Scarica PDF - VirtualNewspaper

Transcript

Scarica PDF - VirtualNewspaper
Anno III - Numero 117 - Domenica 18 maggio 2014
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Il Cav
Tasse
Nuova rubrica
“Vittima del complotto
per aver difeso l’Italia”
Alle porte bussa
un ingorgo fiscale
Un libro per l'estate:
invito alla lettura
Musumeci a pag. 2
Brogino a pag. 3
Moriconi a pag. 11
DOMENICA PROSSIMA TUTTI ALLE URNE AL FIANCO DI BERLUSCONI
di Roberto Buonasorte
i dicevano, nei
sette anni che abbiamo trascorso
a pane e acqua,
fuori dal Parlamento e dalle Istituzioni,
che eravamo dei poveri
illusi, e forse in parte avevano ragione.
Il sistema è ormai bipolare, andavano ripetendo
parlamentari e ministri
del Pdl dall’alto delle comode poltrone sulle quali
erano seduti e che erano
state loro concesse dal
Cavaliere. Nominati, e
senza aver mai preso un
solo voto di preferenza,
molti di loro andavano
pontificando a ogni occasione.
Nel 2012, a marzo, la Destra sfilava in corteo a
Roma portando ventimila
italiani giunti da tutte le
regioni. Organizzammo e
sostenemmo pullman
provenienti da ogni provincia; “Sovranità Monetaria” era la scritta che
campeggiava sullo striscione d’apertura di quel
corteo. In quei mesi, gran
parte degli attuali “no
euro” votavano, in modo più o meno
palese, per il Fiscal compact e avallavano le politiche monetarie imposte da Bruxelles e che ancora
stanno strozzando i popoli di mezza
Europa.
Sempre in quei mesi assistevamo
alle manovre per far nascere un
partito che facesse riferimento direttamente a Mario Monti: alcuni
lo hanno portato a termine anche
se con scarse fortune; altri, sentita
puzza di bruciato, si sono messi in
C
DA MARTEDÌ LE NOSTRE
INDICAZIONI DI VOTO
loro guida il leghista Maroni in Lombardia, e i due
più autorevoli esponenti
della Destra nelle altre
due: Storace nel Lazio e
Musumeci in Sicilia.
I più attenti osservatori
ricorderanno che le resistenze più feroci arrivavano proprio dai personaggi di basso profilo
di cui si diceva; ovviamente vinse il Cavaliere,
come sempre...
In giro per l’Italia in questa strana campagna
elettorale abbiamo trovato tanto entusiasmo e
rispetto, calore intorno
a Storace che, nei limiti
del possibile, ha tenuto
comizi e incontri in tutto
il Paese: da Bari a Pesaro,
da Cagliari a Milano, da
Vercelli a Monza, e poi
ancora Roma, L’Aquila,
Pesaro, Foggia, Rovigo,
Massa, Frosinone, Rieti...
Sosterremo con lealtà
quei candidati di Forza
Italia che si batteranno
per le nostre stesse idee
e che combatteranno nei
confronti di questa Europa che non ci piace
affatto. Lo faremo a viso
aperto, come sempre,
con l’entusiasmo che ci caratterizza
da quando siamo nati, e con la
forza mediatica che ci sta dando,
sempre più, anche questo nostro
Giornale d’Italia.
Da martedì, proprio da queste pagine, daremo le nostre indicazioni
di voto: in ogni circoscrizione i tre
migliori candidati avranno il nostro
sostegno, aperto e gratuito. Come
gratuito è sempre stato il rapporto
tra Storace e Berlusconi, augurando
a tutti di poter dire la stessa cosa.
Sosterremo, nelle cinque circoscrizioni, uomini e donne che hanno
mostrato rispetto e lealtà per la nostra storia e la nostra comunità
proprio nel Ncd; altri ancora si
sono andati a riciclare nei “fratellini”...
L’unico che ha mantenuto la barra
dritta è stato Berlusconi.
Le vicende rivelate negli ultimi
mesi da Alan Friedman, e quelle
degli ultimi giorni dall’ex numero
uno del Tesoro dell’amministrazione Obama, Timothy Geithner,
hanno sancito una verità che fino
ad oggi era solo un forte, fortissimo
sospetto: si brigò per buttare giù
SERBIA E BOSNIA: 30 MORTI, MIGLIAIA SENZA TETTO
un governo democraticamente eletto, ci fu un vero e proprio “colpo
di Stato” ordito da poteri internazionali e avallato, quanto meno con
il silenzio, da quelli italiani.
Il segretario del partito Francesco
Storace ha preso l’impegno di non
polemizzare con i nostri “affini” almeno fino a domenica prossima,
giorno del voto.
Osserviamo con distacco aristocratico i dispettucci quotidiani, che
evidentemente appagano uomini
e donne di modesto profilo, indipendentemente dal fatto che ricoprano la carica di parlamentare o
che siano disperati alla ricerca di
qualsiasi mezzo pur di sbarcare il
lunario. C’è tanta altra gente invece,
soprattutto in Forza Italia, a partire
proprio da Berlusconi, che ha mostrato rispetto e lealtà per la nostra
storia e la nostra comunità.
Fu proprio Berlusconi, ad esempio,
che lo scorso anno nelle tre regioni
più importanti d’Italia candidò alla
L’INVOLUZIONE DI UN PREMIER SEMPRE ALLA RICERCA DEL CENTRO DELLA RIBALTA MENTRE L’ITALIA AFFONDA
Renzi corre. Ma non va da nessuna parte
di Robert Vignola
ira, Matteo, va ovunque. Anzi corre:
persino sul tapis roulant. Certo, farsi fotografare mentre si fanno esercizi ginnici
di sabato mattina (in Romagna, poi!) potrebbe
essere visto, dopo le canzoncine propagandistiche nelle scuole elementari, come un irriverente accostamento ad un altro periodo italiano… Tutta un’altra storia, sicuramente. Sarà
anche per quello che nel pomeriggio Renzi si
è in qualche misura riabilitato: nella rossa
Emilia, non ha avuto dubbi. “Ci sono pagine
del passato che non vanno citate neanche per
scherzo”, ha tuonato dal palco.
E ce l’aveva con Hitler, cui si era poche ore
prima accostato Beppe Grillo, in un controverso
passaggio del suo comizio piemontese (“Io
non sono come Hitler: sono oltre”, ha detto il
comico che ormai non fa più ridere nessuno).
Sull’imbianchino di Linz ci deve essere una
“dannazione eterna alla memoria, non deve
essere usato come spot elettorale”, ha affermato
il presidente del Consiglio. Anche perché parlando di rapporti tra Italia e Germania, al
giorno d’oggi, non viene in mente il Primo
G
BALCANI SOTT’ACQUA
i tratta della peggiore catastrofe negli ultimi 120 anni.
Pesante il bilancio di morte
e danni nei Balcani, travolti in
questi giorni da devastanti inondazioni.
In Serbia e Bosnia si contano
almeno 21 vittime accertate, decine di migliaia di evacuati e
danni incalcolabili all’agricoltura,
alle infrastrutture e al patrimonio
artistico-culturale. Le piogge incessanti e le piene dei fiumi, in
modo particolare della Sava,
S
hanno completamente sommerso intere regioni della Serbia
centrale e occidentale, con un
bilancio provvisorio di almeno
sette morti e oltre 20 mila sfollati.
Sarebbero oltre 15mila le persone
che hanno dovuto abbandonare
le proprie abitazioni anche in
Serbia, deve si contano cinque
morti.
Un bilancio che pare destinata ad
aggravarsi con le autorità che temono l’emergere di altri cadaveri
con il ritirarsi delle acque.
Dopoguerra, ma il sistema di relazioni europeo
che sta strangolando il nostro Paese (altro
che spot…) per consentire comunque alla
“trazione tedesca” di continuare ad essere
tale. Ed è, guarda caso, quello stesso sistema
(Schultz docet) che il Pd è pronto a preservare
con ogni sua singola polemica in Europarlamento, consapevole che in Italia ha potuto
prendere il potere soltanto grazie al complotto
finanziario internazionale che è ormai divenuto
di dominio pubblico.
E infatti Renzi deve avere qualche sondaggio
in più e qualche sicurezza in meno, se non disdegna di attaccare frontalmente proprio Berlusconi, accomunandolo all’altro “big” attualmente sulla scena politica nazionale. “Oggi
Berlusconi e Grillo si sono rinfacciati la marcia
su Roma. ‘No no la faccio io’. Se si incontrano
all’autogrill mentre fanno la marcia, forse si
chiariscono e ci lasciano governare”.
Già, governare. Sarà senz’altro colpa di Berlusconi e Grillo, ma di governare non si vede un
granché. Renzi si è d’altronde improvvisato
pure ornitologo e ormai da qualche tempo
vede gufi dappertutto. È l’effetto dei gufi se gli
80 euro tanto sbandierati non hanno prodotto
alcuna ripresa dei consumi? Se anzi si sono
ulteriormente abbassati di oltre il 3%, dati di
ieri? Chissà.
Fatto sta che quell’immagine del premier che
corre sul tapis roulant rischia davvero di essere
la foto simbolo di questo disgraziato periodo.
Con un uomo che corre, corre, corre… ma
non va da nessuna parte.
2
Domenica 18 maggio 2014
Attualità
IL LEADER DI FORZA ITALIA HA ATTACCATO GOVERNO E GRILLO. E RIBADITO IL SUO PIANO PER LE PENSIONI
Instancabile Cav:“La marcia su Roma la faremo noi”
Sul complotto: “I governi europei ci sono ostili perché abbiamo sempre fatto gli interessi del nostro Paese”
di Giorgio Musumeci
in ottima forma, Silvio Berlusconi, e intervenendo telefonicamente ad una manifestazione di Forza Italia
a Napoli, ha affrontato diversi
temi sulla politica interna e le elezioni
europee, approfittandone pure per
togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Primo bersaglio del leader azzurro,
l’esecutivo guidato da Matteo Renzi:
“I ministri di questo governo si danno
arie da premio Nobel, ma questo governo continua a galleggiare e a sparare spot”. L’ex premier promette poi
di alzare le pensioni minime a “800
euro”, sebbene “l’obiettivo è portarle
a 1.000 euro” e ribadisce il suo piano
sulla pensione alle casalinghe: “daremo loro mille euro al mese”. Berlusconi non risparmia critiche nemmeno
sul piano delle riforme, dichiarando
“inaccettabile” il progetto del premier
sull’abolizione del Senato. Il leader
di Forza Italia è poi tornato sullo scandalo scoppiato a seguito delle parole
dell’ex segretario al Tesoro americano,
Tim Geithner, su un complotto messo
in piedi da pezzi grossi delle istituzioni
europee per far cadere il governo
Berlusconi, nel novembre 2011: “Ab-
È
biamo dimostrato di saper stare in
Europa a difendere gli interessi degli
italiani –ha detto Berlusconi al telefono-. Questo ci è costato l’ostilità dei
governi europei, da cui sono derivate
quelle manovre internazionali rivelate
in questi giorni per far cadere nel
2011 il nostro governo. Vogliamo
un’Europa –ha proseguito il leader
azzurro- che non ci dia problemi ma
soluzioni. Esattamente il contrario di
quello che sta accadendo. Il Ppe dicono i sondaggi che
sarà il partito di
maggioranza all’Europarlamento; il nostro contributo sarà
decisivo. Chi vota
Pd - ha continuato
l’ex Cavaliere - manderà dei parlamentari nel gruppo del
Pse, che sarà minoranza nel Parlamento europeo e quindi
non saranno in grado di difendere i nostri interessi”. Poi,
l’ex premier ha risposto alle recenti
dichiarazioni di Beppe Grillo: “Vuole
mandare alla vivisezione il mio Dudù.
Sapete come, invece, ha chiamato il
suo cane? Delirio. Penso che questo
dipinga bene il personaggio”. Poi,
intervenendo ad un’altra manifestazione a Milano, il leader di Forza Italia
ha ricordato che “Grillo ha detto che
se il suo partito avrà il primo posto
alle Europee farà una marcia su Roma.
Si sbaglia –ha dichiarato Berlusconi-.
La marcia la faremo noi”.
Renzi contestato
dall’Emilia ferita
ontestazione dei comitati
terremotati e alluvionati
in piazza a Modena sotto
il palco di Matteo Renzi. Fischi
e cartelli polemici sono apparsi
appena cominciato il comizio
a cui sono presenti anche il
segretario regionale Pd Stefano
Bonaccini, la capolista alle europee al Nord-est Alessandra
Moretti e il candidato sindaco
C
Gian Carlo Muzzarelli. "Vergogna andate a trovare i paesi
alluvionati", recita un cartello.
"Fiumi in sicurezza subito",
dice un altro. E ancora: "Commissario delegato all'emergenza idrogeologica. Chi l'ha
visto?". Il tutto sotto lo sguardo
preoccupato di Cecile Kyenge.
La piazza peraltro non era neR.V.
anche così piena...
L’INTERVENTO
La Questione italiana e l’era Berlusconi
D
all’unità d’Italia ad oggi la “questione italiana”
è di sempiterna attualità; ogni generazione
vive la persistente “quaestio” della scelta
su chi debba governare, ponendosi in una feroce dialettica, che evita la risposta circa come sia possibile
costruire un sistema istituzionale che funzioni e che
sia sostituibile senza traumi o forzature.
