anche non a
carico).
Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro
in rate mensili senza interessi.
Modalità di richiesta: con apposito modulo.
Limiti di intervento: richieste non inferiori a € 800,00 con
un massimo di € 6.000,00 per nucleo familiare.
Rientro: vedi cure dentarie.
I INTERVENTO PER ACQUISTO LENTI
CORNEALI/TRADIZIONALI, MONTATURE ESCLUSE
Beneficiari: soci, figli a carico ed il coniuge (anche non a
carico).
Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro
in rate mensili senza interessi.
Modalità di richiesta: con apposito modulo.
Limiti di intervento: richieste non inferiori a € 155,00 con
un massimo di € 1.200,00 per nucleo familiare.
Rientro: rateizzazione con rimborso in massimo 8 mesi.
ISTRUZIONE
I
RATEIZZAZIONE PER SPESE SCOLASTICHE
Ogni anno prima dell’inizio dell’anno scolastico, viene emanata una circolare che individua gli interventi in favore di
del
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POLIZZA L.T.C.
Beneficiari: coloro che perdono l’autosufficienza permanete
nel compimento degli atti elementari della vita quotidiana
elencati nel contratto di adesione.
Garanzia: erogazione di una rendita vitalizia mensile pari ad
€ 516,00.
Assicurati: soci e loro familiari (genitori, suoceri, figli maggiorenni,coniuge, convivente more uxorio), con età di ingresso compresa tra i 18 e 79 anni.
Durata della copertura: per i familiari degli associati la
copertura termina con il compimento dell’ottantesimo
anno di età, gli associati invece, grazie alla costituzione
di un fondo presso l’Associazione stessa, non perdono la
copertura assicurativa anche dopo gli ottanta anni, purché in regola con il pagamento dei premi.
Premio: per i soci in quiescenza € 50,00 annuo, per i familiari cifra variabile a seconda scaglioni di età o sesso degli
assicurati.
Modalità di adesione: sarà possibile aderire senza nessuna
penalità. I nuovi aderenti alla Polizza L.T.C. (sempre entro
il 79° anno di età) dovranno inviare entro il 28 febbraio
di ogni anno i moduli necessari debitamente compilati
(adesione polizza LTC, dichiarazione buono stato di salute
LTC, scheda rilevazione dati anagrafici).
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Soci che hanno figli che frequentano la Scuola media superiore o l’Università.
Beneficiari: figli e orfani di socio (o equiparati).
Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro
in rate mensili senza interessi.
Modalità di richiesta: mediante apposito modulo corredato
da idonea documentazione attestante l’avvenuta iscrizione
al corso di studi.
Limiti di intervento: € 450,00 per studenti che frequentano la Scuola media superiore; € 1.200,00 per studenti
che frequentano corsi universitari o parauniversitari.
Rientro: in sei rate mensili
I BORSE E INTERVENTI STUDENTI UNIVERSITARI
E PARAUNIVERSITARI
Ogni anno viene emanata apposita circolare che individua
gli interventi.
Beneficiari: figli e orfani di socio (o equiparati).
Forma di intervento: contributo d’importo variabile in relazione a fascia di reddito, familiari a carico, distanza sede
universitaria, media votazione.
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I INTERVENTI A FAVORE DI STUDENTI CHE
FREQUENTANO LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA
del
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Richiesta: tramite apposito modulo corredato da idonea documentazione.
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[...Omissis...]
Fra i vari interventi previsti dall’apposita circolare emanata annualmente, ricordiamo che è previsto un contributo
per i figli o equiparati di soci che conseguono il diploma di
scuola media superiore con una votazione minima individuata di anno in anno.
FAMIGLIA
I
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI
Da oltre 20 anni la Cassa Mutua rivolge una particolare attenzione in favore dei propri soci che si trovano in condizioni di non autosufficienza.
Beneficiari: persone ultrasessantacinquenni con difficoltà
persistenti a svolgere le funzioni ed i compiti propri della
loro età con invalidità pari al 100%.
Aventi diritto: associati e loro familiari (coniuge, convivente
more uxorio, genitori, suoceri) con certificazione di invalidità al 100% e non beneficiari della rendita riveniente da
polizza LTC.
Richiesta: via fono o posta. Ogni anno l’ufficio chiederà l’aggiornamento o l’invio dei documenti necessari per essere
inseriti nell’iniziativa.
Contributo: in misura variabile in relazione a reddito e numero dei figli dell’avente diritto non autosufficiente.
I
FIGLI DI ASSOCIATI DIVERSAMENTE ABILI
Da sempre un’iniziativa della Cassa rivolta alle famiglie di associati nelle quali è presente una situazione di disabilità.
Beneficiari: figli di soci in possesso della certificazione di
disabiltà.
Richiesta: via fono o posta. Ogni anno l’ufficio chiederà l’aggiornamento o l’invio dei documenti necessari per essere
inserito nell’iniziativa.
Contributo: in misura variabile in relazione ai vari parametri tra i quali il reddito e la gravità della disabiltà.
Programma rimborso spese sanitarie
A conclusione di un ulteriore anno di applicazione della nostra assistenza sanitaria, riteniamo
necessario ricordare un aspetto che, anche se ormai
noto, potrebbe essere dimenticato da molti: le
spese sostenute nel 2013 dovranno pervenire alla
CASPIE nel più breve tempo possibile, meglio se
entro l’anno, anche per consentirne tempestivamente il pagamento.
In ogni caso rammentiamo che il termine perentorio previsto in circolare è quello del 31.01.2014,
termine ultimo perché dette spese possano essere
ammesse al rimborso ed evitare i disguidi che si
sono verificati nel passato. In attesa di conoscere e
comunicare le novità in materia per il 2014 siamo
a disposizione dei soci per tutte le occorrenze e
necessità.
Fisco
edaltro
DECRETO ECOBONUS:
ALCUNI CHIARIMENTI
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito
(www.agenziaentrate.gov.it) la circolare n. 29/E del 18.9.2013,
con la quale fornisce chiarimenti in merito alle disposizioni agevolative di cui al c.d. Decreto ‘ecobonus’ (cfr. ‘La Voce’ n. 53).
Di seguito riportiamo alcune informazioni, rinviando, per chi lo
ritenga opportuno, ad una completa lettura del citato documento:
• l’Agenzia conferma che sono agevolabili tutti gli interventi di riqualificazione energetica previsti nel dispositivo di legge originario (art.1, c. 344 e seguenti della legge
296/2006) e precisa che la proroga dell’agevolazione decorre dal 6.6.2013 anche per quegli interventi (sostituzione di impianti di climatizzazione invernale e/o di scaldacqua tradizionali con pompe di calore) che erano stati
esclusi inizialmente dal decreto e reintrodotti in sede di
conversione in legge;
• sempre sull’argomento delle spese di riqualificazione
energetica (incremento della detrazione dal 55 al 65%),
si chiarisce che, per fruire dell’incremento della detrazione d’imposta, rileva la data di pagamento delle spese,
che deve essere compresa tra il 6.6 e il 31.12.2013, a prescindere dalla data di inizio o fine dei lavori. Si ribadisce
inoltre il concetto che la norma agevolativa (la citata legge
296) prevede, per le varie tipologie di intervento ammesse
al beneficio, un limite di importo detraibile e non un limite di spesa ammissibile, come invece è previsto per gli
interventi di ristrutturazione edilizia;
• in merito alle opere antisismiche, per le quali è stata introdotta la detrazione del 65%, viene precisato che le medesime devono riguardare le parti di edifici o complessi
di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi
edifici. Dal momento che l‘agevolazione è limitata ad immobili adibiti ad abitazione principale o ad attività produttive, l’Agenzia precisa che eventuali unità immobiliari
aventi diverso utilizzo ma comunque ricomprese nell’edificio oggetto di intervento potranno beneficiare delle
ordinarie agevolazioni per ristrutturazione (36% di detrazione con importo massimo della spesa di € 48.000,00,
temporaneamente elevati al 50% e a € 96.000,00);
• a proposito della detrazione delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e/o elettrodomestici, viene confermato che
le medesime devono essere sostenute solo per arredamento di immobili oggetto di interventi di recupero del
patrimonio edilizio. Sono ammessi all’agevolazione anche
del
Stefano Boccini
La nuova voce
a cura di
gli acquisti di arredi relativi a parti comuni degli edifici
nell’ambito di opere di manutenzione sulle parti medesime. Le spese di acquisto dei beni agevolabili possono
essere sostenute anche prima di quelle relative agli interventi edilizi, a patto che al momento del pagamento i lavori siano già iniziati. Sia i mobili che gli elettrodomestici
devono tassativamente essere ‘nuovi’ e sono ammessi alla
detrazione anche materassi, apparecchi di illuminazione e
le spese di trasporto e montaggio dei beni acquistati. Non
sono detraibili, invece, le spese sostenute per l’acquisto
di porte, parquet, tende e tendaggi. Per quanto riguarda
gli elettrodomestici, che devono avere etichetta energetica di classe non inferiore a A+ (A per i forni), rientrano
tra quelli agevolabili: frigoriferi, congelatori, lavatrici,
asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe
elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde,
apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici,
ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Il
limite di spesa, di € 10.000,00, deve essere riferito alla
singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze,
o alla parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Il pagamento, anche delle eventuali spese di trasporto o montaggio se portate in detrazione, deve essere
effettuato mediante bonifico bancario o postale recante la
medesima causale di versamento utilizzata per le ristrutturazioni, il codice fiscale del beneficiario della detrazione
e il numero di partita IVA o il codice fiscale del beneficiario del pagamento. È ammesso anche il pagamento con
carta di credito o POS, nel qual caso rileva esclusivamente
la data di esecuzione della transazione a prescindere da
quella di effettivo addebito in conto. Devono essere conservate le fatture di acquisto, le ricevute dei bonifici e/o le
copie delle transazioni POS o con carta di credito.
