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CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 18 DICEMBRE
3
Questa sera
una calabrese
potrebbe
diventare
Miss Mondo!
Koko De Leo
"La musica è la mia religione"
La sua prima esibizione risale al 1988. Quando
è ancora uno scricciolo d’uomo sale su palco
del “Festival della Canzone per Bambini” organizzato dall’Ymca di Siderno. Mentre i suoi
coetanei si esibiscono con brani dello Zecchino
d’Oro, Cosimo De Leo sceglie “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri. Da allora non gli è mai
saltato in mente di abbandonare il mondo della
musica, in cui presto verrà riconosciuto col
nome d’arte Koko.
A incoraggiarlo sin dall’inizio la madre: “Ha
sempre creduto in me, come solo le più grandi
madri sanno fare. Insieme, a bordo di una
Panda 750 vecchia e sgangherata, non ci siamo
persi un solo concorso canoro: mi
accompagnava
anche nelle campagne più sperdute”.
Nel 1997 Cosimo s’iscrive all’Accademia di
Sanremo. Successivamente partecipa alle audizioni del Festival di Castrocaro, ma si riveleranno “un’esperienza del tutto negativa, perché
qui la meritocrazia latita”.
Un bel ricordo conserva, invece, del programma X Factor. Supera la prima audizione dove a
presentarsi sono in migliaia. A programma iniziato riceve una telefonata dalla redazione di
Morgan durante la quale gli viene chiesto di
presentarsi a Milano. Erano in 50, rimangono
in 4 ma alla fine viene scelta una ragazza che
dopo una settimana verrà eliminata dal programma.
A gennaio 2011 Cosimo si trasferisce a Sharm
El Sheik e inizia a cantare allo Smaila’s Club, il
locale aperto da Umberto Smaila all’interno
del Domina Coral Bay. «È stata un’ottima
vetrina per affacciarmi a questo straordinario
mondo della musica e conoscerlo più da vicino». Qui si esibisce con Fiordaliso e con il tenore, nonché attore teatrale, Graziano Galatone.
A giugno dello stesso anno si trasferisce a
Fuerteventura che presto diventa la sua base:
avvia collaborazioni con gruppi in Olanda,
Francia e Inghilterra, mentre canta al Rock
Cafe, locale ai primissimi posti della movida di
Fuerteventura, frequentato soprattutto da un
pubblico inglese. «Qui ho “definito” il mio stile
e il mio carattere. Devo tanto a questo locale».
Il suo repertorio si arricchisce e oggi offre un
chiaro esempio di melting pot musicale con
brani rock, ballate e reggae.
Ad agosto di quest’anno
Cosimo decide di prendere
un aereo e andare a vivere a
Toronto, dove inizia a registrare il suo nuovo album
“Lovelution”, la rivoluzione
dell’amore, che conta di far
uscire la prossima estate.
L’album non segue un filone
unico e preciso ma spazia
dalle storie d’amore all’attualità, e comprende brani in italiano, inglese e spagnolo.
In questi giorni Cosimo è a
Siderno per registrare il video di
“Voglio rubarti un pensiero”.
Contemporaneamente sta lavorando a un pezzo da presentare
al prossimo Festival di Sanremo.
Si tratta di un brano che racconta
l’amore tra due persone anziane:
dopo 50 anni di matrimonio lui
decide di sposare una seconda
volta la sua donna per riprometterle ancora amore eterno. A ispirarlo
la straordinaria storia d’amore dei
suoi genitori.
Cosimo trascorrerà “in patria” le
feste di Natale e il 23 dicembre presenterà in
anteprima il suo album al Top di Siderno. Per la
sua terra ha tanti progetti, tra cui quello di portare il suo disco nei teatri calabresi, in collaborazione con altri artisti locali. “Fare stare bene
il pubblico a fine concerto sarà il mio obiettivo
principale. Ho intenzione di coinvolgere Peppe
Platani, il mio papà a livello musicale,
Francesco Loccisano e Franco Catricalà, bassista di Chiaravalle”.
Prima di lasciarci chiedo a Cosimo cos’è per lui
la musica. «È la mia religione, io sono ateo
quindi la musica è stata la mia salvezza».
Maria Giovanna Cogliandro
OTELLO PROFETA IN PATRIA
Venerdì scorso, al Teatro F. Cilea di Reggio Calabria è andato in scena con successo il Tributo ad
OTELLO PROFAZIO, un grande spettacolo musicale che ha avuto luogo in occasione del conferimento della Cittadinanza Onoraria di Reggio Calabria al "Mastru Cantaturi”. La serata, che ha visto
la partecipazione di Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea, Parafonè, Giovanna Scarfò, Manuela
Cricelli, Diego Pizzimenti e tanti altri personaggi della cultura e dell’arte locale, è stata anche una bella
occasione per fare beneficenza, considerato che il ricavato verrà devoluto all’Associazione Genitori di
Bambini e Adulti Disabili.
Manca davvero poco per conoscere il nome della più bella del mondo. Questa sera, al teatro del Mgm
National Harbor di Washington DC, alle 21:30 ora italiana, si svolgerà la finalissima del concorso di
bellezza per la quale si stanno preparando giovani provenienti da tutto il pianeta. Tra queste anche la
splendida calabrese Giada Tropea, di Lamezia Terme, partita dalla Calabria nel mese di novembre per
la selezione internazionale. Giada sta rappresentando il nostro Paese dopo avere vinto il titolo nella
finale nazionale dello scorso mese di giugno a Gallipoli e manterrà il titolo di Miss Mondo Italia sino
al prossimo anno. Il concorso che oltre alle sfilate di abiti prevede anche l'esibizione delle Miss in una
specialità, vedrà Giada Tropea sfidare le concorrenti sui pattini a rotelle.
RIVIERA
ATTUALITÀ
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DOMENICA 18 DICEMBRE 4
GIUDIZIARIA
L’esercizio
abusivo
del credito
ltre al reato di usura gli inquirenti si sono trovati spesso connesso
a questo anche l’esercizio abusivo del credito, l’illecita pratica
dei finanziamenti abusivi da
parte di soggetti attenzionati nel corso delle
investigazioni. Tale attività non solo integra,
ovviamente, un autonomo reato, ma costituisce il presupposto stesso della pratica
usuraria, con tutte le note, devastanti conseguenze sul tessuto economico della zona
interessata dal fenomeno. È il caso, questo,
dell’indagine “Bacinella”, per come rilevato
dal sostituto procuratore Antonio De
Bernardo nel corso della requisitoria del
processo che si conclude nei prossimi giorni
dinanzi al Tribunale di Locri. A prescindere
dall’accertamento del tasso di interesse praticato, si è provveduto a contestare, altresì, il
reato di esercizio abusivo del credito, reato
asseritamente commesso con modalità
mafiose.
L’art. 132 del D.lg. 1 settembre 1993 n. 385,
rubricato “abusiva attività finanziaria” stabilisce che “chiunque svolge nei confronti del
pubblico una o più delle attività finanziarie
previste dall’art. 106 comma 1 senza essere
iscritto nell’elenco previsto dal medesimo
articolo è punito con la reclusione da sei
mesi a quattro anni e con la multa da lire
quattro milioni a lire venti milioni”.
L’art. 39 legge 262 del 28 dicembre 2005 ha
poi stabilito che: “Le pene previste dal testo
unico di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, dal testo unico di cui al
decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58,
dalla legge 12 agosto 1982, n. 576, sono raddoppiate entro i limiti posti per ciascun tipo
di pena dal libro I, titolo II, capo II, del codice penale”.
Ritiene in tema la giurisprudenza che “In
materia di abusivo esercizio dell'attività di
intermediazione finanziaria, la disposizione
di cui all'art. 8 comma secondo, D.Lgs. n.
141 del 2010 non ha abrogato l'aumento di
sanzione previsto dall'art. 39 legge 262 del
28 dicembre 2005” (Cass. Pen., Sent. n.
18544 del 27/02/2013). Difatti, la l. n. 262 del
2005, art. 39, secondo il quale le pene previste dal testo unico di cui al D.lg. 1 settembre
1993, n. 385, sono raddoppiate entro i limiti
posti per ciascun tipo di pena dal libro I,
titolo II, capo II, del codice penale, non prevede una circostanza aggravante, ma si limita a disporre il raddoppio delle pene per i
reati previsti dal D.lg. n. 335 del 1993; di
conseguenza, la pena massima detentiva
testualmente disposta dall'art. 132 va determinata in otto anni di reclusione (e non
quattro), così com’è raddoppiata la sanzione pecuniaria.
Tra le massime della Cassazione viene evidenziata la sentenza della Sesta Sezione, n.
5118 del 12/02/1999, in particolare: “Non è
necessario, peraltro, che tali servizi siano
resi al "pubblico" inteso in senso di comunità
indifferenziata dei destinatari, essendo sufficiente che vengano rivolti anche a una
ristretta cerchia di soggetti, e senza che rilevi, altresì, la destinazione da costoro data al
denaro”. Per la Sezione II, sentenza n. 1628
del 14/12/2001: il reato non richiede per il
suo perfezionamento né l'abitualità né che
l'offerta sia rivolta al pubblico. Infine ancora
la Sez. 2, sentenza n. 14005 del 05/04/2006,
“la cui condotta tipica si sostanzia nella concessione di finanziamenti sotto qualsiasi
forma, nell'assunzione di partecipazioni,
nella prestazione di servizi a pagamento,
nell'intermediazione in cambi”.
