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k ronstadt 7
© Massimo Ghimmy
dead
poet
society
periodico bimensile
Numero 7
Mercoledì 3
Novembre 2004
MS
La
turris eburnea
L’università in ostaggio
In questa piccola città, signora mia, alcune persone vivono in una turris L’apertura del nuovo anno ac- serio. La rincorsa alla diversifi- stico è molto più complesso e
eburnea, luoghi di eccellenza, in cui allo studio feroce si unisce il kulo
feroce, a raffinate intelligenze si congiungono raffinate torture. Ma sono
caserme friulane o palazzi rinascimentali? Ma poi, infine, fa nulla. Tanto
è un gioco. Ha ragione, signora, sono tanto dei bravi ragazzi, tanto non è
mai morto nessuno. Sicura? Si dice che negli anni cinquanta dello scorso
secolo ci sia pure scappato il morto. Ma ormai siamo nel ventunesimo
secolo, mi dirà lei, e i ragazzi mantengono vive le antiche tradizioni, con
tutti quei nomi latini, leonatio, che bel nome, vero, lustratio, mattonatio,
ovilatio. Che simpatici, trova anche lei? E poi vanno bene a scuola, a
scuola, ma sono all’università, signora mia, sono maggiorenni, votano.
Hanno la stessa età dei marines di Guantanamo, tanto per dirne una.
Certo, ha ragione, le piacerebbe che suo figlio entrasse in uno di quei collegi. Dovrebbe tenere la media, la terrebbe. Cosa mi dice, lo sa anche lei,
che se sono in difficoltà una mano non la si nega a nessuno. E poi i risultati si vedono, quasi tutti centodieci. È vero, sa, ha ragione. Come dire, la
formazione della nuova classe dirigente. Nipoti di ministri, di ammiragli,
di magistrati e di cardinali. Non posso proprio darle torto.
Ma, signora mia, mi rimangono dei dubbi, anche davanti al suo sorriso
divertito, così pieno di cinico buon senso materno. Mi hanno parlato di
Foucault, galere e ospedali funzionano nella stessa maniera. E anche la
grande distribuzione funziona così. Vuole che la chiami microfisica del
potere, lavaggio del cervello o gestione delle risorse umane. Faccia lei, signora mia, ma a me sembra che ci sia qualcosa che non va. Questo paese
ha davvero bisogno di meno diritto e più marketing? Deve imparare a
convivere con le mafie o può pensare allo stato di diritto?
Ma forse ha ragione lei, alla fine. Il suo tailleur grigio fumo, la messa in
piega e i colpi di sole, le pattine che mi ha fatto mettere, me lo dovevano
far capire. Suo figlio è già stato in collegio.
E poi, ci sono stato anche io.
Emanuele Quinto
2 pagina - strumenti
La Gaia Scienza: Hawking - Censore Cosmico F.C.: 1 a 0?
Internet Pazzo
Espana en al corazòn (parte prima)
3 pagina - terza pagina
ovvero: Ritorti
poesia: anonimo professore di greco e latino suicida
Come si scrive un articolo per Kronstadt: L’eredità del gesto
4 pagina - cronache
Le colonne dell’accesso: Secondo anno
inchiesta: Glossario dei termini collegiali principalmente usati
La bacheca
cademico riporta all’ordine del
giorno il tema della riforma degli
atenei che, con il ministro Moratti, ha avuto l’ultimo episodio
di una vicenda cominciata già
con l’Ulivo con l’introduzione
dell’autonomia amministrativa.
Sull’argomento sono stati espressi già numerosi pareri autorevoli
di rettori, intellettuali e politici
e il mio non aggiungerà, forse,
niente di nuovo. Tuttavia, dopo
una parabola cominciata diversi
anni fa di una tendenza che ha
investito come una rivoluzione
il sistema universitario italiano,
è possibile e, anzi, doveroso,
riportare ancora una volta in
primo piano alcuni elementi
problematici. Un tema critico
per tutte le università è la ripartizione dei fondi. Secondo le più
recenti disposizioni del ministero, condivise in parte dalla Crui
(Conferenza Italiana dei Rettori)
e dal Cnvsu (Comitati nazionale
valutazione sistema universitario), la ripartizione dovrebbe
essere stabilita in base quattro
criteri: il numero di iscritti, i
risultati della didattica e della
ricerca, il tempo di permanenza
della popolazione universitaria
nelle struttura, la valutazione
degli studenti. Partiamo dal primo. La rincorsa alle iscrizioni
ha generato ovunque una serie
di storture. La più evidente è la
rincorsa degli studenti potenziali
da parte delle università che cercano di lusingare in ogni modo
i potenziali iscritti offrendo una
serie quasi illimitata di corsi e di
specializzazioni di ogni genere
dietro i quali non sta nulla di
cazione dei pacchetti formativi
ha portato a moltiplicare le etichette e a inventare i nomi più
fantasiosi, spezzettando corsi
preesistenti o inventando delle
discipline nuove dal nulla, dietro i quali non sempre c’è un
contenuto significativo. Quella
che poteva anche essere un’ opportunità di evoluzione del sistema universitario italiano, non si
è tramutata in una reale crescita
dell’occupazione universitaria e
del livello dell’offerta formativa
perché si è scontrata con gravi
ristrettezze economiche, dovute in gran parte all’autonomia,
che l’hanno svuotata di senso,
costringendo, spesso, i docenti
a un numero enorme di ore di
docenza anche su materie di cui,
spesso, non sono esperti. A questo elemento si aggiunge, come
aggravante della patologia, la
nuova tipologia contrattuale dei
ricercatori che saranno sempre
più delle figure di docenti a tempo perso perché impegnati in
un’altra professione, solo modo
per accettare un contratto capestro come quello a tempo determinato previsto per i ricercatori
e, al tempo stesso, garantirsi un
livello di vita adeguato. Tutto ciò,
ovviamente, a discapito della didattica e delle ricerca. Passiamo
al secondo punto. Definire i criteri di valutazione dei risultati
della didattica e della ricerca è
un problema senza soluzione.
