TOTAL FITNESS IN ACQUA
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TOTAL FITNESS IN ACQUA
Roberto Conti TOTAL FITNESS IN ACQUA ROBERTO CONTI INTRODUZIONE “siamo stati educati a cercare sempre ciò che è utile; ma tutto ciò che è bello avviene quando non siamo utilitaristici, quando facciamo qualcosa per la gioia di farla, per la pura gioia. E giocare, correre, vi fa andare molto in profondità” (OSHO) Dopo tanti anni di esperienza ho voluto creare un libro che racchiudesse esperienze e che venisse a definire alcuni elementi di questo fantastico mondo dell’acqua. La voglia di continuare a lavorare nelle palestre, nei parchi, ma soprattutto di stare con la gente quando il sole ci rende tutti più allegri con tanta voglia che lavorare e giocare nell’acqua ma soprattutto di continuare a scoprire le cose affascinanti che si possono fare per un solo scopo stare bene in allegria. In questo libro cerco, dopo tanti anni di corsi e di formazione di docenti, di far capire a tutti che lavorare in acqua ha delle notevoli differenze rispetto al mondo del fitness a secco. Si cerca anche di far arrivare il messaggio ai titolari d’impianti che danno sempre poco spazio alle attività di gruppo o, in ogni caso, non le evidenziano sufficientemente in proporzione al loro vero valore. Corredo questo mio con foto che rappresentano delle realtà molto belle e molto stimolanti per chi le ha vissute come istruttore e come allievo. Ritengo che questo piccolo manuale possa essere un buon supporto per persone che si avvicinano al mondo dell’acqua e all’insegnamento di tutte le attività. Spero di riuscire a farvi capire con quale entusiasmo ogni giorno si può entrare in una lezione e pensare alla bellezza del potere lavorare in acqua e riuscire nel tempo a portare risultati concreti ai nostri allievi. Quindi buona lettura e buon lavoro! 5 ROBERTO CONTI Capitolo 1 FITNESS A SECCO O IN ACQUA TUTTO HA INIZIO DAI CENTRI FITNESS Oggi il mondo del fitness è un elemento di grandi studi e d’analisi. La cultura del benessere porta gli operatori a ricercare il massimo della rendita dai centri operando come in grandi aziende. Tenendo presente che il mercato fitness ha ancora grandi spazi di crescita, in virtù del fatto che ancora nel 2002, su un campione di 18.750 persone contattate, solo il 16% affluiva direttamente alle zone fitness, mentre il 36% andava a centri estetici. I manager del fitness sanno che il centro deve studiare i valori che danno le grandi variabili al cliente: l Prezzo l Situazione climatica l Attrezzature e impianti l Personale l Struttura globale e servizi 7 TOTAL FITNESS IN ACQUA E solo grazie a queste variabili si può ottenere il livello di soddisfazione del cliente e la fidelizzazione dello stesso. Conta molto la struttura e le attrezzature, ma quello che oggi può essere determinante è senza dubbio ancora il personale. Oggi un centro fitness è strutturato seguendo dei criteri importanti che servono a rispettare ogni zona; infatti, si mette a disposizione per la zona beauty circa il 16% del totale, per area ingresso e commerciale il 20%, area relax (oggi sempre più richiesta) il 13% per le aree tecniche, il 17% per gli spogliatoi, il 20% per area isotonica e cardio, il 14% per corsi collettivi. Nelle aree dei corsi bisogna anche dar spazio a quella che si definisce piscina piccola o sala vasca fitness per dare spazio a tutti i corsi acqua. Questa nuova sala è molto versatile e si adatta a tanti corsi come una sala a secco. C’è spazio per tutti i gusti e tutti i livelli, la vasca è diventata una vera sala d’aerobica polivalente a 360 gradi. Si passa da un lavoro natatorio per i bimbi ad un lavoro di gruppo di tonificazione, oppure ad una lezione di step o bike in acqua, o ancora ad una vera lezione di boxe in acqua (con o senza sacconi) fino a concludere con fantastici corsi dedicati al rilassamento fisico e mentale… C’è chi ama il mondo della piscina, il piacere di immergersi e creare attività motorie senza mai superare i limiti del medio basso impatto e godersi le lezioni contestualmente, diminuendo le possibilità di traumi, aumentando il piacere. Se pensiamo che qualche anno fa le piscine, erano principalmente utilizzate per attività di nuoto o per riabilitazione, oggi, grazie a questa rivalutazione, stanno vivendo un ottimo periodo sia a livello commerciale sia a livello d’impostazione di club. Le vasche erano veramente poco utilizzate, o meglio non sfruttate a pieno, fino al periodo dove le preparazioni atletiche di sportivi agonisti di varie discipline iniziano a passare attraverso il canale delle vasche. Si nota subito che i risultati sono molto interessanti: meno stress muscolare, (quindi con minor tempo si riesce a far recuperare il muscolo dallo “stress” dell’allenamento), meno probabilità di traumi, ottima possibilità per il controllo degli angoli di lavoro e così facendo s’inizia a capire la 8 ROBERTO CONTI multivalenza che può assumere questa tipologia di attività. Analizzando i programmi atletici agonistici si è subito evidenziato che gli stessi possono avere degli alleggerimenti