5maggio 2011 - Circolo Culturale L`Agorà

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5maggio 2011 - Circolo Culturale L`Agorà
26 maggio 2011
Il '5 Maggio' in riva allo Stretto: 'Nuove ipotesi sulla morte di
Napoleone' è il tema della nuova giornata di studi
Un continuo susseguirsi di motivazioni relative alla “causa mortis” di
Napoleone Bonaparte poste al bivio posto tra cause naturali od avvelenamento
avvenuto in quel pomeriggio del 5 maggio del 1821.
Lo scorrere delle lancette del tempo e quello delle pagine della storia hanno il merito
di far discutere e di ricordare personaggi attraverso lo strumento di una notevole
letteratura sia bibliografica che cinematografica. Tali operazioni ne rendono sempre
viva la memoria di tali personalità, tanto da lasciare un profondo segno
nell’immaginario collettivo nei loro confronti e quindi inserirli a pieno merito nella
sfera della leggenda. Napoleone Bonaparte rientra a pieno titolo in tale sfera di
interesse e nel contempo, grazie alle sue imprese militari, ai suoi successi politici, alle
riforme in campo amministrativo, ne accrescono la fama di “grandeur” a tutti gli
effetti. Per le motivazioni in argomento Napoleone Bonaparte rappresenta un tema
che a distanza di quasi due secoli dalla sua morte continua a sfociare a pieno regime
nel continuo dibattimento pubblico tra estimatori ed antibonapartisti. «Ma chi era
costui?» chiede in modo provocatorio Gianni Aiello all'uditorio, presente nel corso
della nona giornata di studi sul periodo napoleonico denominata “5 maggio” ed
organizzata dal Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e
Napoleone” .A tal proposito richiama all'attenzione dei presenti un passo del famoso
“Memoriale di Sant'Elena”, nel quale, proprio dalle parole dell'Imperatore Bonaparte
dettate a Emmanuel de Las Cases risulta che: "Tutti nascono anonimi come me, in
una anonima Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo
1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se
prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina
si manifesta sull'uomo." Quindi il mito di Napoleone Bonaparte continua anche dopo
la sua morte ed il continuo dibattimento sulle cause della stessa ne aumentano lo
spessore e nel contempo danno ulteriore dinamicità al dibattimento ad un personaggio
della storia, quello di Napoleone Bonaparte, che nutre una considerevole letteratura
sia bibliografica che cinematografica. Proprio da queste ultime circostanze e dai
continui dibattimenti relativi alle cause del decesso che a distanza di due secoli tra
conferme e successive smentite riesce a tenere sempre alto il volume d'interesse
culturale intorno alla figura ed al periodo storico di Napoleone Bonaparte. Proprio il
lancio ANSA 25 marzo ha riacceso le polveri dibattimentali relative a quanto sopra
argomentato e questa volta la “causa mortis” è per avvelenamento per arsenico e non
“per una neoplasia dello stomaco, come sostiene la versione ufficiale": questi i dati
ricavati dal team del professore Pier Luigi Bollome. Questa nuova sollecitazione
culturale ha dato modo di essere discussa nel corso della nona edizione del “5
maggio”, la giornata di studi napoleonici, organizzata a Reggio Calabria dal Circolo
Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone” . Il tema in
questione, affrontato da Gianni Aiello è stato per l'appunto “Nuove ipotesi sulla
morte di Napoleone” e lo stesso si è caratterizzato da un interessante excursus
cronologico relativo alle varie “letture” relative alle cause del decesso di Napoleone
Bonaparte, avvenuta il 5 maggio del 1821 in quel di Sant'Elena. Da notare che le
cifre di tale dibattimento sono pubblicate sul sito internet del sodalizio reggino e
pubblicate sul portale web del Circolo Culturale "L'Agorà" al seguente indirizzo:
http://www.circoloculturalelagora.it/5maggio11.htm
Ritornando alla manifestazione in argomento e dalla sua lettura c'è da registrare
l'excursus delle varie analisi che si sono succedute, con lo scoccare delle lancette
della storia, tra conferme e smentite a riguardo le cause della morte di Napoleone
Bonaparte. É stato uno scorrere di varie fotografie inserite nell'album della storia e
delle emozioni che Napoleone Bonaparte trasmette anche dopo la sua morte e le cui
cause non ancora certe inseriscono a pieno titolo nella leggenda questa figura di
uomo, di politico, di stratega come una tra le più affascinanti e discusse che la
letteratura storiografica ci ha lasciato in eredità. Dai primi dubbi che emergono dalla
lettura del "Memoriale di Sant'Elena", ai vari dibattimenti che si sono succeduti nel
secolo scorso, vedi la pubblicazione dei dati sulla rivista "Nature" del 1961 , a quelle
del terzo millennio, come le recenti indagini svolte dal team del professore Pier Luigi
Bellome, si è assistito, tra smentite e successive conferme ad un acceso dibattimento
sull'argomento in questione che ha coinvolto studiosi, docenti universitari, ricercatori.
