Centonove numero 11-2012
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Centonove numero 11-2012
ANNO XIX N. 11 23 MARZO 2012 EURO 1,50 Corona torna all’Ars: «Mi ha aiutato la fede» Docenti contro il rettore «Presto le elezioni» PAG. 8 Parla il coordinatore del Pdl dopo la revoca dei domiciliari PAG. 9 Franco Tomasello centonove Il tribunale di Palermo: «No al doppio incarico» Roberto Corona Giuseppe Buzzanca Il “deputato” Buzzanca decade ancora A Messina cresce la protesta contro l’autoproroga di Tomasello PAG. 19 Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Il governatore Raffaele Lombardo in una elaborazione fotografica L’Abbuffata REGIONE SICILIA LOMBARDO AVVIA IN POMPA MAGNA LA CAMPAGNA ELETTORALE. ECCO COSA SI PREPARA DALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE AI FONDI UE. IN NOME DELL’EMERGENZA 23 MARZO 2012 il punto centonove EDIT Da Atene a Palermo ATENE? ABITA a Palermo. I tagli linerari operati dal governo Lombardo al bilancio, confermano la voragine del debito: 5 miliardi e passa, più un prestito da 500 milioni di euro autorizzato, “per investimenti”. Se facciamo un paragone con la Grecia, la Sicilia, rispetto alla madre patria di Pericle, sta un poʼ peggio. Attorno alla galassia nebulosa della pubblica amministrazione ruotano quasi settantamila precari in attesa di stabilizzazione, che si aggiungono a ventiduemila dipendenti diretti che fanno addizione con una serie di società partecipate dimagrite solo nel numero, ma non nei costi di gestione: i dipendenti sono stati accorpati in holding dallʼincerta attività. Questa matassa, fa sì, che il governo tecnico, prima di licenziare una legge da tre soldi ricorra alle cosidette “short list”: un elenco di professionisti cui affidare gli incarichi, perchè dentro lʼamministrazione non se ne trova alcuno con le competenze richieste. Questo “brodo”, spacciato per “rivoluzione” segna poi il ralenty della spesa europea che fa primeggiare la Sicilia nelle regioni fanalino di coda. In pratica fra tanti tecnici che popolano il governo regionale, nessuno ha detto ai cittadini elettori che in proporzione le contribuzioni che vanno dalla Sicilia allʼEuropa, superano quelle da noi “impegnate” e non ancora spese. Il “miracolo” qualʼè? Che a Palermo i cortei sono così tanti. Non fanno notizia. Un momento della manifestazione (foto Davide Cangemi) Finalmente Candido La fiaccolata a Palermo per sostenere gli imprenditori che si sono rifiutati di pagare il pizzo è una rivoluzione mentale e pratica. Soprattutto perchè l’ha organizzata la parrocchia DI AUGUSTO CAVADI NON Eʼ STATA UNA manifestazione oceanica, anzi neppure lacustre. Ma quel centinaio di persone che giovedì sera hanno sfilato per le vie di Partanna Mondello, in solidarietà con Giovanni Candido e i suoi soci imprenditori, hanno segnato una data importante nella più che secolare storia di contrasto al dominio mafioso. Eʼ giusto che la città sappia, è giusto che se ne conservi memoria. Chi conosce le borgate palermitane sa che tutto è là maledettamente più difficile che nei quartieri residenziali. Nellʼambito della legalità, ad esempio, ogni iniziativa contro la ʻmafiaʼ (in quanto fenomeno anonimo) si trasforma facilmente in protesta contro ʻmafiosiʼ in carne ed ossa (con volti e nomi che anche i bambini conoscono): meritorio e necessario organizzare convegni allʼuniversità e fiaccolate per le vie del centro storico, ma tutta unʼaltra cosa è stringersi attorno ad uno sparuto gruppetto di cittadini - che si sono rifiutati di pagare il pizzo per poter continuare a gestire un negozietto di servizi postali privati – sapendo che qualcuno sta registrando la tua presenza e non la dimenticherà facilmente. Lʼeccezionalità dellʼevento - prontamente colta da Addio Pizzo, Libero Futuro, Professionisti Liberi e Confindustria, che hanno contribuito a promuoverlo - è dovuta ad un secondo fattore: la fiaccolata è stata organizzata, in primis, dalla parrocchia di Santa Maria degli Angeli con la piena e convinta partecipazione del pastore, don Pasquale Viscovo. Eʼ un segnale raro, prezioso, che potrebbe scatenare una vera e Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Garante del lettore Attilio Raimondi - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile propria rivoluzione mentale e pratica. Dopo lunghi decenni di ignavia, di distrazione, di devozionismo alienante, cosa succederebbe se le parrocchie e le altre comunità religiose decidessero di uscire dallʼequilibrismo, ipocrita e deleterio, del “né con la mafia né con lʼantimafia” (ma magari solo con gli amici dei mafiosi in carriera politica, sino a Palazzo dʼOrleans)? Sappiamo benissimo che, al di là della facile retorica, sarebbe intraprendere un cammino faticoso e non privo di rischi. Don Pino Puglisi a Brancaccio, don Peppino Diana a Casal di Principe - per limitarci ai casi più recenti – lo hanno percorso sino alla croce. Ma altri preti - a Palermo, in Sicilia, nel Meridione – resistono e sopravvivono, sopravvivono e coinvolgono altri nella resistenza. E forse un giorno ci sarà qualche vescovo e qualche cardinale in più che - sullʼesempio di monsignor Bregantini in Locride - uscirà dai palazzi un poʼ troppo protetti e affiancherà i preti di periferia e i loro parrocchiani, indifesi ma coraggiosi. Forse questo genere di iniziative comporterà la rinunzia a qualche rosario in chiesa o a qualche novena di preghiere in onore di santa Rita per far trovare marito alle ragazze che rischiano di restare ʻzitelleʼ; forse qualche dotto professore di teologia si affretterà a mettere in guardia dai rischi dellʼ “orizzontalismo” laicista ai danni del “verticalismo” mistico…Ma la questione radicale resta la medesima: se il vangelo di Gesù Cristo chiede ai credenti di alimenatre lʼindustria del sacro o di impegnarsi, sino in fondo, per la libertà, la giustizia e la fraternità. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana pagina 2 Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 23 MARZO 2012 PRIMO PIANO Elezioni a colpi di euro Il presidente della Regione predispone la riconferma. A suon di miliardi europei A PAGINA TOP SECRET 6/7 COMUNE DI POLITICA Dismissioni, nuovo piano da 90 milioni Buzzanca decade ancora Ilo Tribunale di Palermo toglie la poltrona di deputato al sindaco di Messina A PAGINA 8 Ascom, Corona...di spine Il deputato torna allʼArs dopo i domiciliari A PAGINA 9 Disgiunti alle elezioni SAVOCA. Al Bar Vitelli si ricordano i quarant’anni del film “Il padrino” Unʼistanza pronta per il Decano dʼAteneo 10 A PAGINA Pennica sveglia Agrigento Aralia, toh chi si rivede! Lʼavvocato penalista lanciato da Epolis sarà sostenuto dal Pdl e da Grande Sud Torna il progetto contestato del palazzo a strapiombo du Montepiselli A PAGINA Castoro, poltrona blindata 11 A PAGINA 19 Ato 3, piovono promozioni 13 20 Nomi e cirvostanze “analoghe” nei due incidenti nello Stretto A PAGINA 21 A tu per tu con Enzo Di Salvo, autore di otto libri “autoprodotti” A PAGINA 39 Il Padrino ha 40 anni Il bar Vitelli di Savoca ricorda il debutto del film di Coppola A PAGINA 22 Il chitarrista Ricky Portera, collaboratore di Lucio Dalla, si racconta La ricerca nell’uovo A PAGINA 23 Se il metano non va in rete In stan by il progetto da 110 milioni di euro A PAGINA 26 Pasquasia per l’Eternit Enna si ribella alla miniera-discarica A PAGINA 27 ECONOMIA VINCENZO FRANZA PAG. 29 Lʼantitrust boccia la privatizzazione di Tirrenia e della controllata regionale A PAGINA 29 Re si candida. Anzi no 14 Candidato di buon Argurio A Villafranca la lista NuovaMente è guidata dal giovane presidente della Pro Loco A PAGINA 15 Lo Schiavo “ballerino” Settegiorni Qui Scuola/Istruzioni per l'Uso Occorre Sapere Uomini & Business Notizie dai Consulenti Consumatori Libri/La Classifica Mostre Weekend Lettere & Commenti Io, cittadino/ Heritage Ecologia e Ambiente Eliodoro/150 Parole da Palermo Antibuddaci/ Animal House A PAGINA 30 Nomina in Sicilia per Salvatore Forastieri 31 SICILIA A PAGINA 32 Fermate la vendemmia verde Polemica sui rimborsi per distruggere lʼuva Pacifico, “32 colpi in testa” Sventato il complotto per eliminare il magistrato A PAGINA 17 A PAGINA 33 POSTER Test, “regolarità” in giallo Argimusco, megaliti e... polemiche I giudici del Tar si dividono nel dare lʼokay agli esami di accesso a Medicina Tesi a confronto sul complesso rupestre di Montalbano Elicona A PAGINA 36/37 A PAGINA 18 Consulenze d’oro Interrogatori alla Serit PALERMO. Consulenze dʼoro: la polizia giudiziaria, dopo avere acquisito la documentazione relativa agli incarichi affidati da Serit Sicilia negli ultimi dieci anni, ha proceduto a interrogare il presidente Bendetta Cannata, il direttore generale Antonio Finanze, il generale Canonico e il presidente del collegio sindacale, Michele Di Bono. Più di dieci milioni le somme destinate ad incarichi di consulenza tributaria. CONFINDUSTRIA SICILIA Montante si scalda, Lo Bello vice di Squinzi SIRACUSA Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e Ivan Lo Bello, vice presidente nazionale del neo presidente Squinzi. Sono questi gli scenari tra lʼassociazione siciliana e quella nazionale dopo il turn over di Emma Marcegaglia. MESSINA. Nascerà nella settecentesca villa Garufi di Mangialupi la moschea di Messina. Il comitato promotore del Centro studi Musulmano ha presentato richiesta al Dipartimento Urbanistica diretto dallʼassessore Pippo Corvaja, che sta vagliando la destinazione dʼuso che autorizza le attività di culto. Il convegno presieduto da Grimaudo 16 RISCOSSIONE Moschea musulmana in una villa a Magialupi Un garante per i tartassati A PAGINA MESSINA. Novanta milioni da recuperare dallʼalienazione del patrimonio immobiliare. Così il comune di Messina risponderà ai solleciti della Corte dei Conti per ripianare i buchi di bilancio. Il precedente piano di dismissioni ne ha incassati solo quattro milioni. In vendita anche lʼautoparco municipale di via Industriale. MESSINA Gli azionisti hanno perso 70 milioni di euro Infrastrutture, tutti i “nodi” A Santa Teresa lʼex sindaco con Sicilia Vera A PAGINA 4/5 28 34 34 34 34 38 42/43 44/45 46/47 46 46 47 47 Conti in rosso alla Ram A Santo Stefano passo indietro del bancario A PAGINA Siremar, l’Europa dice no 41 RUBRICHE Iniziativa benefica della Onlus a Messina A PAGINA 40 «Io, grande figlio di puttana» Aggiudicato lʼappalto per il Parco urbano di Giostra. Ma i lavori non partono A PAGINA 38 Uno scrittore sul Serit I misteri della Magnolia Due ricorsi contro Antonio Ruggeri per comportamento antisindacale Un libro fi Lentini apre nuovi orizzonti alla Sicilia e agli uomini del Sud A PAGINA Rubina e Segesta, che coincidenze Il consigliere provinciale di Enna resta in sella A PAGINA 12 A PAGINA PAG.40 «Elezioni per il nuovo rettore» Palermo ai tempi di Orlando La doppia scheda per sindaco e consiglieri frammenta le candidature. E a Palermo... A PAGINA MESSINA pagina 3 “SANTI CONDOMINI E ALTRE STORIE” PAG. 42 23 MARZO 2012 7giorni centonove PALERMO. SINDACATI IN GUERRA PER LA GESTIONE DELLA SOCIETÀ CHI SALE L Franco Mondello MESSINA. Lʼassessore al Decentramento del Comune di Messina si conferma l'anima economicamente virtuosa della giunta. Per far continuare a risparmiare le casse dissestate dellʼamministrazione, Mondello ha presentato un piano di riordino dei quartieri che prevede diversi accorpamenti, così da risparmiare in affitti ed utenze. L Francesco Alecci MESSINA. Il Prefetto di Messina conferma la sua linea decisionista e di fermezza. Dinanzi alle mancate risposte del sindaco rispetto alla richiesta di chiarimenti sulla vicenda della palazzina dellʼIacp occupata abusivamente, ha deciso di fare da sé, convocando un tavolo operativo per risolvere la questione in brevi tempi. L Nino Catanzaro 118, agitazione contro Seus Nel mirino, i ritardi nelle graduatorie e nella contrattazione PALERMO. Poca trasparenza e ritardi incomprensibili nella pubblicazione della graduatoria del personale e nellʼavvio della contrattazione integrativa da parte della Seus scpA dove due anni fa è transitato il personale del 118. A denunciarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl che contestano lʼatteggiamento assunto dai vertici Seus e proclamano lo stato di agitazione del personale che annunciano anche lʼastensione da qualsiasi incontro organizzato dalla Società che non sia lʼavvio della contrattazione decentrata. “In assenza di risposte - sottolineano -organizzeremo la mobilitazione del personale con iniziative che verranno concordate e comunicate per come previsto dalla vigente normativa”. “A due anni dal passaggio del personale dipendente dalla Sise (società in house alla Cri) alla Seus Sc.p.A. - scrivono i sindacati - si continua a perdere tempo su questioni cruciali quali la graduatoria generale e la contrattazione integrativa aziendale. Non esiste alcuna giustificazione circa il ritardo della pubblicazione della graduatoria generale soprattutto dopo i recenti comunicati diramati dalla società sullʼimminente pubblicazione della stessa, redatta sulla scorta dei criteri approvati con INIZIATIVE Palazzi aperti per la Giornata Fai MESSINA. Fine settimana allʼinsegna della XX Giornata di Primavera del Fai, Fondo per lʼAmbiente Italiano. A Messina saranno visitabili la Camera di Commercio, progettata da Camillo Puglisi Allegra nel 1913 ma realizzata nel 1926 (venerdì 23, ore 9.00-13.00; sabato, ore 9.00-17.30; domenica, ore 9.30-18.00), il Palazzo della Dogana, opera in stile Liberty di Giuseppe Lo Cascio, che sorge al posto del Palazzo reale, distrutto dopo il terremoto del 1783 (venerdì 23, ore 9.00-13.00; sabato, ore 9.00-17.30; domenica, ore 9.30-18.00) e la Cassa d i Risparmio Vittorio Emanuele di Ernesto Basile ((venerdì 23, ore 9.00-13.00; sabato, ore 9.00-17.30; domenica, ore 9.30-18.00). MILAZZO. Il manager della Nettunia, noto anche per la sua attività di diacono, è il nuovo presidente nazionale della Federfire, l'associazione di categoria delle società che gestiscono servizi antincendio nei porti e in tutte le aree di interesse strategico. MUSEI. L’INIZIATIVA “VIRTUALE” DELL’IMPRENDITORE SOGNATORE PIERALISI L Enzo Sindoni Federico II rivive nella sua Jesi CAPO DʼORLANDO. Bici gratis per i neo diplomati di Capo dʼOrlando. A regalarla sarà lʼamministrazione comunale guidata da Enzo Sindoni per promuovere il trasporto ecosostenibile. Da anni, ai piccoli orlandini che “salutano” la scuola dellʼobbligo viene donato un computer portatile. L Xu Zhong CATANIA. Il direttore d'orchestra e pianista cinese è il nuovo direttore artistico dell'Ente autonomo regionale Massimo Bellini di Catania. Lo ha nominato il commissario straordinario dell'ente, Enzo Zappulla. “Sono onorato, è la prima volta che un cinese dirige un grande teatro d'opera italiano'', ha detto il maestro, che succede a Will Humburg. JESI (ANCONA). "Per favore, non chiamatemi mecenate. Cerco solo, da tanti anni, di realizzare un sogno. Quello di dare a Federico II di Hoenstaufen un luogo che ne possa rispecchiare la vita e le vestigia sparse in tutta Italia". Il 'sognatore' è Gennaro Pieralisi, l'imprenditore marchigiano che esporta macchine olearie in tutto il mondo e che finanzierà a Jesi la realizzazione di un museo virtuale dedicato all'imperatore svevo dal cuore arabo, lo 'Stupor mundi' che fu nipote di Barbarossa, protettore delle arti, grande innovatore nel campo delle leggi, della politica e delle scienze. E così Federico, il 'puer Apuliae', il fanciullo di Puglia, torna nella sua Jesi, nella Marca Anconitana, dove nacque, seppure per un 'incidente', il 26 dicembre 1194 nella piazza che ora è a lui intitolata. Jesino per caso, perché la madre Costanza d'Altavilla dovette fermarsi qui mentre stava raggiungendo il marito a Palermo, incoronato appena il giorno prima, il giorno di Natale, re di Sicilia. 'Attempata' per l'epoca, l'imperatrice dovette 'certificare' la nascita del bimbo, stante lo scetticismo circa la sua gravidanza, e per questo fu allestito un baldacchino al centro della piazza di Jesi, dove Costanza partorì pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al trono. Fondatore e presidente della Fondazione Federico II Stupor Mundi, che realizzerà e gestirà la struttura con fondi privati, Gennaro Pieralisi ha incassato dal consiglio comunale di Jesi un importante via libera al suo sogno: l'adesione della città natale dello svevo alla Fondazione e al progetto museale, e la contestuale concessione in comodato d'uso dello storico palazzo dove sarà ubicato il museo virtuale, il Complesso San Floriano. Tra ologrammi, pannelli digitali, installazioni sonore, e ambienti ricostruiti in 3 D, il museo interattivo e multimediale ricostruirà vita ed opere di Federico II in un affascinante percorso didattico che contempla, tra l'altro, l'immersione degli spettatori dentro un film proiettato a 360 gradi nei locali dell'attiguo Teatro Studio Moriconi. Il progetto preliminare, impostato dall'associazione Civita di Roma, traccia un viaggio cronologico, dalla nascita alla morte, fino ad entrare nella sfera del mito di pagina 4 la sottoscrizione dellʼaccordo del 5 gennaio 2012. Di proroga in proroga la società preferisce utilizzare quale metodologia di confronto quella degli incontri “bilaterali” ovvero degli incontri “ultralaterali” al solo fine di non decidere, ma dando inevitabilmente spazio ad ingerenze esterne”. SOCIETA Tragedia della solitudine, anziano in casa morto da tre giorni PALERMO. Tragedia della solitudine a Palermo, dove il cadavere di un uomo di 79 anni è stato scoperto in avanzato stato di decomposizione. A fare scattare l'allarme, la segnalazione di alcuni condomini di uno stabile in corso Calatafimi. Quando i vigili del fuoco sono entrati nell'appartamento si sono trovati davanti il corpo senza vita in avanzato stato di decomposizione. Lʼuomo viveva da solo e il decesso risalirebbe a tre settimane fa. Messina, memorial “Pasquale e Bianca David” al Don Orione MESSINA. Si svolgerà lunedì 26 marzo alle 16,30, presso lʼistituto “Don Orione”, il settimo memorial “Pasquale e Bianca David”, organizzato dalla famiglia dei coniugi, che profusero notevole impegno sociale con lʼinsegnamento, in collaborazione con il Kiwanis Club Messina Nuovo Ionio. In programma uno spettacolo di danza, canti e cabaret prima del buffet. Assemblea a Messina della comunità siciliana Bahà’ì MESSINA. Per ricordare lo storico evento del passaggio di ʻAbduʼl-Bahà dalle acque dello stretto di Messina (che avvenne il 27 marzo 1912) la comunità siciliana terrà un incontro domenica 25 marzo, allʼHotel Paradise di Messina. Relatore il giornalista Rino Cardone, pure critico dʼarte, poeta e saggista. Interverrà anche Uccio Severino dellʼassemblea regionale. “Uno sport per la vita”, vetrina per il Csi peloritano MESSINA. Lʼattività dei volontari del Centro sportivo italiano messinese è stata presentata al presidente nazionale Massimo Achini, nel corso del convegno “Uno sport per la vita”, dal presidente provinciale di Messina Stellario Briguglio e di quello territoriale Milazzo/Patti Giuseppe Felice. Mercoledì 21 allʼOratorio San Matteo di Villa Lina, è stato consegnato anche il Discobolo dʼOro alla Memoria alla vedova di Carmelo Lanzafame, indimenticato presidente provinciale. Domenica prossima in programma a Villa Dante la finale regionale di tennis tavolo. Campagna infertilità maschile, Legrottaglie testimonial CATANIA. "Sono contento di poter usare la mia immagine per pubblicizzare campagne di prevenzione e iniziative pro-fertilità, sperando anche che i giovani possano essere esortati al consulto medico". L'ha detto il calciatore del Catania Nicola Legrottaglie, partecipando nel centro direzionale della Provincia, a Tremestieri Etneo, la campagna di prevenzione nazionale contro l'infertilità maschile "Androlife", organizzata dalla Società italiana di andrologia e medicina della sessualità. Visite gratuite per uomini tra 18 e 35 anni, in ambulatori universitari e ospedalieri. 7giorni centonove 23 MARZO 2012 PALERMO. PEOPLECOOKS Parte il social network per mangiare insieme MESSINA. CENTINAIA DI GIOVANI A PIAZZA DUOMO SULLE NOTE DI BOB MARLEY Una catena umana contro il razzismo MESSINA. In occasione della Giornata Mondiale contro il razzismo centinaia di studenti accompagnati dai docenti, associazioni e giovani immigrati hanno animato Piazza del Duomo. Così come in altre 35 città italiane, anche a Messina mercoledì scorso si è formata una lunga catena umana, sulla note di “One Love” di Bob Marley interpretata da Maria Chiara Brancatelli e Jeniffer Padul dellʼOrchestra Multietnica Giovanile “Ritmo Live”, per manifestare pubblicamente il rifiuto del razzismo e della xenofobia in tutte le loro forme. LʼAssessore provinciale alle Pari Opportunità Mariella Perrone si è detta contenta. «La cultura del rispetto e delle diversità sono un valori importanti. E i giovani lo hanno capito» CINEMA Salina Festival sposa il Sign of Change film SALINA. Ufficializzato a New York il gemellaggio tra il Salina Festival CineMareMusica e il Signs of Change Film Festival 2012 (New York 19 - 23 marzo), manifestazione dedicata a lungometraggi, documentari e cortometraggi che illustrino le azioni promosse a livello internazionale per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell'ONU. Quest'anno Salina Festival CineMareMusica, giunto alla sua sesta edizione e diretto dal 2006 da Massimo Cavallaro, si svolgerà nell'isola delle Eolie dal 24 al 29 luglio e sarà interamente dedicato al tema Incontri tra popoli, culture, elementi naturali, alla ricerca di affinità e curiose parentele nel Mediterraneo. PALERMO. Un social networks dedicato alla cucina, al risparmio, ed un modo nuovo di mangiare assieme. Questo è PeopleCooks, pensato per una community divisa in grandi gruppi. Da una parte chi deve mangiare fuori, detto People: studenti in trasferta, lavoratori o chiunque si trova lontano da casa e vuole un pasto gustoso ma mangiando poco. Dall'altra, i cosidetti Cookers: persone che hanno una casa a disposizione e sanno cucinare. Ecco allora l'offerta del network: i People potranno accordarsi con un Cookers per pranzare casa loro, con un pasto completo (primo, secondo, un frutto e acqua) a soli 6 Euro. Il meccanismo è semplice. Basta andare sul sito (www.peoplecooks.it) ed iscriversi, inserendo una serie di dati richiesti. PeopleCooks è un'idea di Onofrio Carruba Toscano che lʼha presentata a Palermo: obiettivo, diffondere il sistema a partire dalla Sicilia ROSA E NERO Addio al cantautore Massimo Melodia PALERMO. Se nʼè andato il 21 marzo a Palermo, a 61 anni, Massimo Melodia, compositore e cantautore, pianista e chitarrista, instancabile animatore di tanti spettacoli. Lascia la moglie Iole e due figli, Silvia e Manfredi. Massimo Melodia nasce come autore con i Pop 70 e con i Travaglini, ma è dal 1978 che lega la sua attività a quella di Gianni Nanfa e dei suoi spettacoli. Alcune sue composizioni, da “La Vucciria” a “L' isola”, “Buela”, “Lu misi di marzu”, “L' amico mio lupo di mare”, ma anche “La gita” o “Canto bambino” fanno parte del patrimonio contemporaneo siciliano. Il suo primo spettacolo fu “Bricolage” al Teatro Madison, con lʼinseparabile chitarra. BACCHETTATE. LA COMMISSARIA SCRIVE A CAMILLERI. CHE REPLICA: «SIAMO SERI» Giornalismo, è morto Franco Cattano Ue contro Montalbano: «Non mangi pesciolini” CATANIA. Lutto nel giornalismo catanese. Si è spento a 81 anni Franco Cattano, papà di Valerio a lungo redattore de “La Sicilia”. L' attività di Cattano nel quotidiano si è intrecciata con quella di componente del consiglio regionale dell' Ordine. I funerali si sono svolti il 17 marzo nella chiesa dei Martiri Inglesi a SantʼAgata Li Battiati. ROMA. Il commissario Montalbano 'sotto processo' per peccati di gola. E a metterlo all'indice è niente meno che l'Unione Europea. Abile e amatissimo investigatore, il poliziotto che guida il commissariato di Vigata è infatti 'reo' di mangiare piccoli pesci, contribuendo così a rovinare l'ecosistema del Mediterraneo. Ma Andrea Camilleri (nella foto) non ci sta: "Se la prendono con un personaggio di fantasia? Non capisco", taglia corto il papà del celebre personaggio, auspicando "un po' di maggiore serietà". A prendersela con il commissario interpretato in tv da Luca Zingaretti è la commissaria europea Maria Damanaki, paladina di una pesca sostenibile e fan di Montalbano. Ma non abbastanza da perdonare al poliziotto e al suo autore tanta leggerezza. Al punto che ha preso carta e penna per scrivere a Camilleri e chiedergli di modificare i gusti culinari del suo personaggio, eliminando dal menù il novellame. Via insomma le famose scene in cui Montalbano nella sua splendida casa affacciata sul mare a Marinella, in Sicilia, offre alla compagna Livia o a testimoni reticenti i gustosi pesciolini cucinati a puntino dalla fida Adelina. Mafia, a Foligno una piazza per Rizzotto FOLIGNO. Foligno intitolerà un'area della città alla memoria di Placido Rizzotto. Lo ha annunciato il sindaco Nando Mismetti in occasione della celebrazione della Giornata della memoria delle vittime di mafia, durante la quale è stata intitolata una piazza a Rita Atria. Mismetti - riferisce il Comune ha spiegato che la decisione é stata presa "per ricordare l'impegno e la testimonianza" di Rizzotto. Il sindacalista scomparve il 10 marzo 1948 da Corleone, ucciso probabilmente dalla mafia. I suoi resti sono stati trovati nel 2008 nella zona di Corleone. pagina 5 CHI SCENDE M Salvatore Ticonosco MESSINA. Quando guida, è in netta controtendenza con le sue battaglie di civiltà stradale per le vie cittadine. Il consigliere del Pdl al Comune di Messina, infatti, ha lasciato la sua macchina davanti al monumento a Gaetano Martino, ostacolando per un bel po' il passaggio del bus nellʼora di punta. MPeppino Buzzanca MESSINA. Il sindaco di Messina continua a essere vittima del correttore automatico di Twitter. Buzzanca, infatti, ogni volta che scrive di “dismissioni” rende felice chi non lo vorrebbe più al Comune. Ecco come appariva uno degli ultimi messaggi: “Si spinge sulle dimissioni. Gruppo di lavoro formato anche da patrimonio e ragioneria. Nuovo incontro lunedì”. M Francesco Cannavà MESSINA. Il giovane regista messinese mette lʼeducazione prima di tutto. Anche della viabilità. Giovedì pomeriggio, per salutare un amico, prima ha rischiato di investire un motorino e poi ha bloccato il traffico, per fortuna non eccessivo, accostando lʼauto in doppia fila. M Giovanni Felice PALERMO. La presidenza nazionale di Confesercenti ha ratificato la revoca di tutti gli incarichi ricoperti dallʼex presidente della sede di Palermo. Alla base della decisione, anche la situazione debitoria di 800 mila euro in bilancio scoperta dal commissario inviato dai vertici. M Giuseppe De Francisci AGRIGENTO. La procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio del consigliere comunale dell'Mpa, accusato di violenza privata, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico e calunnia. De Francisci - secondo il pm - avrebbe attribuito ad un panificatore, suo presunto rivale in amore, falsi illeciti tributari ed in materia di sicurezza del lavoro proponendo accertamenti urgenti sull'attività. 23 MARZO 2012 primopiano centonove STRATEGIE. Il presidente della Regione predispone la riconferma. A suon di miliardi Elezioni a colpi di euro Via libera agli euro non spesi legati ai finanziamenti statali ed europei. I primi passi con gli “avvisi” legati all’assessorato alla Formazione. A cominciare dai cinquecento milioni del “Piano Giovani” PALERMO. Nuova giunta poli-tecnica e via alle grandi spese con i miliardi non ancora utilizzati che derivano dai finanziamenti statali ed europei. Raffaele Lombardo si prepara al dopo amministrative. Il primo passaggio sarà far quadrare una nuova giunta prima dellʼestate (con la sola incognita legata allʼintegrità o meno del principale alleato, il Pd). Il secondo, invece, lanciarsi in una impennata di bandi e avvisi utilizzando quanto rimane ad spendere. Che non è poco. In ballo, oltre ai 286 milioni annui per la Formazione professionale, ci sono un bel poʼ di altre iniziative e, soprattutto, i 6 miliardi 539 milioni 605 mila euro del Programma operativo regionale 2007-2013. Al 31 dicembre 2011, infatti, la Regione ne ha impegnati 2.692.266.665,9 e ne ha spesi 784.971.944,91. Della mole di denaro da impiegare, con lʼunico problema in molti casi del cofinanziamento che la Regione non riesce sempre a garantire per problemi di cassa, il pianeta che gravita intorno allʼassessorato alla Formazione è certamente uno dei più “fecondi” e di miglior utiliuzzo. Ecco perché. FORMAZIONE & DENARI. Prossimo a partire in rampa di lancio cʼè, ad esempio, il “Piano Giovani”. Si tratta di 500 milioni di euro che provengono dal Fondo sociale europeo da spendere in accordo con il Ministero per le politiche di Coesione. A rischio sono invece i 180 milioni dellʼAvviso 8 del 2009. Per far partire gli “Interventi formativi per lo sviluppo dei saperi e delle competenze”, finanziati sempre dal Fondo sociale europeo e da affidare agli enti di formazione accreditati, lʼassessorato dovrà infatti rispondere in tempo utile, e in maniera convincente, ai rilievi posti dalla Corte dei Conti. Cʼè poi lʼavviso 9, per la formazione professionale ai lavoratori nelle aziende. Sono 40 milioni di euro destinati sia agli imprenditori che ai disoccupati con parametri orari da 18 a 24 euro a seconda delle categorie. Le proposte sono in esame Marco Venturi in questo momento. Attualmente in corso ci sono poi i tirocini di ricerca presso gli enti di ricerca regionale (otto milioni di euro), la certificazione linguistica “Speek easy” (5 milioni di euro) e i corsi dei master e delle specializzazioni legati allʼAlta Formazione per i laureati, in tutto otto milioni di euro. Tra qualche giorno, invece, dovrebbe iniziare il procedimento per verificare lʼammissibilità dei corsi per operatore socio-sanitario. Si tratta dellʼavviso 18 del 2011, in sinergia con lʼassessorato alla Sanità. Possono concorreere al budget da 40 milioni di euro gli enti accreditati con entrambi gli assessorati. Lʼavviso è uno di quelli più “sensati”, visto che il personale da formare si basa su una domanda precisa delle aziende sanitarie. Ci sono poi i fondi legati allʼOif (Obbligo di istruzione e formazione professionale), che riguarda la formazione per chi non vuole continuare il percorso scolastico obbligatorio. In ballo, 197 milioni messi in campo con lʼavviso 19, tutti a disposizione degli enti accreditati. In questo caso, i più interessati (e cari al presidente della Regione) sono quelli di area salesiana. Resta attualmente al palo, invece, lʼavviso 10 del 2010, che riguarda le scuole a rischio e il tempo continuato. Avrebbero dovuto beneficiare del servizio (spesa 40 milioni) 600 scuole circa, ma si attende di capire come, in seguito alla riprogrammazione dei fondi statali, deve essere operata la rimodulazione dalla Regione. PIANETA PROF. Cʼè poi la formazione professionale “classica”, che assicura 286 milioni allʼanno per un triennio. Adesso il meccanismo è cambiato, e le regole non sono più quelle della legge 24, ma del Fondo Sociale Europeo che finanzia Piano regionale dellʼOfferta professionale. Per accedere ai finanziamenti, infatti, basterà aver dimostrato di aver VERSO LE ELEZIONI. Raffaele Lombardo svolto attività formativa per almeno un triennio anche al aumentato il suo “parco enti” con la Nt Soft di fuori della “casta” degli enti finanziati (presidente Salvatore Schirò), Trading dalla Regione in precedenza. Questo darà Service, Api Industria Messina e Api diritto a 40 punti nella valutazione Milazzo (presidente Nino Astone), Esofop complessiva di cento che, ovvimiamente, (presidente Giovanna Schirò) e Job include anche il valore dei progetti (presidente Arena). presentati. Il cambio di norma ha permesso MILIARDI IN ATTESA. Leggendo il già 14 nuovi ingressi: Irfs, Penta e quadro complessivo dei finanziamenti dei Marevivo (Agrigento), Ipsa e It Area Net quali la Sicilia potrebbe usufruire, la parte (Caltanissetta), Città del Sole (Catania). siciliana di risorse nazionali legate ai Faro 85 Onlus (Messina), Euromadonie e finanziamenti europei derivanti dal Po Fers, Compagnia universitari ricerche sociali Po Fse, Psr Fears e Po Fep è di 3 miliardi (Palermo), Promozione e sviluppo 862 milioni. Una cifra che è di poco inferiore (Ragusa), Enoius (Siracusa) e Isida ai 4 miliardi 313 milioni dei Fas, cui si (Trapani). E, anche in virtù degli avvisi aggiungono anche i 350 delle risorse Fas aperti agli enti, si giustifica la “corsa” ex Delibera Cipe 122/07. In totale, il quadro allʼacquisto degli enti. Come quella dei due delle risorse a titolarità regionale vede leader di “Innovazioni” del Pd, Nino risorse programmabili per 15 miliardi 210 Papania e Francantonio Genovese. Lʼex milioni, con una quota di risorse segretario regionale, ad esempio, ha IN PARALLELO Lo Monte, ‘o zappatore L’ex capogruppo verso l’assessorato Agricoltura Carmelo Lo Monte MESSINA. Alcuni presenteranno le proprie liste alle amministrative, come Massimo Russo e Gaetano Armao. Altri, come Marco Venturi, “voleranno” ad altri incarichi, ad esempio la presidenza dellʼIrsap che dovrà sostituire i Consorzi Asi da liquidare. Altri ancora, come Elio DʼAntrassi e Sebastiano Missineo, invece, dovranno fare le valige per lasciare i posti liberi. Tutto verrà stabilito dopo le amministrative, e anche i nuovi assetti della giunta risentiranno del loro andamento. Chi però ha già chiuso comunque lʼaccordo è Carmelo Lo Monte. Lʼex capogruppo autonomista alla Camera, da tempo in aperto dissenso con Raffaele Lombardo, avrebbe voluto la delega alla Sanità, ma Massimo Russo resta “intoccabile”, per il governatore. Così, ha deciso di optare sullʼAgricoltura, assessorato che ben si radica nel territo- pagina 6 rio e con a disposizione un bel poʼ di fondi europei. In cambio della poltrona, Lo Monte, che ha la sua roccaforte a Messina e provincia ma anche buone diramazioni in tutta lʼIsola, dovrà assicurare il suo appoggio incondizionato alle amministrative. Restano invece “tranquilli”, in assenza di richieste da parte del loro partito di riferimento, gli assessori in quota Fli, Sebastiano Di Betta (Territorio) e Daniele Tranchida (Turismo). Per il resto, Lombardo dovrà fare spazio agli alleati di Movimento per la Sicilia (che però ha perso già Nunzio Cappadona e Giuseppe Lo Giudice), dando una poltrona probabilmente al presidente della Commissione Bilancio Riccardo Savona, e “accontentare” altri del suo stesso partito. In pole position ci sono Francesco Musotto (capogruppo allʼArs) e soprattutto Lino Leanza, che mai ha digerito lʼuscita dalla giunta in nome dei tecnici, al quale potrebbe andare la delega (già ricoperta) al Lavoro, che Lombardo ha tenuto per sé dopo le dimissioni di Andrea Piraino (espressione dellʼUdc). In casa Pd, infine, è necessario dare spazio alla corrente “Innovazioni” con un nuovo innesto: o Franco Rinaldi o Baldo Gucciardi. (D.D.J.) centonove comunitarie destinate allʼIsola di 5 miliardi 606 milioni e una quota di cofinanziamento a carico di 1 miliardo 427 milioni. Per quanto riguarda le risorse per lo sviluppo regionale legato ai Po (Piani operativi), le risorse complessivamente disponibili sono 10 miliardi 303 milioni, che diventano quasi 13 con il cofinanziamento. Allʼinterno del Po, le risorse Fas pesano per il 23,8 per cento. Ma la lista dei finanziamenti non finisce qui. Con i Pon, infatti alla Sicilia potrebbero arrivare 2 miliardi 467 milioni di risorse comunitarie alle quali si dovrebbero aggiungere le quote nazionali pari a 2 miliardi e mezzo, per un totale di 4 miliardi 968 milioni. Scorrendo ancora la lista, arriva il turno dei “Programmi attuativi nazionali e interregionali” (in tutto quindici) con quasi 4 miliardi destinabili alla Sicilia. Ma le potenziali poste in entrata non finiscono con i Pon. Perché, ad esempio, ci sono i Poin (i Programmi operativi interregionali), che prevedono una dotazione per la Sicilia di 330 milioni di euro. E anche i Pist (Piani di Sviluppo Territoriale) con 617 milioni, i Pisu (Piani Integrati di Sviluppo Urbano) che assegnano a 34 comuni 450 milioni, i Pai (Programma aree interne) con 191 milioni (attrattori culturali) e 165 (energie rinnovabili), il Pan (Piano dʼazione nazionale) con 323 milioni (istruzione), 1 miliardo 346 (ricerca e competitività), 98 milioni (sicurezza), 817 (servizi e reti di mobilità) e 147 milioni (competitività sistemi agricoli e rurali). AGRICOLTURA E GIUNTA. Se il perno della gestione del Fesr, che riguarda più assessorati, è la direzione generale dellʼassessorato regionale alle Attività produttive, lʼAgricoltura può gestire in proprio i 2 miliardi e cento milioni legati al Piano di Sviluppo rurale (Psr). Ed è anche in questʼottica che Carmelo Lo Monte, capogruppo del Mpa alla Camera in dissenso con Lombardo, ha accettato il futuro posto in giunta, anche se avrebbe preferito lʼinafferabile Sanità di Massimo Russo. GLI ALTRI STRUMENTI. Oltre ai miliardi da investire, Raffaele Lombardo è pronto ad affrontare la campagna elettorale attraverso una valanga di poltrone pari a tutti i commissariamenti che ha attuato negli anni. Così, ai posti di liquidatori degli undici Consorzi Asi, si affiancano anche quelle degli enti nascenti. Come lʼIrsap, ad esempio, che è già virtualmente assegnata allʼassessore alle Attività produttive Marco Venturi. primopiano MASSIMO RUSSO La cura del magistrato ha migliorato leggermente i conti della sanità ma la sfida dellʼinnalzamento della qualità dell'assistenza è lontana dallʼessere vinta. A fine 2010 ha varato un piano straordinario da mille assunzioni 23 MARZO 2012 GIOSUEʼMARINO Il prefetto non è riuscito a dotare la Sicilia di un piano rifiuti. Il settore è sullʼorlo del baratro a causa di un miliardo di euro di debiti, eredità degli Ato. La regione registra i valori più bassi in Italia per raccolta differenziata e riciclaggio. SOTTO LA LENTE. Cosa hanno fatto i “fiori all’occhiello” tecnici dell’esecutivo Sanità, Rifiuti e incompiute Massimo Russo passa parzialmente l’esame, ma le incongruenze del servizio 118 e la fuga nel continente dei malati non si fermano. Giosuè Marino alle prese con un Piano che non c’è DI MICHELE SCHINELLA PALERMO. Un magistrato e un prefetto. Raffaele Lombardo si era affidato a loro per tentare di curare i gravi mali da cui era afflitta la sanità regionale, che quando fu eletto a maggio del 2008 rischiava il commissariamento, e quelli che affligevano la gestione del ciclo dei rifiuti, che il commissariamento per lʼemergenza lo ha avuto davvero con la nomina come commissario delegato dello stesso governatore da parte del presidente del Consiglio dei ministri. Il magistrato Massimo Russo da 4 anni ai vertici della politica sanitaria ha superato la prova: ma solo in parte e tra tante ombre. Il prefetto Giosuè Marino, invece, che ha sostituito nel 2009 come assessore Pier Carmelo Russo, non può dirsi per nulla soddisfatto: gli obiettivi che gli sono stati assegnati sono lontani dallʼessere centrati e tutto il settore è appesantito da un miliardo di euro di debiti nei confronti dei gestori delle discariche e degli operatori economici. SANITAʼ. Se il commissariamento è stato sventato, i conti economici sono migliorati di poco e il Governo centrale ha accordato un maxi prestito da tre miliardi di euro per far fronte ai debiti pregressi, la lotta agli sprechi è lontana dallʼessere vinta: al 118 ci sono da due anni 500 autisti soccorritori pagati per non lavorare. A preoccupare di più, però, è la sfida del miglioramento della qualità dellʼassistenza sanitaria, che ogni anno costa 250 milioni di euro di mobilità passiva. I siciliani, infatti, quando sono malati non nutrono molta fiducia negli ospedali siciliani, specialmente quelli pubblici (non ancora accreditati, peraltro) e dove continuano ad essere registrati alti indici di ricoveri inappropriati, e così quando non emigrano in altre regioni si rivolgono sempre di più alle strutture sanitarie private che nellʼera Russo hanno registrato il pienone. Il magistrato aveva promesso: «La meritocrazia sarà la stella polare nel conferimento degli incarichi manageriali». I suoi oppositori hanno osservato: «Tutti i manager sono fedelissimi la governatore Lombardo, altro che meritocrazia». Tra questi Salvatore Giuffrida che dopo avere mandato in default i conti dellʼAsp 5 è stato costretto a dimettersi ma è stato pure ripescato come direttore sanitario nelʼazienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, diretta da Francesco Poli, altro fedelissimo del governatore, manager che ispira tutta la politica sanitaria regionale. RIFIUTI. Fu il suo predecessore Pier Carmelo Russo ad annullare la gara, voluta fortissimamente dal governatore Totò Cuffaro, che avrebbe dato alla Sicilia 5 termovalorizzatori, panacea di tutti mali - secondo i sostenitori - nel campo dei rifiuti ma fumo negli occhi per gli ambientalisti. Da allora però il nulla: raccolta differenziata e riciclaggio allʼanno zero, discariche tradizionali stracolme e senza biostabilizzatori (necessari per rendere i rifiuti innocui), pure imposti da 4 anni dallʼUnione europea. La regione Sicilia non ha ancora un piano regionale dei rifiuti che pure il prefetto annunciò fosse cosa fatta due anni fa. Lʼeredità delle Autorità territoriali dʼambito, messe in liquidazione e sostituite con legge approvata a fine del 2010 da altri organismi che non hanno ancora visto la luce, si è fatta ancora più pesante: soprattutto economicamente. Lʼassessore per risolvere i problemi economici si è affidato allʼesperienza del ragioniere generale Enzo Emanuele, nominato dirigente generale del Dipartimento, che ha tentato di farsi prestare un miliardo di euro dalla banche: invano. MISSION IMPOSSIBLE Centorrino svolta a metà Luci e ombre del nuovo sistema per i corsi Mario Centorrino MESSINA. Le risorse per la formazione professionale sono aumentate: ma non sono più tirate fuori dalla casse regionali. Arriveranno dallʼUnione europea. Gli enti accreditati contano 14 new entry e incasseranno una tariffa standard uguale per tutti per ogni ora di docenza. I lavoratori potrebbero lievitare un esercito già eccessivamente nutrito. Mentre i progetti di formazione, secondo la denuncia di Confindustria Sicilia, continuano a non tenere conto delle reali esigenze del mercato del lavoro ma sono funzionali alle esigenze degli enti. La rivoluzione del settore Formazione professionale che Raffaele Lombardo ha affidato al docente di Economia, Mario Centorrino, si è concretata dopo due anni di polemiche e con unʼinchiesta della Procura della Corte dei conti in corso, in una giornata di marzo del 2012, quando è stata presentata lʼOfferta forma- pagina 7 tiva del 2012. Eʼ parso a tutti chiaro ascoltando Ludovico Albert, dirigente generale dell Dipartimento che pure parla di “considerevole discontinuità col passato”, che la rivoluzione rischia di alimentare il clientelismo, fatto di assunzioni ad hoc, in cui da anni squazzano politici e sindacalisti. «Dʼora in poi sarà finanziato il progetto dice il direttore della Formazione - e non conterà più il numero di dipendenti della società, cui sarà data una somma che sarà costretta ad amministrarsi in maniera responsabile, cosa che finora non è mai successa. In questo modo gli enti diventano imprese e ci penseranno due volte prima di assumere senza criterio». A rientrare nella graduatoria sono sempre gli stessi enti del passato. «È stato un bene - commenta Claudio Barone, segretario siciliano della Uil si è evitato un dramma sociale». Sono 4mila i dipendenti della formazione in cassa integrazione: «Se gli enti storici fossero stati esclusi e se ne fossero scelti altri, il risultato sarebbe stato una macelleria sociale da un lato e un nuovo stipendificio dall'altro», aggiunge Barone. In tutto, l'Unione europea metterà sul piatto