Internet Addiction
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Internet Addiction Nell’epoca della rivoluzione informatica, internet ha assunto un ruolo chiave accorciando le distanze, aumentando la quantità di informazioni disponibili e mutando completamente il modo di comunicare. Se da un lato il web è stato ed è tuttora una grossa risorsa, dall’altro però il suo cattivo utilizzo ha portato alla comparsa di condotte disfunzionali, denominate anche “dipendenze tecnologiche”. Nel 1996 a Toronto, durante la conferenza mondiale dell’American Psychological Association, venne presentato dalla ricercatrice americana Kimberly Young il primo documento sulla dipendenza da internet, intitolato “Internet Addiction: the Emergence of a New Clinical Disorder”. La dott.ssa Young definì la dipendenza da internet come “un incontrollabile e dannoso consumo di questa tecnologia, che si caratterizza per un uso eccessivo e compulsivo della rete; un’inabilità dell’individuo nel controllare e gestire l’utilizzo di internet, che può essere causa di stress eccessivo e danni funzionali”1. La ricercatrice successivamente descrisse le tre fasi di sviluppo della dipendenza: 1. Coinvolgimento: dall’accesso ad internet ad un senso di curiosità; 2. Sostituzione: le comunità della Rete subentrano a tutto ciò che non si è riusciti a trovare o ad avere nella propria vita; 3. Fuga: gli accessi diventano più frequenti e per periodi sempre più lunghi, cercando in questo modo di fuggire dalla propria vita e dal mondo reale. Quindi la dott.ssa Yong realizzò l’Internet Diagnostic Questionnaire (IADQ) con lo scopo di concettualizzare gli schemi comportamentali collegati all’Internet Addiction. L’IADQ analizza: il tipo di relazioni affettive, sociali, educative o lavorative che guidano la vita dei singoli individui; la capacità di ridurre o regolare l’utilizzo della Rete ed infine lo stato d’animo connesso al suo uso. Il fenomeno venne successivamente descritto ed analizzato specificatamente da Goldberg, che avanzò la proposta di inserire l’Internet Addiction Disorder (IAD) nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), indicando gli specifici criteri diagnostici. Secondo Goldberg si è in presenza di IAD quando: “l’individuo tende a sperimentare un marcato bisogno di aumentare la quantità di tempo di un collegamento durante il quale si manifesta la comparsa di agitazione psicomotoria, stati d’ansia, sviluppo di pensieri ossessivi, fantasie e sogni riguardanti vissuti relativi ad episodi esperiti nella realtà virtuale”2. Nel 1997 Brenner realizzò un’indagine dalla quale emerse che gli individui con specifici disturbi nel regolare svolgimento della vita quotidiana erano collegati in media diciannove ore a settimana: il computer non era più il mezzo, ma il fine per l’espressione e la realizzazione di se stessi. L’Internet Addiction comporta: alterazione del regolare ciclo sonno-veglia, stanchezza eccessiva che porta ad un calo delle performance scolastica o lavorativa, problemi fisici causati dell’eccessivo tempo passato davanti allo schermo (mal di testa, mal di schiena ecc.), riduzione del tempo dedicato alle persone care, estraniazione dal mondo, agitazione prima della connessione, incapacità di resistere all’impulso ed infine piacere e sollievo durante l’utilizzo con percezione di perdita del controllo. All’interno dell’attuale DSM-IV-TR, l’internet addiction non è presente come una vera e propria categoria diagnostica, ma farebbe parte delle cosiddette New Addiction All’interno della categoria Disturbo del controllo degli impulsi Non Altrimenti Specificato (NAS). La diagnosi avrebbe come oggetto un “disordine dello spettro compulsivo-impulsivo” causato dall’utilizzo di internet e suddiviso in tre sottotipi di dipendenza: email e messaggi di testo, gioco eccessivo, preoccupazioni sessuali. Tutti