Una “agorà” che tra simpatizzanti ed antibonapartisti e relativi orientamenti di
valutazioni sulle probabili cause della “causa mortis” che nonostante siano passati
soltanto due secoli continua a rendere sempre vivo il grande corso.
26 maggio 2011
Il '5 Maggio' in riva allo Stretto: 'Nuove ipotesi sulla morte di
Napoleone' è il tema della nuova giornata di studi
Un continuo susseguirsi di motivazioni relative alla “causa mortis” di
Napoleone Bonaparte poste al bivio posto tra cause naturali od avvelenamento
avvenuto in quel pomeriggio del 5 maggio del 1821.
Lo scorrere delle lancette del tempo e quello delle pagine della storia hanno il merito
di far discutere e di ricordare personaggi attraverso lo strumento di una notevole
letteratura sia bibliografica che cinematografica. Tali operazioni ne rendono sempre
viva la memoria di tali personalità, tanto da lasciare un profondo segno
nell’immaginario collettivo nei loro confronti e quindi inserirli a pieno merito nella
sfera della leggenda. Napoleone Bonaparte rientra a pieno titolo in tale sfera di
interesse e nel contempo, grazie alle sue imprese militari, ai suoi successi politici, alle
riforme in campo amministrativo, ne accrescono la fama di “grandeur” a tutti gli
effetti. Per le motivazioni in argomento Napoleone Bonaparte rappresenta un tema
che a distanza di quasi due secoli dalla sua morte continua a sfociare a pieno regime
nel continuo dibattimento pubblico tra estimatori ed antibonapartisti. «Ma chi era
costui?» chiede in modo provocatorio Gianni Aiello all'uditorio, presente nel corso
della nona giornata di studi sul periodo napoleonico denominata “5 maggio” ed
organizzata dal Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e
Napoleone” .A tal proposito richiama all'attenzione dei presenti un passo del famoso
“Memoriale di Sant'Elena”, nel quale, proprio dalle parole dell'Imperatore Bonaparte
dettate a Emmanuel de Las Cases risulta che: "Tutti nascono anonimi come me, in
una anonima Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo
1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se
prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina
si manifesta sull'uomo." Quindi il mito di Napoleone Bonaparte continua anche dopo
la sua morte ed il continuo dibattimento sulle cause della stessa ne aumentano lo
spessore e nel contempo danno ulteriore dinamicità al dibattimento ad un personaggio
della storia, quello di Napoleone Bonaparte, che nutre una considerevole letteratura
sia bibliografica che cinematografica. Proprio da queste ultime circostanze e dai
continui dibattimenti relativi alle cause del decesso che a distanza di due secoli tra
conferme e successive smentite riesce a tenere sempre alto il volume d'interesse
culturale intorno alla figura ed al periodo storico di Napoleone Bonaparte. Proprio il
lancio ANSA 25 marzo ha riacceso le polveri dibattimentali relative a quanto sopra
argomentato e questa volta la “causa mortis” è per avvelenamento per arsenico e non
“per una neoplasia dello stomaco, come sostiene la versione ufficiale": questi i dati
ricavati dal team del professore Pier Luigi Bollome. Questa nuova sollecitazione
culturale ha dato modo di essere discussa nel corso della nona edizione del “5
maggio”, la giornata di studi napoleonici, organizzata a Reggio Calabria dal Circolo
Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone” . Il tema in
questione, affrontato da Gianni Aiello è stato per l'appunto “Nuove ipotesi sulla
morte di Napoleone” e lo stesso si è caratterizzato da un interessante excursus
cronologico relativo alle varie “letture” relative alle cause del decesso di Napoleone
Bonaparte, avvenuta il 5 maggio del 1821 in quel di Sant'Elena. Da notare che le cifre
di tale dibattimento sono pubblicate sul sito internet del sodalizio reggino e
pubblicate sul portale web del Circolo Culturale "L'Agorà" al seguente indirizzo:
http://www.circoloculturalelagora.it/5maggio11.htm