Forse, per alcune discipline più
legate all’oggettività e alla misurabilità, è possibile introdurre
dei criteri oggettivi. Ma per tutte
le discipline dell’ambito umani-
problematico. Cosa può definire
il livello di una ricerca in campo
umanistico? La sua risonanza
nell’ambito scientifico di riferimento? Ma chi fa ricerca sa bene
che i tempi di ricezione della
comunità scientifica sono molto
diversificati, e non sempre la
risonanza di uno studio è una
variabile determinante per il suo
valore intrinseco. Senza dimenticare i discorsi legati al potere
accademico di chi presenta gli
studi e le ricerche. Può essere
un criterio il numero di studi, di
articoli, di monografie prodotti
in un anno? Ma questo sarebbe a
detrimento della qualità del contenuto. Non meno complessa è
l’individuazione dei criteri di valore della didattica, che, di certo,
non può essere valutata solo in
base ai voti, alle ore di lezione,
al numero pagine previsto nel
programma d’esame, al numero
di iscritti ai corsi. Con questi criteri, corsi tenuti da professori validissimi rischiano la soppressione solo per mancanza di iscritti,
o per difficoltà della materia,
anche questo a detrimento della qualità dell’offerta formativa
dell’ateneo. La stortura intrinseca nel terzo fattore, il tempo
impiegato per laurearsi, è facile
a capirsi: induce all’introduzione, nel sistema universitario,
di meccanismi di facilitazione
all’uscita dal percorso formativo;
primo fra tutti l’abbassamento
del livello di difficoltà di corsi ed
esami che si sta riscontrando negli ultimi anni, di cui la formula
3+2 è solo l’ultima degeneraziocontinua a pagina 2
2
La
Gaia Scienza
Hawking - Censore Cosmico
Sono pochi i casi in cui si può dire che
una teoria fisica abbia veramente colpito
l’immaginazione dei non addetti ai lavori,
in modo così intenso da diventare persino
storyline di film hollywoodiani (“Punto
di non ritorno”, “Il buco nero”), come è
successo alla teoria sulla natura dei buchi
neri, una sorta di giganteschi aspirapolvere cosmici, alla cui forza attrattiva nulla
sfugge, nemmeno la luce.
Inutile dilungarci in questa sede sull’origine e sull’ evoluzione di questi corpi celesti
che, da sempre, sono un leit motif della
fantascienza più spinta e che di recente
sono tornati alla ribalta, grazie al loro “padre” Hawking.
Una delle particolarità più critiche della
teoria era il ruolo di censori cosmici attribuito ai buchi neri, che li obbligava a celare per sempre qualunque informazione su
ciò che attraversava quel confine chiamato “orizzonte degli eventi”. Ciò che vi cadeva usciva definitivamente dalla storia del
nostro universo e qualunque traccia della
sua esistenza passata ne veniva cancellata; fino a ora infatti Hawking, tra le varie
teorie corollario, accarezzava l’idea dei
buchi neri come possibili porte di accesso
strumenti
F.C.: 1 a 0?
ad universi paralleli, nei quali i buchi neri
apparissero come buchi bianchi, sorgenti
continue di materia.
Cosa è cambiato rispetto a quanto si sapeva (o si postulava) già? Poco, forse nulla,
forse tutto. E sì perché Hawking una mattina ha sollevato la cornetta e ha chiamato
Curt Cutler, fisico dell’Istituto Einstein di
Golm, chiedendogli di partecipare in extremis alla 17a Conferenza Internazionale
di Relatività Generale e Gravitazione, da
tenuto il 21 luglio di quest’anno a Dublino.
In quell’occasione, perdendo una scommessa fatta qualche decennio prima con
l’amico/collega John Preskill del CalTech,
ha dichiarato di aver risolto, tra gli altri, il
paradosso relativo proprio a questa perdita di informazione.
I buchi neri, dice Hawking, evaporano e,
nell’evaporare, restituiscono informazioni circa il contenuto degli stessi. Nessun
universo parallelo, nessuna violazione
dei principi della termodinamica, nessun
Lavoisier a rivoltarsi nella tomba; ciò che
è caduto nel buco nero non avrà la stessa
forma, ma esisterà ancora la sua traccia:
un duro colpo per la censura cosmica!
In attesa di una futura pubblicazione in
merito, le affermazione dello scienziato
hanno creato un seguito di sostenitori,
ma anche qualche opposizione. Prima fra
tutte quella dello studioso di buchi neri
Roger Penrose, che non si ritiene convinto dalle spiegazioni di Hawking e rimane
ancora saldamente ancorato alla vecchia
teoria.
Ci vorranno probabilmente anni di studio
per avere una risposta definitiva a tale
quesito, confidano principalmente in una
relazione esauriente di Hawking. Anche
se forse l’unica cosa che potrebbe far luce
su questo mistero, un esperimento diretto, rimarrà un’utopia molto a lungo.
Giacomo Carboni
Internet pazzotazione di Schopenhauer si apre una lista
Quale soluzione per salvare il pianeta?