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selezionati per i nostri soci
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MANOVRE CATASTALI
Avvalendosi di una disposizione contenuta nella Legge
Finanziaria 2005 (art. 1, c. 335 della L. 311/2004), alcuni
Comuni hanno avviato, rivolgendo richiesta all'Agenzia delle
Entrate, l'iter di revisione parziale del classamento delle
unità immobiliari urbane private ubicate nelle microzone comunali caratterizzate da un notevole scostamento fra il valore medio di mercato e quello catastale. La microzona rappresenta una porzione del territorio comunale, che può
coincidere anche con l'intero territorio del comune, che presenta omogeneità nei caratteri di posizione, urbanistici, storico-ambientali e nella dotazione di servizi e infrastrutture.
Questa operazione, in caso di accoglimento delle richieste
comunali da parte dell'Agenzia delle Entrate, comporterà un
incremento della rendita catastale, con conseguente invio ai
proprietari interessati di un avviso di accertamento. Se il destinatario ritiene infondate le determinazioni dell'Agenzia,
può opporsi avvalendosi dell'autotutela oppure ricorrendo in
Commissione tributaria provinciale. Nel primo caso, invierà
una domanda in carta semplice all'Ufficio provinciale – Territorio dell'Agenzia delle Entrate che ha emesso l'avviso, allegando la documentazione a supporto della richiesta di annullamento, ferma rimanendo comunque la possibilità di
avviare un ricorso in Commissione Tributaria. Nel secondo
caso, avvalendosi del supporto di un professionista abilitato
(avvocato, commercialista, geometra, ecc.), entro 60 giorni
dovrà inviare il ricorso all'Ufficio sopracitato e successivamente, entro ulteriori 30 giorni, costituirsi in giudizio. Al mo-
mento in cui scriviamo, i comuni che hanno inoltrato all'Agenzia delle Entrate la richiesta di revisione sono: Atri,
Bari, Bassano del Grappa, Casale Monferrato, Castellaneta,
Cervia, Ferrara, Lecce, Milano, Mirandola, Orvieto, Perugia,
Ravarino, Roma Capitale, Spello, Spoleto e Todi.
IMU 2013: PRIMA RATA KO
Con l'approvazione del decreto legge n. 102/2013, convertito nella legge n. 124 del 28.10.2013, pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 73 alla Gazzetta Ufficiale n. 254 del
29.10.2013, la prima rata dell'IMU dovuta per il corrente
anno sulle abitazioni principali di categoria diversa da A1,
A8 e A9 è definitivamente abolita (come anticipato sul n. 53
de ‘La Voce’). Il provvedimento contiene anche numerose
altre disposizioni, delle quali riportiamo quelle che riteniamo
di maggior interesse per gli Associati:
• IMU: ancora in merito a questo tributo, viene data possibilità ai Comuni di esentare dal pagamento della seconda rata relativa al corrente anno i possessori di abitazioni di categoria diversa da A1, A8 e A9 concesse in
comodato a parenti in linea retta entro il primo grado che
le utilizzino come abitazione principale. Nel caso in cui
un medesimo soggetto conceda più abitazioni in comodato a più parenti, il beneficio potrà essere applicato su
una sola unità immobiliare. I Comuni possono stabilire
liberamente i criteri e le modalità di applicazione dell'agevolazione, nonché subordinarla al possesso di determinati livelli di reddito ISEE;
16.12 p.v., tenendo però presente che eventuali versamenti
insufficienti non potranno essere sanzionati;
• polizze vita: la detrazione di imposta del 19%, per
l'anno 2013 verrà riconosciuta sul limite massimo di
€ 630,00 con ulteriore riduzione a € 530,00 nell'anno
2014. Per contro, a partire dal prossimo anno, limitatamente alle polizze che assicurano anche il rischio di non
autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana il limite viene ripristinato a € 1.291,14;
• RC auto: a decorrere dal 2014 e quindi con effetto sulle dichiarazioni dei redditi da presentare nel 2015, il contributo
al Servizio Sanitario Nazionale compreso nei premi RC auto,
attualmente deducibile per l'importo eccedente € 40,00, non
potrà più essere dedotto dal reddito complessivo.
• cedolare secca: l'aliquota del 19% prevista per i contratti di locazione a canone concordato viene ridotta, già
dal corrente anno, al 15%;
• tassa sui rifiuti: in luogo della Tares, per il corrente anno
rimangono in vita la Tarsu o la Tia. Unitamente a tali tributi
dovrà essere corrisposta la maggiorazione di € 0,30 a mq,
di competenza dello Stato, per i cosiddetti ‘servizi indivisibili’. I contribuenti riceveranno direttamente dall'Ente
impositore (Comune o Società fornitrice del servizio raccolta rifiuti) il modello F24 necessario al versamento, ad
eccezione dei possessori di immobili ubicati in Comuni che
abbiano istituito il metodo dell'autoliquidazione. In questi
ultimi casi, il contribuente dovrà provvedere in proprio alla
determinazione dell'importo da versare entro il termine del
del
Il Governo sta sottoponendo all’attenzione del Parlamento
il disegno di legge di stabilità finanziaria per l’anno 2014. Il
provvedimento, così come proposto dall’Esecutivo, è oggetto
di critiche da parte sia delle forze politiche, sia delle parti sociali e stanno pervenendo dal Senato, il primo ramo di Parlamento cui il provvedimento viene proposto, una miriade di
emendamenti. Pertanto, al momento di andare in stampa, non
è possibile esporre le novità che ci attendono per l’anno prossimo, se non in via approssimativa e con beneficio di successiva verifica. Dovrebbe essere abolita, salvo sorprese,
anche la seconda rata dell’IMU dovuta per il corrente anno
sulle abitazioni principali, escluse quelle di categoria catastale A1, A8 e A9, mentre a partire dal 2014 il predetto tributo dovrebbe essere accorpato con la tassa sui rifiuti e
quella sui servizi, tenendo presente che la componente patrimoniale dovrebbe essere applicata solo sulle abitazioni diverse da quella principale. Probabilmente ci sarà anche un
alleggerimento, di consistenza ancora non prevedibile ma
presumibilmente contenuta, di imposizione sui redditi da lavoro dipendente e, forse, anche su quelli da pensione. In materia di pensioni si prospetta un riconoscimento della perequazione automatica solo entro un certo importo di pensione
lorda ed inoltre il ripristino di un contributo, questa volta
“costituzionale”, sulle pensioni di importo elevato. Ovviamente, avvenuta la conversione in legge, sul prossimo numero della rivista sarà ns. cura informare in maniera più precisa ed esauriente gli Associati.
La nuova voce
FINANZIARIA 2014:
UN’EQUAZIONE A PIÙ INCOGNITE...
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Viene inoltre stabilito che qualora non vengano reperite
tutte le risorse stabilite per il finanziamento degli oneri derivanti dalla legge, che comprende anche misure per la salvaguardia di un ulteriore contingente di lavoratori ‘esodati’ e
di rifinanziamento della cassa integrazione guadagni, il Ministro dell'Economia potrà disporre l'incremento delle accise
sui carburanti.
9
R
u
b
r
i
c
h
e
La poesia
dalla
Red@zione
La poesia
di
Mario Petri
Petri colpisce ancora, potremmo dire. Dalla rubrica di cucina, n. 53, ha trovato l’ispirazione per proporci una ricetta
da lui rivisitata e riproposta in rima...
.........Risotto al Polpo
Ricetta di Piero Franceschini
del
La nuova voce
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ngredienti:
IPolpi
medi 1,5 kg, 3 o 4 spicchi d’aglio, una cipolla media,
10
un ciuffo di prezzemolo, un cucchiaio di pomodoro concentrato,
olio extra vergine d’oliva, mezzo bicchiere di vino bianco, sale,
pepe e peperoncino a piacere. Riso mediamente 70/80 g per ogni
commensale.
ettete in un tegame assai capiente,
Mprezzemolo,
che non deve mancare,
aglio e cipolla triti finemente,
e farli per un poco rosolare.
