Canobbio Giacomo
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TEOLOGIA FONDAMENTALE - IV Prof. DUILIO ALBARELLO «IL KAIRÓS DELL’ETÀ SECOLARE. LA RILEVANZA DELL’EPOCA PER L’ESPERIENZA E IL PENSIERO DELLA FEDE» Corso semestrale: 2 ore settimanali ECTS 3 1. Il corso si propone di tematizzare la costitutiva connotazione pratica e storica dell’atto credente, la quale impone di superare in radice tanto la visione intellettualistica quanto la visione spiritualistica della fede. L’attenzione si fisserà in particolare a questo riguardo sull’interpretazione del fenomeno rappresentato dalla secolarizzazione, per indagare la praticabilità di una rilettura teologica di tale fenomeno capace di metterne in rilievo non soltanto gli aspetti problematici, ma pure le virtualità positive per il Cristianesimo stesso. 2. Il momento introduttivo intende istruire sinteticamente la questione fondamentale, data dalla rilevanza del riferimento all’«epoca» per il vissuto e il pensiero della fede. L’esperienza cristiana non appare deducibile da un principio aprioricamente stabilito. Infatti la differenza nell’identità, caratterizzante le attuazioni epocali di tale esperienza, non consente in alcun modo di venire compresa nei termini di una ripetizione del medesimo, in cui la temporalità è concepita come una variabile accidentale, bensì esige di essere intesa al modo della trans-figurazione dello stesso, in cui la temporalità risulta integrata come dimensione determinante. Tale orizzonte teorico è messo alla prova tramite il rimando alla problematica precisa, concernente il rapporto fra il Cristianesimo e la Modernità (rispettivamente, la post-Modernità), connotata in maniera specifica dal passaggio da una prospettiva di tipo sacrale ad un’altra di tipo secolare. La ricerca si concentra anzitutto sull’analisi della proposta più recente di Charles Taylor, dedicata appunto ad esplorare il complesso intreccio esistente fra la genealogia della secolarizzazione e la vicenda articolata della «cristianità latina». Il tratto più originale e promettente dell’indagine elaborata da Taylor consiste nella scelta di interpretare tale intreccio non solo e non tanto a partire dal succedersi dei modelli teorici, bensì a procedere dai mutamenti delle forme effettive che afferiscono alle pratiche socio-culturali ed ecclesiali. La tesi di fondo è che i suddetti mutamenti non decretino affatto in via necessaria la fine dell’esperienza religiosa e segnatamente cristiana, ma al contrario predispongano le condizioni per una sua inedita riconfigurazione. La ripresa valutativa in chiave espressamente teologica della proposta di Taylor è condotta attraverso il confronto critico con due esemplificazioni significative concernenti la rilettura cristiana dell’epoca moderna e contemporanea: il progetto elaborato da J.-B. Metz di una teodicea mistico-politica, imperniata sull’attuazione della solidarietà emancipante e soggettificante; e la prospettiva delineata da C. Theobald di un’interpretazione stilistica del Cristianesimo, come maniera di abitare la pluralità secolare comandata dalle istanze dell’apprendimento e dell’ospitalità. Bibliografia: C. TAYLOR, La modernità della religione, Biblioteca Meltemi, Roma 2004; ID., L’età secolare, Feltrinelli, Milano 2009; J.B. METZ, Sul concetto della nuova teologia politica (BTC 101), Queriniana, Brescia 1998; ID., Memoria Passionis. Un ricordo provocatorio nella società pluralista (BTC 144), Queriniana, Brescia 2009; C. THEOBALD, Il Cristianesimo come stile. Un modo di fare teologia nella postmodernità I - II, EDB, Bologna 2009; ID., Trasmettere un vangelo di libertà, EDB, Bologna 2010.