adulterio: vizio o debolezza?
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adulterio: vizio o debolezza?
17 MARZO 2013 ANNO XXX - N. 884 G R AT I S Parrocchia Corpus Christi e Regina del Rosario - PP. Vocazionisti - Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli Tel. 081.5756742 - 081.7690623 - 340.2449501 - www.ilgranellino.it - E-mail: [email protected] ADULTERIO: VIZIO O DEBOLEZZA? di P. LORENZO MONTECALVO SDV “Neanch’io ti condanno: va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8, 1-11) A lcuni dicono che, per superare la crisi matrimoniale, l’adulterio è il mezzo più efficace. Chi diffonde e insegna questo principio è stolto e menzognero. Come dico sempre: un errore non può correggere un altro errore. Chi crede di poter superare la crisi matrimoniale con l’adulterio non fa altro che renderla più profonda e larga, fino ad arrivare al fondo dell’abisso, che si chiama “divorzio”. * * * P erché si commette l’adulterio? Secondo me si arriva all’adulterio per due motivi: o per vizio o per cercare l’amore che non si riceve dal proprio coniuge. Il vizioso entra nell’istituzione del matrimonio senza l’impegno ad essere fedele. Spesso mi capita di sentire storie di infedeltà coniugale che cominciano già durante il viaggio di nozze! Si dice che “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”! Può capitare di lasciare il telefonino incustodito dopo aver ricevuto un messaggio d’amore. Così il marito, per curiosità, prende il telefonino e vi legge: “Ciao amore mio, mi manchi, torna presto… non vedo l’ora…”. Poiché chi è stato tradito non ha nessuna intenzione e volontà di perdonare, così si ritorna subito a casa, però alla casa di papà e mamma! Il partner vizioso è sempre alla ricerca della preda da sedurre. Conosce bene l’arte del sedurre. L’adulterio può essere consumato non solo fisicamente, ma anche virtualmente. Il partner che si dedica alla pornografia, in realtà, commette adulterio. E questo non lo dico io, ma Gesù stesso: “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio. Ma io vi dico: se uno guarda la donna di un altro (l’uomo di un’altra) perché la vuole, nel suo cuore ha già peccato di adulterio” (Mt 5, 27). L’adulterio è un male e fa male al matrimonio. Spesso qualche adultero/a mi dice: “Non faccio niente di male, perché il mio coniuge non lo sa e poi non gli (le) faccio mancare niente”. Ed io aggiungo: “L’acqua che scorre sotto l’edificio non si vede, eppure fa crollare l’edificio”. Spesso il vizio dell’adulterio si trasmette da padre in figlio. Durante i corsi prematrimoniali esorto i promessi sposi a non contrarre matrimonio a cuor leggere con un fidanzato (o una fidanzata) che è stato infedele durante il fidanzamento. Il lupo –dice il proverbio – perde il pelo, ma non il vizio! Certo, però, può perdere tutte e due le cose se si converte seriamente a Gesù Cristo. * * * C’ è poi l’adulterio commesso per debolezza. Siamo tutti assetati d’amore e tenerezza. E sono guai quando questa sete d’amore e tenerezza non viene appagata nella propria casa. La tentazione di trovare questo amore fuori casa diventa forte. Così si cade nella tentazione molto facilmente quando si è elogiati da persone interessate a iniziare una relazione extraconiugale. Ovviamente, anche in questo caso, l’adulterio non può essere giustificato. Il Signore ci insegna a portare la croce con umiltà e mitezza perché, come cristiani, diamo al mondo l’esempio vivo di un amore fedele anche quando non viene corrisposto. Dio è fedele nell’amore, perciò anche noi siamo chiamati ad essere fedeli. La fedeltà nell’amore diventa difficile soprattutto quando non viviamo in comunione con Gesù Cristo, che è la sorgente viva dell’amore. * * * S Meglio una chiesa vuota che piena di Ipocriti che non si vogliono convertire i deve e si può perdonare l’adulterio? Certo che si deve e si può perdonare! L’amore perdona sempre. Non si mette in dubbio che l’atto del perdonare è difficile (quasi impossibile) se non si ha la grazia di Gesù Cristo. Conosco coppie di coniugi che oggi vivono insieme e si amano nonostante che, nel passato, la loro unione abbia subito forti scosse di terremoto. Il loro matrimonio è rimasto in piedi grazie al cammino di fede che stavano facendo. Cristo Gesù è veramente la roccia su cui si deve costruire la felicità del matrimonio. Se non si sperimenta la misericordia di Dio, il coniuge che è stato offeso, senza indugio, scaglierà le sue pietre contro il coniuge adultero, per farlo morire. E questo gesto causerà la morte dell’amore sia nel coniuge offeso che in quello adultero. (continua in 2 a pagina) 2 il granellino (continua dalla 1a pagina) Chi si è sposato in Chiesa e fa un cammino di fede è chiamato a dire al coniuge adultero quello che Gesù disse all’adultera che scribi e farisei volevano lapidare: “Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8, 11). Il cuore di chi perdona è come quello di Gesù Cristo che, inchiodato sulla croce, prega dicendo: “Padre, perdona loro, perché ignorano l’Amore!”