Come possiamo eliminare inquinamento e disastri ecologici, facendo tornare
la Terra alle sue origini? La soluzione è
semplice «eliminare l’homo sapiens» o,
semplicemente, «possiamo vivere a lungo
e sparire».
Così la pensano quelli del VHEMT, il
Movimento per l’estinzione umana volontaria. Non si tratta di un’associazione
con dirigenti, propaganda programmata,
quote d’iscrizione: sono solo persone (con
diverse fedi, nazionalità e idee politiche)
che condividono l’idea di una Terra sana e
libera dall’uomo. Non sono pazzi che pretendono suicidi di massa e non approvano
genocidi, ma propongono soltanto l’idea di
non generare più figli e godersi la vita. Il
loro sito è disponibile in nove lingue e descrive in modo simpatico e completo i loro
precetti. La maggior parte dei documenti
consiste in risposte rapide ed esaurienti
quesiti, di ordine etico e morale, che una
persona esterna al VHEMT potrebbe porre. Variano da “La sovrappopolazione è un
sintomo o la causa dei nostri problemi?” a
“Nella bibbia c’è scritto: «crescete e moltiplicatevi»” a “Avere due figli equivale a
sostituire noi stessi?”
Si tratta insomma di un sito veramente
interessante, e per di più completamente
in italiano. Vale davvero la pena farci un
salto e leggerselo, per lo meno per riflettere (personalmente, sto pensando di aderire...). Ottima la sezione “Non esiste alcuna
valida ragione per far figli?”: dopo una ci-
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Kronstadt ricorda nuovamente: “FATEVI PRENDERE DAL PANICO!”
lunghissima con le tipiche motivazioni di
chi vuole aver figli («adoro i bambini», «è
Espana en el corazon
Pochi conflitti hanno colpito l’immaginario collettivo come la guerra civile
spagnola. Eppure, pochi mesi dopo la sua
conclusione, scoppiò la seconda guerra
mondiale, che, con l’enormità delle sue
tragedie, avrebbe dovuto oscurare quello
che in confronto è stato un conflitto minore. Ciononostante sono più di quindicimila le opere letterarie dedicate allo scontro
tra repubblicani e nazionalisti, e infinite
altre sono quelle che le dedicano almeno
un pensiero e qualche riga: il desiderio di
combattere per la repubblica è uno delle
tante velleità che assillano l’animo di Matteo Delarue, Manuele, il figlio di Aracoeli.
Egli sente “sua” quella guerra, anche se
combattuta da uno zio mai conosciuto,
e perfino una delle tanta donne di Hank
Chinaski ha un fratello “ucciso nella brigata Abramo Lincoln”.
Il durevole interesse per la guerra di Spagna può essere in parte attribuito al fatto
che lo scontro tra i nazionalisti di Franco
e i repubblicani sconfitti non ebbe fine
nel 1939, ma continuò per decenni (basti
pensare che l’ETA nacque nel 1953 in contrapposizione al centralismo franchista),
in parte perché il conflitto permise di
sperimentare tattiche e armamenti che
avrebbero avuto poi larga applicazione durante la seconda guerra mondiale. Inoltre
era intollerabile agli antifascisti di tutto il
mondo che fin negli anni settanta esistesse ancora un regime dittatoriale instaurato
grazie all’aiuto di Hitler e Mussolini, e che
lo stesso Franco non avesse mai concesso
al ricordo della distruzione della democrazia spagnola di sbiadire, sbandierando
continuamente la sua vittoria sul comunismo internazionale per dipingersi come
“Sentinella dell’Occidente” accattivandosi
le simpatie della NATO durante la guerra
fredda,.
La guerra civile spagnola non fu poi un
fatto esclusivamente spagnolo, ma coinvolse direttamente decine di migliaia
d’individui di tutto il mondo. Truppe
italiane e tedesche furono decisive per
la vittoria dei nazionalisti, e volontari di
tutto il mondo combatterono per la repubblica nelle Brigate Internazionali. Le due
fazioni che si scontrarono erano rappresentanti di due tensioni mondiali: da una
parte la reazione conservatrice e clericale,
dall’altra la democrazia progressista, laica
e internazionalista. Anche per questo la
guerra di Spagna non è stata una tragedia
esclusivamente spagnola, ma globale.
continua nel prossimo numero...
Daniele
continua dalla prima
ne, quella che fa della mini-laurea una riproposizione edulcorata
della scuola superiore. E’ sufficiente assistere agli esami per rendersene conto: il livello
di impegno e di preparazione è bassissimo. Infine l’ultimo elemento, il più controverso:
la valutazione degli studenti. Dietro uno strumento apparente di democratizzazione
degli atenei, si nasconde, invece, una forma di disgregazione del corpo studentesco
che non viene più considerato nel suo insieme, portatore di istanze comuni, ma invece
viene considerato solo nei suoi elementi atomici. Esattamente come sta avvenendo nel
mondo del lavoro con l’introduzione della personalizzazione del contratto di lavoro, la
popolazione studentesca viene così disgregata e dispersa in singoli individui di cui non
si stimola più il comunitarismo, il sentimento dell’interesse collettivo, la crescita come
soggetti sociali, ma solo il personalismo, l’individualismo al limite del capriccio infantile, l’immaturità che si trasforma in arma di ricatto contro i docenti, istituzionalizzata
da un sistema di controllo e di ripartizione delle risorse economiche. Si può uscire da
questa situazione di cui l’università italiana si trova ad essere ostaggio? Si può sciogliere
questa dialettica patogena fatta di contraddizioni i cui attori combattono una guerra di
tutti contro tutti? E’ vera autonomia quelle che deve affannarsi a rincorrere i problemi
di bilancio? O forse non dovremmo imparare a rideclinare il concetto di autonomia in
modo diverso, come autonomia dal mercato? E’ una domanda che resta aperta ma che
potrebbe essere un punto di partenza per ripensare il rapporto tra Stato e Università e,
nello specifico, il sistema deleterio dell’autonomia.
