n. 9/2012

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n. 9/2012
I.C.A.R.U.S.
Information and Consultation:
Approaches of Research
coordinating good Union Standard
Newsletter Internazionale
Numero 9
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23 novembre 2012,
26 e 27 Novembre: conferenza finale del progetto ICARUS
On 26 and 27 November at Palazzo delle Stelline - Milan, ICARUS project will take his final conference in which will present the scientific
results of the project and the first conclusions on this political experience.
Dopo 12 mesi di lavoro sul tema dei Comitati Aziendali Europei e della rappresentanza dei lavoratori nelle imprese multinazionali è
tempo di trarre i primi bilanci.
Il 26 e 27 novembre, a Milano, presso il Palazzo delle Stelline si svolgerà la conferenza
finale del progetto ICARUS, dove verranno presentati i risultati scientifici del progetto
e dove si trarranno i primi bilanci politici a partire da questa esperienza. Sarà un evento
pubblico aperto a tutti.
La crisi economica che investe l ' Europa ha ridotto i cittadini di molti stati dell’Unione
in condizioni sociali ed economiche durissime. Le misure di austerità estrema, prive di
qualunque forma di bilanciamento, rischiano di essere una ricetta peggiore della
malattia stessa. Disoccupazione, tagli alla spesa sociale e riduzione dei diritti dei
lavoratori sono il triste risultato di queste scellerate politiche economiche.
In questo contesto risulta evidente come il ruolo dei sindacati, nella contrattazione collettiva e nel confronto istituzionale a livello
europeo, nazionale e locale sia importantissimo per offrire un’alternativa e indicare soluzioni efficaci per contenere l’impatto della
crisi e per innescare la ripresa economica. Il dialogo sociale e la contrattazione collettiva sono oggi messi in discussione e l’idea
stessa di Europa sociale è indebolita. In questa difficile fase, essere all’offensiva e coordinarsi a livello transnazionale diviene per il
sindacato una priorità di fronte al mercato globale e al peso delle imprese multinazionali.
Su queste basi si è mosso il progetto ICARUS mettendo insieme le pratiche e l’esperienze di diverse organizzazioni sindacali al fine
di rafforzare la partnership internazionale, affrontare il tema dell’informazione e della consultazione dei lavoratori nelle imprese
multinazionali, sviluppare una riflessione sull’importanza della reciproca collaborazione tra i tre soggetti coinvolti nella
rappresentanza in un sito locale di una multinazionale: il rappresentanti CAE, i delegati sindacali e funzionari sindacali.
Attraverso gli interventi delle 8 organizzazioni sindacali partner nel progetto e del sindacato polacco OPZZ e della CGT Rhone-Alpes,
dei rappresentanti della Confederazione Sindacale Europea, di rappresentanti della Commissione Europea e del Comune di Milano, e
di esponenti della CGIL locale, regionale e nazionale, oltre che grazie alla presentazione dei risultati scientifici sviluppati dall’IRES
dell’Emilia-Romagna, la conferenza finale traccerà il filo rosso del percorso sin qui svolto e metterà in luce le possibili linee di
sviluppo future, nella consapevolezza che solo rafforzando queste reti sindacali a livello transnazionale si potranno contrastare più
efficacemente le misure d’austerity e l’enorme potere delle multinazionali.
L’Europa in campo per il lavoro e la giustizia sociale
Millions of trade unionists across Europe are responding to the European TUC's call for a day of action against the austerity policies
which are destroying public services and jobs, and blighting the lives of ordinary people.
La scorsa settimana milioni di persone in tutta Europa hanno risposto alla chiamata
della Confederazione europea dei sindacati per una giornata di mobilitazione contro
le politiche di austerità che stanno distruggendo lo stato sociale, i diritti nel mondo
del lavoro, il sistema pensionistico, lo sviluppo economico e la coesione sociale.
I tagli disposti dai governi europei sotto la pressione della Commissione europea,
della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale sono la causa
della stagnante recessione economica. L’impatto di
queste politiche sta
traghettando l’Europa verso un pericoloso peggioramento della situazione di
partenza anziché verso lo sperato miglioramento.
