MZ Piccoli gesti per far crescere la civiltà urbana

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MZ Piccoli gesti per far crescere la civiltà urbana
MARTEDÌ
23 SETTEMBRE 2008
Il direttore
risponde
C
Piccoli gesti per far crescere la civiltà urbana
aro Direttore,
le voglio raccontare una scena minima,
talmente piccola che, quando si è
verificata, mi ha lasciato del tutto
indifferente e solo più tardi è tornata a
riaffacciarsi dalla memoria, crescendo
fino a convincermi a scriverle queste
righe. Il luogo: zona circostante la
Stazione Centrale di Milano; il tempo:
mattina ore 8:45, orario di arrivi
frenetici. Un flusso continuo di
a voi
la parola
ALITALIA: DALLA PARTE
DEI PILOTI
Caro Direttore,
sono la moglie di un Comandante
di Airbus 320-321 e leggo articoli su
Alitalia dove si spara a zero sui piloti. Questo lavoro è una professione che si costruisce negli anni con
continue verifiche, difficili check
valutativi nei simulatori (ogni sei
mesi), controlli in volo, continui aggiornamenti. Il corso comando dura due anni ed è strutturato per formare comandanti di altissimo grado di efficienza e competenza, a
vantaggio solo della sicurezza dei
passeggeri. L’attività di volo è distribuita da un ente aziendale che
spesso non ottimizza l’impiego e
non sono i piloti a scegliersi voli ed
orari. Perché dobbiamo sentirci dire che la colpa dello sfascio dell’azienda è di chi ci ha lavorato con orgoglio e passione? A distruggerla
non sono stati piuttosto i manager
che l’hanno amministrata? Che dire degli 8000 euro al giorno percepiti da Cimoli, della sua milionaria
liquidazione (e discorsi analoghi si
potrebbero fare per tutti gli altri che
si sono succeduti)? Sono forse i piloti a stabilire le rotte, a comprare
aeromobili, a pianificare le strategie
della compagnia? È forse colpa dei
piloti se nel "carrozzone Alitalia"
sono stati assunti lavoratori inutili
solo per convenienze elettorali? Per
la Cai l’Alitalia ha più di 7000 esuberi di cui 1000 piloti e ci sono 90
aerei da mettere a terra. Come potrà mai rialzarsi? Perché non offrire
la "good company" a un vettore europeo che si intenda di traffico aereo piuttosto che a imprenditori che
si occupano di tutt’altro?
Cristina de Leva
«UN’INVASIONE DI CAMPO
INSOPPORTABILE»
Caro Direttore,
qualche giorno fa il Tg1 ha dovuto
interrompere, per ben due volte, il
collegamento in diretta con il proprio inviato per la comparsa, alle
spalle del giornalista, del solito Paolini con l’ormai noto campionario
di boccacce, corna e gestacci vari.
Cosa pensa della vicenda? Possibile che nessuno riesca a impedire il
puntuale ripetersi di tanto indecoroso spettacolo? Non dimentichiamo che le nostre trasmissioni sono
costantemente seguite anche all’estero. Si tratta di una vera indecenza!
Franco Dubbini
Osimo (An)
QUANDO I MALATI
NON SONO NUMERI
Caro Direttore,
ho letto con attenzione e grande amarezza le parole della lettrice Daniela Invernizzi («Sanità: l’immen-
persone si avvia verso i luoghi di lavoro
o di studio. Vedo un uomo fermarsi,
tirare su da terra una bicicletta
incatenata a un pilone e caduta
probabilmente per una spinta.
Riaccostata con attenzione al palo,
quel signore riprende la sua strada.
Tutto qua. Nessun gesto eroico,
nessuna frase altisonante, il destino del
mondo non ha subito interferenze,
eppure, quando ci ho ripensato, un
sorriso mi è affiorato spontaneamente,
gli spigoli della mia giornata per un
momento mi sono sembrati meno
acuminati e... ho voluto dirglielo.
Luigi Ramundo
so valore del "prendersi cura"») su Avvenire del 29 agosto scorso. Con attenzione perché solo se si è colpiti in prima persona dalla
malattia di un proprio caro
si capisce quanto è difficile
vivere questi momenti, confrontandosi con le strutture
ospedaliere e il personale
che vi opera. Con amarezza
perché la mia esperienza,
durante la malattia della
mia cara mamma, è stata
negativa sia sotto il profilo
sanitario sia sotto quello umano, diversamente da
quella della signora. Fa piacere, allora, sapere che c’è
ancora qualcuno che considera il malato una persona
e non un numero.