Ritornando alla manifestazione in argomento e dalla sua lettura c'è da registrare
l'excursus delle varie analisi che si sono succedute, con lo scoccare delle lancette
della storia, tra conferme e smentite a riguardo le cause della morte di Napoleone
Bonaparte. É stato uno scorrere di varie fotografie inserite nell'album della storia e
delle emozioni che Napoleone Bonaparte trasmette anche dopo la sua morte e le cui
cause non ancora certe inseriscono a pieno titolo nella leggenda questa figura di
uomo, di politico, di stratega come una tra le più affascinanti e discusse che la
letteratura storiografica ci ha lasciato in eredità. Dai primi dubbi che emergono dalla
lettura del "Memoriale di Sant'Elena", ai vari dibattimenti che si sono succeduti nel
secolo scorso, vedi la pubblicazione dei dati sulla rivista "Nature" del 1961 , a quelle
del terzo millennio, come le recenti indagini svolte dal team del professore Pier Luigi
Bellome, si è assistito, tra smentite e successive conferme ad un acceso dibattimento
sull'argomento in questione che ha coinvolto studiosi, docenti universitari, ricercatori.
Una “agorà” che tra simpatizzanti ed antibonapartisti e relativi orientamenti di
valutazioni sulle probabili cause della “causa mortis” che nonostante siano passati
soltanto due secoli continua a rendere sempre vivo il grande corso.
mercoledì 18 maggio, 17:30
La nuova edizione del “5 maggio” in riva allo Stretto
REGGIO CALABRIA – Si continua sempre a parlare sempre di
lui, del grande corso, Napoleone Bonaparte, uomo del sud,
rappresenta una di quelle figure tra le più affascinanti e
discusse che la letteratura storiografica ci ha lasciato in eredità.
Ha suscitato nel corso dello sfoglio delle pagine della storia in
molti personaggi della cultura ma anche in persone semplici sia
ammirazione che antipatia: Napoleone Bonaparte rappresenta
uno di quei personaggi intorno al quale ruota una consistente
letteratura storiografica dovuta alle sue imprese militari, ai suoi
successi politici, alle riforme in campo amministrativo, ne fanno
una figura che a quasi due secoli dalla sua morte tra le più.
affascinati tanto da lasciare un profondo segno nell’immaginario collettivo. La leggenda di
Napoleone Bonaparte rappresenta un continuo dibattimento sia per le sue gesta sia per le
cause della sua morte e prosegue a tutt'oggi sfidando sia il tempo che lo spazio e si
assiste al continuo confronto tra estimatori ed antibonapartisti. Il mito di Napoleone
Bonaparte continua anche dopo la sua morte ed il continuo dibattimento sulle cause della
stessa ne aumentano lo spessore. “Nuove ipotesi sulla morte di Napoleone” è stato il tema
affrontato nel corso della nona edizione del “5 maggio”, la giornata di studi napoleonici,
organizzata a Reggio Calabria dal Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi
“Gioacchino e Napoleone” . Il tema sopra menzionato è stato discusso da Gianni Aiello,
presidente del sodalizio organizzatore e le cifre di tale dibattimento sono pubblicate sul
sito
intenet
del
sodalizio
reggino
e
pubblicate
alla
pagina
http://www.circoloculturalelagora.it/5maggio11.htm
In buona sostanza si è trattato di una ampio excursus cronologico relativo alle varie
interpretazioni che si sono susseguite nel corso degli anni inerenti alle cause della morte di
Napoleone Bonaparte, avvenuta il 5 maggio del 1821 in quel di Sant'Elena. Un continuo
susseguirsi di motivazioni relative alla causa mortis e che si attestano al bivio posto tra
cause naturali e motivazioni relative ad un omicidio per avvelenamento, il tutto contornato
tra smentite e riconferme a riguardo le cause del decesso di Napoleone Bonaparte
avvenuto in quel pomeriggio del 5 maggio del 1821. I primi dubbi si ebbero quando lo
stesso Bonaparte cominciò ad accusare i primi stati di malessere come evidenzia lo stesso
Gianni Aiello, leggendo a tal proposito alcuni passaggi del "Memoriale di Sant'Elena" di
