La consapevolezza di avere un problema
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La consapevolezza di avere un problema
Personalmente credo che quando ti rendi conto di non star bene con te stesso e con gli altri sia il momento di voltare pagina. Penso che il passo principale sia renderti conto e ammettere di avere un problema. Il primo pensiero è di risolverlo da solo, senza far sapere nulla alla comunità, anche se tutti sicuramente sanno benissimo. Dopo molti tentativi andati a vuoto ti rendi conto che uscire da una dipendenza da soli è molto difficile, se non impossibile. Arriva prima o poi il momento di lasciare da una parte l’orgoglio e la vergogna, tirar fuori tutta la forza di volontà e chiedere aiuto. Ed è qui che entrano in ballo i Club degli alcolisti in trattamento e la propria famiglia. Agli inizi penso che il Club sia addirittura più importante della tua famiglia biologica. Sono le famiglie del Club che capiscono veramente il tuo problema, che ti permettono di aprirti liberamente, senza rimproverarti né giudicarti, che ti daranno quel sostegno di cui hai bisogno. Nel Club la tua famiglia impara a cambiare atteggiamento, dopo che per anni ha cercato di fare qualcosa, spesso nel modo sbagliato, ottenendo il risultato opposto. Uscire da una condizione di dipendenza non è semplice, ma con l’aiuto del Club, della famiglia e con una buona dose di determinazione si può fare. La cosa più difficile è reimpostare pian piano un nuovo stile di vita, ma più vai avanti e più ti accorgi che la nuova pagina della vita vale la pena di essere vissuta. Vieni riaccolto dalla comunità a braccia aperte, ti rendi conto che se riesci a risolvere il problema della dipendenza, nel mio caso dall’alcol, non c’è niente di impossibile, riacquisti la fiducia in te stesso che avevi perso. Vorrei che le persone ragionassero seriamente sull’argomento, sui molti luoghi comuni, per esempio sulla credenza che non si possa mangiare senza la bottiglia di vino sul tavolo, che per qualsiasi ricorrenza o anniversario ci vuole per forza un brindisi, che la macchina nuova deve essere “bagnata”, che ad una festa è normale ubriacarsi, che se non si beve non ci si diverte. Oggi dico, per esperienza personale, che mi diverto e mi godo la vita molto di più da sobrio, mentre prima facevo solo ridere gli altri. Da sobri si gode la vita in un modo completamente diverso, si affrontano i problemi quotidiani della vita senza paura. L’alcol non risolve i problemi, ma li nasconde, e dopo te li ritrovi ingigantiti, accompagnati da problemi nuovi spesso generati proprio dal perverso meccanismo della menzogna. Sono preoccupato per i giovani, siamo in un periodo molto brutto: ci sono pochi sbocchi lavorativi, gli anni di studio sembrano gettati al vento… In una situazione come questa l’alcol e le altre droghe, o certe cattive abitudini, possono diventare un rifugio allettante. Io sono un single impenitente, non ho dunque alcuna esperienza sull’educazione dei figli, ma sono del parere che la cosa più importante e necessaria sia il dialogo. Un consiglio che vorrei dare ai genitori è di non aver paura, di parlare con i propri figli, di essere molto vigili e non pensare che certe cose accadono solo agli altri. Qualsiasi problema preso nei modi e nei tempi giusti è facilmente risolvibile. La nostra società di oggi è presa soprattutto dalla voglia di apparire, sembra guardare all’involucro più che al contenuto. Credo che la vera ricchezza sia nella persona, non nel suo aspetto fisico, nel lavoro che fa, negli abiti che indossa o nell’automobile che guida. Si tratta di cose belle, se ci sono non guasta, ma restano comunque secondarie. Credo che al primo posto dovremmo rimettere la persona. EMILIO, 2011