l suo racconto non può essere certo
interpretato come contrappeso nei
confronti degli episodi dei giorni scorsi in
cui la convivenza cittadina – di Milano
ma non solo – è stata ferita e ha mostrato
tutta la sua precarietà e fragilità. Non mi
faccio quindi illusioni che il vivere
urbano possa riconquistare, come per un
colpo di bacchetta magica, calore e
disponibilità spontanea all’aiuto
reciproco. Mi pare però che, nel suo peso
PELLEGRINI IN SICILIA - VII GIORNO
Laura Focaccia
Ravenna
IL "MALE ASSOLUTO"
E TUTTI I SUOI FRUTTI
Caro Direttore,
è vero, come qualcuno ha
detto in queste ultime settimane, che il fascismo è il
male assoluto, ma chiederei
un segno forte per dimon altro timbro si aggiunge sulla nostra
strare ciò che è stato e la
credenziale; un’altra persona che ci
convinzione con cui tutti lo
accoglie e ci riconosce come pellegrini. La
attestano, primo fra tutti pocredenziale testimonia il cammino
litici e giornalisti. Quale? Ricompiuto, ma fatto ancora più importante,
nunciamo anche a tutti i
racconta di noi. Dice a chi la prende in
frutti del male assoluto, simano che un giorno, alla partenza,
curamente velenosi: per eabbiamo chiesto una benedizione e
sempio rinunciamo in blocabbiamo fatto una promessa. Con questo
co al trattamento di fine
documento, chi ha raccolto l’impegno, ha
rapporto, frutto del male ascertificato che il nostro cammino si svolge
soluto, oppure, organizzia"devotionis causa".Varie realtà ecclesiali
mo una bella manifestaziopossono certificare lo status di pellegrino
ne, magari davanti a Mone rilasciare la credenziale. Nel nostro caso
tecitorio, per chiedere la
è stata la stessa confraternita di cui
chiusura dell’Agip, anche
questa eredità del male assoluto (e molti altri se ne poso sono proposti quotidianamente
trebbero aggiungere, ma è meglio
da film e playstation: perfino alcufermarsi qui). Sarebbe un bel seni cartoni animati hanno violato i lignale.
Sandro Arena miti della libertà di educazione. La
Milano
pubblicità, i modelli di successo, il
guadagno come fine a se stesso
«PROSTITUZIONE: È GIUSTO
hanno oltrepassato troppo spesso
PROIBIRLA SULLE STRADE»
il limite del rispetto delle nuove geCaro Direttore,
nerazioni che cercano modelli da
bene ha fatto il governo a proibire
seguire. È questa mancanza di vala prostituzione per le strade: quelori umani, questa distruttiva edusti comportamenti non devono imcazione al male che spinge i giovaporsi come normali – specialmenni alla fuga dalla realtà verso la drote agli occhi di bambini e adolega, lo sballo, un sesso "brutto", con
scenti – perché i genitori devono esl’uso dei corpi senza il coinvolgisere liberi di dare un tipo di educamento delle persone e senza la vazione ai propri figli che quei comlutazione delle conseguenze sugli
portamenti non preveda. Altrettanaltri. Il primo scopo di ogni società
to bene farebbe il governo a proibiè trasmettere il meglio alle nuove
re il Gay pride, dove si ostentano e
generazioni. Una buona società desi portano ad esempio comportave proteggere l’educazione dei promenti che devono restare privati per
pri figli, deve trasmettere l’entusianon interferire con la libertà nell’esmo per la vita e le sue infinite posducazione di bambini e adolescensibilità: la creatività, la curiosità
ti. La libertà propria ha come limimentale, la competizione leale, l’ate la libertà altrui. Come ci sono limore, il rispetto della persona, l’amiti imposti dal codice della stramicizia, il rispetto dell’ambiente,
da, così tutti i comportamenti ul’arte, la musica, lo scrupoloso amani devono avere dei limiti. Sicudempimento del proprio lavoro coramente oggi violenza, droga e sesme missione per realizzare il bene
Da Paternò a Ramacca, con la credenziale nello zaino
U
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facciamo parte e che ben ci conosce.
Attraverso la credenziale si crea anche un
legame di mutuo soccorso che valica il
mero riconoscimento. Essa porta tra le
righe il messaggio cristiano
dell’accoglienza. Chi la rilascia chiede che il
pellegrino che la porta sia ospitato come
un fratello e, contemporaneamente,
s’impegna ad accogliere e ospitare come
fratelli tutti i pellegrini che verranno con
altre credenziali. È un documento antico,
come il pellegrinaggio e la comunità
cristiana. Ultreya!
