la visita alle sette chiese

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la visita alle sette chiese
PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE
Facoltà di S. Teologia
Istituto Superiore di Scienze Religiose
“Ecclesia Mater”
“Visita alle sette chiese
di san Filippo Neri”
Elaborato per il corso:
“Il Pellegrinaggio nella Vita della Chiesa”
Studente: Tabrini Paolo
Docente: dott. Francesco Mattiocco
Anno accademico 2008-2009
LA VISITA ALLE SETTE CHIESE
A cura di Paolo TABRINI
"11 pellegrinaggio
e una grazia alIa portata di tutti; e
una scuola di vita rigorosa e sicura.
E piena di gioia.
Non esiste un pellegrino triste 0 angosciato".
Pierbattista Pizzaballa ()
Premessa
Fin dai primi secoli dell'era cristiana i pellegrini che giungevano aRoma,
effettuavano la visita ai luoghi della memoria dei Martiri ed aIle Reliquie portate a
Roma dalla Terra Santa.
A partire dal V secolo si innesta la tradizione delle "stationes": il Papa, a
seconda della festivita, non celebrava la Messa sempre nella stesso luogo, rna si
recava in processione presso una Chiesa di particolare significato, dove si fermava
(statio) e celebrava l'Eucaristia. Si venne cosi a costituire una tradizione di
processioni che attraversavano la citta.
Successivamente, analoghe processioni, con caratteristiche penitenziali,
iniziarono a prendere vita net periodo della Quaresima, quale momenta di
preparazione alIa Pasqua: Ie "stazioni quaresimali".
Questo cammino, strutturato da S. Gregorio Magno, prevedeva che per
quaranta giomi, i romani, con in testa il Sommo Pontefice, si recavano da una chiesa
di raduno, ad un'altra, con spirito di conversione.
Papa Bonifacio VIII, in occasione del primo Giubileo (1300), concesse
l'indulgenza plenaria a colora che, nell 'anno, avessero visitato Ie due Basiliche
patriarcali: S. Pietro e S. Paolo. Negli anni giubilari immediatamente successivi,
vennero aggiunte S. Giovanni in Laterano e S. Maria Maggiore.
Al 1360 e stata trovata traccia di un itinerario per pellegrini che, chiama sette
Basiliche "Chiese Regali": aIle quattro sopra citate entrano "in gioco" S. Croce in
Gerusalemme, S. Lorenzo al Verano e S. Sebastiano.
Visita aile Sette Chiese
Prende avvio i1 giovedi grasso del 1552 (esattamente il 25 febbraio). La grande
intuizione di S. Filippo Neri fu quella di trasformare la "Visita" in una pratica
collettiva, un momenta di aggregazione spirituale e di rinnovamento interiore,
proprio quando il carnevale sembrava respingere fuori dalla vita delle persone il
• Pierbattista Pizzaballa "Terra Santa", intervista di Giorgio Acquaviva; Editrice La Scuola, 2008; pag. 81.
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pensiero della penitenza e della stessa vita cristiana. Per S. Filippo la proposta della
Visita era rivolta soprattutto al popolo romano, per maturare nella ricchezza della
propria fede.
n giovedi grasso, partendo da S. Pietro il pellegrinaggio toccava S. Paolo ­
iniziava qui il tragitto extraurbano, conosciuto come la "Via Paradisi" - S. Sebastiano,
S. Giovanni, S. Croce, S. Lorenzo, S. Maria Maggiore; la visita durava due giomi,
con soste per consumare i pasti e riposare (cfr. cartina del percorso).
s. Filippo Neri
L'apostolo di Roma, come venne poi chiamato, e una delle personalita piu
rappresentative della Chiesa del secolo XVI. Nato a Firenze nel 1515, venne aRoma
a 18 anni e rimase nella "Citta Etema" fino alIa morte (1595). Ebbe attenzione tutta
particolare ai piu poveri, ai malati, rna anche ai giovani. Tra Ie tante iniziative aIle
quali dette vita, va ricordata la fondazione della Congregazione dell'Oratorio. Volle
ricostruire la vecchia Chiesa di S. Maria in Navicella. Cosi nacque quella che, ancor
oggi, si chiama la Chiesa Nuova.
Valore spirituale ed esperienza personale
S. Filippo Neri alIa partenza di ogni Visita, cosi si rivolgeva ai pellegrini:
«E ottimo rimedio, nel tempo della tribolazione ed aridita di spirito, 1'immaginarsi di
essere come un mendico, alIa presenza di Dio e dei Santi, e come tale andar ora da
questa Santo, ora da quell'altro a domandare loro elemosina spirituale, con
quell 'affetto e verita tipico del domandare dei poveri. E cio si faccia corporalmente».
La Visita era un allontanarsi dalle proprie sicurezze, mettendosi nella
precarieta di un piccolo viaggio.
La Visita era, in particolare, un'esperienza spirituale personale. Ognuno era
chiamato a meditare e pregare per la propria vita. Negli avvertimenti dati da S.
