03 VALORE AGGIUNTO
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03 VALORE AGGIUNTO
Economia Provinciale - Rapporto 2005 Valore Aggiunto 37 Valore Aggiunto 39 Quadro generale L’Istituto nazionale di Statistica ha diffuso nel marzo scorso le stime del Prodotto interno lordo: il PIL nazionale ai prezzi di mercato è stato pari a 1.417.241 milioni di euro correnti, che corrisponde a 1.229.568 euro ai prezzi dell’anno precedente e concatenati al 2000 (anno di riferimento) con una crescita dello 0,0%. Nella tabella sotto riprodotta si riportano i valori dei singoli aggregati sia dal lato delle risorse che da quello degli impieghi: le Risorse sono aumentate per il solo effetto delle Importazioni (+1,4%). Dal lato degli impieghi la crescita in termini reali è stata dello 0,3% per i consumi finali (0,1% per la spesa delle famiglie residenti, 1,2% per le spese delle P:A., 2,7% per le spese delle Istituzioni Sociali Private) con una parallela diminuzione dello 0,6% per gli investimenti fissi lordi, come risultante della crescita delle costruzioni (+0,5%) e del calo degli acquisti di macchinari (-0,8%) e degli investimenti in mezzi di trasporto e in beni immateriali (-4,6% e-2,5%). L’aumento complessivo delle esportazioni è stato dello 0,3%. 40 Rapporto Economia Provinciale 2005 A livello settoriale, il contributo più consistente (ancorché più contenuto rispetto al 2004) è venuto dalle Costruzioni (0,8%) e dal Terziario (0,7%). A fronte di tali andamenti sia pur lievemente in crescita, l’Agricoltura non si è dimostrata dinamica come nell’anno precedente (-2,2%) e l’Industria in senso stretto segnala una netta tendenza riflessiva (-1,5%), accentuando le preoccupazioni già emerse negli anni precedenti circa l’effettiva capacità di riposizionamento del nostro sistema manifatturiero. Se analizziamo brevemente l’andamento del PIL nel corso del 2005 si possono considerare le variazioni % dello stesso rispetto al trimestre precedente (variazioni congiunturali) e quelle tendenziali (riferite allo stesso periodo dell’anno precedente). L’Istat ha introdotto recentemente nuove procedure di calcolo nei conti nazionali trimestrali nel rispetto del vincolo di coerenza annuale; le innovazioni introdotte tengono conto anche della correzione dei giorni lavorativi e dell’effetto anno bisestile. Nel quarto trimestre del 2005 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2000, corretto per il diverso numero di giorni lavorativi e destagionalizzato, è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,5% nei confronti del quarto trimestre del 2004. Valore Aggiunto 41 Analisi del valore aggiunto totale in provincia della Spezia e nei territori posti a confronto Come noto l’Istat pubblica i dati del valore aggiunto delle diverse province italiane con due anni di ritardo; perciò nel 2005 sono stati resi noti i valori riferiti al 2003 che vengono comunque esaminati perché sono da considerarsi i dati di contabilità nazionale ufficiali. Nella tabella n.2/pil riportiamo i dati ufficiali Istat del valore aggiunto per la provincia della Spezia, la Liguria, il Nord-Ovest e l’intera nazione; vengono riportati i valori dal 1999 al 2003, ultimo anno disponibile, espressi in milioni di euro correnti. Sono state anche calcolate – per gli anni e le aree poste a riferimento - le variazioni del valore aggiunto 2003 rispetto al 2002 e al 1999. Dal confronto si nota che alla Spezia la crescita del valore aggiunto è stata nell’ultimo anno grosso modo in linea con quella media nazionale, maggiore di quella ripartizionale ma minore di quella ligure. Lo stesso andamento di crescita si riscontra confrontando le variazioni di crescita rispetto al 1999. Nel periodo considerato risulta stabile l’incidenza della nostra provincia sulla formazione del valore aggiunto ligure (circa il 14%), di quello del Nord-Ovest (intorno all’1,3%) e di quello nazionale (0,4%). L’Istituto nazionale di Statistica pubblica i dati del valore aggiunto per macrosettori e per alcuni sub settori economici: è quindi possibile considerare il contributo degli stessi alla formazione del reddito provinciale. Anche per il 2003 è stato il settore dei Servizi a concorrere maggiormente alla formazione del valore aggiunto della nostra provincia (per il 76%), mentre l’industria in senso stretto ha pesato per il 17%, le costruzioni per il 5%, l’agricoltura per il restante 2%. 