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Coordinato da Organizzato da Area Tematica – n. 2 – Tram e Treni nelle aree metropolitane L’INSERIMENTO DELLE TRAMVIE NEI CENTRI STORICI: UNA RASSEGNA E IL CASO DI FIRENZE Alessandro Fantechi – Presidente AMT Toscana ([email protected]) Giovanni Mantovani – Libero Professionista ([email protected]) 1 I TRAM NEI CENTRI DELLE CITTÀ Il cosiddetto rinascimento tramviario, manifestatosi negli ultimi decenni in vari Paesi non solo europei, non è stato privo di problematiche e contrasti; uno dei temi più importanti è stato quello del reinserimento dei binari nei centri delle città, spesso caratterizzati da viabilità non ampie e da contesti urbani monumentali o comunque meritevoli di tutela. Va subito ricordato che il tram moderno è diverso da quello che una volta circolava in modo pervasivo nelle città, con piccole vetture sparse su molte linee: è un tram necessariamente più grande (più lungo) per soddisfare obiettivi di capacità di trasporto e di economia di esercizio, quindi per certi versi più difficile da inserire in spazi limitati, ma lo si immette solo in pochi itinerari aventi funzione di linee forti, ai quali dedicare tutte le necessarie attenzioni, lasciando ad altri mezzi il compito dell’adduzione/distribuzione. La tramvia si qualifica dunque come confortevole sistema intermedio tra le metropolitane e gli autobus, adeguandosi flessibilmente alla natura delle zone urbane attraversate: metrotram o convoglio con cauta marcia. E l’innovazione tecnologica ha permesso di eliminare aspetti negativi che vengono tuttora imputati ai tram, portando a ritenerli quindi inadatti alla loro circolazione nei centri delle città. Basti ricordare che sono stati sviluppati 1 di 22 armamenti in grado di ridurre fortemente la trasmissione di vibrazioni e di permettere agevoli manutenzioni, che un complesso di accorgimenti rende la marcia silenziosa, che è possibile eliminare la linea aerea di contatto, quando abbia un impatto visuale negativo o comunque interferisca con le presenze ambientali. Un altro aspetto considerato negativamente nel passato, la sottrazione di spazio alla circolazione veicolare ordinaria, non è più tale perché è ormai prevalsa la consapevolezza dei molti effetti negativi del traffico urbano e della necessità di un efficiente ed efficace trasporto pubblico; ciò ha per logica conseguenza limitazioni del traffico nelle zone centrali, permettendo così la realizzazione di corsie o strade riservate ai tram. Il tram è invece compatibile in genere con le zone pedonali, percorse con adeguate limitazioni di velocità, e può renderle ben accessibili; contrariamente a quanto si pensa di primo acchito, il tracciato obbligato e il transito cadenzato offrono ai pedoni maggiore sicurezza rispetto a una circolazione aleatoria di veicoli a guida libera. Il centro di una grande o di una media città ha assoluto bisogno di un trasporto pubblico capace e di qualità; difficoltà di spostamento per chi vi risiede o per chi intende fruire dei servizi e delle attrattive del centro possono portare al suo snaturamento, alla perdita di quel mix di funzioni che è suo fondamentale valore. Se il centro non è di piccola estensione, il mezzo di trasporto forte deve entrarvi, perché non vi sarebbe qualità se l’utente dovesse lasciare il mezzo ai bordi e fare un lungo percorso a piedi o cambiare mezzo, col conseguente disagio e tempo di attesa.1 L’inserimento di una tramvia nelle zone centrali di una città e in particolare in quelle storiche non è comunque sempre semplice e richiede spesso un’approfondita attività di progettazione, da svolgere comunque sulla base di una valida analisi trasportistica e di uno scenario di rete. Occorre un team interdisciplinare e deve essere prestata molta attenzione alle specificità di ciascun caso. Non vanno scartate a priori soluzioni particolari, quale per esempio una breve tratta a binari interlacciati. Quando il passaggio in superficie si rivela realmente impossibile, una tratta in galleria può essere la soluzione per servire il centro, se fattibile sotto gli aspetti costruttivo e funzionale, ma anche economicamente sostenibile. Va infine ricordata l’importanza dell’associazione di interventi di riqualificazione urbana alla realizzazione di una tratta tramviaria, come ci hanno insegnato molte realizzazioni francesi. Ciò vale anche nelle zone centrali, dove tali interventi richiedono però particolare cura e rispetto dei valori storici. 2 ALCUNI CASI IN EUROPA Si descrivono sommariamente alcuni casi di linee tramviarie che servono i centri storici di città europee, con soluzioni sia in superficie sia sotterranee, senza alcuna pretesa di essere esaustivi né di aver scelto i casi più significativi. 2.1 Grenoble Dopo la città di Nantes, che segnò il ritorno al tram nell'Esagono, Grenoble (160.000 abitanti nel territorio comunale, quattro volte di più in tutta l’area metropolitana) fu la prima città francese a inserire il transito dei tram nel centro storico, nel 1987, con caratteristiche oggi tipiche di questi inserimenti: pedonalizzazione, curve strette da percorrere a bassa velocità, fermate vicine per servire meglio i punti di interesse, e attenzione al design del veicolo: il TFS-2 di Alstom (Tramway Français Standard), prima applicazione mondiale di un tram a pianale parzialmente ribassato per 1 Talvolta si minimizza il problema di un percorso a piedi che superi i 5-6 minuti, pensando magari al turista e trascurando le esigenze di chi non è in buone condizioni fisiche, o deve farlo due o quattro volte al giorno, pressato da impegni di vario genere. E si propongono soluzioni inadatte a forti flussi di passeggeri, come lo scambio con linee di bussini al servizio del centro, veicoli con un elevatissimo costo d’esercizio per passeggero, che richiederebbero frequenze impraticabili per offrire la necessaria capacità. 2 di 22 una migliore accessibilità. Da allora la rete di Grenoble è cresciuta fino a 5 linee, di cui 2 transitanti per il centro storico (fig. 2.A) e a servire 210.000 passeggeri al giorno. I veterani TFS-2 vengono via via sostituiti dai moderni e più capienti Citadis 402, lunghi 43 m. In fig. 2.B un tram in una zona pedonalizzata. 2.2 Rouen Anche la rete di Rouen (120.000 abitanti nel territorio comunale, circa 500.000 nell’area metropolitana) è una delle prime realizzate in Francia (1994). Condivide con Grenoble l'utilizzo dei TFS-2 (radiati nel 2013) e dei Citadis 402, ma attua una scelta completamente diversa, adottando il principio del pre-metro: la rete, integralmente in sede propria, è formata da una Y, il cui ramo comune attraversa in sotterranea il centro (schema della rete in fig. 2.C; il tratto in galleria va dalla fermata Théâtre des Arts inclusa fino al capolinea Boulingrin escluso; in fig. 2.D una fermata sotterranea). Il sottoattraversamento è stato deciso sulla base della difficile attraversabilità del centro in superficie, di timori sull'impatto sul traffico automobilistico, e della natura collinare del tratto a nord della Senna. La rete è lunga complessivamente 15,1 km, di cui 1,7 sottoterra con 4 fermate; un’altra fermata sotterranea è in un sottovia sull’altro lato della Senna); attualmente trasporta giornalmente 67.000 passeggeri. 