O
È Francesco Macrì il presidente
la riunione
del GAL Terre Locridee Dopo
di martedì scorso,
Con l’incontro di ieri giunge finalmente a conclusione la fase costitutiva del GAL Terre Locridee.
Presso la Sala Consigliare del Comune di Siderno, infatti, si è svolta l’Assemblea Generale del partenariato seguita dall’Assemblea Costitutiva propedeutica all’elezione del CDA e del presidente che guiderà
la società.
In seguito agli interventi di Guido Mignolli, che ha introdotto i lavori cogliendo l’occasione per ricordare quali fossero gli obiettivi da perseguire e le semplici norme da rispettare durante la riunione, e di
Pietro Fuda, che ha invece ripercorso la storia costitutiva del GAL, iniziata nell’ormai lontano novembre 2015, i rappresentanti dei 25 comuni, delle 9 associazioni e delle 44 aziende che hanno già formalmente aderito alla società si sono a lungo confrontati stabilendo anzitutto di costituire un Consiglio Di
Amministrazione formato da nove membri.
Al termine della votazione sono stati dunque eletti membri del CDA Pasquale Brizzi, Aldo Canturi,
Pietro Fuda ed Enzo Minervino a rappresentanza della sezione pubblica e Giuseppe Capogreco, Ettore
Lacopo, Francesco Macrì, Pasquale Perri ed Ernesto Riggio a rappresentanza della sezione privata.
Alla presenza dei nove componenti del CDA sopra elencati, si è proceduto dunque alla votazione del
presidente e del vicepresidente del GAL Terre Locridee, cariche affidate rispettivamente a Francesco
Macrì ed Enzo Minervino.
per il neo eletto
CDA è giunto
finalmente il
momento di
iniziare a lavorare
sul serio
La Calabria smette di
pagare chi inquina
La nostra Regione ha interrotto il finanziamento delle pratiche agronomiche che prevodono
l’utilizzo di glifosato, un erbicida che l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato come probabile cancerogeno.
Capita anche che la Calabria venga ritenuta un modello da
seguire.”Smettete di pagare chi inquina. Fate come la Calabria”.
È l’appello lanciato ai presidenti delle Regioni dalla Coalizione
Italiana #StopGlifosato.
Basta con i premi a chi utilizza il glifosato, erbicida che lo IARC
(International Agency for Research on Cancer) ha classificato
come probabile cancerogeno. Basta con l’assurdo principio di
“chi inquina viene pagato”.
“In attesa della decisione europea sull’eliminazione del composto chimico dai campi e quindi dalla tavola, che dovrebbe arrivare alla fine del 2017 - ha dichiarato Maria Grazia
Mammuccini, portavoce delle 38 associazioni italiane riunite in
#stopglifosato - le Regioni italiane possono utilizzare gli strumenti a loro disposizione, in primo luogo escludere il glifosato
dai disciplinari di produzione integrata. Come ha fatto la
Calabria, prima tra le giunte regionali italiane, ad avviarsi verso
un regime di ‘glifosato zero’, interrompendo i finanziamenti a
chi lo utilizza”.
Quello della Calabria è un esempio concreto di come le
Regioni, abbiano la possibilità di interrompere immediatamente il finanziamento delle pratiche agronomiche che prevedono
l’utilizzo di un prodotto cancerogeno per gli animali e probabile cancerogeno per l’uomo, oltre che principale inquinante delle
acque superficiali e sotterranee come evidenziato dai dati Ispra.
La Calabria decide così di non piegare la salute dei cittadini agli
interessi delle multinazionali.
“
Copertina
Nelle stanze ovattate del potere sono entrati tantissimi eletti calabresi.
Alcuni di forte personalità e di notevole intelligenza ma nessuno di
loro ha provato ad aprire le porte sbarrate del Palazzo. Tra di loro
tante ottime persone che viste dalla Calabria sembravano giganti
ma che sostanzialmente sono state fugaci ombre sparite nel nulla.
Satireggiando
Anna prese la Caronte, Anna è una carusa,
lo Stretto nel suo sguardo,
sguardo di quando il PCI era tutt’altra cosa
se alza il pugno lei lo sa
Gentiloni, mamma mia!,
Anna lo rimette in tasca
Anna non vorrebbe andar via.
Marco grossa zucca e poca fama
Marco intrepido gendarme,
dalla Reggio “gentile e bella”
poca stima e manco quella.
Ma agli Interni lui lo sa
è una vera garanzia
reggino vecchio stampo
Marco non vorrebbe andar via.
E la politica è una palla
e l’Italia un biliardo
quante vite nei flipper
non si vede più il traguardo.
Marco dentro a un bar
lui sa già cosa farà:
“Quaggiù da noi il caffè è pavatu,
questa è la mia città”.
Annae
Marco
Chiediamo scusa per questo
nostro azzardo solo ed esclusivamente al caro Lucio Dalla.
Anna, da 29 anni a Roma, non perde un ballo
Marco solo 15 ma è il miglior cavallo
in una balera che è uno schifo
viene la nausea a chi li guarda
non c’è più nessuno che fa il tifo.
Ma dimmi tu dove si arriverà
si tirano fuori i 5stelle:
“Tutti inciuciano,
si accordano e si vendono la pelle”.
Invece Grillo vuole votare
fuori da Montecitorio continua a protestare
con un’aria da commedia all’italiana
è passata anche questa settimana.
Ma la soluzione è lontana
crollano le speranza una ad una,
l’Italia guarda e anche se ride
se la sta facendo sotto dalla paura.
E il Natale, in silenzio, ora si avvicina
con un mucchio di stelle brilla la strada
cosa si festeggia,
forza, chi lo sa?
Se nessuno si decide a far qualcosa
di Bel Paese solo il formaggio resterà.
Anna in 29 anni 4 milioni
Marco che ha aperto il giro di stoppa risponde:
“di mano!”
Per chiunque volesse giocare
Una poltrona aggiungiamo.
Maria Giovanna Cogliandro
Mar
Minn
un'altra
omb
LA CALA
DOMENICA 18 DICEMBRE
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Non chiediamo a Marco Minniti “qualche euro in più” per la
Calabria.Troppo poco e troppo scontato!
Se potessimo gli chiederemmo di forzare le“porte”e scardinare i
catenacci che impediscono agli “esclusi”- soprattutto ai calabresi - di
sentirsi parte dello“Stato”.
arco
niti,
fugace
bra per
ABRIA?
ILARIO AMMENDOLIA
arco Minniti è il nuovo ministro
dell’Interno.L’ho conosciuto circa
quarant’anni fa nel Partito comunista
italiano e da allora siamo rimasti
sempre amici. Il segreto di una qualsiasi amicizia è il reciproco rispetto
anche, e soprattutto, quando non si è
M
d’accordo.
A questo bisogna aggiungere che, nonostante il nostro
rapporto e nonostante Lui abbia ricoperto importanti
incarichi di governo, non gli ho mai chiesto nulla di personale e Lui ha sempre rispettato le mie idee anche
quando sono state differenti (e in alcuni casi opposte)
alle Sue.
Per esempio ci siamo confrontati sul “caso Platì” o sui
casi dei Comuni sciolti per mafia, ma ognuno è rimasto
sulle proprie posizioni. Lui convinto di essere coerente
con la sua storia e io con la mia.
Oggi Minniti è ministro dell’Interno in un governo che
presumibilmente durerà poco tempo.
Io non chiederei a Minniti “qualche euro in più” per la
Calabria. Troppo poco e troppo scontato!
Se potessi gli chiederei di forzare le “porte” e scardinare i catenacci che impediscono agli “esclusi”- soprattutto ai calabresi - di sentirsi parte dello “Stato”.
Non è facile!
Ci provò da ministro Pietro Nenni, un socialista con una
forte tempra di combattente e che aveva conosciuto carcere ed esilio oltre che la morte di una figlia in un campo
di concentramento nazista. Fu Lui a scrivere : "...voi non
sapete che razza di Stato hanno fatto. Uno Stato debole con i forti e forte con i deboli".
Una volta ministro tentò di cambiarlo ma il vecchio
leone socialista perse la sua battaglia nel momento in cui
fu preso prigioniero nella “stanza dei bottoni” anzi
quando comprese che i “bottoni”- nonostante la sua
presenza nel governo - rimanevano saldamente in altre
mani.
Il paradosso è che Nenni uscì dal carcere più forte e
motivato di prima, invece dalla “stanza dei bottoni” ne
venne fuori stanco, provato, scoraggiato e disarmato e
tale restò per il resto della sua vita.
La sua "ingenuità” è stata quella di pensare di poter vincere la sua battaglia operando in solitudine all’interno
del “Palazzo”, convincendo o obbligando i detentori di
un potere secolare a cambiar natura.
Non è possibile!