. Chi ama Dio sa veramente amare nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. I coniugi che si consacrano a Dio sanno amarsi fedelmente e per sempre. L’adultero, però, non sia incoraggiato a peccare dal perdono del suo coniuge, perché da un momento all’altro può sempre ann dare all’inferno… MARIA, DONNA E MADRE Marisa De Martino Q uando recito il Rosario mi soffermo spesso a pensare a ciò che contempliamo nel quinto mistero gaudioso: lo smarrimento e il ritrovamento di Gesù nel tempio. Penso a Maria, donna che inizialmente non ha notato l’assenza del figlio, fiduciosa nelle qualità di Gesù, docile, obbediente e mansueto, e confida che sia con lei nel gruppo. Penso a quale serenità immensa il Padre celeste le ha messo nel cuore per consentirle di allontanarsi dalla sua città senza timori… Ma il “bisogno” del figlio si fa vivo ed ecco, lo cerca con ansia! Torna indietro a cercarlo con il cuore in gola e lo trova nel tempio, fanciullo tra uomini, Dio con creature umane, Verbo del Padre tra uomini istruiti, Sapienza incarnata, amore, luce e benedizione, Vita Eterna, offerta, gioia e dolore. Allora la donna, che è Madre, comprende chi è il Figlio suo e, pur manifestando le sue ansie, accetta le risposte che ottiene. n DIALOGHI DI UN’ANIMA CON IL SIGNORE Lomamo Signore: Figlio mio, ti invito a vivere questa Quaresima nella preghiera e nel digiuno. Ama il silenzio e la solitudine per vivere in intimità con me. In questa Quaresima voglio riempirti del mio spirito di carità. Senza carità non farai niente bene. Anima: Signore mio, accresci in me la fame e la sete del tuo amore. Intendo e voglio saziarmi del tuo amore. Fammi conoscere ogni giorno il tuo amore. Signore: Aliterò il mio Spirito su di te se rimarrai nel cenacolo a stare con me. Io sono il Signore Dio tuo. Cercami, amami con tutto il tuo cuore. Io vomito i tiepidi. Voglio che i miei ministri siano ripieni del fuoco del mio zelo. Anima: Ti supplico, mio Signore: abbi pietà di me e mandami il Fuoco del tuo amore. Che questo tempo di Quaresima sia vissuto con l’impegno di conoscerti e di farti conoscere sempre più e sempre meglio! Signore: Figlio mio, sii sale di amore per quelli che ti ho affidato. Sii luce di verità per quelli che camminano nell’ ignoranza del mio amore. Sii lievito di bontà per tutti quelli che mi cercano. Anima: Si, lo voglio essere per la tua gloria! Vieni in mio aiuto! Amen. Chi legge “Il Granellino” e non lo sostiene economicamente è un ingrato. Per continuare a vivere “Il Granellino” ha bisogno del tuo aiuto. Grazie GUARDATE COM’È BELLO CHE I FRATELLI STIANO INSIEME Da quindici giorni, grazie all’impegno di diversi fratelli delle comunità neocatecumenali, abbiamo dato inizio ad alcune attività didattiche per i nostri bambini del Corpus Christi. Oltre ai corsi di preparazione per la Prima Comunione, che continuano al Martedì e al Mercoledì pomeriggio per i bambini del primo e del secondo anno, abbiamo attivato, con discreto successo di partecipazioni: POST-COMUNIONE: ogni Giovedì dalle 18,00 alle 19,00 presso Sala don Giustino; CORSO DI CHITARRA: ogni Venerdì dalle 16.15 alle 17.15 presso locali Teatro; CORSO DI CUCINA: ogni Sabato dalle 10.15 alle 11.15 presso locali Teatro. Inoltre, ogni 15 giorni: CINEFORUM: al sabato, inizio film ore 16.15 presso Sala don Giustino. il granellino 3 QUELL’AMORE CHE SOLO DIO SA DARE… Barbara Sellitto F in da piccola ho cercato di succhiare l’amore dagli altri, ma non ho mai trovato nutrimento. Oggi finalmente ho conosciuto Gesù Cristo e me ne sono innamorata. Così ho trovato ciò che gli altri non mi hanno mai saputo dare. Quest’amore così grande mi cambia e mi fa vedere tutti i peccati che prima di conoscere Dio non riuscivo a vedere. Oggi lodo e ringrazio Dio, che cinque anni fa mi ha preso per mano e mi ha condotto in questa chiesa per farmi intraprendere un cammino d’amore. Qui, su questa collina di Posillipo, ho trovato una grande famiglia, quella famiglia