Ottobre - Athenaeum
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Ottobre - Athenaeum
Anno V Numero 8 - Ottobre 2011 Mensile redatto dagli studenti del Liceo Classico “Leoniano” FONDATO DA FRANCESCO CARLETTI, MARCO CECILI E GABRIELE RUSSO RUSSO www.giornaleathenaeum.com Vincitore del Concorso “Il giornale nelle scuole” promosso dall’Ordine dei Giornalisti Direttoda DanieleRodolico Il Liceo Leoniano in viaggio, alla volta della Grecia Vicedirettrice VivianaAstazi Redazione completa a pag. 12 riconciliandosi con la classicità Oltre all’esperienza di condivisione con compagni e insegnanti, il fascino della Grecia antica Irene Erculei All’inizio la partenza per “la terra di grandi pensatori e guerrieri’’ mi incuriosiva: percorrere le stesse strade attraversate dai protagonisti dei nostri studi rende quello che ci troviamo a imparare molto più recente. Per via degli scioperi, le rivolte, i pesanti discorsi dei professori e dei genitori avevo perso la voglia di partire; poi mi sono detta “perché non provare? Ti divertirai comunque!’’ e ho fatto i bagagli. Il viaggio è stato terribile. Il mare mosso non ci permetteva di dormire. Ci cullava con movimenti violenti: è stato come fare un lungo giro di dodici ore sulle montagne russe. Questa esperienza ci ha insegnato però a prevenire il mal di mare: al ritorno tutti hanno preso la pillola. Abbiamo parlato, giocato a carte e cantato tutta la notte. La mattina seguente non mi sembrava vero essere sulla terra ferma. Ho gridato e sono salita sull’autobus. Tutti erano stanchi e assonnati, ma cercavano in tutti i modi di rimanere Speciale La scuola in Grecia da pag. 2 a pag. 4 svegli. Nel pomeriggio siamo andati alla scoperta della Grecia del secondo/terzo millennio a.C. nel Museo Archeologico di Atene. Devo dire che erano molto bravi a maneggiare i metalli, ma erano soprattutto dei grandi “orafi”. Verso le sette siamo tornati sull’autobus e siamo partiti per l’albergo. La prima impressione non è stata delle migliori, ma fortunatamente entrando abbiamo trovato un ambiente quasi confortevole. Ci siamo abituati ad utilizzare rubinetti mal funzionanti e a dormire su delle brande. Nel complesso però era un luogo gradevole e Via Rotabile S. Francesco - 03012 Anagni (FR) Via Aldo Moro, 415 - 03100 Frosinone ben arredato. Durante i restanti quattro giorni abbiamo visto dal vivo tutto quello studiato nella storia dell’arte del quarto ginnasio: i kuroi, la ceramica greca, le maschere funebri, i templi e gli altari sacrificali degli dei, i teatri e i tre ordini di scultura greca. SEGUE A PAG. 2 IL NOSTRO ALFIERE DEL LAVORO A PAGINA 5 Il nostro fondatore Gabriele Russo Russo ha ricevuto dalle mani del Presidente della Repubblica, il 19 oobre scorso, l’onorificenza di Alfiere del Lavoro. Per l’occasione, Luigi Fracassa lo intervista. “Tutti insieme inevitabilmente” A PAGINA 9 Athenaeum inaugura una nuova rubrica “interaiva” di corrispondenza a cura di Maria Vioria Bigliardo. la stagione dell’alternative rock A PAGINA 10 Per l’ormai vicina uscita del nuovo album dei Coldplay “Mylo Xyloto”, Angela Buonpane ripercorre la storia del famoso gruppo britannico. Ludovico Celesti, inoltre, recensisce in modo puntuale l’ultimo album dei Red Hot Chili Peppers. 2 speciale grecia Ottobre 2011 Sp ecia le Viaggio d’istruzione e gemellaggio in grecia i r i c o rd i e l e i m p re s s i o n i . . . da l I V ginnasio Michela Caciolo Questo è stato il primo anno da “liceali” per noi del IV ginnasio, ma molto divertente: è stato un po’ diverso perché la gita, anziché farla in primavera, è stata organizzata per ottobre. La tappa di quest’anno è stata la Grecia, perché alcuni ragazzi del V,del I, del II e del III liceo hanno partecipato al gemellaggio con la città di Patrasso. Il viaggio in nave è stato un po’ stressante perché molti ragazzi si sono sentiti male, ma credo che in fondo ne sia valsa la pena! Abbiamo visitato l’antichissima acropoli di Atene, che era il tempio dedicato ad Atena, protettrice della città, il tempio di Apollo, il teatro di Epidauro, la tomba di Agamennone e il canale di Corinto. Quando riusciva ad avanzare un po’ di tempo uscivamo con i professori in giro per i negozi alla ricerca di souvenir e vestiti da riportare a casa. Essendo stato il primo viaggio da liceale, credevo che non mi sarei ambientata subito con gli altri compagni, ma non è stato così: ho fatto nuove amicizie ed ho conosciuto meglio la nostra nuova compagna di classe. Questo viaggio è stata un’esperienza fantastica, che ci ha permesso di conoscerci meglio, di ridere, cantare e suonare insieme. Spero che anche il prossimo anno sia divertente come questo. Adesso non facciamo altro che aspettare la settimana bianca! . . . da l v g i n n a s i o Anna Lucia Russo Russo A meno di un mese dall'inizio della scuola, nei corridoi si respirava già l'eccitazione che solitamente precede un periodo di vacanza o, come in questo caso, il viaggio d'istruzione. Quest'anno però, c'era anche un po' di incertezza , per il periodo scelto e anche per la meta (la Grecia), visti gli scioperi e le manifestazioni che i telegiornali ci mostravano ogni giorno. Il 10 ottobre comunque una parte della scuola partiva da Anagni diretta verso la Grecia, terra che abbiamo sempre studiato, e studieremo ancora molto, ma che in realtà conoscevamo ben poco. La gita non è iniziata proprio nel migliore nei modi: il mare mosso è bastato a togliere a molti un po' dell'eccitazione per i cinque giorni successivi ma, soprattutto grazie alla professoressa Gerardi, la notte di viaggio è passata e ha portato con sé tutte le nostre preoccupazioni (e il mal di mare!), facendoci sentire davvero pronti ad affrontare la nostra avventura in Grecia. Almeno per me è stato così: dopo quella notte cos'altro poteva spaventarmi? E infatti poi è andato tutto bene, anche se in fondo è inutile dirlo: quando si è con i propri amici cosa può andare storto e rovinare sei giorni insieme? Neanche i tre giorni di sciopero generale hanno fermato il nostro "numeroso" gruppo. Sembrava di essere appena arrivati, quando con un po' di nostalgia di casa e tanta nostalgia della cucina italiana abbiamo ripreso il mare (di nuovo mosso ovviamente) per far ritorno in patria. Nonostante il viaggio in nave e i dubbi e le paure prima della partenza (per il periodo insolito e anche perché eravamo in pochi) ricorderemo sempre questo viaggio sorridendo, anche grazie ai professori Romano, Risi, e Gerardi e alla nostra guida, che ogni mattina, tirando fuori la busta con il cibo per i cani e i gatti degli scavi da visitare, ci metteva di buonumore. Purtroppo invece la Grecia moderna, per quello che abbiamo visto, è stata un po' deludente: Atene è una città cresciuta velocemente e senza regole, sporca e piena di povertà. Spero proprio che la Grecia riesca a superare la crisi e cambi un po', per essere all'altezza dello splendore e dell'immortalità dei resti della Grecia antica. . . . da l I l i c e o Irene Erculei SEGUE DALLA PRIMA ...Siamo stati un pomeriggio intero a fare shopping ad Atene e grazie alla professoressa Gerardi le compere si sono potute prolungare anche per le due sere successive. Venerdì 14 abbiamo lasciato l’albergo alle otto del mattino, dopo la colazione. Ho provato una strana sensazione, tra la nostalgia e la felicità: avrei rivisto i miei compagni di scuola occupati nel gemellaggio nel pomeriggio però c’era qualcosa che non mi colmava quel vuoto che avevo creato. Ormai non avrei più potuto trascorrere intere serate a parlare con i miei compagni di classe, né avrei avuto la possibilità di vederli intere giornate. L’importante è tenere viva la memoria, giusto? Lasciata la nostra guida ci imbarcammo per l’Italia. Alexander è stato fantastico: il suo italiano era impeccabile, le spiegazioni semplici e facili da assimilare. La sua umanità è stata d’insegnamento a tutti noi. Sarà parte dei nostri ricordi per sempre. o Le f ot eb sul w Non si trovano ovunque persone che comprano da mangiare agli animali randagi! Con questa gita abbiamo potuto conoscerci tutti meglio: abbiamo riso e ci siamo divertiti. I professori, che ci hanno dato la possibilità di stare più tempo possibile insieme, ci hanno aiutato a responsabilizzarci e ci hanno fatto sorridere. La Grecia è un Paese fantastico: il cielo è limpido e vivo, i paesaggi rilassanti, la storia è in ogni luogo. Avrei rimpianto un simile viaggio! Affacciarsi dal teatro di Delfi e guardare tutta la valle sottostante ti rende un tutt’uno con la natura; sentire il suono di una moneta, fatta cadere nell’orchestra del teatro di Epidauro, seduta sull’ultimo gradino ti rende consapevole dell’intelligenza umana; osservare ogni minimo particolare della scultura greca ti fa capire che la perfezione sarà sempre obbiettivo dell’uomo: sono millenni che egli la insegue. Se mi chiedessero di nuovo ‘’Vuoi venire ad Atene con me?” risponderei:‘’Si! Sono pronta!’’