oltre 800 milioni di euro, ripartiti in tre anni. E poi? (M.S.) Politica 23 MARZO 2012 UNA CARRIERA NEI TRIBUNALI Lʼincompatibilità di Buzzanca nel doppio incarico da sindaco di Messina e deputato regionale, è stata sancita dalla Corte costituzionale nel 2010. Un anno dopo, la Consulta si è pronunciata contro una legge, votata dallʼArs, secondo la quale pur in presenza di incompatibilità sancita per legge, sarebbero stati comunque necessari i tre gradi di giudizio di fronte ad un tribunale civile perchè la decadenza potesse colpire. Lʼeventuale perdita dallo scranno allʼArs sarebbe la seconda collezionata dal nutrizionista barcellonese, già eletto nel 2006 e decaduto a causa di una condanna per peculato che, tre anni prima, gli era costata la poltrona da sindaco. PALERMO. Il tribunale del capoluogo decide: niente più Ars per il sindaco di Messina Buzzanca decade ancora Perde la poltrona di deputato regionale in ottemperanza alla sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarate incompatibili le due cariche. Ma proporrà ricorso in appello. A meno che... DI ALESSIO CASPANELLO PALERMO. La sentenza era scontata. Presidente Francesco Caccamo, relatrice Marinella Laudani, la prima sezione civile del tribunale di Palermo ha depositato la sentenza che dichiara la decadenza di Giuseppe Buzzanca da deputato regionale in virtù dellʼincompatibilità, sancita dalla Corte Costituzionale, tra le cariche di parlamentare regionale e primo cittadino di Messina. Ancora una volta. BUZZANCA DECADE ANCORA... Ci aveva provato, il sindaco di Messina, a resistere. Marcello Scurria, legale di fiducia di Buzzanca, aveva preliminarmente sollevato lʼinammissibilità del ricorso inoltrato da Antonio DʼAquino, primo dei non eletti che entrerà allʼArs al posto di Buzzanca, in quanto proposto tardivamente. Unʼeccezione che la corte ha ritenuto di non dover prendere in considerazione, insieme alla “litispendenza” con un altro giudizio instaurato da un altro elettore nei confronti di DʼAquino stesso, motivo per il quale Scurria aveva chiesto la sospensione del giudizio in attesa che si risolvesse quello pendente. A questa Antonio Catalioto centonove richiesta, la corte ha risposto rigettandolo, “non ricorrendone i presupposti di legge”. Come ultima mossa, il legale di Buzzanca aveva “azzardato” la richiesta di rigettare nel merito il ricorso di DʼAquino, patrocinato da Antonio Catalioto, “con il favore delle spese. Il collegio giudicante, invece, non solo ha accolto il ricorso, togliendo a Buzzanca la poltrona a palazzo dei Normanni, ma gli ha anche appioppato seimila euro di spese legali. ...MA NON SʼARRENDE. La sentenza non era stata depositata che da appena qualche minuto, che già Marcello Scurria aveva annunciato ricorso. “La decisione del tribunale di Palermo - ha spiegato Scurria per motivare il ricorso in appello - era ampiamente scontata perché coerente con quella di sollevare a suo tempo la questione di costituzionalità. La non condivisione delle motivazioni nonostante il formale rispetto della sentenza - ha concluso non può che determinare una richiesta di riesame dinnanzi al giudice di appello". La questione della decadenza di Buzzanca da palazzo dei Normanni si era incagliata due mesi fa sulla decisione “pilatesca” della commissione di verifica dei poteri dellʼArs. “Quello di parlamentare regionale e di sindaco non è un doppio incarico, è una doppia legittimazione popolare”, ha sempre affermato Buzzanca. E la commissione di verifica dei poteri dellʼArs, che aveva il potere (ed i numeri) per scalzarlo dalla poltrona di palazzo dei Normanni, ha dato per buona la sua interpretazione, votando lo stop allʼiter di decadenza interno allʼassemblea regionale siciliana proprio perchè pendente al tribunale di palermo cʼera il ricorso che si è deciso giovedi 22 marzo. SALVO COMPLICAZIONI. Se la poltrona sulla quale Buzzanca si accomoda a Palermo è ormai “ad orologeria” (scontato lʼesito dellʼappello, per il quale sarà necessario attendere comunque più o meno due mesi), quella da sindaco di Messina sembra al riparo da eventuali scossoni, almeno fino ad ottobre, mese in cui le voci di corridoio danno Buzzanca per dimissionario. Per presentarsi in condizioni di eleggibilità alle elezioni politiche di primavera del 2013, infatti, è necessario che Buzzanca abbia abbandonato la carica di sindaco da almeno sei mesi. Il suo posto a Roma è tenuto “in caldo”. REAZIONI Il Pd affonda il colpo ...e c’è un giudizio ancora pendente in Corte d’Appello Giuseppe Grioli MESSINA. La prima delle reazioni alla sentenza di decadenza di Buzzanca è arrivata praticamente in tempo reale, ed è firmata Giuseppe Grioli, segretario cittadino del Pd di Messina. “Il pronunciamento del Tribunale di Palermo che dichiara decaduto Buzzanca dalla carica di deputato regionale dovrà suggerire al Sindaco di Messina di porre fine a questa assurda vicenda. Buzzanca è incompatibile, ed è rimasto lʼunico in Italia a resistere nel suo doppio ruolo, al solo fine di raggiungere lʼultimo grado di giudizio e avere la conferma di ciò che la Corte Costituzionale ha dichiarato in una sentenza - sottolinea lʼesponente del Pd - La logica di rimanere attaccato il più possibile alle due poltrone, getta discredito sulle istituzioni e sullʼimmagine della città di Messina in Italia”. Stesso tenore per Salvatore Mammola, segretario cittadino di Italia dei Valori: “È palese per tutti pagina 8 che un deputato regionale non possa ricoprire nello stesso tempo la carica di Sindaco; per tutti tranne che per il Sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca”. Idv ha presentando una richiesta dʼintervento al Prefetto Francesco Alecci ed una interrogazione parlamentare al ministro dellʼInterno Cancellieri. “Per dovere di cronaca - sottolinea Mammola - le sentenze a suo sfavore sono diventate sei, tre della Corte costituzionale, una del Tribunale di Messina, una della Corte dʼAppello di Messina ed una del Tribunale di Palermo. E potrebbero aumentare. A dicembre, infatti, la Cassazione ha rinviato alla corte dʼAppello di Messina il ricorso con il quale Giuseppe Rodi ne aveva chiesto la decadenza da sindaco. In questo caso, lʼudienza non è ancora stata fissata. E se per quanto riguarda la sentenza del tribunale civile di Palermo per la decadenza dallʼArs Buzzanca ha la facoltà (della quale il suo legale ha confermato volersi avvalere) di ricorrere in appello, per la seconda, ovvero il ricorso a Messina per la decadenza da sindaco la sentenza, che dovrebbe essere scontata dato il pronunciamento della Consulta sullʼincompatibilità delle due cariche, sarà immediatamente esecutiva. (A.C.) centonove Politica 23 MARZO 2012 A TU PER TU. Revocati i domiciliari all’ex coordinatore del Pdl. Che racconta l’esilio Ascom, Corona...di spine Prima il carcere e poi in casa. In tutto 105 giorni senza la libertà ma con il conforto di moglie, figlie e tanta fede: «La mia colpa? Offrire agli altri. La condotta della società in città è ineccepibile» DI GIOVANNI FRAZZICA MESSINA. Roberto Corona, classe 1946, sessantacinque anni vissuti intensamente, tranne centocinque giorni trascorsi con sofferenza per una situazione che, man mano che si chiarisce, assomiglia sempre più ad una vicenda kafkiana. Un incubo che affonda le sue radici nella realtà e che, per essere fugato, richiederà tanto tempo, tanta pazienza nelle aule giudiziarie. Ma, nellʼimmediato, ciò che conta per Corona, per la sua famiglia, che lo ha sostenuto in tutti questi mesi con tutto lʼamore possibile e per i suoi amici, che hanno creduto in lui e gli sono rimasti accanto, è il suo ritorno alla libertà. A questo ha fatto seguito la presa dʼatto dellʼAssemblea Regionale Siciliana che ha deciso il suo reintegro con decorrenza 17 Marzo, giorno della cessazione degli arresti domiciliari. Lʼincontro con Corona è domenica mattina, allʼuscita della messa delle 11 davanti alla Chiesa di Santa Eustochia. Eʼ accompagnato dalle figlie e da alcuni amici fidati, che hanno deciso di condividere con lui lʼappuntamento religioso domenicale. Le facce sono sorridenti, ma la gioia di tutti è contenuta, forse perché troppo grande è stata lʼamarezza che ha preceduto questo momento di serenità. Nel tragitto a piedi verso la sua casa, le figlie e gli amici stanno a qualche passo di distanza, lasciando lo spazio per una conversazione privata che, di fatto, diventa unʼintervista. «In tutta la mia vita, mi sono assunto ogni responsabilità delle mie scelte e delle mie azioni, sia in ambito professionale, che in politica e nei ruoli istituzionali ricoperti, facendo di ciò una vera “ragione sociale” - dice Roberto Corona, parlando di sé, anche in relazione al suo metodo operativo - Ogni qual volta un progetto è andato oltre la mia persona richiedendo un lavoro di squadra, ho coinvolto i miei amici, IN LIBERTÀ. Roberto Corona concedendo ampie deleghe e massima fiducia, instaurando rapporti leali che, per quanto mi riguarda, non ho mai tradito e mai tradirò! Purtroppo non tutti gli uomini agiscono in buona fede e rispettano gli impegni assunti; per quanto mi riguarda, invece, la fiducia è quella sensazione rassicurante che ti accompagna, ignaro, fino a quando non raggiungi la consapevolezza di essere stato pugnalato alle spalle, scoprendo i veri confini della tua ingenuità». Ma come avete fatto a trovarvi in una situazione di questo genere? «Per offrire agli altri sempre di più, mi sono esposto come al solito in prima persona, ma senza perseguire interessi personali e non pensando ai rischi in cui potevo incorrere. Chi svolge unʼazione sociale può essere coinvolto, del tutto inconsapevolmente, in spiacevoli situazioni. Questo è quello che è accaduto nel mio caso, trascinandomi in una tragica vicenda giudiziaria. Mi sono speso per offrire “una marcia in più” alle piccole e medie imprese e per agevolare il difficile accesso al credito bancario. Per questo sono stato coinvolto ed accusato di reati che non ho mai commesso, essendomi sempre mosso nel rispetto della legalità. Tengo a precisare che i presunti reati che mi vengono contestati non si riferiscono a condotte riconducibili al mio ruolo politico: non ho mai ricevuto finanziamenti illeciti, non ho mai concorso nella realizzazione di attività illecite e men che legali. Il processo servirà per far accertare la verità storica e stabilire le vere responsabilità. Nutro la massima fiducia nella Magistratura e, convinto della mia innocenza, sono sicuro che lʼavvocato Favazzo confuterà, nelle competenti sedi di giudizio, ogni accusa a mio carico, ottenendo la mia piena assoluzione». Programmi per il futuro? «Tornato libero, dopo questo lungo periodo, provato fisicamente e psicologicamente da questa brutta esperienza, finalmente la mia vita riprende pienamente. Nonostante tutto, mi sento rafforzato grazie allʼaffetto degli amici autentici e continuerò ad assicurare la mia presenza nel lavoro, nel campo sociale ed istituzionale, come sempre solo al servizio degli altri. In merito alle contestazioni sono tranquillo e la documentazione in mio possesso è chiara: dallʼindagine condotta dalla Guardia di Finanza è risultata la netta distinzione tra lʼattività della sede dellʼAscom Finance di Messina e quella della unità locale di Roma, con la quale cʼerano solo accordi commerciali ufficiali e pubblici, con delega a svolgere attività assolutamente autonoma, con assunzione piena di responsabilità, nel rispetto del mandato ricevuto e, prima ancora, della normativa di settore. Sia nel mio lavoro che in politica sono stato sempre attento, tenendo comportamenti trasparenti e rispettosi della legge. Non ho mai ceduto dinanzi a facili lusinghe nè a “tentazioni” di alcun genere. Il mio patrimonio, come accertato anche dalle più recenti e severe verifiche, è costituito dai miei redditi di lavoro, dichiarati e pubblicati». Oltre la famiglia, oltre gli amici, chi ha avuto ruolo in questi 105 giorni di difficoltà? «La Fede. Io sono profondamente cattolico, nei momenti più difficili della mia vita la fede religiosa mi ha dato grande conforto ed ha illuminato i miei passi. Da oltre 40 anni, impegnato in politica e nel sindacato, ho sempre lavorato per il bene comune ed il mio alto senso morale ed il profondo rispetto della legalità, prima di tutto ed ad ogni costo, mi consentirà di uscire anche da questa brutta vicenda a testa alta, rafforzato sul piano della credibilità e dellʼonestà!». CONSEGUENZE D’Aquino, addio all’Ars È durato solo due mesi il ritorno in Assemblea Antonio D’Aquino MESSINA. Si chiuderà tra giovedì 22 e lunedì 26 lʼesperienza di deputato regionale in questa legislatura di Antonio DʼAquino. Tra le due date, infatti, si terrà la seduta dʼaula per il reintegro di Roberto Corona del Pdl, la cui sospensione è venuta meno con la revoca degli arresti domiciliari ordinati nellʼambito di una inchiesta su false polizze e fidejussioni dellʼAscom Finance. Con il rientro, il Movimento per le Autonomie perderà il deputato in più che aveva guadagnato. DʼAquino, infatti, aveva indossato recentemente la casacca del Mpa dopo essersi presentato alle elezioni con il Pdl (era risultato il primo dei non eletti). La sua esperienza allʼArs, iniziata a metà gennaio, si è conclusa dopo due mesi esatti. Al politico non resta che attendere lʼesito del ricorso contro la doppia carica di Giuseppe Buzzanca, che ha visto decadere in pri- pagina 9 mo grado al Tribunale di Palermo lʼonorevole del Popolo delle Libertà e sindaco di Messina. «Sono sicuramente contento, innanzitutto dal punto di vista umano, della cessazione degli arresti domiciliari per il collega Roberto Corona e della presa dʼatto dellʼAula comunicata dal presidente di turno», dichiara il capogruppo del Pdl allʼArs, Innocenzo Leontini. Che aggiunge: «Aspettiamo ora che possa riprendere sul serio il proprio iumpegno parlamentare, cioè che possa dimostrare, come del resto Corona ha già dichiarato, la propria estraneità ai fatti che gli vengono imputati. E, per questo esprimo fin da subito la mia piena fiducia nellʼoggettivo operato della Magistratura». Lʼinchiesta della Procura di Roma che ha colpito Corona riguarda alcune operazioni sospette riconducibili alla Fingeneral spa, poi fallita nel marzo del 2010, e alla Ascom, il cui rappresentante legale su Roma (Fabio Calì), attraverso lʼemissione abusiva di polizze, raccoglieva “ingenti somme di denaro, successivamente destinate ad investimenti economici e immobiliari, oltre che a esigenze personali, compiendo azioni di distrazione fraudolenta”. Politica 23 MARZO 2012 IL SINDACO. Roberto Visentin IL SINDACO. Roberto Visentin NEL CAOS. La doppia scheda per sindaco e consiglieri frammenta le candidature Disgiunti alle elezioni Da Agrigento a Trapani, proliferano le alleanze e si moltiplicano gli aspiranti primi cittadini. A Palermo, la discesa in campo di Orlando lacera il Pd appena ricompattato su Ferrandelli DI ALIDA AMICO PALERMO. Il blitz Il prossimo 6 e 7 maggio, si voterà in 149 Comuni. Tra cui 3 capoluoghi: Palermo, Agrigento e Trapani. Per la prima volta si voterà con il nuovo sistema, che prevede che lʼelettore debba manifestare espressamente il voto sia per il candidato sindaco che per i consiglieri. Per cui non si verificherà più il cosiddetto effetto “trascinamento “ della lista nei confronti del candidato sindaco. La “novità “ introdotta nella normativa regionale, probabilmente sta giocando un ruolo decisivo nella ulteriore “frammentazione” di candidature, a destra come a sinistra. Infatti, il nuovo sistema elettorale sganciando i candidati sindaci dalle liste favorirà la elezione anche con percentuali di consensi irrisorie. Da qui, insomma, la “corsa” allʼarrembaggio dei candidati, e la proliferazione di liste civiche. Per cui sarà un rompicapo analizzare le dinamiche e nei Comuni, allʼindomani del responso. DIVISI ALLA META. Il leit motiv che sta segnando un poʼ ovunque la competizione amministrativa, sono soprattutto le “lacerazioni” interne ai partiti tradizionali. Ed il debutto di una marea di liste civiche e di candidati sindaci espressione della società civile (dietro cui i partiti, tentano di camuffare il loro scarso appeal tra gli elettori). Da Palermo ad Agrigento, da Trapani a Nicosia, il panorama non cambia. Nel capoluogo siciliano, il candidato del centro sinistra vincitore delle contrastate “primarie”, Fabrizio Ferrandelli, ex capogruppo di Idv a Palazzo delle Aquile - nonostante tra i suoi sponsor avesse inizialmente lʼarea del Pd (che fa capo a Cracolici-Lumia ed Innovazione) ed oggi lo stia appoggiando lʼintero partito democratico - ha sempre rivendicato di essere espressione dei 39 movimenti civici palermitani. Mentre i due principali partiti del centro destra, il Pdl di Angelino Alfano ed il Grande Sud di Gianfranco Miccichè, a Palermo avrebbero ritrovato lʼintesa, puntando (con lʼUdc di Giampiero DʼAlia), sul giovane presidente regionale del Coni, Massimo Costa. Scippato in corner ad un Terzo polo palermitano, anchʼesso svaporato: Mpa, Fli, lʼMps e “Palermo Avvenire” (sponsorizzato dallʼassessore regionale Massimo Russo), sostengono il deputato regionale “finiano” Alessandro Aricò. Ma ad uscire a pezzi dal confronto preelettorale - dopo la infinita e lacerante “telenovela” delle primarie - è soprattutto il centro sinistra palermitano: dove Leoluca Orlando (Idv) ha deciso di scendere in campo in contrapposizione a Ferrandelli, sul quale invece si è ricompattato il Pd. AGRIGENTO. Nella città dei Templi, la frammentazione investe sia il centro destra che il centro sinistra. La “Grande coalizione” che abbraccia il Pd, Mpa, Api, Fli è ancora alla ricerca di un candidato unitario (tra i nomi in circolazione, figura anche quello del presidente dellʼordine degli avvocati, Nino Gaziano). Mentre Idv, Sel e Rc, punteranno su Giampiero Carta (Idv), designato dalle primarie (in cui a sorpresa, è stato scalzato lʼex deputato regionale Lillo Miccichè, attuale coordinatore provinciale di Sel). LʼUdc, insieme alla lista “Patto del territorio” (che alla Provincia conta 8 consiglieri), sosterrà centonove invece il sindaco uscente Marco Zambuto. Mentre il candidato di Epolis, Totò Pennica, potrebbe mettere dʼaccordo, allʼombra dei Templi, i due “gemelli diversi” un tempo entrambi di Fi: Angelino Alfano e Michele Cimino. TRAPANI. Nel capoluogo, il centro destra (Pdl e Grande Sud) andrà alle urne diviso. Il partito di Miccichè (insieme ad Udc ed Mpa), candida lʼex deputato Peppe Maurici. «Mettiamo al centro i bisogni dei cittadini - commenta il coordinatore provinciale di Grande Sud Toni Scilla - e lo potremo fare se abbiamo un progetto che ci collega nel 2013 alle elezioni regionali e nazionali». Mentre il coordinatore provinciale del Pdl trapanese, il senatore Antonio DʼAlì, sponsorizza la candidatura solitaria di Vito Damiano, ex generale dellʼArma (in pensione). Intanto, il Pd trapanese è in panne dopo la rottura con i partiti della Grande coalizione (che si starebbe tentando di ricucire, attorno alla candidatura del soprintendente Sebastiano Tusa). Tra i democratici, restano forti le lacerazioni scatenate nella vicina Marsala (dove sostengono la candidata dellʼUdc, Giulia Adamo). «Si è svenduta lʼanima del Pd», ha attaccato lʼex segretaria del circolo democratico marsalese, Annamaria Angileri, decisa a candidarsi. Unica eccezione, Alcamo. «Dove il centro sinistra unito - preannuncia soddisfatto Massimo Fundarò, presidente regionale di Sel - sosterrà il medico Sebastiano Bonventre, ex assessore del sindaco uscente Scala». Anche nei 9 Comuni della provincia di Enna - tra cui Nicosia e Barrafranca centro sinistra e destra, correranno sparpagliati. Divisi Pdl e miccicheiani. «Il Pdl - sostiene Giampiero Cortese, dirigente regionale di Grande Sud - sta presentando ovunque liste civiche insieme al Pd. Mentre noi presenteremo nostri candidati: a Nicosia, Sergio Malfitano ed a Nissoria, lʼex sindaco Salvatore Rinaldi». CALTANISSETTA. Anche nel nisseno fervono le trattative, per scongiurare la frammentazione delle candidature. Ma sembra scontata la frattura nel centro destra, a San Cataldo: dove Pdl e Fli, sosterranno lʼavvocato Gianluca Amico. Il partito di Miccichè andrà per la sua strada. Faticosa impresa dialogare con il patron del Pdl nisseno, il deputato sancataldese Alessandro Pagano. «Il nostro problema, non è la base del Pdl - riconosce Michele Mancuso, presidente del consiglio provinciale in quota Grande Sud - ma la classe dirigente e lʼattuale deputazione di questo partito». INIZIATIVE Fli presenta il Codice Etico Procedure “blindate” per le liste di Aricò PALERMO. Per le amministrative di Palermo, Futuro è Libertà pianta i paletti sulle procedure che intende seguire. Paleti che saranno annunciati oggi (venerdì 23 marzo, ndr) alle ore 12 presso la sede del comitato elettorale di Alessandro Aricò (via Archimede, 190) durante la conferenza stampa per la presentazione del Codice Etico. Parteciperanno il coordinatore del partito in Sicilia, Carmelo Briguglio, il vice coordinatore nazionale, Fabio Granata e il tesoriere e candidato capolista al consiglio comunale di Palermo, Nino Lo Presti, il candidato sindaco Alessandro Aricò e tutti gli altri candidati nella lista del partito di Gianfranco Fini. Futuro e Libertà, in attesa che il Parlamento approvi norme rigorosissime per contrastare il dilagante fenomeno della corruzione, consapevole della penetrazione della criminalità organizzata in pagina 10 molti settori della vita pubblica italiana su tutto il territorio nazionale e in prospettiva dellʼimportante tornata elettorale che riguarderà il rinnovo di numerosissime, grandi e piccole, amministrazioni pubbliche e che chiamerà al voto oltre 11 milioni di italiani, rilancia il Codice Etico approvato allʼunanimità dalla Commissione parlamentare Antimafia, impegnandosi a farlo rispettare non soltanto per la formazione delle liste con il contrassegno del partito ma anche di quelle a sostegno dei candidati a sindaci sostenuti da Futuro e Libertà ad iniziare dalla città di Palermo. Il codice, una volta sottoscritto, impegna Futuro e Libertà al suo pieno rispetto e il partito si servirà anche dei filtri istituzionali delle Prefetture per passare al vaglio i nomi inseriti nelle liste impegnandosi fin da ora ad utilizzare lo stesso metodo, che non si ferma allʼesistenza di condanne passate in giudicato, ma va ben oltre anche alle figure che comporranno le giunte delle città e ad eventuali collaboratori esterni e consulenti. Futuro e Libertà si impegna, nel rispetto del meccanismo dello spoils system, di creare analogo monitoraggio sui vertici e sui componenti delle burocrazie istituzionali. (A.A.) centonove Politica 23 MARZO 2012 IN PISTA. L’avvocato penalista lanciato da Epolis sarà sostenuto da Pdl e Grande Sud Pennica sveglia Agrigento Di formazione democristiana, ha posto alcuni paletti prima di accettare: «Niente tessere di partito, nessun’altra candidatura o turn-over in giunta». Sulla sua strada, il collega e “nemico” Arnone AGRIGENTO. Ha 47 anni, ed è uno degli avvocati penalisti più in voga nella città dei Templi. Un moderno “principe del foro”, Totò Pennica. Figlio della buona borghesia agrigentina, padre architetto e madre docente al liceo (entrambi scomparsi), incarna il “volto nuovo” che si candida alla poltrona di Palazzo dei Giganti. Eʼ lui il candidato di un pezzo della società civile agrigentina che si raccoglie nel neo movimento cittadino Epolis: acronimo di etica, politica e solidarietà. A sostenerlo saranno anche i due maggiori partiti del centrodestra: il Pdl di Angelino Alfano ed il Grande Sud di Michele Cimino (vice coordinatore regionale del partito di Miccichè). Il Pdl agrigentino ha infatti rinunciato a correre con un proprio candidato di bandiera. Il candidato nei giorni scorsi ne aveva abilmente predisposto il terreno. «Intanto, niente rifiuto della politica», aveva sottolineato. Ma aspirazione al ritorno di quella «vera e seria, legata agli ideali ed ai problemi della comunità». Dopo discussioni «franche, leali e generose» svoltesi nel salone dellʼhotel Pirandello di via Giovanni XXIII il cui titolare è uno dei fondatori del movimento Epolis - un pezzo di società civile e delle professioni, gli ha consegnato la “sfida”: farsi avanti e guidare la battaglia. Nel suo lʼappello agli agrigentini, Pennica li ha esortati a “concorrere insieme” per un “progetto nuovo di città”. Ed a fare “buona politica” abbandonando “logiche di clientela, di tatticismi politici, di esigenze di segretari di partito”. I capisaldi dellʼazione amministrativa saranno lʼetica, la dignità della persona umana, il bene comune. Con lʼimpegno a mettere come primi punti dellʼazione amministrativa, il problema del “lavoro e della disoccupazione giovanile, del centro storico, del decoro urbano e della viabilità, dei quartieri satellite”. Ma il “Pennica pensiero” detta altre “condizioni” alla politica che lo sosterrà. Lʼimpegno è di non prendere tessere di partito, né di candidare il sindaco Pennica ad altre competizioni elettorali, ed a non cambiare DAL FORO ALLE AMMINISTRATIVE. Salvatore Pennica la squadra di assessori. «La mia candidatura è, e deve rimanere con questo carattere, con questo imprinting». Già, perché il candidato della società civile agrigentina è stato molto “corteggiato” anche dal centro sinistra. E se la “Grande coalizione” con Roberto Di Mauro (Mpa) e Angelo Capodicasa (Pd) gli ha voltato in corner le spalle, è stato solo per ragioni di “galateo” politico: non potevano imbarcarsi con il “berlusconiano” Alfano proprio nella sua città. LO SCONTRO CON ARNONE. A fargli la “guerra” è il consigliere comunale ambientalista del Pd Peppe Arnone, anche lui avvocato ed in pista per la poltrona di primo cittadino. Che gli ha cucito addosso il cliché di “avvocato dei capimafia”, visto che negli ultimi 15 anni, tra i suoi clienti, Pennica annovera la “crema” del gotha mafioso agrigentino: boss del calibro di Gerlandino Messina e Gaetano Fragapane. «Ma tra i miei clienti abbondano anche colletti bianchi argomenta Pennica - pubblici amministratori e funzionari dello Stato. Il mio motto è stato per tutti sempre lo stesso: garantire il massimo della riservatezza e del servizio professionale. Ho messo sempre, tra me ed il mio assistito, chiunque esso fosse, la scrivania e la parcella. Io faccio lʼavvocato penalista ad Agrigento e non ad Abbiategrasso: il bacino di utenza è quello. Però sono orgoglioso di un fatto: che in 12 anni non sono mai venuto meno alle norme deontologiche del mandato professionale, pur avendo offerto assistenza legale a dei latitanti di estremo spessore criminale». Ma una caustica graffiata, Pennica non la risparmia ad Arnone. «Comunque, da avvocato non ho mai avuto una indagine da parte della Procura della Repubblica per avere picchiato una cliente nello studio. E neanche unʼindagine preliminare, come Arnone, per estorsione nei confronti della propria cliente». MILITANZA DC. Del suo passato di giovane cattolico impegnato in politica, Pennica va orgoglioso. Risale a quegli anni lʼimpegno nel movimento giovanile della Dc. «Quando frequentavo la facoltà di Giurisprudenza a Palermo, mi candidai al cda dellʼOpera universitaria, come rappresentante degli studenti in una lista di cattolici democratici in cui convergevano anche i giovani di Comunione e Liberazione: e sono succeduto a Saverio Romano. Mentre cʼera un segretario provinciale del movimento giovanile dc agrigentino che si chiamava Angelino Alfano». Poi, nel ʻ93, quando la Dc comincia dissolversi, abbandona la politica. FORMAZIONE CATTOLICA. «Mi sono laureato ed ho aperto lo studio il giorno dopo dellʼabilitazione, grazie ad un prestito di 18 milioni che mia madre ottenne dalla banca. E che dopo 6 mesi si era già pagato, perché ho avuto la fortuna di iniziare lʼattività con il primo incarico professionale in Corte dʼAssise». Pur essendo cattolico di formazione («Sono contro il divorzio e lʼaborto: ritengo sia giusto dare sepoltura, ad esempio, ai soggetti che decidono di abortire»), ha una visione laica e “sturziana” della politica («che è rispetto anche per chi non è cristiano, ed è ateo»). IL FALLIMENTO ZAMBUTO. La molla che lo spinge a candidarsi in queste elezioni? «La delusione - risponde - per lʼesperienza dellʼamministrazione Zambuto». Che negli anni dellʼuniversità, lui conobbe nel movimento giovanile Dc («Era uno dei giovani più brillanti, dopo Angelino Alfano»). «Era brillante nel fare campagna elettorale e politica e 5 anni fa ho investito anchʼio sul suo progetto. Prendo atto del fallimento amministrativo di Zambuto. Anche se nei suoi confronti nutro affetto e gli voglio molto bene». Cosa farebbe il “sindaco Pennica” nei primi 30 giorni? «Tre cose: intanto asfalterei le strade, poi abbatterei tutte le barriere architettoniche, per rendere la città più vivibile da parte dei disabili. Ed infine, metterei subito mano al bilancio, per fare una programmazione seria, ed intercettare tutti i finanziamenti possibili». (A.A.) NUOVE NORME Non si vota in due province Slittano le consultazioni a Ragusa e Caltanissetta Caterina Chinnici PALERMO. Saltano “per legge” due importanti consultazioni siciliane della prossima tornata di amministrative. L'assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, ha infatti firmato il decreto con il quale vengono revocate le elezioni nelle Province regionali di Ragusa e Caltanissetta. La decisione è la conseguenza della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana di venerdì 16 della legge contenente le nuove norme sulle funzioni e gli organi di governo delle Province, approvata dall'Ars il 29 febbraio scorso. La normativa, così come a livello nazionale, attribuisce alle Province regionali funzioni di indirizzo e coordinamento e rinvia l'adozione di una riforma organica a un successivo disegno di legge, da predisporre entro il 31 dicembre 2012. pagina 11 Motivo per cui, in attesa del varo della legge di riforma, è sospeso il rinnovo degli organi provinciali in scadenza quest'anno. In questa direzione, è stato modificato il decreto dello scorso 6 marzo con il quale erano stati indetti i comizi elettorali anche nelle due Province. In particolare, a Ragusa si procederà al commissariamento di presidente, giunta e consiglio. A Caltanissetta proseguirà, invece, l'attuale gestione commissariale di presidente e giunta, mentre il consiglio provinciale resterà in carica. Il 6 e 7 maggio (eventuale ballottaggio il 20 e 21) si voterà, quindi, in 149 comuni e 14 consigli circoscrizionali. Interessati alla consultazione saranno poco più di 2 milioni di siciliani. I capoluoghi ad andare alle urne saranno: Palermo, Agrigento e Trapani. La nuova legge modifica in parte il sistema precedente, introducendo la sostanziale novità che il voto espresso dall'elettore per la lista dei candidati al consiglio comunale non si estende al candidato sindaco cui la stessa è collegata e viceversa (cosiddetto effetto trascinamento). Questo comporterà che l'elettore deve manifestare espressamente il proprio voto. Politica 23 MARZO 2012 IL SINDACO. Roberto Visentin SENTENZE. Il consigliere provinciale del Pd rimane in sella nonostante un giudizio del Tar Castoro, poltrona blindata I giudici amministrativi hanno dichiarato inammissibile il ricorso che bloccava la decadenza dell’esponente del Pd accolto in precedentemente. Ma hanno concesso una sospensiva VALGUARNERA CAROPEPE. La vicenda è alquanto eclatante. Grazie al verdetto del Tribunale amministrativo di Catania, il consigliere provinciale Giuseppe Castoro di Valguarnera Caropepe - in quota Pd e vicino al senatore Mirello Crisafulli - è riuscito finora a restare sulla sua poltrona. Sono stati i giudici della prima sezione del Tar etneo - nella sentenza del 24 febbraio dei magistrati Biagio Campanella, Francesco Bruno e dal neo presidente del collegio, Salvatore Schillaci - a dichiarare “inammissibile per difetto di giurisdizione” lʼordinanza emessa un anno e mezzo fa dallo stesso Tribunale amministrativo catanese. Che il 30 agosto del 2010 aveva sospeso la convocazione del consiglio provinciale ennese, che avrebbe dovuto dichiarare il Castoro “decaduto” dalla carica consiliare. I RILIEVI DELLA PREFETTURA. Anche perché, la Prefettura di Enna, guidata da Giuliana Perrotta, aveva rilevato che nella consultazione elettorale del giugno 2008 Castoro era “incandidabile” (in base allʼarticolo 58 del Testo Unico degli enti locali), in quanto destinatario di una misura di prevenzione, comminata dallʼautorità giudiziaria, per presunta appartenenza ad associazione di tipo mafioso. Dopo un lungo braccio di ferro con lʼassessore regionale alle Autonomie Locali, Caterina Chinnici - che ritenendo “nulla” lʼelezione aveva intimato al consiglio di pronunciarsi sulla sua decadenza dalla carica di consigliere (minacciando di spedire un commissario ad acta) - il Tar di Catania, su ricorso presentato dallo stesso Castoro (difeso dagli avvocati etnei Agatino Cariola e Carmelo Floreno), aveva “stoppato” lʼiniziativa dellʼAssessorato. IL TAR “INCOMPETENTE”. Concedendo a Castoro la cosiddetta “sospensiva” cautelare. Che ha congelato per oltre un anno e mezzo, lʼinvalidazione della sua elezione. Solo recentemente, infatti, lo stesso Tar di Catania, a distanza di un anno e mezzo, ha smentito sé stesso. Stabilendo nella sentenza del 24 febbraio scorso, che il ricorso presentato da Castoro era “inammissibile per difetto di giurisdizione”. Insomma, è stato sbagliato ricorrere al giudice amministrativo, ed il ricorso andrà semmai riproposto davanti alla giurisdizione ordinaria. La sentenza dà ragione allʼAssessorato regionale alle Autonomie locali, che, tramite lʼAvvocatura dello Stato, costituendosi in giudizio, aveva già preliminarmente contestato la competenza del giudice amministrativo. IL CADEAU “SOSPENSIVA”. “Il Collegio ritiene che lʼeccezione di carenza di giurisdizione del giudice amministrativo, come sollevata dallʼAvvocatura dello Stato sia fondata riconoscono nella odierna sentenza i magistrati del Tar etneo - e determini lʼinammissibilità del gravame, sussistendo in materia la giurisdizione del giudice ordinario”. Solo che per Giuseppe Castoro, il cadeau della “sospensiva” - legata allʼordinanza del Tar catanese (seppure incompetente) - è stata una “manna” dal cielo. Che gli ha consentito di continuare a sedere sui banchi del consiglio provinciale quasi per centonove lʼintero mandato, visto che le elezioni provinciali si svolgeranno nel 2013. IN ODOR DI MAFIA. Già sottoposto a misure di prevenzione per “gravi indizi” circa la sua appartenenza alla famiglia mafiosa di Valguarnera, in base allʼarticolo 58 del Testo unico degli enti locali, Giuseppe Castoro non avrebbe potuto candidarsi nel 2008 alla carica di consigliere provinciale. In quanto avrebbe dovuto prima acquisire la “riabilitazione”, sottoponendosi preventivamente ad un ulteriore procedimento giudiziario (da Castoro completamente ignorato). Per ben 3 volte, invece, il consigliere provinciale ennese (spalleggiato dallʼarea “crisafulliana” del Pd), è riuscito a dribblare la normativa ed a restare in sella. CONSIGLIO PRO CASTORO. La prima volta, con una votazione “lampo” a scrutinio segreto, svoltasi nel giugno del 2010, il consiglio provinciale bocciò la richiesta di “decadenza” del chiacchierato consigliere del Pd, con 15 voti “trasversali”. Sul responso pro Castoro, già allora aleggiò lʼombra dellʼ”inciucio” tra lʼopposizione di centro sinistra e la destra. Nonostante la “decadenza” del consigliere provinciale democratico, venisse sollecitata in questi anni da ben 3 organismi istituzionali : il Ministero dellʼInterno (tramite lʼex Prefetto di Enna Giuliana Perrotta), lʼAssessorato regionale agli Enti Locali e persino dallʼufficio legale della Provincia di Enna - il Castoro è sempre rimasto in sella. LʼAUT AUT DI CHINNICI. Anche quando il 12 agosto del 2010, lʼassessorato regionale alle Autonomie locali intimava nuovamente al consiglio provinciale ennese di dichiararlo decaduto, Castoro è riuscito ad ottenere la cosiddetta “sospensiva” del provvedimento assessoriale, dal provvidenziale Tar di Catania, presieduto da Vincenzo Zingales (oggi in pensione). La sospensiva è sottoscritta dallo stesso giudice relatore, Francesco Bruno, che un anno e mezzo dopo (lo scorso febbraio) ha dichiarato lʼincompetenza giurisdizionale della prima sezione del Tar (in cui è già stato relatore). «Questa vicenda continua ad essere scandalosa - commenta il senatore del Pd Giuseppe Lumia della Commissione antimafia - e merita ancora una volta la massima attenzione da parte di tutte le istituzioni, per porre fine ad una presenza intollerabile in uno stato democratico». (A.A.) LE REAZIONI Occhio all’assessorato L’aula attende le mosse di Caterina Chinnici VALGUARNERA CAROPEPE. «Attendo che la sentenza mi venga notificata dallʼAssessorato regionale agli enti locali. Dopo di che, riprenderemo laddove abbiamo lasciato... Il Tar, un anno e mezzo fa, con la sospensiva, ci impedì di revocare la convalida delle elezioni. Che avevamo inserito nellʼordine del giorno, in quanto diffidati a farlo dalla Prefettura e dallʼassessorato...». Massimo Greco, presidente del consiglio provinciale ennese in quota Pdl, resta in attesa di ricevere indicazioni da Palermo. «A noi non è stata notificata ancora nessuna sentenza...», replicano per il momento dagli uffici del Dipartimento delle Autonomie locali. Intanto, il “caso Castoro”continua a tenere banco, con il suo pedigree di “relazioni mafiose” del chiacchierato consigliere democratico. Castoro, pagina 12 fedelissimo del senatore Crisafulli, più volte arrestato per associazione mafiosa (seppure assolto penalmente) è già stato sottoposto a misure di prevenzione. Con lʼobbligo di soggiorno (per 4 anni poi ridotti a 3) nel vicino Comune di Aidone. Ha subito anche la confisca della società Calcestruzzi “C.s.c. srl” (in territorio di Piazza Armerina, intestata alla cognata). Aveva intrattenuto rapporti di affari con lʼavvocato di Barrafranca, Raffaele Bevilacqua, capo di Cosa Nostra in provincia di Enna, e longa manus di Totò Riina. Alcuni “pentiti” avrebbero rivelato che durante un summit riservatissimo nella sua fattoria di campagna, la crema della “cupola mafiosa” siciliana, avrebbe decretato la morte dei giudici Falcone e Borsellino. Giuseppe Castoro, originario di Valguarnera Caropepe, qualche anno fa, alle ultime amministrative, aveva annunciato la sua candidatura a sindaco del suo paese in quota Pd.Ma la sua candidatura venne in corner ritirata, quando seppe della spada di Damocle della “incandidabilità” sollevata dalla Prefettura di Enna, nei suoi confronti. (A.A.) centonove Politica 8 AGOSTO 2008 A lato , le firme di Giovanna Restuccia: a sinistra, prima dellʼestate, da coordinatrice della segreteria. Da ottobre, come capoarea del settore amministrativo. In alto, il commissario liquidatore dellʼAto3 Antonio Ruggeri MESSINA. Due ricorsi per Antonio Ruggeri: comportamento antisindacale e carriere “facili” Ato3, piovono promozioni Il commissario liquidatore si difende: “Tutto secondo legge”. Nel mirino finiscono gli avanzamenti contrattuali. Ecco chi è passato di livello. E chi aspira ad arrivarci, facendo ricorso DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Non è un bel clima, quello che si respira allʼAto3. nel giro di una decina di giorni, lʼazienda dʼambito di via Cavalieri della Stella è stata squassata prima dallʼapertura di unʼinchiesta con lʼipotesi di reato di peculato a carico del commissario liquidatore Antonio Ruggeri per una ventina di viaggi tra Messina e Falcone (città in cui Ruggeri risiede dʼestate) con lʼauto di servizio, e poi da un esposto per “condotta antisindacale”. Destinatario? Sempre lui, Antonio Ruggeri. IL VESSATORE. A menare fendenti è la Cgil, che tramite lʼavvocato Giacomo Calderonio ha depositato un ricorso al Tribunale del lavoro nel quale, in sostanza, si accusa Ruggeri di comportamenti discriminatori nei confronti degli iscritti alla Cgil. “Tale avversione si manifesta in diversi atti denigratori dell'organizzazione, in atti che hanno il fine di colpire i lavoratori aderenti e, più in generale, in atti che appaiano avere il solo fine di non consentire l'esercizio dell'attività sindacale.” Quali sono questi atti? Aperta ostilità contro gli iscritti al sindacato, con frasi “spesso molto colorite e affermate con enfasi, sono state pronunciate dinanzi a diversi dipendenti, che sono stati successivamente bonariamente invitati a preferire un'altra associazione sindacale o comunque a revocare l'adesione”. E poi ci sono “atteggiamenti punitivi, quali trasferimenti interaziendali immotivati e repentini, spesso spostandoli da luoghi ove svolgevano egregiamente, a detta di tutti, le proprie mansioni per essere adibiti ad uffici ove il lavoro appartiene ad inquadramenti professionali inferiori”. Vittime dei demansionamenti sono stati, secondo lʼesposto, Anna David e Antongiulio Pinzone, trasferiti la prima dallʼarea amministrativa allʼarea tecnica nel 2009 ed il secondo dagli uffici amministrativi della sede legale, dove si occupava del protocollo, allʼisola ecologica di Gravitelli. Ma siccome non cʼè due senza tre, ecco che sul capo di Ruggeri arriva unʼaltra tegola. E riguarda promozioni interne. Una, in particolare. PROMOZIONI SOTTO ACCUSA. A finire nel mirino di un esposto arrivato in Procura è Giovanna Restuccia, braccio destro di Ruggeri e già oggetto di esposto quasi un anno fa, quando i consiglieri Giuseppe Melazzo e Nello Pergolizzi si accorsero della strabiliante serie di promozioni ottenute allʼAto3. Assunta come impiegata di terzo livello nel 2007, in quattro anni Giovanna Restuccia era arrivata alle soglie della dirigenza, allʼottavo livello. Soglia che, dai documenti che firma da qualche mese, sembra avere oltrepassato. Se a giugno, infatti, sui documenti dellʼAto3 Giovanna Restuccia appariva come coordinatrice della segreteria relazioni esterne, dalla fine del 2011 (lʼesposto risale a dicembre), il titolo sotto la firma riporta “capo settore amministrativo”: capoarea, quindi. Il fatto che Giovanna Restuccia abbia agito da “facente funzione”, in realtà, non cambia granchè i termini della questione, perchè lo svolgimento di mansioni superiori per un periodo di tempo continuato farebbe comunque maturare un diritto da rivendicare ai sensi di legge secondo la prassi dello “jus variandi”. Vero è che la pianta organica dellʼAto3 prevede un capoarea, ma è altrettanto vero che prevede che la figura sia ricoperta da un “quadro”, inquadramento contrattuale che Giovanna Restuccia non ha. O non aveva. LA FURIA DI RUGGERI. Eʼ un Ruggeri furioso quello che replica alle accuse. “Come sempre, di essere oggetto di ricorsi ed esposti lo apprendo dalla stampa. Poi continua sarcastico - non sapevo di dover chiedere il permesso alla Cgil per spostamenti interni allʼazienda che amministro”. Con la Cgil, dʼaltra parte, Ruggeri ha il dente avvelenato sin dalla costituzione del sindacato a fianco di Messinambiente contro lʼAto3 nel ricorso presentato per far annullare lʼappalto bandito dallʼazienda dʼambito per mettere a gara i servizi di raccolta e spazzamento oggi in capo a Messinambiente. Sulla questione delle promozioni, Ruggeri mette i puntini sulle “i”. “Si tratta di atti dovuti per riconoscimento di mansioni svolte, ed è tutto avvenuto nei termini di legge, come sempre”, dichiara perentorio. Anche perchè, Giovanna Restuccia è stata beneficiata con un avanzamento ulteriore, ma dentro lʼAto3 ci hanno provato in parecchi a “saltare in avanti”. E A NOI NIENTE? Il giorno di san Valentino, sulla scrivania di Ruggeri arrivano cinque notifiche, inoltrate da Giacomo Calderonio, per altrettanti ricorsi che chiedono il riconoscimento delle mansioni svolte e un inquadramento contrattuale superiore. Nicola Panarello, sorvegliante, secondo il ricorso sarebbe stato adibito “in maniera sistematica e non occasionale” allʼarea tecnico