Alessio Puccio è un altro dei giovani talenti che tanto

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Alessio Puccio è un altro dei giovani talenti che tanto
Alessio Puccio è un altro dei giovani talenti che tanto rendono speciale il mondo del doppiaggio
italiano. La sua celebre voce è quella dell’attore inglese Daniel Redcliffe, delle cui interpretazioni
ricordiamo la più celebre, il personaggio di Harry Potter.
Anche nel caso di Alessio bravura e professionalità celano in vero un ragazzo timido e d’animo
generoso.
Alessio Puccio, figlio dell’assistente al doppiaggio Antonella Bartolomei e fratello della doppiatrice
Veronica Puccio, nasce a Roma il 1° giugno del 1986.
Grazie all’appoggio della famiglia debutta nel mondo del doppiaggio all’età di soli sei anni.
La sua prima interpretazione per il grande schermo arriva col celebre film “Forrest Gump”, in cui
presta la voce a Haley Joel nel ruolo di (Forrest Gump junior).
Dopo due anni l’impegno in sala acquista ritmo, anche se in modo limitato a causa dell’attività
scolastica. Dopo una giornata di studio non lo aspettano sport e amici, ma un film e un microfono,
fermi restando i compiti fra una pausa e l’altra. Per ora il tempo gli concede di coprire il terzo turno,
tal volta anche il quarto. E’ un bambino timido e si vergogna di parlare agli altri della sua attività di
doppiatore. Spesso i compagni di scuola nemmeno credono che lavori ad una così giovane età. La
cosa crea ad Alessio del disagio. Vuole solo sentirsi come tutti gli amici. Ad ogni modo quella che
considera un’anomalia per la vita sociale si rivela ben presto un divertimento vantaggioso,
specialmente per il fascino che ha con le ragazze.
“Ho sempre vissuto il doppiaggio con un certo distacco” mi spiega nell’intervista a tu per tu. “Ho
iniziato a frequentare i colleghi di lavoro solo negli ultimi anni. Incontravo quelli della mia età negli
studi e vedevo che mantenevano i rapporti anche fuori dalla sala, ma non mi facevo coinvolgere,
prendendo i contatti in ambiente con leggerezza. Chiaramente poi le cose sono cambiate e come di
regola le frequentazioni professionali sono diventate amicizie. Mi sono ricreduto con piacere e ho
scoperto delle persone eccezionali”.
Fra le grandi interpretazioni da bambino emerge quella per “Star Wars: Episodio 1 - La minaccia
fantasma”. Nel 1999, col film che segna il ritorno della saga fantascientifica dopo quasi vent’anni,
Alessio doppia la giovane promessa americana Jake Lloyd nel ruolo di (Anakyn Skywalker),
celebre personaggio che nelle altre puntate diventerà (Lord Fener), malvagio signore dei Sith.
Per l’occasione il provino del nostro doppiatore raggiunge Hollywood, passando la selezione del
regista stesso, George Lucas.
Per Alessio l’attività in studio è stressante e non facile da conciliare con scuola e vita privata, ma
tiene duro.
“Fino a tre anni fa vivevo la mia giovinezza con una certa incoscienza e scarsa maturità. Spesso
arrivavo in sala in ritardo e gestivo la mia posizione forse con un po’ troppà libertà. Naturalmente la
cosa mi ha dato problemi con il lavoro e ho cominciato a non rendere più come avrei dovuto. A quel
punto ho fatto i conti con me stesso e mi sono dato una calmata. Comunque ora seguo la retta via!”
aggiunge con un sorriso ironico.
Va comunque detto che nel tempo il doppiaggio gli permette di maturare prima rispetto a molti
coetanei nella società.
“Da adolescente uscivo da scuola con obbiettivi ben diversi da quelli dei miei compagni. Loro
magari si fermavano per fumare e provarci con le ragazze, mentre io ero catturato dagli impegni di
sala”.
Fortunatamente per Alessio ciò non comporta particolari pressioni. L’impegno si fa indubbiamente
maggiore e costante, ma non per questo si sente in obbligo verso il doppiaggio.
Tanto lavoro e tanta dedizione non possono che ripagare e i premi cominciano a farsi sentire.
