Centonove numero 11-2012

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Centonove numero 11-2012
ANNO XIX N. 11
23 MARZO 2012
EURO 1,50
Corona torna all’Ars:
«Mi ha aiutato la fede»
Docenti contro il rettore
«Presto le elezioni»
PAG.
8
Parla il coordinatore del Pdl dopo
la revoca dei domiciliari PAG. 9
Franco Tomasello
centonove
Il tribunale di Palermo:
«No al doppio incarico»
Roberto Corona
Giuseppe Buzzanca
Il “deputato” Buzzanca
decade ancora
A Messina cresce la protesta contro
l’autoproroga di Tomasello PAG. 19
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Il governatore
Raffaele Lombardo
in una elaborazione
fotografica
L’Abbuffata
REGIONE SICILIA
LOMBARDO AVVIA IN POMPA MAGNA LA CAMPAGNA ELETTORALE. ECCO COSA SI PREPARA
DALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE AI FONDI UE. IN NOME DELL’EMERGENZA
23 MARZO 2012
il punto
centonove
EDIT
Da Atene
a Palermo
ATENE? ABITA a Palermo. I
tagli linerari operati dal
governo Lombardo al bilancio,
confermano la voragine del
debito: 5 miliardi e passa, più
un prestito da 500 milioni di
euro autorizzato, “per
investimenti”. Se facciamo un
paragone con la Grecia, la
Sicilia, rispetto alla madre
patria di Pericle, sta un poʼ
peggio. Attorno alla galassia
nebulosa della pubblica
amministrazione ruotano quasi
settantamila precari in attesa di
stabilizzazione, che si
aggiungono a ventiduemila
dipendenti diretti che fanno
addizione con una serie di
società partecipate dimagrite
solo nel numero, ma non nei
costi di gestione: i dipendenti
sono stati accorpati in holding
dallʼincerta attività. Questa
matassa, fa sì, che il governo
tecnico, prima di licenziare una
legge da tre soldi ricorra alle
cosidette “short list”: un elenco
di professionisti cui affidare gli
incarichi, perchè dentro
lʼamministrazione non se ne
trova alcuno con le competenze
richieste. Questo “brodo”,
spacciato per “rivoluzione”
segna poi il ralenty della spesa
europea che fa primeggiare la
Sicilia nelle regioni fanalino di
coda. In pratica fra tanti tecnici
che popolano il governo
regionale, nessuno ha detto ai
cittadini elettori che in
proporzione le contribuzioni
che vanno dalla Sicilia
allʼEuropa, superano quelle da
noi “impegnate” e non ancora
spese. Il “miracolo” qualʼè?
Che a Palermo i cortei sono
così tanti. Non fanno notizia.
Un momento della manifestazione (foto Davide Cangemi)
Finalmente Candido
La fiaccolata a Palermo per sostenere gli imprenditori che si sono rifiutati di pagare il pizzo
è una rivoluzione mentale e pratica. Soprattutto perchè l’ha organizzata la parrocchia
DI AUGUSTO CAVADI
NON Eʼ STATA UNA manifestazione oceanica, anzi neppure
lacustre. Ma quel centinaio di persone che giovedì sera
hanno sfilato per le vie di Partanna Mondello, in solidarietà
con Giovanni Candido e i suoi soci imprenditori, hanno
segnato una data importante nella più che secolare storia di
contrasto al dominio mafioso. Eʼ giusto che la città sappia, è
giusto che se ne conservi memoria.
Chi conosce le borgate palermitane sa che tutto è là
maledettamente più difficile che nei quartieri residenziali.
Nellʼambito della legalità, ad esempio, ogni iniziativa contro la
ʻmafiaʼ (in quanto fenomeno anonimo) si trasforma facilmente
in protesta contro ʻmafiosiʼ in carne ed ossa (con volti e nomi
che anche i bambini conoscono): meritorio e necessario
organizzare convegni allʼuniversità e fiaccolate per le vie del
centro storico, ma tutta unʼaltra cosa è stringersi attorno ad
uno sparuto gruppetto di cittadini - che si sono rifiutati di
pagare il pizzo per poter continuare a gestire un negozietto di
servizi postali privati – sapendo che qualcuno sta registrando
la tua presenza e non la dimenticherà facilmente.
Lʼeccezionalità dellʼevento - prontamente colta da Addio
Pizzo, Libero Futuro, Professionisti Liberi e Confindustria, che
hanno contribuito a promuoverlo - è dovuta ad un secondo
fattore: la fiaccolata è stata organizzata, in primis, dalla
parrocchia di Santa Maria degli Angeli con la piena e convinta
partecipazione del pastore, don Pasquale Viscovo. Eʼ un
segnale raro, prezioso, che potrebbe scatenare una vera e
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Garante
del lettore Attilio Raimondi - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
propria rivoluzione mentale e pratica. Dopo lunghi decenni di
ignavia, di distrazione, di devozionismo alienante, cosa
succederebbe se le parrocchie e le altre comunità religiose
decidessero di uscire dallʼequilibrismo, ipocrita e deleterio, del
“né con la mafia né con lʼantimafia” (ma magari solo con gli
amici dei mafiosi in carriera politica, sino a Palazzo
dʼOrleans)? Sappiamo benissimo che, al di là della facile
retorica, sarebbe intraprendere un cammino faticoso e non
privo di rischi. Don Pino Puglisi a Brancaccio, don Peppino
Diana a Casal di Principe - per limitarci ai casi più recenti – lo
hanno percorso sino alla croce. Ma altri preti - a Palermo, in
Sicilia, nel Meridione – resistono e sopravvivono,
sopravvivono e coinvolgono altri nella resistenza. E forse un
giorno ci sarà qualche vescovo e qualche cardinale in più che
- sullʼesempio di monsignor Bregantini in Locride - uscirà dai
palazzi un poʼ troppo protetti e affiancherà i preti di periferia e i
loro parrocchiani, indifesi ma coraggiosi. Forse questo genere
di iniziative comporterà la rinunzia a qualche rosario in chiesa
o a qualche novena di preghiere in onore di santa Rita per far
trovare marito alle ragazze che rischiano di restare ʻzitelleʼ;
forse qualche dotto professore di teologia si affretterà a
mettere in guardia dai rischi dellʼ “orizzontalismo” laicista ai
danni del “verticalismo” mistico…Ma la questione radicale
resta la medesima: se il vangelo di Gesù Cristo chiede ai
credenti di alimenatre lʼindustria del sacro o di impegnarsi,
sino in fondo, per la libertà, la giustizia e la fraternità.
Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA
telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62
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Graziella Lombardo
Questo periodico è associato alla
Unione Stampa Periodica Italiana
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del 14/12/2011
Sommario
centonove
23 MARZO 2012
PRIMO PIANO
Elezioni a colpi di euro
Il presidente della Regione predispone
la riconferma. A suon di miliardi europei
A PAGINA
TOP SECRET
6/7
COMUNE DI
POLITICA
Dismissioni, nuovo
piano da 90 milioni
Buzzanca decade ancora
Ilo Tribunale di Palermo toglie la poltrona
di deputato al sindaco di Messina
A PAGINA
8
Ascom, Corona...di spine
Il deputato torna allʼArs dopo i domiciliari
A PAGINA
9
Disgiunti alle elezioni
SAVOCA. Al Bar Vitelli si ricordano i quarant’anni del film “Il padrino”
Unʼistanza pronta per il Decano dʼAteneo
10
A PAGINA
Pennica sveglia Agrigento
Aralia, toh chi si rivede!
Lʼavvocato penalista lanciato da Epolis
sarà sostenuto dal Pdl e da Grande Sud
Torna il progetto contestato del palazzo
a strapiombo du Montepiselli
A PAGINA
Castoro, poltrona blindata
11
A PAGINA
19
Ato 3, piovono promozioni
13
20
Nomi e cirvostanze “analoghe” nei due incidenti
nello Stretto
A PAGINA 21
A tu per tu con Enzo Di Salvo, autore di otto
libri “autoprodotti”
A PAGINA 39
Il Padrino ha 40 anni
Il bar Vitelli di Savoca ricorda il debutto del
film di Coppola
A PAGINA
22
Il chitarrista Ricky Portera, collaboratore di
Lucio Dalla, si racconta
La ricerca nell’uovo
A PAGINA
23
Se il metano non va in rete
In stan by il progetto da 110 milioni di euro
A PAGINA
26
Pasquasia per l’Eternit
Enna si ribella alla miniera-discarica
A PAGINA
27
ECONOMIA
VINCENZO FRANZA
PAG.
29
Lʼantitrust boccia la privatizzazione di Tirrenia
e della controllata regionale
A PAGINA 29
Re si candida. Anzi no
14
Candidato di buon Argurio
A Villafranca la lista NuovaMente è guidata
dal giovane presidente della Pro Loco
A PAGINA 15
Lo Schiavo “ballerino”
Settegiorni
Qui Scuola/Istruzioni per l'Uso
Occorre Sapere
Uomini & Business
Notizie dai Consulenti
Consumatori
Libri/La Classifica
Mostre
Weekend
Lettere & Commenti
Io, cittadino/ Heritage
Ecologia e Ambiente
Eliodoro/150 Parole da Palermo
Antibuddaci/ Animal House
A PAGINA
30
Nomina in Sicilia per Salvatore Forastieri
31
SICILIA
A PAGINA
32
Fermate la vendemmia verde
Polemica sui rimborsi per distruggere lʼuva
Pacifico, “32 colpi in testa”
Sventato il complotto per eliminare il magistrato
A PAGINA 17
A PAGINA
33
POSTER
Test, “regolarità” in giallo
Argimusco, megaliti e... polemiche
I giudici del Tar si dividono nel dare lʼokay
agli esami di accesso a Medicina
Tesi a confronto sul complesso rupestre di
Montalbano Elicona
A PAGINA 36/37
A PAGINA
18
Consulenze d’oro
Interrogatori alla Serit
PALERMO. Consulenze dʼoro: la polizia giudiziaria, dopo
avere acquisito la documentazione relativa agli incarichi
affidati da Serit Sicilia negli ultimi dieci anni, ha proceduto
a interrogare il presidente
Bendetta Cannata, il direttore
generale Antonio Finanze, il
generale Canonico e il presidente del collegio sindacale,
Michele Di Bono. Più di dieci
milioni le somme destinate ad
incarichi di consulenza tributaria.
CONFINDUSTRIA SICILIA
Montante si scalda,
Lo Bello vice di Squinzi
SIRACUSA Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e Ivan Lo Bello, vice presidente nazionale del
neo presidente Squinzi. Sono
questi gli scenari tra lʼassociazione siciliana e quella nazionale dopo il turn over di Emma Marcegaglia.
MESSINA. Nascerà nella settecentesca villa Garufi di Mangialupi la moschea di Messina. Il comitato promotore del
Centro studi Musulmano ha
presentato richiesta al Dipartimento Urbanistica diretto
dallʼassessore Pippo Corvaja,
che sta vagliando la destinazione dʼuso che autorizza le attività di culto.
Il convegno presieduto da Grimaudo
16
RISCOSSIONE
Moschea musulmana
in una villa a Magialupi
Un garante per i tartassati
A PAGINA
MESSINA. Novanta milioni da
recuperare dallʼalienazione
del patrimonio immobiliare.
Così il comune di Messina risponderà ai solleciti della Corte dei Conti per ripianare i buchi di bilancio. Il precedente
piano di dismissioni ne ha incassati solo quattro milioni. In
vendita anche lʼautoparco
municipale di via Industriale.
MESSINA
Gli azionisti hanno perso 70 milioni di euro
Infrastrutture, tutti i “nodi”
A Santa Teresa lʼex sindaco con Sicilia Vera
A PAGINA
4/5
28
34
34
34
34
38
42/43
44/45
46/47
46
46
47
47
Conti in rosso alla Ram
A Santo Stefano passo indietro del bancario
A PAGINA
Siremar, l’Europa dice no
41
RUBRICHE
Iniziativa benefica della Onlus a Messina
A PAGINA
40
«Io, grande figlio di puttana»
Aggiudicato lʼappalto per il Parco urbano di
Giostra. Ma i lavori non partono
A PAGINA
38
Uno scrittore sul Serit
I misteri della Magnolia
Due ricorsi contro Antonio Ruggeri
per comportamento antisindacale
Un libro fi Lentini apre nuovi orizzonti alla
Sicilia e agli uomini del Sud
A PAGINA
Rubina e Segesta, che coincidenze
Il consigliere provinciale di Enna resta in sella
A PAGINA 12
A PAGINA
PAG.40
«Elezioni per il nuovo rettore» Palermo ai tempi di Orlando
La doppia scheda per sindaco e consiglieri
frammenta le candidature. E a Palermo...
A PAGINA
MESSINA
pagina 3
“SANTI CONDOMINI E ALTRE STORIE”
PAG.
42
23 MARZO 2012
7giorni
centonove
PALERMO. SINDACATI IN GUERRA PER LA GESTIONE DELLA SOCIETÀ
CHI SALE
L Franco Mondello
MESSINA. Lʼassessore al Decentramento del Comune di
Messina si conferma l'anima
economicamente virtuosa
della giunta. Per far continuare a risparmiare le casse
dissestate dellʼamministrazione, Mondello ha presentato un piano di riordino dei
quartieri che prevede diversi
accorpamenti, così da risparmiare in affitti ed utenze.
L
Francesco Alecci
MESSINA. Il Prefetto di Messina conferma la sua linea
decisionista e di fermezza.
Dinanzi alle mancate risposte del sindaco rispetto alla
richiesta di chiarimenti sulla vicenda della palazzina
dellʼIacp occupata abusivamente, ha deciso di fare da
sé, convocando un tavolo
operativo per risolvere la
questione in brevi tempi.
L Nino Catanzaro
118, agitazione contro Seus
Nel mirino, i ritardi nelle graduatorie e nella contrattazione
PALERMO. Poca trasparenza e ritardi
incomprensibili nella pubblicazione della
graduatoria del personale e nellʼavvio della
contrattazione integrativa da parte della Seus
scpA dove due anni fa è transitato il
personale del 118. A denunciarlo sono Fp
Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl che contestano
lʼatteggiamento assunto dai vertici Seus e
proclamano lo stato di agitazione del
personale che annunciano anche
lʼastensione da qualsiasi incontro organizzato
dalla Società che non sia lʼavvio della
contrattazione decentrata. “In assenza di
risposte - sottolineano -organizzeremo la
mobilitazione del personale con iniziative che
verranno concordate e comunicate per come
previsto dalla vigente normativa”.
“A due anni dal
passaggio del
personale dipendente
dalla Sise (società in
house alla Cri) alla Seus
Sc.p.A. - scrivono i
sindacati - si continua a
perdere tempo su
questioni cruciali quali la
graduatoria generale e
la contrattazione integrativa aziendale. Non
esiste alcuna giustificazione circa il ritardo
della pubblicazione della graduatoria
generale soprattutto dopo i recenti
comunicati diramati dalla società
sullʼimminente pubblicazione della stessa,
redatta sulla scorta dei criteri approvati con
INIZIATIVE
Palazzi aperti per la Giornata Fai
MESSINA. Fine settimana allʼinsegna della XX Giornata di Primavera del Fai, Fondo per lʼAmbiente Italiano. A Messina saranno visitabili la Camera di Commercio, progettata da Camillo Puglisi Allegra
nel 1913 ma realizzata nel 1926 (venerdì 23, ore 9.00-13.00; sabato,
ore 9.00-17.30; domenica, ore 9.30-18.00), il Palazzo della Dogana,
opera in stile Liberty di Giuseppe Lo Cascio, che sorge al posto del
Palazzo reale, distrutto dopo il terremoto del 1783 (venerdì 23, ore
9.00-13.00; sabato, ore 9.00-17.30; domenica, ore 9.30-18.00) e la
Cassa d i Risparmio Vittorio Emanuele di Ernesto Basile ((venerdì
23, ore 9.00-13.00; sabato, ore 9.00-17.30; domenica, ore 9.30-18.00).
MILAZZO. Il manager della
Nettunia, noto anche per la
sua attività di diacono, è il
nuovo presidente nazionale della Federfire, l'associazione di categoria delle società che gestiscono servizi antincendio nei porti e in
tutte le aree di interesse
strategico.
MUSEI. L’INIZIATIVA “VIRTUALE” DELL’IMPRENDITORE SOGNATORE PIERALISI
L Enzo Sindoni
Federico II rivive nella sua Jesi
CAPO DʼORLANDO. Bici
gratis per i neo diplomati di
Capo dʼOrlando. A regalarla
sarà lʼamministrazione comunale guidata da Enzo Sindoni per promuovere il trasporto ecosostenibile. Da
anni, ai piccoli orlandini che
“salutano” la scuola dellʼobbligo viene donato un computer portatile.
L
Xu Zhong
CATANIA. Il direttore d'orchestra e pianista cinese è il
nuovo direttore artistico dell'Ente autonomo regionale
Massimo Bellini di Catania.
Lo ha nominato il commissario straordinario dell'ente,
Enzo Zappulla. “Sono onorato, è la prima volta che un cinese dirige un grande teatro
d'opera italiano'', ha detto il
maestro, che succede a Will
Humburg.
JESI (ANCONA). "Per favore, non chiamatemi mecenate. Cerco solo, da
tanti anni, di realizzare un sogno. Quello di dare a Federico II di
Hoenstaufen un luogo che ne possa rispecchiare la vita e le vestigia
sparse in tutta Italia". Il 'sognatore' è Gennaro Pieralisi, l'imprenditore
marchigiano che esporta macchine olearie in tutto il mondo e che
finanzierà a Jesi la realizzazione di un museo virtuale dedicato
all'imperatore svevo dal cuore arabo, lo 'Stupor mundi' che fu nipote di
Barbarossa, protettore delle arti, grande innovatore nel campo delle leggi,
della politica e delle scienze. E così Federico, il 'puer Apuliae', il fanciullo di
Puglia, torna nella sua Jesi, nella Marca Anconitana, dove nacque,
seppure per un 'incidente', il 26 dicembre 1194 nella piazza che ora è a lui
intitolata. Jesino per caso, perché la madre Costanza d'Altavilla dovette
fermarsi qui mentre stava raggiungendo il marito a Palermo, incoronato
appena il giorno prima, il giorno di Natale, re di Sicilia. 'Attempata' per
l'epoca, l'imperatrice dovette 'certificare' la nascita del bimbo, stante lo
scetticismo circa la sua gravidanza, e per questo fu allestito un
baldacchino al centro della piazza di Jesi, dove Costanza partorì
pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al
trono. Fondatore e presidente della Fondazione Federico II Stupor Mundi,
che realizzerà e gestirà la struttura con fondi privati, Gennaro Pieralisi ha
incassato dal consiglio comunale di Jesi un importante via libera al suo
sogno: l'adesione della città natale dello svevo alla Fondazione e al
progetto museale, e la contestuale concessione in comodato d'uso dello
storico palazzo dove sarà ubicato il museo virtuale, il Complesso San
Floriano. Tra ologrammi, pannelli digitali, installazioni sonore, e ambienti
ricostruiti in 3 D, il museo interattivo e multimediale ricostruirà vita ed
opere di Federico II in un affascinante percorso didattico che contempla,
tra l'altro, l'immersione degli spettatori dentro un film proiettato a 360 gradi
nei locali dell'attiguo Teatro Studio Moriconi. Il progetto preliminare,
impostato dall'associazione Civita di Roma, traccia un viaggio
cronologico, dalla nascita alla morte, fino ad entrare nella sfera del mito di
pagina 4
la sottoscrizione dellʼaccordo del 5 gennaio
2012. Di proroga in proroga la società
preferisce utilizzare quale metodologia di
confronto quella degli incontri “bilaterali”
ovvero degli incontri “ultralaterali” al solo fine
di non decidere, ma dando inevitabilmente
spazio ad ingerenze esterne”.
SOCIETA
Tragedia della solitudine, anziano in casa morto da tre giorni
PALERMO. Tragedia della solitudine a Palermo, dove il cadavere di un uomo di 79 anni è stato scoperto in avanzato stato di
decomposizione. A fare scattare l'allarme, la segnalazione di alcuni condomini di uno stabile in corso Calatafimi. Quando i vigili del fuoco sono entrati nell'appartamento si sono trovati davanti
il corpo senza vita in avanzato stato di decomposizione. Lʼuomo viveva da solo e il decesso risalirebbe a tre settimane fa.
Messina, memorial “Pasquale e Bianca David” al Don Orione
MESSINA. Si svolgerà lunedì 26 marzo alle 16,30, presso lʼistituto “Don Orione”, il settimo memorial “Pasquale e Bianca
David”, organizzato dalla famiglia dei coniugi, che profusero
notevole impegno sociale con lʼinsegnamento, in collaborazione con il Kiwanis Club Messina Nuovo Ionio. In programma uno spettacolo di danza, canti e cabaret prima del buffet.
Assemblea a Messina della comunità siciliana Bahà’ì
MESSINA. Per ricordare lo storico evento del passaggio di ʻAbduʼl-Bahà dalle acque dello stretto di Messina (che avvenne il
27 marzo 1912) la comunità siciliana terrà un incontro domenica 25 marzo, allʼHotel Paradise di Messina. Relatore il giornalista Rino Cardone, pure critico dʼarte, poeta e saggista. Interverrà anche Uccio Severino dellʼassemblea regionale.
“Uno sport per la vita”, vetrina per il Csi peloritano
MESSINA. Lʼattività dei volontari del Centro sportivo italiano
messinese è stata presentata al presidente nazionale Massimo
Achini, nel corso del convegno “Uno sport per la vita”, dal
presidente provinciale di Messina Stellario Briguglio e di quello
territoriale Milazzo/Patti Giuseppe Felice. Mercoledì 21 allʼOratorio San Matteo di Villa Lina, è stato consegnato anche il Discobolo dʼOro alla Memoria alla vedova di Carmelo Lanzafame,
indimenticato presidente provinciale. Domenica prossima in
programma a Villa Dante la finale regionale di tennis tavolo.
Campagna infertilità maschile, Legrottaglie testimonial
CATANIA. "Sono contento di poter usare la mia immagine per
pubblicizzare campagne di prevenzione e iniziative pro-fertilità,
sperando anche che i giovani possano essere esortati al consulto medico". L'ha detto il calciatore del Catania Nicola Legrottaglie, partecipando nel centro direzionale della Provincia, a Tremestieri Etneo, la campagna di prevenzione nazionale contro
l'infertilità maschile "Androlife", organizzata dalla Società italiana di andrologia e medicina della sessualità. Visite gratuite per
uomini tra 18 e 35 anni, in ambulatori universitari e ospedalieri.
7giorni
centonove
23 MARZO 2012
PALERMO. PEOPLECOOKS
Parte il social network
per mangiare insieme
MESSINA. CENTINAIA DI GIOVANI A PIAZZA DUOMO SULLE NOTE DI BOB MARLEY
Una catena umana contro il razzismo
MESSINA. In occasione della
Giornata Mondiale contro il
razzismo centinaia di studenti
accompagnati dai docenti,
associazioni e giovani immigrati
hanno animato Piazza del
Duomo. Così come in altre 35
città italiane, anche a Messina
mercoledì scorso si è formata
una lunga catena umana, sulla
note di “One Love” di Bob Marley
interpretata da Maria Chiara
Brancatelli e Jeniffer Padul
dellʼOrchestra Multietnica
Giovanile “Ritmo Live”, per
manifestare pubblicamente il
rifiuto del razzismo e della
xenofobia in tutte le loro forme.
LʼAssessore provinciale alle Pari
Opportunità Mariella Perrone si
è detta contenta. «La cultura del
rispetto e delle diversità sono un
valori importanti. E i giovani lo
hanno capito»
CINEMA
Salina Festival sposa il Sign of Change film
SALINA. Ufficializzato a New York il gemellaggio tra il Salina Festival
CineMareMusica e il Signs of Change Film Festival 2012 (New York 19
- 23 marzo), manifestazione dedicata a lungometraggi, documentari e
cortometraggi che illustrino le azioni promosse a livello internazionale per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell'ONU. Quest'anno Salina Festival CineMareMusica, giunto alla sua sesta
edizione e diretto dal 2006 da Massimo Cavallaro, si svolgerà nell'isola delle Eolie dal 24 al 29 luglio e sarà interamente dedicato al tema Incontri tra popoli, culture, elementi naturali, alla ricerca di affinità e curiose parentele nel Mediterraneo.
PALERMO. Un social
networks dedicato alla cucina,
al risparmio, ed un modo
nuovo di mangiare assieme.
Questo è PeopleCooks,
pensato per una community
divisa in grandi gruppi. Da una
parte chi deve mangiare fuori,
detto People: studenti in
trasferta, lavoratori o chiunque
si trova lontano da casa e
vuole un pasto gustoso ma
mangiando poco.
Dall'altra, i cosidetti Cookers:
persone che hanno una casa a
disposizione e sanno cucinare.
Ecco allora l'offerta del
network: i People potranno
accordarsi con un Cookers per
pranzare casa loro, con un
pasto completo (primo,
secondo, un frutto e acqua) a
soli 6 Euro. Il meccanismo è
semplice. Basta andare sul sito
(www.peoplecooks.it) ed
iscriversi, inserendo una serie
di dati richiesti. PeopleCooks è
un'idea di Onofrio Carruba
Toscano che lʼha presentata a
Palermo: obiettivo, diffondere il
sistema a partire dalla Sicilia
ROSA E NERO
Addio al cantautore Massimo Melodia
PALERMO. Se nʼè andato il 21 marzo a Palermo, a 61
anni, Massimo Melodia, compositore e cantautore, pianista e chitarrista, instancabile animatore di tanti spettacoli. Lascia la moglie Iole e due figli, Silvia e Manfredi.
Massimo Melodia nasce come autore con i Pop 70 e con
i Travaglini, ma è dal 1978 che lega la sua attività a quella di Gianni Nanfa e dei suoi spettacoli. Alcune sue composizioni, da “La Vucciria” a “L' isola”, “Buela”, “Lu misi di
marzu”, “L' amico mio lupo di mare”, ma anche “La gita”
o “Canto bambino” fanno parte del patrimonio contemporaneo siciliano. Il suo primo spettacolo fu “Bricolage”
al Teatro Madison, con lʼinseparabile chitarra.
BACCHETTATE. LA COMMISSARIA SCRIVE A CAMILLERI. CHE REPLICA: «SIAMO SERI»
Giornalismo, è morto Franco Cattano
Ue contro Montalbano: «Non mangi pesciolini”
CATANIA. Lutto nel giornalismo catanese. Si è spento a
81 anni Franco Cattano, papà di Valerio a lungo redattore de “La Sicilia”. L' attività di Cattano nel quotidiano si è
intrecciata con quella di componente del consiglio regionale dell' Ordine. I funerali si sono svolti il 17 marzo nella chiesa dei Martiri Inglesi a SantʼAgata Li Battiati.
ROMA. Il commissario Montalbano 'sotto processo' per peccati di gola. E a
metterlo all'indice è niente meno che l'Unione Europea. Abile e amatissimo
investigatore, il poliziotto che guida il commissariato di Vigata è infatti 'reo'
di mangiare piccoli pesci, contribuendo così a rovinare l'ecosistema del
Mediterraneo. Ma Andrea Camilleri (nella foto) non ci sta: "Se la prendono
con un personaggio di fantasia? Non capisco", taglia corto il papà del
celebre personaggio, auspicando "un po' di maggiore serietà". A
prendersela con il commissario interpretato in tv da Luca Zingaretti
è la commissaria europea Maria Damanaki, paladina di una pesca
sostenibile e fan di Montalbano. Ma non abbastanza da
perdonare al poliziotto e al suo autore tanta leggerezza. Al punto
che ha preso carta e penna per scrivere a Camilleri e chiedergli di
modificare i gusti culinari del suo personaggio, eliminando
dal menù il novellame. Via insomma le famose
scene in cui Montalbano nella sua splendida
casa affacciata sul mare a Marinella, in
Sicilia, offre alla compagna Livia o a
testimoni reticenti i gustosi pesciolini
cucinati a puntino dalla fida Adelina.
Mafia, a Foligno una piazza per Rizzotto
FOLIGNO. Foligno intitolerà un'area della città alla
memoria di Placido Rizzotto. Lo ha annunciato il
sindaco Nando Mismetti in occasione della celebrazione della Giornata della memoria delle vittime di mafia, durante la quale è stata intitolata una
piazza a Rita Atria. Mismetti - riferisce il Comune ha spiegato che la decisione é stata presa "per ricordare l'impegno e la testimonianza" di Rizzotto. Il
sindacalista scomparve il 10 marzo 1948 da Corleone, ucciso probabilmente dalla mafia. I suoi
resti sono stati trovati nel 2008 nella zona di Corleone.
pagina 5
CHI SCENDE
M Salvatore
Ticonosco
MESSINA. Quando guida, è
in netta controtendenza con
le sue battaglie di civiltà
stradale per le vie cittadine.
Il consigliere del Pdl al Comune di Messina, infatti, ha
lasciato la sua macchina davanti al monumento a Gaetano Martino, ostacolando
per un bel po' il passaggio
del bus nellʼora di punta.
MPeppino Buzzanca
MESSINA. Il sindaco di Messina continua a essere vittima
del correttore automatico di
Twitter. Buzzanca, infatti,
ogni volta che scrive di “dismissioni” rende felice chi
non lo vorrebbe più al Comune. Ecco come appariva uno
degli ultimi messaggi: “Si
spinge sulle dimissioni.
Gruppo di lavoro formato anche da patrimonio e ragioneria. Nuovo incontro lunedì”.
M Francesco
Cannavà
MESSINA. Il giovane regista
messinese mette lʼeducazione prima di tutto. Anche della
viabilità. Giovedì pomeriggio, per salutare un amico,
prima ha rischiato di investire un motorino e poi ha bloccato il traffico, per fortuna
non eccessivo, accostando
lʼauto in doppia fila.
M Giovanni Felice
PALERMO. La presidenza nazionale di Confesercenti ha
ratificato la revoca di tutti gli
incarichi ricoperti dallʼex presidente della sede di Palermo. Alla base della decisione,
anche la situazione debitoria
di 800 mila euro in bilancio
scoperta dal commissario inviato dai vertici.
M Giuseppe De Francisci
AGRIGENTO. La procura di
Agrigento ha chiesto il rinvio
a giudizio del consigliere comunale dell'Mpa, accusato di
violenza privata, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico e
calunnia. De Francisci - secondo il pm - avrebbe attribuito ad un panificatore, suo
presunto rivale in amore, falsi illeciti tributari ed in materia di sicurezza del lavoro proponendo accertamenti urgenti sull'attività.
23 MARZO 2012
primopiano
centonove
STRATEGIE. Il presidente della Regione predispone la riconferma. A suon di miliardi
Elezioni a colpi di euro
Via libera agli euro non spesi legati ai finanziamenti statali ed europei. I primi passi con gli “avvisi”
legati all’assessorato alla Formazione. A cominciare dai cinquecento milioni del “Piano Giovani”
PALERMO. Nuova giunta poli-tecnica e via
alle grandi spese con i miliardi non ancora
utilizzati che derivano dai finanziamenti
statali ed europei. Raffaele Lombardo si
prepara al dopo amministrative. Il primo
passaggio sarà far quadrare una nuova
giunta prima dellʼestate (con la sola
incognita legata allʼintegrità o meno del
principale alleato, il Pd). Il secondo, invece,
lanciarsi in una impennata di bandi e avvisi
utilizzando quanto rimane ad spendere.
Che non è poco. In ballo, oltre ai 286 milioni
annui per la Formazione professionale, ci
sono un bel poʼ di altre iniziative e,
soprattutto, i 6 miliardi 539 milioni 605 mila
euro del Programma operativo regionale
2007-2013. Al 31 dicembre 2011, infatti, la
Regione ne ha impegnati 2.692.266.665,9
e ne ha spesi 784.971.944,91. Della mole
di denaro da impiegare, con lʼunico
problema in molti casi del cofinanziamento
che la Regione non riesce sempre a
garantire per problemi di cassa, il pianeta
che gravita intorno allʼassessorato alla
Formazione è certamente uno dei più
“fecondi” e di miglior utiliuzzo. Ecco perché.
FORMAZIONE & DENARI. Prossimo a
partire in rampa di lancio cʼè, ad esempio, il
“Piano Giovani”. Si tratta di 500 milioni di
euro che provengono dal Fondo sociale
europeo da spendere in accordo con il
Ministero per le politiche di Coesione. A
rischio sono invece i 180 milioni dellʼAvviso
8 del 2009. Per far partire gli “Interventi
formativi per lo sviluppo dei saperi e delle
competenze”, finanziati sempre dal Fondo
sociale europeo e da affidare agli enti di
formazione accreditati, lʼassessorato dovrà
infatti rispondere in tempo utile, e in
maniera convincente, ai rilievi posti dalla
Corte dei Conti. Cʼè poi lʼavviso 9, per la
formazione professionale ai lavoratori nelle
aziende. Sono 40 milioni di euro destinati
sia agli imprenditori che ai disoccupati con
parametri orari da 18 a 24 euro a seconda
delle categorie. Le proposte sono in esame
Marco Venturi
in questo momento. Attualmente in corso ci
sono poi i tirocini di ricerca presso gli enti di
ricerca regionale (otto milioni di euro), la
certificazione linguistica “Speek easy” (5
milioni di euro) e i corsi dei master e delle
specializzazioni legati allʼAlta Formazione
per i laureati, in tutto otto milioni di euro. Tra
qualche giorno, invece, dovrebbe iniziare il
procedimento per verificare lʼammissibilità
dei corsi per operatore socio-sanitario. Si
tratta dellʼavviso 18 del 2011, in sinergia
con lʼassessorato alla Sanità. Possono
concorreere al budget da 40 milioni di euro
gli enti accreditati con entrambi gli
assessorati. Lʼavviso è uno di quelli più
“sensati”, visto che il personale da formare
si basa su una domanda precisa delle
aziende sanitarie. Ci sono poi i fondi legati
allʼOif (Obbligo di istruzione e formazione
professionale), che riguarda la formazione
per chi non vuole continuare il percorso
scolastico obbligatorio. In ballo, 197 milioni
messi in campo con lʼavviso 19, tutti a
disposizione degli enti accreditati. In questo
caso, i più interessati (e cari al presidente
della Regione) sono quelli di area
salesiana. Resta attualmente al palo,
invece, lʼavviso 10 del 2010, che riguarda
le scuole a rischio e il tempo continuato.
Avrebbero dovuto beneficiare del
servizio (spesa 40 milioni) 600
scuole circa, ma si attende di
capire come, in seguito alla
riprogrammazione dei fondi
statali, deve essere operata
la rimodulazione dalla
Regione.
PIANETA PROF. Cʼè poi
la formazione
professionale “classica”,
che assicura 286 milioni
allʼanno per un triennio.
Adesso il meccanismo è
cambiato, e le regole non
sono più quelle della
legge 24, ma del Fondo
Sociale Europeo
che finanzia Piano regionale
dellʼOfferta
professionale. Per
accedere ai
finanziamenti,
infatti, basterà aver
dimostrato di aver
VERSO LE ELEZIONI. Raffaele Lombardo
svolto attività
formativa per almeno un triennio anche al
aumentato il suo “parco enti” con la Nt Soft
di fuori della “casta” degli enti finanziati
(presidente Salvatore Schirò), Trading
dalla Regione in precedenza. Questo darà
Service, Api Industria Messina e Api
diritto a 40 punti nella valutazione
Milazzo (presidente Nino Astone), Esofop
complessiva di cento che, ovvimiamente,
(presidente Giovanna Schirò) e Job
include anche il valore dei progetti
(presidente Arena).
presentati. Il cambio di norma ha permesso
MILIARDI IN ATTESA. Leggendo il
già 14 nuovi ingressi: Irfs, Penta e
quadro complessivo dei finanziamenti dei
Marevivo (Agrigento), Ipsa e It Area Net
quali la Sicilia potrebbe usufruire, la parte
(Caltanissetta), Città del Sole (Catania).
siciliana di risorse nazionali legate ai
Faro 85 Onlus (Messina), Euromadonie e
finanziamenti europei derivanti dal Po Fers,
Compagnia universitari ricerche sociali
Po Fse, Psr Fears e Po Fep è di 3 miliardi
(Palermo), Promozione e sviluppo
862 milioni. Una cifra che è di poco inferiore
(Ragusa), Enoius (Siracusa) e Isida
ai 4 miliardi 313 milioni dei Fas, cui si
(Trapani). E, anche in virtù degli avvisi
aggiungono anche i 350 delle risorse Fas
aperti agli enti, si giustifica la “corsa”
ex Delibera Cipe 122/07. In totale, il quadro
allʼacquisto degli enti. Come quella dei due
delle risorse a titolarità regionale vede
leader di “Innovazioni” del Pd, Nino
risorse programmabili per 15 miliardi 210
Papania e Francantonio Genovese. Lʼex
milioni, con una quota di risorse
segretario regionale, ad esempio, ha
IN PARALLELO
Lo Monte, ‘o zappatore
L’ex capogruppo verso l’assessorato Agricoltura
Carmelo Lo Monte
MESSINA. Alcuni presenteranno le proprie liste alle amministrative, come Massimo Russo e Gaetano Armao. Altri, come Marco Venturi, “voleranno” ad altri incarichi, ad esempio la presidenza dellʼIrsap che dovrà sostituire i Consorzi Asi da liquidare.
Altri ancora, come Elio DʼAntrassi e Sebastiano Missineo, invece, dovranno fare le valige per lasciare i posti liberi.
Tutto verrà stabilito dopo le amministrative, e anche i nuovi assetti della giunta risentiranno del loro andamento. Chi però ha già chiuso comunque lʼaccordo è Carmelo Lo Monte. Lʼex capogruppo
autonomista alla Camera, da tempo in aperto dissenso con Raffaele Lombardo, avrebbe voluto la delega alla Sanità, ma Massimo Russo resta “intoccabile”, per il governatore. Così, ha deciso
di optare sullʼAgricoltura, assessorato che ben si radica nel territo-
pagina 6
rio e con a disposizione un bel poʼ di fondi europei. In cambio della poltrona, Lo Monte, che ha la sua roccaforte a Messina e provincia ma anche buone diramazioni in tutta lʼIsola, dovrà assicurare il suo appoggio incondizionato alle amministrative. Restano invece “tranquilli”, in assenza di richieste da parte del loro partito di
riferimento, gli assessori in quota Fli, Sebastiano Di Betta (Territorio) e Daniele Tranchida (Turismo). Per il resto, Lombardo dovrà fare spazio agli alleati di Movimento per la Sicilia (che però ha
perso già Nunzio Cappadona e Giuseppe Lo Giudice), dando
una poltrona probabilmente al presidente della Commissione Bilancio Riccardo Savona, e “accontentare” altri del suo stesso partito. In pole position ci sono Francesco Musotto (capogruppo allʼArs) e soprattutto Lino Leanza, che mai ha digerito lʼuscita dalla
giunta in nome dei tecnici, al quale potrebbe andare la delega (già
ricoperta) al Lavoro, che Lombardo ha tenuto per sé dopo le dimissioni di Andrea Piraino (espressione dellʼUdc). In casa Pd, infine, è necessario dare spazio alla corrente “Innovazioni” con un
nuovo innesto: o Franco Rinaldi o Baldo Gucciardi. (D.D.J.)
centonove
comunitarie destinate allʼIsola di 5 miliardi
606 milioni e una quota di cofinanziamento
a carico di 1 miliardo 427 milioni. Per
quanto riguarda le risorse per lo sviluppo
regionale legato ai Po (Piani operativi), le
risorse complessivamente disponibili sono
10 miliardi 303 milioni, che diventano quasi
13 con il cofinanziamento. Allʼinterno del
Po, le risorse Fas pesano per il 23,8 per
cento. Ma la lista dei finanziamenti non
finisce qui. Con i Pon, infatti alla Sicilia
potrebbero arrivare 2 miliardi 467 milioni di
risorse comunitarie alle quali si dovrebbero
aggiungere le quote nazionali pari a 2
miliardi e mezzo, per un totale di 4 miliardi
968 milioni. Scorrendo ancora la lista,
arriva il turno dei “Programmi attuativi
nazionali e interregionali” (in tutto quindici)
con quasi 4 miliardi destinabili alla Sicilia.
Ma le potenziali poste in entrata non
finiscono con i Pon. Perché, ad esempio, ci
sono i Poin (i Programmi operativi
interregionali), che prevedono una
dotazione per la Sicilia di 330 milioni di
euro. E anche i Pist (Piani di Sviluppo
Territoriale) con 617 milioni, i Pisu (Piani
Integrati di Sviluppo Urbano) che
assegnano a 34 comuni 450 milioni, i Pai
(Programma aree interne) con 191 milioni
(attrattori culturali) e 165 (energie
rinnovabili), il Pan (Piano dʼazione
nazionale) con 323 milioni (istruzione), 1
miliardo 346 (ricerca e competitività), 98
milioni (sicurezza), 817 (servizi e reti di
mobilità) e 147 milioni (competitività sistemi
agricoli e rurali).
AGRICOLTURA E GIUNTA. Se il perno
della gestione del Fesr, che riguarda più
assessorati, è la direzione generale
dellʼassessorato regionale alle Attività
produttive, lʼAgricoltura può gestire in
proprio i 2 miliardi e cento milioni legati al
Piano di Sviluppo rurale (Psr). Ed è anche
in questʼottica che Carmelo Lo Monte,
capogruppo del Mpa alla Camera in
dissenso con Lombardo, ha accettato il
futuro posto in giunta, anche se avrebbe
preferito lʼinafferabile Sanità di Massimo
Russo.
GLI ALTRI STRUMENTI. Oltre ai miliardi
da investire, Raffaele Lombardo è pronto
ad affrontare la campagna elettorale
attraverso una valanga di poltrone pari a
tutti i commissariamenti che ha attuato
negli anni. Così, ai posti di liquidatori degli
undici Consorzi Asi, si affiancano anche
quelle degli enti nascenti. Come lʼIrsap, ad
esempio, che è già virtualmente assegnata
allʼassessore alle Attività produttive Marco
Venturi.
primopiano
MASSIMO RUSSO
La cura del magistrato ha migliorato leggermente i conti della
sanità ma la sfida dellʼinnalzamento della
qualità dell'assistenza è lontana dallʼessere vinta.
A fine 2010 ha varato
un piano straordinario da mille assunzioni
23 MARZO 2012
GIOSUEʼMARINO
Il prefetto non è riuscito a dotare la Sicilia di un piano rifiuti.
Il settore è sullʼorlo
del baratro a causa di
un miliardo di euro di
debiti, eredità degli
Ato. La regione
registra i valori più
bassi in Italia per
raccolta differenziata
e riciclaggio.
SOTTO LA LENTE. Cosa hanno fatto i “fiori all’occhiello” tecnici dell’esecutivo
Sanità, Rifiuti e incompiute
Massimo Russo passa parzialmente l’esame, ma le incongruenze del servizio 118 e la fuga
nel continente dei malati non si fermano. Giosuè Marino alle prese con un Piano che non c’è
DI MICHELE SCHINELLA
PALERMO. Un magistrato e un
prefetto. Raffaele Lombardo si era
affidato a loro per tentare di curare i
gravi mali da cui era afflitta la sanità
regionale, che quando fu eletto a
maggio del 2008 rischiava il
commissariamento, e quelli che
affligevano la gestione del ciclo dei
rifiuti, che il commissariamento per
lʼemergenza lo ha avuto davvero con la
nomina come commissario delegato
dello stesso governatore da parte del
presidente del Consiglio dei ministri. Il
magistrato Massimo Russo da 4 anni ai
vertici della politica sanitaria ha superato
la prova: ma solo in parte e tra tante
ombre. Il prefetto Giosuè Marino,
invece, che ha sostituito nel 2009 come
assessore Pier Carmelo Russo, non
può dirsi per nulla soddisfatto: gli
obiettivi che gli sono stati assegnati
sono lontani dallʼessere centrati e tutto il
settore è appesantito da un miliardo di
euro di debiti nei confronti dei gestori
delle discariche e degli operatori
economici.
SANITAʼ. Se il commissariamento è
stato sventato, i conti economici sono
migliorati di poco e il Governo centrale
ha accordato un maxi prestito da tre
miliardi di euro per far fronte ai debiti
pregressi, la lotta agli sprechi è lontana
dallʼessere vinta: al 118 ci sono da due
anni 500 autisti soccorritori pagati per
non lavorare.
A preoccupare di più, però, è la sfida del
miglioramento della qualità dellʼassistenza
sanitaria, che ogni anno costa 250 milioni
di euro di mobilità passiva. I siciliani,
infatti, quando sono malati non nutrono
molta fiducia negli ospedali siciliani,
specialmente quelli pubblici (non ancora
accreditati, peraltro) e dove continuano ad
essere registrati alti indici di ricoveri
inappropriati, e così quando non
emigrano in altre regioni si rivolgono
sempre di più alle strutture sanitarie
private che nellʼera Russo hanno
registrato il pienone. Il magistrato aveva
promesso: «La meritocrazia sarà la stella
polare nel conferimento degli incarichi
manageriali». I suoi oppositori hanno
osservato: «Tutti i manager sono
fedelissimi la governatore Lombardo, altro
che meritocrazia». Tra questi Salvatore
Giuffrida che dopo avere mandato in
default i conti dellʼAsp 5 è stato costretto a
dimettersi ma è stato pure ripescato come
direttore sanitario nelʼazienda ospedaliera
Cannizzaro di Catania, diretta da
Francesco Poli, altro fedelissimo del
governatore, manager che ispira tutta la
politica sanitaria regionale.
RIFIUTI. Fu il suo predecessore Pier
Carmelo Russo ad annullare la gara,
voluta fortissimamente dal governatore
Totò Cuffaro, che avrebbe dato alla
Sicilia 5 termovalorizzatori, panacea di
tutti mali - secondo i sostenitori - nel
campo dei rifiuti ma fumo negli occhi per
gli ambientalisti. Da allora però il nulla:
raccolta differenziata e riciclaggio
allʼanno zero, discariche tradizionali
stracolme e senza biostabilizzatori
(necessari per rendere i rifiuti innocui),
pure imposti da 4 anni dallʼUnione
europea. La regione Sicilia non ha
ancora un piano regionale dei rifiuti che
pure il prefetto annunciò fosse cosa fatta
due anni fa. Lʼeredità delle Autorità
territoriali dʼambito, messe in
liquidazione e sostituite con legge
approvata a fine del 2010 da altri
organismi che non hanno ancora visto la
luce, si è fatta ancora più pesante:
soprattutto economicamente.
Lʼassessore per risolvere i problemi
economici si è affidato allʼesperienza del
ragioniere generale Enzo Emanuele,
nominato dirigente generale del
Dipartimento, che ha tentato di farsi
prestare un miliardo di euro dalla
banche: invano.
MISSION IMPOSSIBLE
Centorrino svolta a metà
Luci e ombre del nuovo sistema per i corsi
Mario Centorrino
MESSINA. Le risorse per la formazione professionale sono aumentate: ma non sono più tirate fuori dalla casse regionali. Arriveranno dallʼUnione europea. Gli enti accreditati contano 14 new entry e incasseranno una tariffa standard uguale per tutti per ogni ora
di docenza. I lavoratori potrebbero lievitare un esercito già eccessivamente nutrito. Mentre i progetti di formazione, secondo la denuncia di Confindustria Sicilia, continuano a non tenere conto delle
reali esigenze del mercato del lavoro ma sono funzionali alle esigenze degli enti. La rivoluzione del settore Formazione professionale che Raffaele Lombardo ha affidato al docente di Economia,
Mario Centorrino, si è concretata dopo due anni di polemiche e con
unʼinchiesta della Procura della Corte dei conti in corso, in una giornata di marzo del 2012, quando è stata presentata lʼOfferta forma-
pagina 7
tiva del 2012. Eʼ parso a tutti chiaro ascoltando Ludovico Albert,
dirigente generale dell Dipartimento che pure parla di “considerevole discontinuità col passato”, che la rivoluzione rischia di alimentare il clientelismo, fatto di assunzioni ad hoc, in cui da anni squazzano politici e sindacalisti. «Dʼora in poi sarà finanziato il progetto dice il direttore della Formazione - e non conterà più il numero di dipendenti della società, cui sarà data una somma che sarà costretta ad amministrarsi in maniera responsabile, cosa che finora non è
mai successa. In questo modo gli enti diventano imprese e ci penseranno due volte prima di assumere senza criterio». A rientrare
nella graduatoria sono sempre gli stessi enti del passato. «È stato
un bene - commenta Claudio Barone, segretario siciliano della Uil si è evitato un dramma sociale». Sono 4mila i dipendenti della formazione in cassa integrazione: «Se gli enti storici fossero stati esclusi e se ne fossero scelti altri, il risultato sarebbe stato una macelleria sociale da un lato e un nuovo stipendificio dall'altro», aggiunge
Barone. In tutto, l'Unione europea metterà sul piatto oltre 800 milioni di euro, ripartiti in tre anni. E poi? (M.S.)
