3. la via francigena nelle diocesi della compagnia
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3. la via francigena nelle diocesi della compagnia
Storica Compagnia Insigniti Cavalieri del Tau o di S. Jacopo d’Altopascio Palazzo Vescovile – San Miniato ************ CORSO DI AGGIORNAMENTO PERMANENTE DEI CONFRATELLI CAVALIERI DEL TAU E DELLE CONSORELLE DAME DEL TAU 3.2 TEMA: LA VIA FRANCIGENA NELLA PROVINCIA DI MASSA-CARRARA Massa, 25 settembre 2010 LA VIA FRANCIGENA NELLA PROVINCIA DI MASSA CARRARA Fin dai secoli XI e XII i fedeli di ogni parte di Europa convennero in folle sempre più numerose al sepolcro di San Giacomo, prolungando fino al luogo che allora era considerato “finis terrae” quel celebre “camino de Santiago”. Lungo la via trovavano assistenza e alloggio e convenivano dalla Francia,dall’Italia, dal centro Europa, dai Paesi nordici e dalle nazioni slave, uomini e donne di tutte le condizioni sociali: dai regnanti ai più umili abitanti di sperduti villaggi e cristiani di tutti i livelli spirituali: santi e peccatori. Lo ha ricordato lo stesso Giovani Paolo II : “L’intera Europa si è ritrovata attorno alla memoria di Giacomo in quegli stessi secoli nei quali essa si costruiva come continente omogeneo e spiritualmente unito”. Il pellegrinaggio, che certo non va confuso semplicemente con il turismo, fu uno degli elementi forti che favorirono la comprensione reciproca dei popoli europei tanto diversi quali sono i latini, i germani, celti, gli anglosassoni e gli slavi….. Il pellegrinaggio ha fatto incontrare e spesso unire tra loro quelle genti che, di secolo in secolo, sono state raggiunte dalla predicazione dei testimoni di Cristo ed hanno abbracciato la fede evangelica. Ma ancora oggi c’è bisogno che i popoli del vecchio continente riscoprano e rinverdiscano, con pazienza, convinzione e grande umiltà, la linfa vitale delle profonde radici cristiane. IL “ NUOVO” PERCORSO DELLA VIA FRANCIGENA NELLA PROVINCIA DI MASSA -CARRARA. E’ necessario tracciare ora un “nuovo” percorso della Via Francigena dal Passo della Cisa sull’ Appennino ( il Montebordone , da “mons longobardorum”) sino a Montignoso, ultimo comune della provincia di Massa Carrara. Nuovo nel senso di organizzare un recupero delle emergenze e dei segni materiali dell’uomo, finora mai presi in considerazione, lungo il percorso e, specialmente nuovo, per l’anima e lo spirito di chi percorreva quella strada una volta e per chi lo fa oggi. Si parla di quei segni che il “viandante” lasciava lungo le vie acciottolate e nei borghi e città che incontrava. Lasciava incisioni col nome, frasi o simboli sulle pietre dove riposava per riprendere poi il cammino con nuova forza;si vedono ancora varie tipologie iconografiche di croci incise o dipinte su marmo o altro materiale. Alcuni percorsi collaterali alla Via portano a piccoli santuari in luoghi dove si dice che la Madonna conceda miracoli ( Si veda la piccola chiesetta della Madonna del Monte, nella provincia di Massa Carrara, la quale oltre ad essere meta di una silenziosa speranza, presenta nei paramenti murari epigrafi di varie epoche, probabilmente frutto di reimpiego da strutture anteriori ). Il pellegrino cercava poi fonti di acqua sorgiva, attraversava ponti , si fermava in hospitali ora ormai ruderi ma degni di nota e di rilievo documentario. Il reimpiego di materiali usati in contesti precedenti al medioevo ( epoca romana) si trovano in molti borghi lunigianesi: sia epigrafi romane su lastre marmoree, come preziosi motivi decorativi floreali e classicheggianti, provenienti