Matteo Canevari
Il Divina Commedia
una spinta biologica», «essere madre è la
vocazione di ogni donna», «la gravidanza e
il parto sono esperienze irrinunciabili per
una vita completa») e le relative alternative proposte dal VHEMT.
Links:
Movimento per l’Estinzione Umana Volontaria (italiano):
http://www.siamointroppi.org
Volountary Human Estinction Moviment
(inglese)
Simone Marini
Paninoteca - Birreria
Bruschetteria
Internet Gratis
Locale Climatizzato
Via Dei Mille, 72 -27100 PAVIA
Tel. 0382303476
Aperto dalle 07.00 alle 02.00
Chiuso la Domenica
periodico bimensile
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Kronstadt non è un medicinale ma può indurre sonnolenza
terza pagina
[…] Fra le sue note, Tarrou aveva aggiunto, con una scrittura
più imprecisa del solito: “Domanda: come fare per non sprecare il proprio tempo? Risposta: sperimentarlo in tutta la sua
lunghezza. Modi: trascorrere delle giornate nell’anticamera
di un dentista, su una sedia scomoda; passare la domenica
pomeriggio sul proprio balcone; ascoltare delle conferenze
in una lingua che non si conosce, quando si viaggia in treno
scegliere sempre gli itinerari più lunghi e i meno comodi e
viaggiare in piedi, naturalmente; fare la coda alle biglietterie
degli spettacoli e non andare a vederli, ecc. ecc…” ma subito
dopo questa breve pausa, insolita per lo stile ed il pensiero,
dava inizio sul taccuino a una descrizione dettagliata dei nostri tram cittadini, della loro forma simile ad una navicella,
del loro colore indefinibile, del loro sudiciume abituale e, terminava queste considerazioni con un “c’est remarquable” che
non spiegava nulla. In ogni caso ecco le informazioni date da
Tarrou sulla questione dei topi: “Oggi il vecchietto qua davanti è sconcertato. Non ci sono più gatti. In effetti sono spariti
tutti, eccitati dai numerosi topi morti che si scoprono per le
strade. Il motivo, per me, non è che ai gatti piace mangiare i
topi morti. Mi ricordo che i miei detestavano una cosa simile.
Non è questo che impedisce loro di correre per gli scantinati,
o al vecchietto di esser meno sconcertato. È meno ben pettinato, meno energico. Lo si percepisce inquieto. Nel giro di
un istante, è già filato in casa. Ma anche lui avrà sputato per
terra, una volta, nella vita.
Oggi, in città, un tram è stato fermato perché ci avevano trovato sopra un topo morto, arrivato là non si sa come. Due o
tre donne sono scese. Il topo è stato gettato fuori. Il tram è
ripartito.
All’hotel, il guardiano notturno, che è un uomo degno di fiducia,
mi ha detto che bisogna aspettarsi delle disgrazie da tutti questi
topi. “Quando i topi abbandonano la nave…”. Gli ho risposto che
questo è vero nel caso di un’imbarcazione, ma che non è mai
stato verificato in una città. Ciò nonostante, è rimasto convinto
della sua idea. Gli ho domandato quali problemi, secondo lui, ci
si deve attendere. Non lo sapeva, le sventure sono impossibili
da prevedere. Ma non si sarebbe stupito se si fosse trattato di un
terremoto. Ho riconosciuto che poteva avere ragione, e lui mi
ha domandato se questo non mi spaventava.
La sola cosa che mi interessa, ho detto, è trovare la pace interiore.
Mi ha capito perfettamente. […]”
Stefano Menegon
Ritorti
ovvero c’è fine al peggio, ma poi incominciano le repliche.
da “La peste”
di Albert Camus
Gallimard, 1947
Arriva Novembre e con esso ecco ricominciare gli
spettacoli del grande circo universitario pavese: rette
sfrontate e retti sfondati (mentre il rettore se la ride
sfrontato) ripopolano l’immaginario -e non solo quellodi studenti e affini.
Come a dire: se è vero che alle matricole fanno il culo,
non è che gli altri se la passino proprio bene.
Novembre e il suo clima tipico e tipizzante: la città viene rappresa nella morsa della nebbia che tutto copre e
tutto avvolge.
Nebbia fitta che ti si infila tra le ossa al mattino quando esci di casa per andare a lezione.
Nebbia noiosa che ti fa imprecare tutte le volte che
prendi la macchina.
Nebbia bastarda che porta malinconia, nebbia che ti
prende il cuore e te lo strizza via…
Nebbia ovunque e quantunque.
Nebbia che nessuno può controllare.
Nebbia da digerire.
Le case svaporano e le strade perdono il loro significato
perché ovunque vai, non sai dove vai.
Ovunque vai, se vai, da qualche parte arriverai: come
ad esempio di fronte alla segreteria dell’università, a
passo svelto, convinto di essere il primo e di non dover
fare per forza le tue cinque ore di coda per consegnare
il piano di studi che “ziobonosonoall’ultimogiornoepoipagolamora”.
