viaggio di istruzione 26 - 31 marzo 2012 classi quinte

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viaggio di istruzione 26 - 31 marzo 2012 classi quinte
VIAGGIO DI ISTRUZIONE
26 - 31 MARZO 2012
CLASSI QUINTE - LICEO SCIENTIFICO
Primo giorno. Lunedì 26/3
Viaggio di andata a Madrid. Sistemazione in hotel. Prima presa di contatto con la città. Passeggiata per il centro, acquisizioni delle informazioni essenziali per potersi muovere in modo indipendente ed efficace nella città.
Visione dall’esterno di alcuni importanti monumenti e luoghi significativi.
Hostal Buenos Aires
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Secondo giorno. Martedì 27/3
Visita di Toledo.
Partenza in Autobus da Madrid, piazza Eliptica. (costo € 8,50 A/R).
Cattedrale, fortezza Alcazar, la Sinagoga de Santa Maria la Blanca, casa del
pittore El Greco, Iglesia de Santo Tomé, l’Ospedale di Tavera.
Toledo è una cittadina di poco più di
settantamila abitanti, saldamente ancorata alle tradizioni e alle leggende
che trasudano dalle mura della parte
vecchia della città.
Toledo è stata proclamata patrimonio dell’Unesco. Il colpo d’occhio per il
viaggiatore che si appresta a visitarla è
davvero suggestivo, con il centro storico che si erge in posizione dominante
e panoramica, le strade che la percorrono e salgono e scendono dalla sommità della collina dove si trova l’Alcazar, che ospita anche un interessante
museo.
Tito Livio fu il primo a parlare della città nel passato, citando una località denominata Toletum e dicendo dicendo
che “parva urbs erat, sed loco munita”,
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riferendosi alla sua strategica posizione per l’altura su cui era costruita e per
la posizione di difesa essendo circondata per due terzi dal fiume.
Molto più tardi la città divenne capitale durante il regno dei Visigoti. La
città visse però il periodo di massimo
sviluppo sociale, culturale e politico a
partire dal 1085 anno della riconquista,
o meglio della conquista cristiana della
città da parte di Alfonso VI di León e
Castiglia che la strappò ai musulmani
insediatisi nella zona con Tarik a partire dal 711.
Nei tre secoli di dominio musulmano Toledo diventa un melting pot di
diverse culture e religioni, infatti convivevano più o meno pacificamente
musulmani, ebrei, e mozarabi, ovvero
cristiani spagnoli che si erano adattati alla lingua e cultura arabe e da esse
profondamente influenzati che diedero
luogo a forme particolari di arte e di liturgia.
Il ritorno al cristianesimo come religione ufficiale non costituisce comunque
un elemento di discriminazione per le
altre religioni presenti, ovvero islam
ed ebraismo, che vennero comunque
tollerate, anche se la costruzione della nuova cattedrale sulle fondamenta
della moschea principale (a sua volta
costruita sul perimetro dell’antica cattedrale visigota) la dice lunga sul grado
di tolleranza verso l’ormai considerato
“straniero”.
Nel corso del Basso Medioevo, Toledo
conosce un periodo di forte crescita
economica diventando una delle maggiori città spagnole nella produzione di
armi e armature, nella lavorazione dei
metalli, nel conio di monete, nell’industria della seta alla quale partecipò attivamente la comunità ebraica presente sul suo territorio fino alla definitiva
espulsione avvenuta nel 1492.
Toledo è stata per secoli capitale della Spagna, fino a quando Filippo II, figlio di Carlo V, trasferì la capitale della
Spagna a Madrid e da questo giorno
si ebbe un periodo di decadenza che
coinvolse tutta la Spagna. Toledo dovette attraversare fasi alterne di svi-
luppo e decadenza, fino a divenire
zona repubblicana durante la guerra
civile spagnola.
Resta comunque un grande patrimonio artistico da ammirare, in un atmosfera decisamente più intima rispetto
a Madrid e resta l’importanza religiosa,
con l’armonica convivenza delle culture cristiana, musulmana ed ebraica.
Come abbiamo anticipato prima Toledo è città facente parte del Patrimonio
dell’Umanità UNESCO. Forte di questa
definizione può contare su un ricco
patrimonio di beni artistici e culturali
rappresentati da edifici di diversi stili
e periodi derivati dalla convivenza nel
corso dei secoli e più o meno pacifica delle tre cultura cristiana, ebrea e
cattolica. Testimoni di questo periodo
sono la Sinagoga di Santa Maria la
Blanca, la Sinagoga del Transito e la
Moschea del Cristo della Luce.
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Terzo giorno. Mercoledì 28/3
Visita del Palazzo Reale.
Visita della Cattedrale Almudena e del Monastero Descalzas reales.
Pomeriggio visita della Plaza Mayor (Casa della Panaderia), Puerta del Sol.
La casa del Re
Il Palacio Real di Madrid è la residenza dei reali di Spagna ma viene usata solo per le cerimonie ufficiali; la
famiglia reale, infatti, non abita lì ma
al Palazzo della Zarzuela. Il palazzo
sorge nel luogo dove nel IX secolo il
regno musulmano di Toledo costruì
una struttura difensiva che poi usarono anche i reali di Castilla.
In questo luogo, nel XVI secolo si costruì L’Antiguo Alcazar distrutto da un
incendio devastante la notte di Natale
del 1734. Filippo V ordinò che il palazzo venisse ricostruito nello stesso
luogo, ma che fosse fatto solo di pietra senza neanche un pezzo di legno
(esclusi gli arredi) per evitare futuri
incendi. I lavori durarono dal 1738 al
1755; il primo sovrano a stabilirsi nel
palazzo fu Carlo III nel 1764. L’aspetto
esteriore del Palazzo Reale di Madrid
è compatto, con forme pulite come
avevano voluto i due architetti. Sacchetti e Ventura Rodriguez, incaricati
dal sovrano di modificare la facciata.
