bojano e oltre - QUADERNI DI PORTA DELLA TORRE Co
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bojano e oltre - QUADERNI DI PORTA DELLA TORRE Co
FRANCESCO TAVONE BOJANO E OLTRE Storia, Personaggi, Beni Culturali, Toponomastica, Recensioni IMPRIMITUR In copertina: Bojano, Piazza Pasquino in una foto d’epoca Referenze fotografiche: V. Colozza, foto: 3, 16, 34, 35 V. Ferri, foto: 24 N. Lucarelli, foto della copertina F. Tavone, foto: 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 32, 33 M. Tavone, foto: 31 2011 © IMPRIMITUR Editrice Via P. Canal 15 – 35137 Padova Tel-fax: 049 8723730 [email protected] www.imprimitur.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, pure ad uso interno o didattico. INDICE PREFAZIONE 13 INTRODUZIONE 17 STORIA Briganti a Roccamandolfi. L’assalto di Corpus Domini 23 Gabriele Pepe illustre testimone del terremoto di S. Anna del 1805 29 Bojano verso la fine degli anni Venti del Novecento. Una pagina di storia sociale 34 Sguardo sulla storia di Civita Superiore 38 Festa grande a Bojano in onore dell’imperatore Costantino e di S. Felice 44 Situazione economica e sociale di Bojano agli inizi dell’Ottocento 47 Nicola Marucci artefice dello sviluppo della Scuola Popolare di Bojano 50 A proposito di illuminazione pubblica 53 Un progetto ambizioso di Pasquale Ritota e soci nella Bojano dell’Ottocento 54 Garibaldi cittadino onorario di Bojano 57 Largo S. Martino agli inizi del Novecento. Una vigorosa denuncia del sacerdote Andrea Colalillo 59 Carlo Casale cofondatore della prima Associazione degli Insegnanti del Molise 62 La popolazione di Sepino in rivolta contro la tassa sul bestiame 64 Matrimonio degno di memoria quello tra Luigi D’Amato e Teresa Tommasi 66 La ferrovia Bojano-Vasto per collegare l’Adriatico con Napoli 69 7 Dall’Adriatico al Tirreno passando per il traforo del Matese. Le motivazioni di Ugo Gentile 72 Da una lapide del cimitero di Bojano la storia del patriota veneto Antonio Serafini 74 L’artigianato bojanese nella bottega d’arte di Filippo Spina 76 Bojano vista da un canonico illustre 78 Il Consorzio agrario di Bojano ha più di cento anni 80 Vittorio Emanuele II commemorato nella Cattedrale di Bojano da Salvatore Della Vecchia 82 Nascita della corporazione dei maestri molisani. Nunzio Paltrinieri e Francesco Jovine tra i promotori 85 Quando a Bojano si celebrava la marcia su Roma 88 Da “Boiano” a “Boiano Pentro” 91 La Distilleria Terriaca da Sant’Elena Sannita a Bojano 93 Il Monte Frumentario “S. Francesco d’Assisi” 96 Il Real Corso Magistrale d’Isernia in visita d’istruzione a Bojano 99 Alcune iniziative imprenditoriali di Bojano agli inizi del Novecento 100 Il 7 settembre 1860 l’insurrezione di Bojano contro i Borbone 103 Morte e terrore a San Polo Matese nell’agosto del 1861 106 L’avventura di Domenico Evangelista 108 Un regolamento di Polizia Urbana e Rurale dell’Ottocento 111 Un po’ di storia del lascito e del Monte Frumentario di Gaetano Malizia, munifico filantropo bojanese 115 L’impresa Colagrosso di Bojano 119 8 Così furono festeggiati a Bojano i reduci della guerra libica 123 Storia della lapide di Carlo Casale 126 Michele d’Alena testimone della cattiva amministrazione di Bojano nella seconda metà dell’Ottocento 128 Il sacerdote Francesco d’Ercole arrestato per complicità con il brigante Liborio Tocci 131 Lettera di Giuseppe Mazzini a Ernesto Forte di Castelpetroso 134 PERSONAGGI Ricordare Bonifacio Chiovitti 139 Benedetto Tabegna. Un giudice “amante del pubblico vantaggio” 143 Francesco Amatuzio filantropo dalle umili origini 146 Girolamo Pallotta illustre molisano e patriota risorgimentale 149 Saverio Picchiello, un capomastro in lotta per l’Unità d’Italia 152 Nicola Tocci giovane avvocato di valore animato da grande spirito religioso nella Bojano dell’Ottocento 154 I Barile e i Perrella protagonisti della storia di São Caetano do Sul 156 Nicola Marucci esponente di rilievo della vita culturale di Bojano dei primi decenni del Novecento 159 Emilio Pallotta eroe della battaglia di Adua 163 Gaetano Diamente uomo di Chiesa tra poesia e politica 166 Giovanni