gestione dei rifiuti solidi in mare
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gestione dei rifiuti solidi in mare
La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI IN MARE Luigi Alcaro ISPRA 20 maggio 2011 Granaio Lorenese loc. Spergolaia Alberese (GR) UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Sono considerati rifiuti solidi in mare, meglio noti con il termine inglese di marine litter, “any persistent, manufactured or processed solid material discarded, disposed of or abandoned in the marine and coastal environment” Fanno parte del marine litter rifiuti di materiale plastico, di legno, in metallo, in vetro, in gomma, vestiti, scarpe, ecc. Rientrano in questa categoria anche le cosiddette fantasma”, perse o volontariamente abandonate in mare “reti UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Quali sono le sorgenti di marine litter Attività ricreative sulla costa soprattutto legate al turismo Attività a mare quale la pesca commerciale, trasporto di merci e persone via mare, attività ricreazionale in barca, ecc. Smaltimento illegale a mare o lungo la costa di oggetti ingombranti (materiale da costruzione, batterie, pneumatici, barili, ecc. Apporto dai fiumi, dai terminali dei sistemi di smaltimento delle acque reflue bianche e nere e dall’azione dei venti di rifiuti prodotti sulla terraferma UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Quali conseguenze determina il marine litter? Fondamentalmente sono 3 le categorie di conseguenze: sociali, economiche e ambientali: Sociali – riduzione del valore estetico dei luoghi e rischio per la salute pubblica Economiche – riduzione del turismo, danni alle imbarcazioni, alle reti da pesca, costi per la pulizia Ambientali – mortalità o effetti subletali sugli organismi marini a causa dell’effetto ”imbrigliamento” (soprattutto reti fantasma), ingestione di plastiche e conseguente assunzione di inquinanti chimici, trasporto di specie aliene, alterazione delle comunità bentoniche UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Quali sono gli inquinanti legati alle materie plastiche? Le materie plastiche sono composti da una gamma di composti chimici potenzialmente tossici che includono ritardanti di fiamma, “plasticizzatori”, antimicrobici il cui effetto tossico è noto I loro effetti possono essere neurotossici, immunotossici, di riduzione dei livelli di ormoni tiroidei, di riduzione della capacità riproduttiva (ftalati) Un effetto non secondario è la capacità delle materie plastiche (soprattutto le microplastiche) di essere la via preferenziale di trasferimento negli organismi marini degli inquinanti organici (POPs – Persistent Organic Pollutants) quali i PCBs e gli IPA UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter nella Strategia Marina europea Il Marine Litter rappresenta il Descrittore 10 della Strategia Marina europea e gli indicatori ritenuti utili a descrivere lo stato dell’ambiente marino sono: composizione, la distribuzione spaziale e, se possibile, la loro provenienza di rifiuti solidi sui litorali composizione, la distribuzione spaziale e, se possibile, la loro provenienza di rifiuti solidi sulla superficie del mare, nella colonna d’acque e sui fondali la quantità e la distribuzione spaziale e, se possibile, nella composizione di microparticelle (in particolare microplastiche) la quantità e nella composizione di rifiuti solidi ingeriti da organismi marini (es. tramite l’analisi dei contenuti stomacali) UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter nel Mar Mediterraneo Il MED POL, sulla scorta di quanto contenuto nella Strategia Marina europea, ha tra le sue priorità il problema del Marine Litter che intende affrontare nell’ambito della “Convenzione di Barcellona per la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento”. Sta per avere avvio un Piano d’Azione specifico sull’argomento. dell’UNEP (United Nations Environment Programme) evidenziano come nel bacino del Mediterraneo la categoria di rifiuti solidi maggiormente rappresentato sia quello dei mozziconi di sigarette che rispetto agli altri mari può raggiungere una quantità anche 10 volte superiore Specifici studi UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter nel Mar Mediterraneo UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter lungo la costa Sinora le attività di monitoraggio condotte nel mondo sono state condotte secondo protocolli che spesso non sono condivise da tutte le Regioni e spesso sono portate avanti dalle Associazioni ambientaliste senza una condivisioni con le Amministrazioni centrali In Europa i Paesi Nord europei rientranti nella Convenzione OSPAR (Convention for the Protection of the Marine Environment of the North-East Atlantic) seguono da anni un comune protocollo di indagine che probabilmente sarà preso a esempio per estenderlo a tutti gli altri Paesi europei UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter lungo la costa Alcuni aspetti del monitoraggio lungo la costa non sono condivise a livello internazionale e sono tuttora oggetto di dibattito: Frequenza del monitoraggio (stagionale, 2 volte l’anno, annuale) Scelta dei siti di monitoraggio Recupero o meno del materiale osservato Utilizzo del numero di oggetti osservati o del peso complessivo per le successive analisi statistiche Scelta delle categorie di marine litter (es. plastiche, vetro, metalli, polistirene, gomma, reti da pesca o parti di esse, legno, sigarette, oggetti medicali o per l’igiene intima ruolo delle NGOs e delle Istituzioni UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter sui fondali Per questa categoria soprattutto nel futuro si può pensare a uno sviluppo dei piani di monitoraggio delle risorse ittiche denominati “GRUND” e “MEDITS” e coordinati dalla UE e dal MIPAF, prevedendo l’indagine obbligatoria dei rifiuti solidi raccolti categorizzati secondo un protocollo comune Al momento in pochi casi si dispone di informazioni pregresse esaustive. L’Unità Operativa dell’ARPA Toscana ha eseguito un’indagine pluriennale relativa anche alla tipologia del rifiuto raccolto, verificando