Politica
23 MARZO 2012
UNA CARRIERA
NEI TRIBUNALI
Lʼincompatibilità di
Buzzanca nel doppio
incarico da sindaco di
Messina e deputato regionale, è stata sancita dalla Corte costituzionale nel 2010. Un
anno dopo, la Consulta si è pronunciata
contro una legge, votata dallʼArs, secondo
la quale pur in presenza di incompatibilità
sancita per legge, sarebbero stati comunque necessari i tre gradi di giudizio di fronte
ad un tribunale civile
perchè la decadenza
potesse colpire.
Lʼeventuale perdita
dallo scranno allʼArs
sarebbe la seconda
collezionata dal nutrizionista barcellonese,
già eletto nel 2006 e
decaduto a causa di
una condanna per peculato che, tre anni
prima, gli era costata
la poltrona da sindaco.
PALERMO. Il tribunale del capoluogo decide: niente più Ars per il sindaco di Messina
Buzzanca decade ancora
Perde la poltrona di deputato regionale in ottemperanza alla sentenza della Corte Costituzionale
che aveva dichiarate incompatibili le due cariche. Ma proporrà ricorso in appello. A meno che...
DI ALESSIO
CASPANELLO
PALERMO. La sentenza era scontata.
Presidente Francesco Caccamo,
relatrice Marinella Laudani, la prima
sezione civile del tribunale di Palermo
ha depositato la sentenza che dichiara
la decadenza di Giuseppe Buzzanca
da deputato regionale in virtù
dellʼincompatibilità, sancita dalla Corte
Costituzionale, tra le cariche di
parlamentare regionale e primo
cittadino di Messina. Ancora una volta.
BUZZANCA DECADE ANCORA... Ci
aveva provato, il sindaco di Messina, a
resistere. Marcello Scurria, legale di
fiducia di Buzzanca, aveva
preliminarmente sollevato
lʼinammissibilità del ricorso inoltrato da
Antonio DʼAquino, primo dei non eletti
che entrerà allʼArs al posto di
Buzzanca, in quanto proposto
tardivamente. Unʼeccezione che la
corte ha ritenuto di non dover prendere
in considerazione, insieme alla
“litispendenza” con un altro giudizio
instaurato da un altro elettore nei
confronti di DʼAquino stesso, motivo per
il quale Scurria aveva chiesto la
sospensione del giudizio in attesa che
si risolvesse quello pendente. A questa
Antonio Catalioto
centonove
richiesta, la corte ha risposto
rigettandolo, “non ricorrendone i
presupposti di legge”. Come ultima
mossa, il legale di Buzzanca aveva
“azzardato” la richiesta di rigettare nel
merito il ricorso di DʼAquino,
patrocinato da Antonio Catalioto, “con
il favore delle spese. Il collegio
giudicante, invece, non solo ha accolto
il ricorso, togliendo a Buzzanca la
poltrona a palazzo dei Normanni, ma gli
ha anche appioppato seimila euro di
spese legali.
...MA NON SʼARRENDE. La sentenza
non era stata depositata che da appena
qualche minuto, che già Marcello
Scurria aveva annunciato ricorso. “La
decisione del tribunale di Palermo - ha
spiegato Scurria per motivare il ricorso
in appello - era ampiamente scontata
perché coerente con quella di sollevare
a suo tempo la questione di
costituzionalità. La non condivisione
delle motivazioni nonostante il formale
rispetto della sentenza - ha concluso non può che determinare una richiesta
di riesame dinnanzi al giudice di
appello". La questione della decadenza
di Buzzanca da palazzo dei Normanni
si era incagliata due mesi fa sulla
decisione “pilatesca” della
commissione di verifica dei poteri
dellʼArs. “Quello di parlamentare
regionale e di sindaco non è un doppio
incarico, è una doppia legittimazione
popolare”, ha sempre affermato
Buzzanca. E la commissione di verifica
dei poteri dellʼArs, che aveva il potere
(ed i numeri) per scalzarlo dalla
poltrona di palazzo dei Normanni, ha
dato per buona la sua interpretazione,
votando lo stop allʼiter di decadenza
interno allʼassemblea regionale
siciliana proprio perchè pendente al
tribunale di palermo cʼera il ricorso che
si è deciso giovedi 22 marzo.
SALVO COMPLICAZIONI. Se la
poltrona sulla quale Buzzanca si
accomoda a Palermo è ormai “ad
orologeria” (scontato lʼesito
dellʼappello, per il quale sarà
necessario attendere comunque più o
meno due mesi), quella da sindaco di
Messina sembra al riparo da eventuali
scossoni, almeno fino ad ottobre, mese
in cui le voci di corridoio danno
Buzzanca per dimissionario. Per
presentarsi in condizioni di eleggibilità
alle elezioni politiche di primavera del
2013, infatti, è necessario che
Buzzanca abbia abbandonato la carica
di sindaco da almeno sei mesi. Il suo
posto a Roma è tenuto “in caldo”.
REAZIONI
Il Pd affonda il colpo
...e c’è un giudizio ancora pendente in Corte d’Appello
Giuseppe Grioli
MESSINA. La prima delle reazioni alla sentenza di decadenza di
Buzzanca è arrivata praticamente in tempo reale, ed è firmata Giuseppe Grioli, segretario cittadino del Pd di Messina. “Il pronunciamento del Tribunale di Palermo che dichiara decaduto Buzzanca dalla carica di deputato regionale dovrà suggerire al Sindaco di Messina di porre fine a questa assurda vicenda. Buzzanca è incompatibile, ed è rimasto lʼunico in Italia a resistere nel suo doppio ruolo, al solo fine di raggiungere lʼultimo grado di giudizio e avere la conferma
di ciò che la Corte Costituzionale ha dichiarato in una sentenza - sottolinea lʼesponente del Pd - La logica di rimanere attaccato il più possibile alle due poltrone, getta discredito sulle istituzioni e sullʼimmagine della città di Messina in Italia”. Stesso tenore per Salvatore
Mammola, segretario cittadino di Italia dei Valori: “È palese per tutti
pagina 8
che un deputato regionale non possa ricoprire nello stesso tempo la
carica di Sindaco; per tutti tranne che per il Sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca”. Idv ha presentando una richiesta dʼintervento al
Prefetto Francesco Alecci ed una interrogazione parlamentare al ministro dellʼInterno Cancellieri. “Per dovere di cronaca - sottolinea
Mammola - le sentenze a suo sfavore sono diventate sei, tre della
Corte costituzionale, una del Tribunale di Messina, una della Corte dʼAppello di Messina ed una del Tribunale di Palermo. E potrebbero aumentare. A dicembre, infatti, la Cassazione ha rinviato alla
corte dʼAppello di Messina il ricorso con il quale Giuseppe Rodi ne
aveva chiesto la decadenza da sindaco. In questo caso, lʼudienza
non è ancora stata fissata. E se per quanto riguarda la sentenza del
tribunale civile di Palermo per la decadenza dallʼArs Buzzanca ha la
facoltà (della quale il suo legale ha confermato volersi avvalere) di
ricorrere in appello, per la seconda, ovvero il ricorso a Messina per
la decadenza da sindaco la sentenza, che dovrebbe essere scontata dato il pronunciamento della Consulta sullʼincompatibilità delle due
cariche, sarà immediatamente esecutiva. (A.C.)
centonove
Politica
23 MARZO 2012
A TU PER TU. Revocati i domiciliari all’ex coordinatore del Pdl. Che racconta l’esilio
Ascom, Corona...di spine
Prima il carcere e poi in casa. In tutto 105 giorni senza la libertà ma con il conforto di moglie,
figlie e tanta fede: «La mia colpa? Offrire agli altri. La condotta della società in città è ineccepibile»
DI GIOVANNI FRAZZICA
MESSINA. Roberto Corona, classe
1946, sessantacinque anni vissuti
intensamente, tranne centocinque giorni
trascorsi con sofferenza per una
situazione che, man mano che si
chiarisce, assomiglia sempre più ad una
vicenda kafkiana. Un incubo che affonda
le sue radici nella realtà e che, per
essere fugato, richiederà tanto tempo,
tanta pazienza nelle aule giudiziarie. Ma,
nellʼimmediato, ciò che conta per
Corona, per la sua famiglia, che lo ha
sostenuto in tutti questi mesi con tutto
lʼamore possibile e per i suoi amici, che
hanno creduto in lui e gli sono rimasti
accanto, è il suo ritorno alla libertà. A
questo ha fatto seguito la presa dʼatto
dellʼAssemblea Regionale Siciliana che
ha deciso il suo reintegro con decorrenza
17 Marzo, giorno della cessazione degli
arresti domiciliari. Lʼincontro con Corona
è domenica mattina, allʼuscita della
messa delle 11 davanti alla Chiesa di
Santa Eustochia. Eʼ accompagnato dalle
figlie e da alcuni amici fidati, che hanno
deciso di condividere con lui
lʼappuntamento religioso domenicale. Le
facce sono sorridenti, ma la gioia di tutti è
contenuta, forse perché troppo grande è
stata lʼamarezza che ha preceduto
questo momento di serenità. Nel tragitto
a piedi verso la sua casa, le figlie e gli
amici stanno a qualche passo di
distanza, lasciando lo spazio per una
conversazione privata che, di fatto,
diventa unʼintervista. «In tutta la mia vita,
mi sono assunto ogni responsabilità delle
mie scelte e delle mie azioni, sia in
ambito professionale, che in politica e nei
ruoli istituzionali ricoperti, facendo di ciò
una vera “ragione sociale” - dice Roberto
Corona, parlando di sé, anche in
relazione al suo metodo operativo - Ogni
qual volta un progetto è andato oltre la
mia persona richiedendo un lavoro di
squadra, ho coinvolto i miei amici,
IN LIBERTÀ. Roberto Corona
concedendo ampie deleghe e massima
fiducia, instaurando rapporti leali che, per
quanto mi riguarda, non ho mai tradito e
mai tradirò! Purtroppo non tutti gli uomini
agiscono in buona fede e rispettano gli
impegni assunti; per quanto mi riguarda,
invece, la fiducia è quella sensazione
rassicurante che ti accompagna, ignaro,
fino a quando non raggiungi la
consapevolezza di essere stato
pugnalato alle spalle, scoprendo i veri
confini della tua ingenuità».
Ma come avete fatto a trovarvi in una
situazione di questo genere?
«Per offrire agli altri sempre di più, mi
sono esposto come al solito in prima
persona, ma senza perseguire interessi
personali e non pensando ai rischi in cui
potevo incorrere. Chi svolge unʼazione
sociale può essere coinvolto, del tutto
inconsapevolmente, in spiacevoli
situazioni. Questo è quello che è
accaduto nel mio caso, trascinandomi in
una tragica vicenda giudiziaria. Mi sono
speso per offrire “una marcia in più” alle
piccole e medie imprese e per agevolare
il difficile accesso al credito bancario. Per
questo sono stato coinvolto ed accusato
di reati che non ho mai commesso,
essendomi sempre mosso nel rispetto
della legalità. Tengo a precisare che i
presunti reati che mi vengono contestati
non si riferiscono a condotte riconducibili
al mio ruolo politico: non ho mai ricevuto
finanziamenti illeciti, non ho mai
concorso nella realizzazione di attività
illecite e men che legali. Il processo
servirà per far accertare la verità storica
e stabilire le vere responsabilità. Nutro la
massima fiducia nella Magistratura e,
convinto della mia innocenza, sono
sicuro che lʼavvocato Favazzo confuterà,
nelle competenti sedi di giudizio, ogni
accusa a mio carico, ottenendo la mia
piena assoluzione».
Programmi per il futuro?
«Tornato libero, dopo questo lungo
periodo, provato fisicamente e
psicologicamente da questa brutta
esperienza, finalmente la mia vita
riprende pienamente. Nonostante tutto,
mi sento rafforzato grazie allʼaffetto
degli amici autentici e continuerò ad
assicurare la mia presenza nel lavoro,
nel campo sociale ed istituzionale,
come sempre solo al servizio degli altri.
In merito alle contestazioni sono
tranquillo e la documentazione in mio
possesso è chiara: dallʼindagine
condotta dalla Guardia di Finanza è
risultata la netta distinzione tra lʼattività
della sede dellʼAscom Finance di
Messina e quella della unità locale di
Roma, con la quale cʼerano solo
accordi commerciali ufficiali e pubblici,
con delega a svolgere attività
assolutamente autonoma, con
assunzione piena di responsabilità, nel
rispetto del mandato ricevuto e, prima
ancora, della normativa di settore. Sia
nel mio lavoro che in politica sono stato
sempre attento, tenendo
comportamenti trasparenti e rispettosi
della legge. Non ho mai ceduto dinanzi
a facili lusinghe nè a “tentazioni” di
alcun genere. Il mio patrimonio, come
accertato anche dalle più recenti e
severe verifiche, è costituito dai miei
redditi di lavoro, dichiarati e pubblicati».
Oltre la famiglia, oltre gli amici, chi ha
avuto ruolo in questi 105 giorni di
difficoltà?
«La Fede. Io sono profondamente
cattolico, nei momenti più difficili della
mia vita la fede religiosa mi ha dato
grande conforto ed ha illuminato i miei
passi. Da oltre 40 anni, impegnato in
politica e nel sindacato, ho sempre
lavorato per il bene comune ed il mio
alto senso morale ed il profondo
rispetto della legalità, prima di tutto ed
ad ogni costo, mi consentirà di uscire
anche da questa brutta vicenda a testa
alta, rafforzato sul piano della credibilità
e dellʼonestà!».
CONSEGUENZE
D’Aquino, addio all’Ars
È durato solo due mesi il ritorno in Assemblea
Antonio D’Aquino
MESSINA. Si chiuderà tra giovedì 22 e lunedì 26 lʼesperienza di
deputato regionale in questa legislatura di Antonio DʼAquino. Tra
le due date, infatti, si terrà la seduta dʼaula per il reintegro di Roberto Corona del Pdl, la cui sospensione è venuta meno con la
revoca degli arresti domiciliari ordinati nellʼambito di una inchiesta su false polizze e fidejussioni dellʼAscom Finance. Con il rientro, il Movimento per le Autonomie perderà il deputato in più che
aveva guadagnato. DʼAquino, infatti, aveva indossato recentemente la casacca del Mpa dopo essersi presentato alle elezioni
con il Pdl (era risultato il primo dei non eletti). La sua esperienza
allʼArs, iniziata a metà gennaio, si è conclusa dopo due mesi esatti. Al politico non resta che attendere lʼesito del ricorso contro la
doppia carica di Giuseppe Buzzanca, che ha visto decadere in pri-
pagina 9
mo grado al Tribunale di Palermo lʼonorevole del Popolo delle Libertà e sindaco di Messina. «Sono sicuramente contento, innanzitutto dal punto di vista umano, della cessazione degli arresti domiciliari per il collega Roberto Corona e della presa dʼatto dellʼAula
comunicata dal presidente di turno», dichiara il capogruppo del
Pdl allʼArs, Innocenzo Leontini. Che aggiunge: «Aspettiamo ora
che possa riprendere sul serio il proprio iumpegno parlamentare,
cioè che possa dimostrare, come del resto Corona ha già dichiarato, la propria estraneità ai fatti che gli vengono imputati. E, per
questo esprimo fin da subito la mia piena fiducia nellʼoggettivo
operato della Magistratura». Lʼinchiesta della Procura di Roma
che ha colpito Corona riguarda alcune operazioni sospette riconducibili alla Fingeneral spa, poi fallita nel marzo del 2010, e alla
Ascom, il cui rappresentante legale su Roma (Fabio Calì), attraverso lʼemissione abusiva di polizze, raccoglieva “ingenti somme
di denaro, successivamente destinate ad investimenti economici
e immobiliari, oltre che a esigenze personali, compiendo azioni di
distrazione fraudolenta”.
Politica
23 MARZO 2012
IL SINDACO. Roberto Visentin
IL SINDACO. Roberto Visentin
NEL CAOS. La doppia scheda per sindaco e consiglieri frammenta le candidature
Disgiunti alle elezioni
Da Agrigento a Trapani, proliferano le alleanze e si moltiplicano gli aspiranti primi cittadini.
A Palermo, la discesa in campo di Orlando lacera il Pd appena ricompattato su Ferrandelli
DI ALIDA AMICO
PALERMO. Il blitz Il prossimo 6 e 7
maggio, si voterà in 149 Comuni. Tra cui 3
capoluoghi: Palermo, Agrigento e Trapani.
Per la prima volta si voterà con il nuovo
sistema, che prevede che lʼelettore debba
manifestare espressamente il voto sia per
il candidato sindaco che per i consiglieri.
Per cui non si verificherà più il cosiddetto
effetto “trascinamento “ della lista nei
confronti del candidato sindaco. La “novità
“ introdotta nella normativa regionale,
probabilmente sta giocando un ruolo
decisivo nella ulteriore “frammentazione”
di candidature, a destra come a sinistra.
Infatti, il nuovo sistema elettorale sganciando i candidati sindaci dalle liste favorirà la elezione anche con percentuali
di consensi irrisorie. Da qui, insomma, la
“corsa” allʼarrembaggio dei candidati, e la
proliferazione di liste civiche. Per cui sarà
un rompicapo analizzare le dinamiche e
nei Comuni, allʼindomani del responso.
DIVISI ALLA META. Il leit motiv che sta
segnando un poʼ ovunque la competizione
amministrativa, sono soprattutto le
“lacerazioni” interne ai partiti tradizionali.
Ed il debutto di una marea di liste civiche e
di candidati sindaci espressione della
società civile (dietro cui i partiti, tentano di
camuffare il loro scarso appeal tra gli
elettori). Da Palermo ad Agrigento, da
Trapani a Nicosia, il panorama non
cambia. Nel capoluogo siciliano, il
candidato del centro sinistra vincitore delle
contrastate “primarie”, Fabrizio
Ferrandelli, ex capogruppo di Idv a
Palazzo delle Aquile - nonostante tra i suoi
sponsor avesse inizialmente lʼarea del Pd
(che fa capo a Cracolici-Lumia ed
Innovazione) ed oggi lo stia appoggiando
lʼintero partito democratico - ha sempre
rivendicato di essere espressione dei 39
movimenti civici palermitani. Mentre i due
principali partiti del centro destra, il Pdl di
Angelino Alfano ed il Grande Sud di
Gianfranco Miccichè, a Palermo
avrebbero ritrovato lʼintesa, puntando (con
lʼUdc di Giampiero DʼAlia), sul giovane
presidente regionale del Coni, Massimo
Costa. Scippato in corner ad un Terzo
polo palermitano, anchʼesso svaporato:
Mpa, Fli, lʼMps e “Palermo Avvenire”
(sponsorizzato dallʼassessore regionale
Massimo Russo), sostengono il deputato
regionale “finiano” Alessandro Aricò. Ma
ad uscire a pezzi dal confronto
preelettorale - dopo la infinita e lacerante
“telenovela” delle primarie - è soprattutto il
centro sinistra palermitano: dove Leoluca
Orlando (Idv) ha deciso di scendere in
campo in contrapposizione a Ferrandelli,
sul quale invece si è ricompattato il Pd.
AGRIGENTO. Nella città dei Templi, la
frammentazione investe sia il centro destra
che il centro sinistra. La “Grande
coalizione” che abbraccia il Pd, Mpa, Api,
Fli è ancora alla ricerca di un candidato
unitario (tra i nomi in circolazione, figura
anche quello del presidente dellʼordine
degli avvocati, Nino Gaziano). Mentre Idv,
Sel e Rc, punteranno su Giampiero Carta
(Idv), designato dalle primarie (in cui a
sorpresa, è stato scalzato lʼex deputato
regionale Lillo Miccichè, attuale
coordinatore provinciale di Sel). LʼUdc,
insieme alla lista “Patto del territorio” (che
alla Provincia conta 8 consiglieri), sosterrà
centonove
invece il sindaco uscente Marco
Zambuto. Mentre il candidato di Epolis,
Totò Pennica, potrebbe mettere
dʼaccordo, allʼombra dei Templi, i due
“gemelli diversi” un tempo entrambi di Fi:
Angelino Alfano e Michele Cimino.
TRAPANI. Nel capoluogo, il centro destra
(Pdl e Grande Sud) andrà alle urne diviso.
Il partito di Miccichè (insieme ad Udc ed
Mpa), candida lʼex deputato Peppe
Maurici. «Mettiamo al centro i bisogni dei
cittadini - commenta il coordinatore
provinciale di Grande Sud Toni Scilla - e
lo potremo fare se abbiamo un progetto
che ci collega nel 2013 alle elezioni
regionali e nazionali». Mentre il
coordinatore provinciale del Pdl trapanese,
il senatore Antonio DʼAlì, sponsorizza la
candidatura solitaria di Vito Damiano, ex
generale dellʼArma (in pensione). Intanto, il
Pd trapanese è in panne dopo la rottura
con i partiti della Grande coalizione (che si
starebbe tentando di ricucire, attorno alla
candidatura del soprintendente
Sebastiano Tusa). Tra i democratici,
restano forti le lacerazioni scatenate nella
vicina Marsala (dove sostengono la
candidata dellʼUdc, Giulia Adamo). «Si è
svenduta lʼanima del Pd», ha attaccato lʼex
segretaria del circolo democratico
marsalese, Annamaria Angileri, decisa a
candidarsi. Unica eccezione, Alcamo.
«Dove il centro sinistra unito - preannuncia
soddisfatto Massimo Fundarò,
presidente regionale di Sel - sosterrà il
medico Sebastiano Bonventre, ex
assessore del sindaco uscente Scala».
Anche nei 9 Comuni della provincia di
Enna - tra cui Nicosia e Barrafranca centro sinistra e destra, correranno
sparpagliati. Divisi Pdl e miccicheiani. «Il
Pdl - sostiene Giampiero Cortese,
dirigente regionale di Grande Sud - sta
presentando ovunque liste civiche insieme
al Pd. Mentre noi presenteremo nostri
candidati: a Nicosia, Sergio Malfitano ed
a Nissoria, lʼex sindaco Salvatore
Rinaldi».
CALTANISSETTA. Anche nel nisseno
fervono le trattative, per scongiurare la
frammentazione delle candidature. Ma
sembra scontata la frattura nel centro
destra, a San Cataldo: dove Pdl e Fli,
sosterranno lʼavvocato Gianluca Amico. Il
partito di Miccichè andrà per la sua strada.
Faticosa impresa dialogare con il patron
del Pdl nisseno, il deputato sancataldese
Alessandro Pagano. «Il nostro problema,
non è la base del Pdl - riconosce Michele
Mancuso, presidente del consiglio
provinciale in quota Grande Sud - ma la
classe dirigente e lʼattuale deputazione di
questo partito».
INIZIATIVE
Fli presenta il Codice Etico
Procedure “blindate” per le liste di Aricò
PALERMO. Per le amministrative di Palermo, Futuro è Libertà
pianta i paletti sulle procedure che intende seguire. Paleti che saranno annunciati oggi (venerdì 23 marzo, ndr) alle ore 12 presso
la sede del comitato elettorale di Alessandro Aricò (via Archimede,
190) durante la conferenza stampa per la presentazione del Codice Etico. Parteciperanno il coordinatore del partito in Sicilia, Carmelo Briguglio, il vice coordinatore nazionale, Fabio Granata e
il tesoriere e candidato capolista al consiglio comunale di Palermo,
Nino Lo Presti, il candidato sindaco Alessandro Aricò e tutti gli
altri candidati nella lista del partito di Gianfranco Fini.
Futuro e Libertà, in attesa che il Parlamento approvi norme rigorosissime per contrastare il dilagante fenomeno della corruzione,
consapevole della penetrazione della criminalità organizzata in
pagina 10
molti settori della vita pubblica italiana su tutto il territorio nazionale e in prospettiva dellʼimportante tornata elettorale che riguarderà
il rinnovo di numerosissime, grandi e piccole, amministrazioni pubbliche e che chiamerà al voto oltre 11 milioni di italiani, rilancia il
Codice Etico approvato allʼunanimità dalla Commissione parlamentare Antimafia, impegnandosi a farlo rispettare non soltanto
per la formazione delle liste con il contrassegno del partito ma anche di quelle a sostegno dei candidati a sindaci sostenuti da Futuro e Libertà ad iniziare dalla città di Palermo. Il codice, una volta
sottoscritto, impegna Futuro e Libertà al suo pieno rispetto e il partito si servirà anche dei filtri istituzionali delle Prefetture per passare al vaglio i nomi inseriti nelle liste impegnandosi fin da ora ad utilizzare lo stesso metodo, che non si ferma allʼesistenza di condanne
passate in giudicato, ma va ben oltre anche alle figure che comporranno le giunte delle città e ad eventuali collaboratori esterni e
consulenti. Futuro e Libertà si impegna, nel rispetto del meccanismo dello spoils system, di creare analogo monitoraggio sui vertici e sui componenti delle burocrazie istituzionali. (A.A.)
centonove
Politica
23 MARZO 2012
IN PISTA. L’avvocato penalista lanciato da Epolis sarà sostenuto da Pdl e Grande Sud
Pennica sveglia Agrigento
Di formazione democristiana, ha posto alcuni paletti prima di accettare: «Niente tessere di partito,
nessun’altra candidatura o turn-over in giunta». Sulla sua strada, il collega e “nemico” Arnone
AGRIGENTO. Ha 47 anni, ed è uno degli
avvocati penalisti più in voga nella città dei
Templi. Un moderno “principe del foro”,
Totò Pennica. Figlio della buona
borghesia agrigentina, padre architetto e
madre docente al liceo (entrambi
scomparsi), incarna il “volto nuovo” che si
candida alla poltrona di Palazzo dei
Giganti. Eʼ lui il candidato di un pezzo della
società civile agrigentina che si raccoglie
nel neo movimento cittadino Epolis:
acronimo di etica, politica e solidarietà. A
sostenerlo saranno anche i due maggiori
partiti del centrodestra: il Pdl di Angelino
Alfano ed il Grande Sud di Michele
Cimino (vice coordinatore regionale del
partito di Miccichè). Il Pdl agrigentino ha
infatti rinunciato a correre con un proprio
candidato di bandiera. Il candidato nei
giorni scorsi ne aveva abilmente
predisposto il terreno. «Intanto, niente
rifiuto della politica», aveva sottolineato.
Ma aspirazione al ritorno di quella «vera e
seria, legata agli ideali ed ai problemi della
comunità». Dopo discussioni «franche,
leali e generose» svoltesi nel salone
dellʼhotel Pirandello di via Giovanni XXIII il cui titolare è uno dei fondatori del
movimento Epolis - un pezzo di società
civile e delle professioni, gli ha consegnato
la “sfida”: farsi avanti e guidare la battaglia.
Nel suo lʼappello agli agrigentini, Pennica li
ha esortati a “concorrere insieme” per un
“progetto nuovo di città”. Ed a fare “buona
politica” abbandonando “logiche di
clientela, di tatticismi politici, di esigenze di
segretari di partito”. I capisaldi dellʼazione
amministrativa saranno lʼetica, la dignità
della persona umana, il bene comune.
Con lʼimpegno a mettere come primi punti
dellʼazione amministrativa, il problema del
“lavoro e della disoccupazione giovanile,
del centro storico, del decoro urbano e
della viabilità, dei quartieri satellite”. Ma il
“Pennica pensiero” detta altre “condizioni”
alla politica che lo sosterrà. Lʼimpegno è di
non prendere tessere di partito, né di
candidare il sindaco Pennica ad altre
competizioni elettorali, ed a non cambiare
DAL FORO ALLE AMMINISTRATIVE. Salvatore Pennica
la squadra di assessori. «La mia
candidatura è, e deve rimanere con questo
carattere, con questo imprinting». Già,
perché il candidato della società civile
agrigentina è stato molto “corteggiato”
anche dal centro sinistra. E se la “Grande
coalizione” con Roberto Di Mauro (Mpa)
e Angelo Capodicasa (Pd) gli ha voltato
in corner le spalle, è stato solo per ragioni
di “galateo” politico: non potevano
imbarcarsi con il “berlusconiano” Alfano
proprio nella sua città.
LO SCONTRO CON ARNONE. A fargli la
“guerra” è il consigliere comunale
ambientalista del Pd Peppe Arnone,
anche lui avvocato ed in pista per la
poltrona di primo cittadino. Che gli ha
cucito addosso il cliché di “avvocato dei
capimafia”, visto che negli ultimi 15 anni,
tra i suoi clienti, Pennica annovera la
“crema” del gotha mafioso agrigentino:
boss del calibro di Gerlandino Messina e
Gaetano Fragapane. «Ma tra i miei clienti
abbondano anche colletti bianchi argomenta Pennica - pubblici
amministratori e funzionari dello Stato. Il
mio motto è stato per tutti sempre lo
stesso: garantire il massimo della
riservatezza e del servizio professionale.
Ho messo sempre, tra me ed il mio
assistito, chiunque esso fosse, la scrivania
e la parcella. Io faccio lʼavvocato penalista
ad Agrigento e non ad Abbiategrasso: il
bacino di utenza è quello. Però sono
orgoglioso di un fatto: che in 12 anni non
sono mai venuto meno alle norme
deontologiche del mandato professionale,
pur avendo offerto assistenza legale a dei
latitanti di estremo spessore criminale».
Ma una caustica graffiata, Pennica non la
risparmia ad Arnone. «Comunque, da
avvocato non ho mai avuto una indagine
da parte della Procura della Repubblica
per avere picchiato una cliente nello
studio. E neanche unʼindagine preliminare,
come Arnone, per estorsione nei confronti
della propria cliente».
MILITANZA DC. Del suo passato di
giovane cattolico impegnato in politica,
Pennica va orgoglioso. Risale a quegli
anni lʼimpegno nel movimento giovanile
della Dc. «Quando frequentavo la facoltà
di Giurisprudenza a Palermo, mi candidai
al cda dellʼOpera universitaria, come
rappresentante degli studenti in una lista
di cattolici democratici in cui
convergevano anche i giovani di
Comunione e Liberazione: e sono
succeduto a Saverio Romano. Mentre
cʼera un segretario provinciale del
movimento giovanile dc agrigentino che
si chiamava Angelino Alfano». Poi, nel
ʻ93, quando la Dc comincia dissolversi,
abbandona la politica.
FORMAZIONE CATTOLICA. «Mi sono
laureato ed ho aperto lo studio il giorno
dopo dellʼabilitazione, grazie ad un
prestito di 18 milioni che mia madre
ottenne dalla banca. E che dopo 6 mesi
si era già pagato, perché ho avuto la
fortuna di iniziare lʼattività con il primo
incarico professionale in Corte dʼAssise».
Pur essendo cattolico di formazione
(«Sono contro il divorzio e lʼaborto:
ritengo sia giusto dare sepoltura, ad
esempio, ai soggetti che decidono di
abortire»), ha una visione laica e
“sturziana” della politica («che è rispetto
anche per chi non è cristiano, ed è
ateo»).
IL FALLIMENTO ZAMBUTO. La molla
che lo spinge a candidarsi in queste
elezioni? «La delusione - risponde - per
lʼesperienza dellʼamministrazione
Zambuto». Che negli anni dellʼuniversità,
lui conobbe nel movimento giovanile Dc
(«Era uno dei giovani più brillanti, dopo
Angelino Alfano»). «Era brillante nel fare
campagna elettorale e politica e 5 anni fa
ho investito anchʼio sul suo progetto.
Prendo atto del fallimento amministrativo
di Zambuto. Anche se nei suoi confronti
nutro affetto e gli voglio molto bene». Cosa
farebbe il “sindaco Pennica” nei primi 30
giorni? «Tre cose: intanto asfalterei le
strade, poi abbatterei tutte le barriere
architettoniche, per rendere la città più
vivibile da parte dei disabili. Ed infine,
metterei subito mano al bilancio, per fare
una programmazione seria, ed intercettare
tutti i finanziamenti possibili». (A.A.)
NUOVE NORME
Non si vota in due province
Slittano le consultazioni a Ragusa e Caltanissetta
Caterina Chinnici
PALERMO. Saltano “per legge” due importanti consultazioni siciliane della prossima tornata di amministrative. L'assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina
Chinnici, ha infatti firmato il decreto con il quale vengono revocate le elezioni nelle Province regionali di Ragusa e Caltanissetta. La decisione è la conseguenza della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana di venerdì 16 della legge contenente le nuove norme sulle funzioni e gli organi di governo delle Province, approvata dall'Ars il 29 febbraio scorso. La normativa, così come a livello nazionale, attribuisce alle Province regionali funzioni di indirizzo e coordinamento e rinvia l'adozione di una
riforma organica a un successivo disegno di legge, da predisporre entro il 31 dicembre 2012.
pagina 11
Motivo per cui, in attesa del varo della legge di riforma, è sospeso il rinnovo degli organi provinciali in scadenza quest'anno. In
questa direzione, è stato modificato il decreto dello scorso 6 marzo con il quale erano stati indetti i comizi elettorali anche nelle due
Province. In particolare, a Ragusa si procederà al commissariamento di presidente, giunta e consiglio. A Caltanissetta proseguirà, invece, l'attuale gestione commissariale di presidente e
giunta, mentre il consiglio provinciale resterà in carica. Il 6 e 7 maggio (eventuale ballottaggio il 20 e 21) si voterà, quindi, in 149 comuni e 14 consigli circoscrizionali. Interessati alla consultazione
saranno poco più di 2 milioni di siciliani. I capoluoghi ad andare alle urne saranno: Palermo, Agrigento e Trapani.
La nuova legge modifica in parte il sistema precedente, introducendo la sostanziale novità che il voto espresso dall'elettore per
la lista dei candidati al consiglio comunale non si estende al candidato sindaco cui la stessa è collegata e viceversa (cosiddetto effetto trascinamento). Questo comporterà che l'elettore deve manifestare espressamente il proprio voto.
Politica
23 MARZO 2012
IL SINDACO. Roberto Visentin
SENTENZE. Il consigliere provinciale del Pd rimane in sella nonostante un giudizio del Tar
Castoro, poltrona blindata
I giudici amministrativi hanno dichiarato inammissibile il ricorso che bloccava la decadenza
dell’esponente del Pd accolto in precedentemente. Ma hanno concesso una sospensiva
VALGUARNERA CAROPEPE. La
vicenda è alquanto eclatante. Grazie al
verdetto del Tribunale amministrativo di
Catania, il consigliere provinciale
Giuseppe Castoro di Valguarnera
Caropepe - in quota Pd e vicino al
senatore Mirello Crisafulli - è riuscito
finora a restare sulla sua poltrona. Sono
stati i giudici della prima sezione del Tar
etneo - nella sentenza del 24 febbraio dei
magistrati Biagio Campanella,
Francesco Bruno e dal neo presidente
del collegio, Salvatore Schillaci - a
dichiarare “inammissibile per difetto di
giurisdizione” lʼordinanza emessa un anno
e mezzo fa dallo stesso Tribunale
amministrativo catanese. Che il 30 agosto
del 2010 aveva sospeso la convocazione
del consiglio provinciale ennese, che
avrebbe dovuto dichiarare il Castoro
“decaduto” dalla carica consiliare.
I RILIEVI DELLA PREFETTURA. Anche
perché, la Prefettura di Enna, guidata da
Giuliana Perrotta, aveva rilevato che
nella consultazione elettorale del giugno
2008 Castoro era “incandidabile” (in base
allʼarticolo 58 del Testo Unico degli enti
locali), in quanto destinatario di una misura
di prevenzione, comminata dallʼautorità
giudiziaria, per presunta appartenenza ad
associazione di tipo mafioso. Dopo un
lungo braccio di ferro con lʼassessore
regionale alle Autonomie Locali, Caterina
Chinnici - che ritenendo “nulla” lʼelezione
aveva intimato al consiglio di pronunciarsi
sulla sua decadenza dalla carica di
consigliere (minacciando di spedire un
commissario ad acta) - il Tar di Catania, su
ricorso presentato dallo stesso Castoro
(difeso dagli avvocati etnei Agatino
Cariola e Carmelo Floreno), aveva
“stoppato” lʼiniziativa dellʼAssessorato.
IL TAR “INCOMPETENTE”.
Concedendo a Castoro la cosiddetta
“sospensiva” cautelare. Che ha
congelato per oltre un anno e mezzo,
lʼinvalidazione della sua elezione. Solo
recentemente, infatti, lo stesso Tar di
Catania, a distanza di un anno e mezzo,
ha smentito sé stesso. Stabilendo nella
sentenza del 24 febbraio scorso, che il
ricorso presentato da Castoro era
“inammissibile per difetto di
giurisdizione”. Insomma, è stato
sbagliato ricorrere al giudice
amministrativo, ed il ricorso andrà
semmai riproposto davanti alla
giurisdizione ordinaria. La sentenza dà
ragione allʼAssessorato regionale alle
Autonomie locali, che, tramite
lʼAvvocatura dello Stato, costituendosi in
giudizio, aveva già preliminarmente
contestato la competenza del giudice
amministrativo.
IL CADEAU “SOSPENSIVA”. “Il
Collegio ritiene che lʼeccezione di
carenza di giurisdizione del giudice
amministrativo, come sollevata
dallʼAvvocatura dello Stato sia fondata riconoscono nella odierna sentenza i
magistrati del Tar etneo - e determini
lʼinammissibilità del gravame,
sussistendo in materia la giurisdizione
del giudice ordinario”. Solo che per
Giuseppe Castoro, il cadeau della
“sospensiva” - legata allʼordinanza del
Tar catanese (seppure incompetente) - è
stata una “manna” dal cielo. Che gli ha
consentito di continuare a sedere sui
banchi del consiglio provinciale quasi per
centonove
lʼintero mandato, visto che le elezioni
provinciali si svolgeranno nel 2013.
IN ODOR DI MAFIA. Già sottoposto a
misure di prevenzione per “gravi indizi”
circa la sua appartenenza alla famiglia
mafiosa di Valguarnera, in base
allʼarticolo 58 del Testo unico degli enti
locali, Giuseppe Castoro non avrebbe
potuto candidarsi nel 2008 alla carica di
consigliere provinciale. In quanto
avrebbe dovuto prima acquisire la
“riabilitazione”, sottoponendosi
preventivamente ad un ulteriore
procedimento giudiziario (da Castoro
completamente ignorato). Per ben 3
volte, invece, il consigliere provinciale
ennese (spalleggiato dallʼarea
“crisafulliana” del Pd), è riuscito a
dribblare la normativa ed a restare in
sella.
CONSIGLIO PRO CASTORO. La prima
volta, con una votazione “lampo” a
scrutinio segreto, svoltasi nel giugno del
2010, il consiglio provinciale bocciò la
richiesta di “decadenza” del
chiacchierato consigliere del Pd, con 15
voti “trasversali”. Sul responso pro
Castoro, già allora aleggiò lʼombra
dellʼ”inciucio” tra lʼopposizione di centro
sinistra e la destra. Nonostante la
“decadenza” del consigliere provinciale
democratico, venisse sollecitata in questi
anni da ben 3 organismi istituzionali : il
Ministero dellʼInterno (tramite lʼex
Prefetto di Enna Giuliana Perrotta),
lʼAssessorato regionale agli Enti Locali e
persino dallʼufficio legale della Provincia
di Enna - il Castoro è sempre rimasto in
sella.
LʼAUT AUT DI CHINNICI. Anche
quando il 12 agosto del 2010,
lʼassessorato regionale alle Autonomie
locali intimava nuovamente al consiglio
provinciale ennese di dichiararlo
decaduto, Castoro è riuscito ad ottenere
la cosiddetta “sospensiva” del
provvedimento assessoriale, dal
provvidenziale Tar di Catania, presieduto
da Vincenzo Zingales (oggi in
pensione). La sospensiva è sottoscritta
dallo stesso giudice relatore, Francesco
Bruno, che un anno e mezzo dopo (lo
scorso febbraio) ha dichiarato
lʼincompetenza giurisdizionale della
prima sezione del Tar (in cui è già stato
relatore). «Questa vicenda continua ad
essere scandalosa - commenta il
senatore del Pd Giuseppe Lumia della
Commissione antimafia - e merita
ancora una volta la massima attenzione
da parte di tutte le istituzioni, per porre
fine ad una presenza intollerabile in uno
stato democratico». (A.A.)
LE REAZIONI
Occhio all’assessorato
L’aula attende le mosse di Caterina Chinnici
VALGUARNERA CAROPEPE. «Attendo che la sentenza mi
venga notificata dallʼAssessorato regionale agli enti locali. Dopo di che, riprenderemo laddove abbiamo lasciato... Il Tar, un
anno e mezzo fa, con la sospensiva, ci impedì di revocare la
convalida delle elezioni. Che avevamo inserito nellʼordine del
giorno, in quanto diffidati a farlo dalla Prefettura e dallʼassessorato...». Massimo Greco, presidente del consiglio provinciale ennese in quota Pdl, resta in attesa di ricevere indicazioni da Palermo. «A noi non è stata notificata ancora nessuna sentenza...», replicano per il momento dagli uffici del Dipartimento delle Autonomie locali. Intanto, il “caso Castoro”continua a tenere banco, con il suo pedigree di “relazioni
mafiose” del chiacchierato consigliere democratico. Castoro,
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fedelissimo del senatore Crisafulli, più volte arrestato per associazione mafiosa (seppure assolto penalmente) è già stato
sottoposto a misure di prevenzione. Con lʼobbligo di soggiorno (per 4 anni poi ridotti a 3) nel vicino Comune di Aidone. Ha
subito anche la confisca della società Calcestruzzi “C.s.c. srl”
(in territorio di Piazza Armerina, intestata alla cognata). Aveva intrattenuto rapporti di affari con lʼavvocato di Barrafranca,
Raffaele Bevilacqua, capo di Cosa Nostra in provincia di Enna, e longa manus di Totò Riina. Alcuni “pentiti” avrebbero rivelato che durante un summit riservatissimo nella sua fattoria
di campagna, la crema della “cupola mafiosa” siciliana, avrebbe decretato la morte dei giudici Falcone e Borsellino. Giuseppe Castoro, originario di Valguarnera Caropepe, qualche
anno fa, alle ultime amministrative, aveva annunciato la sua
candidatura a sindaco del suo paese in quota Pd.Ma la sua
candidatura venne in corner ritirata, quando seppe della spada di Damocle della “incandidabilità” sollevata dalla Prefettura di Enna, nei suoi confronti. (A.A.)
centonove
Politica
8 AGOSTO 2008
A lato , le firme di Giovanna Restuccia:
a sinistra, prima dellʼestate, da coordinatrice
della segreteria. Da ottobre, come capoarea
del settore amministrativo.
In alto, il commissario liquidatore dellʼAto3
Antonio Ruggeri
MESSINA. Due ricorsi per Antonio Ruggeri: comportamento antisindacale e carriere “facili”
Ato3, piovono promozioni
Il commissario liquidatore si difende: “Tutto secondo legge”. Nel mirino finiscono gli avanzamenti
contrattuali. Ecco chi è passato di livello. E chi aspira ad arrivarci, facendo ricorso
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Non è un bel clima, quello che
si respira allʼAto3. nel giro di una decina di
giorni, lʼazienda dʼambito di via Cavalieri
della Stella è stata squassata prima
dallʼapertura di unʼinchiesta con lʼipotesi di
reato di peculato a carico del commissario
liquidatore Antonio Ruggeri per una
ventina di viaggi tra Messina e Falcone
(città in cui Ruggeri risiede dʼestate) con
lʼauto di servizio, e poi da un esposto per
“condotta antisindacale”. Destinatario?
Sempre lui, Antonio Ruggeri.
IL VESSATORE. A menare fendenti è la
Cgil, che tramite lʼavvocato Giacomo
Calderonio ha depositato un ricorso al
Tribunale del lavoro nel quale, in sostanza,
si accusa Ruggeri di comportamenti
discriminatori nei confronti degli iscritti alla
Cgil. “Tale avversione si manifesta in
diversi atti denigratori dell'organizzazione,
in atti che hanno il fine di colpire i lavoratori
aderenti e, più in generale, in atti che
appaiano avere il solo fine di non
consentire l'esercizio dell'attività sindacale.”
Quali sono questi atti? Aperta ostilità contro
gli iscritti al sindacato, con frasi “spesso
molto colorite e affermate con enfasi, sono
state pronunciate dinanzi a diversi
dipendenti, che sono stati
successivamente bonariamente invitati a
preferire un'altra associazione sindacale o
comunque a revocare l'adesione”. E poi ci
sono “atteggiamenti punitivi, quali
trasferimenti interaziendali immotivati e
repentini, spesso spostandoli da luoghi ove
svolgevano egregiamente, a detta di tutti,
le proprie mansioni per essere adibiti ad
uffici ove il lavoro appartiene ad
inquadramenti professionali inferiori”.
Vittime dei demansionamenti sono stati,
secondo lʼesposto, Anna David e
Antongiulio Pinzone, trasferiti la prima
dallʼarea amministrativa allʼarea tecnica nel
2009 ed il secondo dagli uffici
amministrativi della sede legale, dove si
occupava del protocollo, allʼisola ecologica
di Gravitelli. Ma siccome non cʼè due
senza tre, ecco che sul capo di Ruggeri
arriva unʼaltra tegola. E riguarda
promozioni interne. Una, in particolare.
PROMOZIONI SOTTO ACCUSA. A finire
nel mirino di un esposto arrivato in Procura
è Giovanna Restuccia, braccio destro di
Ruggeri e già oggetto di esposto quasi un
anno fa, quando i consiglieri Giuseppe
Melazzo e Nello Pergolizzi si accorsero
della strabiliante serie di promozioni
ottenute allʼAto3. Assunta come impiegata
di terzo livello nel 2007, in quattro anni
Giovanna Restuccia era arrivata alle soglie
della dirigenza, allʼottavo livello. Soglia che,
dai documenti che firma da qualche mese,
sembra avere oltrepassato. Se a giugno,
infatti, sui documenti dellʼAto3 Giovanna
Restuccia appariva come coordinatrice
della segreteria relazioni esterne, dalla fine
del 2011 (lʼesposto risale a dicembre), il
titolo sotto la firma riporta “capo settore
amministrativo”: capoarea, quindi. Il fatto
che Giovanna Restuccia abbia agito da
“facente funzione”, in realtà, non cambia
granchè i termini della questione, perchè lo
svolgimento di mansioni superiori per un
periodo di tempo continuato farebbe
comunque maturare un diritto da
rivendicare ai sensi di legge secondo la
prassi dello “jus variandi”. Vero è che la
pianta organica dellʼAto3 prevede un
capoarea, ma è altrettanto vero che
prevede che la figura sia ricoperta da un
“quadro”, inquadramento contrattuale che
Giovanna Restuccia non ha. O non aveva.
LA FURIA DI RUGGERI. Eʼ un Ruggeri
furioso quello che replica alle accuse.
