II. 2009 20 Edizione italiana

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II. 2009 20 Edizione italiana
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Edizione italiana
II. 2009
Editoriale
Cari lettori,
la cadenza semestrale di Incontroluce ci impedisce di essere tempestivi con
quanto accade nel Mondo.
È trascorso un anno dalla grande crisi globale che ha toccato l’economia mondiale,
una crisi che colpisce anche l’architettura e che ha bloccato o ritardato molti
progetti grandi e piccoli. Tuttavia la crisi ha anche provocato una netta accelerazione
verso un’economia sostenibile che si traduce in una sempre maggiore attenzione
verso la ricerca e l’innovazione tecnologica. Solo in questo modo sarà possibile
superare l’impasse che si è creata e promuovere opportunità. Opportunità che
si esprimono anche in nuovi prodotti per i quali aziende e designers sono chiamati
a cimentarsi mettendo in gioco esperienza, creatività e capacità di immaginare
nuovi scenari. La mostra Lightinprogress organizzata in aprile presso La Triennale
di Milano, nel periodo del Salone del Mobile, ha voluto presentare alcuni esempi
dell’impegno concreto della nostra impresa che sta investendo e vuole porsi
da protagonista in questo processo di rinnovamento con una strategia basata
sull’innovazione. In questa strategia il design si configura come un motore
dell’intero processo di innovazione (innovazione design-driven), che coinvolge
diversi attori e risorse, funge da elemento trainante per favorire cambiamenti
sul piano dei significati, dei linguaggi, dei valori e dell’identità del prodotto
(e dell’impresa nel suo complesso). Una strategia che appartiene alle aziende
italiane che hanno creato il “design italiano”, le cui caratteristiche sono ben
sintetizzate da Ezio Manzini in un suo recente saggio: “Il design italiano, in passato,
ha avuto la capacità di cogliere molto precocemente alcuni aspetti della grande
trasformazione che stava iniziando. E di agire di conseguenza. Su questa capacità
di anticipare i tempi e di offrire prodotti e visioni adeguate, ha costruito gran
parte della reputazione internazionale di cui ancora oggi largamente gode.”
Il Mondo sta affrontando la “nuova frontiera” di uno sviluppo sostenibile e di
un’economia che deve affrontare la dimensione sociale della crisi, mettendo
i problemi delle persone al primo posto - ‘people first’- così come quelli dei cambiamenti climatici (come sancito nel G8 tenuto a L’Aquila). In questo scenario
il design deve esprimere la sua capacità di interagire con discipline differenti
(da quelle umanistiche a quelle tecniche, economiche e sociali) per definire
nuovi approcci, sistemi di competenze, metodologie, tenendo fermo l'obiettivo
finale che resta quello di produrre innovazione.
Adolfo Guzzini
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Incontroluce
Sommario
II
Editoriale
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Le Marche
Master in “Eco-design
& Eco-innovazione”
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Progetti
Complesso Parrocchiale San Paolo
Un piano d’illuminazione
per le cento torri di Ascoli Piceno
10
Nuovo showroom
per la Schneider Electric
14
California Academy of Sciences
16
Nuovi spazi Miss Blumarine
e Blugirl a Milano
18
Il complesso urbanistico
Linked Hybrid
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La nuova corporate identity
per Honda
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Il centro Olimpionico di Changzhou
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Luci per le tele in movimento
di Emilio Vedova
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Il ponte della Costituzione
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La luce dinamica
del nuovo store H&M
34
Il Liangzhu Museum
36
La galleria d’arte
contemporanea di Paks
38
Tenerife Espacio de las Artes
42
Gli uffici di iTrust
44
Il Mardan Palace
46
Il Parco dei Sensi (Park der Sinne)
48
Cultura dell’azienda
“The lost space of Stiller”
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Nuova illuminazione
per la Pietà Rondanini
52
iGuzzini per Shanghai 2010
54
Adolfo Guzzini nominato presidente
del Consiglio Italiano del Design
Lightinprogress:
iGuzzini al fuori salone 2009
55
Un premio
per la comunicazione iGuzzini
Premio DAFZA per iGuzzini
International Design prize
Baden-Württemberg 2009
II. 2009
Le Marche
Master in “Eco-design & Eco-innovazione”.
Strategie, metodi e strumenti per la progettazione
e lo sviluppo di prodotti eco-sostenibili
testo di Lucia Pietroni
1
“I designer possono contribuire a rallentare il
degrado dell’ambiente più degli economisti, dei
politici, delle imprese e anche degli ambientalisti
(...). Una volta che un certo modello di progettazione più sano dal punto di vista ambientale
penetra nel mercato, i suoi effetti benefici si
moltiplicano”.
Alastair Fuad-Luke
Il Master universitario di 1° livello in “Eco-design
& Eco-innovazione” è stato istituito nell’a.a.