Il polpo a pezzi e naturalmente,
si cuoce fino a fargli rilasciare ,
quel liquido formato e proveniente,
dal mollusco che andiamo a cucinare.
Si aggiunge il vino bianco, come l’ oro,
che deve essere fatto evaporare;
il concentrato poi di pomodoro,
cuocere a fuoco lento e non scordare,
di aggiungere per non farlo attaccare,
brodo di pesce avanti preparato.
Il riso al tutto si dovrà mischiare,
e a rito di cottura terminato,
fatelo tre minuti riposare,
ed è pronto per essere mangiato!
di
Giuseppe Arrigucci
Arrigucci ha pubblicato nel 2013 la sua ultima raccolta
di poesie ‘Le stagioni del Cuore’. Proprio da questa nuova
opera abbiamo recensito due poesie. Ci piace però riportare
di seguito alcuni passaggi della prefazione dell’autore.
“[...] la poesia è dentro di noi e se ne avverte la presenza
in tante occasioni e se ne resta catturati.
[...] La poesia è la parola dell’anima; ci emoziona, mette
a nudo le nostre difese, ci libera dai nostri turbamenti, ci fa
arrossire per le nostre timidezze, ci dona serenità, commozione; [...].”
.........Al di là del tempo
Educai l’alloro silenzioso e la quercia forte
per avere l’ispirazione al canto
...o forse per vanità?
Illusioni sorgive dell’orgoglio
con mesti riflessi delusi.
L’incompiutezza mi colse;
ripetutamente tornai a cercare le rime
per provare nuove vertigini di volo!
La speranza m’invitò sempre a credere al domani,
a pensare alle meraviglie della natura,
ai cieli profondi,
a orizzonti oltre le angustie del mio limite,
a nuovi progetti
anche al di là del tempo!
.........Ansie e rimpianti
Ansie che fanno male,
rimpianti e brividi dentro;
giardini sfioriti
ed acque stagnanti;
rose non raccolte,
treni senza stazione,
mani senza abbracci,
baci non dati,
giorni senza mattino,
desideri che non hanno preso il volo,
vibrazioni di ali
fiorite di galaverna,
trepidazioni di un continuo naufragio nell’oblio!
Segrete immagini
che catturano i colori del tramonto,
orme di sogni
lungo la spiaggia della vita
vogliosa di nuovi palpiti;
fragranze d’amore
con arpeggi di vento
e stupori d’immenso!
L’arte
di
Enzo G.A. Faltracco
ENZO G.A. FALTRACCO – PANNI STESI (olio su tela - 2006 - cm 40x50)
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ENZO G.A. FALTRACCO – OMBRELLIFERA (olio su tela - 1982 - cm 50x40)
La nuova voce
Ci piace ritornare sulla pittura di Faltracco perché le sue opere si elevano al di
sopra della passione di un “bancario” per
raggiungere livelli di interesse propri di artisti professionisti.
del
[... ] quando ti poni dinanzi ad una tela bianca, ne
provi dapprima soggezione ,
sgomento… ma poi ti butti
da capo a piedi poiché senti
l’imperativo dentro di te di
dover dire qualcosa: i colori
sono la tua grafia ed il tuo
animo, la tua mente vogliono comunicare qualcosa!
Ne emergi quasi sempre abbastanza insoddisfatto…
non di rado tu stesso riscopri
i tuoi lavori a distanza di
mesi, di anni. [...]
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ENZO G.A. FALTRACCO – ALBERO SOLITARIO (olio su tela - 2006 - cm 60x60)
Oggi
ieriri&30
Oggi
i
della
anni
filiale forlì
di
di
del
La nuova voce
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Gianfranco Gamboni
12
Sabato 28 settembre 2013 i colleghi di ieri e di oggi di Forlì si sono dati
appuntamento nei bellissimi locali del
Grand Hotel della città per festeggiare
il trentesimo anniversario dell’apertura
della Filiale della nostra Banca.
Perfettamente organizzata dal primo Titolare Pierfrancesco (Piero) Matteini, con la collaborazione dei colleghi e delle signore, la serata è stata
vissuta con commozione ed entusiasmo
da tutti e particolarmente da coloro
che si sono rivisti dopo tanti anni.
Matteini, prendendo la parola, ha
ricordato i momenti iniziali dell’avventura forlivese, le difficoltà incontrate per affermarsi in una realtà nella
quale eravamo pressoché sconosciuti,
le soddisfazioni per l’acquisizione di
importanti clienti, lo spirito di corpo
che animava tutti protesi alla conquista di sempre più ambiziosi traguardi.
Ricordando i lunghi anni passati al
Monte Matteini ha avuto parole di
grande stima per la nostra Banca che
ha chiesto molto a tutti, ma che ha garantito a noi ed alle nostre famiglie una
vita serena e sicura.
Nell’invito a partecipare a questa
ricorrenza è scritto, tra l’altro, “... la
Banca che ci ha fatto incontrare, per
Anniversario Forlivese
del
che compatta e solidale
diede vita alla filiale.
Certamente l’appartenenza
ad una Banca d’eccellenza
ci aveva assai spronati
ai più ambiti risultati.
Si proiettan diapositive
con immagini attrattive
di vicende ormai vissute
ed i commenti e le battute
rievocate e rinnovate
or producono risate.
E nella calda atmosfera
che rallegra tutta la sera
Piero dona a tutti un ricordino
sotto forma di un piattino
in cui è scritta e riportata
sia lo stemma che la data
ed una rosa bianca alle signore
da perfetto adulatore.
Il pensiero certo è andato
a chi non ha partecipato
avrà avuto una ragione
per questa defezione!
Grazie Piero, questo ritorno
è senz’altro un grande giorno
che rinnova con dovizia
la stima e l’amicizia
che ciascuno di noi ti ha dato
e che sempre hai meritato.
La nuova voce
sempre nei nostri cuori...”. Bastano
queste parole per testimoniare l’affetto
per il Monte e la sofferenza, palpabile
in tutti, per le tristi vicende che la
Banca sta oggi vivendo.
Pur non essendo tra i protagonisti
di Forlì sono stato invitato ad essere
presente per la grande amicizia che mi
lega a Matteini (entrambi assunti al
Monte a Perugia il 28 luglio 1960) e
per la mia qualità di componente del
C.D. della nostra Associazione.
Nel corso della cena, particolarmente gustosa, dopo che diversi colleghi in quiescenza hanno ricordato simpatici episodi ed esperienze
dell’avventura forlivese (bellissima la
poesia di Mauro Totteri riportata di seguito), Matteini ha consegnato a tutti
gli intervenuti un simpatico omaggio a
ricordo di questo incontro.
Al momento dei saluti sono stati
espressi due auspici: di rivedersi presto (non certo fra trenta anni!) e che il
Monte possa superare la crisi e tornare
presto a brillare di luce propria.
Festeggiare il trentennale
d’apertura di Filiale
in un mondo in cui il passato
tende ad essere scordato
non è poi tanto normale
ma un fatto eccezionale
come l’uomo che ha voluto
celebrare l’accaduto.
Piero l’ha ideata
questa splendida serata
che con gusto raffinato
ha poi confezionato.
Giunti alla spicciolata
prima o all’ora designata
nell’albergo che ospitava
c’era lui che aspettava.
In principio la tensione
ci aveva un po’ frenati
poi ci siamo scatenati
e tra abbracci e complimenti
i ricordi dalle menti
son sgorgati a profusione
dando grande animazione.
Giunta l’ora della cena
nella sala quasi piena
ai tavoli imbanditi
siamo tutti confluiti.
Rischiarandosi la gola
prende Piero la parola
e ricorda con misura
quanto fece la struttura
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(di Mauro Totteri)
13
Gli anni
‘60
nel
Paese de’ Balocchi
(prima parte)
Questo racconto è dedicato ad una piccola filiale del
Monte, al paese di Cinigiano ed ai suoi abitanti, tra i più ospitali che ho conosciuto.
Si tratta di ricordi che hanno quasi mezzo secolo, per cui è
opportuno ricorrere ad una avvertenza che utilizzava il grande
Saramago quando raccontava cose legate a vecchi ricordi: “
le mie storie sono vere, solo che a volte mi scappa la mano ed
inserisco nella trama della verità un sottile filo colorato che
prende il nome di fantasia...”
Forse è questo che dà il sapore alle storie.
del
La nuova voce
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Il primo giorno
14
Nell’estate del ‘66 ero al
Monte da due anni e fui trasferito, senza alcun preavviso, dalla filiale di Napoli a
quella di Cinigiano. Avevo
fatto parte di un nucleo di
giovani chiamati a dare una
mano in coincidenza con il
possibile acquisto, poi sfumato, degli sportelli di una
banca locale.
