LE ALTERAZIONI DEGLI ERITROCITI E DELLA LORO PRODUZIONE
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LE ALTERAZIONI DEGLI ERITROCITI E DELLA LORO PRODUZIONE
LE ALTERAZIONI DEGLI ERITROCITI E DELLA LORO PRODUZIONE • La funzione principale degli eritrociti è quella fungere da veicolo per l’emoglobina (Hb), che trasporta ossigeno dai polmoni ai tessuti periferici. • • • • • Questa funzione di trasporto può essere alterata in vario modo: per variazione numerica dei globuli rossi, per modificazione della quantità di emoglobina per modificazioni della qualità dell’emoglobina. Le variazioni numeriche sono le POLICITEMIE se il numero dei globuli rossi aumenta (valori normali circa 5 milioni per mmc nel maschio, 4,5 per mmc femmina); • sono dette OLIGOCITEMIE (impropriamente dette anemie che significa letteralmente assenza di sangue), le condizioni in cui il numero dei globuli rossi diminuisce. anemie • Le anemie possono riguardare sia la diminuzione del numero dei GR che la diminuzione del contenuto assoluto di Hb (MCH) per GR, oppure della sua concentrazione (MCHC). • MCH (contenuto emoglobinico globulare medio) è la quantità media di emoglobina contenuta all'interno di un GR. È uno dei valori che costituiscono l'esame emocromocitometrico. • MCHC (concentrazione emoglobinica media per cellula), è la concentrazione media dell'emoglobina all'interno di un globulo rosso. È uno dei valori che costituiscono l'esame emocromocitometrico. • Altro parametro importante è il volume eritrocitario medio MCV: ematocrito/n° delle emazie, che indica il volume corpuscolare medio dei globuli rossi. È uno dei valori che costituiscono l'esame emocromocitometrico. esame emocromocitomètrico • Conteggio dei vari elementi cellulari del sangue periferico (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). • Un esame completo comprende: 1. il conteggio dei globuli rossi; 2. la valutazione della quantità media emoglobinica globulare (MCH) e della concentrazione dell’emoglobina globulare (MCHC); 3. l’ematocrito (Ht) ovvero il volume percentuale di sangue che è costituito da cellule; 4. la misurazione del volume corpuscolare medio (MCV), 5. le osservazioni sulla morfologia delle varie cellule; 6. il conteggio dei globuli bianchi con la determinazione della loro percentuale relativa (formula leucocitaria) 7. il conteggio delle piastrine. Anemia: alcuni segni clinici connessi all’ipossia tissutale • pallore • Muscolari: astenia, crampi notturni, ecc • Cerebrali: cefalea, ronzii, amnesia, vertigini Anemia: segni di compenso alla ipossia tissutale • Il difetto di perfusione degli organi induce una risposta riflessa del simpatico che si traduce in una vasocostrizione periferica e una vasodilatazione a livello di cuore ed encefalo. Questo fenomeno ha un duplice effetto: • Ha il significato di spostare l’irrorazione verso gli organi maggiormente dipendenti dall’O2 (cuore ed encefalo) a sfavore dei tessuti meno sensibili alla deficienza di O2 (muscoli e cute) Anemia: segni di compenso alla ipossia tissutale • Aumento della gittata cardiaca (volume di sangue che un ventricolo riesce a espellere in un min.) • Dispnea quale impropria risposta dei centri respiratori • Aumentata produzione di eritropoietina nei soggetti il cui midollo osseo è in grado di rispondere agli effetti dell’ormone ANEMIE • possono essere distinte in primitive (es: anemia aplastica) e secondarie (a. post-emorragica), a seconda che derivino da un difetto intrinseco dell’eritrocita oppure da alterazioni di altri organi. ANEMIE: CRITERI DIFFERENZIATIVI • In base al criterio delle dimensioni globulari (MCV, volume eritrocitario medio normale 85-100), le anemie si distinguono in: • macrocitiche (MCV>103), • normocitiche (MCV 85-100) • microcitiche (MCV<85). ANEMIE: CRITERI DIFFERENZIATIVI • Altro criterio differenziativo morfologico è la forma. I globuli rossi normali hanno forma di disco biconcavo. In certe anemie la forma risulta alterata. Esempi: • anemia drepanocitica (globuli rossi a falce) • quella ellipsocitica (ovali o ellittici) • sferocitica (a palla). • Si tratta di malattie su base genetica. • Spesso esistono diverse forme nello stesso soggetto ANEMIE DA VARIAZIONI DEL NUMERO DI GLOBULI ROSSI • Possono derivare da: 1. diminuita produzione di globuli rossi 2. aumentata distruzione dei globuli rossi (compresa l’emorragia) DIMINUITA PRODUZIONE DI GLOBULI ROSSI • Dovuta: • blocco proliferazione o differenziazione cellule staminali totipotenti In tal caso si parla di anemia aplastica e il risultato è la pancitopenia, o diminuzione di tutte le cellule del sangue, inclusi i globuli bianchi e le piastrine. • blocco proliferazione o differenziazione delle cellule staminali orientate in senso eritroide(BFU-E o CFU-E): si parla allora di ipolasia pura della serie rossa. • della sintesi di DNA, si avranno anemie megaloblastiche ANEMIE APLASTICHE • Cause principali: radiazioni ionizzanti, antimicotici, benzolo, presenza nel midollo di metastasi neoplastiche che sostituiscono il tessuto normale. malattia di Fanconi • Esiste una forma di aplasia midollare familiare o malattia di Fanconi, (oltre l’anemia: malformazioni ossee, ipoplasia renale e splenica, ipoevolutismo psichico e sessuale). La malattia evolve in pochissimi anni verso la morte (malattia infettiva ricorrente o leucemia acuta). • La causa è genetica. Sono state studiate le mutazioni di 13 geni, di cui una sarebbe legata al cromosoma X. La ereditarietà segue la via consueta con trasmissione matrilineare di madri portatrici e figli maschi sempre affetti. malattia di Fanconi • Nei casi più gravi la malattia è fatale nei primi 5-9 anni di vita, esistono peraltro anche a misura della estremità variabilità nella espressione della patologia, casi di adulti con effetti patologici più limitati. • Per quanto si possa manifestare con una varietà di vistosi effetti somatici la malattia è fatale prima di tutto per i suoi effetti ematici, dovuti al crollo della produzione dei componenti corpuscolati del sangue, in particolare dei GB e delle piastrine, la sopravvivenza media è stimata a 16 anni. • Nei casi più gravi di aplasia il midollo emopoietico scompare ed è sostituito da grasso o connnettivo fibroso. aplasia pura della serie rossa • è rara: si ipotizza una patogenesi autoimmune, con produzione di anticorpi rivolti contro le cellule staminali orientate. • Esistono anche casi in rapporto ad infezioni virali o intossicazioni ed è stata descritta anche una forma di origine genetica (sindrome di Diamond-Blackfan), spesso associata a malformazioni viscerali o scheletriche multiple. • Nei nefropatici cronici si può assistere ad anemie da aplasie della serie rossa, con patogenesi multipla. Vi è, infatti, una componente emolitica (accumulo nel plasma di cataboliti tossici) ed una componente iporigenerativa ANEMIE MEGALOBLASTICHE • Le anemie megaloblastiche hanno in comune la caratteristica della presenza in circolo di megalociti, ossia di GR con dimensioni superiori al normale, spesso di forma abnorme, derivanti dalla serie megaloblastica, tipica della vita embrionale invece che quella eritroblastica, propria della vita adulta. Distinguiamo: • anemia perniciosa essenziale • anemie perniciosoformi o perniciososimili • Il blocco maturativo opera a livello della sintesi del DNA nelle cellule del compartimento proliferante e maturante. • Dipendono da carenza di vitamina B12 e acido folico. malattia perniciosa essenziale • La malattia