Plaze de la Armeria
La visita del Palazzo Reale di Madrid
inizia dal cortile della Plaza de la Armeria, fiancheggiata da lunghi portici. Chi si trova a Madrid in un primo
mercoledì del mese (esclusi luglio e
agosto), può assistere al cambio della
guardia che avviene proprio al centro
della piazza. Non perdetevi una visita
alla Real Armeria, a cui si accede dai
portici a ovest della piazza. Una raccolta stupenda di armi ed armature
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usate dai re di Spagna e altri membri
della Famiglia Reale, tra cui quelle di
Carlo V e Filippo II.
Salon de Alabarderos, Columnas e
Trono
La visita delle sale inizia dopo essere saliti per il monumetale scalone
(escalera principal) che conduce al
primo piano: qui incrocerete il Salon
de Alabarderos, con un soffitto affrescato dal Tiepolo, splendidi arazzi e
alcuni dipinti di Luca Giordano. Segue
ilSalon de Columnas, in cui ci sono
diversi arazzi tessuti a Bruxelles su
disegno di Raffaello e che raffigurano
gli Atti degli Apostoli. In questa sala
venne esposto la salma del dittatore Franco e sempre qui ci fu la cerimonia ufficiale per l’ingresso della
Spagna nella Comunità Europea. Si
arriva quindi al Salón del Trono, che
presenta lo stesso aspetto dall’epoca
di Carlo III. Gli affreschi sono del Tiepolo e rappresentano l’Allegoria della
Monarchia Spagnola. I mobili dorati
furono realizzati a Napoli, dove Carlo
III regnava. Gli specchi, enormi e co-
stosissimi per l’epoca, furono realizzati dalla Real Fábrica de La Granja
mentre i lampadari provengono da
Venezia, così come i Leoni dorati che
difendono il trono del Re e della Regina.
Gli appartamenti di Carlo III
Le sale che portano agli appartamenti
di Carlo III prendono il nome da Mattia Gasparini, l’artista napoletano che
ne curò la decorazione. Si inizia dalla Saleta de Gasparni, usata da Carlo
III come sala da pranzo a cui segue
l’antecamera, con 4 quadri di Goya
che ritraggono Carlo IV e Maria Luisa.
La stanza successiva è la camera da
letto di Carlo III a cui segue la Sala de
porcelanasplendidamente decorata
con piastrelle e un grande planetario. Era la sala destinata agli uomini
fumatori, mentre le donne parlavano
e mangiavano cioccolatini nella vicina Stanza Gialla. Seguono la sala del
Comedor de Gala, luogo ufficiale per
il banchetti di corte e, subito dopo, la
sala più bella degli appartamenti e la
Sala de Relojos, con molti orologi, di
cui alcuni molto preziosi. Nelle sale
successive ci sono piatti, pezzi di
argenteria e molti strumenti musicali tra cui alcuni rarissimi Stradivari e
una bellissima chitarra del 1796 tutta
decorata di madreperla. Alla fine del
percorso c’è la Real Capilla con imponenti colonne in marmo e la Farmacia
Real, con vasi in maiolica.
Campo del Moro
Il Palazzo Reale di Madrid è circondato per tre lati dal Campo del Moro,
degli splendidi giardini che prendono
il nome dal fatto che durante l’assedio musulmano di Madrid i mori avevano il loro accampamento in questo
luogo. Il giardino, fu sistemato a metà
dell’800 durante il regno di Isabella II
seguendo il gusto inglese dell’epoca.
Alla fine dei giardini c’è un Museo delle Carrozze usate nei secoli dalla famiglia reale.
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La Cattedrale Almudena
Costruita solo dopo cinque secoli di
scontri
La Cattedrale dell’Almudena di Madrid si trova in pieno centro storico,
proprio vicino al Palazzo Reale, ed è
uno dei monumenti più visitati della capitale spagnola. La Cattedrale
custodisce la statua della Madonna
dell’Almudena, protettrice di Madrid,
precedentemente conservata nella Chiesa di San Isidro, fino al 1993,
quando la fu consacrata da Papa Giovanni Paolo II.
La storia infinita della Cattedrale
dell’Almudena
La costruzione della Cattedrale
dell’Almuneda è stato un argomento
di discussione sempre presente nella
vita di Madrid, tanto da aver attraversato i secoli. La volontà di erigere una
Cattedrale nella Città di Madrid, è testimoniata in un documento del 1567,
in cui si dichiara che la costruzione di
un luogo di culto, è ormai indispensabile per i membri della comunità. Ma
in quel periodo il Re Filippo II, diede la
priorità alla costruzione dell’Escorial
prima, e alla stesura di un progetto per
la Cattedrale di Valladolid, sua città
Natale. Successivamente, sotto il governo del Re Filippo III, Madrid tornò
ad essere la Capitale della Spagna, e il
progetto della Cattedrale tornò argo-
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mento d’attualità. Questa volta, l’opposizione alla costruzione arrivò da
parte dei potente arcivescovi di Toledo, che vedevano nella realizzazione
della Cattedrale e nel conseguente
trasferimento della sede vescovile,
una seria minaccia alla loro influenza
sul Re. Per tutto il 1500 i Re Cattolici
non riuscirono a ridurre la forza degli
ecclesiasti di Toledo, costringendo la
città di Madrid a rimandare di un secolo la posa della prima pietra della
Cattedrale. La trattativa condotta dai
Re con i vescovi di Toledo sarà lunga,
faticosa ed economicamente dispendiosa. I lavori per la realizzazione del
progetto della Cattedrale, infatti, inizieranno soltanto nel 1624, sotto il
Regno di Filippo IV e la ferma volontàdi sua moglie, Isabella dei Borbone,
di realizzare una Cattedrale nel luogo
dove sorgeva la Chiesa di Santa Maria de la Almudena, come offerta alla
Madonna per il bambino che portava
in grembo. Dal progetto alla realizzazione pratica però, per problemi economici, politici e rivolte,la prima pietra
per la costruzione della Cattedrale,
sarà posta soltanto nel 1883 e l’edificazione sarà conclusa nel 1983. E’
per questo motivo che l’aspetto della Cattedrale è un autentico puzzle di
stili, una sorta di monumento al lunghissimo tempo che la sua realizzazione ha richiesto.