2007/2008 presso la Facoltà di Architettura
dell’Università di Camerino, con sede ad Ascoli
Piceno. È organizzato dal Corso di Laurea in
Disegno Industriale e Ambientale (DISIA) in
collaborazione con numerose imprese marchigiane e partners istituzionali. È stato progettato
come un nuovo percorso formativo orientato
alla sperimentazione nell’ambito del Design
per la sostenibilità e finalizzato alla diffusione
di una pratica progettuale responsabile e sostenibile. L’obiettivo principale del Master è “far
conseguire agli iscritti una preparazione tecnicoscientifica competitiva e strategica nell’ambito
dell’eco-innovazione di prodotto, che consenta
loro di inserirsi, come progettisti, consulenti o
liberi professionisti, nelle diverse realtà aziendali
e professionali, pubbliche e private, fornendo
loro gli strumenti necessari per incrementare le
performance ambientali dei prodotti, per integrare
i criteri progettuali dell’Ecodesign nel tradizionale
processo di progettazione, in linea con l’attuale
Integrated Product Policy-IPP adottata a livello
europeo”. L’attività didattica è articolata in
lezioni teoriche, esercitazioni, visite aziendali,
seminari con esperti, tecnici, progettisti e rappresentanti del mondo imprenditoriale, oltre a
prevedere la partecipazione a workshop progettuali intensivi svolti in collaborazione diretta
con le imprese partner e guidati da uno o più
designer. Infine, è previsto un periodo di stage
in azienda a supporto dello sviluppo del progetto
finale di tesi.
In questo nuovo percorso formativo hanno
particolare rilevanza i workshop e il periodo di
stage in azienda (minimo 350 ore) che rappresentano, per il giovane designer che partecipa
al Master, modalità innovative di acquisizione
e sperimentazione di conoscenze e competenze
sull’Eco-design, e, per le aziende e i designer
coinvolti nel processo formativo e per l’università,
strumenti efficaci di scambio, trasferimento e
condivisione di differenti know how.
Si tratta, quindi, di un progetto formativo partecipato fin dall’inizio da differenti stakeholders
presenti sul territorio (università, imprese, enti,
consorzi, ecc.), che definisce una strategia
virtuosa di accelerazione della diffusione dei
metodi, degli strumenti e dei risultati della
ricerca progettuale nel campo dell’Eco-design
all’interno della pratica aziendale e professionale
e che contribuisce ad attivare un processo
d’innovazione e di sviluppo condiviso tra
università, imprese e designer.
Tra gli esiti maggiormente positivi della prima
edizione del Master è da sottolineare la manifesta
soddisfazione delle imprese a collaborare
attivamente ai 6 workshop progettuali durante
i quali sono stati sviluppati circa 80 progetti
di nuovi concept di prodotti eco-sostenibili in
differenti settori: packaging, calzature, tecnologie
led, apparecchi d’illuminazione, arredo, veicoli
ecologici ad uso commerciale. Tali progetti,
proprio perché realizzati in stretta collaborazione
con le imprese, sono stati apprezzati per il loro
elevato contenuto d’innovazione, ma anche per
l’attenzione agli aspetti di fattibilità tecnica e
produttiva, evidenziando, pertanto, il significativo
ruolo del design come strumento d’innovazione
di processo e di prodotto e non solo come
fattore di qualificazione estetico-formale.
Un altro importante risultato del Master è stato
il positivo riscontro di un ampio pubblico alla
mostra “Eco-design & Eco-innovazione.
Progetti e prodotti per un futuro sostenibile”,
organizzata a febbraio 2009, a conclusione
della prima edizione del corso, presso il Palazzo
dei Capitani di Ascoli Piceno, nella quale gli
80 progetti degli studenti del Master hanno
rappresentato uno degli elementi di maggior
interesse e coinvolgimento dei visitatori.
Infine, ma non per importanza, il dato che
in modo più efficace evidenzia come una reale
sinergia tra università e imprese, nell’ambito
di un percorso di formazione specialistica, possa
produrre un processo virtuoso, è che più della
metà degli iscritti alla prima edizione del Master
ha ottenuto un contratto di collaborazione o una
borsa di studio presso le imprese e le strutture
partner. Tali esiti incoraggiano ad andare avanti
in questa direzione, nella convinzione condivisa
che il design e la sostenibilità ambientale siano
tra i più importanti fattori di innovazione e
sviluppo competitivo per fronteggiare l’attuale
situazione di crisi.
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Foto: Raniero Carloni
1. Sede della mostra Eco-design ed Eco-innovazione
2.3. Sale della mostra
Lucia Pietroni
Direttore del Master in Eco-design
& Eco-innovazione e docente del Corso
di Laurea in Disegno Industriale
e Ambientale (DISIA) - Facoltà di Architettura Università di Camerino
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Progetti
Complesso Parrocchiale
San Paolo
Cliente
Diocesi di Foligno,
Conferenza Episcopale Italiana
Progetto architettonico
Massimiliano e Doriana Fuksas
Foligno, Italia
1
Il progetto nel 2001 è risultato vincitore del
concorso nazionale bandito dalla Conferenza
Episcopale Italiana per la costruzione di una
nuova chiesa. La Giuria ha così motivato la
scelta: “come segno deciso e innovativo, che
risponde alle ricerche internazionali più avanzate,
divenendo il simbolo della rinascita della città
dopo il sisma”. Il nuovo Complesso Parrocchiale
San Paolo progettato da Massimiliano e Doriana
Fuksas è un monolite di geometria pura, una
scatola nella scatola. Sono due gli elementi architettonici principali che si identificano anche con le
funzioni del centro religioso.
Il primo elemento, l’edificio Chiesa, è costituito
da due parallelepipedi inseriti l’uno nell’altro.
Il secondo elemento, anch’esso di forma parallelepipeda ma allungato e basso, ospita la
Sagrestia, i locali del Ministero Pastorale e la Casa
Canonica. Un terzo corpo, di dimensioni minori,
unisce questi ultimi due.