perniciosa essenziale è caratterizzata da 3 lesioni: ematologiche, nervose e del tratto gastroenterico. • Quest’ultima consiste in una gastrite atrofica, con diminuita secrezione di HCl, pepsina e muco. A ciò sono connessi disturbi digestivi vari (enteriti, diarree). • Il quadro delle alterazioni neurologiche consiste nella degenerazione dei cordoni posteriori spinali. Il soggetto è atassico. Il quadro si spiega con il fatto che i cordoni spinali posteriori portano stimoli ai centri sensoriali, compresi quelli che provengono dai propriocettori dei muscoli. • I globuli rossi dell’anemia perniciosa presentano resistenza osmotica diminuita. Alla patogenesi dell’anemia contribuisce quindi una componente emolitica. malattia perniciosa essenziale • La determinante principale è la gastrite atrofica: la mancanza nel succo gastrico di mucoproteine ostacola l’assorbimento di vitamina B12 che costituisce il fattore estrinceso di Castle, mentre la mucoproteina è il fattore antianemico-pernicioso o intrinseco. • La funzione della mucoproteina (cellule del collo delle ghiandole tubulari gastriche) è quella di rendere facilmente assorbibile la vitamina, che altrimenti verrebbe distrutta dalla flora intestinale o eliminata con le feci. • Il complesso vitamina B12-fattore intrinseco viene assorbito a livello ileale, attraverso il legame con un recettore specifico. • Nella cellula della mucosa ileale la vitB12 si lega poi ad una proteina di trasporto prodotta dal fegato: la trascobalamina II (TCII), legata alla quale raggiunge tutte le cellule dell’organismo. • Il complesso vitB12-TCII si lega ad uno specifico recettore e viene internalizzata per endocitosi. malattia perniciosa essenziale • Sotto forma di deossiadenosilcobalamina, la vitamina B12 interviene in due processi: • conversione di metilmalonil-CoA in succinil-CoA tramite l'enzima metilmalonil-CoA mutasi • sintesi dei 2-desossiribonucleotidi • Sotto forma di metilcobalamina interviene in questa reazione: • conversione di omocisteina in metionina tramite l'enzima omocisteina metiltrasferasi e l'ausilio del metiltetraidrofolato. • È interessante notare che questa reazione è una delle poche in cui vengono in contatto la vitamina B12 e l'acido folico. • La vit B12 agisce nel condizionare la transmetilazione ed anche la sintesi dei nucleosidi a partire dalle basi puriniche e pirimidiniche, nonché nel consentire la interconversione fra ribosio e desossiribosio. Si inserisce pertanto nella sintesi degli acidi nucleici e ciò rende ragione delle alterazioni che si creano a livello del sangue, dove gli eventi proliferativi sono intensi. • Nell’anemia perniciosa esistono ridotte attività proliferative anche a carico di altri tessuti cambiali come quelli delle gonadi, della cute e delle mucose. anemie perniciososimili • Sono dette anemie perniciososimili quelle in cui si ripetono i segni ematologici dell’anemia perniciosa ma con minore intensità e per cause diverse. Rientrano in questo gruppo quelle: • Nutrizionali (carenza vit B12, acido ascorbico e folico) • Da resezione gastrica (mancanza di fattore intrinseco) • Gravidica • Da epatiti croniche (ridotta sintesi di TCII) • Anemie megaloblastiche si possono realizzare per carenza di acido folico. • L'acido folico venne scoperto nel 1939 dopo una serie di studi relativi alla terapia di una forma di anemia provocata artificialmente nei polli. • La forma attiva dell'acido folico è l'acido tetraidrofolico, il quale viene ottenuto per riduzione enzimatica. Tale processo avviene attraverso due reazioni di riduzione della 6-metilpterina catalizzate dalla tetraidrofolato riduttasi. • la sua funzione principale è il trasferimento di gruppi metilici a vari composti come la sintesi