Selezione dei testi a cura di Fabio Ghelfi, Umberto Bettarini, Angelo Motola e
Laura Zunica
Pubblicazione del Dipartimento Internazionale CGIL Lombardia
[email protected]
viale Marelli 497, Sesto San Giovanni – Milano
Il progetto I.C.A.R.U.S. ha ricevuto il sostegno
della Comunità Europea – la responsabilità dei
contenuti è esclusivamente dei realizzatori e la
Comunità
Europea
non
ha
alcuna
responsabilità sulle informazioni riportate.
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La Grecia è l’esempio più estremo della devastazione portata da queste politiche, ma nel resto del Vecchio Continente, in
particolare nel Sud Europa, la situazione non è poi tanto più ottimistica.
La scelta dell’austerità è una soluzione che non ha futuro e deve essere abbandonata. Le misure di protezione sociale e dei salari
non possono più essere sacrificate a scapito delle disuguaglianze e dell’ingiustizia sociale. L’Europa vive in una condizione di
emergenza sociale che non può più essere trascurata. Questo è stato il motivo principale che ha spinto lo scorso 14 novembre
milioni di cittadini e lavoratori a scendere, per la prima volta e insieme, nelle piazze della maggiori città europee. Il risultato è stato
quello della prima mobilitazione europea coordinata. Ma il 14 novembre ha assunto anche altre forme, prima tra tutte quella della
solidarietà. Ci sono stati quattro scioperi generali simultanei organizzati in Spagna, Portogallo, Grecia e Italia, ma anche
dimostrazioni di sostegno in Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria, Lussemburgo, Svizzera, Paesi Scandinavi, Paesi Bassi,
Belgio e numerose altre manifestazioni di adesione, sensibilizzazione e protesta in Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia e Romania.
In Spagna, le sigle sindacali CCOO Catalogna e UGT Catalogna, in collaborazione con i sindacati del vicino Portogallo, hanno
organizzato il loro primo sciopero generale congiunto. In Italia, la CGIL ha proclamato uno sciopero di 4 ore per “il lavoro e la
solidarietà contro l’austerità”. In Francia, CFDT Rhone-Alpes e CGT Rhones-Alpes hanno firmato una dichiarazione congiunta con
altre sigle sindacali in risposta alla chiamata europea di mobilitazione e solidarietà organizzata dalla CES, programmando scioperi e
manifestazioni nelle principali città francesi. Manifestazioni a sostegno degli scioperi generali predisposti dai compagni europei si
sono svolte anche in Germania e Regno Unito, organizzate anche da DGB Bassa Sassonia e SERTUC Regno Unito. Proteste e
mobilitazioni si sono svolte anche nell’Est Europa dove hanno preso parte, tra gli altri, i sindacati di CNSLR-FRATIA Romania e
OPZZ Polonia.
Le sigle sindacali appena citate sono rappresentative di diverse culture sindacali europee e insieme a CISL Lombardia e col
supporto scientifico di IRES Emilia Romagna sono parte del gruppo di coordinamento di un progetto internazionale promosso da
CGIL Lombardia: I.C.A.R.U.S. (Information and Consultation: Approaches of research coordinating good Union Standards). Delegati
delle seguenti organizzazioni sindacali prenderanno parte il 26 e 27 novembre a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, alla
conferenza finale del progetto dedicato ai temi dell’informazione e della consultazione dei lavoratori nelle imprese multinazionali e
alle strategie sindacali per fare fronte alle politiche di auterità e alle conseguenze sociali ed economiche delle crisi.
International Day For The Elimination Of Violence Against Women
“Violence against women and girls takes many forms and is widespread throughout the globe. […] On this International Day, I urge
governments and partners around the world to harness the energy, ideas and leadership of young people to help us to end this
pandemic of violence. Only then will we have a more just, peaceful and equitable world.” Secretary-General Ban Ki-moon
Il 19 dicembre 1999, tramite una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU (54/134), è stata
istituita il 25 novembre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le
donne. Il testo della risoluzione invita governi, organizzazioni internazionali e società civile ad
organizzare , in occasione di questa giornata , eventi ed attività volti alla sensibilizzazione sul
problema della violenza sulle donne. Il testo della risoluzione parte infatti da un allarme
riguardante ogni tipo di violenza di genere per cui alle donne risulta costantemente ed
estremamente complicato, raggiungere eguaglianza in termini legali, sociali, politici ed
economici all’interno della società. La violenza sulle donne è infatti intesa come violenza sia fisica
che psicologica, sia nella vita privata che pubblica. E’ questo un tema di estrema importanza per
il raggiungimento di una società più giusta, come ricorda anche il Segretario dell’ONU Ban KiMoon nei suoi messaggi.
