Crociere e ferry, così finisce la Guerra fredda dei Caraibi

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Crociere e ferry, così finisce la Guerra fredda dei Caraibi
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SABATO
9 APRILE 2016
economia & marittimo
IL SECOLO XIX
Ma l’Avana non vuole i cubano-americani
IL CASO
FABIO POZZO
CROCIERE e traghetti per met­
tere fine alla Guerra Fredda dei
Caraibi. Le banchine significa­
no merci, affari, ma è soprat­
tutto con le navi bianche (e tra­
ghetti) dalla Florida che Cuba
potrà riaprirsi al mondo, e in
particolare agli Stati Uniti, do­
po gli anni dell’embargo. Gli
esperti del settore stimano per
l’isola un movimento di 1,4 mi­
lioni di crocieristi nel primo
anno post­bloqueo, e di almeno
4 navi al giorno a regime, vale a
dire risolti i problemi della
funzionalità dei terminal e
punti di attracco; un numero di
ospiti destinato ad aumentare.
Più circa un milione l’anno di
passeggeri dei ferry, con alme­
no due­tre linee probabilmen­
te basate anche nel porto stra­
tegico di Mariel, che dista solo
una sessantina di chilometri
dalla capitale (in avanscoperta
su questo fronte andò Aldo Gri­
maldi, fondatore di Grandi Na­
vi Veloci, già al tempo di Ful­
gencio Batista).
Crociere e ferry, così finisce
la Guerra fredda dei Caraibi
Stimati 1,4 milioni di passeggeri nel primo anno post-embargo
tur Prima, già Italia Prima, l’ex
Stockholm recuperata dalla
Nina Navigazione di Vittorio
Chiesa, poi è affidata in gestio­
ne alla Festival – ribattezzata
Caribe ­. Italiana è anche la re­
gia dei terminal dell’Isola, affi­
data alla Silares Terminales del
Caribe, partecipata dal gover­
no dell’Avana tramite la Cu­
banco Sa, una joint­venture
guidata e presieduta dall’im­
prenditore genovese Alfonso
Lavarello.
Il mercato cresce sino al
2005, con punte di 120 mila
passeggeri l’anno, quando il Li­
der Maxìmo punta l’indice
contro le love boat. «Visitano i
Paesi lasciando immondizia e
lattine vuote per alcuni mise­
rabili centesimi». Fine dei gio­
chi. Resistono solo pochi ope­
ratori, come Hapag­Lloyd e
Thomson Cruise e, più di re­
cente, la canadese Cuba Cruise,
che in partnership con la greca
Celestyal Cruises ha lanciato
crociere tra Giamaica e Cuba
con tariffe da 850 dollari.
Il cambiamento, però, era
nell’aria. Complici anche le
malinconiche dimissioni di Fi­
del. A riaprire i giochi delle cro­
ciere – quelle dei grandi player
ANNI NOVANTA
L’ULTIMA RIVOLUZIONE
A fare da apripista
la Costa Playa
Un genovese
alla regia dei
terminal dell’isola
A maggio lo scalo
della prima nave
Usa dopo 54 anni
E Msc Crociere
raddoppia
È stato Barack Obama a par­
lare di crociere durante la sua
recente visita all’Avana, dopo
lo storico incontro con Raùl Ca­
stro. E non è un caso se il gover­
no cubano abbia dato conte­
stualmente il via libera a Carni­
val Corp., che dal Primo mag­
gio scalerà Cuba con l’Adonia,
una nave ex P&O dalla capien­
za di 704 passeggeri per cro­
ciere domenica­domenica con
attracchi all’Avana, Cienfue­
gos e Santiago de Cuba sotto i
colori della Fathom, un nuovo
marchio con valenza turismo
culturale. Anche se proprio ieri
si è aperto un caso politico per
lo stop dell’Avana («Non sbar­
cheranno»; una «discrimina­
zione», per gli interessati) ai
passeggeri americani ma nati a
Cuba, che potrebbe mettere in
forse il viaggio inaugurale.
