conferenza nazionale della famiglia famiglia
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CONFERENZA NAZIONALE DELLA FAMIGLIA FAMIGLIA: STORIA E FUTURO DI TUTTI LA PAROLA AI TESTIMONI. LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI A CONFRONTO MICHELE EMILIANO, Sindaco di Bari Quali sono le politiche familiari che il Comune di Bari ha programmato in questi anni? E di cosa va particolarmente orgoglioso rispetto alle politiche familiari intraprese? Siamo orgogliosi, soprattutto, di non avere considerato la famiglia come una sorta di recinto separato dalla società. La famiglia e la società coincidono: la famiglia fondata sul matrimonio è di centrale importanza dal punto di vista tecnico giuridico. Noi, ovviamente, facciamo ogni sforzo per salvaguardare il vincolo matrimoniale attraverso gli istituti d’intermediazione familiare che intervengono con successo in molto casi. Però abbiamo anche moltissime coppie che si sono giurate eterno amore e hanno messo al mondo dei figli e, magari, esattamente come quelli sposati, cadono e si rompono il femore o si ammalano di tumore. L’art. 3 della Costituzione dice che in situazioni analoghe o paragonabili lo stato deve rimuovere quegli impedimenti che impediscono l’effettività dell’applicazione del principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. E io mi comporto così. Di questo sono orgoglioso: avere sempre rispettato la Costituzione. Le posso elencare alcuni atti concreti: abbiamo promosso la maternità responsabile delle coppie concedendo sconti rilevanti su tutte le tassazioni Ici e Tarsu del comune alle coppie che hanno il primo figlio e, prorogando per due anni di seguito questi sconti, anche per un ulteriore natalità. Ma la Regione Puglia, sta sotto questo aspetto sostenendo, tutte quelle coppie che hanno la necessità di sostenere bambini ma con un principio fondamentale: noi non sosteniamo le coppie di famiglie miliardarie o che hanno redditi 10 o 20 volte superiore alla soglia ISEE che è di 7500 euro. Abbiamo sempre ponderato queste misure con l’effettività del patrimonio e del reddito applicando anche in questo caso la Costituzione che dice che anche in questo caso le imposte devono essere progressive da un lato e che in generale i servizi devono tendere a riavvicinare la differenza di reddito tra le persone. Ci sono comuni che realizzano una politica fiscale particolarmente vantaggiosa per le famiglie. E’ possibile trovare risorse per alleggerire il carico fiscale? E’ chiaro che le risorse non ci sono: quest’anno al comune di Bari portano via 15 milioni di euro di trasferimenti e 11 milioni di capacità d’indebitamento sulle spese per investimento. E stiamo parlando di un bilancio di 650 milioni di euro che è di 200 milioni di euro, solo per il compartimento del welfare, meno rispetto a quello di Milano. L’autonomia impositiva degli enti locali che qualcuno chiama federalismo fiscale non ha avuto ancora nessuna pratica attuazione perché noi non abbiamo leve flessibili fiscali da poter impiegare per politiche di questo genere. Ultima battuta: quale ruolo gioca il terzo settore, l’associazionismo il non profit in questa partita? Siete in contatto con organizzazioni della società civile? Noi dobbiamo innanzitutto riconoscere che la famiglia è la prima organizzazione Non Profit. Se non ci fossero le famiglie lo stato non avrebbe la capacità di gestire le persone. Non gestiremmo l’invecchiamento, la sanità, la scuola e neanche lo sport. Senza genitori che accompagnano i figli agli allenamenti non avremmo neanche le medaglie alle olimpiadi. Per noi è chiaro che tutti coloro che applicano il principio di sussidiarietà in favore dello Stato sono dei creditori nei confronti dello Stato stesso. PIETRO VIGNALI, Sindaco di Parma Il Comune di Parma è all’avanguardia nella realizzazione di politiche per la famiglia. Qual è stata la ragione per cui avete puntato su questi progetti. Ci siamo resi conto che il sistema del welfare (soprattutto comunale) non regge più. La domanda per i servizi alla persona sta crescendo sia dal punto di vista quantitativo ma sta cambiando anche dal punto di vista qualitativo perchè c’è una domanda di servizi sempre più personalizzati, sempre più flessibili e sempre più domiciliarizzati. Riteniamo quindi che l'unico modo per dare una risposta a questa richiesta crescente di servizi alla persona sia proprio quello di fare in modo che sia la famiglia stessa ad erogare i servizi e non più l’ente pubblico. Passare perciò ad un sistema di welfare non più assistenzialistico ma basato sulla sussidiarietà mettendo la famiglia al centro non come cliente del welfare ma come vera e propria agenzia di welfare ed educativa. In questa logica sussidiaria come si collocano le realtà del terzo settore presenti nel suo territorio? Collaborano. Noi abbiamo creato, nei quartieri della città, laboratori familiari che sono proprio basati sulla collaborazione con l’associazionismo familiare e