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Strutture
Gilberto Sarti
Impresa di costruzione
Ediltecnica spa
Impianti
A.I. Engineering
Arredi sacri in pietra
FUKSAS DESIGN
Scalpellino Maurizio Volpi
Interventi artistici
Enzo Cucchi, Mimmo Paladino
Arredi in legno
FUKSAS DESIGN
Falegnameria Bertini
Corpi illuminanti
FUKSAS DESIGN
iGuzzini illuminazione
Foto: Moreno Maggi
1. Esterni
2. Visione dall’ingresso
2
L’edificio chiesa, costituito da due parallelepipedi
inseriti l’uno nell’altro, slanciati verso l’alto,
è sospeso con un’altezza di un metro e mezzo
rispetto al terreno ponendo l’attenzione sul
senso di verticalità. L’elemento architettonico
caratterizzante l’edificio consiste in una serie
di fasci di luce che, attraversando e legando
tra loro i due parallelepipedi, tramite le loro
intersezioni creano una serie di aperture che
portano la luce all’interno dell’aula.
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Progetti
Complesso Parrocchiale
San Paolo
3.4. Interni
I fasci di luce attraversano e legano tra loro
i parallelepipedi e tramite le loro intersezioni
creano una serie di aperture che illuminano
l’aula, indirizzandosi verso gli elementi principali,
l’Altare, l’Ambone e il Fonte Battesimale.
Secondo le parole dell’architetto Fuksas:
“La sospensione di un volume all’interno di
un altro. Vedere attraverso il cemento il cielo,
dall’esterno, all’interno, all’esterno.”
Lo spazio interno è realizzato per garantire la
centralità dell’Altare mentre il Fonte Battesimale
e l’Ambone vengono collocati in posizione asimmetrica rispetto a quest’ultimo. L’effetto creato
di giorno dalla luce che entra dagli spacchi
nella superficie viene ricreato di notte grazie
alle lampade a sospensione.
Il Maestro Enzo Cucchi ha realizzato per l’esterno
della Chiesa, la monumentale scultura “SteleCroce”, alta 13.50 metri, in cemento e marmo
bianco di Carrara, che diventa essa stessa
elemento architettonico. Il Maestro Mimmo
Paladino ha creato le 14 stazioni della Via Crucis.
Gli arredi sacri, le panche e i corpi illuminanti
sono stati progettati da Fuksas Design.
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Progetti
Un piano d’illuminazione
per le cento torri di Ascoli Piceno
Progettisti
Emidio Sofia e Rodolfo Terpolilli Comune di Ascoli Piceno
Ascoli Piceno, Italia
1
L’amministrazione di Ascoli Piceno ha avviato da
alcuni anni un programma di rivalutazione del
centro storico della città che ha già interessato
le due piazze più importanti: piazza Arringo e
piazza del Popolo. Visto il successo riscosso dall’iniziativa, l’Amministrazione ha pensato di realizzare una nuova suggestiva immagine notturna
della città nel suo complesso, dando risalto a 34
torri cittadine ancora visibili. Ascoli è detta infatti
“città delle cento torri” poiché vanta, all’interno
del centro storico, un nutrito numero di torri
ancora in buono stato di conservazione
che rimangono a testimonianza del prestigio
e della ricchezza della città nel periodo
medievale, durante il quale se ne contavano
circa duecento.
Il progetto ha previsto l’illuminazione di 34
emergenze: 18 torri civiche e 16 campanili.
Per ridurre l’impatto ambientale sono stati individuati e scelti apparecchi di dimensioni essenziali,
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Ditte esecutrici degli impianti
ESSEGI di Schiavi Gianluigi e C. snc torri degli edifici
Elettroimpianti di Vittori e C. sas campanili
Foto: Giuseppe Saluzzi
1. Visione generale della città. La torre colorata è la torre
di Palazzo dei Capitani in Piazza del Popolo.
2. Visuale da Porta Tufilla.
3. Ponte di Porta Solestà.
di colore grigio, collocati prevalentemente
sotto gronda. Il fenomeno dell’intrusive light
è stato ridotto grazie alla scelta di installare
i proiettori quanto più possibile vicino alle torri,
nelle parti alte degli edifici, sui tetti e terrazzi.
Grazie a questo posizionamento si è di molto
ridotto anche l’abbagliamento stradale.
Per la realizzazione del progetto si sono creati
34 mini impianti elettrici, uno per ogni torre,
distinti e separati, diversi tra loro, utilizzando
differenti tipologie di corpi illuminanti, accessori
e pezzi speciali. Le torri da illuminare sono quasi
tutte circondate o inglobate da altri edifici nel
contesto urbano.
Hanno forma prevalentemente quadrata con
lato di circa 5 metri e superano mediamente
di circa 20 metri d’altezza gli edifici addossati
mentre quelle singole hanno un’altezza da 25
a 30 metri.
Per illuminare efficacemente tali superfici dalle
dimensioni particolarmente strette ed alte, sono
stati scelti proiettori Lingotto, MaxiWoody e
Platea con ottiche spot e super spot che emettono
fasci di luce concentrati di forma ellissoidale e
ottiche flood.
Si sono utilizzate lampade di bassa potenza,
70 e 150W ad alogenuri metallici con temperatura colore di 3000 K.
Grazie all’efficacia delle ottiche inoltre si
è utilizzato un numero limitato di proiettori,
circa 100, aggiungendo al risparmio energetico
anche un risparmio nei costi di gestione.
Un effetto speciale è stato creato per la torre più
rappresentativa, quella di Palazzo dei Capitani
situata nella piazza centrale della città.
