pensı•onato - associazione dipendenti a riposo mps
Transcript
pensı•onato - associazione dipendenti a riposo mps
Anno XIII ottobre dicembre 2013 Direzione e redazione: Via Lippo Memmi 7 – 53100 Siena Tel. 0577 46 515 - 0577 236 212 Fax 0577 217 162 E-mail: a.associazionepensionati @ tin.it n. 54 La nuova voce del pensı•onato ORGANO BIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE DIPENDENTI A RIPOSO DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA Auguri Il Presidente ed il Comitato Direttivo di questa Associazione, in occasione delle prossime Festività, rivolgono un affettuoso augurio a tutti gli Associati ed alle loro famiglie. Un fervido augurio anche agli esponenti della Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, della Fondazione, della Cassa di Previdenza, della Cassa di Mutua Assistenza e delle Organizzazioni Sindacali. Direttore: Alberto Cavalieri - Direttore Responsabile: Tullio Mori - Redazione: Flavio Egni - Progetto grafico/impaginazione: Bernard Chazine Reg. Tribunale di Siena n. 718 del 5 ottobre 2001 - Stampa: Arti Grafiche Ticci, Sovicille (SI). w w w . a s s o p e n s m p s . i t Comitato Direttivo 7novembre del 2013 Il giorno 7 novembre ha avuto luogo presso la sede del CRAL del Monte dei Paschi di Siena, la riunione del Comitato Direttivo della nostra Associazione per trattare argomenti importanti per tutti i pensionati. Assistenza sanitaria: Mori riferisce sugli ultimi dati disponibili 2013 che sembrerebbero positivi. Unica nota dolente il deficit fra versato e utilizzato nella categoria dei familiari non a carico. È in corso di definizione il Programma Rimborso Spese Sanitarie per il 2014. Verrà rivolto un invito all’invio delle pratiche per posta elettronica anche per i Pensionati (i dipendenti potranno utilizzare solo questo canale), specificando che pratiche così rimesse beneficeranno di una corsia preferenziale nei rimborsi. Polizza LTC: Ioseffi riferisce sullo stato dei rapporti con la Axa in merito alla polizza. (Cfr. nota specifica nella sintesi del La nuova voce pens•onat pensı ato degli interventi Cassa Mutua a favore dei Soci di seguito riportata.) 2 Condizione bancarie ai pensionati: preso atto del deterioramento delle condizioni sui nostri conti, il Presidente sottolineando l’importanza, condivisa da molti Consiglieri, di mantenere un legame con la Banca MPS, convocherà a breve una riunione della Commissione costituita ad hoc ed inizierà i contatti con la Banca. Revisione dell’orario di lavoro dell’addetta: in relazione all’aumento del numero dei soci e conseguentemente del carico di lavoro, soprattutto telefonico, sono stati aumentati i pomeriggi nei quali Claudia sarà presente. Argomenti di rilievo nella vita della CPA: Il Presidente relaziona sulle iniziative in corso presso la Cassa, che appaiono interessanti per i Pensionati. Anzitutto le Revisioni Statutarie: in un primo tempo verranno introdotte revisioni per permettere, oltre agli esodati, anche agli esternalizzati di rimanere iscritti. Dopo questa modifica, che è ora all’esame dell’organo di controllo (Covip), e che sarà introdotta in forma di norma transitoria, ci sarà il rinnovo degli Organi della Cassa, ora in prorogatio. Nel 2014 potrebbero maturare altre modifiche: L’Associazione pensionati esaminerà a breve, in una riunione del Comitato Direttivo, quelle ritenute utili alla categoria per formarne oggetto di una richiesta alle Parti Fondanti, alle quali lo Statuto demanda in esclusiva il potere di proporre modifiche allo Statuto. Il Comitato ha quindi esaminato gli argomenti approfonditi dalla Commissione Integrativi. Il Presidente dà lettura della relazione scaturita dai lavori della Commissione. Riportiamo qui ‘le valutazioni conclusive’, e a parte la sintesi delle motivazioni tecniche. Cfr. nota specifica “Comunicazione per i pensionati integrativi sulla distribuzione delle eccedenze”. [...] La Commissione integrativi ha ritenuto opportuno di: • Rinviare le iniziative alla disponibilità di dati anche provvisori sul bilancio 2013, ma non trascurare a quel momento, se come si ritiene resteranno comunque avanzi significativi, di richiedere una qualche forma di recupero di quanto non percepito quest’anno. • Non abbandonare la ricerca delle possibilità di richiedere modifiche statutarie sull’art. 26, riconvocandosi prima che il rinnovato Consiglio CPA provveda alle modifiche definitive. • Verificare ulteriormente eventuali modifiche legislative che rimuovano gli ostacoli attualmente esistenti per i fondi ex esonerativi per ottenere, per chi lo voglia, la trasformazione della rendita in capitale. Castello di Fosini – Radicondoli (SI) pens•onat pensı ato del Nella pagina precedente, avete trovato la Relazione sui lavori del Comitato Direttivo del 7 novembre. Inoltre in questi giorni avete ricevuto la copia del Rendiconto al 31.12.2012 della Cassa di Previdenza Aziendale. Molti di voi dunque si sono domandati che fine hanno fatto gli “avanzi” e ci hanno ripetutamente interpellato al riguardo. Da parte nostra, ancora a Settembre (cfr. nota a pag. 3 del Giornalino n. 53) si dava notizia dell’attività svolta dall’Associazione sul tema. Dobbiamo ora segnalare che, oltre alle difficoltà illustrate (vedi anche Notiziario n. 52, pag. 7 e succ.) è divenuta ora più attuale la definizione degli aspetti tecnici, legati alla rideterminazione del tasso di attualizzazione, che sono stati dunque approfonditamente esaminati dalla Commissione Integrativi e dal Comitato anzidetto, giunto alle conclusioni riportate sulla Relazione. Sullo stesso argomento dovrà pronunciarsi il Consiglio dalla C.P.A. entro il corrente anno, con effetto diretto sulle risultanze del Rendiconto 2013. Ci sembra dunque opportuno informare compiutamente i soci, anche se in forma sintetica e sforzandoci di rendere comprensibile una non facile materia, su quanto al riguardo sta accadendo. Molti di noi (siamo pur sempre bancari, e molti Ragionieri, anche se in pensione!) conoscono perfettamente la rilevanza che il tasso di sconto ha sul valore attuale di una rendita a lungo termine. In effetti nel passato il Consiglio CPA decideva sul tasso e l’attuario non entrava nel merito; la decisione del Consiglio, che aveva valenza biennale, era supportata, sia dal ‘rendimento atteso’ della parte mobiliare, sia sull’osservazione della rilevanza del contributo offerto dal rendimento degli immobili, prodotto in massima parte dalle plusvalenze realizzate sulle vendite. Que- st’ultimo apporto aveva fatto crescere il rendimento da 3,82 % a 5,76 % nella media di 12 anni e da 3,82 % a 4,47 % nella media degli ultimi 5 anni. Il tasso di attualizzazione era dunque rimasto alto in perfetta linea con le previsioni normative che prevedono che “i tassi … sono scelti … in funzione del rendimento degli attivi corrispondenti detenuti dal fondo pensione, dei rendimenti attesi degli investimenti … e tenuto conto della composizione del portafoglio” (quindi anche della componente immobiliare). Nel corso del 2013 sull’argomento si è concentrata l’attenzione di tutti gli organi preposti alla prudente gestione dei fondi a prestazione definita: difatti una Direttiva CEE non recente è stata solo ora recepita dal competente ministero, che ha emesso un Regolamento sui c.d. Rischi biometrici. Questa norma introduce l’obbligo di applicare procedure definite e che coinvolgono la responsabilità dell’attuario, oltre al Consiglio della Cassa, nella determinazione dei parametri (soprattutto il tasso di attualizzazione) che incidono sulla misura della ‘riserva matematica’ e quindi degli avanzi. Inoltre i datori di lavoro sono stati obbligati ad utilizzare, nella determinazione delle riserve relative ad impegni futuri (come il TFR e, appunto, i Fondi Pensione), procedure altrettanto definite e restrittive (i c.d. criteri IAS). In più, negli ultimi due anni il forte rallentamento delle vendite di immobili liberi ha ridotto quasi a zero le plusvalenze realizzate. Ciò ha provocato la riserva apposta dall’Attuario sulla sua relazione allegata al Rendiconto 2012, che così si esprime: si ritiene maggiormente “idoneo un tasso di interesse, per le varie scadenze, derivante da titoli obbligazionari europei di qualità pari o superiore a quelli definiti di rating A, come consigliato dall’Ordine Nazionale degli Attuari con prot. N. ONA n. 170/2012 del 21 dicembre 2012” (un tasso basso). Le funzioni aziendali coinvolte hanno dunque ritenuto necessario concludere gli approfondimenti richiesti, con conseguente rinvio delle decisioni relative a questa materia e nulla abbiamo potuto fare noi al riguardo, pur restando convinti che anche con l’applicazione di queste metodologie contabili e con l’utilizzo di parametri aggiornati per tutte le grandezze contabili, alla fine dovrebbero residuare ugualmente degli avanzi. La nuova voce COMUNICAZIONE PER I PENSIONATI Integrativi sulla distribuzione delle eccedenze 3 Nota sulle pensioni integrative del La nuova voce pens•onat pensı ato (trattamenti corrisposti dalla CPA) 4 A seguito della nota pubblicata in copertina n. 53 La Nuova Voce del Pensionato, ritorniamo sull’argomento per cercare di specificare meglio gli accadimenti inerenti l’erogazione delle pensioni nel corso del 2013. Come noto dal mese di gennaio 2013 i percettori di pensione INPS più integrazione a carico della CPA, fino ad allora erogate da un unico Ente (la CPA), hanno visto dividersi i percorsi delle due erogazioni. Quella INPS erogata il primo giorno di ogni mese dall’Ente, l’integrazione il giorno 27 dalla Cassa di Previdenza Aziendale. Dal mese di gennaio quindi questa divisione ha comportato una fiscalizzazione separata da