Anno nuovo. Promesse vecchie?
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Anno nuovo. Promesse vecchie?
VIVERE INSIEME Anno nuovo. Promesse vecchie? Allʼinizio di un nuovo anno i buoni propositi abbondano, da parte dei bambini cosí come degli adulti. Perché non si riducano a vuote parole occorre incardinarli con saggezza nel quotidiano. di Domenico Volpi 32 roviamo a prendere sul serio, anche nei nostri atteggiamenti educativi, il vecchio proverbio “Anno nuovo, vita nuova”. Ognuno, genitore, nonno o educatore, di ambo i sessi, se si guarda dentro trova da dove cominciare: da sé stesso. E l’esperienza P gli dice che i nostri buoni propositi abbondano, ma spesso sono troppo generici e non incardinati nella vita quotidiana. Altrettanto, dunque, accade ai giovanissimi, e non c’è da stupirsi o da rimbrottare. Ad esempio, per quanto riguarda noi adulti, “smettere di fumare” è una delle decisioni piú necessarie e giuste, ma dev’essere integrale, e da subito, non da dopodomani; “ridurre il consumo di sigarette” è buona cosa, ma occorre contingentarsi il numero: si tengono sei sigarette nel pacchetto, che devono bastare per tutta la giornata, e si chiudono le altre a chiave nel cassetto, magari lasciando le chiavi ad altri, …e non si accettano sigarette dagli amici. Lo stesso dicasi per l’alcool, per abitudini e lussi, per spese superflue e vizi grandi o piccoli. La virtú si conquista o di slancio o a piccoli passi progressivi. Per i piú piccoli, invece, l’atteggiamento deve essere meno inflessibile ma sempre coerente. I bambini sono prodighi di promesse, e le fanno con tutte le buone intenzioni: “non dirò piú le bugie”, “non farò piú arrabbiare la mamma”, ma sono presto dimenticate. I momenti classici delle promesse sono molti: vengono per prime le letterine di Natale, che quindi sono un momento prezioso per l’educazione, poi ci sono la sera dell’ultimo dell’anno in attesa della mezzanotte (questo soprattutto per gli adulti), e ancora le varie ricorrenze familiari, dalla data del matrimonio ai compleanni e ad altre festività, cioè quando si vuole gratificare una persona amata garantendo la correzione di un nostro difetto. Ci chiediamo ora quale dovrebbe essere l’atteggiamento dei genitori e degli educatori nei confronti dei bambini e dei ragazzi. Innanzitutto, dinnanzi a una “letterina” o a un biglietto di auguri contenente una promessa, prendiamo sul serio ciò che hanno scritto i nostri figli e nipoti, leggiamolo a tavola ad alta voce in modo che sia valorizzato il contenuto e che tutti ne siano a conoscenza, e ringraziamo il… redattore. Nei giorni seguenti, se la promessa di “vita nuova” è stata generica, allora l’adulto interverrà con un’osservazione sorridente:- “Ma come?! Hai promesso di non dire piú bugie, e ora ne dici una?” Poi, con calma, si spiegheranno i danni che possono fare le bugie nei rapporti fra le persone. Al bambino dev’essere ricordato l’impegno preso senza che quella buona intenzione fatta nel commovente e coinvolgente clima natalizio e magari davanti a Gesú Bambino, o in una ricorrenza gioiosa, diventi un’ossessione o una continua occasione di rimprovero. Se noi adulti non riusciamo a mantenere tutte le nostre promesse, figuriamoci se può riu- I nonni scirci un bambino o un ragazzo! È meglio, però, indirizzare i giovanissimi, prima che scrivano nel segreto l’affettuosa letterina o in altri momenti di slanci positivi, verso impegni piú piccoli ma concreti e verificabili. “Aiuterò la mamma” è generico, ma “Sarò io ad apparecchiare la tavola” o “Lascerò in ordine la mia cameretta” è piú preciso. Altri esempi di concretezza: “Non accenderemo piú la televisione al mattino per vedere i cartoni animati prima di andare a scuola”, “Un giorno per settimana resterò a far compagnia alla nonna”, “Farò pace con il mio compagno”… Per non svalutare le promesse, insomma, queste devono essere attuabili. Verso di loro, noi adulti non dobbiamo essere inflessibili, ma ammettere eccezioni quando sono opportune. Ad esempio, nei giorni di festa la tv al mattino si può accendere dopo colazione. Gli impegni per quanto riguarda il mondo dei media sono quelli che oggi sono piú necessari. Non si tratta solo di una buona scelta dei programmi (anche i cartoni animati possono essere violenti), ma del modo di usarli: da soli o in compagnia, con