2.3 Bordeaux Bordeaux (240.000 abitanti nel territorio comunale, ma una comunità urbana – la CUB – di oltre 700.000) ha deciso per il tram, dopo aver puntato per un lungo periodo a una metropolitana leggera automatica, ed è stata la prima città ad adottare un’estesissima applicazione dell’alimentazione senza linea aerea di contatto. La rete consta di tre linee, inaugurate tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004, poi oggetto di vari prolungamenti e di una diramazione; la lunghezza totale attuale è di 55 km, ma sono in corso o in programma ulteriori sviluppi. Le tre linee sono indipendenti ed hanno fermate di corrispondenza due a due; avvolgono (ciascuna per un lato) il centro storico, ampiamente pedonalizzato, in modo da servire qualsiasi suo punto entro 300 metri (fig. 2.E); alcune strade sono riservate al tram. Le tratte senza linea aerea sono equipaggiate col sistema di alimentazione dal suolo APS di Alstom e sviluppano in totale 17 km. Il materiale rotabile è costituito tra tram Citadis 302 e 402 di Alstom, lunghi rispettivamente 33 e 44 metri. La frequentazione giornaliera raggiunge 280.000 passeggeri. Nelle figg. 2.F e 2.G due vedute di strade centrali. 2.4 Reims Una delle più recenti (2011) reti francesi è quella di Reims, capitale della Champagne-Ardenne, che ha adottato i più recenti criteri urbanistici e di design del “tramway á la française” come ad esempio: transito in centro, non lontano dalla cattedrale, senza linea aerea, ma facendo ricorso al sistema di alimentazione dal suolo APS di Alstom; cura particolare nella scelta dei materiali e nel tipo di rivestimento della sede (erba nei tratti periferici, selciato nel tratti centrali, ecc..); personalizzazione del design delle vetture, con 8 livree di colore diverso; il frontale dei tram (Citadis 302 di Alstom, lunghi 32 m) ricorda la forma di una flute, coerentemente con la vocazione vinicola della regione. La rete, formata da due linee quasi completamente sovrapposte (fig. 2.H), misura 11,2 km, comprende 23 fermate e trasporta giornalmente 45.000 passeggeri, per una popolazione di quasi 220.000 abitanti. In fig. 2.I una strada del centro, con lo sfondo della Cattedrale. 2.5 Dublino La rete di Dublino (530.000 abitanti nella City, 1.270.000 con i suburbi) è uno dei principali esempi non francesi di rete tranviaria moderna. Interamente in superficie, è composta da due linee inaugurate nel 2004, successivamente oggetto di prolungamenti: la linea rossa, lunga 20,8 km, e la 3 di 22 linea verde, che utilizza in gran parte un corridoio ferroviario dismesso, lunga 16,5 km (in fig. 2.J il capolinea interno della linea verde). Le due linee trasportano oltre 80.000 passeggeri al giorno. La prevista connessione delle due linee, tra le quali intercorre un percorso a piedi di un quarto d’ora, era stata ostacolata dalle problematiche sollevate per l’inserimento dei binari in alcune strade del centro storico; dopo una revisione del progetto (fig. 2.K), i lavori sono iniziati recentemente. Nel 2017 i tram attraverseranno dunque il centro in superficie; sarà anche realizzato un prolungamento della nuova tratta a Nord, dopo la connessione con la linea rossa. Per la tratta nel centro, specie sulla base di preoccupazioni sull’affidabilità dei vari sistemi nell’ambiente rigido dell’inverno irlandese, l’opzione di un sistema di alimentazione senza linea aerea è stata abbandonata. 2.6 Siviglia I casi di Siviglia e Nizza testimoniano invece come sia sempre difficile e contrastata la realizzazione di una infrastruttura di trasporto pubblico al servizio di un centro storico o di una zona particolarmente pregiata, ma in entrambi i casi motivazioni contrapposte hanno portato ad un mix di sistemi parrebbe opportuno approfondire aspetti di costi/benefici. A Siviglia (quasi 700.000 abitanti, il doppio nell’area metropolitana) alla fine degli anni '70 fu iniziata la costruzione di una rete di tre linee di metropolitana sotterranea. Una di queste linee sarebbe dovuta passare sotto il centro storico. Nel 1983 il progetto fu sospeso, dopo lo scavo del tunnel nelle immediate vicinanze del centro storico, per crescenti preoccupazioni di danni ai monumenti. Il progetto fu ripreso alla fine degli anni '90, con un allineamento che riutilizzava i tunnel già scavati ma non passava sotto il centro storico. La prima linea è stata aperta nel 2009 in forma di metropolitana leggera; il materiale è di tipo tranviario, a pianale ribassato (CAF Urbos 2), e le parti esterne della linea sono in superficie. Nelle more della costruzione della metropolitana, nel 2007 è stata messa in servizio una corta linea tranvaria di superficie (2,2 km, 5 fermate), con lo scopo di avvicinare il centro storico alle stazioni della metro (fig. 2.L); questa linea ha inizialmente utilizzato alcune delle vetture tranviarie costruite per la metropolitana. Il progetto di estendere la tramvia realizzando una rete vera e propria, che permettesse anche il collegamento con la stazione di Santa Justa, non si è ancora concretizzato. La realizzazione della linea ha comportato la pedonalizzazione di una delle strade principali della parte monumentale del centro storico, con un passaggio di fronte alla facciata della cattedrale (fig. 2.M), e una sezione a senso unico alternato con binari interlacciati per l’insufficiente larghezza delle sede stradale e per finalità di sicurezza.2 Nei primi anni di esercizio, dal momento che gli artistici ma imponenti pali per il sostegno della catenaria creavano intralcio alla processione della Semana Santa, il servizio veniva limitato alla fermata precedente alla Cattedrale e la linea aerea, pali compresi, completamente smontata per l'occasione in quella tratta. Dopo l'apertura della metropolitana, che ha richiesto il materiale temporaneamente prestato alla tranvia, sono dal 2011 stati immessi in servizio nuovi tram equipaggiati con supercondensatori (CAF Urbos 3, lunghi 32 m) che permettono di attraversare il tratto monumentale senza far ricorso alla linea aerea, che è stata definitivamente smantellata per un tratto di circa 500 m. Con un limite di velocità di 20 km/h, il passaggio silenzioso nella zona monumentale pedonalizzata e priva di fili viene considerato come uno dei più rimarchevoli esempi di inserimento urbano del tram in un centro storico, più o meno consapevolmente preso ad esempio nel precedentemente prospettato progetto di attraversamento del centro di Firenze con il passaggio presso il Duomo operato a batterie, senza linea aerea, con un analogo limite di velocità. 