Più che la notizia del
trasferimento mi sorprese
la nuova destinazione: di
Cinigiano non conoscevo
neppure l’esistenza. Non
che fossi preoccupato per
tornare a vivere in un piccolo paese, dato che vi
sono nato e cresciuto, ma
mi rodeva il pensiero di abbandonare una grande città
che mi era sembrata, fin
dai primi momenti, in sintonia con lo spirito degli
anni ‘60 e con la mia voglia
di novità. Una città accogliente e festosa, piena di
vita e di occasioni, di compagnia e di buon umore.
Per i miei vent’anni di
allora mi era sembrato il
massimo.
di
Giancarlo Magnani
Fu così che, uscito il venerdì pomeriggio dal grande salone di via Cervantes, mi ritrovai il lunedì mattina – un po’
frastornato ed in ritardo perché avevo sbagliato strada - nella
piazzetta Capitano Bruchi di Cinigiano a chiedere dove fosse
la filiale del Monte.
Un benzinaio tutto pelato, ma ancora giovanile, mi rispose
che l’esattoria era proprio lì a due passi, mentre ‘la banca’ si
trovava più avanti ‘alla fine del corso’.
A passo svelto feci la breve distanza e là dove il corso terminava, in un piccolo slargo, vidi l’insegna del Monte, accanto a quella della farmacia e della macelleria.
Entrato nel saloncino
della filiale vidi, dietro al
bancone, una persona
non più giovane, alta e
distinta, della quale mi
colpirono due boccoli
neri sistemati ad arte
sulla incipiente calvizie.
Mi accolse con
grande affabilità, parlando con un accento montagnolo, che dopo un po’
di tempo mi sarebbe diventato familiare. Mi disse che si chiamava Febo
ed era il titolare di Seggiano, una filiale della
montagna amiatina. Mi
venne da pensare che
quel nome gli stava bene,
richiamando i personaggi
delle fiabe nei boschi.
Nei giorni successivi, il
suo stile e la sua pacatezza mi avrebbero confermato quell’accostamento.
Rispetto ai toni alti e
talvolta sguaiati dei colleghi napoletani, Febo
mi sembrava proprio un
personaggio d’altri tempi, così come lontani
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La mattina successiva era un martedì e mentre andavo in
banca trovai nelle vie del paese un movimento inaspettato:
era giorno di mercato e le zone centrali si stavano riempiendo
di gente che sostava tra le bancarelle e i tendoni, entrava ed
usciva dalle botteghe e dai bar.
Il cambiamento rispetto al giorno precedente era così forte
che mi sembrò di essere rientrato a Napoli, in uno dei vicoli
spagnoli dietro alla via Toledo, poco lontano dalla filiale.
Ero in anticipo e mi trattenni un po’ tra la gente del mercato:
c’era un bel ‘clima’, semplice, amichevole, quasi euforico. Le
donne cercavano, compravano, si caricavano di borse; gli uomini entravano ed uscivano dai bar, parlavano, fumavano. Era
un misto di tipi di paese e di campagna che si integravano bene,
anche nel modo di parlare e di socializzare.
Pensai che l’effetto anni ‘60 era arrivato anche a Cinigiano.
Nel saloncino della filiale vennero molti più clienti del
giorno prima: io ero allo sportello e Febo alla cassa. Mi passò
davanti un campione di quella che era la clientela del paese
e dintorni: bottegai, artigiani, pensionati, commercianti di
bestiame, coltivatori diretti. Si trattava dei clienti che avevo
immaginato. Fui invece sorpreso da alcuni signori ben vestiti, con giacca e cravatta, che Febo ricevette nella stanza
di direzione.
Mi disse dopo che erano dirigenti dell’Ente Maremma, intorno al quale ruotava, come avrei capito più avanti, lo sviluppo
economico e sociale di Cinigiano in quegli anni fortunati.
del
Il battesimo paesano
La nuova voce
anni luce mi apparivano le dimensioni della filiale ed il traffico dei clienti. Pensai però che la forza del Monte stava
anche nel saper rispondere ai bisogni di realtà tanto diverse.
Prima di uscire mi disse che saremmo rimasti insieme
due settimane: era consuetudine che venisse a sostituire in
estate il suo amico Carlo, il titolare di Cinigiano, quando andava al mare con la famiglia.
Uscito di banca feci una passeggiata nel centro del paese,
su fino al vecchio borgo del Cassero, che mi sembrò suggestivo, dando un’occhiata alle case, ai negozi, alle botteghe,
alla gente che incontravo. Subito dopo presi la 500 e feci tutto
il perimetro intorno al paese, sino all’inizio delle diverse
strade di collegamento con le frazioni, la città e la montagna.
Mi restò impressa l’immagine di un paese ‘acciambellato’
su alcune collinette che da una parte scendono decise verso la
Maremma e dall’altra guardano alle ultime propaggini della
catena amiatina, che si estendono sino al comune di Cinigiano.
Collinette dolci, adatte alla vite, agli ulivi e alle colture.
Mi sembrava però che mancasse un po’ il verde dei boschi,
rispetto al paesaggio collinare del mio paese natale.
Prima che la lunga giornata finisse mi sistemai nella pensione del paese, dove mi accolsero Mauro e la zia Sara, che
mi fece anche scegliere la camera, dato che ero l’unico
cliente fisso.
Nel giro di tre giorni, dall’Hotel Torino di Napoli alla Locanda la Posta di Cinigiano: un grosso cambiamento, quasi
una sensazione di solitudine, che si sarebbe poi rivelata del
tutto sbagliata nel giro di poco tempo.
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del
La nuova voce
16
Mentre facevamo le chiusure della giornata, Febo mi
spiegò che il territorio del comune era stato in gran parte interessato dalla riforma agraria di fine anni ‘50, che aveva
espropriato i terreni ai grandi proprietari e li aveva assegnati
ai mezzadri ed agli affittuari che li coltivavano, con la prospettiva di farli poi diventare proprietari.
Questo cambiamento epocale determinò un successivo
fattore di sviluppo e di crescita sociale in tutta la zona, facendo emergere la nuova figura dei coltivatori diretti, destinati a diventare in molti casi dei veri e proprio imprenditori
agricoli. Ebbero dunque bisogno di finanziamenti per dotarsi
di macchine ed attrezzature agricole moderne, di impianti di
irrigazione, di bestiame da stalla e da pascolo. Anche le vecchie case coloniche furono trasformate spesso in villette di
campagna. In parallelo i commercianti, gli artigiani e i bottegai del paese aumentarono i loro affari ed i loro guadagni.
Un altro fattore intervenne poi a portare sviluppo ed a modificare la composizione delle famiglie. Si insediarono infatti
a Cinigiano gli uffici distaccati dell’Ente Maremma, che avevano seguito le diverse fasi della riforma e si costituirono poi
una serie di Cooperative agricole, nelle diverse zone del comune, i cui uffici si stabilirono nel capoluogo. A questo cooperative aderivano i coltivatori diretti, per avere dei benefici
sulla gestione amministrativa e commerciale della loro attività.
In paese dunque, agli impiegati del Comune, del Monte
e della Posta si erano aggiunti quelli dell’Ente Maremma e
delle cooperative, spesso con le loro famiglie. Anche il Sindaco del paese lavorava all’Ente Maremma.
Qualche linguaccia, non abituata a vedere in giro tanta
gente in giacca e cravatta, parlava maliziosamente di Ente
Merenda.
In quegli anni di fervore commerciale un coraggioso imprenditore locale aveva aperto anche una piccola fabbrica, il
Calzaturificio Monte Amiata, presso il quale, precorrendo di
molto i tempi, funzionava anche un outlet; allora più semplicemente spaccio aziendale per gli amici.
Fu in questo contesto che un cliente della banca, di professione norcino, qualche settimana dopo il mio arrivo mi
avrebbe detto : “ragioniere, lei è capitato bene, perché Cinigiano da qualche tempo è diventato il paese de’ balocchi!”
Ma già dal terzo giorno della prima settimana cominciai
a capire meglio dove ero venuto a trovarmi.
Il mercoledì infatti, verso mezzogiorno, venne allo sportello una persona sui 40, vestita alla buona, con un grembiule bianco piegato alla vita. “Buon giorno – mi disse – è lei
il nuovo ragioniere della banca?”. Mentre gli confermavo la
cosa con un cenno della testa, lui proseguì “ io so’ Tonino e
m’hanno detto di veni’ a invitalla alla cena di stasera giù
dalla mi’ mamma. Hanno ammazzato un paio di lepri e hanno
detto di mangialle tutti insieme. Scenda giù verso le otto”.
Il buon Febo mi spiegò che sul retro del fabbricato c’era
un’osteria dove la mamma di Tonino cucinava e lui serviva ai
tavoli. Aggiunse che la mamma era una brava cuoca e che
avrei mangiato delle pappardelle alla lepre come si deve e
una lepre in umido da leccarsi i baffi. Osservò poi che le
lepri, molto probabilmente, erano state ammazzate di frodo,
dato che le cacce non erano ancora aperte.
Mi presentai puntuale e sulla soglia dell’osteria trovai un
primo gruppetto di persone, giovani e meno giovani, che mi
accolsero con calore. Fatte le presentazioni, abbiamo aspettato insieme che arrivassero gli altri e ci siamo messi a sedere.