L’illuminazione è ottenuta con proiettori Platea
che utilizzano LED RGB che, pilotati da un’apposita centralina, miscelano e proiettano sulle
pareti della torre luce colorata e variabile con
una successione cadenzata regolabile.
L’illuminazione colorata può essere limitata
ad alcune ore della notte ed alcuni giorni
della settimana, rimanendo sempre in esercizio
quella di base uguale alle altre torri.
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Progetti
Nuovo showroom
per la Schneider Electric
Cliente
Schneider Electric
Progetto architettonico
Philippe Proisy
Rueil Malmaison, Francia
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La multinazionale Schneider Electric, specializzata nella produzione e distribuzione dell’energia elettrica, ha indetto nel 2008 un concorso
di architettura di interni per la realizzazione
di un nuovo show room presso la propria sede
a Rueil Malmaison.
Philippe Proisy, architetto, si è associato al
designer Christian Ghion per la realizzazione
di questo progetto in cui il visitatore scopre
l’universo della Schneider Electric muovendosi
in uno spazio pensato per provocare sensazioni
e percezioni, tanto che lo show room è definito
“International customer lounge”: uno straordinario luogo di accoglienza internazionale e di
informazione sui prodotti, sui servizi e sulle
soluzioni di Schneider Electric.
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Designer
Christian Ghion
Foto: Didier Boy de La Tour
1. Alley
Partners assistance
iGuzzini illuminazione France
2. Giardino zen
Nell’organizzazione di questo spazio sono integrate tecnologie interattive come l’RFID (Radio
Frequency Identification per gli automatismi)
in una scenografia che coinvolge tutti i sensi.
Ghion e Proisy hanno focalizzato l’attenzione
sulla gestione degli spazi, dei materiali, dei
mobili e delle illuminazioni al fine di agevolare
il flusso dei visitatori ed invitarli a scoprire,
sentire, comprendere e imparare.
Per la luce hanno utilizzato le diverse fonti
di energia a basso consumo, come led e fluorescenza. Lo spazio è stato pensato in base a
delle parole chiave che sono: scoprire, scambiare, sentire, conoscere, comprendere, anticipare a cui corrispondono sei tappe: the hall;
the square; the living; the tube; the gallery;
the vision. “The Hall” è la sala d’accoglienza.
La Schneider Electric qui mostra il suo ruolo
nel mondo ed il suo approccio ambientale.
È da questa hall che parte l’“Alley” dello show
room: un lungo tunnel in Corian retro-illuminato
nel quale si profilano sagome di alberi.
Attraversando questo tunnel il visitatore si
estrania dal mondo esterno e penetra in un
universo onirico e contemporaneo.
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Progetti
Nuovo showroom
per la Schneider Electric
La luce nasce dal pavimento e sale grazie
all’uso di reglette fluorescenti incassate alla
base delle pareti in Corian. “The Square” è
il punto di accoglienza dei visitatori che qui
ricevono un badge RFID che li accompagnerà
per tutto il loro percorso. In questa area sono
state utilizzate Linealuce e soprattutto Lineup
incrociate ad incasso sul soffitto che alternano
temperatura di colore calda e fredda grazie
al sistema di controllo Scene Equalizer.
Il “Living” è uno spazio di benessere applicato
al settore domestico e agli spazi di lavoro.
Esso è introdotto da un’area caratterizzata da
aperture ellittiche nel controsoffitto, illuminate
da reglette RGB gestite con DMX.
Nel “Living” si trova anche un micro giardino
zen, illuminato da Glim Cube e Ledplus, oltre
a Linealuce a LED per illuminare l’acqua che
scorre sul muro ed uno spazio bar sotto forma
di cucina futurista illuminati da Deep Minimal
a LED.
“The tube” è la galleria delle immagini,
un’immersione totale nel mondo di Schneider
Electric. Il suono e l’immagine penetrano
i corpi. Il tutto è tradotto in 6 lingue.
Nella sezione “The vision” il visitatore si ritrova
in uno spazio di scoperta valorizzato da una
proiezione che introduce a un ambiente futurista dove uova di acciaio inox celano al loro
interno le ricerche tecnologiche del futuro.
È Schneider Electric fra 5 o 10 anni.
Per questo spazio, gli architetti si sono ispirati
all’artista James Turell. Reglette con lampade
T16 RGB, con gestione DMX creano segni
di luce sulle pareti. “The Gallery” è invece il
luogo deputato alla esposizione dei prodotti
Schneider Electric: il visitatore può vedere,
toccare e informarsi sulle funzioni, sulle
caratteristiche e sulle capacità delle apparecchiature Schneider Electric.
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3. Spazi del Living
4.5. Altra area del ”Living”
6.7.8. Effetti colorati per “The Vision”
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Progetti
California Academy
of Sciences
San Francisco, USA
Cliente
California Academy of Sciences
Progetto architettonico
Renzo Piano Building Workshop,
in collaborazione con Stantec
Architecture (San Francisco)
1
La California Academy of Sciences a San
Francisco è uno dei pochi istituti di scienza
naturale in cui l’esperienza pubblica è direttamente collegata alla ricerca scientifica, svolta
nella stessa costruzione. L’obiettivo primario per
la riorganizzazione della nuova Accademia era
quello di ampliare le proprie attività, gli spazi
espositivi, il centro di ricerca, individuando al
tempo stesso soluzioni innovative per accogliere
un pubblico sempre più vasto. L’edificio accoglie
anche il museo di storia naturale, l’acquario ed
il planetario, conciliando i temi di natura, scienza
e civilizzazione.