Senza alcuna retorica, questa è una battaglia che non si
può vincere senza gettare sulla bilancia il peso delle classi sociali escluse e di interi territori emarginati.
Un ministro che non si fece prender prigioniero fu certamente Brodolini, il padre dello “Statuto dei lavoratori”. Lo dimostra il fatto che andò a illustrare lo “Statuto”
nel municipio di Avola occupato e trascorse il suo ultimo Capodanno in una tenda collocata a piazza
Montecitorio tra gli operai impegnati in un'aspra lotta
per il rinnovo dei contratti.
Comprese che lo “Stato” si cambia operando dall’alto e
dal basso. Purtroppo visse troppo poco.
Così, lo Stato è ancora quello che aveva ben descritto
Pietro Nenni mezzo secolo fa, anzi sempre più espressione dei “forti” e sempre meno dei deboli.
Sempre più ostile al Sud e alla Calabria.
Nelle stanze ovattate del “potere” sono entrati tantissimi “eletti” calabresi. Alcuni di forte personalità e di
notevole intelligenza ma nessuno di “loro” ha provato
ad aprire le porte sbarrate del “Palazzo”. Così, senza
lasciare alcun segno, sono passati i Lucifero, i Cassiani, i
Misasi, i Puia, Principe, Casalinuovo, Ligato, Antoniozzi
e tanti altri ancora. Tra di loro tante ottime persone che
viste dalla Calabria sembravano giganti ma che sostanzialmente sono state fugaci ombre sparite nel nulla.
Voglio pensare che non sarà così per Marco Minniti.
Il “Viminale” è stata sede di casa Savoia prima che la
famiglia dei re d’Italia andasse ad abitare al Quirinale.
Agli occhi di tanti, compreso i miei, rappresenta un
palazzo ostile e inaffidabile, basti pensare che da quel
luogo partì l’ordine di sparare ai nostri contadini o di
proteggere coloro che avevano ordinato la strage di
Portella della Ginestra.
Marco Minniti ha iniziato il suo lungo viaggio partendo
dalla Calabria degli “ultimi”, degli “esclusi”, del pensiero ribelle a un ingiusto ordine costituito.
Ha fatto parte di una generazione che ha sognato l’uguaglianza e la libertà. Il riscatto della gente di Calabria!
Quindi ha fatto la sua lunga marcia dentro le Istituzioni.
Sono sicuro che non potrà rassegnarsi al fatto che la
Calabria raggiungerà i livelli di sviluppo del Nord Italia
nel 2143, quando i ghiacciai, secondo alcuni, saranno
sciolti e intanto la maggioranza dei nostri giovani rinunceranno a cercarsi un lavoro perdendo così la propria
dignità di cittadini liberi.
“Ordine” per me non sono le divise, né le toghe bensì
entrare in un ospedale e avere le stesse cure che può
permettersi un azionista di banca invece che scendere
negli inferi della sanità calabrese. Così come non ci può
essere “legalità” quando cinque milioni di nostri concittadini vivono nella miseria più nera!
Allora a Marco Minniti io non chiedo qualche euro in
più per la Calabria. So che questo, nella misura in cui lo
potrà, lo farà senza che gli venga chiesto.
Chiedo un gesto che obblighi questo governo - e quelli
successivi- ad adeguarsi e cioè che si stabilisca, in maniera solenne e, una volta per tutte, che i principi fondamentali della Costituzione debbano essere considerati
prescrittivi.
I Costituenti non hanno approvato un “Manifesto” ma
un atto fondamentale in cui riconoscerci come comunità nazionale.
Nessuno può riuscirci operando da solo, quindi Minniti
potrebbe avere successo solo se non si farà prendere prigioniero nelle stanze del Viminale.
Ed è questo l’augurio sincero che io faccio a Marco
Minniti e alla Calabria.
07
Marco Minniti:
un politico come
tutti gli altri
a nomina di Marco Minniti a 29° Ministro
dell’Interno della Repubblica Italiana ha
generato facili entusiasmi tra le fila dei politici locali. Certo, avere un politico nato e
formato a Reggio Calabria a ricoprire un ruolo di
primo piano tra le fila del Governo può risultare
ai più un risultato importante e da salutare con
favore in vista dell’auspicato occhio di riguardo
con il quale Minniti si sentirà obbligato (in teoria)
a trattare la sua terra natia; eppure, a ben guardare, potrebbe non essere tutto oro quello che luccica.
Questa affermazione non deriva da una mancanza di fiducia a priori nella capacità dell’esponente
reggino del Partito Democratico, ci mancherebbe
altro, quanto innanzitutto dalla sua storia politica
recente, che l’ha visto sempre presente, con diversi incarichi, tra le fila del governo.
Benché possa essere condivisibile l’orgoglio per la
nomina di Minniti espressa da Oliverio, dunque,
non ci sentiamo di affermare così supinamente
che la consegna di questo incarico al nostro corregionale rappresenti un elemento a suffragio del
momento propizio che la Calabria sta vivendo.
Del resto, negli ultimi quindici anni, Minniti è
stato rispettivamente Sottosegretario di Stato per
due mandati e Viceministro dell’Interno, posizioni dalle quali non ci sembra che si sia poi sperticato così tanto per la nostra regione (e, a dire la
verità, non ci saremmo nemmeno aspettati nulla
di diverso da un membro dell’esecutivo nazionale, dato che, se ogni rappresentante di governo
dovesse dare la precedenza alla regione nella
quale è nato o cresciuto tanto varrebbe cestinare
la Repubblica in favore dell’Anarchia).
Ancora più fuori luogo, a tale proposito, ci sembra la certezza di Falcomatà nel dichiarare che il
primo punto all’ordine del giorno nell’agenda del
buon Marco è certamente Reggio Calabria.
Sarebbe bene che il sindaco dallo splendido
capello, infatti, ricordasse che le funzioni principali del Ministro dell’Interno sono la salvaguardia
della finanza locale e dei servizi elettorali, la vigilanza sullo stato civile e sul territorio, la tutela dei
diritti civili e, più importante di tutti, dell’ordine e
della sicurezza pubblica, così che augurarsi che il
primo punto all’ordine del giorno del Ministro sia
Reggio Calabria sarebbe un po’ come auspicare
lo scioglimento del comune per mafia. E siamo
certi che Falcomatà non sia poi così stanco di
amministrare.
Sulla stessa scia si pongono i più convinti sostenitori del Partito Democratico, cui fanno da contraltare detrattori che leggono invece nella nomina di Minniti la sadica orchestrazione dei poteri
occulti.
A parer nostro, Minniti non è né un diavolo pronto a ingannare nel suo esclusivo interesse né l’angelo sceso dal cielo a dare la buona novella ai
calabresi. Non difende gli interessi del malaffare
né pensa esclusivamente a come tirare fuori la
Calabria dal fango.
Questo perché Marco Minniti, prima ancora che
reggino, è un politico.
E da politico tutto italiano siamo certi che si comporterà.
Jacopo Giuca
L
RIVIERA
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DOMENICA 18 DICEMBRE
08
Termina, dopo 6 anni , la vicenda
giudiziaria dell’ex primo cittadino
sidernese, rimasto coinvolto nell’inchiesta Bene Comune
Scerbo si dimette
da sindaco di Palizzi e
cede il testimone a
Erminio Fiumanò
A seguito dell’inchiesta Ecosistema,
nell'ambito della quale ha ricevuto un
avviso di garanzia, il Sindaco di Palizzi
Walter Scerbo si è sospeso dalla carica.
La notizia è stata resa ufficiale lunedì
tramite una lettera inviata dallo stesso
Scerbo.
“Quanto accaduto - scriveva Scerbo ha toccato inaccettabilmente la mia
famiglia, che nessuna parte ha avuto
nella vita politica di questa città se non
essere la famiglia del Sindaco. Così
stando le cose, al momento, sento di
avere la necessità di prendere un
periodo di riflessione lontano dalle
scene politiche, fintantoché non ritrovi
nuovamente le condizioni ottimali per
svolgere appieno il mandato elettivo. Il
testimone passa a Erminio Fiumanò,
che assumerà il ruolo di sindaco facente funzioni. Tanto lo devo a me stesso,
alla mia famiglia, ai miei elettori e a
Palizzi”.
Scarcerato
l’ex sindaco
Alessandro
Figliomeni
È stato scarcerato mercoledì per decorrenza di termini Alessandro Figliomeni, ex sindaco di Siderno coinvolto nell’inchiesta Bene Comune - Recupero che nel 2010 lo vide incriminato insieme a diverse altre persone. La scarcerazione giunge esattamente a 6 anni di distanza dall’arresto ed è stata diffusa direttamente da Figliomeni, che l’ha voluta
considerare come un anticipato e importantissimo regalo di Natale.
