L`ipoacusia da rumore - Centro Audioprotesico Lombardo SRL
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L`ipoacusia da rumore - Centro Audioprotesico Lombardo SRL
O TO R I N O L A R I N G O I AT R I A A cura di Mariagrazia D’Errico * L’ipoacusia da rumore L'ipoacusia L’unica soluzione è la prevenzione ià nel XVI secolo i medici si sono interessati dell’ipoacusia professionale notando un abbassamento dell’udito nei soldati addetti all’uso dei cannoni. A cavallo tra il XIX e XX secolo, l’introduzione di petrolio ed elettricità come fonti di energia e della catena di montaggio, rivoluzionò la vita lavorativa degli operai, che erano sottoposti per tutto il turno di lavoro ai rumori assordanti delle macchine. Oggi le mansioni che costringono gli addetti all’esposizione al rumore sono aumentate in maniera esponenziale. 9 8 2 8 3 8 3 1 6 7 4 5 4 6 3 Cosa provoca il rumore? Suoni e rumori possono causare effetti uditivi ed extrauditivi: • gli effetti extra-uditivi coinvolgono l’apparato cardiovascolare, con fenomeni di vasocostrizione periferica già a livelli di esposizione di 70 dB ed un aumento della pressione arteriosa per valori superiori a 90 dB. A 95 dB si osservano problemi all’apparato respiratorio, digerente, endocrino e gastroenterico. Tra gli effetti neuropsichici il rumore può provocare o un aumento dello stato di vigilanza o una diminuzione dell’attenzione. In altri soggetti si è riscontrata insonnia, irritabilità e addirittura sindromi ansioso-depressive; • gli effetti uditivi si manifestano con lesioni irreversibili dell’organo dell’udito che, fortunatamente, smettono di progredire cessata l’esposizione al rumore. Come progredisce l’ipoacusia? Sintomi oggettivi e soggettivi Le prime settimane d’esposizione al rumore generalmente provocano acufeni (ronzii) alla fine del turno di lavoro, accompagnati da fullness (senso di orecchio pieno), cefalea e intontimento. Non si riscontrano abbassamenti di udito se non un leggero STS (Spostamento Temporaneo di Soglia) sui 4000 Hz: è quella diminuzione pugliasalute Suddivisione schematica e funzionale dell’organo dell’udito: 1) condotto uditivo esterno; 2) cavo del timpano con sistema timpanoossiculare ed articolazione fra staffa e finestra ovale; 3) canale cocleare contenente endolinfa, delimitato dalla scala vestibolare (4) e della scala timpanica (5) contenenti perilinfa; 6) finestra rotonda con membrana secondaria del timpano o membrana di Scarpa; 7) ramo cocleare del nervo acustico; 8) utricolo, vestibolo, canali semicircolari, ramo vestibolare del nervo acustico; 9) nervo facciale. (----): apparato di trasmissione dell’energia meccanica vibratoria; (----): apparato di trasdurazione dell’energia meccanica vibratoria in energia nervosa; (----): ramo cocleare del nervo acustico, parte iniziale dell’apparato di trasferimento dell'energia nervosa e di trasformazione in sensazione uditiva; (----): nervo facciale. In bianco: parte posteriore del labirinto membranoso con il ramo vestibolare del nervo acustico. Immagine tratta dal “Manuale di otorinolaringoiatra” di G. Rossi della sensibilità uditiva che si avverte anche al termine di una serata in discoteca. Il secondo stadio è caratterizzato da un innalzamento della soglia audiometrica (1) di 30-40 dB sui 4 kHz, che si estende spesso anche ai 3 e 6 kHz. Questa fase può durare mesi o anni, secondo la sensibilità individuale e l’energia sonora del rumore. Nel terzo stadio la soglia uditiva sale fino 45-60 dB sui 4 kHz, iniziano le prime difficoltà ad udire il ticchettio dell’orologio e a comprendere il parlato delle trasmissioni radiotelevisive. Le prime parole ad essere percepite con difficoltà