Oppioidi, effetti e tossicità

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Oppioidi, effetti e tossicità
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Oppioidi, effetti e tossicità
Di Don Chino Pezzoli*
Gli oppioidi abbassano l’attività dei neuroni, generando una serie di effetti a livello emotivo di natura
variabile, che dipendono non soltanto dall’azione farmacologica della sostanza ma da fattori d’ordine
psicologico e condizionamenti di tipo culturale (motivazioni all’abuso di droga, aspettative, profilo
caratteriale, valore culturale dell’abuso, ecc.)
Nella grande variabilità soggettiva degli effetti psicologici emergono tuttavia dei tratti emotivi in qualche
modo ricorrenti e che sono forse da addebitare all’azione inibitoria di tali sostanze sulle strutture
anatomiche implicate nel comportamento emotivo e motivazionale: una sensazione di distacco dal mondo
e di disinteresse verso le cose, una forte tendenza all’apatia e l’assenza di ogni preoccupazione.
E’ probabilmente questa sorta di anestesia emotiva (con la connessa abolizione di ogni stress) a rendere
desiderabili gli oppioidi soprattutto alle persone con problemi di adattamento. L’abuso di oppioidi, in tal
senso, rappresenterebbe il tentativo di aggiustare gli equilibri psicologici in qualche modo compromessi,
attenuando artificialmente la connotazione emotiva delle esperienze e delle circostanze esistenziali.
L’Assunzione endovenosa di eroina
L’assunzione endovenosa di eroina, provoca in pochi secondi quello che nel gergo dei tossicodipendenti
viene chiamato “flash”: l’esplosione di un intenso piacere, simile all’orgasmo sessuale, con sensazioni di
caldo ed euforia.
Questo stato acuto, che generalmente si esaurisce nel giro di un minuto, è accompagnato da prurito,
restringimento delle pupille, abbassamento del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa. Segue quindi un
marcato rallentamento dei processi ideomotori e uno stato di sonnolenza.
L’assunzione di oppioidi inibisce inoltre la liberazione di sostanze prodotte da un importante centro
nervoso, l’ipotalamo, attraverso le quali il cervello controlla e dirige le funzioni dell’ipofisi, la ghiandola
maestra del sistema endocrino. In tal modo, gli oppioidi scompensano gli equilibri ormonali, in speciale
modo quelli che sono alla base del normale funzionamento dell’apparato riproduttivo. Notevole è anche
l’azione a livello gastrointestinale.
Gli oppioidi riducono la secrezione di acido cloridrico nello stomaco, della bile e del succo pancreatico a
livello dell’intestino e ritardano in tal modo i processi digestivi.
Tolleranza e dipendenza
Sicuramente più gravi e complesse delle alterazioni connesse all’uso e all’abuso degli oppioidi appena
descritte sono le intricate problematiche bio-psichiche della tolleranza e della dipendenza da tali sostanze.
La tolleranza, cui comunemente ci si riferisce con il termine improprio di assuefazione, si manifesta per la
modificazione dei recettori adibiti a produrre endorfina e in sostanza costringe un individuo ad assumere
dosi sempre crescenti di droga per ottenere gli stessi effetti.
L’interruzione improvvisa dell’assunzione dell’eroina nei tossicodipendenti provoca l’insorgenza della
sindrome d’astinenza, che consiste in disturbi fisici accentuati.
La dipendenza possiede, inoltre, una forte componente psicologica, quella che soggiace all’impellente
desiderio, all’assoluta necessità della droga (quello che gli anglosassoni chiamano Craving).
La dipendenza psicologica deriva dalla gratificazione che l’individuo ottiene dall’assunzione della droga e
dalla necessità di evitare il malessere che sperimenta quando ne è privo (la sindrome d’astinenza). Pur
avendo una base biologica, la dipendenza psicologica è soprattutto il prodotto di rappresentazioni affettive
e cognitive, per cui le sue manifestazioni sono assolutamente soggettive e collegate ad esperienze
individuali e contesti socio-culturali.