Ha ragione il docente di storia contemporanea Giovanni
Orsina, quando sostiene nel suo interessantissimo
libro ” Il berlusconismo” edito dai tipi della Marsilio
Editrice, che il motivo dominante di questi 150 anni
di storia italiana, sia (e Monti, Letta, Renzi ne sono gli
ultimi interpreti) quello dell’approccio ” ortopedico e
pedagogico” di chi, illuminato, abbia assunto o gli sia
stata affidata la missione di modernizzare, raddrizzare
e rieducare, il nostro Paese.
Un gruppo di autonominati “illuminati” che attraverso
partiti, Stato ed istituzioni ci vuol portare dalla nostra
arretratezza religioso – culturale, alla compiutezza
della “modernità” europea. Una storia già vista.. come
è già è stato visto quanto l’Italia e gli italiani siano
coriacei a tali imposizioni. Il Berlusconismo, giudiziariamente ferito ed in fase calante, con parti di esso
che scappano dalla nave ritenuta in fase di affondamento, dopo aver fatto comode e gratuite crociere, è
stata una reazione all’arroganza comunista, che con
la propria pretesa di superiorità morale è stata il
culmine, in Italia, di questa tradizione ortopedica e
pedagogica; provocando e creando con il suo tentativo
egemonico e definitorio degli avversari, come rozzi e
populisti, le condizioni del sorgere del Berlusconismo.
Gli italiani hanno sperato con esso e sperano ancora,
di incontrare una formazione politica che portando lo
Stato al servizio dei cittadini e non tentando di
rieducarli “dalla culla alla bara”, li difenda ed in una
prospettiva sussidiaria li sostenga, in un sistema in
cui prevalga il lemma “più Società e meno Stato”.
Ritenere “liquidato” l’era Berlusconi per “via giudiziaria”
e dunque fallito e da archiviare, sarebbe da parte
nostra quantomeno superficiale.
Occorre invece cogliere gli slanci positivi che questa
reazione ha avuto o ha potuto/ voluto coltivare, si
pensi per restare allo spinoso tema della difesa della
famiglia naturale fra un uomo ed una donna, al referendario stop alla fecondazione artificiale, al sostanziale
immobilismo di fronte alle richieste del radicalismo
di massa in tema di unioni civili, limitazione dell’obiezione
di coscienza, eutanasia, liberalizzazione della droga,
etc.; in campo economico all’abolizione dell’iniqua
tassa di successione e al ridimensionamento di quelle
sulla casa; ed in campo internazionale alle iniziative di
politiche di contenimento nei paesi di partenza dell’immigrazione clandestina.
Occorre pertanto senza distruggere ciò che resta
di/in Forza Italia, anzi sostenendolo nelle prossime
elezioni amministrative ed europee e collaborandovi,
senza perdere le nostre specificità valoriali, riprendere
il filo di tale reazione ai “poteri forti” , nel tentativo e
nella speranza della nascita di una nuova casa politica;
per noi che veniamo da quello che fu la “destra
sociale” per chi ha votato in passato e voterà ancora
Forza Italia ed anche e soprattutto per quel quasi
53% di astenuti, voti nulli o schede bianche, di cui in
questi giorni i giornali parlano. Condividiamo pertanto
nei prossimi mesi l’impegno di amici che “trascinati”
da AN nel PDL, non ne hanno seguito classi dirigenti
nei vari FDI o NCD, rimanendo in Forza Italia e condividiamo anche la scelta de “La Destra”, che comprendendo che con “l’Italicum” ci saranno solo tre
partiti ( PD, 5 Stelle, Forza Italia) sta cercando con il
proprio patrimonio ideale, di posizionarsi in una situazione in cui sia possibile continuare a fare politica
attiva. C’è molto da fare nei prossimi mesi, per chi
non vuol essere “rieducato” o “ingessato”, ma vuol
essere protagonista della vita della nostra amata
Patria. Coraggio avanti, liberi dal risultato e dalle
pseudo classi dirigenti autonominatesi tali.
Avanti per il bene comune, ricordando che gli “assenti
hanno sempre torto” e che si può fare.
Benedetto Tusa
LO ZOO DI SPIDERITA
The day after al Grillo ululante e la sua setta delle contraddizioni
i chiedo sempre più incredula come
si fa a professarsi di destra o centrodestra e poi a confessare di voler
votare per uno come Grillo. Forse è proprio
vero che gli italiani sono stati tutti contagiati
dal seme dell’odio e da questa sottospecie di
marxismo involutivo del nuovo millennio…
Fino a ieri sull’affollato blog del nuovo “
dittatore” s’ingrossavano le liste di proscrizione
dei non graditi al regime e in particolare di
giornalisti rei di essere asserviti ai poteri
occulti ed alla massoneria per il semplice
fatto di aver osato contraddire l’asceta o il
guru pentastellato; ma oggi, in nome della campagna elettorale, partecipa
persino al talk show del tanto vituperato Vespa pur di raggranellare
qualche voto e d’inanellare il naso di qualche sprovveduto connazionale
con una serie di cavolate volte ad inasprire e strumentalizzare il disagio
della gente. Innumerevoli sono le contraddizioni di questo leader political
scorrect: e non si fermano solo al fatto di sbeffeggiare (solo questo,
almeno per il momento), attentando all’altrui libertà d’opinione, intellettuali
non allineati per poi utilizzarli come veicoli della sua invasiva forma di comunicazione facendo leva sulla correttezza di molti professionisti, bensì
M
di far fare ai suoi l’esatto contrario, in parlamento,
di quello che sino al giorno precedente ha
predicato.
Un esempio su tutti quello di sbandierare
contro gli immigrati o urlare slogans come
“prima gli italiani”, per poi subito dopo far
votare i suoi soldatini, per l’abolizione di reato
di clandestinità; come anche parlare di giustizia
giusta e dire che il popolo è sovrano e che lui
è sempre dalla sua parte, per cui teoricamente
l’esito di un referendum ne stabilisce la precipua
volontà, per poi far votare contro la responsabilità civile dei giudici disattendendo l’indirizzo
di quei cittadini che circa venti anni prima votarono per quella soluzione.
Sventolare alta la bandiera tricolore, in cerca di consensi, per ammainarla
un momento dopo schierandosi con i fischi all’inno nazionale. Dichiarare
di essere vegetariano e animalista convinto, per poi volere la vivisezione
per il povero cane Dudù di Berlusconi. Agitare le acque ed il malcontento
sociale in nome dello sviluppo e della crescita economica e poi dichiarare
di voler bloccare l’Expo e la Tav per presuntamente debellare la corruzione,
togliendo il lavoro e peculiarità alla magistratura che in questo caso ha
lavorato bene ed ha individuato la metastasi. Professarsi credente nella
fede e poi avallare le battaglie, in parlamento, dei suoi manichini per il riconoscimento delle coppie gay compresa l'adozione di bambini. Farsi
tranquillamente portare dalle correnti dello stretto di Messina fingendone
la traversata ed arrivare in Sicilia dicendo che la mafia non esiste per poi
in Parlamento appropriarsi di un’icona dell’antimafia come Borsellino
per aggredire gli altri e agitarne lo scalpo ad ogni pié sospinto. Dire che
uno vale uno e poi vale solo lui e quello che lui comanda e dice, chiedere
l’abolizione dell’euro per poi far marcia indietro e parlare solo di revisione
di trattati e chi più ne ha più ne metta.
Ma non sono solo queste contraddizioni a preoccupare, perché forse
fanno parte dell’infimo giochetto dell’acchiappa consensi facile, ma è il
modus operandi che determina la nefasta previsione: i suoi sodali ormai
sono pervasi e si esaltano in un giustizialismo culturale e totale nel
rifiutare, a prescindere dalle ragioni degli altri, tutto e tutti per partito
preso infischiandosene se vanno a ledere il bene comune. Si moltiplicano
evolvendo in una sorta di setta, facendo a gara tra loro nel cucirsi sul
petto la medaglietta dell’adepto migliore in barba a chi vuole costruire,
con l’inutile pretesa di sfasciare senza rendersi conto che dietro di loro
lasceranno solo macerie. Una perversa e oscura visione dell’omologazione
sociale presagio del ritorno di tempi bui. Spero sia solo un‘infatuazione e
non vero amore per gli italiani, ma per il sì e per il no, il 25 maggio
mettiamoci la testa e non il cuore!
3
Domenica 18 maggio 2014
Attualità
ALTRO CHE PENSARE ALLE VACANZE: UNO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE METTE SULL’AVVISO GLI ITALIANI
Inizio estate, l’ingorgo fiscale è servito
29 scadenze in pochi giorni tra giugno e luglio: così lo Stato si prepara a spremere 75 miliardi di euro ai contribuenti
di Valter Brogino
asse? Sono talmente tante
he diventa inevitabile ritrovarsi sommersi dalle cartelle. Come accadrà agli
italiani ad inizio estate. Tra
giugno e luglio, fa sapere la Cgia, i
cittadini e le imprese italiane saranno
chiamati a onorare ben 29 scadenze
fiscali. Al netto del gettito riconducibile ai contributi previdenziali, si
stima che nelle casse dello Stato entreranno oltre 75 miliardi di euro di
tasse: 40 miliardi versate dalle famiglie e 35 dalle imprese. "Sfiancate
dalla crisi e sempre più a corto di liquidità - dichiara il segretario della
Cgia Giuseppe Bortolussi – c’è il
pericolo che molte famiglie e altrettante piccole imprese non riescano
a superare questo vero e proprio
stress test fiscale".
Gli appuntamenti più importanti di
giugno riguarderanno il versamento
delle imposte e dei contributi risultanti
dal Modello Unico: ovvero Irpef, Ires,
T
contributi previdenziali sia a saldo
che in acconto. Inoltre, bisognerà
pagare la prima rata dell'Imu, della
Tasi e in molti Comuni anche la rata
della Tari (la nuova tassa sull'asporto
rifiuti). Per quest'ultimo tributo, sa-
ranno i sindaci a decidere il numero
e le scadenze delle rate.
A giugno, inoltre, dovranno essere
onorati i versamenti mensili relativi
alle ritenute Irpef, sia dei dipendenti
sia dei lavoratori autonomi, il paga-
mento dei contributi
previdenziali e dell'Iva
riferita al mese precedente. Sarà possibile
spostare a luglio il versamento degli importi
risultanti dalla dichiarazione dei redditi con
l'aggravio di uno 0,4%.
Sempre a luglio i contribuenti dovranno eseguire il versamento Irpef dei lavoratori dipendenti e degli autonomi, i contributi previdenziali e il pagamento dell'Iva del mese precedente. "Oltre all'imponente sforzo economico che nel prossimo
bimestre famiglie e imprese saranno chiamate a sostenere
- prosegue Bortolussi - i contribuenti
italiani dovranno sopportare anche
un costo aggiuntivo legato alla burocrazia che attanaglia queste operazioni. Secondo una nostra elabo-
razione su dati della Banca mondiale,
per pagare le tasse in Italia sono
necessarie 269 ore all'anno, pari a
33 giorni lavorativi. Nell'area dell''euro
solo il Portogallo registra una situazione peggiore della nostra".
Già. Ma come si è arrivati a stimare
un gettito complessivo pari a oltre
75 miliardi di euro? L'ufficio studi
della Cgia si è basato sui dati statistici
del 2013: considerando le principali
novità normative introdotte nel 2014,
si può affermare che tra il mese di
giugno e quello di luglio entreranno
nelle casse dello Stato oltre 75 miliardi
di euro.
Si arriva a questa cifra considerando
il gettito realizzato negli anni scorsi
delle seguenti imposte: Irpef, Ires,
Iva e stimando il gettito dell'Imu e
della Tasi. In questo importo rientrano anche i diritti camerali e il
gettito atteso dalla rivalutazione dei
beni di impresa, delle partecipazioni
e dei terreni. Non si è considerato
il gettito riconducibile ai contributi
previdenziali.
SCONCERTANTE ANALISI DELLA COLDIRETTI: ITALIANI SEMPRE PIÙ ATTENTI AL RISPARMIO CHE ALLA QUALITÀ
Crisi, a picco consumi e dieta mediterranea
Giù le vendite di pasta, pesce, frutta e verdura. Ma salgono ancora le vendite dei cibi low-cost
È
una fotografia drammatica, quella che
la Coldiretti ritrae sui consumi degli
italiani. Di ripresa, manco a dirlo, non
c’è neanche l’ombra. È un susseguirsi di segni
meno davanti ad ogni prodotto, col risultato finale di una dieta mediterranea che, per necessità di sopravvivenza, è andata a farsi benedire. Dalla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento)
alla verdura fresca (-4 per cento), rispetto al
2013 è praticamente crollato tutto. Ad avere la
peggio, per l’appunto, sono i prodotti base
della dieta mediterranea che, secondo la Coldiretti, hanno subito maggiormente il taglio
che in media è stato pari al 2 per certo. Unico
superstite di questo bollettino di guerra è il
vino, che registra un aumento della spesa del
3 per cento a fronte però di un calo nel numero
di bottiglie acquistate per effetto della tendenza
degli italiani a bere meno ma meglio.
