Troilo e Cressida

Transcript

Troilo e Cressida
Troilo e Cressida
Una strana storia d'amore in tempo di guerra
In Troilo e Cressida Shakespeare parla della prima guerra di cui l’uomo abbia
memoria, la guerra – origine di tutte le guerre della storia occidentale, e ci
riconsegna gli eroi greci e troiani in una nuova dimensione: da miti a comuni mortali
che muoiono e soffrono a causa dei propri errori e delle loro debolezze, e che
combattono una lunga guerra, le cui motivazioni si sono smarrite nel tempo, e
comunque non appaiono più sufficienti a giustificarla (a patto che ne possano mai
esistere).
I valori fondativi di un’intera società come quella greca sono svuotati del loro
significato più profondo: le ragioni della politica mascherano ben più basse
motivazioni e cioè le unilaterali ragioni di un nobile, l'onore non deriva dal
mantenere intatta la propria coscienza o dall'agire positivamente verso gli altri, ma
rivela un suo sostanziale corpo fatto di vendetta o peggio si basa sulla pura
esibizione di forza fisica senza controllo.
Troilo e Cressida sono due giovani praticamente cresciuti ai suoni della guerra
nella città assediata e si sono innamorati, si scambiano sincere promesse e voti di
fedeltà... Tuttavia a rendere imperfetta questa unione è proprio il fatto che per
incontrarsi, parlarsi e coronare i loro sogni devono ricorrere all’intervento di
Pandaro, zio di Cressida che in pratica li “usa”, li deride fin dal primo momento, fino
a quando riuscirà a farli andare a letto.
Il significato più pieno e intimo dell'amore ne risulta sgretolato, allo stesso modo in
cui greci e troiani sentono che quei concetti che li hanno fin qui sostenuti vanno di
giorno in giorno privandosi di senso, condannando entrambi gli schieramenti a
combattere una guerra in realtà utile solo a se stessa.
La storia dei due amanti che si professano eterno amore si troverà a fare i
conti con circostanze che finiranno con l'avere il sopravvento e contraddire anche i
vincoli più sacri fino alla rottura del giuramento tra i due... Come dire che l’essere
umano è troppo piccolo e poco o nulla può di fronte al gigantesco e folle
meccanismo sociale che tiene in piedi il flusso perverso di un’umanità alla deriva,
destinata ad “ammalarsi”. L’esistenza del singolo individuo ne risulta
irrimediabilmente condizionata. Troilo infatti non sa e non può fare nulla per
opporsi alla “ragion di stato” che impone che Cressida debba essere “ceduta” ai
greci … Cressida si rivela a sua volta troppo fragile per non cedere alle avances
dell’oscuro Diomede Tombeur des femmes della parte greca; e, d’altro canto, il
modello di riferimento per la giovane ragazzina troiana non può che essere la
bellissima Elena, come lei “trasportata” in campo avverso e adattatasi ad una nuova
vita.
Gli impulsi primari e vitali dell’essere umano conoscono in questa piece una loro
bieca tendenza alla deformazione e ci vengono svelati in tutta la loro disarmante
meschinità come se l’uomo non potesse fare altro che “cadere”, oscillando tra
guerra e lussuria, fra opportunismo e mantenimento del potere, fra decadenza
morale e cinismo, tra orgoglio e desiderio di vendetta …
Nel "Troilus" non ci sono personaggi pienamente positivi, e tutti sembra si
trovino a dover cedere rinunciando a parti importanti della loro identità ed
effettuare scelte obbligate che non corrispondono ai loro intimi desideri o bisogni …
La stessa Cressida cerchiamo di consegnarla sotto una luce che non vuole ridursi a
simbolo di tradimento, ma piuttosto a quello di una ragazza spaurita, e che dopo la
prima notte d’amore viene “venduta” al campo nemico. Si tratta di una giovane
“sradicata” e dunque debole, la cui identità entra in crisi come potrebbe accadere a
ciascuno di noi, costretta ad adattarsi ad una situazione difficilissima e che chiede
uno “scarto” immediato. Lei cerca di affrontarla lasciandosi indietro ogni rimpianto,
con un’immediatezza di certo impressionate in modo da dimenticare al più presto il
suo recentissimo passato per quanto coinvolgente esso sia stato per lei…
In mezzo a questa strana "storia d'amore", si intrecciano burle, sfide fittizie, giochi,
tradimenti, sotterfugi, invidie, nel conteso di una guerra ridotta a scaramucce e
trasformatasi in pantano.
In questa modernissima opera Shakespeare ci pone di fronte al dramma della
crisi dell’individuo in rapporto a se stesso e con la collettività, dramma della perdita
di ideali, di valori o punti di riferimento attraverso una storia che pare una metafora
dei nostri tempi e che, proprio per tali ragioni avvince, diverte, fa riflettere e
commuove.
Claudio de Maglio