. Anno V · Numero 8 Speciale Grecia 3 . . . da l I I l i c e o Anna Ceci Desidero raccontarvi una parte (perché sarebbe impossibile raccontarle tutte) delle emozioni, dei pensieri e dei momenti di gioia che mi ha regalato questa fantastica esperienza. Come voi sapete, siamo partiti da Anagni, mercoledì 5 Ottobre. Tutti eravamo molto felici, desiderosi di vivere questa avventura nel migliore dei modi, di rincontrare per la seconda volta le persone con cui avevamo stretto dei rapporti di amicizia; allo stesso tempo eravamo tutti impauriti per il fatto di vivere per parecchi giorni in case lontane, con una famiglia che viveva diversamente dalla nostra e con abitudini differenti. Nonostante queste sensazioni, la voglia di conoscere e vivere andava oltre, perciò tutti carichi in modo positivo siamo partiti e, dopo un lungo viaggio, siamo arrivati finalmente a Patrasso. I nostri amici ci aspettavano al porto per portarci nelle loro case e farci sistemare le valigie. Personalmente, appena sono entrata in casa, logicamente, non mi sono sentita subito a mio agio, mi sentivo come un pezzo di puzzle deformato e quindi inutile alla riuscita finale dell'opera. Insomma non c’entravo niente con quelle persone e con quella vita, però allo stesso tempo ero lì con loro, nella loro casa e loro mi trattavano come una persona di famiglia. Era veramente strano per me. Comunque, inevitabilmente i giorni sono trascorsi e io giorno dopo giorno iniziavo a sentirmi sempre più parte di quel puzzle pur non riuscendomi ad incastrare completamente. Tuttavia, ero sicura solo di una cosa: senza di me quel puzzle non avrebbe potuto esistere, io ero indispensabile per la riuscita di quel puzzle familiare ed ero felice di questo, veramente contenta. Allora ho iniziato a stare davvero bene, avevo trovato il mio equilibrio. Sono passati altri giorni e ho iniziato a rendermi conto che si avvicinava il momento di tornare a casa, alla vita di sempre, e iniziavo a vedere quell'esperienza come una meravigliosa parentesi della mia vita che mi aveva regalato tantissime emozioni indescrivibili. Ho trovato profondamente vera una frase che ho sentito diverso tempo fa: “Le persone che ti stanno accanto costruiscono il tuo mondo”. Tutte quelle persone avevano costruito per me un bel mondo, dove io mi sentivo realmente bene. Da questo viaggio ho imparato davvero tanto: innanzitutto, che la lingua è una cosa convenzionale e che l’aspetto umano delle persone va oltre, supera ogni apparente e stupida diversità, ho imparato a conoscere di più me stessa, mi sono messa in gioco e ho capito che posso farcela contando su di me. Mi sono resa conto che rispetto alla grandiosità del mondo siamo molto piccoli, contiamo veramente poco, siamo solo delle pedine che fanno parte di un progetto più grande . . . da g l i i n s e g n a n t i Prof. Massimo Fruscella Una nave in balia delle onde, monumenti sguardi di civiltà, sapori e profumi lontani ma affascinanti, un verso (e poporì, e poporì..tratto dalla commedia “gli Uccelli” di Aristofane, nella cui rappresentazione sono stati coinvolti gli studenti). Queste le immagini che scorrono velocemente nella mente negli attimi in cui riesco a chiudere gli occhi e pensare al gemellaggio appena concluso. Dieci giorni con gli studenti e i professori di un Liceo professionale di Patrasso che ci hanno ospitato e guidato nell’attraente viaggio nella loro cultura, nel loro spazio, nel loro tempo, nelle loro strade, nelle loro case. Ricordo la mattina in cui siamo partiti. Era il 5 ottobre e, come tutti ormai sanno, ero carico di valigie: non avevo deciso di portare con me solo i miei vestiti e tutti i regali per i nostri amici greci, ma anche tutte le aspettative e le preoccupazioni della scuola, dei ragazzi e dei genitori, sicuro che al momento del ritorno sarei tornato più “libero”, con un peso più leggero. I giorni si sono susseguiti freneticamente, le emozioni si sono rincorse fino a confondersi e a perdersi..e così è arrivato il fatidico giorno della partenza. Mi sono svegliato in anticipo, ho sistemato tutti i bagagli e con enorme sorpresa faticavo nel trasportare le valigie. La giornata richiedeva un ultimo sforzo e quindi di corsa a visitare il Museo archeologico della città per poi concludere con un pranzo di saluto al friendly restaurant Estragon. Lì ho avuto modo di fermarmi, di guardare fuori e dentro me, di riconoscere nello sguardo dei nostri studenti e di quelli greci, la stessa umanità, quella philantropia di cui proprio i nostri “gemelli” sono stati i più grandi maestri. Ecco il segreto del peso delle mie valigie: riportavo in Italia un bagaglio umano, la capacità di relazionarsi, la volontà di conoscere il nuovo e di amarlo, il desiderio e il coraggio di dire “Ci voglio essere, sono pronto a crescere, ho qualcosa da dire al mondo che forse devo ancora scoprire fino in fondo, ma in cui credo”. E ringrazio i ragazzi (greci e italiani) per essersi saputi donare, in un periodo di difficoltà e di crisi, come speranza per il futuro. Geme Anagni llaggio -Patra sso e a noi sconosciuto, ognuna si muove nella direzione che preferisce, ma l’importante è capire che sono tutte indispensabili: tutti noi siamo uguali, cioè tra noi e quei ragazzi la differenza sostanziale, a parte un modo convenzionale di esprimersi, non esiste. Siamo tutti ragazzi che sognano, che amano, con peculiarità diverse, certo, come è giusto che sia, ma tutti condividiamo una voglia di vivere estrema. Sono tornata a casa il giorno sabato 14 ottobre, con un cuore stracolmo di emozioni uniche nella mia vita. Vorrei ringraziare tutti i miei compagni di avventura, i miei amici italiani, i miei amici greci i professori che sono stati molto pazienti nei nostri confronti: il prof. Massimo Fruscella, che con la sua simpatia ci aiuta sempre, la professoressa Maria Laura Alessandroni, che è stata molto premurosa nei nostri confronti e la professoressa Loredana Monco, che ci ha sorvegliato con attenzione. Grazie davvero.. Adesso un ringraziamento particolare va alla persona che ci ha permesso di vivere questa esperienza: la Professoressa Claudia Fantini. Infine auguro a tutti voi ragazzi della mia scuola di avere l’opportunità, un giorno, di vivere questa mia stessa esperienza, perché sarà per voi fondamentale sotto diversi punti di vista, ma soprattutto vi aiuterà nel vostro cammino di vita. 4 speciale grecia Ottobre 2011 . . . da l I I I l i c e o Filippo Cerrato L'11 di ottobre, un manipolo di alunni, accompagnati dagli insegnanti Giuliano Risi, Antonella Gerardi e Francesco Romano (che si ringraziano vivamente, per disponibilità, cordialità e bontà), sono partiti, in traghetto, alla volta della Grecia, per visitarne le meraviglie offerte ormai da migliaia di anni. La visita in terra Ellenica è stata una delle più interessanti di sempre: la culla della sapienza, della filosofia, dell'arte certo non può lasciare a desiderare, dal punto di vista culturale! Dal Museo Nazionale di Atene, fino all'acropoli; dalla vista del Peloponneso, sino alla visita del rinomatissimo e pluritradotto "Santuario di Apollo a Delfi"; Dalla porta dei Leoni, entrata della roccaforte di Micene, fino alla tomba di Agamennone, la manicciata di studenti ha ripercorso una parte di storia di una delle civiltà più importanti, nonché influenti, del periodo classico, condotta dalla grande guida Alessandro, uomo di grande cultura, simpatia e senso di rispetto per animali e natura: "Una persona squisita, che non si dimentica facilmente. Molto preparata, molto simpatica e molto disponibile" sono state alcune delle tante parole, spese dal professor Francesco Romano, per definire il grand'uomo che ha accompagnato gli studenti lungo tutto il viaggio. "Sto camminando proprio sullo stesso terreno, sul quale, magari, sono passati tanti tra gli autori che ho tradotto!" è stata una delle frasi più ripetute, in linea di massima, da gran parte dei liceali: non potevano che essere suggestionati al pensiero di ripercorrere gli stessi passi di uomini che, fino a pochi giorni prima, rimanevano per loro solo inchiostro su carta. Insomma, questo viaggio è stato, dal punto di vista culturale, veramente emozionante, soprattutto per chi, negli anni trascorsi tra gli studi classici, aveva già ripercorso ed immaginato quei luoghi, traducendo versioni o studiando le civiltà classiche. Al contrario, in contrapposizione all'arte e alla cultura, troviamo però la nonvivibilità delle città greche ed in particolare di una: Atene. Quella ateniese è una situazione igienica che prescinde dal periodo politico che sta trascorrendo, il quale, però, volente o nolente, influisce: montagne di spazzatura, sporcizia e maleodore, nonché droghe e povertà erano in ogni dove. Gli alunni del la Grecia in arte Viviana Astazi Quando si parla di Grecia non si può non pensare ai grandi scrittori e filosofi che hanno