amministrativa, e chiede il passaggio dal quarto al quinto livello. Lo stesso ricorso, con identiche richieste e motivazioni, Calderonio lo ha inoltrato per Bruno Vinci, Giuseppe Crescenti e Antonio Cattino. Caso diverso quello di Mario Barresi, che da responsabile dellʼufficio Personale è finito prima allʼarea tecnica e poi a Gravitelli. Barresi è impiegato di quinto livello ma, secondo il ricorso, chiede, per i titoli e le mansioni che svolge, un ottavo livello. Uno scalino sotto la dirigenza. MESSINAMBIENTE Di Maria, il decisionista dere la situazione di petto, decidendo dʼimperio di mandare in ferie per quindici giorni i 14 autisti di Messinambiente e di affidare i mezzi per la raccolta dei rifiuti a personale esterno, per verificare se il consumo di gasolio per lo stesso tratto di strada è simile. In questo modo il commissario vuole capire se qualcun altro in passato abbia rubato del gasolio. Nel frattempo, la polizia giudiziaria ha “saccheggiato” gli uffici di palazzo Zanca, acquisendo delibere, determine e circolari che riguardano i rapporti, da sempre conflittuali, tra Messinambiente, il comune di Messina e lʼAto3, iniziando dalla convenzione del 1999 tra palazzo Zanca e Messinambiente e finendo con incarichi, consulenze e lʼirrisolta questione, che si trascina da anni nei tribunali amministrativi, della ventina di milioni che Messinambiente richiede per servizi svolti e che invece lʼAto3 non ha mai concesso quei servizi ne contesta lʼesistenza o ne mette in Armando Di Maria dubbio la congruità. (A.C.) Licenziamento per i dipendenti che rubavano gasolio, ferie per 15 autisti. Per “studiare” i consumi al km MESSINA. Il pugno di ferro che Armando Di Maria aveva promesso per rimettere in riga Messinambiente nella speranza di preservarne il futuro, si è abbattuto sui due dipendenti sorpresi una decina di giorni fa a rubare gasolio. Il commissario liquidatore della partecipata del comune di Messina che si occupa di rifiuti, ha inviato una lettera di licenziamento ai dipendenti Carmelo Ragusa e Salvatore Savoca, arrestati dai carabinieri a Terme Vigliatore, perché sorpresi a rubare gasolio da alcuni mezzi della società di via Dogali. Non pago, Di Maria ha deciso di pren- pagina 13 Politica 23 MARZO 2012 S. STEFANO DI CAMASTRA. Il bancario potrebbe fare un passo indietro RODI MILICI Re si candida. Anzi, no Un malessere mette in dubbio la candidatura del socialista che aveva messo d’accordo tutta l’opposizione. Se gettò la spugna saltano gli accordi. A favore di Colombo DI NINO DRAGOTTO SANTO STEFANO DI CAMASTRA. Bocce ferme nello scenario politico amministrativo della Città delle Ceramiche. A seguito di un malessere fisico accusato dal candidato a sindaco Francesco Re, il bancario sindacalista che con la sua professionale capacità di mediazione era riuscito a calamitare i consensi delle più variegate aggregazioni locali in vista delle amministrative, i giochi potrebbero riaprirsi. Sono ore decisive per conoscere se Re decide di continuare la discesa in campo o lʼopposizione deve trovare un altro pretendente alla poltrona di sindaco. Il “socialista” che oltre a mettere in cassaforte lʼaperta fiducia dei “compagni” aveva ottenuto la sicurezza di un sostegno elettorale ad ampio raggio, dalla destra rappresentata dallʼex assessore provinciale Peppe Ruggeri, dal centro coeso da Pino Barberi, inorgoglito da due lustri da primo cittadino di Pettineo, dalla sinistra più ortodossa e pensante capeggiata da Filippo Fratantoni, e dalla girandola dellʼamministrazione uscente è arrivato lʼassessore alle Finanze, Fausto Pellegrino, oscurato dalla scelta del sindaco Pippo Mastrandrea di passare la leadership al suo vice Carmelo Colombo. Una vera processione per salire sul carro del Re pronosticato vincente. «Fino ad ora si è fermi al comunicato ufficiale della sua candidatura a primo cittadino diffuso dallo stesso Francesco Re, altre novità sarà lui stesso a diramarle» ha dichiarato Nina Mingari, responsabile della Camera del Lavoro, la sede più frequentata in questi giorni dagli aspiranti “cortigiani” del Re, con le stanze più appartate dove è stato valutato il distinto peso specifico dei candidati da inserire nella lista di sostegno al primo cittadino. La notizia del malessere del bancario ha preoccupato non poco i suoi compagni di cordata. Il più solerte, Fausto Pellegrino, ha mantenuto i contatti tra i sostenitori di Re, richiamando lo spirito L’avvocato Ciccio Rizzo di gruppo. Ma se si cambia candidato a primo cittadino, e Francesco Re non sarà più il leader, sarà un altro film”, fanno sapere ai “ciambellani” le diverse componenti civiche e politiche che si riconoscevano coesi nel sindacalista dellʼUnicredit. Sicuri della vittoria nel nome del Re si sono manifestati in questi giorni veterani personaggi della politica, già frequentatori del Palazzo dei Leoni di Messina. La città delle ceramiche ha un elettorato prevalentemente “cattolico”, che ha sovente consegnato il municipio in mano socialista. Per scongiurare la vittoria annunciata di Re, il vice sindaco Carmelo Colombo leader della lista contrapposta fa quadrato con lʼamministrazione uscente, ormai liberatasi dalle mutevoli aspirazioni politiche del “falco” Pellegrino. Per non disperdere voti, e per non vedere smarrito il consenso dellʼelettorato cattolico è stata avviata unʼapplicazione di calcolo matematico elettorale. Cambiando lʼordine dei fattori il prodotto finale non muta. Carmelo Colombo, infatti, sarà il candidato a primo cittadino, come da tempo annunciato, con la lista di riferimento, “Vivere Santo Stefano”, di cui potrebbe essere capolista lo stesso sindaco uscente, Pippo Mastrandrea, indicato a rivestire la carica di presidente del consiglio nella previsione di un successo elettorale. La febbre elettorale sale a temperature alte. Si annunciano liste elettorali in rosa, piene di rappresentanti dellʼaltra metà del cielo, ma sono ancora gli anziani direttori dʼorchestra a scegliere gli “spartiti”. centonove Aliberti, guarda chi si rivede L’ex consigliere ritenta la sindacatura RODIʼ MILICI. Saranno nuovamente loro i duellanti per la guida del paese tirrenico: lʼattuale sindaco Filippo Torre e lo sfidante Eugenio Aliberti. Questʼultimo è il figlio dellʼex sindaco Carmelo e che alle passate elezioni arrivò con i suoi 645 voti, secondo dietro Torre, che ne raccolse ben 750. Terzo incomodo alle passate elezioni fu Giacomo Torre che raccolse 240 preferenze ma stavolta ha abdicato e pare che buona parte dei suoi siano andati a confluire nella file dellʼattuale sindaco. «Personalmente - dice invece Eugenio Aliberti, ex consigliere provinciale di Forza Italia - sto puntando sulla parte sana di Rodì Milici. Non voglio dire sempre le stesse cose del sindaco uscente, i fatti parlano da se stessi. Chi vive in questo paese sa cosa è stato fatto, e cosa invece è stato trascurato. Non si può fare il sindaco facendo solo feste in piazza, senza mai coinvolgere i quartieri, senza badare allʼambiente, facendosi calare sempre tutto dallʼalto». Filippo Torre, da parte sua, si dice tranquillo di aver svolto, anche con le ristrettezze economiche cui ha dovuto far fronte, il suo compito con serietà e umiltà, sempre al servizio del paese. «Se verrò rieletto - dice ho in mente delle iniziative che porteranno il paese ad avere un ruolo non solo provinciale ma anche a livello regionale». Quali sono non è dato sapere. Anche perchè Torre, sulla carta, sembra il favorito visto che dovrebbe godere anche di buona parte dellʼelettorato di Giacomo Torre. Proprio per questo ha intenzione di portare avanti una campagna elettorale soft senza grandi promesse che poi non potrà mantenere. A Rodì si prevede una campagna elettorale calda e dʼaltronde è una tradizione, dove anche allʼinterno di una stessa famiglia ci si divide per politica, dove sui balconi dei comizi si sente di tutto e di più. Pasqualino Materia NOVARA DI SICILIA Sfida tra Bertolami e Munafò Truscello sta a guardare. Assieme a Bartolotta NOVARA DI SICILIA. Due sono i candidati che si contenderanno la guida di Novara di Sicilia, uno dei borghi più belli dʼItalia: si tratta di Gino Bertolami ( responsabile della locale camera del lavoro e dirigente in pensione dellʼarea amministrativa del comune di Novara) e Luigi Munafò (avvocato). Nel paese del maiorchino in queste ore il “live-motive” è rappresentato dalla scelta politicoelettorale che faranno il sindaco uscente Michele Truscello ed i suoi assessori, che per dieci anni hanno amministrato il paese, anche perché entrambi i candidatisindaco sono vicini allʼattuale amministrazione comunale. Intanto grande sicurezza proviene da parte dei due sfidanti. Gino Bertolami, fa sapere che ha la lista pronta da più di un mese e mezzo. In caso di vittoria due dei quatnafò - e fra qualche giorno dovremo scegliere i nomi di tro assessori saranno Giuseppina Carrozzo e lʼarcheochi sarà candidato e di chi dovrà ricoprire il ruolo di aslogo Gino Sofia direttore del Museo Archeologico Santi sessore». Tra i nomi spicca Antonio Sofia, sindaco dal Furnari di Tripi (che dovrebbe avere la delega ai beni cul1993 al 2002, indicato tra i probabili assessori, a guidaturali), entrambi alla prima esperienza politico-amminire il consiglio comunale in caso di vittoria sarà il comstrativa, mentre top-secret restano gli altri due assessomercialista Daniele Raccuia. Pare che tre consiglieri delri, anche se i rumors in paese danno in pista lʼamministrazione Truscello faranno parte due degli assessori uscenti. A presiedere il della lista collegata con Munafò. Anche se per consiglio in caso di vittoria sarà confermato lui si tratta della prima esperienza politica in lʼuscente Aldo Imbesi. «Il criterio che abbiaassoluto, Luigi Munafò può essere considemo adottato nel preparare la lista - ha dichiarato un “figlio dʼarte”, infatti, il nonno paterno rato Bertolami - è stata la disponibilità e la prefu sindaco di Novara alcuni decenni fa e lo zio senza quotidiana sul territorio data da ogni Calabrò sindaco di Barcellona durante lʼera candidato». Tra i giovani candidati di Bertodi Carmelo Santalco. Ma i novaresi si dolami spicca il diciannovenne Alessandro Somandano, che farà veramente Salvatore Barfia, che abita nella frazione S.Marco ed è raptolotta, (da 15 anni assessore) che ha dipresentante degli studenti al liceo Valli di Barchiarato che non si candiderà con nessuno cellona. «Siamo 25 persone - comunica Mu- Michele Truscello dei due sfidanti. (Enzo Baglione) pagina 14 centonove Politica 23 MARZO 2012 VILLAFRANCA. La lista NuovaMente capeggiata dal giovane presidente della Pro Loco Candidato di buon Argurio Pd, Fli, Udc e Pdl tutti compatti di Matteo De Marco. In una nota spiegano di avere messo da parte gli “interessi particolari”. Ancora nel limbo Costagiorgiano e Merlino VILLAFRANCA. Ultimi giorni per delineare le liste che scenderanno in campo per le amministrative villafranchesi. Circolano però i primi nomi con il "gruppo storico" dell'amministrazione uscente che appoggerà il vicesindaco sotto la sigla "Per Villafranca Uniti con De Marco sindaco", dall'altra parte invece è già stata lanciata la campagna dell'associazione "Nuovamente Villafranca" che nei giorni scorsi ha fatto affiggere i primi manifesti nella cittadina. Manca solo l'ufficialità ma quest'ultimi dovrebbero sostenere la candidatura a primo cittadino dell'ingegnere Piero Argurio, ex presidente della locale Pro Loco. Rimangono, invece, ancora nel “limbo” le discese in campo di Pietro Costagiorgiano e I primi manifesti elettorali per le vie di Villafranca dell'architetto Merlino. Nel frattempo iniziano a delinearsi i punti attorno alla figura di De Marco, fosse in esser nata in un comune «dove si chiave dei programmi dei vari gruppi grado di rispondere alle reali esigenze avverte da tempo uno politici. Villafranca si troverà ad del paese, cui bisogna garantire una stato di disagio palpabile». «Lʼidea di affrontare "una fase complessa classe dirigente degna, autorevole e creare un nuovo gruppo politico - si spiegano dal gruppo di De Marco che si legge nella nota - apartitico formato da riconosce nei Partiti dellʼUdc, del Pd, del rappresentativa". Nella lista si inseriscono infatti i nomi di alcuni nomi “NuoveMenti proiettate verso un Pdl e del Fli - che ha visto sommarsi la di esponenti dell'attuale minoranza ed radicale cambiamento, nasce proprio in riduzione delle risorse pubbliche, la un ruolo importante seno allʼassociazione, grave crisi economica coi terribili danni potrebbe essere ricoperto formata da giovani, causati dagli eventi alluvionali dello da Tito Costa. D'altro lato lavoratori, pensionati e scorso novembre 2011, e che impone “NuovaMente Villafranca" disoccupati» che da tempo un grande sforzo di responsabilità". Da ha rotto gli indugi nei giorni lavorano ad qui nasce l'esigenza di «costruire una scorsi presentandosi ai un "programma nuovo ed fase politica nuova che sia capace di villafranchesi attraverso un ambizioso, assolutamente dare una concreta prospettiva di comunicato inviato alla realizzabile, che prevede, sviluppo a Villafranca». Il gruppo stampa in cui mette in tra lʼaltro, un rilancio ammette «quanto sia difficile affrontare risalto la "volontà di liberare economico e produttivo a le grandi problematiche in assenza di Villafranca sostegno delle attività una vasta condivisione politica" con il dallʼoscurantismo della commerciali ed conseguente risvolto di "mettere da vecchia politica". artigianali». parte gli interessi particolari o di partito L'associazione sottolinea di Piero Argurio (Gabriele Avigliani) per costruire unʼalleanza ampia che, FICARRA La guerra di Ridolfo contro gli evasori? Solo a piccole rate L’opposizione chiede clemenza per i “morosi idrici” FICARRA. Approderà in consiglio comunale la decisione del sindaco Basilio Ridolfo di tagliare le utenze idriche morose. A portare il provvedimento in aula è il gruppo di minoranza “Ficarra è ora” con la proposta, firmata dal capogruppo Francesco Marchese, di rateizzare ulteriormente il pagamento dei debiti, accumulati da cittadini morosi per evitare il distacco della fornitura idrica. La giunta comunale in realtà aveva già disposto il recupero delle somme evase attraverso un condono e un piano di rateizzazione giudicato però dallʼopposizione eccessivamente oneroso, almeno per quei soggetti che si trovano in evidenti situazioni di indigenza. Da qui lʼalternativa, individuata dalla minoranza, di una rateizzazione quasi simbolica di 50 euro al mese per le famiglie con reddito inferiore agli 8 euro. «Eʼ una proposta demagogica e irricevibile - replica polemicamente il primo cittadino Ridolfo - che denota scarso senso di responsabilità. Ci sono utenze con 5 o 6 mila euro di debito per fornitura pluriennale di acqua che, con la proposta della minoranza, salderebbero lʼintera somma in dieci o più anni: una soluzione assolutamente inaccettabile, se non altro per le esigenze di cassa. Lʼanno scorso mi hanno criticato per il condono che ha già consentito il recupero di somme significative, adesso mi criticano perché la rateizzazione sarebbe troppo pesante». In consiglio comunale lʼopposizione porterà anche le proposte di adeguare i contratti idrici difformi ed individuare e colpire gli allacci abusivi. Su questa proposta, il sindaco ha già dato mandato di avviare rigorosi controlli, invitando lʼopposizione a denunciare quelle situazioni di abuso di cui sembra sia conoscenza. Ammonta a ben 201mila euro il buco nelle casse comunali per i mancati incassi delle utenze idriche. (Franco Tumeo) pagina 15 TERME VIGLIATORE Costantino lascia Crisafulli trama Il vice sindaco di dimette. Il collega pensa già al voto TERME VIGLIATORE. La notizia era nellʼaria. I rapporti fra lʼex vice sindaco Carmelino Costantino e la giunta guidata da Bartolo Cipriano erano da tempo tesi. Cʼè voluta una richiesta di v e r i f i c a d e l l a Costantino maggioranza presentata al sindaco dagli assessori Andrea Calabrò e Gino Crisafulli e dai loro referenti consiglieri comunali, Domenico Genovese e Carmen Crisafulli, a dare lʼinput, forse, a Costantino, per esternare i motivi delle sue, adesso, ufficiali dimissioni. Costantino vede, in tutte queste trame intessute ai suoi danni, un “unico architetto”. Chi è? Sembrerebbe sia il consigliere Domenico Genovese che da tempo detterebbe le regole del comportamento dellʼamministrazione, imponendo cambi di assessori, scelte al consiglio ed alla giunta, divenendo anche più determinante dello scalpitante assessore Gino Crisafulli. Fra meno di 14 mesi si voterà e la poltrona di sindaco fa gola a tanti, forse anche al duo Genovese-Crisafulli, che oggi sono con Cipriano ma che forse per il futuro hanno altri progetti. Costantino, che è stato un assessore apprezzato da tutti, non solo dai cittadini ma anche da Cipriano e da molti suoi colleghi, Michele Isgrò in testa, forse rappresentava per questo progetto un problema. Ed ecco minare le sue basi (il consigliere comunale Nino Giambò, suo referente, lo ha “tradito”), ottenendone lʼisolamento. Costantino non le manda a dire: chiede al sindaco di spiegare perché è stato modificato il piano di priorità approvato nellʼestate 2011 e che prevedeva interventi di opere pubbliche in tutto il territorio, destinando invece un milione e 250 mila euro - su un totale di 1,4 - per la realizzazione di piazza municipio, che fra lʼaltro nasce tra mille perplessità per la mancanza totale di parcheggi (solo 13 stalli). Chiede anche che Cipriano spieghi alla gente come stanno proseguendo la riqualificazione del lungomare, chi sono gli esperti interessati che seguono la sorte della zona artigianale, come funzionano i servizi sociali. Un attacco frontale sul quale Cipriano e soci forse non erano preparati. Adesso però è stata avviata la caccia al successore. Il posto dovrebbe essere garantito al consigliere che ha tradito Costantino, Nino Giambò. Difficilmente sarà un consigliere per non turbare il precario equilibrio politico. Pasqualino Materia Politica 23 MARZO 2012 centonove S. TERESA DI RIVA. L’ex sindaco prende accordi con tutti ma poi sceglie la sindacatura con “Sicilia Vera” NIZZA DI SICILIA Lo Schiavo “ballerino” Il Pd dialoga con Di Tommaso Dopo avere siglato un patto con l’onorevole Cateno De Luca stava dialogando con Futuro e Libertà. Ma poi è ritornato sui suoi passi. Cosi’ i retroscena DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. Carlo Lo Schiavo è il candidato a sindaco di “Sicilia Vera”. Lo ha comunicato nel corso di una conferenza stampa lʼonorevole Cateno De Luca, leader del movimento. Lo Schiavo, però, non solo non era presente ma si è reso irrintranciabile. Una candidatura che irrompe sulla scena politica santateresina a meno di venti giorni dalla chiusura delle liste. Lo Schiavo, ex sindaco riuscito nel 2007 nellʼimpresa di farsi sfiduciare dai quattro quinti del consiglio comunale, e lo fa occupando tutta la scena dellʼagone elettorale come è nelle caratteristiche del personaggio che nel giro di pochi giorni ha cavalcato tutto lʼarco costituzionale dei partiti operanti nella cittadina jonica. Dopo essere stato negli ultimi mesi accostato con insistenza alle posizioni dellʼUdc prima e di Fli dopo, lʼavvocato santateresino grazie ai buoni uffici del presidente dellʼAto 4 Leonardo Racco (socio fondatore dellʼassociazione Sicilia Vera ) ha avuto un incontro sulle colline nisane con lʼonorevole Cateno De Luca. Tre orette di fitto dialogo alla fine del quale i due si sono stretti la mano, accordo siglato, discussi i minimi particolari con strategie e calendario tattico quasi definito. In particolare il deputato regionale aveva chiesto al potenziale candidato a sindaco di puntare su una compagine largamente rinnovata rispetto ai soliti volti noti che calcano da più lustri il “teatrino” della cosa pubblica a Santa Teresa e la possibilità dopo cinque anni se si fosse stati tutti dʼaccordo di puntare su di un giovane che nel frattempo sarebbe cresciuto allʼombra del professionista di origini antillesi. De Luca aveva fornito la lista dei suoi candidati al consiglio comunale, cinque o sei unità, e le aree di movimento su cui allargare la piattaforma. Tutto pronto dicevamo se nonchè quando è giunta lʼora di stampare i manifesti che annunciavano un comizio di De Luca in piazza Municipio il buon Lo Schiavo Carlo Lo Schiavo e Alberto Morabito diveniva uccel di bosco. In realtà, per la serie tutti mi vogliono e tutti mi cercano, lʼex sindaco era stato intercettato dalle sirene di Futuro e libertà che tirandolo per la giacca gli hanno prospettato la possibilità di sedere a capo di quella che ormai viene conosciuta come la “ grande coalizione”. Trattasi di un ritorno di fiamma tenuto conto che già nei mesi passati lʼonorevole Carmelo Briguglio aveva avuto un contatto con lo stesso Lo Schiavo, incontro nel quale i due si erano dati appuntamento a più avanti. Il richiamo della “ grande coalizione” però non ha avuto il seguito desiderato ed allora il buon Lo Schiavo, forse ricredutosi sul diniego iniziale, è ripombiato sulle tracce di Cateno De Luca nella serata del suo quarantesimo compleanno cercando di ricucire lo strappo. Sin qui le performance del già assessore provinciale alla Pubblica istruzione in un quadro dove si vanno delineando, anche perché di tempo orami ce nʼè poco, gli accordi. Sembra sia definitivo lʼasse Fli-Mpa-Udc-Sicilia Vera area Nino Bartolotta in un quadripartito dove il nodo finale resta il candidato a sindaco, ruolo per il quale sino ad adesso tutti i personaggi in odore di investitura si sono “ bruciati” e perdurando questa situazione comincia a prendere corpo lʼipotesi di un tecnico ed in ultimo lʼinvestitura proprio di Carlo Lo Schiavo, che ha come ostacolo principale la scarsa credibilità nelle segreterie provinciali dei partiti. Fermo restando sullʼaltro fronte il progetto Morabito che sino ad adesso ha incassato la fiducia del Pd e che comunque può contare sul sostegno dei nuclei uscenti che fanno riferimento agli assessori Agnoni e Rigano ed al consigliere provinciale Lalla Parisi, rischia di diventare decisiva la scelta di campo dellʼonorevole De Luca che nel corso di un comizio non si è precluso nessuna via dal lancio di Lo Schiavo, allʼaccordo col quadripartito con un candidato di Sicilia Vera unita ed addirittura un accordo col sindaco uscente Alberto Morabito. NIZZA DI SICILIA. Il “nodo” resta ancora irrisolto. Ma la notizia ha già fatto “scandalo”: il Pd di Giacomo DʼArrigo starebbe tentando di firmare lʼarmistizio col nemico storico, lʼuscente sindaco Giuseppe Di Tommaso. Il primo cittadino non smentisce e sarebbe pronto ad aprire le porte alla storica opposizione. Si ribaltano, dunque gli assetti politici. Iniziativa scatenata in seguito alla candidatura a sindaco di Mimma Brigandì, secondo alcuni addetti ai lavori, “benedetta” dal sindaco Di Tommaso per assicurarsi, infine, una netta vittoria e indebolire gli avversari. Una strategia che avrebbe centrato appieno. «Ufficialmente non cʼè nessun accordo col Pd, ma sinceramente sono disponibile a trovare unʼintesa – confessa con un lungo sorriso. Ma ad una sola condizione - chiarisce il medico - che il sindaco lo faccia sempre io con la lista “Continuità e novità”». Il sindaco di Savoca, Antonino Bartolotta, in qualità di segretario provinciale del Pd, avrebbe avuto un abboccamento con il medico per cercare di assicurare ai Democratici uno spazio determinante in giunta. Le giovani anime del partito democratico, Carmelo Campailla, Giacomo DʼArrigo e Paolo Miceli starebbero così facendo pressing su Di Tommaso, come unica alternativa vincente, perché stanchi di continuare a sedere tra i banchi dellʼopposizione. A Nizza di Sicilia da trentʼanni a questa parte le elezioni le ha sempre vinte lui. Giacomo DʼArrigo, componente dellʼUfficio di Presidenza Nazionale dellʼAnci non si pronuncia sulla sua candidatura, ben sapendo che lo scontro con Di Tommaso, sarebbe per lui una incognita troppo dura da rischiare. E tenta di allargare la coalizione. Insomma la fotografia è di un Pd al momento in ambasce dopo lʼexploit del progetto elettorale “Nizza Viva”. Con una parte che punterebbe al una intesa a 360 gradi col sindaco uscente. Unʼaltra fetta non indifferente del Pd continua invece a premere per convincere Giacomo DʼArrigo a candidarsi alla guida del paese. Giuseppe Pistone ROCCALUMERA Il centro sociale ritrova la pace Rientrano gli anziani “dissidenti”. Parla Chiara Garufi ROCCALUMERA. Ancora giornate ad alta tensione per gli anziani del Centro sociale “Giovanni Paolo II” che non sembrano avere tregua. Firmato lʼarmistizio con lʼassociazione Arca, i nonni sono rientrati al centro. Costretti questa volta, a fronteggiare il tiro incrociato del sindaco Gianni Miasi. Per mettere fine alle polemiche sulla gestione del centro, il primo cittadino avrebbe pensato bene di spalancare le porte della struttura pubblica anche ad altre tre associazioni: “Berta Filava”, “Polisportiva Europa” e “Arca”. E scoppia la bufera. «Il sindaco ha creato una bolgia di gente di tutte le età, dove si fa tutto e di più – spiega il presidente Chiara Garufi. Avevamo organizzato un corso dʼinglese, tenuto da alcuni anziani, rivolto a ragazzi della comunità alloggio di Roccalumera, finito nel nulla perché i locali sono pubblica. Firmando così un tregua armata con la “Libera sempre impegnati. Di certo noi non andremo via – dice associazione roccalumerese”, presieduta da Chiara. Ma Garufi». Una scelta che avrebbe dimezzato le attività solo sino al 30 aprile, data di scadenza della convenzione ricreative a discapito dei poveri anziani. «Questa non è una alla “Libera associazione roccalumerese”, che ha in gestione palestra per ragazzi - ma un centro sociale - puntualizza il centro sociale. La cattiva è che lʼaccordo si potrebbe lʼanziana Giuseppina Lapenna». Dunque non sembrano sciogliere da un momento allʼaltro poiché entrambe si avere pace i nonnini di Roccalumera. Dopo la protesta degli preparano a partecipare al bando per la nuova gestione, anziani “dissidenti” che rivendicavano la gestione del centro rivendicano il “controllo” dei locali comunali. Il sindaco Miasi sociale e le dimissioni del presidente Chiara Garufi, ha già presentato una prima bozza di regolamento sorella del Presidente del Consiglio Antonio, che andrà in aula per lʼapprovazione. «In questi anni adesso scoppia unʼaltra carica della terza età. siamo stati solo i custodi del centro sociale – Questa volta tutti compatti per rivendicare la chiarisce il presidente Garufi - lo abbiamo abbellito, “vivibilità” del centro sociale nel rispetto della preservato e curato come fosse casa nostra, ecco convenzione. La buona notizia è che gli anziani perché siamo stati additati come padroni del centro “sfrattati”, uniti sotto la sigla Arca (Associazione sociale. Nessuno ha mai cacciato lʼex presidente roccalumerese cittadinanza attiva) dopo un Alligo con il suo gruppetto sono andati via loro. Li periodo di esilio presso i locali della sede della abbiamo sempre trattati bene, il colore politico della minoranza consiliare, sono rientrati nella struttura Chiara Garufi mia famiglia è unʼaltra cosa». (GIU.PIST) pagina 16 Sicilia centonove 1 2 23 MARZO 2012 3 CATANIA. La Procura di Messina svela il complotto per uccidere il sostituto della Dia etnea Pacifico, “32 colpi in testa” Orazio Finocchiaro, esponente del clan Cappello di Catania dal carcere aveva dato l’ordine di eliminare il magistrato autore delle indagini che avevano disarticolato la famiglia mafiosa DI DARIO DE LUCA MESSINA. «Sparagli 32 colpi in testa, noi ti facciamo avere tutto». Sono le parole di Orazio Finocchiaro, spietato uomo del clan mafioso catanese dei Cappello-Carateddi, detenuto nel carcere di Udine sotto il regime carcerario duro del 41bis. Dentro di sé quindi l'ambizioso progetto di scalare i vertici del clan, per diventarne un esponente di primo piano. Destinatario dei proiettili doveva essere il sostituto Procuratore della direzione Antimafia di Catania, Pasquale Pacifico, impegnato da tempo nelle indagine che riguardano proprio il clan catanese antagonista dei Santapaola. Gli ordini erano contenuti in tre pizzini, che tramite un detenuto postino venivano consegnati a Giacomo Cosenza, incaricato di uccidere il magistrato antimafia. A scoprire i retroscena del disegno criminale la Procura di Messina in collaborazione con quella di Catania, che ha sostanzialmente evitato un omicidio le cui conseguenze sarebbero state profondamente destabilizzanti sia in ambito criminale che giudiziario. Il Giudice per le indagini preliminare del tribunale dello Stretto, daniela Urbani, ha quindi emesso un provvedimento, notificato direttamente in carcere, per l'organizzatore dell'attentato. Il movente che animava Orazio Finocchiaro è un forte sentimento di rabbia, per un uomo delle istituzioni impegnato in prima linea nelle indagini sulla criminalità organizzata, così come traspare in altre parti rese note dei pizzini analizzati «Fratello spero che riesci a scaricare tutte le pallottole su quel cesso che non deve vivere, brucia poi il biglietto» STORIA DI CLAN. La guerra fra i Cappello-Carateddi e i Santapaola e lʼostilità nei confrobti del magistrato non è storia recente. 4 5 L'ordine d'ammazzare il sostituto Procuratore, ha infatti radice profonde legate addirittura agli anni 90. La famiglia a cui fa capo Orazio Finocchiaro, è quelao del boss Salvatore Cappello fondatore del clan è già condannato all'ergastolo per una faida risalente agli anni 90 per la scalata al clan di Salvatore Pillera. La guerra tra i Santapaola e la famiglia dei Capello, emerse in maniera chiara nel 2009 quando la Dda di Catania evitò sul nascere un nuovo conflitto interno tra le famiglie catanesi. Nell'operazione denominata “Revenge” vennero emessi 50 provvedimenti di fermo per associazione mafiosa i cui destinatari erano in larga parte proprio appartenenti ai “Cursoti” legati appunto a Salvatore Cappello. Secondo gli inquirenti la rottura interna alla mafia catanese si ebbe a causa di due famiglie gli Squillaci Martiddina di Piano Tavola e gli Strano di Monte Po – passate dal clan Santapaola a quello dei Cappello. A questa operazione sfuggì però sia Sebastiano Lo Giudice detto “Ianu Carateddu”, responsabile operativo del clan e arrestato nel marzo 2010, ed anche Salvatore Caruso detto “Turi Malavita” arrestato invece nel Dicembre 2009. Il primo all'epoca dei fatti venne sorpreso dagli agenti della squadra mobile di Catania durante un summit mafioso in fase di svolgimento nel quartiere popolare di San Cristoforo. Lo Giudice venne indicato dagli 1) Sebastiano Lo Giudice 2) Giuseppe Platania 3) Salvatore Caruso 4) Orazio Finocchiaro Si tratta dei vertici che si sono succeduti alla guida del clan dal 2000 a oggi 5) Pasquale Pacifico, il sostituto procuratore che doveva essere ucciso 6) Da sinistra, il procutarore capo di Messina Guido Lo Forte e il procuratore capo di Catania Giovanni Salvi pagina 17 6 investigatori come parte attiva nella faida scoppiata proprio a Catania nel 2007 che fece segnare sei morti ammazzati. Per Caruso invece le manette scattarono poco dopo l'operazione “Revenge”, mentre era già considerato il nuovo reggente della cosca. RIORGANIZZAZIONE ABORTITA. In pochi anni però il clan si era riorganizzato, e a tenerne serrate le fila era Giuseppe Platania, arrestato nell'ambito nell'operazione “Revenge II” scattata tra il 12 e il 13 aprile 2011. In quell'occasione furono 26 gli arrestati, tutti appartenenti alla cosca Cappello ed in particolare alla famiglia più pericolosa e agguerrita, quella dei Bonaccorsi meglio noti appunto come Carateddi. La nuova riorganizzazione ebbe vita breve, dopo la prima operazione Revenge che ne decapitò solo temporaneamente la struttura. Gli inquirenti della Direzione investigativa di Catania, peraltro nel corso delle indagini scoprirono che era erano già ripresi in maniera attiva i contatti con la famiglia Lo Piccolo di Palermo. IL RUOLO DEL PM. Proprio qualche mese dopo arrivarono pure le richieste di condanna del Pm Pasquale Pacifico. Tra queste quella massima prevista per Sebastiano Lo Giudice. Secondo il Pubblico ministero infatti il boss avrebbe commesso l'omicidio di Nicola Lo Faro cognato del boss ergastolano Pippo Garozzo, che prima di essere ucciso stava indagando sull'omicidio di Giuseppe Vinciguerra, datato ottobre 2009. L'ultima operazione (Revenge III) nei confronti della famiglia dei Carateddi è storia recente e risale al dicembre 2011, quando vennero emesse sia due ordinanze di custodia cautelare per Giovanni Musumeci e Paolo Ferrara, in stato di libertà, ma soprattutto altre quindici notificate in carcere ad altri esponenti dei clan. Tra loro anche Sebastiano Lo Giudice e Orazio Privitera, rispettivamente responsabile operativo e consigliere strategico del gruppo fino ai primi mesi del 2010. Alla base dell'operazione nove omicidi, otto dei quali sono attribuibili al Clan "Carateddi". Il più importante è quello del boss Raimondo Maugeri, pezzo da novanta del clan Santapaola, realizzato il 3 luglio del 2009 dal clan CappelloBonaccorsi d'intesa con i Graviano e i Lo Piccolo di Palermo. Sicilia 23 MARZO 2012 centonove 2 1 Sopra, le due buste con il medesimo codice alfanumerico visibile dalla finestrella: una contiene la scheda test, lʼaltra la scheda anagrafia. A sinistra, la sentenza del Tar. La freccia (1) indica la parte della motivazione che stabilisce che la commissione ha controllato la concordanza tra numero seriale del compito e numero seriale della scheda. A destra, il verbale della commissione. La freccia (2) indica la parte in cui si attesta che oltre al controllo cui fanno riferimento i giudici (A) la busta è stata aperta per controllare la “concordanza tra dati anagrafici e il documento dʼidentità (B)”: i giudici non hanno esaminato questa operazione. MESSINA. I giudici del tar di Catania si dividono ma salvano le prove del 2011 per l’accesso a Medicina Test, “regolarità” con giallo Cinquanta studenti avevano denunciato la violazione dell’anonimato, come lo scorso anno. I legali pronti all’appello. Il verbale indica che i commissari hanno associato nome e cognome al codice identificativo. I magistrati sorvolano DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Regolari nonostante una divergenza di vedute tra i magistrati, ma non troppo. I tre giudici del Tribunale amministrativo regionale di Catania si sono divisi. Il giudice relatore, colui che avrebbe dovuto stendere le motivazioni, Pancrazio Maria Savasta, è stato messo in minoranza e il compito di spiegare il perchè i test di ammissione alla Facoltà a numero chiuso di Medicina e Chirurgia dellʼUniversità di Messina, tenuti il 5 settembre del 2011, si sono svolti regolarmente se lo è assunto il presidente del collegio, Calogero Ferlisi. Dopo che il Consiglio di Stato ha bocciato sonoramente i test dellʼateneo di Messina del 2010 (e degli anni precedenti) i giudici catanesi hanno salvato quelli del 2011 facendo esultare i vertici dellʼateneo che temevano una nuova “Caporetto”: un comunicato trionfale è stato pubblicato sullʼhome page dellʼUniversità. Tuttavia la decisione depositata venerdì 16 marzo non mette al riparo le prove da una pronuncia dʼappello che capovolga quella di primo grado. I legali Santi Delia e Michele Bonetti (autori del ricorso vicente dello scorso anno e sconfitti questʼanno) sono già al lavoro. IL PUNTO NODALE. Dal confronto del ricorso presentato dai 50 candidati delusi, dei verbali delle prove e dalla motivazione, emerge che i giudici hanno sorvolato sul punto decisivo per stabilire se la violazione dellʼanonimato ci sia stata o meno. Tutto ruota attorno a quello che è successo nel momento in cui i candidati hanno consegnato il plico con dentro la scheda del quiz (che viene inviata a Bologna per la correzione) e il plico contenente la scheda con i dati anagrafici (che rimane a Messina per lʼabbinamento con il risultato che perviene da Bologna), Fausto Gennuso entrambi contrassegnati dallo stesso codice alfanumero, visibile allʼesterno dalla finestra trasparente della busta. «In quel momento è stato leso lʼanonimato come era accaduto seppure con altre modalità lo scorso anno», avevano denunciato i 50 ricorrenti. Scrive il Tar: «La commissione aveva il preciso DOVERE di accertare la corrispondenza del codice identificativo del candidato, visibile nella finestra trasparente della busta contenente la scheda anagrafica, con quello visibile nella analoga finestra presente nella busta contenente la scheda-quiz, per avere la sicurezza che ciascun candidato consegnasse il proprio compito, ossia la medesima scheda quiz ricevuta al momento del suo ingresso nella sede della prova». I giudici, però, a leggere la motivazione della sentenza, hanno rilevato che cʼè stata solo un controllo esterno tra il codice identificativo di una busta e quello dellʼaltra. Hanno, invece, sorvolato su un altro tipo di controllo effettuato dagli stessi membri della commissione. «La commissione ha controllato la concordanza tra i dati contenuti nella scheda anagrafica e il documento di identità del candidato», cʼè scritto nello stesso verbale firmato dal presidente della commissione Antonio Toscano. «Eʼ in quel momento che è stato leso lʼanonimato. Ciascun commissario infatti concretamente è venuto a conoscenza del nome e cognome a cui apparteneva il codice identificativo e quindi, in ipotesi, poteva individuare la scheda quiz di ogni concorrente dopo le prove e prima della correzione al Cineca di Bologna», spiega il legale Santi Delia. «Esattamente - conclude - comʼè accaduto lo scorso anno». Il test del 2010 fu annullato per violazione dellʼanonimato dal Consiglio di Stato. Lʼorgano di giustizia deluse il presidente della commissione, Alfredo Artenisio Carducci, che nel sottolineare che “tutto si è svolto regolarmente” ha gettato ombre anche sul passato: “Abbiamo fatto sempre così”. FURTI SOSPETTI. Alla vigilia delle prove del 2011 il presidente è stato sostituito ma la musica non è cambiata. Non solo in 50 hanno denunciato la violazione, sotto altra forma, dellʼanonimato, ma il direttore amministrativo dellʼateneo, Fausto Gennuso, ha denunciato in Procura la sottrazione dagli uffici del rettorato della brutta copia dei test, di nessun valore economico ma importante indizio di prova per mostrare eventuali manipolazioni. Copia delle “brutte copie” era stata richiesta con istanza dʼaccesso il 16 settembre del 2011; la denuncia, invece, è stata presentata il 6 dicembre 2011, tre mesi dopo. IL PRECEDENTE «Quiz farsa per 10 anni» Il Consiglio di Stato 8 mesi fa bocciò il test del 2010 “salvato” invece dall’organo di giustizia etneo MESSINA. Il giudizio fu sofferto anche per lʼastensione del giudice relatore (Francesco Bruno) e alla fine fu favorevole allʼateneo ma fu poi travolto dalla pronuncia del Consiglio di Stato. Lo scorso anno il Tar di Catania, al cui esame era finito il test del , non se lʼera sentita di annullare le prove ma aveva disposto la trasmissione della carte alla Procura della Repubblica. «Non cʼè dubbio che il modus procedendi della commissione sia palesemente lesivo delle esigenze di anonimato, con riguardo allʼagevole possibilità di ricondurre anche ex post ciascuna scheda e ciascuna prova ad un candidato ben determinato. Tuttavia non cʼè certezza sullʼincidenza che lʼirregolarità ha avuto in concre- pagina 18 to sulle prove». Il Consiglio di Stato non ebbe, invece, esitazioni e bocciò i magistrati catanesi annullando le prove: «Non occorre la prova dellʼirregolarità ma lʼastratta possibilità che si verifichi. Lʼanonimato è garanzia di imparzialità e par condicio». «Ovvero che nessuno possa truccare i test», ha spiegato Santi Delia, uno dei legali che ha curato i ricorsi vincenti. La sentenza del Consiglio di Stato, invece, sancisce la certezza che chiunque, membro della commissione o funzionario incaricato di portare le schede dei test in automobile al Cineca di Bologna, dove avviene la valutazione, avesse la possibilità di favorire alcuni dei candidati, attraverso una risposta postuma alle 80 domande. Fuori dai tecnicismi, nella sostanza, la sentenza e la dichiarazione del presidente Carducci ha significato che ai 2mila aspiranti medici che ogni anno dellʼultimo decennio si sono confrontati per accaparrarsi uno dei 200 posti, per coronare il loro sogno, garanzia di un lavoro futuro sicuro, sarebbe bastato iscriversi al test di ammissione e affidarsi, anche con un punteggio pari allo zero, alla carta bollata e alle aule di giustizia. (M.S.) centonove Sicilia 23 MARZO 2012 Nella foto grande Franco Tomasello. A sinistra, Salvatore Berlingò; Sotto, a sinistra Raffaele Tommasini; a destra, Antonio Saitta MESSINA. Il gruppo di docenti di opposizione ha pronta l’istanza al Decano dell’ateneo, Salvatore Berlingò «Elezioni per il nuovo rettore» La decisione assunta per neutralizzare il nuovo piano di Tomasello che mira ad allungare il mandato sino al 2013. Il Magnifico in scadenza nel 2011 ha ottenuto un anno di proroga ma ha tentato già 2 volte di raddoppiarselo. Invano DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. La decisione è stata assunta nel corso di alcune riunioni riservate tenute nelle scorse settimane. La strategia è stata messa a punto dai docenti di diritto che fanno parte del gruppo di oppositori alla politica del rettore Franco Tomasello. Lʼobiettivo è neutralizzare il piano c che il rettore, grazie allʼausilio dei suo legali di fiducia, ha elaborato da ultimo per allungare il suo regno sullʼUniversità di Messina, che va avanti dal 2004 ed era in scadenza naturale al 31 ottobre del 2011, sino al 31 ottobre del 2013, raddopiando lʼanno di proroga concesso dalla legge Gelmini “per lʼanno accademico successivo a quello di adozione dello Statuto”. Gli oppositori mirano a elezioni per il nuovo rettore subito prima dellʼestate. LA STRATEGIA. La patata bollente passerà nelle mani del preside di Giurisprudenza, Salvatore Berlingò, il Decano a cui i docenti, che hanno già mandato a gambe allʼaria i piani (a) e (b) del rettore, poco prima di Pasqua faranno pervenire unʼistanza motivata in punto di diritto: «Il mandato del rettore scade il 31 ottobre 2012. La legge prevede che le elezioni debbano essere bandite novanta giorni prima della scadenza. Per Statuto la competenza è tua. Sei obbligato». SCENARI. Salvatore Berlingò, preside a Messina e rettore di un ateneo privato a Reggio Calabria “Dante Alighieri” tenuto aperto grazie alle missioni dei docenti dellʼateneo di Messina, avrà a quel punto tre possibilità: rispondere positivamente bandendo le elezioni; negativamento, con un provvedimento i diniego. O potrebbe anche non rispondere mantenendo il silenzio. Nelle ultime due ipotesi la battaglia tornerà dinanzi ai giudici amministrativi a cui i docenti oppositori si rivolgeranno per ottenere ciò che Berlingò dovesse non accordare. STRANI PRESAGI. Sono stati i giudici amministrativi a far saltare il piano a del rettore quello fondato su una delibera del Senato e del Cda di proroga di un anno per tutte le cariche elettive (da sommare a quello previsto dalla Gelmini) è stato stoppato in malo modo dai giudici del Tribunale amministrativo regionale e del Consiglio di giustizia amministrativa: «Eʼ antidemocratico che un organo si autoproroghi» Il piano b, quello di riserva, è stato elaborato allʼultimo momento in sede di adozione, avvenuta il 29 ottobre del 2011, del nuovo Statuto dellʼateneo e si fondava sullʼescamotage della retrodatazionde dellʼinizio dellʼanno accademico: è stato mandato a gambe allʼaria dal ministero dellʼUniversità. «Lʼanno accademico inizia il primo ottobre, anche quello 2011/2012 (già iniziato secondo il vecchio Statuto», è stato scritto nello Statuto inviato per lʼapprovazione al PRECISAZIONI Coriqua, parola a Ciraolo IN RELAZIONE al Top secret “Università- Controlli sulla carne- I rettori dicono no”, preciso che: «I rettori dei tre atenei siciliani hanno firmato la risoluzione per mutuo dissenso di un accordo del 2005, con rinuncia ad un credito da 5 milioni di euro, attribuito al Coriqua (Consorzio sui sistemi innovativi di qualità, di controllo e tutela ambientale della filiera agroalimentare) con sentenza definitiva del Cga. Le concrete iniziative da assumere sul piano legale saranno oggetto di valutazione da parte dei legali cui ho dato incarico di tutelare gli interessi miei e del Consorzio. Luigi Ciraolo Presidente Coriqua ministero. «Non è possibile che disporre per il futuro», ha osservato il ministro Francesco Profumo, a cui si erano rivolti i docenti autori del ricorso vincente al Tribunale amministrativo con un ricorso gerarchico (giudicato comunque inammissibile). Franco Tomasello, però, come ama dire, “quando prende una strada la persegue senza paura e sino in fondo” e così ha tirato fuori dal cilindro il piano c. «Lʼadozione dello Statuto si perfezionerà solo sarà adottato definitivamente dopo aver accolto i rilievi che sono stati fatti dal ministero con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale», ha detto pubblicamente. Il gruppo di oppositori, di cui fa parte il docente di diritto Antonio Saitta, da sempre avversario di Tomasello, ma anche i giuristi Raffaele Tommasini e Carlo Mazzù, alleati di ferro del rettore successivamente esautorati, hanno osservato: «Mira a far passare lʼidea che lʼanno di proroga previsto dalla legge Gelmini “per lʼanno accademico successivo allʼadozione dello Statuto”, riguardi lʼanno accademico successivo al 2011/2012 (quello in corso) in modo da prolungarsi lʼincarico sino al 31 ottobre del 2013». CUL DE SAC. Ma se lʼinterpretazione del termine “adozione” da parte del rettore fosse quella giusta avrebbe un effetto boomerang sulla stessa sua poltrona. Se, infatti, lo Statuto non è stato adottato il 29 ottobre del 2011, la proroga di un anno prevista dalla legge Gelmini non ha operato e quindi il rettore il cui mandato scadeva a fine ottobre sarebbe già scaduto. DIPARTIMENTI Direttori, al via le elezioni Il Magnifico torna sui suoi passi e dà il là al rinnovo delle cariche scadute dopo la bocciatura dell’autoproroga MESSINA. Ha fatto ricorso al Cga, avvalendosi di avvocati di fiducia, e quando è arrivata la sentenza che confermava la bocciatura da parte del Tar della prima autoproroga, quella deliberata dal Senato accademico e Cda nellʼestate del 2010, ha commentato che “non cambiava nulla nellʼassetto dellʼateneo”. Ma a distanza di qualche giorno, alla chetichella, il rettore Tomasello ha cambiato idea, Eʼ datata 14 marzo 2012 la nota con cui il rettore avvia la procedura per lʼelezione dei direttori di Dipartimento scaduti nel periodo compreso tra lʼautoproroga (estate 2010) e lʼentrata in vigore della proroga prevista dalla legge Gelmini (Novembre del 2011). Non è stato reso pubblico un elenco ufficiale dei Dipartimenti per i quali biso- gna andare ad elezione. Secondo le prime ricostruzioni, non ufficiali, è scaduto quello di Biomorfologia diretto da Pucci Anastasi, di Chimica Inorganica (Sebastiano Campagna); di diritto dellʼEconomia (Enza La Torre); di Chirurgia Generale (Giovanni Sturniolo); Farmaco Biologico (Antonina Saija); di Fisica della Materia (Fortunato Neri), Ingegneria Civile (Giovanni Falsone); Matematica (Natale Manganaro); Medicina Interna (Domenico Cucinotta); Morfologia degli animali (Adriana Ferlazzo); Patologia Sperimentale (Concetta Beninati); Protezionista ambientale (Mario Vermiglio); Sanità pubblica veterinaria (Salvatore Giannetto); Scienze Biochimiche (Alberto Calatroni); Biologia animale (Giuseppe Lo Paro); Scienze Cognitive (Pietro Emanuele); Scienze dellʼantichità (Antonino Pinzone); Scienze della vita (Antonio Mastino); Scienze giuridiche (Rosario Battaglia); Pediatriche (Filippo De Luca); Studi Europei (Alberto Russo); Civiltà Moderna (Santi Fedele). la decisione del rettore da ragione a Sara Domianello, di Giurisprudenza, e a Michele Panzera, di Veterinaria, gli unici a dimettersi spontaneamente dopo la sentenza del Tar. (M.S.) pagina 19 Pucci Anastasi Sicilia 23 MARZO 2012 IN EQUILIBRIO. Il complesso Aralia sullo strapiombo di Montepiselli. Alle spalle, le antenne di RaiWay MESSINA. Torna il progetto contestato del palazzo a strapiombo su Montepiselli Aralia, toh chi si rivede! Era una villa, è diventato un palazzo di sei piani. Che secondo il geologo sorgerà su un pendio instabile. Per il progettista Pino Falzea “il progetto è idoneo”. Ma definisce “non soddisfacente” la stabilità sismica DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Ancora qualche mese e lʼAralia, il complesso appollaiato sulla collina di Montepiselli che incombe sulla via Tommaso Cannizzaro, si arricchirà di un palazzo a sei piani, due seminterrati e sottotetto. Un progetto che in origine era una villa unifamiliare, da villa è diventato palazzo, come palazzo è stato fermato nel 2010 dal comune di Messina che voleva vederci chiaro su messa in sicurezza del versante e problemi alle vie di fuga e che, oggi, ritorna. Salvo complicazioni. COME TI TRASFORMO LA VILLA. La “nuova vita” del palazzo in equilibrio sullo strapiombo di Montepiselli la spiega il progettista Pino Falzea, presidente dellʼordine degli Architetti di Messina nella relazione tecnica. “Il presente sostituisce il progetto già depositato ed approvato per decorrenza dei termini (per il rilascio della concessione edilizia, ndr). La sostituzione avviene perchè in fase di conferenza dei servizi presso il dipartimento Edilizia è stata rilevata la necessità di ritenere lʼintervento proposto quale nuovo progetto e non altresì variante del progetto di una villa precedentemente depositato”. Mondato quindi dallʼequivoco per il quale una villa a tre piani poteva diventare un palazzo a sei, riecco un progetto nuovo di zecca. Esattamente uguale al vecchio, per redigere il quale Falzea ha sudato sette camicie: “La particolare conformazione dellʼarea edificabile unita alla morfologia dei luoghi ed agli interventi realizzati ammette lʼarchitetto - ha indicato una soluzione progettuale abbastanza complessa ed articolata”. Eccola. LE RELAZIONI PERICOLOSE. La concessione originaria riguardava un fabbricato a tre elevazioni fuori terra destinato a diventare una villa unifamiliare. centonove Al progetto viene applicata quindi una “variante”, la villa unifamiliare diventa un palazzo, i piani da tre passano a sei, e si arricchiscono di due interrati ed una mansarda. Per stare in piedi, il progettista ha previsto una serie di palificazioni profonde poco meno dei trenta metri di altezza del fabbricato. Questo perchè, secondo la relazione geologica citata dallo stesso Falzea, “il pendio in condizioni naturali si presenta instabile”, aggiungendo però che “tale instabilità può essere superata eseguendo unʼattenta analisi geotecnica”. La relazione è stata prodotta da Sergio Dolfin, che non si è limitato a constatare lʼinstabilità del pendio, ma che si è spinto parecchio più in là, affermando che “nelle condizioni attuali, il sito non è idoneo”, ed esprimendo “parere contrario allʼedificazione ed ai conseguenti nuovi carichi sul pendio”. A meno che la ditta non avesse provveduto a consolidare la montagna. Eʼ una delle risposte che Falzea ha dato alla sfilza di perplessità sollevate dal Genio Civile. IL GENIO PUNTA IL DITO. Dagli uffici regionali di via Aurelio Saffi, alla fine del 2010, parte una lettera indirizzata allʼimpresa, in cui si muovono pesanti rilievi su ben tredici punti. Allʼultimo, quello relativo allʼaspetto geologico, Falzea risponde in maniera parecchio dettagliata, confermando la pessima analisi elaborata da Dolfin, e spiegando tuttavia che di quanto evidenziato “si è tenuto conto nei calcoli statici già depositati”. Nella relazione integrativa, poi, il progettista rassicura ulteriormente Gaetano Sciacca, direttore capo del Genio civile: “Il versante in corrispondenza dellʼarea edificatoria a monte, ad intervento già eseguito, si presenta sicuro e idoneo per la realizzazione del fabbricato”. Tre righe finali che potrebbero essere sconfessate da quanto lo stesso Falzea, nella relazione, afferma una ventine di righe prima. SISMA? SI SALVI CHI PUOʼ. Una delle analisi alle quali è stato sottoposto il pendio, secondo il progettista, è quella di stabilità del pendio in condizioni naturali e di progetto, e quella in “condizioni sismiche”. La prima, si legge “in presenza degli interventi previsti (paratie di pali ecc) ha dato valori che evidenziano un coefficiente di sicurezza superiore a quello stabilito dalle norme”. E lʼanalisi in condizioni sismiche? “Ha dato valori non soddisfacenti”, ammette Falzea, che poche righe dopo ribadisce comunque che “lʼintervento così previsto si presenta idoneo a consentire lʼedificazione a monte prevista in progetto”. A meno che non arrivi un terremoto. ZOOM Storia di un “francobollo” Un’osservazione al piano regolatore spiana la strada dal complesso. Al suo posto? Era previsto un parco Pino Falzea MESSINA. La storia dellʼAralia nasce da un “francobollo”. Così si chiamavano, in gergo, le aree edificabili “calate” dʼimperio allʼinterno di zone boschive, coltivate o vincolate allʼinterno del piano regolatore. Spesso il territorio ne veniva disseminato direttamente dagli uffici dellʼUrbanistica che hanno redatto il Prg di Messina, altre volte accadeva per via degli emendamenti. E delle osservazioni. In commissione consiliare, lʼemendamento che rendeva edificabile una porzione di bosco, che una decina dʼanni dopo sarebbe diventato il complesso Aralia, era stato bocciato per lʼastensione allʼunanimità dei membri. In consiglio comunale, invece, lʼemendamento 22/009 proposto dal commissario ad acta Salvatore Fazio era sta- pagina 20 to respinto per il rotto della cuffia: 10 consiglieri favorevoli, sette contrari e quattro astenuti. Il “francobollo” proposto da Fazio, che trasformava una zona destinata a parco urbano in aree edificabili, e verde privato, non era passato. Un destino che lo divideva dal “gemello”, lʼemendamento 22/008 che invece era stato accolto, e che sarebbe diventato il “Residence 74”. Tra i due, una stradina cieca, la via Ducezio. Quello che grazie al consiglio comunale era uscito dalla porta in una lunga seduta a marzo del 1998, rientra dalla finestra due anni dopo, in sede di osservazioni che poi avrebbero costituito la variante al piano regolatore. La ditta Gentile Carmelo presentava unʼosservazione, numerata 219, che riprendeva un decreto emanato dal presidente della Regione del dicembre 1981, che accoglieva la proposta di edificabilità inoltrata dalla precedente ditta proprietaria dellʼarea, la Mira. Lʼosservazione passa, il costruttore milazzese Vincenzo Pergolizzi acquista lʼarea, che dalla Gentile era passata alla EnneBi, sbanca la collina e ci piazza dentro i due corpi edilizi che diventeranno lʼAralia. Che tra poco saranno tre. (A.C.) centonove Sicilia 23 MARZO 2012 IL TRACCIATO, MINUTO PER MINUTO La Hc Rubina parte il 14 marzo dal porto turco di Iskenderun. Alle 18 e 23 del 17 marzo è allʼaltezza di Bova Marina e viaggia a 13,6 nodi. Alle 20 e 31 è di fronte Reggio di Calabria mantenendo la rotta prevista dalle norme a una velocità di 12,4 nodi. Alle 21 e 02 di fronte Villa S. Giovanni e invece di virare, come prevedono le e norme, segue una rotta di 358 gradi alla velocità di 13,8 nodi. Nei sei minuti successivi la Capitaneria di Porto tenta più volte di contattare la HC Rubina via radio, ma nessuno risponde. Alle 21 e 15 circa lʼimpatto sulla spiaggia di Ganzirri. MESSINA. I nomi e le circostanze che ricorrono tra i due incidenti nello Stretto Rubina e Segesta, checoincidenze Il cargo incagliato a Ganzirri fa sorgere dubbi e perplessità sulle procedure di attraversamento. Ecco chi solca il lembo di mare tra Sicilia e Calabria. Il più trafficato. E pericoloso DI ARMANDO MONTALTO MESSINA. Un Capitano Ucraino, un cargo battente bandiera di Antigua e Barbuda, un armatore tedesco, lo Stretto di Messina da attraversare, poi un incidente, e un avvocato, Enrico Mirti della Valle, a difendere il capitano dai reati contestati. Sembra di raccontare a distanza di cinque anni la tragedia del Segesta, invece è un nuovo incidente. LʼHC Rubina si è arenata sabato 17 marzo intorno alle 21e15 sulla spiaggia antistante il borgo marinaro di Ganzirri a nord di Messina. Per fortuna non ci sono state vittime. Ma dopo la tragedia del Segesta, lʼaumento dei controlli e la nuova regolamentazione lʼattraversamento dello Stretto di Messina doveva avvenire in assoluta sicurezza. Invece, gli errori umani sono sempre possibili e a prescindere dai sofisticati sistemi di comunicazione e dei radar della Capitaneria. Le coincidenze tra i due incidenti sono oggetto di unʼattenta riflessione dello Sasmant, sindacato autonomo stato maggiore navi traghetto. CAPITANI UCRAINI. Una delle prime e più lampanti coincidenze degli ultimi incidenti occorsi sullo Stretto è la nazionalità dei comandanti delle imbarcazioni. Maksym Poludnyev era al comando nel 2007 del mercantile Susan Borchard che impattò con il Segesta Jet e un suo connazionale, Sergy Kryvodud, guidava la Hc Rubina. «Prima di diventare comandante sono stato per 18 anni ufficiale in seconda – ricorda Sebastiano Pino, presidente del Sasmant – oggi alcune società danno il comando a ufficiali dopo solo sei anni. Inoltre, sempre più spesso vengono imbarcati equipaggi che provengono da stati con scuole non paragonabili a quelle italiane. A fronte di molti disoccupati tra i diplomati presso gli istituti nautici italiani le società armatrici italianesi assumono personale straniero». BANDIERE DI COMODO. Sono così definiti quei registri navali, tra i più famosi Panama, dove, per risparmiare vengono iscritte molte navi. «Solo di tagli, negli ultimi anni le società armatrici di tutto il mondo seguono una politica di risparmio, così si registrano le navi presso stati come Enrico Mirti della Valle Panama o Antigua che fanno pagare imposte bassissime o nulle». PONTI DI COMANDO. Le particolarità che accomunano lʼincidente occorso sabato 17 marzo e quello che ha visto lo scontro mortale tra il Segesta Jet e la Susan Borchard sono legate anche alla dinamica dellʼincidente. «Secondo i dati forniti dalle autorità - spiega Pino - mostrano che la nave HC Rubina, superato il porto di Villa San Giovanni ha proseguito mantenendo inalterata la rotta di 355 gradi e la velocità di 13,5 nodi fino alla spiaggia di Ganzirri. Da questi elementi sʼintuisce che la nave aveva il pilota automatico inserito e era presente un solo uomo sul ponte di comando». Le norme per lʼattraversamento dello Stretto di Messina, tra lʼaltro, prevedono la presenza sul ponte di comando di quattro uomini: Timoniere, Vedetta, Ufficiale di guardia e la supervisione del Comandante. «Sulla HC Rubina sembra ci sia stato un uomo solo che non è stato in grado di intervenire sul pilota automatico e rispondere alle chiamate via radio del Vts negli ultimi 5 o 6 minuti che la nave ha impiegato dal momento del superamento della zona di separazione del traffico allʼincaglio sulla spiaggia di Ganzirri». Il rispetto dellʼassetto di guardia in plancia è lʼaltra coincidenza, infatti,«anche per il Segesta è stato accertato che non è stato rispettato lʼassetto di guardia – conclude Pino». PILOTI. Unʼaltra coincidenza è che sia la Rubina che la Susan Borchard non avessero il Pilota a bordo.Infatti bisogna ricordare che lʼattraversamento dello Stretto è fortemente regolamentato cʼè lʼobbligo di avere un pilota a bordo per tutte le navi con una stazza superiore alle 15mila tonnellate e per le navi adibite al trasporto di idrocarburi o sostanze nocive maggiore a 6mila. Inoltre sono disciplinate le rotte da seguire per attraversare il braccio di mare. Le regole sono state istituite nel 1985 a seguito dell'incidente del 21 Marzo di quellʼanno tra la petroliera greca Patmos e il mercantile spagnola Castillo de Monte Aragon che causò tre vittime e il riversamento in mare di mille tonnellate di greggio. Sono state rafforzate nel 2008 a seguito allʼincidente mortale del Segesta. Ma le due navi battenti bandiera di Antigua per il loro tonnellaggio non avevano lʼobbligo di far salire a bordo il pilota. «Le norme sono importanti, ma bisogna farle rispettare, sarebbe opportuno abbassare la soglia del tonnellaggio per lʼobbligo del pilota, ma i costi aumenterebbero e in questo periodo la lobby degli armatori conosce solo la parola risparmio» chiude il Comandante Pino. FOCUS Quei disastri tra Scilla e Cariddi Dalla Petroliera Patmos che sversò mille tonnellate di greggio ai quattro morti del 2007. Ed i 6 del 1978 MESSINA. Incidenti, tragedie sfiorate, drammi annunciati, tra Messina e Reggio Calabria è successo, negli anni, di tutto. Il più recente, in ordine di tempo,è lo scontro tra il Segesta Jet e la portacontainer Susan Borchard che provocò cinque morti il 15 gennaio 2007. Il 17 maggio 2001 sono i traghetti Vestfold e Giano, entrambi del gruppo Caronte e Tourist,a scontrarsi. Molto spavento, quasi nulli i danni alle persone. Molto simile a quello tra Segesta e Susan Borchard, invece, lʼincidente del 9 luglio 1988, tra la nave delle Fs, Edra, con 139 passeggeri, e la portacontainer Languedoc. Fortuna vuole che vi siano solo 14 feriti. Il più pesante tributo di sangue si paga il pagina 21 24 dicembre 1978, quando il mercantile cipriota Omonia affonda dopo aver urtato la petroliera britannica Almak. Pesantissimo il bilancio di sei morti. Durante lo stesso anno, macabra combinazione, gli incidenti registrati sono ben tre. Allʼalba del 21 marzo del 1985 si sfiora invece il disastro ambientale. Nel tratto di mare davanti a Punta Pezzo, la petroliera greca Patmos e la mercantile spagnola Castillo de Monte Aragon si urtano, lasciando sul ponte tre morti tra lʼequipaggio della petroliera, che riversa in mare 1.000 tonnellate di greggio. Il comandante Salvatore Cutugno, in seguito insignito con la mmedaglia dʼargento al valore civile, salì a bordo della nave incendiata, che stava per arenarsi nella spiaggia antistante Faro, riuscendo a mettere in mare la cima di rimorchio. In seguito allʼincidente, entrò in vigore il decreto Carta, che ha regolamentato il transito nelloStretto attraverso una divisione delle acque tra Sicilia e Calabria in corsie con diritti di precedenza. Il decreto è stato aggiornato nel 2008 proprio in seguito allʼincidente del Segesta Jet. Sicilia 23 MARZO 2012 RISANAMENTO. Aggiudicato l'appalto per il Parco Urbano a Giostra. Ma i lavori non partono I misteri della Magnolia A sei mesi dall'aggiudicazione della gara, l’Ustituto case popolari di Messina non ha ancora consegnato i lavori alla ditta. Storia di un progetto lungo 8 anni. Con molti lati oscuri DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. I ragazzi aspettano all'ombra del grande albero. Aspettano che dai detriti, traccia delle ruspe dello sbaraccamento e di improvvisate discariche a cielo aperto, nasca un parco, dove scorazzare oltre le polverose strade di una città di cemento. Come De Andrè si aspettava che dal letame nascessero i fiori. Il grande albero è un Ficus magnolioides Borzì, più recentemente detto macrophylla. Ma per tutti è la Magnolia. I ragazzi sono quelli del quartiere messinese di Giostra. I lavori attesi sono quelli di costruzione di un parco urbano e recupero preesistenze architettoniche ex villa De Gregorio in Fondo Basile, area ex case volano. In due parole: il Parco Magnolia. L'attesa è di 8 anni. Ma dopo l'aggiudicazione definitiva dei lavori a settembre scorso si sperava in un repentino inizio. Che però ancora non c'è stato. CRONACA DI 8 ANNI. Era il giugno 2004, quando l'allora commissario ad acta dello Iacp, Istituto autonomo case popolari, di Messina, Calogero Beringheli nominò tra i tecnici dell'Istituto i progettisti per alcuni interventi di risanamento, rientranti nei piani particolareggiati di aree della città dello Stretto. Tra questi, entrambi d'Ambito "B", i lavori di demolizione delle case volano, le case d'amianto, "temporaneo" ricovero per intere generazioni, e delle baracche circostanti a Giostra in Fondo Basile attorno alla vecchia Magnolia, e di bonifica e riqualificazione ambientale delle aree "sbaraccate" con la realizzazione di un Parco. Nel marzo 2006 si demoliscono i manufatti, già bonificati dall'amianto, mentre il progetto del Parco è in via di definizione ad opera dell'architetto Caterina Sartori. Nelle operazioni di sbaraccamento si scoprono ruderi della settecentesca villa De Gregorio, per tradizione locale convento di monache risalente a prima del XVIII secolo, trasformato in villa dalla famiglia De Gregorio, con un florido parco di cui oggi resta solo la Magnolia, e di parte di un portale forse di epoca anteriore. Che, soggetti a vincolo della Soprintendenza, rientrano nel progetto del Parco Urbano. Che nel 2007 è pronto. E prevede in sintesi un giardino cintato numero 1 o "Hortus conclusus", un secondo o "Il giardino delle essenze esotiche", e il "Giardino fuori"-"Il giardino del torrente", con due rampe d'accesso, l'una da via Seminario, l'altra da viale Giostra, ed il recupero dei manufatti d'interesse storico-architettonico di villa De Gregorio. Ma mancano i fondi. Nel 2009 arrivano con la legge regionale 10 del 1990, quella sul risanamento di Messina. Che, in forza anche della regionale n. 4 del 2002, si sono sbloccati con decreti di finanziamento dell'ex Dipartimento dei Lavori Pubblici della Regione: un pacchetto di 48 milioni di euro di cui 26 e mezzo per somme già impegnate ma non ancora utilizzate e 21 e mezzo ad integrazione. Di questi 1.846.000 circa vanno per il Parco Ruderi dell’ex villa De Gregorio nell’area del Parco Magnolia Urbano ex Volano, ossia il Magnolia. A novembre 2010 gara bandita dallʼIacp di Messina. La base d'asta è di 1.644.261,27 euro. Vince l'offerta più bassa. A giudicare è una commissione all'Urega, Ufficio regionale per l'espletamento delle gare d'appalto, di Messina, nel palazzo del Genio civile. Dopo 10 sedute si arriva a luglio 2011. E l'Urega propone di aggiudicare la gara ad una Ati, Associazione temporanea di imprese, formata dalla Sidoti Costruzioni srl, da C.G. Costruzioni srl e da Gangemi Carmelo, con sede a Montagnareale. Che con un maxi ribasso del 42,3250% sbaraglia tutti. Nello stesso mese il coordinatore del settore tecnico dello Iacp, Achille D'Arrigo, firma la determina dell'aggiudicazione provvisoria. E il 26 settembre arriva quella definitiva. LʼAti si accaparra i lavori per 921.774 euro, oltre gli oneri della sicurezza. I DUBBI. «Ma da settembre non si è mossa foglia: a fine gennaio abbiamo inviato al sindaco, all'assessore comunale al Risanamento e al commissario straordinario dello Iacp una violenta interrogazione perchè i lavori non sono iniziati». A parlare è Alessandro Russo, presidente della V Circoscrizione. «Il dubbio è che, quando c'è un eccessivo ribasso d'asta, si configura il rischio che la ditta debba risparmiare da qualche parte o utilizzando materiali scadenti o con lavori non a regola d'arte. In questo caso non può dirsi, perchè non ne abbiamo la competenza tecnica ma una conferma indiretta è data dal fatto che la stessa Ati si è aggiudicata i lavori di riqualificazione nel torrente Badiazza, anche lì con notevole ribasso, ma con le piogge dell'autunno 2010 e della primavera 2011, le gabbie già realizzate si sono aperte e la Ati, a lavoro ultimato, è dovuta tornare sullo stesso punto. Ci chiediamo cosa succederebbe in caso di bombe d'acqua». «L'altro dubbio sul Parco Magnolia è che, passando molto tempo, sia necessario cambiare il progetto originario, o che, oltre il danno pure la beffa, si possano perdere i fondi. Sarebbe un peccato. La Magnolia è viva e sta bene ma è circondata da una discarica: si deve intervenire. Eʼ un importante simbolo di vita dal valore storico, perderlo, sarebbe una sconfitta per tutti», seguita Russo. LE RASSICURAZIONI. «La ditta ha centonove sottoscritto il contratto, sono state fatte tutte le valutazioni, a breve speriamo di consegnare i lavori, entro una settimana», così rassicurava il dirigente del settore tecnico dello Iacp, D'Arrigo. Era il 5 marzo scorso. Lo stesso R.u.p., responsabile unico del procedimento per il Parco, l'architetto Pietro Visalli lo confermava qualche giorno più tardi. Il direttore dei lavori è lo stesso progettista ossia l'architetto Sartori. Che in queste ultime settimane è assente. Mentre, una volta consegnati i lavori, la ditta, come da bando, avrebbe 547 giorni naturali e consecutivi per ultimarli. Intanto dall'aggiudicazione dell'appalto sono passati 6 mesi, e marzo volge alla fine. «A tutt'oggi (19 marzo 2011, ndr) i lavori non sono stati consegnati. Se si tratta di pochi giorni ancora, aspettiamo il ritorno del direttore dei lavori, altrimenti in accordo con il R.u.p. dovremmo decidere se individuare qualcun altro per la direzione», rivela D'Arrigo. IL COMITATO. E, mentre i ragazzi di Giostra attendono, un "giostroto" d.o.c., "ca' scoccia", come si dice da queste parti, anche se da tempo vive a Lione, lancia l'iniziativa di un comitato di lotta per il Parco Magnolia in quello che lo stesso definisce "quel curioso paesello, la nostra Giostra". È lo scrittore Andrea Genovese, autore in lingua francese, italiana e "giostrota" per l'appunto. Un primo appuntamento è stato per il comitato in forma provvisoria presso l'Orientale Sicula il 22 febbraio scorso. «Parlo da "giostroto", che dalla sua casa aveva in faccia la Magnolia, in una zona da sempre la più degradata. Abbiamo bisogno di uno spazio verde ma più in generale di rifondare la città, partendo da un quartiere difficile e disagiato come Giostra, sarebbe abbastanza rivoluzionario portare la cultura qui. Questo comitato non si ferma a questo Parco, di cui vorremmo vedere il progetto per esprimere il nostro giudizio ma vorremmo che i giovani avessero una struttura, che accompagni l'attività della scuola, dove si trovino a casa, la Casa dei Giovani e della Cultura, con una biblioteca, una teatroteca, un'opera immersa nel verde, non ciclopica. Ci sarà da battersi», dice Genovese. Che con la sua penna si è rivolto anche ai "cumpagneddri" dell'Istituto comprensivo Villa Lina-Ritiro, incontrati nell'ambito di un progetto Por "Percorsi di vita" a dicembre scorso. «Ho scoperto Genovese per caso e l'ho proposto come modello di riferimento per combattere questa rassegnazione, l'incontro è stata un'esperienza fortemente positiva, lui ha a cuore questo territorio e noi lo appoggiamo con gli strumenti della scuola, con carta e penna». RISANAMENTO E anche Camaro in lista d’attesa MESSINA. Tra i progetti dello Iacp per il risanamento, fatto non solo con nuove palazzine ma con spazi verdi, oltre al Parco Magnolia, ci sono, entrambe in Ambito "C", due aree a verde attrezzato e a parco di quartiere a Camaro S. Antonio e a Camaro Bisconte. Anche qui gli anni sono passati. «A Camaro Bisconte c'è un problema di particella catastale e siamo in contatto con il demanio regionale, mentre a Camaro S. Antonio i lavori sono stati riconsegnati alla ditta aggiudicataria», dice Achille D'Arrigo, il dirigente del settore tecnico dello Iacp. A S. Antonio i lavori, iniziati dalla Mecoin s.r.l., vincitrice della gara, sono stati sospesi ad agosto 2011 con sentenza del Tar di Catania, in accoglienza del ricorso della ditta giunta seconda, la Mosedil s.r.l. Il 13 gennaio scorso il Cga, Consiglio di giustizia amministrativa, di Palermo, ha rovesciato la sentenza del Tar in favore della Mecoin. «Mentre per Bisconte non sappiamo nulla, i lavori a S. Antonio ancora non sono ripresi ma siamo fiduciosi, pare questione di giorni. Il progetto è molto bello, qui c'è solo una piazza a Camaro S. Paolo, la Gerobino Pilli in assoluto degrado». (M.T.S.) pagina 22 centonove Sicilia 23 MARZO 2012 SOLIDARIETA’. L’iniziativa benefica della Onlus a Messina LA MANIFESTAZIONE PIAZZA PER PIAZZA Nei giorni 23, 24 e 25 marzo si svolgerà la XIX edizione della manifestazione “Uova di Pasqua AIL”. Un Uovo di Cioccolato verrà offerto dai volontari in oltre cento piazze siciliane. Tra le tante: Barcellona, Chiesa S. Sebastiano; Messina, Piazza Duomo; Rometta, Piazza Margherita; Salina, Piazza Leni; Scala Torregrotta, Chiesa Santa Maria della Scala; Villafranca Tirrena , Chiesa Nostra Signora di Lourdes; Aci Castello, Piazza Castello; Acireale, Piazza Garibaldi; Caltagirone, Piazza Umberto I ; Catania, Via Etnea; Palermo,Via Magliocco, Viale Strasburgo, Piazza Politeama, Via Notarbartolo. La ricerca nell’uovo L’Associazione Italiana contro le Leucemie sarà presente in tutte le piazze della Sicilia per raccogliere fondi. In nome della solidarietà DI ARMANDO MONTALTO MESSINA. Ricerca, sensibilizzazione e assistenza. LʼAssociazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma Onlus (Ail) opera a Messina su molteplici frontidal 1999. Il 23, 24 e 25 marzo, come nel resto dʼItalia, i volontari offriranno uova di Pasqua per raccogliere fondi da destinare alle molteplici attività dellʼassociazione. In provincia di Messina saranno presenti in oltre dieci piazze. ATTIVITAʼ. LʼAssociazione a Messina è attiva nellʼassistenza presso i reparti di ematologia dellʼOspedale Papardo e del Policlinico Universitario. «I pazienti vengono, soprattutto, ascoltati dai nostri volontari – racconta il presidente Pippo Augusto – la nostra missione è quella di sostenere i degenti. Spesso i pazienti hanno bisogno di aiuto nelle incombenze quotidiane e di una persona con cui dialogare e noi, con i nostri presidi, siamo presenti per aiutarli». I volontari dellʼassociazione, dopo avere seguito corsi di formazione, si occupano anche dellʼassistenza ai familiari. Di recente è stata inaugurata una Casa Ail nei pressi dellʼospedale Papardo dove vengono ospitati gratuitamente i familiari dei pazienti del reparto di ematologia. RICERCA. I proventi dei finanziamenti vengono devoluti, principalmente, alla Ricerca. Il Gimema (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dellʼAdulto) è una Fondazione Onlus che sviluppa progetti di ricerca clinica e riceve la maggior parte dei fondi dallʼAil. «La ricerca è importante, negli Il presidente dell’Ail Messina Pippo Augusto ultimi anni abbiamo ottenuto molti risultati e per alcune patologie abbiamo tassi di sopravvivenza dellʼ80%. Spiega Augusto – oltre al finanziamento del Gimema, abbiamo attivato alcune borse di studio». AllʼOspedale Papardo di Messina, infatti, questʼanno è stata assegnata una borsa a una biologa totalmente finanziata dallʼAil. VIAGGI DELLA SPERANZA. LʼAil di Messina opera anche assistenza ai pazienti che si recano fuori regione per curarsi. «Sono soprattutto i bambini quelli che vanno al Nord Italia, a Messina i reparti di ematologia sono solo per adulti, i più vicini sono a Catania, Palermo e Reggio Calabria. Ma in molti scelgono di andare al Nord. Noi dellʼAil mettiamo in contatto le famiglie con i volontari delle altre regioni e li aiutiamo in questi dolorosi percorsi». DONAZIONE. La carenza di donatori di sangue è unʼaltra delle battaglie che lʼAil assieme a altre associazioni tenta di vincere. «Le donazioni in Sicilia, tranne “lʼisola felice di Ragusa”, non coprono il fabbisogno regionale – spiega Augusto». La donazione del sangue è un settore su cui vertono alcune delle campagne di sensibilizzazione che lʼAil opera di concerto con le altre realtà di volontariato come lʼAvis. «Insieme, allʼAssociazione Donatori Midollo Osseo abbiamo già attivato una cooperazione con la Brigata “Aosta” e le direzioni marittime delle Capitanerie di Porto siciliane, ma questo non basta – racconta Augusto». “ROSSO VIVO”. LʼAil nazionale ha anche prodotto un cortometraggio di marketing sociale che sensibilizza sulla donazione di sangue. “Rosso Vivo” racconta lʼincontro tra un giovane affetto da una forma di leucemia acuta e degli studenti universitari. In molti atenei italiani è stato proiettato allʼinterno di manifestazioni di sensibilizzazione. LʼAil di Messina vorrebbe fare lo stesso. «Abbiamo tentato di trovare unʼintesa anche con lʼUniversità di Messina per proporre la proiezione di “Rosso Vivo”. Ma dopo un primo incontro nellʼottobre scorso, non abbiamo ancora ottenuto una risposta definitiva – conclude laconico Augusto». LA SCHEDA Ecco cosa fanno con i fondi LA SEZIONE AIL MESSINA, che impegna decine di volontari, con i fondi raccolti negli anni ha raggiunto diversi obiettivi. Da citare, tra i tanti: la dotazione di un televisore per ogni stanza di tutti i centri di ematologia della provincia (Ospedale Papardo, Policlinico Universitario, Ospedale Sirina di Taormina); finanziamento di diverse borse di studio presso i Centri di Ematologia dellʼOspedale Papardo e del Policlinico Universitario; finanziamento di un progetto di ricerca presso lʼUnità di Ematologia del Policlinico Universitario: “osteonecrosi da bifosfonati in pazienti con mieloma multiplo”. Apertura di una “casa Ail” presso lʼospedale Papardo. LA PROPOSTA Medicina alternativa Un “utile” registro DI PIETRO CURRÒ MESSINA. La possibilità di istituire presso lʼOrdine dei medici di Messina e in tutte le province siciliane, dopo lʼapprovazione dei necessari provvedimenti legislativi, un registro nel quale inserire i professionisti che operano nelle cosiddette quattro “medicine complementari” agopuntura, fitoterapia, omeopatia, antroposofia, potrebbe essere una iniziativa adeguata ai tempi e ai bisogni di una società sempre più alla ricerca di rimedi “alternativi” e quanto più possibile naturali e olistici. Lʼagopuntura, la fitoterapia, lʼomeopatia e la medicina antroposofica sono ormai diventate medicine non convenzionali studiate a livello internazionale da affiancare, come sistemi di cura e di prevenzione, alla medicina ufficiale e sempre avendo come unico scopo la promozione e la tutela della salute. Le loro peculiari teorie, farmacopee e metodi clinici sono, da tempo, sottoposte a varie forme di verifica sperimentale ed approfondimento nelle università e nei maggiori centri di ricerca biomedica. Lʼagopuntura è una medicina alternativa di millenaria tradizione cinese che fa uso dellʼapplicazione di aghi in alcuni punti del corpo umano al tradizionali vengono utilizzati, ma con alcune limitazioni. fine di aiutare la salute ed il benessere dell'individuo Quelli ritenuti dannosi alla salute, come ad esempio gli riequilibrando i flussi energetici del corpo. La fitoterapia è antibiotici o un certo numero di vaccini, sono impiegati solo quella pratica terapeutica antichissima che prevede in casi eccezionali. Cʼè inoltre una tendenza a preferire lʼutilizzo di piante cosiddette officinali o estratti di esse per sostanze naturali (tratte per lo più da minerali, piante e la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere. talvolta anche da organi di animali) nella preparazione dei Lʼomeopatia è un metodo terapeutico alternativo, i cui medicamenti. Frutto di tale ricerca è unʼimmagine integrata principi teorici sono stati formulati dal medico tedesco dellʼuomo che permette di valutare tutti gli aspetti in cui la Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII secolo. Alla vita umana si realizza e ciò rende possibile, tra lʼaltro, una base dellʼomeopatia che letteralmente indica “malattia del concezione unitaria, razionale e inevitabile di fisiologia, simile” vi è il cosiddetto principio di similitudine (“similia patologia e terapia. La proposta dellʼistituzione del registro similibus curantur” ovvero I simili si curino con i è finalizzata alla tutela del cittadino che ha La possibilità intenzione di servirsi di tali medicine non simili) e consiste nel curare il malato facendogli per l’Ordine convenzionali, oggi costretto a rivolgersi al assumere in dosi piccole o infinitesimali un dei medici composto che produrrebbe in un essere sano gli passaparola o al sentito dire. Una commissione di valutare stessi sintomi della malattia in modo che scientifica diretta dal presidente dell'ordine dei i requisiti l'organismo reagisca alla malattia stessa medici e composta da professionisti di provata contrastandola. La medicina antroposofica è un esperienza potrebbe valutare i requisiti dei medici sarebbe tipo di medicina alternativa che nacque e si diffuse una garanzia che volessero richiedere lʼiscrizione al registro, con in Svizzera e in Germania e, successivamente, effetti benefici innegabili. Alcune Regioni Italiane per gli utenti nel resto dʼEuropa e del mondo, subito dopo la hanno approvato, o hanno in corso di fine della prima guerra mondiale. Venne formulata approvazione, provvedimenti legislativi che mirano e sviluppata inizialmente dal filosofo austriaco Rudolf a garantire trasparenza e criteri oggettivi di valutazione Steiner e da un medico olandese, la dottoressa Ita nella scelta delicata della cura da intraprendere. Una tale Wegman sulla base di un metodo conoscitivo, fondato su iniziativa potrebbe collocare la Sicilia, e la provincia di una propria epistemologia che guida la ricerca delle leggi Messina, allʼavanguardia sul fronte della modernizzazione che stanno a fondamento delle manifestazioni della vita, utile, in merito al tema certamente più importante che è dellʼanima e dello spirito nellʼuomo e nella natura. I farmaci quello della tutela libera e democratica della salute. “ ” pagina 23 Sicilia 23 MARZO 2012 centonove MALATTIE INFETTIVE, L’OSPEDALE PAPARDO TRA LE STRUTTURE LEADERS IN SICILIA MESSINA. L’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’A.O.O.R. Papardo-Piemonte è stata individuata quale centro di riferimento di III° Livello di assistenza dall'Assessorato Regionale alla Sanità (prot.2N25/1097 del 13/3/98) e rappresenta uno dei più importanti presidi multizonali specialistici infettivologici della regione. Il suo compito principale è diagnosticare e curare le varie forme di patologie rato muscolo-scheletrico e dei tessuti molli •Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’apparato uro-genitale nel sesso maschile e femminile •Diagnosi e cura delle malattie a trasmissione sessuale •Diagnosi e cura delle infezioni dell’ospite immunocompromesso per immunodeficit congeniti, acquisiti e iatrogeni •Diagnosi e cura delle malattie infettive nosocomiali e associate alla pratica assistenziale e medica, in particolare infezioni da germi multiresistenti, infezioni post-chirurgiche, in particolare di mezzi di sintesi, infezioni cardio-vascolari •Patologie indirettamente correlate a un’eziologia infettiva, ad esempio attraverso meccanismi di tipo immunitario (reumatismo articolare, connettiviti, sindrome da fatica cronica, ecc.). DEGENZA infettive e tropicali. Già dal 1985 la Divisione, allora allocata all'Ospedale Margherita, ha affrontato il problema dell’infezione da HIV sul piano clinico mediante l’apertura di appositi ambulatori ad accesso diretto sia per il supporto psicologico, che per il controllo periodico dei pazienti affetti da AIDS. Da marzo 2001, la Divisione di Malattie Infettive, diretta dal dott. Giovanni Todaro, è ubicata al 1° piano del corpo B della struttura ospedaliera di contrada Papardo. Qui insistono gli ambulatori della divisione, il Day Hospital e il reparto di degenza. Malattie Infettive dispone di 16 posti letto, di cui 6 di isolamento e 4 di DH. L’attività clinica è mirata alla diagnosi e cura di tutte le malattie infettive, in particolare di: •Diagnosi e terapia della patologia da HIV e delle sindromi correlate (AIDS) in età pediatrica e nell’adulto •Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’apparato gastro-intestinale e del fegato (epatiti virali acute e croniche) •Diagnosi e cura delle Malattie Infettive, incluse le Malattie Tropicali (malaria, ecc.) •Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’apparato respiratorio -Tubercolosi •Diagnosi e cura delle malattie infettive del sistema nervoso centrale e periferico (meningiti, encefaliti, ecc.) •Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’appa- Il ricovero in reparto può avvenire tramite Pronto Soccorso oppure essere programmato su richiesta del medico di base, dello specialista ambulatoriale o del day hospital che visita il paziente. Stante la natura infettiva e, almeno potenzialmente, trasmissibile delle patologie presenti nel reparto, il posto letto viene assegnato in base alla diagnosi di accettazione, al fine di raggruppare, nella collocazione dei pazienti, patologie omogenee per eziologia, e di evitare rischi di contagio crociato tra i diversi pazienti. Per lo stesso motivo viene chiesto ai degenti di non entrare in stanze diverse dalla propria e di usare solo il proprio bagno. Al momento del ricovero il paziente viene visitato e valutato preliminarmente dal medico presente che mette in atto i primi provvedimenti secondo gravità e urgenza, e imposta il programma diagnostico e terapeutico a breve termine. In caso di necessità, viene attivato l'intervento dell'assistente sociale. In alcuni casi vi è la necessità di isolamento protettivo: nasce dal fatto che alcune ben definite patologie infettive possono rappresentare un rischio di contagio per le altre persone ricoverate, parenti o conoscenti ed il personale d’assistenza. Alcuni pazienti immunodepressi, (per es. coloro che hanno ricevuto chemioterapie o farmaci immunosoppresso- pagina 24 ri) richiedono a loro volta di essere isolati per risultare protetti da microrganismi che possono essere trasmessi dal personale o dai visitatori. Il ventaglio di microrganismi che rivestono importanza nelle infezioni umane è molto ampio e comprende batteri, virus, funghi e protozoi. In caso di sospetto clinico o di diagnosi confermata di un’infezione trasmissibile mediante goccioline aeree (es. tubercolosi) devono essere applicate misure addizionali, quali la camera individuale con ventilazione a pressione negativa, l’uso di mascherina con filtro per entrare nella camera, la chiusura in sequenza delle porte (zona filtro e stanza degenza). La Tubercolosi, contrariamente a quanto molti comuni cittadini pensano, non è portata dagli extracomunitari. Anzi, questi, spesso si infettano sul territorio dopo 1-2 anni dal loro arrivo. Le fasce di popolazione maggiormente coinvolte sono le classi di età più avanzate della popolazione italiana e la popolazione straniera in generale. La popolazione anziana è a maggior rischio di riattivazione di infezioni latenti rispetto alla popolazione generale per aumentata suscettibilità legata al progressivo peggioramento delle condizioni generali e del sistema immunitario determinate dal processo di invecchiamento. La particolare condizione di “immigrato” predispone a un rischio aumentato di sviluppare la tubercolosi sia per i maggiori tassi di incidenza nei Paesi di origine, sia per le particolari condizioni di fragilità sociale e di complessità le- gate al processo migratorio e alla multiculturalità che influiscono decisamente sui percorsi di prevenzione, diagnosi e cura. DAY HOSPITAL Il Day hospital ha una funzione sia diagnostica sia centonove Sicilia 23 MARZO 2012 terapeutica. E’ riservato ai pazienti che non necessitano di degenza continuativa e che presentano caratteristiche di complessità tali da non poter essere seguiti in regime ambulatoriale. I pazienti con infezione da HIV sono seguiti direttamente in day hospital, a meno che non necessitino di ricovero nel reparto di degenza ordinaria. La maggior parte dell’attività assistenziale è comunque rivolta a pazienti con infezione sintomatica da HIV in terapia antiretrovirale o che ricevono un trattamento per patologie opportunistiche. Attraverso questo servizio vengono somministrate terapie infusionali anche complesse, come quelle con farmaci chemioterapici, antivirali o antimicotici sistemici e antineoplastici. Negli spazi del DH vengono eseguite anche procedure diagnostiche invasive e procedure chirurgiche semplici quali rachicentesi, toracentesi, paracentesi, biopsie epatiche e osteomidollari. L’ambulatorio