Colagrosso. Persona dotta, insegnante di letteratura, sacerdote zelante 170 I Bilotta 172 Francesco Tommasi rinomato personaggio di Spinete 175 9 Ernesto Pallotta morto eroicamente per la grandezza dell’Italia 177 Costantino Nardone, arcidiacono e poeta 180 Valentino e Pirro Franco, vescovi bojanesi 183 Il vescovo Felice Gianfelice 185 Angelo Gabriele Colagrosso uomo dalle svariate iniziative imprenditoriali 189 Enrico Colagrosso. Magistrato di grande cultura giuridica, di intensa operosità e di encomiabile rettitudine 193 Il medico Francesco Velardi, “un signore di altri tempi” 198 Raffaele Diamente inventore del cicletto 202 BENI CULTURALI Un Museo archeologico per Bojano 207 A proposito di Porta S. Erasmo 209 Il Parco della rimembranza di villino Gatti 211 Il patrimonio archeologico di Bojano risorsa da valorizzare 212 A favore del Lavatoio del Cannello. Proposte per la sua valorizzazione 217 C’era una volta un giardino archeologico, ma adesso…non c’è più 221 Piazza Roma per sempre. Occorre un piano di riqualificazione per renderla il “salotto buono” di Bojano 225 Una proposta per il riuso dell’antico vescovile: facciamolo diventare il Palazzo della Cultura 228 Santa Maria dei Rivoli. Un angolo ricco di storia della Bojano da salvaguardare 231 10 In località Valcaturo la necropoli dell’antica Bovianum? Lo storico Alfonso Perrella ritiene di sì 235 A quando la valorizzazione del castello normanno di Civita? 237 Danneggiato il Lavatoio del Cannello. Necessitano lavori di ripristino 240 Un “rinascimento bojanese” per la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico e paesaggistico 242 Da Piazza Pasquino un interessante viaggio alla (ri)scoperta di Bojano 246 Un po’ di storia del Monumento ai caduti 250 Palazzo Pallotta e la rinascita del centro storico 254 Dalla salute dei platani di Piazza Roma a Bojano “città giardino” 260 Salviamo le stele funerarie di Fausta e di Pontidia e Lucio Allieno 262 Il centro storico di Bojano sta morendo 264 TOPONOMASTICA C’era una volta Via Fiumarella 271 La storia di Bojano e la toponomastica 274 Proposte per la toponomastica della città sannio pentra 277 Illusione e disincanto per la toponomastica 279 Piazza Roma o Corso dei Pentri? 281 RECENSIONI Il paese natale di Papa Celestino V in un recente libro dello storico Oreste Gentile 11 285 La storia di Bojano e personaggi illustri nello stradario dello studioso Alessio Papa 289 La figura del patriota risorgimentale isernino Stefano Jadopi rivalutata dallo studioso Fernando Cefalogli 293 Cameli, oggi Sant’Elena Sannita, in un’opera di Pietro Mario Pettograsso 297 Solitudine e tristezza della vecchiaia in una poesia di Antonio Gargano 300 Crescenzo Gentile e la storia di Bojano 302 Canti popolari e musica in una raccolta antologica di De Socio 304 I cimiteri della città sannio pentra e delle sue contrade 306 II Santuario di Castelpetroso raccontato da don Nicola Lombardi 309 Il Matese di Bonifacio Chiovitti 312 12 Prefazione Presentare questo lavoro dell’amico Francesco Tavone, studioso della storia, delle radici e delle tradizioni bojanesi, rappresenta senza dubbio un grande onore, forse un po’ eccessivo per chi come me si considera suo allievo, avendo da lui appreso quella sete di conoscenza, a volte insaziabile, verso l’ignoto passato della nostra città. Quello che ci accomuna, oltre a un’antica e solida amicizia fatta di sincerità e di collaborazione negli studi e nelle ricerche, è il sentimento di profondo amore e di forte appartenenza alla nostra Bojano. Soltanto chi possiede questi valori può comprendere l’importanza fondamentale della conoscenza storica del proprio paese. Con questo “Quaderno”, che rappresenta una raccolta di articoli pubblicati dal 2005 al 2011 sui quotidiani “Nuovo Oggi Molise” e “La Voce del Molise” (ora non più nelle edicole) e in precedenza su vari periodici regionali, dal titolo: Bojano e oltre. Storia, Personaggi, Beni Culturali, Toponomastica, Recensioni, l’autore ci offre l’opportunità di conoscere uno spaccato di vita di un passato quasi del tutto sconosciuto ai giorni nostri, ricco di sentimenti, di ideali