Jack London - Marinai d`Italia

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Jack London - Marinai d`Italia
Storie di mare
Jack London
L’uomo che amava il mare
di Stefania Elena Carnemolla
Giornalista Pubblicista
A destra,
il giovane Jack London
A sinistra,
Jack e Charmian London
davanti a una carta nautica
ohn Griffith London, detto Jack, era nato a San Francisco
il 12 gennaio del 1876, figlio illegittimo di William H. Chaney, astrologo dilettante, e Flora Wellman, donna ambiziosa ed autoritaria. A fargli da padre sarebbe stato John London, contadino tutto d’un pezzo, poi droghiere e sorvegliante di
porto, che il piccolo Jack accompagnerà spesso lungo la costa a raccogliere cozze e tartufi su di una piccola barca.
Quello di una barca tutta sua sarà per Jack il sogno di una vita, che fu inizialmente di stenti, di lavori saltuari, di dubbie frequentazioni fra i moli di Oakland e le acque della baia di San
Francisco, infestate di pescatori di frodo, contrabbandieri,
spugne d’osteria. Con i primi trecento dollari guadagnati ad inscatolare cetriolini ed asparagi nel conservificio Hickmott, nei
pressi di Oakland, riuscirà a mettere le mani sul Razzle Dazzle,
sloop del razziatore di ostriche French Franck. Anche lui lo diventerà, tanto da guadagnarsi il soprannome di principe dei pirati di ostriche, anche se, fra una razzia e l’altra, troverà il tempo di frequentare la biblioteca comunale di Oakland.
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Marinai d’Italia
Perso il Razzle Dazzle, si imbarcherà sul Reindeer, veliero pirata
della baia che lascerà per la California Fish Patrol, quindi, nel
1893, come marinaio, sul Sophie Sutherland, un tre alberi di cacciatori di foche. Dopo sei mesi è di nuovo a Oakland, assunto da
una fabbrica di juta (vincerà nel frattempo con Story of a Typhoon
Off the Coast of Japan il concorso letterario del Morning Call).
Spalatore di carbone, studente a Berkeley, operaio in un lavanderia, nel 1897 si imbarca con il cognato sul piroscafo Umatilla
destinazione Klondike. La febbre dell’oro gli lascerà poco o
niente se non una buona dose di scorbuto. Fioriscono intanto i
suoi racconti. Nel 1902, la American Press Association lo spedisce via Londra in Sud Africa per poter seguire la guerra angloboera. Rientrata la crisi, rimarrà nella capitale inglese, documentando con i suoi apparecchi fotografici a soffietto le condizioni di vita del proletariato della East Land. Nel 1904, durante il
conflitto russo-giapponese, è in Oriente come corrispondente di
guerra per l’editore Hearst. Nel 1905, dopo il divorzio da Bessie
Maddern, sposa Charmian Kittredge con cui intraprende un lungo viaggio per i Mari del Sud a bordo dello Snark, goletta di diciassette e passa metri per centodue metri quadri di velatura.
Lo Snark mollerà gli ormeggi il 23 aprile del 1907 destinazione
Hawaii. A bordo, Jack, Charmian e poche persone d’equipaggio, fra cui Roscoe Earnes, zio di lei, tutto fuorché uomo di mare. Incapace di governare una barca, digiuno di nautica (trasecolerà alla vista di un sestante), verrà fatto sbarcare alle
Hawaii insieme a due finti marinai.
Era stato Jack, chiuso nel pozzetto fra tavole di logaritmi, correzioni, linee di mira, ad occuparsi nel frattempo dello Snark.
Senza per questo rinunciare alle sue mille parole al giorno. Il
ticchettio della Remington di Charmian diventerà uno dei rumori più familiari della vita di bordo: a lei difatti il compito di
battere a macchina i manoscritti di Jack.
Durante la sosta alle Hawaii, dove il fedele Martin Johnson
penserà a far calafatare ponte e scafo, reinstallare il motore,
sostituire gli accessori di coperta, sulla spiaggia di Waikiki
Jack impara a cavalcare le onde su grosse tavole. Al surf ricomparso sulle spiagge hawaiane ai primi del Novecento dedicherà A Royal Sport: Surfing in Waikiki poi pubblicato nell’ottobre del 1907 in The Lady’s Home Companion. E forse l’articolo non fu estraneo per quanto attribuita a George Freeth all’introduzione della pratica surfistica negli Stati Uniti.