“Come sempre, di essere oggetto di ricorsi
ed esposti lo apprendo dalla stampa. Poi continua sarcastico - non sapevo di dover
chiedere il permesso alla Cgil per
spostamenti interni allʼazienda che
amministro”. Con la Cgil, dʼaltra parte,
Ruggeri ha il dente avvelenato sin dalla
costituzione del sindacato a fianco di
Messinambiente contro lʼAto3 nel ricorso
presentato per far annullare lʼappalto
bandito dallʼazienda dʼambito per mettere a
gara i servizi di raccolta e spazzamento
oggi in capo a Messinambiente. Sulla
questione delle promozioni, Ruggeri mette i
puntini sulle “i”. “Si tratta di atti dovuti per
riconoscimento di mansioni svolte, ed è
tutto avvenuto nei termini di legge, come
sempre”, dichiara perentorio. Anche
perchè, Giovanna Restuccia è stata
beneficiata con un avanzamento ulteriore,
ma dentro lʼAto3 ci hanno provato in
parecchi a “saltare in avanti”.
E A NOI NIENTE? Il giorno di san
Valentino, sulla scrivania di Ruggeri
arrivano cinque notifiche, inoltrate da
Giacomo Calderonio, per altrettanti ricorsi
che chiedono il riconoscimento delle
mansioni svolte e un inquadramento
contrattuale superiore. Nicola Panarello,
sorvegliante, secondo il ricorso sarebbe
stato adibito “in maniera sistematica e non
occasionale” allʼarea tecnico
amministrativa, e chiede il passaggio dal
quarto al quinto livello. Lo stesso ricorso,
con identiche richieste e motivazioni,
Calderonio lo ha inoltrato per Bruno Vinci,
Giuseppe Crescenti e Antonio Cattino.
Caso diverso quello di Mario Barresi, che
da responsabile dellʼufficio Personale è
finito prima allʼarea tecnica e poi a
Gravitelli. Barresi è impiegato di quinto
livello ma, secondo il ricorso, chiede, per i
titoli e le mansioni che svolge, un ottavo
livello. Uno scalino sotto la dirigenza.
MESSINAMBIENTE
Di Maria, il decisionista
dere la situazione di petto, decidendo dʼimperio di mandare in ferie per quindici giorni i 14 autisti di Messinambiente e di affidare i
mezzi per la raccolta dei rifiuti a personale esterno, per verificare
se il consumo di gasolio per lo stesso tratto di strada è simile. In
questo modo il commissario vuole capire se qualcun altro in passato abbia rubato del gasolio.
Nel frattempo, la polizia giudiziaria ha “saccheggiato” gli uffici di palazzo Zanca, acquisendo delibere,
determine e circolari che riguardano i rapporti, da
sempre conflittuali, tra Messinambiente, il comune di
Messina e lʼAto3, iniziando dalla convenzione del
1999 tra palazzo Zanca e Messinambiente e finendo con incarichi, consulenze e lʼirrisolta questione,
che si trascina da anni nei tribunali amministrativi, della ventina di milioni che Messinambiente richiede per
servizi svolti e che invece lʼAto3 non ha mai concesso quei servizi ne contesta lʼesistenza o ne mette in
Armando Di Maria
dubbio la congruità. (A.C.)
Licenziamento per i dipendenti che rubavano gasolio,
ferie per 15 autisti. Per “studiare” i consumi al km
MESSINA. Il pugno di ferro che Armando Di Maria
aveva promesso per rimettere in riga Messinambiente nella speranza di preservarne il futuro, si è abbattuto sui due dipendenti sorpresi una decina di giorni fa a rubare gasolio. Il commissario liquidatore della partecipata del comune di Messina che si occupa
di rifiuti, ha inviato una lettera di licenziamento ai dipendenti Carmelo Ragusa e Salvatore Savoca, arrestati dai carabinieri a Terme Vigliatore, perché sorpresi a rubare gasolio da alcuni mezzi della società
di via Dogali. Non pago, Di Maria ha deciso di pren-
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Politica
23 MARZO 2012
S. STEFANO DI CAMASTRA. Il bancario potrebbe fare un passo indietro
RODI MILICI
Re si candida. Anzi, no
Un malessere mette in dubbio la candidatura del socialista che aveva messo d’accordo
tutta l’opposizione. Se gettò la spugna saltano gli accordi. A favore di Colombo
DI
NINO DRAGOTTO
SANTO STEFANO DI CAMASTRA.
Bocce ferme nello scenario politico
amministrativo della Città delle Ceramiche.
A seguito di un malessere fisico accusato
dal candidato a sindaco Francesco Re, il
bancario sindacalista che con la sua
professionale capacità di mediazione era
riuscito a calamitare i consensi delle più
variegate aggregazioni locali in vista delle
amministrative, i giochi potrebbero riaprirsi.
Sono ore decisive per conoscere se Re
decide di continuare la discesa in campo o
lʼopposizione deve trovare un altro
pretendente alla poltrona di sindaco. Il
“socialista” che oltre a mettere in cassaforte
lʼaperta fiducia dei “compagni” aveva
ottenuto la sicurezza di un sostegno
elettorale ad ampio raggio, dalla destra
rappresentata dallʼex assessore
provinciale Peppe Ruggeri, dal centro
coeso da Pino Barberi, inorgoglito da due
lustri da primo cittadino di Pettineo, dalla
sinistra più ortodossa e pensante
capeggiata da Filippo Fratantoni, e dalla
girandola dellʼamministrazione uscente è
arrivato lʼassessore alle Finanze, Fausto
Pellegrino, oscurato dalla scelta del
sindaco Pippo Mastrandrea di passare la
leadership al suo vice Carmelo Colombo.
Una vera processione per salire sul carro
del Re pronosticato vincente. «Fino ad ora
si è fermi al comunicato ufficiale della sua
candidatura a primo cittadino diffuso dallo
stesso Francesco Re, altre novità sarà lui
stesso a diramarle» ha dichiarato Nina
Mingari, responsabile della Camera del
Lavoro, la sede più frequentata in questi
giorni dagli aspiranti “cortigiani” del Re, con
le stanze più appartate dove è stato
valutato il distinto peso specifico dei
candidati da inserire nella lista di sostegno
al primo cittadino. La notizia del malessere
del bancario ha preoccupato non poco i
suoi compagni di cordata. Il più solerte,
Fausto Pellegrino, ha mantenuto i contatti
tra i sostenitori di Re, richiamando lo spirito
L’avvocato Ciccio Rizzo
di gruppo. Ma se si cambia candidato a
primo cittadino, e Francesco Re non sarà
più il leader, sarà un altro film”, fanno
sapere ai “ciambellani” le diverse
componenti civiche e politiche che si
riconoscevano coesi nel sindacalista
dellʼUnicredit. Sicuri della vittoria nel nome
del Re si sono manifestati in questi giorni
veterani personaggi della politica, già
frequentatori del Palazzo dei Leoni di
Messina. La città delle ceramiche ha un
elettorato prevalentemente “cattolico”, che
ha sovente consegnato il municipio in
mano socialista. Per scongiurare la vittoria
annunciata di Re, il vice sindaco Carmelo
Colombo leader della lista contrapposta fa
quadrato con lʼamministrazione uscente,
ormai liberatasi dalle mutevoli aspirazioni
politiche del “falco” Pellegrino. Per non
disperdere voti, e per non vedere smarrito il
consenso dellʼelettorato cattolico è stata
avviata unʼapplicazione di calcolo
matematico elettorale. Cambiando lʼordine
dei fattori il prodotto finale non muta.
Carmelo Colombo, infatti, sarà il candidato
a primo cittadino, come da tempo
annunciato, con la lista di riferimento,
“Vivere Santo Stefano”, di cui potrebbe
essere capolista lo stesso sindaco uscente,
Pippo Mastrandrea, indicato a rivestire la
carica di presidente
del consiglio nella previsione di un
successo elettorale.
La febbre elettorale sale a temperature
alte. Si annunciano liste elettorali in rosa,
piene di rappresentanti dellʼaltra metà del
cielo, ma sono ancora gli anziani direttori
dʼorchestra a scegliere gli “spartiti”.
centonove
Aliberti, guarda
chi si rivede
L’ex consigliere ritenta la sindacatura
RODIʼ MILICI. Saranno nuovamente
loro i duellanti per la guida del paese
tirrenico: lʼattuale sindaco Filippo
Torre e lo sfidante Eugenio Aliberti.
Questʼultimo è il figlio dellʼex sindaco Carmelo e che alle passate elezioni arrivò con i suoi 645 voti, secondo dietro Torre, che ne raccolse
ben 750. Terzo incomodo alle passate elezioni fu Giacomo Torre che raccolse 240 preferenze ma stavolta ha
abdicato e pare che buona parte dei
suoi siano andati a confluire nella file dellʼattuale sindaco. «Personalmente - dice invece Eugenio Aliberti,
ex consigliere provinciale di Forza
Italia - sto puntando sulla parte sana
di Rodì Milici. Non voglio dire sempre
le stesse cose del sindaco uscente, i
fatti parlano da se stessi. Chi vive in
questo paese sa cosa è stato fatto, e
cosa invece è stato trascurato. Non
si può fare il sindaco facendo solo feste in piazza, senza mai coinvolgere
i quartieri, senza badare allʼambiente, facendosi calare sempre tutto dallʼalto». Filippo Torre, da parte sua, si
dice tranquillo di aver svolto, anche
con le ristrettezze economiche cui ha
dovuto far fronte, il suo compito con
serietà e umiltà, sempre al servizio
del paese. «Se verrò rieletto - dice ho in mente delle iniziative che porteranno il paese ad avere un ruolo
non solo provinciale ma anche a livello regionale». Quali sono non è
dato sapere. Anche perchè Torre,
sulla carta, sembra il favorito visto
che dovrebbe godere anche di buona parte dellʼelettorato di Giacomo
Torre. Proprio per questo ha intenzione di portare avanti una campagna elettorale soft senza grandi promesse che poi non potrà mantenere.
A Rodì si prevede una campagna
elettorale calda e dʼaltronde è una
tradizione, dove anche allʼinterno di
una stessa famiglia ci si divide per
politica, dove sui balconi dei comizi
si sente di tutto e di più.
Pasqualino Materia
NOVARA DI SICILIA
Sfida tra Bertolami e Munafò
Truscello sta a guardare. Assieme a Bartolotta
NOVARA DI SICILIA. Due sono i candidati che si contenderanno la guida di Novara di Sicilia, uno dei borghi
più belli dʼItalia: si tratta di Gino Bertolami ( responsabile della locale camera del lavoro e dirigente in pensione
dellʼarea amministrativa del comune di Novara) e Luigi
Munafò (avvocato). Nel paese del maiorchino in queste
ore il “live-motive” è rappresentato dalla scelta politicoelettorale che faranno il sindaco uscente Michele Truscello ed i suoi assessori, che per dieci anni hanno amministrato il paese, anche perché entrambi i candidatisindaco sono vicini allʼattuale amministrazione comunale. Intanto grande sicurezza proviene da parte dei due
sfidanti. Gino Bertolami, fa sapere che ha la lista pronta
da più di un mese e mezzo. In caso di vittoria due dei quatnafò - e fra qualche giorno dovremo scegliere i nomi di
tro assessori saranno Giuseppina Carrozzo e lʼarcheochi sarà candidato e di chi dovrà ricoprire il ruolo di aslogo Gino Sofia direttore del Museo Archeologico Santi
sessore». Tra i nomi spicca Antonio Sofia, sindaco dal
Furnari di Tripi (che dovrebbe avere la delega ai beni cul1993 al 2002, indicato tra i probabili assessori, a guidaturali), entrambi alla prima esperienza politico-amminire il consiglio comunale in caso di vittoria sarà il comstrativa, mentre top-secret restano gli altri due assessomercialista Daniele Raccuia. Pare che tre consiglieri delri, anche se i rumors in paese danno in pista
lʼamministrazione Truscello faranno parte
due degli assessori uscenti. A presiedere il
della lista collegata con Munafò. Anche se per
consiglio in caso di vittoria sarà confermato
lui si tratta della prima esperienza politica in
lʼuscente Aldo Imbesi. «Il criterio che abbiaassoluto, Luigi Munafò può essere considemo adottato nel preparare la lista - ha dichiarato un “figlio dʼarte”, infatti, il nonno paterno
rato Bertolami - è stata la disponibilità e la prefu sindaco di Novara alcuni decenni fa e lo zio
senza quotidiana sul territorio data da ogni
Calabrò sindaco di Barcellona durante lʼera
candidato». Tra i giovani candidati di Bertodi Carmelo Santalco. Ma i novaresi si dolami spicca il diciannovenne Alessandro Somandano, che farà veramente Salvatore Barfia, che abita nella frazione S.Marco ed è raptolotta, (da 15 anni assessore) che ha dipresentante degli studenti al liceo Valli di Barchiarato che non si candiderà con nessuno
cellona. «Siamo 25 persone - comunica Mu- Michele Truscello
dei due sfidanti. (Enzo Baglione)
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centonove
Politica
23 MARZO 2012
VILLAFRANCA. La lista NuovaMente capeggiata dal giovane presidente della Pro Loco
Candidato di buon Argurio
Pd, Fli, Udc e Pdl tutti compatti di Matteo De Marco. In una nota spiegano di avere messo
da parte gli “interessi particolari”. Ancora nel limbo Costagiorgiano e Merlino
VILLAFRANCA. Ultimi giorni
per delineare le liste che
scenderanno in campo per le
amministrative villafranchesi.
Circolano però i primi nomi
con il "gruppo storico"
dell'amministrazione uscente
che appoggerà il vicesindaco
sotto la sigla "Per Villafranca
Uniti con De Marco sindaco",
dall'altra parte invece è già
stata lanciata la campagna
dell'associazione
"Nuovamente Villafranca" che
nei giorni scorsi ha fatto
affiggere i primi manifesti
nella cittadina. Manca solo
l'ufficialità ma quest'ultimi
dovrebbero sostenere la
candidatura a primo cittadino
dell'ingegnere Piero Argurio,
ex presidente della locale Pro
Loco. Rimangono, invece,
ancora nel “limbo” le discese
in campo di Pietro
Costagiorgiano e
I primi manifesti elettorali per le vie di Villafranca
dell'architetto Merlino. Nel
frattempo iniziano a delinearsi i punti
attorno alla figura di De Marco, fosse in
esser nata in un comune «dove si
chiave dei programmi dei vari gruppi
grado di rispondere alle reali esigenze
avverte da tempo uno
politici. Villafranca si troverà ad
del paese, cui bisogna garantire una
stato di disagio palpabile». «Lʼidea di
affrontare "una fase complessa classe dirigente degna, autorevole e
creare un nuovo gruppo politico - si
spiegano dal gruppo di De Marco che si
legge nella nota - apartitico formato da
riconosce nei Partiti dellʼUdc, del Pd, del rappresentativa". Nella lista si
inseriscono infatti i nomi di alcuni nomi
“NuoveMenti proiettate verso un
Pdl e del Fli - che ha visto sommarsi la
di esponenti dell'attuale minoranza ed
radicale cambiamento, nasce proprio in
riduzione delle risorse pubbliche, la
un ruolo importante
seno allʼassociazione,
grave crisi economica coi terribili danni
potrebbe essere ricoperto
formata da giovani,
causati dagli eventi alluvionali dello
da Tito Costa. D'altro lato
lavoratori, pensionati e
scorso novembre 2011, e che impone
“NuovaMente Villafranca"
disoccupati» che da tempo
un grande sforzo di responsabilità". Da
ha rotto gli indugi nei giorni
lavorano ad
qui nasce l'esigenza di «costruire una
scorsi presentandosi ai
un "programma nuovo ed
fase politica nuova che sia capace di
villafranchesi attraverso un
ambizioso, assolutamente
dare una concreta prospettiva di
comunicato inviato alla
realizzabile, che prevede,
sviluppo a Villafranca». Il gruppo
stampa in cui mette in
tra lʼaltro, un rilancio
ammette «quanto sia difficile affrontare
risalto la "volontà di liberare
economico e produttivo a
le grandi problematiche in assenza di
Villafranca
sostegno delle attività
una vasta condivisione politica" con il
dallʼoscurantismo della
commerciali ed
conseguente risvolto di "mettere da
vecchia politica".
artigianali».
parte gli interessi particolari o di partito
L'associazione sottolinea di Piero Argurio
(Gabriele Avigliani)
per costruire unʼalleanza ampia che,
FICARRA
La guerra di Ridolfo contro
gli evasori? Solo a piccole rate
L’opposizione chiede clemenza per i “morosi idrici”
FICARRA. Approderà in consiglio comunale la decisione del sindaco Basilio Ridolfo di tagliare le utenze idriche morose. A portare il provvedimento in aula è il gruppo di minoranza “Ficarra è ora”
con la proposta, firmata dal capogruppo Francesco Marchese, di
rateizzare ulteriormente il pagamento dei debiti, accumulati da cittadini morosi per evitare il distacco della fornitura idrica. La giunta
comunale in realtà aveva già disposto il recupero delle somme evase attraverso un condono e un piano di rateizzazione giudicato
però dallʼopposizione eccessivamente oneroso, almeno per quei
soggetti che si trovano in evidenti situazioni di indigenza. Da qui
lʼalternativa, individuata dalla minoranza, di una rateizzazione quasi simbolica di 50 euro al mese per le famiglie con reddito inferiore agli 8 euro. «Eʼ una proposta demagogica e irricevibile - replica
polemicamente il primo cittadino Ridolfo - che denota scarso senso di responsabilità. Ci sono utenze con 5 o 6 mila euro di debito
per fornitura pluriennale di acqua che, con la proposta della minoranza, salderebbero lʼintera somma in dieci o più anni: una soluzione assolutamente inaccettabile, se non altro per le esigenze di
cassa. Lʼanno scorso mi hanno criticato per il condono che ha già
consentito il recupero di somme significative, adesso mi criticano
perché la rateizzazione sarebbe troppo pesante». In consiglio comunale lʼopposizione porterà anche le proposte di adeguare i contratti idrici difformi ed individuare e colpire gli allacci abusivi. Su
questa proposta, il sindaco ha già dato mandato di avviare rigorosi controlli, invitando lʼopposizione a denunciare quelle situazioni
di abuso di cui sembra sia conoscenza. Ammonta a ben 201mila
euro il buco nelle casse comunali per i mancati incassi delle utenze idriche. (Franco Tumeo)
pagina 15
TERME VIGLIATORE
Costantino lascia
Crisafulli trama
Il vice sindaco di dimette.
Il collega pensa già al voto
TERME VIGLIATORE. La notizia
era nellʼaria. I rapporti fra lʼex vice
sindaco Carmelino Costantino e
la giunta guidata
da Bartolo Cipriano erano da tempo tesi. Cʼè voluta una richiesta di
v e r i f i c a d e l l a Costantino
maggioranza
presentata al sindaco dagli assessori Andrea Calabrò e Gino Crisafulli e
dai loro referenti consiglieri comunali, Domenico Genovese e Carmen Crisafulli, a dare lʼinput, forse, a Costantino, per esternare i motivi delle
sue, adesso, ufficiali dimissioni. Costantino vede, in tutte queste trame
intessute ai suoi danni, un “unico architetto”. Chi è? Sembrerebbe sia il
consigliere Domenico Genovese che
da tempo detterebbe le regole del
comportamento dellʼamministrazione, imponendo cambi di assessori,
scelte al consiglio ed alla giunta, divenendo anche più determinante dello scalpitante assessore Gino Crisafulli. Fra meno di 14 mesi si voterà e
la poltrona di sindaco fa gola a tanti,
forse anche al duo Genovese-Crisafulli, che oggi sono con Cipriano ma
che forse per il futuro hanno altri progetti. Costantino, che è stato un assessore apprezzato da tutti, non solo
dai cittadini ma anche da Cipriano e
da molti suoi colleghi, Michele Isgrò
in testa, forse rappresentava per questo progetto un problema. Ed ecco
minare le sue basi (il consigliere comunale Nino Giambò, suo referente,
lo ha “tradito”), ottenendone lʼisolamento. Costantino non le manda a dire: chiede al sindaco di spiegare perché è stato modificato il piano di priorità approvato nellʼestate 2011 e che
prevedeva interventi di opere pubbliche in tutto il territorio, destinando invece un milione e 250 mila euro - su
un totale di 1,4 - per la realizzazione
di piazza municipio, che fra lʼaltro nasce tra mille perplessità per la mancanza totale di parcheggi (solo 13
stalli). Chiede anche che Cipriano
spieghi alla gente come stanno proseguendo la riqualificazione del lungomare, chi sono gli esperti interessati che seguono la sorte della zona
artigianale, come funzionano i servizi sociali. Un attacco frontale sul quale Cipriano e soci forse non erano preparati. Adesso però è stata avviata la
caccia al successore. Il posto dovrebbe essere garantito al consigliere che ha tradito Costantino, Nino
Giambò. Difficilmente sarà un consigliere per non turbare il precario equilibrio politico.
Pasqualino Materia
Politica
23 MARZO 2012
centonove
S. TERESA DI RIVA. L’ex sindaco prende accordi con tutti ma poi sceglie la sindacatura con “Sicilia Vera”
NIZZA DI SICILIA
Lo Schiavo “ballerino”
Il Pd dialoga
con Di Tommaso
Dopo avere siglato un patto con l’onorevole Cateno De Luca stava dialogando
con Futuro e Libertà. Ma poi è ritornato sui suoi passi. Cosi’ i retroscena
DI MASSIMO FERRARO
SANTA TERESA DI RIVA. Carlo Lo
Schiavo è il candidato a sindaco di “Sicilia
Vera”. Lo ha comunicato nel corso di una
conferenza stampa lʼonorevole Cateno De
Luca, leader del movimento. Lo Schiavo,
però, non solo non era presente ma si è
reso irrintranciabile. Una candidatura che
irrompe sulla scena politica santateresina a
meno di venti giorni dalla chiusura delle
liste. Lo Schiavo, ex sindaco riuscito nel
2007 nellʼimpresa di farsi sfiduciare dai
quattro quinti del consiglio comunale, e lo
fa occupando tutta la scena dellʼagone
elettorale come è nelle caratteristiche del
personaggio che nel giro di pochi giorni ha
cavalcato tutto lʼarco costituzionale dei
partiti operanti nella cittadina jonica. Dopo
essere stato negli ultimi mesi accostato con
insistenza alle posizioni dellʼUdc prima e di
Fli dopo, lʼavvocato santateresino grazie ai
buoni uffici del presidente dellʼAto 4
Leonardo Racco (socio fondatore
dellʼassociazione Sicilia Vera ) ha avuto un
incontro sulle colline nisane con lʼonorevole
Cateno De Luca. Tre orette di fitto dialogo
alla fine del quale i due si sono stretti la
mano, accordo siglato, discussi i minimi
particolari con strategie e calendario tattico
quasi definito. In particolare il deputato
regionale aveva chiesto al potenziale
candidato a sindaco di puntare su una
compagine largamente rinnovata rispetto ai
soliti volti noti che calcano da più lustri il
“teatrino” della cosa pubblica a Santa
Teresa e la possibilità dopo cinque anni se
si fosse stati tutti dʼaccordo di puntare su di
un giovane che nel frattempo sarebbe
cresciuto allʼombra del professionista di
origini antillesi. De Luca aveva fornito la
lista dei suoi candidati al consiglio
comunale, cinque o sei unità, e le aree di
movimento su cui allargare la piattaforma.
Tutto pronto dicevamo se nonchè quando
è giunta lʼora di stampare i manifesti che
annunciavano un comizio di De Luca in
piazza Municipio il buon Lo Schiavo
Carlo Lo Schiavo e Alberto Morabito
diveniva uccel di bosco. In realtà, per la
serie tutti mi vogliono e tutti mi cercano, lʼex
sindaco era stato intercettato dalle sirene di
Futuro e libertà che tirandolo per la giacca
gli hanno prospettato la possibilità di
sedere a capo di quella che ormai viene
conosciuta come la “ grande coalizione”.
Trattasi di un ritorno di fiamma tenuto conto
che già nei mesi passati lʼonorevole
Carmelo Briguglio aveva avuto un contatto
con lo stesso Lo Schiavo, incontro nel
quale i due si erano dati appuntamento a
più avanti. Il richiamo della “ grande
coalizione” però non ha avuto il seguito
desiderato ed allora il buon Lo Schiavo,
forse ricredutosi sul diniego iniziale, è
ripombiato sulle tracce di Cateno De Luca
nella serata del suo quarantesimo
compleanno cercando di ricucire lo
strappo. Sin qui le performance del già
assessore provinciale alla Pubblica
istruzione in un quadro dove si vanno
delineando, anche perché di tempo orami
ce nʼè poco, gli accordi. Sembra sia
definitivo lʼasse Fli-Mpa-Udc-Sicilia Vera
area Nino Bartolotta in un quadripartito
dove il nodo finale resta il candidato a
sindaco, ruolo per il quale sino ad adesso
tutti i personaggi in odore di investitura si
sono “ bruciati” e perdurando questa
situazione comincia a prendere corpo
lʼipotesi di un tecnico ed in ultimo
lʼinvestitura proprio di Carlo Lo Schiavo,
che ha come ostacolo principale la scarsa
credibilità nelle segreterie provinciali dei
partiti. Fermo restando sullʼaltro fronte il
progetto Morabito
che sino ad adesso ha incassato la fiducia
del Pd e che comunque può contare sul
sostegno dei nuclei uscenti che fanno
riferimento agli assessori Agnoni e Rigano
ed al consigliere provinciale Lalla Parisi,
rischia di diventare decisiva la scelta di
campo dellʼonorevole De Luca che nel
corso di un comizio non si è precluso
nessuna via dal lancio di Lo Schiavo,
allʼaccordo col quadripartito con un
candidato di Sicilia Vera unita ed addirittura
un accordo col sindaco uscente Alberto
Morabito.
NIZZA DI SICILIA. Il “nodo” resta ancora irrisolto. Ma la notizia ha già fatto
“scandalo”: il Pd di Giacomo DʼArrigo
starebbe tentando di firmare lʼarmistizio col nemico storico, lʼuscente sindaco Giuseppe Di Tommaso. Il primo
cittadino non smentisce e sarebbe
pronto ad aprire le porte alla storica opposizione. Si ribaltano, dunque gli assetti politici. Iniziativa scatenata in seguito alla candidatura a sindaco di
Mimma Brigandì, secondo alcuni addetti ai lavori, “benedetta” dal sindaco
Di Tommaso per assicurarsi, infine,
una netta vittoria e indebolire gli avversari. Una strategia che avrebbe centrato appieno. «Ufficialmente non cʼè
nessun accordo col Pd, ma sinceramente sono disponibile a trovare
unʼintesa – confessa con un lungo sorriso. Ma ad una sola condizione - chiarisce il medico - che il sindaco lo faccia sempre io con la lista “Continuità e
novità”». Il sindaco di Savoca, Antonino Bartolotta, in qualità di segretario
provinciale del Pd, avrebbe avuto un
abboccamento con il medico per cercare di assicurare ai Democratici uno
spazio determinante in giunta. Le giovani anime del partito democratico,
Carmelo Campailla, Giacomo DʼArrigo
e Paolo Miceli starebbero così facendo
pressing su Di Tommaso, come unica
alternativa vincente, perché stanchi di
continuare a sedere tra i banchi dellʼopposizione. A Nizza di Sicilia da
trentʼanni a questa parte le elezioni le
ha sempre vinte lui. Giacomo DʼArrigo,
componente dellʼUfficio di Presidenza
Nazionale dellʼAnci non si pronuncia
sulla sua candidatura, ben sapendo
che lo scontro con Di Tommaso, sarebbe per lui una incognita troppo dura da rischiare. E tenta di allargare la
coalizione. Insomma la fotografia è di
un Pd al momento in ambasce dopo
lʼexploit del progetto elettorale “Nizza
Viva”. Con una parte che punterebbe
al una intesa a 360 gradi col sindaco
uscente. Unʼaltra fetta non indifferente del Pd continua invece a premere per
convincere Giacomo DʼArrigo a candidarsi alla guida del paese.
Giuseppe Pistone
ROCCALUMERA
Il centro sociale ritrova la pace
Rientrano gli anziani “dissidenti”. Parla Chiara Garufi
ROCCALUMERA. Ancora giornate ad alta tensione per gli
anziani del Centro sociale “Giovanni Paolo II” che non
sembrano avere tregua. Firmato lʼarmistizio con
lʼassociazione Arca, i nonni sono rientrati al centro. Costretti
questa volta, a fronteggiare il tiro incrociato del sindaco
Gianni Miasi. Per mettere fine alle polemiche sulla gestione
del centro, il primo cittadino avrebbe pensato bene di
spalancare le porte della struttura pubblica anche ad altre tre
associazioni: “Berta Filava”, “Polisportiva Europa” e “Arca”.
E scoppia la bufera. «Il sindaco ha creato una bolgia di gente
di tutte le età, dove si fa tutto e di più – spiega il presidente
Chiara Garufi. Avevamo organizzato un corso dʼinglese,
tenuto da alcuni anziani, rivolto a ragazzi della comunità
alloggio di Roccalumera, finito nel nulla perché i locali sono pubblica. Firmando così un tregua armata con la “Libera
sempre impegnati. Di certo noi non andremo via – dice associazione roccalumerese”, presieduta da Chiara. Ma
Garufi». Una scelta che avrebbe dimezzato le attività solo sino al 30 aprile, data di scadenza della convenzione
ricreative a discapito dei poveri anziani. «Questa non è una alla “Libera associazione roccalumerese”, che ha in gestione
palestra per ragazzi - ma un centro sociale - puntualizza il centro sociale. La cattiva è che lʼaccordo si potrebbe
lʼanziana Giuseppina Lapenna». Dunque non sembrano sciogliere da un momento allʼaltro poiché entrambe si
avere pace i nonnini di Roccalumera. Dopo la protesta degli preparano a partecipare al bando per la nuova gestione,
anziani “dissidenti” che rivendicavano la gestione del centro rivendicano il “controllo” dei locali comunali. Il sindaco Miasi
sociale e le dimissioni del presidente Chiara Garufi,
ha già presentato una prima bozza di regolamento
sorella del Presidente del Consiglio Antonio,
che andrà in aula per lʼapprovazione. «In questi anni
adesso scoppia unʼaltra carica della terza età.
siamo stati solo i custodi del centro sociale –
Questa volta tutti compatti per rivendicare la
chiarisce il presidente Garufi - lo abbiamo abbellito,
“vivibilità” del centro sociale nel rispetto della
preservato e curato come fosse casa nostra, ecco
convenzione. La buona notizia è che gli anziani
perché siamo stati additati come padroni del centro
“sfrattati”, uniti sotto la sigla Arca (Associazione
sociale. Nessuno ha mai cacciato lʼex presidente
roccalumerese cittadinanza attiva) dopo un
Alligo con il suo gruppetto sono andati via loro. Li
periodo di esilio presso i locali della sede della
abbiamo sempre trattati bene, il colore politico della
minoranza consiliare, sono rientrati nella struttura Chiara Garufi
mia famiglia è unʼaltra cosa». (GIU.PIST)
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CATANIA. La Procura di Messina svela il complotto per uccidere il sostituto della Dia etnea
Pacifico, “32 colpi in testa”
Orazio Finocchiaro, esponente del clan Cappello di Catania dal carcere aveva dato l’ordine di
eliminare il magistrato autore delle indagini che avevano disarticolato la famiglia mafiosa
DI
DARIO DE LUCA
MESSINA. «Sparagli 32 colpi in testa,
noi ti facciamo avere tutto». Sono le
parole di Orazio Finocchiaro, spietato
uomo del clan mafioso catanese dei
Cappello-Carateddi, detenuto nel
carcere di Udine sotto il regime
carcerario duro del 41bis. Dentro di sé
quindi l'ambizioso progetto di scalare i
vertici del clan, per diventarne un
esponente di primo piano. Destinatario
dei proiettili doveva essere il sostituto
Procuratore della direzione Antimafia di
Catania, Pasquale Pacifico, impegnato
da tempo nelle indagine che riguardano
proprio il clan catanese antagonista dei
Santapaola.
Gli ordini erano contenuti in tre pizzini,
che tramite un detenuto postino
venivano consegnati a Giacomo
Cosenza, incaricato di uccidere il
magistrato antimafia. A scoprire i
retroscena del disegno criminale la
Procura di Messina in collaborazione
con quella di Catania, che ha
sostanzialmente evitato un omicidio le
cui conseguenze sarebbero state
profondamente destabilizzanti sia in
ambito criminale che giudiziario. Il
Giudice per le indagini preliminare del
tribunale dello Stretto, daniela Urbani,
ha quindi emesso un provvedimento,
notificato direttamente in carcere, per
l'organizzatore dell'attentato.
Il movente che animava Orazio
Finocchiaro è un forte sentimento di
rabbia, per un uomo delle istituzioni
impegnato in prima linea nelle indagini
sulla criminalità organizzata, così come
traspare in altre parti rese note dei
pizzini analizzati «Fratello spero che
riesci a scaricare tutte le pallottole su
quel cesso che non deve vivere, brucia
poi il biglietto»
STORIA DI CLAN. La guerra fra i
Cappello-Carateddi e i Santapaola e
lʼostilità nei confrobti del magistrato non
è storia recente.
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L'ordine d'ammazzare il sostituto
Procuratore, ha infatti radice profonde
legate addirittura agli anni 90.
La famiglia a cui fa capo Orazio
Finocchiaro, è quelao del boss
Salvatore Cappello fondatore del clan è
già condannato all'ergastolo per una
faida risalente agli anni 90 per la scalata
al clan di Salvatore Pillera. La guerra
tra i Santapaola e la famiglia dei
Capello, emerse in maniera chiara nel
2009 quando la Dda di Catania evitò sul
nascere un nuovo conflitto interno tra le
famiglie catanesi. Nell'operazione
denominata “Revenge” vennero emessi
50 provvedimenti di fermo per
associazione mafiosa i cui destinatari
erano in larga parte proprio appartenenti
ai “Cursoti” legati appunto a Salvatore
Cappello. Secondo gli inquirenti la
rottura interna alla mafia catanese si
ebbe a causa di due famiglie gli Squillaci
Martiddina di Piano Tavola e gli Strano
di Monte Po – passate dal clan
Santapaola a quello dei Cappello.
A questa operazione sfuggì però sia
Sebastiano Lo Giudice detto “Ianu
Carateddu”, responsabile operativo del
clan e arrestato nel marzo 2010, ed
anche Salvatore Caruso detto “Turi
Malavita” arrestato invece nel Dicembre
2009. Il primo all'epoca dei fatti venne
sorpreso dagli agenti della squadra
mobile di Catania durante un summit
mafioso in fase di svolgimento nel
quartiere popolare di San Cristoforo. Lo
Giudice venne indicato dagli
1) Sebastiano
Lo Giudice
2) Giuseppe Platania
3) Salvatore Caruso
4) Orazio Finocchiaro
Si tratta dei vertici
che si sono succeduti
alla guida del clan
dal 2000 a oggi
5) Pasquale Pacifico,
il sostituto procuratore
che doveva essere
ucciso
6) Da sinistra,
il procutarore capo
di Messina
Guido Lo Forte
e il procuratore capo
di Catania
Giovanni Salvi
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investigatori come parte attiva nella
faida scoppiata proprio a Catania nel
2007 che fece segnare sei morti
ammazzati. Per Caruso invece le
manette scattarono poco dopo
l'operazione “Revenge”, mentre era già
considerato il nuovo reggente della
cosca.
RIORGANIZZAZIONE ABORTITA. In
pochi anni però il clan si era
riorganizzato, e a tenerne serrate le fila
era Giuseppe Platania, arrestato
nell'ambito nell'operazione “Revenge II”
scattata tra il 12 e il 13 aprile 2011. In
quell'occasione furono 26 gli arrestati,
tutti appartenenti alla cosca Cappello ed
in particolare alla famiglia più pericolosa
e agguerrita, quella dei Bonaccorsi
meglio noti appunto come Carateddi. La
nuova riorganizzazione ebbe vita breve,
dopo la prima operazione Revenge che
ne decapitò solo temporaneamente la
struttura. Gli inquirenti della Direzione
investigativa di Catania, peraltro nel
corso delle indagini scoprirono che era
erano già ripresi in maniera attiva i
contatti con la famiglia Lo Piccolo di
Palermo.
IL RUOLO DEL PM. Proprio qualche
mese dopo arrivarono pure le richieste
di condanna del Pm Pasquale Pacifico.
Tra queste quella massima prevista per
Sebastiano Lo Giudice. Secondo il
Pubblico ministero infatti il boss avrebbe
commesso l'omicidio di Nicola Lo Faro
cognato del boss ergastolano Pippo
Garozzo, che prima di essere ucciso
stava indagando sull'omicidio di
Giuseppe Vinciguerra, datato ottobre
2009. L'ultima operazione (Revenge III)
nei confronti della famiglia dei Carateddi
è storia recente e risale al dicembre
2011, quando vennero emesse sia due
ordinanze di custodia cautelare per
Giovanni Musumeci e Paolo Ferrara,
in stato di libertà, ma soprattutto altre
quindici notificate in carcere ad altri
esponenti dei clan. Tra loro anche
Sebastiano Lo Giudice e Orazio
Privitera, rispettivamente responsabile
operativo e consigliere strategico del
gruppo fino ai primi mesi del 2010. Alla
base dell'operazione nove omicidi, otto
dei quali sono attribuibili al Clan
"Carateddi". Il più importante è quello
del boss Raimondo Maugeri, pezzo da
novanta del clan Santapaola, realizzato
il 3 luglio del 2009 dal clan CappelloBonaccorsi d'intesa con i Graviano e i
Lo Piccolo di Palermo.
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Sopra, le due buste con il medesimo codice alfanumerico visibile dalla finestrella: una contiene la scheda test, lʼaltra la scheda anagrafia.
A sinistra, la sentenza del Tar. La freccia (1) indica la parte della motivazione che stabilisce che la commissione ha controllato la concordanza tra numero seriale del compito e numero seriale della scheda.
A destra, il verbale della commissione. La freccia (2) indica la parte in cui
si attesta che oltre al controllo cui fanno riferimento i giudici (A) la busta è
stata aperta per controllare la “concordanza tra dati anagrafici e il documento dʼidentità (B)”: i giudici non hanno esaminato questa operazione.
MESSINA. I giudici del tar di Catania si dividono ma salvano le prove del 2011 per l’accesso a Medicina
Test, “regolarità” con giallo
Cinquanta studenti avevano denunciato la violazione dell’anonimato, come lo scorso anno. I legali pronti all’appello.
Il verbale indica che i commissari hanno associato nome e cognome al codice identificativo. I magistrati sorvolano
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Regolari nonostante una
divergenza di vedute tra i magistrati, ma
non troppo. I tre giudici del Tribunale
amministrativo regionale di Catania si
sono divisi. Il giudice relatore, colui che
avrebbe dovuto stendere le motivazioni,
Pancrazio Maria Savasta, è stato messo
in minoranza e il compito di spiegare il
perchè i test di ammissione alla Facoltà a
numero chiuso di Medicina e Chirurgia
dellʼUniversità di Messina, tenuti il 5
settembre del 2011, si sono svolti
regolarmente se lo è assunto il presidente
del collegio, Calogero Ferlisi. Dopo che il
Consiglio di Stato ha bocciato
sonoramente i test dellʼateneo di Messina
del 2010 (e degli anni precedenti) i giudici
catanesi hanno salvato quelli del 2011
facendo esultare i vertici dellʼateneo che
temevano una nuova “Caporetto”: un
comunicato trionfale è stato pubblicato
sullʼhome page dellʼUniversità. Tuttavia la
decisione depositata venerdì 16 marzo
non mette al riparo le prove da una
pronuncia dʼappello che capovolga quella
di primo grado. I legali Santi Delia e
Michele Bonetti (autori del ricorso vicente
dello scorso anno e sconfitti questʼanno)
sono già al lavoro.
IL PUNTO NODALE. Dal confronto del
ricorso presentato dai 50 candidati delusi,
dei verbali delle prove e dalla motivazione,
emerge che i giudici hanno sorvolato sul
punto decisivo per stabilire se la violazione
dellʼanonimato ci sia stata o meno.
Tutto ruota attorno a quello che è
successo nel momento in cui i candidati
hanno consegnato il plico con dentro la
scheda del quiz (che viene inviata a
Bologna per la correzione) e il plico
contenente la scheda con i dati anagrafici
(che rimane a Messina per lʼabbinamento
con il risultato che perviene da Bologna),
Fausto Gennuso
entrambi contrassegnati dallo stesso
codice alfanumero, visibile allʼesterno dalla
finestra trasparente della busta. «In quel
momento è stato leso lʼanonimato come
era accaduto seppure con altre modalità lo
scorso anno», avevano denunciato i 50
ricorrenti. Scrive il Tar: «La commissione
aveva il preciso DOVERE di accertare la
corrispondenza del codice identificativo del
candidato, visibile nella finestra trasparente
della busta contenente la scheda
anagrafica, con quello visibile nella
analoga finestra presente nella busta
contenente la scheda-quiz, per avere la
sicurezza che ciascun candidato
consegnasse il proprio compito, ossia la
medesima scheda quiz ricevuta al
momento del suo ingresso nella sede della
prova». I giudici, però, a leggere la
motivazione della sentenza, hanno rilevato
che cʼè stata solo un controllo esterno tra il
codice identificativo di una busta e quello
dellʼaltra. Hanno, invece, sorvolato su un
altro tipo di controllo effettuato dagli stessi
membri della commissione. «La
commissione ha controllato la concordanza
tra i dati contenuti nella scheda anagrafica
e il documento di identità del candidato»,
cʼè scritto nello stesso verbale firmato dal
presidente della commissione Antonio
Toscano. «Eʼ in quel momento che è stato
leso lʼanonimato. Ciascun commissario
infatti concretamente è venuto a
conoscenza del nome e cognome a cui
apparteneva il codice identificativo e quindi,
in ipotesi, poteva individuare la scheda quiz
di ogni concorrente dopo le prove e prima
della correzione al Cineca di Bologna»,
spiega il legale Santi Delia. «Esattamente
- conclude - comʼè accaduto lo scorso
anno». Il test del 2010 fu annullato per
violazione dellʼanonimato dal Consiglio di
Stato. Lʼorgano di giustizia deluse il
presidente della commissione, Alfredo
Artenisio Carducci, che nel sottolineare
che “tutto si è svolto regolarmente” ha
gettato ombre anche sul passato:
“Abbiamo fatto sempre così”.
FURTI SOSPETTI. Alla vigilia delle prove
del 2011 il presidente è stato sostituito ma
la musica non è cambiata. Non solo in 50
hanno denunciato la violazione, sotto altra
forma, dellʼanonimato, ma il direttore
amministrativo dellʼateneo, Fausto
Gennuso, ha denunciato in Procura la
sottrazione dagli uffici del rettorato della
brutta copia dei test, di nessun valore
economico ma importante indizio di prova
per mostrare eventuali manipolazioni.
Copia delle “brutte copie” era stata richiesta
con istanza dʼaccesso il 16 settembre del
2011; la denuncia, invece, è stata
presentata il 6 dicembre 2011, tre mesi
dopo.
IL PRECEDENTE
«Quiz farsa per 10 anni»
Il Consiglio di Stato 8 mesi fa bocciò il test del 2010
“salvato” invece dall’organo di giustizia etneo
MESSINA. Il giudizio fu sofferto anche per lʼastensione del giudice relatore (Francesco Bruno) e alla fine fu favorevole allʼateneo
ma fu poi travolto dalla pronuncia del Consiglio di Stato. Lo scorso anno il Tar di Catania, al cui esame era finito il test del , non
se lʼera sentita di annullare le prove ma aveva disposto la trasmissione della carte alla Procura della Repubblica. «Non cʼè
dubbio che il modus procedendi della commissione sia palesemente lesivo delle esigenze di anonimato, con riguardo allʼagevole possibilità di ricondurre anche ex post ciascuna scheda e
ciascuna prova ad un candidato ben determinato. Tuttavia non
cʼè certezza sullʼincidenza che lʼirregolarità ha avuto in concre-
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to sulle prove». Il Consiglio di Stato non ebbe, invece, esitazioni e bocciò i magistrati catanesi annullando le prove: «Non occorre la prova dellʼirregolarità ma lʼastratta possibilità che si verifichi. Lʼanonimato è garanzia di imparzialità e par condicio». «Ovvero che nessuno possa truccare i test», ha spiegato Santi Delia, uno dei legali che ha curato i ricorsi vincenti. La sentenza del
Consiglio di Stato, invece, sancisce la certezza che chiunque,
membro della commissione o funzionario incaricato di portare
le schede dei test in automobile al Cineca di Bologna, dove avviene la valutazione, avesse la possibilità di favorire alcuni dei
candidati, attraverso una risposta postuma alle 80 domande.
Fuori dai tecnicismi, nella sostanza, la sentenza e la dichiarazione del presidente Carducci ha significato che ai 2mila aspiranti medici che ogni anno dellʼultimo decennio si sono confrontati per accaparrarsi uno dei 200 posti, per coronare il loro
sogno, garanzia di un lavoro futuro sicuro, sarebbe bastato iscriversi al test di ammissione e affidarsi, anche con un punteggio
pari allo zero, alla carta bollata e alle aule di giustizia. (M.S.)
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23 MARZO 2012
Nella foto grande
Franco Tomasello.
A sinistra, Salvatore
Berlingò;
Sotto,
a sinistra
Raffaele Tommasini;
a destra,
Antonio Saitta
MESSINA. Il gruppo di docenti di opposizione ha pronta l’istanza al Decano dell’ateneo, Salvatore Berlingò
«Elezioni per il nuovo rettore»
La decisione assunta per neutralizzare il nuovo piano di Tomasello che mira ad allungare il mandato sino al 2013.
Il Magnifico in scadenza nel 2011 ha ottenuto un anno di proroga ma ha tentato già 2 volte di raddoppiarselo. Invano
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. La decisione è stata assunta
nel corso di alcune riunioni riservate tenute
nelle scorse settimane. La strategia è stata
messa a punto dai docenti di diritto che
fanno parte del gruppo di oppositori alla
politica del rettore Franco Tomasello.
Lʼobiettivo è neutralizzare il piano c che il
rettore, grazie allʼausilio dei suo legali di
fiducia, ha elaborato da ultimo per
allungare il suo regno sullʼUniversità di
Messina, che va avanti dal 2004 ed era in
scadenza naturale al 31 ottobre del 2011,
sino al 31 ottobre del 2013, raddopiando
lʼanno di proroga concesso dalla legge
Gelmini “per lʼanno accademico
successivo a quello di adozione dello
Statuto”. Gli oppositori mirano a elezioni
per il nuovo rettore subito prima dellʼestate.
LA STRATEGIA. La patata bollente
passerà nelle mani del preside di
Giurisprudenza, Salvatore Berlingò, il
Decano a cui i docenti, che hanno già
mandato a gambe allʼaria i piani (a) e (b)
del rettore, poco prima di Pasqua faranno
pervenire unʼistanza motivata in punto di
diritto: «Il mandato del rettore scade il 31
ottobre 2012. La legge prevede che le
elezioni debbano essere bandite novanta
giorni prima della scadenza. Per Statuto la
competenza è tua. Sei obbligato».
SCENARI. Salvatore Berlingò, preside a
Messina e rettore di un ateneo privato a
Reggio Calabria “Dante Alighieri” tenuto
aperto grazie alle missioni dei docenti
dellʼateneo di Messina, avrà a quel punto
tre possibilità: rispondere positivamente
bandendo le elezioni; negativamento, con
un provvedimento i diniego. O potrebbe
anche non rispondere mantenendo il
silenzio. Nelle ultime due ipotesi la battaglia
tornerà dinanzi ai giudici amministrativi a
cui i docenti oppositori si rivolgeranno per
ottenere ciò che Berlingò dovesse non
accordare.
