Lavoro, quattro nuovi percorsi
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Lavoro, quattro nuovi percorsi
XIV Economia & LAVORO MONDO PADANO Venerdì 30 settembre 2016 L’intervista La dr.ssa Vanna Poli racconta studi, aspettative e professione a Mondo Padano La cura della psiche per missione In questo settore la professione di infermiere ha subito un’autentica rivoluzione o di Emilio Croci p D al 2007 la cremonese Vanna Poli è Respon‐ sabile infermieristico del Dipartimento salu‐ te mentale dell’ASST di Cremona. Il suo è un percorso parte da lontano, come una sorta di investitura: «L’idea e la scelta di diventare infermiera nasca da un background storico, perché a‐ vevo una infermiera in famiglia. La formazione infermieristica in ambito psichiatrico nasce da un suggerimento famigliare, di prati‐ ca assistenziale del padre in un i‐ stituto psichiatrico». Si può dire che per lei la professione sia stata una scelta naturale? Con un gioco di parole, la chiame‐ rei una strada instradata. Erano tantissime le possibilità di essere collocata, però avevo dei riferi‐ menti ed un orientamento che ha indirizzato le decisioni sul mio fu‐ turo professionale. Quanto conta l’attività di tirocinio nella formazione di un infermiere? È una esperienza professionale fondamentale. Lo studente infer‐ miere deve riuscire a fare pratica in più settori possibili e se poi tro‐ verà collocazione nella disciplina che più lo stimola, sarà anche un infermiere maggiormente appa‐ gato. Qualunque tirocinio va ef‐ fettuato con la massima dedizio‐ ne e chi non riconosce in questo percorso la propria strada, do‐ vrebbe coscientemente modifica‐ re le proprie scelte. Anche la professione si è evoluta da quel momento in poi. Oggi chi sceglie di lavorare in ambito psi‐ chiatrico, è supportato, sin dall’i‐ nizio, da una formazione scienti‐ fica rigorosa ed un orientamento formativo importante. Fare l’in‐ fermiere in questo settore, pre‐ suppone una conoscenza sanita‐ ria della patologia. Nella foto la dr.ssa Vanna Poli Qual è l’iter per arrivare svolgere questa professione? La formazione di base prevede, dopo i cinque anni di scuole supe‐ riori ed il superamento dell’esa‐ me di maturità, l’iscrizione ad u‐ na laurea universitaria di durata triennale, che prepara come in‐ fermiere generalista su tutte le discipline. Anche la disciplina psichiatrica fa parte del program‐ ma di studi universitario. Poi come ci si può specializzare? Successiva‐ mente al trien‐ nio si può sce‐ gliere un ma‐ ster di primo livello in salu‐ te mentale. Oppure un altro per‐ corso, sem‐ pre attra‐ verso un master, che Che cosa significa oggi svolgere la professione di infermiere in ambito psichiatrico? Siamo fortunatamente usciti da un ruolo custodialistico e di sor‐ veglianza, orientandoci su com‐ petenza assistenziale e riabilitati‐ va. In passato era tutt’altro che assistenza. Si spieghi... È cambiato tutto tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, con la legge che ha im‐ posto la chiusura dei manicomi. prepara alla psichiatria territo‐ riale. È un master di case mana‐ gement, che aiuta a formare l’in‐ fermiere per la gestione di tutto il percorso assistenziale del pazien‐ te, dal trattamento nella fase acu‐ ta, all’inserimento in comunità o nel contesto famigliare e sociale come del mondo del lavoro. Quali sono i pazienti che supportate nella struttura in cui svolge la sua professione? Partiamo dal dire che spesso la diagnosi non determina la gravità del paziente. In ge‐ nere i pazienti più trattati sono affetti da disturbi psico‐ tici, come la schizofrenia, di‐ sturbi della personalità, disturbi affettivi. Quali sono le fasce di