Un’apertura, cubano­ame­
Una love boat a Cuba: nel 2005 il traffico passeggeri era di circa 120 mila unità l’anno, presto potrebbero essere 10 volte tanto
Anni ’90: il genovese Alfonso Lavarello mostra a Fidel Castro il
plastico del terminal Sierra Maestra S. Francisco dell’Avana
ricani a parte. non scontata, es­
sendo l’isola off limits per le
navi di Compagnie Usa da oltre
mezzo secolo, e che in un certo
senso è comunque il semaforo
verde alla normalizzazione. E
agli affari, naturalmente, che
puntano molto sul turismo dal
mare: le navi, a ben guardare,
consentono controlli piuttosto
stretti e si mettono in scia le ca­
renze ricettive dell’isola in fat­
to di alberghi. Del resto, l’inte­
resse per l’isola della rivoluzio­
ne non manca. «Sappiamo che
c’è una domanda crescente tra
gli americani per visitare Cu­
ba» riconosce Arnold Donald, il
ceo di Carnival. Sempre secon­
do alcuni osservatori, almeno
la metà dei crocieristi che at­
tualmente navigano nei Carai­
IL COMPLEANNO!
bi potrebbero e vorrebbero
(stufi delle solite isole) passeg­
giare sul Malecón. Dunque, è
facile anche prevedere che do­
po Carnival otterranno l’ok a
scalare l’Avana anche gli altri
colossi Usa delle crociere.
E’ un ritorno al passato. Pri­
ma che il regime di Batista fos­
se rovesciato da Fidel Castro
non mancavano linee di navi­
gazione tra gli Stati Uniti e Cu­
ba, anche se all’epoca le crocie­
re non avevano ancora il sapo­
re del turismo organizzato.
L’isola caraibica era la meta del
divertimento e del lusso, della
notte e del vizio. Nemmeno la
rivoluzione mise fine alle love
boat, che continuarono a scala­
re l’isola. Solo, non dovevano
avere a poppa la bandiera a
stelle e strisce, stoppate dal­
l’embargo (bloqueo, blocco per
i cubani) del Proclama 3447 di
J.F. Kennedy (1962) e successi­
vi rinforzi, come la legge Torri­
celli del 1992 che impone tut­
tora la messa al bando di 6 mesi
AP
dai porti Usa alle navi che ab­
biano toccato un porto cubano.
A fare da apripista all’era
moderna delle crociere mo­
derne è l’italiana Costa: il 5 di­
cembre 1995 attracca al termi­
nal Sierra Maestra S. Francisco
dell’Avana il Costa Playa con
crociere settimanali per tutto
l’anno (analogamente per gli
hotel sbarca in maniera signifi­
cativa la catena spagnola Me­
lia). Poi arrivano tutti gli altri
fumaioli. Anche per la Compa­
gnia genovese, però, l’Avana
diventa off limits: accade nel
dicembre 1997, quando la
Compagnia è passata all’ame­
ricana Carnival. E così è stato
anche in seguito, nel 2005, per
la spagnola Pullmantour, ac­
quistata dalla Royal Caribbean.
Le crociere, però, nel frattem­
po non si fermano: a Cuba con­
tinuano ad operare inglesi, te­
deschi, greci, portoghesi, fran­
cesi; Aida, Airtours, Club Med,
Epirotiki. E anche gli italiani: la
capitale è home port della Val­
del settore ­ a Cuba è Msc Cro­
ciere dell’italiano Gianluigi
Aponte (già primo operatore di
container a Cuba), che stringe
col governo un accordo per
scalare l’isola con le sue navi: la
prima è Msc Opera, dal dicem­
bre scorso con home port
l’Avana per itinerari nei Carai­
bi; e dal prossimo inverno ci
sarà anche Msc Armonia.
Infine, Obama. «Siamo pron­
ti a perseguire legami più com­
merciali, per creare posti di la­
voro e opportunità per i cubani
e gli americani» ha detto in
mondovisione. Rimossa Cuba
dalla lista Usa delle nazioni con
una sicurezza portuale inade­
guata, ha aggiunto, «è venuto
meno anche l’ultimo ostacolo
per la ripresa di crociere e tra­
ghetti…». L’ultima rivoluzio­
ne.
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