Salvaguardia e valorizzazione di razze ovine autoctone

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Salvaguardia e valorizzazione di razze ovine autoctone
S
L AT T E E F O R M A G G I
• U N O S T O R I C O PAT R I M O N I O Z O O T E C N I C O D A P R O T E G G E R E
Salvaguardia e valorizzazione
di razze ovine autoctone siciliane
▪
I risultati di un progetto
di ricerca che mira
a razionalizzare il controllo
sanitario e i sistemi foraggeri
▪
di D. Campisi, F. Vitale,
G. Cascone, M. Vitale,
G. Di Miceli, S. Caracappa
L
e principali razze ovine siciliane
sono rappresentate dalla Comisana (foto 1) e dalla razza Valle del
Belice (foto 2). Particolarmente
adattate alle condizioni pedoclimatiche
dell’Isola queste due razze sono caratterizzate da una buona produzione di latte
e relativi prodotti lattiero-caseari come
formaggi e ricotta, che probabilmente meriterebbero una maggiore valorizzazione
dal punto di vista commerciale per le loro
indubbie qualità organolettiche. La razza
Comisana è stata selezionata agli inizi del
XX secolo nelle province di Siracusa e Ragusa, attraverso incroci di sostituzione tra
pecore autoctone siciliane e arieti provenienti da Malta e dal Nord Africa, dal caratteristico colore rosso della testa. Il san-
Foto 1 - Pecore di Comisana, storica razza dal caratteristico colore rosso della testa
gue maltese ha sensibilmente migliorato le
pecore siciliane, specialmente quelle che
venivano allevate sul versante orientale, esaltandone le produzioni lattifere. La
nuova razza Comisana ha conservato la
rusticità e l’adattamento all’ambiente della pecora siciliana, acquisendo le capacità
produttive delle razze importate.
Per la valorizzazione e la salvaguardia
della pecora Comisana, il Consorzio regionale per la ricerca applicata e la sperimentazione (Coreras) in collaborazione
con l’Istituto zooprofilattico sperimenta-
le della Sicilia (IzsSi) ha predisposto un
progetto con l’obiettivo di creare un allevamento modello di pecore di razza Comisana, attraverso l’incremento di soggetti caratterizzati da genotipi resistenti
nei confronti delle malattie prioniche e
l’approfondimento delle conoscenze sulla
correlazione tra qualità delle produzioni
zootecniche e il tipo di pascolo.
Il progetto si articola in due linee di
ricerca:
• aspetti sanitari e selezione genetica per
la resistenza alla scrapie;
• influenza del pascolo, costituito da diverse essenze foraggere, sulla produzione
quantiqualitativa di latte di pecore Comisane.
L’attività di ricerca si è svolta nel
2003/04 presso l’azienda agraria sperimentale Don Pietro di Canicarao sita in
agro di Ragusa, in un tipico ambiente
della Pianura Iblea.
La resistenza alla scrapie
Foto 2 - Esemplari di pecore di razza Valle del Belice
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supplemento a L’Informatore Agrario • 27/2006
La scrapie è un’encefalopatia spongiforme che colpisce ovini e caprini, sovrapponibile alla Bse per gli aspetti neuropatologici, ma, a differenza del ceppo
bovino, il prione della pecora non sembra essere trasmissibile all’uomo. La malattia prende il nome da un prurito in-
L AT T E E F O R M A G G I
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RICERCA E FORMAZIONE IN UNA STRUTTURA DEL 1600
L’azienda agricola sperimentale Don Pietro Canicarao
la sperimentazione (CoreI terreni dell’azienda agriras) che, attuando una pocola sperimentale Don Pielitica di collaborazione e di
tro Canicarao, 111 ha ricasviluppo con il Servizio IX
denti nel territorio del Codell’Assessorato agricoltumune di Ragusa, facevano
ra e foreste, ha finalmenparte del feudo appartenente avviato quel processo di
te al marchese Trigona di
trasformazione in azienda
Canicarao sino al 2 aprile
sperimentale e modello di
1972, quando il marchese
sviluppo di una agricoltura
vendette il fondo all’Istitumoderna e dinamica.