che subito dopo il mio matrimonio mi era venuta a mancare. Prima di conoscere il Signore ero molto insicura, timorosa e testarda, le mie ansie ogni giorno mi perseguitavano. Nel settembre scorso, poi, sono stata invitata dalla Madonna di Medjugorije e grazie a questo viaggio sento che è davvero iniziata la mia conversione. Sul Monte delle apparizioni ho rivisto uno ad uno tutti i miei peccati. Ecco perché non avevo più pace! Come Maria, a Medjugorije, ho detto “Eccomi, sia fatto di me secondo la tua volontà”. Dopo un mese ho imparato a recitare il Rosario e a pregare con il cuore. Ho capito che devo iniziare a perdonare i miei nemici. Dopo tanti anni inizio a portare la mia croce senza lamentarmi. Ho scoperto l’an more puro che Gesù ci dona ogni giorno, senza abbandonarci mai. Celebrare l’Eucarestia senza ricevere Gesù-Ostia è come sedersi a mensa senza mangiare REIKI AV V I S O 21 marzo 2013, alle ore 22,30 Padre Lorenzo parlerà a Radio Maria sul tema: “LA SETTIMANA SANTA” LA VITA DOPO IL PARTO Breve apologo pescato da Vincenzo Topa in internet Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Inizia un dialogo: – Tu credi nella vita dopo il parto? – Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci a quello che saremo più tardi… – Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita? – Non lo so, ma sicuramente… ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. – Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione! Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. – Invece io credo che debba esserci qualcosa… E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui. – Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. – Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremo la mamma e lei si prenderà cura di noi. – Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora? – Dove? Tutta intorno a noi! È in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. – Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. – Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa! “Autore ignoto” Magnus Michael I l reiki è una tecnica di origine giapponese che ha come sua finalità ridurre lo stress, il rilassamento e l’accrescimento del benessere fisico e morale. Anche se il reiki, ufficialmente, non si presenta come una alternativa alla medicina tradizionale, molte volte viene inquadrato tra le «pratiche terapeutiche alternative» o «medicine alternative». Leggiamo in un sito internet che spiega il reiki: “Reiki è un percorso iniziatico, una disciplina spirituale, dove esiste un rapporto duraturo di crescita. Fondamentali nella pratica di Reiki, a tutti i livelli, sono i precetti (Yama e Nyama) comuni allo Yoga e ad ogni percorso di crescita consapevole. Fondamentale è anche la pratica della Meditazione, com’è basilare in tutte le discipline sia orientali che occidentali che vogliono seriamente definirsi spirituali o esoteriche. Reiki prima di essere una tecnica di guarigione e di trasmissione energetica è la via che ci porta dentro di noi e che ci ridona la serenità, la salute stabile e la pace interiore che appartengono, per natura, al genere umano fin dalla notte dei tempi, ma che l’estrema civilizzazione ha rimosso dalla nostra psiche. Scuola spirituale o esoterica… Questo lascia intendere molto, non si tratta più solo di una tecnica, ma di un modo di fare esoterismo. Il Reiki prevede una iniziazione in tre livelli: il primo consente l’apertura dei propri canali energetici, il secondo permette di guarire a distanza, il terzo di aprire i canali altrui. Questi elementi rendono particolarmente appropriata la definizione – formulata dallo studioso italiano Massimo Introvigne – del reiki come una «quasi religione»: seppure infatti sono assenti un concetto di salvezza e una teologia della storia, è innegabile che il reiki faccia riferimento a un’idea panteistica (il panteismo è la concezione filosofica-religiosa che non distingue il Creatore dalle creature, ma piuttosto li identifica) di un’energia universale che presenta caratteristiche divine, ma che non è assolutamente riconducibile al Dio cristiano. Gesù non è più il mediatore universale di salvezza ma uno dei tanti spiriti che possono essere evocati. Ma, a sua volta, l’evocazione obbliga l’entità a fare quanto richiesto: ciò continua a non essere compatibile con la nostra fede cristiana. Il cristiano è colui che cerca il regno di Dio, non cerca di pilotare o comandare Dio! “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33). Pertanto