Il quadro è chiaro, dunque. Del resto, la spesa
alimentare è la seconda voce del bilancio familiare dopo la casa, e non stupisce quindi
che l’effetto più eclatante della riduzione del
potere di acquisto sia stato proprio il taglio
nei consumi alimentari che sono tornati indietro
di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981 sulla
base dei consumi finali delle famiglie a valori
concatenati dell’Istat. A cambiare –ha evidenziato la Coldiretti- è stata anche la composizione
della spesa per effetto della crisi che ha costretto le famiglie ad una profonda “spending
review del carrello” che potrebbe avere pesanti
conseguenze anche sulla salute. In soldoni, si
ricorre sempre più spesso a prodotti di basso
sì, ma anche di scarsa qualità. Una conferma
viene dal fatto che le vendite dei cibi low cost
nei discount alimentari sono le uniche a far
segnare un aumento consistente nel commercio
al dettaglio in Italia con un +2,9 per cento nel
bimestre 2014 secondo l’Istat.
Pane, pasta, pesce, frutta, verdura, extravergine
e il tradizionale bicchiere di vino consumati a
tavola in pasti regolari si erano dimostrati infatti
un elisir di lunga vita per gli italiani: nel corso
di dieci anni sono più che raddoppiati (+138
per cento) gli ultracentenari presenti in Italia
che può contare su 15080 over 100 secondo
l’ultimo censimento della popolazione elaborato
dall’Istat nel 2011 ed oggi gli italiani sono tra i
più longevi del mondo con una vita media che
ha raggiunto i 79,4 anni per gli uomini e a 84,5
per le donne. Tuttavia, la situazione è cambiata
ed il futuro è preoccupante. Gli acquisti di
frutta e verdura, ad esempio, nel 2013 sono
crollati al minimo da inizio secolo, con le
famiglie costrette a mettere oltre 100 chili di
ortofrutta in meno nel carrello rispetto al 2000.
Statistiche preoccupanti se è vero che la raccomandazione del Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per una dieta
sana è quella di mangiare più volte al giorno
frutta e verdure fresche per un totale a persona
di almeno 400 grammi. In Italia la quantità
consumata è scesa purtroppo al di sotto, con
situazioni allarmanti soprattutto per i bambini.
Il numero infatti dei bambini e adolescenti
che mangia frutta e verdura a ogni pasto è
sceso al 35 per cento a fronte del 37 per
cento nel 2012, mentre quelli che la mangiano
una volta al giorno sono passati al 35 per
cento, contro il 39 per cento, registrando anche
un aumento di coloro che non l’assumono o lo
fanno un massimo di 2 volte a settimana (31
per cento contro il 24 per cento).
Giorgio Musumeci
NELL’INCHIESTA “MERCADET” SUGLI APPALTI PER L’ASL DI BRINDISI DINAMICHE ANALOGHE A QUELLE MILANESI
Gli affari delle coop rosse anche in Puglia
Big del Pd salvati dalla prescrizione. Per i Nas “accordi corruttivi” tra Levorato e la politica
on solo Expo. A seminare
imbarazzo negli ambienti
di sinistra arriva anche l’inchiesta “Mercadet” della procura
di Brindisi sugli appalti truccati
all’ASL salentina. Le dinamiche
sono pressappoco le stesse al
terremoto giudiziario su l’Expo
e la sanità milanese, e alcuni
protagonisti pure. Tra i nomi eccellenti, ad esempio, salta fuori
quello del presidente della Manuntencoop Claudio Levorato,
raggiunto lo scorso 8 maggio,
insieme ad una cinquantina di
persone, dall’avviso di conclusione delle indagini. Gli indagati
sono stati accusati, a vario titolo,
di associazione per delinquere,
turbativa d’asta, falso in atti pub-
N
blici, corruzione, frode in pubbliche forniture e violazione dei
segreti d’ufficio. All’origine, nel
lontano 2007, le persone coinvolte erano 130, tuttavia i tempi
lunghissimi della giustizia hanno
fatto sì che la maggior parte di
loro potesse godere della prescrizione del reato per il quale
erano stati indagati.
Riguardo Levorato, questi era
apparso nel fascicolo dell’inchiesta già dall’inizio. La sua Manutencoop, infatti, si era aggiudicata
l’appalto in “global service” della
Asl di Brindisi ancor prima che
le indagini prendessero il via,
eppure i carabinieri del Nas rilevavano già “un connubio tra gli
esponenti politici, gli ammini-
stratori della ASL e la Società
che lasciava intendere, senza
ombra di dubbio, che a monte
ci fosse un accordo corruttivo”.
Secondo gli uomini dell’antisofisticazione, la contropartita consisteva nelle “continue richieste
di assunzione di personale e nell’affidamento di sub appalti a
ditte molto vicine ai politici e
alla dirigenza della Asl”.
Scavando tra i nomi “coinvolti
nella vicenda” ma salvati dalla
prescrizione, vengono fuori per
l’appunto personaggi di spicco
della politica pugliese, quali l’attuale capogruppo del Pd in regione Puglia, Pino Romano, e
l’ex vicepresidente del consiglio
regionale Carmine Dipietrangelo,
associati tra loro e con altri, secondo il Nas, “al fine di commettere delitti di turbativa d'asta,
abusi d'ufficio, falsi in atto pubblico, corruzione e rivelazione
di segreto di ufficio”. Il tutto,
secondo i Carabinieri, volto ad
assicurare alla Manutencoop l’aggiudicazione degli appalti. Dal
canto suo, Levorato avrebbe ricambiato i favori con “vantaggi
di natura patrimoniale o comunque economicamente valutabili
(denaro, viaggi, assunzione di
manodopera e simili)”.
Un sistema talmente rodato che
“la dirigenza della Asl tenta invano
di far vincere alla Manutencoop”
anche l’appalto per le pulizie
negli ospedali “Perrino” e “Di
Summa” di Brindisi, dal valore
di 3 milioni l’anno. Tuttavia, alla
suddetta gara Manutencoop arriva terza; la cricca riesce a escludere una delle ditte che l’avevano
preceduta per offerta anomala
ma non riesce a fare lo stesso
con la società di Bolzano che si
aggiudica il bando. Ciò nonostante, anche la ditta bolzanina
non è esentata dall’elargire favori
alla politica, per i quali - spiega
il piddino Romano a un dirigente
dell’Asl - si sarebbe dovuta rivolgere a lui stesso e al compagno di partito (e consigliere regionale) Vincenzo Cappellini:
“Alla Markas gli devi dire Cappellini e il Romano ...va bene?”.
G.G.
Via Giovanni Paisiello n.40
00198 Roma
Tel. 06 85357599 - 06 84082003
Fax 06 85357556
email: [email protected]
Direttore responsabile
Francesco Storace
Amministratore
Roberto Buonasorte
Direttore Generale
Niccolò Accame
Capo Redattore
Igor Traboni
Progetto grafico
Raffaele Di Cintio
Società editrice
Amici del Giornale d’Italia
Sito web
www.ilgiornaleditalia.org
Per la pubblicità
Responsabile Marketing
Daniele Belli
tel. 335 6466624 - 06 37517187
mail: [email protected]
-----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 286 del 19-10-2012
4
Domenica 18 maggio 2014
Storia
UNO TRA I PERSONAGGI PIÙ ORIGINALI E FINO A POCO TEMPO FA SCONOSCIUTI DELLA NOSTRA STORIA
Piera Gatteschi, il Generale del Saf
/1
Le soldatesse di Salò: il rigido regolamento al quale dovevano attenersi le pasionarie di Mussolini
di Emma Moriconi
ome vuole che parli
delle nostre ausiliarie? Lei avrà visto tutti
quei film di guerra
americani, avrà letto
i romanzi americani del dopoguerra,
dove le ausiliarie americane avevano
tempo per l'amore, per i balli. Come
paragonarle alle nostre, costrette a
una vita claustrale, senza potersi
dare il rossetto sulle labbra, senza
poter fumare in pubblico, costrette
a nascondere i riccioli sotto quei ruvidi baschi? E lo sa che, per un romanzetto d'amore, magari per qualche occhiata languida tra un ufficio
e l'altro, si veniva espulse dal Corpo?
Ed ero stata io, io, Piera Gatteschi,
ad aver voluto una disciplina così rigida. E lo sa perché?perché avevamo
troppi avversari. Dentro e fuori. Dentro, quelli che dicevano che il posto
delle donne era in cucina, o al massimo a curare i feriti. E fuori, quelli
per i quali eravamo delle luride,
sporche fasciste, le donne dei fascisti,
le amanti dei fascisti, le puttane dei
fascisti. Ecco perché avevo voluto
una rigida disciplina militare, di stampo addirittura prussiano. Le avrei
salvate, pensavo. E invece non è servito a niente. Furono ugualmente
insultate, vilipese, violentate, assassinate". Sono le parole con cui il Generale di Brigata Piera Gatteschi
Fondelli racconta a Luciano Garibaldi
“C
le vicende delle Ausiliarie di Salò. È
il 1984, quando lo storico incontra
l'anziana bella signora, che di anni
ne ha 82, "alta, dritta, dal portamento
eretto, i modi cortesi e autoritari"
come racconta in "Le soldatesse di
Mussolini". "Portava i capelli argentei
riuniti sulla nuca - scrive ancora Garibaldi - a lasciarle scoperta la fronte
alta, nella quale brillavano due occhi
profondamente azzurri che ella non
nascondeva se non per leggere qual-
che lettera o documento".
La storia di Piera Gatteschi Fondelli
è una delle più originali - e fino a
poco tempo fa sconosciute - di
un'epoca di cui gli aspetti sconosciuti
sono ahimè tanti, troppi. "Mentre due
corposi capitoli dedicati alle ausiliarie
della RSI - scrive ancora Garibaldi sono presenti nel libro di Giorgio
Pisanò "Storia delle Forze Armate
della RSI" (Milano, 1967), e cenni
esaurienti si trovano nel "Controme-
moriale" di Bruno
Spampanato (Roma,
1952) e in "Due anni di
storia" di Attilio Tamaro
(Roma, 1948), non una
riga, su questo straordinario evento tipicamente italiano (Corpi
femminili regolarmente
arruolati e sottoposti al
codice militare di guerra non risultano essere
stati presenti in alcuna
delle guerre civili che
hanno dilaniato gli Stati
europei in questo secolo, non nella Spagna
degli anni '30, e neppure nella sanguinaria
Balcania degli anni '90),
non una riga è rintracciabile nei resoconti sulla RSI e sulla guerra civile che vanno per la
maggiore".
È un discorso a cui siamo abituati, ma vale la pena di sottolinearlo anche qui: come è possibile
che i tanto accurati libri su cui per
decenni tante generazioni hanno studiato non riportino neppure una riga
su un fenomeno così atipico e straordinario come quell'ondata di giovinezza che invase le caserme con la
passione e la veemenza del patriottismo più sincero? Erano ragazze che
erano partite da casa, spesso fuggendo in bicicletta o a piedi per ar-
ruolarsi. Una marea di passione e di
volontà. Ragazze che avevano scelto
la strada più difficile, non la più comoda. Piera Gatteschi Fondelli è stata
la sola donna Generale di Brigata:
ferrea, sicura, coraggiosa, diligente,
un soldato tra i soldati. Il suo memoriale, raccolto da Luciano Garibaldi,
comincia così: "Mi rendo conto di essere una sopravvissuta della storia, e
so che i giovani stenteranno a credere
quello che sto per raccontare, soprattutto le ragazze, che giustamente
rivendicano la parità con l'altro sesso
e se la sono guadagnata grazie alla
loro serietà e al loro impegno. [...] Il
fatto è che, tra il 1944 e il 1945, sono
esistiti in Italia, cinquemila soldati in
grigioverde di sesso femminile. Purtroppo c'era, oltre alla guerra mondiale, anche la guerra civile, il che
non consente quasi mai il tono pacato
e sereno che avevano i nostri padri e
i nostri nonni, quando ci parlavano
del Carso e del Montegrappa. Ricordo
ancora le parole che la mia vicecomandante, Cesaria Panchieri, scrisse
sul nostro giornale: 'Non ci sono paragoni che per noi valgano. Non possiamo confrontarci né con le inglesi
né con le americane. Esse lavorano
in un Paese che non è in preda alla
guerra civile, esse non bagnano col
sangue del martirio la divisa che le
distingue'".
(... continua ...)
[email protected]
Domenica 18 maggio 2014
5
Focus
UNA STORIA A LIETO FINE CHE DIMOSTRA COME I SENTIMENTI VERI E PROFONDI SIANO IN GRADO DI SUPERARE OGNI OSTACOLO
La favola romantica di Wanda e Gherard
Un soldato tedesco e una ragazza calabrese s’innamorano sotto le bombe e, a guerra finita, mettono su famiglia
di Cristina Di Giorgi
mnia vincit amor” ha scritto
Virgilio. E la storia di Gherard e Wanda è forse una
delle più romantiche dimostrazioni di quanto il grande
poeta latino abbia, in questo suo verso, tracciato una verità a cui anche i più scettici e
disillusi prima o poi finiranno per credere.
“O
Tempi di guerra
E’ l’estate del 1943 e da oltre quattro anni
si sta combattendo una guerra che ha provocato ovunque devastazione. Anche l’Italia,
impegnata nel conflitto al fianco dell’alleato
tedesco, sta affrontando battaglie che incideranno profondamente sul suo futuro destino, con conseguenze che andranno ben
oltre le più nere previsioni. In un paesino
della Calabria (San Costantino) vive una
famiglia con cinque figli, due maschi e tre
femmine. Una di loro è una diciannovenne
alta e slanciata, che svetta con la sua testa
di riccioli castani sulle compagne di scuola,
più piccole sia d’altezza sia d’età (i genitori
avevano infatti deciso di ritardare la sua
frequenza alle magistrali per non farle fare
da sola il viaggio in treno fino a Vibo Valentia, sede dell’istituto scolastico). Wanda
– questo il nome della giovane – è sempre
allegra, sorridente e gentile con tutti.