le volte delle cupole. Le strette volte
della cattedrale di Almudena, costruite su una pianta a croce latina, incorniciano i camminamenti che portano
all’altare centrale, realizzato in marmo verde. Le cappelle che circondano
l’altare centrale sono dedicate a Santi
contemporanei. All’interno della Cattedrale si trovano 14 immagini rappresentati la Via Crucis, realizzate in
stile neo gotico fiammeggiante. Il mix
di stili rintracciabili nella Cattedrale di Almudena sembra raccogliere
le numerose influenza che la cultura
spagnola ha metabolizzato nel corso
dei secoli, in particolare quella araba,
ancora molto forte nella zona di Madrid e dintorni. La Cattedrale, infatti,
sorge sopra l’antica moschea madrilena costruita dai mori durante la loro
dominazione.
Diversi stili della Cattedrale dell’Almudena
La struttura della Cattedrale di Almudena ben rappresenta i dubbi e i ripensamenti che nel corso della sua lunga
gestazione, ha avuto il progetto originale. L’Ingresso della Cattedrale mostra chiarissime influenze neo classiche, la cripta, che è stata la parte della
Chiesa ad essere stata edificata, è costruita in stile neo romanico, mentre il
suo interno èdisegnato in chiaro stile
neo gotico, con guglie e volte in pietra bianca. La mescolanza di stili crea
un effetto molto particolare che divide in due categorie i turisti:quelli che
considerano la Cattedrale una delle
costruzioni più belle di tutta Madrid, e
quelli che vedono nella Chiesa un vero
obbrobrio architettonico. L’interno
della Cattedrale di Almudena, infatti,
è stato costruito con marmi bianchi
e coloratissimi mosaici che decorano
Il Monastero Descalzas Reales
Da palazzo dei reali a convento
Il monastero de las Descalzas Reales
si trova nella zona centrale di Madrid,
ma non è uno dei monumenti più in
vista della Capitale spagnola anche
se si trova in Direccion Plaza de las
Descalzas, a pochi passi della centralissima Puerta del Sol. Il monastero fu
fondato da Giovanna d’Asburgo, figlia
di Carlo V e Isabella del Portogallo, nel
palazzo in cui lei stessa nacque.
L’infanta di Spagna, in seguito alla
morte del marito Giovanni Manuele
d’Aviz, decise di aderire alla vita monacale, abbandonando l’unico figlio,
avuto soltanto tre mesi prima del tragico lutto. Nel 1557 il palazzo reale
divenne un convento di monache di
clausura, appartenenti all’ordine del7
le Clarisse. Il palazzo ha conservato
molti dei tratti della costruzione originale, soprattutto negli elementi decorativi, e si presenta come un’artistica
testimonianza della storia di Madrid.
Maestri diversi per una bellezza che
si conserva nel tempo
La realizzazione del monastero Descalzas Reales ha visto all’opera diversi maestri dell’architettura. L’interno della struttura, infatti, è opera
di Antonio Sillerio, mentre la bella
facciata è stata realizzata da Juan
Bautista de Toledo. Diversi anni dopo,
per abbellire ulteriormente il monastero, Juan Gomez de Mora prestò
la sua opera nella realizzazione della sacrestia, dell’altare e della parte
in cui si sistemava il coro durante le
funzioni religiose. Il monastero ha
ospitato diverse nobili Clarisse, che
hanno accresciuto l’importanza museale del monastero, portando all’interno della struttura le opere d’arte
della loro dote, molte delle quali sono
esposte al Descalzas Reales ancora
oggi. Nel 1862 diverse opere conservate nel monastero, furono distrutte
da un terribile incendio. Oltre ai ritratti
di Pantoja de la Cruz, andarono completamente distrutti i bellissimi dipinti
della volta, e la pala d’altare, realizzata nel 1565 da Gaspar Becerra. Que8
sta fu sostituita da una nuova, per la
cui realizzazione furono chiamati ad
operare diversi artisti. L’opera fu inizialmente realizzata, nel 1716, da Camillo Rusconi, ma il completamento
delle parti laterali, fu affidato a Jos�
Bellver. La pala, oggi ospitata all’Università di Madrid, fu realizzata per
salutare la beatificazione del gesuita
San Francesco Regis.