tutto quello che concerne il protagonismo della realtà non profit che esiste sul territorio. Credo che alla fine la parola chiave sia sussidiarietà: spostare tutta questa attività dal pubblico al protagonismo della società realizzato proprio da queste realtà. Un’ultima battuta: cosa si aspetta dal network Città per la famiglia (le città amiche della famiglia) di cui è tra i fondatori con Bari, Roma e Varese? Io mi aspetto che il governo recepisca queste richieste e attivi un quoziente familiare a livello nazionale. LAURA MARSILIO, Assessore alla Scuola, alla Famiglia e all'Infanzia del Comune di Roma Quali sono le politiche realizzate dalla vostra giunta a sostegno della famiglia? A Roma stiamo cercando innanzitutto di fare, al pari del governo, un piano organico ovvero una ricognizione e un’implementazione d’interventi mirati a sostegno della famiglia coinvolgendo tutta la giunta in un progetto denominato “Roma città famiglia” proprio per realizzare, in modo trasversale, un piano organico di sostegno. In particolare con il mio assessorato (che ha una delega sulla scuola e sui nidi e le scuole del’infanzia, sui giovani e la famiglia) stiamo puntando molto sull’espansione dei servizi: abbiamo verificato una lista d’attesa di oltre 10.200 posti ed oggi siamo a 5.200 quindi abbiamo inciso in modo consistente su questo problema e vogliamo proseguire attraverso l’espansione dei servizi: nido pubblico e nido convenzionato. E poi la sperimentazione: Roma non ha mai avuto dei servizi proprio perché non si aveva la concezione della famiglia come stella polare ma solo quella dei servizi educativi per il bambino che sono comunque servizi di qualità che vogliamo porate avanti ad espanderli avendo come riferimento anche la famiglia. Anche sui diversi bisogni vogliamo mettere in campo servizi diversificati, più flessibili e più rispondenti ai bisogni che possano consentire in modo integrativo d’incidere su questa lista d’attesa. Noi abbiamo fatto un bando di 250.000 euro per sperimentare dei centri di cura e sostegno della famiglia che partiranno all’inizio del prossimo anno. Stiamo facendo gli affidamenti. Abbiamo avviato una co-progettazione con enti del terzo settore che hanno risposto e quindi anche questo modello di partenariato misto pubblico privato può incidere sulle richieste e le diverse esigenze. State perciò già collaborando con il terzo settore. Nei servizi sperimentali integrativi immaginiamo sia un coinvolgimento della famiglia che, nel rispetto del principio di sussidiarietà, può partecipare a questi servizi. C’è bisogno di creare un’alleanza tra scuola, servizi e famiglia per sostenere la crescita del bambino e la stessa famiglia che ha sempre meno punti di riferimento nella società. Gli enti non profit hanno un ruolo importante perchè con loro possiamo immaginare dei servizi nuovi e flessibili. Tra l’altro oltre gli enti non profit a Roma anche le imprese che operano nel campo dell’infanzia hanno una tradizione decennale sul servizio di convenzionamento privato. Noi crediamo che queste nuove forme organizzative possano risolvere anche il problema della sostenibilità in un momento in cui le risorse sono limitate. ATTILIO FONTANA, Sindaco di Varese Quali sono le politiche familiari che il Comune di Varese ha imposto in questi anni in maniera più evidente? Per essere molto sintetico credo che il quoziente familiare, applicato già da oltre un anno, rimane un punto di vista importante come agevolazione finanziaria nel senso che non possiamo più andare ad incidere sulla TIA che una volta era una tariffa ma che la corte ha dichiarato essere una tassa. Stiamo studiando la possibilità di prevedere delle agevolazioni e dei contributi a quelle famiglie che siano particolarmente virtuose magari nello smaltimento. Per adesso il quoziente familiare è applicato alle scuole dell’infanzia alle scuole primarie e ai servizi parascolastici. Sconti che vanno dal 20% per famiglie con 2 figli, 30% con 3 figli e 5% in più per ogni ulteriore figlio e per ogni disabile. Quoziente familiare per alcune attività sportive: stiamo studiando una sorta di carta famiglia nella quale inserire tutti i servizi derivanti dal quoziente famiglia e tutti i servizi sportivi e culturali che dipendono dal comune. Stiamo parlando con alcune associazioni di categoria per inserire, in certe attività commerciali, questo sconto che deriva dal quoziente famiglia. Queste sono le principali attività. Abbiamo, inoltre, il centro diurno dove assistiamo anziani disabili sollevando le famiglie dall’obbligo di mantenerli a casa. Il fondo di solidarietà che è un fondo in cui facciamo confluire una serie di risorse che poi vengono riservate alle associazioni di volontariato che si occupano della famiglia. Una sorta di consulta delle associazioni di volontariato, con le quali siamo costantemente in contatto, per creare insieme delle politiche che vadano sempre più a favore della famiglia. A cura di Davide Minelli