Dopo San Costantino, la prima fermata della
“littorina” che ogni giorno Wanda prende
per andare a scuola è quella di Cessaniti.
Ad un centinaio di metri dalla stazione c’è
l’entrata del Campo di aviazione dell’Aeronautica Militare, dove in quel periodo risiedono centinaia di soldati – avieri italiani
e alcune decine di tedeschi della Luftwaffe.
Che suscitavano curiosità e simpatia nei
loro coetanei e coetanee ed ammirazione
nella gente del luogo per la loro serietà e
compostezza. Alcuni di loro, alloggiati in
case private a San Costantino, trascorrono
le giornate esercitandosi nelle loro mansioni
nella campagna alla periferia del paese e,
nel tempo libero, giocano a scacchi e cantano, accompagnati dalla fisarmonica suonata
da uno di loro. L’atmosfera è quindi almeno
apparentemente serena, anche se incombe
su tutti l’ombra della guerra, che però si
sta combattendo su fronti piuttosto distanti
da quel bucolico scenario calabrese.
Distruzione e morte però arrivano ben
presto anche lì. Nel pomeriggio del 10
luglio 1943, gli eserciti anglo-americani
sbarcano sulle coste meridionali della Sicilia
e alle 19.30 di quello stesso giorno, sessanta
quadrimotori B24 sganciano migliaia di
bombe sul campo di aviazione di Vibo Valentia, causando la morte di alcune decine
di avieri oltre a notevoli danni agli impianti
ed alla pista di volo. Anche San Costantino,
che distava in linea d’aria un paio di chilometri, subì le conseguenze di quel bombardamento, come anche i paesi vicini. Il
giorno successivo un nuovo bombardamento,
che distrugge quel che resta del Campo di
aviazione e provoca oltre cento vittime.
Il primo incontro
“La mattina del 12 luglio – racconta Wanda
– io ed una mia amica stavamo facendo una
passeggiata lungo i binari della ferrovia,
dirette alla galleria dopo il grande ponte di
ferro che per noi di San Costantino era stata
di rifugio durante i bombardamenti. Sulla
strada incontrammo due soldati tedeschi:
uno di loro stava dipingendo, seduto sotto
un albero di ulivo. Offrimmo loro le uova
sode che avevamo portato per colazione,
che accettarono volentieri. Poi, dopo aver
scambiato qualche parola, li salutammo. Per
tutto il giorno il rombo delle squadriglie
aeree nemiche non ci lasciò un momento di
pace. La sera, per scampare alle bombe,
sue notizie. Nella ritirata
verso il Nord, attraversarono Campania, Lazio,
Toscana ed Emilia, affrontando insidie, scontri e bombardamenti.
Raggiunsero la linea gotica a fine aprile del
1945, mentre il secondo
Corpo polacco occupava Bologna e le armate
anglo americane dilagavano nella Pianura Padana. Gherard si trovava
nei pressi di Bologna
quando il suo reparto
si scontrò con la fanteria
inglese: costretto ad arrendersi, fu catturato e
rinchiuso in un campo
di prigionia in Egitto. E
finalmente gli fu permesso di scrivere. Wanda ricevette la sua lettera il 10 ottobre 1945.
Era passato tanto tempo
(ventisei mesi di lunga
e dolorosa attesa) e la
giovane calabrese aveva quasi perso le speranze sulla sorte del suo
innamorato tedesco.
Quanta gioia quindi nell’apprendere che, seppure prigioniero, Gherard era vivo!
Deve comunque ancora
passare parecchio tempo prima che i due fidanzati riescano a coronare il loro sogno.
Dopo che si furono spenti gli ultimi fuochi della
guerra, nel settembre
1948 venne finalmente
il giorno del rilascio del
giovane soldato germanico, che fu portato prima a Bengasi e poi, pasBombardamenti su Vibo Valentia; in alto, Gherard e Wanda; qui sotto, Ponte San Costantiono, dove i due s’incontrarono
sando per Tripoli, raggiunse Trieste. Da qui si
nei giorni successivi.
mise in viaggio per la sua Dortmund, dove
Mi chiese di fidanzararrivò il 29 settembre. Giusto in tempo per
ci, ripetendomelo anfesteggiare, riabbracciando la sua famiglia,
che in francese per
il suo venticinquesimo compleanno. Una
paura che non avessi
grande gioia, anche se la sua Patria ritrovata
capito. Accettai felice
non era più la stessa di quando era partito
la sua proposta. Disse
sei anni prima: città completamente distrutte
a mio padre che era
dai bombardamenti, cumuli di macerie ovuninnamorato di me, e
que, dolore e distruzione. Ma anche compoche se io fossi stata
stezza e dignità. Anche la sua casa non c’era
d’accordo, alla fine
più, ma i suoi genitori erano vivi. Ed anche
della guerra sarebbe
lui e la sua Wanda, il cui pensiero l’aveva sotornato per sposarmi!
stenuto durante quei difficili mesi di guerra
L’ultima volta che lo
e prigionia. Non restava quindi che tornare
vidi fu il 6 agosto
in Italia a realizzare il loro sogno d’amore.
tutto il paese (compresa la famiglia) si rifugiò
quando, commosso, venne a salutarmi. C’era
sotto la galleria. All’1.05 udimmo, vicinissimo,
un camion che lo attendeva: doveva ripartire
Il coronamento del sogno
il frastuono delle esplosioni e delle raffiche
subito con il suo reparto. Mi disse: ‘Se avrò
L’incontro tanto atteso, desiderato e sognato,
di mitragliatrice: era il terzo bombardamento
fortuna e sarò vivo alla fine della guerra,
avvenne a Firenze il 27 dicembre 1949.
in tre giorni”. All’entrata di quell’improvvisato
tornerò qui da te e ti chiederò di sposarmi.
Dopo 1850 giorni dall’ultima volta che i
ma provvidenziale riparo, Wanda incontra
Non mi dimenticare!’ Gli risposi dandogli
loro sguardi si erano incrociati, Wanda e
Gherard, il soldato tedesco che aveva coun bacio sulla guancia, che lo rese felice”.
Gherard finalmente riuscirono a riunirsi.
nosciuto in mattinata. Basta uno sguardo ed
Ed era davvero felice Gherard, ventunenne
Avevano creduto nell’Amore e avevano vinil destino dei due ragazzi è segnato. Lo stato
di Dortmund che prima della guerra aveva
to: si sposarono il 12 febbraio 1950 e vissero
d’animo del momento, il bisogno di sostegno
studiato all’Accademia di Belle Arti e amava
sessantatre anni di matrimonio felice, ale protezione, la paura e la voglia di vivere,
la pittura, la letteratura italiana e la poesia
lietato dalla nascita di tre figli. Amore che
fanno il resto, e contribuiscono a dare inizio
romantica europea con il suo mondo di
continua anche oggi che Gherard non c’è
ad una storia d’amore che sarebbe durata
bellezza e malinconia.
più (è morto nel febbraio 2013 dopo una
per tutta la loro vita.
lunga malattia).
La lunga separazione
“Con questo scritto – dice Filippo Bartuli,
La promessa
Dopo la partenza, riuscì a scrivere a Wanda
che ha raccontato la storia di Gherard e
“La mattina dopo (era il 14 luglio 1943) il
alla fine di agosto, dicendole che si trovava
della sua conterranea Wanda sul mensile
soldato tedesco che mi aveva seguito per
vicino a Cosenza. Poi ci fu l’8 settembre,
‘Monteleone’ – ho voluto lasciare il ricordo
vedere dove abitavo – dice ancora Wanda
che colse il reparto di paracadutisti di cui
di un amore non comune, che ha vinto nel
- venne per la prima volta a casa mia per
Gherard faceva parte mentre risaliva la Petempo della guerra e dell’odio”. Omnia
conoscere la mia famiglia, e tornò anche
nisola. Da allora in poi non riuscì più a dare
vincit amor.
6
Domenica 18 maggio 2014
Esteri
BOTTA E RISPOSTA TRA LA PRESIDENTE DILMA E I VERTICI FIFA. “UN PESO”, “LA BUROCRAZIA È UN INFERNO”
Clima teso in Brasile in vista dei Mondiali
Scontri con la polizia in numerose città. Movimento senzatetto: “Vogliamo case, non stadi”
di Giorgio Musumeci
er il Brasile i Mondiali di calcio
dovevano essere un’occasione
di rilancio e promozione, e invece si sono trasformati in una
battaglia politica senza esclusione di colpi. Da una parte la presidente
brasiliana Dilma Rousseff, dall’altra i massimi esponenti della Fifa, Joseph Blatter e
Jerome Valcke, con quest’ultimo reo di
aver definito “un inferno” la burocrazia
brasiliana con i suoi “tre livelli di governo”.
Espressione che non è andata giù alla
Dilma, dal canto suo attenta a non fare
mosse false in vista delle prossime elezioni
presidenziali fissate per il prossimo ottobre.
Se da una parte cavalca il malcontento
popolare definendo “un peso” i vertici
della Fifa, dall’altro annuncia di mantenere
alta la guardia, soprattutto nelle 12 città
che ospiteranno gli incontri, affinché la
competizione calcistica si svolga nel migliore dei modi. La “Giornata contro i
Mondiali”, che era stata definita dal movimento una sorta di prova generale in
vista dell’inizio della Coppa del mondo,
ha avuto un’adesione al di sotto delle
aspettative. Secondo la polizia, infatti, sarebbero state 10mila le persone che hanno
risposto alla convocazione effettuata dal
movimento tramite facebook.
Tuttavia, cortei si sono comunque svolti a
San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte,
Brasilia e Manaus, con i manifestanti che
hanno esposto cartelli contro la Fifa (“Fifa
terrorista”, “Fifa tornatene in Svizzera”) e
contro il governo (“Vogliamo scuole e
UN INCENDIO COMPLICA IL LAVORO DEI SOCCORRITORI
P
Miniera di Soma,
crescono le vittime
i aggrava il bilancio delle
vittime della strage avvenuta nella miniera di
Soma, in Turchia. I morti salgono a 299, mentre sotto terra
restano ancora intrappolati
tre minatori. Ogni minuto che
passa, la speranza di recuperarli si affievolisce sempre
di più. A complicare ulteriormente il lavoro dei soccorritori, un nuovo incendio scoppiato ieri mattina a 300 metri
di profondità, proprio nella
zona dove sono intrappolati i
tre uomini. A dare l’annuncio
sulla drammatica situazione,
è stato il ministro dell’Energia
turco Taner Yildiz.
Mentre da Washington arrivano le condoglianze del presidente degli Stati Uniti, Barack
Obama, dichiarandosi pronto
a fornire “ogni assistenza che
possa aiutare coloro che sono
stati colpiti da quanto successo”, nel Paese colpito da
questa immane strage non si
S
ospedali, non stadi”). A San Paolo, alcuni
contestatori hanno sfilato con le foto dei
nove operai morti nei cantieri degli stadi.
I manifestanti hanno anche solidarizzato
con le proteste di insegnanti, autisti del
trasporto pubblico e metalmeccanici che
in questi giorni stanno scioperando in diverse città del Paese. Nelle scorse ore
numerosi scontri si sono verificati a Brasilia,
dove il Movimento lavoratori senzatetto
(Mtst) ha tentato di occupare la sede di
una società immobiliare proprietaria del
nuovo stadio “Manè Garrincha”, e a San
Paolo, dove alcune decine di “Black bloc”
con il viso coperto da maschere e passamontagna hanno cominciato a sfondare
le vetrine e a saccheggiare i negozi.
Scontri si sono verificati anche nei pressi
dello stadio Itaquerao, che il prossimo 12
giugno ospiterà la partita inaugurale dei
Mondiali, quando un gruppo di ultrà del
Corinthians ha incendiato pneumatici e
lanciato pietre e bottiglie contro gli agenti
della polizia. Negli incidenti sono rimasti
feriti un agente, due fotografi ed un manifestante. Una decina di giovani, invece,
sono stati arrestati perché trovati in possesso di martelli e bombe molotov. Visto
il clima di tensione, sembra essere servito
a poco l’appello lanciato dalla presidente
Dilma affinché il popolo brasiliano sia
ospitale e allegro con gli stranieri.
placano le polemiche, tra accuse di negligenza alla società
proprietaria della miniera, al
governo per non aver preso
misure malgrado i problemi
noti del sito estrattivo, al premier Erdogan per aver minimizzato sulle responsabilità
e per un atteggiamento che
la gente ha percepito come
segno di indifferenza per la
sorte dei minatori.
Nei giorni scorsi, infatti, numerosissimi manifestanti hanno dato vita a proteste disperse poi dalle forze dell’ordine con lacrimogeni e
idranti. Dal canto suo, l'azienda
che gestisce la miniera ha
respinto tutte le proprie responsabilità, ammettendo solo
che la camera di sicurezza
che avrebbe potuto salvare
molte vite non era stata ancora
costruita. Fonti ministeriali dichiarano che il bilancio delle
vittime si fermerà intorno alle
G.M.
300 persone.