Alcune delle opere presenti nel monastero Descalzas Reales
Tra le opere conservate nel monastero Descalzas Reales, ci sono alcune
sculture di assoluta bellezza. Una di
queste è la statua della Principessa
Giovanna, realizzata interamente in
marmo bianco e attribuita a Pompeo
Leoni, scultore italiano autore di alcune opere esposte all’Escorial di Madrid. Nella cappella del chiostro edificata per Giovanni d’Austria, è possibile
ammirare la bella tavola raffigurante
la “Vergine del Miracolo”. Ma il monastero Descalzas Reales custodisce
numerose opere di bellezza assoluta, che ripercorrono la grande storia
dell’arte spagnola, dagli arazzi realizzati sui progetti di Pieter Paul Rubens,
ai quadri di Tiziano, Francisco de Zurbaran e Alonso Sanchez Coello. Molto
bello è anche il caratteristico chiostro
della struttura, all’interno del quale,
durante la Settimana Santa, si svolge
una delle processioni più emozionanti
di tutta la Spagna. Alcuni studi hanno accertato che il chiostro del monastero Descalzas Reales, è una delle
parti più antiche di tutta la struttura.
Pare infatti che esso appartenga alla
costruzione originale del palazzo, uno
dei più antichi della capitale spagnola e che rappresenta un bell’esempio
di architettura madrilena del 1500. Il
chiostro, infatti, era presente quando
il tesoriere imperiale Alonso Gutierrez,
ne entrò in possesso, prima ancora
che avvenisse il trasferimento di Carlo V e Isabella del Portogallo.
Plaza Mayor
La rivale di Puerta del Sol
La statua di Filippo III, giusto al centro
di Plaza Mayor, rende omaggio al sovranno che volle la costruzione della
piazza che insieme al Palazzo Reale e
alla Basilica di San Francesco il Grande ha rappresentato il centro della
vita di Madrid da quando Filippo II,
monarca della dinastia degli Asburgo,
trasferì nel 1561 la Corte a Madrid.
Fino a quel momento la piazza, chiamata Plaza del Arrabal si trovava all’esterno del centro abitato e svolgeva il
ruolo di mercato principale della città.
Con l’arrivo degliAsburgo, Filippo II
fa avviare i lavori di ristrutturazione
e ne affida il compito a Juan de Herrera.Dopo vari progetti successivi e
tre incendi, nel XVII secolo la piazza
acquisisce il suo aspetto attuale. Da
allora Plaza Mayor è stata non solo
il centro commerciale della città ma
anche il luogo della vita sociale, politica e religiosa di Madrid. Plaza Mayor
ha visto canonizzazioni, Inquisizioni,
esecuzioni pubbliche, corride di tori,
rappresentazioni teatrali e incoronazioni dei reali di Spagna. Un ruolo di
centro civico e sociale della capitale
che la piazza si contende con la vicina
Puerta del Sol.
Plaza Mayor oggi
Oggi Plaza Mayor è una delle tappe obbligate per chi visita Madrid. E’
molto scenografica, con i grandi palazzi che la chiudono, gli ampi spazi
e i tavolini dei caffè e dei ristoranti
allineati. E’ lunga 129 metri e larga
quasi 100; gli edifici che la circondano hanno tutti tre piani; 237 balconi si
affacciano sulla piazza. L’edifico più
importante della Piazza è la Casa de
la Panaderia facilmente riconoscibile
dagli affreschi (allegoria dello zodiaco) che colorano la facciata e dalle
torri che la adornano. Da questo palazzo per secoli i reali spagnoli hanno
assistito alle manifestazioni in loro
onore ma anche alle corride, al car9
nevale e alle esecuzioni dei condannati. L’unico elemento che resta del
palazzo originale è il portale Proprio
di fronte c’è la casa della Carniceria.
Arco de Cuchilleros
Si accede a Plaza Mayor attraverso nove porte; la più famosa e la
più amata dai turisti e l’Arco de Cuchilleros che conduce direttamente
all’omonima via. Questo è il luogo di
incontro degli studenti di Madrid prima di andarsene in giro le Tapas della
Piazza. Sia la via che l’arco prendono
il nome dalla corporazione dei coltellinai che qui si erano insediati con le
loro botteghe. Nella Calle Cuchilleros
ci sono alcuni dei ristoranti tradizionali più vecchi di Madrid; uno in particolare Sobrinos de Botin, è entrato nel
Guinness dei primati come il ristorante più antico del mondo: è stato fondato nel 1725.
Calle Mayor
Calle Mayor era la via più importante
della Madrid Asburgica. Il suo tracciato si snoda da Puerta del Sol fino
alla Cuesta de la Vega. Anche se oggi
ha un solo nome, nei secoli scorsi
aveva diversi nomi legati alle attività
commerciali più o meno legali che
vi erano insediate: c’era la Puerta de
Guadalajara, punto di raduno di mercanti e imbonitori. Da qui fino a Plaza
de la Villa si chiamava Platerias perchè c’erano gli argentieri. Alcuni di
questi negozi funzionano tuttora.
Quarto giorno. Giovedì 29/3
Visita del Museo del Prado. Pranzo.
Visita del Parco del Buen Retiro. Palacio De Cristal. Palacio De Velasquez.
Quartiere Chueca. Palacio de Cibeles.
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Il Prado
Solo capolavori dell'arte mondiale
8.600 quadri; 5.000 disegni; 2.000
stampe; 1.000 tra medaglie e monete; 2.000 oggetti d'arte; 700 sculture.
Questo è il patrimonio del Prado, il
museo più importante e visitato del
mondo subito dopo il Louvre. Goya,
Ribera, Murillo, El Greco, Caravaggio,
Velazquez, Botticelli sono solo alcuni
dei nomi degli artisti le cui opere sono
ospitate al Prado.