credulità assoluta o sapendo che si tratta di finzioni, e per quanto tempo. Si vede un cartone animato o un telefilm, e poi si spegne, magari pensandoci su o discutendone con un adulto, e non si saltabecca da un canale all’altro combinando nel proprio cervello un’insalata indigesta di immagini e di emozioni. Altri tipi di promesse/impegni molto importanti sono quelli di osservanza ecologica, che però coinvolgono tutti i membri della famiglia e da tutti sono controllabili: spegneremo le luci uscendo dalle stanze, ci laveremo i denti usando l’acqua in un bicchiere, non lasceremo la doccia aperta anche mentre c’insaponiamo, qualcuno s’impegnerà a coltivare piante sulle terrazze, sui balconi, sui davanzali o dentro casa, non pretenderemo e non acquisteremo cose inutili. Sempre senza esagerare, e in allegria. Vita nuova anche, e soprattutto, nel campo spirituale: ai piccoli va ricordata l’amicizia con Gesú, agli adolescenti il dono della fede e gl’impegni morali, agli adulti la speranza, a tutti la carità. Non sarebbe una cattiva idea se anche noi, genitori e nonni, scrivessimo una nostra lettera a Gesú Bambino e se i coniugi si scambiassero, una o due volte l’anno qualche riga di affettuosità con i conseguenti atteggiamenti concreti. ● Tesoro antico e nuovo a società si trasforma e si traLsformano anche loro, prio l’informazione e il rispetto reciproco per le diverse scelte rappresentano la chiave di volta per evitare conflitti generazionali. Obiettivo ancor piú importante se saranno i nonni a prendersi cura dei nipotini per permettere ai genitori di riprendere l’attività lavorativa. «Ecco un’altra novità dei giorni nostri - riprende la psicologa - il nonno-baby sitter. Una situazione che presenta dei limiti e delle potenzialità a seconda dello spirito con cui il nonno stesso l’accoglie. Se si tratta di una situazione un po’ “subíta” per cui il nonno o la nonna faticano a trovare le energie necessarie o il tempo (gli anziani di oggi sono molto piú attivi, lavorano, studiano, frequentano corsi e associazioni), meglio sarebbe sollevarli dall’incarico e optare per una soluzione alternativa (babysitter qualificate, nidi, micronidi o nidi famiglia), lasciando che i nonni “facciano i nonni” intrattenendosi con i bambini, senza però la responsabilità di crescerli. Se invece il nonno accoglie questa situazione come un’opportunità, sia lui che i nipoti potranno vivere un’esperienza molto arricchente». In ogni caso, ricordiamo che i bambini sono la speranza dei nonni, attraverso i nipoti lo sguardo si spinge avanti, nel futuro. E per i bambini, quella del nonno è una figura fondamentale, rappresenta le radici, la dimensione storica della famiglia. L’immagine del nonno seduto davanti al camino a raccontare, che oggi corre il rischio di svanire, è ancora una risorsa preziosa, per i piccini, ma anche per i gran● di. di Giona d’Adan i nonni, una figura che si è evoluta nel tempo, pur conservando un ruolo prezioso nella vita dei nipoti e della famiglia tutta. Un ruolo la cui importanza viene riconosciuta e sottolineata già prima della nascita dei nipotini, tanto che oggi, non solo i nonni (e soprattutto le nonne) sono invitati a partecipare ai corsi di preparazione alla nascita con figlie e nuore in dolce attesa, ma numerose associazioni organizzano incontri ad hoc per futuri nonni. Ma c’è davvero bisogno di un corso per “fare” i nonni? «Tra i nonni che sono diventati genitori negli anni settanta e le neomamme c’è un forte gap culturale» spiega Alessandra Bortolotti, psicologa che conduce corsi di preparazione alla nascita e incontri post parto a Firenze. «A livello pedagogico e per quanto riguarda l’accudimento del bimbo piccino sono cambiate davvero tante cose, per cui partecipare a degli incontri condotti da figure esperte dà alle nonne gli strumenti per poter poi offrire il giusto supporto alle neomadri. Un esempio classico è quello dell’allattamento al seno: oggi sappiamo che il latte di mamma è l’alimento ideale in assoluto, ma a partire dagli anni settanta, con il boom del latte artificiale, intere generazioni non sono state allattate al seno e a molte nonne mancano quindi l’esperienza personale e le informazioni corrette e aggiornate. Ma gli esempi sono numerosi e riguardano la gestione del sonno, dello svezzamento, dell’educazione ... ». E pro- 33