Ero entrato in una compagnia di una decina di persone:
tutti cinigianesi che si conoscevano da sempre, anche se alcuni
ormai vivevano a Grosseto ed erano venuti per l’occasione.
Iniziò subito una conversazione vivace, tra persone molto
legate al loro paese. Si trattò per me di una vera e propria lezione di storia cinigianese: tradizioni, abitudini, personaggi,
modi di dire e qualche inevitabile pettegolezzo.
Anzitutto venni a sapere che Cinigiano aveva avuto anche
un Presidente del Monte, della famiglia Bruchi e che l’agenzia era nata negli anni ‘20. Il primo agente, il fondatore era
della famiglia Marzocchi. Poco tempo dopo avrei conosciuto
il figlio Alfonso, notaio a Grosseto e grande amico del Monte,
che per il gusto della battuta definiva il padre l’affondatore
dell’agenzia di Cinigiano.
Dopo la guerra l’agenzia era passata nelle mani di Bisio,
anche lui di Cinigiano, del quale, sorridendo, mi venne raccontato questo aneddoto. Bisio era solito andare, a mezza
mattinata, a bere un bicchiere di vino con un cliente allo
spaccio della cooperativa di consumo, poco lontano dalla filiale. Il fatto è che anche quando era da solo, arrivato al
banco, chiedeva due bicchieri. Dopo aver bevuto il suo,
aspettava un momento e poi si girava verso l’ingresso come
per aspettare qualcuno.
Subito dopo, rivolgendosi verso il gestore dello spaccio e
guardando il secondo bicchiere ancora pieno, esclamava.
“questo bischero di... unn’è venuto, vole di’ che lo bevo io!”
“Faceva questo sacrificio e rientrava in filiale, dove – concluse chi stava raccontando – lo aspettava Carlo, detto Chiodo,
allora suo aiutante ed attuale titolare della filiale”.
Fui curioso di sapere il motivo di quel soprannome, cosa
del resto frequente nei paesi. Mi risposero: “te ne accorgerai
(continua)
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del
La nuova voce
standoci insieme: è più facile che il famoso cammello passi
per la cruna dell’ago, che Carlo cambi idea o arretri dalle
sue posizioni”.
Come per completare il quadro qualcuno disse: “suo cognato Ado invece, che gestisce il bar che era di Gioberto, il
babbo di Fernando che lavora al Monte, viene detto Semenza
e lo conoscerai non appena vai a prendere il caffè”.
Intanto la cenetta a base di lepre andava avanti con la
soddisfazione di tutti, accompagnata da un vino rosso locale
che mi sembrò eccezionale, per profumo, consistenza e sapore. Rispetto alle mie abitudini – a casa mia si beveva di solito un vino leggero – avvertii tuttavia il bisogno di un consumo molto attento.
Alla domanda da dove venissero le lepri, uno della compagnia disse: “l’ho ammazzate di notte al balzello, nella zona
del Granaione” e poi rivolgendosi a me che ero nuovo nella tavolata aggiunse: “io sono un cacciatore alla vecchia maniera,
non mi ci trovo con le regole imposte da burocrati incompetenti”.
Gli risposi che poteva stare tranquillo, perché anche al
mio paese avevo degli amici con il gusto della trasgressione
e che, seppure da spettatore, avevo partecipato a qualche
spedizione notturna per lepri e caprioli.
Sorridendo mi disse: “allora siccome ho visto che hai una
500 con il tettino apribile, qualche notte mi farai da autista
per la caccia dalla macchina, vedrai come ci si diverte!”
Nel conversare venni poi a sapere che, nell’uso del paese,
una lepre per essere davvero buona, dopo che è stata aperta
e pulita, deve frollare per almeno una settimana in una cantina fresca , attaccata per una zampa ad un chiodo della trave.
Qualcuno disse “va cucinata poco prima che caschi in
terra! D’altra parte il controllo della situazione non manca,
perché per tanti uomini di Cinigiano la cantina è la stanza
più importante della casa, il posto dove si invitano gli amici
a bere un bicchiere ed a fare merenda.”
Nel giro di qualche mese, avrei sperimentato con piacere
quella simpatica tradizione.
Prima che la serata finisse, mentre Tonino ci serviva il dolce,
uno dei presenti gli domandò: “Tonino, ho visto che hai comprato una bella Vespa 150 nuova di zecca, quanto l’hai pagata?”.
Tonino, serio come un cartello, rispose : “ niente l’ho pagata, nemmeno una lira, prima ho dato indietro la mia vecchia, poi mi hanno messo davanti una ventina di fogli e
m’hanno detto di firmalli. Ho scritto sopra nome e cognome,
ho messo in moto e so’ venuto a casa!”
Ci fu una risata generale, ma Tonino non se la prese, anzi
si mise a ridere anche lui.
Nei mesi successivi mi resi conto che in fondo Tonino
aveva detto la verità, perché al Monte, a pagare le cambiali
che lui aveva firmato, veniva sempre la mamma.
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La sfoglia
di
del
La nuova voce
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Adrio Tenucci
18
In Maremma e credo in tutta la
Toscana la sfoglia è la base per fare la
pasta all’uovo.
Quando ero un ragazzino, non esistevano i supermercati dove andare a
comperare i vari tipi di pasta all’uovo,
la si faceva in casa. Mi ricordo che
mia nonna Delia e mia madre la facevano abbastanza spesso. Prendevano
la spianatoia, tavola liscia abbastanza
grande per poter stendere l’impasto,
un chilo di farina ne facevano un cratere tipo vulcano, ci rompevano dentro dieci uova, appena prese dal pollaio, ci mettevano un pizzico di sale
un goccio d’olio di oliva, di produzione propria, e con una forchetta
incominciavano a mescolare le uova
e pian piano, dall’orlo del cratere
facevano scivolare giù la farina fino a
creare un impasto, di colore giallo, e
piuttosto consistente. Quando l’impasto era pronto, prendevano il famoso
ranzagnolo, con il quale, secondo le
novelle maremmane, le mogli avrebbero punito i mariti birbantelli, e
incominciavano a stendere l’impasto,
alternativamente giravano dall’altro
lato la sfoglia, aggiungevano un po’ di
farina perché l’impasto non si attaccasse al legno del ranzagnolo e così
continuavano fino ad ottenere una
sfoglia di pasta sottilissima, che poi
veniva stesa perché si asciugasse e
generalmente veniva adagiata su dei
teli appoggiati sui letti. La domenica e
per le feste raccomandate, quando le
varie famiglie si riunivano dai nonni,
venivano occupati tutti i letti disponibili. Una volta asciugate, le sfoglie
venivano tagliate in vari modi a
seconda di quello che ne volevano
ricavare: a strisce larghe per le lasagne, a strisce lunghe e abbastanza larghe per i tortelli, sulle quali veniva
messo l’impasto a base di ricotta e
spinaci, piegata in due e pigiata fra un
tortello e l’altro con una forchetta e
quindi tagliata in singoli tortelli, e poi
con un pezzetto di sfoglia e un cucchiaino di carne macinata e condita,
usciva fuori, dalle mani sapienti e
svelte di mia madre, un cappello da
alpino, i famosi tortellini. Poi c’erano
i maccheroni che da noi non sono i
cannucciotti, ma tagliatelle larghe
indispensabili per le pappardelle al
sugo di lepre, di carne, di funghi porcini e così via. Poi le tagliatelle quelle medie, le più usate, ed alla fine i
tagliatini per il brodo o per la minestra di ceci o di fagioli. Quando mia
madre preparava i tagliatini ripiegava
la sfoglia prima da una parte fino a
metà, poi dall’altra e sormontava i
due rotoli di pasta che ne venivano
fuori. Qui iniziava la mia curiosità, la
mia ammirazione e la mia grande pre-
occupazione, poiché mia madre
prendeva una coltello grande, che
non so perché la chiamassero la coltella, e piegate ad angolo retto, le
prime due falangi delle dita della
mano sinistra, con una velocità
impressionate le sfiorava con
la coltella e tagliava la pasta
in striscioline così sottili,
creando in me uno stato
di apprensione per la
paura che si tagliasse
le dita (mai successo)
comunque quando
arrivava alla fine,
io tiravo un profondo sospiro di
sollievo per lo
scampato pericolo. Questi tagliatini venivano cucinati in alcuni modi,
i più usuali erano quelli nel brodo di
gallina vecchia, da qui il detto “gallina vecchia fa buon brodo”, ma non è
mica vero, la cuocevano in brodo
perché era troppo dura per farla fritta
o arrosto, nella minestra di fagioli e
poi nella mia passione più intensa, la
minestra di ceci. Allora mia madre la
cucinava passando i ceci cotti ricavandone una purea di una consistenza magistrale non troppo soda né
troppo liquida, con un componente
insostituibile il rosmarino, in maremmano ramerino. Una volta cotti i
tagliatini, la minestra di colore giallo,
senza conserva di pomidoro, veniva
versata in piatti cupi molto capienti,
vi venivano aggiunti due cucchiai di
ceci interi caldi, un filo di olio di
oliva, di produzione propria, e una
spolverata di pepe nero macinato
direttamente nel piatto. Chi non ha
mai mangiato una meraviglia del
genere si può, a ragione, ritenere un
essere sfortunato, molto sfortunato.