42 Rapporto Economia Provinciale 2005 Rispetto al 2002 risulta di un punto percentuale minore l’apporto dell’industria in senso stretto e, conseguentemente, maggiore di un punto il settore dei Servizi: all’interno di questo è cresciuto il Commercio (dal 29% al 30%), mentre è diminuito l’apporto degli Intermediari monetari e finanziari e delle attività immobiliari (dal 28% al 27%). Il settore primario mantiene la quota del 2%. Per avvicinare l’indagine il più possibile ad oggi, poiché - come già accennato- l’Istituto nazionale di Statistica ha pubblicato quest’anno i dati sul valore aggiunto fino al 2003, riportiamo i valori elaborati dall’Istituto Tagliacarne che, come consuetudine, pubblica le stime del valore aggiunto anche per l’anno successivo. Nella tabella sotto riprodotta vengono riportate, per permettere un confronto più corretto, le stime elaborate dal Tagliacarne per il 2003 ed il 2004 riferite ai territori scelti: la variazione % di crescita maggiore si è registrata nella nostra provincia con un aumento pari al 5%. Dal confronto con i territori presi in esame si evince che, anche se ovunque il settore dei Servizi incide nella misura più rilevante sulla composizione del valore aggiunto, esso raggiunge il massimo peso in Liguria (79,8%); il 75,7% della provincia spezzina risulta comunque più alto dei valori riscontrati a livello nazionale ed ancor più ripartizionale. In Liguria il settore manifatturiero incide invece in misura minore rispetto agli altri territori, ma anche alla Spezia il settore ha comunque un peso notevolmente inferiore a quello riscontrato a livello nazionale e, soprattutto, ripartizionale. Si nota infine che l’apporto del settore delle Costruzioni e dell’Agricoltura alla formazione del reddito è – sia pur di poco - più alta alla Spezia. Valore Aggiunto 43 Le serie storiche 1996-2004Confronti L’Istituto Tagliacarne ha recentemente pubblicato per tutte le province italiane anche la serie storica dal 1996 al 2004 del valore aggiunto deflazionato a prezzi 1995 disaggregato per macrosettori; ciò permette di valutare in modo più corretto l’andamento della ricchezza prodotta negli ultimi otto anni nella nostra provincia e confrontarlo con quello delle altre zone di interesse. Nei grafici che sono riprodotti di seguito si confrontano i trends del valore aggiunto totale dell’economia e per settore di attività economica per le quattro zone considerate. Come si evince dal grafico n.5/pil, che riproduce i numeri indici del valore aggiunto totale, l’Italia ha segnato per tutto il periodo considerato incrementi maggiori rispetto al Nord-Ovest; la nostra provincia fino al 1999 ha mantenuto valori di crescita omogenei rispetto alle altre zone di interesse; successivamente l’andamento è stato altalenante, quasi sempre peggiore di quello riscontrato in Liguria ed in Italia, ma sempre migliore di quello del Nord-Ovest. Se analizziamo l’andamento dei numeri indice nel settore Agricoltura si nota che gli indici del valore aggiunto nella nostra provincia sono stati sempre inferiori a quelli relativi alle altre zone poste a confronto, con eccezione di quanto si è verificato nel primo e nell’ultimo anno della serie, in cui gli indici della nostra provincia sono stati più elevati di quelli liguri. 