di metionina a partire dall’omocisteina e la sintesi delle purine. Anemie da aumentata distruzione dei globuli rossi • Dipendono da uno squilibrio tra la produzione e distruzione dei globuli rossi, con prevalenza di questa ultima. • Emolisi è la fuoriuscita di Hb dal globulo rosso che passa in soluzione • Le anemie emolitiche possono avere causa intraglobulare (difetto interno del globulo rosso) o extraglobulare (cause esterne al globulo rosso) anemie emolitiche da causa extraglobulare • Possono essere in rapporto a reazioni antigene anticorpo (anemia emolitica post-trasfusionale, eritroblastosi fetale da incompatibilità Rh), da cause meccaniche, da agenti di natura chimica (piombo), batterica. anemie emolitiche da causa intraglobulare • Le anemie emolitiche da causa intraglobulare possono derivare da: 1. Difetto delle membrane; 2. Mancanza di enzimi eritrocitari; 3. Presenza di emoglobine alterate Difetto delle membrane • Sono malattie ereditarie, alcune con notevole incidenza tra le popolazioni dell’Asia Orientale. Caratteristica comune è la perdita della normale forma biconcava e l’assunzione di forme anomale. • Il prototipo di difetto della membrana è la sferocitosi ereditaria, caratterizzata da emolisi di GR sferoidali di piccole dimensioni Sferocitosi erediteria • Si presenta poco dopo la nascita, le emazie hanno una vita media da 10-15 giorni e la loro resistenza osmotica è diminuita • Sintomi: • Ittero: colorazione giallastra della pelle e delle mucose causata dall'eccessivo innalzamento dei livelli di bilirubina (pigmento giallo-rossastro, contenuto nella bile, prodotto dal catabolismo dell’emoglobina nel sangue. E’ un indicatore di eccessiva demolizione dell’Hb). • Splenomegalia (aumentato impegno della milza nella fagocitosi delle emazie) Mancanza di enzimi eritrocitari • Sono anch’esse malattie ereditarie, alcune poco diffuse, altre con discreta incidenza in alcune regioni del bacino del Mediterraneo. • Il GR è particolarmente sensibile alla mancanza di enzimi che metabolizzano il glucosio (mancanza di nucleo, incapacità di sintesi proteica) Mancanza di enzimi eritrocitari • La forma più nota da anemia è quella da deficienza congenita di glucosio 6-fosfato deidrogenasi, il primo enzima dello shunt degli esosofosfati posto sul cromosoma X. • La glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD) è l'enzima che catalizza la prima reazione della via dei pentoso fosfati: – D-glucosio 6-fosfato + NADP+ ? D-glucono-1,5-lattone 6-fosfato + NADPH + H+ – La G6PD, nella prima tappa della via, catalizza la deidrogenazione del glucosio-6-fosfato a 6-fosfogluconolattone, utilizzando come cofattore una molecola di NADP+ (Nicotinammide Adenin Dinucleotide Fosfato) che preleva gli equivalenti riducenti dal carbonio 1 del glucosio-6-fosfato. Dunque in questa reazione si genera NADPH + H+, il quale è un riducente importantissimo in processi anabolici quali la biosintesi degli acidi grassi e del colesterolo, ma anche come cofattore di enzimi che catalizzano la detossificazione di specie reattive perossidanti come il perossido di idrogeno (H2O2). Glutatione Reduttasi • necessaria per la rigenerazione del glutatione ridotto • La glutatione reduttasi è un enzima NAD(P)H e flavina adenina dinucleotide (FAD)-dipendente che si trova negli eritrociti. L’enzima catalizza l’ossidante del glutatione ossidato (GS-SG) per formare glutatione ridotto (GSH). La malattia colpisce molti milioni di persone nell’Africa Occidentale, nel Medio ed Estremo Oriente e nel Bacino del Mediterraneo (Sicilia e Sardegna). Le emazie sono facilmente idrolizzabili poiché la mancanza dell’enzima fa si che si alterino i processi riduttivi con conseguenza che i lipidi di membrana vengono