diffuso le loro idee rimaste intatte fino ai giorni nostri; non si possono trascurare le bellezze paesaggistiche, il mare cristallino che bagna imponenti coste frastagliate e spiagge di ciottoli, le montagne che da lontano sembrano sorgere proprio sull’azzurra distesa d’acqua. E, allo stesso modo, non ci si può scordare dell’influenza che l’arte greca ha esercitato su tutte le culture successive. I ricordi si susseguono e spuntano pian piano le immagini più belle: la passeggiata sul meraviglioso ponte Antirio a Patrasso, le camminate lungo le strette viuzze della città vecchia, ma, soprattutto, la maestosità dell’Acropoli di Atene. Ed è qui che si rimane con il fiato sospeso: avere davanti agli occhi il Partenone, che avevi visto solo sui libri di storia dell’arte, è un’emozione che ti porterai sempre dentro; studiare da vicino colonne e capitelli e rintracciare i risultati dei tuoi studi è forse la soddisfazione maggiore. Sulla sinistra, appena arrivati, ecco le Cariatidi: l’una diversa dall’altra, tutte apparentemente leggiadre ed immutabili nonostante siano trascorsi secoli dalla loro creazione; e quanto può essere suggestivo, poi, osservare dall’alto un anfiteatro scolpito sul versante di una collina, mentre all’orizzonte si stagliano le migliaia di case dell’ormai moderna Capitale! Infine, non bastano le parole per descrivere il Museo Archeologico Nazionale ed i suoi innumerevoli reperti. Centinaia di famosi vasi dallo sfondo rosso sono custoditi in teche di vetro e, nonostante tu sia così vicino, sembrano imprendibili, troppo delicati e preziosi anche per poter essere contemplati per più di qualche secondo; le antiche statue di kouroi e korai si affiancano alle meravigliose sculture risalenti al V e IV secolo a.C., che mostrano la bellezza ideale di dei ed eroi mitici. Semplicemente incredibile la ricostruzione del Partenone e del suo frontone: sono due i piani dedicati al più celebre tempio della classicità. Non smetteresti mai di guardare queste meraviglie, perché ogni volta, ricominciando, ti accorgeresti di aver tralasciato un particolare essenziale per la comprensione di tutto. Ma, in fondo, questa è l’arte e continuare a stupire e ricordare attraverso i secoli è il suo unico, straordinario scopo. nostro Liceo alloggiavano presso l'hotel "The Athens Mirabello" che disponeva, a parte del buon cibo e della grande disponibilità del personale alberghiero (completamente inesistenti), di una ottima vista: affacciandosi dalle finestre delle camere che volgevano verso l'entrata, si poteva respirare un ottimo olezzo di soffritto di cipolla e si poteva ammirare uno splendido scheletro di un palazzo in costruzione. Camminando per le strade, poi, il degrado era più che evidente: molti degli alunni, in seguito alla visita serale della città, hanno riscontrato quanto sia difficile poter vivere e poter girare liberamente in quel di Atene in cui, tolti i pacifici manifestanti, ci si poteva imbattere in piazze di tossici ed alcolizzati, o lunghissime file di senza tetto, destinati a dormire davanti le vetrine di negozi o nei piccoli parchi pubblici. Insomma, alle incommensurabili bellezze architettoniche ed artistiche, si contrapponevano le singolari situazioni della popolazione. Giungendo al verdetto, un buon 8 e mezzo alla Grecia e a ciò che ha regalato agli studenti, culturalmente, purtroppo penalizzata dalla vivibilità, ma se mai vi dovessero chiedere “Grecia?” Rispondete, senza alcun dubbio, “Si, Grazie!” ... e in cucina Giulia Geraci Alla scoperta dei sapori che la terra ci offre… Questa volta si va in Grecia. “Sai che novità!” direte, ma abbiamo analizzato questa terra in ogni suo aspetto , mancava solo la cucina quindi… mettiamoci all’opera! Oggi vi propongo una salsa molto particolare di cui mi parlò la mia ospite greca ad Aprile. Questa salsa ha il nome di Τζατζικι ed è ampiamente utilizzata nella cucina Greca, soprattutto per accompagnare piatti a base di carne. Gli ingredienti sono : • 400 gr di yogurt intero (ottimo quello greco che si trova comunemente nei supermercati) • metà di un cetriolo, sbucciato e grattugiato • 4-8 spicchi d’aglio (a seconda dei gusti) finemente tritati • succo di mezzo limone • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva • sale quanto basta Per preparare questo delizioso “intruglio “ greco, dopo aver preparato tutti gli ingredienti in anticipo, (per esser agevolati durante la preparazione) unite in una scodella l’olio ed il succo di limone. Aggiungete lentamente lo yogurt e mescolate fino a che non si uniranno tutti gli ingredienti che avete messo fin’ora. Aggiungete l’aglio ( secondo i gusti) ed il cetriolo grattugiato * , continuando a mescolare finché tutto si sarà amalgamato. Si può aggiungere al tutto anche un po’ di menta se piace. Lasciate il tutto in frigo per qualche tempo prima di servirlo cosi avrà più sapore. Il cetriolo sarebbe meglio se fosse privato della buccia e dei semi. Una volta grattugiato riponete la polpa del cetriolo su un panno assorbente cosi da eliminare i liquidi in eccesso. Ed ora… καλή όρεξη!! Anno V · Numero 8 Scuola 5 Primo nella storia della nostra scuola, Gabriele Russo Russo ha ricevuto l’onorificenza di Alfiere del Lavoro Alla scoperta del nostro Alfiere del lavoro Co no sciamo m e g l i o i l fo n d a t o r e d i At h en a e u m co n u n a i n t er v i s ta d e dicata A CURA DI Luigi Fracassa Carissimo Gabriele, ti ringraziamo per l’intervista che ci concedi. In questi giorni hai ricevuto un’importante onorificenza: vuoi parlarci di essa e di cosa significhi, per te, esserne insignito? Ogni anno la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro premia i migliori 25 studenti tra quelli diplomati nelle scuole superiori, conferendo loro il titolo di “Alfieri del Lavoro”. Ho ricevuto anche io questa onorificenza e sono stato premiato lo scorso 19 ottobre dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ovviamente è stata una grande soddisfazione per me e un'occasione di incontro con altri studenti provenienti da tutta Italia. Credo che questo premio sia significativo anche per la nostra Scuola, che, ancora una volta, si confronta (con successo) con realtà molto più grandi e blasonate. Sapendo dei tuoi eccellenti risultati scolastici, cosa ha contribuito a essi e quali sono gli ingredienti del tuo successo? Nel percorso scolastico (purtroppo!) non esistono trucchi che permettano di ottenere risultati migliori con uno sforzo minore. Bisogna impegnarsi giorno dopo giorno e, nella scuola come per tutte le altre cose, alla base dell'impegno ci sono le motivazioni: possiamo raggiungere determinati obiettivi solo se lo desideriamo veramente. Cosa ti ha dato la nostra scuola, a pre- Elezioni scolastiche: un nuovo auspicio Daniele Rodolico Le settimane dell’anno scolastico che stiamo vivendo sono segnate dall’avvento delle elezioni scolastiche. Si tratta di un’occasione importante per concentrarsi su un aspetto importante della vita individuale: il rapporto con il gruppo di cui facciamo parte. Ad oggi, è venuta meno l’etica in cui la colletività viene prima del singolo: l’individualismo ha preso il sopravvento causando seri danni all’importanza di riconoscersi in un’identità di genere precisa e impegnarsi per contribuire in modo fattivo allo sviluppo del contesto di appartenenza. Ora, le elezioni scolastiche possono essere vissute in chiave individualistica scindere dallo studio delle materie scolastiche, per la tua crescita come uomo? Lo diciamo/scriviamo spesso: la nostra scuola è una grande famiglia. Sicuramente è stata questa caratteristica (più unica che rara) a farmi scegliere di rimanere in questa scuola, dopo aver frequentato le Medie, cinque anni fa. Anche se col tempo sono cambiate tante cose e l'ambiente che ho lasciato lo scorso giugno è molto diverso da quello che trovai in IV Ginnasio, posso dire che i rapporti tra noi ragazzi e con gli insegnanti sono stati sempre eccezionali: non avrei potuto desiderare di meglio. Una scuola con molti più iscritti permette ovviamente di conoscere un maggior numero di persone, però i nostri incontri/confronti si devono giudicare non tanto da un punto di vista quantitativo, ma soprattutto qualitativo. E questa scuola permette di condividere moltissimo con i compagni e con tutto l'ambiente. Cosa consiglieresti a chi, come me, ha intrapreso quest’anno il ciclo di studi liceali, al fine di poter massimizzare il proprio tesoro culturale? Come dicevo anche prima, bisogna essere sempre motivati e desiderosi di voler raggiungere i propri obiettivi. In questo modo si possono affrontare anche le difficoltà che, inevitabilmente, si presentano durante il cammino da liceale. E poi è importante, per crescere, partecipare a tutte le attività (scolastiche ed extra-scolastiche) che vengono offerte, a partire dal giornale fino ad arrivare ai vari concorsi, per mettersi in gioco e