disturbi alimentari

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disturbi alimentari
DISTURBI DEL
COMPORTAMENTO
ALIMENTARE
PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE ADOLESCENTE
Bassetti Mariangela
Come possiamo capire se nostra figlia, una
nostra studentessa o la nostra paziente ha o
sta sviluppando un D.C.A.
A volte può essere molto facile………..”Pulendo la
camera di Stefania mi sono accorta che sotto il
letto, dietro la scrivania e dentro l’armadio era
pieno di piccoli sacchetti di plastica trasparente,
chiusi……sacchetti di plastica trasparente pieni di
vomito!”
A volte può essere più difficile…..
Può arrivare un momento dove le ragazze si sentono
incastrate nella loro malattia, soffrono nel segreto da cui
non sanno uscire e allora iniziano a mandare segnali di
fumo, nella speranza che qualcuno si accorga di loro.
In molti casi può non essere cosi facile, ma un medico,
un insegnante o un genitore grazie al proprio punto di
vista privilegiato può essere in grado di cogliere segnali
sufficienti a supporre che esista un problema da
affrontare.
Aspetti comportamentali
modificati nel disturbo
Smodato interesse per argomenti come cucina, diete, digiuno, ricette
salutistiche, lettura di riviste “salutistiche”
Body-Checking ( pesarsi spesso, specchiarsi in qualsiasi superficie
riflettente, tastare ripetutamente parti del corpo, misurarsi parti del
corpo, confrontarsi con il corpo di altre persone)
Insistenza nel dire di essere grassi, quando è evidente che si è
normopeso o sottopeso
Iperattività fisica e ricerca di situazioni per incrementare l’attività
giornaliera
Evitare l’esposizione del corpo e il contatto fisico con altre persone
Ritiro sociale fino all’isolamento
Abusare di farmaci (lassativi, diuretici, pillole dimagranti,ormoni
tiroidei, insulina)
Forme di autolesionismo, abusi di droghe o alcolici
Atteggiamento di sfida e caparbietà (con sviluppo di regole
giornaliere molto rigide)
Alti livelli d’ansia, deflessione del tono dell’umore, Insonnia
Eliminare categorie di alimenti
Ossessione per porzioni e apporto calorico degli alimenti
(lettura etichette)
Pesare i cibi
Alimentazione restrittiva, semidigiuni o digiuni
Asciugare il condimento dei pasti (con tovaglioli o lavando il
cibo)
Spezzettamento e combinazioni alimentari strane
Raccogliere ed accumulare cibo
Mangiare di nascosto
Abbuffarsi
Vomito autoindotto
Consumare i pasti in solitudine
Mangiare lentamente o divorare senza masticare
Predilezione per alimenti denominati “ipocalorici”
CENTRO DI
RIFERIMENTO
PROVINCIALE PER
I DISTURBI DEL
COMPORTAMENTO
ALIMENTARE
VIALE VERONA
38100 TRENTO
TEL. 0461/902312
PRIMA FASE
LA
FASE DELL’ACCOGLIENZA E
DEL PROGETTO
DIAGNOSTICO
SECONDA FASE
DEFINIZIONE
DEL PROGETTO
TERAPEUTICO E PRESA IN
CARICO
MODELLO DELLA PRESA IN CARICO
Ricovero emergente in m. ped
accesso
Colloquio di accoglienza
Valutazione multidisciplinare
•Valutazione psicologica
•Dello sviluppo cognitivo
•Emozionale/relazionale/sociale
•Valutazione risorse familiari
•Valutazione neuropsichiatrica
•Valutazione pediatrica
•Valutazione nutrizionale
Equipe
Definizione progetto terapeutico
Presa in carico
Telefonico o ad
personam
PERCORSO CLINICOASSISTENZIALE
Accoglienza
Valutazione
Presa in carico
Follow up
LAVORO D’EQUIPE
figure professionali diverse collaborano
in tutte le fasi del percorso
diagnostico-terapeutico, all’interno di
un piano terapeutico concordato,
condiviso e periodicamente rivalutato
EQUIPE
AREA MINORI
AREA ADULTI
NEURIPSICHIATRA
PSICHIATRA
PSICOLOGO
PSICOLOGO
PEDIATRA
NUTRIZIONISTA
DIETISTA
DIETISTA
INFERMIERA
TERP
INFERMIERA
TERP
La grande sfida del trattamento dei
disturbi del comportamento alimentare
non deve essere orientata
a “curare il corpo magro” quanto
invece ad “accogliere il corpo”, un
corpo la cui sintomatologia rivela il
precoce danneggiamento del mondo
emotivo, a partire dalle prime fasi dello
sviluppo
Picasso
PRESA IN CARICO
E’ articolata su tre livelli:
Ambulatoriale, presso la sede del Centro di
Riferimento Provinciale per i Disturbi del
Comportamento Alimentare (Centro per i Servizi
Sanitari Viale Verona – 38100 Trento)
Ospedaliero (prevalentemente in regime ordinario
), presso l’Ospedale S. Chiara di Trento nella Unità
Operativa di Medicina (con n.2 posti letto dedicati)
e nella U.O. di Pediatria (senza posti letto dedicati)
Residenziale
E’ caratteristica comune di alcuni pazienti
con D.A.,”migrare” da un professionista
all’altro talvolta nell’ambito pubblico e in
quello privato contemporaneamente,
senza di fatto aderire ad alcun
programma terapeutico
Anoressia nei minori
PERCHÉ COINVOGERE
LA FAMIGLIA?