La struttura del Prado
Il Prado occupa l'edificio che Carlo
III fece costruire per ospitare alcuni
istituti scientifici, tra cui un'accademia scientifica al piano terreno ed
un museo di storia naturale al piano
superiore. Il progetto venne affidato e
realizzato dall'architetto Juan de Villanueva. Il complesso divenne sede
di collezioni d'arte a partire dal 1816,
prendendo come esempio il Louvre.
Le collezioni sono distribuite su questi due piani e sul pianterreno. Come
per ogni museo di importanza mondiale, non si può vedere tutto con una
sola visita. Qundi è meglio scegliere in
anticipo cosa vedere per non perdersi
i capolavori. Purtroppo, scegliere non
è così facile perchè è uno dei pochi
musei al mondo che raccoglie quasi
esclusivamente capolavori e pochissime "opere minori". Vi consigliamo
un itinerario diviso per piani consigliandovi le opere appartenenti alla
Pittura spagnola, Fiamminga, Tedesca, Olandese e italiana. Avvertenza:
lavori in corso, interventi di restauro
e altri eventi potrebbero cambiare la
disposizione delle opere rispetto a
come noi ve la indichiamo.
Pianterreno
Subito dopo l'ingresso dalla Porta del
Goya, nell’Ala Nord del Museo nella
sala 51C sono stati riposizionati gli i
Murales de la ermita de la Santa Cruz
de Maderuelo affreschi trovati vicino
Segovia. La cappella è grande poco
più di 20 metri quadrati con affreschi che rappresentano angeli, scene
evangeliche e bibliche, come laCreazione di Adamo ed Eva e l’Offerta di
Caino e Abele. Il tutto dominato nella
volta da un Cristo Pantocratore seduto in trono. Il resto del pianterreno è
dedicato quasi esclusivamente alla
pittura italiana: è una vera e propria
parata di capolavori. Nella sala 49
c’èl’Annunciazione del Beato Angelico e la Storia di Nastagio degli Onesti
di Sandro Botticelli, ispiratosi alla famosa novella del Boccaccio. L’opera
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era quasi certamente la decorazione
di un mobile. Sempre al pianterreno
ci sono la Sacra Famiglia di Raffaello e anche il suo Ritratto di Cardinale
che nella sua sgargiante veste rossa
e con lo sguardo enigmatico rappresenta una sorta di Gioconda al maschile. Da non tralasciare il Transito
della Vergine di Andrea Mantegna e il
Cristo morto sostenuto da un angelo
di Antonello da Messina. Le sale dalla 54 alla 58 ospitano opere di scuola fiamminga. Nella sala 58 l’opera
più rappresentativa è laDiscesa dalla
croce di Rogier van der Weyden con
volti magnificamente dipinti e la veste
della Vergine decorata con polvere
di lapislazzulo. Nella sala 57 ci sono
opere di Bruegel e Bosch (El Bosco)
il cui Giardino delle Delizie, un misto
di estasi e sensualità, attira sempre
molti spettatori. Più bello di tutti, però,
è il Trionfo della Morte di Bruegel che
ricorda a tutti i lutti delle guerre e la
sofferenza delle pene capitali.
A partire dalla sala 75 ci sono
i capolavori italiani di scuola
veneta:Tintoretto, Tiziano, Veronese.
In particolare, da non perdere, laLavanda dei Piedi del Tintoretto, con la
straordinaria prospettiva e due ope12
re di Tiziano: Danae riceve la pioggia
d’oro e Carlo V a cavallo alla Battaglia
di Muhlberg. Tiziano era il pittore preferito dall’Imperatore e ne era affascinato, quasi deferente. Si racconta che
una volta si sia inchinato a raccogliergli un pennello. Prima di lasciare le
sale dedicata ai pittori veneti, merita
una visita anche ilMosè salvato dalla
acque del Veronese. Le sale 60A, 61A
e 62A sono riservate ad alcuni pittori
spagnoli, tra cui spicca El Greco con il
suo Cavaliere con la mano sul petto è
la singolare Fabula, in cui una scimmia e un personaggio picaresco sono
colpiti da un improvviso bagliore.
Primo piano
Prima di entrare nel regno di Goya,
andate a omaggiare uno dei capolavori assoluti di Caravaggio: Davide e
Golia, con un Davide ancora bambino
che si prepara il trofeo con la testa del
gigante, a cui Caravaggio ha dato il
suo volto. Subito dopo ci sono le sale
dedicate all’arte fiamminga; vi acco-
glie l’Artemide di Rembrandt e subito
dopo le splendide scende di vita popolare del Matrimonio Campestre e
del Banchetto Nuziale di Pietre Bruegel il Giovane. Le tele di Rubens si dividono tra soggetti mitologici (Perseo
e Andromeda, Il Giudizio di Paride, Le
tre Grazie) e i ritratti, come gli splendidi Ritratti degli Apostoli e le 6 Tele
del Trionfo dell’Eucarestia.
Arte spagnola
Dopo i quadri di Ribeira (Ritratti di antichi filosofi) si arriva allo spazio dedicato a Velazquez il più grande pittore
spagnolo di tutti i tempi. Il 40% delle
opere delle sue opere è conservato
qui è Las Meninas (o Famiglia di Filippo IV). Il dipinto è un’istantanea della
vita di corte e ritrae il momento in cui
la Principessa Margherita accompagnata dalle dame di corte (Meninas)
entra nella sala dove Velazquez sta
dipingendo il ritratto della coppia reale, come si nota dallo specchio. È
un quadro, ma sembra una foto. Altro
capolavoro da non perdere del genio
spagnolo è Il Trionfo di Bacco. Ritornando nel grande corridoio si arriva
alle sale dedicate a Goya. Sono sette,
dominate dal grande ritratto collettivo della Famiglia di Carlo IV. Sullo
sfondo c’è il pittore con espressione
meditativa. Seguono le Pinturas Negras , dipinti neri realizzati tra il 1820
e il 1823 durante un periodo di profonda depressione seguita alla morte
della moglie e dei figli. Il più singolare
è quello chiamatoPerro (Cane) con
sullo sfondo solo la testa di un cane.