7
Domenica 18 maggio 2014
Da Roma e dal Lazio
PROTESTA A ROMA EST
LO STILLICIDIO AI DANNI DEI TURISTI
“Non fate qui la spesa: Raffica di borseggi,
20 arresti: tutti rom
ci stanno licenziando” È
di Valter Brogino
ono giornate di
mobilitazione
per i dipendenti
del
gruppo
Brek-Pam, di cui
fa parte anche la nota
catena commerciale Panorama, al centro commerciale Roma Est di
Lunghezza. Entro il prossimo 31 maggio infatti,
saranno sette i locali,
tra bar e ristoranti, che
abbasseranno le saracinesche, lasciando a
casa i 65 dipendenti. Un
abisso di angoscia per
i lavoratori del centro
commerciale Roma Est,
contrattualizzati con la Cibis Spa, società che gestisce i marchi della ristorazione e che fa parte del gruppo
Pam-Panorama". I lavoratori, spiega
il sindacato Flaica Roma, "sono sul
piede di guerra. Oltre 50 impiegati,
infatti, daranno vita anche oggi dalle
11 alle 19 a un colorato corteo all'interno del centro commerciale e pre-
S
sidieranno le entrate clienti dell'ipermercato Panorama lì presente, distribuendo un volantino ironico simile a
quelli pubblicitari della grande distribuzione in cui verranno messi in
offerta speciale i 65 dipendenti che
a breve saranno licenziati e inviteranno
i clienti a solidarizzare con le ragioni
della loro protesta invitando i clienti
a non fare la spesa".
"Non possiamo essere trattati come merci- sottolinea, Natalino Ridente, lavoratore licenziato e rappresentante Flaica
Cub Roma all'interno
della Cibis Spa- La
cassintegrazione e la
buonuscita per i dipendenti che accettano il licenziamento
(esito della trattativa
condotta dai sindacati confederali), per
noi, sono irricevibili.
E l'offerta di riassorbimento di soli 2 lavoratori su 65 a Milano, tra l'altro con la
formula del part-time, è semplicemente ridicola".
Una cosa per Ridente è certa: "La mobilitazione andrà avanti finché i vertici
aziendali non ci daranno risposte concrete e soprattutto trasparenti. A cominciare dai nomi delle società che
subentreranno nei sette locali in via
di chiusura a Roma Est".
un esercito pronto a colpire. E sarà, purtroppo,
il ricordo indelebile che
tanti turisti porteranno a casa
da Roma. Non le bellezze, non
la cucina, non il clima: ma
l’aggressione dei ladri, lo stato
di assedio che si respira. Anche
questo fine settimana la stretta
si è sentita: hanno cercato di
porvi rimedio, come sempre,
le forze dell’ordine. Il bilancio
è tutto dire. Venti borseggiatori
sono stati arrestati in sole 48
ore dai carabinieri del Gruppo
di Roma nel corso dei controlli,
svolti anche in abiti civili, nei
principali luoghi di interesse turistico.
Ma la statistica è impietosa, ha
ancora lati interessanti da far
scrutare a chi dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) governare
il Paese e la stupenda città che
le fa da capitale. E il razzismo
c’entra poco. Perché gli arrestati
sono tutti rom di età compresa
tra i 18 e 62 anni. Una “vocazione” che non ha età, insomma…
I militari delle Compagnie Centro, San Pietro, Piazza Dante,
Eur e Parioli hanno sorpreso i
borseggiatori nei pressi dei mo-
numenti come Bocca della Verità, Basilica di Santa Maria
Maggiore, Musei Vaticani, ma
anche nei pressi di fermate metropolitane 'Spagna', 'Colosseo',
'Termini' nonché a bordo di autobus, a caccia di turisti da derubare.
Gli arrestati, quasi tutti con precedenti, sono stati accompagnati
in caserma in attesa di essere
processati con il rito per direttissima. La refurtiva, del valore
di qualche migliaia di euro, è
stata riconsegnata alle vittime
che hanno denunciato i furti.
Gustavo Lidis
PRENESTINO
Infastidisce una prostituta:
gambizzato dagli sfruttatori
olpi d’arma da fuoco, in un
quadro di desolante degrado
e squallore. E gli spari che
diventano colonna sonora di un
film nel quale la mancanza di legalità è l’attore protagonista, mentre Roma fa da scenario impotente. Aggredito e gambizzato da
tre connazionali, probabilmente
per aver esagerato con qualche
prostituta. È quanto è successo
venerdì sera, intorno alle 21.30
in via Prenestina 1230, dove un
cittadino albanese di 26 anni è
stato raggiunto da un colpo d’arma
da fuoco al polpaccio sinistro.
Secondo il racconto del giovane,
tre persone lo hanno costretto a
C
Eurosky Tower.
Entrare in casa e uscire dal solito.
salire in auto e poi, dopo averlo
picchiato, gli hanno sparato colpendolo alla gamba. Il 26enne,
incensurato, è riuscito a scappare
e ha chiamato il 112. Una volta
arrivati sul posto i militari del nucleo operativo radiomobile di Frascati hanno recuperato un solo
bossolo calibro 9. L'albanese è
stato trasportato all'ospedale di
Tor Vergata: non è mai stato in
pericolo di vita. Secondo una prima ricostruzione, l'aggressione
potrebbe essere avvenuta per
motivi legati alla prostituzione. Il
giovane probabilmente ha infastidito qualche "lucciola" facendo
scattare l'ira dei protettori. G.L.
LA CAMPAGNA ELETTORALE A TIVOLI
Fratelli… di dove?
n certo imbarazzo sta destando la propaganda elettorale di un candidato al
consiglio comunale di Tivoli. Il
centro tiburtino va al voto e, vista
la sua importanza strategica, la
battaglia elettorale è piuttosto accesa all’ombra della Villa di Adriano. Ma una foto scattata con un
manifesto affisso sta avendo un
effetto virale su internet. A firmarlo
è Vrabie, giovanotto venuto in
Italia dalla Romania, che ha trovato
un posto nella lista di Fratelli
d’Italia. E che ora, giustamente,
chiede il voto. Ma lo fa in romeno,
evidentemente per portare in consiglio comunale le istanze della
sua comunità. “Votul util pentru
Tivoli”, un voto utile per Tivoli, è
quello che chiede Vrabie, che
istruisce anche i propri elettori:
U
Il quotidiano è sempre straordinario.
Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere
dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità
ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento
che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso
funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq.
La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre
un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale.
Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione,
altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti
al numero 800 087 087.
“Bareazà simbolul si scrie Vrabie”,
si barra il simbolo e si scrive
Vrabie. “Cu Marco Innocenzi primar”, cioè con Marco Innocenzi
sindaco, si capisce. Unica obiezione: ma Fratelli d’Italia o Fratelli
R.V.
di Romania?
RE AWARDS
Premio Speciale
Smart Green Building
UFFICIO VENDITE
Roma EUR
Viale Oceano Pacifico
(ang. viale Avignone)
Numero Verde 800 087 087
www.euroskyroma.it
8
Domenica 18 maggio 2014
Dall’Italia
SVOLTA NEL GIALLO DI VERCELLI
Strage di Santhià: il killer era drogato
Dopo una breve fuga si è costituito Lorenzo Manavella accusato di omicidio e rapina
aggravata. Il 25enne avrebbe massacrato nonni e zia, colei che aveva denunciato un furto
di Barbara Fruch
durata meno di 12 ore la
fuga di Lorenzo Manavella,
il giovane ricercato dai carabinieri per la morte dei
suoi due nonni paterni Tullio Manavella, 85 anni, e Pina Bono,
78enne e della zia Patrizia, 56 anni.
La strage è stata compiuta in una
villetta di Santhià (Vercelli) e già
dalle prime ore i sospetti erano caduti sul nipote, un 25enne di cui si
erano perse le tracce.
Il giovane, ricercato da venerdì mattina, è stato fermato nella serata a
Venezia, con gli abiti ancora sporchi
del sangue delle vittime. È stato lui
a consegnarsi alla Polfer di Venezia,
dove era arrivato in treno proveniente da Milano: “Mi voglio costituire da voi e non a Vercelli - ha
detto - sono io l’autore degli omicidi
di Santhià”. “Ho perso la testa”
avrebbe aggiunto. Per lui è stato
subito disposto l’arresto e nella
notte tra venerdì e sabato è stato
trasferito da Venezia a Vercelli.
L’accusa è di omicidio e rapina aggravata: in casa cercava soldi, forse
sarebbe stato sorpreso proprio dal
nonno, ma la dinamica di quello
che è accaduto a Santhià giovedì
sera è ancora tutta da chiarire. Di
certo si sa che per fuggire a Venezia,
dove poi si è costituito, ha sottratto
una piccola cifra. Così come secondo quanto ricostruito, giovedì
È
sera il 25enne avrebbe dovuto rinunciare ad andare in discoteca
con gli amici perché non aveva i
soldi per pagare l’ingresso. Così,
era stato riaccompagnato a casa
dagli amici dopo una festa di compleanno.
Dai primi accertamenti inoltre il ragazzo avrebbe agito sotto l’effetto
della cocaina anche se gli amici,
interrogati dai carabinieri, hanno
raccontato di aver fumato con lui
solo uno spinello la notte della strage. “L’impulso omicida sarebbe ricollegabile alla droga” è scritto in
una nota diffusa dalla Procura che
ipotizza “un momento di follia violenta”. Non si esclude l’ipotesi che
abbia agito con qualcun altro.
Lorenzo, promessa del volley, secondo le testimonianze di chi lo conosce era “uno che dava problemi”,
“un vandalo”,“aveva avuto guai con
la legge”. Nel suo passato ci sono
reati legati allo spaccio di hashish.
Ma il vicepresidente della squadra
di pallavolo di Santhià, Daniele Boschetti, lo difende:“È acqua passata
– dice – Da anni ormai viveva solo
per la pallavolo e per il beach volley”. Su facebook Lorenzo aveva
scritto dei suoi nonni: “Sono l’unica
gioia della mia vita”.
Resta da capire perché
li abbia massacrati con
una brutalità a cui nessuno dei suoi amici
vuole credere.
Intanto nella villa di
Santhià continuano i
sopralluoghi da parte
delle forze dell’ordine
e cominciano ad emergere i primi dettagli
circostanziali sulla strage. Secondo quanto
trapela dagli investigatori Lorenzo Manavella ha colpito i nonni
Tullio e Pina, e la zia
Patrizia, sia con un corpo contundente, sia
con un coltello. I corpi
delle tre vittime presentavano, tutti, ferite
sia da arma da taglio, sia derivante
da un oggetto contundente.
La anziana era malata di Alzheimer,
molto sofferente, non riconosceva
più i parenti, passava le giornate in
carrozzella. L’hanno trovata nel letto,
in camicia da notte. Lui, direttore di
banca in pensione, pochi passi oltre,
riverso in corridoio. Il terzo cadavere, quello della figlia era al piano
inferiore, vicino la porta d’ingresso.
E in tutta la casa c’era disordine e
confusione: cassetti aperti e sangue.
La strage si è consumata in una villetta bifamiliare nel piccolo centro
piemontese, divisa a metà tra la
FIRENZE
coppia e un figlio dei due,Gianluca
e la sua compagna, padre del ragazzo arrestato. I genitori tempo fa
si erano separati e Lorenzo ora vive
con il padre e la sua nuova compagna proprio nella villetta bifamiliare
dove è avvenuto il delitto. Secondo
“Vercelli Oggi”, lo scorso lunedì
una delle vittime, Patrizia Manavella,
aveva denunciato un furto nella propria abitazione, per questo si sarebbe trasferita dai genitori in questi
giorni. “Aveva preso tutti i gioielli
nel cassettino del comò, senza bisogno di cercare e fare confusione”,
ricorda una vicina.
Gianluca e la sua compagna sarebbero rientrati nella serata di venerdì
dalla Sardegna, dove sono stati impegnati in un corso di aggiornamernto professionale. L’uomo allena
la squadra locale di volley nella
quale gioca anche il figlio Lorenzo.
È stato proprio Gianluca, a sua volta
ex campione di volley, il primo ad
avere il sospetto che a Santhià poteva
essere successo qualcosa ai suoi
genitori. L’uomo dalla Sardegna ha
chiamato, nella mattina del 16 maggio, a casa della madre, ma non ha
avuto risposta. Allora ha chiamato
sul cellulare la sorella Patrizia, ma
anche in questo caso non ha avuto
risposta. Alla fine ha chiamato un
amico di Santhià, chiedendogli di
andare a controllare.
Per i tre ormai non c’era più nulla
da fare. Un giallo di poche ore che
vede già in carcere il colpevole.
NAPOLI
Nella “ricca” Toscana Mangia carne avariata:
alto tasso di povertà bambino rischia la vita
V
H
erdi colline, tesori
dell’arte e… tanta
povertà. E già, anche la Toscana, storica
terra di piccole e medie
aziende, si riscopre in
crisi. Pesantemente, peraltro. Perché il 15% dei
toscani vive al di sotto
della soglia di povertà.
Il dato, che anticipa il
rapporto Caritas 2014
che sarà presentato a
metà giugno, è stato
reso noto ieri all’Istituto
degli Innocenti di Firenze
in occasione dell’incontro promosso dalla delegazione Cesvot
di Firenze dal titolo "Nuove povertà:
il ruolo del volontariato tra impegno
e criticità" tra cui ha partecipato
Francesco Marsico, responsabile
area nazionale Caritas italiana. In
particolare, tra i più colpiti le coppie
con tre o più figli, soprattutto se i
figli sono minorenni e i genitori
single. "I dati elaborati dal nostro
Istituto- dichiara Alessandra Maggi,
presidente dell’istituto degli Innocenti- non lasciano dubbi: si può
dire che nel triennio 2010-2012
l’indicatore di povertà è peggiorato
sia in Italia - da 24,5% al 29,9% che nell’Unione europea dal 23,6%
al 24,7%.