confrontarsi con gli altri. come la ricerca ambiziosa di un consenso personale e il riconoscimento pubblico di qualità individuali. Il mio invito è quello di cimentarsi, invece, in una semplice alienazione di sé e di porsi in completa disposizione verso l’altro, per scoprire di aver edificato qualcosa di basilare per la propria quotidianità: ritrovare una gamma di valori comuni. Le elezioni scolastiche non sono un esperimento di democrazia: sono la democrazia. Una democrazia di cui noi stessi siamo autori e che abbiamo il dovere di attuare nella massima autenticità. Non importa nean- Quali sono gli obiettivi per il tuo futuro? Ho iniziato da qualche settimana la nuova avventura dell'università e sono iscritto al corso di Ingegneria Informatica. E' un'esperienza stimolante, ma nello stesso tempo molto impegnativa. Per i prossimi anni mi concentrerò su questo nuovo percorso, e poi chissà! Infine, Athenaeum: quali sono le sfide più importanti che da direttore ritieni di aver superato e cosa ne hai tratto? Sono stato fortunato nel poter assumere il ruolo di Direttore quando il giornale era già su livelli molto buoni e poteva contare su un ottimo gruppo di collaboratori. Nel mio periodo alla guida di Athenaeum, prima al fianco di Marco Cecili e poi da solo, non ci sono stati probabilmente grandi salti di qualità, quanto piuttosto una piccola ma costante crescita. Ho cercato di migliorare tutto ciò che si poteva nel giornale, rimanendo però sulla rotta tracciata (con successo) dai miei predecessori. E il nostro impegno è stato ripagato con la grande soddisfazione di essere premiati dall'Ordine Nazionale dei Giornalisti lo scorso anno. Sul piano personale, ho ricevuto da Athenaeum tante occasioni di crescita e confronto. Quella del giornale è stata una bellissima esperienza, anche in virtù delle responsabilità che la Direzione comporta e che costituiscono un ulteriore stimolo a lavorare bene. Grazie mille per averci dedicato il tuo tempo. Congratulazioni e in bocca al lupo per il futuro! Crepi il lupo! Buon anno scolastico! che il margine di controllo che possiamo esercitare su ciò che ci circonda: è la tensione ideale che ci anima a crederci onnipotenti nel prendere le redini della nostra vita. Non importa tanto cosa si voglia o si possa fare, ma quanto lo si voglia fare. È la passione a congiungere le relative visioni. È la capacità di valicare i limiti del proprio egoismo per riconciliarsi nell’interesse di chi circonda, in comunione, un sodalizio in cui scorgere la spinta che ci porta avanti. Da qui si riesce a essere spettatori e attori insieme. Forse anche di più. Protagonisti. 6 Attualità Ottobre 2011 Ancora aperti gli scontri tra Palestinesi ed Israeliti Due Stati e un problema vecchio 27 secoli Il Presidente Abu Mazen ha richiesto all’ONU il riconoscimento del proprio Stato Gianmarco Moro Seguo con attenzione il dibattito che si è aperto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso 24 settembre, in cui il Presidente dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) Abu Mazen ha presentato la richiesta di riconoscimento dello Stato Palestinese con i confini stabiliti negli accordi del 1967, a seguito della Terza Guerra Arabo-Israeliana (meglio nota come Guerra dei Sei Giorni). Questa richiesta pone il problema della sicurezza dei confini dello Stato d’Israele ed è osteggiata dalla popolazione ebraica, della quale si fa portavoce il Primo Ministro Netanyahu, preoccupata di perdere gli insediamenti che sono sorti proprio a partire dal 1967, tra cui quelli in Cisgiordania e nella stessa Gerusalemme. Esaminando bene la situazione, mi accorgo che essa non si è venuta a creare negli ultimi anni ma, al contrario, noto che affonda le sue radici in un passato molto remoto: lo Stato d’Israele, infatti, è sorto nel 1948, con una dichiarazione unilaterale successivamente riconosciuta dall’ONU, con lo scopo di porre fine alla cosiddetta diaspora, fenomeno migratorio verificatosi a seguito della conquista del regno d’Israele da parte dei Babilonesi (607 a.C.) e a seguito della cacciata degli Ebrei da parte dell’Imperatore romano Adriano (135 d.C.). Purtroppo però, se da un lato è stato risolto il problema della diaspora, dall’altro continua quello delle lotte tra Israeliti e Palestinesi, che tuttora rivendicano quello Stato del quale sono privi. Sfogliando le pagine dei libri di Storia e di Diritto, però, mi sono reso conto che, per costituire uno Stato, è necessario che ci siano tre importanti elementi: il popolo, il territorio e la sovranità. In quella terra, ricca di tantissime risorse e di tantissimi luoghi d’interesse comune, diventano problematici tutti questi elementi: infatti, la popolazione non è omogenea in quanto costituita sia da Ebrei sia da Arabi, i territori assegnati ai Palestinesi (così come quelli che costi- tuiscono lo Stato d’Israele) non sono unitari, ma, al contrario, come si può ben notare da qualsiasi carta geografica politica, sono frammentati tra loro; e in quanto alla sovranità mi sembra difficile l’idea di costituire due Stati senza aver prima risolto i problemi accennati in precedenza. E allora, la domanda che mi pongo è la seguente: potranno mai essere realizzati due Stati nella Terra Santa senza prima aver posto fine al problema dell’omogeneità della popolazione e della continuità territoriale, che presupporrebbe il passaggio degli insediamenti israeliani sorti in territorio palestinese al futuro Stato Palestinese? La risposta non è semplice: di sicuro non sarebbe giusto che gli Ebrei perdano il loro Stato così come non lo è che i Palestinesi continuino a vivere senza di esso. Forse la soluzione starebbe nell’idea di una Federazione di Stati con limitata sovranità per gli Stati membri soprattutto in materia di difesa e di finanze. Ma questa è solamente una mia idea. Svolta femminile in Arabia Saudita: il diritto di voto esteso anche alle donne Votare: un diritto irrinunciabile Pro e contro di una svolta epocale che potrebbe dar vita a diverse polemiche Aurelio Scascitelli Dalle prossime elezioni, che si terranno tra quattro anni, le donne saranno ammesse alla Shura (il Consiglio), potranno votare e persino candidarsi alle elezioni municipali in Arabia Saudita. Questo è uno dei pochi Paesi, anche tra quelli islamici, nei quali le donne ancora non possono votare (in Afghanistan le donne godono del diritto al voto dal 1963). È quindi da interpretarsi come una svolta decisiva? Fino a quando potrà andare avanti, prima di naufragare contro le scritture della intransigente religione islamica? Ma soprattutto, anche se fosse un passo importante per le donne poter votare, bisogna ricordare che è ancora impossibile per loro lavorare o uscire di casa da sole. Mentre questi interrogativi continuano a far riflettere noi occidentali, i primi segnali cominciano ad arrivare proprio dall’Arabia Saudita. Un gruppo di intellettuali sauditi, infatti, ha proposto attraverso Internet di boicottare le elezioni del 2011 per protestare contro l’esclusione delle donne da esse. Questo è certamente un passo avanti, ma l’aspetto più positivo della vicenda è un altro: nel suo discorso, il Re Abdullah Bin Abdul Aziz ha detto di aver preso la decisione di ammettere le donne al voto anche in unione con i suoi consiglieri religiosi: per quanto minimo, quindi, l’appoggio religioso esiste. Tuttavia, anche se i progressi sono evidenti, alcuni sono ancora scettici: il Re ha ormai ottantotto anni e non si sa nulla su cosa potrebbe succedere in futuro. Insomma, per tanti passi avanti verso una società con pari diritti, ce ne sono ancora troppi indietro, ma il fatto che un Paese come l’Arabia Saudita stia cercando di cambiare le cose non può che farci sperare. Vorrei però analizzare gli aspetti negativi della vicenda. Non penso che questo sia un grosso miglioramento nel sistema politico e sociale orientale, anzi, con molto pessimismo, potrebbe anche tramutarsi in motivo di polemiche e scissioni. Infatti credo che, incoraggiate da questo successo, le attiviste islamiche possano intraprendere nuove crociate su orizzonti più importanti e, se ci sono stati oppositori alla loro ammissione alla Shura, potrete benissimo immaginare quanti ce ne saranno alla richiesta di poter guidare un’automobile o di poter andare a fare la spesa. Richieste più che legittime, ma sicuramente off-limits in una società araba contemporanea. Facendo alcuni passi indietro, vorrei riflettere proprio sul ruolo che avranno le donne nella Shura. E’ del tutto verosimile che il maschilismo “civile” si rifletta anche negli organi amministrativi. Le donne saranno comunque in minoranza e ben poco potranno incidere nelle decisioni importanti, visto che molte riguarderanno proprio loro. Per non parlare poi delle elezioni. Vedo come un evento molto improbabile l’elezione di una donna sindaco in Arabia, vista la più accreditata ed esperta concorrenza