to sperimentale per la zooIl Coreras ha creato il
tecnia del Ministero delmanagement aziendale
l’agricoltura e foreste, già
con personale tecnico e
immaginando la possibile
operaio, l’ha dotata di atdestinazione nell’attività di
trezzature e mezzi per l’atricerca in campo agricolo.
tività di sperimentazione
L’Istituto sperimentale per
Il nucleo storico dell’azienda Don Pietro Canicarao
da pieno campo e ha iniziala zootecnia avvia un’attivito nel contempo una vasta
tà sperimentale, pur se miattività di opere di miglioramento del fondo. L’azienda agricola
nima e in maniera sporadica, su colture foraggere (mais, medisperimentale Don Pietro Canicarao ha in corso di realizzazioca, ecc.), ma non riuscirà mai a organizzare un vero centro di
ne un progetto di recupero di un complesso di fabbricati rurali
ricerca, punto di riferimento del mondo agricolo e del territorio.
(baglio) risalenti al 1600, finanziato dalla Regione Sicilia-ProteNel 1987 l’Istituto sperimentale per la zootecnia vende il fondo
zione civile di Ragusa e destinato alla realizzazione della base
alla Presidenza della Regione Sicilia.
aziendale ove svolgere l’attività di ricerca e formazione.
Quest’ultima ha come obiettivo la creazione di un’azienda
Oggi presso l’azienda Don Pietro Canicarao sono in corso di
modello per lo sviluppo di un’agricoltura moderna e dinamica,
svolgimento attività sperimentali e di divulgazione sia del Cosede di attività di ricerca e formazione professionale e capace di
reras che di altri enti di ricerca (Università, Istituti sperimeninteragire con i Servizi allo sviluppo agricolo (in conformità alle
tali del Mipaf, Servizi allo sviluppo agricolo) che trovano la sefinalità dell’articolo 4, della legge regionale 5-8-1982, n. 88).
de ideale per lo svolgimento delle proprie attività di ricerca e
Da allora e fino al 2001 il fondo non riceve alcuna attenziodi divulgazione. Le principali linee di ricerca svolte e in corso
ne di parte pubblica. La svolta nella realizzazione dell’originadi svolgimento interessano i settori della forestazione, dell’amrio ambizioso progetto, si attua con la concessione in comodabiente, della viticoltura, dell’orticoltura da pieno campo, delle
to d’uso (aprile 2001) del fondo denominato azienda Don Pieforaggere, delle colture officinali e della zootecnia.
tro Canicarao al Consorzio regionale per la ricerca applicata e
•
tenso che induce gli animali a
prodursi ferite anche profonde
strofinandosi contro qualsiasi
superficie (in inglese to scrape
significa grattare).
Colpisce animali adulti di
età compresa tra 2 anni e mezzo e 4 anni e mezzo, e solo raramente si riscontra in animali
di età inferiore ai 18 mesi. La
scrapie è conosciuta da più di
due secoli ed è diff usa in tutto
il mondo; sono stati segnalati
casi di malattia negli Stati Uniti, in Canada e Giappone. In
Italia la malattia è stata segnalata per la prima volta nel 1976
in Piemonte ed è stata in seguito descritta in varie regioni. In
Sicilia sono stati osservati 7 focolai prima dell’introduzione
10
2
10
4
Messina
Palermo
Trapani
6
Enna
Agrigento
Catania
Ca
lta
nis
ett
a
11
Siracusa
Ragusa
12
2
FIGURA 1 - Il numero di animali risultati positivi al test
rapido per la Tse in Sicilia dal 2001 al 2005
dei test rapidi (1998-2001) e 29
dal 2002 al 2005. All’interno
di questi focolai il totale degli animali risultati positivi è
mostrato in figura 1. Clinicamente è caratterizzata da decorso cronico e da una serie di
sintomi che comprendono variazioni comportamentali, tremori, atassia particolarmente
accentuata agli arti posteriori,
prurito, scialorrea. La morte
sopraggiunge in media entro
15 mesi dalla comparsa dei primi segni. In Italia la scrapie è
stata inclusa nell’elenco delle
malattie infettive denunciabili
con un’ordinanza del Ministero della sanità del 1991. Il primo caso ufficialmente segnalato dalle autorità sanitarie ita-
27/2006 • supplemento a L’Informatore Agrario
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L AT T E E F O R M A G G I
TABELLA 1 - Classificazione dei riproduttori sulla
base della suscettibilità all’Est
Genotipo
Riproduttori
TABELLA 2 - Frequenze genotipiche trovate
nell’allevamento ovino di razza Comisana presso l’azienda
Don Pietro a confronto con quelle rilevate in Sicilia
a
1 classe
ARR/ARR
2a classe
ARR/ARH
ARR/AHQ
ARQ/ARR
Genotipo
Suscettibilità minima o nulla
Genotipo raro per il quale mancano dati di suscettibilità.