sono quelle contenenti la “z” come “zanzara” o la “s” come “sessanta”, che viene confusa con “settanta”. Dopo diversi anni di esposizione s’instaura la “sordità da rumore” (quarto stadio), caratterizzata da un - quarantacinque - febbraio 2005 Importanza dei DPI(2) Uno dei compiti più difficili per il Medico del lavoro, o per il tecnico, è Inserti auricolare con filtro. Attenuano i rumori ma permettono di sentire parlato Inserto auricolare classico riuscire a sensibilizzare i lavoratori sull’importanza di indossare i DPI sempre e per tutto il periodo d’esposizione al rumore: se tali dispositivi non sono utilizzati anche per brevi periodi la protezione effettiva si riduce sensibilmente. Facciamo un semplice esempio: nel caso di esposizione ad un rumore con LAeq,8h pari a 105 dBA, pur indossando un otoprotettore con un’attenuazione di 39 dB, che darebbe luogo ad un livello sonoro effettivo di LAeq,8h di 75 dBA, se l’otoprotettore non è utilizzato anche per soli 30 minuti su otto ore, il livello effettivo LAeq,8h diventa 93 dBA e se indossato solo per la metà del tempo di esposizione, si ha una riduzione del L Aeq,8h di soli 3 dB. È inoltre importante sapere che anche un solo rumore, se impulsivo e di elevata intensità, può determinare gravi lesioni, perché la contrazione del muscolo stapedio (con funzione protettiva) ha un tempo di latenza di circa 15 millesimi di secondo. Il valore di attenuazione dell’otoprotettore naturalmente risente anche del modo in cui è indossato. Risulta fondamentale un confronto con le maestranze per la scelta del DPI più adatto, in relazione alle caratteristiche individuali, alla mansione svolta, al livello di rischio cui il soggetto è sottoposto ed alle eventuali controindicazioni al loro uso. innalzamento della soglia uditiva anche alle frequenze medie (che veicolano la maggior parte delle consonanti e delle vocali), da acufeni costanti, recruitment e displacusia: questi ultimi due fenomeni provocano distorsione rispettivamente in intensità e frequenza. Tutto ciò comporta una riduzione anche del 50% dell’intelligibilità dell’eloquio, che è percepito dal soggetto come proveniente da una radio mal sintonizzata, specie negli ambienti rumorosi. Cosa possiamo fare insieme? Cuffia Inserto auricolare con filo. Alla base della prevenzione c’è sicuramente l’informazione. La SAIL di Cisternino, impegnata da tempo in tale progetto, anche quest’anno nell’ambito della “Settimana Europea” sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in collaborazione con ISPESL, INAIL, ASL Regione, organizzerà un convegno il cui tema sarà appunto “l’uomo e il rumore”. L’appuntamento è previsto in ottobre 2005. Il Medico competente deve intervenire anche e soprattutto in fase ambulatoriale: cruciale è il momento della visita medica; purtroppo,però, essa è spesso interpretata dai dipendenti solo come un obbligo e non come un’opportunità di screening e di controllo periodico del proprio stato di salute. Proprio in ambulatorio, da diversi mesi è in corso uno studio di tipo epidemiologico sui lavoratori, i quali sono sottoposti ad un’attenta anamnesi, ad una visita medica completa e ad un esame audiometrico preciso. I risultati saranno comunicati all’ISPESL e all’INAIL, che otterranno un sostegno valido per monitorare la salute dei lavoratori e proporre interventi efficaci. Come agire se si riscontra un’ipoacusia? Archetto pugliasalute Nel caso si riscontri un’ipoacusia s’interviene in relazione al tipo e all’entità del danno. Naturalmente per una diagnosi precisa e tempestiva è fondamentale che il test sia eseguito da personale specializzato (tecnici audiometristi). - quarantasei - febbraio 