maschile, per non tornare a parlare dei pregiudizi sociali. Tuttavia, per sfruttare il fenomeno mediatico, ci potrebbero essere delle elezioni “a tavolino” che poco hanno di costruttivo e molto hanno invece di offensivo: noi non potremo comunque saperne niente, causa la pronta censura di chiunque osasse denunciare. Bene, ecco una bella carrellata di effetti collaterali del voto alle donne in Arabia. Spero ottimisticamente di vedere smentita ogni parola di quanto ho scritto, e soprattutto, di vedere presto tante donne arabe che vanno a fare la spesa con le amiche, magari... in automobile. Anno V · Numero 8 Storia 7 In ricordo del più grande attacco terroristico della storia 11/09 : il giorno che ha cambiato la storia Commozione a Ground Zero nel decimo anniversario Giacomo Polce 11 settembre 2001, 11 settembre 2011: gli Stati Uniti D'America non dimenticano e non possono dimenticare. Il popolo a stelle e strisce è in fermento per il decennale attentato alle Torri Gemelle, un attentato che ha rappresentato senza dubbio una delle pagine più nere della storia americana. Già molti giorni prima dell’anniversario la commozione, la rabbia, l’angoscia di un intero popolo si respirava a pieni polmoni. E questo ormai succede da parecchio. Ancora oggi, a distanza di dieci anni, esistono diverse teorie riguardo al crollo delle Twin Towers, ma nel decimo anniversario della tragedia vorrei ripercorrere le vicende di quel dannato giorno in cui l’inferno ascese sulla terra per poi soffermarmi sulla moltitudine di celebrazioni in ricordo delle vittime dell’attentato. New York, 11 settembre 2001. All'alba del nuovo millennio, 19 terroristi di Al Qaeda, che per anni si erano infiltrati negli Stati Uniti, dirottarono quattro aerei di linea nel cielo americano utilizzando armi rudimentali e minacciando di far esploderli con delle bombe. Due di essi furono fatti schiantare contro le Twin Towers di New York (il primo alle 08.46, il secondo alle 09.02), uno contro il Pentagono alle 9.37 e l'ultimo, che probabilmente avrebbe dovuto colpire il Congresso, si schiantò al suolo in un luogo isolato dopo che i passeggeri tentarono di sottrarlo ai terroristi. I primi due aerei dirottati furono diretti contro le torri 1 e 2 del World Trade Center, il secondo in diretta tv, dando vita al più grande e terribile evento mediatico della storia. Dopo 102 minuti di terrore dove si sono viste immagini mai viste, le Torri Gemelle crolla- rono davanti agli occhi degli spettatori di tutto il mondo, uccidendo migliaia di persone. La Torre Sud collassa in un cumulo di macerie, con ogni probabilità a causa della fusione delle colonne portanti dovuta all'altissima temperatura e alla deformazione strutturale del peso dei pavimenti sopra l'area dell'impatto. L'effetto domino di 450mila tonnellate di acciaio che collassano a una velocità di 190 km orari mina anche la stabilità della Torre Nord, che in pochi minuti collassa a sua volta. Sono le 10:28 e le telecamere di tutto il mondo riprendono una scena incredibile e drammatica, che lascia increduli e sbigottiti: miliardi di persone assistono in diretta al più grande attacco terroristico della storia, con immagini che sembrano provenire direttamente da uno dei tanti film del filone catastrofico del cinema americano. Alla fine i morti saranno 3.052, di cui ben 2819 nel disastro del Ground Zero, 189 nell'attacco al Pentagono, cui si sommano i 44 occupanti del Boeing caduto in Pennsylvania. Il Presidente Bush dichiara immediatamente lo stato d'emergenza e da quel momento il mondo non sarà più quello che conoscevamo prima. In risposta agli attacchi terroristici dell'11 settembre, gli Stati Uniti tramite lo USA Patriot Act dichiararono guerra all'Afghanistan, il cui governo talebano venne accusato di aver permesso l'addestramento dei terroristi in campi di Al Qaeda sul proprio territorio. Comincia cosi la globale guerra al terrorismo che vede gli Stati Uniti ergersi come una sorta di polizia globale e intervenire in altri scenari caldi nel Medio Oriente, come l'Iraq di Saddam Hussein. La morte di Osama Bin Laden, avvenuta lo scorso mag- gio, mette fine ad una caccia durata dieci anni e cominciata dopo gli attentati terroristici del 2001. Alla notizia della sua morte una folla festosa è scesa in piazza a Times Square e nel luogo dove oggi sorge Ground Zero, il grande cratere al centro di Manhattan dove un tempo si ergevano le Torri Gemelle. Dieci anni di caccia all’uomo si concludono così. New York, 11 settembre 2011. A dieci anni dalla tragedia, nessuno ha ancora dimenticato. Oggi come allora le lacrime segnano il volto di centinaia di migliaia di persone di tutto i mondo. Chi ricorda i propri figli, chi i propri genitori, chi semplicemente l'orrore caratterizzato dalla perdita di una moltitudine di vite umane. Per commemorare il doloroso anniversario il Presidente Barack Obama si è recato insieme al predecessore Bush e ai sindaci Bloomberg e Giuliani a Ground Zero, dove ha ripercorso gli eventi di quella mattinata e dove entrambi i Presidenti si sono commossi alla lettura da parte dei parenti delle vittime dei nomi dei loro cari morti. Oggi al posto delle Torri Gemelle altro non c’è se non un enorme buco, a testimonianza di quel che fu e che mai più sarà. Ma proprio a dieci anni dalla tragedia si vede aprire una breccia di luce e speranza. Infatti dove sorge torreggiante il nulla più totale nella Lower Manhattan è stato inaugurato il 9\11 Memorial, un monumento a chi, dieci anni prima , divenne inconsapevolmente martire della follia di pochi. Per questi motivi si tratta di un anniversario diverso dagli altri, per gli effetti che si sono creati su nostro presente e sul nostro futuro. Per questo quella mattina di luce meravigliosa, in cui è finita un’epoca, merita una grande attenzione e uno sforzo di comprensione. Non voglio che quello che ho scritto sia un semplice racconto di un evento che ci ha cambiato la vita, ma desidero che sia una sorta di monito, affinché il ricordo ci aiuti a migliorare e a cambiare il nostro modo di pensare. Presto sul web Gli alunni del I e II liceo a una conferenza su Bonifacio VIII, l’ultimo papa medievale? visita il sito www.giornaleathenaeum.com 8 Scienze e Tecnologia Ottobre 2011 Grande scoperta nata dalla collaborazione tra Svizzera e Italia Surclassata la velocità della luce Ai neutrini lo scettro dei più veloci della fisica Alessandro Astazi Ricordate questa data: 23 settembre 2011. Perché è stato ufficialmente confermato che i neutrini, le particelle più elusive finora scoperte, riescono a superare di circa 60 nanosecondi la velocità della luce (300.000 chilometri al secondo) su una distanza di 730 km, 6 km/secondo in più. Nominato “Cngs” (Cern Neutrino to Gran Sasso) e ottenuto nell'ambito della collaborazione "Opera", che riunisce 200 fisici da 13 Paesi, l’esperimento è consistito nel lanciare un fascio di neutrini dal Cern, il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo situato a Ginevra, verso i Laboratori dell'Istituto Nazionale di Fi- L’ addio a Steve Jobs Gabriele Russo Russo Chi mi conosce sa che non sono mai stato un grande ammiratore del mondo Apple. Ma non ho problemi ad ammettere che, tra tutti i dispositivi tecnologici che ho in casa, quello che funziona meglio, senza mai aver mostrato difetti o imperfezioni, è l'iPod. Apple è sinonimo di efficienza, in tutto il mondo. E l'immagine dell'azienda californiana è stata sempre legata indissolubilmente alla figura del suo fondatore e leader, Steve Jobs, venuto a mancare lo scorso 5 ottobre, dopo anni di lotta contro un tumore al pancreas. La scomparsa del “numero uno” di Apple ha colpito, umanamente prima di tutto, l'opinione pubblica internazionale e ha privato il mondo dell'informatica di uno dei suoi principali protagonisti, di sicuro il più celebre al giorno d'oggi. Jobs, partito dal nulla (per la precisione, da un garage usato per gli “esperimenti”), ha rivoluzionato con i suoi prodotti l'Information Technology e, a pensarci bene, ha cambiato per molti aspetti il nostro modo di (con)vivere con la tecnologia. Da abilissimo comunicatore ha presentato al mondo le “sue” invenzioni, divenute quasi sempre oggetti del desiderio per milioni e milioni di persone: dai primi Macintosh (che, a dire la verità, non riuscirono mai ad affermarsi su larga scala), ai popolarissimi iPod, iPhone, iPad. È evidente dunque quanto sia stata grande negli ultimi anni l'influenza di Jobs, dei suoi prodotti e della sua filosofia (“stay hungry, stay foolish!”, “siate affamati, siate folli!”, è l'esortazione rivolta nel 2005 ai neolaureati di Stanford, che ha letteralmente in- sica Nucleare del Gran Sasso. I dati, presentati nella città svizzera, dimostrano che i neutrini impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza, con un anticipo di 60 miliardesimi di secondo rispetto alla velocità prestabilita. In seguito