Sì lo so che vivere di ricordi vuol
dire essere avanti negli anni, ma la
vita trascorsa è fatta di avvenimenti
reali , tristi e lieti, vissuti con il corpo
e con l’animo. Io cerco di ricordare
quelli lieti, non sempre, d’altra parte
il futuro è fatto di speranze; nella
maggior parte di incertezze. L’unica
certezza è quella che sappiamo tutti,
alla fine del percorso di nostra vita, ci
aspetta la Signora in nero con la falce
e subito dopo, speriamo, l’Angelo in
bianco dalle grandi ali che ci porterà
nella vita eterna. State sereni sorelle e
fratelli, e mangiatevi una meravigliosa
minestra di ceci.
I 9 e 10 dicembre è andata in scena una commedia musicale di Piero Azzurrini, prima serata ai ‘Rozzi’, replica al
‘Politeama’ di Poggibonsi.
La notizia ci era arrivata per vie traverse, così abbiamo pensato
di invitare in redazione il diretto interessato e farci raccontare da
lui che cosa bolle, anzi, fa bollire in pentola in questo periodo.
“Tutto vero – ci ha risposto (giam)Piero Azzurrini, le lettere tra
parentesi, ci ha spiegato, servono a quelli che hanno fretta e che
quindi le ignorano – ho scritto il copione di una commedia musicale, quindi sceneggiatura e testi delle canzoni, e ai primi di dicembre saremo in scena”
Scusaci ma la domanda ci viene spontanea: perché proprio una
commedia musicale… o posso chiamarla ‘musical?’.
“Per i patiti della precisione, meglio chiamarla commedia musicale, visto che la sceneggiatura è per gran parte dedicata ai dialoghi in prosa. Comunque, dentro ci sono pur sempre una dozzina di
brani. Perché una commedia musicale? Intanto perché io ho sempre coltivato, insieme alle insalate e ai pomodori dell’orto, anche la
passione per questo genere di spettacolo. Ultimamente, durante un
breve soggiorno a Roma, mi sono fermato in via Sistina davanti all’omonimo teatro e c’è mancato poco che m’inginocchiassi. Una vita
fa consideravo quella che veniva chiamata ‘la Premiata Ditta’ e cioè
il mitico binomio Garinei & Giovannini come i miei Dei protettori,
i miei Lari e Penati. Ma visto che attualmente il cognome Penati è
diventato famoso per altri motivi, diciamo che ora li considero i miei
padri putativi. Non mi vergogno a raccontare che in passato ho fatto
spesso le mattane di andare a vedere uno spettacolo proprio al Sistina, ripartire per Siena subito dopo e la mattina presentarmi al
mio posto di cassiere, fresco… come un crisantemo tre mesi dopo la
ricorrenza dei Santi.”
Come si dice in questi casi: e se tu dovessi spiegare a un giovane il significato del fascino che ha per te questo genere di teatro e di cinema?
“Intanto, bisognerebbe sapere se questo giovane ama o no la
musica. Avuta una risposta affermativa, gli potrei dire che quella
di poter raccontare una storia attraverso la prosa e la recitazione,
mischiata con musica e canzoni è il risultato di una formula magica. L’elenco è diabolicamente lungo, ma ‘Rugantino’, ‘Aggiungi
un posto a tavola’, ‘Cantando sotto la pioggia’ per arrivare velocemente a ‘Hair’, ‘Jesus Christ Superstar’, ‘Cabaret’, ‘Moulin Rouge’”,
‘Mamma mia’, ‘Chicago’ hanno lasciato un’impronta significativa
nella storia dello spettacolo… Un momento, non vorrei essere frainteso e passare per matto o per un megalomane. Non è che abbiamo
perso il lume della ragione: il nostro è uno spettacolo fatto da dilettanti, anzi, qualcuno degli interpreti non era neppure mai salito
del
Piero Azzurrini
La nuova voce
di
su un palcoscenico, però… ma come sempre sarà il pubblico a dire
l’ultima parola.”
Torniamo ai giorni nostri e alla tua passione di autore di commedie musicali: si tratta di un esordio?
“A dire il vero no. Una trentina d’anni fa, con Bruno Giorgi alle
musiche (altro ex bancario che ha venduto l’anima allo spettacolo)
siamo riusciti a mettere in scena un mio lavoro nel teatro di Torrenieri. Sembra un secolo fa, ma forse è vero perché le prime tre file
erano state riservate alle ultime camicie rosse garibaldine… sai,
sull’età è sempre bene scherzarsi addosso! Per quanto riguarda
Siena, sì, è vero, è un esordio e meno male che ci siamo riusciti ora
perché se fosse successo un po’ più in là, ci pensi che figura farsi accompagnare al proscenio, per raccogliere gli applausi nel finale, da
una grassa badante kazaka… Ho nel cassetto altri due lavori già
pronti e scalpitanti alla mossa da anni, ma trovare un mossiere che
abbassi il canape, se era difficile prima, figuriamoci ora che… accidenti, stavo per parlare di una nota banca senese!”
E allora com’è che siete riusciti ad arrivare in teatro?
“Diciamo che ci siamo fatti un favore a vicenda, noi e l’Associazione ‘Nasi e Nasi’, del tipo tu mi dai una cosa a me e io ti do una
cosa a te”
Più precisamente?
“Hai ragione. È andata così: l’associazione, che poi è più comunemente nota sotto il nome Nasi Rossi, ovvero quei volontari che
vanno negli ospedali, soprattutto nei reparti dei bambini, a cercare
di far dimenticare per qualche ora i guai della gente, voleva una
manifestazione che festeggiasse il decimo anniversario della sua costituzione. Io ho accettato di scrivere un copione (dopo quanto ho
raccontato prima, è chiaro che ho pensato subito ad una commedia
musicale), Mario Ghisalberti di curarne la regia, Simona Bruni di
occuparsi delle musiche, Silvia Leonardi delle coreografie e Marco
Soldateschi e Daniele Sasson delle scenografie. I Nasi Rossi ci
hanno dato tutto il loro appoggio e una buona spinta a livello di
sponsorizzazione è arrivata dalla proprietà della River Caffè
(quando t’imbatti in persone che condividono con te la passione per
la musica, tutto diventa più facile) e da parte della Chianti Banca”
Puoi accennarci qualcosa a proposito della trama o ti sei montato la testa e vuoi imitare Woody Allen?
“Qualcosa ve la svelo in anteprima, soprattutto perché si tratta
della rivista che fa capo all’azienda che ogni mese si ricorda di me
in termini pensionistici. La vicenda è imperniata, naturalmente,
sulla passione e sulla dedizione dei Nasi Rossi, ma dentro ci sono
anche la controversa storia d’amore di un Lui e di una Lei, il coraggio di un giovanissimo paziente dell’ospedale e le fissazioni di un
fan della lavanda gastrica per delusioni amorose, tutti quanti circondati da uno stuolo di personaggi che ci auguriamo riescano a far
divertire il pubblico. Non mancheranno i colpi di scena, fino all’ultimo secondo, e non mancherà neppure la musica dal vivo dell’orchestra dei ‘Falsi d’Autore’.”
Non per essere polemici, ma… mancherebbe il titolo.
“A questo punto, ci vorrebbe Mike e il suo ‘fiato alle trombe, Turchetti’! Trattandosi di una commedia dedicata a chi porta il buonumore e un pizzico di allegria in mezzo alle corsie d’ospedale, come
avrei potuto fare a meno di intitolarla ‘Un Grande Sorriso’?”