perossidati. • In caso di carenza genetica di G6PD, condizione nota come favismo, la prima reazione della via del pentosio fosfato non è svolta efficientemente, per cui si crea una carenza di NADPH. • Da ciò deriva l'impossibilità di riportare ogni volta il glutatione dalla reduttasi in forma ridotta, cosicché diventa difficile la detossificazione di specie reattive perossidanti come l'acqua ossigenata ed altri radicali derivanti da farmaci (antimalarici, sulfamidici) o anche da un agente tossico contenuto nelle fave, la divicina. • In caso di contatto con questi tossici, tali soggetti, vengono esposti ad altissimo stress ossidativo, a cui vanno particolarmente soggette le membrane cellulari. Il danno maggiore è subito dagli eritrociti, i quali vanno incontro a lisi, con liberazione di emoglobina in circolo e conseguente possibilità di ittero: si ha una crisi emolitica. • Persone affette da tali patologie non devono venire a contatto con fave fresche o con certi farmaci (crisi emolitica fatale). Anemie da alterata sintesi dell’emoglobina • Possono essere di tipo quantitativo o qualitativo • Le anemie da alterata sintesi di tipo quantitativo possono dipendere: 1. Da carenza di ferro 2. Da difettosa utilizzazione di ferro 3. Difetto biochimico della produzione di globina (sindromo talassemiche) Il ferro • Il ferro viene normalmente introdotto con gli alimenti ed è liberato nello stomaco ed intestino dalla sua forma organica. • Esso viene assorbito come ione ferroso (Fe2+): la sua estrazione dai composti organici è compiuta dall’HCl, la riduzione del Fe3+ è invece compiuta da sostanze riducenti come il glutatione o ac. ascorbico. • Nella mucosa intestinale Fe2+ è riossidato a Fe3+ e combinato con la apoferritina; prende così origine la ferritina che dalle cellule della mucosa intestinale cede il suo ferro al sangue previa nuova riduzione a Fe2+ • Nel sangue lo ione ferroso è veicolato ad un’altra proteina, la transferrina, che lo ricede, previa riossidazione all’apoferitina epatica. La ferritina epatica è quindi una importante riserva di ferro. ANEMIE IPOCROMICHE o IPOSIDEREMICHE • 1. 2. 3. 4. 5. Carenze di ferro per la sintesi di Hb si possono realizzare per: Carenza alimentare Incapacità dell’organismo a ionizzare ferro organico (ipocloridria) Incapacità di assorbimento intestinale (morbo celiaco, coliti) Per carenza alimentare relativa ovvero aumentato fabbisogno in seguito a perdite abnormi (sanguinamento occulto intestinale o emorragie cospicue) Le anemie derivanti da questi stati carenziali sono caratterizzati da un quadro ematologico di anemia microcitica ipocromica ovvero presenza nel sangue di un numero ridotto di GR con dimensioni inferiori alla norma (microcitosi) con basso contenuto emoglobinico. ANEMIE IPOCROMICHE o IPOSIDEREMICHE • Prima di curare l'anemia con una integrazione di ferro, bisogna comprendere quale sia l’origine del problema: • ci sia una effettiva carenza nel sangue (sideremia < 70 mg/dl) • ci sia una carenza di scorte nel fegato (ferritina è < 50 ng/dl) • l'organismo sia un grado di trasferire il ferro ingerito alle scorte e al sangue (transferrina > 200 mg/dl) ANEMIE DA ANORMALITA’ DELLA SINTESI DI EMOGLOBINA • Si possono suddividere in: • Quelle caratterizzate da alterazioni di di tipo qualitativo, cioè contenenti catene anomale (emoglobinopatie) • Quelle caratterizzate da alterazioni di tipo quantitativo, ovvero ridotta o assente sintesi di una catena (talassemie) Anemie caratterizzate da alterazioni di tipo qualitativo dell’Hb • Tra queste ricordiamo l’anemia drepanocitica o anemia a cellule falciformi. • E’ dovuta ad una modificazione per sostituzione, come conseguenza si verifica nella proteina la sostituzione dell’ac.glutammico