Si suppone tuttavia una suscettibilità scarsa
Si suppone una suscettibilità scarsa
Suscettibilità scarsa
liane risale al 1995. L’agente responsabile
della scrapie e delle altre encefalopatie
trasmissibili spongiformi (Tse) è costituito da una proteina chiamata PrP. L’insorgenza della malattia è influenzata dal
ceppo infettante coinvolto e dalla suscettibilità dell’individuo. Tale suscettibilità
deriva da profi li genetici differenti presenti nei singoli ovini. I segni clinici della scrapie si sviluppano molto lentamente. In seguito a danni a livello neuronale,
gli animali affetti solitamente mostrano
cambi a livello comportamentale, tremori
(soprattutto di testa e collo), prurito e incoordinazione locomotoria che progrediscono sino alla morte dell’animale. Segni
precoci includono tenui cambiamenti del
comportamento o del temperamento. La
sorveglianza attiva dal 2002 è basata sui
test rapidi che rilevano la proteina patologica che, a differenza della proteina
normale, è resistente alla proteasi, detta
appunto PrPsc, agente delle malattia. Essa
si accumula nel sistema nervoso centrale durante il prolungato periodo di incubazione finché viene rilevata dai metodi
diagnostici a disposizione.
In questi ultimi anni l’interesse delle autorità sanitarie europee, inizialmente concentrato sulla Bse, si è andato progressivamente allargando sino a occuparsi anche
delle Est (Encefalopatie spongiformi trasmissibili) dei piccoli ruminanti. Le ragioni sono legate all’ipotesi, ormai conferma-
ARR/ARR
ARR/ARQ
ARR/AHQ
ARR/ARH
ARR/VRQ
ARQ/ARQ
ARQ/ARH
ARQ/VRQ
ARQ/AHQ
ARH/AHQ
ARH/ARH
Livelli
di resistenza
Animali
analizzati
nell’azienda
Don Pietro C. (n.)
azienda
Don Pietro
Sicilia
resistenti
semi resistenti
semi resistenti
semi resistenti
suscettibile
suscettibile
suscettibile
suscettibile
suscettibile
suscettibile
suscettibile
20
84
2
1
15
58
7
12
7
1
1
9,30
39,53
0,92
0,46
6,96
26,98
3,25
5,58
3,25
0,46
0,46
15,42
41,31
1,78
1,78
2,99
25,70
1,59
4,39
0,84
2,62
1,03
ta (annuncio della
Comunità europea nel febbraio
2005), della possibile circolazione
dell’agente della
Bse nelle popolaValori medi di 1.200 soggetti di razza Comisana sottoposti a genotipizzazione in tutta
la Sicilia.
zioni ovicaprine.
Dopo la comparsa
della Bse e la dimostrazione dell’esistenza le Encefalopatie spongiformi trasmissibili
di ceppi di Bse in grado di determinare (Est) degli ovini nell’ambito dell’Unione
epidemie e di trasmettersi dagli animali Europea. La strategia di selezione genetica
all’uomo, la presenza di Est in specie ani- si basa sull’esistenza di alcuni polimorfismi
mali produttrici di alimenti è divenuto un del gene della PrP in grado di influenzare,
problema delicato per le autorità sanitarie. negli ovini, la suscettibilità-resistenza alle
Pertanto anche la scrapie è diventata un Est. L’obiettivo del piano è quello di increobiettivo prioritario della lotta alle malattie mentare la frequenza dei caratteri di resiinfettive nell’Ue. Alle ragioni di carattere stenza genetica alle Est nella popolazione
sanitario si stanno via via sommando forti ovina al fine di:
interessi di tipo commerciale. La selezione • concorrere all’eradicazione delle Est
per i caratteri di resistenza genetica alle Est degli ovini;
andrà di pari passo con la qualifica sani- • concorrere alla creazione di greggi a
taria dei greggi e dei loro prodotti e avrà, «basso rischio» di Est;
di conseguenza, importanti implicazioni • contribuire alla tutela della salute umadi natura commerciale. Diversi Paesi han- na e animale.