qualsiasi accostamento al reiki è incompatibile con il cattolicesimo perché, senza dubbio, un cattolico non può credere in una «quasi religione» diversa dal suo Credo, senza deviare dalla Verità della sua Fede. n 4 il granellino Assistente spirituale: Padre Lorenzo Montecalvo sdv cell. 340.2449501 Care amiche e cari amici, Gesù, Maria e Giuseppe! La Pasqua è ormai alle porte. Che il profumo del Cristo Risorto entri nei vostri cuori e nelle case dove vi riunite per la preghiera per le vocazioni. Dove c’è gioia, pace e amore, lì c’è il Risorto. Grazie di vero cuore per il vostro grande sacrificio, per il contributo economico e per la fervente preghiera per le vocazioni. Sono certo che il nostro Beato Don Giustino vi benedice abbondantemente. A tutti voi auguro un’intima comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Buona Pasqua. P. Lorenzo Montecalvo PROSSIMI APPUNTAMENTI PIANURA Venerdì 5 aprile - Vocazionario, ore 17.00: Catechesi e Messa SOCCAVO Lunedì 8 aprile - Parrocchia SS. Pietro e Paolo ore 17.30 - Catechesi e Messa 10 ANNI DI PREGHIERA A COLLOQUIO CON UN PADRE VOCAZIONISTA… Discepolo: Don Marco, cosa posso fare per crescere sempre più e meglio nel culto della SS. Trinità? Don Marco: Don Giustino ha trasmesso a noi Vocazionisti questa spiritualità molto alta: l’Unione Divina con ogni Persona della SS. Trinità. Una spiritualità non molto insegnata nella Chiesa. La missione dei Vocazionisti è proprio quella di insegnare e far vivere questa spiritualità a tutti i battezzati cristiani. Ecco cosa devi fare, secondo Don Giustino, per crescere nella relazione amorosa con la SS. Trinità: chiama sempre per amore i nomi delle tre divine Persone. Comincia a fare con devozione e lentamente il segno della Croce; spesso, durante il giorno, fermati per alcuni istanti e adora la SS. Trinità che abita in te; tutta la tua vita di preghiera sia svolta alla presenza della SS. Trinità. La tua preghiera può iniziare dicendo: “O mio Dio e mio Tutto, Padre, Figlio e Spirito Santo…”. Quando ti incontri con una persona, con la mente e con il cuore saluta la SS. Trinità che abita in lei. Se ti eserciterai a mettere in pratica questi consigli, vedrai che inizierai a vivere nel mondo come se tu vivessi in un grande e silenzioso tempio, vedendo e gustando, sempre e dovunque, la presenza della SS. Trinità. Inoltre diffonderai uno spirito di pace, di gioia e di amore e dalla tua bocca usciranno sempre parole sagge, liete e miti. Discepolo: È vero che Don Giustino, per ricordarsi di essere abitato dalla SS. Trinità, aveva un segno particolare? Don Marco: Sì, è vero. Quando camminava e conversava con le persone le sue mani erano l’una dentro l’altra, proprio per ricordarsi che egli era una sola cosa con la SS. Trinità. <16 continua> GRAZIE! Anna Paura D on Giustino è faro della mia fede. Sono passati dieci anni dal giorno in cui la preghiera per le vocazioni è entrata nella mia casa. 22 gennaio 2003: di quel giorno ricordo l’emozione e la paura di non essere all’altezza del compito che mi avevi assegnato e, pur non credendo che tutto ciò stesse accadendo proprio a me, ero consapevole di avere in questo mio cammino la tua benedizione. Fino a qualche anno prima, portavo dentro di me una forte rabbia, talmente forte da non credere più a nulla, nemmeno in Dio ed invece, oggi, mi ritrovo a far parte di una grande famiglia: i Vocazionisti. In questi dieci anni ne sono successe di cose nella mia vita! Il matrimonio di mia figlia, l’emozione di diventare nonna, i 25 anni di matrimonio, la perdita di mia madre e la tua beatificazione avvenuta il 7 maggio 2011, ricorrenza che ho vissuto a pieno facendo parte dell’organizzazione. Quando iniziai il Cenacolo eravamo in due, io e Marisa. Invitavamo senza sosta e pian piano il gruppo è cresciuto fino ad arrivare ad oggi a 12 persone, proprio come gli apostoli! Non apro soltanto la mia casa, ma anche il mio cuore e ogni volta cerco di confortare e sostenere con la preghiera e con l’aiuto di Dio le sorelle che incontro. In questi anni ogni vocazione che è arrivata ai voti mi ha fatto sentire ‘’Madre’’ perché l’ho sostenuta e amata. Dieci anni sono passati , ma ce ne aspettano molti altri ancora. n Supplemento al n. 3 (marzo 2013) [anno LXXXVI] della Rivista “Spiritus Domini” - Direttore responsabile: Sante Attanasio, Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli - Autor. del Trib. di Napoli n. 1445 del 17-2-1961 - Stampa: Graphicus - Napoli - Tel. 334.308.15.15