Questa mattina
a Siderno
Superiore la
presentazione
del libro Gli
indimenticabili
Il Comune di Siderno, in collaborazione con l’Associazione Amici del libro e della Biblioteca, organizza la presentazione del libro Gli Indimenticabili Personaggi Sidernesi, che si terrà questa mattina, domenica, 18 dicembre, alle ore 11, presso il Palazzo de Mojà di Siderno Superiore. Ai Saluti
dell’Assessore alla Cultura di Siderno Ercole Marcrì, seguiranno gli interventi del Presidente
dell’Associazione Amici del Libro e della Biblioteca Cosimo Pellegrino e il Direttore Responsabile
del nostro settimanale Maria Giovanna Cogliandro. Modera Pino Albanese.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
Oliverio ha perso l’occasione
di far rinascere questa terra?
’attuale governo calabrese a guida
PD presieduto da Mario Oliverio,
eletto due anni fa, novembre
2014, avrebbe dovuto essere, secondo gli ‘esperti’ quello della svolta per la Calabria. Tante promesse
e tanti sogni erano nati da quella
campagna elettorale… A distanza
di due anni, niente è cambiato, la situazione è
quella che è sempre stata, pare che sia un tutt’uno con gli ultimi governi che si sono avvicendati. Nessuno si aspettava che questi
avessero la bacchetta magica e risolvessero in
un batter d’occhio tutti i mali atavici di questa
regione, o raddrizzassero, in un lampo, una
situazione disastrosa che si protrae da decenni, però due anni avrebbero dovuto essere sufficienti per dimostrare, quantomeno, segni di
buona volontà politica, che facessero sperare.
Invece, neanche questo. Purtroppo le condizioni politiche, sociali e soprattutto economiche della nostra regione sono sotto gli
occhi di chi vuol vedere. Tutti i dati economici
e occupazionali risultano negativi e stabiliscono il triste primato di regione più disoccupata d’Europa, il lavoro continua a mancare, la
sanità, specialmente nella locride continua a
essere un tabù, il turismo è in affanno e il connubio mafia-politica è sempre più saldo, con
un sistema di corruttela che la fa da padrona
così come da anni denunciano alcuni massmedia regionali, che vogliono fare vera informazione. Ovviamente, tutto ciò incide sulla
qualità della vita e infatti siamo agli ultimi
posti di tutte le graduatorie. Lo scandalo
Rimborsopoli, in cui sono rimasti coinvolti
alcuni consiglieri regionali, la vergognosa
vicenda di ‘Calabria Verde’, società in house
della regione che vede implicati dirigenti e
politici, e la dovuta restituzione di ingenti
finanziamenti statali per imperizia e incapacità di utilizzo da parte di assessori e relative
L
Smascherato giro
di prostituzione
nella Locride
Alle prime luci dell’alba del 14 dicembre, tra i comuni di Siderno, Locri e Bovalino si è svolta l’operazione Stazioni a Luci rosse dei Carabinieri del Gruppo di Locri per l’esecuzione di un provvedimento
di custodia cautelare nei confronti di 4 persone ritenute responsabili a vario titolo di sfruttamento e
favoreggiamento della prostituzione. Tra essi i sidernesi Francesco Oppedisano e Giovanni Macrì colpevoli, rispettivamente, di aver sfruttato delle giovani ragazze dell’est Europa arrivate sul territorio
nazionale con false promesse per poi essere costrette a prostituirsi nelle vie adiacenti le Stazioni ferroviarie di Siderno, Locri e Bovalino e di aver favorito la prostituzione accompagnando talvolta le donne,
con la propria autovettura, sul “luogo di lavoro”.
strutture che non hanno idea di ciò che gestiscono e quali siano le competenze proprie,
stanno là a dimostrare tutta l’inettitudine della
politica calabrese. E allora? Se si continuerà a
fare solo demagogia politica con annunci e
proclami, se non ci si attrezzerà sufficientemente di raziocinio, volontà politica, buonsenso e soprattutto di amore per la propria terra
e la propria gente, per ottenere ‘veri’ finanziamenti pubblici, non quelli sbandierati da Renzi
come spot nella campagna referendaria per
assicurarsi consensi alla riforma della
Costituzione, e soprattutto saperli impiegare
adeguatamente, per esempio redigere un
piano regionale per creare lavoro e occupazione, cercando di arginare così la fuga dei
giovani e forse di intere famiglie,realizzare un
progetto complessivo per la messa in sicurezza
del territorio e ridurre sia il rischio idrogeologico che sismico, concretizzare e mettere in
pratica le teorie delle politiche sociali per le
fasce più deboli e disagiate. Se, insomma, nei
prossimi tre anni non sarà attuata una inversione di rotta, vuol dire che la Calabria avrà
perso altro tempo prezioso per potersi risollevare, e l’esperienza di Oliverio passerà
anch’essa in archivio finendo nel dimenticatoio. Sarà annoverato come l’ennesimo governo regionale che non ha saputo o voluto praticare la vera svolta per la rinascita di questa
bellissima terra, perché fino ad ora, senza
dover scomodare le agenzie di sondaggi per
stabilire l’indice di gradimento,chiunque può
capire, in modo del tutto obiettivo, che anche
questo governo calabrese è stato assolutamente carente a livello politico e improduttivo
per tutto ciò che avrebbe dovuto essere “Bene
Comune”, avendo di gran lunga disatteso le
aspettative e soprattutto le linee del programma politico stesso.
Pasquale Aiello
SOCIETÀ
Il Reportage
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DOMENICA 18 DICEMBRE 10
I fotografi Martin Errichiello e Filippo Menichetti hanno prodotto la scorsa
estate un bellissimo reportage che narra il“non finito calabrese”e di come le
speranze della società degli anni ’60, si siano trasformate nel disperato isolamento di chi in Calabria ci vive oggi.
Viaggio nella Calabria
che avrebbe dovuto essere
a scorsa estate i fotografi Martin
Errichiello e Filippo Menichetti hanno
intrapreso un viaggio lungo i 442,9 chilometri dell’Autostrada Salerno Reggio
Calabria producendo un meraviglioso
reportage dal titolo In quarta persona, una splendida ricerca visuale che, attraversando da nord a
sud la nostra regione, ne ripercorre la complicata
storia fatta di buoni intenti e di eccezionali progetti incompiuti, di desiderio di rivalsa e oppressione sociale. Dal loro reportage, l’Internazionale
ha ricavato dodici immagini struggenti a testimonianza del “non finito calabrese”, croce di una
società alla quale gli anni dell’espansione economica avevano promesso tanto, ma alla quale in
definitiva pochissimo è stato dato. Attraverso un
desolante scatto della Diga sul Metramo, ad
esempio, Errichiello e Menichetti ci ricordano
uno spreco valso 900 milioni di lire per servire un
impianto siderurgico mai realizzato e che, oggi,
L
non è altro se non un triste bacino di acqua piovana. Ma i due professionisti ci parlando anche del
suddetto impianto, che costò la casa e la residenza ai cittadini di Eranova, paese raso al suolo per
lasciare spazio a una promessa di industrializzazione della quale, oggi, non rimane che la desolazione di foto antiche. E che dire della
Liquichimica, inaugurata nel 1973 e chiusa pochi
giorni dopo per la presenza di componenti cancerogene lasciando in cassintegrazione i suoi lavoratori per 23 anni? O della stessa A3, fortemente
voluta dal governo Fanfani nel 1961 e mai veramente terminata, soprattutto oggi che la data di
inaugurazione del 22 dicembre, recentemente fissata da Matteo Renzi, è saltata a causa della crisi
di Governo? Queste altre storie dalla struggente
bellezza sono le protagoniste di un servizio che
vale la pena vedere fino in fondo sul sito inquarta.persona.co.
Jacopo Giuca
In alto: ciò che rimane di Eranova, foto antiche e di famiglia del paese raso alsuolo per lasciare spazio a un impianto siderurgico mai realizzato. Nell’angolo a
destra, la diga sul Metramo, oggi inutilizzata. In basso, alla prima riga, i resti di una miccia detonante utilizzata nell’esplosione controllata del viadotto italia, a
distra. Alla seconda riga, i moti di reggio, il braccio di un lavoratore di Rosarno, un lavoratore del Porto di Gioia Tauro e una incisione rupestre nei pressi dell’A3.
GERENZA
Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli
autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non
pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per
tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o
riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.
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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
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Parrello, Rosario Rocca, Sara Leone, Sara Jacopetta
STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce
INFO REDAZIONE: 0964342198
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Avevo scritto
al sindaco ma mi ha
risposto l’architetto
Come si dice: “Parlo col genero e risponde la
suocera”. Anzi, che dico: il portafogli della
suocera! Il quale mi chiama in causa a riguardo della lettera aperta indirizzata al Sindaco di
Siderno per scongiurare l’appalto del cosiddetto “Anfiteatro di Siderno Superiore”. Non è,
infatti, il primo cittadino a replicare a quell’invito, bensì, guarda caso, il progettista dell’opera.
Prescindendo dall’inopportunità, dall’invadenza e dal mostruoso impatto ambientale e urbano su cui mi sono già espresso, la “bella”
performance della composizione urbanisticoarchitettonica del progetto dell’ “Anfiteatro”
sfoggiata sul giornale e su internet e all’esposizione di Roma, esiste soltanto nella fantasia e
nei computer dei progettisti. Vero è invece che
l’opera presentata al Comune di Siderno,
approvata e mandata in appalto, consiste solo
in un enorme muro in cemento armato grigio
alto 12 metri.