questi sottotipi portano, come affermato da Block nel 2008, a conseguenze negative quali: emarginazione sociale, inadeguatezza, tendenza a dire il falso. Nel prossima edizione del DSM (il DSM-V in uscita nel 2013) sarà 1 La prossimità distanza (2013), a cura di Cacioppo M., Severino S., p.32 La prossimità distanza (2013), a cura di Cacioppo M., Severino S., p.33 2 1 presente un “Internet use gaming disorder”, all’interno però di una sezione in cui sono raggruppati i disturbi che necessitano di maggiori ricerche e chiarificazione per costituire una propria categoria. Le new addictions Le nuove dipendenze comprendono tutte quelle nuove forme di dipendenza in cui non sono in gioco sostanze chimiche: oggetto della dipendenza sono attività o comportamenti leciti e socialmente accettati. Tra queste troviamo l’internet addiction disorder: l’uso eccessivo della rete porta a difficoltà soprattutto a livello relazionale, l individuo viene assorbito totalmente nella sua nuova “vita virtuale”, abbandonando attività “reali”. Criteri diagnostici per l’internet addiction disorder Golberg (1995) 1. tolleranza: • bisogno di aumentare la quantità di tempo collegati a internet per raggiungere l’eccitazione desiderata • effetto marcatamente diminuito con l’uso continuato della stessa quantità di tempo su internet 2. astinenza che può manifestarsi a seguito dell’interruzione del comportamento in diversi modi: • agitazione psicomotoria • ansia • pensiero ossessivo riguardante ciò che sta succedendo su internet • fantasie o sogni su internet • movimenti volontari o involontari di battitura con le dita 3. i sintomi del secondo criterio posso causare menomazione o mal funzionamento in altre aree come quella lavorativa, sociale e familiare. Le numerose attività che si posso svolgere via internet fanno in modo che questo fenomeno non sia omogeneo, ma si manifesti in diverse forme: • cybersexual addiction • cyber-relational addiction • net compulsions • information overload • computer addiction Caretti (2000,2001) individua un'altra patologia specifica che è legata all’uso smodato della rete ovvero la trace da videoterminale, una forma di dissociazione. Epidemiologia dell’utilizzo di internet Internet offre i più svariati servizi, i principali dei quali sono il World Wide Web e la posta elettronica, ed è utilizzata per le comunicazioni più disparate: private e pubbliche, lavorative e ricreative, scientifiche e commerciali. I suoi utenti, in costante crescita, nel 2008 hanno raggiunto quota 1,5 miliardi e, visto l'attuale ritmo di crescita, si era previsto che salissero a 2,2 miliardi nel 2013. In realtà secondo l’Internet World Stats già a giugno 2012 sono stati raggiunti i 2,4 miliardi di utenti in tutto il mondo, ovvero il 34% dell’intera popolazione mondiale. 2 WORLD INTERNET USAGE AND POPULATION STATISTICS June 30, 2012 World Regions Africa Asia Europe Middle East North America Latin America / Caribbean Oceania / Australia WORLD TOTAL Internet Users Latest Data Penetration (%Population) 1,073,380,925 3,922,066,987 820,918,446 223,608,203 348,280,154 593,688,638 Internet Users Dec. 31, 2000 4,514,400 114,304,000 105,096,093 3,284,800 108,096,800 18,068,919 167,335,676 1,076,681,059 518,512,109 90,000,455 273,785,413 254,915,745 15.6 % 27.5 % 63.2 % 40.2 % 78.6 % 42.9 % 3,606.7 % 841.9 % 393.4 % 2,639.9 % 153.3 % 1,310.8 % Users % of Table 7.0 % 44.8 % 21.5 % 3.7 % 11.4 % 10.6 % 35,903,569 7,017,846,922 7,620,480 360,985,492 24,287,919 2,405,518,376 67.6 % 34.3 % 218.7 % 566.4 % 1.0 % 100 % Population ( 2012 Est.) Growth 20002012 Fonte: www.internetworldstats.com Copyright © 2001 - 2013, Miniwatts Marketing Group. All rights reserved world wide. Come possiamo notare, il continente asiatico possiede il maggior numero di utenti: circa 1 miliardo che corrisponde al 27% dell’intera popolazione