dal famoso Portus Lunae, poco distante da Massa e da Carrara. Siamo nel periodo in cui Roma suddivise il territorio secondo la centuriazione, della quale l’Ager Lunensis ne faceva parte e che poi diventò Comitatus Lunensis, quando la potenza di Luni decadde ed il vescovo di Luni ne ereditò il territorio, a causa del quale fu spesso in competizione con i Malaspina, feudatari di meravigliosi castelli lungo la valle del fiume Magra. (Ancora più avanti nei secoli un “ramo” di essi unì la casata nobiliare malaspiniana con la famiglia genovese dei Cybo, e risiedette nel castello di Massa, detto appunto “Cybo Malaspina”.) Ritorniamo al “viandante, “ che nel suo prezioso percorso trova alcune statue stele inserite in pareti esterne di abitazioni, ed è sorpreso nel vedere anche maschere antropomorfe apotropaiche in pietra, sopra i portali delle case. Sarebbe opportuno catalogare anche i portali di tutta la provincia di Massa Carrara, perché ognuno è espressione di artigianato pensato, amato e degno talvolta di essere chiamato arte. L’antico viandante ci invita a cercare le vecchie sorgenti usate da lui lungo le strade e ponti ed “ospedalacci” (antichi hospitali) ormai livello di rudere: vestigia antiche che parlano di tanta storia, vita e fede. Questo percorso riguarda il tracciato viario evolutosi nei secoli: dalla strada che costeggiava il mare Tirreno in epoca romana per raggiungere le province del nord cioè la via Aemilia Scauri ( poi Aurelia), fino ad arrivare alla Via Francigena che insisteva su tracciati preesistenti. E così, avanti nei secoli : la continuità è stata verificata archeologicamente in molti siti della Lunigiana , Toscana ed ovunque sia stato indagato con attenzione, ad esempio, una villa romana, un borgo medievale ecc. Sappiamo bene, infatti, che, ove esistesse una caverna asciutta, vicina ad acque sorgive, fonti di approvviggionamento umano per la sopravvivenza della specie, lì si sono ripetuti e sovrapposti,assumendo ovviamente le varie forme dettate dai tempi, nuovi insediamenti. Per quanto riguarda poi i collegamenti viarii interni, dalla fascia costiera verso l’interno,si sono sempre sviluppati, nella storia di un territorio, percorsi che permettessero l’accesso alle varie fattorie e “ massariciae” romane(si presume infatti che il nome di Massa derivi da quello romano di massaricia). Dalla Via Francigena, analogamente, si dipartivano a raggera od anche parallele mulattiere più o meno larghe ed acciottolate,che raggiungevano i vari borghi pedecollinari per un interscambio in termini di valori commerciali, ma specialmente culturali e spirituali. Il tracciato “nuovo” dovrebbe seguire in linea generale quello segnato da Renato Stopani nel suo testo fondamentale edito nel 1995. Il tratto da Massa a Sarzana ,stampato nel 1997 a cura della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi,sezione di Massa Carrara,contiene saggi importanti quali “I pellegrinaggi nel Medioevo” di Franco Cardini, poi “La Via Francigena in Toscana “ di Domenico Del Nero, “Aspetti della Via Francigena nel territorio di Massa di Lunigiana” di Paolo Pelù ed altri ancora,fino ad arrivare alla citazione dello splendido ospitale di S.Lazzaro dei lebbrosi in località Silvaricia, poco lontano da Sarzana. Quest’ultimo edificio dovrebbe essere oggetto di un’attenta ricognizione, dato che esternamente si presenta integro e non vi sono stati ricercati finora segni o disegni sulle pietre e portali. Ed infine utile guida per questo tracciato è stata “Massa-Carrara e la Lunigiana”edita dalla