Ai progettisti è stato conferito incarico di redigere un progetto di opera compiuta per l’importo lordo di € 350.000,00. Ci si è invece arrogata l’autorità di proporre un chimerico progetto fantasma da oltre un milione di euro,
forse ipotecando per il futuro una proficua
riserva, di cui far realizzare per il momento –
momento eterno? - solo un grosso muro in
cemento.
Non si comprende, oltretutto, come si possa
approvare e mandare in appalto un moncone
di progetto fantasma in spregio, oltretutto, alle
vigenti norme urbanistiche del Piano
Regolatore Generale là dove si prescrive per
l’area di Siderno Superiore “che ogni intervento edilizio e urbanistico sia da subordinare ad un
“Piano di Recupero geostatico e sismico” (v. art
43 NTA). Ignorando, poi, che esiste un Piano
di Recupero per Siderno Superiore, approvato
con Delibera di Consiglio Comunale n. 22 del
22.03.1995, e che riporta – guarda caso - la
firma dell’ing. Tito Albanese (altro che monopolio!), il quale strumento urbanistico impedisce quel genere di opere e richiede, peraltro,
per ogni intervento nel borgo antico, il preventivo parere paesaggistico della Sovrintendenza
ai beni ambientali, artistici e architettonici.
Dove sei mai, sacrosanta Sovrintendenza!?
Abbiamo già molti esempi di storiche offese
per avventati interventi pubblici a Siderno
Superiore. È sotto gli occhi di tutti quel muro
di pietre e cemento che ha criptato la seicentesca Chiesa del Rosario riducendola ad un pietoso rudere. Ricordiamo bene la demolizione
della Chiesa dell’Annunziata ad opera del
Comune di Siderno. E ricordiamo finanche
una delibera di Giunta Comunale del 1988 per
la demolizione della Chiesa di San Carlo al
fine di ricavarne un parcheggio. Valsero allora
le rimostranze di due zelanti cittadini, tra cui
lo scrivente, a far desistere il Comune da quella barbara minaccia.
Ed è per questo che a decidere di certe opere
pubbliche,
prima
ancora
che
un’Amministrazione Comunale, dovrebbe
essere una società civile composta di cittadini
bene informati e culturalmente motivati – sia
pure in un pubblico confronto - che non ignari
progettisti, prodighi di sagacia e spregiudicatezza, con proposte del tutto estranee alla
realtà sociale e urbana del nostro centro storico e a una preordinata pianificazione del recupero, senza alcuna remora di poter provocare
danni irreversibili all’integrità di quel contesto
urbano. Rinnoviamo perciò l’appello
all’Amministrazione in carica affinché si renda
partecipe e responsabile di opere avallate
senza un’adeguata verifica della validità e del
pubblico interesse cui la stessa è destinata.
Prendiamo atto con sollievo e speranza della
presa di posizione di un gruppo di giovani dal
nome “Sei di Siderno SE…” che su Facebook
ha già promosso una campagna di difesa dalla
selvaggia cementificazione del borgo antico.
Siamo in buona compagnia, ragazzi! Ma fosse
Raffaele Macry Correale l’ultimo paladino di
Siderno Superiore, può egli rassicurare i suoi
concittadini che si dovrà passare sul suo cadavere prima che si consumi quello scempio.
Ed infine, in merito allo sterile e penoso sarcasmo sui sentimenti e sui ricordi, affido ad altri
ogni miserevole commento. Se pur commento
merita.
Raffaele Macry Correale
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DOMENICA 18 DICEMBRE 14
È di Bovalino il
campione europeo
di Pole Banding
Nelle scorse settimane si è svolta la nota "Fiera Cavalli" a Verona,
che conclude la stagione agonistica delle specialità Barrel Racing e
Pole Bending, che vede gareggiare cavalieri provenienti da tutta
Europa per aggiudicarsi l’ambito titolo di campione europeo. Va
data una nota statistica: questo è stato l’anno in cui è stato battuto
il record di partecipanti: più di 300 cavalli in gara! Nota importante
per questa disciplina, ma specie per la fiera che ospitava l'evento.
Ed è in questa cornice di energia e competizione che ha brillato tra
tutti un giovanissimo campione calabrese di soli 15 anni, Leonardo
Prezioso, di Bovalino, che con grande orgoglio ha regalato questa
soddisfazione a tutti i conterranei presenti vincendo l’importantissimo titolo di Campione Europeo di Pole Bending Youth 2016, sul
suo pluripremiato cavallo di nome "BB Fritz Cal Snapper", cavallo
che solo in quest’anno vanta, tra i numerosi titoli vinti, anche il titolo di Campione Italiano di Pole Bending Open 2016, guidato da
Giovanni Adamo e il titolo di Reserve Champion Europeo di
Barrel Racing Open 2016, cavalcato da Tiziana Ferrigno, che tra
l'altro è la mamma del giovane campione. Il Pole Bending è una
specialità che prevede di dover superare, senza farli cadere, sei
paletti attraverso una serie di slalom eseguiti nel più breve tempo
possibile, pratica che richiede notevole concentrazione, bravura,
tecnica e specialmente feeling con il cavallo, requisiti che Leonardo
Prezioso ha dimostrato di possedere ampiamente conseguendo
questo ambito titolo che alla sua età è inusuale e fonte di orgoglio.
Non è marginale far notare anche il tempo entro il quale ha concluso la sua performance: appena 20.031 secondi, praticamente tempo
record Arena.
Il cordoglio di Siderno per la Stroncato da
scomparsa di Michele Antico un infarto
muore a 51
Siderno piange Michele
Antico, scomparso prematuanni il vigile
ramente lo scorso fine settimana all'età di 56 anni.
urbano di Platì
Affetto dalla nascita da sordomutismo, Michele era un
uomo buono e benvoluto da
tutti, capace in un attimo di
addolcire le giornate di
chiunque grazie al suo sguardo gentile e al suo sorriso
bonario.
A un mese dalla scomparsa
Una donna gentile e sorridente
Cara mamma,
tu sei stata una figlia, una moglie, una madre, una nonna
ma soprattutto, una donna meravigliosa di quelle che
non si incontrano tutti i giorni. Speciale, lavoratrice sin
da piccola con l'instancabile voglia di fare del bene agli
altri e in particolare alla tua famiglia. La famiglia è il
valore più forte che ti rappresentava, sempre dedita ai
figli, al marito e sempre presente per i tuoi nipotini.
Immensa era anche la dedizione che avevi verso il bar
Dolcetto che da anni, non hai mai smesso di portare
avanti, fianco a fianco a tuo marito e i figli Antonio,
prima, e Francesco, dopo. Alla gente rimaneva impressa la tua gentilezza, il tuo sorriso e la tua eleganza. Ora
più che mai, si avverte la nostalgia all'interno della
pasticceria e si sente soprattutto all'interno della tua
famiglia che ti ama profondamente. Vogliamo ricordarti bella e raggiante come sei sempre stata perchè nessuno muore davvero se vive nei cuori di chi resta.
Con amore,
i tuoi figli Teresa, Antonio, Rosa e Francesco
e i nipoti tutti
Domenica scorsa un infarto ha causato la
prematura morte del vigile urbano del
Comune di Platì Nazareno Garreffa, di appena 51 anni. La notizia, divulgata dal Sindaco
Rosario Sergi, ha scosso l’intera comunità,
che conosceva la professionalità e la gentilezza di Garreffa fin dal lontano 2008, quando
iniziò a servire la città espletando con diligenza e professionalità il proprio ruolo.
Nazareno Garreffa ha lasciato la moglie e
due figli, uno dei quali sposatosi appena l’estate scorsa.
ATTUALITÀ
Papa Francesco invia una lettera al sindaco di Riace.
Mimmo Lucano: "Sono sorpreso
abbia scritto a uno come me"
Quel che è certo è che non se l'aspettava minimamente. "Non era previsto - scrive il sindaco di Riace, Domenico
Lucano, sul suo profilo facebook - che il Papa un giorno scrivesse una lettera a uno come me, seguace di Natale
Bianchi, Sasà Albanese, Francesco Cirillo, Peppino Lavorato, Emilio Sirianni, Giuseppe Impastato - solo per fare
alcuni nomi che hanno ispirato la mia azione sociale e politica in questa terra di frontiera, contrasti, ombre e a volte
anche luci che è la Locride, estrema periferia italiana". Nei giorni scorsi Papa Bergoglio ha espresso gratitudine al
sindaco di Riace per l'impegno a favore dei migranti, impegno che ha avuto modo di conoscere più da vicino in occasione del summit del 10 dicembre in Vaticano, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze.
“Caro fratello sindaco" - ha iniziato - (...) Conosco le sue iniziative, lotte personali e sofferenze. Le esprimo, perciò,
la mia ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati. Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei e per questa nuova rete”. Il Papa molto probabilmente
fa riferimento al suggerimento emerso durante i giorni del vertice in Vaticano di creare una rete di sindaci. Il pontefice chiude la missiva con la preghiera di rito: “Mentre chiedo al Signore di non abbandonarla mai, soprattutto in
questo momento difficile, la accompagno con riconoscenza e affetto. Non si dimentichi di pregare per me o, se non
prega, le chiedo che mi pensi e mi mandi buona onda”.