Ma, come speso accade, il sollievo dell’efficienza che
fino all’ora ti ha scaldato lo stomaco, si va a infrangere,
insieme alla tua fronte, contro la nuca di quello che,
davanti a te è da tre ore che fa la fila e che ti intima,
esplodendo in una serie interminabile di improperi, di
stare attento, di non spingere perché “lì sono già tutti
tesi che si è impantanato il computer e ziobono poi si
paga la mora”.
La nebbia è anche questo: è cozzare gli uni contro gli
altri e incontrarsi a suon di testate.
E’ il riconoscersi sopravvissuti in questo oceano di fuliggine grigia.
E’ il sentirsi in qualche maniera compagni, comunemente uniti nella lotta contro una città che campa sugli
studenti ma che li odia con tutta sé stessa.
Invasori ci chiamano.
In fondo siamo solo degli immigrati venuti a farsi spolpare tra una copisteria, un affitto e un libro di testo.
Un non-luogo, questa Pavia che ci circonda, privo di
una propria identità e che campa sulla nozione di “città
universitaria”… appeso al filo sottile della tradizione.
Città sull’orlo di una crisi di nervi: anche se nessuno lo
sa, è in analisi da anni ormai preoccupata che, prima
o poi, la sopportazione di questi giovani possa finire.
Perché il malcontento può esplodere ovunque e in
qualunque momento: a lezione come davanti alla segreteria dove capita sempre di trovarsi tutti insieme a
lamentarsi del male comune.
Capita… volevo dire… capitava.
La chiamano informatizzazione della burocrazia,
serve a velocizzare le pratiche (salvo strani impasse
tipici del rodaggio del sistema che però mandano nel
panico mezzo mondo) e a rendere tutto più sello, agile,
efficiente e virtuale.
Immateriale.
Svaporato.
Non ci si incontra più in segreteria, non ci si incontra
più alla registrazione degli esami, non ci si incontra
magari neanche più a lezione.
Non ci si incontra più e basta…
Gli studenti, quegli scassa coglioni che avevano comunque un corpo, una massa -critica?- e quindi un
peso -specifico?-, sono diventati una serie di numerini
ben ordinati, ben composti, ma soprattutto ben gestibili.
Una serie di numerini anonimi; come a dire, una serie
di punti interrogativi.
DIVIDI ET IMPERA.
(a Pavia il latino è sempre stato di gran moda)
Moti studenteschi? Cose sorpassate oramai e comunque tutta roba che si può facilmente sigillare all’interno
di un barattolo da riporre in dispensa tra marmellate
e sughi pronti.
Siamo uomini o caporali?
Tra i due hanno optato per la terza via: siamo studenti e con questo la questione è chiusa.
Vedete, a volte, uscendo di casa, capita, come ho già
detto, di incocciare nel muro di nebbia e, sempre a
volte, per scaldarsi un po’, ci si accende una sigaretta.
A guardare bene ci si accorge che il grigio da cui si
è circondati è molto più scuro del fumo che sale dal
mozzicone che si ha tra le dita.
Dicono che il fumo uccide… viene da pensare cosa
possa fare la nebbia.
Forse, all’ingresso della città dovrebbero sostituire le
scritte di quell’inutile e scenografico cartellone luminoso:
anziché “Benvenuti a Pavia” ci sarebbe da mettere un
“Nuoce gravemente a te e a chi ti sta attorno”.
Magari non è dissuasivo, ma, di sicuro, è molto meno
ipocrita.
Simone
ovv
ero
[…]
da
“dodici mezze arance”
di Pablito Maria Esconduras
Dietro la solita porta troverò le solite facce
assenti.
Un motivo in più per varcarla, guardarvi
dritti negli occhi, e sentire di non aver perso nulla, visto che non l’ho mai avuto.
Tre anni: il periodo perfetto per rendersi
conto di come le cose possano essere trascinate, senza far troppo casino e senza
mettere in allarme niente, un attimo prima dell’Apocalisse.
Un perfetto esempio di società animale
allo sfascio, una specie da tenere a mente
come campione negativo…
Se penso all’invidia che suscitavamo nel
quartiere, mi vengono i conati.
Quelle domeniche schifose, piene di convenevoli e sorrisi di circostanza…il fiato
ripugnante del signor Barrado, che vi pagava una miseria e finiva sempre sbronzo
in camera di Betsebita.
- Amado, vieni via da lì che anche la zia
non si sente bene…
Non sarebbe dovuto morire di vecchiaia: i
porci in genere si ammazzano prima.
Certe volte tornavo a casa, e facevo finta di
essere Claudio, il figlio dei vicini; fingevo
di dovermi fermare da voi solo per qualche
ora, fino a che i miei veri genitori non sarebbero passati a prendermi.
Certe volte, quando mi addormentavo, so-
gnavo che fosse vero.
Claudio… l’ultimo giorno che lo vidi fu
quando passai a salutarlo, e gli dissi che
non ci saremmo visti per diverso tempo.
Ricordo il profumo nella sua stanza, l’odore irresistibile delle cialde ancora calde di
forno.
Ricordo il modo in cui mi sorrise, il contorno dei suoi occhi appena deformato dalle
lacrime, un attimo prima di accompagnar-
mi alla porta.
Era sinceramente dispiaciuto, mentre io in
quel momento lo odiavo, per il semplice
fatto di non essere al suo posto.
Qualche anno fa mi dissero che era morto
in un incidente, appena uscito di casa, travolto da una cretina fresca di patente.