Regione Toscana nel 1999. Rispetto alla Via Francigena costiera toscana, i vari collegamenti che si collegano ad essa nel territorio, sono da rilevare passo passo,come faceva l’antico viandante , ma oggi con opportuna scheda appositamente predisposta: si parla di portali, figure antropomorfe in pietra o dipinte, iscrizioni, croci, su pietra o marmo, oggetti di reimpiego in molti siti (ad es. a Fosdinovo, sulla parete esterna dell’Oratorio dei Bianchi, è incisa una bellissima croce.), facciate dipinte di derivazione ligure, ecc. Ritengo che le incisioni di croci siano da rilevare in vari contesti : ad esempio, nel Battistero della chiesa dei santi Giacomo e Antonio, a Fivizzano, è incisa una splendida TAU. A mio avviso, il punto di partenza dovrebbe essere proprio l’area del passo della Cisa. Va da sé che, per quanto riguarda il contesto territoriale indicato va effettuato un ulteriore studio archivistico, fotografico, geologicomorfologico, studio di borghi scavati nella roccia e relative cisterne (si veda, ad esempio, l’antichissino borgo di Massa Vecchia, adiacente al castello di Massa, da me studiato anni fa; in tale contesto fu rinvenuta anche un’ ansa bifora di età protostorica (cfr. Massa, storia degli insediamenti, di M.G.Armanini), ulteriore esempio, se ce ne fosse bisogno, della continuità stratigrafica di un sito ottimale quale la collina che ospita il castello Cybo Malaspina nella sommità e lungo il pendìo la chiesa di San Giacomo del quale rimane ormai solo il toponimo (sito degno di scavo archeologico). la chiesa del Carmine annessa all’ex monastero di S.Chiara, futuro hospitale della Magione del TAU di Massa. SINTETICO TRACCIATO FRANCIGENA NELLA PROVINCIA DI MASSA-CARRARA: Da ZERI a Pontremoli, e poi in tutta la Lunigiana, sopra l’ingresso delle abitazioni, si trovano spesso FACCE ANTROPOMORFE con funzione apotropaica. PONTREMOLI fu importantissima mansio medievale della via Francigena ed è menzionata nell’itinerario di Sigerico del 990. Qui, degne di nota, sono le varie chiese, come quella di SAN GIORGIO, lungo la Via, con originaria struttura romanica dell’abside e ricca di SIMBOLI E DECORAZIONI IN PIETRA . Del resto, tutta Pontremoli parla di storia: dal castello detto del Piagnaro, al borgo antico ed alle fasi successive della cittadina, al cosiddetto “Pons Tremulus”ed alle tante altre emergenze di fondamentale importanza, come la chiesa di SAN PIETRO col significativo LABIRINTO, il percorso dell’Anima. FILATTIERA è un altro bellissimo borgo ai piedi del quale si trova la pieve di Santo Stefano, a SORANO, dove è conservata una figura femminile di STATUA STELE. Il territorio intorno a Filattiera è stato oggetto anni fa di ricognizioni archeologiche che hanno permesso di individuare fasi preesistenti. L’abitato è curato dagli abitanti con una attenzione rilevalibile del resto in tutta la Lunigiana Storica: dai PORTALI, alle facciate delle abitazioni dove spesso la permanenza di una mensola vicino alla porta d’ingresso ci parla di antiche botteghe, ai paramenti murari con accurate pietre a vista, ecc. Da visitare anche la pieve di OFFIANO e poi ciò che resta dell’ospitale di San Nicolao di TEA. BAGNONE : qui il viandante deve fermarsi necessariamente fermarsi ad ammirare lo splendido restauro del castello denominato CASTIGLIONE DEL TERZIERE, recupero effettuato da un privato veramente “illuminato”! VILLAFRANCA DI LUNIGIANA : Qui una sosta d’obbligo è al Museo Etnografico. Vicino, quasi a nascondersi per non essere contaminato dalla “eccessiva civiltà”, il piccolo borgo