STRANI PRESAGI. Sono stati i giudici
amministrativi a far saltare il piano a del
rettore quello fondato su una delibera del
Senato e del Cda di proroga di un anno per
tutte le cariche elettive (da sommare a
quello previsto dalla Gelmini) è stato
stoppato in malo modo dai giudici del
Tribunale amministrativo regionale e del
Consiglio di giustizia amministrativa: «Eʼ
antidemocratico che un organo si
autoproroghi» Il piano b, quello di riserva, è
stato elaborato allʼultimo momento in sede
di adozione, avvenuta il 29 ottobre del
2011, del nuovo Statuto dellʼateneo e si
fondava sullʼescamotage della
retrodatazionde dellʼinizio dellʼanno
accademico: è stato mandato a gambe
allʼaria dal ministero dellʼUniversità.
«Lʼanno accademico inizia il primo ottobre,
anche quello 2011/2012 (già iniziato
secondo il vecchio Statuto», è stato scritto
nello Statuto inviato per lʼapprovazione al
PRECISAZIONI
Coriqua, parola a Ciraolo
IN RELAZIONE al Top secret “Università- Controlli sulla carne- I rettori dicono no”, preciso che: «I rettori dei tre
atenei siciliani hanno firmato la risoluzione per mutuo dissenso di un accordo del 2005, con rinuncia ad un credito da 5 milioni di euro, attribuito al
Coriqua (Consorzio sui sistemi innovativi di qualità, di controllo e tutela
ambientale della filiera agroalimentare) con sentenza definitiva del Cga.
Le concrete iniziative da assumere sul
piano legale saranno oggetto di valutazione da parte dei legali cui ho dato
incarico di tutelare gli interessi miei e
del Consorzio.
Luigi Ciraolo
Presidente Coriqua
ministero. «Non è possibile che disporre
per il futuro», ha osservato il ministro
Francesco Profumo, a cui si erano rivolti i
docenti autori del ricorso vincente al
Tribunale amministrativo con un ricorso
gerarchico (giudicato comunque
inammissibile). Franco Tomasello, però,
come ama dire, “quando prende una strada
la persegue senza paura e sino in fondo” e
così ha tirato fuori dal cilindro il piano c.
«Lʼadozione dello Statuto si perfezionerà
solo sarà adottato definitivamente dopo
aver accolto i rilievi che sono stati fatti dal
ministero con la pubblicazione sulla
Gazzetta ufficiale», ha detto
pubblicamente. Il gruppo di oppositori, di
cui fa parte il docente di diritto Antonio
Saitta, da sempre avversario di Tomasello,
ma anche i giuristi Raffaele Tommasini e
Carlo Mazzù, alleati di ferro del rettore
successivamente esautorati, hanno
osservato: «Mira a far passare lʼidea che
lʼanno di proroga previsto dalla legge
Gelmini “per lʼanno accademico successivo
allʼadozione dello Statuto”, riguardi lʼanno
accademico successivo al 2011/2012
(quello in corso) in modo da prolungarsi
lʼincarico sino al 31 ottobre del 2013».
CUL DE SAC. Ma se lʼinterpretazione del
termine “adozione” da parte del rettore
fosse quella giusta avrebbe un effetto
boomerang sulla stessa sua poltrona. Se,
infatti, lo Statuto non è stato adottato il 29
ottobre del 2011, la proroga di un anno
prevista dalla legge Gelmini non ha operato
e quindi il rettore il cui mandato scadeva a
fine ottobre sarebbe già scaduto.
DIPARTIMENTI
Direttori, al via le elezioni
Il Magnifico torna sui suoi passi e dà il là al rinnovo delle
cariche scadute dopo la bocciatura dell’autoproroga
MESSINA. Ha fatto ricorso al Cga, avvalendosi di avvocati di fiducia, e quando è arrivata la sentenza che confermava la bocciatura
da parte del Tar della prima autoproroga, quella deliberata dal Senato accademico e Cda nellʼestate del 2010, ha commentato che
“non cambiava nulla nellʼassetto dellʼateneo”. Ma a distanza di qualche giorno, alla chetichella, il rettore Tomasello ha cambiato idea,
Eʼ datata 14 marzo 2012 la nota con cui il rettore avvia la procedura per lʼelezione dei direttori di Dipartimento scaduti nel periodo compreso tra lʼautoproroga (estate 2010) e lʼentrata in vigore della proroga prevista dalla legge Gelmini (Novembre del 2011). Non è stato reso pubblico un elenco ufficiale dei Dipartimenti per i quali biso-
gna andare ad elezione. Secondo le prime ricostruzioni, non ufficiali, è scaduto quello di Biomorfologia diretto da Pucci Anastasi,
di Chimica Inorganica (Sebastiano Campagna); di diritto dellʼEconomia (Enza La Torre); di Chirurgia Generale (Giovanni Sturniolo); Farmaco Biologico (Antonina Saija); di Fisica della Materia
(Fortunato Neri), Ingegneria Civile (Giovanni Falsone); Matematica (Natale Manganaro); Medicina Interna (Domenico Cucinotta); Morfologia degli animali (Adriana Ferlazzo); Patologia Sperimentale (Concetta Beninati); Protezionista ambientale (Mario
Vermiglio); Sanità pubblica veterinaria (Salvatore Giannetto);
Scienze Biochimiche (Alberto Calatroni); Biologia animale (Giuseppe Lo Paro); Scienze Cognitive (Pietro Emanuele); Scienze
dellʼantichità (Antonino Pinzone); Scienze della vita (Antonio Mastino); Scienze giuridiche (Rosario Battaglia); Pediatriche (Filippo De Luca); Studi Europei (Alberto Russo); Civiltà Moderna (Santi Fedele). la decisione del rettore da ragione a Sara Domianello,
di Giurisprudenza, e a Michele Panzera, di Veterinaria, gli unici a
dimettersi spontaneamente dopo la sentenza del Tar. (M.S.)
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Pucci Anastasi
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23 MARZO 2012
IN EQUILIBRIO. Il complesso Aralia sullo strapiombo di Montepiselli. Alle spalle, le antenne di RaiWay
MESSINA. Torna il progetto contestato del palazzo a strapiombo su Montepiselli
Aralia, toh chi si rivede!
Era una villa, è diventato un palazzo di sei piani. Che secondo il geologo sorgerà su un pendio instabile.
Per il progettista Pino Falzea “il progetto è idoneo”. Ma definisce “non soddisfacente” la stabilità sismica
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Ancora qualche mese e
lʼAralia, il complesso appollaiato sulla
collina di Montepiselli che incombe sulla via
Tommaso Cannizzaro, si arricchirà di un
palazzo a sei piani, due seminterrati e
sottotetto. Un progetto che in origine era
una villa unifamiliare, da villa è diventato
palazzo, come palazzo è stato fermato nel
2010 dal comune di Messina che voleva
vederci chiaro su messa in sicurezza del
versante e problemi alle vie di fuga e che,
oggi, ritorna. Salvo complicazioni.
COME TI TRASFORMO LA VILLA. La
“nuova vita” del palazzo in equilibrio sullo
strapiombo di Montepiselli la spiega il
progettista Pino Falzea, presidente
dellʼordine degli Architetti di Messina nella
relazione tecnica. “Il presente sostituisce il
progetto già depositato ed approvato per
decorrenza dei termini (per il rilascio della
concessione edilizia, ndr). La sostituzione
avviene perchè in fase di conferenza dei
servizi presso il dipartimento Edilizia è stata
rilevata la necessità di ritenere lʼintervento
proposto quale nuovo progetto e non
altresì variante del progetto di una villa
precedentemente depositato”. Mondato
quindi dallʼequivoco per il quale una villa a
tre piani poteva diventare un palazzo a sei,
riecco un progetto nuovo di zecca.
Esattamente uguale al vecchio, per
redigere il quale Falzea ha sudato sette
camicie: “La particolare conformazione
dellʼarea edificabile unita alla morfologia
dei luoghi ed agli interventi realizzati ammette lʼarchitetto - ha indicato una
soluzione progettuale abbastanza
complessa ed articolata”. Eccola.
LE RELAZIONI PERICOLOSE. La
concessione originaria riguardava un
fabbricato a tre elevazioni fuori terra
destinato a diventare una villa unifamiliare.
centonove
Al progetto viene applicata quindi una
“variante”, la villa unifamiliare diventa un
palazzo, i piani da tre passano a sei, e si
arricchiscono di due interrati ed una
mansarda. Per stare in piedi, il progettista
ha previsto una serie di palificazioni
profonde poco meno dei trenta metri di
altezza del fabbricato. Questo perchè,
secondo la relazione geologica citata dallo
stesso Falzea, “il pendio in condizioni
naturali si presenta instabile”, aggiungendo
però che “tale instabilità può essere
superata eseguendo unʼattenta analisi
geotecnica”. La relazione è stata prodotta
da Sergio Dolfin, che non si è limitato a
constatare lʼinstabilità del pendio, ma che si
è spinto parecchio più in là, affermando che
“nelle condizioni attuali, il sito non è
idoneo”, ed esprimendo “parere contrario
allʼedificazione ed ai conseguenti nuovi
carichi sul pendio”. A meno che la ditta non
avesse provveduto a consolidare la
montagna. Eʼ una delle risposte che Falzea
ha dato alla sfilza di perplessità sollevate
dal Genio Civile.
IL GENIO PUNTA IL DITO. Dagli uffici
regionali di via Aurelio Saffi, alla fine del
2010, parte una lettera indirizzata
allʼimpresa, in cui si muovono pesanti rilievi
su ben tredici punti. Allʼultimo, quello
relativo allʼaspetto geologico, Falzea
risponde in maniera parecchio dettagliata,
confermando la pessima analisi elaborata
da Dolfin, e spiegando tuttavia che di
quanto evidenziato “si è tenuto conto nei
calcoli statici già depositati”. Nella relazione
integrativa, poi, il progettista rassicura
ulteriormente Gaetano Sciacca, direttore
capo del Genio civile: “Il versante in
corrispondenza dellʼarea edificatoria a
monte, ad intervento già eseguito, si
presenta sicuro e idoneo per la
realizzazione del fabbricato”. Tre righe
finali che potrebbero essere sconfessate
da quanto lo stesso Falzea, nella relazione,
afferma una ventine di righe prima.
SISMA? SI SALVI CHI PUOʼ. Una delle
analisi alle quali è stato sottoposto il
pendio, secondo il progettista, è quella di
stabilità del pendio in condizioni naturali e
di progetto, e quella in “condizioni
sismiche”. La prima, si legge “in presenza
degli interventi previsti (paratie di pali ecc)
ha dato valori che evidenziano un
coefficiente di sicurezza superiore a quello
stabilito dalle norme”. E lʼanalisi in
condizioni sismiche? “Ha dato valori non
soddisfacenti”, ammette Falzea, che poche
righe dopo ribadisce comunque che
“lʼintervento così previsto si presenta
idoneo a consentire lʼedificazione a monte
prevista in progetto”. A meno che non arrivi
un terremoto.
ZOOM
Storia di un “francobollo”
Un’osservazione al piano regolatore spiana la strada
dal complesso. Al suo posto? Era previsto un parco
Pino Falzea
MESSINA. La storia dellʼAralia nasce da un “francobollo”. Così si
chiamavano, in gergo, le aree edificabili “calate” dʼimperio allʼinterno di zone boschive, coltivate o vincolate allʼinterno del piano regolatore. Spesso il territorio ne veniva disseminato direttamente dagli uffici dellʼUrbanistica che hanno redatto il Prg di Messina, altre
volte accadeva per via degli emendamenti. E delle osservazioni. In
commissione consiliare, lʼemendamento che rendeva edificabile
una porzione di bosco, che una decina dʼanni dopo sarebbe diventato il complesso Aralia, era stato bocciato per lʼastensione allʼunanimità dei membri. In consiglio comunale, invece, lʼemendamento
22/009 proposto dal commissario ad acta Salvatore Fazio era sta-
pagina 20
to respinto per il rotto della cuffia: 10 consiglieri favorevoli, sette contrari e quattro astenuti. Il “francobollo” proposto da Fazio, che trasformava una zona destinata a parco urbano in aree edificabili, e
verde privato, non era passato. Un destino che lo divideva dal “gemello”, lʼemendamento 22/008 che invece era stato accolto, e che
sarebbe diventato il “Residence 74”. Tra i due, una stradina cieca,
la via Ducezio. Quello che grazie al consiglio comunale era uscito
dalla porta in una lunga seduta a marzo del 1998, rientra dalla finestra due anni dopo, in sede di osservazioni che poi avrebbero costituito la variante al piano regolatore. La ditta Gentile Carmelo presentava unʼosservazione, numerata 219, che riprendeva un decreto emanato dal presidente della Regione del dicembre 1981, che
accoglieva la proposta di edificabilità inoltrata dalla precedente ditta proprietaria dellʼarea, la Mira. Lʼosservazione passa, il costruttore milazzese Vincenzo Pergolizzi acquista lʼarea, che dalla Gentile era passata alla EnneBi, sbanca la collina e ci piazza dentro i
due corpi edilizi che diventeranno lʼAralia. Che tra poco saranno tre.
(A.C.)
centonove
Sicilia
23 MARZO 2012
IL TRACCIATO,
MINUTO PER MINUTO
La Hc Rubina parte il 14
marzo dal porto
turco di Iskenderun.
Alle 18 e 23 del
17 marzo è allʼaltezza di
Bova Marina
e viaggia a 13,6 nodi.
Alle 20 e 31 è di fronte
Reggio di Calabria
mantenendo la rotta
prevista dalle norme
a una velocità
di 12,4 nodi.
Alle 21 e 02 di
fronte Villa
S. Giovanni
e invece di virare,
come prevedono le
e norme, segue
una rotta di 358
gradi alla velocità
di 13,8 nodi.
Nei sei minuti successivi la Capitaneria
di Porto tenta più
volte di contattare la HC
Rubina via radio, ma
nessuno risponde.
Alle 21 e 15 circa
lʼimpatto sulla spiaggia
di Ganzirri.
MESSINA. I nomi e le circostanze che ricorrono tra i due incidenti nello Stretto
Rubina e Segesta, checoincidenze
Il cargo incagliato a Ganzirri fa sorgere dubbi e perplessità sulle procedure di attraversamento.
Ecco chi solca il lembo di mare tra Sicilia e Calabria. Il più trafficato. E pericoloso
DI ARMANDO MONTALTO
MESSINA. Un Capitano Ucraino, un cargo
battente bandiera di Antigua e Barbuda, un
armatore tedesco, lo Stretto di Messina da
attraversare, poi un incidente, e un
avvocato, Enrico Mirti della Valle, a
difendere il capitano dai reati contestati.
Sembra di raccontare a distanza di cinque
anni la tragedia del Segesta, invece è un
nuovo incidente. LʼHC Rubina si è arenata
sabato 17 marzo intorno alle 21e15 sulla
spiaggia antistante il borgo marinaro di
Ganzirri a nord di Messina. Per fortuna non
ci sono state vittime. Ma dopo la tragedia
del Segesta, lʼaumento dei controlli e la
nuova regolamentazione lʼattraversamento
dello Stretto di Messina doveva avvenire in
assoluta sicurezza. Invece, gli errori umani
sono sempre possibili e a prescindere dai
sofisticati sistemi di comunicazione e dei
radar della Capitaneria. Le coincidenze tra i
due incidenti sono oggetto di unʼattenta
riflessione dello Sasmant, sindacato
autonomo stato maggiore navi traghetto.
CAPITANI UCRAINI. Una delle prime e più
lampanti coincidenze degli ultimi incidenti
occorsi sullo Stretto è la nazionalità dei
comandanti delle imbarcazioni. Maksym
Poludnyev era al comando nel 2007 del
mercantile Susan Borchard che impattò
con il Segesta Jet e un suo connazionale,
Sergy Kryvodud, guidava la Hc Rubina.
«Prima di diventare comandante sono
stato per 18 anni ufficiale in seconda –
ricorda Sebastiano Pino, presidente del
Sasmant – oggi alcune società danno il
comando a ufficiali dopo solo sei anni.
Inoltre, sempre più spesso vengono
imbarcati equipaggi che provengono da
stati con scuole non paragonabili a quelle
italiane. A fronte di molti disoccupati tra i
diplomati presso gli istituti nautici italiani le
società armatrici italianesi assumono
personale straniero».
BANDIERE DI COMODO. Sono così
definiti quei registri navali, tra i più famosi
Panama, dove, per risparmiare vengono
iscritte molte navi. «Solo di tagli, negli ultimi
anni le società armatrici di tutto il mondo
seguono una politica di risparmio, così si
registrano le navi presso stati come
Enrico Mirti della Valle
Panama o Antigua che fanno pagare
imposte bassissime o nulle».
PONTI DI COMANDO. Le particolarità che
accomunano lʼincidente occorso sabato 17
marzo e quello che ha visto lo scontro
mortale tra il Segesta Jet e la Susan
Borchard sono legate anche alla dinamica
dellʼincidente. «Secondo i dati forniti dalle
autorità - spiega Pino - mostrano che la
nave HC Rubina, superato il porto di Villa
San Giovanni ha proseguito mantenendo
inalterata la rotta di 355 gradi e la velocità
di 13,5 nodi fino alla spiaggia di Ganzirri.
Da questi elementi sʼintuisce che la nave
aveva il pilota automatico inserito e era
presente un solo uomo sul ponte di
comando». Le norme per lʼattraversamento
dello Stretto di Messina, tra lʼaltro,
prevedono la presenza sul ponte di
comando di quattro uomini: Timoniere,
Vedetta, Ufficiale di guardia e la
supervisione del Comandante. «Sulla HC
Rubina sembra ci sia stato un uomo solo
che non è stato in grado di intervenire sul
pilota automatico e rispondere alle
chiamate via radio del Vts negli ultimi 5 o 6
minuti che la nave ha impiegato dal
momento del superamento della zona di
separazione del traffico allʼincaglio sulla
spiaggia di Ganzirri». Il rispetto dellʼassetto
di guardia in plancia è lʼaltra coincidenza,
infatti,«anche per il Segesta è stato
accertato che non è stato rispettato
lʼassetto di guardia – conclude Pino».
PILOTI. Unʼaltra coincidenza è che sia la
Rubina che la Susan Borchard non
avessero il Pilota a bordo.Infatti bisogna
ricordare che lʼattraversamento dello
Stretto è fortemente regolamentato cʼè
lʼobbligo di avere un pilota a bordo per tutte
le navi con una stazza superiore alle
15mila tonnellate e per le navi adibite al
trasporto di idrocarburi o sostanze nocive
maggiore a 6mila. Inoltre sono disciplinate
le rotte da seguire per attraversare il
braccio di mare. Le regole sono state
istituite nel 1985 a seguito dell'incidente
del 21 Marzo di quellʼanno tra la petroliera
greca Patmos e il mercantile spagnola
Castillo de Monte Aragon che causò tre
vittime e il riversamento in mare di mille
tonnellate di greggio. Sono state rafforzate
nel 2008 a seguito allʼincidente mortale del
Segesta. Ma le due navi battenti bandiera
di Antigua per il loro tonnellaggio non
avevano lʼobbligo di far salire a bordo il
pilota. «Le norme sono importanti, ma
bisogna farle rispettare, sarebbe opportuno
abbassare la soglia del tonnellaggio per
lʼobbligo del pilota, ma i costi
aumenterebbero e in questo periodo la
lobby degli armatori conosce solo la parola
risparmio» chiude il Comandante Pino.
FOCUS
Quei disastri tra Scilla e Cariddi
Dalla Petroliera Patmos che sversò mille tonnellate di
greggio ai quattro morti del 2007. Ed i 6 del 1978
MESSINA. Incidenti, tragedie sfiorate, drammi annunciati, tra
Messina e Reggio Calabria è successo, negli anni, di tutto. Il
più recente, in ordine di tempo,è lo scontro tra il Segesta Jet
e la portacontainer Susan Borchard che provocò cinque morti il 15 gennaio 2007. Il 17 maggio 2001 sono i traghetti Vestfold e Giano, entrambi del gruppo Caronte e Tourist,a scontrarsi. Molto spavento, quasi nulli i danni alle persone. Molto
simile a quello tra Segesta e Susan Borchard, invece, lʼincidente del 9 luglio 1988, tra la nave delle Fs, Edra, con 139 passeggeri, e la portacontainer Languedoc. Fortuna vuole che vi
siano solo 14 feriti. Il più pesante tributo di sangue si paga il
pagina 21
24 dicembre 1978, quando il mercantile cipriota Omonia affonda dopo aver urtato la petroliera britannica Almak. Pesantissimo il bilancio di sei morti. Durante lo stesso anno, macabra
combinazione, gli incidenti registrati sono ben tre. Allʼalba del
21 marzo del 1985 si sfiora invece il disastro ambientale. Nel
tratto di mare davanti a Punta Pezzo, la petroliera greca Patmos e la mercantile spagnola Castillo de Monte Aragon si urtano, lasciando sul ponte tre morti tra lʼequipaggio della petroliera, che riversa in mare 1.000 tonnellate di greggio. Il comandante Salvatore Cutugno, in seguito insignito con la
mmedaglia dʼargento al valore civile, salì a bordo della nave
incendiata, che stava per arenarsi nella spiaggia antistante Faro, riuscendo a mettere in mare la cima di rimorchio. In seguito allʼincidente, entrò in vigore il decreto Carta, che ha regolamentato il transito nelloStretto attraverso una divisione delle acque tra Sicilia e Calabria in corsie con diritti di precedenza. Il decreto è stato aggiornato nel 2008 proprio in seguito allʼincidente del Segesta Jet.
Sicilia
23 MARZO 2012
RISANAMENTO. Aggiudicato l'appalto per il Parco Urbano a Giostra. Ma i lavori non partono
I misteri della Magnolia
A sei mesi dall'aggiudicazione della gara, l’Ustituto case popolari di Messina non ha ancora
consegnato i lavori alla ditta. Storia di un progetto lungo 8 anni. Con molti lati oscuri
DI MARIA TIZIANA SIDOTI
MESSINA. I ragazzi aspettano all'ombra
del grande albero. Aspettano che dai
detriti, traccia delle ruspe dello
sbaraccamento e di improvvisate
discariche a cielo aperto, nasca un parco,
dove scorazzare oltre le polverose strade
di una città di cemento. Come De Andrè si
aspettava che dal letame nascessero i fiori.
Il grande albero è un Ficus magnolioides
Borzì, più recentemente detto macrophylla.
Ma per tutti è la Magnolia. I ragazzi sono
quelli del quartiere messinese di Giostra. I
lavori attesi sono quelli di costruzione di un
parco urbano e recupero preesistenze
architettoniche ex villa De Gregorio in
Fondo Basile, area ex case volano. In due
parole: il Parco Magnolia. L'attesa è di 8
anni. Ma dopo l'aggiudicazione definitiva
dei lavori a settembre scorso si sperava in
un repentino inizio. Che però ancora non
c'è stato.
CRONACA DI 8 ANNI. Era il giugno 2004,
quando l'allora commissario ad acta dello
Iacp, Istituto autonomo case popolari, di
Messina, Calogero Beringheli nominò tra i
tecnici dell'Istituto i progettisti per alcuni
interventi di risanamento, rientranti nei
piani particolareggiati di aree della città
dello Stretto. Tra questi, entrambi d'Ambito
"B", i lavori di demolizione delle case
volano, le case d'amianto, "temporaneo"
ricovero per intere generazioni, e delle
baracche circostanti a Giostra in Fondo
Basile attorno alla vecchia Magnolia, e di
bonifica e riqualificazione ambientale delle
aree "sbaraccate" con la realizzazione di
un Parco. Nel marzo 2006 si demoliscono i
manufatti, già bonificati dall'amianto,
mentre il progetto del Parco è in via di
definizione ad opera dell'architetto Caterina
Sartori. Nelle operazioni di sbaraccamento
si scoprono ruderi della settecentesca villa
De Gregorio, per tradizione locale
convento di monache risalente a prima del
XVIII secolo, trasformato in villa dalla
famiglia De Gregorio, con un florido parco
di cui oggi resta solo la Magnolia, e di parte
di un portale forse di epoca anteriore. Che,
soggetti a vincolo della Soprintendenza,
rientrano nel progetto del Parco Urbano.
Che nel 2007 è pronto. E prevede in sintesi
un giardino cintato numero 1 o "Hortus
conclusus", un secondo o "Il giardino delle
essenze esotiche", e il "Giardino fuori"-"Il
giardino del torrente", con due rampe
d'accesso, l'una da via Seminario, l'altra da
viale Giostra, ed il recupero dei manufatti
d'interesse storico-architettonico di villa De
Gregorio. Ma mancano i fondi. Nel 2009
arrivano con la legge regionale 10 del
1990, quella sul risanamento di Messina.
Che, in forza anche della regionale n. 4 del
2002, si sono sbloccati con decreti di
finanziamento dell'ex Dipartimento dei
Lavori Pubblici della Regione: un pacchetto
di 48 milioni di euro di cui 26 e mezzo per
somme già impegnate ma non ancora
utilizzate e 21 e mezzo ad integrazione. Di
questi 1.846.000 circa vanno per il Parco
Ruderi dell’ex villa De Gregorio nell’area del Parco Magnolia
Urbano ex Volano, ossia il Magnolia. A
novembre 2010 gara bandita dallʼIacp di
Messina. La base d'asta è di 1.644.261,27
euro. Vince l'offerta più bassa. A giudicare
è una commissione all'Urega, Ufficio
regionale per l'espletamento delle gare
d'appalto, di Messina, nel palazzo del
Genio civile. Dopo 10 sedute si arriva a
luglio 2011. E l'Urega propone di
aggiudicare la gara ad una Ati,
Associazione temporanea di imprese,
formata dalla Sidoti Costruzioni srl, da C.G.
Costruzioni srl e da Gangemi Carmelo, con
sede a Montagnareale. Che con un maxi
ribasso del 42,3250% sbaraglia tutti. Nello
stesso mese il coordinatore del settore
tecnico dello Iacp, Achille D'Arrigo, firma la
determina dell'aggiudicazione provvisoria.
E il 26 settembre arriva quella definitiva.
LʼAti si accaparra i lavori per 921.774 euro,
oltre gli oneri della sicurezza.
I DUBBI. «Ma da settembre non si è
mossa foglia: a fine gennaio abbiamo
inviato al sindaco, all'assessore comunale
al Risanamento e al commissario
straordinario dello Iacp una violenta
interrogazione perchè i lavori non sono
iniziati». A parlare è Alessandro Russo,
presidente della V Circoscrizione. «Il
dubbio è che, quando c'è un eccessivo
ribasso d'asta, si configura il rischio che la
ditta debba risparmiare da qualche parte o
utilizzando materiali scadenti o con lavori
non a regola d'arte. In questo caso non può
dirsi, perchè non ne abbiamo la
competenza tecnica ma una conferma
indiretta è data dal fatto che la stessa Ati si
è aggiudicata i lavori di riqualificazione nel
torrente Badiazza, anche lì con notevole
ribasso, ma con le piogge dell'autunno
2010 e della primavera 2011, le gabbie già
realizzate si sono aperte e la Ati, a lavoro
ultimato, è dovuta tornare sullo stesso
punto. Ci chiediamo cosa succederebbe in
caso di bombe d'acqua». «L'altro dubbio
sul Parco Magnolia è che, passando molto
tempo, sia necessario cambiare il progetto
originario, o che, oltre il danno pure la
beffa, si possano perdere i fondi. Sarebbe
un peccato. La Magnolia è viva e sta bene
ma è circondata da una discarica: si deve
intervenire. Eʼ un importante simbolo di vita
dal valore storico, perderlo, sarebbe una
sconfitta per tutti», seguita Russo.
LE RASSICURAZIONI. «La ditta ha
centonove
sottoscritto il contratto, sono state fatte tutte
le valutazioni, a breve speriamo di
consegnare i lavori, entro una settimana»,
così rassicurava il dirigente del settore
tecnico dello Iacp, D'Arrigo. Era il 5 marzo
scorso. Lo stesso R.u.p., responsabile
unico del procedimento per il Parco,
l'architetto Pietro Visalli lo confermava
qualche giorno più tardi. Il direttore dei
lavori è lo stesso progettista ossia
l'architetto Sartori. Che in queste ultime
settimane è assente. Mentre, una volta
consegnati i lavori, la ditta, come da bando,
avrebbe 547 giorni naturali e consecutivi
per ultimarli. Intanto dall'aggiudicazione
dell'appalto sono passati 6 mesi, e marzo
volge alla fine. «A tutt'oggi (19 marzo 2011,
ndr) i lavori non sono stati consegnati. Se si
tratta di pochi giorni ancora, aspettiamo il
ritorno del direttore dei lavori, altrimenti in
accordo con il R.u.p. dovremmo decidere
se individuare qualcun altro per la
direzione», rivela D'Arrigo.
IL COMITATO. E, mentre i ragazzi di
Giostra attendono, un "giostroto" d.o.c.,
"ca' scoccia", come si dice da queste parti,
anche se da tempo vive a Lione, lancia
l'iniziativa di un comitato di lotta per il Parco
Magnolia in quello che lo stesso definisce
"quel curioso paesello, la nostra Giostra". È
lo scrittore Andrea Genovese, autore in
lingua francese, italiana e "giostrota" per
l'appunto. Un primo appuntamento è stato
per il comitato in forma provvisoria presso
l'Orientale Sicula il 22 febbraio scorso.
«Parlo da "giostroto", che dalla sua casa
aveva in faccia la Magnolia, in una zona da
sempre la più degradata. Abbiamo bisogno
di uno spazio verde ma più in generale di
rifondare la città, partendo da un quartiere
difficile e disagiato come Giostra, sarebbe
abbastanza rivoluzionario portare la cultura
qui. Questo comitato non si ferma a questo
Parco, di cui vorremmo vedere il progetto
per esprimere il nostro giudizio ma
vorremmo che i giovani avessero una
struttura, che accompagni l'attività della
scuola, dove si trovino a casa, la Casa dei
Giovani e della Cultura, con una biblioteca,
una teatroteca, un'opera immersa nel
verde, non ciclopica. Ci sarà da battersi»,
dice Genovese. Che con la sua penna si è
rivolto anche ai "cumpagneddri" dell'Istituto
comprensivo Villa Lina-Ritiro, incontrati
nell'ambito di un progetto Por "Percorsi di
vita" a dicembre scorso. «Ho scoperto
Genovese per caso e l'ho proposto come
modello di riferimento per combattere
questa rassegnazione, l'incontro è stata
un'esperienza fortemente positiva, lui ha a
cuore questo territorio e noi lo appoggiamo
con gli strumenti della scuola, con carta e
penna».
RISANAMENTO
E anche Camaro in lista d’attesa
MESSINA. Tra i progetti dello Iacp per il risanamento, fatto non solo con nuove palazzine ma con spazi verdi, oltre al Parco Magnolia, ci sono, entrambe in Ambito
"C", due aree a verde attrezzato e a parco di quartiere a Camaro S. Antonio e a Camaro Bisconte. Anche qui gli anni sono passati. «A Camaro Bisconte c'è un problema di particella catastale e siamo in contatto con il demanio regionale, mentre
a Camaro S. Antonio i lavori sono stati riconsegnati alla ditta aggiudicataria», dice
Achille D'Arrigo, il dirigente del settore tecnico dello Iacp. A S. Antonio i lavori, iniziati dalla Mecoin s.r.l., vincitrice della gara, sono stati sospesi ad agosto 2011 con
sentenza del Tar di Catania, in accoglienza del ricorso della ditta giunta seconda,
la Mosedil s.r.l. Il 13 gennaio scorso il Cga, Consiglio di giustizia amministrativa, di
Palermo, ha rovesciato la sentenza del Tar in favore della Mecoin. «Mentre per Bisconte non sappiamo nulla, i lavori a S. Antonio ancora non sono ripresi ma siamo
fiduciosi, pare questione di giorni. Il progetto è molto bello, qui c'è solo una piazza
a Camaro S. Paolo, la Gerobino Pilli in assoluto degrado». (M.T.S.)
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centonove
Sicilia
23 MARZO 2012
SOLIDARIETA’. L’iniziativa benefica della Onlus a Messina
LA MANIFESTAZIONE
PIAZZA PER PIAZZA
Nei giorni 23, 24
e 25 marzo si svolgerà la XIX edizione
della manifestazione
“Uova di Pasqua
AIL”. Un Uovo di
Cioccolato verrà offerto dai volontari in
oltre cento piazze siciliane. Tra le tante:
Barcellona, Chiesa S.
Sebastiano;
Messina, Piazza
Duomo;
Rometta, Piazza
Margherita;
Salina, Piazza Leni;
Scala Torregrotta,
Chiesa Santa Maria
della Scala;
Villafranca Tirrena ,
Chiesa Nostra
Signora di Lourdes;
Aci Castello, Piazza
Castello;
Acireale, Piazza
Garibaldi;
Caltagirone, Piazza
Umberto I ;
Catania, Via Etnea;
Palermo,Via Magliocco, Viale Strasburgo,
Piazza Politeama, Via
Notarbartolo.
La ricerca nell’uovo
L’Associazione Italiana contro le Leucemie sarà presente in tutte
le piazze della Sicilia per raccogliere fondi. In nome della solidarietà
DI ARMANDO MONTALTO
MESSINA. Ricerca, sensibilizzazione e
assistenza. LʼAssociazione Italiana contro
le Leucemie-linfomi e mieloma Onlus (Ail)
opera a Messina su molteplici frontidal
1999. Il 23, 24 e 25 marzo, come nel resto
dʼItalia, i volontari offriranno uova di
Pasqua per raccogliere fondi da destinare
alle molteplici attività dellʼassociazione. In
provincia di Messina saranno presenti in
oltre dieci piazze.
ATTIVITAʼ. LʼAssociazione a Messina è
attiva nellʼassistenza presso i reparti di
ematologia dellʼOspedale Papardo e del
Policlinico Universitario. «I pazienti
vengono, soprattutto, ascoltati dai nostri
volontari – racconta il presidente Pippo
Augusto – la nostra missione è quella di
sostenere i degenti. Spesso i pazienti
hanno bisogno di aiuto nelle incombenze
quotidiane e di una persona con cui
dialogare e noi, con i nostri presidi, siamo
presenti per aiutarli». I volontari
dellʼassociazione, dopo avere seguito corsi
di formazione, si occupano anche
dellʼassistenza ai familiari. Di recente è
stata inaugurata una Casa Ail nei pressi
dellʼospedale Papardo dove vengono
ospitati gratuitamente i familiari dei pazienti
del reparto di ematologia.
RICERCA. I proventi dei finanziamenti
vengono devoluti, principalmente, alla
Ricerca. Il Gimema (Gruppo Italiano
Malattie Ematologiche dellʼAdulto) è una
Fondazione Onlus che sviluppa progetti di
ricerca clinica e riceve la maggior parte dei
fondi dallʼAil. «La ricerca è importante, negli
Il presidente dell’Ail Messina Pippo Augusto
ultimi anni abbiamo ottenuto molti risultati e
per alcune patologie abbiamo tassi di
sopravvivenza dellʼ80%. Spiega Augusto –
oltre al finanziamento del Gimema,
abbiamo attivato alcune borse di studio».
AllʼOspedale Papardo di Messina, infatti,
questʼanno è stata assegnata una borsa a
una biologa totalmente finanziata dallʼAil.
VIAGGI DELLA SPERANZA. LʼAil di
Messina opera anche assistenza ai
pazienti che si recano fuori regione per
curarsi. «Sono soprattutto i bambini quelli
che vanno al Nord Italia, a Messina i reparti
di ematologia sono solo per adulti, i più
vicini sono a Catania, Palermo e Reggio
Calabria. Ma in molti scelgono di andare al
Nord. Noi dellʼAil mettiamo in contatto le
famiglie con i volontari delle altre regioni e li
aiutiamo in questi dolorosi percorsi».
DONAZIONE. La carenza di donatori di
sangue è unʼaltra delle battaglie che lʼAil
assieme a altre associazioni tenta di
vincere. «Le donazioni in Sicilia, tranne
“lʼisola felice di Ragusa”, non coprono il
fabbisogno regionale – spiega Augusto».
La donazione del sangue è un settore su
cui vertono alcune delle campagne di
sensibilizzazione che lʼAil opera di
concerto con le altre realtà di volontariato
come lʼAvis. «Insieme, allʼAssociazione
Donatori Midollo Osseo abbiamo già
attivato una cooperazione con la Brigata
“Aosta” e le direzioni marittime delle
Capitanerie di Porto siciliane, ma questo
non basta – racconta Augusto».
“ROSSO VIVO”. LʼAil nazionale ha anche
prodotto un cortometraggio di marketing
sociale che sensibilizza sulla donazione di
sangue. “Rosso Vivo” racconta lʼincontro
tra un giovane affetto da una forma di
leucemia acuta e degli studenti universitari.
In molti atenei italiani è stato proiettato
allʼinterno di manifestazioni di
sensibilizzazione. LʼAil di Messina
vorrebbe fare lo stesso. «Abbiamo tentato
di trovare unʼintesa anche con lʼUniversità
di Messina per proporre la proiezione di
“Rosso Vivo”. Ma dopo un primo incontro
nellʼottobre scorso, non abbiamo ancora
ottenuto una risposta definitiva – conclude
laconico Augusto».
LA SCHEDA
Ecco cosa fanno con i fondi
LA SEZIONE AIL MESSINA, che impegna decine di volontari, con i fondi raccolti negli anni ha raggiunto diversi obiettivi. Da citare, tra i tanti: la dotazione di un televisore per ogni stanza di tutti i centri di ematologia della provincia (Ospedale Papardo, Policlinico Universitario, Ospedale Sirina di Taormina); finanziamento di diverse borse di studio presso i Centri di Ematologia dellʼOspedale Papardo e del Policlinico Universitario; finanziamento di un progetto di ricerca presso lʼUnità di Ematologia del Policlinico Universitario: “osteonecrosi da bifosfonati in pazienti con
mieloma multiplo”. Apertura di una “casa Ail” presso lʼospedale Papardo.
LA PROPOSTA
Medicina alternativa
Un “utile” registro
DI PIETRO CURRÒ
MESSINA. La possibilità di istituire presso lʼOrdine dei
medici di Messina e in tutte le province siciliane, dopo
lʼapprovazione dei necessari provvedimenti legislativi, un
registro nel quale inserire i professionisti che operano nelle
cosiddette quattro “medicine complementari” agopuntura,
fitoterapia, omeopatia, antroposofia, potrebbe essere una
iniziativa adeguata ai tempi e ai bisogni di una società
sempre più alla ricerca di rimedi “alternativi” e quanto più
possibile naturali e olistici. Lʼagopuntura, la fitoterapia,
lʼomeopatia e la medicina antroposofica sono ormai
diventate medicine non convenzionali studiate a livello
internazionale da affiancare, come sistemi di cura e di
prevenzione, alla medicina ufficiale e sempre avendo
come unico scopo la promozione e la tutela della salute.
Le loro peculiari teorie, farmacopee e metodi clinici sono,
da tempo, sottoposte a varie forme di verifica sperimentale
ed approfondimento nelle università e nei maggiori centri
di ricerca biomedica. Lʼagopuntura è una medicina
alternativa di millenaria tradizione cinese che fa uso
dellʼapplicazione di aghi in alcuni punti del corpo umano al
tradizionali vengono utilizzati, ma con alcune limitazioni.
fine di aiutare la salute ed il benessere dell'individuo
Quelli ritenuti dannosi alla salute, come ad esempio gli
riequilibrando i flussi energetici del corpo. La fitoterapia è
antibiotici o un certo numero di vaccini, sono impiegati solo
quella pratica terapeutica antichissima che prevede
in casi eccezionali. Cʼè inoltre una tendenza a preferire
lʼutilizzo di piante cosiddette officinali o estratti di esse per
sostanze naturali (tratte per lo più da minerali, piante e
la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere.
talvolta anche da organi di animali) nella preparazione dei
Lʼomeopatia è un metodo terapeutico alternativo, i cui
medicamenti. Frutto di tale ricerca è unʼimmagine integrata
principi teorici sono stati formulati dal medico tedesco
dellʼuomo che permette di valutare tutti gli aspetti in cui la
Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII secolo. Alla
vita umana si realizza e ciò rende possibile, tra lʼaltro, una
base dellʼomeopatia che letteralmente indica “malattia del
concezione unitaria, razionale e inevitabile di fisiologia,
simile” vi è il cosiddetto principio di similitudine (“similia
patologia e terapia. La proposta dellʼistituzione del registro
similibus curantur” ovvero I simili si curino con i
è finalizzata alla tutela del cittadino che ha
La possibilità intenzione di servirsi di tali medicine non
simili) e consiste nel curare il malato facendogli
per l’Ordine convenzionali, oggi costretto a rivolgersi al
assumere in dosi piccole o infinitesimali un
dei medici
composto che produrrebbe in un essere sano gli
passaparola o al sentito dire. Una commissione
di valutare
stessi sintomi della malattia in modo che
scientifica diretta dal presidente dell'ordine dei
i requisiti
l'organismo reagisca alla malattia stessa
medici e composta da professionisti di provata
contrastandola. La medicina antroposofica è un
esperienza potrebbe valutare i requisiti dei medici
sarebbe
tipo di medicina alternativa che nacque e si diffuse
una garanzia che volessero richiedere lʼiscrizione al registro, con
in Svizzera e in Germania e, successivamente,
effetti benefici innegabili. Alcune Regioni Italiane
per gli utenti
nel resto dʼEuropa e del mondo, subito dopo la
hanno approvato, o hanno in corso di
fine della prima guerra mondiale. Venne formulata
approvazione, provvedimenti legislativi che mirano
e sviluppata inizialmente dal filosofo austriaco Rudolf
a garantire trasparenza e criteri oggettivi di valutazione
Steiner e da un medico olandese, la dottoressa Ita
nella scelta delicata della cura da intraprendere. Una tale
Wegman sulla base di un metodo conoscitivo, fondato su
iniziativa potrebbe collocare la Sicilia, e la provincia di
una propria epistemologia che guida la ricerca delle leggi
Messina, allʼavanguardia sul fronte della modernizzazione
che stanno a fondamento delle manifestazioni della vita,
utile, in merito al tema certamente più importante che è
dellʼanima e dello spirito nellʼuomo e nella natura. I farmaci
quello della tutela libera e democratica della salute.
“
”
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Sicilia
23 MARZO 2012
centonove
MALATTIE INFETTIVE, L’OSPEDALE PAPARDO TRA LE STRUTTURE LEADERS IN SICILIA
MESSINA. L’Unità Operativa di Malattie Infettive
dell’A.O.O.R. Papardo-Piemonte è stata individuata quale centro di riferimento di III° Livello di assistenza dall'Assessorato Regionale alla Sanità
(prot.2N25/1097 del 13/3/98) e rappresenta uno
dei più importanti presidi multizonali specialistici infettivologici della regione. Il suo compito principale
è diagnosticare e curare le varie forme di patologie
rato muscolo-scheletrico e dei tessuti molli
•Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’apparato uro-genitale nel sesso maschile e femminile
•Diagnosi e cura delle malattie a trasmissione sessuale
•Diagnosi e cura delle infezioni dell’ospite immunocompromesso per immunodeficit congeniti, acquisiti e iatrogeni
•Diagnosi e cura delle malattie infettive nosocomiali e associate alla
pratica assistenziale e medica, in
particolare infezioni da germi multiresistenti, infezioni post-chirurgiche,
in particolare di mezzi di sintesi, infezioni cardio-vascolari
•Patologie indirettamente correlate a un’eziologia infettiva, ad esempio attraverso meccanismi di tipo immunitario (reumatismo articolare,
connettiviti, sindrome da fatica cronica, ecc.).
DEGENZA
infettive e tropicali. Già dal 1985 la Divisione, allora allocata all'Ospedale Margherita, ha affrontato
il problema dell’infezione da HIV sul piano clinico
mediante l’apertura di appositi ambulatori ad accesso diretto sia per il supporto psicologico, che per
il controllo periodico dei pazienti affetti da AIDS.
Da marzo 2001, la Divisione di Malattie Infettive,
diretta dal dott. Giovanni Todaro, è ubicata al 1°
piano del corpo B della struttura ospedaliera di contrada Papardo. Qui insistono gli ambulatori della
divisione, il Day Hospital e il reparto di degenza.
Malattie Infettive dispone di 16 posti letto, di cui 6
di isolamento e 4 di DH.
L’attività clinica è mirata alla diagnosi e cura di tutte le malattie infettive, in particolare di:
•Diagnosi e terapia della patologia da HIV e delle sindromi correlate (AIDS) in età pediatrica e nell’adulto
•Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’apparato gastro-intestinale e del fegato (epatiti virali acute e croniche)
•Diagnosi e cura delle Malattie Infettive, incluse le
Malattie Tropicali (malaria, ecc.)
•Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’apparato respiratorio -Tubercolosi
•Diagnosi e cura delle malattie infettive del sistema
nervoso centrale e periferico (meningiti, encefaliti,
ecc.)
•Diagnosi e cura delle malattie infettive dell’appa-
Il ricovero in reparto può avvenire
tramite Pronto Soccorso oppure essere programmato su richiesta del
medico di base, dello specialista ambulatoriale o del day hospital che visita il paziente. Stante la natura infettiva e, almeno potenzialmente, trasmissibile delle patologie
presenti nel reparto, il posto letto
viene assegnato in base alla diagnosi di accettazione, al fine di
raggruppare, nella collocazione
dei pazienti, patologie omogenee per eziologia, e di evitare rischi di contagio crociato tra i diversi pazienti. Per lo stesso motivo viene chiesto ai degenti di non
entrare in stanze diverse dalla
propria e di usare solo il proprio
bagno. Al momento del ricovero
il paziente viene visitato e valutato preliminarmente dal medico
presente che mette in atto i primi
provvedimenti secondo gravità e
urgenza, e imposta il programma
diagnostico e terapeutico a breve termine. In caso di necessità,
viene attivato l'intervento dell'assistente sociale.
In alcuni casi vi è la necessità di isolamento protettivo: nasce dal fatto che alcune ben definite patologie infettive possono rappresentare un rischio di contagio per le altre persone ricoverate, parenti o conoscenti ed il personale d’assistenza. Alcuni pazienti immunodepressi, (per es. coloro che hanno ricevuto chemioterapie o farmaci immunosoppresso-
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ri) richiedono a loro volta di essere isolati per risultare protetti da microrganismi che possono essere
trasmessi dal personale o dai visitatori. Il ventaglio
di microrganismi che rivestono importanza nelle infezioni umane è molto ampio e comprende batteri,
virus, funghi e protozoi.
In caso di sospetto clinico o di diagnosi confermata
di un’infezione trasmissibile mediante goccioline aeree (es. tubercolosi) devono essere applicate misure addizionali, quali la camera individuale con ventilazione a pressione negativa, l’uso di mascherina
con filtro per entrare nella camera, la chiusura in sequenza delle porte (zona filtro e stanza degenza).
La Tubercolosi, contrariamente a quanto molti comuni cittadini pensano, non è portata dagli extracomunitari. Anzi, questi, spesso si infettano sul territorio dopo 1-2 anni dal loro arrivo.
Le fasce di popolazione maggiormente coinvolte sono le classi di età più avanzate della popolazione
italiana e la popolazione straniera in generale. La
popolazione anziana è a maggior rischio di riattivazione di infezioni latenti rispetto alla popolazione generale per aumentata suscettibilità legata al
progressivo peggioramento delle condizioni generali e del sistema immunitario determinate dal processo di invecchiamento. La particolare condizione
di “immigrato” predispone a un rischio aumentato
di sviluppare la tubercolosi sia per i maggiori tassi
di incidenza nei Paesi di origine, sia per le particolari condizioni di fragilità sociale e di complessità le-
gate al processo migratorio e alla multiculturalità
che influiscono decisamente sui percorsi di prevenzione, diagnosi e cura.
DAY HOSPITAL
Il Day hospital ha una funzione sia diagnostica sia
centonove
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terapeutica. E’ riservato ai pazienti che non necessitano di degenza continuativa e che presentano caratteristiche di complessità tali da non poter essere
seguiti in regime ambulatoriale. I pazienti con infezione da HIV sono seguiti direttamente in day hospital, a meno che non necessitino di ricovero nel reparto di degenza ordinaria.