Vibo e Reggio Calabria le
ultime province per vivibilità
secondo il Sole24Ore
È Vibo Valentia la "maglia nera" tra le province italiane per qualità della vita. A
sostenerlo è l'indagine annuale del Sole 24Ore che ogni anno mette a confronto su
scala nazionale una serie di indicatori: affari, lavoro e innovazione; reddito, risparmi e consumi; ambiente, servizi e welfare; demografia, famiglia, integrazione; giustizia, sicurezza, reati; cultura, tempo libero e partecipazione. Alla provincia di
Vibo Valentia, che perde una posizione (lo scorso anno era penultima dopo essere già stata in coda nel 1997 e nel 2005) spetta, per l'edizione numero 27 del rapporto del quotidiano economico, l'ultimo posto in classifica, il 110/mo. A precedere il vibonese c'è Reggio Calabria che risale di una posizione: lo scorso anno, infatti, era ultima. Al 106/mo posto, poi, c'è Crotone, che ne perde 17 rispetto all'edizione dello scorso anno mentre Cosenza scende di tre posizioni al 103/mo posto.
Guadagna cinque punti in classifica, invece, Catanzaro che dal 100/mo posto del
2015 risale al 95/mo.
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18
19
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Dicembre
Dicembre
LOCRI
18:00, Piazza dei Martiri: KARAOKE IN
PIAZZA
MARINA DI GIOIOSA JONICA 16:00,
Palazzetto Via F.lli Rosselli:
ASPETTANDO IL NATALE, Mercatino
artigianale, animazione, food,
divertimento e premi
SIDERNO
16:00, Piazza Portosalvo: ARTE
CREATIVITÀ E PASSIONE, Stand con
esposizioni di lavori artigianali e sfilata di
moda; 18:00, Aula Consiliare Comune: 1°
GALÀ DEL PANDOLIO - Convegno;
19:00, Corso della Repubblica: 1° GALÀ
DEL PANDOLIO - Degustazione
21
Dicembre
GIOIOSA JONICA
16:00, Palazzo Amaduri: L’ARTE
DEI FILATI, Workshop e
presentazione prodotti pregiati
dell’artigianato tessile
LOCRI
18:00 fino al 22/12, Piazza dei
Martiri: DJ SET
REGGIO CALABRIA
17:30, Museo Nazionale:
PRESENTAZIONE LIBRO DEL
PROF. GIUSEPPE MACRÌ
GIOIOSA JONICA
18:00, Auditorium
Comunale: CONCERTO
DEI RED STOP,
Presentazione album
MAG
PLATÌ
18:00, CONCERTO DI
NATALE CON I RAGAZZI
DEL CAMMINO EMMAUS
22
Dicembre
LOCRI
20:00, Piazza dei Martiri: CONCERTO
DI NATALE LICEO CLASSICO IVO
OLIVETI
PLATÌ
17:00, GIOCHI D’ANIMAZIONE PER I
BAMBINI, CON BABBO NATALE CHE
DISTRIBUIRÀ DOLCIUMI
SANT’ILARIO
17:30, MOSTRA PITTORICA "LA
NATIVITÀ" ED ESPOSIZIONE
PRESEPI; 19:00, Chiesa Sant’Ilarione:
CONCERTO DI NATALE
24
17
Dicembre
Dicembre
ANTONIMINA
20:30, Scuole elementari Via Littorio:
PROIEZIONE FILM PER GRANDI E
PICCINI
GIOIOSA JONICA
19:30, Vie del Centro: A NINNA DU
PUNTUNU Promosso dal Complesso
bandistico G.Rossini
LOCRI
DOMENICA 18 DICEMBRE
23
Dicembre
CIRELLA
15:00, CONCERTO DI NATALE
CON I RAGAZZI DEL CAMMINO
EMMAUS
LOCRI
20:00, Palazzo della cultura:
FESTIVAL MITI
CONTEMPORANEI; 20:30, Piazza
dei Martiri: SPETTACOLO DI
CABARET CON LINO BARBIERI
GIOIOSA JONICA
9:30, Sala UNICEF: ADOTTA UNA
PIGOTTA
18:00, Piazza dei Martiri: BANDA SANS
SOUCI, SERATA ITALIANA CHRISTMAS
EDITION
MARINA DI GIOIOSA JONICA
Fino al 26/12 Piazza Ex Calabro Lucane:
CHRISTMAS VILLAGE
PORTIGLIOLA
17:00, Ex Scuola Media: ASPETTANDO
IL NATALE, Proiezione film per bambini
LOCRI
18:00, Piazza dei Martiri:
XMAS IN NIGHT + DJ
SET
PLATÌ
23:30, Chiesa Matrice:
FIACCOLATA CON
SOTTOFONDO
MUSICALE DI PEPITA E
ZAMPOGNA
PORTIGLIOLA
18:30 e fino al 6/1/2017
VISITA PRESEPE
MECCANICO A
GRANDEZZA
NATURALE; 23:00,
SANTA MESSA DELLA
NOTTE E
INAUGURAZIONE
PRESEPE MECCANICO
A GRANDEZZA
NATURALE
CULTURA
Inaugurata la
Biblioteca del
Centro Studi
LuigiVento
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DOMENICA 18 DICEMBRE
18
Terminate le riprese del cortometraggio prodotto dalla
Bird Production e diretto dal sidernese Lele Nucera
“
Maramandra,
battuto l'ultimo ciak!
Domenica 11 dicembre 2016, in via dei
Ciliegi a Siderno, si è svolta la cerimonia
di inaugurazione della Biblioteca e
Centro Studi Luigi Vento.
Luigi Vento e stato un uomo di cultura,
scrittore, ricercatore di storia e di letteratura calabrese, nonche fine intellettuale. Laureatosi in Lettere classiche
all’Universita di Messina, allievo di De
Franciscis, Petrocchi e Cingari, ha insegnato, da ordinario, letteratura italiana e
storia negli Istituti superiori. Si e sempre
interessato delle vicende storiche, letterarie e culturali del Mezzogiorno e della
Calabria. Ha lasciato un vasto patrimonio librario, documentario, artistico e
foto- grafico.
Il suo sogno era quello di metterlo a
disposizione degli studiosi con la istituzione di un Centro studi-Casa della cultura. Così i suoi parenti hanno deciso di
tramutare il sogno del prof. Vento in
realta con la costituzione di un Centro
studi a lui dedicato.
Finanziato dal
consorzio del
progetto “A bridge
between cultures”,
il cortometraggio
è guidato dal
Comune di
Siderno, nella persona del Sindaco
Pietro Fuda e
coordinato
dall’Assessore
all’Istruzione
Ercole Macrì
ono da poco terminate le riprese del
cortometraggio di produzione artistica
della Bird Production, finanziato dal
consorzio del progetto “A bridge
between cultures” guidato dal Comune
di Siderno, nella persona del Sindaco
Pietro Fuda e coordinato dall’Assessore
all’Istruzione Ercole Macrì, realizzato
in collaborazione con gli allievi della
prima Scuola di Cinematografia della Locride
BirdLand Studios.
“Bridge” è un Partenariato Strategico KA2 Erasmus+
di Cooperazione per l’innovazione e lo scambio di
buone pratiche che promuove la cooperazione tra
autorità pubbliche e scolastiche a livello locale/regionale, scuole e altri soggetti del territorio. Si tratta di un
progetto di cooperazione transnazionale di larga scala
che offre l’opportunità alle organizzazioni attive nei
settori istruzione e gioventù, a enti pubblici, organizzazioni della società civile di cooperare al fine di attuare
e trasferire pratiche innovative a livello locale, regionale, nazionale ed europeo; modernizzare e rafforzare i
sistemi di istruzione; sostenere effetti positivi e di lunga
durata sugli organismi partecipanti, sui sistemi e sugli
individui direttamente coinvolti.
Il Progetto, vede come partner internazionali la
Regione Valenciana – Direzione Generale
Educazione, Cultura e Sport (ES), l’Ispettorato
S
Scolastico della Regione di Alba Iulia (RO), il
Direttorato Generale dell’Istruzione Superiore della
Regione di Konak (TK), il Settore Istruzione Comune
di Tundzha (BG), mentre il partenariato italiano è
composto dal Comune di Siderno, dal Liceo Artistico
“Preti/Frangipane”, scuola polo per il progetto e
dall’Associazione Darsàna Teranga.
Ideato e scritto dal reggino Massimiliano Strati,
“Bridge” studia la situazione di inclusione degli studenti Rom e delle loro famiglie nelle nazioni del consorzio,
nonché i problemi che si trovano ad affrontare prendendo in considerazione le esigenze dei singoli alunni
Rom affrontandole di conseguenza, in stretta collaborazione con le famiglie, incoraggiando una maggiore
partecipazione dei genitori.