L’uso del colore è molto moderno,
quasi espressionista. Sempre in queste sale, le Fucilazioni del 3 di maggio
che ricordano la repressione ad opera
dei francesi di Murat nel 1808.
Secondo piano
Le opere di Goya continuano al secondo piano. Qui ci sono le dueMajas, quella Vestida e quella Desnuda.
Sono certamente le due opere più famose di Goya. Alla loro presentazione
provocarono uno scandalo. Le pose
ammiccanti, il corpo nudo della Desnuda, la posa sensuale, concorsero
a creare intorno a questo quadro l’aurea mitica che ancora oggi resiste.
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Parque del Buen Retiro
Il polmone verde di Madrid
Madrid non ha molti spazi verdi quindi il parco del Buen Retiro, che sorge
alle spalle del Museo del Prado, è il
posto migliore per passare qualche
ora a contatto con la natura. Il Parco
del Buen Retiro è una delle mete preferite dagli abitanti della città di Madrid, soprattutto di domenica, quando
le famiglie escono per portare in giro
i bambini. Il Parco si trasforma in un
circo a cielo aperto con musicisti, saltimbanchi, giocolieri e tanta vitalità,
colorata e contagiosa, che regala ai
giardini la tipica atmosfera di Madrid.
Un po' di storia del Parque del Buen
Retiro
La costruzione del parco iniziò nel
1630 e si concluse nel 1640, dopo che
il Duca di Olivares regalò al Re Filippo
IV, alcuni terreni da adibire a luoghi
per il bivacco della nobiltà. Le terre
sulla quale iniziò la costruzione del
Parco del Buen Retiro, si estendevano
per circa 145 ettari, nelle vicinanze del
"Monastero de los Jerònimos". Già
nelle intenzioni degli architetti Alonso Carbonell e Giovani Battista Crescenzi, che avviarono i lavori,il parco
doveva essere un luogo molto parti-
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colare, rilassante e stravagante allo
stesso tempo. Per accontentare tutte le esigenze della nobiltà spagnola,
furono costruite strutture per diversi
tipi di intrattenimento. Furono edificati, infatti, il "Teatro del Buen Retiro",
per accogliere gli attori e gli autori più
in voga del "Secolo d'oro" spagnolo
(1500-1600), il "Cason del Buen Retiro", una bellissima sala da ballo dove
lasciarsi andare alle danze durante le
eleganti feste organizzate per la nobiltà, e l'attuale "Museo del Ejército"
un tempo denominato "Salòn de Reinos". Anche i bellissimi giardini furono concepiti come palcoscenico per
spettacoli ed eventi: furono installate
due grandi gabbie, una per raccogliere gli uccelli esotici e un'altra per consentire lo spettacolo con animali feroci. Nel corso dei secoli, il Parco del
Buen Retiro subì diversi rifacimenti
e trasformazioni, durante le quali, fu
costruito il grande lago rettangolare, la "Fabbrica reale di porcellana"
e l'"Osservatorio Astronomico". Il Re
Carlo III concesse l'utilizzo del Parco
del Buen Retiro anche ai cittadini comuni, a patto che tenessero un comportamento decoroso al suo interno,
fossero puliti, e indossassero abiti
eleganti. La definitiva apertura del
parco all'utilizzo pubblico, avvenne
dopo la rivoluzione del 1868, quando
i giardini divennero proprietà municipale.
Il Palazzo di Cristallo
Il "Palazzo di Cristallo" del parco Buen
Retiro è stato costruito in soli 5 mesi
ed è una delle costruzioni più belle
che si trovano all'interno del polmone verde di Madrid. Il "Palazzo di Cristallo" fu eretto nel 1887 per ospitare
l'esposizione delle molteplici specie
botaniche provenienti dalle Isole Filippine. Per rendere ancora più reale e interessante la ricostruzione
dell'ambiente filippino, oltre agli animali e alle piante tipiche, fu allestita
una ricostruzione minuziosa di un
vero villaggio indigeno. Nel lago che
si trova ai piedi del palazzo, cresce il
particolarissimo "Cipresso calvo", un
albero che ha le radici e una parte del
tronco, sotto il livello dell'acqua. Oggi
il "Palazzo di Cristallo" ospita diverse
collezioni di arte contemporanea.
Il Monumento al Re Alfonso XII
Il monumento al Re Alfonso XII è un'altra, imponente opera, presente all'interno del parco del Buen Retiro. Inaugurato nel 1922 è diventano nel corso
degli anni, un punto di ritrovo per la
popolazione di Madrid e non solo. L'
architetto José Grases Riera vinse il
concorso, presentando un progetto
grandioso, che prevedeva la statua
del Re a cavallo, circondata da altre,
numerosissime, statue. L'installazione è posta al lato del lago e ritrae il Re
Alfonso XII sul suo destriero, poggiato su un ampio colonnato semi circolare, alla base del quale ci sono altre
statue raffiguranti, tra gli altri, leoni e
donne. L'imponenza del monumento
che abbraccia una parte del lago del
Parco del Buen Retiro testimonia l'attaccamento del popolo spagnolo alla
propria Monarchia: infatti la statua fu
realizzata con sottoscrizioni popolari. Oggi, tutte le domeniche, decine di
percussionisti provenienti da tutto il
mondo e diversi gruppi di giocolieri, si
ritrovano ai piedi del monumento per
allestire uno spettacolo improvvisato
che coinvolge sia i turisti che i cittadini di Madrid, in un turbinio di colori e
balli all'insegna del divertimento.