2 Si è ritenuto di eliminare così la possibilità che un pedone, attraversando dietro a un tram, fosse investito da un tram procedente in senso opposto. 4 di 22 2.7 Nizza A Nizza (350.000 abitanti nel territorio comunale, 530.000 nell’area metropolitana) è stata inaugurata nel 2007 una tramvia moderna (linea 1) che, con un percorso ad U di 9,1 km (fig. 2.N), sfiora il nucleo della città vecchia passando per le due principali e scenografiche Place Massena e Place Garibaldi. In due tratte che includono queste piazze, di 440 e 470 metri, fu deciso di non installare la linea aerea, e i tram (in origine tutti Alstom Citadis 302, lunghi 33 m; poi trasformati in Citadis 402, lunghi 44 m) proseguono la loro corsa alimentati da batterie. Place Massena è stata completamente rinnovata e liberata dalle auto, facendo spazio anche a opere d'arte dello scultore Jaume Plensa. In Avenue Médecin, principale arteria commerciale, perennemente congestionata di traffico automobilistico prima dell'arrivo del tram, si è applicato il principio del rinnovamento “façade-tofaçade”, in cui non ci si limita a piazzare i binari al centro strada, ma si riprogetta l'intera sezione stradale a pieno vantaggio, oltre che del tram, della mobilità dolce, con più spazio per i pedoni (fig. 2.O). Dopo il successo della linea 1 (100.000 passeggeri giornalieri) si sarebbe potuto pensare che, come è accaduto in diverse altre città francesi, la realizzazione della linea 2, Ovest-Est, sarebbe avvenuta a favore di popolo. Si trattava di una linea paralella alla costa, che doveva utilizzare per la sua parte più centrale l'allineamento della Promenade des Anglais. Vista la spettacolarità che i francesi sono riusciti a dare alle linee di tram di Bordeaux e Montpellier, non c'era dubbio che la Promenade, oggi vittima di un intenso traffico automobilistico, ne avrebbe guadagnato. Ma le polemiche sono sempre in agguato, e lo spettro della lunghezza dei cantieri sperimentata per la linea 1 e della temuta devastazione tramviaria della Promenade, unito agli interessi forti delle attività e delle proprietà che si affacciano sul mare, hanno alla fine fatto pendere la bilancia, per la tratta di 3,2 km che attraversa il centro, verso una soluzione sotterranea, che comunque favorisce l'attraversamento del promontorio che sovrasta la città vecchia. La linea, di 11,3 km, collegherà l'aereoporto e il Centro amministrativo del Dipartimento, a ovest, con lo storico porto passando sotto la città vecchia: nessuna condivisione di binari con la linea 1 e la corrispondenza con la linea 1 si farà a livelli diversi, in due punti. Il costo previsto è di 650 M€, con un importo al km piuttosto alto se confrontato con i 333 M€ spesi per gli 8,7 km della realizzazione iniziale della linea 1. 2.8 Bruxelles La rete tramviaria di Bruxelles (1.200.000 abitanti, tra City e altre municipalità), tra le 10 più grandi del mondo, trasporta annualmente oltre 120 milioni di passeggeri; vi è stato sviluppato il concetto di “pre-metro”, cioè della realizzazione di corridoi sotterranei nei quali istradare tratte di linee tramviarie (per assicurare loro velocità e regolarità e nello stesso tempo liberare spazio nelle strade), prevedendone la possibile successiva trasformazione in vere e proprie metropolitane.3 Dei quattro corridoi pre-metro realizzati due sono stati trasformati nel corso degli anni ’70 e ’80 in metropolitane e sono utilizzati oggi dalle linee 1 e 5 (diametrale Ovest-Est) e dalle linee 2 e 6 (anulare). Due sono rimasti tramviari: quello diametrale Nord-Sud è utilizzato in tutta la lunghezza dalle linee “Chrono”4 3 e 4 e per una parte dalla linea ordinaria 51 (ed inoltre da linee serali); l’altro è un arco tangenziale a Nord-Ovest ed è utilizzato dalla linea “Chrono” 7 e dell’ordinaria 25. In fig. 2.P è rappresentato lo schema delle linee metro e “Chrono”, mentre le figg. 2.Q e 2.R mostrano 3 Percorsi sotterranei per linee tramviarie nelle aree centrali delle città, lasciando le tratte esterne in superficie, sono stati realizzati soprattutto in diverse città della Germania, pur non prevedendone la trasformazione integrale in metropolitane; sono denominate Stadtbahnen; noi diremmo metrotramvie. Soluzioni del genere sono state adottate anche negli Stati Uniti (Pittsburgh, San Francisco). Merita un cenno il caso singolare di Zurigo, dove invece in una galleria scavata per realizzare la metropolitana, bocciata in corso d’opera da un referendum, sono state istradate due linee tramviarie. 4 Le tre linee tramviarie “chrono” sono in sede sostanzialmente propria ed offrono buone prestazioni di velocità e regolarità. 5 di 22 due fermate del corridoio tramviario Nord-Sud. Agli storici tram PCC si è aggiunta nell’ultimo decennio una vasta flotta di convogli di Bombardier, di varie lunghezze. 2.9 Hannover La rete di Stadtbahn (metrotramvia) di Hannnover (520.000 abitanti) utilizza per servire il centro tre corridoi sotterranei, aperti a partire dal 1975, che sviluppano in tutto 19 km e si incrociano proprio sotto il centro, in una stazione di interscambio (Kröpcke) tra i tre corridoi; vi sono altri due punti di interscambio, tra coppie di corridoi (Hauptbahnhof e Aegidientorplatz). Ciascun corridoio è utilizzato da più linee, che uscendo in superficie ad ambedue i lati si sfioccano su diversi percorsi, prevalentemente protetti. In particolare nel corridoio Nord-Sud transitano 3 linee, nel corridoio Ovest-Est 4 linee e nel corridoio SW-NE 3 linee; ad esse si aggiungono due linee speciali occasionali; lo schema della rete è in fig. 2.S. La frequenza del servizio nei corridoi è elevata, simile a quella di una metropolitana, dal momento che vi confluiscono più linee. Le caratteristiche dei corridoi sotterranei sono in effetti molto simili a quelle di una metropolitana, con banchine alte che permettono di accedere senza scalini ai veicoli. I veicoli, lunghi 25 o 30 metri a seconda delle versioni, sono peraltro equipaggiati di scalini retrattili per servire alcune fermate periferiche che non hanno le banchine alte; possono viaggiare in multiplo. Era stato progettato un quarto corridoio, la cui costruzione è risultata poi eccessivamente costosa ed è stata abbandonata; rimane quindi un tratto in superficie che percorre alcune strade del centro ed è utilizzato da altre due linee. Le figg. 2.T e 2.U mostrano rispettivamente un tram su una tratta di superficie periferica e una fermata del nodo sotterraneo di Kröpcke. La rete metrotramviaria di Hannover trasporta più di 125 milioni di passeggeri all’anno. 2.10 Karlsruhe Da ultimo un cenno a Karlsruhe (310.000 abitanti nel territorio comunale e una vasta area metropolitana, che ha dato origine ai servizi di tram-treno), dove è in avanzato stato di