parte dei due Enti erogatori, che favoriva i percettori con l’applicazione di aliquote più basse del dovuto. Questo iter è proseguito fino al mese di luglio compreso, quando i due ENTI hanno potuto riallinearsi attraverso l’ applicazione del casellario centrale, (cumulo dei due trattamenti – pensione INPS + integrativo) avvenuta nel mese di agosto. In questo mese sono stati quindi effettuati i conguagli IRPEF tra dovuto e pagato (gennaio – luglio) per effetto di quanto sopra detto; le differenze, per la parte relativa ai trattamenti integrativi, sono state recuperate in 4 rate dal mese di agosto a quello di novembre compreso. Per completare il quadro, nel mese di dicembre saranno recuperati, in unica soluzione, gli importi relativi alle detrazioni (familiari a carico e lavoro dipendente) che per lo stesso motivo di cui sopra risulteranno non dovute. Dal mese di dicembre si arriverà quindi alla esatta definizione della pensione INPS + integrazione. In definitiva sarà possibile confrontare solo gli importi lordi percepiti nel 2013 con quelli percepiti nel precedente anno 2012 escludendo quanto pagato dalla CPA per gli avanzi nelle due rate luglio/dicembre. Un raffronto sugli importi netti sarà possibile invece nel gennaio 2014 raffrontandolo con il mese di novembre 2012; si rileveranno solo differenze dovute agli aumenti delle addizionali comunali e regionali. Interventi della Cassa Mutua e/o di Associazione Mutua Assistenza in favore dei Soci in servizio o in quiescenza PREMESSA Come noto lo scopo della Cassa di Mutua Assistenza, è l’assistenza morale e materiale ai Soci ed alle loro famiglie. Allo stesso modo anche l’Associazione di Mutua Assistenza, ha come scopo l’assistenza morale e materiale dei propri Associati e delle loro famiglie ed a tal fine entrambe promuovono iniziative e svolgono attività di solidarietà. Beneficiari delle iniziative poste in atto dalla Cassa e dall’Associazione sono tutti i dipendenti in servizio, collocati nel fondo di solidarietà o in quiescenza. Certi di fare cosa gradita riportiamo di seguito suddivise per categoria le iniziative della Cassa Mutua e dell’Associazione di Mutua Assistenza in favore degli associati collocati nel fondo di solidarietà o in quiescenza. Tali informazioni sono le risultanze di una sintesi pubblicata nel sito della Cassa Mutua (F.A.Q. Frequently Asked Questions). SANITÀ I INTERVENTI PER CURE DENTARIE Beneficiari: i soci, i figli a carico, ed il coniuge anche se non a carico. Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro in rate mensili senza interessi. Limiti di intervento: non inferiori a € 600,00 con un massimo di € 6.000,00 per nucleo familiare. Rientro: rateizzazione fino a € 2000,00 con rimborso in massimo 12 mesi, da € 2.000,00 a € 6.000,00 in massimo 24 mesi. Documentazione: copia di giustificativi di spesa quietanzati e fiscalmente regolari. I ANTICIPAZIONI SU RIMBORSO SPESE MEDICHE Beneficiari: soci, coniuge (anche non a carico purché compreso nella copertura assicurativa) ed i figli se inseriti nella copertura assicurativa. Modalità di richiesta: inoltro alla Cassa tramite il modulo previsto, con l’impegno di tempestivo rimborso una volta ottenuta la rimessa dalla C.A.S.P.I.E. e con il preventivo delle spese da sostenere. Limiti di intervento: anticipazione della somma necessaria (non inferiore a € 800,00) al netto della franchigia. Rientro: tramite bonifico alla Cassa al momento del rimborso di C.A.S.P.I.E. I INTERVENTI PER ACQUISTO PROTESI ACUSTICHE Beneficiari: soci, figli a carico ed il coniuge (anche non a carico). Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro in rate mensili senza interessi. Modalità di richiesta: con apposito modulo. Limiti di intervento: richieste non inferiori a € 800,00 con un massimo di € 6.000,00 per nucleo familiare. Rientro: vedi cure dentarie. I INTERVENTO PER ACQUISTO LENTI CORNEALI/TRADIZIONALI, MONTATURE ESCLUSE Beneficiari: soci, figli a carico ed il coniuge (anche non a carico). Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro in rate mensili senza interessi. Modalità di richiesta: con apposito modulo. Limiti di intervento: richieste non inferiori a € 155,00 con un massimo di € 1.200,00 per nucleo familiare. Rientro: rateizzazione con rimborso in massimo 8 mesi. ISTRUZIONE I RATEIZZAZIONE PER SPESE SCOLASTICHE Ogni anno prima dell’inizio dell’anno scolastico, viene emanata una circolare che individua gli interventi in favore di del La nuova voce POLIZZA L.T.C. Beneficiari: coloro che perdono l’autosufficienza permanete nel compimento degli atti elementari della vita quotidiana elencati nel contratto di adesione. Garanzia: erogazione di una rendita vitalizia mensile pari ad € 516,00. Assicurati: soci e loro familiari (genitori, suoceri, figli maggiorenni,coniuge, convivente more uxorio), con età di ingresso compresa tra i 18 e 79 anni. Durata della copertura: per i familiari degli associati la copertura termina con il compimento dell’ottantesimo anno di età, gli associati invece, grazie alla costituzione di un fondo presso l’Associazione stessa, non perdono la copertura assicurativa anche dopo gli ottanta anni, purché in regola con il pagamento dei premi. Premio: per i soci in quiescenza € 50,00 annuo, per i familiari cifra variabile a seconda scaglioni di età o sesso degli assicurati. Modalità di adesione: sarà possibile aderire senza nessuna penalità. I nuovi aderenti alla Polizza L.T.C. (sempre entro il 79° anno di età) dovranno inviare entro il 28 febbraio di ogni anno i moduli necessari debitamente compilati (adesione polizza LTC, dichiarazione buono stato di salute LTC, scheda rilevazione dati anagrafici). pens•onat pensı ato I 5 Soci che hanno figli che frequentano la Scuola media superiore o l’Università. Beneficiari: figli e orfani di socio (o equiparati). Intervento: rateizzazione delle spese sostenute con rientro in rate mensili senza interessi. Modalità di richiesta: mediante apposito modulo corredato da idonea documentazione attestante l’avvenuta iscrizione al corso di studi. Limiti di intervento: € 450,00 per studenti che frequentano la Scuola media superiore; € 1.200,00 per studenti che frequentano corsi universitari o parauniversitari. Rientro: in sei rate mensili I BORSE E INTERVENTI STUDENTI UNIVERSITARI E PARAUNIVERSITARI Ogni anno viene emanata apposita circolare che individua gli interventi. Beneficiari: figli e orfani di socio (o equiparati). Forma di intervento: contributo d’importo variabile in relazione a fascia di reddito, familiari a carico, distanza sede universitaria, media votazione. pens•onat pensı ato I INTERVENTI A FAVORE DI STUDENTI CHE FREQUENTANO LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA del La nuova voce Richiesta: tramite apposito modulo corredato da idonea documentazione. 6 [...Omissis...] Fra i vari interventi previsti dall’apposita circolare emanata annualmente, ricordiamo che è previsto un contributo per i figli o equiparati di soci che conseguono il diploma di scuola media superiore con una votazione minima individuata di anno in anno. FAMIGLIA I ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI Da oltre 20 anni la Cassa Mutua rivolge una particolare attenzione in favore dei propri soci che si trovano in condizioni di non autosufficienza. Beneficiari: persone ultrasessantacinquenni con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni ed i compiti propri della loro età con invalidità pari al 100%. Aventi diritto: associati e loro familiari (coniuge, convivente more uxorio, genitori, suoceri) con certificazione di invalidità al 100% e non beneficiari della rendita riveniente da polizza LTC. Richiesta: via fono o posta. Ogni anno l’ufficio chiederà l’aggiornamento o l’invio dei documenti necessari per essere inseriti nell’iniziativa. Contributo: in misura variabile in relazione a reddito e numero dei figli dell’avente diritto non autosufficiente. I FIGLI DI ASSOCIATI DIVERSAMENTE ABILI Da sempre un’iniziativa della Cassa rivolta alle famiglie di associati nelle quali è presente una situazione di disabilità. Beneficiari: figli di soci in possesso della certificazione di disabiltà. Richiesta: via fono o posta. Ogni anno l’ufficio chiederà l’aggiornamento o l’invio dei documenti necessari per essere inserito nell’iniziativa. Contributo: in misura variabile in relazione ai vari parametri tra i quali il reddito e la gravità della disabiltà. Programma rimborso spese sanitarie A conclusione di un ulteriore anno di applicazione della nostra assistenza sanitaria, riteniamo necessario ricordare un aspetto che, anche se ormai noto, potrebbe essere dimenticato da molti: le spese sostenute nel 2013 dovranno pervenire alla CASPIE nel più breve tempo possibile, meglio se entro l’anno, anche per consentirne tempestivamente il pagamento. In ogni caso rammentiamo che il termine perentorio previsto in circolare è quello del 31.01.2014, termine ultimo perché dette spese possano essere ammesse al rimborso ed evitare i disguidi che si sono verificati nel passato. In attesa di conoscere e comunicare le novità in materia per il 2014 siamo a disposizione dei soci per tutte le occorrenze e necessità. Fisco edaltro DECRETO ECOBONUS: ALCUNI CHIARIMENTI L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito (www.agenziaentrate.gov.it) la circolare n. 29/E del 18.9.2013, con la quale fornisce chiarimenti in merito alle disposizioni agevolative di cui al c.d. Decreto ‘ecobonus’ (cfr. ‘La Voce’ n. 53). Di seguito riportiamo alcune informazioni, rinviando, per chi lo ritenga opportuno, ad una completa lettura del citato documento: • l’Agenzia conferma che sono agevolabili tutti gli