di VIRGOLETTA, formato da una strada centrale un castello inserito tra le case. Vicino, a PONTEBOSIO, si trova un ponte medioevale con cinque arcate, motivo per cui alcuni studiosi lo hanno considerato una probabile preesistenza romana. Il borgo murato di FILETTO a forma rettangolare ci parla dei castra romani; il modulo quadrato più antico viene ripetuto nel piano durante le varie fasi di espansione. MALGRATE si presenta nella sua bellezza col borgo ed il castello restaurato recentemente. MULAZZO ospitò Dante nel castello durante la sua permanenza a Sarzana; lì “inviato” allo scopo di pacificare i forti contrasti tra il Vescovo di Luni ed i Malaspina. Poco distante, il piccolo quanto grande santuario detto della MADONNA DEL MONTE fu prima ospitale e poi santuario di grande devozione e culto popolare. Qui,i tanti ex voto parlano di miracoli concessi. Il sito inoltre si trova in un’alta posizione strategica viaria; sono identificabili anche qui ,nell’area adiacente alla chiesa, segni di preesistenza dell’uomo. FIVIZZANO, fondamentale luogo di raccolta dei pellegrini, ha nella chiesa di San Iacopo e Antonio un fonte battesimale con una bellissima TAU scolpita. A questo punto va ricordata l’esistenza nel territorio lunigianese (MS) e garfagnino (LU) di suggestivi e stupendi EREMI ricavati da ripari sotto roccia: anche qui la continuità insediativa è evidente là dove è possibile recuperare incisioni rupestri. Uno per tutti, degno di visita è lo stupendo Eremo di Calomini, in Lucchesia. CASOLA DI LUNIGIANA: Da studiare attentamente REGNANO, toponimo con probabili precedenti insediativi. Nella provincia di Massa Carrara, come altrove, è stato spesso rilevabile che, ove una torre campanaria adiacente alla chiesa avesse particolari aperture quali feritoie, ecc, allora è alta la probabilità che ci si trovi di fronte ad un ex torre medioevale ed a ruderi di un castello, reimpiegati poi come base di una chiesa. A Casola è da vedere l’immagine dipinta del pellegrino. Nella facciata della pieve di San Pietro di OFFIANO è possibile vedere una piccola figura marmorea forse raffigurante un viandante dalla borsa ed i calzari. E’ chiaro che anche i molti CAPITELLI delle varie chiese romaniche, da quelle piccole o quasi ruderi della Lunigiana, a quelli del duomo di Carrara devono essere studiati anche per confronti iconografici delle immagini ivi scolpite. AULLA: Ha sempre avuto una funzione di nodo stradale fondamentale,fin dall’antichità. Storia a parte meriterebbe l’ABBAZIA DI S. CAPRASIO, che ha da tempo attrezzato un moderno hospitale per i moderni viandanti della Via Francigena. Il territorio di Aulla andrebbe studiato “sul posto” interamente. In questa sede mi pare limitativo indicarne solo alcuni siti,come la piccola chiesa della MADONNA DEGLI ANGELI. A CANOVA si trova la CHIESA DI SAN IACOPO. Da ricordare anche il particolare borgo di CAPRIGLIOLA,ben visibile anche dall’autostrada. Da visitare anche TRESANA,CORNEDA,BOLA E GIOVAGALLO. MONTEDIVALLI: vicino alla pieve ricordiamo l’ospedaletto di San Iacopo. FOSDINOVO: Da qui è necessario visitare le sue frazioni,cioè i meravigliosi borghi nascosti nel verde, come MARCIASO, TENDOLA, POSTERLA, IL CASTELLO DI PONZANELLO ecc. A BARDINE DI CECINA sono da rilevare le belle figure in pietra dei quattro evangelisti; a PONTEVECCHIO, luogo di ritrovamento di nove statue stele, vi sono tracce di un borgo scomparso con belle decorazioni marmoree, oltre il rudere del vero e proprio “pontevecchio”. A FOSDINOVO esiste un suggestivo toponimo detto “Piana dei