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Un grande
19
NUOVI SOCI
del
La nuova voce
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Sono entrati a far parte della nostra Associazione i
seguenti nuovi Soci:
20
ACCARISI GABRIELLA – Torino
AGATI FRANCESCO DOMENICO – Roma
AGNESONI ROBERTO – Siena
ALBANI GIORGIO – Pelago
ANDREOLI PAOLO – Portoferraio
ANICHINI MARIA TERESA – San Giovanni a
Cerreto
APPOLLONI FRANCA – Roma
ARBATO PINA – Sesto Fiorentino
ARMELLINI POLICARPO – San Quirico d’Orcia
ARNODO GUIDO – Roma
BALDI CLAUDIO – Borgo San Lorenzo
BALSIEMELLI PAOLA – San Giovanni Valdarno
BANDI RENATO ANTONIO – Carugo
BARBARANELLI GIUSEPPE – Vetralla
BARBINI DOMENICO – Sorano
BARDINI FABIO – Pistoia
BARILANI LEONORA – Poggibonsi
BARISONE SANTO – Genova
BARTOLOMMEI MARCO – Siena
BASSI MARZIO – Mantova
BAU’ FRANCO – Padova
BAUSI DONATELLA – Firenze
BECATTI STEFANIA – Castelnuovo Berardenga
BECHI LORENZO – Murlo
BELLUGI LUANA – Siena
BENEDETTI ENZO – Roma
BERNARDI MASSIMO – Asciano
BERNARDINI ALESSANDRO – Firenze
BERTI DANIELA – Firenze
BERTINI TIZIANO – Siena
BERTONCELLO LIA – Arezzo
BERTULIO LORENZO – Pregnana Milanese
BIAGI CLAUDIO – Siena
BILIORSI MARCO – Asciano
BIANCALANI STEFANO – Prato
BIANCHI ADA – Taranto
BIANCHI LUCIANO – Arezzo
BIANCHI SERENA – Siena
BIANCHINI GIANNI – Firenze
BIGAZZI GIACOMO – Reggello
BECARELLI LAURA – Siena
BOCCELLI GIAMPIERO – Pietrasanta
BOI DANIELE – Arezzo
BOLONGARO MARCO – Rho
BOMBONATI PERICLE – Mantova
BONANNI CLAUDIO – Vicopisano
BONCRISTIANI ROBERTO – Alassio
BONGINI GIANCARLO – Sesto Fiorentino
BONELLI SANDRO – Bagnolo San Vito
BONUCCI VINCENZO – Siena
BORGHI VANIA – Monteriggioni
BORRI ROBERTO – Arezzo
BOTTA GIOVANNI – Salerno
BROGI PAOLA – Castelnuovo Berardenga
BROGI PAOLO – Siena
BRUSEMINI PAOLO – Selvazzano Dentro
BUONAVITA SANDRO – Chiusi Scalo
BUSNELLI FULVIO – Meda
CAFORIO GIANFRANCO – Taranto
CALLONI OTTAVIO ANGELO – Milano
CAPASSO SERGIO – Napoli
CAPITANI FABIO – Torrenieri
CAPUANI CLAUDIO – Roma
CARBONI BRUNO – Amelia
CARDELLINI DANIELA – Padova
CARLETTI ETTORE – Acquasparta
CARONNA BIANCA ANGELA – Latina
CARRUS BRUNO – Gussago
CASCONE ANDREA – Roma
CASELLI FABIO – Siena
CASSELLA ALDO – Recco
CASTELLANI IVANO – Grosseto
CECCHI RENZO – Siena
CESOLARI CESARE – Milano
CHIARANTINI CARLA – Pontassieve
CIACCI CLARA – Siena
CIANI RENZO – Siena
CICOGNA EOLO – Assisi
CIOLI FLAVIO – Firenze
CIPRIANI ALBAROSA – Prato
COCINA FRANCESCO – Baragiano
CODINI ECLE – Roma
COLICIGNO DANIELE INERIO – Potenza
COLOMBO ANGELO – Gorgonzola
COMPARETTO MICHELE – Palermo
CORRADO PIERO – Supersano
CORRIDORI ROBERTO – Grosseto
COSIMI FRANCO – Siena
COSTANTINI CARLO – Amelia
COCCHI RAIMONDO – Castiglione della Pescaia
CONTI FRANCO – Firenze
CORIO MASSIMO – Taranto
CORTI LUCIA – Castelnuovo Berardenga
CRICCHI RIZIERE – Viterbo
CUTRIGNELLI ANTONIO – Bari
D’ARCO FRANCESCO – Taranto
D’ASCOLI SERGIO – Firenze
DADDIO PALMIRO SANDRO – Camaiore
DE ANGELIS GIOVANNI – Roma
DE CIA MARIA ADELAIDE – Milano
DE GAETANO FRANCESCO – Villa San Giovanni
DE LAURO SALVATORE – Napoli
DE MAGLIE ENNIO – Taranto
DE RANIERI ROSA MARIA – Carrara
DE VICO MAURO – Arezzo
DEL RE FRANCA – San Casciano Val di Pesa
DEL TORO VINICIO – Montepulciano
DI COSTANZO GERARDO – Arzano
DI MODUGNO ANGELA – Bari
DOMINICI COSETTA – Siena
DONATINI GABRIELLA – Siena
DONNARUMMA RAFFAELE – Gragnano
DOVERI MAURIZIO – Carrara
ESPOSITO ANGELO – Portici
FABBRI MAURIZIO – Asciano
FACCHIELLI SIRIO – Chiusi Scalo
FACCHINI LORENZA - Mantova
FAILLI NORMA – San Gimignano
FASOLI BRUNO – Cremona
FAZIO PATRIZIO – Bari
FERRARA VINCENZO – Pescara
FERRO BIAGIO – Massalengo
FIORAVANTI ALVIERO – San Gimignano
FLAMINI LETIZIA – Roma
FLAMINI PATRIZIA – Napoli
FONTANI MARA – Calenzano
FORCONI MAURIZIO – Siena
FORLAI BRUNELLO – Porretta Terme
FORTI ALBERTO – Carrara
FORTUNATO NUNZIO FILIPPO – Siena
FOSSI FURIO – Sesto Fiorentino
FRANCI ETTORE – Siena
FRANZIN PIERO LUIGI – San Donato
CONTRIBUTI VOLONTARI
Sono pervenuti alla nostra Associazione, per le
proprie attività organizzative e per il periodico
“LA NUOVA VOCE DEL PENSIONATO”,
contributi volontari da parte di:
GALARDI MARIA LUISA VED. GRANAI – Siena
NERI INALDA VED. MALENTACCHI - Siena
I NOSTRI LUTTI
Comunichiamo con vivo cordoglio la scomparsa
dei Colleghi:
BACINELLI MAURO – Lerici
BAGNOLESI FRANCO – Loro Ciuffenna
BULLETTI MARCO ANTONIO – Siena
CASINI PIERO – Firenze
CASIO MARIO BRUNO – Poggibonsi
CASSIGOLI FRANCESCO – Firenze
FIORENZANI VINICIO – Siena
FORTEZZA IRIS VED. PIAZZI – San Rocco a Pilli
GUERRINI ELDA – Siena
LEONCINI SALLUSTIO – San Casciano Val di Pesa
LUCIANI CARLO – Pisa
MALTESE GIUSEPPE – Arezzo
MARCONI ASSUNTINA VED. MENCHINI –
Montalcino
MECATTI CAMILLA VED. SANI – Castelnuovo B.ga
MENICUCCI DINA VED. PETRINI – Sovicille
MUZZI ADORNO – Siena
PAVONI MADDALENA – Gorle
ROMANO ROSALIA VED. SALUTINI – Roma
SEVIROLI GIOVANNI – Aragona
TROVALUSCI MASSIMO – Roma
Dobbiamo purtroppo segnalare la recente scomparsa di due soci che hanno
collaborato strettamente con l’Associazione avendo fatto parte entrambi del Comitato Direttivo dell’Associazione.
Piero Casini ha a lungo rappresentato i colleghi fiorentini facendosi portavoce dei loro disagi, sempre pronto nelle discussioni all’interno del Comitato fino a che la malattia non lo ha aggredito in maniera irreversibile.
Marco Antonio Bulletti, senese doc, ha ricoperto anche il ruolo di Presidente del Collegio dei Sindaci revisori, sempre scrupoloso, attento e propositivo nelle iniziative dell’Associazione.
Alle famiglie rivolgiamo il nostro caloroso abbraccio e le più sentite condoglianze.
Ricordi di una filiale
del ‘Monte’:
neo città di Littoria. Poi, certo, tanto e
tanto ha fatto negli anni il Monte per Latina e per la sua Provincia. Monte che peraltro sentiva d’essere la prima Banca di
Littoria, condizione molto sentita anche
dai dipendenti e da un po’ tutti gli abidi
Galileo Costanzo tanti. Anch’io rammento, negli anni cinquanta e sessanta, i conti correnti n. 228,
Gli avvenimenti storici interessano sempre, particolar330, 511… e le tante operazioni agrarie e i numerosi libretti
mente quando riguardano la tua città e cose e avvenimenti
di risparmio. C’era in noi dipendenti, in fondo, la consapevo“tuoi”. Leggendo il libro storico Latina secondo Cencelli dellezza di lavorare nella ‘prima’ Banca della città e il sentimento
l’ing. Francesco D’Erme (vol. 2, pag. 238) m’è capitato di nodi avere un impegno a ciò coerente.
tare l’episodio che riporto qui appresso e
che risale al 1932/33 quando la città cominciava a esistere.
“(...) Ancora un'offerta fu presentata
da parte della Società di Studi cateriniani
di Siena. Essa volle segnalare al Podestà
di Littoria il proprio dono alla chiesa comunale del busto di Santa Caterina.