costruzione un sottoattraversamento tramviario del centro, che non è stato motivato né da incompatibilità ambientali né da conflitti con altro traffico motorizzato e che ha suscitato inizialmente diffusa contrarietà. La ragione sta nel grande successo del tram-treno, che ha causato situazioni di congestione tramviaria nella Kaiserstrasse (fig. 2.V), importante strada commerciale del centro, da tempo pedonalizzata (con l’eccezione dei tram). Il progetto in attuazione si basa sulla costruzione di due gallerie tramviarie ed una automobilistica (fig. 2.W): le prime si articolano in una galleria di 2,3 km lungo Kaiserstrasse e di una di 900 m lungo un’arteria che si diparte da Kaiserstrasse in Marktpkatz, verso Sud (Karl-Friedrich-Str. e Ettlinger Str.); in queste gallerie (subsuperficiali e quindi con fermate di pronta accessibilità) verranno istradate sia linee di tram-treno sia linee tramviarie urbane e buona parte di Kaiserstrasse resterà pedonalizzata (in fig. 2.X la rappresentazione di un tratto della strada, presso il triangolo di Marktplatz). La seconda galleria viene realizzata sotto Kriegstrasse (parallela a Kaiserstrasse) e sarà destinata al traffico automobilistico di attraversamento; in superficie la sezione stradale verrà ridotta ed accoglierà una sede tramviaria, sulla quale saranno istradate altre linee urbane. 2.11 Alcune considerazioni Nella pur necessariamente limitata esposizione dei casi di attraversamento tranviario del centro cittadino concessa dallo spazio a disposizone, possiamo riconoscere alcune tendenze che si sono succedute nel corso degli anni nell’Europa occidentale. Gli anni cinquanta hanno portato in molti Paesi a un generale smantellamento delle reti tranviarie nate nell’ottocento: in quegli anni i tram, generalmente in sede promiscua, erano visti principalmente come un ostacolo all’avanzata della motorizzazione di massa. Lo smantellamento è stato praticamente completo in Inghliterra, Spagna e Francia, e in Italia nelle città minori, lasciando al trasporto pubblico i servizi su gomma, e prevedendo metropolitane “pesanti” laddove i volumi di traffico richiedevano la presenza di mezzi di trasporto efficienti. L’imperativo categorico era che le rotaie dovessero sparire dalle strade! 6 di 22 Nei paesi germanici, e anche in Belgio e Olanda, le linee tranviarie sono invece state per lo più mantenute in efficienza, ma il conflitto dei tram con le auto nelle zone centrali della città ha fatto sviluppare negli anni settanta il concetto della Stadtbahn e del pre-metro, con il sottoattraversamento del centro. Quando negli anni la mutata percezione della qualità della vita cittadina, dovuta all’aumento della congestione automobilstica e dell’inquinamento, ma anche a stili di vita diversi, ha favorito la cosiddetta “rinascita del tram”, l’attraversamento dei centri storici ha ancora costituito un elemento di dibattito. Se da un lato la soluzione del sottoattraversamento mutuata dalle recenti realizzazioni tedesche e belghe si proponeva come meno invasiva, anche per quanto riguarda i cantieri, e offriva migliori velocità commerciali, ma a costi sempre maggiori, e comunque con una percezione di maggiore “distanza” e distacco dai luoghi del centro serviti, l’affacciarsi delle prime realizzazioni di attraversamento in superficie di zone pedonalizzate e riiqualificate con specifici interventi urbanistici, ha mostrato come fosse possible un’efficace soluzione a costi molto inferiori e ben integrata con il contesto. La necessità di riqualificare i centri storici ha incoraggiato questa tendenza, favorita poi dalla diffusione dei sistemi di alimentazione senza linea aerea, odiata (spesso eccessivamente) dai cultori della purezza architettonica. Ma come abbiamo visto gli interessi e le opinioni contrapposte suscitano ancora discussioni in merito. 3 LA QUESTIONE DELL’ATTRAVERSAMENTO TRAMVIARIO DEL CENTRO DI FIRENZE5 3.1 Il centro di Firenze Possiamo considerare come centro di Firenze, sia per considerazioni geometriche sia per la presenza di molteplici e notevoli poli di attrazione di diversa natura, l’area compresa tra i Viali di circonvallazione6 e l’Arno, più un’area, di minori dimensioni, in sinistra dell’Arno. Tali aree sono individuate in fig. 3.A; la prima, a cui faremo fondamentalmente riferimento, ha un’area di ca. 3,4 km2, la seconda di ca. 0,9 km2. Il centro storico propriamente detto occupa le parti di territorio più vicine al fiume ed attorno si sviluppa un’ampia corona di insediamenti dell’ottocento e del novecento. La struttura della viabilità è quella dei tempi di realizzazione delle strade, salvo i modesti allargamenti di alcune strade storiche (come Via Panzani e Via Cerretani) e gli effetti di limitati sventramenti (Piazza della Repubblica). Va notato che nell’area centrale si insinua il sistema ferroviario, con la stazione principale di S. Maria Novella, a ca. 700 m di percorso pedonale da Piazza della Repubblica. Le altre maggiori stazioni, Rifredi e Campo di Marte, si trovano all’esterno dei Viali di circonvallazione 7, mentre una stazione secondaria è al bordo dei Viali, a Porta al Prato, ed è terminale della linea lenta per Empoli; un’altra stazione secondaria, denominata Statuto, è abbastanza vicina ai Viali ed è posta lungo la tratta di cintura Rifredi – Campo di Marte. 3.2 La rete di trasporto rapido di massa di Firenze Il trasporto pubblico di Firenze si è basato dall’inizio dello scorso secolo su un’estesa rete tramviaria, il cui declino, iniziatosi a cavallo della seconda guerra mondiale, si è concluso con la chiusura dell’ultima linea nel 1958, lasciando spazio ai filobus (per breve tempo) e agli autobus. La ritrovata consapevolezza della necessità di un efficace trasporto rapido di massa ha però portato presto a pensare a una rete primaria a guida vincolata e al succedersi negli anni di diverse 5 Le opinioni espresse in questa parte della relazione sono degli autori e non si riferiscono necessariamente a posizioni dell’Amministrazione comunale. 6 I Viali di circonvallazione, concepiti dal Poggi nel 1865, si sviluppano sul tracciato della demolita terza cerchia di mura. 7 A Nord, a circa 2 km a Nord dei Viali di circonvallazione: Rifredi sulle linee in direzione Empoli, Prato e Bologna AV. Ad Est, a circa 500 m dai Viali: Campo di Marte, sulle linee in direzione Pontassieve e Roma AV. 7 di 22 configurazioni di rete, comunque concettualmente diverse dalla pervasiva rete tramviaria dismessa. Già nel 1972 fu avanzata una proposta di linea metropolitana, che non ha avuto seguito per l’insoddisfacente rapporto costi/benefici; del 1979 è un piano dell’Ufficio tecnico comunale (sviluppato sotto la guida di E. Bisagni) che prevedeva una rete tramviaria protetta basata su una tratta che segue il tracciato ferroviario tra Statuto e Campo di Marte, sfioccandosi a Nord-Ovest verso Scandicci, Campi di Bisenzio e Careggi, a Sud-Est verso Rovezzano e Bagno a Ripoli. Non toccava quindi il centro della Città ed evitava anche i Viali di circonvallazione. Una rete di questo genere è presente, con varie alternative di tracciato, nelle proposte per la revisione del P.R.G. del 1984 ed assume un carattere più definito nel Preliminare del P.R.G. del 1985 (elaborato da G. Astengo e G. Campos Venuti), che prevede tre linee tramviarie, con sfioccamenti nelle periferie; per una linea è previsto il passaggio sui Viali di circonvallazione, ma non si tocca ancora il centro. 