a questa scoperta è stata messa in discussione la teoria della relatività elaborata da Albert Einstein nel 1905, secondo la quale la velocità della luce è tanto importante da essere parte integrante della celeberrima equazione E=mc², dove E è l'energia, m la massa e c, appunto, la velocità. La relatività prevedeva che nessun corpo avrebbe mai potuto superarla ed ovviamente implicava l'impossibilità fisica delle traversate interstellari e dei viaggi nel tempo. Ora tutto questo potrebbe diventare realtà, ma non dobbiamo dimenticare che il metodo scientifico è rigoroso: una legge è vera fino a prova contraria. Cosa direbbe il geniale Einstein di quanto è stato oggi scoperto? Lo immagino movaso il web e i mass media in questi giorni). E senza voler togliere nulla alla grandezza di Steve Jobs, né come informatico, né come imprenditore, né tanto meno da un punto di vista umano, vorrei condividere con Voi una riflessione su due fatti di questi giorni: 1) Richard Stallman, famoso informatico statunitense, accanito sostenitore del “software libero” (gratuito e a disposizione della comunità, che può quindi contribuirvi liberamente), è intervenuto a proposito della scomparsa di Steve Jobs in modo assolutamente censurabile per la scelta dei tempi e dei termini, ma non senza una parte di ragione: «Steve Jobs, pioniere del computer inteso come prigione resa “cool”, colui che ha progettato di separare gli stupidi dalla loro libertà, è morto. Come il sindaco di Chicago Harold Washington disse del corrotto precedente sindaco Daley: "Non sono felice che sia morto, ma sono felice che se ne sia andato". Nessuno merita di dover morire - né Jobs, né il Sig. Bill [Gates, ndr], né persone colpevoli di mali peggiori. Ma tutti ci meritiamo la fine dell’influenza maligna di Jobs sul computing.». Queste dichiarazioni hanno fatto infuriare (ed è comprensibile) i sostenitori di Jobs, ma in ciò che ha affermato Stallman c'è una verità di fondo: Jobs, come detto, è stato un “genio rivoluzionario” per il mondo tecnologico, ma il suo contributo ha fatto la fortuna della Apple, non dell'informatica. strare scherzosamente la lingua come nella sua famosissima fotografia. Sono passati oltre cento anni dalla sua equazione: che grandi passi hanno saputo compiere i suoi successori. Oggi è il 2011: quanto ho fantasticato con i miei compagni delle Medie su argomentazioni scientifiche! Quante fantasticherie mi portano queste strabilianti notizie da condividere con i compagni. Cosa ci riserva ancora il futuro, come si potranno applicare al mondo pratico le nuove scoperte? Come potrà migliorare la qualità della vita? Che impatto avrà la tecnologia umana, sempre più avanzata, sulla natura e sull’ecosistema in generale? Credo che Einstein dalla sua fotografia adesso strizzerebbe l’occhio per incitarci: “Dai ragazzi! Ora tocca a voi! Nuovi orizzonti vi aspettano”. Il vero sapiente sa che c’è sempre altro da imparare basta non perdere la voglia di andare oltre. Caro Einstein, credo che adesso salutandoti saremo noi del 2011, con cenno d’intesa, a porgerti l’occhiolino. Appare quindi distorta l'immagine di Jobs nel ritratto confezionato dai media di tutto il mondo, pronti a descriverlo come un genio – certo – ma anche come un benefattore della scienza e dell'umanità: del resto un computer Mac offre prestazioni eccezionali, ma per averlo bisogna sborsare anche 4 o 5 volte il prezzo di un normale pc. 2) Il 12 ottobre scorso si è spento un altro grande informatico, Dennis Ritchie, creatore del linguaggio di programmazione “C” e non solo. La sua scomparsa, salvo rare eccezioni, è passata praticamente inosservata. Eppure, sebbene a differenza di Steve Jobs o Bill Gates non si sia mai affacciato nella classifica degli uomini più ricchi al mondo, il suo contributo tecnologico è stato di primissimo piano. Documentarsi per credere. Sul web No alle bollicine, sì alla salute: una tassa francese sulle bevande gassate per combattere l’obesità. Siamo sulla strada giusta. Commento di Grazia Caciolo visita il sito www.giornaleathenaeum.com Anno V · Numero 8 Rubriche 9 Tutti insieme inevitabilmente Per voce sola... una rubrica a cura di Maria Vittoria Bigliardo Leggendo il giornale ho sentito il bisogno di uno spazio in cui poter esprimere le proprie domande anche solo in qualche riga! In poche parole una rubrica interattiva! Insomma, a partire da questo mese nella stanza dove c'è la macchina delle fotocopie troverete due scatole. Nella prima imbucate una lettera con qualsiasi domanda vi passi per la testa (mi raccomando non ci limitiamo alle smielate "lettere d'amore"), nella seconda le risposte alla domanda pubblicata nel numero precedente. Nel primo numero, ovviamente, sarà presente solo La Domanda. A partire dal secondo alcune delle risposte (se la domanda apre un dibattito sarà pubblicata almeno una risposta a difesa di ogni tesi) saranno pubblicate insieme alla mia! Non vi chiedo nient'altro che di non dilungarvi per più di 5 righe a mano e 2 al computer. Non mi resta che augurarmi e augurarci che scriviate in tanti, nella speranza di scambiarci dubbi, quesiti o semplici domande, dalla più scherzosa alla più profonda! Potete condividere le vostre domande anche sul sito http://www.giornaleathenaeum.com/scrivi Registrati inoltre sulla community e partecipa al forum una riflessione di Alessia Recine La Parola è tutto: è l’espressione orale o scritta dei nostri concetti o di un’informazione. Purtroppo, però, il linguaggio usato oggi è sempre più approssimativo e superficiale. La parola è passata di padre in figlio, di generazione in generazione, mutando e migliorando anche la singola lettera, arrivando fino a qui, a noi. Per questo si dovrebbe dire che dopo circa quaranta secoli di civiltà orale, la parola è una moneta inflazionata. La parola, però, è solo una piccola parte di un insieme molto pià ampio, di un intero universo non ancora esplorato del tutto. La narrativa raggruppa i racconti e i romanzi, ovvero le opere scritte in prosa che si basano sulla parola e sulle sue combinazioni al fine di creare una storia. La narrazione è quindi molto importante, perché ci permette di andare al di là delle nostre aspettative e dei nostri desideri, aumentando la sete di immaginazione e arricchendo il nostro bagaglio culturale. Fotogrammi rubrica dedicata ai grandi classici del cinema italiano e straniero di ogni tempo ideata e curata da Eugenia Salvadori Titolo: La dolce vita Genere: drammatico Anno: 1960 Casa di produzione: Riama Film Regia: Federico Fellini Sceneggiatura: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi, Pier Paolo Pasolini Fotografia: Otello Martelli Montaggio: Leo Catozzo Musica: Nino Rota Scenografia: Piero Gherardi Costumi: Piero Gherardi Interpreti: Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimeé, Yvonne Furneaux, Alain Cuny. 1959: nelle sale di tutto il mondo esce Ben Hur, uno tra i più spettacolari Kolossal della storia del Cinema, interamente girato negli studios di Cinecittà, a Roma. In quegli anni Roma appariva molto diversa da come la vediamo oggi: tutto era in divenire, le strade erano affollate di fotografi, i giornalisti, già pronti con il prossimo scoop, erano ovunque, via Veneto pullulava di attori, registi, produttori e Cinecittà era il tempio del mondo del Cinema di allora. Erano gli anni d’oro della famosa “Hollywood sul Tevere”: arte, bellezza, successo e… profitto. 1960: esce la La dolce vita, settimo film del già premio Oscar Federico Fellini, che racconta l’Italia di quegli anni, l’Italia del boom economico e in particolare quella Roma che ruota vorticosamente intorno al mondo del cinema. Esce La dolce vita, esplode in Italia lo scandalo. “Ambizioso Polpettone” commenta Giovanni Mosca, “splendido, rarissimo, amatissimo film” lo elogia Giuseppe Marotta. E così prende il via un dibattito tra i più accesi della storia del cinema italiano, che coinvolge critica, intellettuali, mondo politico e Chiesa Cattolica. Anche solo per questo il film entra a pieno titolo nella storia del costume italiano, prima ancora che in quella del cinema di tutti i tempi. A testimonianza di ciò, alcuni termini come paparazzo, per indicare un fotoreporter che si occupa di mondanità, e dolcevita, il celebre maglione a collo alto, sono divenuti di uso comune grazie al successo e alla forza comunicativa del film. La dolce vita non ha una vera e propria trama ma si compone di più episodi che hanno il loro filo conduttore in Marcello (Marcello Mastroianni), giornalista e aspirante scrittore, protagonista assoluto di tutta l’opera. Nelle varie sequenze, Fellini descrive la buona società del tempo partendo, in primis, dal mondo del Cinema rappresentato dalla diva americana Silvia (Anita Ekberg), per poi descrivere l’alta borghesia incarnata da Maddalena (Anouk Aimeé), l’amante di Marcello. Fellini non tralascia neppure il mondo della