interventi di riqualificazione energetica previsti nel dispositivo di legge originario (art.1, c. 344 e seguenti della legge 296/2006) e precisa che la proroga dell’agevolazione decorre dal 6.6.2013 anche per quegli interventi (sostituzione di impianti di climatizzazione invernale e/o di scaldacqua tradizionali con pompe di calore) che erano stati esclusi inizialmente dal decreto e reintrodotti in sede di conversione in legge; • sempre sull’argomento delle spese di riqualificazione energetica (incremento della detrazione dal 55 al 65%), si chiarisce che, per fruire dell’incremento della detrazione d’imposta, rileva la data di pagamento delle spese, che deve essere compresa tra il 6.6 e il 31.12.2013, a prescindere dalla data di inizio o fine dei lavori. Si ribadisce inoltre il concetto che la norma agevolativa (la citata legge 296) prevede, per le varie tipologie di intervento ammesse al beneficio, un limite di importo detraibile e non un limite di spesa ammissibile, come invece è previsto per gli interventi di ristrutturazione edilizia; • in merito alle opere antisismiche, per le quali è stata introdotta la detrazione del 65%, viene precisato che le medesime devono riguardare le parti di edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici. Dal momento che l‘agevolazione è limitata ad immobili adibiti ad abitazione principale o ad attività produttive, l’Agenzia precisa che eventuali unità immobiliari aventi diverso utilizzo ma comunque ricomprese nell’edificio oggetto di intervento potranno beneficiare delle ordinarie agevolazioni per ristrutturazione (36% di detrazione con importo massimo della spesa di € 48.000,00, temporaneamente elevati al 50% e a € 96.000,00); • a proposito della detrazione delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e/o elettrodomestici, viene confermato che le medesime devono essere sostenute solo per arredamento di immobili oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio. Sono ammessi all’agevolazione anche del Stefano Boccini La nuova voce a cura di gli acquisti di arredi relativi a parti comuni degli edifici nell’ambito di opere di manutenzione sulle parti medesime. Le spese di acquisto dei beni agevolabili possono essere sostenute anche prima di quelle relative agli interventi edilizi, a patto che al momento del pagamento i lavori siano già iniziati. Sia i mobili che gli elettrodomestici devono tassativamente essere ‘nuovi’ e sono ammessi alla detrazione anche materassi, apparecchi di illuminazione e le spese di trasporto e montaggio dei beni acquistati. Non sono detraibili, invece, le spese sostenute per l’acquisto di porte, parquet, tende e tendaggi. Per quanto riguarda gli elettrodomestici, che devono avere etichetta energetica di classe non inferiore a A+ (A per i forni), rientrano tra quelli agevolabili: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Il limite di spesa, di € 10.000,00, deve essere riferito alla singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o alla parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Il pagamento, anche delle eventuali spese di trasporto o montaggio se portate in detrazione, deve essere effettuato mediante bonifico bancario o postale recante la medesima causale di versamento utilizzata per le ristrutturazioni, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita IVA o il codice fiscale del beneficiario del pagamento. È ammesso anche il pagamento con carta di credito o POS, nel qual caso rileva esclusivamente la data di esecuzione della transazione a prescindere da quella di effettivo addebito in conto. Devono essere conservate le fatture di acquisto, le ricevute dei bonifici e/o le copie delle transazioni POS o con carta di credito. pens•onat pensı ato selezionati per i nostri soci 7 pens•onat pensı ato del La nuova voce 8 MANOVRE CATASTALI Avvalendosi di una disposizione contenuta nella Legge Finanziaria 2005 (art. 1, c. 335 della L. 311/2004), alcuni Comuni hanno avviato, rivolgendo richiesta all'Agenzia delle Entrate, l'iter di revisione parziale del classamento delle unità immobiliari urbane private ubicate nelle microzone comunali caratterizzate da un notevole scostamento fra il valore medio di mercato e quello catastale. La microzona rappresenta una porzione del territorio comunale, che può coincidere anche con l'intero territorio del comune, che presenta omogeneità nei caratteri di posizione, urbanistici, storico-ambientali e nella dotazione di servizi e infrastrutture. Questa operazione, in caso di accoglimento delle richieste comunali da parte dell'Agenzia delle Entrate, comporterà un incremento della rendita catastale, con conseguente invio ai proprietari interessati di un avviso di accertamento. Se il destinatario ritiene infondate le determinazioni dell'Agenzia, può opporsi avvalendosi dell'autotutela oppure ricorrendo in Commissione tributaria provinciale. Nel primo caso, invierà una domanda in carta semplice all'Ufficio provinciale – Territorio dell'Agenzia delle Entrate che ha emesso l'avviso, allegando la documentazione a supporto della richiesta di annullamento, ferma rimanendo comunque la possibilità di avviare un ricorso in Commissione Tributaria. Nel secondo caso, avvalendosi del supporto di un professionista abilitato (avvocato, commercialista, geometra, ecc.), entro 60 giorni dovrà inviare il ricorso all'Ufficio sopracitato e successivamente, entro ulteriori 30 giorni, costituirsi in giudizio. Al mo- mento in cui scriviamo, i comuni che hanno inoltrato all'Agenzia delle Entrate la richiesta di revisione sono: Atri, Bari, Bassano del Grappa, Casale Monferrato, Castellaneta, Cervia, Ferrara, Lecce, Milano, Mirandola, Orvieto, Perugia, Ravarino, Roma Capitale, Spello, Spoleto e Todi. IMU 2013: PRIMA RATA KO Con l'approvazione del decreto legge n. 102/2013, convertito nella legge n. 124 del 28.10.2013, pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 73 alla Gazzetta Ufficiale n. 254 del 29.10.2013, la prima rata dell'IMU dovuta per il corrente anno sulle abitazioni principali di categoria diversa da A1, A8 e A9 è definitivamente abolita (come anticipato sul n. 53 de ‘La Voce’). Il provvedimento contiene anche numerose altre disposizioni, delle quali riportiamo quelle che riteniamo di maggior interesse per gli Associati: • IMU: ancora in merito a questo tributo, viene data possibilità ai Comuni di esentare dal pagamento della seconda rata relativa al corrente anno i possessori di abitazioni di categoria diversa da A1, A8 e A9 concesse in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzino come abitazione principale. Nel caso in cui un medesimo soggetto conceda più abitazioni in comodato a più parenti, il beneficio potrà essere applicato su una sola unità immobiliare. I Comuni possono stabilire liberamente i criteri e le modalità di applicazione dell'agevolazione, nonché subordinarla al possesso di determinati livelli di reddito ISEE; 16.12 p.v., tenendo però presente che eventuali versamenti insufficienti non potranno essere sanzionati; • polizze vita: la detrazione di imposta del 19%, per l'anno 2013 verrà riconosciuta sul limite massimo di € 630,00 con ulteriore riduzione a € 530,00 nell'anno 2014. Per contro, a partire dal prossimo anno, limitatamente alle polizze che assicurano anche il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana il limite viene ripristinato a € 1.291,14; • RC auto: a decorrere dal 2014 e quindi con effetto sulle dichiarazioni dei redditi da presentare nel 2015, il contributo al Servizio Sanitario Nazionale compreso nei premi RC auto, attualmente deducibile per l'importo eccedente € 40,00, non potrà più essere dedotto dal reddito complessivo. • cedolare secca: l'aliquota del 19% prevista per i contratti di locazione a canone concordato viene ridotta, già dal corrente anno, al 15%; • tassa sui rifiuti: in luogo della Tares, per il corrente anno rimangono in vita la Tarsu o la Tia. Unitamente a tali tributi dovrà essere corrisposta la maggiorazione di € 0,30 a mq, di competenza dello Stato, per i cosiddetti ‘servizi indivisibili’. I contribuenti riceveranno direttamente dall'Ente impositore (Comune o Società fornitrice del servizio raccolta rifiuti) il modello F24 necessario al versamento, ad eccezione dei possessori di immobili ubicati in Comuni che abbiano istituito il metodo dell'autoliquidazione. In questi ultimi casi, il contribuente dovrà provvedere in proprio alla determinazione dell'importo da versare entro il termine del del Il Governo sta sottoponendo all’attenzione del Parlamento il disegno di legge di stabilità finanziaria per l’anno 2014. Il provvedimento, così come proposto dall’Esecutivo, è oggetto di critiche da parte sia delle forze politiche, sia delle parti sociali e stanno pervenendo dal Senato, il primo ramo di Parlamento cui il provvedimento viene proposto, una miriade di emendamenti. Pertanto, al momento di andare in stampa, non è possibile esporre le novità che ci attendono per l’anno prossimo, se non in via approssimativa e con beneficio di successiva verifica. Dovrebbe essere abolita, salvo sorprese, anche la seconda rata dell’IMU dovuta per il corrente anno sulle abitazioni principali, escluse quelle di categoria catastale A1, A8 e A9, mentre a partire dal 2014 il predetto tributo dovrebbe essere accorpato con la tassa sui rifiuti e quella sui servizi, tenendo presente che la componente patrimoniale dovrebbe essere applicata solo sulle abitazioni diverse da quella principale. Probabilmente ci sarà anche un alleggerimento, di consistenza ancora non prevedibile ma presumibilmente contenuta, di imposizione sui redditi da lavoro dipendente e, forse, anche su quelli da pensione. In materia di pensioni si prospetta un riconoscimento della perequazione automatica solo entro un certo importo di pensione lorda ed inoltre il ripristino di un contributo, questa volta “costituzionale”, sulle pensioni di importo elevato. Ovviamente, avvenuta la conversione in legge, sul prossimo numero della rivista sarà ns. cura informare in maniera più precisa ed esauriente gli Associati. La nuova voce FINANZIARIA 2014: UN’EQUAZIONE A PIÙ INCOGNITE... pens•onat pensı ato Viene inoltre stabilito che qualora non vengano reperite tutte le risorse stabilite per il finanziamento degli oneri derivanti dalla legge, che comprende anche misure per la salvaguardia di un ulteriore contingente di lavoratori ‘esodati’ e di rifinanziamento della cassa integrazione guadagni, il Ministro dell'Economia potrà disporre l'incremento delle accise sui carburanti. 