8 Nel 1988 Astengo e Campos Venuti modificano la loro ipotesi e propongono due linee di metropolitana leggera, una diametrale NW-E che sottopassa il centro e una che va da Scandicci a Bagno a Ripoli, correndo lungo i Viali di circonvallazione e avendo due fermate di corrispondenza con la prima; questa ipotesi viene sostanzialmente mantenuta nella variante del P.R.G. adottata nel 1993, con l’aggiunta di una terza linea per Careggi e una “mini-tramvia” da Porta al Prato alle Cascine. Tre anni dopo le controdeduzioni alle osservazioni sulla variante riportano a un sistema di tramvie veloci, lungo le stesse direttrici, e si delinea l’attraversamento del centro in superficie. Ci si avvia nel frattempo all’attuazione9, dando alla linea S. Maria Novella – Scandicci la priorità stabilita con un referendum del 1988. Si giunge così ad operare concretamente su un piano di linee tramviarie che nel 2000 ha la configurazione della figura 3.B, così articolata: Linea 1: Scandicci – Rovezzano, con itinerario centrale lungo i Viali di circonvallazione; priorità di realizzazione per la tratta Scandicci – S.M.N., previsione di una diramazione per l’Isolotto. Linea 2: Peretola Aeroporto – Piazza Beccaria, con itinerario, tra S. Maria Novella e Piazza Piave, lungo strade del centro storico. Linea 3: Careggi – Pino (poco prima di Bagno a Ripoli), con itinerario centrale lungo i Viali di circonvallazione (parzialmente sovrapposto a quello della linea 1); priorità di realizzazione per la tratta Careggi - Fortezza.10 Non è questa la sede per trattare del complesso processo di costruzione delle linee 1 (fino a S.M.N.), 2 e 3 (fino a S.M.N.), ritardato da varie problematiche. Si ricorda solo che la Scandicci – S.M.N. è stata inaugurata nel febbraio 2010 e che recentemente sono stati concretamente avviati i lavori delle altre due linee, con alcune varianti di tracciato rispetto allo schema del 2000. Non sono mancate nel frattempo iniziative tese a riproporre linee di metropolitana al posto di quelle tramviarie.11 In tutte le fasi di evoluzione della configurazione della rete si è ritenuto che essa dovesse essere integrata da servizi rapidi e sufficientemente frequenti sulle tratte ferroviarie comprese nell’area metropolitana. Tali servizi potranno essere offerti in modo soddisfacente sulla direttrice principale, 8 Di quel periodo merita un cenno la fantasiosa proposta di una tramvia sopraelevata lungo i Viali di circonvallazione avanzata nel 1987 da C. Toraldo di Francia 9 Nel quadro dell’accordo con FS per il sottoattraversamento AV, il progetto preliminare e definitivo della linea S. M. Novella – Scandicci e, poi, della linea Peretola – Centro è stato sviluppato da Italferr. 10 A tale tratta venne data la denominazione 3.1 e la denominazione 3.2 fu attribuita, alimentando qualche confusione, alle tratte, totalmente prive di finanziamento, sia della linea 1 (Fortezza – Rovezzano) sia della linea 3 (Fortezza – Pino). Si stabilì inoltre di connettere la 3.1 alla 1 mediante una tratta dalla Fortezza (Viale Strozzi) a Viale Rosselli che fu inserita nel progetto della linea 2. Tale connessione, criticabile agli effetti dell’esercizio perché avrebbe tolto il collegamento diretto con la stazione S.M.N. e col bordo del centro agli utenti tanto della direttrice di Scandicci quanto di quella di Careggi, fu superata con la cosiddetta variante Valfonda, che effettua la connessione mediante un arco che si sviluppa sui due lati della stazione. Al momento dell’attivazione della tratta 3.1, nelle more della realizzazione delle tratte 3.2 e della conseguente definizione di un organica definizione dell’assetto di esercizio della rete, è dunque prevista l’effettuazione di un servizio Scandicci – Careggi, via Stazione S.M.N.. 11 A fianco di studi per una metropolitana leggera convenzionale (di opinabile opportunità mentre era già in corso il processo di realizzazione della rete tramviaria, regolarmente approvato) sono state presentate due diverse proposte di “micrometropolitana”, poco verosimile l’una e bizzarra l’altra. 8 di 22 Sesto Fiorentino – Rovezzano, quando il sottoattraversamento ferroviario libererà capacità sulla linea di cintura. 3.3 I tram nel centro secondo il primo progetto L’itinerario originale della linea 2, riportato nella figura 3.B, tutto in superficie, aveva l’obiettivo di servire quasi diametralmente il centro, collegando Piazza della Stazione con Piazza Beccaria. Il tracciato percorreva con un doppio binario Via Panzani, Via Cerretani e i lati Est e Sud di Piazza del Duomo, per poi separarsi in un due tratte a semplice binario (andata sulle Vie Proconsolo, Leoni, Castellani e sui Lungarni Diaz e delle Grazie; ritorno su Corso Tintori, Vie Benci, Verdi e dell’Oriuolo) e ricongiungersi in una tratta a doppio binario su Lungarno della Zecca Vecchia e Viale Giovine Italia. È rappresentato in fig. 3.C, con tratti viola. L’itinerario, computato dalla connessione con la linea 1 in Piazza della Stazione, era composto da 1,8 km di binario doppio e 2,3 km di binario semplice. Il centro sarebbe stato servito in modo quasi completo, giacché un’ampia fascia di territorio, in particolare del centro storico, si sarebbe trovata entro 400 metri dalle fermate della linea 2, mentre altre aree, più vicine ai Viali di circonvallazione, sarebbero rientrate nel campo di cattura delle linee percorrenti i Viali stessi. Sarebbero restate fuori dal raggio di 400 metri dalle fermate, ma non di molto, un’area sull’asse San Marco - Annunziata – S. Ambrogio e un tratto di Lungarno, tra i Ponti S. Trinita e Vecchio. Purtroppo si dovette abbandonare questo itinerario perché risultò impraticabile il transito dei tram in alcune strette strade tra il Duomo e il Lungarno, tenuto conto in particolare tanto delle curve anguste quanto delle caratteristiche di ingombro dei tram moderni.12 3.4 La variante del centro Fu quindi sviluppata una variante, che da Piazza San Giovanni faceva deviare i binari su Via Martelli e Via Cavour fino a Piazza San Marco, dove il doppio binario si divideva in due tratte a semplice binario (andata sulle vie La Pira e La Marmora, ritorno su Via Cavour); il capolinea veniva stabilito a Piazza della Libertà invece di Piazza Beccaria. Il tracciato, da Piazza della Stazione a