Il Monte dei Paschi di Siena, prima
banca impiantata a Littoria (avendo allora
anche costruito un palazzo che è ancora
tra i migliori della città) e con le funzioni
di esattoria sia per la città sia per l’Opera
Nazionale dei Combattenti, volle completare quell’omaggio con la costruzione dell’altare, il regalo dei candelieri artistici e
il materiale di travertino necessario a decorare la cappella della Santa. (...)”.
Questa è una piccola storia ma sintomatica di quanto e
Questa offerta ebbe tutta una ‘storia problematicizzata’ per
come fosse allora il Monte, con che ‘spirito’ basava la sua
questioni formali sollevate dall’on. Cencelli, allora ‘capo rigomissione che peraltro fece della Filiale di Latina, in termini
rosissimo’ della bonifica pontina. Rimane il fatto di come la
di risultati (in anni più recenti dei summenzionati), una delle
nostra Banca volesse ‘ulteriormente’ partecipare alla vita della
prime Filiali del Monte. Ora è tutto cambiato e ‘noi di allora’
siamo non so proprio
dire quanto meravigliati ma anche sconcertati. Voglio sperare
che questi ‘piccoli ricordi’ possano contribuire, particolarmente
a chi è ora in servizio, a
rifare anche un po’ di
quel Monte d’allora,
quello del nostro orgoglio, quello a cui
demmo ‘noi stessi’
perché fosse sempre
migliore!
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Latina
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Il cuoco
aifornelli
a cura di
Flavio Egni
to, potete non passarle nel brodo se le gradite più
croccanti, o versare sopra i crostini un cucchiaino di
buon vin santo toscano, come nella tradizione.
Disponete ora sopra i crostini il composto caldo
preparato e servite.
Buon appetito!!!
Le ricette delle feste
La tradizione toscana come quella di altre regioni imponeva nelle giornate di festa particolari menù che venivano
presentati solo quella specifica ricorrenza. Le feste natalizie
ed in particolare il Natale erano l’occasione per proporre ciò
che non era consuetudine in altre feste dell’anno. Anche perché spesso i prodotti erano tipici di quel periodo.
del
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Crostini neri di fegatini
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Ingredienti: fegatini e cuoricini di pollo, 3/4 spicchi d’aglio, 7/8 foglie di salvia, 6 filetti di acciuga
salata, un cucchiaio di capperi sott’aceto o capperi
salati, sale, pepe, olio extra vergine di oliva, pane di
tipo toscano tostato.
In una padella fate rosolare leggermente gli spicchi
d’aglio e le foglie di salvia in olio evo, aggiungete i
fegatini di pollo e fate cuocere a fuoco vivo per qualche minuto. Salate e pepate a piacere. Quando i
fegatini hanno avuto una rosolatura esterna sufficiente, toglieteli dal fuoco e fateli riposare, quindi disponeteli sopra un tagliere lasciando il liquido di cottura
nella padella. Aggiungete i filetti di acciuga che avrete precedentemente pulito e dissalato, i capperi sott’aceto leggermente strizzati, e tritate il tutto grossolanamente con un coltello.
Rimettete il composto nella padella con il suo liquido di cottura e
cuocete ancora
per alcuni minuti girando spesso
con un mestolo.
Preparate le
fette di pane toscano di uno
spessore di circa
un cm, abbrustolitele (tostatele) e ponetele
sopra un vassoio dopo averle
leggermente
bagnate con del
brodo di carne
freddo.
A piacimen-
Pappardelle
al Sugo di piccione
Come noto i volatili sono quasi sempre quelli che
danno il maggiore contributo per una buona riuscita
del pranzo delle feste.
Ingredienti: due o tre piccioni, una cipolla media,
una carota piccola, uno spicchio d’aglio, un ciuffo di
prezzemolo, una rametto di rosmarino, concentrato
di pomodoro, mezzo bicchiere di vino rosso, sale e
pepe a piacere.
In un capiente tegame fate rosolare in olio evo e
aglio i piccioni tagliati in quattro pezzetti ciascuno
insieme alle loro frattaglie; quando hanno preso un
buon colore, togliete dal tegame i pezzi che hanno
carne abbondante (petto e frattaglie), staccate da essi
la carne e rimettete in cottura il resto insieme al battuto di cipolla, carote, prezzemolo, ed il rametto di
rosmarino. Mentre il tutto continua la sua rosolatura,
tritate grossolanamente i petti dei piccioni e le frattaglie e reimmetteteli nel tegame di cottura.
Una volta che sarà completata la rosolatura sfumate
con il vino rosso e, dopo che sarà evaporato
aggiungete il concentrato di pomodoro
(metà circa di un tubetto), fate insaporire girando spesso e quindi
immettete un abbondante
bicchiere di brodo, se
ne disponete, o di acqua calda.
Fate cuocere a
fuoco molto basso per circa
un’ora, fino a
che il sugo non
si sarà ristretto.
Cuocete a
le pappardelle,
condite con il
sugo caldo e
servite unendo
in ogni piatto
pezzetti di piccione rimasti.
Buon appetito!!!
Cappone arrosto
al forno
Il cappone (cfr. n. 38), almeno da noi, è il principe dei piatti delle feste di Natale.
Ingredienti: Un cappone bello pulito e spennato al
Gobbi rifatti
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Buon appetito!!!
del
Ancora un piatto tipico della tradizione toscana il
cui nome è stato dato burlescamente alla carne di
maiale, che lavorata in una certa maniera diviene
tanto morbida e gustosa da sembrare tonno.
Ingredienti: 1 kg o più di carne suina (arista disossata, o meglio polpa del coscio), mezzo kg di sale
grosso, alcune bacche di ginepro (non essenziali), 1
rametto di rosmarino, odori vari, pepe, olio extra vergine di oliva.
Schiacciate alcune bacche di ginepro insieme a
parte del sale ed al rosmarino, ponete la carne sgrassata in un vassoio, massaggiatela con il sale aromatizzato e copritela con il restante sale. Lasciatela marinare per almeno quattro ore girandola ogni tanto.
In un capiente tegame portate ad ebollizione abbondante acqua con poco sale e con i classici odori da
brodo (pomodoro, sedano, cipolla, carota), aggiungete la carne marinata che avrete lavato precedentemente in acqua corrente, fate cuocere (sobbollire) a fiamma molto bassa per circa quattro ore.
Terminata la cottura fate raffreddare la carne nella
sua acqua, poi scolate e lasciate asciugare bene sopra
un canovaccio per alcune ore.
A questo punto sfilettate la carne usando solo la forchetta, servite in un vassoio come piatto di intermezzo, accompagnata da fagioli in bianco, insalata, cipollotti freschi, e condita con olio sale e pepe a piacere.
Sfilettata in pezzi più grossi potete metterla in
vasetti a chiusura ermetica, con grani di pepe, foglie
di alloro e olio evo a ricoprire. Chiudete i vasetti e
riponeteli in luogo fresco ed al riparo dalla luce e
dopo un mese o più servite come sopra.
Buon appetito!!!
La nuova voce
Tonno del chianti
quale avrete tolto il capo, il collo, le zampe, 2 hg di
lardo di cinta senese, un bicchierino di marsala, alcune foglie di salvia, frattaglie del cappone, sale, pepe,
olio extra vergine di oliva, tartufo a piacere.
Preparate un impasto con il lardo, sale, pepe, salvia (o tartufo) e frattaglie del cappone, tritate finemente con il coltello fino ad ottenere un impasto
quasi cremoso, incorporate anche il marsala. Farcite
il cappone inserendo il composto nel suo stomaco;
per evitare che il ripieno esca nella cottura cucite il
cappone alle due estremità.
Fate riposare per una notte e cuocete in forno a
circa 180° in olio evo, coperto con carta stagnola,
salato ed impepato esternamente, per circa un’ora e
mezzo, controllandone la cottura
di tanto in tanto e
facendolo rosolare esternamente,
se necessario.
I gobbi (cfr. n. 38) o cardi rifatti sono anch’essi una
ricetta tipica toscana che accompagnano il giorno di
Natale il cappone sia esso in umido che arrosto.
Ingredienti: coste esterne di un gobbo, limone, olio
extra vergine di oliva,
due spicchi d’aglio,
farina, pomodori
pelati 3 o 4, sale
pepe.
Togliete i filamenti esterni alle
coste del gobbo,
lavateli, tagliateli
a pezzi e cuoceteli in acqua bollente salata alla
quale aggiungerete
un limone tagliato a
metà. Quando sono cotti scolateli, infarinateli e metteteli a rosolare in una padella con abbondante olio evo
ed aglio.
Girateli ed a rosolatura avvenuta, unite i pomodori pelati prima spezzettati con una forchetta, una tazzina di brodo, regolate di sale e pepe e lasciate cuocere per una mezz’ora a fuoco basso.
Buon appetito!!!
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La nuova voce
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Best Wishes for New Year
Meilleurs voeux pour la nouvelle année
с Новым годом
Feliz año nuevo
新年好
ευτυχισµένο το νέο έτος
‫ةديعس ةديدج ةنس‬
Glückliches neues Jahr
明けましておめでとうございます