La Fontana dell'Angelo caduto
La "Fontana dell'Angelo" caduto fu
costruita nel 1874 dallo scultore madrileno Ricardo Bellver. Quando il
Duca Fernàn Nùñez commissionò la
realizzazione dell'opera all'artista, si
scatenò un gran vespaio di polemiche. Secondo la tradizione cristiana,
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Lucifero era l'Angelo più vicino a Dio
che, peccando di presunzione, si ritenne superiore all'Altissimo. Fu così
che, una volta radunati gli angeli ribelli, mosse guerra a Dio e alle potenze celesti, tentando di imporsi come
Sovrano dell'universo. Una volta vinta
la battaglia, Dio scaraventò l'angelo
Lucifero giù dal Paradiso, confinandolo per sempre all'Inferno.La scelta
di ritrarre per una fontana del Parco
del Buen Retiro un soggetto così particolare e malvagio, scatenòveementi
reazioni. Ma il duca Fernàn Nùñez incoraggiò lo scultore da lui incaricato
per la realizzazione dell'opera, stanziando una cifra di 55000 pesetas per
i lavori necessari a portare a termina
la fontana. "La Fontana dell'Angelo
caduto" ritrae Lucifero abbandonato
su una roccia, che urla verso il cielo
la sua rabbia e la sua frustrazione per
aver perduto il Paradiso. Ai suoi piedi, grossi serpenti si inerpicano lungo
le gambe, conferendo all'espressione
del soggetto, una drammaticità emozionante. I getti d'acqua che riempiono la vasca della fontana, escono
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da bocche demoniache poste alla
base della colonna che regge l'angelo caduto, dando a questa scultura
un aspetto unico nel suo genere. La
particolarit� della fontana fu premiata
durante l'Esposizione nazionale del
1878.
La Rosaleda
La "Rosaleda" è un roseto costruito
nel 1915 per assecondare la moda
di quegli anni, che vedeva già diverse capitali europee attrezzate con
splendidi roseti al centro della città.
Il sindaco Carlos Pratas volle che anche Madrid avesse il suo roseto, così
affidò l'incarico al giardiniere maggiore e direttore del Dipartimento dei
Parchi e Giardini del Comune di Madrid, Cecilio Rodriguez. Per la sua raffinatezza e particolare bellezza, fu
scelto il roseto di Bagatelle
di Parigi come modello di riferimento per la costruzione
della "Rosaleda". Durante la
Guerra Civile spagnola però,
la bellissima collezione fu
completamente distrutta.
Bisognerà aspettare il 1941
per rivedere le rose nel parco del Buen Retiro, quando
furono piantate ben 4000
nuove rose.
Il Museo Reina Sofia
Picasso, Mirò, Dalì
Il Reina Sofia è il naturale completamento del Paseo de L'Arte che unisce
il Prado, il Thyssen-Bornemisza e, appunto il Reina Sofia. Mentre il Prado
contiene solo capolavori della pittura fino al 1800 e ilThyssen opere del
1800 americano ed europeo, il Reina
Sofia è dedicato a tutta la produzione
artistica dall'inizio del '900 ad oggi.
Anche se ospita opere internazionali si concentra soprattutto sull'arte
spagnola. Il pezzo forte è il Guernica
di Picasso che attira quasi tutti i visitatori del Museo.
La visita al Reina Sofia
Il secondo piano
Al secondo piano sono esposte le
opere che mostrano l'evoluzione
dell'arte spagnola dalla fine del XIX
secolo fino agli anni posteriori alla
Seconda Guerra Mondiale. In 17 sale
sono raccolte le opere delle cosiddette "avanguardie storiche " del XX
secolo. Qui troverete le opere di JoséGutiérrez Solana, Juan Gris, Pablo
Picasso, Joan Mirò, Julio Gonzàlez,
Salvador Dalì e altri. Al quarto piano ci
sono le opere che vanno dalla fine degli anni '40 agli anni attuali. In queste
sale ci sono opere di Antoni Tàpies,
Antonio Saura ed Eduardo Chillida.
Picasso, il Guernica
Nel 1937, il 26 aprile, l'aviazione nazista tedesca venuta in aiuto ai falangisti (fascisti) spagnoli bombarda la
cittadina basca di Guernica. E' il primo bombardamento della storia ed
è un atto di estrema atrocità perchè
la cittadina era al di fuori del teatro
militare che allora vedeva i fascisti
spagnoli cercare di rovesciare il governo della sinistra. I nazisti bombardano Guernica come semplice
esperimento per vedere se funzionano i loro bombardieri. Muoiono 2000
persone, soprattutto donne e bambini. Picasso stava allora lavorando
ad un'opera che rappresentasse la
Spagna all'Esposizione Universale di
Parigi.Le reazioni nel mondo sono di
rabbia e condonna e l'artista esprime questi sentimenti con un quadro
che dimostri al mondo l'orrore che era
stato compiuto. In soli due mesi Pi-
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opere comunque importanti, come
l'Autoritratto Cubista, La ragazza affacciata alla Finestra (la sorella di
Dalì) e il Gran Masturbador. Nelle sale
successive ci sono opere dedicate al
Surrealismo e agli altri autori spagnoli, come Fernandez, Gonzalez e Sanchez.
casso realizza 36 schizzi preparatori
e poi realizza un quadro di 3,50 metri per 7,75. Il bianco e nero riprende
le immagini di morte e distruzione
che Picasso aveva visto sui giornali; i corpi sono sfatti, macellati, con i
visi stravolti da smorfie di dolore. La
composizione riunisce sette gruppi di
personaggi: al centro c'è un cavallo
con in bocca una bomba ad indicare
la furia del bombardamento; vicino a
lui una lampada che illumina la scena
e sottolinea come la vita quotidiana è
stata distrutta dalla guerra. A sinistra
c'è il toro, simbolo della Spagna offesa; subito sotto al toro una donna si
dispera con il proprio figlio morto in
braccio; sulla destra un uomo brucia
nel fuoco della propria casa incendiata dalle bombe. Tutte le opere di Picasso si trovano nella Sala 6.