Piazza della Libertà, era composto da 1,2 km di binario doppio e 1,8 km di binario semplice; è rappresentato in giallo nella fig. 3.C. Il progetto riservava alla circolazione tramviaria e pedonale il percorso da Piazza Unità Italiana a Piazza San Marco, con l’ampliamento dei marciapiedi dove possibile, e individuava percorsi alternativi per la circolazione veicolare ammessa nella zona. Per il passaggio nei pressi del Duomo (non “davanti” al Duomo, come si è spesso detto), rappresentato in figura 3.D, furono concepiti alcuni provvedimenti di mitigazione dell’impatto ambientale. In particolare si pensò all’adozione del binario semplice (o dei binari interlacciati) per una tratta di circa 150 m tra Via de’ Cerretani e Via de’ Martelli, in modo da ridurre lo spazio occupato dalla sede tramviaria e da allontanarla dal Battistero; la condizione così imposta all’esercizio si mostrava non grave, perché, tenendo conto anche della regolazione centralizzata della circolazione, all’intervallo tra le corse veniva posto un limite inferiore pari a 2’30”. Per la stessa tratta fu prevista anche l’alimentazione senza linea di contatto, per eliminarne l’intrusione visuale.13 Un apposito studio mostrò che le vibrazioni indotte sul Battistero sarebbero state prive di qualsiasi rischio e in ogni caso inferiori a quelle generate dalla circolazione che allora si svolgeva in quel luogo. Tenendo conto anche in questo caso del contributo della linea 3, sui Viali, si otteneva una buona copertura del territorio, lasciando fuori dai 400 metri un’area un po’ più grande di quella del progetto originale, area che dall’incrocio di Via dei Pilastri e Borgo Pinti si allarga verso Santa Croce e raggiunge il Lungarno, da Ponte S. Trinita fin oltre Ponte alle Grazie. Analisi 12 La ragione sta sia nella larghezza dei veicoli, sia nella loro lunghezza (necessaria a fini di capacità e di economia di esercizio), spesso maggiore dello sviluppo di una curva; . 13 Si ipotizzava allora (2007) l’accumulo dell’energia a bordo su batterie; oggi si propenderebbe probabilmente per altre soluzioni. 9 di 22 trasportistiche mostrarono però che la domanda servita sarebbe stata maggiore di quella del tracciato del progetto originale, per effetto della disomogenea densità di O/D. Tale variante ottenne tutte le approvazioni, ma anche questo itinerario è stato abbandonato, a causa del provvedimento di totale pedonalizzazione di un’area alquanto ampia attorno al Duomo, adottato nel 2009. Ha destato qualche perplessità la scelta di una pedonalizzazione radicale, con esclusione anche del trasporto pubblico, che penalizza l’accessibilità di un’importante area, col rischio di modificarne il carattere; in varie città il transito di linee tramviarie in zone pedonalizzate si è invece dimostrato compatibile e sicuro. 3.5 Dopo la pedonalizzazione, le varianti in superficie Caduto l’itinerario Panzani – Cerretani – Martelli – Cavour, è stata sviluppata una variante (inserita nel Piano Strutturale del Comune di Firenze “nelle more delle verifiche di fattibilità del sottoattraversamento”) mirata a servire direttamente almeno una parte del centro: da Piazza della Stazione la linea 2 viene deviata su Via Valfonda e Viale Strozzi, in comune con la linea per Careggi, poi su Viale Lavagnini fino a Piazza della Libertà; da lì raggiunge Piazza San Marco, percorrendo all’andata Via Cavour e al ritorno Via La Pira e Via La Marmora. Tale tracciato (in verde chiaro nella figura 3.C) sviluppa 1,6 km di binario doppio (da non conteggiare, agli effetti della costruzione, nel confronto delle soluzioni, perché in comune con la linea in costruzione per Careggi e con la prevista linea sui Viali di circonvallazione) e 1,3 km di binario semplice. La copertura del centro in questo caso cala vistosamente; tenendo sempre conto del contributo della linea sui Viali, resta fuori dai 400 metri una vasta area che dall’intorno del Duomo e dall’incrocio di Via dei Pilastri e Borgo Pinti si spinge fino al Lungarno, da Ponte Vespucci fin oltre Ponte alle Grazie. Inoltre la tortuosità del tracciato riduce l’attrattività del servizio 14. Uno studio trasportistico ha assegnato alla variante un carico simile a quello del tracciato abbandonato, ma il risultato è ingannevole perché il tracciato lungo i Viali assume carichi esterni al centro, che nel quadro generale sono propri di un’altra linea e sostituiscono quelli perduti in centro. La soluzione appare inoltre mal compatibile con il ragionevole obiettivo di dare in futuro alla linea 2 una configurazione diametrale o paradiametrale, dirigendola verso i quartieri Est. È stata proposta da F. Alberti una modifica di questa variante: da Viale Strozzi, anziché proseguire su Viale Lavagnini, i binari corrono sull’asse delle Vie Ridolfi, XXVII Aprile e Arazzieri, per raggiungere Piazza San Marco e da lì connettersi con Piazza della Libertà; è indicata in arancio nella fig. 3.C. È necessario un tratto a binari interlacciati, percorso a senso unico alternato, nella stretta Via Arazzieri, la cui sezione presenta un minimo da fronte a fronte di 7,9 m, ed inoltre, risultando complessa la realizzazione della curva da Via Cavour verso Via Arazzieri, è necessario prevedere un doppio binario nelle Vie La Pira e La Marmora (soluzione favorevole sotto altri aspetti). Lo sviluppo della tratta non in comune con altre linee è di 1,3 km. La soluzione è compatibile con la prosecuzione oltre Piazza della Libertà. La copertura dell’area centrale è praticamente quella del caso precedente; si ravvisano però vantaggi nella collocazione di una fermata in Piazza Indipendenza, nel minor tempo necessario per raggiungere Piazza San Marco e nella possibilità di prolungamento. Il Piano strutturale prevede anche una breve diramazione da Piazza della Stazione su Via Panzani fino a Via Vecchietti, mirata a coprire parte del centro storico. Su tale diramazione potrebbero essere istradate corse limitate, giustificate in caso di sufficiente carico; destano però perplessità sia la collocazione di un capolinea tramviario in un’area inadatta sia, ancora, la configurazione radiale. 14 L’utilizzazione del tram sarebbe concorrenziale dal punto di vista del tempo necessario, rispetto allo spostamento a piedi, soltanto per le aree settentrionali del centro; già per la relazione Piazza della Stazione – Piazza Duomo risulta molto più rapido il percorso diretto a piedi (8 minuti) che quello in tram fino a Piazza San Marco seguito dal percorso a piedi fino a Piazza Duomo (indicativamente 17 minuti in tutto). Per arrivare a Piazza della Signoria da Piazza San Marco si dovrebbe percorrere a piedi 1 km. 10 di 22 Non è apparsa praticabile un’altra ipotesi di variante, che prevedeva l’inserimento della linea, da Piazza della Stazione, in Via Nazionale per poi voltare in Via XXVII Aprile e da lì dirigersi in Piazza San Marco e Piazza della Libertà. Tale itinerario, che combinerebbe il vantaggio di ridurre la tortuosità e di consentire la prosecuzione della linea, trova impedimento nella ridotta sezione di Via Nazionale e nell’impossibilità di escludere da essa il traffico ordinario. 