RISULTA IMPRESCINDIBILE COINVOLGERE LA FAMIGLIA
ALL’INTERNO DEL PERCORSO DI CURA
PER ALMENO TRE BUONE RAGIONI:
1.
CONCORRE A DETERMINARE E PERPETRARE LA
PATOLOGIA;
2.
RISENTE NEGATIVAMENTE DELLA PATOLOGIA DEL
PROPRIO MEMBRO MALATO;
3.
PERCHÉ PER L’ ETÁ DEL PAZIENTE RAPPRESENTA
L’AMBITO, IL CONTESTO DI VITA.
17
LA FAMIGLIA
Il rapporto con la famiglia è importante in tutte le fasi
del percorso diagnostico-terapeutico, ed è indispensabile
nelle pazienti giovani.
Il rapporto ha lo scopo di sostenere la famiglia, di
aiutare la famiglia a migliorare le conoscenze sulla
malattia e sul trattamento, e dà la possibilità di diminuire
il carico familiare e l’emotività espressa. Punto di
riferimento per i tutta la famiglia
Recenti orientamenti si spostano da un modello di cura
basato sul deficit (deficit based model) a un modello che
tende a mobilitare le competenze familiari (resource
based model)
E adesso cosa faccio?
Mantieni il tuo ruolo
Esplicita la disponibilità ad ascoltare
Rendi partecipi i tuoi colleghi
Facilita l’ingaggio della famiglia
Riconoscere momenti di irritabilità o ansia,
cali di concentrazione, momenti di scarsa
tolleranza allo stress.
Monitoraggio sostegno-ecologico: non
troppo visibile, in grado di modularsi e
adattarsi alle necessità
Condividere questo comportamento con la
ragazza, diventa un “paracadute”
e un’azione protettiva a cui lei si può
aggrappare in caso di necessità
Se ti senti in ansia o se non credi di
avere ancora sufficienti conoscenze
riguardo al problema, appoggiati a
professionisti.
Collabora con i genitori, prevedere un
momento di confronto in cui domandarle
apertamente quali sono le sue difficoltà e
come desidera essere aiutata
Quale prevenzione possibile?
Anni 90: interventi di prevenzione su base empirica realizzati
all’interno dei contesti scolastici, con l’obiettivo di aumentare
le conoscenza sui D.C.A. e una sana alimentazione
Risultato:
aumento delle conoscenze, ma scarse probabilità di
influenzare credenze e motivazioni sottostanti.
Inefficacie rispetto al miglioramento dell’immagine corporea, e
alle modifiche dei comportamenti alimentari nelle adolescenti.
Come dimostrato di alcuni autori (Carter, Stewart,Dunn e
Fairburn, 1977) questo approccio può persino essere dannoso
(uso distorto delle informazioni, normalizzazione del disturbo,
stimolare alla sperimentazione del vomito, uso lassativi ecc.)
OBIETTIVO: MIGLIORARE L’IMMAGINE
CORPOREA LAVORANDO
SULL’AUTOSTIMA
Identificare e potenziare aspetti positivi del sé allo scopo di
produrre dei cambiamenti a livello di autopercezione e valori
(es: norme culturali che regolano l’immagine corporea) per
giungere infine alla modifica dei comportamenti alimentari.
Il riferimento teorico è quello relativo al cognitivismo sociale,
che afferma che per modificare i comportamenti è necessario
intervenire sui fattori predisponenti quali, influenze ambientali
( es i media), i fattori personali (es valori e atteggiamenti) e
l’autopercezione (es. l’immagine corporea)
In questo contesto di inserisce il concetto di
autoefficacia , soprattutto nell’ottica dello sviluppo
dell’autonomia dell’adolescente nei confronti della
gestione del rapporto con i media, e dell’aumento
dell’advocacy (intesa come capacità di operare
cambiamenti in relazione a norme e pressioni
sociali)
La metodologia è di tipo esperenziale, con attività tese a
sperimentare e sviluppare abilità/competenze personali e sociali
fondamentali es. l’esercizio della leadership e il coping
Fattore di rinforzo il coinvolgimento di figure chiave quali genitori,
insegnanti, figure professionali(operatori sanitari), gruppo di pari ( es
gruppo sportivi)
I DISTURBI ALIMENTARI E INTERNET
PRO-ANA e PRO-MIA
Le community on-line
300.000 siti web
Italia 2002-2003
Siti pro-ana: blog o forum
Blog. Strumento di aiuto, diari on-line
Forum: comunità di diversi gruppi di discussione con una
gerarchia di persone solitamente organizzate tra
amministratori, moderatori, utenti.