La nuova Academy è pienamente integrata nel
suo ambiente naturale, il Golden Gate Park
ed utilizza tecniche per il risparmio energetico.
La dichiarazione della missione dell’Academy,
“Esplorare, Spiegare e Proteggere il Mondo
Naturale”, l’ha resa il soggetto ideale per lo
sviluppo di strategie sul progetto sostenibile.
La scelta dei materiali, il riciclaggio, la posizione
degli spazi rispetto alla luce naturale, la ventilazione
naturale, l’utilizzo dell’acqua, il recupero di quella
meteorica e la produzione di energia: sono tutti
temi progettuali divenuti parte integrante dell’intervento, contribuendo a far ottenere al museo
la certificazione LEED “Platinum”.
Alcuni vecchi edifici sono stati demoliti, sbriciolati
e riutilizzati nelle nuove strutture. Per l’isolamento
termico sono stati usati i cascami dei jeans offerti
dalla Levi’s. Il 95% dell’acciaio utilizzato proviene
da materiale riciclato.
Tre dei vecchi edifici, l’African Hall, il North
American (California) Hall e lo Steinhart Aquarium,
sono stati recuperati e riedificati come nel loro
volume originale. La nuova costruzione mantiene
la posizione e l’orientamento dell’Accademy
originale: tutte le funzioni sono organizzate
intorno alla piazza centrale.
La cupola del Planetarium e la Biosfera trasparente della foresta pluviale sono adiacenti alla
piazza. Questa é il punto di raccordo di tutti i
corpi del museo ed è coperta da un tetto di vetro
che ricorda nella sua struttura reticolare quella
di una ragnatela. Il centro della struttura è aperto
al cielo.
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General contractor
Webcor Builders
Ingegneria e sostenibilità
Ove Arup & Partners
Ingegneria civile
Rutherford & Chekene
Sistemi per la gestione
dell’acquario
PBS&J
Allestimenti
Thinc Design
Cinnabar
Visual-Acuity
Landscaping
SWA Group
Foto: Archivio iGuzzini
Disegno per gentile concessione RPBW
Living roof
Rana Creek
1. Sezione
2. Visione dalla Academy e del Golden Gate Park
3. Biosfera della foresta pluviale
2
La piazza, per le sue caratteristiche, si presta
ad essere utilizzata anche per concerti ed altri
eventi. Il tetto unifica formalmente l’organismo:
esso è “vivente”, perché ricoperto da uno strato
sottile di terra su cui sono state piantate
1.700.000 piantine selezionate per sopravvivere
nel microclima del Golden Gate Park senza
concimi né irrigazioni artificiali.
La vegetazione non solo ha uno scopo decorativo
ma anche funzionale: l’umidità del terreno serve
a raffreddare di 5 o 6 gradi l’interno del museo,
il che ha permesso, unico caso negli Stati Uniti,
di fare a meno dell’ impianto di aria condizionata
per gli spazi pubblici al piano terra e gli uffici di
ricerca collocati lungo la facciata.
Il 15% dell’energia elettrica necessaria al museo
viene prodotta da 55.000 cellule fotovoltaiche,
contenute tra due lastre di vetro a pannelli, che
compongono una copertura trasparente posta
a contorno del tetto verde. Per questo progetto
Renzo Piano ha utilizzato il Le Perroquet speciale
da esterni utilizzato anche per l’High Museum
of Art di Atlanta sia in grigio che in rosso.
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Nuovi spazi Miss Blumarine
e Blugirl a Milano
Progetti
Clienti
Boutique Blugirl - Blufin Spa
Boutique Miss Blumarine Spazio Sei srl
Milano, Italia
Blugirl e Miss Bumarine hanno aperto nel corso
del 2009 le loro prime boutique monomarca
gemelle, a Milano in Via della Spiga, una delle
strade più celebri dello shopping meneghino.
La boutique Blugirl è dislocata su tre piani con
una superficie di oltre 200 mq. ed ha atmosfera
da loft contemporaneo dallo stile sofisticato
sia nel linguaggio formale che nei dettagli.
Purezza delle linee e trasparenza dei materiali
sono le caratteristiche di questa nuova boutique
in cui gli spazi sono in collegamento tra loro.
Particolarmente curato è stato il progetto di illuminazione che opera in assoluta sintonia con
il concetto formale del design interno del nuovo
concept. Gli apparecchi di illuminazione tutti
iGuzzini, Deep Surface, Tecnica e Minimal
sono stati scelti per conferire all’ambiente
un aspetto di grande portata scenografica
mettendo in risalto forme e materiali.
Le vetrate su strada e quella del piano rialzato
che si affaccia sullo spazio a doppia altezza dell’ingresso modulano gli ambienti collegati tra loro
dalla scala rivestita, come pure tutti i pavimenti,
con lastre di ricomposto di marmo bianco.
Il piano terreno presenta due vetrine su strada,
il piano primo una vip room, quello interrato è
dedicato all’esposizione delle collezioni e degli
accessori. Le pareti tinteggiate di colore azzurro,
assieme ai soffitti in bianco, generano ambienti
rilassati, illuminati da lampade ad incasso od
esterne, a seconda degli spazi caratterizzati da
un’atmosfera morbida e da illuminazione mirata
ottenuta con l’utilizzo di lampade ad incandescenza per avvolgere e rendere omogenee le
atmosfere.