di Malattie Infettive per pazienti con patologie croniche (infezione da HIV, epatiti virali, tubercolosi) è stato strutturato con particolare attenzione alle esigenze del paziente, in un’ottica multidisciplinare integrata. AMBULATORIO DI EPATOLOGIA L’ambulatorio offre il suo servizio a pazienti con malattie del fegato, delle vie biliari e del pancreas, quali in particolare le epatiti virali, le epatopatie metaboliche autoimmuni, le epatopatie indotte da farmaci, da alcol o legate a calcoli e ad altri problemi biliari, le epatopatie sviluppate durante la gravidanza e i tumori al fegato. A causa della complessa natura dei problemi dei pazienti epatopatici è essenziale poter offrire un approccio multidisciplinare e interprofessionale, che coinvolga innanzitutto il medico curante e i numerosi specialisti interessati: i gastroenterologi, i radiologi (diagnostici e interventisti), i chirurghi epatobiliari, le unità di trapianto (ISMETT), gli oncologi, gli psichiatri, i nefrologi, e gli specialisti in medicina di laboratorio. L'ambulatorio è dotato di attrezzature di ultima generazione che permettono in particolare l’esecuzione di esami non invasivi quali: ecografie, biopsie eco assistite e prossimamente analisi elastometriche del fegato (grazie all’uso di un Fibroscan). Le cure sono dispensate prevalentemente in regime ambulatoriale, ma il centro può contare in caso di necessità sul supporto del nostro reparto di degenza. Il centro è attivo nella ricerca clinica e partecipa attivamente allo studio di nuovi trattamenti per l’epatite B, l’epatite C ed altre patologie epatiche. Presso l’ambulatorio dell'Unità Operativa di Malattie infettive, si effettuano anche: •Profilassi dell’esposizione accidentale o professionale ad agenti infettivi (virus epatitici, HIV, tubercolosi, infezione meningococcica, carbonchio, puntura di zecca, etc.); •Medicina Tropicale e delle Migrazioni: profilassi in occasione di viaggi internazionali o in aree tropicali e follow-up; •Profilassi e terapia delle infezioni a trasmissione materno-fetale; •Profilassi e terapia delle infezioni a trasmissione sessuale; •Gestione del paziente con TBC Polmonare ed extra-polmonare. Ambulatorio di test e counseling Attivo dal lunedì al sabato dalle ore 10.30 alle ore 11.30, l’ambulatorio è a libero accesso. L’accesso ambulatoriale non è regolamentato da una prenotazione, ma avviene in modo diretto, senza prescrizione da parte del medico di base. Durante la visita viene condotto un colloquio con l’utente al fine di evidenziare se vi siano stati rischi di esposizione al virus o per rispondere semplicemente ai suoi dubbi; nella maggior parte dei casi viene eseguito un prelievo ematico per la ricerca degli anticorpi anti-HIV. Il tutto avviene in modo anonimo e gratuito per il paziente. Inoltre è attiva una sala ecografica destinata sia ai pazienti in regime di ricovero ed ambulatoriale che agli esterni. NUMERI UTILI…………..090/399..2325/6056 Le visite si effettuano prenotando attraverso il Centro unico prenotazioni. Il Dr. Giovanni Todaro è stato presente anche alla 19esima Conferenza su Retrovirus e Infezioni Opportunistiche (CROI) di Seattle, tenutosi a Seattle dal 5 al 8 MARZO 2012. Sulla COINFEZIONE HIV/HCV hanno mostrato come l’aggiunta dei primi inibitori delle proteasi per HCV a interferone PEG+ribavirina (P/R) aumenta fortemente la possibilità di avere una risposta virologica sostenuta a 12 settimane (SVR12) nelle persone coinfette HIV/HCV STUDI DI COORTE in HIV hanno posto l'attenzione sulla necessità di far emergere il sommerso, cioè tutti quei pazienti infetti che misconoscono di esserlo, invitandoli a fare i test, perchè poi, iniziare la terapia con bassi valori di CD4 comporta maggiori rischi di sviluppare cancro non-AIDS. In particolare, il rischio è aumentato, nell’ordine, per il cancro al polmone, il linfoma di Hodgkin e il cancro anale ect. La conclusione è che l’intercettazione precoce delle persone con HIV inconsapevoli, l’inizio - quindi - della HAART a CD4 alti e la risposta virologica sostenuta, sono azioni che contribuiscono a ridurre l’incidenza di NHL. DOTT. GIOVANNI TODARO Specializzazione in Malattie Infettive, Tropicali e Subtropicali, Igiene e Medicina Preventiva, Tisiologia e Malattie dell'Apparato Respiratorio.Dal 1991 al 1998 Direttore Divisione Malattie Infettive Osp. Piemonte. Attualmente è Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’ Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte di cui dirige anche il Dipartimento di Medicina. Autore e coautore di numerosi lavori scientifici. Componente del Board scientifico e del consiglio direttivo nazionale SIMIT. AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALI RIUNITI PAPARDO-PIEMONTE - MESSINA - TEL.090.3991 pagina 25 Sicilia 23 MARZO 2012 FIUMEDINISI. In stand by il progetto da 110 milioni di euro LA SCHEDA Se il metano non va in rete Si dimette il responsabile del procedimento che doveva ultimare l’iter per realizzare l’infrastruttura da Scaletta Zanclea a Sant’Alessio. L’onorevole De Luca attacca: «L’opera fa gola a tanti» DI GIANFRANCO CUSUMANO FIUMEDINISI. Dopo trentʼanni di attesa si pensava che i tempi fossero maturi affinchè il progetto di metanizzazione dei comuni jonici, da Alì a Santa Teresa di Riva, fosse avviato. Cʼera il protocollo dʼintesa tra i sindaci, il finanziamento di 110 milioni di euro, un iter avviato. Ancora oggi, ad un anno dalla firma del contratto con il Fin Consorzio di Roma, non è stata posata nemmeno la prima pietra. A dire il vero il progetto esecutivo non è stato ancora approvato dal genio civile. Nei giorni scorsi si è dimesso il responsabile unico del progetto, lʼingegnere catanese Salvatore Ferracane, che ricopriva la carica in quanto nominato dirigente dellʼufficio tecnico di Fiumedinsi a scavalco dal commissario del comune, Michelangelo Lo Monaco. Una nomina che ha creato non poche polemiche. «I grandi sistemi politici regionali vogliono mettere le mani sul metano»ha accusato lʼonorevole Cateno De Luca, sindaco di Fiumedinisi fino al giugno scorso, I sindaci che hanno firmato il protocollo quando è stato arrestato nellʼambito di una inchiesta sugli investimenti fanno parte del Bacino Ionico-Peloritano, edilizi del piccolo comune. Eʼ quasi certo adombrando «lʼantico disegno dei grandi che lʼiter resterà sospeso fino a dopo sistemi politici regionali di mettere le mani lʼestate. A maggio, infatti, si vota e su un appalto che avevo preservato, difficilmente il commissario Lo Monaco reagendo a pressioni ed ammiccamenti riuscirà a concludere la “pratica”. La che hanno anche influito nella genesi del prossima settimana verrà fatto un punto con i 15 sindaci interessati. Fra lʼaltro la Fin procedimento penale, sfociato il 27 giugno 2011 con il mio arresto». Secondo il Consorzio Roma sarebbe in deputato le dimissioni presentate “per amministrazione giudiziaria in quanto motivi familiari” dellʼingegnere Salvatore incappata in una inchiesta di mafia. Lo Ferracane, nominato a tempo determinato Monaco sullʼargomento non rilascia dal commissario Lo Monaco capo dellʼarea dichiarazioni. Lʼattacco di De Luca non gli tecnica e automaticamente Rup è andato giù. Il leader di “Sicilia Vera” ha (responsabile unico del procedimento) del contestato le procedure adottate anche con esposti alla procura e ha ribadito che a metano «confermano che anche i dubbi sulla procedura di demansionamento del dicembre aveva scritto ai sindaci del che centonove geometra Pietro DʼAnna, precedente responsabile dellʼArea tecnica di Fiumedinisi, rientravano in un disegno complessivo». A quanto pare Ferracane si prima di dimettersi avrebbe presentato una serie di relazioni su appalti e pratiche urbanistiche avviate dai suoi predecessori sollevanto prerplessità sugli iter. Non sarebbe stato possibile firmare unʼappalto con una ditta in quanto non era disponibile la somma prevista dal capitolato. Questioni che il commissario Lo Monaco, prima di andare via, cercherà di sistemare. Lʼinvestimento della rete metanifera ammonta a 110 milioni di euro. Sono 15 i Comuni della fascia Jonica peloritana, da 75 Km di rete FIUMEDINISI. La rete principale della rete avrà una estensione di circa 75 chilometri, con il punto di presa principale a monte del centro abitato di Antillo, su concessione della Snam, e proseguendo fino a Casalvecchio Siculo, passando da Savoca raggiungerà tutti i centri costieri, dai quali a pettine saranno allacciati i centri collinari. I lavori hanno un costo complessivo di euro 69 milioni di euro, a fronte di un investimento complessivo di circa 85 milioni di euro. Per il comune di Ali' saranno 2 milioni di euro; Ali' Terme 4 milioni 364 mila euro; Antillo 3 milioni; Casalvecchio Siculo 7 milioni 924 mila; Fiumedinisi 4 milioni 437 mila; Furci 3 milioni 893 mila; Itala 2 milioni 493 euro; Mandanici 2 milioni 129 mila; Nizza di Sicilia 4 milioni 928 mila; Pagliara 3 milioni 984 mila; Roccalumera 7 milioni 120 mila; S. Alessio Siculo 4 milioni; Savoca 6 milioni; Scaletta Zanclea 3 milioni 313 mila e S. Teresa di Riva 9 milioni 752 mila. La commissione di gara insediata a novembre 2009, ha ritenuto lʼofferta della “Fin. Consorzio - Roma”, quella più vantaggiosa. I partecipanti erano: 1) Fin. Consorzio di Roma; 2) Ati “Demoter (Capogruppo) di Villafranca Tirrena assieme a Vitaliani (mandante) di Roma; Cpl (mandante) di San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria), Rocco Guerrisi Costruzioni (mandante cooptata) di Cittanova (Reggio Calabria), Euro Impianti plus (mandante cooptata) di Milazzo; Nilo Costruzioni (mandante cooptata) di Gela. 3) Consorzio Simegas di Cefalù. Scaletta Zanclea a SantʼAlessio Siculo, (Ali', Ali' Terme, Antillo, Casalvecchio Siculo, Fiumedinisi, Furci Siculo, Itala, Mandanici, , Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Sant'Alessio Siculo, Savoca, Scaletta Zanclea, S. Teresa di Riva) che hanno deciso di partecipare al grande progetto, previsto dalla Circolare 13 maggio 2009 n. 1 dellʼassessorato regionale alla Industria. Il progetto prevede la copertura totale del servizio senza lasciare fuori nessuna parte del territorio urbanizzato, costiero e montano, e senza fare conti di convenienza o meno da parte del futuro concessionario, sul numero dei potenziali utenti. SANT’AGATA MILITELLO Ad aprile la prima fiammella Nebrodi Gas pronta ad inaugurare parte delle condutture Bruno Mancuso SANTʼAGATA MILITELLO. Dodici anni dopo lʼavvio dellʼiter la rete metanifera di SantʼAgata Militello è in dirittura dʼarrivo Sono stati realizzati dalla Nebrodi Gas, del gruppo Mangano, tramite project financing già quasi 30 chilometri, il 90% dellʼopera previsto nella prima fase. Tra aprile e maggio in molte abitazioni con gli allacci già predisposti non è escluso che possa cominciare la distribuzione. Lʼiter è stato avviato nel giugno 1999 quando lʼAti Eurovega Costruzioni e Cpl Concordia hanno presentato allʼamministrazione comunale un progetto di finanza, per la gestione e costruzione della rete del gas metano nel territorio comunale in cambio della gestione per 15 anni. Unʼopera da realizzare interamente con fondi privati. Per anni il progetto rimane chiuso nel cassetto. Si susseguono una serie di lettere nelle quali le imprese chie- pagina 26 dono di concludere lʼiter fino a diffidare lʼente minacciando la richiesta di risarcimento danni. Nel 2008 arriva lʼagognato affidamento dei lavori allʼassociazione temporanea dʼimpresa, con la stipula del contratto. Passano pochi mesi e la Nebrodi Gas Servizi s.r.l. subentra alla Concordia e allʼEurovega Costruzioni, questʼultima molto presente sul territorio. Oltre ad essere impegnata nella costruzione del porto di Capo dʼOrlando, tramite lʼassociata Franco srl è interessata anche al porto di SantʼAgata. Il progetto della rete viene approvato il 10 agosto 2009 adeguando la spesa al nuovo prezziario regionale. Quasi contestualmente la società Nebrodi Gas Servizi presieduta da Patrizia Armaro, chiede allʼamministrazione di poter accedere a finanziamento regionale e nel giro di tre giorni dalla riunione nella quale si concorda di partecipare al programma di finanziamenti regionale e di redigere il progetto preliminare, questo viene presentato. Per lʼamministrazione comunale guidata da Bruno Mancuso è tutto in regola. Un poʼ meno per i consiglieri e lʼassociazione Progetto SantʼAgata che hanno sollevato, invano, una serie di “incongruenze”. centonove Sicilia 23 MARZO 2012 MINACCE AMBIENTALI. Enna si ribella alla miniera da trasformare in discarica Pasquasia per l’Eternit Il funzionario della Regione Cuspilici annuncia che il sito diverrà deposito d’amianto confermando le paure di cittadini e ambientalisti. Il sindaco Garofalo: «Un paradosso che non consentiremo mai» CINZIA NICITA ENNA. Cʼ è forte preoccupazione in tutta la provincia per il pericolo che la zona dellʼ ex miniera di sali potassici di Pasquasia possa diventare una discarica regionale di amianto. A paventare questa disastrosa ipotesi è stato un funzionario dellʼassessorato regionale al Territorio ed Ambiente, Antonino Cuspilici, che durante una nota trasmissione radiofonica ha annunciato che la Regione sta lavorando per realizzare il progetto. Un vero e proprio paradosso se si considera che lo scorso mese di giugno, è stato siglato lʼAccordo di Programma Quadro, tra il ministero dellʼAmbiente, la Regione, la Provincia e il Comune di Enna, che ha consentito di liberare risorse economico-finanziarie, pari a 20 milioni di euro, che stanno servendo per la bonifica integrale del soprasuolo del sito minerario dalle rilevanti quantità di olio dielettrico e di amianto. Lʼ ipotetico progetto di realizzare una discarica regionale di amianto ha colto di sorpresa le realtà istituzionali locali che, attonite, si sono attivate per approfondire e verificarne la fondatezza e soprattutto per discutere del futuro della miniera. Al momento lʼunica notizia ufficiale autorizzata sullo stato dellʼ ex miniera è quella venuta fuori dopo la riunione tenutasi presso la Terza Commissione alle Attività Produttive presieduta da Salvino Caputo, alla presenza di tutti i dirigenti delegati ufficialmente dalla Regione e dal Ministero alla risoluzione del problema della miniera di Pasquasia, in cui è stato fatto il punto ufficiale della situazione: il sito è in fase di bonifica, saranno rimossi lʼamianto e tutti i rifiuti tossici e soprattutto nessuna discarica sarà aperta al suo interno. A bonifica avvenuta verranno incontrate alcune grosse società fra le quali lʼItalkali che già dallo scorso mese di novembre ha inoltrato richiesta ufficiale per riprendere la concessione estrattiva Il sindaco Paolo Garofalo La miniera di Pasquasia che una volta avviata potrebbe dare risposte occupazionali per lo sviluppo dell' intero comprensorio. «Mi sembra inverosimile - spiega il sindaco di Enna Paolo Garofalo - che si stia lavorando a qualcosa che io stesso ho espressamente rifiutato allʼatto della firma del Programma Quadro tra Regione Siciliana, Provincia Regionale di Enna e il nostro Comune. In quella occasione, infatti, dopo aver verificato che un articolo dellʼaccordo identificava Pasquasia quale sito idoneo a divenire discarica di rifiuti pericolosi per lʼintero territorio regionale, unitamente al Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti, Vincenzo Emmanuele, sottoscrivemmo ed allegammo allo stesso documento un verbale aggiuntivo nel quale si specificava che il Comune di Enna aderiva allʼaccordo solo a condizione che, dopo avere effettuato le opportune verifiche tecniche, la galleria esistente ospitasse solo ed esclusivamente lʼamianto proveniente dalla bonifica del sito stesso. Ritenevo questa, infatti, la soluzione più adatta, preferendo di gran lunga che lʼamianto presente nellʼarea della miniera venisse al più presto eliminato e stoccato in maniera sicura nello stesso sito, considerato che questo tipo di materiale non produce percolati né altre controindicazioni quando viene dismesso in sicurezza. Il tutto sotto la stretta ed esclusiva vigilanza del personale del nostro Comune. In quella circostanza- conclude il sindacotuttavia, fui rammaricato del fatto che il presidente Monaco avesse già sottoscritto lʼaccordo senza porre alcuna condizione mettendo in essere la possibilità che la miniera di Pasquasia diventasse unʼenorme discarica di rifiuti pericolosi. Sia chiaro che non consentirò a nessuno, né Stato, né Regione, di utilizzare il sito minerario di Pasquasia per ricevere rifiuti, pericolosi e non, che non sia lʼamianto di esclusiva provenienza dalla bonifica del sito medesimo». Dello stesso avviso anche il presidente della provincia Giuseppe Monaco che nei prossimi giorni incontrerà l' assessore regionale all'Energia Sebastiano di Betta per ottenere delucidazioni sul futuro dell'ex miniera. «Non comprendo a quale titolo il HANNO DETTO Regalbuto: «Voci infondate» ENNA. Ad intervenire sulla vicenda è stato, fra gli altri, il presidente delle miniere dismesse Giuseppe Regalbuto che insiste sul fatto che lʼunica strada percorribile per il futuro di Pasquasia è quella della riapertura come sito minerario. «Questa è lʼunica notizia ufficialespiega Guseppe Regalbuto- autorizzata sullo stato attuale del sito e nessun dipendente Regionale può divulgare notizie diverse, per ben due ordini di motivi: uno perché si tratta di personale assolutamente non titolato a farlo; lʼaltro perché trattasi soltanto di mere voci di corridoio, infondate, ma volutamente tendenti ad infangare la verità e lʼoperato di chi da anni si batte per la riapertura di una miniera che può ancora, a tutti gli effetti, rilanciare lʼeconomia della nostra Provincia di Enna nonché dellʼintera Sicilia. Non permetterò mai a nessuno di usare Pasquasia, se non solamente ai fini produttivi. Per tutte le persone che fino ad oggi dormono ed hanno bisogno di “passerelle” per mettersi in mostra, dico solo che devono evitare di allarmare la gente e di screditare anni di duro lavoro (con vari rischi). Se costoro vogliono collaborare possono benissimo contribuire, ma solo ed esclusivamente, per la riapertura della miniera, unica fonte, fra le poche fonti di produzione di questa Provincia». C.N. funzionario regionale Antonio Cuspilici, che tra altro non ha alcuna competenza sulle tematiche ambientali del territorio ennese, possa veicolare tale notizia provocando un vero e proprio terremoto. Non si comprende la ratio di tale progetto se si considera il fatto che in atto esiste già un finanziamento di 20 milioni di euro per bonificare il sito minerario proprio dalla presenza dellʼamianto. Deve essere chiaro a tutti che qualsiasi progetto può interessare la miniera questo deve passare dal vaglio del territorio. Nessuno può permettersi di calare dallʼaltro qualsiasi iniziativa anche la più favorevole senza il benestare delle istituzioni locali». PROVVEDIMENTI ESEMPLARI Impiegato Amap morto, chieste 5 condanne PALERMO. La Procura di Palermo ha chiesto la condanna a tre anni di carcere ciascuno di cinque persone accusate della morte di Antonio Profita, un impiegato dell'Amap deceduto a settembre del 2001 per un cancro ai polmoni provocato, secondo gli investigatori, da inalazione di amianto. Di omicidio colposo sono imputati Salvatore e Raffaele Vinciguerra, Gesualdo Adelfio, Gaetano Graziano e Gaetano Paruta che si occupavano del potabilizzatore di Risalaimi, l'impianto a cui lavorava Profita e che sarebbe stato contaminato dall'amianto presente nelle vasche. L'impiegato era addetto al controllo del cloro nell'acqua. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con lʼassistenza degli avvocati Salvatore Cacioppo e Andrea Crescimanno. Alla prossima udienza spazio ai legali delle difese, gli avvocati Valentina Castellucci, Mauro Torti e Massimo Motisi. Toccherà a loro smontare la tesi accusatoria. Partiranno dallʼassunto difensivo che “non ci fu alcuna inalazione di amianto”. pagina 27 Qui, scuola 23 MARZO 2012 CAPO D’ORLANDO. IL PRESIDENTE NAPOLITANO PLAUDE ALL’INIZIATIVA DEL LICEO ARTISTICO SULLA RIVOLTA DEI COMMERCIANTI Il fumetto antiracket va al Quirinale DI L’INTERVENTO “Qualifichiamo al lavoro” L’offerta del liceo Ainis. E gli obiettivi raggiunti GIANFRANCO CUSUMANO CAPO DʼORLANDO. Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha apprezzato il fumetto antiracket realizzato dagli studenti del Liceo Artistico di Capo dʼOrlando. I ragazzi, nellʼambito del progetto didattico “Lege Artis”, hanno realizzato un fumetto in cui si sintetizza la storia di Sarino Damiano, uno dei primi imprenditori a dire «no» ai tentacoli delle estorsioni e sul cui esempio è poi sorta a Capo dʼOrlando lʼAcio, la prima associazione antiracket dʼItalia. Il fumetto è già stato distribuito in centinaia di copie e il progetto è quello di diffonderlo tra tutte le scuole dʼItalia. Una di queste è stata inviata al Quirinale. Napolitano ha espresso il suo plauso tramite una lettera del consigliere del presidente per la stampa e la comunicazione Pasquale Cascella inviata alla dirigente Delfina Guidaldi e al professore Carmelo Sicilia, tutor del progetto legalità che rientra nellʼambito centonove IL LICEO AINIS grazie agli interventi economici dei Fondi strutturali europei è riuscito a realizzare, nel corso degli anni, laboratori scolastici dotati di tutte le attrezzature informatiche e tecnologiche che hanno favorito lʼapprendimento delle discipline attraverso metodologie innovative e al passo coi tempi. Siamo riusciti a far diventare realtà lo slogan “con lʼEuropa investiamo per il vostro futuro”, infatti i nostri allievi si preparano ad affrontare il futuro con un ricco bagaglio di conoscenze tecnologiA sinistra gli studenti del progetto. In alto il presidente Giorgio Napolitano dei Fondi sociali europei ed ha coinvolto 29 allievi delle prime classi. Assieme alla nota è stato donato anche il volume “Il patto che ci lega” in cui sono raccolti alcuni interventi del presidente della Repubblica. «Il presidente della Repubblica desidera ringraziarvi per averlo reso partecipe del progetto L’ANNIVERSARIO Jaciversario: i 150 anni dell’istituto messinese I 150 ANNI DELLʼISTITUTO JACI nella manifestazione “Jaciversario” che si è svolta sabato 17 marzo. Giorno in cui la scuola messinese ha festeggiato lʼanniversario dalla nascita. Lʼiniziativa si è svolta al Palacultura di Messina. Ad introdurre gli interventi che si sono susseguiti è stato il preside Claudio Stazzone. «La proclamazione del Regno dʼItalia - precisa il dirigente scolastico - è stata ritenuta la data giusta di quello che abbiamo inteso come il “concepimento” dellʼEducazione Nazionale. Eʼ motivo di grande orgoglio, per noi della comunità jacina, aver festeggiato questo avvenimento storico con tutti gli alunni, vero polmone della scuola, il personale Ata e con tutti gli amici di Antonio Maria Jaci. «In questi tre anni di “presidenza Stazzone” - interviene la professoressa Rosa Maria Trischitta - il nostro istituto ha rafforzato la leadership nel tessuto sociale del nostro territorio. Per questo un ringraziamento particolare va la nostro dirigente scolastico». didattico “Lege Artis” ed esprime agli studenti il vivo apprezzamento per la pubblicazione “Legalità e partecipazione” in cui si esprime unʼattenta riflessione sulla persistente attualità del valore della legalità».«La realizzazione del fumetto arriva dopo un percorso sulla legalità che ha coinvolto gli alunni - spiega il professore Sicilia - il fumetto “Legalità è partecipazione” racconta la storia di un cittadino di Capo dʼOrlando, che ha saputo opporsi alla legge del più forte, rompendo quel velo di omertà che non permette alla legalità di emergere. Noi docenti desideriamo che il nostro lavoro lasci qualcosa nei giovani, che abbiamo il dovere di indirizzare verso un vero futuro, dove la legalità non sia solo un enunciato, ma la stessa aria che respirano». Capo dʼOrlando è stato il primo comune dʼItalia in cui è nata unʼassociazione antiracket. Il primo presidente è stato Tano Grasso. Gli studenti allʼepoca non erano nati e sono rimasti colpiti dai racconti di Sarino Damiano - il primo a ribellarsi - e nellʼapprendere che nel loro comune fossero avvenuti simili episodi ad opera della criminalità organizzata. che, che consentirà loro, non solo, di cogliere maggiori opportunità nel mondo del lavoro ma li completerà nel complesso processo di crescita culturale. Gli obiettivi raggiunti, dalla realizzazione di tali laboratori, infatti, sono finalizzati a promuovere lo sviluppo generalizzato di competenze in materia di tecnologia dellʼinformazione e della comunicazione, che deve essere considerato un fattore essenziale per la politica occupazionale in Europa, nonché la generalizzazione delle competenze, che costituiscono elementi centrali nella creazione di posti di lavoro qualificati e nella costruzione di una base economica e sociale competitiva. Elio Parisi, dirigente scolastico dellʼIstituto “Ainis” ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith Pensionamenti, entro il 30 marzo le domande Il 30 marzo è giorno gradito dal MIUR perché, come per la mobilità, è la scadenza fissata per la presentazione delle domande di cessazione e mantenimento in servizio da parte dei dirigenti scolastici, docenti, ATA ed educatori definita col D.M. 22/2012. Dopo la pubblicazione della circolare della Funzione Pubblica n° 2 dellʼ8 marzo, il Ministero ha emesso il D.M. e la circolare organizzativa. Per la presentazione delle domande il personale Dirigente Scolastico, docente, educativo ed ATA di ruolo, ivi compresi gli insegnanti di religione, deve utilizzare la procedura web POLIS “istanze on line” disponibile nel sito internet del MIUR. Eventuali domande già presentate col cartaceo devono essere ri- prodotte con la predetta modalità. Lʼaccertamento dellʼesistenza o meno del diritto alla pensione, per i dimissionari, è di competenza degli Uffici territoriali degli Uffici scolastici regionali, che in ogni caso ne daranno notizia agli interessati. Da questʼanno le domande di pensione devono essere inviate direttamente allʼEnte Previdenziale attraverso le seguenti modalità, le uniche ritenute valide per lʼaccesso alla pensione: compilazione della domanda attraverso lʼassistenza gratuita del Patronato; compilazione della domanda on-line accedendo al sito dellʼIstituto, previa registrazione. La trasmissione telematica delle domande è già disponibile per lʼassistenza dei patronati, mentre la modalità di compilazione on-line a cura dei singoli interessati sarà disponibile nellʼapposita sezione del sito www.inpdap.gov.it a partire dal 2 maggio 2012. Il D.L. n. 201/11 ha modificato i requisiti pagina 28 di accesso al trattamento pensionistico, facendo salvo però il diritto allʼapplicazione della normativa precedente per coloro che ne abbiano maturato i previsti requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2011, che sono: 36 anni di contributi congiunti ad almeno 60 anni di età anagrafica o 35 di contributi congiunti ad almeno 61 anni di età anagrafica. Restano anche confermati, per la medesima normativa, sia il diritto alla pensione di anzianità al raggiungimento dei 40 anni di contributi che il diritto alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 65 anni di età per gli uomini e 61 anni per le donne. Dallʼ1/1/12 i requisiti, da possedersi al 31/12/2012 , sono così modificati: pensione di vecchiaia - 66 anni di età per uomini e donne, con almeno 20 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 2012; pensione anticipata - 41 anni e 1 mese di anzianità contributiva per le donne, 42 anni e 1 mese di anzianità contributiva per gli uomini. 23 MARZO 2012 Economia NAVIGAZIONE. L’antitrust boccia la privatizzazione di Tirrenia e della controllata regionale Siremar, l’Europa dice no “Eccessiva concentrazione e aiuti statali”, spiega l’UE. In Sicilia, il nodo del contendere è la presenza della Regione nella Compagnia delle isole. E una fideiussione DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Quelle privatizzazioni, così come sono state eseguite, non vanno bene. Lo dice lʼUnione europea. I destini della compagnia di navigazione statale Tirrenia e Siremar, la sua controllata regionale, sono sempre legati a doppio filo. Perchè le motivazioni addotte dallʼAntitrust europea sulle operazioni di privatizzazione della Tirrenia, valgono anche per la controllata regionale siciliana che a fine ottobre del 2011 era stata aggiudicata per 69 milioni di euro alla Compagnia delle isole, società controllata al 60% da Mediterranea Holding di Navigazione (partecipata dalla Regione Sicilia), da Lauro.it (5%), da Isolemar (5%), da Damivar Eolia Navigazione Srl (20%) e da altri azionisti minoritari. Cosa rimprovera lʼautorità garante per la concorrenza europea alla Tirrenia? Due aspetti: il primo relativo alla “concentrazione” CinTirrenia, l' altra sugli aiuti di stato all' ex gruppo Tirrenia fra 300 e 400 milioni di euro. La valutazione informale della Commissione è che l' operazione comporterebbe una posizione quasi Vincenzo Franza centonove monopolistica su diverse rotte italiane. Cin, società del gruppo che fa capo a Gianluca Aponte, avrebbe poi scelto di uscire dalla contesa, mossa pensata per ridurre la concentrazione (criticata dalla Ue) di armatori di traghetti all' interno della società (oltre ad Aponte, ci sono Onorato e Manuel Grimaldi, a capo di Grimaldi Group). Nonostante questo, il via libera dalla commissione europea non è arrivato. Bruxelles, infatti, è orientata a bocciare sia gli aiuti di stato sia lʼoperazione in mancanza di proposte alternative. Una situazione che si riverbera anche su Siremar. SIREMAR. La lettera dell' Ue fa infatti riferimento anche alla privatizzazione di Siremar. Sotto esame c' è una fidejussione che la Regione Sicilia, socio di Cdi, avrebbe messo a garanzia, consentendo la vittoria della società. Una circostanza però smentita dalla società. “Non esiste - spiega Giuseppe Gitto, legale della Compagnia delle isole - nessuna fidejussione della Regione. Esiste invece quella di Unicredit, emessa, come previsto dalla procedura, per i primi 31 milioni di rata del pagamento dei 69 milioni messi sul piatto da Cdi per l' acquisizione”. La Regione Sicilia ha però fatto da garante presso lʼistituto bancario. la garanzia lʼha firmata il Ragioniere generale della regione Enzo Emanuele, legittimato da una consulenza del legale Alberto Stagno DʼAlcontres. Sulla vicenda, però, cʼè anche il ricorso al Tar del Lazio proposta da Società di navigazione siciliana spa, joint venture tutta siciliana tra le famiglie Franza e Morace (quindi Caronte&Tourist ed Ustica Lines) che ha perso la gara per lʼassegnazione. “Da parte nostra cʼè il ricorso pendente che si discuterà a fine aprile al Tar Lazio - spiega Vincenzo Franza, ad di Caronte&Tourist - Chiediamo che la gara venga aggiudicata a noi non ritenendo congrua lʼofferta dellʼaltra compagnia, perché portata avanti tramite fideiussione fatta dalla regione Sicilia”, insiste Franza. “Dʼaltra parte lʼUnione europea è stata chiara contestando gli aiuti di stato, quindi anche quelli della Regione Siciliana, motivo per il quale anche la procedura di Siremar sarebbe stata viziata”. La decisione della Regione Sicilia di entrare nellʼaffare ha scatenato un putiferio allʼArs, il parlamento siciliano, in larga parte contrario allʼoperazione. MOVIMENTI Blu Navy viaggia messinese La Caronte noleggia la Ostfold alla compagnia fino al 31 maggio. Poi tocca alla Matacena MESSINA. Cʼè sempre più Sicilia nella Blu Navy, la compagnia di navigazione che collega lʼisola dʼElba con la terraferma toscana e che prima, nellʼautunno del 2011, è passata sotto lʼamministrazione di Luca Morace, armatore napoletano ma trapanese dʼadozione e proprietario della Ustica Lines e poi, a fine febbraio, ha fatto “shopping” il riva allo Stretto. Blu Navy, infatti, non ha rinnovato il contratto con il traghetto greco Acheos: per sostituirlo, la, rivolgendosi al socio nellʼaffare Siremar, la famiglia Franza. A febbraio, infatti, sulle rive toscane è arrivata, con la formula del noleggio, la Ostfold, nave “Ro-Pax bidirezionale” in servizio pagina 29 tra Messina e Villa con la Caronte & Tourist. La Ostfold, che è uscita dal cantiere norvegese Moss Rosenberg Verft nel 1979 e porta 700 passeggeri e 190 auto, salperà le acque toscane fino al 31 maggio, poi sarà sostituita con un altro vascello “messinese”: la Amedeo Matacena, anche lei Ro-Pax bidirezionale ma con maggiore capienza (mille passeggeri e 230 auto), di proprietà della compagnia calabrese Amadeus che fa capo alla famiglia Matacena ed in forza alla flotta di Caronte and Tourist. Fabbricata nel 1986, la nave, a lungo ormeggiata ai moli del porto di Messina, è attualmente in cantiere per unʼopera di “lifting” al salone passeggeri, per renderla adeguata alle esigenze della Blu navy. Anche la Amedeo Matacena arriverà in toscana con la formula del noleggio, in questo caso ultradecennale. La nave ha una stazza lorda di 1275 tonnellate, una velocità più sostenuta rispetto allʼOstfold (che viaggia a soli 13 nodi) e soprattutto una capienza del garage necessaria per imbarcare oltre 200 vetture. (A.C.) Economia 23 MARZO 2012 MILAZZO. La società chiude in pareggio, ma nel 2011 gli azionisti hanno perso 70 milioni di euro Conti in rosso alla Ram Eni e Q8 non sono riusciti a vendere tutto il petrolio lavorato negli impianti mamertini a causa della concorrenza dei lavorati in India e Cina. Il consiglio chiede benzina scontata per i residenti DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Settanta milioni di euro di perdita. Eʼ questa la somma che Eni e Q8, azionisti della Raffineria di Milazzo scpa che detengono entrambi il 50% delle quote, hanno perso nel corso dellʼesercizio 2011. Una notizia che arriva a ridosso della richiesta da parte del consiglio comunale che chiede alle aziende petrolifere proprietarie degli stabilimenti mamertini la concessione di una card che consenta ai residenti uno sconto alla pompa come contropartita del disagio ambientale. Una crisi che non riguarda solo lʼimpianto di contrada Mangiavacca. Si tratta di una sofferenza che coinvolge lʼintero sistema della raffinazione europeo. Gli azionisti della Raffineria di Gela, ad esempio, avrebbero registrato una perdita di 250 milioni di euro. Ufficialmente i conti della Raffineria di Milazzo sono in pareggio (circa 500 milioni il giro di affari). Gli impianti raffinano per conto terzi - in questo caso gli azionisti - il greggio che gli viene inviato. Il lavorato proveniente dalla struttura siciliana, però, immesso Una petroliera ai pontili della Raffineria di Milazzo nella distribuzione non ha prodotto gli utili sperati. La concorrenza arriva da India e Cina dove sono state realizzate raffineria che offrono il prodotto a prezzi nettamente inferiori grazie alla COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI RELATIVI ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE FISSATE PER 6 E 7 MAGGIO 2012 Ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 28 del 22.2.2000 e n.313 del 6 novembre 2003, e della deliberazione 43/12/CSP dellʼAutorità per le garanzie nelle comunicazioni, la “Kimon”, editrice del settimanale CENTONOVE comunica che intende diffondere messaggi politici elettorali a pagamento secondo le seguenti modalità: - La pubblicazione degli avvisi è consentita fino al 5 maggio 2012 compreso e fino al 19 maggio 2012 per lʼeventuale turno di ballottaggio; - Ai candidati e alle forze politiche è garantito l'accesso ai relativi spazi in condizioni di parità fra loro; - Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico elettorale previste dalla normativa vigente e dalle deliberazioni dellʼAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; Le richieste di pubblicazione di messaggi politici elettorali devono specificare la data di pubblicazione, del nome del richiedente, e devono pervenire in redazione insieme ai materiali di stampa almeno 5 giorni prima della data di pubblicazione presso gli uffici della propria redazione siti in Via San Camillo 8 - 98122 Messina - tel.090/9430208 fax 090/9430210-11. Il pagamento dovrà avvenire contestualmente all'accettazione dell'ordinativo di pubblicazione. Le inserzioni devono recare la dicitura "messaggio politico elettorale" con l'indicazione del soggetto committente. Le tariffe B/N sono le seguenti per il settimanale Centonove, edizione unica regionale: Modulo (mm 58 x mm 37) Euro 65,00; 1/4 di pagina (cm 12 b x cm 15 h) Euro 450,00; 1/2 di pagina (cm 24,5 b x cm 15) Euro 900,00; Pagina intera (cm 24,5 b x cm 34,4 h) Euro 1.700,00; Ultima di copertina (cm 24,5 b x cm 34,4 h) Euro 2.000,00; Manchettes di prima pagina (cm 3,5 b x cm 3,0 h) Euro 250,00; Finestrella di prima pagina (cm 7 b x cm 6 h) Euro 500,00. I prezzi vanno intesi esclusi d'Iva 20%. L'opzione colore ha un costo aggiuntivo del 30%. L'accettazione delle prenotazioni avviene in base alla loro progressione temporale, e qualora le richieste fossero superiori alla disponibilità, la selezione sarà operata secondo le indicazioni del richiedente e procedendo ad una riduzione proporzionale degli spazi richiesti onde garantire l'accesso a tutte le categorie interessate. manodopera a basso costo e a leggi ambientali meno restrittive. La Raffineria di Milazzo ha un capitale sociale di 171,1 milioni di euro ripartiti al 50% fra i due Azionisti Eni e Q8, lavora in media ogni anno 9 milioni di tonnellate di petrolio, impiega 600 dipendenti diretti e permette una occupazione di lavoratori delle ditte dellʼindotto variabile da 500 in fasi di routine a oltre 1.500 in periodi di investimenti e/o manutenzioni straordinarie di fermata. Nel quinquennio 2012 - 2016 è stato previsto un piano di investimenti pari a 450 milioni di euro ed un corrispondente programma quinquennale di spesa per interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di fermata di oltre 300 milioni di Euro. La richiesta di uno sconto sul carburante continua a far discutere. A proporre la mozione è stato il consigliere comunale Carmelo Formica. Con un manifesto ha sollecitato il sindaco Carmelo Pino ad attivarsi nei confronti della Raffineria per ottenere sconti sul prezzo della verde centonove come da atto dʼindirizzo della mozione. Un gesto che in un momento di crisi come quello che sta attraversando l'Italia sarebbe importante per le famiglie della città del Capo. Formica Carmelo Formica è stato promotore di una mozione sullo stesso argomento nel gennaio scorso, votata da decine di consiglieri in aula, ma fino ad oggi caduta nel dimenticatoio. Il medico, dunque, ha deciso di rinfrescare la memoria al capo della giunta con dei manifesti. «La raffineria di Milazzo ha fornito opportunità di lavoro - si legge nel documento - ma anche una flessione alle opportunità turistiche e di immagine del nostro territorio, con risentimento della qualità di vita dovuta anche all'inquinamento ambientale». Formica chiede al Pino di farsi promotore di una richiesta alla Ram per dotare i cittadini residenti nel comune di Milazzo di una "card" per usufruire di sconto sui carburanti nella misura in cui l'ultima pesante manovra finanziaria ne ha previsto l'aumento. «Tale riduzione scrive Formica - dovrebbe riguardare i distributori ricadenti nel comune di Milazzo gestiti dal gruppo Eni - Q8 che controlla anche la Ram. In fin dei conti l'onere sarebbe solo a carico delle due compagnie petrolifere e non inciderebbe in maniera significativa sui loro colossali guadagni. Non è escluso che ad un esito positivo di detta opportunità altre compagnie petrolifere (per essere concorrenziali nel territorio milazzese)». Formica conclude con un appello: «Una volta tanto che si pensi a tutta la popolazione e non solo a pochi "eletti"». Il sindaco Carmelo Pino ufficialmente non si è ancora mosso per farsi portavoce verso i vertici della Raffineria. «Ho 30 giorni di tempo per attivarmi spiega - in questo momento ho altre priorità come lʼemergenza sanitaria causata dal mancato smaltimento dei rifiuti. Non nascondo seri dubbi sul fatto che la proposta venga accettata anche perchè, dalle notizie informali che ho avuto, ci vorrebbero autorizzazioni ministeriali e si rischierebbe una concorrenza sleale nei confronti delle altre aziende. Purtroppo non è così semplice come fa credere il consiglio comunale». LA DONAZIONE Un parco urbano da 11 milioni di euro MILAZZO. La Raffineria di Milazzo ha ceduto gratuitamente al comune 60 mila metri quadrati di terreno per realizzare un parco urbano. Nellʼarea Tribò, adiacente agli impianti, saranno investiti undici milioni di euro. A comunicare l'assegnazione del finanziamento dei "Giardini di Federico" tramite i fondi europei Pisu-Pist sono stati il sindaco Carmelo Pino e l'assessore alle Finanze Pippo Midili nel corso di una conferenza stampa. Il progetto era stato presentato alla Regione nel settembre 2010. Nei giorni scorsi la comunicazione che l'iniziativa è stata finanziata, il progetto ha ottenuto 9 punti su 10. Due i percorsi che saranno realizzati: uno archeologico (vista la presenza di una necropoli), l'altro naturalistico con centinaia di alberi autoctoni che saranno scelti con la collaborazione della facoltà agraria dell'università di Catania. Saranno recuperati anche dei magazzini accanto alla caserma dei pompieri. L'opera sarà pronta entro luglio 2015, come imposto dall'Unione europea che finanzia l'opera. pagina 30 centonove Economia 23 MARZO 2012 L’INTERVISTA. Diventa “monocratico” il Garante del contibuente” Un garante per i tartassati In Sicilia nominato Salvatore Forastieri. Ruolo e funzioni. Dalla battaglia vinta per evitare ipoteche in caso di debiti inferiori a ottomila euro a quella ancora in corso sul rimboro Iva PALERMO Il contribuente ha unʼiscrizione ipotecaria ma non ricorda di aver ricevuto una cartella dalla Serit? Può rivolgersi al Garante del Contribuente. Tutte le volte che ritiene di essere destinatario di una vessazione. Eʼ il caso del cittadino che ritiene di essere vittima di un comportamento sbagliato, da parte di un ufficio fiscale cioè dellʼagenzia delle entrate, agenzia delle dogane, agenzia del territorio, uffici tributari dei comuni nonchè dellʼagente della riscossione Serit. “Lʼarticolo 13 della legge 212 del 2000 prevede tra i compiti del Garante anche lʼattivazione dellʼautotutela - spiega Salvatore Forastieri Garante del Contribuente per la Sicilia - cioè non la possibilità di un ufficio di modificare i suoi atti ma la possibilità di mettere di fronte allʼevidenza dellʼerrore. Dunque, evitare ricorsi a pioggia”. Dal primo gennaio il Garante del contribuente è diventato monocratico; uno per ogni Regione. Eʼ un organo statale incardinato allʼinterno del Ministero delle finanze ma con competenze regionali. “Esiste una norma secondo cui la Serit può iscrivere ipoteche senza una soglia minima dichiara il Garante del contribuente per la Salvatore Forastieri Sicilia - ma gli articoli 76 e 77 del Testo Unico sulla riscossione stabiliscono che per poter procedere alla vendita dellʼimmobile ipotecato è necessario un debito almeno di 8mila euro. E, gli uffici che scrivevano ipoteche anche per mille euro, senza poter vendere lʼimmobile, usavano questo espediente solo per impaurire il contribuente. La nostra interpretazione della legge, avallata successivamente dalla sentenza della Cassazione n. 4077 del 22 febbraio 2010, prevede non solo la vendita dellʼimmobile ma anche lʼistituzione dellʼipoteca a partire almeno da 8mila euro di debiti”. Il Garante del contribuente per la Sicilia si è occupato anche del caso del rimborso Iva da parte del contribuente che non ha presentato lo stampato del modello VR. La semplice indicazione allʼinterno della dichiarazione annuale del credito Iva spettante per ottenerne il rimborso non basta. La domanda, infatti, per essere ritenuta valida, deve essere presentata esclusivamente mediante l'apposito modello “VR”. “La questione sul rimborso Iva - dice Forastieri - è ancora aperta”. La figura del Garante deve essere considerata come efficacissimo strumento deflattivo del contenzioso. “Perchè se il contribuente chiede al Garante per iscritto di intervenire presso lʼufficio di riscossione questo invita lʼufficio a relazionarsi entro 30 giorni secondo la legge. Se lʼufficio riconosce di aver sbagliato il contribuente non ha motivo di fare ricorso. Viceversa sarà il contribuente a pagare. Si evita così di ingolfare ulteriormente - conclude il Garante - le commissioni tributarie”. M.V. IN BREVE FISCO Scoperta evasione con tovagliometro SIRACUSA. Grazie al "tovagliometro" i funzionari dell'Agenzia delle Entrate, non potendo risalire al reale consumo di materie prime, hanno ricostruito i ricavi non dichiarati da un ristorante di Siracusa che avrebbe evaso il fisco per 800 mila euro. Il sistema si fonda sul conteggio del numero di tovaglioli portati in lavanderia, indice dei coperti e, quindi, degli incassi del ristorante. Secondo l'Agenzia delle entrate, il ristorante avrebbe emesso quasi quattromila ricevute non fiscali, a fronte di 500 scontrini in regola. CATANIA Accordo Confindustria-San Paolo CATANIA.Confindustria Piccola Industria Catania e Intesa Sanpaolo hanno sottoscritto un accordo che guarda ad ogni possibile prospettiva di sviluppo per le pmi e prevede un plafond di 10 miliardi di euro. I punti innovativi sono tre: valorizzazione delle persone che lavorano in azienda con il sostegno alla formazione dei dipendenti e allo sviluppo occupazionale, gli interventi di finanza straordinaria e razionalizzazione organizzativa (Lean Management), i finanziamenti e la consulenza per una maggiore efficienza energetica ed eco-sostenibilità dell'azienda. L E G A L M E N T E COMUNE DI LIPARI Provincia di Messina Estratto bando di gara per pubblico incanto 1. Ente appaltante: Comune di Lipari Piazza Mazzini 1 Lipari (ME); 2. Descrizione: lavori di potenziamento dellʼimpianto di pubblica illuminazione di Vulcano. 