introducendo l’uso della musica, cambiando l’utilizzo delle ripetute e del recupero; così facendo si può veramente creare una serie di possibilità alla portata della massa, o comunque alla portata di più classi a vari livelli. I palazzetti iniziarono con i primi gruppi d’acquagym dediti per lo più alla tonificazione e a programmi base che, solo in seguito, saranno arricchiti con più varianti, sia a livello cardiovascolare sia coreografico. In questi primi passaggi era necessario dover analizzare (com’è stato per i programmi d’allenamento degli atleti) i programmi a secco e capire le differenze e le analogie con un programma acquatico. Gli esercizi fondamentalmente possono essere gli stessi. La differenza è data dall’attrito dall’acqua che rende la tempistica d’esecuzione molto lenta e controllata, pur dando il vantaggio di sostenere il corpo. Quindi Partiamo dal punto più semplice: Ad esempio prendiamo un atleta, immergiamolo in una vasca dove con facilità possa mantenere la stazione eretta e il contatto con il fondale della vasca (quindi stiamo parlando di una vasca con acqua bassa). Notiamo che l’atleta è soggetto all’azione di due forze opposte: la forza di gravità (direttamente legata al peso del corpo) e la forza idrostatica che, per il principio d’Archimede, è pari al peso del liquido spostato (punta al galleggiamento). Quindi le due forze sono di segno opposto e si annullano, da ciò possiamo capire che in acqua abbiamo pochissima forza di gravità e, secondo la posizione o la spinta, siamo in grado di galleggiare e/o camminare. In acqua il corpo umano risente dell’azione termica del fluido in cui è immerso ma, se la temperatura dell’acqua rispetta i canoni generali (tra i 27 e 35 gradi) non dovrebbe comportare alterazioni significative. La pressione idrostatica è esercitata dalla colonna d’acqua che grava su tutta la parte di corpo immersa. Quindi i movimenti che vengono fatti a corpo immerso nell’acqua sono soggetti ad una resistenza creata dallo spostamento della quantità d’ac9 TOTAL FITNESS IN ACQUA qua. Maggior liquido viene spostato, maggiore sarà la resistenza che si oppone al movimento. Da un punto di vista fisiologico, anche in acqua, la relazione tra frequenza cardiaca e consumo d’ossigeno rimane pressoché invariata. All’aumentare della velocità di esecuzione del movimento, aumenta la frequenza cardiovascolare e il consumo d’ossigeno. Infatti, come nel mondo a secco, aumentando l’intensità dell’esercizio, in proporzione aumentano i valori di frequenza cardiaca e di consumo di ossigeno, anche se si denota che i valori sono più bassi e controllati, vale a dire che una corsa fatta in acqua tiene i battiti cardiaci più bassi che a secco. L’immersione in acqua con testa fuori, tenendo un valore della temperatura dell’acqua ad un massimo di 35-36 °C, causa una ridistribuzione del volume d’ematico che determina un aumento della pressione con conseguente raggruppamento centrale della massa sanguigna cui fa seguito una notevole produzione di diuresi (urina) e nattriuresi (eliminazione del sodio con le urine). Gli scambi gassosi non subiscono alterazioni poiché non si verificano modificazioni a livello polmonare. Atleta in acqua immersione quasi totale (testa fuori) Compressione idrostatica del corpo Attivazione/passaggio transcapillare di liquidi Ipervolemia Ritorno venoso Distensione cardiaca (allenamento) • Attività maggiore renale • Inibizione della secrezione di vasopressina • Inibizione del sistema renina Possibile disidratazione cellulare Flusso cardiaco • Attivazione di recettori • Rilascio di peptide natriuretico atriale Natriuresi 10 ROBERTO CONTI Come evidenziato in figura la pressione che si esercita a livello dell’articolazione della caviglia di una persona in posizione eretta, diminuisce gradatamente man mano che aumenta il livello d’immersione, sia per effetto delle forze idrostatiche sia per la nuova distribuzione dei fluidi nei vari distretti del corpo. È evidente che le temperature dell’acqua creano un fenomeno di vasocostrizione che si scarica a livello muscolare e quindi determinano il risultato della prestazione fisica, che può cambiare o subire notevoli condizionamenti secondo la capacità che ha un soggetto di adattarsi nel tempo alle temperature dell’acqua (quando le medesime scendono) e dalla capacità di adattamento alle situazioni ambientali (temperature esterne). L’impulso a livello di scarica elettrica sui muscoli diminuisce con l’aumentare dell’altezza dell’acqua perdendo in capacità di risposta reattiva. Ora proviamo ad immaginare un soggetto immerso fino ad almeno il 60% del suo corpo e proviamo a farlo camminare ad un ritmo semplice; la cosa che si può dedurre è che il tempo di esecuzione dei movimenti è più lento. Il coinvolgimento dei muscoli flesso-estensori e abduttori della coscia, il grande gluteo, il bicipite femorale e il tensore della fascia risultano molto sollecitati e in alcuni momenti sottoposti a stress proprio della lunghezza delle tempistiche di lavoro. Questo è un grande principio molto utile per i lavori di riabilitazione! 11