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Progetto architettonico
Studio Indik Roma
C. Cannavò
M. Critelli
Shay Peri
C. Volken
Calcoli ingegneristici
impianti - lavori edili
Impresa La Ca’
Foto: Chiara Cadeddu
Per gentile concessione Ufficio Stampa Blumarine.
1. Boutique Blugirl
Allestimenti
Ditta Fazzuoli,
Campi Bisenzio (Fi)
Le funzioni espositive sono affidate a pannelli
espositivi dalle forme arrotondate di colore bianco
metallizzato bordati da tubolari lucidi con mensole
in acciaio inox e ad appenderie tubolari in
metallo cromato lucido su basi in acciaio lucido.
I tavoli espositivi in plexiglass trasparente e tubolari
inox contengono cassettiere in bianco.
Lo spazio Miss Blumarine, 180 mq disposti su
tre livelli, è scandito dal rosa delle pareti, dai
rivestimenti in velluto capitonné, dalle appenderie
in ottone anticato e dall’arredo laccato rosa
madreperla dalle angolature smussate a misura
di bambino. Il piano terra è interamente dedicato
alle proposte di Miss Blumarine per le varie
fasce d’età. Il piano interrato ospita la collezione
Miss Blumarine Jeans, oltre a un piccolo angolo
relax, arredato con una chaise longue in velluto
capitonné rosa. La scala in fibra di cocco, color
sabbia unisce il piano terra al primo piano:
un soppalco riservato alla zona gioco dei bambini
mette a disposizione grandi pouf, tavolo e sedie,
una piccola libreria. Grande cura è stata posta
nella progettazione illuminotecnica per ottenere
confort e naturalezza dando una sensazione
di tranquillità ed agio ai visitatori.
Particolare attenzione è stata inoltre dedicata
all’illuminazione d’accento. L’illuminazione della
boutique e delle vetrine è stata completamente
realizzata con apparecchi iGuzzini Deep Surface,
Tecnica e Minimal fatto salvo l’utilizzo di alcune
lampade di design. La vetrina interna del negozio
con una grande tenda in velluto rosa è stata
impreziosita con una scenografica cascata di fili
di cristallo forniti dalla Swarovski.
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2.3. Immagini della Boutique Miss Blumarine
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I progetti per entrambe le boutique sono stati
curati dallo Studio Indik che vanta notevole
esperienza internazionale nel settore della moda
e che ha rivolto un’attenzione speciale alle
esigenze dei più piccoli per la boutique Miss
Blumarine. Lo studio ha inoltre progettato
il nuovo concept per la prima linea Blumarine
curando la realizzazione delle boutique di
Milano, Parigi, Dubai, Tokyo, Hong Kong e
Venezia.
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Progetti
Il complesso urbanistico
Linked Hybrid
Cliente
Modern Green Development Co., Ltd.
Pechino, Cina
Progetto architettonico
Steven Holl Architects
Steven Holl, Li Hu
Hideki Hirahara
Yenling Chen
Chris McVoy, Tim Bade
Appaltatore generale
Beijing Construction
Engineering Group
1
Il complesso Linked Hybrid di Pechino ha
un’estensione di 220.000 mq. Per questo
progetto gli spazi commerciali, residenziali,
educativi e ricreativi costituiscono una realtà
pubblica urbana tridimensionale.
Il piano terra offre a residenti e visitatori numerosi
passaggi aperti da attraversare a piedi.
Questi passaggi includono “micro-realtà urbane”
di piccoli negozi che valorizzano anche lo
spazio circostante il grande specchio d’acqua
centrale. Al piano intermedio degli edifici più
bassi, giardini pensili pubblici offrono tranquilli
spazi verdi e in cima alle otto torri residenziali
giardini pensili privati sono collegati agli attici.
Tutte le aree pubbliche a pianterreno - fra cui
un ristorante, un hotel, una scuola Montessori,
un asilo nido e un cinema - sono collegate agli
spazi verdi circostanti e interni al progetto.
Dal diciottesimo piano una serie multifunzionale
di ponti sospesi con una piscina, una sala fitness,
un bar, una galleria, collega le otto torri residenziali e la torre dell’hotel, offrendo una vista
panoramica sulla città. L’intenzione dello studio
d’architetti era far sì che la struttura pubblica
superiore ad anello e quella di base creino costantemente rapporti casuali fungendo da condensatori
sociali in un’esperienza di vita cittadina speciale
sia per i residenti che per i visitatori.
Pozzi geotermici (660 con una profondità di
100 metri) rinfrescano il Linked Hybrid in estate
e lo riscaldano d’inverno, rendendolo uno dei più
grandi progetti residenziali verdi.
18
Architetti associati
Beijing Capital Engineering
Architecture Design Co. LTD
Ingegneri strutturali
Guy Nordenson and Associates
China Academy of Building Research
Consulenza illuminazione
L’Observatoire International
Consulenza facciate
Front Inc.
Xi’an Aircraft Industry Company LTD
Yuanda Curtain-wall
Jianghe
Architetti paesaggisti
Steven Holl Architects
EDAW Beijing
TSLD
Foto: Hengzhong Lv
1.2. La piazza centrale del complesso
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione China
Ingegneri meccanici
Transsolar
Beijing Capital Engineering
Architecture Design Co. LTD
Cosentini Associates
2
incontroluce 20
19
Progetti
Il complesso urbanistico
Linked Hybrid
4
3.4.5. Visioni parziali del complesso
5
In tutto il progetto l’acqua è riciclata. Queste
acque grigie vengono convogliate in cisterne con
filtri ultravioletti e quindi ricondotte nel grande
bacino riflettente e sfruttate per irrigare
il paesaggio. Riutilizzando la terra scavata dalla
nuova costruzione, sono state create cinque
montagnole rivolte a nord con funzioni ricreative.
