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RECUPERO
DELL’AREA
EX-NECA
PAVIA
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1- Presentazione
2- L’area: com’era
3- La rimozione dei rifiuti
4- La rimozione dell’amianto
5- La demolizione
6- La rimozione delle terre di fonderia
7- L’area a fine intervento
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1-PRESENTAZIONE
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1.1
L'ex-Neca è un’area industriale dismessa, posizionata nel contesto semicentrale di Pavia, in via Brichetti 7. Era caratterizzata da fabbricati e aree scoperte in completo stato di abbandono, con presenza di rifiuti vari e crolli parziali.
L'I.S.A.N. - Impresa Strumentale Area Neca, società strumentale della Fondazione Banca del Monte di Lombardia - ha
intrapreso il recupero dell'area, affidando la prima tranche dei lavori - pulizia e demolizioni - all'Associazione Temporanea
di Imprese GEOSER s.r.l. - TECNO HABITAT s.p.a. e la supervisione all'Università degli Studi di Pavia.
In sintesi: sono stati rimossi tutti i rifiuti presenti sull'area, i materiali contenenti amianto, le
terre di fonderia esauste stoccate nei bacini e
infine si sono demoliti tutti i fabbricati al di
sopra del piano di campagna.
I lavori si sono svolti da marzo a settembre 2007.
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1.2
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L'area - vicinissima al centro storico, all'ospedale e alla stazione ferroviaria - è compresa tra il Navigliaccio a ovest, lo scalo ferroviario a est, la Rotonda dei Longobardi
a nord e via Brichetti a sud.
Ha una superficie di circa 75.000 m2 di cui 32.000 m2 coperti da capannoni che servivano alla produzione e da fabbricati a uso uffici, deposito e magazzini.
Una porzione dell'area nel lato sud - compresa tra via Brichetti e la recinzione - è
stata temporaneamente ceduta al Comune per realizzare un parcheggio pubblico.
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1.3
Il piano di sviluppo della città prevede il recupero e la valorizzazione dell'area, con l'edificazione
di un nuovo asse stradale, parcheggi e opere legate alla mobilità, un Centro Congressi in sinergìa con le istituzioni scientifiche e
accademiche cittadine, oltre a
edilizia residenziale, commerciale, terziaria e produttiva privata.
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2.1
L'insediamento era stato
abbandonato dalla metà
degli anni Novanta già in
cattivo stato di manutenzione, con alcune strutture
pericolanti e altre parzialmente crollate.
2.2
Molte strutture avevano
ceduto e numerose erano
pericolanti.
2-L’AREA: COM’ERA
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2.3
La Riseria è un esempio
di archeologia industriale,
tuttora in cattive condizioni di conservazione.
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2.4
Nello stabilimento veniva
svolta l'attività di fonderia
di seconda fusione, in
particolare di ghisa.
Alcuni dei modelli in
legno più rappresentativi
sono stati conservati. Si
montavano anche caldaie, stufe, radiatori.
2.5
In passato si sfruttava il salto
idraulico del Navigliaccio per
produrre energia.
2.6
Erano numerosi i cunicoli,
le buche e le vasche sotto
il piano di campagna.
2.7
I fabbricati, costruiti a più
riprese, erano di diverse
tipologie: in mattoni, in
cemento armato, in ferro.
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2.8
La gran parte dei rifiuti era
assimilabili agli urbani,
solo in piccola parte si trattava di rifiuti di origine
industriale.
2.9
Molti interni erano ingombri di scaffalature e arredi.
2.10
Gli impianti per la produzione erano stati precedentemente trasferiti o
smaltiti; ne restavano
pochi componenti.
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3.1
Nel marzo 2007 iniziano i
lavori. Si comincia dalla
pulizia dell'area.
3.2
I rifiuti vengono divisi per
tipologia, raccolti in mucchi e quindi messi in cassoni che vengono movimentati con camion.
3-LA RIMOZIONE DEI RIFIUTI
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3.3
Vengono smaltiti anche i
liquidi presenti nei fusti e
nelle vasche.
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4.1
Le lastre di eternit vengono prima di tutto incapsulate, cioè spruzzate con
una resina vinilica che
fissa le fibre di amianto e
impedisce che si disperdano nell'aria.