3. Importo dellʼappalto Euro 309.593,58 di cui Euro 6.857,08 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso CIG:3851238E1F. 4. Categoria prevalente:OG3 classifica II. 5. Termine di presentazione delle offerte: entro le ore 13.00 del 19 aprile 2012 presso lʼUfficio protocollo del comune di Lipari via Garibaldi snc (Ex pretura); 6. Informazioni: Presso il Comune di Lipari IV servizio del 3° settore – Sviluppo e Tutela Territorio – ex Pretura di Lipari – Via Garibaldi – Lipari; 7. Responsabile Unico del procedimento Arch. Biagio De Vita Dirigente U.T.C. Tel. 090/9887312 IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO (Arch. Biagio De Vita) CITTA’ DI MAZARA DEL VALLO Servizio Appalti Avviso esito Si rende noto che il pubblico incanto per i “Lavori di ristrutturazione del complesso denominato “San Carlo Borromeo”, ubicato nella via S.Giovanni da destinare a centro di accoglienza per minori non accompagnati” è stato aggiudicato allʼimpresa Edilux s.r.l. – via CB 22 – 91021 Campobello di Mazara (TP) che ha offerto il ribasso del 38,6010% sullʼimporto a base dʼasta di Euro 2.064.022,56. Il Dirigente Arch. Alberto Ditta TRIBUNALE DI PATTI REGIONE SICILIANA AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI MESSINA ESITI DI GARA Con delibera n.194/CS del 02/02/2012 è stata aggiudicata la Procedura Aperta per la fornitura di materiale specialistico per otorinolaringoiatria occorrente alle UU.OO. di Otorinolaringoiatria dei PP.OO. di Milazzo, Patti e Taormina dellʼASP di Messina. Ulteriori informazioni sul sito aziendale http://www.asp.messina.it-. IL DIRETTORE DELLʼU.O.C. Dott. Salvatore Munafò ROCCA DI CAPRILEONE – C.da Scordilla - Via Beato Felice – Lotto 2: Appartamento p.ammezzato, int. 1, vano cucina-soggiorno e angolo cottura. Sup. mq 48 ca. Prezzo base Euro 7.027,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Lotto 3: Magazzino, p.1S, stato rustico, in corso di costruzione, diviso in 2 parti mq 83,50 e mq 10,50. Sup. tot mq 94,00 ca. Prezzo base Euro 9.821,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Vendita senza incanto 24.05.12 ore 12.15. Eventuale incanto 21.06.12 ore 9.30. Domanda in carta legale entro ore 13 giorno precedente vendita in Cancelleria con assegno circolare n.t. pari al 10% prezzo offerto per cauzione. Info: Cancelleria, siti www.tribunaledipatti.net o www.foropatti.it.. G.E. Dr. S. Saija. C.G. Avv. Antonino Liuzzo 0941/722485. Rif. RGE 133/91 pagina 31 Economia 23 MARZO 2012 centonove MESSINA. Il 24 marzo “Il Sud nel labirinto”, l’irrazionalità nelle politiche dei trasporti Infrastrutture, tutti i “nodi” Il convegno organizzato nell’aula magna della di Economia da “Nuova Politica”, presieduta da Pierangelo Grimaudo, accenderà i fari sulle contradizioni di portualità, ferrovie e autostrade MESSINA. Un incontro per puntare il dito sulla gestione politica delle infrastrutture e per proporre una via dʼuscita. È questo il tema de “Il Sud nel labirinto. Irrazionalità, indecisione, insipienza nelle politiche dei trasporti”, il convegno organizzato per il prossimo 24 marzo a Messina dallʼassociazione “Nuova Politica” presieduta da Pierangelo Grimaudo. Dalle dieci del mattino in poi, nellʼaula magna della facoltà di Economia, si alterneranno gli interventi di Giuseppe Vermiglio (ex presidente dellʼAutorità Portuale e docente universitario), dellʼarchitetto Carmelo Celona, di Antonio Richichi (movimento “Forza dʼUrto”), di Costantino Amato (segretario Uil), Maurizio Riposo (segretario dellʼOrsa), di Ivo Blandina (presidente Confindustria Messina), di Enzo Testa (segretario Fit Cisl) e di Francesco Barbalace (Fondazione “Nuovo Mezzogiorno”). LO STATO DELLʼARTE. «Cʼè un nemico oscuro a Bruxelles che trama contro il Meridione. Il luogo comune che si sente è questo. Noi vogliamo ribaltare questa logica e puntiamo il dito contro la politica dei trasporti al Sud, che è stata episodica e distratta». Il punto di partenza, per il presidente di “Nuova Politica”, è questo. Tutto nasce da chi governa, il quale «ha affrontato i problemi dello sviluppo utilizzando la pubblica amministrazione come ammortizzatore sociale, preferendo affrontare i tempi dei bisogni su versanti clientelari e non strategici. Il tema è politico perché, al di là dellʼelaborazione di atti di programmazione, lʼimpegno reale della classe politica lo si può registrare solo quando ci sono adeguati stanziamenti di bilancio che sono anche possibili in un momento di recessione». I TRE TEMI. In relazione a Messina, il convegno punterà su tre ambiti determinati: portualità, ferrovi e autostrada. «Per ognuno di questi temi argomenta Grimaudo - si può registrare una sistematica inerzia della classe dirigente, la quale intende correre ai ripari solo il giorno prima che vengano prese decisioni importanti a Roma o a Bruxelles. Tutti i piani di sviiluppo delle Infrastrutture, pure previsti a livello comunitario, per una logica intrinseca alle politiche comunitarie, imperniate su principi di sussidiarietà, contemplano necessariamente un chiaro impegno delle istituzioni locali per la realizzazione delle opere. È per questo incalza - che va rifiutata la logica vittimistica con cui le classi dirigenti cercano di scaricare le proprie responsabilità, nascondendo lʼinerzia». LA PORTUALITAʼ. Punto di partenza dellʼanalisi è «lʼennesimo commissariamento dellʼAutorità portuale, che mette in evidenza come la città di Messina ancora una volta venga emarginata probabilmente anche per il prossimo futuro». «Semmai - spiega NUOVA POLITICA. Pierangelo Grimaudo NUOVO MEZZOGIORNO. Francesco Barbalace Grimaudo - si potrebbe rilanciare lʼAutorità facendola diventare di ambito vasto siculocalabrese che abbracci una zona già di pertinenza di una autorità marittima di vigilanza sul traffico». E le autostrade del mare? «Sono sempre state al centro della programmazione, ma si sono arenate su quali dovevano essere i punti di partenza e quali quelli di arrivo. Ci si è fermati a liste di progetti, ma, di fatto, per una serie di vicende e resistenze, non sono stati infrastrutturati i porti. Penso a Giammoro, ad esempio. E, sempre riguardo allʼarea di Milazzo, nessuno nega prospettive turistiche, ma non si può neache negare le attività industriali in atto, per le quali si deve pretendere che lʼimpatto ambientale sia compatibile ma non si può pensare di cancellarle». IL PROFESSORE. Giuseppe Vermiglio FERROVIE. Il nodo è uno: la Regione siciliana deve decidere se vuole o no puntare sul trasporto su ferro. «Ma non solo questo. Il Governo deve scegliere spiega Grimaudo - se intende assecondare la politica di Reti Ferroviarie Italiane oppure agire in proprio, gestendo autonomamente il trasporto locale». AUTOSTRADE. Sulle reti viarie, “Nuova Politica” va giù duro: «In venti anni la Regione ha dimostrato di avere una visione burocratica del concessionario, non riuscendo a cogliere lʼessenza del Consorzio Autostrade come soggetto promotore-attuatore di una politica delle infrastrutture di trasporto su gomma. È emblamatico - argomenta il presidente dellʼassociazione - che alla presidenza o al ruolo di commissario dellʼente siano stati destinati da Palermo esclusivamente impiegati regionali. Lʼautostrada, dʼaltra parte, non è un semplice manufatto edilizio che di tanto in tanto va rattoppato. Per questo stupisce il fatto che si voglia difendere il concessionario siciliano ma non si intenda porre mano a un serio risanamento finanziario e ad una adeguata ridefinizione delle risorse umane. Il Cas continua Grimaudo - ben potrebbe rientrare dalla sua situazione debitoria se solo si volesse prendere atto che entrate da pedaggio per 70 milioni di euro sono tali da poter realisticamente affrontare una ristrutturazione del debito, e quindi un rilancio dellʼente». Un passaggio, Grimaudo lo dedica anche agli svincoli di Giostra e Annunziata, a Messina: «Perché li ha realizzati il Comune e non il Consorzio? Questo ha portato a conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti». I PROSSIMI APPUNTAMENTI. Il 28 aprile, “Nuova Politica” affronterà invece il tema di quale spazio può trovare lʼappello della chiesa per un impegno di una nuova generazione di cattolici nella politica italiana, alla presenza di monsignor Domenico Mogavero, presidente della Commissione giuridica della Cei. (D.D.J.) ALL’ARMI Assemblea No Ponte Il Movimento discute del suo futuro alla Stazione MESSINA. Lʼappuntamento è sabato 24 marzo, dalle 9 e trenta in poi al Salone dei Mosaici della Stazione Marittima di Messina. Tema dellʼincontro, “Quale futuro per il Movimento No-Ponte”, organizzato dalla “Rete No Ponte comunità dello Stretto”. Per il Movimento, infatti, nonostante i definanziamenti alla grande opera “dal Governo arrivano pronunciamenti che prevederebbero una sospensione e non una cancellazione dell'opera”. “La situazione - si legge in una nota - è, quindi, molto pericolosa perchè, comunque, rimane il rischio di lasciare aperta una partita che si manifesta come una vera e propria ipoteca sul territorio. Ancora oggi la Stretto di Messina Spa è un costo per la comunità, ancora poco tempo fa il più importante giornale locale riportava il bando per l'apertura di un mutuo di 11 milioni di euro pagina 32 finalizzato a finanziare il cantiere di Cannitello, recentemente Rete ferroviaria italiana avrebbe richiesto al ministero dell'Ambiente di avviare la procedura di Valutazione di impatto ambientale sui nuovi collegamenti ferroviari tra il ponte e le linee storiche di collegamento con Reggio Calabria e Gioia Tauro, infine Eurolink (General Contractor per il Ponte) ha ancora nella propria disponibilità uno stabile di proprietà dell'Università di Messina. Insomma, il Ponte costa anche se non lo si fa e se non lo si cancella rimane il rischio di rivederselo rilanciato al mutare del quadro politico nazionale. Infine, l'eventuale approvazione del progetto definitivo rischierebbe di aprire tutta la partita delle penali da centinaia di milioni di euro”. Contro il Ponte, il 17 marzo, è arrivata anche lʼennesima bocciatura da parte del coordinatore regionale dellʼUdc, Gianpiero DʼAlia: «La costruzione del Ponte sullo Stretto è diventata ormai solo la gallina dalle uova d'oro per alcuni gruppi imprenditoriali del Nord i quali, in tempi di crisi, sono ansiosi di guadagnarsi le penali che scatteranno in caso di mancata realizzazione della megaopera». centonove Economia 23 MARZO 2012 POLITICHE AGRICOLE I fondi dall’Europa per l’Ocm SECONDO IL DIRIGENTE generale allʼassessorato regionale per le risorse agricole ed alimentari circa cinquantaquattro milioni di euro sono destinati agli interventi Ocm (organizzazione comune del mercato) nel comparto vitivinicolo. Il budget è diretto a misure specifiche valutate dal Ministero dellʼeconomia. Ed è così ripartito: trentamilioni di euro circa per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti; cinque milioni di euro circa per la vendemmia verde; sette milioni e mezzo di euro circa per la promozione del vino sui mercati dei paesi terzi, due milioni e quattrocento mila euro per la distillazione alcool uso bocca, due milioni di euro circa per lʼarricchimento. Inoltre, dal 2012 è stata introdotta la misura relativa allʼinvestimemento per otto milioni e duecento mila euro circa. La distillazione di crisi, invece, è una misura specifica dotata di finanziamenti gestiti a livello nazionale. Le organizzazioni comuni di mercato (ocm) sono di fondamentale importanza per disciplinare la politica Politica Agricola Comune (PAC); ad esempio, regolano la produzione e il commercio dei prodotti agricoli di tutti gli Stati membri dellʼUnione europea, eliminano gli ostacoli agli scambi intracomunitari di prodotti agricoli, mantengono una barriera doganale comune nei confronti dei paesi terzi o mantengono una regolamentazione dei prezzi. (M.V.) PARADOSSI. E’ polemica sui rimborsi per distruggere l’uva. Come per le arance Fermate la vendemmia verde Per Ferracane di Assoenologi si crea una forma di assistenzialismo pericolosa. Il dirigente regionale Barresi: «E’ solo un aiuto alle cantine in crisi». I risvolti DI MANUELA VENTO TRAPANI. Sono entrate in vigore la Doc Sicilia e Igp Terre siciliane e chi vuole iscriversi può farlo entro il 16 aprile. Ma è più conveniente fare la vendemmia verde cioè distruggere lʼuva verde ancora sulla pianta per ottenere un rimborso spese. Come avvenne con le arance conferite nei centri Aima. La regola di mercato determina la caduta dei prezzi con eccedenze di produzione. Lʼuva viene pagata pochissimo dalle cantine e ciò provoca la disperazione del viticoltore che si disamora allʼagricoltura. Lo spiega Giuseppe Bussi responsabile delle Rosaria Barresi misure Ocm (organizzazione comune del mercato) allʼassessorato regionale per le risorse agricole e alimentari. “Per essere esportato in Cina il vino si deve imbottigliare, sfuso non si può vendere; le cantine devono attrezzarsi. Solo 20 cantine su 74 hanno partecipato al nostro progetto per aumentare la percentuale di imbottigliamento. La Regione ha fatto due cose per le cantine sociali: dava 500mila euro a chi ci riusciva entro 2 anni ad aumentare la percentuale di imbottigliamento; ma solo il 10% delle cantine ce lʼha fatta. E rimborsavamo i costi di gestione alle cantine per 200 euro a etttaro di vendemmia verde”. Ora il prezzo dellʼuva è a 20 centesimi perchè non si fa più la distillazione nelle cantine prive di strategie per il mercato globale. “Nel 2011 sono stati destinati 13 mila ettari alla vendemmia verde più del 12% del totale regionale della superficie vitata pari a 114 mila ettari. Ciò avveniva – prosegue Bussi - perché le uve erano pagate dalle cantine a 12 centesimi”. Ma la vendemmia verde è destinata a diminuire. Nel 2012 sono destinati a vendemmia verde circa 7 mila ettari ovvero poco meno del 7% del totale regionale della superficie vitata pari a 112 mila ettari. “Cʼè stata anche una diminuzione – conclude Bussi - della superficie vitata in Sicilia per via dellʼistituzione di un premio allʼabbandono definitivo della superficie destinata ai vitigni”. La vendemmia verde assicura al viticoltore un guadagno di 1.600 euro ad ettaro di vendemmia verde. Ma gli agricoltori criticano la scelta della Comunitrà europea e della Regione di continuare a stanziare, per il terzo anno consecutivo, contributi per la vendemmia verde. “Nel 2010 la vendemmia verde ha portato 900 mila quintali di uva in meno; nel 2011 circa un milione e mezzo di quintali in meno e, invece - dichiara Carlo Ferracane presidente di Assoenologi nel 2012 solo 300 mila quintali di uva in meno. Tutti, dai viticoltori e lavoratori dellʼindotto alle cantine sociali, avremmo potuto avere maggiori guadagni. Ma molti lavoratori vanno in cassaintegrazione continua il viticoltore. Secondo noi la vendemmia verde è una formula creata ad hoc per continuare a tenere gli agricoltori legati a forme di assistenzialismo. E non aiuta ad uscire dallo stato di crisi in cui versa la nostra agricoltura. Servirebbero misure per tutelare lʼeconomia e il territorio. Gli agricoltori sono allo stremo: il gasolio è alle stelle, i contributi per le macchine agricole sono quasi assenti, lʼaccesso al credito e a chi gestisce i finanziamenti è molto difficile. In più lentezza e complessità del sistema burocratico costituiscono gli ostacoli principali alla ripresa delle imprese - conclude Ferracane”. Secondo i viticoltori Trapani ha perso il titolo di provincia più vitata dʼEuropa e il compito della Regione dovrebbe essere quello di incentivare il ritorno alla campagna e ai nuovi mercati globali. “La vendemmia verde - dice Rosaria Barresi dirigente generale allʼassessorato regionale per le risorse agricole e alimentari - è una misura di crisi istituita per fronteggiare questo periodo di estrema difficoltà economica. Non è destinata a durare nel tempo. Eʼ una misura straordinaria. Rispetto ai due anni precedenti, questʼanno abbiamo diminuito il budget della vendemmia verde. Vogliamo accontentare gli agricoltori - conclude il dirigente generale - che hanno considerato questa misura “fuori dalla grazia di Dio” e noi non vogliamo farli soffrire”. FASI Dalla potatura alla raccolta LA PIANTA DI VITE prima di arrivare alla potatura di produzione cioè alla raccolta deve ottenere il consenso del tecnico viticolo che camminando tra i vitigni fa il controllo qualità dellʼuva. “La prima fase è quella di potatura che avviene - spiega Antonio Pulizi tecnico viticolo della cooperativa Colomba bianca - tra gennaio e febrraio. A fine aprile o inizio maggio si fa la scacchiatura delle gemme. In questa fase - continua Pulizi - si eliminano i doppi germogli e si lasciano solo quelli che non sono sterili ma producono uva. Nella fase di spollonatura si tolgono tutti i germogli dal busto della pianta per evitare perdite di linfa. La gestione della chioma è la fase in cui si allungano i germogli che servono a formare un pannello e catturare energia solare. Nella fase di cimatura - conclude - si taglia la parte apicale del germoglio chiamata femminella”. Saranno le femminelle a gestire la superficie fotosinteticamente attiva per raggiungere il giusto grado di maturazione: metà agosto per lo chardonnay e dieci giorni dopo per il nero dʼavola. (M.V.) pagina 33 Economia 23 MARZO 2012 OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà UOMINI&BUSINESS Consultazione on line contro le truffe Le iniziative in Commissione europea per tutelare le imprese vittime di pratiche sleali o pubblicità ingannevoli IN TUTTA EUROPA, LE piccole imprese sono vittime di operatori senza scrupoli che ricorrono a pratiche sleali quali la pubblicità ingannevole. I truffatori si nascondono dietro i confini nazionali e sfruttano la vulnerabilità delle aziende – specialmente le più piccole – nel corso delle attività svolte in altri paesi dellʼUnione europea. Anche professionisti come medici o avvocati, nonché associazioni della società civile, possono essere bersaglio di tali macchinazioni. Per meglio tutelarli, la Commissione europea avvia una consultazione pubblica che mira a raccogliere presso le aziende e altre parti interessate maggiori informazioni sulla natura e sulla portata delle pratiche sleali, comprese le truffe online. In seguito a tale consultazione, la Commissione interverrà, entro la metà del 2012, per impedire ai truffatori di sfruttare i vuoti giuridici esistenti e garantire una tutela efficace degli operatori che agiscono nel rispetto della legalità. “Le piccole imprese costituiscono il nerbo dellʼeconomia europea e non possono permettersi il lusso di perdere denaro nelle truffe”, ha dichiarato Viviane Reding, vicepresidente e commissaria per la Giustizia. “Abbiamo bisogno di regole forti ed efficaci a livello europeo per contrastare queste pratiche sleali e impedire ai truffatori di nascondersi dietro le frontiere nazionali." Ogni giorno imprese, professionisti e associazioni della società civile con sede nellʼUE sono vittime di pratiche sleali, che possono spaziare dallʼomessa comunicazione di informazioni importanti o dalla trasmissione di informazioni false o fuorvianti sullʼofferta - in particolare sotto forma di pubblicità ingannevole -, fino al ricorso alle molestie, alla costrizione o a indebiti condizionamenti. I 23 milioni di piccole e medie imprese dellʼUE sono particolarmente esposte alle truffe. Talvolta, però, anche le grandi imprese europee sono vittime di raggiri. Un comune meccanismo di truffa è quello messo in atto dalle società di compilazione di elenchi commerciali, che trasmettono alle imprese moduli con la richiesta – apparentemente gratuita – di aggiornare i loro dati. Una volta dato il proprio accordo, tuttavia, le imprese scoprono di aver sottoscritto un contratto a titolo oneroso, che prevede il pagamento annuo di un importo elevato. Unʼindagine del Parlamento europeo del 2008 ha registrato 13.000 denunce concernenti truffe da parte di società di compilazione degli annuari presumibilmente solo la punta dellʼiceberg. La cifra generalmente chiesta alle società era di 1.000 euro. Spesso, poi, le società non denunciano neppure le pratiche sleali di cui sono vittime, per mancanza di tempo o perché non sanno a chi rivolgersi. L'attuale normativa dellʼUnione europea in materia di pubblicità ingannevole e comparativa fissa uno standard giuridico minimo contro la pubblicità ingannevole in tutta lʼUE, compresa quella diretta contro le imprese, ma stabilisce anche che la pubblicità comparativa deve mettere a confronto dati analoghi, non deve screditare i marchi di altre imprese, né creare confusione tra gli operatori economici. Tuttavia, mentre la legislazione UE in vigore tutela i consumatori da qualsiasi forma di pratica commerciale sleale, questo non vale per gli operatori commerciali. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO LAVORO Assistenza ai disabili, restyling per i congedi Dipendenti Birra Triscele protestano davanti l’azienda DOPO LA RIFORMA dei congedi parentali, avvenuta con il decreto legislativo n. 119/2011, è intervenuto lʼInps a fornire alcuni chiarimenti in merito al prolungamento dei permessi: infatti, la circolare n. 32/2012 ha sancito la possibilità da parte della lavoratrice madre o, in alternativa del padre lavoratore, di prolungare il congedo parentale in caso di grave handicap del figlio entro gli otto anni di età dello stesso. La fruizione può avvenire sia in modo continuativo che frazionato e la stessa previsione vale anche per i genitori adottivi. Va precisato che il prolungamento del congedo parentale può essere usufruito solo se il figlio non è stabilmente ricoverato o se, in caso di ricovero, la presenza dei genitori è richiesta dal medico. La circolare interviene anche in merito ai permessi per lʼassistenza a più persone disabili in situazione di gravità. La riforma dei permessi aveva previsto che – in queste fattispecie – il congedo possa essere concesso solo quando il dipendente che usufruisce dei permessi per assistere la persona in situazione di handicap grave, residente in comune situato a distanza stradale superiore a 150 km rispetto a quello della sua residenza, attesti con titolo di viaggio idoneo il raggiungimento del luogo di residenza dellʼassistito. Lʼonere di verifica, in questi casi, non ricade solo sullʼInps ma anche sul datore di lavoro che concede i permessi in questione, nellʼambito del rapporto di lavoro. Inoltre, il cosiddetto decreto Monti ha esteso, a decorrere dal 1° gennaio 2012, l'indennità giornaliera di malattia e il trattamento economico per congedo parentale in favore dei professionisti iscritti alla Gestione separata, istituita presso l'Inps, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Si tratta di tutti i lavoratori parasubordinati con committente per i quali sussiste lʼobbligo di iscrizione alla citata Gestione separata: vi rientrano gli amministratori, i sindaci e revisori di società e associazioni, i venditori porta a porta e i collaboratori occasionali. In questa fase di continua evoluzione della normativa sul lavoro, diventa cruciale il supporto dei consulenti del lavoro nei confronti delle aziende: infatti, è necessario un continuo aggiornamento e unʼinformativa costante sui cambiamenti, che si traducono spesso in nuovi adempimenti per i datori di lavoro. centonove MESSINA. I 42 lavoratori della birra Triscele hanno protestato in un sit in davanti la sede della fabbrica a Messina. I dirigenti dell'azienda avevano promesso una delocalizzazione e una ripresa dell'attività lavorative dopo la chiusura e la proroga della cassa integrazione straordinaria, ma questo non è avvenuto. Sulla vertenza intervengono Cgil, Cisl e Uil di Messina che spiegano: "Le motivazioni che hanno portato l'azienda nella trattativa a non presentare il Piano industriale, ritenuto fondamentale per poter prorogare la cassa integrazione straordinaria, sono state considerate dai sindacati gravi e hanno, unitamente alla richiesta dell'avvio della procedura di mobilità che presuppone il licenziamento dei lavoratori, dimostrato la scarsa volontà di voler seriamente riprendere l'attività produttiva". Intanto il prefetto di Messina Francesco Alecci ha convocato i sindacati e i rappresentanti dell'azienda per il prossimo venerdì. pagina 34 CONFESERCENTI Revocati gli incarichi a Felice PALERMO. La presidenza nazionale di Confesercenti ha ratificato la revoca degli incarichi ricoperti da Giovanni Felice. La decisione, presa all'unanimità nel corso di una riunione che si è tenuta a Roma, chiude l'esperienza di Felice all'interno dell'organizzazione dove ha ricoperto gli incarichi di vice presidente nazionale, presidente di Confesercenti Sicilia e di Confesercenti Palermo. Nel corso della riunione è stata esaminata la situazione contabile della sede di Palermo, dove il commissario inviato dai vertici nazionali ha riscontrato una situazione debitoria superiore agli ottocentomila euro. SANITÀ’ Musumeci presidente Aiop giovani PALERMO.E' il catanese Domenico Musumeci il nuovo presidente nazionale di Aiop-Giovani. L'elezione è avvenuta a Bologna nel corso dell'assemblea della sezione junior dell'Associazione italiana ospedalità privata, che quest'anno ha compiuto dieci anni. Musumeci, laureato in Economia Aziendale, è direttore generale dell'Istituto oncologico del Mediterraneo di Viagrande. CONSUMATORI Le cartelle senza data DI FRANCESCO SURIA ANCORA UNA VOLTA, sulla regolarità delle notifiche delle cartelle esattoriali, interviene la Corte di Cassazione stabilendo il principio di diritto secondo il quale in caso di mancata indicazione della data di consegna nella copia della cartella in possesso del destinatario, consegue la nullità insanabile della notifica e la mancata decorrenza del termine per proporre opposizione. Sostiene la Suprema Corte che “ai fini della validità della notifica ai sensi dell'art. 148 c.p.c., in caso di contrasto tra i dati risultanti dalla copia di relata allegata all'originale e i dati risultanti dalla copia consegnata al destinatario, occorre far riferimento alle risultanze ricavabili dalla copia in possesso del destinatario, mentre, ove in questa manchi qualche elemento essenziale, la sua presenza nella relata allegata all'originale non è idonea ad escludere la nullità della notifica ai sensi dell'art. 160 c.p.c.". Specificatamente, con riguardo alla mancanza, nella copia notificata consegnata al destinatario, della indicazione della data dell'eseguita notifica, è stato affermato che ciò comporta la nullità insanabile della notifica nel caso in cui da questa decorra un termine perentorio entro il quale il destinatario deve esercitare determinati diritti. Adiconsum Messina centonove UNO SCONTRO MEGALITICO Cresce la querelle sullʼArgimusco di Montalbano Elicona PAG. 36 poster 23 MARZO 2012 SAVOCA, IL PADRINO HA 40 ANNI Nel marzo del ʻ71 arriva in sala il film di Coppola. I ricordi al Bar Vitelli PAG. 40 MURALES DI UMANITA VARIA A sinistra Luca Carboni e Giuseppe La Spada MUSICA. IL CANTAUTORE BOLOGNESE HA COINVOLTO IL DIGITAL ARTIST GIUSEPPE LA SPADA Milazzo nel video di Luca Carboni Tra le immagini utilizzate per descrivere “Per tutto il tempo” alcuni scorci della città del Capo e fotografie scattate nei viaggi del siciliano vincitore dell’Oscar del Web a Los Angeles MILAZZO. Ha vinto lʼoscar del Web a los Angeles, le sue elaborazioni digitali sono state proiettate a Ground Zero di New York, ora ha prestato i suoi scatti per il nuovo video di Luca Carboni. I disegni che compaiono nel video "Per tutto il tempo" sono stati creati dal cantautore emiliano ma le immagini - tra cui scorci di Milazzo - sono state girate, nei suoi viaggi, da Giuseppe La Spada, digital artist e fotografo milazzese che vive ed opera a Milano e che vanta, tra l'altro, collaborazioni con artisti del calibro di Sakamoto. «Lʼidea nasce proprio vedendo alcune straordinarie foto ed immagini di Giuseppe - dice Carboni - immaginandole come ideale scenario del racconto della canzone ʻPer Tutto il Tempoʼ, per il senso di infinito e di eterno che emanavano». «Di lì continua ilo cantante - a poco ha preso forma l'idea di contaminarle col mio disegno minimale per tracciare fisicamente un percorso, una storia. "Senza titolo" è il decimo album di inediti di Luca Carboni (lʼundicesimo in studio) a 5 anni dallʼultimo disco di inediti, “...Le Band Si Sciolgono” (2006), e a 2 anni di distanza dalla pubblicazione di “Musiche Ribelli” (2009), lʼomaggio ai grandi cantautori italiani degli anni 70». La Spada, nato a Palermo nel 1974, ma milazzese dʼadozione (la sua famiglia vive INDOVINA CHI E’? Giuseppe La Spada nella città del Capo) nel 2002 si è laureato con lode in Digital Design all'Istituto Europeo di Design a Roma, dove è rimasto come professore fino al 2004. Nel 2002 è stato invitato a "Opera Totale 7" come uno dei migliori cinque web designer emergenti italiani. Nel 2006 l'Istituto Europeo di Design di Roma gli ha conferito il premio per il miglior vettore in Arti Visive. La svolta arriva nel 2007 quando ha vinto il prestigioso Webby Awards, grazie ad un progetto di rete ecologica: il sito "Mono No Aware" a sostegno del progetto "Stop Rokkasho", fondata dal premio Oscar Ryuichi Sakamoto. Quella stessa sera anche David Bowie, i Beastie Boys e fondatori di YouTube ha ricevuto un premio. La collaborazione con Sakamoto e Fennesz continua nel 2008 durante la "Cendre" tournèe, che si è conclusa con lo spettacolo indimenticabile di Ground Zero a New York. Nel 2009 ha dato vita a "Afleur", uno spettacolo dal vivo che nel 2010 ha anche declinato in modo molto particolare oggetto-libro, con alto valore artistico ed ecologico. Nel 2011, con la partecipazione di oltre 600 persone, ha messo in scena un albero imponente umana in Piazza Duomo, a Milano, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema dell'inquinamento. L'utilizzo esclusivo di elementi naturali (acqua in primo luogo) lo posiziona come uno degli artisti più sensibili alle tematiche ambientali. Una delle sue caratteristiche peculiari è la capacità di tradurre le esigenze di comunicazione e le idee prime in progetti creativi a 360 °, facendo uso sapiente di tutti i diversi mezzi di comunicazione oggi disponibili. Vive e lavora a Milano. Lʼartista milazzese è membro dell'Accademia Internazionale delle Arti e delle Scienze Digital (New York) Membro del consiglio direttivo del club italiano Art Director di amministrazione (2010-11). Come artista e indipendente, ha lavorato con Ruychi Sakamoto, Christian Fennesz, Adriano Celentano, Luca Carboni, Marithè Francois Girbaud. Come un direttore creativo che ha fatto lavori per Volkswagen, Campari, Audi, Nescafè, H3g, Siemens, Autogrill, Pirelli, Telecom Italia, Grandi Stazioni. CONCORSI Due medici messinesi DUE MEDICI, DIRETTORI DI CLINICA al Policlinico Universitario di Messina, morti in un tragico incidente stradale. Sono queste le indicazioni per indovinare i nomi dei due personaggi ritratti nella foto a sinistra. Il volto della scorsa settimana (foto a destra), invece, è stato svelato da Giovanni Germanà. La sua email è arrivata in rePer partecipare dazione venerdì 16 marzo alle al quiz inviare 13.38 con la risposta giusta: il la soluzione all’indirizzo email dottor Rosario Lione. Il signor [email protected], Germanà ha vinto tre abbonaallegando i propri dati menti al settimanale Centonove personali e recapiti che verranno attivati a partire dal mese di aprile 2012. pagina 35 posterarcheologia 23 MARZO 2012 centonove DISPUTE ARCHEOLOGICHE. Tesi a confronto sull’origine del complesso rupestre di Montalbano Argimusco, megaliti e... polemiche Prove storiche, archeologiche e astronomiche testimoniano l’origine medievale del sito. Con buona pace di chi sogna popolazioni primitive con improbabili conoscenze tcnologiche DI PAUL DEVINS IN RIFERIMENTO allʼarticolo denso di incomprensibile acrimonia del sig. Todaro (pubblicato sullo scorso numero di Centonove), desideriamo precisare quanto segue sul tema dellʼorigine del sito dell'Argimusco. Tale articolo, per motivi a noi ignoti, stravolge il senso di un nostro libro del 2010 con una vis polemica né rispettosa né usuale nei canonici confronti scientifici. Per questo ci teniamo a ribadire alcuni punti a supporto della nostra tesi, condivisa dai migliori studiosi di storia della medicina medievale. Non esiste alcuna prova scientifica sullʼorigine preistorica dei megaliti, con buona pace di chi sogna popolazioni preistoriche dotate di improbabili capacità tecnologiche o di chi immagina contesti esoterici in un sito che è grandiosa testimonianza, invece, della storia della medicina mondiale. PROVE GEOLOGICHE. La geologia delle rocce arenarie e dei conglomerati di sabbia e ciotoli lavorati molto friabili, attesta una data recente delle conformazioni simboliche. La geologia non fa risalire il periodo di realizzazione ad unʼetà più antica di quella medievale. PROVE ARCHEOLOGICHE. Nei vari saggi di scavo archeologico sul sito non è stato ritrovato alcun resto preistorico. Sono state ritrovate varie testimonianze relative a presenze di epoca romana e medievale a causa del passagio dell'arteria di collegamento con la strada romana che passava dall'Alcantara, collegava con Randazzo e con l'interno dell'isola; al di là della letteratura new age, non esiste prova di conoscenze tecnologiche possedute da popolazioni preistoriche, almeno locali, al fine del sollevamento e della lavorazione dei grandi megaliti presenti sul siti. PROVE ASTRONOMICHE. I megaliti sono simili o speculari a costellazioni catalogate (tranne il Sestante) da Tolomeo, in epoca ellenistica: le costellazioni dell'Argimusco non rappresentanto, dunque, costellazioni egizie, ma greco-caldee; non esiste prova di costellazioni di epoca egizia o peggio di epoca preistorica, ma solo di quelle caldee e successivamente di epoca ellenistica; le costellazioni tolomaiche, salvo quelle coperte dall'Etna, al tramonto del mese di giugno del 1.300, ma anche oggi, coincidono specularmente con i megaliti BOTTA E RISPOSTA «Niente astio, solo amarezza» La replica dello scrittore Giuseppe Todaro: «Nobilitiamo assieme la figura di Arnaldo» MONTALBANO. Nello scorso numero di Centonove aveva criticato la tesi di Paul Devins sullʼorigine medievale dellʼArgimusco, convinto che i megaliti dellʼaltipiano abbiano un “natale” molto più antico, come dimostrerebbero le analogie con altri siti rupestri siciliani. Ma le sue critiche, ci tiene a precisare lo scrittore Giuseppe Todaro, non hanno nulla di personale: «Da parte mia - spiega lo storico montalbanese - non cʼè nessuna acrimonia nei confronti di Paul Devins, ma tanta amarezza per il modo in cui è stato trattato l'argomento e soprattutto la figura di Arnaldo da Villanova, un uomo straordinario, un grande medico pagina 36 e un cristiano vero. Il riformatore religioso Arnaldo rappresenta storicamente la parte più fulgida della storia di Montalbano. Ci ha nobilitato con la sua presenza, adesso tocca a noi farlo nei suoi confronti,riportandone le ossa al loro posto e istituendo un Centro di Studi Arnaldiani. Avremmo il plauso e l'aiuto della comunità scientifica». «Caro Paul Devins, ripeto: nessuna acrimonia nei suoi confronti, anzi la ringrazio sentitamente perché, nei modi a Lei congeniali, ha risollevato il problema Arnaldo. Comprendo e trovo umano il suo risentimento nei miei confronti, ma i miei strali non sono rivolti a Lei, ma a coloro che infilano la testa nella sabbia per non vedere e fanno finta di non capire. Mi sono limitato a leggere fra le righe, vedrà molto presto ci incontreremo. Si metta dalla parte mia e di coloro che hanno a cuore Montalbano e la Sicilia. La comunità di questo ha bisogno. I mezzi, anche economici, non mancano mai agli uomini di buona volontà. Una precisazione: vivo lontano dalla mia terra da trentasei anni, una vita. Lei sicuramente è più fortunato» centonove del sito dell'Argimusco, e si adagiano sopra di loro all'altezza dell'orizzonte nello stesso ordine e sequenza. PROVE LOGICHE. La probabilità statistica che dieci costellazioni su dieci presenti sullʼorizzonte siano specularmente simili a dieci megaliti presenti sul sito è pressoché pari a zero; la probabilità statistica che dieci costellazioni siano nello stesso ordine e stessa sequenza dei dieci megaliti simili sul sito è, pressochè, pari a zero; la probabilità statistica che accanto a quello che è il profilo di unʼaquila vi siano proprio un serpente, un dardo e un cigno (così come in cielo e nelle leggende di Igino) o che accanto alla forma di una donna in preghiera (Vergine) vi sia proprio quella di un uomo (Ofiuco), che è a sua volta vicina alla forma di un serpente, di un leone e di un corvo, esattamente come in cielo, è pressochè pari a zero; medesima considerazione vale per la vicinanza fra il corvo vi siano proprio una processione di megaliti, a rappresentare gli aculei della schiena dell'Idra, e un contenitore con un mestolo davanti per definire un cratere greco. PROVE STORICHE. Il viaggio, raccontato da Bartolo Meo di Neocastro, di Pietro III sull'Argimustu (è la prima volta che compare il nome del sito in un documento storico) è del 1282: tale prova testimonia dell'interesse dei regnanti aragonesi per lʼarea. Il documento regio siglato e inviato dallʼArgimusco da parte di Federico III e destinato al fratello Giacomo II re di Spagna è del 1308. Il fatto che un documento diplomatico di tale importanza partisse proprio dal sito dell'Argimusco attesta che la frequenza del re era sul luogo stanziale; Federico III d'Aragona elesse il castello di Montalbano quale sua Regia Aedes; i merli originari del castello erano ghibellini, a testimonianza della residenza continuativa nel castello del re Federico III, che è stato in contrasto con la Chiesa romana; il Re Federico III d'Aragona possedeva le ingenti risorse necessarie alla realizzazione dei lavori dell'Argimusco; è provato che Federico III nel mese di luglio 1308 soggiornò sull'Argimusco e che per l'intero mese di settembre risiedette a Montalbano. Nel 1310 è anche provato che transitò da Montalbano per andare a Randazzo; Arnaldo da Villanova medico di Federico III d'Aragona, rimase la maggior parte del tempo ospite della Corte di Montalbano. Sui luoghi, Arnaldo curava il re in applicazione delle prescrizioni mediche del testo del Secretum Secretorum, sulla cura del corpo dei regnanti; altri re o grandi casate nobiliari dotati delle risorse finanziarie bastevoli alla grande impresa dell'Argimusco non sono rintracciabili nell'area in nessuna epoca storica. Visto che Arnaldo si recava ad Avignone per conto del re Federico, è, secondo noi, probabile che l'equipaggio della nave abbia, prima recuperato la salma del prezioso ospite annegato nel naufragio, e, dopo, riportato a corte la salma; contestualmente alla presenza del Re e del suo medico Arnaldo a Montalbano e sull'Argimusco, erano insistenti nelle immediate vicinanze vari cantieri edili (il Castellaccio, la torre/fondaco dirimpetto all'Argimusco, l'ampliamento del Castello, le chiesa di S.Spirito e di Santa Caterina). Erano, infatti, necessari cantieri molto dotati per i lavori di sollevamento e lavorazione dei grandi posterarcheologia conglomerati e delle pietre arenarie utilizzate sul sito. In nessun'altra epoca storica furono presenti tali cantieri nell'area; la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria riporta sul campanile l'iscrizione del 1310 ed è orientata proprio verso l'Argimusco a sud (e non verso est come si usava all'epoca). La Chiesa conserva un merlo ghibellino e non ha nell'arco del portale alcuna chiave di volta. Nel portale si distingue, inoltre, una rosa simbolo dei coevi Fedeli d'Amore, cui apparteneva tra gli altri Dante Alighieri, e poi dei Rosacroce (secondo Gottfried Arnold lo era lo stesso Arnaldo). Santa Caterina d'Alessandria era la santa patrona degli alchimisti: non è, dunque, un caso che accanto alla chiesa fosse stato sepolto, secondo il Fazello, il più famoso alchimista e medico europeo, Arnaldo da Villanova; un testimone locale attesta che, al momento del ritrovamento, il sarcofago dissotterrato nella tricora del castello conteneva ossa poi trasportate al cimitero comunale: forse si trattava proprio dei resti di Arnaldo da Villanova. La figura di donna orante (la Costellazione della Vergine) non ha un bambino in braccio né un porcellino tra le mani, come la dea greca Demetra. La Vergine è stata prodotta, verosimilmente, in epoca medievale poiché la figura ha un copricapo, una veste ed è in preghiera come una suora. Tale raffigurazione è conforme alla opinione di Arnaldo sulla santità femminile. La civetta sita all'ingresso del sito è simbolo della conoscenza dell'occulto della Dea romana Minerva; i libri di Igino “De Astronomia” e le “Fabulae” sono del II/III secolo dopo Cristo e sono tornati di gran voga in epoca tardo medievale: essi sono stati l'ispirazione dei collegamenti simbolico/mitologici tra i megaliti del pianoro; le tecniche per la riproduzione dell'immagine degli astri in "sigilli" di pietra per fini medici fecero riferimento ai miti astrali dello scrittore romano Igino. Enormi sigilli di pietra vennero poi issati sull' Argimusco da Arnaldo da Villanova, grande ammiratore delle opere di AlKindi; i testi medici arabi sulle virtù delle immagini di pietra riproducenti le costellazioni e sull'influenza dei raggi stellari sulle stesse immagini, vennero tutti tradotti in latino alla corte di Alfonso X il Saggio re di Castiglia nel 1250 e da lì portati in Sicilia dai sovrani aragonesi e dal medico Arnaldo da Villanova; Arnaldo venne in contatto con le idee di Al-Kindi sulla relazione tra stelle e sigilli di pietra durante la sua attività accademica a Montpellier; Arnaldo da Villanova nelle sue opere parlò diffusamente delle costellazioni e dei corrispondenti sigilli di pietra che le ritraggono al fine di applicazioni di medicina astrale. All'epoca, nel