età? Nelle diverse strutture dell’unità operativa sono rappresen‐ tate tutte le fasce d’età, ma va sot‐ tolineato come è particolar‐ mente emer‐ gente, so‐ prattutto in ospedale, il ricovero di pa‐ zienti an‐ ziani con disturbi comporta‐ mentali dovuti a demen‐ ze da un lato e di adole‐ scenti in In provincia sono 2.900 gli iscritti Gli iscritti al collegio Ipasvi di Cremona sono 2.900, per la maggior parte donne: sono 2505 le femmine e ‘solo’ 395 i maschi. Il gruppo più numeroso è composto dagli iscritti con un’età compresa fra i 41 e i 50 anni, con 1.246 unità. Seguono gli iscritti compresi fra i 51 e i 60 anni (716), prima di un altro gruppo, piuttosto nutrito (455), composto dagli iscritti con un’età compresa fra i 31 e i 40 anni. Seguono poi gli infermieri con un’età compresa fra i 20 e i 30 anni (321), gli iscritti fra i 61 e i 70anni (130), e per finire il gruppo di iscritti fra i 71 e gli 80 anni (41), e gli ultraottantenni (3). IL DIFFICILE EQUILIBRIO FRA EFFICIENZA ED EQUITÀ Lavoro, quattro nuovi percorsi Quattro nuovi ambiti per i professioni‐ sti infermieri nel nuovo modello dei percorsi di cura integrati tra ospedale e territorio e tra territorio e ospedale, senza dimenticare, evitandolo, l’isola‐ mento sociale che può essere causa di frequenti riospedalizzazioni: infermie‐ ristica di famiglia‐comunità; assistenza infermieristica domiciliare; assistenza infermieristica ambulatoriale; ospeda‐ li di comunità. Si articola su questi car‐ dini il contributo della Federazione na‐ zionale Ipasvi al documento del Tavolo tecnico per la professione infermieri‐ stica, voluto e insediato al ministero della Salute a inizio estate e che sta per concludere la sua prima fase di lavoro con l’elaborazione di un documento di sintesi che presto approderà sul tavolo delle Regioni. «La presa in carico degli assistiti, territoriale e ospedaliera – spiega Barbara Mangiacavalli, presi‐ dente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi ‐ deve prevedere un mo‐ dello che si caratterizzi per la capacità di porre il paziente al centro del per‐ corso di cura, puntando all’integrazio‐ ne e alla personalizzazione dell’assi‐ stenza. E’, infatti, funzionale allo svilup‐ po e all’utilizzo dei percorsi clinico as‐ sistenziali integrati, la traduzione loca‐ le delle linee guida nella pratica clinica, cosa che pare rispondere meglio non solo ai bisogni assistenziali di pazienti sempre più anziani e affetti da com‐ plesse polipatologie, ma anche alla ne‐ cessaria integrazione multidisciplinare e multiprofessionale». Il riorientamen‐ to dell’intera offerta assistenziale per garantire efficaci strategie preventive e pro‐attive deve, secondo Mangiacaval‐ li, garantire la “continuità assistenzia‐ le”. «L’attivazione cioè di percorsi di cu‐ ra attraverso l’adozione di opportuni strumenti di raccordo e di professiona‐ lità appropriate, come ad esempio quella infermieristica, per rispondere ai nuovi bisogni. Anche nel recente Pia‐ no nazionale per la cronicità la profes‐ sione infermieristica è indicata come la professione in grado di perseguire po‐ sitivi risultati nell’esercizio della fun‐ zione di “care management” e quindi nella gestione della continuità assi‐ stenziale e del lavoro in rete». Ripro‐ gettare o cambiare un’organizzazione sanitaria, soprattutto in un’ottica di scarsità di risorse, significa ricercare e trovare l’equilibrio tra efficienza ed ef‐ ficacia del sistema e la sua equità: l’e‐ quilibrio si ottiene definendo nuove re‐ gole organizzative e delineando attitu‐ dini professionali, competenze tra‐ sversali degli attori del sistema. Signi‐ fica mettere in campo una “sanità di i‐ niziativa”, come