La maggior parte dell’attività assistenziale è comunque rivolta a pazienti con infezione sintomatica
da HIV in terapia antiretrovirale o che ricevono un
trattamento per patologie opportunistiche. Attraverso questo servizio vengono somministrate terapie infusionali anche complesse, come quelle con
farmaci chemioterapici, antivirali o antimicotici sistemici e antineoplastici. Negli spazi del DH vengono eseguite anche procedure diagnostiche invasive e procedure chirurgiche semplici quali rachicentesi, toracentesi, paracentesi, biopsie epatiche e
osteomidollari.
L’ambulatorio di Malattie Infettive per pazienti con
patologie croniche (infezione da HIV, epatiti virali,
tubercolosi) è stato strutturato con particolare attenzione alle esigenze del paziente, in un’ottica multidisciplinare integrata.
AMBULATORIO DI EPATOLOGIA
L’ambulatorio offre il suo servizio a pazienti con
malattie del fegato, delle vie biliari
e del pancreas, quali in particolare
le epatiti virali, le epatopatie metaboliche autoimmuni, le epatopatie
indotte da farmaci, da alcol o legate a calcoli e ad altri problemi biliari, le epatopatie sviluppate durante
la gravidanza e i tumori al fegato.
A causa della complessa natura dei
problemi dei pazienti epatopatici è
essenziale poter offrire un approccio multidisciplinare e interprofessionale, che coinvolga innanzitutto il
medico curante e i numerosi specialisti interessati: i gastroenterologi, i
radiologi (diagnostici e interventisti), i chirurghi epatobiliari, le unità
di trapianto (ISMETT), gli oncologi,
gli psichiatri, i nefrologi, e gli specialisti in medicina di laboratorio.
L'ambulatorio è dotato di attrezzature di ultima generazione che permettono in particolare l’esecuzione di esami non invasivi quali: ecografie, biopsie eco assistite e prossimamente analisi elastometriche del fegato (grazie
all’uso di un Fibroscan).
Le cure sono dispensate prevalentemente in regime ambulatoriale, ma il centro può contare in
caso di necessità sul supporto del nostro reparto
di degenza.
Il centro è attivo nella ricerca clinica e partecipa attivamente allo studio di nuovi trattamenti
per l’epatite B, l’epatite C ed altre patologie
epatiche.
Presso l’ambulatorio dell'Unità Operativa di Malattie infettive, si effettuano anche:
•Profilassi dell’esposizione accidentale o professionale ad agenti infettivi (virus epatitici, HIV, tubercolosi, infezione meningococcica, carbonchio, puntura di zecca, etc.);
•Medicina Tropicale e delle Migrazioni: profilassi in occasione di
viaggi internazionali o in aree tropicali e follow-up;
•Profilassi e terapia delle infezioni
a trasmissione materno-fetale;
•Profilassi e terapia delle infezioni
a trasmissione sessuale;
•Gestione del paziente con TBC Polmonare ed extra-polmonare.
Ambulatorio di test e
counseling
Attivo dal lunedì al
sabato dalle ore
10.30 alle ore
11.30, l’ambulatorio è a libero accesso. L’accesso ambulatoriale non
è regolamentato da una prenotazione, ma avviene in modo diretto,
senza prescrizione da parte del medico di base. Durante la visita viene
condotto un colloquio con l’utente al
fine di evidenziare se vi siano stati rischi di esposizione al virus o per rispondere semplicemente ai suoi dubbi; nella maggior parte dei casi viene eseguito un prelievo ematico per
la ricerca degli anticorpi anti-HIV. Il
tutto avviene in modo anonimo e gratuito per il paziente.
Inoltre è attiva una sala ecografica destinata sia ai pazienti in regime di ricovero ed
ambulatoriale che agli esterni.
NUMERI UTILI…………..090/399..2325/6056
Le visite si effettuano prenotando attraverso
il Centro unico prenotazioni.
Il Dr. Giovanni Todaro è stato presente anche
alla 19esima Conferenza su Retrovirus e Infezioni Opportunistiche (CROI) di Seattle, tenutosi a Seattle dal 5 al 8 MARZO 2012.
Sulla COINFEZIONE HIV/HCV hanno mostrato come l’aggiunta dei primi inibitori delle proteasi per HCV a interferone PEG+ribavirina
(P/R) aumenta fortemente la possibilità di avere una risposta virologica sostenuta a 12 settimane (SVR12) nelle persone coinfette HIV/HCV
STUDI DI COORTE in HIV hanno posto l'attenzione sulla necessità di far emergere il sommerso, cioè tutti quei pazienti infetti che misconoscono di esserlo, invitandoli a fare i test, perchè poi, iniziare la terapia con bassi valori di
CD4 comporta maggiori rischi di sviluppare cancro non-AIDS. In particolare, il rischio è aumentato, nell’ordine, per il cancro al polmone,
il linfoma di Hodgkin e il cancro anale ect. La
conclusione è che l’intercettazione precoce delle persone con HIV inconsapevoli, l’inizio - quindi - della HAART a CD4 alti e la risposta virologica sostenuta, sono azioni che contribuiscono
a ridurre l’incidenza di NHL.
DOTT. GIOVANNI TODARO
Specializzazione in Malattie Infettive, Tropicali e Subtropicali, Igiene e Medicina Preventiva,
Tisiologia e Malattie dell'Apparato Respiratorio.Dal 1991 al 1998 Direttore Divisione Malattie Infettive Osp. Piemonte.
Attualmente è Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’ Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte di cui dirige anche il
Dipartimento di Medicina. Autore e coautore di
numerosi lavori scientifici. Componente del
Board scientifico e del consiglio direttivo nazionale SIMIT.
AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALI RIUNITI PAPARDO-PIEMONTE - MESSINA - TEL.090.3991
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23 MARZO 2012
FIUMEDINISI. In stand by il progetto da 110 milioni di euro
LA SCHEDA
Se il metano non va in rete
Si dimette il responsabile del procedimento che doveva ultimare l’iter per realizzare l’infrastruttura
da Scaletta Zanclea a Sant’Alessio. L’onorevole De Luca attacca: «L’opera fa gola a tanti»
DI GIANFRANCO CUSUMANO
FIUMEDINISI. Dopo trentʼanni di
attesa si pensava che i tempi fossero
maturi affinchè il progetto di
metanizzazione dei comuni jonici, da
Alì a Santa Teresa di Riva, fosse
avviato. Cʼera il protocollo dʼintesa
tra i sindaci, il finanziamento di 110
milioni di euro, un iter avviato.
Ancora oggi, ad un anno dalla firma
del contratto con il Fin Consorzio di
Roma, non è stata posata nemmeno
la prima pietra. A dire il vero il
progetto esecutivo non è stato
ancora approvato dal genio civile.
Nei giorni scorsi si è dimesso il
responsabile unico del progetto,
lʼingegnere catanese Salvatore
Ferracane, che ricopriva la carica in
quanto nominato dirigente dellʼufficio
tecnico di Fiumedinsi a scavalco dal
commissario del comune,
Michelangelo Lo Monaco. Una
nomina che ha creato non poche
polemiche. «I grandi sistemi politici
regionali vogliono mettere le mani
sul metano»ha accusato lʼonorevole
Cateno De Luca, sindaco di
Fiumedinisi fino al giugno scorso,
I sindaci che hanno firmato il protocollo
quando è stato arrestato nellʼambito
di una inchiesta sugli investimenti
fanno parte del Bacino Ionico-Peloritano,
edilizi del piccolo comune. Eʼ quasi certo
adombrando «lʼantico disegno dei grandi
che lʼiter resterà sospeso fino a dopo
sistemi politici regionali di mettere le mani
lʼestate. A maggio, infatti, si vota e
su un appalto che avevo preservato,
difficilmente il commissario Lo Monaco
reagendo a pressioni ed ammiccamenti
riuscirà a concludere la “pratica”. La
che hanno anche influito nella genesi del
prossima settimana verrà fatto un punto
con i 15 sindaci interessati. Fra lʼaltro la Fin procedimento penale, sfociato il 27 giugno
2011 con il mio arresto». Secondo il
Consorzio Roma sarebbe in
deputato le dimissioni presentate “per
amministrazione giudiziaria in quanto
motivi familiari” dellʼingegnere Salvatore
incappata in una inchiesta di mafia. Lo
Ferracane, nominato a tempo determinato
Monaco sullʼargomento non rilascia
dal commissario Lo Monaco capo dellʼarea
dichiarazioni. Lʼattacco di De Luca non gli
tecnica e automaticamente Rup
è andato giù. Il leader di “Sicilia Vera” ha
(responsabile unico del procedimento) del
contestato le procedure adottate anche
con esposti alla procura e ha ribadito che a metano «confermano che anche i dubbi
sulla procedura di demansionamento del
dicembre aveva scritto ai sindaci del che
centonove
geometra Pietro DʼAnna, precedente
responsabile dellʼArea tecnica di
Fiumedinisi, rientravano in un disegno
complessivo». A quanto pare Ferracane si
prima di dimettersi avrebbe presentato una
serie di relazioni su appalti e pratiche
urbanistiche avviate dai suoi predecessori
sollevanto prerplessità sugli iter. Non
sarebbe stato possibile firmare unʼappalto
con una ditta in quanto non era disponibile
la somma prevista dal capitolato.
Questioni che il commissario Lo Monaco,
prima di andare via, cercherà di sistemare.
Lʼinvestimento della rete metanifera
ammonta a 110 milioni di euro. Sono 15 i
Comuni della fascia Jonica peloritana, da
75 Km di rete
FIUMEDINISI. La rete principale della
rete avrà una estensione di circa 75 chilometri, con il punto di presa principale a monte del centro abitato di Antillo,
su concessione della Snam, e proseguendo fino a Casalvecchio Siculo,
passando da Savoca raggiungerà tutti
i centri costieri, dai quali a pettine saranno allacciati i centri collinari. I lavori hanno un costo complessivo di euro
69 milioni di euro, a fronte di un investimento complessivo di circa 85 milioni di euro. Per il comune di Ali' saranno 2 milioni di euro; Ali' Terme 4 milioni 364 mila euro; Antillo 3 milioni; Casalvecchio Siculo 7 milioni 924 mila;
Fiumedinisi 4 milioni 437 mila; Furci 3
milioni 893 mila; Itala 2 milioni 493 euro; Mandanici 2 milioni 129 mila; Nizza
di Sicilia 4 milioni 928 mila; Pagliara 3
milioni 984 mila; Roccalumera 7 milioni 120 mila; S. Alessio Siculo 4 milioni;
Savoca 6 milioni; Scaletta Zanclea 3 milioni 313 mila e S. Teresa di Riva 9 milioni 752 mila. La commissione di gara
insediata a novembre 2009, ha ritenuto
lʼofferta della “Fin. Consorzio - Roma”,
quella più vantaggiosa. I partecipanti
erano: 1) Fin. Consorzio di Roma; 2) Ati
“Demoter (Capogruppo) di Villafranca
Tirrena assieme a Vitaliani (mandante)
di Roma; Cpl (mandante) di San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria), Rocco
Guerrisi Costruzioni (mandante
cooptata) di Cittanova (Reggio Calabria), Euro Impianti plus (mandante
cooptata) di Milazzo; Nilo Costruzioni (mandante cooptata) di Gela. 3)
Consorzio Simegas di Cefalù.
Scaletta Zanclea a SantʼAlessio Siculo,
(Ali', Ali' Terme, Antillo, Casalvecchio
Siculo, Fiumedinisi, Furci Siculo, Itala,
Mandanici, , Nizza di Sicilia, Pagliara,
Roccalumera, Sant'Alessio Siculo,
Savoca, Scaletta Zanclea, S. Teresa di
Riva) che hanno deciso di partecipare al
grande progetto, previsto dalla Circolare
13 maggio 2009 n. 1 dellʼassessorato
regionale alla Industria. Il progetto prevede
la copertura totale del servizio senza
lasciare fuori nessuna parte del territorio
urbanizzato, costiero e montano, e senza
fare conti di convenienza o meno da parte
del futuro concessionario, sul numero dei
potenziali utenti.
SANT’AGATA MILITELLO
Ad aprile la prima fiammella
Nebrodi Gas pronta ad inaugurare parte delle condutture
Bruno Mancuso
SANTʼAGATA MILITELLO. Dodici anni dopo lʼavvio dellʼiter la
rete metanifera di SantʼAgata Militello è in dirittura dʼarrivo Sono
stati realizzati dalla Nebrodi Gas, del gruppo Mangano, tramite
project financing già quasi 30 chilometri, il 90% dellʼopera previsto nella prima fase. Tra aprile e maggio in molte abitazioni con
gli allacci già predisposti non è escluso che possa cominciare
la distribuzione. Lʼiter è stato avviato nel giugno 1999 quando lʼAti Eurovega Costruzioni e Cpl Concordia hanno presentato allʼamministrazione comunale un progetto di finanza, per la gestione e
costruzione della rete del gas metano nel territorio comunale in
cambio della gestione per 15 anni. Unʼopera da realizzare interamente con fondi privati. Per anni il progetto rimane chiuso nel cassetto. Si susseguono una serie di lettere nelle quali le imprese chie-
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dono di concludere lʼiter fino a diffidare lʼente minacciando la richiesta di risarcimento danni. Nel 2008 arriva lʼagognato affidamento dei lavori allʼassociazione temporanea dʼimpresa, con la stipula del contratto. Passano pochi mesi e la Nebrodi Gas Servizi
s.r.l. subentra alla Concordia e allʼEurovega Costruzioni, questʼultima molto presente sul territorio. Oltre ad essere impegnata nella
costruzione del porto di Capo dʼOrlando, tramite lʼassociata Franco srl è interessata anche al porto di SantʼAgata. Il progetto della
rete viene approvato il 10 agosto 2009 adeguando la spesa al nuovo prezziario regionale. Quasi contestualmente la società Nebrodi Gas Servizi presieduta da Patrizia Armaro, chiede allʼamministrazione di poter accedere a finanziamento regionale e nel giro di
tre giorni dalla riunione nella quale si concorda di partecipare al programma di finanziamenti regionale e di redigere il progetto preliminare, questo viene presentato. Per lʼamministrazione comunale
guidata da Bruno Mancuso è tutto in regola. Un poʼ meno per i consiglieri e lʼassociazione Progetto SantʼAgata che hanno sollevato,
invano, una serie di “incongruenze”.
centonove
Sicilia
23 MARZO 2012
MINACCE AMBIENTALI. Enna si ribella alla miniera da trasformare in discarica
Pasquasia per l’Eternit
Il funzionario della Regione Cuspilici annuncia che il sito diverrà deposito d’amianto confermando
le paure di cittadini e ambientalisti. Il sindaco Garofalo: «Un paradosso che non consentiremo mai»
CINZIA NICITA
ENNA. Cʼ è forte preoccupazione in tutta
la provincia per il pericolo che la zona dellʼ
ex miniera di sali potassici di Pasquasia
possa diventare una discarica regionale di
amianto.
A paventare questa disastrosa ipotesi è
stato un funzionario dellʼassessorato
regionale al Territorio ed Ambiente,
Antonino Cuspilici, che durante una nota
trasmissione radiofonica ha annunciato
che la Regione sta lavorando per
realizzare il progetto.
Un vero e proprio paradosso se si
considera che lo scorso mese di giugno, è
stato siglato lʼAccordo di Programma
Quadro, tra il ministero dellʼAmbiente, la
Regione, la Provincia e il Comune di
Enna, che ha consentito di liberare risorse
economico-finanziarie, pari a 20 milioni di
euro, che stanno servendo per la bonifica
integrale del soprasuolo del sito minerario
dalle rilevanti quantità di olio dielettrico e
di amianto. Lʼ ipotetico progetto di
realizzare una discarica regionale di
amianto ha colto di sorpresa le realtà
istituzionali locali che, attonite, si sono
attivate per approfondire e verificarne la
fondatezza e soprattutto per discutere del
futuro della miniera. Al momento lʼunica
notizia ufficiale autorizzata sullo stato
dellʼ ex miniera è quella venuta fuori dopo
la riunione tenutasi presso la Terza
Commissione alle Attività Produttive
presieduta da Salvino Caputo, alla
presenza di tutti i dirigenti delegati
ufficialmente dalla Regione e dal
Ministero alla risoluzione del problema
della miniera di Pasquasia, in cui è stato
fatto il punto ufficiale della situazione: il
sito è in fase di bonifica, saranno rimossi
lʼamianto e tutti i rifiuti tossici e soprattutto
nessuna discarica sarà aperta al suo
interno. A bonifica avvenuta verranno
incontrate alcune grosse società fra le
quali lʼItalkali che già dallo scorso mese di
novembre ha inoltrato richiesta ufficiale
per riprendere la concessione estrattiva
Il sindaco Paolo Garofalo
La miniera di Pasquasia
che una volta avviata potrebbe dare
risposte occupazionali per lo sviluppo
dell' intero comprensorio. «Mi sembra
inverosimile - spiega il sindaco di Enna
Paolo Garofalo - che si stia lavorando a
qualcosa che io stesso ho
espressamente rifiutato allʼatto della firma
del Programma Quadro tra Regione
Siciliana, Provincia Regionale di Enna e il
nostro Comune. In quella occasione,
infatti, dopo aver verificato che un articolo
dellʼaccordo identificava Pasquasia quale
sito idoneo a divenire discarica di rifiuti
pericolosi per lʼintero territorio regionale,
unitamente al Dirigente Generale del
Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti,
Vincenzo Emmanuele, sottoscrivemmo
ed allegammo allo stesso documento un
verbale aggiuntivo nel quale si
specificava che il Comune di Enna
aderiva allʼaccordo solo a condizione che,
dopo avere effettuato le opportune
verifiche tecniche, la galleria esistente
ospitasse solo ed esclusivamente
lʼamianto proveniente dalla bonifica del
sito stesso. Ritenevo questa, infatti, la
soluzione più adatta, preferendo di gran
lunga che lʼamianto presente nellʼarea
della miniera venisse al più presto
eliminato e stoccato in maniera sicura
nello stesso sito, considerato che questo
tipo di materiale non produce percolati né
altre controindicazioni quando viene
dismesso in sicurezza. Il tutto sotto la
stretta ed esclusiva vigilanza del
personale del nostro Comune.
In quella circostanza- conclude il sindacotuttavia, fui rammaricato del fatto che il
presidente Monaco avesse già
sottoscritto lʼaccordo senza porre alcuna
condizione mettendo in essere la
possibilità che la miniera di Pasquasia
diventasse unʼenorme discarica di rifiuti
pericolosi. Sia chiaro che non consentirò
a nessuno, né Stato, né Regione, di
utilizzare il sito minerario di Pasquasia
per ricevere rifiuti, pericolosi e non, che
non sia lʼamianto di esclusiva
provenienza dalla bonifica del sito
medesimo». Dello stesso avviso anche il
presidente della provincia Giuseppe
Monaco che nei prossimi giorni incontrerà
l' assessore regionale all'Energia
Sebastiano di Betta per ottenere
delucidazioni sul futuro dell'ex miniera.
«Non comprendo a quale titolo il
HANNO DETTO
Regalbuto: «Voci
infondate»
ENNA. Ad intervenire sulla vicenda è
stato, fra gli altri, il presidente delle miniere dismesse Giuseppe Regalbuto
che insiste sul fatto che lʼunica strada
percorribile per il futuro di Pasquasia
è quella della riapertura come sito minerario.
«Questa è lʼunica notizia ufficialespiega Guseppe Regalbuto- autorizzata sullo stato attuale del sito e nessun dipendente Regionale può divulgare notizie diverse, per ben due ordini di motivi: uno perché si tratta di
personale assolutamente non titolato
a farlo; lʼaltro perché trattasi soltanto
di mere voci di corridoio, infondate,
ma volutamente tendenti ad infangare la verità e lʼoperato di chi da anni si
batte per la riapertura di una miniera
che può ancora, a tutti gli effetti, rilanciare lʼeconomia della nostra Provincia di Enna nonché dellʼintera Sicilia. Non permetterò mai a nessuno
di usare Pasquasia, se non solamente ai fini produttivi. Per tutte le persone che fino ad oggi dormono ed hanno bisogno di “passerelle” per mettersi in mostra, dico solo che devono
evitare di allarmare la gente e di screditare anni di duro lavoro (con vari rischi). Se costoro vogliono collaborare possono benissimo contribuire,
ma solo ed esclusivamente, per la riapertura della miniera, unica fonte, fra
le poche fonti di produzione di questa
Provincia».
C.N.
funzionario regionale Antonio Cuspilici,
che tra altro non ha alcuna competenza
sulle tematiche ambientali del territorio
ennese, possa veicolare tale notizia
provocando un vero e proprio terremoto.
Non si comprende la ratio di tale progetto
se si considera il fatto che in atto esiste
già un finanziamento di 20 milioni di euro
per bonificare il sito minerario proprio
dalla presenza dellʼamianto.
Deve essere chiaro a tutti che qualsiasi
progetto può interessare la miniera questo
deve passare dal vaglio del territorio.
Nessuno può permettersi di calare
dallʼaltro qualsiasi iniziativa anche la più
favorevole senza il benestare delle
istituzioni locali».
PROVVEDIMENTI ESEMPLARI
Impiegato Amap morto, chieste 5 condanne
PALERMO. La Procura di Palermo ha chiesto la condanna a tre anni di carcere
ciascuno di cinque persone accusate della morte di Antonio Profita, un impiegato dell'Amap deceduto a settembre del 2001 per un cancro ai polmoni provocato, secondo gli investigatori, da inalazione di amianto. Di omicidio colposo sono imputati Salvatore e Raffaele Vinciguerra, Gesualdo Adelfio, Gaetano Graziano e Gaetano Paruta che si occupavano del potabilizzatore di Risalaimi, l'impianto a cui lavorava Profita e che sarebbe stato contaminato dall'amianto presente nelle vasche. L'impiegato era addetto al controllo del cloro nell'acqua. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con lʼassistenza degli avvocati
Salvatore Cacioppo e Andrea Crescimanno. Alla prossima udienza spazio ai legali delle difese, gli avvocati Valentina Castellucci, Mauro Torti e Massimo Motisi. Toccherà a loro smontare la tesi accusatoria. Partiranno dallʼassunto difensivo che “non ci fu alcuna inalazione di amianto”.
pagina 27
Qui, scuola
23 MARZO 2012
CAPO D’ORLANDO. IL PRESIDENTE NAPOLITANO PLAUDE ALL’INIZIATIVA DEL LICEO ARTISTICO SULLA RIVOLTA DEI COMMERCIANTI
Il fumetto antiracket va al Quirinale
DI
L’INTERVENTO
“Qualifichiamo
al lavoro”
L’offerta del liceo Ainis.
E gli obiettivi raggiunti
GIANFRANCO CUSUMANO
CAPO DʼORLANDO. Anche
il presidente della
Repubblica, Giorgio
Napolitano, ha apprezzato il
fumetto antiracket realizzato
dagli studenti del Liceo
Artistico di Capo dʼOrlando. I
ragazzi, nellʼambito del
progetto didattico “Lege
Artis”, hanno realizzato un
fumetto in cui si sintetizza la
storia di Sarino Damiano,
uno dei primi imprenditori a
dire «no» ai tentacoli delle
estorsioni e sul cui esempio
è poi sorta a Capo dʼOrlando
lʼAcio, la prima associazione antiracket
dʼItalia. Il fumetto è già stato distribuito
in centinaia di copie e il progetto è
quello di diffonderlo tra tutte le scuole
dʼItalia.
Una di queste è stata inviata al
Quirinale. Napolitano ha espresso il suo
plauso tramite una lettera del
consigliere del presidente per la stampa
e la comunicazione Pasquale Cascella
inviata alla dirigente Delfina Guidaldi e
al professore Carmelo Sicilia, tutor del
progetto legalità che rientra nellʼambito
centonove
IL LICEO AINIS grazie agli interventi
economici dei Fondi strutturali europei è
riuscito a realizzare, nel corso degli anni, laboratori scolastici dotati di tutte le
attrezzature informatiche e tecnologiche che hanno favorito lʼapprendimento delle discipline attraverso metodologie innovative e al passo coi tempi. Siamo riusciti a far diventare realtà lo slogan “con lʼEuropa investiamo per il vostro futuro”, infatti i nostri allievi si preparano ad affrontare il futuro con un ricco bagaglio di conoscenze tecnologiA sinistra gli studenti
del progetto. In alto
il presidente Giorgio
Napolitano
dei Fondi sociali europei ed ha coinvolto
29 allievi delle prime classi. Assieme
alla nota è stato donato anche il volume
“Il patto che ci lega” in cui sono raccolti
alcuni interventi del presidente della
Repubblica. «Il presidente della
Repubblica desidera ringraziarvi per
averlo reso partecipe del progetto
L’ANNIVERSARIO
Jaciversario: i 150 anni dell’istituto messinese
I 150 ANNI DELLʼISTITUTO JACI nella manifestazione “Jaciversario” che si è
svolta sabato 17 marzo. Giorno in cui la scuola messinese ha festeggiato lʼanniversario dalla nascita. Lʼiniziativa si è svolta al Palacultura di Messina. Ad introdurre gli interventi che si sono susseguiti è stato il preside Claudio Stazzone. «La proclamazione del Regno dʼItalia - precisa il dirigente scolastico - è stata ritenuta la data giusta di quello che abbiamo inteso come il “concepimento”
dellʼEducazione Nazionale. Eʼ motivo di grande orgoglio, per noi della comunità
jacina, aver festeggiato questo avvenimento storico con tutti gli alunni, vero polmone della scuola, il personale Ata e con tutti gli amici di Antonio Maria Jaci. «In
questi tre anni di “presidenza Stazzone” - interviene la professoressa Rosa Maria Trischitta - il nostro istituto ha rafforzato la leadership nel tessuto sociale del
nostro territorio. Per questo un ringraziamento particolare va la nostro dirigente scolastico».
didattico “Lege Artis” ed esprime agli
studenti il vivo apprezzamento per la
pubblicazione “Legalità e
partecipazione” in cui si esprime
unʼattenta riflessione sulla persistente
attualità del valore della legalità».«La
realizzazione del fumetto arriva dopo un
percorso sulla legalità che ha coinvolto
gli alunni - spiega il professore Sicilia - il
fumetto “Legalità è partecipazione”
racconta la storia di un cittadino di Capo
dʼOrlando, che ha saputo opporsi alla
legge del più forte, rompendo quel velo
di omertà che non permette alla legalità
di emergere. Noi docenti desideriamo
che il nostro lavoro lasci qualcosa nei
giovani, che abbiamo il dovere di
indirizzare verso un vero futuro, dove la
legalità non sia solo un enunciato, ma la
stessa aria che respirano».
Capo dʼOrlando è stato il primo comune
dʼItalia in cui è nata unʼassociazione
antiracket. Il primo presidente è stato
Tano Grasso. Gli studenti allʼepoca non
erano nati e sono rimasti colpiti dai
racconti di Sarino Damiano - il primo a
ribellarsi - e nellʼapprendere che
nel loro comune fossero avvenuti simili
episodi ad opera della criminalità
organizzata.
che, che consentirà loro, non solo, di cogliere maggiori opportunità nel mondo
del lavoro ma li completerà nel complesso processo di crescita culturale. Gli
obiettivi raggiunti, dalla realizzazione di
tali laboratori, infatti, sono finalizzati a
promuovere lo sviluppo generalizzato di
competenze in materia di tecnologia
dellʼinformazione e della comunicazione, che deve essere considerato un fattore essenziale per la politica occupazionale in Europa, nonché la generalizzazione delle competenze, che costituiscono elementi centrali nella creazione
di posti di lavoro qualificati e nella costruzione di una base economica e sociale competitiva.
Elio Parisi, dirigente scolastico
dellʼIstituto “Ainis”
ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith
Pensionamenti, entro il 30
marzo le domande
Il 30 marzo è giorno gradito dal MIUR perché, come per
la mobilità, è la scadenza fissata per la presentazione
delle domande di cessazione e mantenimento in servizio da parte dei dirigenti scolastici, docenti, ATA ed
educatori definita col D.M. 22/2012. Dopo la pubblicazione della circolare della Funzione Pubblica n° 2 dellʼ8
marzo, il Ministero ha emesso il D.M. e la circolare organizzativa. Per la presentazione delle domande il personale Dirigente Scolastico, docente, educativo ed
ATA di ruolo, ivi compresi gli insegnanti di religione,
deve utilizzare la procedura web POLIS “istanze on line” disponibile nel sito internet del MIUR. Eventuali domande già presentate col cartaceo devono essere ri-
prodotte con la predetta modalità. Lʼaccertamento dellʼesistenza o meno del diritto alla pensione, per i dimissionari, è di
competenza degli Uffici territoriali degli
Uffici scolastici regionali, che in ogni caso ne daranno notizia agli interessati. Da
questʼanno le domande di pensione devono essere inviate direttamente allʼEnte Previdenziale attraverso le
seguenti modalità, le uniche ritenute valide per lʼaccesso alla pensione: compilazione della domanda attraverso lʼassistenza gratuita del Patronato; compilazione della domanda on-line accedendo al sito dellʼIstituto, previa registrazione. La trasmissione telematica delle domande è già disponibile per lʼassistenza dei
patronati, mentre la modalità di compilazione on-line a
cura dei singoli interessati sarà disponibile nellʼapposita sezione del sito www.inpdap.gov.it a partire dal 2
maggio 2012. Il D.L. n. 201/11 ha modificato i requisiti
pagina 28
di accesso al trattamento pensionistico, facendo salvo però il diritto allʼapplicazione della normativa precedente per coloro che ne abbiano maturato i previsti
requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre
2011, che sono: 36 anni di contributi congiunti ad almeno 60 anni di età anagrafica o 35 di contributi congiunti ad almeno 61 anni di età anagrafica. Restano anche confermati, per la medesima normativa, sia il diritto alla pensione di anzianità al raggiungimento dei
40 anni di contributi che il diritto alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 65 anni di età per gli uomini e 61 anni per le donne. Dallʼ1/1/12 i requisiti, da
possedersi al 31/12/2012 , sono così modificati: pensione di vecchiaia - 66 anni di età per uomini e donne,
con almeno 20 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 2012; pensione anticipata - 41 anni e 1 mese di
anzianità contributiva per le donne, 42 anni e 1 mese
di anzianità contributiva per gli uomini.
23 MARZO 2012
Economia
NAVIGAZIONE. L’antitrust boccia la privatizzazione di Tirrenia e della controllata regionale
Siremar, l’Europa dice no
“Eccessiva concentrazione e aiuti statali”, spiega l’UE. In Sicilia, il nodo del contendere
è la presenza della Regione nella Compagnia delle isole. E una fideiussione
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Quelle privatizzazioni, così
come sono state eseguite, non vanno
bene. Lo dice lʼUnione europea. I destini
della compagnia di navigazione statale
Tirrenia e Siremar, la sua controllata
regionale, sono sempre legati a doppio
filo. Perchè le motivazioni addotte
dallʼAntitrust europea sulle operazioni di
privatizzazione della Tirrenia, valgono
anche per la controllata regionale
siciliana che a fine ottobre del 2011 era
stata aggiudicata per 69 milioni di euro
alla Compagnia delle isole, società
controllata al 60% da Mediterranea
Holding di Navigazione (partecipata
dalla Regione Sicilia), da Lauro.it (5%),
da Isolemar (5%), da Damivar Eolia
Navigazione Srl (20%) e da altri
azionisti minoritari. Cosa rimprovera
lʼautorità garante per la concorrenza
europea alla Tirrenia? Due aspetti: il
primo relativo alla “concentrazione” CinTirrenia, l' altra sugli aiuti di stato all' ex
gruppo Tirrenia fra 300 e 400 milioni di
euro. La valutazione informale della
Commissione è che l' operazione
comporterebbe una posizione quasi
Vincenzo Franza
centonove
monopolistica su diverse rotte italiane.
Cin, società del gruppo che fa capo a
Gianluca Aponte, avrebbe poi scelto di
uscire dalla contesa, mossa pensata per
ridurre la concentrazione (criticata dalla
Ue) di armatori di traghetti all' interno
della società (oltre ad Aponte, ci sono
Onorato e Manuel Grimaldi, a capo di
Grimaldi Group). Nonostante questo, il
via libera dalla commissione europea
non è arrivato. Bruxelles, infatti, è
orientata a bocciare sia gli aiuti di stato
sia lʼoperazione in mancanza di
proposte alternative. Una situazione che
si riverbera anche su Siremar.
SIREMAR. La lettera dell' Ue fa infatti
riferimento anche alla privatizzazione di
Siremar. Sotto esame c' è una
fidejussione che la Regione Sicilia,
socio di Cdi, avrebbe messo a garanzia,
consentendo la vittoria della società.
Una circostanza però smentita dalla
società. “Non esiste - spiega Giuseppe
Gitto, legale della Compagnia delle
isole - nessuna fidejussione della
Regione. Esiste invece quella di
Unicredit, emessa, come previsto dalla
procedura, per i primi 31 milioni di rata
del pagamento dei 69 milioni messi sul
piatto da Cdi per l' acquisizione”. La
Regione Sicilia ha però fatto da garante
presso lʼistituto bancario. la garanzia
lʼha firmata il Ragioniere generale della
regione Enzo Emanuele, legittimato da
una consulenza del legale Alberto
Stagno DʼAlcontres. Sulla vicenda,
però, cʼè anche il ricorso al Tar del Lazio
proposta da Società di navigazione
siciliana spa, joint venture tutta siciliana
tra le famiglie Franza e Morace (quindi
Caronte&Tourist ed Ustica Lines) che
ha perso la gara per lʼassegnazione.
“Da parte nostra cʼè il ricorso pendente
che si discuterà a fine aprile al Tar Lazio
- spiega Vincenzo Franza, ad di
Caronte&Tourist - Chiediamo che la
gara venga aggiudicata a noi non
ritenendo congrua lʼofferta dellʼaltra
compagnia, perché portata avanti
tramite fideiussione fatta dalla regione
Sicilia”, insiste Franza. “Dʼaltra parte
lʼUnione europea è stata chiara
contestando gli aiuti di stato, quindi
anche quelli della Regione Siciliana,
motivo per il quale anche la procedura
di Siremar sarebbe stata viziata”. La
decisione della Regione Sicilia di
entrare nellʼaffare ha scatenato un
putiferio allʼArs, il parlamento siciliano,
in larga parte contrario allʼoperazione.
MOVIMENTI
Blu Navy viaggia messinese
La Caronte noleggia la Ostfold alla compagnia
fino al 31 maggio. Poi tocca alla Matacena
MESSINA. Cʼè sempre più Sicilia nella Blu Navy, la compagnia
di navigazione che collega lʼisola dʼElba con la terraferma toscana e che prima, nellʼautunno del 2011, è passata sotto lʼamministrazione di Luca Morace, armatore napoletano ma trapanese dʼadozione e proprietario della Ustica Lines e poi, a fine
febbraio, ha fatto “shopping” il riva allo Stretto. Blu Navy, infatti, non ha rinnovato il contratto con il traghetto greco Acheos:
per sostituirlo, la, rivolgendosi al socio nellʼaffare Siremar, la famiglia Franza.
A febbraio, infatti, sulle rive toscane è arrivata, con la formula
del noleggio, la Ostfold, nave “Ro-Pax bidirezionale” in servizio
pagina 29
tra Messina e Villa con la Caronte & Tourist. La Ostfold, che è
uscita dal cantiere norvegese Moss Rosenberg Verft nel 1979
e porta 700 passeggeri e 190 auto, salperà le acque toscane fino al 31 maggio, poi sarà sostituita con un altro vascello “messinese”: la Amedeo Matacena, anche lei Ro-Pax bidirezionale
ma con maggiore capienza (mille passeggeri e 230 auto), di proprietà della compagnia calabrese Amadeus che fa capo alla famiglia Matacena ed in forza alla flotta di Caronte and Tourist.
Fabbricata nel 1986, la nave, a lungo ormeggiata ai moli del porto di Messina, è attualmente in cantiere per unʼopera di “lifting”
al salone passeggeri, per renderla adeguata alle esigenze della Blu navy. Anche la Amedeo Matacena arriverà in toscana con
la formula del noleggio, in questo caso ultradecennale.
La nave ha una stazza lorda di 1275 tonnellate, una velocità più
sostenuta rispetto allʼOstfold (che viaggia a soli 13 nodi) e soprattutto una capienza del garage necessaria per imbarcare oltre 200 vetture.
(A.C.)
Economia
23 MARZO 2012
MILAZZO. La società chiude in pareggio, ma nel 2011 gli azionisti hanno perso 70 milioni di euro
Conti in rosso alla Ram
Eni e Q8 non sono riusciti a vendere tutto il petrolio lavorato negli impianti mamertini a causa
della concorrenza dei lavorati in India e Cina. Il consiglio chiede benzina scontata per i residenti
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Settanta milioni di euro di
perdita. Eʼ questa la somma che Eni e
Q8, azionisti della Raffineria di Milazzo
scpa che detengono entrambi il 50%
delle quote, hanno perso nel corso
dellʼesercizio 2011. Una notizia che
arriva a ridosso della richiesta da parte
del consiglio comunale che chiede alle
aziende petrolifere proprietarie degli
stabilimenti mamertini la concessione di
una card che consenta ai residenti uno
sconto alla pompa come contropartita
del disagio ambientale. Una crisi che
non riguarda solo lʼimpianto di contrada
Mangiavacca. Si tratta di una sofferenza
che coinvolge lʼintero sistema della
raffinazione europeo. Gli azionisti della
Raffineria di Gela, ad esempio,
avrebbero registrato una perdita di 250
milioni di euro. Ufficialmente i conti della
Raffineria di Milazzo sono in pareggio
(circa 500 milioni il giro di affari). Gli
impianti raffinano per conto terzi - in
questo caso gli azionisti - il greggio che
gli viene inviato. Il lavorato proveniente
dalla struttura siciliana, però, immesso
Una petroliera ai pontili della Raffineria di Milazzo
nella distribuzione non ha prodotto gli
utili sperati. La concorrenza arriva da
India e Cina dove sono state realizzate
raffineria che offrono il prodotto a prezzi
nettamente inferiori grazie alla
COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE
DI MESSAGGI POLITICI RELATIVI ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE
FISSATE PER 6 E 7 MAGGIO 2012
Ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 28 del 22.2.2000 e n.313 del 6 novembre 2003, e della deliberazione 43/12/CSP dellʼAutorità per le garanzie nelle comunicazioni, la “Kimon”,
editrice del settimanale
CENTONOVE
comunica che intende diffondere messaggi politici elettorali a pagamento secondo le
seguenti modalità:
- La pubblicazione degli avvisi è consentita fino al 5 maggio 2012 compreso e fino al
19 maggio 2012 per lʼeventuale turno di ballottaggio;
- Ai candidati e alle forze politiche è garantito l'accesso ai relativi spazi in condizioni di
parità fra loro;
- Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico elettorale previste dalla normativa vigente e dalle deliberazioni dellʼAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni;
Le richieste di pubblicazione di messaggi politici elettorali devono specificare la data
di pubblicazione, del nome del richiedente, e devono pervenire in redazione insieme ai
materiali di stampa almeno 5 giorni prima della data di pubblicazione presso gli uffici della propria redazione siti in Via San Camillo 8 - 98122 Messina - tel.090/9430208 fax
090/9430210-11. Il pagamento dovrà avvenire contestualmente all'accettazione dell'ordinativo di pubblicazione. Le inserzioni devono recare la dicitura "messaggio politico
elettorale" con l'indicazione del soggetto committente.
Le tariffe B/N sono le seguenti per il settimanale Centonove, edizione unica regionale:
Modulo (mm 58 x mm 37)
Euro 65,00;
1/4 di pagina (cm 12 b x cm 15 h)
Euro 450,00;
1/2 di pagina (cm 24,5 b x cm 15)
Euro 900,00;
Pagina intera (cm 24,5 b x cm 34,4 h)
Euro 1.700,00;
Ultima di copertina (cm 24,5 b x cm 34,4 h)
Euro 2.000,00;
Manchettes di prima pagina (cm 3,5 b x cm 3,0 h)
Euro 250,00;
Finestrella di prima pagina (cm 7 b x cm 6 h)
Euro 500,00.
I prezzi vanno intesi esclusi d'Iva 20%.
L'opzione colore ha un costo aggiuntivo del 30%.
L'accettazione delle prenotazioni avviene in base alla loro progressione temporale, e
qualora le richieste fossero superiori alla disponibilità, la selezione sarà operata secondo le indicazioni del richiedente e procedendo ad una riduzione proporzionale degli spazi richiesti onde garantire l'accesso a tutte le categorie interessate.
manodopera a basso costo e a leggi
ambientali meno restrittive. La Raffineria
di Milazzo ha un capitale sociale di 171,1
milioni di euro ripartiti al 50% fra i due
Azionisti Eni e Q8, lavora in media ogni
anno 9 milioni di tonnellate di petrolio,
impiega 600 dipendenti diretti e permette
una occupazione di lavoratori delle ditte
dellʼindotto variabile da 500 in fasi di
routine a oltre 1.500 in periodi di
investimenti e/o manutenzioni
straordinarie di fermata. Nel quinquennio
2012 - 2016 è stato previsto un piano di
investimenti pari a 450 milioni di euro ed
un corrispondente programma
quinquennale di spesa per interventi di
manutenzione ordinaria, straordinaria e
di fermata di oltre 300 milioni di Euro.
La richiesta di uno sconto sul carburante
continua a far discutere. A proporre la
mozione è stato il consigliere comunale
Carmelo Formica. Con un manifesto ha
sollecitato il sindaco Carmelo Pino ad
attivarsi nei confronti della Raffineria per
ottenere sconti sul prezzo della verde
centonove
come da atto
dʼindirizzo della
mozione. Un gesto
che in un momento
di crisi come quello
che sta
attraversando
l'Italia sarebbe
importante per le
famiglie della città
del Capo. Formica
Carmelo Formica
è stato promotore
di una mozione
sullo stesso argomento nel gennaio
scorso, votata da decine di consiglieri in
aula, ma fino ad oggi caduta nel
dimenticatoio. Il medico, dunque, ha
deciso di rinfrescare la memoria al capo
della giunta con dei manifesti. «La
raffineria di Milazzo ha fornito
opportunità di lavoro - si legge nel
documento - ma anche una flessione
alle opportunità turistiche e di immagine
del nostro territorio, con risentimento
della qualità di vita dovuta anche
all'inquinamento ambientale». Formica
chiede al Pino di farsi promotore di una
richiesta alla Ram per dotare i cittadini
residenti nel comune di Milazzo di una
"card" per usufruire di sconto sui
carburanti nella misura in cui l'ultima
pesante manovra finanziaria ne ha
previsto l'aumento. «Tale riduzione scrive Formica - dovrebbe riguardare i
distributori ricadenti nel comune di
Milazzo gestiti dal gruppo Eni - Q8 che
controlla anche la Ram. In fin dei conti
l'onere sarebbe solo a carico delle due
compagnie petrolifere e non inciderebbe
in maniera significativa sui loro colossali
guadagni. Non è escluso che ad un esito
positivo di detta opportunità altre
compagnie petrolifere (per essere
concorrenziali nel territorio milazzese)».
Formica conclude con un appello: «Una
volta tanto che si pensi a tutta la
popolazione e non solo a pochi "eletti"».
Il sindaco Carmelo Pino ufficialmente
non si è ancora mosso per farsi
portavoce verso i vertici della Raffineria.
«Ho 30 giorni di tempo per attivarmi spiega - in questo momento ho altre
priorità come lʼemergenza sanitaria
causata dal mancato smaltimento dei
rifiuti. Non nascondo seri dubbi sul fatto
che la proposta venga accettata anche
perchè, dalle notizie informali che ho
avuto, ci vorrebbero autorizzazioni
ministeriali e si rischierebbe una
concorrenza sleale nei confronti delle
altre aziende. Purtroppo non è così
semplice come fa credere il consiglio
comunale».
LA DONAZIONE
Un parco urbano da 11 milioni di euro
MILAZZO. La Raffineria di Milazzo ha ceduto gratuitamente al comune 60 mila
metri quadrati di terreno per realizzare un parco urbano. Nellʼarea Tribò, adiacente agli impianti, saranno investiti undici milioni di euro. A comunicare l'assegnazione del finanziamento dei "Giardini di Federico" tramite i fondi europei
Pisu-Pist sono stati il sindaco Carmelo Pino e l'assessore alle Finanze Pippo Midili nel corso di una conferenza stampa. Il progetto era stato presentato alla Regione nel settembre 2010. Nei giorni scorsi la comunicazione che l'iniziativa è
stata finanziata, il progetto ha ottenuto 9 punti su 10. Due i percorsi che saranno realizzati: uno archeologico (vista la presenza di una necropoli), l'altro naturalistico con centinaia di alberi autoctoni che saranno scelti con la collaborazione della facoltà agraria dell'università di Catania. Saranno recuperati anche
dei magazzini accanto alla caserma dei pompieri. L'opera sarà pronta entro luglio 2015, come imposto dall'Unione europea che finanzia l'opera.
pagina 30
centonove
Economia
23 MARZO 2012
L’INTERVISTA. Diventa “monocratico” il Garante del contibuente”
Un garante per i tartassati
In Sicilia nominato Salvatore Forastieri. Ruolo e funzioni. Dalla battaglia vinta per evitare
ipoteche in caso di debiti inferiori a ottomila euro a quella ancora in corso sul rimboro Iva
PALERMO Il contribuente ha
unʼiscrizione ipotecaria ma non ricorda di
aver ricevuto una cartella dalla Serit? Può
rivolgersi al Garante del Contribuente.
Tutte le volte che ritiene di essere
destinatario di una vessazione. Eʼ il caso
del cittadino che ritiene di essere vittima
di un comportamento sbagliato, da parte
di un ufficio fiscale cioè dellʼagenzia delle
entrate, agenzia delle dogane, agenzia
del territorio, uffici tributari dei comuni
nonchè dellʼagente della riscossione
Serit. “Lʼarticolo 13 della legge 212 del
2000 prevede tra i compiti del Garante
anche lʼattivazione dellʼautotutela - spiega
Salvatore Forastieri Garante del
Contribuente per la Sicilia - cioè non la
possibilità di un ufficio di modificare i suoi
atti ma la possibilità di mettere di fronte
allʼevidenza dellʼerrore. Dunque, evitare
ricorsi a pioggia”. Dal primo gennaio il
Garante del contribuente è diventato
monocratico; uno per ogni Regione. Eʼ un
organo statale incardinato allʼinterno del
Ministero delle finanze ma con
competenze regionali. “Esiste una norma
secondo cui la Serit può iscrivere
ipoteche senza una soglia minima dichiara il Garante del contribuente per la
Salvatore Forastieri
Sicilia - ma gli articoli 76 e 77 del Testo
Unico sulla riscossione stabiliscono che
per poter procedere alla vendita
dellʼimmobile ipotecato è necessario un
debito almeno di 8mila euro. E, gli uffici
che scrivevano ipoteche anche per mille
euro, senza poter vendere lʼimmobile,
usavano questo espediente solo per
impaurire il contribuente. La nostra
interpretazione della legge, avallata
successivamente dalla sentenza della
Cassazione n. 4077 del 22 febbraio 2010,
prevede non solo la vendita dellʼimmobile
ma anche lʼistituzione dellʼipoteca a
partire almeno da 8mila euro di debiti”. Il
Garante del contribuente per la Sicilia si è
occupato anche del caso del rimborso Iva
da parte del contribuente che non ha
presentato lo stampato del modello VR.
La semplice indicazione allʼinterno della
dichiarazione annuale del credito Iva
spettante per ottenerne il rimborso non
basta. La domanda, infatti, per essere
ritenuta valida, deve essere presentata
esclusivamente mediante l'apposito
modello “VR”. “La questione sul rimborso
Iva - dice Forastieri - è ancora aperta”.
La figura del Garante deve essere
considerata come efficacissimo
strumento deflattivo del contenzioso.