contesto culturale arabo ispanico, era in gran voga la medicina astrale, che si basava su applicazioni di erbe fatte in connessione con le fasi lunari e sull'influenza dei raggi stellari su pietre (sigilli) riproducenti i simboli delle varie costellazioni. Le opere di medicina astrale vennero in parte bruciate nel 1316, facendo sprofondare nell'oblio le conoscenze di medicina astrale di Arnaldo da Villanova. L'OPERA MEDICA ARNALDIANA Nel De Sigillis Arnaldo esprime la convinzione che i sigilli astrali di pietra di Ariete e Bilancia possano proteggere dall'azione e dalle "insidie" dei demoni; Arnaldo dice che bisogna praticare i salassi dal giorno 18 al 24 del mese lunare, mese lunare calcolato sulla base delle tacche incise su alcuni megaliti; pagina 37 23 MARZO 2012 nell'Antidotarium Arnaldo parla poi di come realizzare un particolare sigillo di pietra non zodiacale ritraente la costellazione del Serpentario al fine di curare gli avvelenamenti causati da morsi di serpente. L'enorme sigillo megalitico del Serpentario (Ofiuco) è presente sul sito; Arnaldo curò i calcoli renali del Papa Bonifacio VIII con un sigillo d'oro con inciso un segno del Leone, posto sul rene con una cintura: nell'opera Speculum Medicine e del De Parte Operativa parla delle cure con il sigillo di pietra del Leone. Il sigillo megalitico del leone è presente sull'Argimusco, accanto alle Vergine; Arnaldo consiglia di applicare un sigillo astrologico di pietra indeterminato sui piedi per curare la gotta e fornisce accurate istruzioni per applicare certe terapie utilizzando la Sfera di Pitagora (utilizzata in connessione con il Sestante) in connessione con le fasi Lunari. Nel Regimen Sanitatis Arnaldo osserva che i giorni per i salassi sono i giorni Lunari nei tre mesi di maggio, settembre e aprile classificandoli come “giorni dellʼHydra” (presente come sigillo megalitico sullʼArgimusco). Nel De iudiciis astronomia, Arnaldo dichiarava che la energia astrale o una congiunzione planetaria adeguata poteva aumentare il potere delle proprietà sanatorie dei sigilli; Arnaldo nel testo De parte operativa dice di utilizzare sigilli di pietra astrali al fine della cura delle alienazioni mentali; il pellicano che si becca il petto, simbolo del sacrificio cristico per i propri figli, presente all'ingresso del sito sulla sinistra, compare nella sintesi dell'Opera illustrata alla f.92 del Rosarium philosophorum di Arnaldo da Villanova. Tali simboli cristiani alchemici erano in voga presso i francescani spirituali cui lo stesso Arnaldo con entusiasmo aderiva. posterlibri 23 MARZO 2012 centonove NOVITA’. Un libro di Fabrizio Lentini apre nuovi orizzonti alla Sicilia e agli uomini del Sud Palermo ai tempi di Orlando Il girnalista racconta gli anni d’oro de “La primavera breve”, una rivoluzione nel modo di intendere la politica. Naufragata nel ritorno alla logica di partito DI MANUELA VENTO PALERMO. Eʼ una rivoluzione geografica della politica nel Paese degli anni Ottanta e Novanta quella narrata dal palermitano Fabrizio Lentini nel suo libro intitolato “La primavera breve”. Nasce insieme alla giunta “Orlando bis”, nellʼestate dellʼ87 lʼutopia di fare Palermo una “Città per lʼuomo”, il movimento ispirato alla predica del cardinale Pappalardo. Il cardinale fu il primo a rompere lʼunità cattolica sotto lʼegida della Democrazia Cristiana e portò nel palazzo di governo a Palermo la spinta innovatrice di generazioni e intelligenze fino ad allora escluse. In evidente rottura con la logica della coalizione del Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), Orlando e la sua giunta voleva dimostrare che un modo diverso di fare politica era possibile. Palermo ebbe la forza e il coraggio di andare controcorrente rovesciando la logica partitocratica. La precedenza venne data al programma per rinnovare Palermo ponendo sempre allʼordine del giorno lʼattuazione del programma comune e di interesse generale alle esigenze dei singoli. Ecco perché “La primavera breve” di Palermo divenne un caso politico nazionale; costituì una rivoluzione copernicana nel modo di intendere la politica. Il libro è testimonianza di una stagnazione politica che creò il contesto adatto allʼespansione della criminalità organizzata e al suo inserimento nei gangli nevralgici della società e della vita politica. Lentini racconta la lotta alla mafia e alla corruzione di un movimento dʼispirazione cattolica che coincide A CURA DI CARMELO CELONA insieme di esigenze e di propositi, che riguardano, fra l'altro, la creazione di canali capaci di consentire la partecipazione all'amministrazione locale anche di quella larga parte di cittadini che non sono legati per vari motivi alle oligarchie partitiche, per la non accettazione della discutibile morale che regola la vita interna dei nostri partiti, dell'interesse personale come guida al comportamento politico, dell'ambizione e dell'arrivismo, della disinvolta gestione del danaro pubblico, o della non sempre chiara pro- venienza dei fondi degli stessi partiti, delle loro correnti e dei loro uomini, o per altri motivi ancora. Nelle pagine della “Primavera breve” di Lentini si respira lʼaria di Palermo degli anni in cui Mattarella aveva abbassato gli indici di edificabilità e avviato indagini sullʼassessorato ai Lavori Pubblici; anni segnati dalle immagini della Fiat 132 trivellata in via della Libertà dai colpi dei proiettili della 38 special che assassinarono Mattarella. Anni in cui si trova Pietro Grasso, sostituto procuratore, al suo primo impatto con la grande mafia, che si troverà a fronteggiare come giudice del primo maxiprocesso istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sono anni in cui fallì lʼattentato allʼAddaura del giudice Falcone; venne freddato per strada Libero Grassi perché non aveva pagato il pizzo e poi lʼeurodeputato Salvo Lima perché non aveva “aggiustato” il maxiprocesso. E, quando i boss corleonesi fecero saltare in aria, il 23 maggio e il 19 luglio, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli unici ad aver realmente contrastato la mafia. profondamente con i più alti ideali sociali e morali con cui la criminalità e la classe dirigente si trovò in difficolta. Riallacciandosi abilmente al patrimonio religioso ed etico dei siciliani e allʼimpegno culturale del movimento CxU (città per lʼuomo), Lentini apre nuovi orizzonti allʼIsola e agli uomini del Sud Una riunione con Padre Pintacuda tratta dal libro considerati, nel libro da padre In una lettera riportata nel libro di Lentini Pappalardo, non bisognosi di chiedere si legge: “mi pare che la Rete, più che aiuto ma capaci di dare molto al loro preparare mille primavere in mille Paese. Il maggior merito di CxU che si Comuni, stia attirando mille consiglieri evince dalla lettura è stato il rimanere comunali in cerca di collocazione”. In un sempre fedele alla sua natura di documento Giuseppe Pavone, un movimento senza mai cedere alla fondatore di CxU, ricorda che “il trasformazione in partito che negli anni Movimento è nato dalla condivisione di un successivi propose Orlando con il movimento per la democrazia - La rete. Il movimento era formato da persone, professionisti, associazioni, centri sociali di Felice Irrera e culture politiche differenti messi insieme dallʼobiettivo comune di strappare la città Dragoni e lupare" (Dario Flaccovio, 2011 - pp. 252) dalle mani della mafia di I.M.D., il poliziotto palermitano autore di "Catturandi" e "100% sbirro" attraverso un modo nuovo di "Dragoni e lupare" affronta il tema dell'immigrazione cinese in Italia, sfatando miti e leggenfare politica. La struttura de e facendo il punto sulla situazione di una comunità di immigrati ormai presenti nel nostro rigida del partito è data, paese da tre generazioni. L'autore indaga anche sui rapporti tra mafie locali e criminalità asiainvece, da una precisa tica per verificare se esistano rapporti tra malavita organizzata italiana e straniera. Per ulteideologia allʼinterno della riori informazioni: http://www.darioflaccovio.it/libro.php/dragoni-e-lupare-df9194_C738 quale è difficile si possa configurare la diversità così Carlos Ruiz Zafón - Il prigioniero del Wislawa Szymborska - La gioia di scricome avviene allʼinterno dei cielo - Mondadori vere. Tutte le poesie (1945-2009). Temovimenti. Lʼautore spiega Amy Bratley - Amore, zucchero e sto polacco a fronte - Adelphi come i cofondatori della cannella - Newton Compton Pierre Dukan - La dieta Dukan Rete di Orlando, da Claudio Sperling & Kupfer Jeff Kinney Diario di una schiappa. Fava a Carmine Mancuso, La dura verità - Il Castoro Clara Sànchez - La voce invisibile man mano si allontanarono. del vento - Garzanti libri wuz.it LA CLASSIFICA 1 2 3 LACERTI DI LETTURE Immunità sentimentale I FIGLI GODONO dellʼimpunità sentimentale. Lʼamore delle madri è oblativo ed estremo, disposto a perdona-re ogni torto. “Le dico, restando in tema di privilegi, che ha sempre goduto dellʼimmunità sentimentale.” Alcune donne gestiscono i sentimenti con il cinismo di un manager dʼazienda. “Una prerogativa delle stronze consiste nel farsi amare allʼinfinito dando in cambio poco o niente.” I seccatori ostinati ti sconfiggono per stanchezza. Siamo disposti ad accollarci qualsiasi rischio e qualsiasi fatica pur di non aver più a che fare con loro. “La mettono in modo che sia tu a farti carico dellʼeccezione, per levarteli dai coglioni. Ti fanno desistere dal principio. Perché il principio è teorico e lʼinsistenza no.” Non sempre la verità è riferibile senza che appaia inverosimile e ci esponga alla derisione. “In certe situazione lʼevidenza conta più della verità. Non 4 5 6 frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore puoi spiegare come è andata vera-mente. Perché se ci provi sembri un cretino due volte. La verità bisogna coglierla in flagranza.” Non sono solo lo sterco del diavolo. “I soldi come le armi fanno sangue” nel senso che lo producono. Spesso il verosimile si afferma sul vero e si aggiudica un primato che deforma la verità. “ In Tribunale, ho sentito dire una volta ad un famoso penalista, è importante che le cose sembrino vere, mica che lo siano” . Dire al prossimo ciò che si pensa sul suo conto, viene considerata unʼoffesa e non una forma di rispetto. “La sincerità è un incidente e non è nemmeno che faccia così bene, come comunemente si pen-a.” Tragicamente rimandiamo sempre a domani. “Hai mai pensato che, una volta passato il tuo tempo, sarebbe passato il tempo.” Ecco perché le foto raccontano la nostra storia, perché guardandole. “Guardiamo cosʼè successo mentre invecchiamo.” Il fascino della banalità, resta un grande mistero irrisolto che pagina 38 ridimensiona il giudizio sulla superiorità in-tellettiva del genere umano rispetto agli altri esseri viventi. “La gente si rincretinisce per pochissimo, mica perché rimane vittima di chissà quali raffinatezze”. Ci sono poveri che non sono poveri in senso materiale, ma poveri perché privi di tutto quello che oggi si possono conquistare soltanto con lʼadulazione e il gregariato. Il merito, la competenza, lʼonestà e i principi, oggi non sono sufficienti per vivere dignitosamente. “Siamo i nuovi poveri occulti. Siamo annichiliti dalla dignità. In nome suo ci roviniamo la vita.” Lapidaria apologia del cortigiano. “Per pararsi il proprio bisogna leccare quello degli altri.” Uno dei tanti luoghi comuni senza fondamento “Dicono che la felicità sta nelle piccole cose. Sapeste lʼinfelicità.” Lacerti tratti da: “Non avevo capito niente”-2007 Diego De Silva posterlibri centonove 23 MARZO 2012 PERSONAGGI. A tu per tu con Enzo di Salvo, autore di otto libri “autoprodotti” Uno scrittore sul Serit Impiegato al servizio riscossione di Messina di giorno, la notte si dedica alla sua passione per la letteratura. Protagonista la sua Santo Stefano di Camastra e la lingua siciliana DI CHIARA MICCOLI MESSINA. Di giorno ha a che fare con i numeri, di notte “gioca” con le parole. Impiegato alla Serit di Messina, dopo una giornata di lavoro, Enzo Di Salvo, 43 anni, si dedica alla sua più grande passione, la scrittura. E lo fa in solitudine, davanti al camino, con un bicchierino e un sigaro in mano, approfittando del silenzio che regna in casa quando le figlie (di 3 e 1 anno) vanno a dormire. Accanito lettore (nella sua biblioteca conserva più di 5 mila libri), ha iniziato a scrivere a 18 anni e da allora non ha più smesso. «Non lo faccio a scopo di lucro», ci tiene a precisare anche perché le sue “creature” non sono accessibili al grande pubblico visto che nessun editore si è mai offerto di pubblicarle. «Le opere dʼingegno non hanno un prezzo», si ripete da 25 anni. Contrario a scendere a compromessi, Di Salvo è Enzo Di Salvo dunque uno scrittore sui generis, che non rincorre né il successo né la fama e si accontenta di un centinaio di lettori assidui, familiari ed estimatori, che continuano a seguirlo nel suo percorso letterario leggendo e apprezzando opere autofinanziate e stampate personalmente. Finora ne ha scritte otto ma confessa di averne iniziate e mai concluse circa una LA SCHEDA Enzo Di Salvo (Mistretta, 1968) è laureato in filosofia. Ha scritto due saggi storici su Santo Stefano di Camastra, “S. Stefano di Camastraevoluzioni storiche della sua civiltà” e “S. Stefano di Camastra -Dal casale allʼarchetipolatria”, dedicandosi poi alla narrativa con: “Lunario stefaneseInventario di detti, di uomini, di luoghi”; “Il paese babboOvvero storie di uomini che hanno fatto il mio paese”, “Il principe delle misure”, racconto sullʼavventura del duca di Camastra, “La mezza estate di Lucà” e “192”. Dice di sé: «Faccio lʼimpiegato, mensilmente pasciuto da un accredito bancario e scrivo nelle ore concessemi, non per sentirmi scrittore, poiché abusivo e contadino della penna sono, ma per dire del mio paese, chʼesso è esistito, ha vissuto». E ancora: «Non ho rancori né rimorsi né particolari speranze se non quella, se avessi fortuna di rivenire al mondo, di non fare lʼimpiegato». dozzina. Tutte con un denominatore comune: Santo Stefano di Camastra, la sua terra dʼorigine, quella che ha lasciato 16 anni fa quando si è trasferito a Messina per motivi di lavoro. «Le idee per una nuova trama vengono tornando al paese, passeggiando per le viuzze, ascoltando i racconti degli anziani, osservando e assaporando il gusto della terra in cui ho vissuto gli anni migliori della mia vita ma che ogni volta trovo più svuotata e abbandonata perché i più giovani lʼhanno lasciata, come del resto ho fatto io». Visite che lo riportano indietro con la memoria, caratterizzate – come lui stesso racconta – da sopralluoghi nei posti più impensabili, il cimitero paesano, per esempio, dove Di Salvo ha trascorso ben tre ore a guardare le tombe con le foto di personalità locali di spicco nella speranza che quei volti gli raccontassero qualcosa. Viaggi nel passato, dunque, indagini alla ricerca di materiale utile che poi prende forma sulla pagina bianca dando vita al racconto. «Su un luogo si possono dire tante cose», commenta Di Salvo, che fa sua la lezione di grandi maestri della letteratura siciliana come Bonaviri, Sciascia e Bufalino. Nascono così “La mezza estate di Lucà”, che racconta lo sbarco degli americani nel ʼ43 visto attraverso gli occhi degli abitanti di Santo Stefano di Camastra e in particolare della famiglia del nonno dellʼautore, “192”, dedicato al Giro dʼItalia del ʼ49 che fece tappa in provincia o “Lunario stefanese”, un inventario di detti, uomini e luoghi che scaturisce – come si legge nella prefazione – da “unʼimprovvisa urgenza di serbare tramite lo scritto ciò che nella memoria ristagna, al fine di impedirne lʼestinzione, la grave perdita per oblio”. Fatti di microstoria che Di Salvo ricostruisce attraverso un attento lavoro di documentazione storica e raccolta di testimonianze, a cui si aggiungono però anche la fantasia dellʼautore e unʼattenzione particolare nellʼuso del linguaggio. «Le mie sono storie romanzate in cui ha più importanza la lingua della trama – dice – Ho scelto di utilizzare un siciliano italianizzato poiché ritengo che sia una lingua da mantenere». Fatti, persone, ricordi di tempi passati sono dunque lʼhumus dellʼopera narrativa di Di Salvo. «Sento lʼesigenza di raccontare il passato per non perderne la memoria – afferma – Certo, se nessuno o solo pochi leggono queste storie il rischio è forte. Nella società in cui viviamo lo spettro dellʼoblio si fa sempre più minaccioso». SAGGI La Santa Inquisizione di Sicilia Il docente Princiotta riscostruisce “la verità storica”. A partire dalla diocesi di Patti MESSINA. Sono fonti e documenti di grande importanza per la ricostruzione della verità storica quelli su “la Santa Inquisizione di Sicilia” pubblicato dal professore Roberto Princiotta e presentato dal prorettore dell'Università della pace della Svizzera italiana Domenico Venuti. Il professore Princiotta ha scoperto un testo scritto dal canonico inquisitore Antonino Franchina nel XIII secolo. Si tratta di una stampa anastatica di un documento originale del 1700; ritrovato nel 1974 nella diocesi di Patti, la più antica di tutta la Sicilia (1100). Nella premessa il professore Princiotta racconta di trovarsi “in compagnia di un molto anziano arciprete, a frugare in quella che era stata la biblioteca di un vecchio convento francescano abbandonato da oltre un secolo”. Numerosi saccheggi nella biblioteca hanno sottratto per sempre alla ricerca una “miniera preziosa di notizie”. Sotto un mucchio di fogli sparsi il manoscritto è stato estratto dal vecchio prete e consegnato al professore nella fretta di andare a dire messa. Ma il sacerdote memore delle antiche leggi che “avevano ordinato di ridurre in cenere” le disposizioni inquisitorie rivuole indietro il testo. Per fortuna, Princiotta lo aveva fotocopiato. Anni dopo il professore scopre che il manoscritto fu davvero bruciato da quel prete come un vecchio libraccio. Una pubblicazione di fondamentale importanza per gli studi sulla Santa inquisizione pagina 39 spagnola sia perché introvabile prima di adesso sia perché Franchina spesso viene citato nei documenti del tribunale inquisitorio. Tra gli storici che citarono lʼinquisitore Franchina ci sono, nel 1800, i fratelli La Mantia con il loro imponente lascito allʼarchivio di Palermo e Garufi; ma, non si comprende bene se questi storici hanno dimestichezza con il testo o se si limitano solo a citare Franchina. “Eʼ un libro che conduce il lettore nei secoli travagliati di storia della chiesa, aiuta i giovani a confrontarsi con il passato – dice Salvatore Magazzù assessore alla pubblica istruzione di Messina – e fa capire loro quante leggi ingiuste sono state applicate nel passato. Andare avanti con la ricerca storica consente di intuire meglio il presente; purtroppo si scopriranno tra cinquantʼanni le leggi sbagliate in vigore che oggi subiscono i nostri figli”. (M.V.) 23 MARZO 2012 posteranniversari RICORDI. Era il 15 marzo ‘71 quando al cinema debuttava il film di Coppola Il Padrino ha 40 anni Savoca tappa obbligata dei turisti sulle orme di don Vito Corleone. Tappa obbligata il Bar Vitelli, dove Al Pacino, tra due scagnozzi in armi, chiese la mano di Apollonia. Il ricordo di protagonisti e comparse DI ETTORE IACONO SAVOCA. Il Bar Vitelli è ancora lì, con le sue celebri granite limone e i deliziosi gelati artigianali. Su un tavolo, una lupara e una coppola che i visitatori indossano divertiti per la foto di rito. E a Savoca - uno dei borghi più belli d'Italia - non mancano neppure le ragazze «sticchiuse». Come Apollonia Vitelli, la giovane che incantò don Michele Corleone nella prima pellicola della trilogia “Il Padrino”, firmata da Francis Ford Coppola. Era il 15 marzo 1972 quando, negli States, veniva proiettato per la prima volta il film con Marlon Brando e uno sconosciuto, fino ad allora, Al Pacino. La pellicola Pippo Restuccia (fratello della sposa), Saro Urzì (signor Vitelli, padre della sposa), Enzo Pasquale (fratello della sposa) girata tra la primavera e l'estate del 1971, diventata da subito quei soldi prima». vino che gli uomini di Corleone bevevano pietra miliare del cinema mondiale, è La sua comparsa principale è nella ogni volta era in realtà Coca Cola allungata sbarcata in Italia il 15 settembre del '72. scena in cui Michael Corleone chiede a con acqua. Anche la scena del matrimonio Quarant'anni dopo, Savoca - insieme a Vitelli la mano della figlia. è stata girata numerose volte perché il Forza d'Agrò, Motta Camastra e «Sì, come ci ha spiegato lo stesso prete, don Parisi, che era anziano, Fiumefreddo - è ancora meta di turisti sulle Coppola, allora era importante la presenza sbagliava le battute». orme del Padrino. di maschi in famiglia. Corleone era C'è stato un momento particolarmente Tappa obbligata il Bar Vitelli, dove Michael accompagnato dai suoi guardaspalle, difficile durante le riprese a Savoca? Corleone (Al Pacino), tra due scagnozzi in «Credo la scena del ballo dopo il armi e davanti a una bottiglia di vino, chiese quindi noi abbiamo affiancato Vitelli, nostro matrimonio. Al Pacino non sapeva ballare il al padre la mano di Apollonia. E la chiesa di padre nel film, per dargli maggior forza, dimostrando che anche lui poteva contare valzer, era praticamente un legno. Non si Santa Lucia, dove è stato celebrato il sull'appoggio di suoi uomini. matrimonio. Nelle immagini di Coppola anche Palazzo Trimarchi, le strette stradine Proprio per questo motivo, nella Enzo Pasquale oggi. scena, io e Pippo Restuccia, del centro e la banda musicale di Sotto Michael che purtroppo non c'è più, Gallodoro. Oltre a tanti savocesi nel ruolo Corleone (Al Pacino) dovevamo avere una di comparse. Vincenza Cicala era la e Apollonia Vitelli espressione dura, di sfida». signora Vitelli; Vincenzina Trimarchi, ballano il valzer Ma non è mai stato facile Giuseppa Ferraro, Maria Trimarchi e nella piazza di Savoca girare una scena con un Giovanna Pavone lanciavano fiori sugli e un momento del film regista come Francis Ford sposi durante il corteo nuziale. Roberto quando il corteo Coppola. Pasquale e Michele Spadaro erano i nuziale lascia la chiesa «Tutt'altro. Abbiamo dovuto chierichetti di don Rosario Parisi, il vero di Santa Lucia ripetere la scena al Bar Vitelli arciprete di Savoca, che nel film ha decine di volte, un'intera interpretato se stesso benedicendo le mattinata, perché Coppola non nozze di don Michael e Apollonia sul era mai soddisfatto delle sagrato della chiesa di Santa Lucia. Pippo espressioni. Tanto che per Restuccia e Vincenzo Pasquale erano i evitare che si ubriacassero, il fratelli di Apollonia, che spalleggiavano papà Vitelli mentre don Corleone chiedeva la mano della ragazza. Enzo Pasquale, 56 anni, tecnico comunale, sposato con Gina, tre figli - Stefania, Lucia e Domenico - nel 1971 era uno studente sedicenne. «Marinai la scuola per andare al casting delle comparse, Coppola le sceglieva personalmente», ricorda Pasquale, che oggi a Savoca firma tanti autografi quasi quanto Al Pacino e si lascia fotografare dai turisti americani entusiasti di trovarsi di fronte a una delle comparse del film. Per loro è un mito. «Per un paio di scene e tre giorni di riprese – aggiunge – allora mi hanno dato novantamila lire. Non potevo crederci, non avevo mai visto tutti pagina 40 centonove sapeva come fare, quando Saro Urzì, l'unico attore siciliano presente, il signor Vitelli, lo afferrò per spiegargli come muoversi, facendogli fare un giro di valzer. In qualche modo si è così ovviato al problema, ma nel film la scena è stata molto accorciata per evitare che il pubblico si accorgesse delle difficoltà di Al Pacino». Cosa facevano Coppola, Al Pacino e gli altri attori durante le pause? «Coppola andava matto per la granita limone e per il vino del Bar Vitelli, di solito stava seduto in piazza per studiare le inquadrature. Indossava sempre gli stessi pantaloni corti e portava la barba incolta. Al Pacino, invece, era taciturno e solitario. Ricordo un episodio che mi ha particolarmente colpito. Al Pacino durante le riprese della scena del matrimonio nella chiesa di Santa Lucia, stava seduto in disparte sotto una scala in ferro, quando lo hanno chiamato per l'ennesimo ciak: si è alzato di scatto, ha battuto la testa e si è procurato un taglio. Chiunque avrebbe imprecato per il dolore e per la vista del sangue che gli hanno subito tamponato, lui invece rimase impassibile». Qualche altro aneddoto? «Beh, nel film c'è anche una scena di nudo: la prima notte di nozze con Apollonia. Non sapevamo cosa stavano facendo in quella stanza della masseria di Motta Camastra, quindi Pippo Restuccia si affacciò da una finestra per guardare. Non riuscì neppure a dare uno sguardo che gli uomini della produzione lo afferrarono per le orecchie e lo tirarono via di peso. Ricordo poi Maria, la vera padrona del Bar Vitelli, che rifiutò la parte della madre di Apollonia, perché colpita da problemi familiari: tutta la troupe le è stata comunque vicina, aiutandola molto. In seguito Maria, che oggi non è più fra noi, confessò di essersi pentita di quella scelta». Ha qualche rimpianto dopo quarant'anni? «Il rimpianto più grosso è sicuramente quello di non aver capito allora l'importanza e il successo che quel film avrebbe avuto. Avremmo potuto chiedere autografi, foto, raccogliere cimeli che oggi avrebbero fatto bene a Savoca. Anzi, fino al Duemila non si è più parlato del ruolo di Savoca nel film di Coppola. Con l'arrivo delle navi di crociera a Messina, i tour operator si sono inventati l'escursione sulle orme del Padrino che oggi porta anche a Savoca tantissimi visitatori, soprattutto americani, impazziti per quella pellicola che considerano un mito. Così adesso firmo autografi e mi faccio fotografare con loro». posterprotagonisti centonove 23 MARZO 2012 L’INTERVISTA. Il chitarrista Ricky Portera, collaboratore di Lucio Dalla si racconta «Io, grande figlio di puttana» Dalla voglia di tornare nella sua Torre Faro a Messina, alla passione per “U piscistoccu a ghiotta”, ai palcoscenisci più prestigiosi del mondo. Storia di un musicista a tutto tondo che ha mosso i primi passi con Vasco Rossi DI ANGELO SAVASTA MESSINA. Arriva al telefono puntuale come i suoi sconvolgenti assoli. Ricky Portera, chitarrista pop-rock tra i più grandi in Italia, collaboratore di Lucio Dalla e di tantissimi artisti di livello nonchè fondatore degli Stadio. Pieno di grinta ed energia come il distorsore della sua chitarra che continua a regalarci ubriacanti scale di note imprevedibili! Eʼ lui, lʼamicone di sempre, il gentleman, il raffinato signore garbato e disponibile, legato alla sua terra natia di Torre Faro che tanto ama e dove spesso ritorna. Qual è stato il motivo che ti ha indotto a lasciare Messina? “Mio papà era un maresciallo dei carabinieri e spesso i miei venivano trasferiti in altre parti dʼItalia dove cʼera carenza di personale,ed è così che ci siamo ritrovati a Modena.” Modena, allora, era lʼepicentro della musica leggera? “Infatti,come altre parti dellʼEmilia, era una grande fucina di musicisti. La mia storia parte proprio da qui dove ho studiato canto e chitarra in una scuola che frequentavo con Vasco Rossi. Completati gli studi ho cominciato a suonare nei nigth club e penso di essere stato il più giovane musicista che accompagnasse streap tease. Avevo appena undici anni.” Come sei approdato al rock? “Forse per la mia personalità un poʼ ribelle, ho cominciato a violentare la chitarra più che suonarla, e quando salivo sul palco avevo già una folta schiera di fan che mi adorava!”. Sappiamo che i tuoi genitori ti hanno sempre seguito con dedizione e affetto. “Verissimo. Io debbo molto ai miei genitori! Papà mi accompagnava ovunque andassi a suonare e mamma curava la mia immagine pubblica poiché da giovane, era stata una modella bellissima, quindi dotata di una grande fantasia ed esperienza professionale, accattivante e dinamica nei Ricky Portera. Nella foto accanto Lucio Dalla con il quale ha collaborato per anni. A lui il cantante bolognese ha dedicato il celebre brano “Grande figlio di puttana” rapporti col prossimo.” Sappiamo anche che la tua mamma è una messinese doc e unʼottima cuoca che a tuttʼoggi ti prepara delle gustose pietanze tipiche messinesi come “U piscistoccu a ghiotta”? “Si,anche questo è vero,continua ancora a viziarmi con la deliziosa cucina messinese che io tantissimo adoro!” Vuoi raccontarci come è cominciata la tua esperienza con Lucio Dalla? “Certo. Il tutto risale al 1977,quando Lucio mi convocò e che io,tra lʼaltro,non conoscevo. Stima e rispetto furono alla base del lungo percorso professionale che ci ha coinvolti e che mi ha portato a calcare i palchi più prestigiosi di mezzo mondo. Ora lui non cʼè più. Mi restano però i suoi insegnamenti ma soprattutto il vuoto che può lasciare un fratello maggiore che se ne va senza poterti neanche salutare.” Siamo curiosi di sapere perché, secondo te, il grande Lucio ti ha dedicato quel formidabile brano «Grande figlio di puttana»? “Lucio,oltre che un grande musicista, è stato un grande poeta, e anche un affettuoso «goliarda» cui piaceva spesso scherzare, a volte pure nellʼambito del suo mestiere. Un giorno mi fermai in sala dʼincisione per registrare alcune frasi musicali che mi aveva richiesto,ed ebbi anche il tempo di lasciargli altre idee che poteva utilizzare ulteriormente. Così lui, nel constatare che in breve tempo ero riuscito a portare a compimento il lavoro che mi aveva affidato, esclamò: «Grande figlio di puttana!» . E a tua madre cosa hai raccontato? “Nulla, da quel gran signore che era, è stato lui stesso ad anticiparmi, telefonandole, scusandosi per il titolo e spiegandole la motivazione.” Cosa cʼè nel futuro di Ricky Portera? “Cʼè il desiderio di ritornare a Messina. Vorrei che i messinesi avessero un poʼ più cura di questa meravigliosa città! Messina potrebbe essere un fantastico portone intarsiato da Dio, portone che si apre sulla meraviglia che è la Sicilia e Torre Faro il giardino che prepara lʼingresso! Spero tanto che i miei concittadini riescano a non farsi costruire quel mostro chiamato «Ponte sullo stretto!!!». Desidero anche dire agli operatori della città di moderare i prezzi e migliorare i servizi. Invitiamo la gente e facciamola sentire a proprio agio.” Stiamo organizzando una manifestazione a Lipari per ricordare Lucio Dalla e gradiremmo tanto la tua presenza. Pensi di poterci essere? “Certo farò di tutto per esserci, mʼimpegnerò, ma cercate di avvisarmi in tempo debito.” INIZIATIVE Al Chitarra bar per ricordarlo Si prepara l’evento estivo per ricordare il cantautore LIPARI. Chitarra bar era la sua casa. Quando andava a Lipari Lucio Dalla, il cantautore bolognese recentemente scomparso, era solito passare lì le sue serate insieme a qualche amico musicista bevendo malvasia. E proprio al Chitarra bar nasce lʼidea di rendere omaggio come ha fatto di recente il consiglio pagina 41 comunale di Sorrento - al grande artista che ha fatto la storia della musica italiana. Gli amici delle Eolie stanno infatti chiamando a raccolta i poiù stretti collaboratori del cantante e musicisti a lui vicino per un evento musicale che si svolgerà entro luglio a Marina Corta. Hanno già dato la propria adesione lo stesso Ricky Portera. Organizzatori dellʼiniziativa Rossano Giorgi, Angelo Savasta e Nicola Merro, con la collaborazione di tutte le componenti sociali, politiche ed imprenditoriali dellʼisola. «Lucio Dalla resterà sempre con noi. Le note e le parole delle sue canzoni ci accompagneranno per tanto, tantissimo tempo ancora - spiega Carmelo Travia, pianista che interverrà alla manifestazione e che spesso si fermava a suonare con Dalla al Chitarra bar - Vi aspettiamo tutti alla manifestazione per ricordarlo». 23 GENNAIO 2009 postermostre centonove Antonello Bonanno Conti, “Santi e Santini” (collage di acrilici su lamiera tipografica) MESSINA. Al Monte di Pietà “Santi condomini e altri racconti” Sorprendente Bonanno Conti Mito e quotidianità si trasformano in sculture, istallazioni e dipinti seriali caratterizzati da richiami al post-espressionismo e alla Transavanguardia. Ma del tutto originali DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Un piccolo assaggio, Antonello Bonanno Conti lo aveva offerto in “Artisti 100x100”, la collettiva allestita al Teatro Vittorio Emanuele durante la Notte della Cultura dello scorso 25 febbraio. E i suoi “Tutti santi e santino” e “Tutti i santi e santʼoro” avevano sucitato curiosità e aspettative. Aspettative che “Santi condomini e altri racconti”, che ha aperto i battenti lo scorso 17 marzo al Monte di Pietà di Messina non ha assolutamente tradito. Patrocinata dalla Provincia di Messina, la mostra (art director Saverio Pugliatti, curatori Luigi Ferlazzo Natoli e Teresa Pugliatti) si divide nelle due sale dello storico palazzo messinese offrendo in una “Santi” “Condomini” e “altre storie”, nellʼaltra istallazioni, sculture e pitture che ripercorrono il mito. Entrambe, però, sono intimamente legate sia dalla visione e dalla lettura dei fatti data dallʼartista e dalla circostanza che, come sottolinea Ferlazzo Natoli, “la scultura diventa continuazione del suo dipingere”. Antonello Bonanno Conti, attivo dal 1994, non è facilmente inquadrabile, anche perché, innanzi tutto, per chi lo conosce, è soprattutto espressione di se stesso. È, insomma, Antonello Bonanno Conti. Da questo punto di vista, qundi, si può concordare tanto con Ferlazzo Natoli, per il quale “si muove tra espressionismo, nella sua più recente accezione post, e transavanguardia, della quale certamente risentono le sue opere di scultura”, quanto con Teresa Pugliatti, che scrive: “Non so trovare una definizione o unʼetichetta per queste opere. Sì, quella di una via di mezzo tra un ʻrecenteʼ postespressionismo e la transavanguardia si può condividere. Ma dico che si tratta di un artista certamente originale”. Le opere sono un alternarsi di figure che non presentano il volto quando si trovano, ammassate, in una dimensione senza spazio e tempo di riferimento (Tutti assenti). Diversamente, il volto affiora quando è il contesto a disegnarlo, anche quello più omologante (“Pubblincittà”, “Tutti da McDonald”, “Sessanta”). E poi ci sono i “Condomini”, angoscianti, colorati e geniali, nei quali Teresa Pugliatti trova un richiamo (forse involontario) a “Edifici in Condominio” (1946) di Jean Debuffet. IN BREVE Merenda a Barcellona, Togo e Cannaò a Milano L’ARTISTA. Antonello Bonanno Conti G DAL 31 MARZO AL 15 APRILE, nella Sala Vetri di Palazzo Spagnolo (ex Monte di Pietà) a Barcellona Pozzo di Gotto, lʼassociazione Atellana presenta le opere di Giovanni Merenda, eclettico artista messinese che spazia dalla pittura alle fotografie alla scrittura. La mostra è visitabile dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 20. G SI E INAUGURATA IL 22 MARZO scorso alla Galleria San Carlo di Milano la mostra “Domino”, che vede in esposizione le opere di Togo, Michele Cannaò, Sonja Aeschlimann, Alvaro, Sara Montani, Susan Post, Alberto Venditti e Domino01. Si tratta di una collettiva che dà vita a unʼopra a più mani. “Domino” si concluderà il 16 aprile prossimo. PROSSIMAMENTE Rizzo, ritorno all’Orientale Dal 24 marzo, “Corpo spirituale, terra celeste” IL SINDACO. Roberto Visentin MESSINA. Torna da Milano, dove ormai risiede e lavora, lʼartista Enzo Rizzo, che dalle 18 e trenta del 24 marzo esporrà i suoi ultimi lavori alla galleria Orientalesicula 7puntoarte, di via Mario Giurba, a Messina. La mostra si intitola “Corpo spirituale terra celeste”. Nato nel capoluogo dello Stretto nel 1958, Rizzo ha compiuto studi d'arte in diverse città italiane, completando la propria preparazione artistica e filosofica con frequenti viaggi all'estero con particolare attenzione alle culture orientali e medio orientali. Dal 1985 vive e opera a Milano dividendosi fra il capoluogo lombardo e il suo studio a Praga. “Corpo spirituale terra celeste” raccoglie la recente produzione dellʼartista che lavora tra Milano e Messina, indagando attraverso una raffinata tecnica al servizio del sublime il sottile confine tra corpo e spirito. Come segni solidificati di pagina 42 un magma incandescente che dalle viscere della terra risale lentamente in superficie, le “creature” di Rizzo si stagliano silenziose e interrogano chi le guarda, lo invitano a condensare e a semplificare il vivere quotidiano, a spogliarsi di tutte le superfetazioni della società contemporanea fino a raggiungere il nocciolo dellʼessenza. La prima mostra personale dellʼartista risalgono al 1981, al Circolo della Stampa di Messina e alla Galleria Underground di Roma. Di lui ha scritto Luciano Caprile: “Vincenzo Rizzo è un artista che ha scelto la via della ricerca appartata ponendo la sua raffinata tecnica al servizio del sublime (è un cultore delle filosofie orientali) attraverso l'escavazione evocativa di un'immagine che si fa reliquia, memoria sulla via dell'evanescenza. Rizzo si può considerare un "classico" che ci conduce a quelle radici culturali ed emozionali da cui prendere il respiro per guardare al domani”. E Lucio Barbera ha sottolineato: “La sua pittura è morbida, precisa al tempo stesso dominata da una voIontà compositiva e dominante la stessa mano. È, il suo, un lavoro che si infittisce negli sfondi con i quali va creando più che gli interni la sensazione di essi”. postermostre centonove FOTOGRAFIA. Ultimi giorni per vedere l’esposizione curata dalle Edizioni Magika “Oltre la siepe” Da non perdere gli scatti di Giulio Conti realizzati tra il 2006 e il 2012. Dalle rievocazioni degli edifici romani al Maxxi di Londra, trenta opere che svelano ciò che è nascosto DI STEFANIA PREVITE MESSINA. Si chiuderà domenica 25 Marzo la mostra fotografica “Oltre la siepe” di Giulio Conti, curata da Alessandro Mancuso e realizzata nello spazio espositivo che la Magika ha messo a disposizione del fotografo. “Oltre la siepe” raccoglie una serie di scatti realizzati tra il 2006 e il 2012, sono le rievocazioni di edifici romani, come il Palazzo della civiltà italiana allʼAuditorium e al MAXXI, della Tate Modern di Londra, del Museo Gugghenheim di Bilbao, di campi marchigiani color lavanda e di oggetti quotidiani che illustrano il suo senso della fotografia e di immaginazione del realtà. Le fotografie selezionate, circa una trentina, vengono esposte senza lʼuso di alcuna didascalia, affinché ogni sguardo possa perdersi e ritrovarsi nei colori, nelle linee e negli spazi, confondendo il reale materico con ciò che di materiale non ha niente: lʼauditorium di Roma si trasfigura nel mare e nei confini che circondano la penisola iberica; le architetture futuristiche diventano dipinti da ammirare, un vecchio telo rosso è in realtà una delicata poesia, un sasso si incastona in cielo come fosse una nuvola. Il mondo oggettivo ricreato, ritagliato, sovrapposto, gli oggetti decontestualizzati e purificati appartengono ad unʼaltra dimensione dove le metropoli si incontrano e le cose acquistano unʼanima, in cui il banale cessa di esistere e viene spiritualizzato. “Come un guru Conti riesce a rivelare quanto nascosto nelle cose e nei fatti, rappresentando nientʼaltro che la vita in un mondo fotografato che racchiude lʼanima del presente, realizzando un mondo poetico e magico.” Giulio Conti non è solo stato un pittore della fotografia ma ha anche lavorato come reporter e, restando fedele al suo linguaggio visivo, “iconizza” attraverso una vetrina infranta la violenza della manifestazione romana degli Indignados. Nulla è usuale e tutto è polisemantico se trasformato e ridisegnato con lʼuso del mouse e dei colori. Nelle proprie composizioni “si odono echi della pulizia formale di Piet Mondrian” che si uniscono alla classica metonimia dellʼavanguardia russa soprattutto di El Lissitsky e M. Fedorovič ed opere che si legano direttamente a fotografi contemporanei della Nuova Scuola di Fotografia siciliana. Dal 1965 ad oggi il lavoro di Giulio Conti si è sempre svolto allʼinsegna della sperimentazione, che si trattasse di reportages o ritrattistica, nei settori più vari della post-produzione: dal collage al fotomontaggio, dagli interventi sul negativo alle esposizioni multiple, facendo di sé un vero e proprio avanguardista di Photoshop e derivati. Una “filosofica curiosità” verso la storia dellʼarte gli ha permesso di tessere un filo conduttore ancora più forte tra pittura e foto. Conti oltrepassa le frontiere proverbiali della fotografia come riproduzione del reale fino ad arrivare ad “una fotografia che non riproduce ma è”. 23 GENNAIO 2009 TAORMINA Miano e i “Delitti di Mafia” Stragi, misteri e affari al Carmine TAORMINA. Sono tutte da scoprire (veri e propri microracconti nel racconto) le opere che compongono “Delitti di Mafia”, la personale di Juan Miano che chiuderà i battenti alla ex Chiesa del Carmine di Taormina il prossimo 31 marzo. Patrocinata dal Comune nellʼambito del progetto “omaggio a Taormina”, la mostra, “in bilico tra neo-impressionismo e surrealismo storico”, come scrive nella presentazione del catalogo Luana Fiorito, dipana il filo rosso della morte, delle stragi, della corruzione. Racconta non solo la mafia più conosciuta ed evidente, ma anche quella che si intreccia con burocrazia, politica e misteri dʼItalia (dallʼomicidio di Placido Rizzotto al sequestro Moro, dalla morte di Roberto Calvi ai poli petrolchimici) , diventando quasi un impalpabile burattinaio. Per narraere, Miano ricorre a tecniche miste, istallazioni, vere e proprie esplosioni di colore su tela con elementi ricorrenti (come il fico dʼIndia), composizioni che non si fermano mai solo al didascalico e che, in molti casi, diventano metafora. Come nel caso de “Il sacco di Palermo”, de “I quattro cavalieri dellʼApocalisse”, “41 bis”, “Professionisti”. Miano, artista militante, non perde la speranza. A chiudere il catalogo, infatti, è una frase di Giovanni Falcone: “La mafia... ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. (D.D.J.) ENNA L’Unità al Museo Alessi “Frammenti siciliani” per i centocinquanta anni ENNA. La mostra “Unità dʼItalia - 150° - frammenti siciliani”, inaugurata il 15 marzo ed aperta fino al 15 giugno prossimo, costituisce la prima delle iniziative di valorizzazione del Museo interdisciplinare regionale Giuseppe Alessi di Enna nella sua sede di Palazzo Varisano, riaperta il 14 luglio dello scorso anno con l'esposizione della collezione del colonnello Di Martino, di una testa femminile di età flavia, di materiali archeologici di Centuripe, di reperti monetari di Agira e di altri oggetti. La nuova esposizione, curata da Filippo Speranza e Giovanni Caraballone, sarà accompagnata da quattro conferenze di approfondimento e dalla pubblicazione di unʼopera che si propone di diventare molto di più di un sem- plice catalogo: oltre alla presentazione della mostra, verranno infatti proposti i testi delle conferenze e la terza parte del progetto di valorizzazione che riguarda il Museo archeologico di Centuripe con la riproduzione di una statua femminile di età imperiale (II-III) secolo d.C. che fa parte del complesso degli Augustali. Lʼopera rifletterà quindi le caratteristiche del nuovo Museo interdisciplinare, diretto da Francesco Santalucia, la cui attività si articola tra Enna e Centuripe per la valorizzazione del patrimonio culturale di un vasto territorio. La mostra sul 150° anniversario dellʼUnità dʼItalia, in particolare, si propone di narrare il processo di unificazione nazionale attraverso i frammenti siciliani del Risorgimento, un insieme di immagini, lettere, documenti ufficiali e segreti, libri, medaglie, manifesti, timbri, ceramiche e gioielli che cercheranno di condurre il visitatore al di fuori della narrazione ufficiale dellʼUnità per una migliore com-prensione delle sue reali dinamiche. Come scrive Fabio Fichera, an- pagina 43 tropologo dellʼUniversità di Messina, “il visitatore potrà rendersi conto degli elementi di modernità dellʼIsola nello scenario preuni-tario e rimossi dalla retorica risorgimentale: dalla Costituzione Siciliana del 1812 allʼordinamento giuridico fino alla florida classe di intellettuali, qui rappresentata attraverso gli opuscoletti di con-trabbando anti borbonici editi allʼestero. Dallʼaltro lato, emerge-ranno, invece, quegli elementi culturali intimamente nascosti dalla storiografia dai siciliani stessi al di fuori dai confini regionali: la corruzione dei pubblici uffici, lʼopportunismo e lʼarretratezza culturale della nobiltà isolana disposta a sacrificare gli interessi della collettività pur di mantenere i privilegi di classe, un diffuso conservatorismo, una scarsa coscienza di classe e le organizzazioni criminali”. Nellʼesposizione viene messo in rilievo anche il fenomeno “garibaldino” nelle sue più profonde contraddizioni e si affrontano an-che le prime forme di protesta contro il nuovo ordine costituito. Carla Sfameni posterweekend 23 MARZO 2012 come... dove... quando... venerdi' 23 marzo PACE DEL MELA Auditorium Comunale ore 21, 'Ben Hur - una storia di ordinaria periferia' di Gianni Clementi, con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Elisabetta De Vito, regia Nicola Pistoia. NIZZA DI SICILIA. Al Naif Risto-Pub alle ore 22 London Sixty - Beatles Tribute Band, Live Music. MUSICA sabato 24 marzo CATANIA. Al Dea Bendata, Boca do rio in brasilian live music, musica brasiliana live. Organizzazione: Boca do Rio. Dalle ore 22 CATANIA. 