Attraverso convegni e seminari tematici e tramite attività di analisi di racconti popolari, del folklore, miti e
riti della comunità Rom, il progetto promuove e facilita interventi educativi, anche di carattere sperimentale
(ad esempio con l’utilizzo dell’Arte in ogni sua espressione) – dice Ercole Macrì - , con l’obiettivo principale
di contribuire all’attiva rivitalizzazione culturale e
sociale della comunità Rom, combattendo i pregiudizi
verso le minoranze ed evitando l’emarginazione sociale.
Uno dei risultati intellettuali del progetto “Bridge” è il
cortometraggio Maramandra, scritto e diretto da Lele
Nucera. Rocco (al secolo Pugliese Francesco, attore
11enne sidernese dal sicuro avvenire e fortemente
voluto dal regista anche per un film contro il bullismo
presto in lavorazione) è un giovane rom che desidera
solo poter andare a scuola con i suoi coetanei. La musica è la sua grande passione, tanto da portarlo a sognare di poter un giorno suonare anche lui con gli studenti della classe di musica le cui lezioni va a spiare ogni
volta che riesce a trovare una scusa per allontanarsi
dallo sfascia carrozze di famiglia. Damiano, il papà di
Rocco - interpretato dallo stesso regista - vuole che il
figlio pensi a lavorare come lui e gli altri zingari rom.
La simpatia per Emma Libera, una giovane suonatrice
di lira, e la voglia di "andare a scuola come tutti" porteranno Rocco ad affrontare il padre e, in un certo senso,
anche la propria cultura.
Nel cast è presente anche Vincenzo Tropepe, uno dei
più apprezzati chitarristi rock-blues del panorama
nazionale, che interpreta il maestro liutaio grazie a cui
Rocco impara a costruire la lira, strumento attorno al
quale ruota il cortometraggio. Con la fotografia di
Roberto Stranges e i costumi di Paola D'Orsa, firma
d'eccellenza anche per le musiche, composte da
Francesco Loccisano per Filmuzik.
Maramandra sarà presentato dal consorzio “Bridge”
durante l’evento moltiplicatore previsto in Italia nell’ultima settimana di Gennaio 2017 e al quale prenderanno parte le delegazioni estere del progetto.
Gigi Romano: il narratore di una società ferita
Gigi Romano ha cominciato a raccontare la cronaca locridea
quasi per caso. Coltivando una passione per la fotografia nata in
giovanissima età, la stagione dei sequestri e la successiva guerra di
‘ndrangheta gli hanno dato l’occasione di collaborare con
Gazzetta del Sud tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, garantendogli allo stesso tempo di accrescere un archivio che, dopo
trent’anni di attività, ha raggiunto dimensioni importanti.
Quarantacinque di questi scatti, da martedì 13 novembre, sono
visibili anche al grande pubblico grazie a un’iniziativa che
Romano ha deciso di intraprendere con la collaborazione del
Procuratore della Repubblica di Locri. Negli Uffici Giudiziari,
infatti, è stata allestita una mostra che cerca di raccontare uno
spaccato di vita, spesso doloroso, del nostro comprensorio, crean-
do un affascinante percorso dedicato in primo luogo agli studenti
e alla loro educazione alla legalità. Un vero e proprio viaggio per
immagini che, dai fatti di cronaca che hanno scosso la nostra
comunità alla fine del secolo scorso, giunge fino agli sguardi persi
nel vuoto dei disperati che affrontano il mare nei viaggi della speranza pur di scappare dalla guerra di casa e alla volontà di costruire un futuro migliore con la recente posa della prima pietra del
nuovo tribunale di Locri. Visto il successo riscosso già nelle prime
ore di apertura della mostra, la decisione di prolungarla fino a
Natale (quando si sarebbe dovuta chiudere nella giornata di ieri)
è stata una scelta obbligata, che sottolinea la sensibilità che la
nostra società prova nei confronti di questo argomento.
JG
CULTURA E SOCIETÀ
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I FRUTTI DIMENTICATI
A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI
Prunus avium L.
Fam. rosacee
Il ciliegio Santa Nucita
Plinio il Vecchio nelle sua Naturalis Historia afferma che
nel 74 a. C , il condottiero romano Lucio Licinio
Lucullo, dopo aver sconfitto Mitridate re del Ponto ,
ritornando dall’oriente introdusse a Roma il ciliegio.
Esso fu chiamato “cerasus”, perché egli ne aveva gustato i frutti, restando estasiato, a Cerasunte città marittima del Ponto, stato che si articolava sul Ponto Eusino,
odierno mar Nero, nell’attuale penisola Turca, allora
Anatolia o Asia Minore. Cerasunte era stata fondata da
Sinope , poco distante , a sua volta fondata da coloni
greci di Mileto nella Ionia, nel VII secolo a.C. Infatti la
pianta del ciliegio sarebbe originaria, delle regioni comprese tra il mar Caspio ed il Mar Nero e Cerasunte
sorgeva sulla costa meridionale del Mar Nero non molto
distante dal Caucaso che divide il Mar Caspio dal mar
Nero.
Il ciliegio si diffuse di conseguenza in Italia ed in seguito
in tutte le aree temperate, ma fredde dell’impero
romano. In Calabria infatti, tale pianta prospera con
facilità a partire dalle colline fino ad una certa altitudine
,nelle montagne, prediligendo i terreni sciolti, non eccessivamente umidi.
Fino agli inizi degli anni 50 del 900 gli esemplari più vecchi. ma dai tronchi diritti venivano abbattuti, nelle aree
montane, dai falegnami che vi si recavano nei tempi
opportuni, li sceglievano, li abbattevano e poi facevano
essiccare i tronchi , in acqua ,al fresco o sepolti nel
letame; da essi avrebbero ricavato il legname per mobili
di pregio per i ricchi. Ogni territorio, vocato per la coltivazione di tale pianta aveva una varietà tipica, che la distingueva da altre di territori vicini o lontani, prima che si
radicassero nei nostri, le varietà più famose d’Italia.
Per bellezza, ma anche per gradevolezza è molto difficile
Il mio Natale
N
GIOVANNI PITTARI
atale, una parola “magica” che
speriamo porti nuova luce nel
cuore degli uomini e riaccenda
la speranza in un mondo caratterizzato da molteplici ingiustizie sociali, forti disillusioni e
tante occasioni mancate. In
realtà, avvertiamo una grande
sfiducia e sentiamo sempre di
più la necessità di certezza che spiani la via al nostro
cammino e fughi gli incubi di un’imminente sciagura. La prevaricazione dell’uomo sui propri simili lo
spinge, poi, a scovare nuovi strumenti di terrore e di
morte in netto contrasto con il Natale che ci parla di
fraternità e di amore.
E mentre rifletto sul Natale, penso sia necessario
invocare la luce di quella stella che guidò i Magi alla
grotta perché illumini tutta l’umanità a deporre la
competizione nella distruzione e a impegnarsi a
costruire una nuova società, più fraterna e più
responsabile.
Per arrivare a questo dobbiamo uscire da noi stessi
e andare verso l’altro, lasciare da parte i tanti pregiudizi che rendono la vita ancor più problematica e
trovare un punto d’incontro.
Ma in quale luogo? Alla grotta? Ma se il
Bambinello ha propositi tanto differenti dai nostri,
come faremo?
Quel Divin Pargoletto si presenta sempre come
segno di opposizione.
Gli Angeli, infatti, non andarono ad annunziare il
grande e straordinario avvenimento agli abitanti di
Gerusalemme, ma si rivolsero ai semplici pastori
che senza indugi andarono fino a Betlemme a scrutare quell’avvenimento che il Signore gli aveva fatto
conoscere. E i pastori fecero ritorno ai loro greggi
esaltando Dio e pieni di contentezza. Una gioia
tanto diversa dalla nostra che costantemente ci
viene offerta anche se abbiamo gli occhi e non la
vediamo e l’udito e non l’ascoltiamo. Siamo impegnati più del dovuto a celebrare il “nostro Natale”
fatto di consumi effimeri, di regali costosi, di luminarie, di vetrine addobbate, di lauti pranzi, di viaggi che
non ci permettono di vedere ciò che è bello, vero,
utile per migliorare la qualità della vita.
E mentre rileggo il mio Natale, costruito giorno
dopo giorno, bastava poco o nulla per essere appagati e felici.
La piazza pullulava di gente dopo una giornata di
duro lavoro nei campi, dove ciascuno raccontava le
proprie storie basate essenzialmente sulla quotidianità, scorrono dinanzi immagini di violenza, di
distruzione, di terrore e di morte.
Ricordo i miei nonni andare alla messa mattutina, la
strada rischiarata da qualche timida lucerna e
tutt’intorno pace e quiete interrotta solamente dal
suono della ciaramella. Molto presto suonava la
campana della chiesa madre e lo zampognaro faceva il giro per il paese con brevi soste davanti alle
porte suonando la tradizionale pastorale di cui ignorava le origini.
“Tu scendi dalle stelle o Re del cielo …” era il classico ritornello che animava il nuovo giorno.
DOMENICA 18 DICEMBRE 20
trovare delle ciliegie paragonabili a quelle offerte dal
ciliegio denominato Santa Nucita che cresce nel
comune di Guardavalle ,nelle aree montane attorno ad
Elce della Vecchia.