e di intelligenze di un certo spessore. Tutto ciò contribuisce a dare ai bojanesi una maggiore consapevolezza dell’identità culturale e civile dalla quale discendono. Bisogna riconoscere all’autore una dote non comune di elevata capacità professionale e di rigore scientifico nel trattare in modo appropriato e approfondito gli argomenti, che sono sempre pregnanti di aspetti significativi e interessanti. Peculiarità culturali che vengono messe ancora più in risalto dalla passione e dal forte legame con la sua terra na-tìa, che da sempre lo ha incuriosito. Da anni Francesco Tavone dedica gran parte del suo tempo alla ricerca, agli studi e alla pubblicazione di articoli finalizzati alla conoscenza degli aspetti inediti della vita quotidiana bojanese dell’Ottocento e del primo Novecento, mettendo a fuoco i protagonisti di quei periodi. I suoi scritti sono il frutto di una sapiente e certosina raccolta documentaria effettuata negli archivi e biblioteche di varie parti d’Italia, di un’attenta lettura delle cronache dei giornali d’epoca, intercalati da precise e incisive considerazioni personali. 13 Egli ha concentrato la sua attenzione non solo su personaggi noti, di cui comunque si sapeva troppo poco, ma anche su persone completamente sconosciute che in qualche misura hanno inciso sullo svolgimento di avvenimenti amministrativi, economici e sociali locali. Tavone ha così acceso una luce su periodi che erano caratterizzati dal buio più totale oppure da ombre incerte; periodi che sembravano destinati all’oblio. Finalmente quelle pagine bianche sono state scritte e riempite con fatti circostanziati che contribuiscono a far uscire la città da un lungo anonimato a testimonianza della vivacità di una popolazione tenace e orgogliosa del proprio passato. Notizie di grande interesse conoscitivo che possono rappresentare uno stimolo e quindi un punto di partenza per tanti giovani che desiderano dedicarsi alla ricerca storica al fine di ampliare ancora di più l’orizzonte delle conoscenze locali. Negli scritti di Tavone trapela anche un filo di malinconia e un dolce rimpianto dei tempi che furono, quando a Bojano era ancora vivo il gusto per il bello e si era fieri e orgogliosi della propria appartenenza. Egli avverte la lontananza dalla sua terra natìa e per lui gli scritti su Bojano rappresentano il cordone ombelicale che lo tiene ancora legato alla sua città, verso la quale nutre un amore intenso e un interesse nel mettere a disposizione il notevole bagaglio delle proprie conoscenze. Vuole rendersi utile per il bene comune e per il progresso della comunità di cui si sente ancora parte integrante nonostante viva da anni nel Veneto. Quando torna sotto il Matese si rammarica perché vede la “sua” città sfiorita, non più culla dell’antica cultura del Sannio. Il “Quaderno” raccoglie, oltre a pagine sulla società bojanese dell’Ottocento e i primi decenni del Nocecento, sapientemente inquadrate nel contesto storico molisano di quei periodi, anche scritti sui beni culturali, sul centro storico che, nonostante il degrado e i guasti del passato, ancora conserva un suo particolare fascino e antiche testimonianze. Dagli articoli che ne parlano emergono proposte concrete e interessanti per un recupero e una riqualificazione del centro storico, mediante la realizzazione di appropriati interventi di edilizia economica popolare collocati in piani urbanistici che, oltre alla conservazione di quell’antico patrimonio edilizio, adattato ovviamente alle nuove esigenze abitative, favorisca anche la rinascita del tessuto commerciale e artigianale presente in quei luoghi fino a qualche decennio fa. Per Tavone è emblematica la desolazione in cui versa Corso Umberto I, come del resto lo storico Palazzo Pallotta che, con la sua acquisizio14 ne al patrimonio comunale e il suo recupero, come più volte egli ha suggerito, potrebbe ospitare uffici pubblici, facendo rinascere a nuova vita quell’antica strada, una volta punto nevralgico della comunità locale. Temi a lui particolarmente cari sono la valorizzazione del patrimonio archeologico bojanese, che versa in uno stato di