Le altre opere delle Avanguardie
La sala 7 è dedicata a Joan Mirò in cui
spicca la splendida Lumaca, Donna,
Fiore, Stella e la Femme en transe par
la fuite des toiles filantes. Nella sala
10 sono raccolte le opere visionarie
di Salvador Dalì, anche se il miglior
luogo dove scoprire tutto il genio di
questo autore e l'immaginifico Museo
a lui dedicato che si trova a Figueres,
in Costa Brava. Qui potete ammirare
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Il quarto piano
Nelle sale 34 e 35 sono raccolte le
opere di Tàpies, uno dei maggiori
esponenti internazionali dell’informale materico, si trovano opere rappresentative di questo autore che fin
dall'inzio della sua attività artistica
ha impiegato materiali poveri, come
terre, sabbie, oggetti quotidiani, colle, frammenti di legno. Le altre sale
sono un percorso attraverso l'Informalismo, l'Astrattismo fino alle utlime
manifestazioni dellArte contemporanea.
Il Thyssen-Bornemisza
La più grande raccolta privata del
mondo
Il Museo Thyssen-Bornemisza, a pochi passi dal Prado e dal Reina Sofia,
chiude il cosiddetto Paseo del'Arte.
Il Thyssen è un museo che unisce
i capolavori classici del Prado con
l'arte contemporanea del Reina Sofia. Il Thyssen raccoglie la più importante collezione privata di arte del
mondo,quella dei baroni ThyssenBornemisza, in parte acquistata dal
Governo Spagnolo e in parte donata dalla vedova del barone, Carmen
Thyssen-Bornemisza.
Le opere
Il museo contiene circa 1.000 quadri.
A questi si sono aggiunti nel 2004, circa 2.000 oggetti d'arte. La struttura,
laVillahermosa, è divisa su due piani.
Anche in questo caso vale la solita
raccomandazione: le opere esposte
sono tutte importanti e non si possono vedere tutte in una sola visita.
Quindi, se avete poco tempo, pianificate bene cosa vedere. Noi vi consigliamo di non perdere queste opere.
Ve le indichiamo divise per piano.
Secondo piano
Qui ci sono le opere dal 1200 al 1600.
Gli autori più importanti sono gli italiani: Simone Martini, Duccio, Paolo
Uccello, Benozzo Gozzoli, Antonello
da Messina e anche una piccola opera di Raffaello. Di Duccio di Buoninsegna ammirate Cristo e i Samaritiani;
Duccio era l'unico artista dell'epoca
che firmava le sue opere. Nella sala 3
ci sono i pittori fiamminghi; splendida
l'Annunciazione, un dittico in bianco
e nero di Van Dick talmente ricco di
dettagli da sembrare una scultura;
soprattuto non perdetevi la Madonna
in Trono di Wan der Weyden, molto
singolare perchè mostra il seno che
allatta Gesù. La sala 7 accoglie tele di
Tiziano, Giambellino e Sebastiano del
Piombo mentre nella 12 ci sono opere
di Rubens, Rembrandt e Caravaggio.
Primo Piano
Le sale del primo piano ospitano le
opere più importanti del Museo Thyssen. Nelle sale 29 e 30 è possibile ammirare la più importante raccolta di
dipinti nordamericani del 1800 che si
trovi oggi al di fuori degli Usa, come la
splendida Stanza d'albergo di Edward
Hopper. Superata la sala 31 con le
opere dei romanticisti europei come
Delacroix, si arriva alle opere degli
impressionisti e post-impressioni-
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sti: si susseguono Renoir, Van Gogh,
Degas, Tolouse-Lautrec, Cézanne,
Gauguin. Di questi autori da non perdere: Van Gogh, "Les Vessenots" in
Auvers. Il solito e grande Van Gogh:
campi, colori eccezionali, pennellate
spesse. Poco più avanti la incanta la
delicatezza della Ballerina Inchinata
di Degas, ripresa dall'alto, come in
una ripresa cinematografica. Sempre
come in un film, la Donna in giardino
con l'ombrello di Renoir, sembra avvicinarsi lentamente. Nel Mata Mua di
Gauguin, ritroviamo tutto il suo genio
nell'uso dei colori e tutto il suo amore
per i paradisi tropicali. Nelle sale successive ci sono le opere degli EspressionistiKokoschka, Schiele, Ensor.
Pianterreno
Grandi nomi e grandi opere distribuite
nelle sale dedicate alle avanguardie,
al cubismo e ai movimenti contemporanei. Picasso con l'Arlecchino e il
Combattimento di Tori; Mirò, Matisse
con laConversazione sotto gli alberi di
olivo, Mondrian con le sue composizioni geometriche. Ben rappresentata anche l'arte statunitense del 1900
con opere di Pollock, Gorky e Rothko.
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