3.6 Il sottoattraversamento È stata successivamente presa in esame dall’Amministrazione comunale un’ipotesi di attraversamento del centro in galleria, inserita nel Piano strutturale, che introduce una nuova configurazione della rete: la linea 2, provenendo da Peretola Aeroporto, passerebbe sotto il centro storico per poi dirigersi in superficie sull’altro lato dell’Arno, verso Viale Europa e Bagno a Ripoli, lungo uno dei rami originariamente chiamati “linea 3.2”. La necessità di collocare le trincee di imbocco della galleria in zone appropriate ha portato a prevedere un percorso sotterraneo di ca. 4,3 km, indicato nella fig. 3.C in bianco a punti. La rampa lato Peretola si troverebbe in Via Circondaria e quella lato Bagno a Ripoli in Lungarno Pecori Giraldi; sono state previste 6 fermate in galleria (Stazione AV, Viale Strozzi presso il sottovia, Stazione S.M.N., Piazza della Repubblica, Piazza Santa Croce e Lungarno Pecori Giraldi). Le caratteristiche geotecniche del terreno da attraversare e la diffusa presenza di fabbricati storici (senza un corridoio libero di idonea larghezza) porta a prevedere profondità notevoli della galleria, anche oltre i 25 m. Il percorso in galleria richiede che linea e veicoli siano dotati di equipaggiamenti di segnalamento e protezione; inoltre i veicoli devono rispondere a specifici requisiti di comportamento al fuoco. Il tracciato in questione serve direttamente l’area gravitante sulla Stazione centrale e un’ampia fascia contigua al Lungarno, che arriva poco oltre il Duomo e fin quasi S. Ambrogio, mentre per le zone del centro prossime ai Viali è necessario pensare che siano servite dalla linea metrotramviaria percorrente i Viali stessi. Resterebbe comunque fuori dal raggio di 400 metri un’area sull’asse San Marco – Annunziata – S. Ambrogio, un po’ più ampia di quella del progetto abbandonato. Il Piano strutturale prevede però una diramazione della tratta sotterranea (riportata, con un percorso arbitrario del tutto indicativo, in fig. 3.C in celeste a punti) che da Piazza della Repubblica si dirige verso Campo di Marte. Tale diramazione integrerebbe utilmente la copertura dell’area centrale, senza peraltro completarla; non è noto peraltro quanto sia stata studiata e quindi quali potrebbero essere le fermate e come e dove i binari riemergerebbero in superficie a nord del centro.. Gli aspetti favorevoli del sottoattraversamento, nella sua configurazione completa a “Y”, stanno nel grado di copertura del centro e, riguardo alla rete completa, nei minori tempi di percorrenza delle tratte centrali15 e nella creazione di un collegamento diretto tra la direttrice di Peretola Aeroporto – Novoli e quella di Campo di Marte – Rovezzano. Gli aspetti sfavorevoli stanno, riguardo alla realizzazione, nel costo notevolmente più alto rispetto alle realizzazioni in superficie, nei rischi costruttivi e nei tempi necessari. Dal punto di vista dell’utenza un aspetto sfavorevole è quello dell’accessibilità, poiché fermate profonde comportano lunghe discenderie, che aumentano il tempo effettivo del viaggio.16 3.7 Considerazioni finali Nella tabella 3.I sono riportati i risultati di un tentativo di confrontare alcune soluzioni sopra descritte, secondo diversi criteri.17 In particolare: 15 Tenendo però conto del maggior tempo di accesso alle banchine sotterranee, la riduzione del tempo di viaggio tra la Stazione AV e Piazza Libertà, rispetto al progetto abbandonato, può essere stimata non più di 2’. Con lo stesso criterio e tenendo conto, nel caso del progetto abbandonato, della rottura di carico tra linea 2 e linea dei Viali la riduzione del tempo di viaggio tra la Stazione AV e Lungarno Pecori Giraldi può essere stimata attorno a 11’. 16 Banchine a 20 – 25 metri di profondità comportano, pur tenendo conto della parziale meccanizzazione del percorso, un tempo di accesso dalla superficie dell’ordine di 90 s o più, che riduce il raggio effettivo di attrazione della fermata. 17 Nel confronto non si sono considerate le linee 4 e 5, previste dal Piano strutturale, irrilevanti agli effetti del servizio del centro. 11 di 22 Colonna 1: Si riferisce al progetto abbandonato per effetto della pedonalizzazione (descritta nella sezione 3.4). La rete è tutta in superficie e, ai fini di una valutazione nello scenario completo, in essa sono comprese le tratte chiamate “3.2”. Il centro è servito dalla linea 2 e, ai bordi, dalle linee 1 prolungata a Careggi (3.1) e dalle linee percorrenti i Viali (3.2). Colonna 2: Si riferisce alla variante in superficie concepita dall’Ammnistrazione comunale a seguito della pedonalizzazione (descritta nella sezione 3.5). A parte la specifica variante, la rete è quella del caso precedente, tutta in superficie. Colonna 3: Si riferisce all’ipotesi di sottoattraversamento, limitato alla tratta Stazione AV – Lungarno Pecori Giraldi. Restano in superficie la linea 1 prolungata a Careggi (3.1) e le linee percorrenti i Viali18 (3.2), che servono il centro dai bordi. Colonna 4: Si riferisce all’ipotesi di sottoattraversamento completato da una diramazione Repubblica – Le Cure (struttura a “Y”). In superficie resta la linea 1 prolungata a Careggi, perché si ritiene superata la realizzazione della linea dei Viali (3.2). Il livello di copertura dell’area centrale risulta simile, da ritenere buono, in tutti i casi eccetto quello della variante in superficie.19 Il costo di realizzazione risulta notevolmente più alto nei casi dei sottoattraversamenti, come peraltro è ovvio. L’esame del quale qui si riferisce non ha compreso un’analisi costi/benefici, che potrebbe essere svolta solo nel quadro di un approfondito studio di fattibilità, ma, a livello macroscopico, sorge il dubbio che un intervento di quel peso (non solo per la realizzazione ma anche per la gestione) non sia giustificato economicamente da una domanda dell’ordine di 4.000 pax/h*dir nell’ora di punta, quale deve presumersi in base al limite teorico di capacità di 4.800 pax/h*dir.20 È quindi da ritenersi che, qualora la scelta si orienti verso il sottoattraversamento, debbano essere presi provvedimenti per stimolare la domanda (rete generale del t.p.l. concepita fortemente come adduttrice alla linea 2, forte cattura della circolazione privata mediante parcheggi di scambio, ecc.) e parallelamente aumentare la capacità (veicoli più lunghi, minimizzazione dell’intervallo tra le corse). Dal punto di vista delle prestazioni percepite dall’utenza, la netta differenza di velocità commerciale tra i casi della superficie e del sottoattraversamento non ha effetti significativi, poiché