9 R u b r i c h e La poesia dalla Red@zione La poesia di Mario Petri Petri colpisce ancora, potremmo dire. Dalla rubrica di cucina, n. 53, ha trovato l’ispirazione per proporci una ricetta da lui rivisitata e riproposta in rima... .........Risotto al Polpo Ricetta di Piero Franceschini del La nuova voce pens•onat pensı ato ngredienti: IPolpi medi 1,5 kg, 3 o 4 spicchi d’aglio, una cipolla media, 10 un ciuffo di prezzemolo, un cucchiaio di pomodoro concentrato, olio extra vergine d’oliva, mezzo bicchiere di vino bianco, sale, pepe e peperoncino a piacere. Riso mediamente 70/80 g per ogni commensale. ettete in un tegame assai capiente, Mprezzemolo, che non deve mancare, aglio e cipolla triti finemente, e farli per un poco rosolare. Il polpo a pezzi e naturalmente, si cuoce fino a fargli rilasciare , quel liquido formato e proveniente, dal mollusco che andiamo a cucinare. Si aggiunge il vino bianco, come l’ oro, che deve essere fatto evaporare; il concentrato poi di pomodoro, cuocere a fuoco lento e non scordare, di aggiungere per non farlo attaccare, brodo di pesce avanti preparato. Il riso al tutto si dovrà mischiare, e a rito di cottura terminato, fatelo tre minuti riposare, ed è pronto per essere mangiato! di Giuseppe Arrigucci Arrigucci ha pubblicato nel 2013 la sua ultima raccolta di poesie ‘Le stagioni del Cuore’. Proprio da questa nuova opera abbiamo recensito due poesie. Ci piace però riportare di seguito alcuni passaggi della prefazione dell’autore. “[...] la poesia è dentro di noi e se ne avverte la presenza in tante occasioni e se ne resta catturati. [...] La poesia è la parola dell’anima; ci emoziona, mette a nudo le nostre difese, ci libera dai nostri turbamenti, ci fa arrossire per le nostre timidezze, ci dona serenità, commozione; [...].” .........Al di là del tempo Educai l’alloro silenzioso e la quercia forte per avere l’ispirazione al canto ...o forse per vanità? Illusioni sorgive dell’orgoglio con mesti riflessi delusi. L’incompiutezza mi colse; ripetutamente tornai a cercare le rime per provare nuove vertigini di volo! La speranza m’invitò sempre a credere al domani, a pensare alle meraviglie della natura, ai cieli profondi, a orizzonti oltre le angustie del mio limite, a nuovi progetti anche al di là del tempo! .........Ansie e rimpianti Ansie che fanno male, rimpianti e brividi dentro; giardini sfioriti ed acque stagnanti; rose non raccolte, treni senza stazione, mani senza abbracci, baci non dati, giorni senza mattino, desideri che non hanno preso il volo, vibrazioni di ali fiorite di galaverna, trepidazioni di un continuo naufragio nell’oblio! Segrete immagini che catturano i colori del tramonto, orme di sogni lungo la spiaggia della vita vogliosa di nuovi palpiti; fragranze d’amore con arpeggi di vento e stupori d’immenso! L’arte di Enzo G.A. Faltracco ENZO G.A. FALTRACCO – PANNI STESI (olio su tela - 2006 - cm 40x50) pens•onat pensı ato ENZO G.A. FALTRACCO – OMBRELLIFERA (olio su tela - 1982 - cm 50x40) La nuova voce Ci piace ritornare sulla pittura di Faltracco perché le sue opere si elevano al di sopra della passione di un “bancario” per raggiungere livelli di interesse propri di artisti professionisti. del [... ] quando ti poni dinanzi ad una tela bianca, ne provi dapprima soggezione , sgomento… ma poi ti butti da capo a piedi poiché senti l’imperativo dentro di te di dover dire qualcosa: i colori sono la tua grafia ed il tuo animo, la tua mente vogliono comunicare qualcosa! Ne emergi quasi sempre abbastanza insoddisfatto… non di rado tu stesso riscopri i tuoi lavori a distanza di mesi, di anni. [...] 11 ENZO G.A. FALTRACCO – ALBERO SOLITARIO (olio su tela - 2006 - cm 60x60) Oggi ieriri&30 Oggi i della anni filiale forlì di di del La nuova voce pensı•onat pens ato Gianfranco Gamboni 12 Sabato 28 settembre 2013 i colleghi di ieri e di oggi di Forlì si sono dati appuntamento nei bellissimi locali del Grand Hotel della città per festeggiare il trentesimo anniversario dell’apertura della Filiale della nostra Banca. Perfettamente organizzata dal primo Titolare Pierfrancesco (Piero) Matteini, con la collaborazione dei colleghi e delle signore, la serata è stata vissuta con commozione ed entusiasmo da tutti e particolarmente da coloro che si sono rivisti dopo tanti anni. Matteini, prendendo la parola, ha ricordato i momenti iniziali dell’avventura forlivese, le difficoltà incontrate per affermarsi in una realtà nella quale eravamo pressoché sconosciuti, le soddisfazioni per l’acquisizione di importanti clienti, lo spirito di corpo che animava tutti protesi alla conquista di sempre più ambiziosi traguardi. Ricordando i lunghi anni passati al Monte Matteini ha avuto parole di grande stima per la nostra Banca che ha chiesto molto a tutti, ma che ha garantito a noi ed alle nostre famiglie una vita serena e sicura. Nell’invito a partecipare a questa ricorrenza è scritto, tra l’altro, “... la Banca che ci ha fatto incontrare, per Anniversario Forlivese del che compatta e solidale diede vita alla filiale. Certamente l’appartenenza ad una Banca d’eccellenza ci aveva assai spronati ai più ambiti risultati. Si proiettan diapositive con immagini attrattive di vicende ormai vissute ed i commenti e le battute rievocate e rinnovate or producono risate. E nella calda atmosfera che rallegra tutta la sera Piero dona a tutti un ricordino sotto forma di un piattino in cui è scritta e riportata sia lo stemma che la data ed una rosa bianca alle signore da perfetto adulatore. Il pensiero certo è andato a chi non ha partecipato avrà avuto una ragione per questa defezione! Grazie Piero, questo ritorno è senz’altro un grande giorno che rinnova con dovizia la stima e l’amicizia che ciascuno di noi ti ha dato e che sempre hai meritato. La nuova voce sempre nei nostri cuori...”. Bastano queste parole per testimoniare l’affetto per il Monte e la sofferenza, palpabile in tutti, per le tristi vicende che la Banca sta oggi vivendo. Pur non essendo tra i protagonisti di Forlì sono stato invitato ad essere presente per la grande amicizia che mi lega a Matteini (entrambi assunti al Monte a Perugia il 28 luglio 1960) e per la mia qualità di componente del C.D. della nostra Associazione. Nel corso della cena, particolarmente gustosa, dopo che diversi colleghi in quiescenza hanno ricordato simpatici episodi ed esperienze dell’avventura forlivese (bellissima la poesia di Mauro Totteri riportata di seguito), Matteini ha consegnato a tutti gli intervenuti un simpatico omaggio a ricordo di questo incontro. Al momento dei saluti sono stati espressi due auspici: di rivedersi presto (non certo fra trenta anni!) e che il Monte possa superare la crisi e tornare presto a brillare di luce propria. Festeggiare il trentennale d’apertura di Filiale in un mondo in cui il passato tende ad essere scordato non è poi tanto normale ma un fatto eccezionale come l’uomo che ha voluto celebrare l’accaduto. Piero l’ha ideata questa splendida serata che con gusto raffinato ha poi confezionato. Giunti alla spicciolata prima o all’ora designata nell’albergo che ospitava c’era lui che aspettava. In principio la tensione ci aveva un po’ frenati poi ci siamo scatenati e tra abbracci e complimenti i ricordi dalle menti son sgorgati a profusione dando grande animazione. Giunta l’ora della cena nella sala quasi piena ai tavoli imbanditi siamo tutti confluiti. Rischiarandosi la gola prende Piero la parola e ricorda con misura quanto fece la struttura pens•onat pensı ato (di Mauro Totteri) 13 Gli anni ‘60 nel Paese de’ Balocchi (prima parte) Questo racconto è dedicato ad una piccola filiale del Monte, al paese di Cinigiano ed ai suoi abitanti, tra i più ospitali che ho conosciuto. Si tratta di ricordi che hanno quasi mezzo secolo, per cui è opportuno ricorrere ad una avvertenza che utilizzava il grande Saramago quando raccontava cose legate a vecchi ricordi: “ le mie storie sono vere, solo che a volte mi scappa la mano ed inserisco nella trama della verità un sottile filo colorato che prende il nome di fantasia...” Forse è questo che dà il sapore alle storie. del La nuova voce pens•onat pensı ato Il primo giorno 14 Nell’estate del ‘66 ero al Monte da due anni e fui trasferito, senza alcun preavviso, dalla filiale di Napoli a quella di Cinigiano. Avevo fatto parte di un nucleo di giovani chiamati a dare una mano in coincidenza con il possibile acquisto, poi sfumato, degli sportelli di una banca locale. Più che la notizia del trasferimento mi sorprese la nuova destinazione: di Cinigiano non conoscevo neppure l’esistenza. Non che fossi preoccupato per tornare a vivere in un piccolo paese, dato che vi sono nato e cresciuto, ma mi rodeva il pensiero di abbandonare una grande città che mi era sembrata, fin dai primi momenti, in