“Perchè se il contribuente chiede al
Garante per iscritto di intervenire presso
lʼufficio di riscossione questo invita
lʼufficio a relazionarsi entro 30 giorni
secondo la legge. Se lʼufficio riconosce di
aver sbagliato il contribuente non ha
motivo di fare ricorso. Viceversa sarà il
contribuente a pagare. Si evita così di
ingolfare ulteriormente - conclude il
Garante - le commissioni tributarie”. M.V.
IN BREVE
FISCO
Scoperta evasione con tovagliometro
SIRACUSA. Grazie al "tovagliometro"
i funzionari dell'Agenzia delle Entrate,
non potendo risalire al reale consumo
di materie prime, hanno ricostruito i
ricavi non dichiarati da un ristorante
di Siracusa che avrebbe evaso il fisco
per 800 mila euro. Il sistema si fonda
sul conteggio del numero di tovaglioli portati in lavanderia, indice dei coperti e, quindi, degli incassi del ristorante. Secondo l'Agenzia delle entrate, il ristorante avrebbe emesso quasi quattromila ricevute non fiscali, a
fronte di 500 scontrini in regola.
CATANIA
Accordo Confindustria-San Paolo
CATANIA.Confindustria Piccola Industria Catania e Intesa Sanpaolo
hanno sottoscritto un accordo che
guarda ad ogni possibile prospettiva
di sviluppo per le pmi e prevede un
plafond di 10 miliardi di euro. I punti
innovativi sono tre: valorizzazione
delle persone che lavorano in azienda
con il sostegno alla formazione dei dipendenti e allo sviluppo occupazionale, gli interventi di finanza straordinaria e razionalizzazione organizzativa (Lean Management), i finanziamenti e la consulenza per una maggiore efficienza energetica ed eco-sostenibilità dell'azienda.
L E G A L M E N T E
COMUNE DI LIPARI
Provincia di Messina
Estratto bando di gara per pubblico incanto
1.
Ente appaltante: Comune di Lipari Piazza Mazzini 1 Lipari (ME);
2.
Descrizione: lavori di potenziamento dellʼimpianto di pubblica illuminazione di Vulcano.
3.
Importo dellʼappalto Euro 309.593,58 di cui Euro 6.857,08 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso
CIG:3851238E1F.
4.
Categoria prevalente:OG3 classifica II.
5.
Termine di presentazione delle offerte: entro le ore 13.00 del 19 aprile 2012 presso lʼUfficio protocollo del comune di Lipari via Garibaldi snc (Ex pretura);
6.
Informazioni: Presso il Comune di Lipari IV servizio del 3° settore – Sviluppo e Tutela Territorio – ex
Pretura di Lipari – Via Garibaldi – Lipari;
7.
Responsabile Unico del procedimento Arch. Biagio De Vita Dirigente U.T.C. Tel. 090/9887312
IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO
(Arch. Biagio De Vita)
CITTA’ DI MAZARA DEL VALLO
Servizio Appalti
Avviso esito
Si rende noto che il pubblico incanto per i “Lavori di ristrutturazione del complesso denominato “San Carlo Borromeo”, ubicato nella via S.Giovanni da destinare a centro
di accoglienza per minori non accompagnati” è stato aggiudicato allʼimpresa Edilux s.r.l. – via CB 22 – 91021 Campobello di Mazara (TP) che ha offerto il ribasso del
38,6010% sullʼimporto a base dʼasta di Euro 2.064.022,56.
Il Dirigente
Arch. Alberto Ditta
TRIBUNALE DI PATTI
REGIONE SICILIANA
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE
DI MESSINA
ESITI DI GARA
Con delibera n.194/CS del 02/02/2012 è stata aggiudicata la Procedura Aperta per la fornitura di materiale specialistico per otorinolaringoiatria occorrente alle UU.OO. di Otorinolaringoiatria dei PP.OO. di Milazzo, Patti e Taormina dellʼASP di Messina. Ulteriori informazioni sul sito aziendale http://www.asp.messina.it-.
IL DIRETTORE DELLʼU.O.C. Dott. Salvatore Munafò
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Cancelleria, siti www.tribunaledipatti.net o www.foropatti.it.. G.E. Dr. S. Saija.
C.G. Avv. Antonino Liuzzo 0941/722485. Rif. RGE 133/91
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Economia
23 MARZO 2012
centonove
MESSINA. Il 24 marzo “Il Sud nel labirinto”, l’irrazionalità nelle politiche dei trasporti
Infrastrutture, tutti i “nodi”
Il convegno organizzato nell’aula magna della di Economia da “Nuova Politica”, presieduta
da Pierangelo Grimaudo, accenderà i fari sulle contradizioni di portualità, ferrovie e autostrade
MESSINA. Un incontro per puntare il dito
sulla gestione politica delle infrastrutture
e per proporre una via dʼuscita. È questo
il tema de “Il Sud nel labirinto.
Irrazionalità, indecisione, insipienza nelle
politiche dei trasporti”, il convegno
organizzato per il prossimo 24 marzo a
Messina dallʼassociazione “Nuova
Politica” presieduta da Pierangelo
Grimaudo. Dalle dieci del mattino in poi,
nellʼaula magna della facoltà di
Economia, si alterneranno gli interventi di
Giuseppe Vermiglio (ex presidente
dellʼAutorità Portuale e docente
universitario), dellʼarchitetto Carmelo
Celona, di Antonio Richichi
(movimento “Forza dʼUrto”), di
Costantino Amato (segretario Uil),
Maurizio Riposo (segretario dellʼOrsa),
di Ivo Blandina (presidente
Confindustria Messina), di Enzo Testa
(segretario Fit Cisl) e di Francesco
Barbalace (Fondazione “Nuovo
Mezzogiorno”).
LO STATO DELLʼARTE. «Cʼè un
nemico oscuro a Bruxelles che trama
contro il Meridione. Il luogo comune che
si sente è questo. Noi vogliamo ribaltare
questa logica e puntiamo il dito contro la
politica dei trasporti al Sud, che è stata
episodica e distratta». Il punto di
partenza, per il presidente di “Nuova
Politica”, è questo. Tutto nasce da chi
governa, il quale «ha affrontato i
problemi dello sviluppo utilizzando la
pubblica amministrazione come
ammortizzatore sociale, preferendo
affrontare i tempi dei bisogni su versanti
clientelari e non strategici. Il tema è
politico perché, al di là dellʼelaborazione
di atti di programmazione, lʼimpegno
reale della classe politica lo si può
registrare solo quando ci sono adeguati
stanziamenti di bilancio che sono anche
possibili in un momento di recessione».
I TRE TEMI. In relazione a Messina, il
convegno punterà su tre ambiti
determinati: portualità, ferrovi e
autostrada. «Per ognuno di questi temi argomenta Grimaudo - si può registrare
una sistematica inerzia della classe
dirigente, la quale intende correre ai ripari
solo il giorno prima che vengano prese
decisioni importanti a Roma o a Bruxelles.
Tutti i piani di sviiluppo delle Infrastrutture,
pure previsti a livello comunitario, per una
logica intrinseca alle politiche comunitarie,
imperniate su principi di sussidiarietà,
contemplano necessariamente un chiaro
impegno delle istituzioni locali per la
realizzazione delle opere. È per questo incalza - che va rifiutata la logica
vittimistica con cui le classi dirigenti
cercano di scaricare le proprie
responsabilità, nascondendo lʼinerzia».
LA PORTUALITAʼ. Punto di partenza
dellʼanalisi è «lʼennesimo
commissariamento dellʼAutorità portuale,
che mette in evidenza come la città di
Messina ancora una volta venga
emarginata probabilmente anche per il
prossimo futuro». «Semmai - spiega
NUOVA POLITICA. Pierangelo Grimaudo
NUOVO MEZZOGIORNO. Francesco Barbalace
Grimaudo - si potrebbe rilanciare lʼAutorità
facendola diventare di ambito vasto siculocalabrese che abbracci una zona già di
pertinenza di una autorità marittima di
vigilanza sul traffico». E le autostrade del
mare? «Sono sempre state al centro della
programmazione, ma si sono arenate su
quali dovevano essere i punti di partenza e
quali quelli di arrivo. Ci si è fermati a liste di
progetti, ma, di fatto, per una serie di
vicende e resistenze, non sono stati
infrastrutturati i porti. Penso a Giammoro,
ad esempio. E, sempre riguardo allʼarea di
Milazzo, nessuno nega prospettive
turistiche, ma non si può neache negare le
attività industriali in atto, per le quali si
deve pretendere che lʼimpatto ambientale
sia compatibile ma non si può pensare di
cancellarle».
IL PROFESSORE. Giuseppe Vermiglio
FERROVIE. Il nodo è uno: la Regione
siciliana deve decidere se vuole o no
puntare sul trasporto su ferro. «Ma non
solo questo. Il Governo deve scegliere spiega Grimaudo - se intende
assecondare la politica di Reti Ferroviarie
Italiane oppure agire in proprio, gestendo
autonomamente il trasporto locale».
AUTOSTRADE. Sulle reti viarie, “Nuova
Politica” va giù duro: «In venti anni la
Regione ha dimostrato di avere una
visione burocratica del concessionario,
non riuscendo a cogliere lʼessenza del
Consorzio Autostrade come soggetto
promotore-attuatore di una politica delle
infrastrutture di trasporto su gomma. È
emblamatico - argomenta il presidente
dellʼassociazione - che alla presidenza o al
ruolo di commissario dellʼente siano stati
destinati da Palermo esclusivamente
impiegati regionali. Lʼautostrada, dʼaltra
parte, non è un semplice manufatto edilizio
che di tanto in tanto va rattoppato. Per
questo stupisce il fatto che si voglia
difendere il concessionario siciliano ma
non si intenda porre mano a un serio
risanamento finanziario e ad una adeguata
ridefinizione delle risorse umane. Il Cas continua Grimaudo - ben potrebbe
rientrare dalla sua situazione debitoria se
solo si volesse prendere atto che entrate
da pedaggio per 70 milioni di euro sono tali
da poter realisticamente affrontare una
ristrutturazione del debito, e quindi un
rilancio dellʼente». Un passaggio,
Grimaudo lo dedica anche agli svincoli di
Giostra e Annunziata, a Messina: «Perché
li ha realizzati il Comune e non il
Consorzio? Questo ha portato a
conseguenze che sono sotto gli occhi di
tutti».
I PROSSIMI APPUNTAMENTI. Il 28
aprile, “Nuova Politica” affronterà invece il
tema di quale spazio può trovare lʼappello
della chiesa per un impegno di una nuova
generazione di cattolici nella politica
italiana, alla presenza di monsignor
Domenico Mogavero, presidente della
Commissione giuridica della Cei. (D.D.J.)
ALL’ARMI
Assemblea No Ponte
Il Movimento discute del suo futuro alla Stazione
MESSINA. Lʼappuntamento è sabato 24 marzo, dalle 9 e trenta
in poi al Salone dei Mosaici della Stazione Marittima di Messina.
Tema dellʼincontro, “Quale futuro per il Movimento No-Ponte”,
organizzato dalla “Rete No Ponte comunità dello Stretto”. Per il
Movimento, infatti, nonostante i definanziamenti alla grande opera “dal Governo arrivano pronunciamenti che prevederebbero
una sospensione e non una cancellazione dell'opera”. “La situazione - si legge in una nota - è, quindi, molto pericolosa perchè, comunque, rimane il rischio di lasciare aperta una partita
che si manifesta come una vera e propria ipoteca sul territorio.
Ancora oggi la Stretto di Messina Spa è un costo per la comunità, ancora poco tempo fa il più importante giornale locale riportava il bando per l'apertura di un mutuo di 11 milioni di euro
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finalizzato a finanziare il cantiere di Cannitello, recentemente Rete ferroviaria italiana avrebbe richiesto al ministero dell'Ambiente di avviare la procedura di Valutazione di impatto ambientale
sui nuovi collegamenti ferroviari tra il ponte e le linee storiche di
collegamento con Reggio Calabria e Gioia Tauro, infine Eurolink (General Contractor per il Ponte) ha ancora nella propria disponibilità uno stabile di proprietà dell'Università di Messina. Insomma, il Ponte costa anche se non lo si fa e se non lo si cancella rimane il rischio di rivederselo rilanciato al mutare del quadro politico nazionale. Infine, l'eventuale approvazione del progetto definitivo rischierebbe di aprire tutta la partita delle penali
da centinaia di milioni di euro”. Contro il Ponte, il 17 marzo, è arrivata anche lʼennesima bocciatura da parte del coordinatore regionale dellʼUdc, Gianpiero DʼAlia: «La costruzione del Ponte
sullo Stretto è diventata ormai solo la gallina dalle uova d'oro per
alcuni gruppi imprenditoriali del Nord i quali, in tempi di crisi, sono ansiosi di guadagnarsi le penali che scatteranno in caso di
mancata realizzazione della megaopera».
centonove
Economia
23 MARZO 2012
POLITICHE AGRICOLE
I fondi dall’Europa per l’Ocm
SECONDO IL DIRIGENTE generale allʼassessorato regionale per le risorse agricole ed alimentari circa cinquantaquattro milioni di euro sono destinati agli interventi Ocm
(organizzazione comune del mercato) nel comparto vitivinicolo. Il budget è diretto a misure specifiche valutate dal
Ministero dellʼeconomia. Ed è così ripartito: trentamilioni
di euro circa per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti; cinque milioni di euro circa per la vendemmia verde; sette milioni e mezzo di euro circa per la promozione
del vino sui mercati dei paesi terzi, due milioni e quattrocento mila euro per la distillazione alcool uso bocca, due
milioni di euro circa per lʼarricchimento. Inoltre, dal 2012 è
stata introdotta la misura relativa allʼinvestimemento per
otto milioni e duecento mila euro circa. La distillazione di
crisi, invece, è una misura specifica dotata di finanziamenti
gestiti a livello nazionale. Le organizzazioni comuni di mercato (ocm) sono di fondamentale importanza per disciplinare la politica Politica Agricola Comune (PAC); ad esempio, regolano la produzione e il commercio dei prodotti agricoli di tutti gli Stati membri dellʼUnione europea, eliminano
gli ostacoli agli scambi intracomunitari di prodotti agricoli, mantengono una barriera doganale comune nei confronti
dei paesi terzi o mantengono una regolamentazione dei
prezzi. (M.V.)
PARADOSSI. E’ polemica sui rimborsi per distruggere l’uva. Come per le arance
Fermate la vendemmia verde
Per Ferracane di Assoenologi si crea una forma di assistenzialismo pericolosa.
Il dirigente regionale Barresi: «E’ solo un aiuto alle cantine in crisi». I risvolti
DI MANUELA VENTO
TRAPANI. Sono entrate in vigore la Doc
Sicilia e Igp Terre siciliane e chi vuole
iscriversi può farlo entro il 16 aprile. Ma è
più conveniente fare la vendemmia verde
cioè distruggere lʼuva verde ancora sulla
pianta per ottenere un rimborso spese.
Come avvenne con le arance conferite
nei centri Aima. La regola di mercato
determina la caduta dei prezzi con
eccedenze di produzione. Lʼuva viene
pagata pochissimo dalle cantine e ciò
provoca la disperazione del viticoltore
che si disamora allʼagricoltura. Lo spiega
Giuseppe Bussi responsabile delle
Rosaria Barresi
misure Ocm (organizzazione comune del
mercato) allʼassessorato regionale per le
risorse agricole e alimentari. “Per essere
esportato in Cina il vino si deve
imbottigliare, sfuso non si può vendere; le
cantine devono attrezzarsi. Solo 20
cantine su 74 hanno partecipato al nostro
progetto per aumentare la percentuale di
imbottigliamento. La Regione ha fatto due
cose per le cantine sociali: dava 500mila
euro a chi ci riusciva entro 2 anni ad
aumentare la percentuale di
imbottigliamento; ma solo il 10% delle
cantine ce lʼha fatta. E rimborsavamo i
costi di gestione alle cantine per 200 euro
a etttaro di vendemmia verde”. Ora il
prezzo dellʼuva è a 20 centesimi perchè
non si fa più la distillazione nelle cantine
prive di strategie per il mercato globale.
“Nel 2011 sono stati destinati 13 mila
ettari alla vendemmia verde più del 12%
del totale regionale della superficie vitata
pari a 114 mila ettari. Ciò avveniva –
prosegue Bussi - perché le uve erano
pagate dalle cantine a 12 centesimi”. Ma
la vendemmia verde è destinata a
diminuire. Nel 2012 sono destinati a
vendemmia verde circa 7 mila ettari
ovvero poco meno del 7% del totale
regionale della superficie vitata pari a 112
mila ettari. “Cʼè stata anche una
diminuzione – conclude Bussi - della
superficie vitata in Sicilia per via
dellʼistituzione di un premio allʼabbandono
definitivo della superficie destinata ai
vitigni”. La vendemmia verde assicura al
viticoltore un guadagno di 1.600 euro ad
ettaro di vendemmia verde. Ma gli
agricoltori criticano la scelta della
Comunitrà europea e della Regione di
continuare a stanziare, per il terzo anno
consecutivo, contributi per la vendemmia
verde. “Nel 2010 la vendemmia verde ha
portato 900 mila quintali di uva in meno;
nel 2011 circa un milione e mezzo di
quintali in meno e, invece - dichiara Carlo
Ferracane presidente di Assoenologi nel 2012 solo 300 mila quintali di uva in
meno. Tutti, dai viticoltori e lavoratori
dellʼindotto alle cantine sociali, avremmo
potuto avere maggiori guadagni. Ma molti
lavoratori vanno in cassaintegrazione continua il viticoltore. Secondo noi la
vendemmia verde è una formula creata
ad hoc per continuare a tenere gli
agricoltori legati a forme di
assistenzialismo. E non aiuta ad uscire
dallo stato di crisi in cui versa la nostra
agricoltura. Servirebbero misure per
tutelare lʼeconomia e il territorio. Gli
agricoltori sono allo stremo: il gasolio è
alle stelle, i contributi per le macchine
agricole sono quasi assenti, lʼaccesso al
credito e a chi gestisce i finanziamenti è
molto difficile. In più lentezza e
complessità del sistema burocratico
costituiscono gli ostacoli principali alla
ripresa delle imprese - conclude
Ferracane”. Secondo i viticoltori Trapani
ha perso il titolo di provincia più vitata
dʼEuropa e il compito della Regione
dovrebbe essere quello di incentivare il
ritorno alla campagna e ai nuovi mercati
globali. “La vendemmia verde - dice
Rosaria Barresi dirigente generale
allʼassessorato regionale per le risorse
agricole e alimentari - è una misura di
crisi istituita per fronteggiare questo
periodo di estrema difficoltà economica.
Non è destinata a durare nel tempo. Eʼ
una misura straordinaria. Rispetto ai due
anni precedenti, questʼanno abbiamo
diminuito il budget della vendemmia
verde. Vogliamo accontentare gli
agricoltori - conclude il dirigente generale
- che hanno considerato questa misura
“fuori dalla grazia di Dio” e noi non
vogliamo farli soffrire”.
FASI
Dalla potatura alla raccolta
LA PIANTA DI VITE prima di arrivare alla potatura di produzione cioè alla raccolta
deve ottenere il consenso del tecnico viticolo che camminando tra i vitigni fa il
controllo qualità dellʼuva. “La prima fase è quella di potatura che avviene - spiega
Antonio Pulizi tecnico viticolo della cooperativa Colomba bianca - tra gennaio e
febrraio. A fine aprile o inizio maggio si fa la scacchiatura delle gemme. In questa
fase - continua Pulizi - si eliminano i doppi germogli e si lasciano solo quelli che
non sono sterili ma producono uva. Nella fase di spollonatura si tolgono tutti i germogli dal busto della pianta per evitare perdite di linfa. La gestione della chioma è
la fase in cui si allungano i germogli che servono a formare un pannello e catturare energia solare. Nella fase di cimatura - conclude - si taglia la parte apicale del
germoglio chiamata femminella”. Saranno le femminelle a gestire la superficie fotosinteticamente attiva per raggiungere il giusto grado di maturazione: metà agosto per lo chardonnay e dieci giorni dopo per il nero dʼavola. (M.V.)
pagina 33
Economia
23 MARZO 2012
OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà
UOMINI&BUSINESS
Consultazione on line contro le truffe
Le iniziative in Commissione europea per tutelare
le imprese vittime di pratiche sleali o pubblicità ingannevoli
IN TUTTA EUROPA, LE piccole imprese
sono vittime di operatori senza scrupoli
che ricorrono a pratiche sleali quali la
pubblicità ingannevole. I truffatori si
nascondono dietro i confini nazionali e
sfruttano la vulnerabilità delle aziende –
specialmente le più piccole – nel corso
delle attività svolte in altri paesi
dellʼUnione europea. Anche professionisti
come medici o avvocati, nonché
associazioni della società civile, possono
essere bersaglio di tali macchinazioni.
Per meglio tutelarli, la Commissione
europea avvia una consultazione
pubblica che mira a raccogliere presso le
aziende e altre parti interessate maggiori
informazioni sulla natura e sulla portata
delle pratiche sleali, comprese le truffe
online. In seguito a tale consultazione, la
Commissione interverrà, entro la metà
del 2012, per impedire ai truffatori di
sfruttare i vuoti giuridici esistenti e
garantire una tutela efficace degli
operatori che agiscono nel rispetto della
legalità.
“Le piccole imprese costituiscono il nerbo
dellʼeconomia europea e non possono
permettersi il lusso di perdere denaro
nelle truffe”, ha dichiarato Viviane
Reding, vicepresidente e commissaria
per la Giustizia. “Abbiamo bisogno di
regole forti ed efficaci a livello europeo
per contrastare queste pratiche sleali e
impedire ai truffatori di nascondersi dietro
le frontiere nazionali."
Ogni giorno imprese, professionisti e
associazioni della società civile con sede
nellʼUE sono vittime di pratiche sleali, che
possono spaziare dallʼomessa
comunicazione di informazioni importanti
o dalla trasmissione di informazioni false
o fuorvianti sullʼofferta - in particolare
sotto forma di pubblicità ingannevole -,
fino al ricorso alle molestie, alla
costrizione o a indebiti condizionamenti.
I 23 milioni di piccole e medie imprese
dellʼUE sono particolarmente esposte
alle truffe. Talvolta, però, anche le
grandi imprese europee sono vittime di
raggiri. Un comune meccanismo di
truffa è quello messo in atto dalle
società di compilazione di elenchi
commerciali, che trasmettono alle
imprese moduli con la richiesta –
apparentemente gratuita – di aggiornare
i loro dati. Una volta dato il proprio
accordo, tuttavia, le imprese scoprono
di aver sottoscritto un contratto a titolo
oneroso, che prevede il pagamento
annuo di un importo elevato.
Unʼindagine del Parlamento europeo del
2008 ha registrato 13.000 denunce
concernenti truffe da parte di società di
compilazione degli annuari presumibilmente solo la punta
dellʼiceberg. La cifra generalmente
chiesta alle società era di 1.000 euro.
Spesso, poi, le società non denunciano
neppure le pratiche sleali di cui sono
vittime, per mancanza di tempo o
perché non sanno a chi rivolgersi.
L'attuale normativa dellʼUnione europea
in materia di pubblicità ingannevole e
comparativa fissa uno standard giuridico
minimo contro la pubblicità ingannevole
in tutta lʼUE, compresa quella diretta
contro le imprese, ma stabilisce anche
che la pubblicità comparativa deve
mettere a confronto dati analoghi, non
deve screditare i marchi di altre imprese,
né creare confusione tra gli operatori
economici. Tuttavia, mentre la
legislazione UE in vigore tutela i
consumatori da qualsiasi forma di
pratica commerciale sleale, questo non
vale per gli operatori commerciali.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
LAVORO
Assistenza ai disabili, restyling per i congedi
Dipendenti Birra Triscele
protestano
davanti l’azienda
DOPO LA RIFORMA dei congedi parentali, avvenuta con il decreto legislativo n. 119/2011, è intervenuto lʼInps a fornire alcuni chiarimenti in merito al prolungamento dei permessi: infatti, la circolare n. 32/2012 ha sancito
la possibilità da parte della lavoratrice madre o, in alternativa del padre lavoratore, di prolungare il congedo parentale in caso di grave handicap del
figlio entro gli otto anni di età dello stesso. La fruizione può avvenire sia in
modo continuativo che frazionato e la stessa previsione vale anche per i genitori adottivi.
Va precisato che il prolungamento del congedo parentale può essere usufruito solo se il figlio non è stabilmente ricoverato o se, in caso di ricovero,
la presenza dei genitori è richiesta dal medico.
La circolare interviene anche in merito ai permessi per lʼassistenza a più
persone disabili in situazione di gravità. La riforma dei permessi aveva previsto che – in queste fattispecie – il congedo possa essere concesso solo quando il dipendente
che usufruisce dei permessi per assistere la persona in situazione di handicap grave, residente
in comune situato a distanza stradale superiore
a 150 km rispetto a quello della sua residenza, attesti con titolo di viaggio idoneo il raggiungimento del luogo di residenza dellʼassistito. Lʼonere di
verifica, in questi casi, non ricade solo sullʼInps
ma anche sul datore di lavoro che concede i permessi in questione, nellʼambito del rapporto di lavoro.
Inoltre, il cosiddetto decreto Monti ha esteso, a decorrere dal 1° gennaio
2012, l'indennità giornaliera di malattia e il trattamento economico per congedo parentale in favore dei professionisti iscritti alla Gestione separata,
istituita presso l'Inps, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.
Si tratta di tutti i lavoratori parasubordinati con committente per i quali sussiste lʼobbligo di iscrizione alla citata Gestione separata: vi rientrano gli amministratori, i sindaci e revisori di società e associazioni, i venditori porta a
porta e i collaboratori occasionali.
In questa fase di continua evoluzione della normativa sul lavoro, diventa
cruciale il supporto dei consulenti del lavoro nei confronti delle aziende: infatti, è necessario un continuo aggiornamento e unʼinformativa costante sui
cambiamenti, che si traducono spesso in nuovi adempimenti per i datori di
lavoro.
centonove
MESSINA. I 42 lavoratori della
birra Triscele hanno
protestato in un sit in davanti
la sede della fabbrica a
Messina. I dirigenti
dell'azienda avevano
promesso una
delocalizzazione e una ripresa
dell'attività lavorative dopo la
chiusura e la proroga della
cassa integrazione
straordinaria, ma questo non è
avvenuto. Sulla vertenza
intervengono Cgil, Cisl e Uil di
Messina che spiegano: "Le
motivazioni che hanno portato
l'azienda nella trattativa a non
presentare il Piano industriale,
ritenuto fondamentale per
poter prorogare la cassa
integrazione straordinaria,
sono state considerate dai
sindacati gravi e hanno,
unitamente alla richiesta
dell'avvio della procedura di
mobilità che presuppone il
licenziamento dei lavoratori,
dimostrato la scarsa volontà
di voler seriamente riprendere
l'attività produttiva". Intanto il
prefetto di Messina Francesco
Alecci ha convocato i
sindacati e i rappresentanti
dell'azienda per il prossimo
venerdì.
pagina 34
CONFESERCENTI
Revocati gli incarichi a Felice
PALERMO. La presidenza nazionale di
Confesercenti ha ratificato la revoca
degli incarichi ricoperti da Giovanni
Felice. La decisione, presa all'unanimità nel corso di una riunione che si è
tenuta a Roma, chiude l'esperienza di
Felice all'interno dell'organizzazione
dove ha ricoperto gli incarichi di vice
presidente nazionale, presidente di
Confesercenti Sicilia e di Confesercenti Palermo. Nel corso della riunione è stata esaminata la situazione contabile della sede di Palermo, dove il
commissario inviato dai vertici nazionali ha riscontrato una situazione debitoria superiore agli ottocentomila
euro.
SANITÀ’
Musumeci presidente Aiop giovani
PALERMO.E' il catanese Domenico Musumeci il nuovo presidente nazionale di
Aiop-Giovani. L'elezione è avvenuta a
Bologna nel corso dell'assemblea della
sezione junior dell'Associazione italiana ospedalità privata, che quest'anno
ha compiuto dieci anni. Musumeci, laureato in Economia Aziendale, è direttore generale dell'Istituto oncologico del
Mediterraneo di Viagrande.
CONSUMATORI
Le cartelle senza data
DI FRANCESCO SURIA
ANCORA UNA VOLTA, sulla regolarità delle
notifiche delle cartelle esattoriali, interviene la Corte
di Cassazione stabilendo il principio di diritto
secondo il quale in caso di mancata indicazione
della data di consegna nella copia della cartella in
possesso del destinatario, consegue la nullità
insanabile della notifica
e la mancata
decorrenza del termine
per proporre
opposizione. Sostiene
la Suprema Corte che
“ai fini della validità
della notifica ai sensi
dell'art. 148 c.p.c., in
caso di contrasto tra i
dati risultanti dalla
copia di relata allegata
all'originale e i dati
risultanti dalla copia consegnata al destinatario,
occorre far riferimento alle risultanze ricavabili dalla
copia in possesso del destinatario, mentre, ove in
questa manchi qualche elemento essenziale, la sua
presenza nella relata allegata all'originale non è
idonea ad escludere la nullità della notifica ai sensi
dell'art. 160 c.p.c.".
Specificatamente, con riguardo alla mancanza, nella
copia notificata consegnata al destinatario, della
indicazione della data dell'eseguita notifica, è stato
affermato che ciò comporta la nullità insanabile della
notifica nel caso in cui da questa decorra un termine
perentorio entro il quale il destinatario deve
esercitare determinati diritti.
Adiconsum Messina
centonove
UNO SCONTRO
MEGALITICO
Cresce la querelle sullʼArgimusco
di Montalbano Elicona
PAG.
36
poster
23 MARZO 2012
SAVOCA, IL PADRINO
HA 40 ANNI
Nel marzo del ʻ71 arriva in sala il film
di Coppola. I ricordi al Bar Vitelli
PAG.
40
MURALES DI UMANITA VARIA
A sinistra Luca Carboni e Giuseppe La Spada
MUSICA. IL CANTAUTORE BOLOGNESE HA COINVOLTO IL DIGITAL ARTIST GIUSEPPE LA SPADA
Milazzo nel video di Luca Carboni
Tra le immagini utilizzate per descrivere “Per tutto il tempo” alcuni scorci della città del Capo
e fotografie scattate nei viaggi del siciliano vincitore dell’Oscar del Web a Los Angeles
MILAZZO. Ha vinto lʼoscar del Web a los
Angeles, le sue elaborazioni digitali sono
state proiettate a Ground Zero di New
York, ora ha prestato i suoi scatti per il
nuovo video di Luca Carboni. I disegni che
compaiono nel video "Per tutto il tempo"
sono stati creati dal cantautore emiliano ma
le immagini - tra cui scorci di Milazzo - sono
state girate, nei suoi viaggi, da Giuseppe
La Spada, digital artist e fotografo
milazzese che vive ed opera a Milano e
che vanta, tra l'altro, collaborazioni con
artisti del calibro di Sakamoto. «Lʼidea
nasce proprio vedendo alcune
straordinarie foto ed immagini di Giuseppe
- dice Carboni - immaginandole come
ideale scenario del racconto della canzone
ʻPer Tutto il Tempoʼ, per il senso di infinito e
di eterno che emanavano». «Di lì continua ilo cantante - a poco ha preso
forma l'idea di contaminarle col mio
disegno minimale per tracciare fisicamente
un percorso, una storia. "Senza titolo" è il
decimo album di inediti di Luca Carboni
(lʼundicesimo in studio) a 5 anni dallʼultimo
disco di inediti, “...Le Band Si Sciolgono”
(2006), e a 2 anni di distanza dalla
pubblicazione di “Musiche Ribelli” (2009),
lʼomaggio ai grandi cantautori italiani degli
anni 70».
La Spada, nato a Palermo nel 1974, ma
milazzese dʼadozione (la sua famiglia vive
INDOVINA
CHI E’?
Giuseppe La Spada
nella città del Capo) nel 2002 si è laureato
con lode in Digital Design all'Istituto
Europeo di Design a Roma, dove è rimasto
come professore fino al 2004. Nel 2002 è
stato invitato a "Opera Totale 7" come uno
dei migliori cinque web designer emergenti
italiani. Nel 2006 l'Istituto Europeo di
Design di Roma gli ha conferito il premio
per il miglior vettore in Arti Visive.
La svolta arriva nel 2007 quando ha vinto il
prestigioso Webby Awards, grazie ad un
progetto di rete ecologica: il sito "Mono No
Aware" a sostegno del progetto "Stop
Rokkasho", fondata dal premio Oscar
Ryuichi Sakamoto. Quella stessa sera
anche David Bowie, i Beastie Boys e
fondatori di YouTube ha ricevuto un
premio. La collaborazione con Sakamoto e
Fennesz continua nel 2008 durante la
"Cendre" tournèe, che si è conclusa con lo
spettacolo indimenticabile di Ground Zero
a New York.
Nel 2009 ha dato vita a "Afleur", uno
spettacolo dal vivo che nel 2010 ha anche
declinato in modo molto particolare
oggetto-libro, con alto valore artistico ed
ecologico. Nel 2011, con la partecipazione
di oltre 600 persone, ha messo in scena un
albero imponente umana in Piazza Duomo,
a Milano, al fine di sensibilizzare l'opinione
pubblica sul problema dell'inquinamento.
L'utilizzo esclusivo di elementi naturali
(acqua in primo luogo) lo posiziona come
uno degli artisti più sensibili alle tematiche
ambientali. Una delle sue caratteristiche
peculiari è la capacità di tradurre le
esigenze di comunicazione e le idee prime
in progetti creativi a 360 °, facendo uso
sapiente di tutti i diversi mezzi di
comunicazione oggi disponibili. Vive e
lavora a Milano.
Lʼartista milazzese è membro
dell'Accademia Internazionale delle Arti e
delle Scienze Digital (New York)
Membro del consiglio direttivo del club
italiano Art Director di amministrazione
(2010-11). Come artista e indipendente, ha
lavorato con Ruychi Sakamoto, Christian
Fennesz, Adriano Celentano, Luca
Carboni, Marithè Francois Girbaud. Come
un direttore creativo che ha fatto lavori per
Volkswagen, Campari, Audi, Nescafè,
H3g, Siemens, Autogrill, Pirelli, Telecom
Italia, Grandi Stazioni.
CONCORSI
Due medici messinesi
DUE MEDICI, DIRETTORI DI CLINICA al Policlinico Universitario di Messina, morti
in un tragico incidente stradale. Sono queste le indicazioni per indovinare i nomi
dei due personaggi ritratti nella foto a sinistra. Il volto della scorsa settimana (foto a destra), invece, è stato svelato da Giovanni Germanà. La sua email è arrivata in rePer partecipare
dazione venerdì 16 marzo alle
al quiz inviare
13.38 con la risposta giusta: il
la soluzione all’indirizzo email
dottor Rosario Lione. Il signor
[email protected],
Germanà ha vinto tre abbonaallegando i propri dati
menti al settimanale Centonove
personali e recapiti
che verranno attivati a partire dal
mese di aprile 2012.
pagina 35
posterarcheologia
23 MARZO 2012
centonove
DISPUTE ARCHEOLOGICHE. Tesi a confronto sull’origine del complesso rupestre di Montalbano
Argimusco, megaliti e... polemiche
Prove storiche, archeologiche e astronomiche testimoniano l’origine medievale del sito.
Con buona pace di chi sogna popolazioni primitive con improbabili conoscenze tcnologiche
DI PAUL DEVINS
IN RIFERIMENTO allʼarticolo denso di
incomprensibile acrimonia del sig. Todaro
(pubblicato sullo scorso numero di
Centonove), desideriamo precisare
quanto segue sul tema dellʼorigine del
sito dell'Argimusco. Tale articolo, per
motivi a noi ignoti, stravolge il senso di un
nostro libro del 2010 con una vis
polemica né rispettosa né usuale nei
canonici confronti scientifici. Per questo ci
teniamo a ribadire alcuni punti a supporto
della nostra tesi, condivisa dai migliori
studiosi di storia della medicina
medievale. Non esiste alcuna prova
scientifica sullʼorigine preistorica dei
megaliti, con buona pace di chi sogna
popolazioni preistoriche dotate di
improbabili capacità tecnologiche o di chi
immagina contesti esoterici in un sito che
è grandiosa testimonianza, invece, della
storia della medicina mondiale.
PROVE GEOLOGICHE. La geologia
delle rocce arenarie e dei conglomerati di
sabbia e ciotoli lavorati molto friabili,
attesta una data recente delle
conformazioni simboliche. La geologia
non fa risalire il periodo di realizzazione
ad unʼetà più antica di quella medievale.
PROVE ARCHEOLOGICHE. Nei vari
saggi di scavo archeologico sul sito non è
stato ritrovato alcun resto preistorico.
Sono state ritrovate varie testimonianze
relative a presenze di epoca romana e
medievale a causa del passagio
dell'arteria di collegamento con la strada
romana che passava dall'Alcantara,
collegava con Randazzo e con l'interno
dell'isola;
al di là della letteratura new age, non
esiste prova di conoscenze tecnologiche
possedute da popolazioni preistoriche,
almeno locali, al fine del sollevamento e
della lavorazione dei grandi megaliti
presenti sul siti.
PROVE ASTRONOMICHE. I megaliti
sono simili o speculari a costellazioni
catalogate (tranne il Sestante) da
Tolomeo, in epoca ellenistica: le
costellazioni dell'Argimusco non
rappresentanto, dunque, costellazioni
egizie, ma greco-caldee; non esiste prova
di costellazioni di epoca egizia o peggio di
epoca preistorica, ma solo di quelle
caldee e successivamente di epoca
ellenistica;
le costellazioni tolomaiche, salvo quelle
coperte dall'Etna, al tramonto del mese di
giugno del 1.300, ma anche oggi,
coincidono specularmente con i megaliti
BOTTA E RISPOSTA
«Niente astio, solo amarezza»
La replica dello scrittore Giuseppe Todaro:
«Nobilitiamo assieme la figura di Arnaldo»
MONTALBANO. Nello scorso numero di Centonove aveva
criticato la tesi di Paul Devins sullʼorigine medievale
dellʼArgimusco, convinto che i megaliti dellʼaltipiano abbiano un
“natale” molto più antico, come dimostrerebbero le analogie con
altri siti rupestri siciliani. Ma le sue critiche, ci tiene a precisare lo
scrittore Giuseppe Todaro, non hanno nulla di personale: «Da
parte mia - spiega lo storico montalbanese - non cʼè nessuna
acrimonia nei confronti di Paul Devins, ma tanta amarezza per il
modo in cui è stato trattato l'argomento e soprattutto la figura di
Arnaldo da Villanova, un uomo straordinario, un grande medico
pagina 36
e un cristiano vero. Il riformatore religioso Arnaldo rappresenta
storicamente la parte più fulgida della storia di Montalbano. Ci
ha nobilitato con la sua presenza, adesso tocca a noi farlo nei
suoi confronti,riportandone le ossa al loro posto e istituendo un
Centro di Studi Arnaldiani. Avremmo il plauso e l'aiuto della
comunità scientifica». «Caro Paul Devins, ripeto: nessuna
acrimonia nei suoi confronti, anzi la ringrazio sentitamente
perché, nei modi a Lei congeniali, ha risollevato il problema
Arnaldo. Comprendo e trovo umano il suo risentimento nei miei
confronti, ma i miei strali non sono rivolti a Lei, ma a coloro che
infilano la testa nella sabbia per non vedere e fanno finta di non
capire. Mi sono limitato a leggere fra le righe, vedrà molto presto
ci incontreremo. Si metta dalla parte mia e di coloro che hanno a
cuore Montalbano e la Sicilia. La comunità di questo ha bisogno.
I mezzi, anche economici, non mancano mai agli uomini di
buona volontà. Una precisazione: vivo lontano dalla mia terra da
trentasei anni, una vita. Lei sicuramente è più fortunato»
centonove
del sito dell'Argimusco, e si adagiano
sopra di loro all'altezza dell'orizzonte
nello stesso ordine e sequenza.
PROVE LOGICHE. La probabilità statistica
che dieci costellazioni su dieci presenti
sullʼorizzonte siano specularmente simili a
dieci megaliti presenti sul sito è pressoché
pari a zero; la probabilità statistica che dieci
costellazioni siano nello stesso ordine e
stessa sequenza dei dieci megaliti simili sul
sito è, pressochè, pari a zero; la probabilità
statistica che accanto a quello che è il
profilo di unʼaquila vi siano proprio un
serpente, un dardo e un cigno (così come
in cielo e nelle leggende di Igino) o che
accanto alla forma di una donna in
preghiera (Vergine) vi sia proprio quella di
un uomo (Ofiuco), che è a sua volta vicina
alla forma di un serpente, di un leone e di
un corvo, esattamente come in cielo, è
pressochè pari a zero; medesima
considerazione vale per la vicinanza fra il
corvo vi siano proprio una processione di
megaliti, a rappresentare gli aculei della
schiena dell'Idra, e un contenitore con un
mestolo davanti per definire un cratere
greco.
PROVE STORICHE. Il viaggio,
raccontato da Bartolo Meo di Neocastro,
di Pietro III sull'Argimustu (è la prima
volta che compare il nome del sito in un
documento storico) è del 1282: tale prova
testimonia dell'interesse dei regnanti
aragonesi per lʼarea. Il documento regio
siglato e inviato dallʼArgimusco da parte
di Federico III e destinato al fratello
Giacomo II re di Spagna è del 1308. Il
fatto che un documento diplomatico di
tale importanza partisse proprio dal sito
dell'Argimusco attesta che la frequenza
del re era sul luogo stanziale; Federico III
d'Aragona elesse il castello di
Montalbano quale sua Regia Aedes; i
merli originari del castello erano
ghibellini, a testimonianza della residenza
continuativa nel castello del re Federico
III, che è stato in contrasto con la Chiesa
romana; il Re Federico III d'Aragona
possedeva le ingenti risorse necessarie
alla realizzazione dei lavori
dell'Argimusco; è provato che Federico III
nel mese di luglio 1308 soggiornò
sull'Argimusco e che per l'intero mese di
settembre risiedette a Montalbano. Nel
1310 è anche provato che transitò da
Montalbano per andare a Randazzo;
Arnaldo da Villanova medico di Federico
III d'Aragona, rimase la maggior parte del
tempo ospite della Corte di Montalbano.
Sui luoghi, Arnaldo curava il re in
applicazione delle prescrizioni mediche
del testo del Secretum Secretorum, sulla
cura del corpo dei regnanti; altri re o
grandi casate nobiliari dotati delle risorse
finanziarie bastevoli alla grande impresa
dell'Argimusco non sono rintracciabili
nell'area in nessuna epoca storica. Visto
che Arnaldo si recava ad Avignone per
conto del re Federico, è, secondo noi,
probabile che l'equipaggio della nave
abbia, prima recuperato la salma del
prezioso ospite annegato nel naufragio,
e, dopo, riportato a corte la salma;
contestualmente alla presenza del Re e
del suo medico Arnaldo a Montalbano e
sull'Argimusco, erano insistenti nelle
immediate vicinanze vari cantieri edili (il
Castellaccio, la torre/fondaco dirimpetto
all'Argimusco, l'ampliamento del
Castello, le chiesa di S.Spirito e di Santa
Caterina). Erano, infatti, necessari
cantieri molto dotati per i lavori di
sollevamento e lavorazione dei grandi
posterarcheologia
conglomerati e delle pietre arenarie
utilizzate sul sito. In nessun'altra epoca
storica furono presenti tali cantieri
nell'area; la Chiesa di Santa Caterina
d'Alessandria riporta sul campanile
l'iscrizione del 1310 ed è orientata proprio
verso l'Argimusco a sud (e non verso est
come si usava all'epoca). La Chiesa
conserva un merlo ghibellino e non ha
nell'arco del portale alcuna chiave di
volta. Nel portale si distingue, inoltre, una
rosa simbolo dei coevi Fedeli d'Amore,
cui apparteneva tra gli altri Dante
Alighieri, e poi dei Rosacroce (secondo
Gottfried Arnold lo era lo stesso Arnaldo).
Santa Caterina d'Alessandria era la santa
patrona degli alchimisti: non è, dunque,
un caso che accanto alla chiesa fosse
stato sepolto, secondo il Fazello, il più
famoso alchimista e medico europeo,
Arnaldo da Villanova; un testimone
locale attesta che, al momento del
ritrovamento, il sarcofago dissotterrato
nella tricora del castello conteneva ossa
poi trasportate al cimitero comunale:
forse si trattava proprio dei resti di
Arnaldo da Villanova. La figura di donna
orante (la Costellazione della Vergine)
non ha un bambino in braccio né un
porcellino tra le mani, come la dea greca
Demetra. La Vergine è stata prodotta,
verosimilmente, in epoca medievale
poiché la figura ha un copricapo, una
veste ed è in preghiera come una suora.
Tale raffigurazione è conforme alla
opinione di Arnaldo sulla santità
femminile. La civetta sita all'ingresso del
sito è simbolo della conoscenza
dell'occulto della Dea romana Minerva; i
libri di Igino “De Astronomia” e le
“Fabulae” sono del II/III secolo dopo
Cristo e sono tornati di gran voga in
epoca tardo medievale: essi sono stati
l'ispirazione dei collegamenti
simbolico/mitologici tra i megaliti del
pianoro; le tecniche per la riproduzione
dell'immagine degli astri in "sigilli" di
pietra per fini medici fecero riferimento ai
miti astrali dello scrittore romano Igino.
Enormi sigilli di pietra vennero poi issati
sull' Argimusco da Arnaldo da Villanova,
grande ammiratore delle opere di AlKindi; i testi medici arabi sulle virtù delle
immagini di pietra riproducenti le
costellazioni e sull'influenza dei raggi
stellari sulle stesse immagini, vennero
tutti tradotti in latino alla corte di Alfonso X
il Saggio re di Castiglia nel 1250 e da lì
portati in Sicilia dai sovrani aragonesi e
dal medico Arnaldo da Villanova; Arnaldo
venne in contatto con le idee di Al-Kindi
sulla relazione tra stelle e sigilli di pietra
durante la sua attività accademica a
Montpellier; Arnaldo da Villanova nelle
sue opere parlò diffusamente delle
costellazioni e dei corrispondenti sigilli di
pietra che le ritraggono al fine di
applicazioni di medicina astrale.
All'epoca, nel contesto culturale arabo
ispanico, era in gran voga la medicina
astrale, che si basava su applicazioni di
erbe fatte in connessione con le fasi
lunari e sull'influenza dei raggi stellari su
pietre (sigilli) riproducenti i simboli delle
varie costellazioni. Le opere di medicina
astrale vennero in parte bruciate nel
1316, facendo sprofondare nell'oblio le
conoscenze di medicina astrale di
Arnaldo da Villanova.
L'OPERA MEDICA ARNALDIANA
Nel De Sigillis Arnaldo esprime la
convinzione che i sigilli astrali di pietra di
Ariete e Bilancia possano proteggere
dall'azione e dalle "insidie" dei demoni;
Arnaldo dice che bisogna praticare i
salassi dal giorno 18 al 24 del mese
lunare, mese lunare calcolato sulla base
delle tacche incise su alcuni megaliti;
pagina 37
23 MARZO 2012
nell'Antidotarium Arnaldo parla poi di
come realizzare un particolare sigillo di
pietra non zodiacale ritraente la
costellazione del Serpentario al fine di
curare gli avvelenamenti causati da morsi
di serpente. L'enorme sigillo megalitico
del Serpentario (Ofiuco) è presente sul
sito; Arnaldo curò i calcoli renali del Papa
Bonifacio VIII con un sigillo d'oro con
inciso un segno del Leone, posto sul rene
con una cintura: nell'opera Speculum
Medicine e del De Parte Operativa parla
delle cure con il sigillo di pietra del Leone.