nobiltà, dipingendolo senza valori, ormai grottesco e decadente nelle sue feste squallide in cui si aggira una varia umanità ciarliera e anno- iata. A questo mondo, fatto solo di apparenze, Fellini accosta qualcosa di completamente differente: la presunta apparizione della Madonna a due bambini (episodio ispirato ad un fatto accaduto realmente in quegli anni nei pressi di Terni). L’occhio di Fellini ci mostra sì una religiosità che sconfina nella superstizione, ma lo fa con un profondo rispetto per la fede sincera di chi cerca conforto nella religione. Il suo sguardo è invece impietoso con la macchina del business dello spettacolo, con la televisione (giovanissima, allora), con i giornalisti, accorsi in massa a quell’evento e desiderosi solo di trasformarlo nell’ennesimo scoop. Ma allora che cos’è la dolce vita? È l’affresco di una vita facile, eccentrica, volubile, inquieta, una vita che non ha orari, non ha luoghi e non si cura di pensare al domani, una vita di incontri lungo il flusso inesauribile di Via Veneto, di esibizioni, di scandali e feste, di Champagne, di divi, di paparazzi, di Mercedes sulla sfondo di una Roma muta che osserva dall’alto…una vita “dolce” fuori, ma profondamente “amara” dentro. Ed è la frivolezza stessa che, grazie a Fellini, si incarna nella scena più bella del cinema di sempre: la magia della Fontana di Trevi, una bellissima donna bionda con un vestito da sera che si immerge in essa e si lascia accerezzare dalle acque. "Il film è una favola, con i suoi mostri, i suoi incantesimi, le sue streghe, ma anche le sue fate" (Federico Fellini) Ottobre 2011 10 Rubriche...musica Athenaeum consiglia... redhotchilipeppers ...il cd del mese... I’m with You (cover a sinistra) recensione a cura di Ludovico Celesti Titolo: I’m with You Artista: Red Hot Chili Peppers Casa discografica: Warner Bros Records Genere: Alternative rock, funk rock, hard rock Produttore: Rick Rubin Prezzo: € 20,90 “È una nuova band. Stesso nome, ma è una nuova band.“ Questo il commento del batterista dei Red Hot Chili Peppers, Chad Smith, durante le registrazioni del nuovo album che dalla critica era stato definito come “il disco più atteso di sempre dai fans in tutto il mondo “. Un album che aveva il compito di dare risposte concrete a domande come su come sarebbero riusciti i Red Hot a rialzarsi in piedi dopo l’uscita dal gruppo di John Frusciante o se avrebbero saputo eguagliare il successo del precedente album Stadium Arcadium. Il 30/08/2011, a cinque anni di distanza dal loro ultimo disco, la risposta a tutte queste domande è arrivata. Non solo i Red Hot Chili Peppers si sono risollevati egregiamente dall’ assenza di Frusciante grazie ad uno splendido sostituto quale Josh Klinghoffer, ma hanno saputo riproporre il sound Rock e alternativo che da sempre li caratterizza aggiungendo forti elementi di innovazione. Inizialmente, il nome del disco sarebbe dovuto essere “Dr Johnny skinz’s disproportionately rambunctious polar express machine-head”, ma proprio dal nuovo arrivato Klinghoffer è nato il nuovo nome. E proprio come nella scelta del nome dell’album anche nell’esecuzione dei brani, l’influenza del nuovo arrivato si è fatta sentire. Il disco comprende un totale di 14 brani che variano da generi come ballate rock , distribuite con machiavellica strategia per tutto il cd, fino a pezzi di chiara derivazione Hard Rock con un pizzico del buon Funk che rappresenta da sempre il marchio di fabbrica di questo gruppo. Il pezzo di apertura è intitolato “Monarchy of roses“, in cui sono rintracciabili le chiare impronte “alternative” che contraddistinguono il sound energico della band, come anche nel secondo brano “Factory of Faith, in cui ritroviamo un fantastico giro di basso riproposto anche nei precedenti album. La terza canzone “Brendan’s Death Song”, dedicata da Anthony Kiedis al suo defunto amico Brendan Muller si apre con un semplice arpeggio di chitarra che cresce in un irresistibile e quanto mai inaspettato passaggio all’Hard Rock. Seguono brani in cui troviamo la massima espressione di quelle tipiche sonorità con ampie e variegate linee di basso e chitarra, delineate e strutturate nella loro follia Funk dalla batteria di Chad Smith. A questo punto arriva il primo singolo estratto dall’ album, intitolato “The Adventure of Rain Dance Maggie“. Il brano presenta un giro di basso e stacchi di batteria che regolano e comandano l’intera durata del pezzo in un susseguirsi di alternanze Rock e alternative. Classici riff di chitarra incorniciano il tutto senza distaccarsi troppo da quella corrente Funk-rock a cui ci hanno sempre abituati i RHCP. L’ottavo brano è una ballata, con un ritmo coinvolgente e un pizzico di evoluzione rappresentato da un intermezzo di tromba . Segue “ Goodbye Hooray“.. Stesso discorso per i seguenti brani, che mescolano il forte ritmo della batteria con le dolci melodie della chitarra elettrica. Troviamo in seguito “Even you brutus?“ ballata rap’n’roll in cui Kiedis esprime al massimo le sue doti vocali e il suo stile Funky. Non ci resta che a attendere l’inizio del tour con date in Italia il 10 e l’11 dicembre, rispettivamente a Torino e al forum di Assago. Buon ascolto a tutti! Ho visto un posto che mi piace... Coldplay Angela Buonpane a cura di A tutti sono certo noti i Coldplay e i loro singoli più famosi e recenti, ma pochi conoscono la loro storia e le hit che li hanno portati al successo mondiale. Ovviamente per conoscere un gruppo musicale non è fondamentale conoscere la sua “biografia”, ma ascoltarne le canzoni e leggere le traduzioni per capirne la vera essenza e il messaggio che intende trasmettere. Chris Martin e Jon Buckland (attualmente cantante e chitarrista dei Coldplay) si conobbero nel settembre del 1996 e dopo aver capito che la passione per la musica li accomunava, decisero di fondare un piccolo gruppo, nucleo originario di quello che sarebbe diventato di fama internazionale. Verso il 1997 alla band si aggiungono Guy Berryman che diventò il bassista del gruppo e Will Champion, studente di antropologia e suonatore di pianoforte, chitarra e basso. Alla band mancava però chi suonasse la batteria e Will, dopo solo tre mesi di studio, entrò a pieno titolo nel gruppo come batterista. Il gruppo era così al completo e il College londinese faceva da iniziatico epicentro di una storia destinata a regalargli fama e gloria. I futuri Coldplay si diedero quindi un nome: gli Starfish. Il nome Coldplay deriva da un’idea di un amico di Chris, un pianista che aveva deciso di abbandonare l'idea che una sua futura band potesse chiamarsi in quel modo, a suo dire "troppo deprimente". Coldplay significa infatti “suono freddo”, ma al gruppo piacque nonostante la nota malinconica e lo assunse nel 1998. La band ottenne il suo primo contratto discografico con la Parlophone e pubblicò il suo album di debutto “Parachutes”. Da quest’album risultano evidenti le fonti che allora ispirarono lo stile dei Coldplay e le somiglianze con altri gruppi musicali. Le fonti più note sono i Radiohead e i Beatles; lo stesso Chris Martin, infatti, ha affermato più volte che l’ascolto di “The Bends” dei Radiohead ha influenzato non poco il suo modo di intendere la musica. Ho riscontrato poi, personalmente una forte somiglianza tra "No More Keepping My Feet On The Ground" e "A Storm In Heaven” dei Verve per la melodia leggera e sognante che caratterizza d’altronde molte canzoni dei Coldplay. Qualsiasi gruppo agli esordi usa trarre ispirazione da altre band che rispecchiano più o meno lo stile che vuole ottenere, ma spesso il risultato è una banale imitazione priva di originalità o comunque una hit o un album di gran lunga inferiori alla fonte di ispirazione. Non è stato così per i Coldplay, che invece hanno reinventato e superato notevolmente i loro modelli. Basti pensare a “Yellow”, al suo irresistibile uncino, al suo testo meravigliosamente romantico , al suo semplice ma geniale video con cui la band ha fatto il suo salto di qualità superando grandi esempi di musica come i Radiohead. L’ultimo album, Mylo Xyloto, uscirà il 24 ottobre. Sono già note alcune bellissime tracce come “Every Teardrop Is a Waterfall” e “Paradise”. Sono certa che l’intero album non deluderà le aspettative dei milioni di fans in tutto il mondo. In tutta la loro carriera i Coldplay hanno rivoluzionato l’alternative rock, rendendolo un genere adatto a una più ampia fetta di pubblico, hanno superato i grandi miti del passato, reinventato i generi attuali e lontani dagli eccessi divistici del rock estremo, dal pessimismo cosmico dei Radiohead e dalla superficialità soffocante del pop, hanno tra le mani un patrimonio di ispirazione e talento che, si spera, il tempo farà ancora maturare. Anno V · Numero 8 Sport 11 Kanaeva, Kanaeva, Kanaeva. Per l’individuale, la tripletta è ser vita Montpellier 2011: l’eleganza va in pedana Le nostre Farfalle d’argento