delinea il documento. avvio di una chiara diagnosi psi‐ chiatrica dall’altro. Questi ultimi sono sempre più frequenti e non sono solamente una conseguenza ad una condizione di vita sociale, come erroneamente si tende a pensare. IL TIROCINIO Quali sono le problematiche maggiori in questo tipo di pazienti? I soggetti adolescenti con disturbi necessitano di una competenza professionale e relazionale parti‐ colare. Spesso il contesto in cui vi‐ vono questi pazienti non aiuta il lavoro dei professionisti sanitari; pochi punti di riferimento, l’uti‐ lizzo di stupefacenti mezzi di co‐ municazione che allontanano dall’altro anzichè avvicinare. Fondamentale per fare esperienza in settori diversi e da farsi con dedizione Parliamo di lavoro. L’infermiere è una professione che offre possibilità di occupazione per i giovani? In generale il numero di posti ga‐ rantisce la collocazione di tutti gli studenti. Ed è una professione ambita, anche se purtroppo, nell’accesso ai corsi di studi, non sempre è una prima scelta. FORMAZIONE Cosa intende? Ci sono persone che la scelgono a seguito dell’esclusione dai corsi di studi in Medicina o Fisiotera‐ pia. Però è comunque alto il nu‐ mero di coloro che la ritengono u‐ na prima opzione. A livello terri‐ toriale la professione offre sboc‐ chi ed ha un grande potenziale. Nell’ambito della salute mentale valgono le stesse dinamiche? Certo, anche in forza della riorga‐ nizzazione dei servizi e del futuro turnover dei professionisti. Le possibilità di impiego esistono, però deve essere una scelta con‐ sapevole e motivata. L’infermiere in ambito psichiatrico deve conoscere la patologia OPPORTUNITÀ Il numero di posti garantisce la collocazione di tutti gli studenti Che qualità deve avere, nello specifico, questa figura professionale? Una importante formazione di base, la capacità di relazionarsi e di accogliere la diversità. Sono pa‐ zienti i cui risultati non si vedono nell’immediato, occorre pazien‐ za. Salute, cantiere aperto per la governance Tavola rotonda “Modelli innovativi di gover‐ nance e riforma dell’art. 117 del titolo V” or‐ ganizzata dall’Associazione Culturale Giusep‐ pe Dossetti: obiettivo, ridisegnare una nuova Governance della Salute. Il documento di sin‐ tesi presentato in occasione della tavola ro‐ tonda, afferma Claudio Giustozzi, Segretario Nazionale dell’Associazione Giuseppe Dos‐ setti, è il frutto di cinque mesi di lavoro con gli stakeholders del comparto nazionale del‐ la Salute all’interno del Tavolo di lavoro indi‐ pendente promosso dall’Associazione e vuo‐ le delineare e puntualizzare un importante restyling del SSN. Il lavoro, con‐ tinua il Segretario, si articola in 10 punti che vogliamo offrire al dibattito po‐ litico nazionale, per ridisegnare il rapporto tra Governo centrale e Regioni, le relazioni tra ricerca e industria, il ruolo dell’innovazione, il ruolo delle as‐ sociazioni di pazienti e non solo. Con questo documento l’Associazione Dos‐ setti vuole offrire contenuti e prospettive a supporto di quella che si presenta come una delle maggiori sfide che lo Stato e le Regioni si trovano ad affron‐ tare, anche in vista del voto referendario autunnale. In questo momento sto‐ rico così impegnativo per il nostro Paese – conclude Giustozzi – è importante sviluppare politiche chiare e non approssimative proprio nell’ambio della Sanità, tese, tra gli altri interventi, all’istituzione di un Super Ministero della Salute e delle Politiche Sociali che possa superare una visione a comparti‐ menti stagni dei capitoli di spesa socio‐sanitaria e farmaceutica, in difesa dell’Art. 32 della nostra Costituzione e del diritto inalienabile alla Salute.