Il sigillo megalitico del leone è presente
sull'Argimusco, accanto alle Vergine;
Arnaldo consiglia di applicare un sigillo
astrologico di pietra indeterminato sui
piedi per curare la gotta e fornisce
accurate istruzioni per applicare certe
terapie utilizzando la Sfera di Pitagora
(utilizzata in connessione con il Sestante)
in connessione con le fasi Lunari. Nel
Regimen Sanitatis Arnaldo osserva che i
giorni per i salassi sono i giorni Lunari nei
tre mesi di maggio, settembre e aprile
classificandoli come “giorni dellʼHydra”
(presente come sigillo megalitico
sullʼArgimusco). Nel De iudiciis
astronomia, Arnaldo dichiarava che la
energia astrale o una congiunzione
planetaria adeguata poteva aumentare il
potere delle proprietà sanatorie dei sigilli;
Arnaldo nel testo De parte operativa dice
di utilizzare sigilli di pietra astrali al fine
della cura delle alienazioni mentali; il
pellicano che si becca il petto, simbolo del
sacrificio cristico per i propri figli, presente
all'ingresso del sito sulla sinistra,
compare nella sintesi dell'Opera illustrata
alla f.92 del Rosarium philosophorum di
Arnaldo da Villanova. Tali simboli cristiani
alchemici erano in voga presso i
francescani spirituali cui lo stesso
Arnaldo con entusiasmo aderiva.
posterlibri
23 MARZO 2012
centonove
NOVITA’. Un libro di Fabrizio Lentini apre nuovi orizzonti alla Sicilia e agli uomini del Sud
Palermo ai tempi di Orlando
Il girnalista racconta gli anni d’oro de “La primavera breve”, una rivoluzione
nel modo di intendere la politica. Naufragata nel ritorno alla logica di partito
DI MANUELA VENTO
PALERMO. Eʼ una rivoluzione geografica
della politica nel Paese degli anni Ottanta
e Novanta quella narrata dal palermitano
Fabrizio Lentini nel suo libro intitolato “La
primavera breve”. Nasce insieme alla
giunta “Orlando bis”, nellʼestate dellʼ87
lʼutopia di fare Palermo una “Città per
lʼuomo”, il movimento ispirato alla predica
del cardinale Pappalardo. Il cardinale fu il
primo a rompere lʼunità cattolica sotto
lʼegida della Democrazia Cristiana e portò
nel palazzo di governo a Palermo la
spinta innovatrice di generazioni e
intelligenze fino ad allora escluse. In
evidente rottura con la logica della
coalizione del Caf (Craxi, Andreotti,
Forlani), Orlando e la sua giunta voleva
dimostrare che un modo diverso di fare
politica era possibile. Palermo ebbe la
forza e il coraggio di andare
controcorrente rovesciando la logica
partitocratica. La precedenza venne data
al programma per rinnovare Palermo
ponendo sempre allʼordine del giorno
lʼattuazione del programma comune e di
interesse generale alle esigenze dei
singoli. Ecco perché “La primavera breve”
di Palermo divenne un caso politico
nazionale; costituì una rivoluzione
copernicana nel modo di
intendere la politica. Il libro
è testimonianza di una
stagnazione politica che
creò il contesto adatto
allʼespansione della
criminalità organizzata e al
suo inserimento nei gangli
nevralgici della società e
della vita politica. Lentini
racconta la lotta alla mafia
e alla corruzione di un
movimento dʼispirazione
cattolica che coincide
A CURA DI CARMELO CELONA
insieme di esigenze e di propositi, che
riguardano, fra l'altro, la creazione di
canali capaci di consentire la
partecipazione all'amministrazione locale
anche di quella larga parte di cittadini che
non sono legati per vari motivi alle
oligarchie partitiche, per la non
accettazione della discutibile morale che
regola la vita interna dei nostri partiti,
dell'interesse personale come guida al
comportamento politico, dell'ambizione e
dell'arrivismo, della disinvolta gestione
del danaro pubblico, o della non sempre
chiara pro- venienza dei fondi degli stessi
partiti, delle loro correnti e dei loro uomini,
o per altri motivi ancora. Nelle pagine
della “Primavera breve” di Lentini si
respira lʼaria di Palermo degli anni in cui
Mattarella aveva abbassato gli indici di
edificabilità e avviato indagini
sullʼassessorato ai Lavori Pubblici; anni
segnati dalle immagini della Fiat 132
trivellata in via della Libertà dai colpi dei
proiettili della 38 special che
assassinarono Mattarella. Anni in cui si
trova Pietro Grasso, sostituto
procuratore, al suo primo impatto con la
grande mafia, che si troverà a
fronteggiare come giudice del primo
maxiprocesso istruito da Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino. Sono anni in
cui fallì lʼattentato allʼAddaura del giudice
Falcone; venne freddato per strada
Libero Grassi perché non aveva pagato il
pizzo e poi lʼeurodeputato Salvo Lima
perché non aveva “aggiustato” il
maxiprocesso. E, quando i boss
corleonesi fecero saltare in aria, il 23
maggio e il 19 luglio, i giudici Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino, gli unici ad
aver realmente contrastato la mafia.
profondamente con
i più alti ideali
sociali e morali con
cui la criminalità e
la classe dirigente
si trovò in difficolta.
Riallacciandosi
abilmente al
patrimonio religioso
ed etico dei siciliani
e allʼimpegno
culturale del
movimento CxU
(città per lʼuomo),
Lentini apre nuovi
orizzonti allʼIsola e
agli uomini del Sud
Una riunione con Padre Pintacuda tratta dal libro
considerati, nel
libro da padre
In una lettera riportata nel libro di Lentini
Pappalardo, non bisognosi di chiedere
si legge: “mi pare che la Rete, più che
aiuto ma capaci di dare molto al loro
preparare mille primavere in mille
Paese. Il maggior merito di CxU che si
Comuni, stia attirando mille consiglieri
evince dalla lettura è stato il rimanere
comunali in cerca di collocazione”. In un
sempre fedele alla sua natura di
documento Giuseppe Pavone, un
movimento senza mai cedere alla
fondatore di CxU, ricorda che “il
trasformazione in partito che negli anni
Movimento è nato dalla condivisione di un
successivi propose Orlando con il
movimento per la democrazia - La rete. Il
movimento era formato da persone,
professionisti, associazioni, centri sociali
di Felice Irrera
e culture politiche differenti messi insieme
dallʼobiettivo comune di strappare la città
Dragoni e lupare" (Dario Flaccovio, 2011 - pp. 252)
dalle mani della mafia
di I.M.D., il poliziotto palermitano autore di "Catturandi" e "100% sbirro"
attraverso un modo nuovo di
"Dragoni e lupare" affronta il tema dell'immigrazione cinese in Italia, sfatando miti e leggenfare politica. La struttura
de e facendo il punto sulla situazione di una comunità di immigrati ormai presenti nel nostro
rigida del partito è data,
paese da tre generazioni. L'autore indaga anche sui rapporti tra mafie locali e criminalità asiainvece, da una precisa
tica per verificare se esistano rapporti tra malavita organizzata italiana e straniera. Per ulteideologia allʼinterno della
riori informazioni: http://www.darioflaccovio.it/libro.php/dragoni-e-lupare-df9194_C738
quale è difficile si possa
configurare la diversità così
Carlos Ruiz Zafón - Il prigioniero del
Wislawa Szymborska - La gioia di scricome avviene allʼinterno dei
cielo - Mondadori
vere. Tutte le poesie (1945-2009). Temovimenti. Lʼautore spiega
Amy Bratley - Amore, zucchero e sto polacco a fronte - Adelphi
come i cofondatori della
cannella - Newton Compton
Pierre Dukan - La dieta Dukan
Rete di Orlando, da Claudio
Sperling & Kupfer
Jeff
Kinney
Diario
di
una
schiappa.
Fava a Carmine Mancuso,
La dura verità - Il Castoro
Clara Sànchez - La voce invisibile
man mano si allontanarono.
del vento - Garzanti libri
wuz.it
LA CLASSIFICA
1
2
3
LACERTI DI LETTURE
Immunità sentimentale
I FIGLI GODONO dellʼimpunità
sentimentale. Lʼamore delle madri è oblativo ed estremo,
disposto a perdona-re ogni torto. “Le dico, restando in
tema di privilegi, che ha sempre goduto dellʼimmunità
sentimentale.” Alcune donne gestiscono i sentimenti con il
cinismo di un manager dʼazienda. “Una prerogativa delle
stronze consiste nel farsi amare allʼinfinito dando in
cambio poco o niente.” I seccatori ostinati ti sconfiggono
per stanchezza. Siamo disposti ad accollarci qualsiasi
rischio e qualsiasi fatica pur di non aver più a che fare con
loro. “La mettono in modo che sia tu a farti carico
dellʼeccezione, per levarteli dai coglioni. Ti fanno
desistere dal principio. Perché il principio è teorico e
lʼinsistenza no.” Non sempre la verità è riferibile senza
che appaia inverosimile e ci esponga alla derisione. “In
certe situazione lʼevidenza conta più della verità. Non
4
5
6
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
puoi spiegare come è andata vera-mente. Perché se ci
provi sembri un cretino due volte. La verità bisogna
coglierla in flagranza.” Non sono solo lo sterco del
diavolo. “I soldi come le armi fanno sangue” nel senso
che lo producono. Spesso il verosimile si afferma sul vero e
si aggiudica un primato che deforma la verità.
“ In Tribunale, ho sentito dire una volta ad un famoso
penalista, è importante che le cose sembrino vere,
mica che lo siano” . Dire al prossimo ciò che si pensa sul
suo conto, viene considerata unʼoffesa e non una forma di
rispetto. “La sincerità è un incidente e non è nemmeno
che faccia così bene, come comunemente si pen-a.”
Tragicamente rimandiamo sempre a domani.
“Hai mai pensato che, una volta passato il tuo tempo,
sarebbe passato il tempo.” Ecco perché le foto
raccontano la nostra storia, perché guardandole.
“Guardiamo cosʼè successo mentre invecchiamo.” Il
fascino della banalità, resta un grande mistero irrisolto che
pagina 38
ridimensiona il giudizio sulla superiorità in-tellettiva del
genere umano rispetto agli altri esseri viventi. “La gente si
rincretinisce per pochissimo, mica perché rimane
vittima di chissà quali raffinatezze”.
Ci sono poveri che non sono poveri in senso materiale, ma
poveri perché privi di tutto quello che oggi si possono
conquistare soltanto con lʼadulazione e il gregariato. Il
merito, la competenza, lʼonestà e i principi, oggi non sono
sufficienti per vivere dignitosamente.
“Siamo i nuovi poveri occulti. Siamo annichiliti dalla
dignità. In nome suo ci roviniamo la vita.”
Lapidaria apologia del cortigiano.
“Per pararsi il proprio bisogna leccare quello degli
altri.” Uno dei tanti luoghi comuni senza fondamento
“Dicono che la felicità sta nelle piccole cose. Sapeste
lʼinfelicità.”
Lacerti tratti da: “Non avevo capito niente”-2007
Diego De Silva
posterlibri
centonove
23 MARZO 2012
PERSONAGGI. A tu per tu con Enzo di Salvo, autore di otto libri “autoprodotti”
Uno scrittore sul Serit
Impiegato al servizio riscossione di Messina di giorno, la notte si dedica alla sua passione
per la letteratura. Protagonista la sua Santo Stefano di Camastra e la lingua siciliana
DI
CHIARA MICCOLI
MESSINA. Di giorno ha
a che fare con i numeri,
di notte “gioca” con le
parole. Impiegato alla
Serit di Messina, dopo
una giornata di lavoro,
Enzo Di Salvo, 43 anni,
si dedica alla sua più
grande passione, la
scrittura. E lo fa in
solitudine, davanti al
camino, con un
bicchierino e un sigaro in
mano, approfittando del
silenzio che regna in
casa quando le figlie (di
3 e 1 anno) vanno a
dormire. Accanito lettore
(nella sua biblioteca
conserva più di 5 mila
libri), ha iniziato a
scrivere a 18 anni e da
allora non ha più
smesso. «Non lo faccio a
scopo di lucro», ci tiene
a precisare anche
perché le sue “creature”
non sono accessibili al
grande pubblico visto
che nessun editore si è
mai offerto di
pubblicarle. «Le opere
dʼingegno non hanno un
prezzo», si ripete da 25
anni. Contrario a
scendere a
compromessi, Di Salvo è
Enzo Di Salvo
dunque uno scrittore sui
generis, che non rincorre
né il successo né la fama e si accontenta
di un centinaio di lettori assidui, familiari
ed estimatori, che continuano a seguirlo
nel suo percorso letterario leggendo e
apprezzando opere autofinanziate e
stampate personalmente. Finora ne ha
scritte otto ma confessa di averne
iniziate e mai concluse circa una
LA SCHEDA
Enzo Di Salvo
(Mistretta, 1968) è
laureato in filosofia.
Ha scritto due saggi
storici su Santo
Stefano di
Camastra, “S.
Stefano di
Camastraevoluzioni storiche
della sua civiltà” e
“S. Stefano di
Camastra -Dal
casale
allʼarchetipolatria”,
dedicandosi poi alla
narrativa con:
“Lunario stefaneseInventario di detti, di
uomini, di luoghi”;
“Il paese babboOvvero storie di
uomini che hanno
fatto il mio paese”,
“Il principe delle
misure”, racconto
sullʼavventura del
duca di Camastra,
“La mezza estate di
Lucà” e “192”. Dice
di sé: «Faccio
lʼimpiegato,
mensilmente
pasciuto da un
accredito bancario e
scrivo nelle ore
concessemi, non
per sentirmi
scrittore, poiché
abusivo e contadino
della penna sono,
ma per dire del mio
paese, chʼesso è
esistito, ha vissuto».
E ancora: «Non ho
rancori né rimorsi
né particolari
speranze se non
quella, se avessi
fortuna di rivenire al
mondo, di non fare
lʼimpiegato».
dozzina. Tutte con un denominatore
comune: Santo Stefano di Camastra, la
sua terra dʼorigine, quella che ha
lasciato 16 anni fa quando si è trasferito
a Messina per motivi di lavoro. «Le idee
per una nuova trama vengono tornando
al paese, passeggiando per le viuzze,
ascoltando i racconti degli anziani,
osservando e assaporando il gusto della
terra in cui ho vissuto gli anni migliori
della mia vita ma che ogni volta trovo più
svuotata e abbandonata perché i più
giovani lʼhanno lasciata, come del resto
ho fatto io». Visite che lo riportano
indietro con la memoria, caratterizzate –
come lui stesso racconta – da
sopralluoghi nei posti più impensabili, il
cimitero paesano, per esempio, dove Di
Salvo ha trascorso ben tre ore a
guardare le tombe con le foto di
personalità locali di spicco nella
speranza che quei volti gli raccontassero
qualcosa. Viaggi nel passato, dunque,
indagini alla ricerca di materiale utile che
poi prende forma sulla pagina bianca
dando vita al racconto. «Su un luogo si
possono dire tante cose», commenta Di
Salvo, che fa sua la lezione di grandi
maestri della letteratura siciliana come
Bonaviri, Sciascia e Bufalino. Nascono
così “La mezza estate di Lucà”, che
racconta lo sbarco degli americani nel
ʼ43 visto attraverso gli occhi degli
abitanti di Santo Stefano di Camastra e
in particolare della famiglia del nonno
dellʼautore, “192”, dedicato al Giro
dʼItalia del ʼ49 che fece tappa in
provincia o “Lunario stefanese”, un
inventario di detti, uomini e luoghi che
scaturisce – come si legge nella
prefazione – da “unʼimprovvisa urgenza
di serbare tramite lo scritto ciò che nella
memoria ristagna, al fine di impedirne
lʼestinzione, la grave perdita per oblio”.
Fatti di microstoria che Di Salvo
ricostruisce attraverso un attento lavoro
di documentazione storica e raccolta di
testimonianze, a cui si aggiungono però
anche la fantasia dellʼautore e
unʼattenzione particolare nellʼuso del
linguaggio. «Le mie sono storie
romanzate in cui ha più importanza la
lingua della trama – dice – Ho scelto di
utilizzare un siciliano italianizzato poiché
ritengo che sia una lingua da
mantenere». Fatti, persone, ricordi di
tempi passati sono dunque lʼhumus
dellʼopera narrativa di Di Salvo. «Sento
lʼesigenza di raccontare il passato per
non perderne la memoria – afferma –
Certo, se nessuno o solo pochi leggono
queste storie il rischio è forte. Nella
società in cui viviamo lo spettro dellʼoblio
si fa sempre più minaccioso».
SAGGI
La Santa Inquisizione di Sicilia
Il docente Princiotta riscostruisce “la verità
storica”. A partire dalla diocesi di Patti
MESSINA. Sono fonti e documenti di grande importanza
per la ricostruzione della verità storica quelli su “la Santa
Inquisizione di Sicilia” pubblicato dal professore
Roberto Princiotta e presentato dal prorettore
dell'Università della pace della Svizzera italiana
Domenico Venuti. Il professore Princiotta ha scoperto
un testo scritto dal canonico inquisitore Antonino
Franchina nel XIII secolo. Si tratta di una stampa
anastatica di un documento originale del 1700; ritrovato
nel 1974 nella diocesi di Patti, la più antica di tutta la
Sicilia (1100). Nella premessa il professore Princiotta
racconta di trovarsi “in compagnia di un molto anziano
arciprete, a frugare in quella che era stata la biblioteca di
un vecchio convento francescano abbandonato da oltre
un secolo”. Numerosi saccheggi nella biblioteca hanno
sottratto per sempre alla ricerca una “miniera preziosa di
notizie”. Sotto un mucchio di fogli sparsi il
manoscritto è stato estratto dal vecchio
prete e consegnato al professore nella
fretta di andare a dire messa. Ma il
sacerdote memore delle antiche leggi che
“avevano ordinato di ridurre in cenere” le
disposizioni inquisitorie rivuole indietro il
testo. Per fortuna, Princiotta lo aveva
fotocopiato. Anni dopo il professore scopre
che il manoscritto fu davvero bruciato da
quel prete come un vecchio libraccio. Una
pubblicazione di fondamentale importanza
per gli studi sulla Santa inquisizione
pagina 39
spagnola sia perché introvabile prima di adesso sia
perché Franchina spesso viene citato nei documenti del
tribunale inquisitorio. Tra gli storici che citarono
lʼinquisitore Franchina ci sono, nel 1800, i fratelli La
Mantia con il loro imponente lascito allʼarchivio di
Palermo e Garufi; ma, non si comprende bene
se questi storici hanno dimestichezza con il
testo o se si limitano solo a citare Franchina.
“Eʼ un libro che conduce il lettore nei secoli
travagliati di storia della chiesa, aiuta i giovani
a confrontarsi con il passato – dice Salvatore
Magazzù assessore alla pubblica istruzione di
Messina – e fa capire loro quante leggi ingiuste
sono state applicate nel passato. Andare
avanti con la ricerca storica consente di intuire
meglio il presente; purtroppo si scopriranno tra
cinquantʼanni le leggi sbagliate in vigore che
oggi subiscono i nostri figli”. (M.V.)
23 MARZO 2012
posteranniversari
RICORDI. Era il 15 marzo ‘71 quando al cinema debuttava il film di Coppola
Il Padrino ha 40 anni
Savoca tappa obbligata dei turisti sulle orme di don Vito Corleone. Tappa obbligata il Bar Vitelli, dove
Al Pacino, tra due scagnozzi in armi, chiese la mano di Apollonia. Il ricordo di protagonisti e comparse
DI ETTORE IACONO
SAVOCA. Il Bar Vitelli è
ancora lì, con le sue celebri
granite limone e i deliziosi
gelati artigianali. Su un tavolo,
una lupara e una coppola che i
visitatori indossano divertiti per
la foto di rito. E a Savoca - uno
dei borghi più belli d'Italia - non
mancano neppure le ragazze
«sticchiuse». Come Apollonia
Vitelli, la giovane che incantò
don Michele Corleone nella
prima pellicola della trilogia “Il
Padrino”, firmata da Francis
Ford Coppola. Era il 15 marzo
1972 quando, negli States,
veniva proiettato per la prima
volta il film con Marlon Brando
e uno sconosciuto, fino ad
allora, Al Pacino. La pellicola
Pippo Restuccia (fratello della sposa), Saro Urzì (signor Vitelli, padre della sposa), Enzo Pasquale (fratello della sposa)
girata tra la primavera e l'estate
del 1971, diventata da subito
quei soldi prima».
vino che gli uomini di Corleone bevevano
pietra miliare del cinema mondiale, è
La sua comparsa principale è nella
ogni volta era in realtà Coca Cola allungata
sbarcata in Italia il 15 settembre del '72.
scena in cui Michael Corleone chiede a
con acqua. Anche la scena del matrimonio
Quarant'anni dopo, Savoca - insieme a
Vitelli la mano della figlia.
è stata girata numerose volte perché il
Forza d'Agrò, Motta Camastra e
«Sì, come ci ha spiegato lo stesso
prete, don Parisi, che era anziano,
Fiumefreddo - è ancora meta di turisti sulle
Coppola, allora era importante la presenza
sbagliava le battute».
orme del Padrino.
di maschi in famiglia. Corleone era
C'è stato un momento particolarmente
Tappa obbligata il Bar Vitelli, dove Michael
accompagnato dai suoi guardaspalle,
difficile durante le riprese a Savoca?
Corleone (Al Pacino), tra due scagnozzi in
«Credo la scena del ballo dopo il
armi e davanti a una bottiglia di vino, chiese quindi noi abbiamo affiancato Vitelli, nostro
matrimonio. Al Pacino non sapeva ballare il
al padre la mano di Apollonia. E la chiesa di padre nel film, per dargli maggior forza,
dimostrando che anche lui poteva contare
valzer, era praticamente un legno. Non si
Santa Lucia, dove è stato celebrato il
sull'appoggio di suoi uomini.
matrimonio. Nelle immagini di Coppola
anche Palazzo Trimarchi, le strette stradine Proprio per questo motivo, nella
Enzo Pasquale oggi.
scena, io e Pippo Restuccia,
del centro e la banda musicale di
Sotto Michael
che purtroppo non c'è più,
Gallodoro. Oltre a tanti savocesi nel ruolo
Corleone (Al Pacino)
dovevamo avere una
di comparse. Vincenza Cicala era la
e Apollonia Vitelli
espressione dura, di sfida».
signora Vitelli; Vincenzina Trimarchi,
ballano il valzer
Ma non è mai stato facile
Giuseppa Ferraro, Maria Trimarchi e
nella piazza di Savoca
girare una scena con un
Giovanna Pavone lanciavano fiori sugli
e un momento del film
regista come Francis Ford
sposi durante il corteo nuziale. Roberto
quando il corteo
Coppola.
Pasquale e Michele Spadaro erano i
nuziale lascia la chiesa
«Tutt'altro. Abbiamo dovuto
chierichetti di don Rosario Parisi, il vero
di Santa Lucia
ripetere la scena al Bar Vitelli
arciprete di Savoca, che nel film ha
decine di volte, un'intera
interpretato se stesso benedicendo le
mattinata, perché Coppola non
nozze di don Michael e Apollonia sul
era mai soddisfatto delle
sagrato della chiesa di Santa Lucia. Pippo
espressioni. Tanto che per
Restuccia e Vincenzo Pasquale erano i
evitare che si ubriacassero, il
fratelli di Apollonia, che spalleggiavano
papà Vitelli mentre don Corleone chiedeva
la mano della ragazza.
Enzo Pasquale, 56 anni, tecnico comunale,
sposato con Gina, tre figli - Stefania, Lucia
e Domenico - nel 1971 era uno studente
sedicenne. «Marinai la scuola per andare
al casting delle comparse, Coppola le
sceglieva personalmente», ricorda
Pasquale, che oggi a Savoca firma tanti
autografi quasi quanto Al Pacino e si lascia
fotografare dai turisti americani entusiasti di
trovarsi di fronte a una delle comparse del
film. Per loro è un mito. «Per un paio di
scene e tre giorni di riprese – aggiunge –
allora mi hanno dato novantamila lire. Non
potevo crederci, non avevo mai visto tutti
pagina 40
centonove
sapeva come fare, quando Saro Urzì,
l'unico attore siciliano presente, il signor
Vitelli, lo afferrò per spiegargli come
muoversi, facendogli fare un giro di valzer.
In qualche modo si è così ovviato al
problema, ma nel film la scena è stata
molto accorciata per evitare che il pubblico
si accorgesse delle difficoltà di Al Pacino».
Cosa facevano Coppola, Al Pacino e gli
altri attori durante le pause?
«Coppola andava matto per la granita
limone e per il vino del Bar Vitelli, di solito
stava seduto in piazza per studiare le
inquadrature. Indossava sempre gli stessi
pantaloni corti e portava la barba incolta. Al
Pacino, invece, era taciturno e solitario.
Ricordo un episodio che mi ha
particolarmente colpito. Al Pacino durante
le riprese della scena del matrimonio nella
chiesa di Santa Lucia, stava seduto in
disparte sotto una scala in ferro, quando lo
hanno chiamato per l'ennesimo ciak: si è
alzato di scatto, ha battuto la testa e si è
procurato un taglio. Chiunque avrebbe
imprecato per il dolore e per la vista del
sangue che gli hanno subito tamponato, lui
invece rimase impassibile».
Qualche altro aneddoto?
«Beh, nel film c'è anche una scena di nudo:
la prima notte di nozze con Apollonia. Non
sapevamo cosa stavano facendo in quella
stanza della masseria di Motta Camastra,
quindi Pippo Restuccia si affacciò da una
finestra per guardare. Non riuscì neppure a
dare uno sguardo che gli uomini della
produzione lo afferrarono per le orecchie e
lo tirarono via di peso. Ricordo poi Maria, la
vera padrona del Bar Vitelli, che rifiutò la
parte della madre di Apollonia, perché
colpita da problemi familiari: tutta la troupe
le è stata comunque vicina, aiutandola
molto. In seguito Maria, che oggi non è più
fra noi, confessò di essersi pentita di quella
scelta».
Ha qualche rimpianto dopo
quarant'anni?
«Il rimpianto più grosso è sicuramente
quello di non aver capito allora l'importanza
e il successo che quel film avrebbe avuto.
Avremmo potuto chiedere autografi, foto,
raccogliere cimeli che oggi avrebbero fatto
bene a Savoca. Anzi, fino al Duemila non si
è più parlato del ruolo di Savoca nel film di
Coppola. Con l'arrivo delle navi di crociera
a Messina, i tour operator si sono inventati
l'escursione sulle orme del Padrino che
oggi porta anche a Savoca tantissimi
visitatori, soprattutto americani, impazziti
per quella pellicola che considerano un
mito. Così adesso firmo autografi e mi
faccio fotografare con loro».
posterprotagonisti
centonove
23 MARZO 2012
L’INTERVISTA. Il chitarrista Ricky Portera, collaboratore di Lucio Dalla si racconta
«Io, grande figlio di puttana»
Dalla voglia di tornare nella sua Torre Faro a Messina, alla passione per “U piscistoccu a ghiotta”, ai palcoscenisci
più prestigiosi del mondo. Storia di un musicista a tutto tondo che ha mosso i primi passi con Vasco Rossi
DI ANGELO SAVASTA
MESSINA. Arriva al telefono puntuale
come i suoi sconvolgenti assoli. Ricky
Portera, chitarrista pop-rock tra i più
grandi in Italia, collaboratore di Lucio
Dalla e di tantissimi artisti di livello
nonchè fondatore degli Stadio. Pieno di
grinta ed energia come il distorsore
della sua chitarra che continua a
regalarci ubriacanti scale di
note imprevedibili! Eʼ lui,
lʼamicone di sempre, il
gentleman, il raffinato
signore garbato e
disponibile, legato alla sua
terra natia di Torre Faro che
tanto ama e dove spesso
ritorna.
Qual è stato il
motivo che ti ha
indotto a lasciare
Messina?
“Mio papà era un
maresciallo dei
carabinieri e spesso
i miei venivano
trasferiti in altre
parti dʼItalia dove
cʼera carenza di
personale,ed è così che
ci siamo ritrovati a
Modena.”
Modena, allora, era
lʼepicentro della
musica leggera?
“Infatti,come altre parti
dellʼEmilia, era una
grande fucina di
musicisti. La mia
storia parte proprio
da qui dove ho
studiato canto e
chitarra in una
scuola che
frequentavo con
Vasco Rossi.
Completati gli
studi ho
cominciato a
suonare nei
nigth club e
penso di
essere stato il più giovane musicista che
accompagnasse streap
tease. Avevo appena undici anni.”
Come sei approdato al rock?
“Forse per la mia personalità un poʼ
ribelle, ho cominciato a violentare la
chitarra più che suonarla, e quando
salivo sul palco avevo già una folta
schiera di fan che mi adorava!”.
Sappiamo che i tuoi genitori ti
hanno sempre seguito con
dedizione e affetto.
“Verissimo. Io debbo molto ai
miei genitori! Papà mi
accompagnava ovunque
andassi a suonare e mamma
curava la mia immagine pubblica
poiché da giovane, era stata
una modella bellissima,
quindi dotata di una
grande fantasia ed
esperienza
professionale,
accattivante e
dinamica
nei
Ricky Portera.
Nella foto accanto
Lucio Dalla
con il quale ha
collaborato per anni.
A lui il cantante
bolognese ha dedicato
il celebre brano
“Grande figlio
di puttana”
rapporti col prossimo.”
Sappiamo anche che la tua mamma è
una messinese doc e unʼottima cuoca
che a tuttʼoggi ti prepara delle
gustose pietanze tipiche messinesi
come “U piscistoccu a ghiotta”?
“Si,anche questo è vero,continua ancora
a viziarmi con la deliziosa cucina
messinese che io tantissimo adoro!”
Vuoi raccontarci come è cominciata la
tua esperienza con Lucio Dalla?
“Certo. Il tutto risale al 1977,quando Lucio
mi convocò e che io,tra lʼaltro,non
conoscevo. Stima e rispetto
furono alla base del lungo percorso
professionale che ci ha coinvolti e che mi
ha portato a calcare i palchi
più prestigiosi di mezzo mondo. Ora lui
non cʼè più. Mi restano però i suoi
insegnamenti ma soprattutto il
vuoto che può lasciare un fratello
maggiore che se ne va senza poterti
neanche salutare.”
Siamo curiosi di sapere perché,
secondo te, il grande Lucio ti ha
dedicato quel formidabile brano
«Grande figlio di puttana»?
“Lucio,oltre che un grande musicista, è
stato un grande poeta, e anche un
affettuoso «goliarda» cui piaceva
spesso scherzare, a volte pure
nellʼambito del suo mestiere. Un giorno
mi fermai in sala dʼincisione
per registrare alcune frasi musicali che mi
aveva richiesto,ed ebbi anche il tempo di
lasciargli altre idee che poteva utilizzare
ulteriormente. Così lui, nel constatare che
in breve tempo ero riuscito a portare a
compimento il lavoro che mi aveva
affidato, esclamò: «Grande figlio di
puttana!» .
E a tua madre cosa hai raccontato?
“Nulla, da quel gran signore che era, è
stato lui stesso ad anticiparmi,
telefonandole, scusandosi per il titolo e
spiegandole la motivazione.”
Cosa cʼè nel futuro di Ricky Portera?
“Cʼè il desiderio di ritornare a Messina.
Vorrei che i messinesi avessero un poʼ
più cura di questa meravigliosa città!
Messina potrebbe essere un fantastico
portone intarsiato da Dio, portone che si
apre sulla meraviglia che è la Sicilia e
Torre Faro il giardino che prepara
lʼingresso! Spero tanto che i
miei concittadini riescano a non
farsi costruire quel mostro
chiamato «Ponte sullo
stretto!!!». Desidero anche dire
agli operatori della città di
moderare i prezzi e migliorare i
servizi. Invitiamo la gente e
facciamola sentire a proprio
agio.”
Stiamo organizzando una
manifestazione a Lipari per
ricordare Lucio Dalla e
gradiremmo tanto la tua
presenza. Pensi di poterci
essere?
“Certo farò di tutto per esserci,
mʼimpegnerò, ma cercate di
avvisarmi in tempo debito.”
INIZIATIVE
Al Chitarra bar
per ricordarlo
Si prepara l’evento estivo
per ricordare il cantautore
LIPARI. Chitarra bar era la sua casa.
Quando andava a Lipari Lucio Dalla, il
cantautore bolognese recentemente
scomparso, era solito passare lì le sue
serate insieme a qualche amico musicista
bevendo malvasia. E proprio al Chitarra
bar nasce lʼidea di rendere omaggio come ha fatto di recente il consiglio
pagina 41
comunale di Sorrento - al grande artista che ha
fatto la storia della musica italiana. Gli amici
delle Eolie stanno infatti chiamando a raccolta i
poiù stretti collaboratori del cantante e musicisti
a lui vicino per un evento musicale che si
svolgerà entro luglio a Marina Corta. Hanno già
dato la propria adesione lo stesso Ricky Portera.
Organizzatori dellʼiniziativa Rossano Giorgi,
Angelo Savasta e Nicola Merro, con la
collaborazione di tutte le componenti sociali,
politiche ed imprenditoriali dellʼisola.
«Lucio Dalla resterà sempre con noi. Le note e le
parole delle sue canzoni ci accompagneranno
per tanto, tantissimo tempo ancora - spiega
Carmelo Travia, pianista che interverrà alla
manifestazione e che spesso si fermava a
suonare con Dalla al Chitarra bar - Vi aspettiamo
tutti alla manifestazione per ricordarlo».
23 GENNAIO 2009
postermostre
centonove
Antonello Bonanno Conti, “Santi e Santini” (collage di acrilici su lamiera tipografica)
MESSINA. Al Monte di Pietà “Santi condomini e altri racconti”
Sorprendente Bonanno Conti
Mito e quotidianità si trasformano in sculture, istallazioni e dipinti seriali caratterizzati
da richiami al post-espressionismo e alla Transavanguardia. Ma del tutto originali
DI DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Un piccolo assaggio,
Antonello Bonanno Conti lo aveva
offerto in “Artisti 100x100”, la collettiva
allestita al Teatro Vittorio Emanuele
durante la Notte della Cultura dello
scorso 25 febbraio. E i suoi “Tutti santi e
santino” e “Tutti i santi e santʼoro”
avevano sucitato curiosità e aspettative.
Aspettative che “Santi condomini e altri
racconti”, che ha aperto i battenti lo
scorso 17 marzo al Monte di Pietà di
Messina non ha assolutamente tradito.
Patrocinata dalla Provincia di Messina, la
mostra (art director Saverio Pugliatti,
curatori Luigi Ferlazzo Natoli e Teresa
Pugliatti) si divide nelle due sale dello
storico palazzo messinese offrendo in
una “Santi” “Condomini” e “altre storie”,
nellʼaltra istallazioni, sculture e pitture che
ripercorrono il mito. Entrambe, però, sono
intimamente legate sia dalla visione e
dalla lettura dei fatti data dallʼartista e
dalla circostanza che, come sottolinea
Ferlazzo Natoli, “la scultura diventa
continuazione del suo dipingere”.
Antonello Bonanno Conti, attivo dal 1994,
non è facilmente inquadrabile, anche
perché, innanzi tutto, per chi lo conosce,
è soprattutto espressione di se stesso. È,
insomma, Antonello Bonanno Conti. Da
questo punto di vista, qundi, si può
concordare tanto con Ferlazzo Natoli, per
il quale “si muove tra espressionismo,
nella sua più recente accezione post, e
transavanguardia, della quale certamente
risentono le sue opere di scultura”,
quanto con Teresa Pugliatti, che scrive:
“Non so trovare una definizione o
unʼetichetta per queste opere. Sì, quella
di una via di mezzo tra un ʻrecenteʼ postespressionismo e la transavanguardia si
può condividere. Ma dico che si tratta di
un artista certamente originale”.
Le opere sono un alternarsi di figure che
non presentano il volto quando si trovano,
ammassate, in una dimensione senza
spazio e tempo di riferimento (Tutti
assenti). Diversamente, il volto affiora
quando è il contesto a disegnarlo, anche
quello più omologante (“Pubblincittà”,
“Tutti da McDonald”, “Sessanta”). E poi ci
sono i “Condomini”, angoscianti, colorati
e geniali, nei quali Teresa Pugliatti trova
un richiamo (forse involontario) a “Edifici
in Condominio” (1946) di Jean Debuffet.
IN BREVE
Merenda a Barcellona, Togo e Cannaò a Milano
L’ARTISTA. Antonello Bonanno Conti
G DAL 31 MARZO AL 15 APRILE, nella Sala Vetri di Palazzo Spagnolo (ex Monte di Pietà) a Barcellona Pozzo di Gotto, lʼassociazione Atellana presenta le opere di Giovanni Merenda, eclettico artista messinese che spazia dalla pittura alle
fotografie alla scrittura. La mostra è visitabile dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 20.
G SI E INAUGURATA IL 22 MARZO scorso alla Galleria San Carlo di Milano la mostra “Domino”, che vede in esposizione le opere di Togo, Michele Cannaò, Sonja
Aeschlimann, Alvaro, Sara Montani, Susan Post, Alberto Venditti e Domino01.
Si tratta di una collettiva che dà vita a unʼopra a più mani. “Domino” si concluderà il 16 aprile prossimo.
PROSSIMAMENTE
Rizzo, ritorno all’Orientale
Dal 24 marzo, “Corpo spirituale, terra celeste”
IL SINDACO. Roberto Visentin
MESSINA. Torna da Milano, dove ormai risiede e lavora, lʼartista
Enzo Rizzo, che dalle 18 e trenta del 24 marzo esporrà i suoi ultimi lavori alla galleria Orientalesicula 7puntoarte, di via Mario
Giurba, a Messina. La mostra si intitola “Corpo spirituale terra celeste”. Nato nel capoluogo dello Stretto nel 1958, Rizzo ha compiuto studi d'arte in diverse città italiane, completando la propria
preparazione artistica e filosofica con frequenti viaggi all'estero
con particolare attenzione alle culture orientali e medio orientali.
Dal 1985 vive e opera a Milano dividendosi fra il capoluogo lombardo e il suo studio a Praga. “Corpo spirituale terra celeste” raccoglie la recente produzione dellʼartista che lavora tra Milano e Messina, indagando attraverso una raffinata tecnica al servizio del sublime il sottile confine tra corpo e spirito. Come segni solidificati di
pagina 42
un magma incandescente che dalle viscere della terra risale lentamente in superficie, le “creature” di Rizzo si stagliano silenziose e
interrogano chi le guarda, lo invitano a condensare e a semplificare il vivere quotidiano, a spogliarsi di tutte le superfetazioni della società contemporanea fino a raggiungere il nocciolo dellʼessenza. La
prima mostra personale dellʼartista risalgono al 1981, al Circolo della Stampa di Messina e alla Galleria Underground di Roma. Di lui
ha scritto Luciano Caprile: “Vincenzo Rizzo è un artista che ha scelto la via della ricerca appartata ponendo la sua raffinata tecnica al
servizio del sublime (è un cultore delle filosofie orientali) attraverso
l'escavazione evocativa di un'immagine che si fa reliquia, memoria
sulla via dell'evanescenza. Rizzo si può considerare un "classico"
che ci conduce a quelle radici culturali ed emozionali da cui prendere il respiro per guardare al domani”. E Lucio Barbera ha sottolineato: “La sua pittura è morbida, precisa al tempo stesso dominata da una voIontà compositiva e dominante la stessa mano. È, il
suo, un lavoro che si infittisce negli sfondi con i quali va creando più
che gli interni la sensazione di essi”.
postermostre
centonove
FOTOGRAFIA. Ultimi giorni per vedere l’esposizione curata dalle Edizioni
Magika “Oltre la siepe”
Da non perdere gli scatti di Giulio Conti realizzati tra il 2006 e il 2012. Dalle rievocazioni
degli edifici romani al Maxxi di Londra, trenta opere che svelano ciò che è nascosto
DI STEFANIA PREVITE
MESSINA. Si chiuderà domenica 25
Marzo la mostra fotografica “Oltre la
siepe” di Giulio Conti, curata da
Alessandro Mancuso e realizzata nello
spazio espositivo che la Magika ha
messo a disposizione del fotografo.
“Oltre la siepe” raccoglie una serie di
scatti realizzati tra il 2006 e il 2012, sono
le rievocazioni di edifici romani, come il
Palazzo della civiltà italiana
allʼAuditorium e al MAXXI, della Tate
Modern di Londra, del Museo
Gugghenheim di Bilbao, di campi
marchigiani color lavanda e di oggetti
quotidiani che illustrano il suo senso
della fotografia e di immaginazione del
realtà. Le fotografie selezionate, circa
una trentina, vengono esposte senza
lʼuso di alcuna didascalia, affinché ogni
sguardo possa perdersi e ritrovarsi nei
colori, nelle linee e negli spazi,
confondendo il reale materico con ciò
che di materiale non ha niente:
lʼauditorium di Roma si trasfigura nel
mare e nei confini che circondano la
penisola iberica; le architetture
futuristiche diventano dipinti da
ammirare, un vecchio telo rosso è in
realtà una delicata poesia, un sasso si
incastona in cielo come fosse una
nuvola. Il mondo oggettivo ricreato,
ritagliato, sovrapposto, gli oggetti
decontestualizzati e purificati
appartengono ad unʼaltra dimensione
dove le metropoli si incontrano e le cose
acquistano unʼanima, in cui il banale
cessa di esistere e viene spiritualizzato.
“Come un guru Conti riesce a rivelare
quanto nascosto nelle cose e nei fatti,
rappresentando nientʼaltro che la vita in
un mondo fotografato che racchiude
lʼanima del presente, realizzando un
mondo poetico e magico.” Giulio Conti
non è solo stato un pittore della fotografia
ma ha anche lavorato come reporter e,
restando fedele al suo linguaggio visivo,
“iconizza” attraverso una vetrina infranta
la violenza della manifestazione romana
degli Indignados. Nulla è usuale e tutto è
polisemantico se trasformato e
ridisegnato con lʼuso del mouse e dei
colori. Nelle proprie composizioni “si
odono echi della pulizia formale di Piet
Mondrian” che si uniscono alla classica
metonimia dellʼavanguardia russa
soprattutto di El Lissitsky e M. Fedorovič
ed opere che si legano direttamente a
fotografi contemporanei della Nuova
Scuola di Fotografia siciliana. Dal 1965
ad oggi il lavoro di Giulio Conti si è
sempre svolto allʼinsegna della
sperimentazione, che si trattasse di
reportages o ritrattistica, nei settori più
vari della post-produzione: dal collage al
fotomontaggio, dagli interventi sul
negativo alle esposizioni multiple,
facendo di sé un vero e proprio
avanguardista di Photoshop e derivati.
Una “filosofica curiosità” verso la storia
dellʼarte gli ha permesso di tessere un filo
conduttore ancora più forte tra pittura e
foto. Conti oltrepassa le frontiere
proverbiali della fotografia come
riproduzione del reale fino ad arrivare ad
“una fotografia che non riproduce ma è”.
23 GENNAIO 2009
TAORMINA
Miano e i “Delitti di Mafia”
Stragi, misteri e affari al Carmine
TAORMINA. Sono tutte da scoprire (veri e propri microracconti nel racconto)
le opere che compongono “Delitti di
Mafia”, la personale di Juan Miano che
chiuderà i battenti alla ex Chiesa del
Carmine di Taormina il prossimo 31
marzo. Patrocinata dal Comune nellʼambito del progetto “omaggio a Taormina”, la mostra, “in bilico tra neo-impressionismo e surrealismo storico”,
come scrive nella presentazione del catalogo Luana Fiorito, dipana il filo rosso della morte, delle stragi, della corruzione. Racconta non solo la mafia più
conosciuta ed evidente, ma anche
quella che si intreccia con burocrazia,
politica e misteri dʼItalia (dallʼomicidio
di Placido Rizzotto al sequestro Moro,
dalla morte di Roberto Calvi ai poli petrolchimici) , diventando quasi un impalpabile burattinaio. Per narraere,
Miano ricorre a tecniche miste, istallazioni, vere e proprie esplosioni di colore su tela con elementi ricorrenti (come
il fico dʼIndia), composizioni che non si
fermano mai solo al didascalico e che,
in molti casi, diventano metafora. Come nel caso de “Il sacco di Palermo”,
de “I quattro cavalieri dellʼApocalisse”,
“41 bis”, “Professionisti”. Miano, artista militante, non perde la speranza. A
chiudere il catalogo, infatti, è una frase
di Giovanni Falcone: “La mafia... ha un
principio, una sua evoluzione e avrà
quindi anche una fine”. (D.D.J.)
ENNA
L’Unità al Museo Alessi
“Frammenti siciliani” per i centocinquanta anni
ENNA. La mostra “Unità dʼItalia - 150° - frammenti siciliani”, inaugurata il 15 marzo ed aperta fino al 15 giugno prossimo, costituisce la prima delle iniziative di valorizzazione
del Museo interdisciplinare regionale Giuseppe Alessi di
Enna nella sua sede di Palazzo Varisano, riaperta il 14 luglio dello scorso anno con l'esposizione della collezione
del colonnello Di Martino, di una testa femminile di età flavia, di materiali archeologici di Centuripe, di reperti monetari di Agira e di altri oggetti.
La nuova esposizione, curata da Filippo Speranza e Giovanni Caraballone, sarà accompagnata da quattro conferenze di approfondimento e dalla pubblicazione di unʼopera che si propone di diventare molto di più di un sem-
plice catalogo: oltre alla presentazione della mostra, verranno infatti proposti i testi delle conferenze e la terza parte del progetto di valorizzazione che riguarda il Museo archeologico di Centuripe con la riproduzione di una statua
femminile di età imperiale (II-III) secolo d.C. che fa parte
del complesso degli Augustali. Lʼopera rifletterà quindi le
caratteristiche del nuovo Museo interdisciplinare, diretto
da Francesco Santalucia, la cui attività si articola tra Enna e Centuripe per la valorizzazione del patrimonio culturale di un vasto territorio.
La mostra sul 150° anniversario dellʼUnità dʼItalia, in particolare, si propone di narrare il processo di unificazione nazionale attraverso i frammenti siciliani del Risorgimento, un
insieme di immagini, lettere, documenti ufficiali e segreti,
libri, medaglie, manifesti, timbri, ceramiche e gioielli che
cercheranno di condurre il visitatore al di fuori della narrazione ufficiale dellʼUnità per una migliore com-prensione
delle sue reali dinamiche. Come scrive Fabio Fichera, an-
pagina 43
tropologo dellʼUniversità di Messina, “il visitatore potrà rendersi conto degli elementi di modernità dellʼIsola nello scenario preuni-tario e rimossi dalla retorica risorgimentale:
dalla Costituzione Siciliana del 1812 allʼordinamento giuridico fino alla florida classe di intellettuali, qui rappresentata attraverso gli opuscoletti di con-trabbando anti borbonici editi allʼestero. Dallʼaltro lato, emerge-ranno, invece, quegli elementi culturali intimamente nascosti dalla storiografia dai siciliani stessi al di fuori dai confini regionali: la corruzione dei pubblici uffici, lʼopportunismo e lʼarretratezza
culturale della nobiltà isolana disposta a sacrificare gli interessi della collettività pur di mantenere i privilegi di classe, un diffuso conservatorismo, una scarsa coscienza di
classe e le organizzazioni criminali”. Nellʼesposizione viene messo in rilievo anche il fenomeno “garibaldino” nelle
sue più profonde contraddizioni e si affrontano an-che le
prime forme di protesta contro il nuovo ordine costituito.
Carla Sfameni
posterweekend
23 MARZO 2012
come... dove... quando...
venerdi' 23 marzo
PACE DEL MELA
Auditorium Comunale ore
21, 'Ben Hur - una storia di
ordinaria periferia' di
Gianni Clementi, con
Paolo Triestino, Nicola
Pistoia, Elisabetta De Vito,
regia Nicola Pistoia.
NIZZA DI SICILIA. Al Naif
Risto-Pub alle ore 22
London Sixty - Beatles
Tribute Band, Live Music.