Filippo Neri, per fare con frutto la Visita delle Sette Chiese, davanti a S. Maria in
Vallicella (luogo della partenza) ricordava a tutti i partecipanti:
«Prima di mettersi in via per fare questa Santo Pellegrinaggio, ciascuno deve
alzare la mente a Dio, offrendogli la sincerita del suo cuore, con il proposito di volere
la sola gloria di Sua Divina Maesta in tutte Ie azioni e specialmente in questa, ed avra
intenzione di lucrare Ie sante indulgenze e di pregare: per la penitenza dei peccati; per
l' emendazione della presente tiepidita e negligenza, ed altri difetti nel servizio di Sua
divina Maesta; per rendimento di grazie del sommo benefitio di averci cavato da tante
miserie e peccati».
Ogni trasferimento, da una Basilica all'altra, era legato ad un tema di
meditazione impemiato inizialmente sui «dolorosi viaggi fatti da Gesu».
Sotto questa profilo, S. Filippo Neri puo essere considerato un anticipatore
della Via Crucis. I dolorosi viaggi ricordati durante il percorso erano: dal Cenacolo ai
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Getsemani; dall' orto alla Casa di Anna; da qui alla Casa di Caifa; da Ii al Palazzo di
Pilato; poi dal Palazzo di Pilato a quello di Erode; e, ancora, il percorso inverso;
infine dal Palazzo di Pilato al Calvario.
Ma soprattutto, ogni fedele era invitato a pregare per ottenere i doni della
Spirito Santo e per essere liberato dai sette vizi capitali, attraverso Ie virtu che ad essi
SI oppongono.
La preghiera e i Sacramenti
Ogni pellegrino era chiamato alla preghiera sia personale, sia collettiva.
All'intemo delle sette Basiliche era costante l'adorazione al SS. Sacramento. Mai
mancava, poi, una preghiera alla Vergine Maria, alla quale San Filippo era
particolannente devoto. "Figlioli miei, siate devoti della Madonna: amate Maria",
ripeteva spesso il Santo.
Seguiva, quindi, un momenta di preghiera al titolare della chiesa ed alla
memoria dei Santi, Ie cui re1iquie erano ospitate presso i vari "Altari Privilegiati". II
centro della Visita, era I'Eucaristia.
Una parte delle preghiere, infine, era concepita per lucrare Ie indulgenze. I
pellegrini pregavano per tutta la Chiesa e per il mondo.
Perche Sette Chiese
II numero "sette" aveva ed ha un valore mistico e sacrale, con profondi radici
nel Primo e nel Nuovo Testamento.
7 i giomi della Creazione; 7 e il numero nel Levitico per la purificazione del
popolo; 7 i bracci del candelabro del Tempio, la Menorah.
Anche nel Nuovo Testamento, troviamo con insistenza questa numero; 7 i pani
ed i pesci della moltiplicazione; 70 volte 7 e la misura infinita della misericordia.
Ma e nell'Apocalisse che il 7 diventa quasi la chiave di lettura mistica di tutto
il Testo. II 7 ricorre molto spesso. Ad esempio: 7 Ie Chiese dell'Asia; 7 i cande1abri
d'oro che stanno davanti al trono dell'Altissimo; 7 Ie stelle, i sigilli, Ie Trombe.
Tale numero e continuato nella Tradizione della Chiesa: 7 i doni dello Spirito
Santo; 7 i peccati capitali; 7 Ie virtU; 7 i Sacramenti.
La Visita aIle Sette Chiese oggi
E stata ripresa in occasione del Grande Giubileo del 2000, anche se non
esplicitamente. Fra i luoghi da visitare per ottenere il perdono giubilare, troviamo
infatti Ie quattro Basiliche maggiori, rna anche S. Croce, Lorenzo e Ie Catacombe.
Benche storicamente i due fatti non si siano direttamente toccati, non c'e
dubbio che la Visita alle Sette Chiese mantiene tutt' ora intatta la sua importanza nella
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riscoperta di una sana religiosita popolare. Soccorre, in proposito, l'invito di S.
Bernardo: «I santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a 10ro dal nostro
culto. E chiaro che quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi e non
i 10ro. Ci attende la primitiva comunita dei cristiani e noi ce ne disinteressiamo? I
Santi desiderano di averci con 10ro e noi ci mostriamo indifferenti? I giusti ci
aspettano e noi non ce ne prendiamo cura? Non soltanto dobbiamo desiderare la
compagnia dei Santi;c rna anche di possederne la felicita. E che Cristo, nella vita si
mostri anche a noi, come a 10ro».
* * *
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_________II_percorso della visita
S. Maria Maggiore
Chiesa Nuova
San Pietro
Distanze e tempi dl percorrenza medl
Tappa
da
Chiesa Nuova
San Pietro
San Paolo
San Sebastiano
S. Giovanni in L.
S. Croce in G.
San Lorenzo
lunghezza
a
km
percorrenza
minuti
San Pietro
San Paolo
San Sebastiano
S. Giovanni in L.
S. Croce in G.
San Lorenzo
Santa Maria M.
1,4
6,0
28
120
1,4
3,8
5,0
0,8
1,7
80
10,4
100
16
15,4
16,2
34
40
17,9
19,9
2,0
progressivo
km
7,4