sintonia con lo spirito degli anni ‘60 e con la mia voglia di novità. Una città accogliente e festosa, piena di vita e di occasioni, di compagnia e di buon umore. Per i miei vent’anni di allora mi era sembrato il massimo. di Giancarlo Magnani Fu così che, uscito il venerdì pomeriggio dal grande salone di via Cervantes, mi ritrovai il lunedì mattina – un po’ frastornato ed in ritardo perché avevo sbagliato strada - nella piazzetta Capitano Bruchi di Cinigiano a chiedere dove fosse la filiale del Monte. Un benzinaio tutto pelato, ma ancora giovanile, mi rispose che l’esattoria era proprio lì a due passi, mentre ‘la banca’ si trovava più avanti ‘alla fine del corso’. A passo svelto feci la breve distanza e là dove il corso terminava, in un piccolo slargo, vidi l’insegna del Monte, accanto a quella della farmacia e della macelleria. Entrato nel saloncino della filiale vidi, dietro al bancone, una persona non più giovane, alta e distinta, della quale mi colpirono due boccoli neri sistemati ad arte sulla incipiente calvizie. Mi accolse con grande affabilità, parlando con un accento montagnolo, che dopo un po’ di tempo mi sarebbe diventato familiare. Mi disse che si chiamava Febo ed era il titolare di Seggiano, una filiale della montagna amiatina. Mi venne da pensare che quel nome gli stava bene, richiamando i personaggi delle fiabe nei boschi. Nei giorni successivi, il suo stile e la sua pacatezza mi avrebbero confermato quell’accostamento. Rispetto ai toni alti e talvolta sguaiati dei colleghi napoletani, Febo mi sembrava proprio un personaggio d’altri tempi, così come lontani pens•onat pensı ato La mattina successiva era un martedì e mentre andavo in banca trovai nelle vie del paese un movimento inaspettato: era giorno di mercato e le zone centrali si stavano riempiendo di gente che sostava tra le bancarelle e i tendoni, entrava ed usciva dalle botteghe e dai bar. Il cambiamento rispetto al giorno precedente era così forte che mi sembrò di essere rientrato a Napoli, in uno dei vicoli spagnoli dietro alla via Toledo, poco lontano dalla filiale. Ero in anticipo e mi trattenni un po’ tra la gente del mercato: c’era un bel ‘clima’, semplice, amichevole, quasi euforico. Le donne cercavano, compravano, si caricavano di borse; gli uomini entravano ed uscivano dai bar, parlavano, fumavano. Era un misto di tipi di paese e di campagna che si integravano bene, anche nel modo di parlare e di socializzare. Pensai che l’effetto anni ‘60 era arrivato anche a Cinigiano. Nel saloncino della filiale vennero molti più clienti del giorno prima: io ero allo sportello e Febo alla cassa. Mi passò davanti un campione di quella che era la clientela del paese e dintorni: bottegai, artigiani, pensionati, commercianti di bestiame, coltivatori diretti. Si trattava dei clienti che avevo immaginato. Fui invece sorpreso da alcuni signori ben vestiti, con giacca e cravatta, che Febo ricevette nella stanza di direzione. Mi disse dopo che erano dirigenti dell’Ente Maremma, intorno al quale ruotava, come avrei capito più avanti, lo sviluppo economico e sociale di Cinigiano in quegli anni fortunati. del Il battesimo paesano La nuova voce anni luce mi apparivano le dimensioni della filiale ed il traffico dei clienti. Pensai però che la forza del Monte stava anche nel saper rispondere ai bisogni di realtà tanto diverse. Prima di uscire mi disse che saremmo rimasti insieme due settimane: era consuetudine che venisse a sostituire in estate il suo amico Carlo, il titolare di Cinigiano, quando andava al mare con la famiglia. Uscito di banca feci una passeggiata nel centro del paese, su fino al vecchio borgo del Cassero, che mi sembrò suggestivo, dando un’occhiata alle case, ai negozi, alle botteghe, alla gente che incontravo. Subito dopo presi la 500 e feci tutto il perimetro intorno al paese, sino all’inizio delle diverse strade di collegamento con le frazioni, la città e la montagna. Mi restò impressa l’immagine di un paese ‘acciambellato’ su alcune collinette che da una parte scendono decise verso la Maremma e dall’altra guardano alle ultime propaggini della catena amiatina, che si estendono sino al comune di Cinigiano. Collinette dolci, adatte alla vite, agli ulivi e alle colture. Mi sembrava però che mancasse un po’ il verde dei boschi, rispetto al paesaggio collinare del mio paese natale. Prima che la lunga giornata finisse mi sistemai nella pensione del paese, dove mi accolsero Mauro e la zia Sara, che mi fece anche scegliere la camera, dato che ero l’unico cliente fisso. Nel giro di tre giorni, dall’Hotel Torino di Napoli alla Locanda la Posta di Cinigiano: un grosso cambiamento, quasi una sensazione di solitudine, che si sarebbe poi rivelata del tutto sbagliata nel giro di poco tempo. 15 pens•onat pensı ato del La nuova voce 16 Mentre facevamo le chiusure della giornata, Febo mi spiegò che il territorio del comune era stato in gran parte interessato dalla riforma agraria di fine anni ‘50, che aveva espropriato i terreni ai grandi proprietari e li aveva assegnati ai mezzadri ed agli affittuari che li coltivavano, con la prospettiva di farli poi diventare proprietari. Questo cambiamento epocale determinò un successivo fattore di sviluppo e di crescita sociale in tutta la zona, facendo emergere la nuova figura dei coltivatori diretti, destinati a diventare in molti casi dei veri e proprio imprenditori agricoli. Ebbero dunque bisogno di finanziamenti per dotarsi di macchine ed attrezzature agricole moderne, di impianti di irrigazione, di bestiame da stalla e da pascolo. Anche le vecchie case coloniche furono trasformate spesso in villette di campagna. In parallelo i commercianti, gli artigiani e i bottegai del paese aumentarono i loro affari ed i loro guadagni. Un altro fattore intervenne poi a portare sviluppo ed a modificare la composizione delle famiglie. Si insediarono infatti a Cinigiano gli uffici distaccati dell’Ente Maremma, che avevano seguito le diverse fasi della riforma e si costituirono poi una serie di Cooperative agricole, nelle diverse zone del comune, i cui uffici si stabilirono nel capoluogo. A questo cooperative aderivano i coltivatori diretti, per avere dei benefici sulla gestione amministrativa e commerciale della loro attività. In paese dunque, agli impiegati del Comune, del Monte e della Posta si erano aggiunti quelli dell’Ente Maremma e delle cooperative, spesso con le loro famiglie. Anche il Sindaco del paese lavorava all’Ente Maremma. Qualche linguaccia, non abituata a vedere in giro tanta gente in giacca e cravatta, parlava maliziosamente di Ente Merenda. In quegli anni di fervore commerciale un coraggioso imprenditore locale aveva aperto anche una piccola fabbrica, il Calzaturificio Monte Amiata, presso il quale, precorrendo di molto i tempi, funzionava anche un outlet; allora più semplicemente spaccio aziendale per gli amici. Fu in questo contesto che un cliente della banca, di professione norcino, qualche settimana dopo il mio arrivo mi avrebbe detto : “ragioniere, lei è capitato bene, perché Cinigiano da qualche tempo è diventato il paese de’ balocchi!” Ma già dal terzo giorno della prima settimana cominciai a capire meglio dove ero venuto a trovarmi. Il mercoledì infatti, verso mezzogiorno, venne allo sportello una persona sui 40, vestita alla buona, con un grembiule bianco piegato alla vita. “Buon giorno – mi disse – è lei il nuovo ragioniere della banca?”. Mentre gli confermavo la cosa con un cenno della testa, lui proseguì “ io so’ Tonino e m’hanno detto di veni’ a invitalla alla cena di stasera giù dalla mi’ mamma. Hanno ammazzato un paio di lepri e hanno detto di mangialle tutti insieme. Scenda giù verso le otto”. Il buon Febo mi spiegò che sul retro del fabbricato c’era un’osteria dove la mamma di Tonino cucinava e lui serviva ai tavoli. Aggiunse che la mamma era una brava cuoca e che avrei mangiato delle pappardelle alla lepre come si deve e una lepre in umido da leccarsi i baffi. Osservò poi che le lepri, molto probabilmente, erano state ammazzate di frodo, dato che le cacce non erano ancora aperte. Mi presentai puntuale e sulla soglia dell’osteria trovai un primo gruppetto di persone, giovani e meno giovani, che mi accolsero con calore. Fatte le presentazioni, abbiamo aspettato insieme che arrivassero gli altri e ci siamo messi a sedere. Ero entrato in una compagnia di una decina di persone: tutti cinigianesi che si conoscevano da sempre, anche se alcuni ormai vivevano a Grosseto ed erano venuti per l’occasione. Iniziò subito una conversazione vivace, tra persone molto legate al loro paese. Si trattò per me di una vera e propria lezione di storia cinigianese: tradizioni, abitudini, personaggi, modi di dire e qualche inevitabile pettegolezzo. Anzitutto venni a sapere che Cinigiano aveva avuto anche un Presidente del Monte, della famiglia Bruchi e che l’agenzia era nata negli anni ‘20. Il primo agente, il fondatore era della famiglia Marzocchi. Poco tempo dopo avrei conosciuto il figlio Alfonso, notaio a Grosseto e grande amico del Monte, che per il gusto della battuta definiva il padre l’affondatore dell’agenzia di Cinigiano. Dopo la guerra l’agenzia era passata nelle mani di Bisio, anche lui di Cinigiano, del quale, sorridendo, mi venne raccontato questo aneddoto. Bisio era solito andare, a mezza mattinata, a bere un bicchiere di vino con un cliente allo spaccio della cooperativa di consumo, poco lontano dalla filiale. Il fatto è che anche quando era da solo, arrivato al banco, chiedeva due bicchieri. Dopo aver bevuto il suo, aspettava un momento e poi si girava verso l’ingresso come per aspettare qualcuno. Subito dopo, rivolgendosi verso il gestore