Anno nuovo. Promesse vecchie?

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Anno nuovo. Promesse vecchie?
VIVERE INSIEME
Anno nuovo. Promesse vecchie?
Allʼinizio di un nuovo anno i buoni propositi abbondano, da parte
dei bambini cosí come degli adulti. Perché non si riducano a
vuote parole occorre incardinarli con saggezza nel quotidiano.
di Domenico Volpi
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roviamo a prendere sul serio, anche nei nostri atteggiamenti educativi, il vecchio proverbio “Anno nuovo, vita nuova”. Ognuno,
genitore, nonno o educatore, di ambo i
sessi, se si guarda dentro trova da dove
cominciare: da sé stesso. E l’esperienza
P
gli dice che i nostri buoni propositi abbondano, ma spesso sono troppo generici e non incardinati nella vita quotidiana. Altrettanto, dunque, accade ai
giovanissimi, e non c’è da stupirsi o da
rimbrottare.
Ad esempio, per quanto riguarda noi
adulti, “smettere di fumare” è una delle
decisioni piú necessarie e giuste, ma
dev’essere integrale, e da subito, non
da dopodomani; “ridurre il consumo di
sigarette” è buona cosa, ma occorre
contingentarsi il numero: si tengono sei
sigarette nel pacchetto, che devono bastare per tutta la giornata, e si chiudono
le altre a chiave nel cassetto, magari lasciando le chiavi ad altri, …e non si accettano sigarette dagli amici. Lo stesso
dicasi per l’alcool, per abitudini e lussi,
per spese superflue e vizi grandi o piccoli. La virtú si conquista o di slancio o
a piccoli passi progressivi.
Per i piú piccoli, invece, l’atteggiamento deve essere meno inflessibile ma
sempre coerente. I bambini sono prodighi di promesse, e le fanno con tutte le
buone intenzioni: “non dirò piú le bugie”, “non farò piú arrabbiare la mamma”, ma sono presto dimenticate. I momenti classici delle promesse sono
molti: vengono per prime le letterine di
Natale, che quindi sono un momento
prezioso per l’educazione, poi ci sono
la sera dell’ultimo dell’anno in attesa
della mezzanotte (questo soprattutto
per gli adulti), e ancora le varie ricorrenze familiari, dalla data del matrimonio ai compleanni e ad altre festività,
cioè quando si vuole gratificare una
persona amata garantendo la correzione
di un nostro difetto.
Ci chiediamo ora quale dovrebbe essere l’atteggiamento dei genitori e degli
educatori nei confronti dei bambini e
dei ragazzi.
Innanzitutto, dinnanzi a una “letterina” o a un biglietto di auguri contenente una promessa, prendiamo sul serio
ciò che hanno scritto i nostri figli e nipoti, leggiamolo a tavola ad alta voce in
modo che sia valorizzato il contenuto e
che tutti ne siano a conoscenza, e ringraziamo il… redattore.
Nei giorni seguenti, se la promessa
di “vita nuova” è stata generica, allora
l’adulto interverrà con un’osservazione
sorridente:- “Ma come?! Hai promesso
di non dire piú bugie, e ora ne dici
una?” Poi, con calma, si spiegheranno
i danni che possono fare le bugie nei
rapporti fra le persone. Al bambino
dev’essere ricordato l’impegno preso
senza che quella buona intenzione fatta
nel commovente e coinvolgente clima
natalizio e magari davanti a Gesú Bambino, o in una ricorrenza gioiosa, diventi un’ossessione o una continua occasione di rimprovero. Se noi adulti
non riusciamo a mantenere tutte le nostre promesse, figuriamoci se può riu-
I nonni
scirci un bambino o un ragazzo!
È meglio, però, indirizzare i giovanissimi, prima che scrivano nel segreto
l’affettuosa letterina o in altri momenti
di slanci positivi, verso impegni piú
piccoli ma concreti e verificabili. “Aiuterò la mamma” è generico, ma “Sarò
io ad apparecchiare la tavola” o “Lascerò in ordine la mia cameretta” è piú
preciso. Altri esempi di concretezza:
“Non accenderemo piú la televisione al
mattino per vedere i cartoni animati
prima di andare a scuola”, “Un giorno
per settimana resterò a far compagnia
alla nonna”, “Farò pace con il mio
compagno”…
Per non svalutare le promesse, insomma, queste devono essere attuabili.
Verso di loro, noi adulti non dobbiamo
essere inflessibili, ma ammettere eccezioni quando sono opportune. Ad esempio, nei giorni di festa la tv al mattino si
può accendere dopo colazione.