I colori del complesso sono ispirati alla policromia
della antica architettura cinese.
I basamenti e gli elementi a sbalzo dei ponti
sono dotati di membrane colorate e gli stipiti
delle finestre sono stati dipinti utilizzando
i colori dei templi antichi. Durante la notte la
policromia viene mantenuta grazie all’illuminazione artificiale. Proiettori MaxiWoody da 150W
ad alogenuri metallici con tipologie diverse
di ottica, dalla Super Spot alla Spot alla Flood,
sono stati utilizzati nelle diverse aree per
enfatizzare i colori.
La scelta di un prodotto unico e di una unica
lampada è stata fatta per agevolare al massimo
le operazioni di manutenzione.
La tipologia di lampada individuata è quella
che permette una migliore resa cromatica.
Il Council on Tall Buildings and Urban Habitat
(CTBUH) ha nominato il complesso Linked
Hybrid “Best Tall Building” in Asia ed Australia.
Il CTBUH assegna il titolo ogni anno ad un edificio
di quattro aree geografiche: Americhe, Asia
ed Australia, Europa, Medio Oriente ed Africa.
Vengono selezionati edifici che presentano una
integrazione fra forma architetturale, struttura
e sistemi di costruzione, oltre a evidenti qualità
di progettazione sostenibile che contribuiscono
a garantire la qualità della vita urbana.
La premiazione per il “Best Tall Building
Overall” avverrà il 23 ottobre durante la
Conferenza del CTBUH che si terrà a Chicago.
incontroluce 20
21
Progetti
La nuova corporate identity
per Honda
Romford, Regno Unito
1
Cliente
Honda
Progetto architettonico
Morton Wykes
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione UK
Dopo una collaborazione lunga e di successo
con Honda UK, iGuzzini è stata interpellata
da Honda Europe per fornire assistenza nello
sviluppo di una soluzione d’illuminazione adatta
alla nuova Corporate Identity di Honda in Europa.
In linea con la filosofia Honda, il progetto di
illuminazione doveva utilizzare la tecnologia più
innovativa in termini di apparecchi e riflettori.
Sono state scelte le fonti d’illuminazione più
efficienti per ridurre il consumo energetico pur
garantendo un’eccellente capacità di resa dei
colori e assicurare un’accurata riproduzione
delle finiture dei veicoli. Il progetto nella sua
totalità doveva offrire economicità, semplicità
d’installazione, affidabilità, efficienza e bassi
costi di manutenzione oltre a tener conto dello
smaltimento dei prodotti utilizzati. iGuzzini è
stato il fornitore unico per tutti i settori della
concessionaria, inclusi showroom, uffici, officina,
negozi nonché tutti gli spazi esterni fra cui
parcheggi e area dell’usato. All’interno è stata
particolarmente curata l’illuminazione dello
showroom. Il soffitto è formato da cassettoni
quadrati illuminati da lampade fluorescenti.
2
22
Foto: Martine Hamilton Knight
1.2. Aspetto diurno e notturno
3. Officina
4. Showroom
Fra i cassettoni sono stati installati su binario
dei proiettori Tecnica da 150W con lampada
ad alogenuri metallici che creano la luce d’accento per presentare i veicoli in modo teatrale
e d’effetto. Grande attenzione inoltre è stata
riservata all’officina che è concepita come un
teatro, in cui il cliente può vedere la sua auto
mentre viene riparata. In questa zona gli apparecchi dovevano assicurare i livelli d’illuminamento sia a terra che sulle rampe, richiesti
dalle normative per i luoghi di lavoro ed essere
anche esteticamente piacevoli. La soluzione
è fornita dalle sospensioni Central 41.
Gli uffici e le aree aperte al pubblico sono stati
illuminati con Frame, Action, Sistema Easy.
Gli uffici non aperti al pubblico, sono stati
illuminati usando gli incassi Sistema 43 e le
sospensioni Light Air. Ciò ha consentito di unire
il risparmio energetico ad un effetto di illuminazione Up/down che enfatizza l’altezza dell’edificio.
L’illuminazione esterna assicura comfort visivo
nonché un parcheggio invitante e uniformemente
illuminato, grazie al sistema a luce indiretta
Nuvola.
3
4
incontroluce 20
23
Progetti
Il Centro Olimpionico
di Changzhou
Cliente
Amministrazione di Changzhou
Progetto architettonico
Jiangsu Century Architecture
Design Co., Ltd
Changzhou, Cina
1
Il Changzhou Olympics Centre and international
Exhibition Centre (COCIEC), completato nel
settembre 2008 dopo più di due anni di lavoro,
è il centro culturale e sportivo della città di
Changzhou ed è stato uno dei progetti più
importanti per la città. Il progetto, che include
uno stadio all’aperto, stadio coperto, piscina ed
un centro esposizioni, è stato sviluppato sulla
base del concetto di “regione dell’acqua e
dei fiori di magnolia, a sud del fiume Yangzi”.
La magnolia è infatti il simbolo della città
di Changzhou. Tutto quindi, a partire dall’architettura fino al lucernario sullo stadio, doveva
assomigliare a questo fiore.
Proprietario e architetti desideravano che anche
il concetto di illuminazione rispondesse a questo
requisito. In collaborazione con gli architetti,
il team di iGuzzini ha messo a punto una
proposta completa per il progetto.