assoluto abbandono, e la necessità dell’istituzione del Museo Civico a Palazzo Colagrosso. Anche sulla toponomastica locale Tavone si è soffermato molto, proponendo il ripristino di nomi storici, come Via Fiumarella, oppure di denominazioni come Largo Cannello e Piazzetta Gatti, nonché l’intitolazione di strade e piazze a illustri personaggi che con il loro operato hanno onorato Bojano. Mi auguro che questa preziosa raccolta di articoli di Tavone, che mettono in risalto il passato e le radici della nostra città, non sia destinata solo alla conoscenza di pochi, ma abbia un’ampia divulgazione perché rappresenta uno strumento culturale sicuramente importante per progettare il futuro di Bojano, in quanto è risaputo che senza la cultura non esiste memoria e né tanto meno si può programmare lo sviluppo di una società. Vincenzo Colozza (Giornalista) 15 Introduzione Rispondendo alle sollecitazioni provenienti da più parti raccolgo qui i miei scritti pubblicati tra il 2005 e i primi mesi del 2011, accompagnandoli con qualcuno precedente. Risultato, seppur parziale e provvisorio, di più di cinque anni di ricerche, di analisi critica, di opinioni e di proposte, di cui ho dato conto di volta in volta sui quotidiani “Nuovo Oggi Molise” e “La Voce del Molise”. Loro denominatore comune è Bojano e parlano di storia, di personaggi illustri, di beni culturali, di toponomastica e di libri. Il tutto con il dovuto rigore scientifico, assicurato dal costante scavo nel materiale documentario, spesso inedito, fatto in archivi e biblioteche del Molise e di altre regioni italiane. Nel raccoglierli ho preferito mantenerne la lunghezza e il carattere volutamente divulgativo, limitandomi a qualche lieve modifica. Sulla base dei temi trattati gli scritti sono articolati in cinque sezioni, ma la collocazione dei singoli interventi non è da intendere in modo rigido, in considerazione della versatilità dei contenuti. La loro successione cronologica nei diversi capitoli è rispettosa di quella originaria, come si può notare dalla nota posta in calce alla pagina di inizio di ciascun articolo, contenente il titolo dato dalla redazione del giornale o del periodico su cui sono apparsi, nonché la data. Ne esce questa pubblicazione che inaugura i “Quaderni di Porta della Torre”, ideati come possibile voce, punto di riferimento, luogo d’incontro degli studiosi della storia di Bojano, in particolare, e del Molise, in generale, per favorire la consapevolezza della ricchezza di un patrimonio storico e culturale fornito di profondo valore identitario. Della storia di Bojano il “Quaderno” indaga prevalentemente l’Ottocento e i primi decenni del Novecento cogliendone gli aspetti salienti. Indugia sulla vita politica, culturale, economica e sociale e dà origine a una vasta galleria di personaggi che a vario livello hanno onorato con la loro opera la città sannio pentra, anche se poi sono caduti in un ingiusto oblio, favorito da uno smarrimento della memoria storica. Accanto a Gaetano Malizia, Benedetto Tabegna, Gaetano Diamente, Girolamo Pallotta, Bonifacio Chiovitti, Alberto Bilotta, Salvatore Della Vecchia, Francesco Amatuzio, Nicola Marucci, Enrico Colagrosso, Crescenzo Gentile, Giuseppe Gentile, Valentino e Pirro Franco, Ugo 17 Gentile, Fiorangelo Velardo, Francesco Velardi, Armando Savastano e ad altri, tutti personaggi di grande levatura e prestigio, prevalentemente per la loro opera di liberi professionisti, di intellettuali, di politici, di filantropi, di magistrati e di ecclesiastici, si pongono con agio uomini distintisi per le loro iniziative imprenditoriali, quali: Giuseppe Terria-ca, Saverio Bernardo, Angelo Gabriele Colagrosso, Antonio e Felice Lemme, Carmine Velardi, Benedetto Brunetti, Vincenzo Colalillo, Ferdinando Manna e i fratelli Spina. Da corollario funge una moltitudine di persone che con umiltà, mista a solide competenze, e a fronte di enormi sacrifici, sopportati grazie a un encomiabile senso del dovere, hanno svolto un ruolo fondamentale nella tessitura dal basso della rete economica bojanese. Caratteristiche e stili di vita che con cura e gelosamente