Per Santa Margherita , concorso letterario “letti in un sorso
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Per Santa Margherita , concorso letterario “letti in un sorso
Per Santa Margherita , concorso letterario “letti in un sorso” BENEDETTO , di Giovanni Pacella e Mario Zuffada. Il tramonto , a settembre , tinge di rosa le zolle della recente aratura , tutto è più dolce ed il paesaggio di questa collina piacentina , così aspro d’inverno con galaverna e neve e nebbia e così ostile d’estate con il termometro che sembra scoppiare , si ammorbidisce come d’incanto. Benedetto mi aiuta a raccogliere la prima bianca , una Malvasia profumata e dal colore giallo intenso. “ Ma perché t’hanno chiamato Benedetto ? Non è un nome delle nostre parti. “ “Hai ragione , sono stato battezzato come Benito che allora , 1939 , sembrava beneaugurante , poi , finita la guerra , ai miei genitori è stato consigliato , per prudenza , di trasformarlo in Benedetto. Ma per me l’uno o l’altro non fa differenza” Una poiana disegna cerchi nel cielo , si abbassa disturbando una coppia di cornacchie che le si avventano addosso perché ha invaso il loro territorio. Sembrano aerei in evoluzione , picchiate , assalti , colpi d’ala , tutto dura pochissimo e la poiana , anche se più grossa , ha capito e se ne va. Benedetto non si è distratto , solo io ho seguito la lite dei pennuti , per lui fa parte degli avvenimenti naturali come l’improvviso apparire di un capriolo tra i filari o la terra smossa dal grifo dei cinghiali durante la notte alla ricerca di tenere radici , ma io vengo dalla città e per me sono tutte emozioni meravigliose. Stacca con perizia , amorevolmente , i grappoli d’uva , li trattiene qualche attimo nella mano prima di deporli nel cesto , togliendo qualche fogliolina rimasta attaccata , dice : “ L’uva matura è come il seno di una bella donna , toccarla , tenere il grappolo nell’incavo della mano mi dà una sensazione quasi erotica “ e prosegue cambiando ragionamento , seguendo il filo dei suoi pensieri , “ alcuni acini , quelli dei grappoli più vicino a terra sono stati beccati dai fagiani e dalle pernici , ne hanno diritto certamente , ma fra qualche giorno si apre la stagione venatoria e quegli acini me li ridaranno con gli interessi “. Benedetto è un vecchio cacciatore , ama gli animali ma questo non gli impedisce di fare qualche prelievo, specialmente di quelli che , mangiando l’uva , si ritrovano con una carne particolarmente saporita. “ Ci penserà la Bettina , mia moglie , tu la conosci , a cucinare la selvaggina con un ripieno di salsiccia , profumi , pangrattato , pancetta e grani di Bonarda e tu sarai mio ospite “ Ci andrò certamente : E’ sempre piacevole una cena a casa sua , in quella sua vecchia casa dai muri spessi, dal camino sempre acceso , dai mattoni che , con gli anni hanno cambiato colore , come il brunito dell’oro zecchino dei capolavori veneziani. Lo spinone , accucciato davanti al camino , scodinzola festoso appena mi vede , mi conosce bene , sa che amo gli animali , che gli faccio le coccole , che gli racconto di quando anch’io , tanti anni fa , andavo a caccia con un cane della sua stessa razza che caricavo sulla battellina in Po ad anatre. Ho portato una bottiglia di Gutturnio dello scorso anno , mia produzione , 60% Barbera e 40% Bonarda e un’altra , priva di etichetta di un prestigioso Cabernet e Benedetto ripete , ormai è un’abitudine , l’ho già sentito tante volte , “ quella maledetta Bonarda “ è Croatina ma dalle nostre parti non c’è stato verso di farglielo entrare in testa , “ se non fosse così indispensabile per la realizzazione del nostro vino non andrebbe nemmeno piantata nel vigneto , non sai mai come si comporta , un anno abbondante con grande resa , un altro inesistente e le cime che vanno dappertutto e la defogliatura da fare quando arriva il solleone altrimenti l’uva non matura e…..” “ Zitto , Benedetto , gli porgo un bicchiere del mio vino appena stappato , leggermente frizzante violaceo impenetrabile al colore, dal profumo intenso di frutti rossi maturi, non pensi che valga la pena di tribolare un po’ durante l’anno , altrimenti con che cosa l’abbineresti questa fagianella dal sapore paradisiaco? “ “ Hai perfettamente ragione “ , con le sue mani rugose , macchiate di viola dall’uva raccolta durante il giorno , mi dà una pacca sulla spalla e , alzando il bicchiere , cerca il contatto col mio prima di portarlo alle labbra in un mistico brindisi “ salute , viva il vino “. Scolata le prima bottiglia , la Bettina , sollecitata , apre la seconda , nuovo brindisi e improvviso mutamento di espressione di Benedetto : “ ma che vino è ? E’ andato a male ? Intanto non frizza per nulla , ed ha il retrogusto di una bottiglia aperta da giorni “. “ Ahi , ahi , ma tu ti fidi proprio solo dei nostri vini , questo è un prodotto di altissima qualità di una blasonata cantina veneta” “ Sarà , mi risponde dubbioso e un po’ indispettito , ma se lo bevano loro “ Il mancato successo del Cabernet costringe Benedetto ad andare in cantina e tornarsene con una polverosa bottiglia della sua produzione . Naturalmente frizzante e tannico, come nella migliore tradizione piacentina. Più tardi , lasciando la casa di Benedetto , mi avvio a piedi , ho bevuto leggermente e sono felice , la mia andatura è ancora perfetta , il cielo è pulito, pieno di stelle : mi incantano sempre , le osservo pensieroso con un attimo di tristezza pensando che domani dovrò tornare in città e lasciare questa stupenda collina dai boschi intervallati a vigneti controllati notte e giorno dal mio amico Benedetto , unica , indiscussa guardia di questo meraviglioso giardino : la vigna. 16 luglio 2012