dello spaccio e guardando il secondo bicchiere ancora pieno, esclamava. “questo bischero di... unn’è venuto, vole di’ che lo bevo io!” “Faceva questo sacrificio e rientrava in filiale, dove – concluse chi stava raccontando – lo aspettava Carlo, detto Chiodo, allora suo aiutante ed attuale titolare della filiale”. Fui curioso di sapere il motivo di quel soprannome, cosa del resto frequente nei paesi. Mi risposero: “te ne accorgerai (continua) pens•onat pensı ato del La nuova voce standoci insieme: è più facile che il famoso cammello passi per la cruna dell’ago, che Carlo cambi idea o arretri dalle sue posizioni”. Come per completare il quadro qualcuno disse: “suo cognato Ado invece, che gestisce il bar che era di Gioberto, il babbo di Fernando che lavora al Monte, viene detto Semenza e lo conoscerai non appena vai a prendere il caffè”. Intanto la cenetta a base di lepre andava avanti con la soddisfazione di tutti, accompagnata da un vino rosso locale che mi sembrò eccezionale, per profumo, consistenza e sapore. Rispetto alle mie abitudini – a casa mia si beveva di solito un vino leggero – avvertii tuttavia il bisogno di un consumo molto attento. Alla domanda da dove venissero le lepri, uno della compagnia disse: “l’ho ammazzate di notte al balzello, nella zona del Granaione” e poi rivolgendosi a me che ero nuovo nella tavolata aggiunse: “io sono un cacciatore alla vecchia maniera, non mi ci trovo con le regole imposte da burocrati incompetenti”. Gli risposi che poteva stare tranquillo, perché anche al mio paese avevo degli amici con il gusto della trasgressione e che, seppure da spettatore, avevo partecipato a qualche spedizione notturna per lepri e caprioli. Sorridendo mi disse: “allora siccome ho visto che hai una 500 con il tettino apribile, qualche notte mi farai da autista per la caccia dalla macchina, vedrai come ci si diverte!” Nel conversare venni poi a sapere che, nell’uso del paese, una lepre per essere davvero buona, dopo che è stata aperta e pulita, deve frollare per almeno una settimana in una cantina fresca , attaccata per una zampa ad un chiodo della trave. Qualcuno disse “va cucinata poco prima che caschi in terra! D’altra parte il controllo della situazione non manca, perché per tanti uomini di Cinigiano la cantina è la stanza più importante della casa, il posto dove si invitano gli amici a bere un bicchiere ed a fare merenda.” Nel giro di qualche mese, avrei sperimentato con piacere quella simpatica tradizione. Prima che la serata finisse, mentre Tonino ci serviva il dolce, uno dei presenti gli domandò: “Tonino, ho visto che hai comprato una bella Vespa 150 nuova di zecca, quanto l’hai pagata?”. Tonino, serio come un cartello, rispose : “ niente l’ho pagata, nemmeno una lira, prima ho dato indietro la mia vecchia, poi mi hanno messo davanti una ventina di fogli e m’hanno detto di firmalli. Ho scritto sopra nome e cognome, ho messo in moto e so’ venuto a casa!” Ci fu una risata generale, ma Tonino non se la prese, anzi si mise a ridere anche lui. Nei mesi successivi mi resi conto che in fondo Tonino aveva detto la verità, perché al Monte, a pagare le cambiali che lui aveva firmato, veniva sempre la mamma. 17 La sfoglia di del La nuova voce pensı•onat pens ato Adrio Tenucci 18 In Maremma e credo in tutta la Toscana la sfoglia è la base per fare la pasta all’uovo. Quando ero un ragazzino, non esistevano i supermercati dove andare a comperare i vari tipi di pasta all’uovo, la si faceva in casa. Mi ricordo che mia nonna Delia e mia madre la facevano abbastanza spesso. Prendevano la spianatoia, tavola liscia abbastanza grande per poter stendere l’impasto, un chilo di farina ne facevano un cratere tipo vulcano, ci rompevano dentro dieci uova, appena prese dal pollaio, ci mettevano un pizzico di sale un goccio d’olio di oliva, di produzione propria, e con una forchetta incominciavano a mescolare le uova e pian piano, dall’orlo del cratere facevano scivolare giù la farina fino a creare un impasto, di colore giallo, e piuttosto consistente. Quando l’impasto era pronto, prendevano il famoso ranzagnolo, con il quale, secondo le novelle maremmane, le mogli avrebbero punito i mariti birbantelli, e incominciavano a stendere l’impasto, alternativamente giravano dall’altro lato la sfoglia, aggiungevano un po’ di farina perché l’impasto non si attaccasse al legno del ranzagnolo e così continuavano fino ad ottenere una sfoglia di pasta sottilissima, che poi veniva stesa perché si asciugasse e generalmente veniva adagiata su dei teli appoggiati sui letti. La domenica e per le feste raccomandate, quando le varie famiglie si riunivano dai nonni, venivano occupati tutti i letti disponibili. Una volta asciugate, le sfoglie venivano tagliate in vari modi a seconda di quello che ne volevano ricavare: a strisce larghe per le lasagne, a strisce lunghe e abbastanza larghe per i tortelli, sulle quali veniva messo l’impasto a base di ricotta e spinaci, piegata in due e pigiata fra un tortello e l’altro con una forchetta e quindi tagliata in singoli tortelli, e poi con un pezzetto di sfoglia e un cucchiaino di carne macinata e condita, usciva fuori, dalle mani sapienti e svelte di mia madre, un cappello da alpino, i famosi tortellini. Poi c’erano i maccheroni che da noi non sono i cannucciotti, ma tagliatelle larghe indispensabili per le pappardelle al sugo di lepre, di carne, di funghi porcini e così via. Poi le tagliatelle quelle medie, le più usate, ed alla fine i tagliatini per il brodo o per la minestra di ceci o di fagioli. Quando mia madre preparava i tagliatini ripiegava la sfoglia prima da una parte fino a metà, poi dall’altra e sormontava i due rotoli di pasta che ne venivano fuori. Qui iniziava la mia curiosità, la mia ammirazione e la mia grande pre- occupazione, poiché mia madre prendeva una coltello grande, che non so perché la chiamassero la coltella, e piegate ad angolo retto, le prime due falangi delle dita della mano sinistra, con una velocità impressionate le sfiorava con la coltella e tagliava la pasta in striscioline così sottili, creando in me uno stato di apprensione per la paura che si tagliasse le dita (mai successo) comunque quando arrivava alla fine, io tiravo un profondo sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. Questi tagliatini venivano cucinati in alcuni modi, i più usuali erano quelli nel brodo di gallina vecchia, da qui il detto “gallina vecchia fa buon brodo”, ma non è mica vero, la cuocevano in brodo perché era troppo dura per farla fritta o arrosto, nella minestra di fagioli e poi nella mia passione più intensa, la minestra di ceci. Allora mia madre la cucinava passando i ceci cotti ricavandone una purea di una consistenza magistrale non troppo soda né troppo liquida, con un componente insostituibile il rosmarino, in maremmano ramerino. Una volta cotti i tagliatini, la minestra di colore giallo, senza conserva di pomidoro, veniva versata in piatti cupi molto capienti, vi venivano aggiunti due cucchiai di ceci interi caldi, un filo di olio di oliva, di produzione propria, e una spolverata di pepe nero macinato direttamente nel piatto. Chi non ha mai mangiato una meraviglia del genere si può, a ragione, ritenere un essere sfortunato, molto sfortunato. Sì lo so che vivere di ricordi vuol dire essere avanti negli anni, ma la vita trascorsa è fatta di avvenimenti reali , tristi e lieti, vissuti con il corpo e con l’animo. Io cerco di ricordare quelli lieti, non sempre, d’altra parte il futuro è fatto di speranze; nella maggior parte di incertezze. L’unica certezza è quella che sappiamo tutti, alla fine del percorso di nostra vita, ci aspetta la Signora in nero con la falce e subito dopo, speriamo, l’Angelo in bianco dalle grandi ali che ci porterà nella vita eterna. State sereni sorelle e fratelli, e mangiatevi una meravigliosa minestra di ceci. I 9 e 10 dicembre è andata in scena una commedia musicale di Piero Azzurrini, prima serata ai ‘Rozzi’, replica al ‘Politeama’ di Poggibonsi. La notizia ci era arrivata per vie traverse, così abbiamo pensato di invitare in redazione il diretto interessato e farci raccontare da lui che cosa bolle, anzi, fa bollire in pentola in questo periodo. “Tutto vero – ci ha risposto (giam)Piero Azzurrini, le lettere tra parentesi, ci ha spiegato, servono a quelli che hanno fretta e che quindi le ignorano – ho scritto il copione di una commedia musicale, quindi sceneggiatura e testi delle canzoni, e ai primi di dicembre saremo in scena” Scusaci ma la domanda ci viene spontanea: perché proprio una commedia musicale… o posso chiamarla ‘musical?’