pongono nelle loro valigie di cartone coloro che sono costretti a emigrare, spesso lasciando nelle “nuove patrie” un segno indelebile della loro laboriosità e intelligenza. È questo il caso dei Barile e dei Perrella che, partiti nella seconda metà dell’Ottocento da Bojano per il Brasile in cerca di fortuna, sono oggi ricordati come fondatori della città di São Caetano do Sul. Oltre a pagine di storia la pubblicazione offre al lettore indagini relativamente ai beni culturali, la cui salvaguardia e valorizzazione richiedono un impegno costante e sinergico dei vari soggetti interessati, nell’ambito di un “rinascimento bojanese”. Il “Quaderno”, in particolare, accende i riflettori sul centro storico, che affascina nonostante i guasti del passato e l’incuria di oggi. Per rendersi conto della sua bellezza basta visitarlo e perdersi nei suoi vicoli, nelle sue piazzette, per le sue scalinate e nelle sue corti. Allora amarlo è inevitabile. È un prezioso scrigno che custodisce le radici della comunità bojanese, dalle quali non si può prescindere nel costruire il presente e il futuro. Alcuni suoi scritti formulano proposte concrete per la sua riqualifica zione, che appare possibile mediante la realizzazione di specifici piani per l’edilizia economica popolare, con la predisposizione di strumenti urbanistici e di standard abitativi che riescano a conciliare l’esigenza della conservazione del patrimonio residenziale di valenza storica con i nuovi bisogni del vivere quotidiano, rendendo conveniente e desiderabile abitarvi, e con scelte appropriate che favoriscano il ripristino del tessuto commerciale e artigianale là dove esisteva fino a qualche anno fa. È il caso di Corso Umberto I, che reclama un adeguato intervento capace di strapparlo dal desolante stato in cui versa. Un contributo in 18 tal senso può essere dato dal recupero di Palazzo Pallotta e dalla sua trasformazione in contenitore di servizi pubblici. Attenzione è rivolta alla valorizzazione del patrimonio archeologico, alla necessità dell’istituzione del Museo Civico, al riutilizzo dell’area del castello normanno di Civita Superiore e al verde pubblico. Con sconcerto è sottolineata la distruzione avvenuta nel corso degli anni del giardino archeologico, una volta ornamento, insieme al giardino del Monumento ai caduti, del cuore di Bojano e entrambi a loro modo custodi della memoria storica collettiva. Parlando di toponomastica si propone la restituzione di nomi storici, quale Via Fiumarella, il recupero di denominazioni inspiegabilmente andate perse, come Largo Cannello, Largo Nardone e Piazzetta Gatti, e l’intitolazione di strade e piazze di preferenza a personaggi che con il loro operato hanno onorato Bojano. Veloci incursioni sono fatte nella storia di Roccamandolfi e di San Polo, analizzando alcune imprese compiute dai briganti del Matese, di Sepino, riportando alla luce la rivolta contro la tassa sul bestiame del 1910, del Veneto, seguendo le tracce del patriota monselicese Antonio Serafini, di Spinete, trattando della figura del medico Francesco Tommasi, di Guardiaregia, tratteggiando il profilo di Emilio Pallotta, di Sant’Elena Sannita, di Castelpetroso, di Isernia. Il “Quaderno” si chiude con la recensione di opere di Oreste Gentile, Alessio Papa, Fernando Cefalogli, Pietro Mario Pettograsso, Antonio Gargano, Crescenzo Gentile, Francesco De Socio, Angelo Ferrara e Bonifacio Chiovitti. Vale la pena evidenziare che delle proposte e idee presenti nelle sezioni relative ai beni culturali e alla toponomastica sono volutamente avanzate più volte in tempi diversi, fedeli al detto latino: “repetita iu-vant”. Riteniamo che quando si tratta di salvaguardare l’identità, il genius loci, il patrimonio storico-culturale di una comunità, occorra essere intellettualmente generosi, coraggiosi e pronti a prestare attenzione al pensiero di ciascuno e, perché no, se giusto a farlo proprio. Se queste sono l’impostazione generale della pubblicazione e la sintetica presentazione di alcuni degli argomenti trattati, la conoscenza completa dei contenuti è lasciata ai lettori. Francesco Tavone 19