dell’Asia. L’America del nord è il continente con la maggior densità di utenti: ben il 78% dell’intera popolazione utilizza internet, ovvero 273 milioni di utenti. Il vecchio continente è secondo solo all’Asia per numero totale di utenti, 518 milioni, ed con il 63% di navigatori utenti è terzo per densità dopo l’Oceania che ha il 67% dell’intera popolazione che naviga abitualmente. In Italia è stato stimato che i fruitori del Web sono 35,800,000, cioè il 58,4% dell’intera popolazione italiana e il 6,9% della popolazione europea. All’interno dei 35 milioni di navigatori in Italia ben 23,2 milioni sono utilizzatori di Facebook. La maggior parte delle ricerche epidemiologiche si concentra poi sugli adolescenti ed è l’edizione del 2010 dell’indagine annuale della Società Italiana di Pediatria rileva che, in quell’anno, il 51,1% degli adolescenti tra il 12 e i 14 anni accedeva ogni giorno alla rete registrando un incremento del 10% in soli due anni. A questo grande utilizzo di internet è seguito lo sviluppo del costrutto di Internet Addiction Disorder e lo studio dei comportamenti di dipendenza da internet. In una rassegna, o review, alcuni autori (Cash, H., Rae, C.D., A.H, Winkler, A., 2012) hanno trovato che la notevole variabilità dei tassi di prevalenza riportati per I.A.D. (tra lo 0,3% e il 38%) può essere attribuita al fatto che i criteri diagnostici e i questionari di valutazione utilizzati per la diagnosi variano da paese a paese e gli studi spesso usano campioni altamente selettivi di sondaggi online. Gli autori citano anche una relazione di Weinstein e Lejoyeux in cui le indagini condotte negli Stati Uniti e in Europa hanno indicato una prevalenza che varia tra 1,5% e 8,2%. Altri rapporti collocano i tassi tra il 6% e il 18,5%. Questo vuol dire che su 100 utilizzatori di internet potremmo trovare da 1 a 8 persone che soddisfano i criteri per una dipendenza. Fattori di rischio associati all’Internet Addiction È ormai noto che l’uso smodato di internet inneschi una serie di cambiamenti a livello psicologico, sociale e comportamentale. Studi recenti hanno sottolineato la comorbilità (presenza simultanea di più fattori) tra stile di vita è fattori che possono essere di rischio per lo sviluppo della patologia di dipendenza da internet. Uno studio pubblicato su: “Journal of Addiction Medicine” Lifestyle and Depressive Risk Factors Associated With Problematic Internet Use in Adolescents in an Arabian Gulf Culture. L’ipotesi dei ricercatori era determinare la prevalenza della dipendenza da internet associando tale dato a dei punteggi del BDI (beck depression inventory), dimostrando comorbilità e fattori di stile di vita associati negli adolescenti da 12 a 25 anni nella popolazione del Qatar. 3 I soggetti erano 3000, 2.298 studenti, 76% di consensi, dal settembre 2009 a ottobre 2009. Essi sono stati misurati con un test convalidato Addiction Test di Internet (IAT) e BDI. I risultati hanno mostrato che dei 2.298 soggetti, il 71,6% erano maschi ed il 28,4% femmine. Gli studenti dormivano un numero minore di ore e riducevano il tempo da dedicare ad attività sportive. Il punteggio BDI era associato positivamente con l’internet addiction e l’attività fisica presentava correlazione negativa. Fattori di rischio per la depressione, stile di vita negativo sono dunque variabili determinanti la problematica della dipendenza patologica da internet. A cura di: Annalisa Pannetta Andrea Poliseno Sofia Diana Coordinato da: Cecconi Debora Bibliografia Bener A, Bhugra D Med. (May 2013) Cacioppo, M., Severino, S. (2013), La prossimità a distanza, Franco Angeli. J Addict “Journal of Addiction Medicine” Lifestyle and Depressive Risk Factors Associated With Problematic Internet Use in Adolescents in an Arabian Gulf Culture. https://it.wikipedia.org/wiki/Internet http://www.internetworldstats.com/stats.htm 4