Chat : presenti spesso nei blog. Mezzo semplice ed efficace
per dialogare privatamente senza esporsi nei blog
Home page
siti “canaglia”
pro anoressia
GLI IMPERATIVI DELLA MAGREZZA
Carolyn Costin, Clinical Director on the Eating Disorder
Center of California and the Monte Nido Treatment Center
1. Se non sei magra non sei attraente
2. Essere magri è più importante che essere sani
3. Devi comprare abiti, tagliare i capelli, prendere lassativi,
digiunare, fare qualsiasi cosa per apparire più magra
4. Non mangiare mai senza sentirti in colpa
5. Non mangiare mai cibi ingrassanti senza punirti
Devi contare sempre le calorie per
controllarle
Quello che dice la bilancia è la cosa più
importante
Perdere peso è positivo / guadagnare peso
è negativo
Non si è mai abbastanza magri
Essere magri e non mangiare sono i veri
segni del potere e del successo
ALCUNI CREDO:
1.
2.
3.
4.
5.
Credo in ANA, unica madre di bellezza,
unica via di salvezza dal grasso
Credo nella bellezza e nel mio desiderio di
perfezione
Credo nelle mie capacità e forza di volontà
Credo nella bellezza delle mie ossa
Credo nel sostegno di Ana
CONSIDERAZIONI
L’anoressia diventa una divinità da venerare,
un’identità da raggiungere, un modello di
vita da inseguire a tutti i costi, una spinta
compulsiva all’identificazione con Ana
stessa. Gli utenti concorrono a questa meta
unendo i loro sforzi, scambiamdosi consigli,
diete e pratiche. Chi mostra resistenze viene
escluso dalla commmunity: ai dissidenti non
viene concesso entrare.
M. Facci, Le reti nella rete, Erickson
La religione Ana non utilizza la parola anoressia si
presenta come uno stile di vita da promuovere e
accettare
Un’amica immaginaria da cui farsi guidare e
distrarre
I disturbi alimentari si presentano paradossalmente
non come patologie, ma come delle mete, degli
ideali da raggiungere, degli stili di vita descritti,
ribaditi e rinforzati nelle e dalle community
Ana in realtà non esiste, è il prodotto di un disagio
profondo di un inganno, una distorsione. Essere
pro-Ana è il risultato della velenosa intersezione tra
Anoressia e internet
PER CONCLUDERE
L'anoressia è un assedio da cui si può
uscire lasciando entrare qualcuno nella
nostra vita“
U. Galimberti
GRAZIE DELLA
COLLABORAZIONE
Adotta una linea generale concordata dal gruppo
insegnanti e stabilire insieme un programma
realistico di che cosa aspettarsi da lei dal punto di
vista scolastico
Contrattualizza il modo chiaro e definito il suo
impegno può divenire anche un punto di riferimento
attraverso cui determinare la flessibilità nella
valutazione
Definisci un limite a quello che deve essere
accettato e scusato
Per contrastare la sua tendenza ad isolarsi potrebbe
essere utile, incoraggiarla a partecipare a piccoli
gruppi di studio o di lavoro
Se ti senti in ansia o se non credi di
avere ancora sufficienti conoscenze
riguardo al problema, appoggiati a
professionisti.
Collabora con i genitori, prevedere un
momento di confronto in cui domandarle
apertamente quali sono le sue difficoltà in
classe e come desidera essere aiutata
Adotta una linea generale concordata dal gruppo
insegnanti e stabilire insieme un programma
realistico di che cosa aspettarsi da lei dal punto di
vista scolastico
Contrattualizza il modo chiaro e definito il suo
impegno può divenire anche un punto di riferimento
attraverso cui determinare la flessibilità nella
valutazione
Definisci un limite a quello che deve essere
accettato e scusato
Per contrastare la sua tendenza ad isolarsi potrebbe
essere utile, incoraggiarla a partecipare a piccoli
gruppi di studio o di lavoro
SPAZIO D’ASCOLTO PER
INSEGNANTI
QUANDO?
VENERDI POMERIGGIO
A CHE ORA?
ORE 14.00 – 16.00
PER CHE COSA?
CONFRONTO, SUPPORTO,
CONDIVISIONE………
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