Pochi anni addietro avevamo individuato qualcosa di
analogo nel comune di Delianova, segnalato dalla guida
del parco dell’Aspromonte, Antonio Barca.
Attorno al ciliegio Santa Nucita gravita il mondo raffinatissimo bizantino, che aveva , nell’area il baricentro
nella valle dello Stilaro, con la Cattolica di Stilo, il romitorio di Monte Stella ed il Monastero di San Giovanni
Theristis.Infatti il nome che si riferisce al ciliegio,”
Nucita “ è bizantino e significa “ vittoriosa “ , derivando da “ Nike”, vittoria e i riferimenti bizantini appunto,
non mancano a Guardavalle e alle sue contrade.
Il frutto ci è stato presentato, anzi servito, anni addietro,
ai primi di luglio, durante la festa del grano , dedicata al
Senatore Cappelli, in contrada Pietra Rotta di
Guardavalle appunto, da parte di Francesco Quaranta,
presidente dell’Associazione Punta Stilo, che raccontò
come tale varietà , quando bisogna diffonderla, non ha
bisogno di essere innestata su un portainnesto in
quanto è sufficiente estirpare le piante già domestiche
che crescono sotto la pianta madre.
Evidentemente, quando tale varietà è stata impiantata
per la prima volta su tale territorio , molto vocato per i
ciliegi ,è stato fatto attraverso una talea radicata e di
conseguenza , dato che i ciliegi sono portati generalmente ad emettere delle piccole piante di ciliegio selvatico alla base, le piantine che nascono invece dal
Santa Nucita ,di Elce della Vecchia sono domestiche.
Qualcosa di analogo è riscontrabile nelle campagne circostanti Campoli, frazione di Caulonia, con la varietà
denominata Napoletana, secondo quanto ci è stato raccontato da Antonio Castafaro che vive in tale contrada
in solitudine, per scelta e per amore dei suoi ricordi,
oltre che per la natura.
In nessun’altro territorio è stata individuata la stessa
varietà, tranne che per la Petrujarica di Delionova, che
la ricorda in parte.
La polpa di tale frutto non è tenera, ma dura, croccante, dolce, con una leggerissima punta di amarognolo, dalla pezzatura medio-grossa.
Assolutamente è indispensabile diffondere tale varietà,
specie se essa non è presente, anche sotto diverse
denominazioni in altre parti della Calabria e dell’Italia.
“Ricordo i miei nonni andare alla messa mattutina,
la strada rischiarata da qualche timida lucerna e
tutt’intorno pace e quiete interrotta solamente dal suono
della ciaramella.Molto presto suonava la campana della
chiesa madre e lo zampognaro faceva il giro per il paese
con brevi soste davanti alle porte suonando la
tradizionale pastorale di cui ignorava le origini”.
A casa non c’era l’albero, ma un bel presepe fatto alla
meno peggio con pastorelli di creta. Si sentiva l’attrattiva per il presepe, per quel Bambinello e ne rimanevamo incantati. Ma il Natale nella casa paterna era
sempre raddolcito da tanti ghiottonerie preparate da
zio Alberto e da zia Teresina a Martone in quel vecchio laboratorio. Ricordo quel grande forno alimentato dal fuoco a legna che rendeva affumicate le pareti e quelle ragnatele fuligginose regolarmente tolte
con una scopa fatta di brughiera legata a una lunga
canna. Sul focolare, erano posti sui tripodi grandi recipienti di rame che servivano per sciogliere il cioccolato e amalgamare le mandorle per i torroni. Come
pure mi rammenta quell’antica imponente macchina
da caffè, autentico esempio d’ingegneria industriale
dei primi anni ’40 del secolo scorso, collocata sul
banco del bar attiguo. Ora non rimane altro che il
ricordo e quel bassorilievo a stucco posto sulla facciata principale della casa che riproduce un’aquila dalle
ali spiegate che sorregge con gli artigli due ramoscelli
incrociati di quercia e d’ulivo e recante sul becco un
nastro sciolto con scritto “Premiata Fabbrica
Dolciaria Alberto Macrì” e una data 1920.
Nel frattempo nelle case tutti erano intenti a preparare i dolci tipici natalizi:
Sammartine (impasto con vino cotto di fichi secchi
macinati, noci, mandorle e buccia di mandarino);
zeppole (impasto di farina, patate, lievito e sale. Fritte
con filetti di acciughe in abbondante olio di oliva);
nacatole (impasto di farina con uova, zucchero, vaniglia, cannella, buccia di limone. Dopo la lievitazione
fritti in abbondante olio di oliva);
pignolata (impasto di farina con uova e zucchero
tagliato in piccoli cubetti e fritti. Miele).
Mutati i tempi, è pur sempre rimasto costante il ricordo del presepe che puntualmente viene costruito
sotto l’arco della cantinetta con pastorelli piccoli ma
attraenti.
D’ora in poi ci sarà un nuovo presepe realizzato su più
livelli e descrive le abitazioni e le attività artigianali e
commerciali della vecchia Betlemme tutte in scala,
ovviamente con contaminazioni della nostra cultura.
Vengono a essere rappresentati la piazza, l’osteria, l’orefice, il venditore di stoffe, i pastori intenti a preparare formaggio e ricotta. E, come tradizione vuole,
anche qui non manca la figura dell’incantato, che fissa
la stella cometa.
Zio Franco era orgoglioso del suo Presepe in scala,
realizzato per i nipoti, che ha richiesto un’intera estate di lavoro e lo mostrava orgoglioso agli amici spiegando loro i singoli passaggi.
Eppure rimane pur sempre un evento inspiegabile
che non sarà sciolto fino a quando non ci libereremo
delle nostre scorie e non entreremo in questo mistero
di amore che è il Natale.
E Gesù viene al mondo, come venti secoli fa, quando
tutta l’umanità rimase sbalordita per la nascita del
Redentore.
E Vincenzo Padula eleva il suo canto:
E ognuno si restava ‘ncitrulatu
E culle mani l’uocchi si spracchiava,
Ma ’Angiulu passannu disse: “E natu,
è natu chillu Diu chi s’aspittava”.
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La spia che rideva…
Sorriso marpione, occhiale spesso,
pettinatura fluente è intelligenza
sopraffina: sono solo alcune delle
qualità che accomunano la simpatica spia Austin Powers al nostro
scoppientante Domenico Logozzo!
Generazioni a confronto
Il nuovo e il… rodato della
politica locale, qui rappresentati dal consigliere
comunale
sidernese
Vincenzo De Leo e dal sindaco di Gerace (nonché suo
futuro suocero) Giuseppe
Pezzimenti, che si fanno
ritrarre insieme durante
una riunione istituzionale al
Comune di Siderno.
I Presidenti
Il Presidente
dell’Assocomuni della
Locride, Giorgio
Imperitura, abbraccia
Francesco Macrì per
festeggiare la sua
nomina a guida (non
solo spirituale) del neo
costituito GAL Terre
Locridee.
Aria pulita
Come ogni anno si è
da poco conclusa la
tradizionale kermesse
degli chef “Affacciati
sullo Jonio”, che ha
visto il presidente
Cosimo Pasqualino
premiare questa giovane professionista.
Trasporti eccezionali
Il forte freddo di queste giornate pre natalizie ha convinto più di
qualcuno ad armarsi
di legna da ardere così
da scaldare come si
deve le serate trascorse dinanzi alla TV… e
anche a utilizzare
come si confà la pista
ciclabile di Siderno!
Protettori devoti
Durante le recenti celebrazioni in
onore di Santa Barbara, patrona dei
vigili del fuoco, alla messa officiata da
Mons. Francesco Oliva hanno voluto
partecipare anche gli “angeli” della
Protezione Civile.
SABATO 18 DICEMBRE
22
Giornalisti
combinaguai
Il nostro collega
Pino Lombardo
deve averla
combinata davvero grossa per
essersi fatto
piazzare dietro
le sbarre proprio
sotto le Feste! O,
almeno, questo
vorrebbe farci
credere il nostro
burlone fotografo!
Impazza la cucina
Anche all’YMCA si sta svolgendo
in questi giorni un corso di cucina. In questa foto vediamo il presidente Domenico Leonardo
dilettarsi in compagnia di un giovane appresndista.
Villaggi lirici
Allo stage di lira calabrese si sono incontrati gli amanti di
questo strumento:
tra le tante eccellenze, Pino Rubino e
questo suo eccezionale collega, che non Giovane bellezza
ha esitato a viaggiare
Al concorso
da Cosenza a
Beauty Nail la simSiderno Superiore.
paticissima Carina
Albanese si è classifacata meritatamente al secondo
posto!
Addobbi alcolici
Al tradizionale
albero di natale
c’è chi ha preferito addobbare il
verde delle bottiglie di birra!
Questo “abete” Rovesci natalizi
anticonvenzionaAgli amici di
le è ciò con cui lo Siderno internet
staff ha decorato
risponde con
il bar Firenze di
un’altra tipoloSiderno!
gia di albero:
quello dei superalcolici, rigorosamente a testa
in giù come
vuole la tradizione!