con la valina. Ciò determina la formazione di un ponte intramolecolare, capace di modificare la forma delle catene rispetto a quelle normali o di cambiare la solubilità, determinando così la falcizzazione dell’Hb nelle aree in cui la PO2 è bassa. • Deformati, i GR non flessibili aderiscono all’endotelio vascolare ostruendo le piccole arteriole e i capillari, provocandone l’ostruzione. • I GR falciformi, essendo più fragili di quelli normali e incapaci a resistere al trauma meccanico della circolazione, vanno incontro ad emolisi. • Nella figura si può vedere come i globuli rossi normali (in alto) mantenendo la loro forma originaria passano facilmente attraverso i capillari e rilasciano ossigeno ai tessuti mentre i globuli rossi falcizzati (in basso) aderiscono facilmente alla pareti dei vasi, formando un tappo (trombo), con conseguente blocco della circolazione sanguigna nell'organo colpito, producendo alterazioni irreversibili delle zone di tessuto interessato e conseguente dolore. TALASSEMIE • Sono dovute ad un difetto ereditario che comporta, a seconda del tipo di delezione genica, ridotta o assente sintesi delle catene globiniche. • Le forme con maggiore incidenza riguardano le catene a e ß (del tutto o parzialmente assenti) o presenti in quantità ridotta poiché la sintesi procede più lentamente • I difetti delle catene a si presentano fin dalla nascita in quanto sono presenti anche nell’emoglobina fetale • I I difetti delle catene ß si presentano dopo qualche mese dalla nascita quando si ha la transizione dalla HbF alla HbA • Lo sbilanciamento nella sintesi di due delle 4 catene globiniche, comporta un eccesso di catene residue, le quali facilmente si aggregano, formando i cosiddetti corpi inclusi, che danneggiano la membrana cellulare causando una eritropoiesi inefficace in quanto molti eritroblasti muoiono durante il percorso maturativo. • Le catene a che vengono sintetizzate in eccesso nelle ß talassemie si aggregano con grande facilità, fatto questo che è alla base della maggior gravità delle forme ß rispetto alle a ß TALASSEMIE • Il gene che codifica per la ß globina è localizzato sul cromosoma 11. Quando entrambe le copie (materna e paterna) del gene sono difettose (omozigosi) si manifesta la talassemia major (con quadro clinico più grave) oppure la talassemia intermedia (forma più lieve). • La talassemia major si manifesta verso il 4-6 mese di vita. L’assenza totale di catene ß comporta una grave anemia e modificazioni scheletriche, poiché il midollo osseo, aumenta di volume per cercare di compensare la perdita di GR. • Le talassemie (minor e major) sono contrassegnate da caratteri comuni come: aumento del numero dei globuli rossi, riduzione del contenuto globulare di emoglobina, riduzione del diametro dei globuli rossi (microcitosi), i quali sono più fragili del normale e di forma disuguale. • Talassemia minor. I soggetti affetti da talassemia minor sono solitamente sani, ma spesso pallidi e facili a stancarsi; possono mostrare lieve aumento di volume della milza, disturbi digestivi e calcoli biliari. Nel sangue mostrano lieve anemia con eritrociti ridotti di volume, ma talora aumentati di numero, ridotta resistenza eritrocitaria, sideremia (ferremia) normale. • Talassemia major. Detta anche anemia mediterranea o morbo di Cooley (dal nome dell’ematologo americano che la descrisse nel 1925), la microcitemia si manifesta dopo i primi mesi di vita: sussiste difetto di produzione della forma adulta dell’EMOGLOBINA, e quindi il soggetto si ammala di una grave anemia. • Nel tentativo di produrre più globuli rossi, il midollo osseo si ipertrofizza e conseguentemente si deformano le ossa, per cui compaiono alterazioni scheletriche ( «cranio a