Emmanuel de Las Cases, ma anche una diversificazione di vedute a tal riguardo proprio
dai cinque medici britannici che contrastavano il parere dei tre colleghi transalpini. Al
momento della riesumazione della salma dell'Imperatore dei francesi, siamo in data del 16
ottobre del 1840 si venne a constatare con notevole stupore il suo perfetto stato di
conservazione. E naturalmente i dubbi aumentarono e fino al momento tra conferme e
smentite ancor oggi non si ha un referto chiaro e definitivo a riguardo le cause della morte
di Napoleone, come tra l'altro evidenziato dalla ricerca effettuata dall'equipe di specialisti
di Medicina Legale del prof. Pier Luigi Bollome che da tali risultati affermano che la morte
avvenne per veneficio, quindi ingerimento di dosi di arsenico, così come riportato
dall'agenzia di stampa ANSA il 25 marzo 2011. E tali analisi smentiscono le indagini del
giugno 2003 pubblicate sulla nota rivista scientifica “Minerva Medica” che invece sostiene
la causa relativa ad una forma di neoplasia dello stomaco. C'è da evidenziare, come
ricorda Gianni Aiello, che nel secolo scorso si è assistito a diverse ricerche su tale caso e,
naturalmente, ci si è trovati ad un'alternanza di conclusioni scientifiche, come ad esempio
attestato dagli studi del medico legale scozzese prof. Smith che nel 1961 pubblicò su
un'altra importante rivista scientifica, “Nature” i suoi dati che indicavano grandi quantità di
arsenico nei capelli di Napoleone Bonaparte. Venti anni dopo si ebbero altre ricerche che
attestavano forti quantità di arsenico sulla carta da parti nel luogo dove soggiornava
Napoleone Bonaparte, come attestato dai lavori dei ricercatore Jones e Ledingham. Nel
2001 il docente universitario Pascal Kintz, professore di tossicologia presso l'Istituto di
medicina legale di Strasburgo sposa la tesi di avvelenamento, ma viene smentito nel
2002 da una ricerca da parte di Ivan Ricordel, componente del reparto di tossicologia
della Gendarmeria di Parigi. Nel gennaio del 2003 viene pubblicata sul quotidiano inglese
"Sunday Times" un'intervista dello storico David G. Chandler, una tra le massime
espressioni del periodo napoleonico, il quale dichiarò: «È per me chiaro, ora, che
Napoleone è stato avvelenato. Oggi accetto questa conclusione, sebbene per molti anni
abbia fortemente dubitato sull'intera questione.» Qualche anno dopo, siamo nel 2007, la
pubblicazione di un articolo sulla rivista scientifica "Nature Clinical Practice
Gastroenterology and Hepatology" , dove invece si parlava un cancro allo stomaco causato
da un batterio, tale”Helicobacter pylori”. Nel 2008 altri dati riportano la presenza di tracce
di arsenico e che lo stesso non sarebbe stato la causa di morte, come evidenziato dai
risultati riportati a seguito delle ricerche presso i laboratori dell'Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare di Milano e Pavia. Infine i dati relativi alla ricerca del team del professore Pier
Luigi Bellome che sostiene il caso di avvelenamento di Napoleone Bonaparte. Gianni Aiello
prima di concludere il suo intervento legge un altro passo del famoso memoriale proprio
con le parole dell'Imperatore Bonaparte: "Tutti nascono anonimi come me, in una anonima
Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo 1769, da due
anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se prima di ogni altra
cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina si manifesta
sull'uomo."
martedì 17 maggio
GIORNATA DI STUDI NAPOLEONICI A REGGIO CALABRIA
REGGIO CALABRIA – Giunge alla nona
edizione la giornata di studi napoleonici
denominata “5 maggio” organizzata dal
Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro
studi “Gioacchino e Napoleone” di Reggio
Calabria. Il tema della manifestazione in
argomento “Nuove ipotesi sulla morte di
Napoleone” prende spunto da un lancio
ANSA del 25 marzo 2011 dal quale si
evince che la morte dell'Imperatore
Napoleone Bonaparte fu dovuta a cause
non naturali, quindi per avvelenamento.