4.2
Gli operatori sono protetti
con tute monouso in tyvek
e maschere respiratorie.
4-LA RIMOZIONE DELL’AMIANTO
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4.3
Le lastre vengono rimosse manualmente con
grande attenzione per
evitare di danneggiarle o
romperle.
4.4
Si impilano le lastre per
abbassarle a piano
campagna.
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4.5
Le lastre vengono confezionate in pacchi sigillati,
etichettati e posti su pallet, pronti per il trasporto
allo smaltimento.
4.6
Sulla copertura della fonderia si rimuove la lana di
roccia presente tra due
lastre di eternit.
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5.1
La demolizione segue il
piano previsto, integrato
con le altre attività di
rimozione rifiuti e amianto. La demolizione viene
svolta con pinze e cesoie
oleodinamiche in grado di
frantumare il calcestruzzo
e tagliare il ferro.
5.2
Gli spruzzi d'acqua servono a prevenire una
eccessiva produzione di
polvere, che in presenza
di vento potrebbe essere
trasportata fuori dall'area.
5-LA DEMOLIZIONE-Le strutture
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5.3
Il crollo finale deve essere preparato con grande
attenzione ed esperienza
perchè avvenga in tutta
sicurezza.
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B
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D
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5.4
Il ferro proveniente da
strutture, tubazioni, infissi, lattonerie, dall'armatura del calcestruzzo viene
selezionato e accumulato
in mucchi. Verrà mandato
in fonderia.
5.5
L'elettrocalamita è usata
per la selezione del ferro
nelle pezzature più minute.
5.6
Il cemento armato viene
prefrantumato con le pinze
per liberare l'armatura di
ferro.
5-LA DEMOLIZIONE-Il ferro
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5.7
Il ferro delle armature
viene poi ridotto in matasse per il trasporto.
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5-LA DEMOLIZIONE-La fonderia
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5.8
La demolizione della fonderia, l'edificio più alto
(24 metri), richiede un
braccio di lunghezza
adeguata.
5.9
La struttura, senza pareti e copertura, viene
indebolita tagliando o
schiacciando le travature
metalliche.
5.10
Due macchine esercitano
un forte tiro attraverso
cavi metallici assicurati
alla struttura.
5.11
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La struttura, opportunamente indebolita, sotto il
tiro collassa.
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5.12
Le macerie vengono caricate nella tramoggia del
frantumatore a piastre.
5.13
Il frantumato si accumula ai piedi del nastro
trasportatore.
5.14
Tutto il frantumato viene
raccolto in grandi mucchi.
5-LA DEMOLIZIONE-La frantumazione
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6.1
Le terre di fonderia esauste erano accumulate in
un ampio bacino esterno,
completamente coperto
dalla vegetazione.
6.2
Queste terre, dal caratteristico colore nero, devono essere smaltite come
rifiuti: si effettuano diverse centinaia di viaggi per
portarle in discarica. Con
pale meccaniche si caricano sui camion senza
sviluppare polveri (sono
compatte e pesanti).
6.3
Il bacino completamente
svuotato mostra tutta la
sua capienza.
6-LA RIMOZIONE DELLE TERRE DI FONDERIA
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7.1
Sull'area restano solo i
due edifici di interesse
storico-architettonico: gli
altri fabbricati sono stati
completamente rasi al
suolo.
7-L’AREA A FINE INTERVENTO
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7.2
I due grandi cumuli di
frantumato residuo verranno utilizzati per riempimenti e sottofondi.
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7.3
I lavori si sono svolti senza imprevisti e si
sono conclusi nel rispetto dei tempi, con
piena soddisfazione della proprietà e delle
imprese esecutrici.
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Via Basilicata, 11
27100 - Pavia (PV)
tel. 0382/576081
fax 0382/473836
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Via Battaglia, 22
20127 - Milano
tel. 02/26148322
fax 02/26145697
Via Macon, 30
23900 - Lecco
tel. 0341.282081
fax 0341.287303
www.geoser.com
[email protected]
www.tecnohabitat.com
[email protected]
[email protected]
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