su un percorso di qualche km nell’area centrale il tempo guadagnato nella percorrenza trova una contropartita nel tempo di accesso alla banchina di fermata, mentre su percorsi più lunghi l’incidenza della tratta sotterranea è limitata. La regolarità delle corse si garantisce molto meglio su percorsi integralmente segregati, ma nel nostro caso è comunque condizionata dalle tratte esterne in superficie, non segregate. Vi sono poi aspetti difficilmente quantificabili e ancor più difficilmente monetizzabili, come il comfort dei passeggeri e l’impatto ambientale, di cui è opportuno tenere conto, sia pure con l’opinabilità propria di questi temi. La scelta della soluzione, che deve comunque essere fatta valutando uno scenario di rete di t.p.l. completa, non una linea avulsa, ha naturalmente carattere politico, perché presuppone l’assegnazione di pesi ai diversi criteri, ma deve comunque basarsi sulla consapevolezza degli aspetti tecnici, funzionali ed economici. È auspicabile che ad una solida scelta si pervenga in tempi brevi, anche per evitare gli elevati costi sociali del “non fatto” e il rischio specifico di realizzare due linee, una in superficie e una in sotterraneo, tra le stazioni AV e S.M.N.. 18 In questo scenario si considera mantenuto il ramo della “3.2” verso Bagno a Ripoli, limitandolo però a Piazza Piave (Lungarno Pecori Giraldi), anche per offrire un secondo scambio tra la rete tramviaria di superficie e la linea 2. 19 In nessuna soluzione un punto della parte di centro situata in Oltrarno rientra nel raggio di 400 m da una fermata. 20 Vedi nota D della tabella 3.I. 12 di 22 ESERCIZIO COSTRUZIONE Fase 1 Progetto in superficie Rischio archeologico Marginale 2 Variante in superficie Criterio 3 4 Sottoattraversam., Sottoattraversam., solo AV - Pecori “Y” A Differenziato Elevato Nullo Costo di B realizzazione Impatto dei cantieri 220 … 280 M€ Capacità offerta 4.800 pax/h*dir Copertura dell’area E centrale Accessibilità 80% Buona (interdistanza media tra le fermate: Differenziata ca. 400 m; accesso ai tram su strada) A Velocità commerciale Regolarità 15 – 20 km/h (4’-3’/km) A Comfort dei passeggeri Impatto ambientale Differenziato A Rischio geotecnico 190 … 250 M€ Occupazione di tutto il tracciato, segmentabile in tratte occupate per tempi medi (contenuti, se si usano idonei piani di cantierizzazione). Elevato 430 … 650 M€ 490 … 780 M€ Tratte in superficie: vedi a sinistra Tratte in galleria: vedi a destra Scavo a foro cieco (gallerie profonde): occupazione delle sole aree delle stazioni e dei pozzi, C per tempi lunghi. 82% 85% D 69% Differenziata A Discreta – buona (condizionata dalla Differenziata risoluzione delle interferenze con altri modi di circolazione) A Cinematico: buono Differenziato Acustico: buono Psicologico: buono (contatto visuale con la città) Atmosferico: nullo Differenziato Acustico: non rilevante Visuale: marginale (pensiline di fermata; la linea aerea può essere eliminata quando opportuno, mediante alimentazione da terra o con accumulo a bordo) A A Penalizzata da interdistanza media fermate (ca. 700 m) e accesso mediante scale o ascensori di notevole sviluppo. 25 – 30 km/h (2,4’2’/km) Ottima, se non viziata dalle tratte in superficie Cinematico: buono Acustico: mediocre Psicologico: mediocre (ambiente chiuso) Atmosferico: nullo Acustico: nullo Visuale: marginale (manufatti degli accessi alle fermate e dei pozzi di ventilazione) Praticamente nullo Impatto su altri Limitazioni al traffico veicolare ordinario. Differenziato modi di circolazione Compatibilità con aree pedonali A Costo di gestione Usuale delle reti tramviarie Differenziato Maggiore che nelle F per posto offerto reti tramviarie A Per le tratte in superficie si applicano le indicazioni delle colonne a sinistra; per quelle sotterranee quelle delle colonne a destra. B I dati riportati sono indicativi e l’ampiezza della fascia di costi dipende dalla variabilità delle condizioni progettuali; per le tratte in superficie si fa riferimento a realizzazioni comprendenti opere di riqualificazione urbana. C Salvo necessità di consolidamenti dall’alto lungo le gallerie di linea. D Si fa riferimento ai veicoli da 32 m previsti, alla densità di passeggeri in piedi di 4 pax/m2 e a un intervallo minimo tra le corse di 2’30” (per tutelare la regolarità in presenza delle alee della circolazione in superficie) . In sede segregata il sistema di controllo della marcia consentirebbe la riduzione dell’intervallo tra le corse, ma tale intervallo è condizionato dalle tratte in superficie. Anche l’adozione di veicoli più lunghi darebbe luogo all’aumento della capacità, ma richiederebbe l’aumento della lunghezza delle banchine in tutte le fermate, in superficie e in galleria. E Dati indicativi, calcolati in base alla superficie dell’area tra i Viali e l’Arno servita da una fermata entro 400 metri (in linea d’aria), senza il peso della densità di O/D. F Il costo è incrementato per la gestione e la manutenzione degli impianti di fermata e di galleria, senza la compensazione che si ha nelle metropolitane per effetto della maggiore capacità di trasporto. Tabella 3.I - Confronto di quattro soluzioni di rete secondo diversi criteri 13 di 22 Fig. 1.A – Amsterdam, Leidenstraat Fig. 1.B – Roma, Piazza San Marco Franco Pepe Fig. 2.A – Grenoble, rete tramviaria Fig. 2.B – Grenoble, Rue Felix Poulat 14 di 22 Fig. 2.C – Rouen, la rete metrotramviaria (in blu) Fig. 2.D – Rouen, fermata Beauvoisine Fig. 2.E – Bordeaux, tracciati delle linee tramviarie nel centro della città 15 di 22 Fig. 2.F – Bordeaux, Rue Vital Carles e la Cattedrale Fig. 2.G – Bordeaux, Cours d’Alsace et Lorraine funinag.com Fig. 2.H – Reims, tracciato tramviario Fig. 2.I – Reims, Cours Jean-Baptiste Langlet 16 di 22 Fig. 2.J – Dublino, tracciato del Cross City Fig. 2.K – Dublino, St. Stephen’s Green West Fig. 2.L – Siviglia, Tracciato tramviario Fig. 2.M – Siviglia, presso la Cattedrale 17 di 22 Fig. 2.N – Nizza, tracciato della linea 1 Fig. 2.O – Nizza, Avenue Jean Médecin 1, 5 Fig. 2.P – Bruxelles, la rete metro e tram “chrono” 18 di 22 Benonie Benoniee Fig. 2.Q – Bruxelles, fermata Parvis de Saint-Gilles Fig. 2.R – Bruxelles, fermata Gare du Midi Fig. 2.S – Hannover, la parte centrale della rete di «Stadtbahn » 19 di 22 Mattias Fig. 2.T – Hannover, Engelbosteler Damm Heidas Fig. 2.U – Hannover, fermata Kröpcke Fig. 2.V – Karlsruhe, la configurazione finale della rete tramviaria KVV Fig. 2.W – Karlsruhe, Kaiserstrasse ieri Fig. 2.X – Karlsruhe, Kaiserstrasse domani 20 di 22 Fig. 3.A – Firenze, le dimensioni del centro Fig. 3.B – Firenze, il piano della rete tramviaria nello stato del 2000 21 di 22 Fig. 3.C – Firenze, i diversi tracciati progettati e ipotizzati per servire il centro con le linee tramviarie Fig. 3.D – Firenze, tracciato di progetto nei pressi del Battistero e del Duomo 22 di 22