no perciò già varato da tempo programmi nazionali per la profilassi e il controllo TABELLA 3 - Altezza, disponibilità
delle Est ovicaprine. In base alla norma- di biomassa e percentuale
tiva recentemente emanata (Piano nazio- di infestanti durante il periodo
nale di selezione genetica degli ovini per la di pascolamento nelle diverse
profilassi delle Encefalopatie spongiformi specie foraggere
trasmissibili) la strada della selezione per i
Data
InfeAltezza Biomassa
Specie
rilievo
stanti
caratteri di resistenza genetica costituisce
(cm)
(t/ha)
(2005)
(%)
l’asse portante della gestione sanitaria delLoiessa
Loiessa
Loiessa
Loiessa
Media
Cons. L+V
Cons. L+V
Cons. L+V
Cons. L+V
Media
Veccia
Veccia
Veccia
Veccia
Media
Pecore di razza Comisana al pascolo presso l’azienda agricola sperimentale
Don Pietro Canicarao
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supplemento a L’Informatore Agrario • 27/2006
Frequenza genotipica (%)
2-5
17-5
24-5
31-5
2-5
17-5
24-5
31-5
2-5
17-5
24-5
31-5
58,0
3,09
29,9
3,30
29,2
3,40
26,2
2,02
35,8
2,95
62,4 3,18 (70) (*)
32,5 2,70 (59) (*)
22,6 1,73 (59) (*)
12,1 0,74 (46) (*)
32,4 2,10 (59) (*)
62,8
3,54
56,3
2,83
53,2
3,03
38,3
1,68
52,6
2,77
37
9
15
23
21
28
34
51
68
45
25
39
37
52
38
(*) Valori entro parentesi rappresentano il contributo
percentuale della veccia.
L AT T E E F O R M A G G I
Con la decisione Ce 2003/100, la Commissione europea ha disposto l’attuazione in tutti gli Stati membri di Piani
di selezione nelle razze ovine per la resistenza alle Encefalopatie spongiformi
trasmissibili (Est).
Il Piano prevede l’impiego a fini riproduttivi di montoni classificati a seconda
del genotipo come da tabella 1.
Nel giro di 5 anni, i montoni da riproduzione devono appartenere soltanto alla prima classe, con genotipo omozigote
resistente ARR/ARR. Le analisi di genotipizzazione condotte sui focolai di scrapie in Sicilia hanno mostrato che l’allele
ARR nelle razze siciliane è presente in
una percentuale abbastanza elevata (più
del 40%), mentre il genotipo più suscettibile nelle razze italiane ARQ/ARQ è
presente al 26% circa. Tale genotipo è
effettivamente coinvolto in proporzione maggiore nei casi di focolai di scrapie
osservati finora in Sicilia.
L’analisi genetica effettuata sul gregge
dell’azienda agraria sperimentale Don
Pietro Canicarao ha mostrato frequenze
alleliche paragonabili a quelle trovate in
un’indagine condotta in diversi allevamenti di ovini di razza Comisana in Sicilia (tabella 2). Per la selezione genetica, le
buone percentuali di portatori dell’allele
resistente ARR fanno prevedere una facile attuazione del Piano nazionale per la
profilassi delle encefalopatie spongiformi
trasmissibili. Dati preliminari sulle correlazioni tra i genotipi resistenti e i caratteri
produttivi hanno mostrato che la selezione genetica per la resistenza alla scrapie
non influenza negativamente le capacità
produttive e qualitative degli animali.