Romani”: secondo voci popolari era stato un luogo di “appoggio” durante la strenua conquista dei territori dei LIGURI APUANI, come ricorda Tito Livio nelle Storie.Non dimentichiamoci che i paesi pedecollinari, come appunto FOSDINOVO, CASTELNUOVO MAGRA, ORTONOVO, NICOLA DI ORTONOVO sono alle spalle di LUNI : Da qui partono infatti, come dicevo poc’anzi, tante stradine che conducono sia a i paesi citati che alle CAVE DI MARMO di CARRARA. CARRARA: Il centro storico risplende di un vastissimo uso di marmo di varie epoche ed in diversi contesti decorativi. E’ noto che il marmo lunense di Carrara veniva esportato in molti luoghi dell’Impero; la Colonna Traiana di Roma ,ad esempio, è stata rivestiva e decorata con questo materiale lapideo. A Carrara è possibile visitare infatti il MUSEO CIVICO DEL MARMO. I reperti della città di Luni, ancora in fase di continui scavi archeologici,si trovano nel MUSEO DI LUNI stessa (provincia di Spezia). Sono da anni in corso di studio e ricerca incisioni antiche ed oggetti in marmo direttamente in quelle che sono state rilevate come cave antiche di marmo di Carrara. MASSA: Non traccerò in questa sede la storia del capoluogo di provincia,ma solo cenni a particolari luoghi da “rivisitare”: ad esempio SAN LEONARDO AL FRIGIDO, ospitale retto dai Gerosolimitani, lungo la Via Francigena costiera ; proprio dove precedentemente esisteva la TABERNA FRIGIDA, ( citata dalla Tabula Peutingeriana) luogo di sosta lungo la via Aemilia Scauri, in linea con la vicina Luni. Il sito della “Taberna Frigida” dovrà essere necessariamente oggetto di scavo archeologico, vista la sua importanza storica e viaria. Tutto il centro storico di MASSA è oggetto di nuova ricognizione secondo i parametri ed i criteri più volte detti: LE PORTE MONUMENTALI della città cybea, (a BORGO DEL PONTE, L’ARCO DEL SALVATORE, LA PORTA MARTANA) le facciate dipinte ormai quasi scomparse, lo studio iconografico delle splendide statue marmoree sull’arco che immetteva all’antico Pomerio Ducale (giardino che nel XVI secolo ispirò quello di Boboli a Firenze). A tale proposito sarebbe auspicabile richiedere copie delle statue originali massesi marmoree, risalenti ai secoli passati, che attualmente si trovano nei giardini del Quirinale, a Roma. L’ANTICA PIEVE DI S.VITALE nella frazione del Mirteto. Tra la città e la marina è possibile visitare la ricchissima raccolta del MUSEO ETNOLOGICO DELLE APUANE. Per quanto riguarda i paesi dell’entroterra massese, quali: ANTONA, ALTAGNANA, PARIANA, RESCETO, FORNO ecc. appartengono ad un’area territoriale con caratteristiche da studiare in loco, come la viabilità antica, i segni di villaggi abbandonati, luoghi da indagare con criteri di archeologia di superficie e del sopravvissuto. Ricordiamo inoltre che da Resceto parte la cosiddetta VIA VANDELLI, che nel 1700, congiungeva Massa a Modena attraverso le Alpi Apuane e gli Appennini. Sopra Forno, oltre l’edificio grandioso della FILANDA, (attiva nel XIX secolo) si sale per arrivare in un bosco degno delle migliori favole: l’antichissimo sito del VERGHETO, dove alberi secolari, incisioni su antichi scalini di un villaggio abbandonato mostrano croci, nomi, coppelle,ecc. ed una serie di stradine acciottolate che congiungevano Massa con Carrara. Oltre Massa, verso MONTIGNOSO, il significativo toponimo di SAN CRISTOFORO racconta di un antico ed ormai scomparso ospitale lungo la Via Francigena, poi sfiorava il lago di PORTA BELTRAME, zona di grande interesse naturalistico ed archeologico. Massa, luglio 2010 Maria Grazia Armanini