Il destino è una puttana sempre in cerca
del cliente sbagliato… o forse semplicemente del più ricco e fortunato.
Numero 12: eccomi qua.
Il solito vialetto poco curato, contornato di
erbacce e sterpaglie d’ogni sorta.
Pochi passi che mi separano dai miei ripensamenti.
Prima di sentire lo scatto secco della sicura, mi guardo riflesso nel vetro della
portiera.
Dietro di me la casa di Claudio, la sua recinzione candida, il suo giardino impeccabile, costellato di primule.
Mi volto per guardare ciò che mi resta di
un’impressione, per vedere se tutto corrisponde a quanto in genere si insinua nella
memoria e rende vividi i ricordi.
Per un istante, nel silenzio grigio di metà
Ottobre, le sensazioni si riducono a un minimo comun denominatore;
i proverbi si stemperano nella loro stessa
arroganza, lasciando posto alla nudità dei
fatti.
L’erba del vicino è solo la più marcia.
pcmb
ANONIMO PROFESSORE DI GRECO E LATINO SUICIDA
Come si scrive un articolo per Kronstadt
L’eredità del gesto
Ho preferito togliere
il disturbo, andar via di
qui, il più velocemente
e il più contro natura
possibile, e siogliere
la squallida giuntura
e la splendida endiadi
del corpo con la mente,
tagliandomi le vene
per far uscire il sangue
infetto di realtà.
Mi dissi con Orazio
e il suo non omnis moriar
(non morirò del tutto):
“Per me sarà lo stesso,”
pensando all’aldilà
e a chi mi vuole bene.
Mi sono ucciso, ebbene,
mi duole dirlo, ma
mi sono sbagliato di brutto.
ampetrosino
cronache
Le
colonne dell’accesso mercoledì
La bacheca
Secondo anno
3 novembre
Bressana Bottarone, discoteca
alla cortese attenzione dei lettori Tabu - Festa universitaria (info:
e delle associazioni 338 1152152)
giovedì 4 novembre
“Secondo anno” non è, con tutta evidenza, il nome di un’associazio- Gropello Cairoli, Agriturismo
ne. Diciamo che c’era bisogno di qualche parola di spiegazione prima cascina Annunciata – “Fervida
Vìna” Degustazione del vivo e
di cominciare con la nuova stagione. L’anno scorso questa colonna abbinamento con i cibi: la regioha dato possibilità alle associazioni per presentarsi: chi sono, da dove ne Piemonte (info: Associazione
vengono, cosa fanno e perché. Uno spazio autogestito e libero come “Pierangelo Martinoli”, tel 0382
lo sono i “Programmi dell’Accesso” della RAI, dalla cui esperienza 817173)
Codevilla, Thunder Road - dalle
abbiamo tratto il nome della rubrica.
ore 20.30 - “Samael”, dalla SvizzePer questo nuovo anno, il secondo, ci proponiamo un lavoro differa (metal) - “flowing tears” - “Lirente. Vorremmo riuscire a stabilire un confronto con le associazioni fend” (info: www.thunderoad.net
sulla base del loro coinvolgimento nella vita della città: quanti iscritti 0383 373064)
hanno, come organizzano le loro attività e come le pubblicizzano,
venerdì 5 novembre
quali sono i rapporti con le altre associazioni e con le istituzioni e, Codevilla,
Thunder
Road
sopra ogni altra cosa, cosa pensano del futuro di questa città. L’anno - dalle ore 20.30 - “Gemboy”,
prossimo, pare, ci saranno delle elezioni e sicuramente, in maniera da Bologna ingresso 8eu (info:
0383
più o meno sotterranea (più più che meno, probabilmente), gli uni e www.thunderoad.net
373064)
gli altri degli schieramenti partitici si muoveranno: lusingando, ricoChiesa di San Francesco Maggionoscendo, impegnandosi e promettendo. re - ore 21 - I Solisti di Pavia. ConEcco ci sembrerebbe molto più de- certi Brandeburghesi e Suites per
mocratico e utile per la nostra città violocello (info: 0385 246821)
se le associazioni stesse potessero
“prevenire” questi piccoli siparietti, sabato 6 novembre
fastidiosi e antichi, di attenzioni Casorate Primo, P.zza Donatori
interessate e carità pelose, uti- del Sangue - ore 8 - 18 - Mercatilizzando, tanto per cominciare, no dell’usato (info: 339 2697658)
sabato 6 novembre
questa piccola colonna. Per spie- Oasi Lipu, Bosco Negri, via Bragare, appunto, cosa ci si aspetta mante 1 - Pavia - ore 15.00-17.30
dal futuro, dove si vuole andare - L’ABC dei funghi Corso di micologia – “I funghi di un bosco”
a parare e perché.
Questo sarà anche l’impegno Teatro Fraschini - ore 20.30:
Lirica - “La traviata” Direttore
della redazione di Kronstadt che
d’orchestra Marcello Bufalini,
metterà in campo le sue energie regia Marco Gandini (info: 0382
anche con altre iniziative.