. “Per i patiti della precisione, meglio chiamarla commedia musicale, visto che la sceneggiatura è per gran parte dedicata ai dialoghi in prosa. Comunque, dentro ci sono pur sempre una dozzina di brani. Perché una commedia musicale? Intanto perché io ho sempre coltivato, insieme alle insalate e ai pomodori dell’orto, anche la passione per questo genere di spettacolo. Ultimamente, durante un breve soggiorno a Roma, mi sono fermato in via Sistina davanti all’omonimo teatro e c’è mancato poco che m’inginocchiassi. Una vita fa consideravo quella che veniva chiamata ‘la Premiata Ditta’ e cioè il mitico binomio Garinei & Giovannini come i miei Dei protettori, i miei Lari e Penati. Ma visto che attualmente il cognome Penati è diventato famoso per altri motivi, diciamo che ora li considero i miei padri putativi. Non mi vergogno a raccontare che in passato ho fatto spesso le mattane di andare a vedere uno spettacolo proprio al Sistina, ripartire per Siena subito dopo e la mattina presentarmi al mio posto di cassiere, fresco… come un crisantemo tre mesi dopo la ricorrenza dei Santi.” Come si dice in questi casi: e se tu dovessi spiegare a un giovane il significato del fascino che ha per te questo genere di teatro e di cinema? “Intanto, bisognerebbe sapere se questo giovane ama o no la musica. Avuta una risposta affermativa, gli potrei dire che quella di poter raccontare una storia attraverso la prosa e la recitazione, mischiata con musica e canzoni è il risultato di una formula magica. L’elenco è diabolicamente lungo, ma ‘Rugantino’, ‘Aggiungi un posto a tavola’, ‘Cantando sotto la pioggia’ per arrivare velocemente a ‘Hair’, ‘Jesus Christ Superstar’, ‘Cabaret’, ‘Moulin Rouge’”, ‘Mamma mia’, ‘Chicago’ hanno lasciato un’impronta significativa nella storia dello spettacolo… Un momento, non vorrei essere frainteso e passare per matto o per un megalomane. Non è che abbiamo perso il lume della ragione: il nostro è uno spettacolo fatto da dilettanti, anzi, qualcuno degli interpreti non era neppure mai salito del Piero Azzurrini La nuova voce di su un palcoscenico, però… ma come sempre sarà il pubblico a dire l’ultima parola.” Torniamo ai giorni nostri e alla tua passione di autore di commedie musicali: si tratta di un esordio? “A dire il vero no. Una trentina d’anni fa, con Bruno Giorgi alle musiche (altro ex bancario che ha venduto l’anima allo spettacolo) siamo riusciti a mettere in scena un mio lavoro nel teatro di Torrenieri. Sembra un secolo fa, ma forse è vero perché le prime tre file erano state riservate alle ultime camicie rosse garibaldine… sai, sull’età è sempre bene scherzarsi addosso! Per quanto riguarda Siena, sì, è vero, è un esordio e meno male che ci siamo riusciti ora perché se fosse successo un po’ più in là, ci pensi che figura farsi accompagnare al proscenio, per raccogliere gli applausi nel finale, da una grassa badante kazaka… Ho nel cassetto altri due lavori già pronti e scalpitanti alla mossa da anni, ma trovare un mossiere che abbassi il canape, se era difficile prima, figuriamoci ora che… accidenti, stavo per parlare di una nota banca senese!” E allora com’è che siete riusciti ad arrivare in teatro? “Diciamo che ci siamo fatti un favore a vicenda, noi e l’Associazione ‘Nasi e Nasi’, del tipo tu mi dai una cosa a me e io ti do una cosa a te” Più precisamente? “Hai ragione. È andata così: l’associazione, che poi è più comunemente nota sotto il nome Nasi Rossi, ovvero quei volontari che vanno negli ospedali, soprattutto nei reparti dei bambini, a cercare di far dimenticare per qualche ora i guai della gente, voleva una manifestazione che festeggiasse il decimo anniversario della sua costituzione. Io ho accettato di scrivere un copione (dopo quanto ho raccontato prima, è chiaro che ho pensato subito ad una commedia musicale), Mario Ghisalberti di curarne la regia, Simona Bruni di occuparsi delle musiche, Silvia Leonardi delle coreografie e Marco Soldateschi e Daniele Sasson delle scenografie. I Nasi Rossi ci hanno dato tutto il loro appoggio e una buona spinta a livello di sponsorizzazione è arrivata dalla proprietà della River Caffè (quando t’imbatti in persone che condividono con te la passione per la musica, tutto diventa più facile) e da parte della Chianti Banca” Puoi accennarci qualcosa a proposito della trama o ti sei montato la testa e vuoi imitare Woody Allen? “Qualcosa ve la svelo in anteprima, soprattutto perché si tratta della rivista che fa capo all’azienda che ogni mese si ricorda di me in termini pensionistici. La vicenda è imperniata, naturalmente, sulla passione e sulla dedizione dei Nasi Rossi, ma dentro ci sono anche la controversa storia d’amore di un Lui e di una Lei, il coraggio di un giovanissimo paziente dell’ospedale e le fissazioni di un fan della lavanda gastrica per delusioni amorose, tutti quanti circondati da uno stuolo di personaggi che ci auguriamo riescano a far divertire il pubblico. Non mancheranno i colpi di scena, fino all’ultimo secondo, e non mancherà neppure la musica dal vivo dell’orchestra dei ‘Falsi d’Autore’.” Non per essere polemici, ma… mancherebbe il titolo. “A questo punto, ci vorrebbe Mike e il suo ‘fiato alle trombe, Turchetti’! Trattandosi di una commedia dedicata a chi porta il buonumore e un pizzico di allegria in mezzo alle corsie d’ospedale, come avrei potuto fare a meno di intitolarla ‘Un Grande Sorriso’?” pens•onat pensı ato Un grande 19 NUOVI SOCI del La nuova voce pensı•onat pens ato Sono entrati a far parte della nostra Associazione i seguenti nuovi Soci: 20 ACCARISI GABRIELLA – Torino AGATI FRANCESCO DOMENICO – Roma AGNESONI ROBERTO – Siena ALBANI GIORGIO – Pelago ANDREOLI PAOLO – Portoferraio ANICHINI MARIA TERESA – San Giovanni a Cerreto APPOLLONI FRANCA – Roma ARBATO PINA – Sesto Fiorentino ARMELLINI POLICARPO – San Quirico d’Orcia ARNODO GUIDO – Roma BALDI CLAUDIO – Borgo San Lorenzo BALSIEMELLI PAOLA – San Giovanni Valdarno BANDI RENATO ANTONIO – Carugo BARBARANELLI GIUSEPPE – Vetralla BARBINI DOMENICO – Sorano BARDINI FABIO – Pistoia BARILANI LEONORA – Poggibonsi BARISONE SANTO – Genova BARTOLOMMEI MARCO – Siena BASSI MARZIO – Mantova BAU’ FRANCO – Padova BAUSI DONATELLA – Firenze BECATTI STEFANIA – Castelnuovo Berardenga BECHI LORENZO – Murlo BELLUGI LUANA – Siena BENEDETTI ENZO – Roma BERNARDI MASSIMO – Asciano BERNARDINI ALESSANDRO – Firenze BERTI DANIELA – Firenze BERTINI TIZIANO – Siena BERTONCELLO LIA – Arezzo BERTULIO LORENZO – Pregnana Milanese BIAGI CLAUDIO – Siena BILIORSI MARCO – Asciano BIANCALANI STEFANO – Prato BIANCHI ADA – Taranto BIANCHI LUCIANO – Arezzo BIANCHI SERENA – Siena BIANCHINI GIANNI – Firenze BIGAZZI GIACOMO – Reggello BECARELLI LAURA – Siena BOCCELLI GIAMPIERO – Pietrasanta BOI DANIELE – Arezzo BOLONGARO MARCO – Rho BOMBONATI PERICLE – Mantova BONANNI CLAUDIO – Vicopisano BONCRISTIANI ROBERTO – Alassio BONGINI GIANCARLO – Sesto Fiorentino BONELLI SANDRO – Bagnolo San Vito BONUCCI VINCENZO – Siena BORGHI VANIA – Monteriggioni BORRI ROBERTO – Arezzo BOTTA GIOVANNI – Salerno BROGI PAOLA – Castelnuovo Berardenga BROGI PAOLO – Siena BRUSEMINI PAOLO – Selvazzano Dentro BUONAVITA SANDRO – Chiusi Scalo BUSNELLI FULVIO – Meda CAFORIO GIANFRANCO – Taranto CALLONI OTTAVIO ANGELO – Milano CAPASSO SERGIO – Napoli CAPITANI FABIO – Torrenieri CAPUANI CLAUDIO – Roma CARBONI BRUNO – Amelia CARDELLINI DANIELA – Padova CARLETTI ETTORE – Acquasparta CARONNA BIANCA ANGELA – Latina CARRUS BRUNO – Gussago CASCONE ANDREA – Roma CASELLI FABIO – Siena CASSELLA ALDO – Recco CASTELLANI IVANO – Grosseto CECCHI RENZO – Siena CESOLARI CESARE – Milano CHIARANTINI CARLA – Pontassieve CIACCI CLARA – Siena CIANI RENZO – Siena CICOGNA EOLO – Assisi CIOLI FLAVIO – Firenze CIPRIANI ALBAROSA – Prato COCINA FRANCESCO – Baragiano CODINI ECLE – Roma COLICIGNO DANIELE INERIO – Potenza COLOMBO ANGELO – Gorgonzola COMPARETTO MICHELE – Palermo CORRADO PIERO – Supersano CORRIDORI ROBERTO – Grosseto COSIMI FRANCO – Siena COSTANTINI CARLO – Amelia COCCHI RAIMONDO – Castiglione della Pescaia CONTI FRANCO – Firenze CORIO MASSIMO – Taranto CORTI LUCIA – Castelnuovo Berardenga CRICCHI RIZIERE – Viterbo CUTRIGNELLI ANTONIO – Bari D’ARCO FRANCESCO – Taranto D’ASCOLI SERGIO – Firenze DADDIO PALMIRO SANDRO – Camaiore DE ANGELIS GIOVANNI – Roma DE CIA MARIA ADELAIDE – Milano DE GAETANO FRANCESCO – Villa San Giovanni DE LAURO SALVATORE – Napoli DE MAGLIE ENNIO – Taranto DE RANIERI ROSA MARIA – Carrara DE VICO MAURO – Arezzo DEL RE FRANCA – San Casciano Val di Pesa DEL TORO VINICIO – Montepulciano DI COSTANZO GERARDO – Arzano DI MODUGNO ANGELA – Bari DOMINICI COSETTA – Siena DONATINI GABRIELLA – Siena DONNARUMMA RAFFAELE – Gragnano DOVERI MAURIZIO – Carrara ESPOSITO ANGELO – Portici FABBRI MAURIZIO – Asciano FACCHIELLI SIRIO – Chiusi Scalo FACCHINI LORENZA - Mantova FAILLI NORMA – San Gimignano FASOLI BRUNO – Cremona FAZIO PATRIZIO – Bari FERRARA VINCENZO – Pescara FERRO BIAGIO – Massalengo FIORAVANTI ALVIERO – San Gimignano FLAMINI LETIZIA – Roma FLAMINI PATRIZIA – Napoli FONTANI MARA – Calenzano FORCONI MAURIZIO – Siena FORLAI BRUNELLO – Porretta Terme FORTI ALBERTO – Carrara FORTUNATO NUNZIO FILIPPO – Siena FOSSI FURIO – Sesto Fiorentino FRANCI ETTORE – Siena FRANZIN PIERO LUIGI – San Donato CONTRIBUTI VOLONTARI Sono pervenuti alla nostra Associazione, per le proprie attività organizzative e per il periodico “LA NUOVA VOCE DEL PENSIONATO”, contributi volontari da parte di: GALARDI MARIA LUISA VED. GRANAI – Siena NERI INALDA VED. MALENTACCHI - Siena I NOSTRI LUTTI Comunichiamo con vivo cordoglio la scomparsa dei Colleghi: BACINELLI MAURO – Lerici BAGNOLESI FRANCO – Loro Ciuffenna BULLETTI MARCO ANTONIO – Siena CASINI PIERO – Firenze CASIO MARIO BRUNO – Poggibonsi CASSIGOLI FRANCESCO – Firenze FIORENZANI VINICIO – Siena FORTEZZA IRIS VED. PIAZZI – San Rocco a Pilli GUERRINI ELDA – Siena LEONCINI SALLUSTIO – San Casciano Val di Pesa LUCIANI CARLO – Pisa MALTESE GIUSEPPE – Arezzo MARCONI ASSUNTINA VED. MENCHINI – Montalcino MECATTI CAMILLA VED. SANI – Castelnuovo B.ga MENICUCCI DINA VED. PETRINI – Sovicille MUZZI ADORNO – Siena PAVONI MADDALENA – Gorle ROMANO ROSALIA VED. SALUTINI – Roma SEVIROLI GIOVANNI – Aragona TROVALUSCI MASSIMO – Roma Dobbiamo purtroppo segnalare la recente scomparsa di due soci che hanno collaborato strettamente con l’Associazione avendo fatto parte entrambi del Comitato Direttivo dell’Associazione. Piero Casini ha a lungo rappresentato i colleghi fiorentini facendosi portavoce dei loro disagi, sempre pronto nelle discussioni all’interno del Comitato fino a che la malattia non lo ha aggredito in maniera irreversibile. Marco Antonio Bulletti, senese doc, ha ricoperto anche il ruolo di Presidente del Collegio dei Sindaci