Se l’Unione ha individuato il problema, le misure adottate nell’ambito della strategia Europa 2020
sembrano essere troppo deboli
portando la situazione ad un continuo aggravarsi". Ragionare di
povertà "oggi - sottolinea il direttore
di Caritas Firenze, Alessandro Martini - non vuole dire più ragionare
di fasce di marginalità della popolazione, ma significa parlare di
tante persone e tante situazioni
che impropriamente vengono de-
finite come situazioni
di normalità: non solo
povertà materiale ma
anche povertà legata
ad altri aspetti, sia in
ambito educativo che
sociale".
È importante, prosegue Martini, "ribadire
la necessaria collaborazione fra le divere
associazioni e organizzazioni del volontariato che, come settore, è chiamato sempre di più a farsi carico
delle difficoltà e dell’affanno che
dimostra il sistema".
Si è "voluto porre all’attenzione
dei cittadini le azioni concrete delle
organizzazioni di volontariato che
tendono a dare una prima risposta
ai bisogni sempre crescenti portati
anche dalla crisi", spiega Ivana
Ceccherini, Presidente della delegazione Cesvot di Firenze. "Le associazioni – continua - si attivano
non solo per aiutare a risolvere i
problemi ma per creare un clima
di condivisione nel quale camminare insieme e fare rete".
Bruno Rossi
a mangiato
carne di coniglio conservata, probabilmente
per diversi giorni, in
un barattolo di vetro.
Ora, un bambino
ucraino di 11 anni si
trova ricoverato in
gravissime condizioni
al Santobono di Napoli. Tutti i sintomi,
vomito, difficoltà respiratorie e motorie, sarebbero
riconducibili al botulismo. La gravità della malattia ha indotto la
procura di Torre Annunziata e
l’Asl Napoli 3 Sud ad aprire un’inchiesta: medici e forze dell’ordine
sono chiamati ad accertare cosa
ha generato la malattia e anche le
eventuali responsabilità.
Secondo le prime verifiche, come
riporta “Il Messaggero” a causare
l’intossicazione sarebbe stata la
carne di coniglio che la famiglia
del bambino ha portato dal Paese
d’origine e che conservava in un
barattolo di vetro: proprio la modalità approssimativa di conservare
la carne sarebbe alla base dell’infezione. I residui della pietanza,
mangiata dal bambino 48 ore prima del malore, sono stati trovati
nella spazzatura dal dottor Nicola
Trinchese, epidemiologo dell’Asl,
che ha effettuato l’ispezione assieme al veterinario Salvatore Carbone, al tecnico Domenico Peluso
e al suo staff. I due medici sono
stati allertati direttamente dai colleghi del Santobono, dove il bambino è stato portato dopo un
primo ricovero all’ospedale Martiri
del Villa Malta di Sarno.
Il piccolo ha prima vomitato, poi
ha cominciato ad avere problemi
a parlare, deglutire, respirare. A
quel punto la madre e lo zio, che
vivono con lui a Poggiomarino,
si sono preoccupati ed hanno de-
ciso di portarlo a Sarno.
Dopo le prime analisi,
la decisione di trasferirlo
a Napoli. Peraltro, della
questione è stato interessato anche l’Istituto
superiore di Sanità, al
quale i medici del Santobono hanno inviato un
campione delle feci del
bambino. L’intossicazione da botulino, infatti, è
piuttosto rara e richiede
una serie di accorgimenti.
Non c’è pericolo di contagio, ma
è necessario accertare che nessun altro componente della famiglia del bambino abbia mangiato la stessa carne. I residui
trovati nel barattolo incriminati
sono stati inviati, su disposizione
della Procura di Torre Annunziata,
all'istituto di zooprofilassi di Portici, dove saranno accuratamente
analizzati.
L’undicenne, che si era da poco
trasferito a Poggiomarino e frequentava la quinta elementare, è
intubato in rianimazione e si attendono con apprensione le prossime ore per capire come sta reagendo alle prime cure.
9
Domenica 18 maggio 2014
Dall’Italia
TERNI - NUOVO COLPO NELLE INDAGINI
Baby prostitute: arrestata l’Ape Regina
In manette una 27enne romena che aveva un vasto giro di clienti a cui proporre
lo squallido mercato. La donna riceveva un compenso per ogni prestazione delle giovani
di Barbara Fruch
uovo colpo di coda nelle
indagini sul presunto giro
di prostituzione delle
baby-squillo a Terni. Ieri
mattina, infatti, i Carabinieri
del Nucleo Investigativo, hanno arrestato una romena di 27 anni, Aurelia
Mudavoiu, residente a Terni, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Perugia.
Gli inquirenti, che la ritengono essere
“l’ape regina del gruppo”, parlano
di “brillante risultato, che ha permesso di assicurare alla giustizia
una donna senza scrupoli che non
ha esitato ad indurre alla prostituzione anche ragazze minorenni, pur
di ottenere elevati profitti economici”.
I carabinieri spiegano che la giovane
è accusata di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile, oltre che di sfruttamento della prostituzione.
Il suo nome era già emerso durante
la prima tranche dell’indagine. L’arresto è maturato negli ultimi giorni
con l’acquisizione di altri elementi
(a partire dalle dichiarazioni rese
dai clienti e dalle tre giovani coinvolte
nel ‘giro’) che hanno fornito ulteriori
conferme circa il suo ruolo.
Dietro al pagamento di parte del
compenso pattuito, la donna avrebbe
infatti presentato le minorenni ai due
soggetti di Spoleto già arrestati lo
scorso 30 aprile, inducendole ad
avere rapporti sessuali a pagamento
con loro. Nel corso delle indagini, i
carabinieri hanno accertato che la
N
giovane, che si prostituiva, aveva un
giro di affari talmente vasto (che interessava anche Perugia Rieti e l’hinterland Romano) da non riuscire
a soddisfare tutte le richieste della
clientela e che proponeva ai suoi
clienti altre connazionali più giovani,
sia minorenni sia maggiorenni. Per
ogni nuova ragazza che veniva inserita nel suo giro di clientela, sempre secondo gli investigatori del’Arma, la romena percepiva una
parte del compenso. In sostanza un
po’ come un’Ape regina avrebbe
gestito il suo alveare di ragazze
maggiorenni e minorenni per le
quali sarebbe divenuta il loro punto
di riferimento. Più o meno lo stesso
sarebbe accaduto con la più grande
delle tre baby-prostitute di Terni e,
a ruota, con le altre due. Non solo:
all’epoca della “fuga” da casa della
più giovane delle tre, le avrebbe offerto ospitalità presso la sua abitazione.
Secondo quanto emerso in alcuni
casi la 27enne accompagnava personalmente le ragazze dai clienti, in
altre circostanze le ospitava nella
propria abitazione, dove avevano la
possibilità di ricevere i clienti, oppure
costituiva il collegamento tra il cliente
e le ragazze che gestiva.
La sua posizione si configura dunque come la
più grave fra quelle sinora emerse nell’indagine sulle baby squillo.
La donna dopo le formalità di rito, così come
disposto dal Gip del
Tribunale di Perugia, è
stata associata presso
la locale casa circondariale di Vocabolo
Sabbione.
L’arresto della 27enne
romena, rappresenta
l’ulteriore sviluppo dell’indagine, culminata il
30 aprile scorso con
quattro arresti e tre denunce: in manette erano
finiti tre uomini e una
donna. Si tratta della
madre rumena 47enne
di una delle minorenni
sfruttate, due impiegati di Spoleto
di 66 e 51 anni e un 27enne albanese
residente ad Acquasparta. Altri tre
clienti ternani di 78, 70 e 66 anni
erano stati denunciati.
Secondo quanto emerso le tre baby
squillo, di età compresa tra 14 e 17
anni, venivano pagate con denaro
e spesso con gratta e vinci, braccialetti, schede telefoniche.
L’indagine aveva preso il via nel novembre scorso, a seguito della denuncia di scomparsa di una delle
studentesse da parte dei genitori.
Tramite pedinamenti, foto, registrazioni e intercettazioni, i militari ave-
vano quindi scoperto che la giovane
e le sue due amiche (che frequentano diversi istituti superiori ternani)
si recavano, con i mezzi pubblici o
accompagnate dagli sfruttatori, nelle
abitazioni dei clienti, tra Terni e Spoleto, oppure in alcuni alberghi, per
gli incontri.
Le tre avrebbero spesso pattuito
con i clienti un numero di prestazioni
mensili, ricevendo una sorta di stipendio, fino a circa 500 euro. La
clientela, dai 50 anni in su, era formata da una quindicina di persone
“selezionate” dagli arrestati tramite
il passaparola e poi scelte dalle stesse ragazze.
Per incontrare i clienti le giovani disertavano la scuola oppure si allontanavano dalle proprie abitazioni
con la scusa di dovere svolgere alcuni lavori domestici a pagamento.
Le loro famiglie, a detta dei carabinieri modeste ma non disagiate,
erano all’oscuro della vicenda. Tranne
appunto la madre di una delle giovani, anche lei dedita alla prostituzione (all’insaputa del marito) che
si trova tutt’ora rinchiusa nel carcere
di Vocabolo Sabbione. A Spoleto
sono invece detenuti i due impiegati
di un’agenzia funebre finiti nel ‘giro’.
È uscito invece dal carcere il 27enne
albanese residente ad Acquasparta:
il gip Andrea Claudiani ha disposto
la revoca degli arresti, commutando
la misura cautelare nel divieto di
avvicinamento alle ragazzine. Stessa
misura già applicata nei confronti
dei tre clienti ternani, sentiti dal gip
nei giorni scorsi.
MILANO - PROTESTE ALLA WIRED NEXT FEST
Tassisti in rivolta contro Uber: salta il dibattito
Caos ai giardini Indro Montanelli contro Benedetta Arese Lucini, la manager dell’app
che consente di prenotare i conducenti via smartphone: “Lesiva del nostro lavoro”
di Carlotta Bravo
nizia con i petardi e con gli spintoni all’ingresso l’atteso dibattito su Uber alla
Wired Next Fest. Circa trecento tassisti
milanesi hanno protestato ieri pomeriggio
ai giardini Montanelli di Milano contro la
presentazione del servizio di auto a noleggio
con conducente previsto proprio nel corso
del festival dell’innovazione organizzato
dal mensile edito da Condè Nast.
Fortemente contestata Benedetta Arese Lucini, manager per l’Italia dell’app che permette di prenotare conducenti attraverso
smartphone e che i tassisti considerano lesivo. Il servizio, che per ora funziona solo a
Milano ma pianifica un’espansione in altre
città italiane, ha generato nei mesi scorsi
forti tensioni (sfociati in cori e fumogeni
davanti a Palazzo Marino) tra tassisti e conducenti “Uber”.
I tassisti milanesi sono arrivati nel primo
pomeriggio con striscioni di protesta contro
il Comune di Milano e contro il servizio
Uber e hanno lanciato alcuni petardi di
fronte al palco intonando cori contro l’applicazione web. Tensioni che in più di un’occasione sono sfociate in tentativi di boicottaggio e vere e proprie liti e aggressioni.
I
Una ventina di poliziotti in assetto antisommossa hanno bloccato l’ingresso dei tassisti
al padiglione, mente alcuni rappresentanti
sindacali sono entrati per contestare.
La general manager di Uber Italia, Benedetta
Arese Lucini, è stata colpita da uova quando
ha cercato di prendere la parola.
Al dibattito erano stati invitati anche l’assessore comunale alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, e il tassista Giovanni Maggiolo,
rappresentante del sindacato Unica Filt
Cgil.
Dopo alcuni minuti di confronto fra gli organizzatori e i tassisti la presentazione è
stata sospesa. Il Comune di Milano “deve
chiudere immediatamente l’applicazione
di noleggio con conducente Uber, altrimenti
nei prossimi giorni potremmo decidere di
attuare dei fermi del servizio - ha spiegato
il portavoce del Comitato tassisti milanesi,
Cosimo Tartaglia - Uber lavora contro la
legge quadro 21 del 1992 che stabilisce in
modo chiaro ruolo e caratteristiche di tassisti
e di servizio noleggio con conducente”.
Dal palco è arrivata la replica di Maran: “Il
Comune non può chiudere applicazioni,
serve un meccanismo per regolare e capire
chi rispetta o meno le regole. L’amministrazione - ha aggiunto tra i fischi e le urla
dei guidatori che gli davano del ‘buffone’ darà sanzioni come ha sempre fatto ai
singoli conducenti”.
Nel pomeriggio, la protesta si è spostata in
stazione centrale. Una parte dei tassisti ha
sospeso il servizio e ha deciso di caricare
solo anziani, donne incinte, portatori di
handicap. Altri invece proseguono normal-
mente il lavoro caricando e scaricando
clienti di fronte alla stazione Centrale. “È
una protesta spontanea - ha precisato Tartaglia - non ‘un'organizzazione di base e
ognuno decide liberamente se aderire o
meno”. Il Comitato “da parte sua - ha concluso Tartaglia - si riunirà presto per decidere le modalità della protesta”.