Nel 2002 a Finale Ligure, in occasione del festival Voci nell’ombra, riceve una menzione speciale
della giuria, mentre nel 2004 vince il premio Voce emergente dell’anno al “Gran Galà del
Doppiaggio – Romics”. Alessio Puccio è il solo della sua età ha vincere il premio a “Voci
nell’ombra” per due volte consecutive.
Fra i maggiori titoli del grande schermo ricordiamo le interpretazioni di Alessio Puccio per
“Intelligenza artificiale” di Steven Spielberg dove una volta di più presta la voce all’attore Haley
Joel nel ruolo principale di (David), per “Peter Pan” il film del 2003 con l’attore Jeremy Sumpter
nella parte da protagonista dello stesso (Peter Pan), per “Incontri ravvicinati del terzo tipo” nel
ridoppiaggio dell’attore Shawn Bishop nel ruolo di (Brad Neary), per la serie di “High School
Musical” nel personaggio di (Jasen Cross) recitato da Ryne Sanborn, per “Il Signore degli Anelli:
Le due torri” nel ruolo del giovane (Halet) interpretato da Calum Gittins, per i film di “Alvin
superstar” come voce di Jesse McCartney nella parte di (Theodore).
Per le serie TV e i telefilm, ad esempio, lo troviamo al doppiaggio di titoli come: “Hanna Montana”
nel ruolo di (Oliver Oken) interpretato da Mitchel Musso, in “Gossip Girl” con l’attore Connor
Paolo nella parte di (Eric Wan der Woodsen) e in “Dawn’s Creek”dove si presta a Jonathan
Lipnicki per il personaggio di (Buzz Thomphson), per la serie “Vita segreta di una teenager
americana” nella parte di (Grent).
Con queste e innumerevoli altre interpretazioni per cinema e TV lo stress in sala non può non farsi
sentire. Alessio mi spiega con rammarico che il modo di fare doppiaggio sta via via cambiando: “Io
e i colleghi della mia età, classe 1986, siamo l’ultima generazione di doppiatori, abituati a lavorare
in una certa maniera. Oggi ci ritroviamo a produrre con metodi ben diversi, dove veniamo visti
come delle macchine, tranne che da quei due o tre direttori; roba da duecento righe in colonna
separata senza complimenti. E’ diventato tutto più frenetico e noi doppiatori ovviamente non
possiamo farci niente”.
Alessio soffre da sempre di un certo complesso proprio per quella voce di cui è dotato e che lo
rende così speciale al cinema. E’ un ragazzo molto giovanile e dimostra meno anni dei ventisei che
ha, ma la cosa lo fa sentire fastidiosamente piccolo rispetto alla sua effettiva maturità. Anche per
questo nel 2011 comincia ad allenare la propria voce, frequentando un corso professionale che alla
fine gli permette di incoraggiare il timbro vocale. Lo si può notare seguendo gli ultimi episodi di
Harry Potter. In “Harry Potter e i doni della morte” la voce del protagonista risulta più matura, cosa
che si presta particolarmente per l’ultima scena della saga.
Con mio piacere ed orgoglio Alessio è fra gli attori doppiatori che nel dicembre 2010 partecipano
alla fiera del libro di Roma, per la presentazione dei miei fantasy di Danny Parker”. Alessio è il
doppiatore che più si presta per l’occasione alla lettura tratta dal primo capitolo della saga.
Anche lui riceve in riconoscimento la targa di Roma capitale per il generoso contributo all’iniziativa
young book per la lettura fra i giovani.
Desidero precisare che, proprio come per Alessio, fa sfatato il mito dell’attore immeritevole solo
perché figlio d’arte o comunque introdotto nell’ambiente del doppiaggio grazie a delle conoscenze.
Questo è un luogo comune che mi rattrista ed irrita, specialmente quando sono consapevole
dell’impegno e della bravura degli attori a me più vicini.Per altro nel tempo il cambio generazionale
è necessario e nessuna scuola può preparare un doppiatore al mestiere meglio di quanto sanno fare
dei genitori. Ricordo in oltre che tramandare il mestiere di padre in figlio nel conserva la parte
migliore, preservando ciò che di nobile esso conferisce al film e trasmette allo spettatore.
Non parlo bene di Alessio perché siamo amici, ma il fatto stesso di esserlo mi concede il raro
privilegio di conoscerlo da vicino, portandomi a raccontare di lui così com’è nella vita di ogni
giorno.