371202)
Ci aspetta un anno divertente, Codevilla, Thunder Road - dalle
ore 20.30 - “Rad1” ingresso 5 €
non temete…
Emanuele Quinto (info: www.thunderoad.net 0383
373064)
Glossario
dei termini collegiali
Chi volesse avviarsi da profano alla scoperta
del meraviglioso mondo dei collegi di Pavia,
non dovrebbe mai farsi mancare nel taschino
un glossario con i termini fondamentali in
uso da quelle parti: sarebbe imperdonabile
ritenere di partecipare a una candelatio, e poi
trovarsi invece nel bel mezzo di una mattonatio…
Kulo: è il termine con cui viene designato,
globalmente, l’insieme di sevizie fisiche,
mentali e morali perpetrate a danno delle
sciagurate matricole. Pare che quella insolita
K iniziale abbia lo scopo di rivestire il termine
di sentimenti politici, giacchè, si dice, la sua
fisionomia germanizzante arricchirebbe di un
colorito destrorso chi ne fa uso.
Matricola: detta anche M.Q.M (Minus Quam
Merdam) è solitamente il piatto forte delle ricche serate collegiali: la sua grande importanza
è sottolineata dal fatto che, senza di essa, non
esisterebbe il Kulo, di cui pertanto la matricola
è da additare quale sola e unica responsabile.
Trattamenti cosmetici
Flettersi: esecuzione di un adeguato numero
di piegamenti sulle braccia o sulle gambe; ottimo esercizio di fitness suggerito dagli anziani
più di buon cuore nel più puro e sincero interesse per la salute e la costituzione atletica dei
più giovani (mens sana…).
Shampoo nel cesso: beh, qui forse non serve
la glossa; pare che abbia trattamenti benefici
per la cura delle doppie punte e per prevenire
la calvizie precoce, ideale per capelli grassi.
Lustratio: applicazione di una cospicua dose
di lucido da scarpe su estese superfici del
corpo della matricola; poiché questa pratica
è generalmente intesa quale punizione da
infliggere alla matricola per la sua arroganza, i
suoi peccati, o la sua semplice esistenza.
Gioventù bruciata
Candelatio: applicazioni di cera calda o di
intere candele accese in luoghi riservati,
solitamente, ad altre funzioni e, soprattutto,
riservati.
periodico bimensile
Numero 7
Mercoledì 3
Novembre 2004
sabato 6 novembre
Voghera, Palatexas, via Morato, 18 - fino domenica - “Pink
Panthers treffen” raduno Motociclistico
(info: 0383-364631
- www.cowboys.it)
domenica 7 novembre
Biblioteca Bonetta - ore 11 - “Incontri con gli autori” Incontro
con Aldo Forbice: “Orrori sui
bambini del mondo” (info: biblioteca Bonetta)
Musei civici - Castello di Pavia
- ore 11 - Visite ai Musei Civici,
visite guidate alla sezione romanica.
Piazza della Vittoria - ore 8.3019.00 - Mercatino dell’antiquariato.
lunedì 8 novembre
Santa Maria Gualtieri, piazza
della Vittoria - fino al 27 - Programma Ottocento” Parte della
rassegna “Le mostre in Santa
Maria Gualtieri” ( info: Comune
di Pavia - settore cultura, tel 0382
399372)
Teatro Fraschini - ore 20.30:
Lirica - “La traviata” Direttore
d’orchestra Marcello Bufalini,
regia Marco Gandini (info: 0382
371202)
mercoledì 10 novembre
Bressana Bottarone, discoteca
Tabu - Festa universitaria (info:
339 7185554)
giovedì 11 novembre
Godiasco, Piazza Mercato-Piazza
della Fiera - ore 8 - 18 - “Fiera di
S. Martino” Fiera agricola, mercatino dell’antiquariato, polenta e
salamini. Serata danzante (info:
0383 940932)
venerdì 12 novembre
Canneto Pavese, dalle ore 10
- Festa di San Martino e del
principalmente usati
Graticolatio: si arroventa ben bene la rete di
un letto ponendovi sotto bacinelle di alcool
incendiato e ci si fa saltellare sopra la matricola felice, e in mutande. Ispirata ai santi
trattamenti della Santa Inquisizione, bei tempi
di cui a Pavia non si cesserà mai di celebrare
i protagonisti…
Marchiatio: si applica (o si fa finta di farlo,
più probabilmente) un marchio a fuoco con lo
stemma collegiale sul posteriore dell’incauta
matricola.
Soluzioni acquose
Idrantatio: visto che nessuno appicca mai il
fuoco ai collegi, tutti quegli idranti dovranno
essere pure usati in qualche modo, no?
Lagunatio: si tappa lo scarico del lavandino
di una stanza matricolare mentre la matricola
non c’è, si lascia andare l’acqua a gogò, e dopo
qualche ora si torna a controllare i risultati
dell’esperimento. Le varianti sono numerose…
Bigatio: a detta di tutti quelli che vi hanno
partecipato, la pratica più divertente, ma anche l’unica in cui si siano verificati danni seri
alle persone: si tratta di una spettacolare corsa
di bighe alla Ben Hur, nella quale Ben Hur
è interpretato da un pluribollato, i destrieri
dalle matricole di più robusta costituzione e
la biga, a seconda del collegio, da una copeta, uno zerbino o un letto. In generale viene
utilizzata una quantità paurosa di acqua, o sui
destrieri o sui pavimenti, per rendere la corsa
più spettacolare.
Vascellatio: tutti i desperados del prim’anno
su una scialuppa malferma (un letto), e qualcuno anche sotto la scialuppa… soli contro la
tempesta (degli idranti).