INFORMAZIONI E NUOVI ABBONAMENTI
L’avvento dei reality show e di sempre più insistenti
voyerismi trasforma così televisione e spettatori
(Ares, Messico)
del Carmine. L’oscenità
del simulacro è talmente
sfacciata ed icastica che in
occasione di feste religiose le parti «genitali» di esso sono state ricoperte
con un mutandone metallico. L’assessorato alla
cultura — in una nota
pubblicata su «La Sicilia»
— per dimostrare la valenza artistica dello «stallone» fa riferimento al pittore Caravaggio che avrebbe «squarciato il velo
dell’ignoto» riportando alla luce nudi corpi. Ma Caravaggio non applicò alle
nudità dei corpi umani da
lui raffigurati organi genitali di cavalli. Sono convinto che l’operato dello
staff comunale interessato nel caso abbia compiuto un gesto vile ed irriguardoso nei confronti
della gente comune che
non può esprimere alcuno sdegno poiché afflitta
dalle preoccupazioni della quotidianità che purtroppo non lasciano agio
a impulsi etici e sociali...
Il turpe simulacro dovrebbe essere immediatamente rimosso.
Mario Marano
Acicastello (Ct)
I libri
dei lettori
Sogni e ricordi
da Procida
aria Ambrosino vive sull’isola di Procida ed è
nata nel lontano marzo
del 1935. Durante l’inverno di
qualche anno fa, dopo aver subito un intervento chirurgico, ha
dovuto seguire le raccomandazioni del suo dottore, che le chiedeva di stare a riposo per almeno
un mese. Un’impresa, per l’attivissima Maria, che dopo due pomeriggi di inerzia, presa dallo
sconforto, ha raccolto fogli volanti e fondi di matite e cominciato a scrivere della sua vita. Il
risultato, delizioso, è racchiuso
fra le pagine colorate di questo
Procida. Sogni e ricordi (edizioni
L’Isola dei ragazzi, 2008, 64 pp, 7
euro): un volumetto suddiviso in
agili capitoletti,
in cui Maria racconta gli aneddoti della sua vita,
trascorsa interamente sull’isola
nel Golfo di Napoli. Non ci si lasci fuorviare, tuttaiva, dall’impaginazione e dai disegni, chiaramente pensati per un pubblico di
adolescenti: le storielle, anche
leggere, raccontate dall’autrice
sono di quelle che incollano alla
pagina anche il più esigente pubblico adulto, con la sola forza
delle emozioni semplici, dello
stile genuino, delle situazioni
particolari e insieme rappresentative di un’epoca, dei suoi valori, della sua cultura.
C’è, così, la guerra nei racconti di
Maria, che fa capolino nella povertà di una famiglia di campagna, dove i figli ancora piccoli si
inventano lavori improvvisati per
guadagnarsi la pagnotta e dove i
più grandi partono per il fronte,
lasciando a casa le innamorate
all’uncinetto; c’è la solidarietà, il
clima familiare di una comunità
che si viene incontro nelle piccole cose e che la domenica festeggia in chiesa, prima del "ragù"
con le caldarroste; c’è la difficoltà
di trovare lavoro, i primi "scugnizzi", ci sono il rispetto per gli
anziani e per il lavoro della terra.
Un viaggio nelle radici della nostra "italianità" per i più piccoli,
un ritorno a quelle radici per i
più grandi: ecco il piccolo capolavoro di Maria Ambrosino, da
leggere tutto d’un fiato e da serbare fra gli scaffali di casa.
Viviana Daloiso
M
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Zelo bipolare psichiatrico
lupus
in pagina a sprezzo del ridicolo
di Gianni Gennari
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Sped. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20/B –
legge 662/96 - Milano
agl’italiani di curare fin quasi
all’ossessione gli spazi privati, la casa
soprattutto, sprezzando viceversa tutto
ciò che è pubblico, nella gradazione che
va dal gettare a terra cicche, cartacce,
gomme americane, pacchetti di sigarette,
bottiglie o lattine, per arrivare agli
escrementi di cane non raccolti, fino agli
atti vandalici che danneggiano spazi e
strutture di uso comune. Se cresce il
numero di quanti non si limitano a non
commettere azioni sgradevoli, ma
agiscono con gesti di cortesia, come la
persona da lei notata, denunciano, o
anche solo fanno percepire la loro
riprovazione nei confronti degli atti
negativi sopra riassunti, qualcosa può
iniziare a cambiare. E i piccoli gesti di
convivenza possono fertilizzare un po’ il
terreno anche per una migliore civiltà del
vivere assieme.
NO ALLE OSCENITÀ / 2
«SERVE DIFFIDENZA»
Caro Direttore,
il malcostume è da tempo
un’emergenza nazionale e
internazionale. Io propongo tolleranza zero
Confraternita di S. Jacopo di Compostella
contro l’indecenza, l’oin Perugia
scenità e il turpiloquio.