10
Domenica 18 maggio 2014
Società
MOLTE LE NOVITÀ PER CHI OPERA CON LA COMUNICAZIONE SUL WEB
“Getty Image”, la rivoluzione è gratis
Disponibili sul famoso sito migliaia di foto per migliorare i propri spazi online
etty Images è un’azienda
di stock phography: cioè,
una piattaforma che raccoglie immagini premium
(sia royalty-free che royalty-managed) e vende la licenza per
l’utilizzo di quest’ultime. Fondata nel
1995, è molto conosciuta per la vastità e la qualità del suo catalogo di
immagini, utilizzate da moltissimi
business, operativi online e nel settore editoriale.
Se si gestisce un blog o un sito o
qualsiasi altra piattaforma di comunicazione web, si sarà comunque
incappati nell’annoso problema di
ricerca immagini privi di copyright.
Così, dove Google non arriva, sopraggiunge Getty.
Tutte le agenzie di stock photography conoscono questa problematica:
Getty Images ha così deciso di affrontarla fornendo la struttura per
poter usare a costo zero oltre 35
milioni di immagini, garantendo
però che siano inclusi tutti i corretti
riferimenti di attribuzione.
Le immagini gratuite si trovano sul
sito ufficiale Getty Images, effettuando una prima ricerca inserendo
le keyword di proprio interesse.
Getty Images pone delle restrizioni all’utilizzo
delle immagini. In generale, la funzionalità
embed può essere usata a fini editoriali ma
non commerciali. Questo significa che le fotografie o illustrazioni non possono essere
utilizzate nell’ambito della promozione di un
prodotto o servizio a pagamento. Inoltre, non
possono essere usate sui prodotti stessi o
per suggerire alcuna forma di associazione
o partnership.
Nessuna minaccia per i grandi reportage fotografici: “Quello che si dimentica quando si
G
parla di fotogiornalismo è che la macchina
fotografica, o il telefonino, sono solo strumenti:
c’è sempre qualcuno dietro quella macchina.
A me non interessa con cosa viene scattata
una foto, ma perché viene scattata e quello
non lo decide il filtro di Instagram, ma la persona che ci sta dietro”. È questo il punto secondo Alessandro Penso, vincitore del World
Press Photo nella categoria General news
con una fotografia che ritrae l’ospitalità riservata
ai rifugiati siriani a Sofia, in Bulgaria.
Ma il segreto del valore economico di una
grande fotografia è sempre uno, secondo
Alessandro Penso: la professione: “Mettiamo
che un giornale trova su Flickr una foto di una
manifestazione con due che si picchiano e la
pubblica. E la persona che ha scattato conferma
che il litigio è reale. Un fotogiornalista invece
ha la capacità di capire se quelle persone
fanno parte della manifestazione davvero, andrà a capire i motivi della lite, chi sono, seguirà
tutta la manifestazione. E quindi probabilmente
quel fotografo quella foto la scarterà, perché
probabilmente avevano litigato per motivi
personali che non c’entravano nulla con la
manifestazione”.
Ma le novità per Getty
Images non si esauriscono qui: dopo aver concesso le fotografie con
l’embed gratuito, l’azienda ha creato un nuovo
sito per la vendita delle
stampe fotografiche, immagini importanti e d’autore che vengono vendute con cornici.
Le foto si posso acquistare sul sito Photos.com,
una nuova piattaforma
dove è possibile trovare
i lavori dei fotografi LIFE
Collection Alfred Eisenstaedt , Gjon Mili e Margaret Bourke-White , i lavori di David Redfern
che ha ritratto musicisti
leggendari del calibro
di Beatles e Rolling Stones, e quelli del fotoreporter americano archivio Earl Foglia.
Sul nuovo sito curato da
Getty sono state aggiunte
anche le collezioni dei
più quotati fotogiornalisti Getty Images come
Brent Stirton, Mario Tama e Chris Hondros ,le
loro fotografie sono disponibili esclusivamente
su Photos.com.
Le fotografie saranno stampate da New Era
Portfolio ed i prezzi partono da 90,00 dollari
e cambiano in base alla foto, al formato, al
supporto e alla cornice. Il sito è già attivo e si
può ordinare dall’Italia ma, ovviamente, bisognerà tenere conto delle spese di spedizione
che, in base alle dimensioni e al peso delle
foto, possono essere molto costose.
Francesca Ceccarelli
A ROMA IL MEGLIO DEL FOTOGIORNALISMO MONDIALE
“World press Photo 2014”, l’obiettivo è protagonista
Fino al prossimo 23 maggio, al Museo di Roma in Trastevere, esposte le immagini più belle
e significative pubblicate sulle testate di tutto il mondo, vincitrici del prestigioso concorso
I
l fronte siriano, conflitti internazionali,
criticità sociali e storie di abusi e di
violenze: questo e molto altro nella
mostra che fino al 23 Maggio sarà a
Roma presso il Museo di Roma in Trastevere. Gli gli scatti più significativi pubblicati lo scorso anno dalle testate di
tutto il mondo, premiati alla 57° edizione
del World Press Photo 2014, uno dei più
importanti riconoscimenti che dal 1955
celebra il meglio del fotogiornalismo internazionale.
Fra le immagini esposte, la fotografia
vincitrice del World Press Photo dell’Anno
2013, realizzata dal fotografo americano
John Stanmeyer, che ritrae migranti
africani mentre vagano sulla spiaggia di
Gibuti - tappa consueta per chi attraverso
il Corno d’Africa alla volta di Europa e
Medio Oriente - nel tentativo di captare
con il cellulare un segnale telefonico dalla
confinante Somalia, per poter parlare
gratuitamente con i propri cari.
“Una foto piena di significato. Apre la discussione sui temi della tecnologia, della
globalizzazione, dell’emigrazione, della
povertà, della disperazione, dell’alienazione
e dell’umanità”, ha commentato Jillian
Edelstein, membro della giuria specializzata
che l’ha selezionata fra oltre 98.000 fotografie inviate da fotografi professionisti,
agenzie, quotidiani e riviste di 132 paesi.
Divise in nove categorie tematiche (Spot
News, Notizie Generali, Storie d’attualità,
Vita quotidiana, Ritratti, Natura, Sport in
azione e in primo piano), le opere dei 53
fotoreporter documentano e denunciando
realtà e fatti del mondo contemporaneo.
Dalle vittime del Rana Plaze, il polo tessile
crollato il 24 aprile dello scorso anno
nella periferia di Dacca (Bangladesh) e
quelle della guerra fra i cartel del narcotraffico in Messico, che dal 2006 ha provocato circa 60.000 omicidi nel paese.
Dalle condizioni di vita degli sfollati del
tifone Hayan e quelli del Bangui, Repubblica
Centrafricana, dopo l’escalation di violenza
fra musulmani e cristiani. Il drammatico
isolamento vissuto dai malati mentali in
aree di crisi come nel Sud del Sudan, in
Nigeria, Liberia, Kenya e Somalia poi. Le
storie di violenza domestica in Ohio (USA).
Ma anche l’importante lavoro dell’Arcobaleno Sunrise, l’Ong che a Bukavu (Repubblica Democratica del Congo), offre
rifugio a gay, bisessuali, transgender e
lesbiche sempre più discriminati. E ancora
le sfide quotidiane di un’atleta che sogna
l’oro alle olimpiadi di Rio de Janeiro 2016
nonostante il cancro o quelle di giovani
studenti albini non vedenti, all’interno di
una scuola per ciechi e ipovedenti che
strappa giovani dei villaggi svantaggiati
da un futuro di stenti ed elemosina.
Presenti anche i lavori dei tre fotografi
italiani premiati nell’edizione 2014 del
concorso. Alessandro Penso, 35 anni,
romano, ha ottenuto il I° Premio nella
sezione General news, con una singola
che rivela le condizioni dei rifugiati siriani
in una scuola trasformata in centro di
prima accoglienza a Sofia, in Bulgaria,
una nelle nazioni più povere dell'Unione
europea, già duramente colpita dalla crisi
economica e del tutto impreparata ad
affrontare l’emergenza profughi. Il 1°
Premio nella sezione Storie è andato al
reportage di Gianluca Panella, sui ripetuti
e prolungati black out elettrici a Gaza,
causati dal blocco delle forniture di diesel
per alimentare le centrali elettriche imposto da Israele, degenerati dopo l’alluvione dello scorso dicembre. “Ho cercato
di concentrarmi su una delle tante violazioni subite dai civili che sono state normalizzate nel contesto di Gaza. Mi ha
colpito l'oscurità pura della Striscia, uno
dei luoghi più densamente popolati della
terra”. Infine, Bruno de Amicis, vincitore
del 1° Premio nella categoria Natura
con uno scatto fatto ad un’esemplare di
volpe fennec prigioniera in un ovile in
Tunisia. “Una specie sistematicamente
catturata per essere venduta o usata per
guadagnare con i turisti che vogliono
posare per foto ricordo – spiega il biologo
e fotografo naturalista romano - Il potere
della fotografia sta nel portare l’osservatore ad una vera e propria presa di
coscienza, che va oltre il legittimo rammarico. La sfida è far comprendere
quanto il turismo consapevole possa
trasformare le abitudini locali”. A maggio
de Amicis tornerà in Tunisia per sviluppare, in collaborazione con alcune Ong,
progetti nelle scuole di educazione alla
tutela del deserto e alla conservazione
delle specie e di turismo ecosostenibile
fra le popolazioni autoctone.
11
Domenica 18 maggio 2014
Cultura
DAL ROMANZO PIÙ LEGGERO AL LIBRO PIÙ IMPEGNATO, I CLASSICI CHE NON TRAMONTANO MAI
Letture per l’estate/ 1
La rubrica domenicale con i nostri suggerimenti per
trascorrere i momenti di libertà concedendosi un po’
di svago ma anche tenendo la mente sempre attiva
L’AUTORE DI “GLI ULTIMI CINQUE SECONDI DI MUSSOLINI”, GIORNALISTA E SCRITTORE, E GLI ANNI 1945-1946
na rubrica dedicata alla lettura, sul
Giornale d'Italia - che ogni giorno racconta ai nostri lettori la storia e lo fa,
per così dire, controcorrente - non può
che cominciare con un autore che è un
vero e proprio simbolo: quello dell'Italia
sincera e schietta, che la sua esperienza
vuole ricordarla tutta. Parliamo di Giorgio
Pisanò, giornalista e scrittore, autore tra
l'altro del volume "Gli ultimi cinque secondi
di Mussolini" che abbiamo avuto modo di
riepilogare ai nostri lettori nel corso dello
speciale che Il Giornale d'Italia ha voluto
dedicare a quei giorni di menzogna di fine
aprile del 1945. Un volume, "Io, fascista",
scritto alla fine del 1964, quando dai giorni
della fine della Repubblica Sociale, vissuti
da Pisanò in prima persona, erano trascorsi
quasi vent'anni. Un lasso di tempo lungo,
utile probabilmente per riflettere e per potersi guardare indietro osservando il proprio
passato con la giusta serenità. Ciò che Pisanò fa in questo libro è raccontare l'altra
faccia dell'Italia, quella mal descritta sui
libri di scuola, impegnati per decenni ad
inneggiare ai "vincitori" (che poi non hanno
vinto un bel niente) e concentrati a gettare
fango sull'altra faccia della medaglia, quella
non aveva smesso di credere in un sogno,
nonostante tutto. Quella che aveva scelto
da quale parte stare e non aveva mai cambiato casacca. "Una testimonianza - scrive
Pisanò - che rimanesse a futura memoria
soprattutto per i miei figli, che stavano crescendo nel "mito della resistenza" e che
U
Pisanò fascista,
un volume per capire
“La testimonianza di un superstite”, il racconto
di un’esperienza di passione vissuta in prima persona
avevano diritto, invece, di sapere che cosa
era veramente accaduto sull'altra faccia del
pianeta antifascista e della repubblica nata
dalla lotta partigiana". I figli di Pisanò rappresentano un po' figli di tutti noi, cresciuti
a pane e resistenza, indottrinati sin dalla
primissima infanzia a prendere per oro colato tutte quelle pagine osannanti di una
fazione e screditanti dell'altra, quelle pagine
di storia scritta a metà, spesso piene di
bugie e di omissioni.
"Ecco la verità - scrive ancora Pisanò - sui
massacri subiti dai fascisti mentre il sottoscritto si trovava rinchiuso in prigione a
Sondrio; ecco il dramma dei vinti vissuto
giorno dopo giorno nel campo di concentramento De Simoni di Sondrio, nella bolgia
di San Vittore a Milano, nel campo di concentramento inglese di Terni, nel penitenziario di Spoleto, in quello di Perugia, nelle
Murate di Firenze, nel carcere di Pistoia, e
poi di nuovo nel 370 POW, il gigantesco
campo inglese di Rimini, dal quale uscii
solo il 7 novembre 1946, quando la guerra
era ormai finita da più di un anno e mezzo".