MUSICA
sabato 24 marzo
CATANIA. Al Dea
Bendata, Boca do rio in
brasilian live music,
musica brasiliana live.
Organizzazione: Boca do
Rio. Dalle ore 22
CATANIA. 'La patente' di
Luigi Pirandello, per la
regia di Marcello Sarta.
Teatro Garibaldi, ore 21
CATANIA. 'La Nave delle
Spose' di Lucia Sardo ed
Il suono della lamiera
APPUNTAMENTO INSOLITO quello che lʼAssociazione Musicale “Parthenia” propone alla Galleria dʼarte della Provincia di Messina martedì 27 marzo alle
17. Il concerto vedrà protagonisti i componenti del Laboratorio
Aperto Fatti Sonori, guidati da Dario Buccino, alle prese con un
repertorio nel quale figurano, tra gli altri, brani destinati a lamiere
dʼacciaio (ad esempio il preludio e Fuga “Ero già a me n.° 85”).
Lamiere soliste, dunque, ma anche in dialogo con il violoncello o
con la voce recitante dello stesso Buccino (ideatore del metodo
compositivo “corpocentrico” e “attocentrico” denominato HN). Il
pubblico, inoltre, sarà parte attiva dello spettacolo, partecipando
allʼesperienza diretta della fisicità che si fa suono (alcune composizioni recano lʼindicazione “per pubblico attivo”). Il concerto
verrà ripreso da una troupe del Centro di Cinematografia Sperimentale di Palermo, a cura di Chiara Andrich, per la realizzazione di un documentario sul sistema HN.
di Marco Olivieri
La scossa che sconvolse Messina
IL FILM “SCOSSA” RIEVOCA il sisma che stravolse Messina e Reggio Calabria il 20 dicembre 1908.
In quattro episodi – diretti rispettivamente da Carlo
Lizzani (“Speranza” con Lucia Sardo), Ugo Gregoretti (“Lungo le rive della morte” con Paolo Briguglia), Citto Maselli (“Sciacalli” con Massimo Ranieri e Amanda Sandrelli) e Nino Russo (“Sembra un secolo” con Gianfranco Quero) – si ricostruiscono i drammatici momenti post terremoto e i soccorsi inadeguati, da collegare allʼeterna emergenza dei baraccati, evidenziata nellʼultimo episodio, girato a Messina. Non potendo contare su imponenti effetti speciali, il film avrebbe dovuto valorizzare le invenzioni della sceneggiatura e la qualità visiva. Tuttavia,
rimane unʼoccasione mancata. Bravi gli attori ma il respiro cinematografico è debole, rendendo poco coinvolgente una storia che
ancora attende di essere raccontata.
In programma nella multisala Iris di Messina.
“Scossa” di C. Lizzani, U. Gregoretti, F. Maselli e N. Russo
libri
NOVARA DI SICILIA.
'Dedicato a Te' di Filippo
Ferrara. Teatro Riccardo
Casalaina alle ore 21
CATANIA. Alle ore
22.30, presso i Mercati
Generali, Calibro 35 live.
CATANIA. Impro-vice 1
- jazz contemporaneo al
Teatro Coppola. Ore 21
CATANIA. Calibro 35 e
Cesare Basile in 'Nero e
immobile', novella
catanese di cronaca
nera. Teatro Coppola
ore 17
ACI BONACCORSI. Al
teatro comunale
Sciascia spettacolo
'Mistero Buffo. Volume
2', con Dario Fo
nellʼinterpretazione di
Antonio Venturino. Ore
21
generale dellʼAzienda
Ospedaliera “PapardoPiemonte” di Messina
Armando Caruso. Il
centro di cura, sorto nel
tratto terminale di viale
Europa, prese corpo nel
1910 ovvero due anni
dopo il disastroso
terremoto del 1908.
L'ospedale venne
realizzato grazie ai fondi
raccolti dai cittadini
piemontesi dopo il tragico
evento tellurico che
sconvolse la vita degli
abitanti di Messina,
Reggio Calabria e dei
paesi limitrofi, causando
la morte di decine di
migliaia di cittadini.
TRECASTAGNI.'Cari e
Stinti', commedia di e
con Angelo Tosto,
Mimmo Mignemi,
Riccardo Trovato, regia
ancora di Tosto e
Mignemi. Teatro
Comunale ore 21
CATANIA. 'La Nave
delle Spose' di Lucia
Sardo ed Elvira Fusto.
Teatro Verga. Ore 21
PALERMO. Al Ccp
Agricantus 'Sopra un
palazzo c'è un cane
pazzo' il nuovo
spettacolo di Sergio
Vespertino. Ore 21
PALERMO. 'I Rusteghi'
del drammaturgo e
scrittore della Venezia
del '700 Carlo Goldoni.
Al Teatro Biondo Stabile
ore 21
MASSIMO RANIERI
IN CONCERTO
Massimo Ranieri
al Teatro
Metropolitan di
Catania venerdì
23 marzo, alle ore
21. Tappa del tour
Canto perchè non
so nuotare...da
500 repliche.
GIORGIA, TOUR FA
TAPPA AD ACIREALE
Al Palasport di
Acirealeore 21
Giorgia in
concerto.
Antonino Fiumara
MARIO BIONDI
AL METROPOLITAN
Mario Biondi in
concerto il 24
marzo al Politeama
di Palermo alle ore
21 e il 27 marzo al
Metropolitan di
Catania ore 21..
MESSINA. Concerto al Palacultura dell’enfante prodige
Fiumara, poesia al piano
Ha cominciato con una pianola giocattolo, oggi fa incetta di premi.
Storia di un talento che si prepara alla maturità senza lasciare la musica
BOOGIE BOOGIE
CON PINO DANIELE
Presso il Teatro
Metropolitan di
Catania giovedì 29
marzo alle 21.30
Pino Daniele in
concerto. Il suo
album più recente
è 'Boogie Boogie
Man' contenente
l'omonimo singolo
inedito e altri 10
suoi precedenti
capolavori.
MESSINA. Vincitore sempre. Eʼ davvero
difficile riuscire a far meglio. Si ritrova in
testa alle classifiche di ogni concorso
nazionale e internazionale a cui
partecipa. Lui è il giovane pianista
messinese Antonino Fiumara. Un vero e
proprio talento che il 22 marzo, ha
emozionato il pubblico del suo ultimo
concerto al Palacultura di Messina, tra le
note di Bach, Liszt, Chopin e Skrjabin.
Tra i suoi ultimi concorsi: “Lia Tortora” di
Latina, il “Concorso Pianistico Europeo”
di Villafranca Tirrena, il “Concorso
danza
Omaggio al “Piemonte”
MESSINA. Le intense
giornate di un ospedale
“raccontano” la vita e la
quotidianità di un popolo.
Anche per questo motivo
cʼè grande curiosità
attorno ad unʼopera che
presto verrà resa
pubblica. Verrà
presentato mercoledì 28
marzo alle ore 18,00,
presso la “Sala
GiuseppeSinopoli” del
Teatro Vittorio
Emanuele, il libro
intitolato “L'Ospedale
Piemonte“. Si tratta di
una monografia, curata
dall'architetto Nino
Principato, fortemente
voluta dal direttore
Elvira Fusto. Teatro Verga.
Ore 21
PALERMO. Al Ccp
Agricantus 'Sopra un
palazzo c'è un cane pazzo'
il nuovo spettacolo di
Sergio Vespertino. Ore 21
PALERMO. 'I Rusteghi'
del drammaturgo e
scrittore della Venezia del
'700 Carlo Goldoni.
Al Biondo ore 21
NON PERDERE
di Cesare Natoli
NUOVEVISIONI
centonove
musical
Silenzio, c’è Zappalà
CATANIA. Che la danza
abbia una sua particolare
logica metaforica, preverbale, pre-narrativa, è
un dato che non può
sfuggire a nessuno. Che
però uno spettacolo di
danza possa esser
costruito per intero a
partire da una
meditazione sul tema del
silenzio, è una
scommessa così grande
che necessita di vera
maturità artistica e che
nella sua ultima
coreografia, “Silent as”
(prodotta in
collaborazione con lo
Stabile Etneo e al debutto
a Scenario fino a
domenica 25 marzo),
Internazionale della città di San Gemini”.
Diverse le manifestazioni di grande
rilievo nazionale a cui ha preso parte,
come “La Maratona Listz” a Firenze, il
concerto organizzato dalla Fondazione
Rossini al Teatro Rossini di Pesaro, con
un totale di quattordici coppe e cinque
targhe. E già numerosi i suoi concerti tra
Messina, Roma e Firenze. Antonino
inizia i suoi studi di pianoforte allʼetà di 5
anni e da allora non teme rivali. Tutto
comincia quando la sua mamma gli
regala per Natale una pianola giocattolo
Robertò Zappalà ci pare
abbia abbondantemente
vinto. Accanto al
coreografo, come
sempre, il drammaturgo
messinese Nello Calabrò,
mentre la compagnia dei
danzatori appare quasi
del tutto rinnovata con la
presenza di Gaetano
Badalamenti, Jan
Brezina, Francesco
Colaleo, Maud de la
Purification, Liisa
Pietikainen,
Roberto
Provenzano,
Fernando
Roland Ferrer,
Ilenia
Romano.
Il tema è il silenzio,
dunque: ma se la
tessitura dello spettacolo
è legata al dispiegarsi di
motivi che al silenzio
riportano e alludono
(lutto, attesa, luce,
semplicità, leggerezza,
ritmo, ascolto, morte), il
centro propulsore della
danza appare una
concezione del silenzio
come parola assoluta,
primaria in una
comunicazione che vuole
aprirsi ed essere
autentica. Il
silenzio, come
dice la filosofa
Luce Irigaray, è «parola
della soglia», la prima
parola, la più densa
di senso, la
precondizione
pagina 44
linguistica, relazionale,
esistenziale, affinché
ascoltandosi
reciprocamente gli uomini
possano comunicare. Ed
è questa ricerca potente,
attenta, lacerante,
dʼautenticità che si rivela
la cifra essenziale della
danza di Zappalà nei suoi
ultimi sviluppi e molto al di
là dei percorsi che di volta
in volta propone e
percorre (“Re-mapping
Sicily, “Sud-virus”,
“Odisseo”): dismessa
ogni benché minima
gratuità retorica, i segni
tipici del suo linguaggio
coreografico, volta per
volta, si ripuliscono, si
affinano, si precisano in
vibrazioni registrate con
puntualità.
(P.R.)
Il ritorno del bandito Giuliano
CATANIA. A distanza di
pochi mesi dal successo
riscosso questa estate
come evento di punta del
cartellone siciliano de “Il
Circuito del Mito”, ritorna
in scena Salvatore
Giuliano, il musical tutto
italiano concepito da un
musicista siciliano, Dino
Scuderi, autore delle
partiture originali. Dopo
la prima tappa della
tournèe il 16 marzo al
Teatro Flavio
Vespasiano di Rieti, il
musical sarà dal 20 al 25
Marzo Teatro Alfieri di
Torino, il 26 marzo al
Teatro Comunale di
Cesenatico, il 30 al
Teatro Cilea di Reggio
Calabria e il 31al Teatro
Metropolitan di Catania.
Prodotto da Rosario
Coppolino e Antonella
Piccolo per Molise
Spettacoli, in
collaborazione con
Mediterrarea, Salvatore
Giuliano è affidato alla
regia di Giampiero Cicciò
e a due protagonisti di
primʼordine. A vestire i
panni di Salvatore
Giuliano sarà Giampiero
Ingrassia, mentre la
dolce e protettiva
Mariannina, sorella di
“Turiddu”, avrà
il volto di Barbara
Cola.
posterweekend
centonove
domenica 25 marzo
ACI BONACCORSI.
Al teatro comunale
'Leonardo Sciascia' di
Aci Bonaccorsi avrà
luogo lo spettacolo
'Mistero Buffo.
Volume 2', con Dario
Fo nellʼinterpretazione
di Antonio Venturino.
Ore 21
TRECASTAGNI.'Cari
e Stinti', commedia di
lunedi' 26 marzo
inesauribile verve, di
e con Angelo Tosto,
Mimmo Mignemi,
Riccardo Trovato,
regia ancora di Tosto
e Mignemi. Teatro
Comunale ore 18
CATANIA. Alle ore
21, presso il Teatro
Coppola (Via del
Vecchio Bastione, 9 Ct) musica con i
Brigantini.
CATANIA. 'La Nave
delle Spose' di Lucia
Sardo ed Elvira
Fusto. Teatro Verga.
Ore 21
PALERMO. Al Ccp
Agricantus 'Sopra un
palazzo c'è un cane
pazzo' il nuovo
spettacolo di Sergio
Vespertino. Ore 21
e gli suona “Tu scendi dalle stelle”. Da
quel giorno il piano diventa il suo
strumento, dal quale non si staccherà
mai più e “Tu scendi dalle stelle” diviene
il suo esordio al concerto dellʼasilo
allʼistituto “Leone XIII” di Messina, in cui
si aggiudica il primo tra i suoi primi
premi. Da allora non si è più fermato. La
sua formazione, conseguita sempre con
il massimo dei voti, dopo i primi cinque
anni prosegue con i successivi tre,
conclusisi a Roma al “Santa Cecilia”,
sotto la guida dellʼinsegnante Teresa
Garunchio. Si diploma, infine, nella
classe di questʼultima al Conservatorio
“L.Cherubini” di Firenze, con lode lʼanno
scorso. Istituto in cui proseguirà lʼanno
venturo per concludere il suo ultimo
bienno. Questʼanno Antonino, che
frequenta il 5° anno del liceo scientifico
allʼistituto S. Ignazio di Messina, ha
sospeso i suoi studi di musica per
dedicarsi interamente a quelli scolastici
per il conseguimento della maturità. Il
suo profitto è impeccabile, il massimo
dei voti anche lì. Il giovane musicista si è
dedicato con amore, devozione e
impegno, con risultati singolari alla sua
più grande passione: la musica,
continuando però ad impegnarsi molto
anche a scuola. «Ha da sempre diviso la
sua vita tra la sua città e quelle in cui si è
musicalmente formato. Fino al venerdì
andava a scuola – racconta il papà
Pietro – poi di sera partiva per tornare la
domenica. Negli ultimi cinque anni,
Antonino, ha viaggiato quasi tutti i
weekend e fino a qualche anno fa ero io
ad accompagnarlo sempre. Mia moglie
insegnando, il sabato lavora e per
questo non riusciva mai a venire con noi.
Abbiamo fatto tutti molti sacrifici per
portare avanti tutto questo ma ne è valsa
la pena. Le soddisfazioni sono state
tante, siamo felici e veramente
orgogliosi di Antonino».
Roberta Longo
CATANIA. 'La
Nave delle
Spose' di Lucia
Sardo ed Elvira
Fusto. Teatro
Verga.
Ore 21
SIRACUSA.
Presso la
Galleria Roma
in Piazza San
Giuseppe
INCONTRI
IL DIO DEI LEGHISTI
SECONDO CAVADI
Sabato 24 marzo
alle ore 17
nellʼAula Magna di
Palazzo Steri a
Palermo, Augusto
Cavadi discuterà
del suo libro “Il Dio
dei leghisti”
edizioni San
Paolo, Milano
2012. Partecipano
Giuseppe Leoni,
senatore della
Lega Nord e don
Cosimo Scordato,
docente presso la
facoltà teologica di
Sicilia. Introdurrà e
modererà il
dibattito, il docente
Andrea Cozzo.
COMUNICAZIONE
ECOLOGICA
Il Cesv, Centro
servizi volontariato,
organizza venerdì
23 marzo dalle ore
9.30, nella sede di
via La Farina n.7
(Messina) il
seminario “La
comunicazione
ecologica nei
gruppi di lavoro”
con Jerome Liss,
professore
ordinario allʼIstituto
di psicologia clinica
dellʼUniversità di
La Lolla
(Svizzera).
rassegne
Romeo apre i “Teatri Corsari” a Roccalumera
ROCCALUMERA. Ha preso il via il 16
marzo a Roccalumera con lo spettacolo
Post Mortem di e con Nino Romeo e
con la regia di Pippo Di Marca (nella
foto), la Rassegna nazionale di
drammaturgia contemporanea Teatri
Corsari che si svolge allʼAntica Filanda,
sede del CTS (Centro Teatrale
Siciliano). La
Rassegna proseguirà
il 30 marzo con
Essere e non essere,
scritto e diretto da
Pippo Di Marca quale
omaggio a Carmelo
Bene nel decennale
della morte. Il 13
aprile Nino Romeo,
pure protagonista
assieme a Graziana
Maniscalco, metterà
in scena Entro i limiti della media
europea, un oratorio in nero per le morti
bianche. Il 27 aprile Marinella
Manicardi, attrice di grande sensibilità,
da sempre impegnata sui temi che
riguardano la sfera femminile,
presenterà uno spettacolo divertente e
ironico scritto e diretto da lei titolato
Corpi impuri. Chiude la
Rassegna lʼ11 maggio
uno spettacolo tenero e
divertente, di area
palermitana, intitolato
Volevo dirti scritto da
Sabrina Petix e
interpretato oltre che da
lei stessa anche da
Serena Barone, Ester
Cucinotti, Caterina
Marcianò per la regia di
Giuseppe Cutino. Gi.Gi.
martedi' 27 marzo
Donne
e Fiori
nellʼarte.
Esposizione di
artisti
contemporanei
nel '900.
Nell'ambito
della
manifestazione
Luci a
Siracusa.
CATANIA.
'La Nave delle
Spose' di
Lucia Sardo
ed Elvira
Fusto. Teatro
Verga. Ore 21
PALERMO.
Sala Wenders
- ai cantieri
Zisa - sarà
proiettato
'Wholetrain',
nell'ambito del
cineclub 'La
deutsche vita'
con la nuova
rassegna dal
titolo 'I ragazzi
ci guardano'.
Per
informazioni
Tel. 091
6528680
23 MARZO 2012
mercoledi' 28 marzo
CATANIA. 'La
Nave delle
Spose' di Lucia
Sardo ed Elvira
Fusto. Teatro
Verga. Ore 21
PALERMO.
Marianna
Pizzolato sulle
note di Georg
Handel, Rossini
e Battista
TEATRO
Pergolesi,
insieme
all'ensemble di
strumenti antichi
'Alessandro
Scarlattiì diretto
al cembalo da
Ignazio Maria
Schifani. Teatro
Politeama
Garibaldi. Ore
21
giovedi' 29 marzo
CATANIA. 'La
Nave delle
Spose' di Lucia
Sardo ed Elvira
Fusto. Teatro
Verga.
Ore 21
PALERMO. Al
Goethe
Institute Cantieri
Culturali della
Zisa Supersax
Contest 1,
nell'ambito di
'Il suono dei
soli', 100 John
Cage Festival
internazionale
di musica
contemporane
a edizione
speciale. Ore
21
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Bentornato Vinitaly
Nicola Calì
Malaparte secondo Calì
La pelle del serpente
alla Laudamo fino al 25 marzo
DI GIGI GIACOBBE
MESSINA. Va in scena alla Sala Laudamo sino a
domenica pomeriggio 25 marzo La pelle del
serpente scritto e diretto da Nicola Calì che lo
interpreta pure assieme a Giovanni Boncoddo,
Simonetta Pisano, Gianni Di Giacomo e
Alessandro Santoro. Le scene sono di David Crea,
i costumi di Santino Macchia, le musiche originali di
Pippo Mafali, aiuto regia Daniele Cesareo per una
produzione Iudor. «Curzio Malaparte – scrive Calì
– alla fine della sua vita è malato. Ma qual è la
malattia? E qual è la cura? Mi sembra appropriato
partire dalle domande. Questʼuomo, Malaparte, a
me sembra proprio una domanda. Una domanda
continua, incessante. E meno essa è esplicita e più
mi sembra evidente. Anche la sua forza poetica e
letteraria sembra essere tutta animata da segrete
domande. Cʼè qualcosa – continua Calì - di
ineffabile dietro il suo stile sontuoso, tagliente e
spietato. Cʼè una molla potente che fa scattare la
sua espressività, la voglia di raccontare, lʼindagine
misteriosa sul bello, la forza di guardare in faccia
una verità non proprio comoda. Cʼè una domanda.
Da fare alla Vita stessa. Ed è la Morte. Eʼ questa
domanda – conclude Calì - formulata con le parole
di un grande scrittore come Curzio Malaparte che
mi spinge e mi guida. Da essa nasce La pelle del
serpente ». Così scrive Curzio Malaparte nel suo
romanzo La pelle: «Simile a un osso antico,
scarnito e levigato dalla pioggia e dal vento, stava il
Vesuvio solitario e nudo nellʼimmenso cielo senza
nubi, a poco a poco illuminandosi di un rosso lume
segreto, come se lʼintimo fuoco del suo grembo
trasparisse fuor della sua dura crosta di lava,
pallida e lucente come avorio: finché la luna ruppe
lʼorlo del cratere come guscio dʼuovo, e si levò
estatica, meravigliosamente remota, nellʼazzurro
abisso della sera. Salivano dallʼestremo orizzonte,
quasi portate dal vento, le prime ombre della notte.
E fosse per la magica trasparenza lunare, o per la
fredda crudeltà di quellʼastratto, spettrale
paesaggio, una delicata e labile tristezza era
nellʼora, quasi il sospetto dʼuna morte felice».
pagina 45
SI APRE SOTTO I MIGLIORI auspici la 46° edizione
del Vinitaly che aprirà i battenti questo sabato. Sono
stati da poco pubblicati infatti gli ultimi dati Istat riguardanti le nostre esportazioni allʼestero e il comparto del vino dopo un buon 2010 nel 2011 è davvero
esploso. Infatti a superato i 4,4 miliardi di euro il valore dellʼexport enologico italiano nel 2011 per un incremento superiore al 12% in valore rispetto al 2010.
Con queste premesse anche i produttori siciliani affronteranno questa importante manifestazione, la più
importante al mondo questʼanno con più serenità rispetto agli anni passati. Altra novità il Vivit è il salone
che quest'anno Vinitaly dedica, per la prima volta, ai
vini naturali prodotti da agricoltura biologica e biodinamica. I vini prodotti da agricoltura biologica e biodinamica stanno incontrando sempre più l'interesse dei
consumatori. Tra i produttori siciliani presenti a Vivit la
cantina di Alberto ed Elena Aiello Graci e quella di
Arianna Occhipinti. Come al solito sarà il padiglione 2
proprio vicino allʼingresso principale ad ospitare la Sicilia una nutrita pattuglia di circa 200 produttori siciliani che rappresenteranno il meglio del comparto vitivinicolo. Tra le manifestazioni da non perdere la degustazione di sabato a Palazzo della Ragione in partnership con Wine Spectator che riunisce le migliori 100
cantine italiane scelte dalla famosa rivista americana
e Taste Italy, lʼiniziativa dedicata agli operatori esteri,
che ora ha un partner dʼeccezione, a scegliere 100 tra
i migliori vini nazionali da questʼanno è Daniele Cernilli, alias Doctor Wine, direttore dellʼomonima rivista.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Tagano di Aragona
PIATTO TIPICO del periodo pasquale. Anticamente veniva cotto dentro ù tìano (in siciliano) tegame
d'argilla che veniva rotto per sformare la pasta. Veniva preparato il venerdì santo per essere consumato il lunedì di pasquetta. Ingredienti: 800 g di rigatoni, 8 uova, 300 g carne tritata, 200 g estratto di pomodoro, una cipolla, 200 g piselli, 100 g di tuma, 100
g pecorino grattugiato,100 g pangrattato, olio, sale,
pepe. Con l'estratto, la cipolla e il tritato, preparare un
sugo di ragù, che si lascerà insaporire per un'ora. Cucinare i piselli in tegame con un poʼ di cipolla tritata e
olio. Lessare i rigatoni in abbondante acqua salata,
scolarli al dente e condirli con il sugo di ragù e la carne. Sistemarli, quindi, in un tegame di coccio, unto di
olio e spolverato di pangrattato, alternando alla pasta fette sottili di tuma, pisellini e parte delle uova sbattute con il pecorino grattugiato. Chiudere con la tuma a fette, versare sui rigatoni le uova sbattute e una
manciata di pangrattato e passare a forno caldo per
circa venti minuti. Sullo sformato si formerà una spessa
crosta bruno dorata.
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posterlettere&...
23 MARZO 2012
MESSINA DRASTICA di Fabio Amato
HERITAGE
Mafia e politica, ma quale concorso esterno
Rotatorie, che spasso
DI FRANCESCO PALAZZO
MESSINA. C'è una canzone di De
Gregori che dice: "Ma dove vanno i
marinai?" ... Pensavo, l'altro giorno mentre ero in
macchina in Via Garibaldi: "Ma dove vanno i
Messinesi? " La via Garibaldi alle 9 ed alle 16
sembra un unico casello dell'auto sole il 14 di agosto.
L'esodo dei Messinesi! Ma dove cazzo vanno?
Arrivano alle 19 a piazza Cairoli e ritornano indietro.
Io faccio l'assicuratore e quindi spesso sono in giro
per andare dai clienti. Ma a Messina fanno tutti gli
assicuratori? Speriamo di no, altrimenti io e quei
pochi amici-colleghi non faremmo più un polizza. Se
ci fate caso poi, percorrendo la Via Garibaldi si arriva
alle famose rotatorie, fatte in tutta le città del mondo
per snellire il traffico, ma a Messina le rotatorie
hanno, per il traffico, lo stesso effetto, che ha la pasta
'ncaciata, gli arancini, i pitoni, e la beneamata
focaccia per il nostro giro-vita, non snellisce per
niente. Nelle rotatorie della nostra città succede di
tutto. Innanzitutto ancora non hanno capito che chi è
dentro la rotatoria ha la precedenza e non chi viene
da destra, mica siamo in Gran Bretagna! Nelle
rotatorie messinesi c'è gente che si ferma in seconda
fila, perchè è facile parcheggiare e c'è anche spazio
per la terza fila. Alcuni si fermano e vanno a fare la
spesa, oppure vanno a prendere il caffè, altri
organizzano una partita di calcetto. Ho visto persone
che arrostivano braciole e salsicce, altri che
vendevano frutta e verdura, gente che dorme, altri
che guardano la televisione, ci sono pure ragazzi che
con la macchina ferma e lo stereo acceso ballano, ed
alcuni più audaci stanno organizzando serate
danzanti. E' una città dentro la città. Le rotatorie sono
le nostre isole felici, i nostri punti di incontro e di
smistamento. Nelle giornate di pioggia, siccome la
pendenza fa ristagnare l'acqua le mamme portano i
bambini ai corsi di nuoto, mentre loro vanno a fare
acqua-gym . E i papà? fanno scuola di vela.
Abbiamo valorizzato le rotatorie. Inoltre, nelle
rotatorie suonano tutti Infatti si sta pensando di
organizzare dei concerti gratuiti per la cittadinanza.
Adesso ho capito perchè i messinesi sono tutti in
macchina, per andare nelle rotatorie. Lì il
divertimento è assicurato. Ed è per questo che noi
assicuratori stiamo studiando una polizza ad hoc
contro i rischi nelle rotatorie 24hs/24hs, all - inclusive,
e senza franchigia. Bumm. Se cercate qualcuno
andate nelle rotatorie! Il momento più bello è
comunque durante i periodi di festa. In questi
momenti succede di tutto, perche tutti vanno nelle
rotatorie, ed allora non si circola più . Evviva e viva le
rotatorie, che ci fanno tornare bambini, facendoci
giocare a girotondo.
ECOLOGIA E AMBIENTE
DIBATTITI
centonove
NON CI CREDE PIUʼ NESSUNO al concorso esterno in associazione mafiosa?
Ci credono senza dubbio, dall'unità d'Italia ad oggi, le associazioni mafiose. E
questo dovrebbe bastare per crederci anche noi. Lo abbiamo ripetuto sino alla
noia. Senza un gradimento esterno, che può andare dalla semplice collusione alla
vera e propria correità, di personaggi che gravitano nella cosiddetta area grigia, le
mafie avrebbero avuto breve vita. Le mafie, Cosa nostra in particolare, prima ha
servito la politica, poi se ne è servita. La politica, prima ha avuto in mano la barra
del timone, poi si è fatta sopraffare dalle cosche. Dal dopo stragi, cioè dal biennio
1992-93, il rapporto mafia-ambienti esterni si è fatto più magmatico, meno diretto.
E, per tale motivo, ancora più pericoloso. Seguire i soldi e gli interessi e molto più
complicato che andare dietro alle tracce di sangue. Quest'ultimo ventennio,
contraddistinto dalla cattura di latitanti eccellenti e anche da condanne altrettanto
importanti di pezzi della classe dirigente dell'isola proprio per concorso esterno,
che ormai hanno il bollo dell'ultimo grado di giudizio (a proposito del fatto che non
ci crede più nessuno), doveva rispondere alla necessità di tranciare i rapporti tra la
galassia mafiosa, da un lato, la politica e l'economia, dall'altro. Ci ha tentato la
magistratura, alla quale però, come vediamo, basta un risultato avverso in un
processo, peraltro non ancora conclusosi, per essere messa alla berlina. Non ci
ha provato per niente la politica. Che sta sempre sulla soglia dei tribunali per
commentare condanne o assoluzioni. Non mancando mai, non so se ci avete
fatto caso, non appena un pezzo grosso viene indagato o rinviato a giudizio, di
fargli arrivare la propria solidarietà. Come se la magistratura fosse un ordine
eversivo che ogni tanto si mette a perseguitare ingiustamente qualcuno. Il risultato
di tutto questo è davanti ai nostri occhi. Da un secolo e mezzo, la lotta alla mafia
segue più gli umori, l'emotività, la convenienza politica e non i ragionamenti
coerenti basati sui fatti. Certo, ogni tanto, qualche ora prima di tutte le scadenze
elettorali, il solito buontempone si esce fuori il codice etico. Che non serve a nulla,
se non a perdere tempo e, in qualche caso, pure la faccia. Visti i figuri che si
continuano a mettere nelle liste, in barba a qualsiasi eticità. Sia chiaro, anche la
magistratura non è che scherza in quanto a scontri tra fazioni. Al momento, pare,
le correnti sono due. C'è chi preferisce soltanto addebitare singoli reati ai colletti
bianchi, ritenendo in tal modo, pur facendo meno rumore, di ottenere il massimo
risultato finale. C'è chi invece, davanti a quadri probatori abbastanza rilevanti,
pensa che sia corretto ricorrere al concorso esterno in associazione mafiosa. E ci
sono state condanne e assoluzioni sia in un caso che nell'altro. Mica i processi
devono concludersi tutti allo stesso modo. Invece, a seconda che si condanni o si
assolva si alza il solito polverone, In un senso o in un altro. Si fanno due passi in
avanti, ma solo apparenti, se le procure vincono, e poi, siccome c'è una sentenza
contro, se ne percorrono quattro indietro. Sino al prossimo responso sfavorevole
all'imputato. E allora si farà un'altra virata. A chi faccia bene questo tipo di
andatura sinusoidale nella lotta alle cosche è semplice capirlo. Certamente non ci
guadagna la democrazia, sicuramente ci guadagnano le mafie. Da tanto tempo,
da più parti, si chiede al legislatore di tipizzare meglio questo tipo di reato. Ma non
è mai il momento giusto. Una volta perché c'è la maggioranza di centrodestra
larga e si teme uno stravolgimento della fattispecie di reato. Un'altra volta perché
c'è sì un governo di centrosinistra, ma siccome i numeri sono scarsi, allora si teme
di non farcela. Ora c'è il governo tecnico. Ma il ritornello è lo stesso. Meglio non
toccare niente. Insomma, il parlamento non si vuole occupare di un reato che
coinvolge spesso la politica. Non l'ha fatto ieri, non lo fa oggi, probabilmente non lo
farà nemmeno domani. Lo scioglimento del nodo mafia-politica, così facendo,
rimarrà tutto sulle spalle della magistratura e sulla mutevolezza di giudizio delle
singole corti giudicanti. Il potere mafioso, non mancherà di apprezzare.
Cultura, crescita,
occupazione
DI SERGIO BERTOLAMI
MESSINA. «I governi, nessuno escluso e opposizioni
incluse, hanno sempre considerato la cultura come optional polveroso, obsoleto e
noioso, gestito da intellettuali queruli, vittimisti e fumosi, dotati di scarso senso della realtà, ma afflitti da inspiegabili complessi di superiorità… Credo sia giunto il
momento di mettersi a pensare cosa e come fare concretamente, di tentare una
road map». Ernesto Ferrero interviene nel
dibattito sviluppatosi intorno al Manifesto
per una costituente della cultura lanciato
dal Sole24Ore. Scopo dellʼiniziativa è portare sul piano economico quanto ancora
legato ad una mera concezione educativa
e pedagogica. Oggi il termine "cultura" implica istruzione, conoscenza, ricerca
scientifica, arte, tutela, occupazione. Pertanto: niente cultura, niente sviluppo. Heritage sempre ha evidenziato questa condivisibile linea, sostenendo che il comune
sentire dovesse allargare i propri confini,
contro gli analfabeti di ritorno che concorrono a dissipare il tesoro comune. La Commissione europea parla chiaramente di “industrie culturali e creative”. Possono fare
riferimento ad una molteplicità di risorse,
in gran parte inutilizzate, quale potenziale
di crescita e di occupazione. La ricchezza
e la varietà delle culture presenti in Sicilia
ci rendono partner privilegiati di progetti
europei di vasto raggio dʼazione. Ciò nonostante, necessita individuare come investire questo ereditario valore aggiunto.
Il centro della questione è lo sviluppo delle competenze nella valorizzazione del territorio e nellʼutilizzo della rete informatica.
Rendendoci partecipi della nuova visione
digitale, è possibile superare gli oggettivi
vincoli geografici. Lʼacquisizione di nuove
capacità stimolerebbe la domanda dei
mercati, desiderosi di contenuti appropriati e di prodotti differenziati e qualificati. Il
dialogo interculturale migliorerebbe. Ne risulterebbe una società fondata sulla conoscenza, capace di comunicare valori
sinceri.
[email protected]
di Anna Giordano
Stretto, comandanti coraggiosi
CONOSCENDO LA SERIETAʼ professionale del Comandante Samiani, che sovrintende il sistema VTS dello
Stretto di Messina, immagino il suo immenso sconcerto
nel sentire il silenzio come unica risposta alle chiamate fatte ripetutamente alla nave che se ne andava a zonzo, dritta sugli scogli, nella notte di sabato. Lui e il suo personale, che sotto la sua guida opera 24 ore su 24 perché la sicurezza sia rispettata, trovarsi di fronte a rotte sbagliate e
foriere di disastri e un silenzio assordante, deve essere
stato un incubo. Il Comandante Samiani ha operato perfettamente, e come lui, anche il Comandante Musolino della Capitaneria di Porto, efficienza che incrementa il mio rispetto e la mia stima nei confronti anche degli enti che rappresentano e dirigono. Per fortuna lʼimpatto è stato senza
conseguenze, nave vuota, non una petroliera, e senza vit-
time né sversamenti nel delicatissimo
mare di questo luogo magico. Saranno
le indagini della Magistratura e della Capitaneria di Porto ad accertare le cause,
nel frattempo si tira tutti, un sospiro di sollievo, non senza dover chiedere che a
questo punto si intensifichino i controlli
sulle navi, anche solo un etilometro da farsi a bordo, come si fa sulle strade, dei comandanti o chi per loro sia in
quel momento al comando della nave.
Mezzi e uomini sono sempre pochi, e fanno ciò che possono, e di questo gliene saremo sempre grati: lavoro difficile in un contesto difficilissimo e un crescendo di illegalità
che si diffonde a macchia dʼolio ovunque, anche sul mare. Ricordo tanti anni fa un incidente con una piccola petroliera, parliamo della metà degli anni 80, e centinaia di
Gabbianelli (un gabbiano che da noi migra e a volte sverna, con abitudini pelagiche), incatramati come non mai e
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trovammo anche dei Gabbiani comuni morti, color della
pece. Osservo lo Stretto di Messina con i suoi colori magici, le berte maggiori e minori che sfiorano con le ali la superficie del mare, il salto dei Tursiopi e delle Stenelle e ricordo il branco di Globicefali e poi tre Grampi anni fa, mentre contavamo le rondini e le cicogne, e poi ancora fanelli
e tanti altri uccelli che migravano sopra le nostre teste.
Unʼapparizione rara i Grampi, cetacei schivi e difficilissimi
da vedere. Un mondo di esseri viventi che popolano le nostre acque, accompagnati in primavera ed autunno dal volo degli uccelli che a volte, in queste stesse acque, periscono, incapaci di proseguire oltre o sbattuti dal vento impetuoso. Immagino quante altre volte il comandante Samiani e il comandante Musolino abbiano evitato tragedie,
tra controlli ferrati e richiami al rispetto delle norme, tra verbali redatti e indagini. Non fermatevi mai e sappiate che la
gente che ama questo mare, vi ringrazia di cuore, anche
a nome degli animali che non possono farlo.
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centonove
ALFABETO MINIMO
di Giovanni Merenda
ELIODORO
Alfano, i gay e le manette di Tanzi
A COME ALFANO.
Alfano dice che se andrà al
potere la sinistra ci saranno le
nozze gay e le coppie di fatto
avranno pari diritti.
Mi ricorda Fanfani e il referendum
sul divorzio... attente donne, i
vostri mariti vi lasceranno...
Angelino ma tu pensi che i timori
degli italiani siano: oddio, le
nozze gay...? I timori degli italiani
sono: come faccio a pagare il
mutuo oppure dove lo trovo un
altro lavoro a 50 anni.
A come angeli.
Circonvenzione di incapace è
l'accusa contestata a don Vito
Caradonna, 37 anni, parroco
della borgata di San Leonardo, a
Marsala. Chiese il denaro
dicendogli che gli serviva per la
chiesa e perché "doveva darlo
agli angeli". Ma gli angeli hanno
smentito dicendo di non aver mai
ricevuto la loro parte della
mazzetta.
B come Bersani.
Bersani dice ad Alfano: "Se
siamo in campagna elettorale
ditelo."
E lo chiede proprio ad Alfano?
Non può accorgersene da solo?
B come Bossi.
Bossi torna al vecchio cavallo di
battaglia della Padania: "Si farà a
tutti i costi - dice - Noi non
rinunceremo mai alla nostra
libertà: siamo stanchi del vecchio
centralismo romano. Se non ci
liberiamo siamo destinati a finire
male". "Non c'è esercito che
tenga contro il popolo", conclude
mentre dagli spalti del Palazzetto
dello sport di Collegno i militanti
urlano: "Umberto ti vogliamo
bene, sei il più grande". Ma vi
rendete conto? Quello con
quattro gatti spelacchiati e avidi,
con le pancia strabordanti dalla
cintura e le corna di bue sulla
testa, parla ancora di secessione
della fantomatica Padania.
C come Cammarata.
"Vorrei precisare a beneficio dei
cittadini che dovranno scegliere il
prossimo sindaco di Palermo che
ci sarà certamente discontinuità
tra la mia amministrazione e
quella che verrà". Lo afferma l'ex
sindaco di Palermo Diego
Cammarata.
Finalmente, se corrisponde a
verità, una buona notizia per i
palermitani.
C come coltello.
Successo a Treviso. Da due mesi
non la vuole dare alla moglie. Lei
sospetta che lui abbia una altra e
lo insegue con un coltello. Non
sappiamo se per ucciderlo e per
tagliargli la minchia. Per la serie:
O la dai a me o non la dai a
nessuna. Agghiacciante per noi
maschietti.
C come corruzione.
Il presidente del consiglio
regionale lombardo, il leghista
Davide Boni, è indagato dalla
Procura di Milano per corruzione.
Ecco, qua al sud non c'è rimasto
nemmeno il primato dei
consiglieri regionali indagati. La
Lombardia ha sorpassato la
Sicilia.
F come FIAT.
La Fiat sta sparendo come quote
di mercato in Europa. Fiat amen.
G come gasolio.
A Palermo, scoperto distributore
benzina abusivo. Vendeva
gasolio a prezzo da record: 1,10
euro al litro. Scovato da finanzieri
in borghese che si sono finti
clienti.
Ad averlo saputo prima...
L come Lapo.
Lapo in panne con la sua Ferrari
mimetica (Ferrari mimetica????)
in autostrada perché ha finito la
benzina. Impagabile.
M come Mentana
Mentana dice che i suoi colleghi
non criticano mai la Fiat perché in
cambio del loro silenzio la ditta gli
da gratis le macchine in uso.
Bravo Mentana a svelare gli
altarini della stampa italiana.
Ma magari avremmo preferito che
lo facesse un giornalista che
poteva avere in uso le macchine
dalla Fiat e ha rifiutato.
Mentana, cari amici, non ha la
patente di guida. E non perchè
gliela abbiano ritirato. Per scelta.
M come ministri.
Monti, ma sei sicuro che non c'era
di meglio in giro, magari con la
lingua meno lunga? D'accordo
paragonati a quelli di prima fanno
la loro figura, ma in assoluto...
M come miracoli.
Rita, una maga cartomante di
Capodrise in provincia di Caserta
dei poteri soprannaturali deve
averne davvero. E' riuscita a
tenere in vita, almeno per quanto
riguarda l'INPS, il marito morto nel
1978 e il convivente morto quattro
anni fa e ne ha riscosso le
pensioni.
P come processo Mills.
Arrivata la prescrizione come si
immaginava. Silviuccio loro ha
vinto, la giustizia italiana ha perso.
Che tristezza! I soldi comprano
proprio tutto se ti puoi pagare gli
azzeccagarbugli specializzati nel
far perdere tempo e poi di tuo ci
metti le leggine fatte su misura.
R come rapine.
Rapinava le farmacie con la sua
mamma. Arrestati dopo l'ennesimo
colpo. Il figlio cocainomane
minacciava il titolare con un
taglierino e fuggiva con l'incasso.
La donna, fingendosi cliente,
simulava un malore per non far
scattare subito l'allarme. Esempio
di impresa a conduzione familiare.
T come Tanzi.
Naturalmente non provo nessuna
simpatia per Callisto Tanzi dopo
quello che ha fatto.
Ma chi è stato il genio che gli ha
messo le manette quando lo hanno
portato nell'aula del tribunale col
sondino naso-gastrico, sorretto dai
carabinieri perché non ce la fa a
camminare?
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
L’inutile vivisezione
MESSINA. Mentre la Lega Anti-Vivisezione invade le
piazze italiane per raccogliere firme contro la
sperimentazione animale, si accende la polemica tra le
associazioni animaliste e quei medici veterinari che
ancora difendono i test sugli animali e protestano contro
i tentativi di formulare e proporre al Senato un
emendamento più restrittivo in merito agli esperimenti
condotti su esseri viventi. In Italia, per legge e volontà
scientifica, è stato già preso atto della validità di metodi
alternativi, non fondati sullʼimpiego di animali, ma cʼè chi
si ostina a difendere lʼirrinunciabilità della vivisezione.
Su quali basi? Pare che tale forma di sperimentazione
sia attuata con tutte le garanzie previste e stabilite dalle
leggi moderne e che non si possa farne a meno nel
campo della medicina: se si vuole che per gli ammalati
23 MARZO 2012
si arrivi a terapie sempre migliori, il
coinvolgimento e sacrificio degli animali
diviene quasi una necessità. Questo
ritratto non ha tuttavia convinto gli amanti
degli animali. La LAV, ben poco
persuasa, ha confermato e continua a
confermare le proprie posizioni, ribadendo gli errori ed i
ritardi causati nella scienza dallʼutilizzo degli animali.
Esiste una “buona” sperimentazione? Vengono prese
tutte le accortezze possibili per garantire il benessere
delle cavie nei laboratori? Ogni anno muoiono nel
mondo centinaia di migliaia di esemplari e la buona
parte dei farmaci non supera le prove cliniche, con
conseguente spreco di risorse umane e fondi investiti
nella produzione di dati inutilizzabili. Ha argomenti più
validi chi parla di evoluzione della ricerca o chi parla di
inutile degradazione degli esseri viventi ad oggetti e
merci deperibili?
pagina 47
Il mutevole senso della legalità
CATANIA. Un consigliere
indagato per presunti
collegamenti con la mafia
catanese non è degno di
tornare a sedere al suo posto
a palazzo Minoriti, sede della
Provincia di Catania,
nonostante gli siano stati
revocati da tempi gli arresti
domiciliari. Lo afferma il
presidente Giuseppe
Castiglione, novello paladino
della legalità, che si affida
non alle legge ma a criteri
personali di opportunità. "La
politica deve avere la capacità
di compiere scelte ed
assumere posizioni che le
consentano di essere, ma
anche di apparire, onesta.
Così la politica potrà riavviare
quel percorso di riconquista
della fiducia e della credibilità
da parte dei cittadini". Parole
da Vangelo, verrebbe da dire,
ma, fanno notare due
consiglieri, Marletta e
Tomarchio dell'estrema
sinistra, come il termine di
legalità per Castiglione sia
alquanto "ad personam". La
stessa severità e la censura
politica, ad esempio, non vale
per il suo assessore Mimmo
Rotella, non semplicemente
indagato, ma bensì già
condannato in primo grado a
due anni e sei mesi per il
famoso "buco" nel bilancio del
Comune di Catania dove era,
in una delle sue tante
peregrinazioni, tra enti e partiti,
diversi, assessore, manco a
dirlo.
150 PAROLE DA PALERMO
Annunciazione metropolitana
VIVO IN UN QUARTIERE di Palermo dove la dispersione scolastica è alta, il tasso di disoccupazione elevato, il possesso
di tre stanzette, per tante famiglie, un vero miraggio. Anche
in una zona così disastrata è comunque possibile scorgere
segni di speranza. Una speranza colorata: Centro Arcobaleno, così si chiama il luogo dove Anna, missionaria laica, con
lʼaiuto di altre signore, accoglie i ragazzi di strada, li fa giocare a calcetto, li aiuta a fare i compiti. Questo, di giorno. Di
sera si occupa dei barboni: offre coperte e un pasto caldo. A
volte li accoglie nel centro. A qualcuno, riesce persino a trovare unʼoccupazione. Come a un ragazzo siriano, che ora lavora in un panificio. Questo ragazzo ogni tanto torna a trovarla: la chiama “mamma Anna”. Perché i figli non sono generati solo da utero e sperma, ma nascono nel nostro cuore.
Grazie Anna, vergine e madre. Donna davvero speciale.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Italia, in ricchezza e povertà
MESSINA. Leggo da un comunicato stampa che
alcune associazioni hanno promosso le celebrazioni
per il 151 anniversario della resistenza da parte dei soldati
borbonici assediati dalle truppe piemontesi nella Real Cittadella di
Messina. Naturalmente ognuno è libero di ricordare gli eventi nei
quali sente di riconoscersi maggiormente. L'unità d'Italia non è un
dogma. Si può e si deve ridiscutere ogni giudizio storico anche il
più consolidato. Io, per esempio, ho più volte ricordato su questo
giornale l'importanza dell'unificazione italiana e alcune figure di
patrioti italiani meno noti al grande pubblico come il sacerdote
Giovanni Krymi morto nel 1854 nel Bagno di Santa Teresa a causa
delle pesanti condizioni di detenzione. Il punto non è questo. Si
tratta di capire piuttosto se la nascita dello Stato italiano si è
rivelato complessivamente un vantaggio per le popolazioni
residenti nei diversi Stati preunitari oppure no. Nel testo di
Giovanni Vecchi, “In ricchezza e povertà. Il benessere degli italiani
dall'Unità a oggi”, Il Mulino, di cui consiglio la lettura, si possono
ricavare dati difficilmente discutibili. Negli ultimi 150 anni le
condizioni di vita degli italiani sono cambiate radicalmente e
notevolmente in meglio: istruzione, salute, nutrizione, statura,
reddito, disuguaglianza, povertà. Nonostante (dagli anni 80 in poi)
l'Italia stia facendo passi indietro, non è il caso di rimpiangere i
sovrani borbonici del sud (come la Padania del nord).
[email protected]