revisori, sempre scrupoloso, attento e propositivo nelle iniziative dell’Associazione. Alle famiglie rivolgiamo il nostro caloroso abbraccio e le più sentite condoglianze. Ricordi di una filiale del ‘Monte’: neo città di Littoria. Poi, certo, tanto e tanto ha fatto negli anni il Monte per Latina e per la sua Provincia. Monte che peraltro sentiva d’essere la prima Banca di Littoria, condizione molto sentita anche dai dipendenti e da un po’ tutti gli abidi Galileo Costanzo tanti. Anch’io rammento, negli anni cinquanta e sessanta, i conti correnti n. 228, Gli avvenimenti storici interessano sempre, particolar330, 511… e le tante operazioni agrarie e i numerosi libretti mente quando riguardano la tua città e cose e avvenimenti di risparmio. C’era in noi dipendenti, in fondo, la consapevo“tuoi”. Leggendo il libro storico Latina secondo Cencelli dellezza di lavorare nella ‘prima’ Banca della città e il sentimento l’ing. Francesco D’Erme (vol. 2, pag. 238) m’è capitato di nodi avere un impegno a ciò coerente. tare l’episodio che riporto qui appresso e che risale al 1932/33 quando la città cominciava a esistere. “(...) Ancora un'offerta fu presentata da parte della Società di Studi cateriniani di Siena. Essa volle segnalare al Podestà di Littoria il proprio dono alla chiesa comunale del busto di Santa Caterina. Il Monte dei Paschi di Siena, prima banca impiantata a Littoria (avendo allora anche costruito un palazzo che è ancora tra i migliori della città) e con le funzioni di esattoria sia per la città sia per l’Opera Nazionale dei Combattenti, volle completare quell’omaggio con la costruzione dell’altare, il regalo dei candelieri artistici e il materiale di travertino necessario a decorare la cappella della Santa. (...)”. Questa è una piccola storia ma sintomatica di quanto e Questa offerta ebbe tutta una ‘storia problematicizzata’ per come fosse allora il Monte, con che ‘spirito’ basava la sua questioni formali sollevate dall’on. Cencelli, allora ‘capo rigomissione che peraltro fece della Filiale di Latina, in termini rosissimo’ della bonifica pontina. Rimane il fatto di come la di risultati (in anni più recenti dei summenzionati), una delle nostra Banca volesse ‘ulteriormente’ partecipare alla vita della prime Filiali del Monte. Ora è tutto cambiato e ‘noi di allora’ siamo non so proprio dire quanto meravigliati ma anche sconcertati. Voglio sperare che questi ‘piccoli ricordi’ possano contribuire, particolarmente a chi è ora in servizio, a rifare anche un po’ di quel Monte d’allora, quello del nostro orgoglio, quello a cui demmo ‘noi stessi’ perché fosse sempre migliore! del La nuova voce pens•onat pensı ato Latina 21 Il cuoco aifornelli a cura di Flavio Egni to, potete non passarle nel brodo se le gradite più croccanti, o versare sopra i crostini un cucchiaino di buon vin santo toscano, come nella tradizione. Disponete ora sopra i crostini il composto caldo preparato e servite. Buon appetito!!! Le ricette delle feste La tradizione toscana come quella di altre regioni imponeva nelle giornate di festa particolari menù che venivano presentati solo quella specifica ricorrenza. Le feste natalizie ed in particolare il Natale erano l’occasione per proporre ciò che non era consuetudine in altre feste dell’anno. Anche perché spesso i prodotti erano tipici di quel periodo. del La nuova voce pens•onat pensı ato Crostini neri di fegatini 22 Ingredienti: fegatini e cuoricini di pollo, 3/4 spicchi d’aglio, 7/8 foglie di salvia, 6 filetti di acciuga salata, un cucchiaio di capperi sott’aceto o capperi salati, sale, pepe, olio extra vergine di oliva, pane di tipo toscano tostato. In una padella fate rosolare leggermente gli spicchi d’aglio e le foglie di salvia in olio evo, aggiungete i fegatini di pollo e fate cuocere a fuoco vivo per qualche minuto. Salate e pepate a piacere. Quando i fegatini hanno avuto una rosolatura esterna sufficiente, toglieteli dal fuoco e fateli riposare, quindi disponeteli sopra un tagliere lasciando il liquido di cottura nella padella. Aggiungete i filetti di acciuga che avrete precedentemente pulito e dissalato, i capperi sott’aceto leggermente strizzati, e tritate il tutto grossolanamente con un coltello. Rimettete il composto nella padella con il suo liquido di cottura e cuocete ancora per alcuni minuti girando spesso con un mestolo. Preparate le fette di pane toscano di uno spessore di circa un cm, abbrustolitele (tostatele) e ponetele sopra un vassoio dopo averle leggermente bagnate con del brodo di carne freddo. A piacimen- Pappardelle al Sugo di piccione Come noto i volatili sono quasi sempre quelli che danno il maggiore contributo per una buona riuscita del pranzo delle feste. Ingredienti: due o tre piccioni, una cipolla media, una carota piccola, uno spicchio d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, una rametto di rosmarino, concentrato di pomodoro, mezzo bicchiere di vino rosso, sale e pepe a piacere. In un capiente tegame fate rosolare in olio evo e aglio i piccioni tagliati in quattro pezzetti ciascuno insieme alle loro frattaglie; quando hanno preso un buon colore, togliete dal tegame i pezzi che hanno carne abbondante (petto e frattaglie), staccate da essi la carne e rimettete in cottura il resto insieme al battuto di cipolla, carote, prezzemolo, ed il rametto di rosmarino. Mentre il tutto continua la sua rosolatura, tritate grossolanamente i petti dei piccioni e le frattaglie e reimmetteteli nel tegame di cottura. Una volta che sarà completata la rosolatura sfumate con il vino rosso e, dopo che sarà evaporato aggiungete il concentrato di pomodoro (metà circa di un tubetto), fate insaporire girando spesso e quindi immettete un abbondante bicchiere di brodo, se ne disponete, o di acqua calda. Fate cuocere a fuoco molto basso per circa un’ora, fino a che il sugo non si sarà ristretto. Cuocete a le pappardelle, condite con il sugo caldo e servite unendo in ogni piatto pezzetti di piccione rimasti. Buon appetito!!! Cappone arrosto al forno Il cappone (cfr. n. 38), almeno da noi, è il principe dei piatti delle feste di Natale. Ingredienti: Un cappone bello pulito e spennato al Gobbi rifatti pens•onat pensı ato Buon appetito!!! del Ancora un piatto tipico della tradizione toscana il cui nome è stato dato burlescamente alla carne di maiale, che lavorata in una certa maniera diviene tanto morbida e gustosa da sembrare tonno. Ingredienti: 1 kg o più di carne suina (arista disossata, o meglio polpa del coscio), mezzo kg di sale grosso, alcune bacche di ginepro (non essenziali), 1 rametto di rosmarino, odori vari, pepe, olio extra vergine di oliva. Schiacciate alcune bacche di ginepro insieme a parte del sale ed al rosmarino, ponete la carne sgrassata in un vassoio, massaggiatela con il sale aromatizzato e copritela con il restante sale. Lasciatela marinare per almeno quattro ore girandola ogni tanto. In un capiente tegame portate ad ebollizione abbondante acqua con poco sale e con i classici odori da brodo (pomodoro, sedano, cipolla, carota), aggiungete la carne marinata che avrete lavato precedentemente in acqua corrente, fate cuocere (sobbollire) a fiamma molto bassa per circa quattro ore. Terminata la cottura fate raffreddare la carne nella sua acqua, poi scolate e lasciate asciugare bene sopra un canovaccio per alcune ore. A questo punto sfilettate la carne usando solo la forchetta, servite in un vassoio come piatto di intermezzo, accompagnata da fagioli in bianco, insalata, cipollotti freschi, e condita con olio sale e pepe a piacere. Sfilettata in pezzi più grossi potete metterla in vasetti a chiusura ermetica, con grani di pepe, foglie di alloro e olio evo a ricoprire. Chiudete i vasetti e riponeteli in luogo fresco ed al riparo dalla luce e dopo un mese o più servite come sopra. Buon appetito!!! La nuova voce Tonno del chianti quale avrete tolto il capo, il collo, le zampe, 2 hg di lardo di cinta senese, un bicchierino di marsala, alcune foglie di salvia, frattaglie del cappone, sale, pepe, olio extra vergine di oliva, tartufo a piacere. Preparate un impasto con il lardo, sale, pepe, salvia (o tartufo) e frattaglie del cappone, tritate finemente con il coltello fino ad ottenere un impasto quasi cremoso, incorporate anche il marsala. Farcite il cappone inserendo il composto nel suo stomaco; per evitare che il ripieno esca nella cottura cucite il cappone alle due estremità. Fate riposare per una notte e cuocete in forno a circa 180° in olio evo, coperto con carta stagnola, salato ed impepato esternamente, per circa un’ora e mezzo, controllandone la cottura di tanto in tanto e facendolo rosolare esternamente, se necessario. I gobbi (cfr. n. 38) o cardi rifatti sono anch’essi una ricetta tipica toscana che accompagnano il giorno di Natale il cappone sia esso in umido che arrosto. Ingredienti: coste esterne di un gobbo, limone, olio extra vergine di oliva, due spicchi d’aglio, farina, pomodori pelati 3 o 4, sale pepe. Togliete i filamenti esterni alle coste del gobbo, lavateli, tagliateli a pezzi e cuoceteli in acqua bollente salata alla quale aggiungerete un limone tagliato a metà. Quando sono cotti scolateli, infarinateli e metteteli a rosolare in una padella con abbondante olio evo ed aglio. Girateli ed a rosolatura avvenuta, unite i pomodori pelati prima spezzettati con una forchetta, una tazzina di brodo, regolate di sale e pepe e lasciate cuocere per una mezz’ora a fuoco basso. Buon appetito!!! 23 pens•onat pensı ato del La nuova voce 24 Best Wishes for New Year Meilleurs voeux pour la nouvelle année с Новым годом Feliz año nuevo 新年好 ευτυχισµένο το νέο έτος ةديعس ةديدج ةنس Glückliches neues Jahr 明けましておめでとうございます