44 Rapporto Economia Provinciale 2005 Il graf. n.7/pil mostra che il valore aggiunto del settore manifatturiero spezzino è stato in crescita fino al 2000; è poi calato per risalire leggermente, insieme ai valori delle altre zone di confronto, solo nel 2004. Gli incrementi nel valore aggiunto del settore delle Costruzioni nel nostro territorio risultano dal 1999 in poi, come evidenziato nel grafico sotto riprodotto, quasi sempre maggiori rispetto a quelli riferiti agli altri territori di riferimento ad eccezione di quanto si è verificato in Liguria nel 2001. Nel settore dei Servizi gli incrementi sono stati pressoché simili in tutte le zone messe a confronto fino all’anno 2000; successivamente si evidenzia per la nostra provincia un andamento costantemente meno favorevole di quanto verificato per le altre aree. Valore Aggiunto 45 Il valore aggiunto pro capite Il valore aggiunto pro capite rappresenta una misura della diffusione della ricchezza in un determinato territorio, essendo il risultato del rapporto tra la ricchezza prodotta, o il reddito percepito, e la popolazione residente media nella medesima unità di tempo considerata. Nella nostra provincia dal 1995 al 2004 l’incremento maggiore nel reddito pro capite si è verificato nel 2000; nell’ultimo anno considerato la variazione positiva è stata del 4,2%. La Spezia rimane anche per il 2004 al 45° posto nella graduatoria nazionale delle province ordinate per valore decrescente del reddito pro capite; da sottolineare che solo otto province del Nord (Lodi, Asti, Ferrara, Sondrio, Como, Pavia, Verbano Cusio-Ossola,e Rovigo) seguono la nostra provincia nella graduatoria. L’intera graduatoria è pubblicata nella tabella n. 1 allegata. Nel grafico n. 10 viene riportata la rappresentazione grafica del valore aggiunto procapite nelle aree poste a confronto attraverso l’esposizione dei numeri indice con base 1995. Come prevedibile, gli incrementi sono stati minori nel Nord-Ovest, territorio in cui il reddito pro-capite è maggiore rispetto alle altre realtà poste a confronto, mentre in Italia gli incrementi sono stati maggiori rispetto a quelli della ripartizione, ma con valori assoluti del reddito sempre minori (al 2004 il reddito procapite del Nord-Ovest è pari a 25.225 euro, con un numero indice (base 1995=100) di 139,3 , quello medio italiano è di 20.761 con un numero indice di 143,6). Nella nostra provincia, mentre i valori assoluti del reddito procapite sono risultati negli anni presi in esame di poco inferiori a quelli liguri (14.807 euro nel 1995 e 22.112 nel 2004 contro i 14.938 euro nel 1995 e i 22.831 nel 2004 in Liguria), l’incremento è stato molto simile fino al 1999, leggermente superiore nel 2000 e poi inferiore rispetto a quelli regionali. 46 Rapporto Economia Provinciale 2005 Il valore aggiunto per unità di lavoro L’Istituto nazionale di Statistica ha poi pubblicato, per la serie 1995/2003, il dato provinciale del valore aggiunto per ciascuna unità di lavoro impiegata.1 Questo elemento costituisce un indice, sia pure parziale, della produttività del sistema imprenditoriale. Nella tabella sotto riprodotta vengono riportati i dati relativi alle quattro zone territoriali poste a confronto; dall’esame dei dati emerge come il trend evolutivo del valore aggiunto per addetto interessi tutti i territori esaminati. Il valore elevato dell’indicatore registrato nella nostra provincia testimonia la potenzialità del nostro territorio e può trovare adeguata motivazione nella scomposizione del dato per settore economico. Infatti, la minor produttività per addetto riscontrata nella nostra provincia nei settori dei Servizi, dell’Intermediazione e delle Costruzioni è fortemente compensata dalla maggior produttività rilevata nell’Agricoltura, nell’Industria e nel Commercio. In questi ultimi settori la nostra provincia segna un valore aggiunto per addetto superiore a quello registrato in tutte le altre zone poste a confronto. 1) L’unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro. Questo concetto non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato ad un numero di ore annue corrispondenti ad un’occupazione esercitata a tempo pieno. Valore Aggiunto 47