THE MEN IN BLUE

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THE MEN IN BLUE
FABIO GIOVINAZZO
THE MEN IN BLUE
L o t t a
d i
c l a s s i c o
MMXVI
THE MEN IN BLUE
T
he Men in Blue è il film sperimentale con
cui omaggio il cinema a luci rosse e il
grande pioniere Lasse Braun. Si tratta di
un’opera che funziona singolarmente o
anche proiettata insieme al film French
Blue di Lasse Braun – con il quale è perfettamente
sincronizzata – al fine di creare una suggestiva
installazione.
Lungometraggio di videoarte girato in piano sequenza e
con un viraggio in blu; durata: 72’.
C
ontraddistinto da un’acuta ironia per
nulla sintetica e da un particolare
gusto ludico per la provocazione,
questo mio film traccia una linea
immaginifica
che
vuole
essere
una
dichiarazione d’affetto nostalgico verso un
cinema che non esiste piú, attraverso l’omaggio
al pioniere Lasse Braun. Seguendo l’estrema
passività che spingeva Andy Warhol, feticcio
dell’underground, ad osservare il mondo
limitandosi a guardare, il linguaggio
cinematografico – per mezzo del quale pongo
sotto analisi la realtà circostante – diventa
dimensione sospesa tra spazio e tempo per
qualsivoglia intervento di natura critica.
L’investigazione nasce dalla materia organica
animale – uomini in blu, che si mostrano in
parallelo a quello che giunge alla loro vista
come un linguaggio dove il sesso attraversa
ogni forma del pensiero immaginifico
consenziente, che ho ripreso, facendo ricorso
alle mie intuizioni anche di natura estetica, in
piano sequenza oltre che a distanza immobile,
consegnati ad uno spazio privo di cambiamenti
e che scrivono un corpo di leggi non
politicamente lineare – e dal mezzo meccanico –
lo sguardo freddo di una telecamera che
ingabbia quello che desidero vedere attraverso
forme di calcolo particolarmente complesse – e
dalla lotta di questo con l’apparato umano in
evidenza.
Nella porno-galoppata surreale in questo
immaginario dionisiaco – che si fa cullare dal
vocabolario adottato in French Blue –
s’intersecano molte cose nascoste che sembrano
segreti e frammenti episodici legati allo spirito
della rivoluzione sessuale, realtà e fantasia,
pervicace attività militante e perverse
confessioni che obbediscono inconsciamente a
non pochi valori morali individuali. Un gioco
espressivo che si adagia sulla fantasmatica
natura di certe forme d’arte? No, solo un
liberissimo e vertiginoso omaggio visivamente
sospeso tra finzione e autenticità. L’impulso
sessuale diventa screening, un libero campo
d’interazione di incessanti stimoli esterni e di
morbose
sensazioni
interne,
registrato
attraverso un ampio ventaglio di elementi:
popolarità di massa, l’esistenza femminile che i
tre uomini non riescono a vedere, gli aspetti
della sessualità che la morale comune definisce
perversi, l’interesse per una feroce eiaculazione
animata satiricamente, la nostalgia di un
pudore romanticamente oltraggiato, l’effetto
troppo quotidiano del colore che mi fa cedere
alle lusinghe della paranoia in blu, gli
inevitabili cataclismi fisici o mentali sopra la
libera espressione della sessualità esplicita, il
ritmo del tempo fissato nello spazio di un’idea
che mette in perfetta sincronia procedimenti
cerebrali distribuiti a non rara distanza sulla
scala temporale.
Emerge cosí un modo di leggere il piano
sequenza che finisce per cedere alla nonrepressione dei valori della fantasia e della
libera espressione soggettiva. Pur facendo parte
di uno studio considerato spesso erroneamente
solo ed esclusivamente fisico, esso spinge la
ricerca d’arte verso inedite e inesplorate
situazioni
dalla
forte
componente
psicoanalitica: ogni rapporto sessuale acquista
precise valenze non soltanto carnali, ma anche
di vero e proprio denudamento interiore. In tal
modo viene a crearsi una rara modalità di
narrazione che svezza i punti di vista
dell’oscenità, dando in pasto a coloro che
guardano gli uomini in blu osservanti una
mascherata eccitazione estetica a livello fisico;
plurime modalità di comprensione di vicende
che parlano di relazioni, del linguaggio
comunicativo animale, di sesso fecondo, di
destini che si trovano insieme, di condizioni
mentali. E non per ultimo di una grande
abbuffata dove il sesso nasce dimenticandosi il
sapore del cibo: le parole di Lasse Braun, il «Re
del Porno», sulla vagina condannata a sublime
macellazione?
Si ringrazia Maya Checchi di Golena Edizioni, per la gentile
concessione della traccia sonora di French Blue di Lasse Braun.
e-books a cura di Massimo Sannelli
2016
IMMAGINI TRATTE DAL FILM THE MEN IN BLUE,
REGIA DI FABIO GIOVINAZZO