'La patente' di Luigi Pirandello, per la regia di Marcello Sarta. Teatro Garibaldi, ore 21 CATANIA. 'La Nave delle Spose' di Lucia Sardo ed Il suono della lamiera APPUNTAMENTO INSOLITO quello che lʼAssociazione Musicale “Parthenia” propone alla Galleria dʼarte della Provincia di Messina martedì 27 marzo alle 17. Il concerto vedrà protagonisti i componenti del Laboratorio Aperto Fatti Sonori, guidati da Dario Buccino, alle prese con un repertorio nel quale figurano, tra gli altri, brani destinati a lamiere dʼacciaio (ad esempio il preludio e Fuga “Ero già a me n.° 85”). Lamiere soliste, dunque, ma anche in dialogo con il violoncello o con la voce recitante dello stesso Buccino (ideatore del metodo compositivo “corpocentrico” e “attocentrico” denominato HN). Il pubblico, inoltre, sarà parte attiva dello spettacolo, partecipando allʼesperienza diretta della fisicità che si fa suono (alcune composizioni recano lʼindicazione “per pubblico attivo”). Il concerto verrà ripreso da una troupe del Centro di Cinematografia Sperimentale di Palermo, a cura di Chiara Andrich, per la realizzazione di un documentario sul sistema HN. di Marco Olivieri La scossa che sconvolse Messina IL FILM “SCOSSA” RIEVOCA il sisma che stravolse Messina e Reggio Calabria il 20 dicembre 1908. In quattro episodi – diretti rispettivamente da Carlo Lizzani (“Speranza” con Lucia Sardo), Ugo Gregoretti (“Lungo le rive della morte” con Paolo Briguglia), Citto Maselli (“Sciacalli” con Massimo Ranieri e Amanda Sandrelli) e Nino Russo (“Sembra un secolo” con Gianfranco Quero) – si ricostruiscono i drammatici momenti post terremoto e i soccorsi inadeguati, da collegare allʼeterna emergenza dei baraccati, evidenziata nellʼultimo episodio, girato a Messina. Non potendo contare su imponenti effetti speciali, il film avrebbe dovuto valorizzare le invenzioni della sceneggiatura e la qualità visiva. Tuttavia, rimane unʼoccasione mancata. Bravi gli attori ma il respiro cinematografico è debole, rendendo poco coinvolgente una storia che ancora attende di essere raccontata. In programma nella multisala Iris di Messina. “Scossa” di C. Lizzani, U. Gregoretti, F. Maselli e N. Russo libri NOVARA DI SICILIA. 'Dedicato a Te' di Filippo Ferrara. Teatro Riccardo Casalaina alle ore 21 CATANIA. Alle ore 22.30, presso i Mercati Generali, Calibro 35 live. CATANIA. Impro-vice 1 - jazz contemporaneo al Teatro Coppola. Ore 21 CATANIA. Calibro 35 e Cesare Basile in 'Nero e immobile', novella catanese di cronaca nera. Teatro Coppola ore 17 ACI BONACCORSI. Al teatro comunale Sciascia spettacolo 'Mistero Buffo. Volume 2', con Dario Fo nellʼinterpretazione di Antonio Venturino. Ore 21 generale dellʼAzienda Ospedaliera “PapardoPiemonte” di Messina Armando Caruso. Il centro di cura, sorto nel tratto terminale di viale Europa, prese corpo nel 1910 ovvero due anni dopo il disastroso terremoto del 1908. L'ospedale venne realizzato grazie ai fondi raccolti dai cittadini piemontesi dopo il tragico evento tellurico che sconvolse la vita degli abitanti di Messina, Reggio Calabria e dei paesi limitrofi, causando la morte di decine di migliaia di cittadini. TRECASTAGNI.'Cari e Stinti', commedia di e con Angelo Tosto, Mimmo Mignemi, Riccardo Trovato, regia ancora di Tosto e Mignemi. Teatro Comunale ore 21 CATANIA. 'La Nave delle Spose' di Lucia Sardo ed Elvira Fusto. Teatro Verga. Ore 21 PALERMO. Al Ccp Agricantus 'Sopra un palazzo c'è un cane pazzo' il nuovo spettacolo di Sergio Vespertino. Ore 21 PALERMO. 'I Rusteghi' del drammaturgo e scrittore della Venezia del '700 Carlo Goldoni. Al Teatro Biondo Stabile ore 21 MASSIMO RANIERI IN CONCERTO Massimo Ranieri al Teatro Metropolitan di Catania venerdì 23 marzo, alle ore 21. Tappa del tour Canto perchè non so nuotare...da 500 repliche. GIORGIA, TOUR FA TAPPA AD ACIREALE Al Palasport di Acirealeore 21 Giorgia in concerto. Antonino Fiumara MARIO BIONDI AL METROPOLITAN Mario Biondi in concerto il 24 marzo al Politeama di Palermo alle ore 21 e il 27 marzo al Metropolitan di Catania ore 21.. MESSINA. Concerto al Palacultura dell’enfante prodige Fiumara, poesia al piano Ha cominciato con una pianola giocattolo, oggi fa incetta di premi. Storia di un talento che si prepara alla maturità senza lasciare la musica BOOGIE BOOGIE CON PINO DANIELE Presso il Teatro Metropolitan di Catania giovedì 29 marzo alle 21.30 Pino Daniele in concerto. Il suo album più recente è 'Boogie Boogie Man' contenente l'omonimo singolo inedito e altri 10 suoi precedenti capolavori. MESSINA. Vincitore sempre. Eʼ davvero difficile riuscire a far meglio. Si ritrova in testa alle classifiche di ogni concorso nazionale e internazionale a cui partecipa. Lui è il giovane pianista messinese Antonino Fiumara. Un vero e proprio talento che il 22 marzo, ha emozionato il pubblico del suo ultimo concerto al Palacultura di Messina, tra le note di Bach, Liszt, Chopin e Skrjabin. Tra i suoi ultimi concorsi: “Lia Tortora” di Latina, il “Concorso Pianistico Europeo” di Villafranca Tirrena, il “Concorso danza Omaggio al “Piemonte” MESSINA. Le intense giornate di un ospedale “raccontano” la vita e la quotidianità di un popolo. Anche per questo motivo cʼè grande curiosità attorno ad unʼopera che presto verrà resa pubblica. Verrà presentato mercoledì 28 marzo alle ore 18,00, presso la “Sala GiuseppeSinopoli” del Teatro Vittorio Emanuele, il libro intitolato “L'Ospedale Piemonte“. Si tratta di una monografia, curata dall'architetto Nino Principato, fortemente voluta dal direttore Elvira Fusto. Teatro Verga. Ore 21 PALERMO. Al Ccp Agricantus 'Sopra un palazzo c'è un cane pazzo' il nuovo spettacolo di Sergio Vespertino. Ore 21 PALERMO. 'I Rusteghi' del drammaturgo e scrittore della Venezia del '700 Carlo Goldoni. Al Biondo ore 21 NON PERDERE di Cesare Natoli NUOVEVISIONI centonove musical Silenzio, c’è Zappalà CATANIA. Che la danza abbia una sua particolare logica metaforica, preverbale, pre-narrativa, è un dato che non può sfuggire a nessuno. Che però uno spettacolo di danza possa esser costruito per intero a partire da una meditazione sul tema del silenzio, è una scommessa così grande che necessita di vera maturità artistica e che nella sua ultima coreografia, “Silent as” (prodotta in collaborazione con lo Stabile Etneo e al debutto a Scenario fino a domenica 25 marzo), Internazionale della città di San Gemini”. Diverse le manifestazioni di grande rilievo nazionale a cui ha preso parte, come “La Maratona Listz” a Firenze, il concerto organizzato dalla Fondazione Rossini al Teatro Rossini di Pesaro, con un totale di quattordici coppe e cinque targhe. E già numerosi i suoi concerti tra Messina, Roma e Firenze. Antonino inizia i suoi studi di pianoforte allʼetà di 5 anni e da allora non teme rivali. Tutto comincia quando la sua mamma gli regala per Natale una pianola giocattolo Robertò Zappalà ci pare abbia abbondantemente vinto. Accanto al coreografo, come sempre, il drammaturgo messinese Nello Calabrò, mentre la compagnia dei danzatori appare quasi del tutto rinnovata con la presenza di Gaetano Badalamenti, Jan Brezina, Francesco Colaleo, Maud de la Purification, Liisa Pietikainen, Roberto Provenzano, Fernando Roland Ferrer, Ilenia Romano. Il tema è il silenzio, dunque: ma se la tessitura dello spettacolo è legata al dispiegarsi di motivi che al silenzio riportano e alludono (lutto, attesa, luce, semplicità, leggerezza, ritmo, ascolto, morte), il centro propulsore della danza appare una concezione del silenzio come parola assoluta, primaria in una comunicazione che vuole aprirsi ed essere autentica. Il silenzio, come dice la filosofa Luce Irigaray, è «parola della soglia», la prima parola, la più densa di senso, la precondizione pagina 44 linguistica, relazionale, esistenziale, affinché ascoltandosi reciprocamente gli uomini possano comunicare. Ed è questa ricerca potente, attenta, lacerante, dʼautenticità che si rivela la cifra essenziale della danza di Zappalà nei suoi ultimi sviluppi e molto al di là dei percorsi che di volta in volta propone e percorre (“Re-mapping Sicily, “Sud-virus”, “Odisseo”): dismessa ogni benché minima gratuità retorica, i segni tipici del suo linguaggio coreografico, volta per volta, si ripuliscono, si affinano, si precisano in vibrazioni registrate con puntualità. (P.R.) Il ritorno del bandito Giuliano CATANIA. A distanza di pochi mesi dal successo riscosso questa estate come evento di punta del cartellone siciliano de “Il Circuito del Mito”, ritorna in scena Salvatore Giuliano, il musical tutto italiano concepito da un musicista siciliano, Dino Scuderi, autore delle partiture originali. Dopo la prima tappa della tournèe il 16 marzo al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, il musical sarà dal 20 al 25 Marzo Teatro Alfieri di Torino, il 26 marzo al Teatro Comunale di Cesenatico, il 30 al Teatro Cilea di Reggio Calabria e il 31al Teatro Metropolitan di Catania. Prodotto da Rosario Coppolino e Antonella Piccolo per Molise Spettacoli, in collaborazione con Mediterrarea, Salvatore Giuliano è affidato alla regia di Giampiero Cicciò e a due protagonisti di primʼordine. A vestire i panni di Salvatore Giuliano sarà Giampiero Ingrassia, mentre la dolce e protettiva Mariannina, sorella di “Turiddu”, avrà il volto di Barbara Cola. posterweekend centonove domenica 25 marzo ACI BONACCORSI. Al teatro comunale 'Leonardo Sciascia' di Aci Bonaccorsi avrà luogo lo spettacolo 'Mistero Buffo. Volume 2', con Dario Fo nellʼinterpretazione di Antonio Venturino. Ore 21 TRECASTAGNI.'Cari e Stinti', commedia di lunedi' 26 marzo inesauribile verve, di e con Angelo Tosto, Mimmo Mignemi, Riccardo Trovato, regia ancora di Tosto e Mignemi. Teatro Comunale ore 18 CATANIA. Alle ore 21, presso il Teatro Coppola (Via del Vecchio Bastione, 9 Ct) musica con i Brigantini. CATANIA. 'La Nave delle Spose' di Lucia Sardo ed Elvira Fusto. Teatro Verga. Ore 21 PALERMO. Al Ccp Agricantus 'Sopra un palazzo c'è un cane pazzo' il nuovo spettacolo di Sergio Vespertino. Ore 21 e gli suona “Tu scendi dalle stelle”. Da quel giorno il piano diventa il suo strumento, dal quale non si staccherà mai più e “Tu scendi dalle stelle” diviene il suo esordio al concerto dellʼasilo allʼistituto “Leone XIII” di Messina, in cui si aggiudica il primo tra i suoi primi premi. Da allora non si è più fermato. La sua formazione, conseguita sempre con il massimo dei voti, dopo i primi cinque anni prosegue con i successivi tre, conclusisi a Roma al “Santa Cecilia”, sotto la guida dellʼinsegnante Teresa Garunchio. Si diploma, infine, nella classe di questʼultima al Conservatorio “L.Cherubini” di Firenze, con lode lʼanno scorso. Istituto in cui proseguirà lʼanno venturo per concludere il suo ultimo bienno. Questʼanno Antonino, che frequenta il 5° anno del liceo scientifico allʼistituto S. Ignazio di Messina, ha sospeso i suoi studi di musica per dedicarsi interamente a quelli scolastici per il conseguimento della maturità. Il suo profitto è impeccabile, il massimo dei voti anche lì. Il giovane musicista si è dedicato con amore, devozione e impegno, con risultati singolari alla sua più grande passione: la musica, continuando però ad impegnarsi molto anche a scuola. «Ha da sempre diviso la sua vita tra la sua città e quelle in cui si è musicalmente formato. Fino al venerdì andava a scuola – racconta il papà Pietro – poi di sera partiva per tornare la domenica. Negli ultimi cinque anni, Antonino, ha viaggiato quasi tutti i weekend e fino a qualche anno fa ero io ad accompagnarlo sempre. Mia moglie insegnando, il sabato lavora e per questo non riusciva mai a venire con noi. Abbiamo fatto tutti molti sacrifici per portare avanti tutto questo ma ne è valsa la pena. Le soddisfazioni sono state tante, siamo felici e veramente orgogliosi di Antonino». Roberta Longo CATANIA. 'La Nave delle Spose' di Lucia Sardo ed Elvira Fusto. Teatro Verga. Ore 21 SIRACUSA. Presso la Galleria Roma in Piazza San Giuseppe INCONTRI IL DIO DEI LEGHISTI SECONDO CAVADI Sabato 24 marzo alle ore 17 nellʼAula Magna di Palazzo Steri a Palermo, Augusto Cavadi discuterà del suo libro “Il Dio dei leghisti” edizioni San Paolo, Milano 2012. Partecipano Giuseppe Leoni, senatore della Lega Nord e don Cosimo Scordato, docente presso la facoltà teologica di Sicilia. Introdurrà e modererà il dibattito, il docente Andrea Cozzo. COMUNICAZIONE ECOLOGICA Il Cesv, Centro servizi volontariato, organizza venerdì 23 marzo dalle ore 9.30, nella sede di via La Farina n.7 (Messina) il seminario “La comunicazione ecologica nei gruppi di lavoro” con Jerome Liss, professore ordinario allʼIstituto di psicologia clinica dellʼUniversità di La Lolla (Svizzera). rassegne Romeo apre i “Teatri Corsari” a Roccalumera ROCCALUMERA. Ha preso il via il 16 marzo a Roccalumera con lo spettacolo Post Mortem di e con Nino Romeo e con la regia di Pippo Di Marca (nella foto), la Rassegna nazionale di drammaturgia contemporanea Teatri Corsari che si svolge allʼAntica Filanda, sede del CTS (Centro Teatrale Siciliano). La Rassegna proseguirà il 30 marzo con Essere e non essere, scritto e diretto da Pippo Di Marca quale omaggio a Carmelo Bene nel decennale della morte. Il 13 aprile Nino Romeo, pure protagonista assieme a Graziana Maniscalco, metterà in scena Entro i limiti della media europea, un oratorio in nero per le morti bianche. Il 27 aprile Marinella Manicardi, attrice di grande sensibilità, da sempre impegnata sui temi che riguardano la sfera femminile, presenterà uno spettacolo divertente e ironico scritto e diretto da lei titolato Corpi impuri. Chiude la Rassegna lʼ11 maggio uno spettacolo tenero e divertente, di area palermitana, intitolato Volevo dirti scritto da Sabrina Petix e interpretato oltre che da lei stessa anche da Serena Barone, Ester Cucinotti, Caterina Marcianò per la regia di Giuseppe Cutino. Gi.Gi. martedi' 27 marzo Donne e Fiori nellʼarte. Esposizione di artisti contemporanei nel '900. Nell'ambito della manifestazione Luci a Siracusa. CATANIA. 'La Nave delle Spose' di Lucia Sardo ed Elvira Fusto. Teatro Verga. Ore 21 PALERMO. Sala Wenders - ai cantieri Zisa - sarà proiettato 'Wholetrain', nell'ambito del cineclub 'La deutsche vita' con la nuova rassegna dal titolo 'I ragazzi ci guardano'. Per informazioni Tel. 091 6528680 23 MARZO 2012 mercoledi' 28 marzo CATANIA. 'La Nave delle Spose' di Lucia Sardo ed Elvira Fusto. Teatro Verga. Ore 21 PALERMO. Marianna Pizzolato sulle note di Georg Handel, Rossini e Battista TEATRO Pergolesi, insieme all'ensemble di strumenti antichi 'Alessandro Scarlattiì diretto al cembalo da Ignazio Maria Schifani. Teatro Politeama Garibaldi. Ore 21 giovedi' 29 marzo CATANIA. 'La Nave delle Spose' di Lucia Sardo ed Elvira Fusto. Teatro Verga. Ore 21 PALERMO. Al Goethe Institute Cantieri Culturali della Zisa Supersax Contest 1, nell'ambito di 'Il suono dei soli', 100 John Cage Festival internazionale di musica contemporane a edizione speciale. Ore 21 DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Bentornato Vinitaly Nicola Calì Malaparte secondo Calì La pelle del serpente alla Laudamo fino al 25 marzo DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Va in scena alla Sala Laudamo sino a domenica pomeriggio 25 marzo La pelle del serpente scritto e diretto da Nicola Calì che lo interpreta pure assieme a Giovanni Boncoddo, Simonetta Pisano, Gianni Di Giacomo e Alessandro Santoro. Le scene sono di David Crea, i costumi di Santino Macchia, le musiche originali di Pippo Mafali, aiuto regia Daniele Cesareo per una produzione Iudor. «Curzio Malaparte – scrive Calì – alla fine della sua vita è malato. Ma qual è la malattia? E qual è la cura? Mi sembra appropriato partire dalle domande. Questʼuomo, Malaparte, a me sembra proprio una domanda. Una domanda continua, incessante. E meno essa è esplicita e più mi sembra evidente. Anche la sua forza poetica e letteraria sembra essere tutta animata da segrete domande. Cʼè qualcosa – continua Calì - di ineffabile dietro il suo stile sontuoso, tagliente e spietato. Cʼè una molla potente che fa scattare la sua espressività, la voglia di raccontare, lʼindagine misteriosa sul bello, la forza di guardare in faccia una verità non proprio comoda. Cʼè una domanda. Da fare alla Vita stessa. Ed è la Morte. Eʼ questa domanda – conclude Calì - formulata con le parole di un grande scrittore come Curzio Malaparte che mi spinge e mi guida. Da essa nasce La pelle del serpente ». Così scrive Curzio Malaparte nel suo romanzo La pelle: «Simile a un osso antico, scarnito e levigato dalla pioggia e dal vento, stava il Vesuvio solitario e nudo nellʼimmenso cielo senza nubi, a poco a poco illuminandosi di un rosso lume segreto, come se lʼintimo fuoco del suo grembo trasparisse fuor della sua dura crosta di lava, pallida e lucente come avorio: finché la luna ruppe lʼorlo del cratere come guscio dʼuovo, e si levò estatica, meravigliosamente remota, nellʼazzurro abisso della sera. Salivano dallʼestremo orizzonte, quasi portate dal vento, le prime ombre della notte. E fosse per la magica trasparenza lunare, o per la fredda crudeltà di quellʼastratto, spettrale paesaggio, una delicata e labile tristezza era nellʼora, quasi il sospetto dʼuna morte felice». pagina 45 SI APRE SOTTO I MIGLIORI auspici la 46° edizione del Vinitaly che aprirà i battenti questo sabato. Sono stati da poco pubblicati infatti gli ultimi dati Istat riguardanti le nostre esportazioni allʼestero e il comparto del vino dopo un buon 2010 nel 2011 è davvero esploso. Infatti a superato i 4,4 miliardi di euro il valore dellʼexport enologico italiano nel 2011 per un incremento superiore al 12% in valore rispetto al 2010. Con queste premesse anche i produttori siciliani affronteranno questa importante manifestazione, la più importante al mondo questʼanno con più serenità rispetto agli anni passati. Altra novità il Vivit è il salone che quest'anno Vinitaly dedica, per la prima volta, ai vini naturali prodotti da agricoltura biologica e biodinamica. I vini prodotti da agricoltura biologica e biodinamica stanno incontrando sempre più l'interesse dei consumatori. Tra i produttori siciliani presenti a Vivit la cantina di Alberto ed Elena Aiello Graci e quella di Arianna Occhipinti. Come al solito sarà il padiglione 2 proprio vicino allʼingresso principale ad ospitare la Sicilia una nutrita pattuglia di circa 200 produttori siciliani che rappresenteranno il meglio del comparto vitivinicolo. Tra le manifestazioni da non perdere la degustazione di sabato a Palazzo della Ragione in partnership con Wine Spectator che riunisce le migliori 100 cantine italiane scelte dalla famosa rivista americana e Taste Italy, lʼiniziativa dedicata agli operatori esteri, che ora ha un partner dʼeccezione, a scegliere 100 tra i migliori vini nazionali da questʼanno è Daniele Cernilli, alias Doctor Wine, direttore dellʼomonima rivista. SICILIA DA ASSAGGIARE! Tagano di Aragona PIATTO TIPICO del periodo pasquale. Anticamente veniva cotto dentro ù tìano (in siciliano) tegame d'argilla che veniva rotto per sformare la pasta. Veniva preparato il venerdì santo per essere consumato il lunedì di pasquetta. Ingredienti: 800 g di rigatoni, 8 uova, 300 g carne tritata, 200 g estratto di pomodoro, una cipolla, 200 g piselli, 100 g di tuma, 100 g pecorino grattugiato,100 g pangrattato, olio, sale, pepe. Con l'estratto, la cipolla e il tritato, preparare un sugo di ragù, che si lascerà insaporire per un'ora. Cucinare i piselli in tegame con un poʼ di cipolla tritata e olio. Lessare i rigatoni in abbondante acqua salata, scolarli al dente e condirli con il sugo di ragù e la carne. Sistemarli, quindi, in un tegame di coccio, unto di olio e spolverato di pangrattato, alternando alla pasta fette sottili di tuma, pisellini e parte delle uova sbattute con il pecorino grattugiato. Chiudere con la tuma a fette, versare sui rigatoni le uova sbattute e una manciata di pangrattato e passare a forno caldo per circa venti minuti. Sullo sformato si formerà una spessa crosta bruno dorata. Disio Hostaria Via dei Monti, 98049 - Serro ~Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075 www.disiohostaria.com - [email protected]. posterlettere&... 23 MARZO 2012 MESSINA DRASTICA di Fabio Amato HERITAGE Mafia e politica, ma quale concorso esterno Rotatorie, che spasso DI FRANCESCO PALAZZO MESSINA. C'è una canzone di De Gregori che dice: "Ma dove vanno i marinai?" ... Pensavo, l'altro giorno mentre ero in macchina in Via Garibaldi: "Ma dove vanno i Messinesi? " La via Garibaldi alle 9 ed alle 16 sembra un unico casello dell'auto sole il 14 di agosto. L'esodo dei Messinesi! Ma dove cazzo vanno? Arrivano alle 19 a piazza Cairoli e ritornano indietro. Io faccio l'assicuratore e quindi spesso sono in giro per andare dai clienti. Ma a Messina fanno tutti gli assicuratori? Speriamo di no, altrimenti io e quei pochi amici-colleghi non faremmo più un polizza. Se ci fate caso poi, percorrendo la Via Garibaldi si arriva alle famose rotatorie, fatte in tutta le città del mondo per snellire il traffico, ma a Messina le rotatorie hanno, per il traffico, lo stesso effetto, che ha la pasta 'ncaciata, gli arancini, i pitoni, e la beneamata focaccia per il nostro giro-vita, non snellisce per niente. Nelle rotatorie della nostra città succede di tutto. Innanzitutto ancora non hanno capito che chi è dentro la rotatoria ha la precedenza e non chi viene da destra, mica siamo in Gran Bretagna! Nelle rotatorie messinesi c'è gente che si ferma in seconda fila, perchè è facile parcheggiare e c'è anche spazio per la terza fila. Alcuni si fermano e vanno a fare la spesa, oppure vanno a prendere il caffè, altri organizzano una partita di calcetto. Ho visto persone che arrostivano braciole e salsicce, altri che vendevano frutta e verdura, gente che dorme, altri che guardano la televisione, ci sono pure ragazzi che con la macchina ferma e lo stereo acceso ballano, ed alcuni più audaci stanno organizzando serate danzanti. E' una città dentro la città. Le rotatorie sono le nostre isole felici, i nostri punti di incontro e di smistamento. Nelle giornate di pioggia, siccome la pendenza fa ristagnare l'acqua le mamme portano i bambini ai corsi di nuoto, mentre loro vanno a fare acqua-gym . E i papà? fanno scuola di vela. Abbiamo valorizzato le rotatorie. Inoltre, nelle rotatorie suonano tutti Infatti si sta pensando di organizzare dei concerti gratuiti per la cittadinanza. Adesso ho capito perchè i messinesi sono tutti in macchina, per andare nelle rotatorie. Lì il divertimento è assicurato. Ed è per questo che noi assicuratori stiamo studiando una polizza ad hoc contro i rischi nelle rotatorie 24hs/24hs, all - inclusive, e senza franchigia. Bumm. Se cercate qualcuno andate nelle rotatorie! Il momento più bello è comunque durante i periodi di festa. In questi momenti succede di tutto, perche tutti vanno nelle rotatorie, ed allora non si circola più . Evviva e viva le rotatorie, che ci fanno tornare bambini, facendoci giocare a girotondo. ECOLOGIA E AMBIENTE DIBATTITI centonove NON CI CREDE PIUʼ NESSUNO al concorso esterno in associazione mafiosa? Ci credono senza dubbio, dall'unità d'Italia ad oggi, le associazioni mafiose. E questo dovrebbe bastare per crederci anche noi. Lo abbiamo ripetuto sino alla noia. Senza un gradimento esterno, che può andare dalla semplice collusione alla vera e propria correità, di personaggi che gravitano nella cosiddetta area grigia, le mafie avrebbero avuto breve vita. Le mafie, Cosa nostra in particolare, prima ha servito la politica, poi se ne è servita. La politica, prima ha avuto in mano la barra del timone, poi si è fatta sopraffare dalle cosche. Dal dopo stragi, cioè dal biennio 1992-93, il rapporto mafia-ambienti esterni si è fatto più magmatico, meno diretto. E, per tale motivo, ancora più pericoloso. Seguire i soldi e gli interessi e molto più complicato che andare dietro alle tracce di sangue. Quest'ultimo ventennio, contraddistinto dalla cattura di latitanti eccellenti e anche da condanne altrettanto importanti di pezzi della classe dirigente dell'isola proprio per concorso esterno, che ormai hanno il bollo dell'ultimo grado di giudizio (a proposito del fatto che non ci crede più nessuno), doveva rispondere alla necessità di tranciare i rapporti tra la galassia mafiosa, da un lato, la politica e l'economia, dall'altro. Ci ha tentato la magistratura, alla quale però, come vediamo, basta un risultato avverso in un processo, peraltro non ancora conclusosi, per essere messa alla berlina. Non ci ha provato per niente la politica. Che sta sempre sulla soglia dei tribunali per commentare condanne o assoluzioni. Non mancando mai, non so se ci avete fatto caso, non appena un pezzo grosso viene indagato o rinviato a giudizio, di fargli arrivare la propria solidarietà. Come se la magistratura fosse un ordine eversivo che ogni tanto si mette a perseguitare ingiustamente qualcuno. Il risultato di tutto questo è davanti ai nostri occhi. Da un secolo e mezzo, la lotta alla mafia segue più gli umori, l'emotività, la convenienza politica e non i ragionamenti coerenti basati sui fatti. Certo, ogni tanto, qualche ora prima di tutte le scadenze elettorali, il solito buontempone si esce fuori il codice etico. Che non serve a nulla, se non a perdere tempo e, in qualche caso, pure la faccia. Visti i figuri che si continuano a mettere nelle liste, in barba a qualsiasi eticità. Sia chiaro, anche la magistratura non è che scherza in quanto a scontri tra fazioni. Al momento, pare, le correnti sono due. C'è chi preferisce soltanto addebitare singoli reati ai colletti bianchi, ritenendo in tal modo, pur facendo meno rumore, di ottenere il massimo risultato finale. C'è chi invece, davanti a quadri probatori abbastanza rilevanti, pensa che sia corretto ricorrere al concorso esterno in associazione mafiosa. E ci sono state condanne e assoluzioni sia in un caso che nell'altro. Mica i processi devono concludersi tutti allo stesso modo. Invece, a seconda che si condanni o si assolva si alza il solito polverone, In un senso o in un altro. Si fanno due passi in avanti, ma solo apparenti, se le procure vincono, e poi, siccome c'è una sentenza contro, se ne percorrono quattro indietro. Sino al prossimo responso sfavorevole all'imputato. E allora si farà un'altra virata. A chi faccia bene questo tipo di andatura sinusoidale nella lotta alle cosche è semplice capirlo. Certamente non ci guadagna la democrazia, sicuramente ci guadagnano le mafie. Da tanto tempo, da più parti, si chiede al legislatore di tipizzare meglio questo tipo di reato. Ma non è mai il momento giusto. Una volta perché c'è la maggioranza di centrodestra larga e si teme uno stravolgimento della fattispecie di reato. Un'altra volta perché c'è sì un governo di centrosinistra, ma siccome i numeri sono scarsi, allora si teme di non farcela. Ora c'è il governo tecnico. Ma il ritornello è lo stesso. Meglio non toccare niente. Insomma, il parlamento non si vuole occupare di un reato che coinvolge spesso la politica. Non l'ha fatto ieri, non lo fa oggi, probabilmente non lo farà nemmeno domani. Lo scioglimento del nodo mafia-politica, così facendo, rimarrà tutto sulle spalle della magistratura e sulla mutevolezza di giudizio delle singole corti giudicanti. Il potere mafioso, non mancherà di apprezzare. Cultura, crescita, occupazione DI SERGIO BERTOLAMI MESSINA. «I governi, nessuno escluso e opposizioni incluse, hanno sempre considerato la cultura come optional polveroso, obsoleto e noioso, gestito da intellettuali queruli, vittimisti e fumosi, dotati di scarso senso della realtà, ma afflitti da inspiegabili complessi di superiorità… Credo sia giunto il momento di mettersi a pensare cosa e come fare concretamente, di tentare una road map». Ernesto Ferrero interviene nel dibattito sviluppatosi intorno al Manifesto per una costituente della cultura lanciato dal Sole24Ore. Scopo dellʼiniziativa è portare sul piano economico quanto ancora legato ad una mera concezione educativa e pedagogica. Oggi il termine "cultura" implica istruzione, conoscenza, ricerca scientifica, arte, tutela, occupazione. Pertanto: niente cultura, niente sviluppo. Heritage sempre ha evidenziato questa condivisibile linea, sostenendo che il comune sentire dovesse allargare i propri confini, contro gli analfabeti di ritorno che concorrono a dissipare il tesoro comune. La Commissione europea parla chiaramente di “industrie culturali e creative”. Possono fare riferimento ad una molteplicità di risorse, in gran parte inutilizzate, quale potenziale di crescita e di occupazione. La ricchezza e la varietà delle culture presenti in Sicilia ci rendono partner privilegiati di progetti europei di vasto raggio dʼazione. Ciò nonostante, necessita individuare come investire questo ereditario valore aggiunto. Il centro della questione è lo sviluppo delle competenze nella valorizzazione del territorio e nellʼutilizzo della rete informatica. Rendendoci partecipi della nuova visione digitale, è possibile superare gli oggettivi vincoli geografici. Lʼacquisizione di nuove capacità stimolerebbe la domanda dei mercati, desiderosi di contenuti appropriati e di prodotti differenziati e qualificati. Il dialogo interculturale migliorerebbe. Ne risulterebbe una società fondata sulla conoscenza, capace di comunicare valori sinceri. [email protected] di Anna Giordano Stretto, comandanti coraggiosi CONOSCENDO LA SERIETAʼ professionale del Comandante Samiani, che sovrintende il sistema VTS dello Stretto di Messina, immagino il suo immenso sconcerto nel sentire il silenzio come unica risposta alle chiamate fatte ripetutamente alla nave che se ne andava a zonzo, dritta sugli scogli, nella notte di sabato. Lui e il suo personale, che sotto la sua guida opera 24 ore su 24 perché la sicurezza sia rispettata, trovarsi di fronte a rotte sbagliate e foriere di disastri e un silenzio assordante, deve essere stato un incubo. Il Comandante Samiani ha operato perfettamente, e come lui, anche il Comandante Musolino della Capitaneria di Porto, efficienza che incrementa il mio rispetto e la mia stima nei confronti anche degli enti che rappresentano e dirigono. Per fortuna lʼimpatto è stato senza conseguenze, nave vuota, non una petroliera, e senza vit- time né sversamenti nel delicatissimo mare di questo luogo magico. Saranno le indagini della Magistratura e della Capitaneria di Porto ad accertare le cause, nel frattempo si tira tutti, un sospiro di sollievo, non senza dover chiedere che a questo punto si intensifichino i controlli sulle navi, anche solo un etilometro da farsi a bordo, come si fa sulle strade, dei comandanti o chi per loro sia in quel momento al comando della nave. Mezzi e uomini sono sempre pochi, e fanno ciò che possono, e di questo gliene saremo sempre grati: lavoro difficile in un contesto difficilissimo e un crescendo di illegalità che si diffonde a macchia dʼolio ovunque, anche sul mare. Ricordo tanti anni fa un incidente con una piccola petroliera, parliamo della metà degli anni 80, e centinaia di Gabbianelli (un gabbiano che da noi migra e a volte sverna, con abitudini pelagiche), incatramati come non mai e pagina 46 trovammo anche dei Gabbiani comuni morti, color della pece. Osservo lo Stretto di Messina con i suoi colori magici, le berte maggiori e minori che sfiorano con le ali la superficie del mare, il salto dei Tursiopi e delle Stenelle e ricordo il branco di Globicefali e poi tre Grampi anni fa, mentre contavamo le rondini e le cicogne, e poi ancora fanelli e tanti altri uccelli che migravano sopra le nostre teste. Unʼapparizione rara i Grampi, cetacei schivi e difficilissimi da vedere. Un mondo di esseri viventi che popolano le nostre acque, accompagnati in primavera ed autunno dal volo degli uccelli che a volte, in queste stesse acque, periscono, incapaci di proseguire oltre o sbattuti dal vento impetuoso. Immagino quante altre volte il comandante Samiani e il comandante Musolino abbiano evitato tragedie, tra controlli ferrati e richiami al rispetto delle norme, tra verbali redatti e indagini. Non fermatevi mai e sappiate che la gente che ama questo mare, vi ringrazia di cuore, anche a nome degli animali che non possono farlo. poster...commenti centonove ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda ELIODORO Alfano, i gay e le manette di Tanzi A COME ALFANO. Alfano dice che se andrà al potere la sinistra ci saranno le nozze gay e le coppie di fatto avranno pari diritti. Mi ricorda Fanfani e il referendum sul divorzio... attente donne, i vostri mariti vi lasceranno... Angelino ma tu pensi che i timori degli italiani siano: oddio, le nozze gay...? I timori degli italiani sono: come faccio a pagare il mutuo oppure dove lo trovo un altro lavoro a 50 anni. A come angeli. Circonvenzione di incapace è l'accusa contestata a don Vito Caradonna, 37 anni, parroco della borgata di San Leonardo, a Marsala. Chiese il denaro dicendogli che gli serviva per la chiesa e perché "doveva darlo agli angeli". Ma gli angeli hanno smentito dicendo di non aver mai ricevuto la loro parte della mazzetta. B come Bersani. Bersani dice ad Alfano: "Se siamo in campagna elettorale ditelo." E lo chiede proprio ad Alfano? Non può accorgersene da solo? B come Bossi. Bossi torna al vecchio cavallo di battaglia della Padania: "Si farà a tutti i costi - dice - Noi non rinunceremo mai alla nostra libertà: siamo stanchi del vecchio centralismo romano. Se non ci liberiamo siamo destinati a finire male". "Non c'è esercito che tenga contro il popolo", conclude mentre dagli spalti del Palazzetto dello sport di Collegno i militanti urlano: "Umberto ti vogliamo bene, sei il più grande". Ma vi rendete conto? Quello con quattro gatti spelacchiati e avidi, con le pancia strabordanti dalla cintura e le corna di bue sulla testa, parla ancora di secessione della fantomatica Padania. C come Cammarata. "Vorrei precisare a beneficio dei cittadini che dovranno scegliere il prossimo sindaco di Palermo che ci sarà certamente discontinuità tra la mia amministrazione e quella che verrà". Lo afferma l'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata. Finalmente, se corrisponde a verità, una buona notizia per i palermitani. C come coltello. Successo a Treviso. Da due mesi non la vuole dare alla moglie. Lei sospetta che lui abbia una altra e lo insegue con un coltello. Non sappiamo se per ucciderlo e per tagliargli la minchia. Per la serie: O la dai a me o non la dai a nessuna. Agghiacciante per noi maschietti. C come corruzione. Il presidente del consiglio regionale lombardo, il leghista Davide Boni, è indagato dalla Procura di Milano per corruzione. Ecco, qua al sud non c'è rimasto nemmeno il primato dei consiglieri regionali indagati. La Lombardia ha sorpassato la Sicilia. F come FIAT. La Fiat sta sparendo come quote di mercato in Europa. Fiat amen. G come gasolio. A Palermo, scoperto distributore benzina abusivo. Vendeva gasolio a prezzo da record: 1,10 euro al litro. Scovato da finanzieri in borghese che si sono finti clienti. Ad averlo saputo prima... L come Lapo. Lapo in panne con la sua Ferrari mimetica (Ferrari mimetica????) in autostrada perché ha finito la benzina. Impagabile. M come Mentana Mentana dice che i suoi colleghi non criticano mai la Fiat perché in cambio del loro silenzio la ditta gli da gratis le macchine in uso. Bravo Mentana a svelare gli altarini della stampa italiana. Ma magari avremmo preferito che lo facesse un giornalista che poteva avere in uso le macchine dalla Fiat e ha rifiutato. Mentana, cari amici, non ha la patente di guida. E non perchè gliela abbiano ritirato. Per scelta. M come ministri. Monti, ma sei sicuro che non c'era di meglio in giro, magari con la lingua meno lunga? D'accordo paragonati a quelli di prima fanno la loro figura, ma in assoluto... M come miracoli. Rita, una maga cartomante di Capodrise in provincia di Caserta dei poteri soprannaturali deve averne davvero. E' riuscita a tenere in vita, almeno per quanto riguarda l'INPS, il marito morto nel 1978 e il convivente morto quattro anni fa e ne ha riscosso le pensioni. P come processo Mills. Arrivata la prescrizione come si immaginava. Silviuccio loro ha vinto, la giustizia italiana ha perso. Che tristezza! I soldi comprano proprio tutto se ti puoi pagare gli azzeccagarbugli specializzati nel far perdere tempo e poi di tuo ci metti le leggine fatte su misura. R come rapine. Rapinava le farmacie con la sua mamma. Arrestati dopo l'ennesimo colpo. Il figlio cocainomane minacciava il titolare con un taglierino e fuggiva con l'incasso. La donna, fingendosi cliente, simulava un malore per non far scattare subito l'allarme. Esempio di impresa a conduzione familiare. T come Tanzi. Naturalmente non provo nessuna simpatia per Callisto Tanzi dopo quello che ha fatto. Ma chi è stato il genio che gli ha messo le manette quando lo hanno portato nell'aula del tribunale col sondino naso-gastrico, sorretto dai carabinieri perché non ce la fa a camminare? ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano L’inutile vivisezione MESSINA. Mentre la Lega Anti-Vivisezione invade le piazze italiane per raccogliere firme contro la sperimentazione animale, si accende la polemica tra le associazioni animaliste e quei medici veterinari che ancora difendono i test sugli animali e protestano contro i tentativi di formulare e proporre al Senato un emendamento più restrittivo in merito agli esperimenti condotti su esseri viventi. In Italia, per legge e volontà scientifica, è stato già preso atto della validità di metodi alternativi, non fondati sullʼimpiego di animali, ma cʼè chi si ostina a difendere lʼirrinunciabilità della vivisezione. Su quali basi? Pare che tale forma di sperimentazione sia attuata con tutte le garanzie previste e stabilite dalle leggi moderne e che non si possa farne a meno nel campo della medicina: se si vuole che per gli ammalati 23 MARZO 2012 si arrivi a terapie sempre migliori, il coinvolgimento e sacrificio degli animali diviene quasi una necessità. Questo ritratto non ha tuttavia convinto gli amanti degli animali. La LAV, ben poco persuasa, ha confermato e continua a confermare le proprie posizioni, ribadendo gli errori ed i ritardi causati nella scienza dallʼutilizzo degli animali. Esiste una “buona” sperimentazione? Vengono prese tutte le accortezze possibili per garantire il benessere delle cavie nei laboratori? Ogni anno muoiono nel mondo centinaia di migliaia di esemplari e la buona parte dei farmaci non supera le prove cliniche, con conseguente spreco di risorse umane e fondi investiti nella produzione di dati inutilizzabili. Ha argomenti più validi chi parla di evoluzione della ricerca o chi parla di inutile degradazione degli esseri viventi ad oggetti e merci deperibili? pagina 47 Il mutevole senso della legalità CATANIA. Un consigliere indagato per presunti collegamenti con la mafia catanese non è degno di tornare a sedere al suo posto a palazzo Minoriti, sede della Provincia di Catania, nonostante gli siano stati revocati da tempi gli arresti domiciliari. Lo afferma il presidente Giuseppe Castiglione, novello paladino della legalità, che si affida non alle legge ma a criteri personali di opportunità. "La politica deve avere la capacità di compiere scelte ed assumere posizioni che le consentano di essere, ma anche di apparire, onesta. Così la politica potrà riavviare quel percorso di riconquista della fiducia e della credibilità da parte dei cittadini". Parole da Vangelo, verrebbe da dire, ma, fanno notare due consiglieri, Marletta e Tomarchio dell'estrema sinistra, come il termine di legalità per Castiglione sia alquanto "ad personam". La stessa severità e la censura politica, ad esempio, non vale per il suo assessore Mimmo Rotella, non semplicemente indagato, ma bensì già condannato in primo grado a due anni e sei mesi per il famoso "buco" nel bilancio del Comune di Catania dove era, in una delle sue tante peregrinazioni, tra enti e partiti, diversi, assessore, manco a dirlo. 150 PAROLE DA PALERMO Annunciazione metropolitana VIVO IN UN QUARTIERE di Palermo dove la dispersione scolastica è alta, il tasso di disoccupazione elevato, il possesso di tre stanzette, per tante famiglie, un vero miraggio. Anche in una zona così disastrata è comunque possibile scorgere segni di speranza. Una speranza colorata: Centro Arcobaleno, così si chiama il luogo dove Anna, missionaria laica, con lʼaiuto di altre signore, accoglie i ragazzi di strada, li fa giocare a calcetto, li aiuta a fare i compiti. Questo, di giorno. Di sera si occupa dei barboni: offre coperte e un pasto caldo. A volte li accoglie nel centro. A qualcuno, riesce persino a trovare unʼoccupazione. Come a un ragazzo siriano, che ora lavora in un panificio. Questo ragazzo ogni tanto torna a trovarla: la chiama “mamma Anna”. Perché i figli non sono generati solo da utero e sperma, ma nascono nel nostro cuore. Grazie Anna, vergine e madre. Donna davvero speciale. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Italia, in ricchezza e povertà MESSINA. Leggo da un comunicato stampa che alcune associazioni hanno promosso le celebrazioni per il 151 anniversario della resistenza da parte dei soldati borbonici assediati dalle truppe piemontesi nella Real Cittadella di Messina. Naturalmente ognuno è libero di ricordare gli eventi nei quali sente di riconoscersi maggiormente. L'unità d'Italia non è un dogma. Si può e si deve ridiscutere ogni giudizio storico anche il più consolidato. Io, per esempio, ho più volte ricordato su questo giornale l'importanza dell'unificazione italiana e alcune figure di patrioti italiani meno noti al grande pubblico come il sacerdote Giovanni Krymi morto nel 1854 nel Bagno di Santa Teresa a causa delle pesanti condizioni di detenzione. Il punto non è questo. Si tratta di capire piuttosto se la nascita dello Stato italiano si è rivelato complessivamente un vantaggio per le popolazioni residenti nei diversi Stati preunitari oppure no. Nel testo di Giovanni Vecchi, “In ricchezza e povertà. Il benessere degli italiani dall'Unità a oggi”, Il Mulino, di cui consiglio la lettura, si possono ricavare dati difficilmente discutibili. Negli ultimi 150 anni le condizioni di vita degli italiani sono cambiate radicalmente e notevolmente in meglio: istruzione, salute, nutrizione, statura, reddito, disuguaglianza, povertà. Nonostante (dagli anni 80 in poi) l'Italia stia facendo passi indietro, non è il caso di rimpiangere i sovrani borbonici del sud (come la Padania del nord). [email protected]