L’influenza del pascolo
sulla produzione di latte
La ricerca ha avuto l’obiettivo di valutare gli effetti del pascolamento su diverse risorse foraggere da parte di pecore di razza Comisana, sulla produzione
e qualità del latte. Sono state utilizzate 24 pecore di razza Comisana (carico
30 capi/ha) suddivise in 3 gruppi omogenei per epoca di parto e livello produttivo e alimentate con tre differenti risorse foraggere: veccia in purezza
(V), loiessa in purezza (L) e la consociazione sostitutiva veccia-loiessa (VL), senza nessuna integrazione. A tal fine nella prima decade di dicembre 2003
sono stati impiantati gli erbai in purezza di veccia (120 kg/ha, cultivar Marianna) e loiessa (50 kg/ha, cultivar
Lilio) e la loro consociazione (V-L)
S
Pascolo di veccia in purezza
a file alterne (rispettivamente 60 e 25 kg/ha
di veccia e loiessa).
I rilievi hanno riguardato le risorse
foraggere (disponibilità complessiva e
composizione botanica) e gli animali
(peso a inizio e fine prova, latte prodotto giornalmente dai gruppi, produzione
giornaliera individuale di latte, rilevata
con cadenza settimanale in 3 controlli). I campioni di latte individuale sono stati analizzati per la determinazione di grasso, lattosio, proteine e cellule
somatiche.
L’andamento delle disponibilità di biomassa, come riportato in tabella 3, è risultato pressoché simile per gli erbai di
loiessa e veccia in purezza, con produzioni medie del periodo di prova non
dissimili: 2,95 contro 2,77 t/ha rispettivamente.
TABELLA 4 - Produzione e aspetti
qualitativi del latte individuale
dei tre gruppi messi a confronto
durante il periodo di prova
Data
rilievi
Loiessa
Veccia
Latte (g/capo al giorno)
17-5-2005
1060,0
1290,0
24-5-2005
892,9
978,6
31-5-2005
844,3
881,4
Media
932,4
1.050,0
Grasso (%)
17-5-2005
5,64
5,15
24-5-2005
6,81
6,98
31-5-2005
6,73
6,94
Media
6,39
6,36
Proteine (%)
17-5-2005
5,63
5,21
24-5-2005
5,45
5,63
31-5-2005
5,62
5,69
Media
5,56
5,51
Lattosio (%)
17-5-2005
4,69
4,80
24-5-2005
4,78
4,87
31-5-2005
4,70
4,79
Media
4,72
4,82
Loiessaveccia
1222,9
1057,1
855,7
1.045,2
5,55
6,62
6,76
6,31
5,41
5,47
5,50
5,46
4,79
4,82
4,86
4,82
La consociazione ha mostrato valori di
disponibilità dell’erba sempre inferiori
rispetto alle colture pure, con un contributo percentuale della veccia decrescente durante l’utilizzazione, indice di una
maggiore appetibilità della leguminosa
da parte degli animali. Il contributo delle
infestanti è aumentato con l’utilizzazione
da parte degli ovini della cotica erbosa,
raggiungendo i valori medi più elevati
nella consociazione (45%).
Le produzioni di latte giornaliere
(tabella 4) sono risultate superiori negli animali che pascolavano la veccia
(1.050 g/capo al giorno) e la consociazione veccia-loiessa (1.045 g/capo al giorno) rispetto agli animali che pascolavano la loiessa in purezza (932 g/capo
al giorno).
Nessuna differenza è stata osservata tra
i gruppi di pecore sia sul tenore in grasso
sia sulla percentuale di proteine e lattosio del latte individuale. In questo caso
non è stato riscontrato l’effetto diluizione che normalmente si osserva a carico
delle caratteristiche qualitative del latte (grasso, proteine, lattosio) per effetto
della maggiore produzione di latte. Pertanto all’aumentare della produzione le
caratteristiche qualitative del latte sono
rimaste pressoché invariate.
•
Domenico Campisi, Giuseppe Di Miceli
Consorzio regionale per la ricerca applicata
e la sperimentazione, Palermo
[email protected]
Fabrizio Vitale, Giuseppe Cascone
Maria Vitale, Santo Caracappa
Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia
Palermo
Attività svolta nell’ambito del progetto
«Salvaguardia e valorizzazione delle razze ovine
autoctone siciliane», finanziato al Coreras dal
Servizio IX dell’Assessorato agricoltura e foreste
della Regione Siciliana. Gli autori ringraziano
A. Selvaggio per l’attività svolta nell’ambito del
progetto e G. Parrino e M. Causapruno per il
contributo fornito nei rilievi di campo.
27/2006 • supplemento a L’Informatore Agrario
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