2005 L’esame audiometrico Esami strumentali consigliati L’esame audiometrico tonale rileva • audiometria tonale • esame impedenzometrico • audiometria vocale Questi test sono indispensabili per una diagnosi audiologica precisa e per la prescrizione di una terapia medica. suono (o rumore) espresso in db 0 Sensazione uditiva corrispondente Soglia uditiva 10 Suono appena percettibile 30 Voce sussurrata 40 Zona residenziale molto tranquilla 50 Interno di un’auto con rumore a minimo 60 Voce di conversazione 70 Interno di un ufficio 80 Interno di un’auto a forte velocità 90 Strada molto rumorosa; soglia del fastidio 100 Discoteca (in prossimità degli altoparlanti) 120 Soglia del dolore 140 Aereo al decollo (vicino alla turbina) la soglia uditiva per via aerea e per via ossea. La via aerea serve a misurare la sensibilità di tutto il sistema uditivo, dal condotto uditivo esterno al talamo e risente pertanto d patologie di trasmissione (otiti, otosclerosi, perforazioni timpaniche o anche di semplici raffreddori o “tappi di cerume”). Al contrario la ricerca per via ossea stimola direttamente i recettori cocleari permettendo, con il concorso di un’attenta anamnesi, la formulazione di una prima diagnosi e la quantificazione del “danno da rumore”. Esempi di audiometri di rischio extra-lavorative, come gli sport venatori e motociclistici, la frequenza assidua delle discoteche e l’ascolto continuo della musica ad alto volume, specie se in cuffia. Discusso è il ruolo di fumo e alcol nell’insorgenza delle ipoacusie. In questo cammino di prevenzione il nostro compito deve essere quello della diagnosi precoce e della “promozione della salute”, il vostro quello di seguire minuziosamente i nostri consigli. * Tecnico Audiometrista Centro Promozione Salute Cisternino (BR) Se sono rilevati leggeri abbassamenti d’udito attribuibili al rumore, ma con limite ancora nella norma (25 dB), è opportuno rendere obbligatorio l’utilizzazione dei DPI, in maniera tale da bloccare il processo degenerativo quando il paziente non accusa ancora la sintomatologia specifica o in ogni modo non avverte disagi tali da darne peso. Gli otoprotettori(3) sono prescritti anche nella maggior parte delle ipoacusie medio-gravi per preservare l’udito residuo e, qualora ci siano le condizioni necessarie e sufficienti, s’inoltrano le denunce all’INAIL, per consentire ai dipendenti di ottenere un risarcimento economico. A questi pazienti si consiglia anche una visita specialistica. Nei casi più delicati d’ipoacusie “miste” o “non da rumore” si rende obbligatorio il consulto di un otorinolaringoiatra, indispensabile per la formulazione di una diagnosi precisa e per un’eventuale terapia tempestiva: non bisogna dimenticare che molte patologie otologiche rendono il soggetto più suscettibile al rumore e che le sindromi vestibolari possono causare incidenti a chi lavora “in altezza”. L’informazione ambulatoriale riguarda anche le fonti pugliasalute Riferimenti bibliografici Andrea Mioli, Aspetti legislativi del “rischio rumore” in ambiente di lavoro (D.LGS. 277/1991) L. Soleo, Il Rumore: il danno alla persona in V. Foà., L. Ambrosi, Medicina del Lavoro, Seconda Edizione – UTET, 2003. (1) Soglia tonale o uditiva o audiometrica: è data dall’intensità minima di suono percepibile dal singolo soggetto alle varie frequenze. (2) DPI: dispositivi di protezione individuali. (3) Otoprotettore: DPI che protegge l’orecchio dai rumori di forte intensità. Siti di riferimento: www.endoacustica.com/rumore_lavoro.htm www.aeffesystem.com/antifortunistica/cuffie.asp. www.ameanet.it/amea/materiale_antinfortunistico/antirum ore/antirumore.html - quarantasette - febbraio 2005