Diffidiamo di chi dice che
il pudore non si misura col
centimetro. Diffidiamo di chi tace
comune, il volontariato. Tutti devosu una moda sempre più indegna.
no concorrere a proteggere, educaDiffidiamo di chi considera la dere e trasmettere il meglio alle nuocenza una variabile che dipende dai
ve generazioni.
Giulio Donati luoghi, e di chi ha depennato il vecMegliadino S. Fidenzio (Pd)
chio scandalo dai peccati gravi e
non ne parla più (col risultato che
NO ALLE OSCENITÀ / 1
si va scollacciati e succinti anche in
IL CAVALLO DI CATANIA
chiesa), di chi ha alzato bandiera
Caro Direttore,
bianca e si è rassegnato, nutre fiduè mai ammissibile che nel 2008 ucia e magari dice che va bene così.
no staff municipale possa deturpaDiffidiamo anche di chi crede di salre una città ed offendere la cittadivare i matrimoni con corsi di psinanza e la stessa razza equina sencologia e di economia domestica,
za che le autorità governative e redi chi apprezza più i bravi dei buoligiose intervengano? Ciò accade a
ni e fa sconti piccoli o grandi ad atCatania, dove nella centralissima e
tori e registi, scrittori e cantanti,
storica piazza Vittorio Emanuele III
giornalisti e conduttori. Una scena
(«alias piazza Umberto») il sindaco
può guastare un film, le parolacce
e l’assessore alla cultura hanno fatuna commedia, una pagina indeto ricollocare un turpe manufatto
cente un libro. I critici accomodanimposto alla pubblica opinione coti, in adorazione davanti agli autome «cavallo morente» raffigurante
ri di grido, non ci servono se chiuun equino sguaiatamente supino
dono gli occhi su queste cose. Dobche ostenta un organo genitale afbiamo essere severi e decisi, se vofatto conforme all’anatomia equigliamo rimettere in onore la modena, bensì a quella umana... Tutto
stia cristiana, la castità, la purezza,
questo in una piazza attorno alla
la famiglia.
Luciano Canini
quale sorgono diverse scuole e chieRimini
se tra il santuario della Madonna
Rosso Malpelo
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infinitesimale, l’episodio cui lei ha
assistito, ribadisca che la qualità del
nostro vivere assieme è frutto certamente
delle grandi scelte politiche e
amministrative, dell’urbanistica e della
sicurezza garantita dalle forze
dell’ordine, ma che questi ingredienti
possono guadagnare piena efficacia solo
se sono corroborati dalla disponibilità
interiore di ciascuno di noi. Non può
esistere una "città a misura d’uomo" se
quell’"uomo" non si sente a sua volta
coinvolto, parte solidale e amichevole nei
confronti di quanti altri con lui
condividono lo spazio urbano. È
caratteristica spesso rimproverata
35
elo ideologico, tra
ignoranza e
stupidità.
Qualcuno ufficialmente
ha celebrato Porta Pia
alla esclusiva memoria
dei caduti tra le truppe
pontificie, e la giullarata
dà fiato ai clown radicali
che dopo il flop del loro
convegno sul 20
settembre in riva al
Tamigi ("fumo di
Londra") strillano da
quattro giorni. Con
ragione ieri Michele
Serra su "Repubblica" (p.
1) definisce "ridicolo" il
vizio ideologico di quei
"papalini" sballati, Paolo
Franchi sul "Corsera" (p.
1) ride sullo "spirito di
Z
marmellata"
manifestato
dall’iniziativa e Vittorio
Emiliani ("L’Unità", p. 1)
ricorda che Paolo VI
volle che nel centenario
dell’evento, il 20
settembre 1970, il
cardinale vicario
Dell’Acqua celebrasse in
suo nome sul posto una
Messa di ringraziamento
per la perdita del potere
temporale. Della cosa ho
un ricordo speciale: ero
nello studio di
Dell’Acqua, al Laterano,
quando gli giunse per
telefono il primo segnale
dell’incarico. Finito? No:
perché l’ignoranza
ridicola, e anche stupida,
è bipolare e impazza
pure sulla stessa "Unità",
ieri. A p. 25 – "Il Papa e la
contraddizione di una
benedizione non data" –
Luigi Cancrini psichiatra
furioso mescola Pasolini,
Hitler e Mussolini per
accusare Benedetto XVI
di "doppiezza" e cinismo
perché a Parigi saluta
cordiale Sarkozy e Carla
Bruni, ma poi nega «la
benedizione a chi non si
è sposato in Chiesa»!
«Una benedizione –
scrive Cancrini – non si
nega a nessuno, neppure
agli assassini»! E giù
insulti… Non sa, non
legge, non vuole sapere,
lui, che in francese
«benir» una coppia vuol
dire celebrarne il
matrimonio in Chiesa.
Psichiatra, calma: si
informi e poi scriva!