Rischi per l’abuso di oppioidi
La patologia più grave direttamente legata all’abuso di oppioidi è la sindrome da iperdosaggio, l’overdose. Il
sintomo più grave dell’iperdosaggio da oppioidi è la depressione respiratoria, che può portare alla morte
immediata per asfissia.
Marcata è anche una generale inibizione delle funzioni del sistema nervoso centrale che può portare al
coma.
E’ presente quindi una grave depressione cardiovascolare che determina notevoli alterazioni nei processi di
scambio dei liquidi tra sistema circolatorio e tessuti e quindi accumulo di fluidi negli spazi tra le cellule degli
organi (edema), soprattutto del cervello e dei polmoni.
I decessi da complicazioni da overdose sono dovuti nella maggior parte dei casi a gravi edemi cerebrali
acuti. L’overdose può causare inoltre problemi vascolari, come la formazione di trombi nelle arterie
cerebrali. L’occlusione delle arterie che ne segue provoca una insufficiente irrorazione sanguigna (ischemia)
delle cellule cerebrali e quindi la loro morte.
L’overdose induce frequentemente l’insorgenza di un delirio acuto che, talora, può anticipare lo svilupparsi
di demenze organiche e deterioramenti cognitivi. Molti altri decessi sono invece da imputare a altri
fenomeni di sommazione della tossicità, quelli dovuti alle varie sostanze usate per il “taglio”, dell’eroina.
Patologie non direttamente connesse agli oppioidi
La tossicodipendenza e, in particolare, l’eroinomania, portano, indipendentemente dalla presenza dell’
Aids, a notevoli disturbi delle funzioni del sistema immunitario e quindi diminuiscono la resistenza alle
malattie. Per questa ragione, unitamente alla relativa cura dell’igiene cui sono costretti coloro che fanno
uso di eroina di strada, le infezioni batteriche e virali hanno in questo gruppo sociale un’incidenza
notevolmente maggiore che nel resto della popolazione.
Esse sono responsabili di alcune delle numerosissime affezioni di varia gravità che colpiscono gli
eroinomani, tra le quali: setticemie, con o senza endocarditi (infiammazioni delle membrane delle valvole e
delle pareti interne del cuore ad elevata mortalità); polmoniti; infezioni delle ossa, delle articolazioni e dei
reni; epatiti virali; Aids; Toxoplasmosi; Citomegalovirus; ascessi, lesioni e ulcere della pelle; infiammazioni
dei vasi sanguinei.
A livello polmonare, la presenza di corpi estranei o di sostanze da taglio per l’eroina può causare
l’insorgenza di granulomi. Gli eroinomani sono maggiormente esposti al rischio di contrarre la tubercolosi
rispetto alla popolazione generale.
Negli eroinomani si possono osservare, inoltre, pleuriti purulente, asma, embolie da infezione microbica.
L’eroina di strada è spesso prodotta da chimici improvvisati che talvolta possono giungere a sintetizzare e
quindi spacciare sostanze estremamente tossiche per i tessuti cerebrali.
Eroina e funzioni sessuali e riproduttive
Le funzioni sessuali risultano vistosamente influenzate. Si manifestano nell’uomo una diminuzione della
libido sessuale, impotenza, eiaculazione ritardata, diminuzione della fertilità. Nella donna, invece, sono
comuni le turbe al ciclo mestruale.
Le eroinomani presentano in media un maggiore rischio di aborti spontanei e parti prematuri. I bambini di
madri eroinomani hanno sviluppo fetale minore della media e una mortalità superiore.
Un elevato rischio di mortalità è quello connesso alla manifestazione dei neonati della sindrome
d’astinenza.
La dipendenza fisica all’eroina infatti si trasmette dalla madre al feto, che conseguentemente va
immediatamente trattato con terapia farmacologica adeguata.
*fondatore della Cooperativa Promozione Umana e Articolista del Portale “S.O.S. Servizi Sociali On Line”