salgono sul gradino più alto del podio e diventano d’oro Sara Ciaralli 14.09.2011. Si parte per la Coppa del Mondo, che inizierà il 20 e finirà il 25 settembre nell’arena di Rue de la Foire a Montpellier, Francia. Sei giorni sono necessari per ambientarsi e per allenarsi secondo lo stile di questo Mondiale, qualificante per le Olimpiadi di Londra. Si parte dalle individualiste che hanno davanti a sé una gara molto impegnativa: cerchio e palla durante il primo giorno, clavette e nastro il secondo e poi l’AllAround, la competizione con tutti e quattro gli attrezzi di seguito, in una sola giornata. Per l’Italia ci sono Julieta Cantaluppi, Federica Febbo e la giovanissima Alessia Marchetto. Nella prima giornata vediamo trionfare per cerchio e clavette la già tre volte campionessa mondiale e olimpica Evgenia Kanaeva (RUS) con 58.900, seguita a ruota dall’agguerritissima ed eterna seconda Daria Kondakova (RUS) con 58.375. Terzo posto per l’israeliana Neta Rivkin, che chiude il podio con 56.175. Quarto e delusissimo posto in entrambe le finali per la grande promessa bulgara Silviya Miteva, che, nonostante entrambe le prove pulite e precise, viene ‘tolta’ dal mitico gradino con due miseri 27.950 al cerchio e 28.300 alla palla. Nella seconda giornata individuale (cerchio e clavette) il podio sembra subito più giusto e valutato: scontato primo posto per Kanaeva (59.000) e secondo per Kondakova (58.550), più che meritato il terzo posto per Miteva (57.600). È il momento dell’ultima e più temuta gara individuale, l’All-Around (letteralmente “tutto il giro”, poiché le ginnaste devono sfidarsi in un giro continuo di tutti e quattro gli attrezzi annuali): solo le prime quindici si qualificheranno per le Olimpiadi. È il momento delle italiane. Saltando il podio assolutamente ovvio, ci avviciniamo di più alle nostre individualiste. Dopo tre attrezzi, Julieta (la nostra ginnasta più promettente) è sedicesima. La tensione è altissima. È il momento dell’ultimo attrezzo per la nostra eroina, la palla. Dopo tutta la durata dell’esercizio finalmente esce il punteggio. 26.700! Passa in quattordicesima posizione ed andrà alle Olimpiadi! Per Federica e Alessia l’ultima possibilità è il ripescaggio che si terrà a gennaio. Un grande in bocca al lupo da parte di tutta l’Italia. Ora è il momento del “punto di forza” dell’Italia, la gara a squadre. Già precedentemente nominate “Farfalle d’argento”, a causa del secondo gradino ottenuto ai Giochi Olimpici di Atene, le ragazze della Nazionale erano già riuscite a vincere l’oro nei Mondiali del 2009 e del 2010. Le combinazioni di attrezzi di quest’anno sono nastri e cerchi (3+2) e 5 palle. Dopo aver visto entrambe le esibizioni della Russia, rivale più temuta, e della Bulgaria, è il momento delle nostre ragazze. Entrambe le esecuzioni sono pulite e senza errori. Le ragazze tirano un bel sospiro di sollievo. Sollievo che si tramuta in gioia quando vedono i risultati: 1°: ITALY- 55.150 2° RUSSIA- 54.850 3° BULGARIA- 54.125 L’Italia è Campione del Mondo per la terza volta consecutiva. E l’oro olimpico è sempre più vicino. In corso la quindicesima edizione della Coppa del Mondo di Rugby la Ka Mate degli Gli All Blacks colpisce ancora La nazionale neozelandese sfiderà la Francia il 23 ottobre ad Auckland Ludovico Celesti È la nuova Zelanda il teatro dei sogni della VII edizione della coppa del mondo di rugby a XV. Iniziato il 9 settembre, il torneo si concluderà il 23 ottobre nell’“arena“ inaugurata nel 1910 dell’Eden Park ad Auckland che per la finale arriverà ad ospitare circa 60.000 spettatori. Per la coppa del mondo sono state designate 13 sedi che ospiteranno le varie partite partendo da stadi la cui capienza non supera i 20.000 posti (Trafalgar Park , Okara Park, Mclean Park) fino a quelli più grandi che presentano più di 30.000 posti a sedere (Wellington Regional Stadium , North Arbour Stadium, Waikato Stadium) Il primo turno prevede le 20 squadre partecipanti al torneo divise in “gironi all’ italiana” con dieci partite a girone. La suddivisione dei punti va dai 4 punti per la vittoria a 2 punti per il pareggio fino a 0 per la sconfitta, oltre a 1 punto bonus qualora la squadra realizzasse quattro o più mete in un singolo match e a 1 punto bonus in caso di sconfitta qualora il risultato finale del match sia da sette punti o meno di lunghezza dalla squadra vincente. Di ogni girone le prime due squadre classificate passano il turno per arrivare ai quarti di finale. Quest’anno le squadre classificate ai gironi sono Irlanda, Galles, Inghilterra, Francia, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Argentina. La nostra nazionale, guidata dal CT sudafricano Nick Mallet, purtroppo è arrivata soltanto terza nella classifica del proprio girone, avendo totalizzato un totale di due sconfitte (Australia e Irlanda) e due vittorie (Usa, Russia). Tuttavia c’è da dire che i nostri giocatori hanno disputato un ottimo torneo resistendo, nella prima partita con l’ Australia, per ben 50 minuti su un punteggio di 6 a 6, ma cedendo negli ultimi 20 minuti e lasciando marcare ai Wallabies 4 mete. La seconda partita è stata disputata contro la Russia e l’Italia ha dato prova del suo potenziale schiacciando gli orsi per ben 53 a 17. Dopo la Russia è toccato agli Usa che, nonostante siano ancora una squadra acerba, si sono dimostrati più tenaci dei precedenti avversari. La vittoria riportata contro gli Stati Uniti è stata di 27 a 10, con un faticoso secondo tempo che ha portato agli azzurri soltanto una meta tecnica e 7 punti grazie al calcio di realizzazione di Mirco Bergamasco. Nell’ultima partita del girone gli azzurri però hanno ceduto sotto la carica della squadra irlandese , sia per l’indisciplina in campo sia per il troppo attendismo e nervosismo da parte dei nostri; ci sfuggono i quarti di finale con un punteggio conclusivo che vede l’ Irlanda a 36 punti e l’ Italia a 6. La vera protagonista di questa coppa del mondo è come al solito la Nuova Zelanda che ha schiacciato prima l’Argentina ai quarti di finale poi l’Australia nelle semifinali qualificandosi per la finale del 23 Ottobre contro un avversario tutt’altro che semplice: La Francia. Perla di saggezza Οὔτοι συνέχθειν, ἀλλὰ συμφιλεῖν ἔφυν. 01/11 C om p l e a n n i Damiano Vespa 16 Redazione 11/11 Lorenzo Cellitti 17 Non siamo nati per odiarci, ma per amarci Sofocle, “Antigone” www.giornaleathenaeum.com DIRETTORE Daniele Rodolico VICEDIRETTRICE Viviana Astazi FONDATORI E DIRETTORI ONORARI Francesco Carletti, Marco Cecili e Gabriele Russo Russo COLLABORATORI DI REDAZIONE Luigi Fracassa, Aurelio Scascitelli, Viviana Cianca, Michela Caciolo, Anna Lucia Russo Russo, Sara Ciaralli, Giacomo Polce, Gianmarco Moro, Grazia Caciolo, Irene Erculei, Maria Vittoria Bigliardo, Angela Buonpane, Giulia Geraci, Eugenia Salvadori, Ludovico Celesti, Prof.ssa Claudia Fantini, Prof. Francesco Bearzi, Prof.ssa Maria Laura Alessandroni. 07/11 Lorenzo Gabriele 15/11 Daniele Cernicchi “ Miguel Terrinoni 17 15 18 Ringraziamo il prof. Massimo Fruscella per aver collaborato per questo numero. Chiuso in Redazione il 20/10/2011 Stampato esente da autorizzazione - C.M. n° 242 del 02/09/1988 Cruciverba e Sudoku volo - 43. Mare americano - 44. Incontro di vocali 45. Gas Naturale Liquefatto - 46. Sipario senza vocali - 47. Il capoluogo più alto d’Italia - 48. ...in Italy - 49. Ai lati del quadro - 50. Pubblicità - 51. Dinastia inglese - 52. Monti russi - 54. Sigla petrolifera - 56. Forse 57. Orribile - 59. Sull’amo - 61. La list... d’attesa - 62. Bambinaia. VERTICALI: 2. Alto Adige - 3. Minestra - 4. Pianta come l’ulivo - 6. Sigla per treni - 7. Slip succinto - 8. Confina con l’Europa - 9. Ex torneo neozelandese di rugby (sigla) - 10. Simile al liuto - 11. Le isole con Alicudi - 12. Un’acquavite francese - 14. Articolo romanesco - 17. Una pubblicità su Internet - 19. Conifera alpina - 22. Aggiunge - 24. Vita senza fine - 27. Nome d’uomo - 28. Ripida salita - 30. Gracida - 31. Classe sociale - 33. Amata - 34. Divide per un miliardo - 35. negozio di finimenti - 37. Lo segue la pratica - 39. Il Jack di “Zanna Bianca” - 41. Molto - 43. Borsa per la spesa - 45. Il Lerner della TV - 46. La donna dei pellerossa - 47. Leggendari - 48. Ci dà il latte - 50. Le machine dei casinò - 51. Esame attitudinale - 53. Piante saponarie - 55. Pescara - 58. In pena - 60. Mezzo atto. ORIZZONTALI: 1. Laccio tipico del cowboy - 5. Vigoroso, forte - 13. Le stanze della scuola - 15. Vi sfocia il Volga - 16. Il rubidio - 18. Frutto succoso - 20. Prisma polarizzatore - 24. Porta al tesoro - 23. Faccenda noiosa - 25. Prefisso iterativo - 26. Sigla assicurativa - 27. Prodotto del filugello - 28. La dea che serviva il nettare - 29. Ruminante africano - 30. Frazioni di debito - 31. Voce di corvo - 32. Nord-Est - 33. Vitigno francese - 36. Donna eretica - 38. La festa coll’albero - 40. Lineetta - 42. In