Questa notizia da corpo ad un continuo
dibattimento sulla morte del grande
corso che è uno dei personaggi della
storia tra i più argomentati, avendo lo
stesso una vasta letteratura sia
bibliografica
che
cinematografica.
Ritornando al tema della manifestazione,
le cui cifre sono riportate sul portale del
sodalizio reggino e pubblicate alla pagina
http://www.circoloculturalelagora.it/5ma
ggio11.htm
esso è stato, in buona sostanza un excursus storico sulle varie versioni, sulle smentite o
riconferme relative alle cause della morte di Napoleone avvenuta il 5 maggio del 1821.
Il relatore Gianni Aiello ha argomentato sul tema della giornata di studi riportando nella
fattispecie le fasi più importanti di tali risultati cominciando da quella riportata dalla nota
agenzia di stampa nazionale italiana (ANSA) e datata venerdì 25 marzo 2011. In essa vi
sono i risultati relativi alla equipe di specialisti di Medicina Legale, tra cui Pier Luigi
Bollome. In buona sostanza tali risultati abbracciano la tesi secondo la quale “Napoleone
Bonaparte non sarebbe morto per una neoplasia dello stomaco, come sostiene la versione
ufficiale, bensì avvelenato con l'arsenico" come confermato "da alcune microanalisi sui
capelli dello scomparso. Quindi tali analisi smentiscono le cause dovute ad una malattia di
carattere ereditaria come attestano altre versioni come quelle riportate dalla rivista
scientifica “Minerva Medica” pubblica nel giugno del 2003. Ritornando al tema centrale
della discussione Gianni Aiello ha evidenziato quanto riportato nel "Memoriale di
Sant'Elena" di Emmanuel de Las Cases, dove vengono elencati diversi stati di malessere di
Napoleone Bonaparte ma soprattutto i pareri discordi sia dei medici inglesi che di quelli
francesi presenti sull'isola di Sant'Elena. Il 16 ottobre del 1840 la salma di Napoleone
Bonaparte venne imbarcata sulla "Belle-Poule" per essere trasportata a Parigi per i solenni
funerali di Stato e durante la sua esumazione si nota che a distanza di venti anni essa era
in perfetto stato, quindi sorgono altri dubbi sulle cause del suo decesso. L'excurs realizzato
da Gianni Aiello continua con i dati relativi al secolo scorso come ad esempio quando nel
1961 il dottor Smith, medico legale di Glasgow, pubblicò sulla rivista scientifica "Nature" i
dati relativi ad un suo studio relativi alla quantità d'arsenico su un campione di un singolo
capello di Napoleone che risultano in eccedenza rispetto a quelle contenute in condizioni
normali. Altri dati scientifici provengono dai dati delle ricerche effettuate nel 1982 dai lavori
di Jones e Ledingham che nel corso di alcune studi rilevarono tracce di arsenico sulla carta
da parati dell'abitazione dove soggiornava Napoleone durante il periodo del suo esilio.
A riguardo i dati del terzo millennio Gianni Aiello ha riportato altri dati come quelli datati
2001 del professore Pascal Kintz, tossicologo dell'Istituto di medicina legale di Strasburgo
che sostenne le cause di avvelenamento, mentre l'anno successivo vi fu la smentita da
parte di Ivan Ricordel, referente del reparto di tossicologia della Gendarmeria di Parigi.
Nel 2007 viene pubblicato un articolo sulla rivista scientifica "Nature Clinical Practice
Gastroenterology and Hepatology" che asserisce che la morte di Napoleone Bonaparte fu
causata da un cancro allo stomaco dovuto ad un batterio conosciuto come”Helicobacter
pylori”. Nel 2008 altri dati riportano la presenza di tracce di arsenico e che lo stesso non
sarebbe stato la causa di morte, come evidenziato dai risultati riportati a seguito delle
ricerche presso i laboratori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano e Pavia.
Dai dati raccolti ed esposti nella giornata del “5 maggio” sembra chiaro che il dibattimento
sulle cause del grande corso che tra smentite e conferme in tal senso ne fanno uno dei
personaggi più discussi della storia e quindi, prendendo spunto dall'ode di manzoniana
memoria si può affermare che "fu vera gloria !".