La data del 25 novembre fu scelta da un gruppo di attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi,
tenutosi a Bogotà dal 18 al 21 Luglio 1981, in cui vennero denunciate pubblicamente le innumerevoli forme della violenza subita
dalle donne, dagli stupri alle molestie domestiche e sui luoghi di lavoro, fino agli abusi delle prigioniere incarcerate. Storicamente la
data è stata scelta in memoria del brutale assassinio, nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, considerate un esempio per l’impegno con
cui tentarono di contrastare il regime del dittatore della Repubblica Dominicana, Rafael Leònidas Trujillo (1930-1961). Queste tre
sorelle, Patria (1924-1960), Minerva (1927-1960) e Maria Teresa (1935-1960), originarie della regione della Repubblica Dominicana
del Cibas, diventarono assieme ai loro mariti attiviste per la lotta al regime di Trujillo, che per 30 anni ha dominato sulla Repubblica
Dominicana. Il prezzo da pagare per il loro attivismo sono state costanti persecuzioni e prigionie da parte del governo. Furono
uccise nel 1960, ufficialmente morte in un incidente, mentre guidavano per andare a trovare i loro
tre mariti in prigione. Questo episodio fece molto scalpore, soprattutto dopo una dichiarazione
del dittatore in cui sostenne che il suo più fastidioso problema, oltre alla Chiesa, erano queste tre
sorelle. L’episodio fu causa scatenante delle ire del popolo che nell’arco dell’anno riuscì a liberarsi
del dittatore. Le sorelle Mirabal, note ormai come le “Inolvidabiles Mariposas” sono diventate un
simbolo sia della resistenza popolare che della lotta contro la violenza di genere.
In Italia i gruppi femministi, i Centri antiviolenza e le Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata dal 2005. Ma
ultimamente si sono unite agli eventi di sensibilizzazioni anche istituzioni ed enti come Amnesty International. Dal 2006 la Casa
delle donne per non subire violenza di Bologna promuove il Festival La Violenza Illustrata, unico nel panorama internazionale
Selezione dei testi a cura di Fabio Ghelfi, Umberto Bettarini, Angelo Motola e
Laura Zunica
Pubblicazione del Dipartimento Internazionale CGIL Lombardia
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della Comunità Europea – la responsabilità dei
contenuti è esclusivamente dei realizzatori e la
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interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Recentemente la CGIL ha aderito alla convenzione No
more “Convenzione nazionale contro la violenza maschile sulle donne – femminicidio” con una vasta rete di associazioni. “E' molto
importante - spiega il Segretario generale Cgil, nella lettera di adesione - la scelta fatta da tante associazioni e realtà nazionali della
società civile di promuovere e proporre a tutte le Istituzioni una Convenzione per contrastare e prevenire la violenza contro le
donne e contro i diritti umani”. “La Convenzione - aggiunge - richiama le Istituzioni alla loro responsabilità, ricorda come la libertà
femminile sia la premessa di civiltà del Paese, afferma in modo inequivocabile che la violenza maschile sulle donne non è un tema
privato, mai: né quando la violenza avviene tra le mura domestiche, né quando si esprime in tante forme nei luoghi di lavoro. Al
contrario il contrasto alla violenza sulle donne è un grande tema politico. Ma non è solo una scelta importante”. Non deve infine
mai essere sottovalutato, continua Camusso, come “c'è violenza anche nel mondo del lavoro” e “quanto la precarietà esponga le
lavoratrici native e migranti al ricatto sessuale, quanto faccia proliferare le dimissioni in bianco, indebolisca la sicurezza nei luoghi di
lavoro e alimenti il mobbing.
Selezione dei testi a cura di Fabio Ghelfi, Umberto Bettarini, Angelo Motola e
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