Imbarcato il nuovo equipaggio, lo Snark ripartirà alla volta delle
isole Marchesi (i coniugi London alloggeranno nella casa occupata diciannove anni prima da Robert Louis Stevenson). Dopo
un breve rientro a San Francisco, giusto il tempo di rimetter mano ai conti, la navigazione riprende alla volta di Bora Bora, le
isole Samoa, le Figi, le Nuove Ebridi, l’arcipelago delle Salomone, teatro di guerra permanente fra cacciatori di schiavi. Ma l’equipaggio è ormai stremato. Anche Jack necessita di cure. Lo
assilla una fistola rettale. A Guadalcanal, lo Snark viene affidato a Martin Johnson, mentre Jack e Charmian raggiungono in
nave l’Australia facendo ritorno in America a bordo del Tymeric,
Jack e Charmian London a bordo del Roamer
durante una crociera invernale nel delta del fiume Sacramento
battello a vapore per il trasporto del carbone da Sydney a
Guayaquil, porto ecuadoriano sul Río Guayas.
Scortato a Sydney e qui rivenduto, destinato più al trasporto
merci che al traffico di schiavi, lo Snark verrà avvistato anni dopo da Martin Johnson sull’isola di Epi, tra Vaté e Ambrym, nelle Nuove Ebridi, con la vernice scrostata, le strutture del ponte
smantellate, senza l’albero di trinchetto e con le attrezzature
della mezzana allentate, segno che ormai navigava a vapore.
Il 2 marzo del 1912, il Dirigo, un quattro alberi di novantacinque
metri varato il 3 febbraio del 1894 a Bath, nel Maine, e prima
imbarcazione in acciaio costruita negli Stati Uniti, salpò da
Baltimora destinazione Seattle per un viaggio di cinque mesi
via Capo Horn.
Storie di mare
Rosocoe Earnes, zio di Charmian London, a bordo dello Snark
mentre osserva un sestante
In alto a destra, Jack London nel suo studio fra carte e libri,
sotto, James Hopper, Charmian London, George Sterling
e Jack London a bordo dello Snark nel 1907
Tre i passeggeri: Jack, Charmian e il loro domestico Yoshimatsu Nakata, imbarcati per ragioni amministrative come ufficiale
in seconda, cameriera e aiuto cuoco. Qui, Jack scriverà The
Valley of the Moon, Charmian, prendendo spunto da un aneddoto di Mortimer, capitano in seconda, The Wheel, primo e ultimo racconto della sua vita.
Jack e Charmian London
durante la costruzione dello Snark
È il 25 luglio quando il veliero risale il Puget Sound verso Seattle. A
bordo, il capitano Chapman continua a soffrire in silenzio. Cancro
allo stomaco, la diagnosi medica. Jack e Charmian sbarcano. Con
tristezza. Il Dirigo verrà affondato il 31 maggio del 1917 da un sottomarino tedesco a sei miglia dal faro di Eddystone, in Inghilterra.
Orfani del Dirigo, i coniugi London si consoleranno con il Roamer, yawl di nove metri acquistato nel 1910, a bordo del quale
navigheranno per mesi tra la baia di San Francisco e il fiume
Sacramento. La cabina trabocca di riviste di agricoltura, di progetti di viaggi avventuruosi, di pile di libri. Ed è con uno di questi libri in mano, il racconto di un viaggio intorno a Capo Horn,
che la mattina del 22 novembre del 1916, a Glen Ellen, Jack London, sofferente di uremia, sprofonda nel coma per non farvi più
ritorno. Aveva fatto in tempo a comporre, durante una crociera
nella baia di San Francisco, The joy of small boat sailing. Pubblicato nel 1912 su Country Life in America e sullo Yachting
Monthly, quando «un uomo ha frequentato la scuola del mare»
vi aveva scritto «non la lascia più. Il sale si impregna nel midollo osseo, nell’aria che respira e sentirà il richiamo del mare fino alla fine dei suoi giorni». Era il suo testamento.
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