Bruno Vespa: Ricordo che c`era una generazione di miei colleghi

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Bruno Vespa: Ricordo che c`era una generazione di miei colleghi
Bruno Vespa: Ricordo che c’era una generazione di miei colleghi che quando parlava della neve diceva “la
coltre bianca”. Vorrei, a questo proposito chiedere ad Angelo Maria Petroni, direttore della Scuola Superiore
della Pubblica Amministrazione, se è complicato passare dalla coltre bianca alla neve.
C’è sicuramente una difficoltà a rendere semplici le cose tecniche. Questo è un problema che hanno non
soltanto le pubbliche amministrazioni, ma in generale tutti i settori culturali. Prendete l’ingegneria, o
prendete un qualsiasi computer: provate a comprarlo e a leggere il manuale d’istruzioni. Non ci si capisce
niente.
C’è un problema generale della traduzione in concetti della lingua comune o semplice, delle materie
tecniche.
La realtà è che il nostro è un mondo complesso, e questa è una cosa che bisogna riconoscere. Bisogna
semplificare, ma è difficile.
Il mondo di una volta era un mondo relativamente semplice, che si poteva esprimere in maniera semplice,
salvo complicazioni volontarie, cosa che per altro avveniva spesso. Se guadiamo ai giuristi o ai latinorum di
Don Abbondio, il controllo del linguaggio è sempre stato un controllo sulle anime e sulle persone.
Questa è la prima cosa che dobbiamo eliminare nella pubblica amministrazione, perché se non c’è
trasparenza di linguaggio, non c’è neanche controllo sulle pubbliche amministrazioni, e non c’è democrazia.
Una vecchia frase di Confucio diceva: “Quando le parole perdono significato il popolo perde la libertà” il che
è quasi sempre vero. Se le parole non hanno il proprio significato, come ricordava il Ministro La Loggia, non
c’è evidentemente questo rapporto.
L’altra parte del discorso da affrontare è che viviamo in un mondo complesso, che richiede una
semplificazione nella traduzione verso il mondo esterno. La pubblica amministrazione da questo punto di
vista non è diversa dai commercianti di computer o dai venditori di telefonini o qualsiasi apparecchio
elettronico che ci possiamo portare dentro casa. Abbiamo questo problema come ce l’hanno loro.
Bruno Vespa: Prima che Tullio De Mauro diventasse Ministro, da linguista rifece la bolletta dell’ENEL. Ora
effettivamente la bolletta dell’ENEL è persino eccessivamente chiara e compiacente, ma prima era
assolutamente criptica, l’unica cosa chiara era l’importo. Evidentemente dunque l’ENEL ha affidato ad un
linguista il compito di riscrivere la bolletta. Perché non è possibile ripetere questo sforzo, con i vari De
Mauro, e ce ne sono tanti?
La Costituzione italiana, nonostante dica delle cose impegnative, è scritta abbastanza bene, in maniera
chiara; quando il Signore dettò i dieci Comandamenti fu di una chiarezza esemplare, non c’era possibilità di
dire “non ho capito”. Le strade semplici ci sono, e dunque ispiriamoci no?
Rispondo a due cose. Primo che la bolletta, passando da chilowatt a scatti e diventata a mio avviso ancora
meno comprensibile, ma questo è un problema diverso. Secondariamente ci stiamo attrezzando. Il
Dipartimento della Funzione Pubblica ha già fatto un lavoro su questo, e la nostra scuola ha costituito un
osservatorio per la semplificazione del linguaggio burocratico. Sta cominciando a lavorare adesso sulla base
di quello che è stato fatto in passato, e speriamo che raggiunga un buon risultato.
Sui dieci comandamenti la cosa è invece molto complicata. La traduzione stessa dei comandamenti, quindi
senza entrare in questioni filologiche, è molto complessa: cosa significa esattamente non fornicare?…
La tabella di marcia che abbiamo è quella di formare innanzitutto i dirigenti e i funzionari per il semestre
italiano di presidenza. Per la prima volta la pubblica amministrazione avrà una funzione concertata per
fornire a tutte le circa 2000 persone che saranno implicate nel semestre italiano di presidenza, una
formazione di base uniforme, in modo che dialoghino tra loro, ed una formazione specifica adeguata.
Formazione è un concetto diverso da conoscenza teorica. La nostra pubblica amministrazione presenta un
ottimo livello di conoscenza teorica, ma spesso un livello inferiore di conoscenze pratiche e operative,
soprattutto per quanto riguarda l’Unione Europea. La prima scadenza è esattamente questa, mentre la
seconda è quella un po’ più a lungo termine, e strettamente collegata a quello che diceva il Ministro La
Loggia, che è il problema della trasformazione in senso federale dello Stato. La nostra scuola è nata nel 1957
ed ha cominciato ad operare nel 1962. Le Regioni non esistevano, lo Stato era centrale, ci occupavamo dei
dirigenti dell’amministrazione centrale. Con li nuovo Titolo Quinto questo è solo una parte del lavoro.
Dobbiamo oramai necessariamente formare dirigenti regionali, soprattutto in connessione con i dirigenti
centrali. Ci saranno delle competenze che lo Stato centrale perderà e che le amministrazioni locali
acquisiranno, e bisognerà insegnare ai dirigenti centrali a trasferirle, e agli altri ad apprenderle. Questa per
noi è la frontiera più innovativa della nostra scuola, ma occorreranno un paio d’anni prima che ci arrivino dei
risultati.