Ciò che Pisanò riesce a fare in "Io, fascista"
è un'analisi precisa, riuscita grazie non solo
alla sua memoria di ferro ma anche ad appunti che lo scrittore era riuscito a portare
con sé in salvo, testimonianza preziosa di
un'epoca difficile e dolorosa. E poi le lettere,
che Pisanò era riuscito ad inviare a casa e
conservate dai suoi familiari. E ancora i ricordi di altri, che con lui avevano condiviso
quell'esperienza così dura. "Ecco perché dice ancora - quando gli amici del Saggiatore mi hanno proposto di dare alle stampe
questa mia testimonianza, ho accettato
l'invito nella speranza di poter contribuire
in qualche misura al ristabilimento di una
verità storica che non è più possibile ignorare, deformare, sottovalutare, come documentato dalla quasi totale ignoranza della
maggior parte degli italiani sulle vicende
nazionali di questo secolo [...] "Io, fascista"
non ha quindi altra ambizione se non quella
di raccontare la storia di un giovane che la
sera dell'8 settembre 1943 aveva solo 19
anni quando fece, in assoluta libertà e autonomia, la scelta che doveva procurargli
rischi mortali, ore tormentate, disperazione
e lacrime. Io mi riterrò pago se anche solo
alcuni dei lettori di questo libro, specie tra
i giovani, comprenderanno i motivi di quella
scelta, che non ho mai rinnegato per tutta
la vita".
Emma Moriconi
INTRECCIO E MISTERO IN UN ROMANZO APPASSIONANTE, AMBIENTATO IN GRECIA, TRA RITI E OSCURE PROFEZIE
i sono autori capaci di raccontare in un
piccolo volume avventure tali da diventare
dei piccoli cult nell'ambito della produzione
letteraria internazionale. È il caso dello storico
e scrittore Valerio Massimo Manfredi, autore,
tra l'altro, di Alexandros e di Lo Scudo di Talos.
Appassionante e coinvolgente, Manfredi ha lo
stile del narratore e l'approccio dello storico, in
una fusione che fa di ogni suo romanzo una
piccola opera d'arte. Il libro di cui parliamo
oggi è "L'Oracolo", un viaggio nel tempo tra i
primi anni Settanta e gli anni Ottanta, le cui vicende affondano le proprie radici nelle avvincenti
avventure della Grecia nel corso di migliaia di
anni. Manfredi contestualizza la sua storia romanzata durante la rivoluzione studentesca di
Piazza del Politecnico, nell' Atene del 1973: ad
una nemmeno tanto attenta lettura, non si può
fare a meno di notare che, come spesso accade
un po' ovunque, ci sia un tentativo, neppure
malcelato ma anzi piuttosto chiaro, di porre sui
due piatti della bilancia, anche qui e ancora
una volta, destra e sinistra. Ciò che emerge, e si
C
“L’oracolo” di Manfredi
Un viaggio nei millenni tra suggestioni omeriche
e paesaggi ellenici: il fascino della storia
in un’avventura intricata e trascinante
nota, è - come sempre - la sensazione di trovarsi
davanti ad una lavagna di scuola con la classica
vecchia scritta "buoni" e "cattivi". Naturalmente i
cattivi sono quelli identificabili come "fascisti"
mentre i buoni - neanche a dirlo - sono gli innocenti "comunisti", maltrattati, vilipesi, bla bla bla.
Ma quando si ha la mente sgombra dai pregiudizi
si può leggere davvero di tutto, ed apprezzare
le doti di un lavoro a prescindere dalla collocazione "politica" e dai concetti "indotti". Quindi,
sgombrato il campo da questo aspetto e guardando al romanzo in sé, c'è da dire che è una
lettura gradevole, in cui mistero ed intreccio
sono ben dosati e il linguaggio è chiaro e scorrevole.
La misteriosa morte di un archeologo, il ritrovamento di un antico reperto, personaggi e vicende
millenarie che sembrano aleggiare, strani omicidi,
oscure profezie, riti, il tutto concentrato negli
anni che vanno dai moti studenteschi del 1973
all'inizio degli anni Ottanta. Mito e realtà che
quasi si confondono e portano ad un finale inaspettato. Una lettura piacevole che va bene per
em
tutte le stagioni.
UN PICCOLO REGALO DI SPIRITUALITÀ
an Francesco d'Assisi è forse il Santo più
amato dagli italiani. La sua storia di fede e
di povertà lo rende vicino, conosciuto,
amato. Leggere fa bene all'anima e alla mente,
dunque dedicare il proprio tempo libero a ripercorre il cammino spirituale di San Francesco
non può che costituire un'occasione per rinfrancare lo spirito, troppo spesso preso dalla
quotidianità e dallo stress. Fermarsi un momento
e donare a se stessi il racconto di un percorso
di fede e di amore può far bene alla mente e al
cuore.
"I Fioretti di San Francesco" sono un vero e
proprio classico risalente al XIV secolo: si tratta
di una raccolta di racconti popolari sulla vita di
Francesco d'Assisi e dei francescani, parte di
una più ampia raccolta, gli "Actus beati Francisci
et sociorum eius", scritti da Ugolino da Montegiorgio tra il 1327 e il 1340. Cinquantatre capitoli
S
I Fioretti
di San Francesco
Un classico della letteratura e della Fede,
la vita e le opere del Santo Patrono d’Italia
divisi in due parti: la prima racconta la vita di
San Francesco, la nascita dell'ordine francescano,
gli insegnamenti del santo, primi tra tutti la
povertà e l'amore.
La seconda parte è dedicata ai successori di
Francesco, i frati marchigiani di lui diffusero il
verbo. Un insegnamento antico, quello del Poverello d'Assisi, che non invecchia mai e che
possiede, ancora oggi - anzi, forse oggi più che
mai - la forza di riuscire a portare un messaggio
di verità, di fede e di amore. Il linguaggio non è
semplicissimo, molti termini sono ovviamente
arcaici e anche lo stile appartiene evidentemente
ad un'epoca lontana. Ma basta un po' di attenzione
e la giusta predisposizione dell'anima per apem
prezzarne i contenuti.
12
Domenica 18 maggio 2014
NUOVA POLE DELLO SPAGNOLO AL CIRCUITO FRANCESE DI LE MANS
TENNIS
Super Sara Errani,
il sogno è romano
La romagnola in finale: è la prima volta
per un’italiana negli ultimi 29 anni
rano 29 anni che una tennista italiana non giocava
la finale degli Internazionali
d'Italia, a Roma. Sara Errani, la
27enne romagnola, è la prima
finalista degli Internazionali Bnl
d'Italia grazie alla vittoria per
6-3, 7-5 sulla serba Jelena Jankovic, in un'ora e 48 minuti di
gioco.
Un incontro quindi chiuso sulla
distanza dei due set ma particolarmente combattuto, e seguito con il fiato sospeso da
un pubblico caldissimo nei confronti di Sara. ''Non so che è
dire, è stata una partita incredibile. In alcuni momenti ero
morta e pensavo di non farcela
ma il pubblico è stato grandioso'', ha commentato la stessa
tennista. Nel secondo set in effetti, con l'azzurra sotto 4-1,
sembrava che il sogno della finale si stesse per interrompere.
Invece qualcosa è cambiato…
E
''Ho parlato con Pablo (Lozano,
coach dell'azzurra, ndr) e mi
ha detto di giocare punto su
punto. E così è stato''.
Un successo che ha ovviamente
galvanizzato il Foro e che potrebbe essere il miglior spot
per un movimento sportivo,
quello italiano, che ultimamente
non sta facendo scorpacciate
di imprese. Tutto dipenderà dall’esito dell’ultimo atto, in programma oggi. "Quando un italiano è in finale, sognare è d'obbligo", ha detto Giovanni Malagò.
Secondo il presidente del Coni,
l’edizione degli Internazionali
Bnl in corso "è un'edizione record. Oggi abbiamo assistito a
qualcosa che lascia il segno:
uno può dire: io c'ero. E secondo
Malagò la vittoria di Sara "è la
dimostrazione vivente di quel
che può fare un atleta quando
vuol raggiungere un risultato".
V.B.
Sport
Moto gp, Marquez imprendibile
di Giorgio Musumeci
un treno, Marc
Marquez. In
sella alla sua
Honda, il giovanissimo pilota spagnolo non guarda in faccia a nessuno
e, puntuale come un
orologio, colleziona la
sua quinta pole position
consecutiva su cinque
gare disputate. Con il
tempo di 1’32”042 il
campione del Mondo in
carica ha preceduto di
0.692 il sorprendente
Pol Espargaro su una
Yamaha Tech 3 e di
0.713 la Ducati di un ottimo Andrea Dovizioso.
Quarto posto per la
Honda del tedesco Stephan Bradl a 0.804 centesimi, quinto Valentino Rossi sulla Yamaha a 0.831. Il Dottore precede il
compagno di squadra Jorge Lorenzo,
sesto a 0.857 da Marquez, mentre Dani
Pedrosa, con l'altra Honda ufficiale, è
solo nono, a un secondo dal compagno
di squadra. Undicesimo tempo e quarta
fila per Andrea Iannone.
Quella di Marquez, dunque, è un’altra
storia. Ha coraggio, è preciso ed ha
una moto che, ad oggi, è la migliore
sulla griglia di partenza. Un mix di
condizioni che suscitano non poche
preoccupazioni agli altri piloti. Primo
fra tutti, il nove volte campione del
Mondo Valentino Rossi, finalmente in
È
forma dopo tre anni difficili. Peccato
che, con un Marquez così, nemmeno
lui può far tanto. Per quanto il Dottore
abbia conquistato la terza posizione
nella classifica del mondiale, infatti,
la sua Yamaha non è al meglio, e tra
un problemino e l’altro, si è costretti a
lasciare spazio e tempo allo spagnolo
di fare quel che vuole; il meglio, appunto.
Al momento, dunque, pensare di buttare giù dal trono lo spagnolo, è difficile. Sia in termini di risultati che in
termini contrattuali. Si, perché a Marc
di lasciare la Honda non passa nemmeno per la testa: “Voglio continuare
con la Honda –ha dichiarato al circuito
di Le Mans-. Fa piacere sapere che
gli altri mi vogliono con loro, ma il
mio futuro è qui”. Come dire, “continuate a guardarmi e a soffrire”. “Qui
ho la tranquillità che mi serve –ha
continuato il campione del mondo-,
ho una grande scuderia alle spalle e
lavoro da numero uno del mondo, non
posso chiedere altro. L'aspetto economico è secondario, quello che conta
è l'aspetto sportivo. Ho solamente 21
anni, ma voglio battere ancora tanti
record”. E con quello che fino ad ora
ha dimostrato di saper fare, c’è da
credere che ci riuscirà.
BASKET
Tonolli dice basta e appende
la canotta al chiodo
“Tonno”, da vent’anni tra le fila di Roma, saluta i tifosi
con una lettera. La società ritirerà la maglia
di Fabrizio Cicciarelli
L
Alessandro Tonolli (Foto CiamilloCastoria)
a decisione era nell’aria,
Alessandro Tonolli dice
basta.
L’annuncio dell’addio, diffuso
con una lettera dal sito ufficiale
dell’Acea Virtus Roma, rispecchia “Tonno”, ragazzo semplice,
concreto, poco appariscente
ma di grande sostanza e significato, proprio come ha dimostrato di essere durante la sua
carriera.
«Ciao a tutti, ci tenevo a fare
questo breve saluto a voi, tifosi
della Virtus, perché come penso avrete immaginato, questo
sarà il mio ultimo anno di basket giocato. Ecco, al termine
di questa stagione, che spero
di cuore arrivi il più tardi possibile, appenderò le scarpe al
chiodo e chiuderò una parentesi stupenda della mia carriera
durata 20 anni.
È stato un viaggio meraviglioso,
a volte difficile, ma esaltante e
pieno di emozioni: allenamento
dopo allenamento, gara dopo
gara, incontro dopo incontro.
Sono arrivato qua che ero un
ragazzino timido, che si affacciava a una grande metropoli
con tanta buona volontà e voglia di stupire. Oggi dopo 20
anni ho un bagaglio di ricordi
immenso: amici, conoscenze,
persone che porterò con me
per tutta la vita.
Volevo condividere questa mia
decisione con voi, che mi siete
sempre stati accanto e mi avete
supportato. Grazie dell’affetto
che mi avete sempre dato, del
supporto e della stima che mi
avete trasmesso ogni giorno.
Tutto questo è stato fondamentale per me in queste 20 stagioni...»
Il finale lascia spazio ad un futuro in società:«In futuro chissà,
magari in un altro ruolo, potrò
continuare ad emozionarmi ancora con questa maglia, così
come faccio oggi».
Intanto la Virtus, come segno
di stima e riconoscenza per
quanto fatto nella sua lunga
militanza in maglia blugiallorossa, ha annunciato in un comunicato di voler ritirare la
maglia numero otto di Tonolli
nel prepartita di gara 3 dei
quarti di finale dei playoff contro l’Acqua Vitasnella Cantù,
in programma sabato 24 maggio alle ore 20,30, facendo una
dedica all’uomo che ha trascorso “vent’anni di battaglie
in campo a portare in alto il
nome della Virtus Roma.Vent’anni di passione e amore verso i colori della nostra società,
che testimoniano lo spessore
umano di un ragazzo che si è
sempre distinto per la sua disponibilità in ogni aspetto della
sua carriera”.
«Ritirare la sua maglia era il minimo che potevamo fare per un
ragazzo che per 20 anni ha vestito con onore i nostri colori ha dichiarato il presidente Toti
-. Alessandro oltre ad essere un
grande sportivo è anche un
grande uomo e persone come
lui fanno bene allo sport, che
dovrebbe sempre più prendere
questi esempi positivi e farne
tesoro. Spero che sabato il nostro
pubblico gli tributi la riconoscenza che merita».