come gran parte del materiale si trovasse lungo le rotte principali soprattutto delle navi passeggere e per il traporto delle merci) UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter sui fondali In acque costiere il monitoraggio potrebbe essere condotto da operatori subacquei secondo metodiche simili al visual census utilizzato per il censimento della fauna ittica Per i fondali a elevata batimetria può essere interessante l’utilizzo di robot filuguidato o di un side scan sonar (in questo caso soprattutto per l’individuazione di oggetti di dimensioni superiori ai 50 cm) Rifiuti solidi individuati tra i 1.000 e i 2.600 metri di profondità in un canyon a largo di Marsiglia (a e b) e nei pressi del circolo polare artico (c e d) (Barnes et al., 2009) UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Possibili soluzioni per il Marine Litter sui fondali Raccolta del materiale da parte dei pescatori e sviluppo delle Reception Port Facilities soprattutto nei porti pescherecci Sviluppo di una campagna di sensibilizzazione presso gli operatori della pesca e del turismo e sulle navi per il trasporto dei passeggeri UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il Marine Litter sulla superficie del mare Il monitoraggio del Marine Litter sulla superficie del mare può avvenire attraverso l’impiego di diverse metodologie: Impiego di reti. L’estensione dell’area osservata è molto limitata Osservazione da imbarcazione lungo specifici transetti o a bordo di traghetti. Viene usualmente eseguita anche se non attraverso protocolli condivisi. Osservazione da aereo lungo specifici transetti. Tecnica costosa per unità di tempo ma che garantisce la copertura di estese superfici. In Italia è applicata per l’individuazione dei mammiferi e delle tartarughe marine. Si riescono a individuare oggetti di dimensioni minime pari a un conteniore in tetrapak UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Marine litter nel biota Nei Paesi nord europei (OSPAR) vengono utilizzati da un decennio i dati relativi ai contenuti stomacali dell’uccello marino Fulmar, il quale ingerisce in gran quantità materiale plastico galleggiante In Mediterraneo c’è la necessità di individuare le specie bioindicatrici più idonee. Tali organismi devono avere la caratteristica di nutrirsi esclusivamente in mare e di ingerire usualmente rifiuti solidi in maniera accidentale e/o perché tale materiale viene erroneamente considerato cibo Sembra che la tartaruga marina Caretta caretta possa rivestire tale ruolo, sia attraverso l’analisi del contenuto stomacale di esemplari morti che con l’analisi dei residui fecali UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Il monitoraggio delle microparticelle Le microplastiche hanno una rilevanza particolare poiché rappresentano il mezzo principale di trasferimento di sostanze inquinanti intrinseche e organiche nella rete trofica Gli organismi marini maggiormente esposti sono soprattutto i filtratori e i detritivori Anche in questo caso appare necessario mettere a punto un protocollo di campionamento condiviso. Usualmente vengono impiegate reti specificamente idonee per il prelievo dello zooplancton nello strato superficiale del mare (neuston) come la rete denominata MANTA UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Le reti fantasma Si tratta di reti o altre attrezzatura per la pesca (es. nasse, palangari, ecc.) che possono essere perse in mare dagli operatori della pesca per diverse ragioni (es. rottura delle boe di ancoraggio per cattive condizioni meteomarine, ecc.) o volontariamente abbandonate in mare per disfarsi di materiale obsoleto in maniera illegale Le reti fantasma meglio noti con il termine inglese di gost nets rientrano perfettamente nella definizione di marine litter UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Conseguenze ambientali delle reti fantasma Una volta perse o abbandonate le reti fantasma continuano a “pescare” in maniera incontrollata per un lungo periodo di tempo Il tasso di riduzione di efficienza di pesca varia a seconda del tipo di attrezzo perso, della torbidità dell’acqua e della velocità di sviluppo del fouling La presenza degli organismi marini accidentalmente “catturati” determinano l’autoinnesco della rete fantasma che quindi tende a perpetuare la sua azione UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Conseguenze ambientali delle reti fantasma Gli attrezzi da pesca che sembrano più efficaci una volta persi o abbandonati in mare sembrano essere le nasse, i tramagli e le reti derivanti L’azione delle reti fantasma determina anche la cattura di specie particolarmente protette (mammiferi marini, tartarughe marine, squali, ecc.) attraverso il fenomeno del by-catch, quindi il principale effetto è sulla riduzione della biodiversità Il trasporto delle reti fantasma per opera delle correnti marine può determinare anche l’introduzione di specie aliene UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Conseguenze economiche delle reti fantasma Le principali conseguenze economiche sono a carico degli operatori della pesca poiché le reti fantasma si pongono come “antagonisti” in quanto sottraggono la materia prima oggetto della pesca. Le reti fantasma spesso determinano anche un ostacolo fisico che può determinare un ulteriore danno nel corso delle normali attività di pesca Un ulteriore conseguenza economica rilevante è rappresentata dai danni che le reti possono arrecare agli apparati propulsivi e alla carena di imbarcazioni sia commerciali che da diporto UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE La strategia per l’ambiente marino e il progetto MOMAR Alberese, 20 maggio 2011 Possibili soluzioni Appare necessario sviluppare una campagna di sensibilizzazione presso gli operatori della pesca, sia a livello europeo che a livello di bacino del Mediterraneo, ma anche su scala nazionale e locale Prevedere un sistema di cooperazione tra istituzioni pubbliche, associazioni dei pescatori e soggetti privati che preveda l’immediata segnalazione delle reti perse e il loro repentino recupero UNIONE EUROPEA UNION EUROPEENNE