spazzola», la «facies mongoloide», l’avvallamento del setto nasale). • L’anemia tende ad aggravarsi rapidamente, le alterazioni ematologiche divengono sempre più marcate; talora sopravvengono malattie intercorrenti gravi, come broncopolmonite, setticemia, insufficienza cardiaca. • in Africa è più diffusa l'alfa talassemia, mentre nel bacino del Mediterraneo è più diffusa la beta talassemia, detta per questo anche anemia "mediterranea" anemia da sport Il termine descrive quella patologia concernente ridotti livelli di Hb, che comunque risultano più alti rispetto a quelli dell'anemia clinica. Alcuni ricercatori sostengono che l'allenamento crea un bisogno maggiore di Fe, che spesso supera la dose giornaliera assunta. Questo fatto avrebbe influenza sulle riserve di Fe, che cominciano a diminuire, così come diminuisce di conseguenza la sintesi di Hb e la quantità di composti ferrosi nella cellula. Gli individui affetti da mancanza di Fe potrebbero avere una capacità fisica minore in allenamento, visto il ruolo cruciale del Fe nel trasporto dell’O2. anemia da sport L’allenamento pesante potrebbe teoricamente provocare un aumento nella domanda di Fe per le seguenti ragioni: 1. perdita col sudore 2. Perdita di Hb nell'urina a causa della distruzione di GR provocata dall'elevazione della temperatura corporea, dall'attività splenica e dall'aumentato ritmo della circolazione sanguigna. 3. trauma meccanico del piede che urta la superficie del tessuto nella corsa (emolisi da impatto del piede). 4. Inoltre in corse di lunga distanza si può verificare sanguinamento gastrointestinale non correlato con età, sesso e prestazione anemia da sport Tutte queste cause di perdita possono diminuire le riserve di Fe che devono garantire la sintesi di nuovi GR del sangue. La perdita di Fe rappresenta un ulteriore carico per le donne, che hanno più elevate richieste dietetiche. Il fatto che, negli atleti praticanti sport di resistenza, vengano riscontrate concentrazioni non ottimali di Hb e di ematocrito, sostiene l'ipotesi di un rischio di anemia legata all'esercizio fisico anemia da sport • Benché durante gli esercizi pesanti possa capitare che alcuni GR rossi vengano distrutti meccanicamente, (oltre alla perdita di ferro dovuta alla sudorazione) non c'è nessuna evidenza che ciò possa far precipitare le riserve di ferro degli atleti, facendo così insorgere un'anemia clinica in presenza di una corretta assunzione di ferro nella dieta. • Applicando criteri più restrittivi per verificare l'insorgere dell'anemia, si constata che l'anemia da sport è meno prevalente in atleti ben allenati rispetto a quanto generalmente creduto. • Per i corridori e nuotatori di sesso maschile, non è stata notata alcuna indicazione di un'iniziale anemia, nelle varie fasi dell'allenamento della stagione agonistica. • Inoltre, i dati sulle atlete indicano che la prevalenza di deficienza di ferro non differisce paragonando differenti gruppi di atlete o comparandoli a gruppi di non atlete. Gli atleti hanno bisogno di dosi supplementari di ferro? • Nell’atleta la cui dieta contiene dosi corrette di ferro, dosi suppletive non aumentano nè l’Hb nè l’ematocrito. • Anche in presenza di una lieve anemia, dosi suppletive non aiutano l’esecuzione di esercizi aerobici • Un consumo eccessivo potrebbe essere addirittura dannoso specie se in concomitanza con l’uso di vit. C. Dosi eccessive di Fe possono essere addirittura tossiche e contribuire all’insorgenza di alcune patologie (fegato, cuore, articolazioni, ecc) • Negli atleti che si sottopongono a forti carichi di allenamento, onde evitare di introdurre dosi suppletive senza reali indicazioni è bene monitorare le riserve di Fe dell’organismo (concentrazione ferritina).