Gli impegni per quanto riguarda il
mondo dei media sono quelli che oggi
sono piú necessari. Non si tratta solo di
una buona scelta dei programmi (anche
i cartoni animati possono essere violenti), ma del modo di usarli: da soli o in
compagnia, con credulità assoluta o sapendo che si tratta di finzioni, e per
quanto tempo. Si vede un cartone animato o un telefilm, e poi si spegne, magari pensandoci su o discutendone con
un adulto, e non si saltabecca da un canale all’altro combinando nel proprio
cervello un’insalata indigesta di immagini e di emozioni.
Altri tipi di promesse/impegni molto
importanti sono quelli di osservanza
ecologica, che però coinvolgono tutti i
membri della famiglia e da tutti sono
controllabili: spegneremo le luci uscendo dalle stanze, ci laveremo i denti
usando l’acqua in un bicchiere, non lasceremo la doccia aperta anche mentre
c’insaponiamo, qualcuno s’impegnerà
a coltivare piante sulle terrazze, sui balconi, sui davanzali o dentro casa, non
pretenderemo e non acquisteremo cose
inutili. Sempre senza esagerare, e in allegria.
Vita nuova anche, e soprattutto, nel
campo spirituale: ai piccoli va ricordata
l’amicizia con Gesú, agli adolescenti il
dono della fede e gl’impegni morali,
agli adulti la speranza, a tutti la carità.
Non sarebbe una cattiva idea se anche
noi, genitori e nonni, scrivessimo una
nostra lettera a Gesú Bambino e se i coniugi si scambiassero, una o due volte
l’anno qualche riga di affettuosità con i
conseguenti atteggiamenti concreti. ●
Tesoro antico e nuovo
a società si trasforma e si traLsformano
anche loro,
prio l’informazione e
il rispetto reciproco
per le diverse scelte
rappresentano la chiave di volta per
evitare conflitti generazionali. Obiettivo ancor piú importante se saranno i
nonni a prendersi cura dei nipotini per
permettere ai genitori di riprendere l’attività lavorativa. «Ecco un’altra novità
dei giorni nostri - riprende la psicologa
- il nonno-baby sitter. Una situazione
che presenta dei limiti e delle potenzialità a seconda dello spirito con cui il
nonno stesso l’accoglie. Se si tratta di
una situazione un po’ “subíta” per cui il
nonno o la nonna faticano a trovare le
energie necessarie o il tempo (gli anziani di oggi sono molto piú attivi, lavorano, studiano, frequentano corsi e associazioni), meglio sarebbe sollevarli dall’incarico e optare per una soluzione alternativa (babysitter qualificate, nidi,
micronidi o nidi famiglia), lasciando
che i nonni “facciano i nonni” intrattenendosi con i bambini, senza però la responsabilità di crescerli. Se invece il
nonno accoglie questa situazione come
un’opportunità, sia lui che i nipoti potranno
vivere
un’esperienza
molto arricchente». In ogni caso,
ricordiamo che i
bambini sono la
speranza
dei
nonni, attraverso
i nipoti lo sguardo si spinge
avanti, nel futuro. E per i bambini, quella del
nonno è una figura fondamentale, rappresenta
le radici, la dimensione storica
della famiglia.
L’immagine del
nonno seduto davanti al camino a
raccontare, che
oggi corre il rischio di svanire,
è ancora una risorsa preziosa,
per i piccini, ma
anche per i gran●
di.
di Giona d’Adan
i nonni, una figura che si è evoluta nel
tempo, pur conservando un ruolo prezioso nella vita dei nipoti e della famiglia tutta. Un ruolo la cui importanza
viene riconosciuta e sottolineata già
prima della nascita dei nipotini, tanto
che oggi, non solo i nonni (e soprattutto
le nonne) sono invitati a partecipare ai
corsi di preparazione alla nascita con
figlie e nuore in dolce attesa, ma numerose associazioni organizzano incontri
ad hoc per futuri nonni. Ma c’è davvero
bisogno di un corso per “fare” i nonni?
«Tra i nonni che sono diventati genitori negli anni settanta e le neomamme
c’è un forte gap culturale» spiega Alessandra Bortolotti, psicologa che conduce corsi di preparazione alla nascita e
incontri post parto a Firenze. «A livello
pedagogico e per quanto riguarda l’accudimento del bimbo piccino sono
cambiate davvero tante cose, per cui
partecipare a degli incontri condotti da
figure esperte dà alle nonne gli strumenti per poter poi offrire il giusto supporto alle neomadri. Un esempio classico è
quello dell’allattamento al seno:
oggi sappiamo
che il latte di
mamma è l’alimento ideale in
assoluto, ma a
partire dagli anni
settanta, con il
boom del latte
artificiale, intere
generazioni non
sono state allattate al seno e a
molte
nonne
mancano quindi
l’esperienza personale e le informazioni corrette
e aggiornate. Ma
gli esempi sono
numerosi e riguardano la gestione del sonno,
dello svezzamento, dell’educazione ... ». E pro-
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