Un giorno da leoni
Leonatio: i domatori, fruste in mano, in piedi
sulle sedie, fanno entrare nella corrusca arena
le indomabili belve: queste, istigate dai domatori, vestite solo dei loro slip e del loro coraggio, gareggiano a due a due in un aspra gara di
corsa a gattoni intorno a un tavolo: vince chi
riesce a dare per primo un bel morso ai quarti
posteriori dell’altro. Si va a eliminazione diretta; chiaramente, tra i domatori si accettano
scommesse. Divertentissima, ma devastante
per le ginocchia, che vengono ridotte a brandelli di carne sanguinolenta. Diffusa nei collegi storici (Ghislieri, Borromeo, Cairoli).
Ovilatio: le povere matricole, quasi ignude,
trasformate in un branco di lanosi pecoroni
belanti, vengono accalcate dai premurosi
bifolchi nella calda sicurezza di un ovile, dal
quale non potranno uscire che il giorno successivo. Stretti, stretti tutta la notte. Attestato
in quasi tutti i collegi, femminili compresi.
Altre chicche
Mattonatio: di essa si può dire solo che sicuramente è avvenuta in passato: rimane un mito
nei collegi, una leggenda che aspetti solo una
mente audace per ritornare ai suoi antichi
splendori… in fin dei conti è facile, ci vogliono solo quattro ingredienti: una finestra, una
corda, un mattone e una matricola. Si lega un
capo della corda a un mattone, l’altro capo alle
pudenda della matricola, e si getta il mattone
fuori della finestra…
Il tè: geniale… uno fa la teiera, mettendo la
bustina in bocca, con la salivazione fa colare il
tè nella tazzina; un altro fa lo zucchero, sforforandosi abbondantemente e rovesciando il
tutto sopra la tazzina, un terzo fa il cucchiaino, rimestando col dito la tazzina, un quarto
beve il tè… voi penserete che quest’ultimo è
quello a cui va peggio: ma provate a pensare
alla tazzina sdraiata per terra, con la bocca
spalancata.
Nutellatio: (attestata solo al Ghislieri) una
matricola, la meno appetibile di tutte, viene
trasformata nel piatto forte della serata… stesa
su un tavolo, denudata e ricoperta delle peggio cose (in genere prodotti kulinari buoni di
per sé, ma micidiali se accostati tra loro, quali
nutella, maionese, burro, pomodoro, miele,
senape) in attesa di essere divorata dai suoi
famelici compagni.
Simone Paru
Ringraziamento
Allineamento
macchine agricole sul piazzale
della Chiesa, S. Messa del Ringraziamento nella Chiesa Parrocchiale con la Corale di Canneto,
Benedizione dei mezzi agricoli,
“Castagnata a tappe e vin brulè”,
Bancarelle e prodotti tipici (info:
Presidente della Pro-loco, tel 339
1780790)
Chiesa di San Francesco Maggiore, P.zza San Francesco - ore
21.00 - “Bach in San Fanncesco
Maggiore”: Suite n. 3 in Do maggiore BWV 1009 per violoncello
solo, Concerto Brandeburghese
n. 3 in Sol maggiore BWV 1048,
Suite n. 4 in Mi bemolle maggiore BWV 1010 per violoncelo solo,
Concerto Brandeburghese n. 4
in Sol maggiore BWV 1049 (info:
0385 246821)
Palazzetto dello sport - ore 21
- Concerto Francesco Guccini ingresso 22,50 € + prevendita.
Codevilla, Thunder Road - dalle
ore 20.30 - “asilo Republic”, tributo a Vasco Rossi ingresso 5 €
(info: www.thunderoad.net 0383
373064)
sabato 13 novembre
Musei civici - Castello di Pavia
- ore 11 - Visite ai Musei Civici
visite guidate alla gipsoteca.
Stradella, Allea Mariano Dallapè
e p.zza Trieste - ore 8.30-18.00
– “Antiqua e Strabio” Mercatino
antiquariato e biologico (info:
0385 246821)
Codevilla, Thunder Road - dalle
ore 20.30 - “Mister x” e “Groova”
tributo ai subsonica ingresso 5 €
(info: www.thunderoad.net 0383
373064)
domenica 14 novembre
Broni, Piazza Garibaldi - via Emilia - ore 7.30-18.00 - Mercatino
dell’antiquariato
Canneto Pavese, dalle ore 10
- “Fiera di S. Martino” Castagne,
vin brulè e degustazione vino
novello (info: 0385 88067)
Montalto Pavese, P.zza V.Veneto
- ore 9 - 18 - “Fiera di S. Martino”
Artigianato, vini e prodotti locali
(info: 0383 870419)
Musei civici - Castello di Pavia
- ore 11 - Visite ai Musei Civici
visite guidate alla sezione longobarda
Codevilla, Thunder Road dalle ore 20.30 - degustazione
di “Alain Caron band” (info:
www.thunderoad.net
0383
373064)
www.inventati.org/hackeralbum
i disegni di questo numero sono di
Angelo Rindone / Hacker Art
ronstadt
periodico bimensile
Numero 7
www.upartaid.net/kronstadt
[email protected]
Abbonamenti:
20 euro annuale
C.C.P. 51533743
intestato ad “Up Art Aid”
causale “Kronstadt”
Direttore Responsabile
Salvatore Gulino
Questo non è un messaggio subliminale: quando finite di leggere queste righe mandateci i vostri scritti, link preferiti, immagini, eventi:, [email protected]
Reg. Trib. PV - Stampa: Cooperativa Sociale “Il Giovane Artigiano”, Pavia - Chiuso in Redazione 27-10-2004 - Tiratura 2000 copie - 2004, Alcuni diritti riservati (Attribuzione–NonCommerciale–Condividi allo stesso modo )
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Kronstadt è tornato e ringrazia anche chi non andrebbe ringraziato