Dopo diverse discussioni, è stata accettata
24
General Contractor
Changzhou Tianyu
Foto: Hengzhong Lv
1. Visione generale. Al centro l’Olympics Centre
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione China
2. La piazza centrale.
A sinistra l’International Exhibition Centre
2
la proposta di utilizzare luce colorata e variabile
per lo stadio. I 18 ingressi dello stadio e della
piscina sono dotati di pannelli trasparenti che,
durante il giorno, riflettono la luce del sole,
mentre di notte si ha una variazione di colore,
gestita dal sistema di controllo.
Per illuminare la facciata sono stati usati invece
proiettori Platea. Per il centro esposizioni e la
rispettiva facciata è stata utilizzata la sospensione Gem.
incontroluce 20
25
Progetti
Il Centro Olimpionico
di Changzhou
3
5
4
6
3.4.5.6. Diversi effetti di luce colorata
7. Effetto di luce colorata dall’interno
26
Progetti
Luci per le tele in movimento
di Emilio Vedova
Progetto e architettura
Renzo Piano - RPBW
con Alessandro Traldi - Atelier Traldi
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia
Coordinamento generale e ingegneria
Favero & Milan Ingegneria
Maurizio Milan
1
Il primo “museo dinamico” progettato da Renzo
Piano è dedicato a Emilio Vedova e si trova in
uno dei nove cinquecenteschi “Magazzini del
Sale” alle Zattere, dove il grande pittore veneziano
aveva il suo studio e la sua casa.
L’intesa fra l’architetto genovese ed il pittore
veneziano nasce nel lontano 1984 quando
i due lavorarono insieme per “Il Prometeo”,
l’opera di Luigi Nono con i testi di Massimo
Cacciari, che fu diretta da Claudio Abbado.
Avevano avuto modo di discutere l’idea della
mobilità ed individuarono quel magazzino
come futura casa per le opere del pittore.
La fondazione Vedova è il primo museo senza
quadri appesi alle pareti: chi entra trova solo
i muri nudi, di mattoni antichi.
Le opere, che sono di dimensioni diverse 18 misurano 280x280 cm, altre 9 misurano
invece 180x280 cm - sono movimentate da
un braccio meccanico e si spostano per tutta
la lunghezza del magazzino. I dipinti si fermano
a varie altezze e poi scompaiono, e con
lo stesso sistema, ne arrivano degli altri.
Questo rivoluzionario approccio all’esposizione
e le dimensioni elevate del magazzino hanno
condizionato allestimento e regia luminosa.
La luce per illuminare le opere è fornita da
proiettori Le Perroquet, posizionati in gruppi
da tre sulle travi del soffitto, a circa 15
metri d’altezza.
I proiettori, che utilizzano il protocollo DALI,
sono gestiti dal sistema di controllo Master
Pro in modo che per illuminare i quadri
più piccoli entrano in funzione soltanto i
Le Perroquet centrali che utilizzano lampade
alogene 75W con l’ottica di 24°.
28
Consulenza artistica
Germano Celant
Impresa realizzatrice
Iccem
Progetto e realizzazione tecnologica
Metalsistem - Fabio Roncati
Sponsor tecnico
iGuzzini illuminazione
La selezione e l’allestimento delle opere
di Emilio Vedova nello spazio espositivo
dei Magazzini del Sale sono stati curati
da Germano Celant con Fabrizio
Gazzarri.
Foto: Michele Crosera
1.2. I quadri in movimento
3. Sistema di stoccaggio dei quadri
3
Per i quadri più ampi all’illuminazione della
parte centrale si affianca l’illuminazione delle
parti laterali grazie a Le Perroquet con lampada
alogena da 75W, ma ottica di 8°. Si creano quindi
due coni di luce molto allungati che ampliano
lateralmente il cono formato in precedenza.
Le pareti circostanti sono invece illuminate
sempre con proiettori Le Perroquet 75W, ma
dotati di un’ottica molto più ampia, pari
a 45° e lenti fresnel ed alette direzionali per
ampliare ulteriormente il cono di luce e sagomarlo.
Per rendere la luce più morbida e diffusa
l’attenuazione delle ombre è ottenuta grazie
a Le Perroquet da 75W con ottica di 24° e
schermo wall washer.
incontroluce 20
2
29
Progetti
Il Ponte della Costituzione
Committente
Comune di Venezia
Progetto Architettonico
Santiago Calatrava
Venezia, Italia
1
Il quarto ponte sul Canal Grande è opera
dell’architetto Santiago Calatrava e collega
Piazzale Roma con la stazione ferroviaria.
Santiago Calatrava, che oltre ad essere architetto
è anche ingegnere e scultore è autore di altri
ponti famosi: il Puente de la Mujer di Buenos
Aires, il Puente del Alamillo sul Guadalquivir
e l’Oberbaumbrücke di Berlino. Per Venezia ha
progettato un ponte costituito da unico arco
autoportante composto da tre elementi tubolari.
La contemporaneità delle forme e delle tecniche
costruttive è coniugata a materiali tradizionali:
pietra d’Istria, il materiale più usato a Venezia,
per i gradini, parapetti in vetro e scorri - mano
in bronzo. Il ponte e le aree di ingresso sulle due
sponde del canale sono illuminati da proiettori
MaxiWoody installati su palo e fissati agli edifici
circostanti, dotati di sorgenti HIT da 70, 150
e 400W e accessoriati con filtri diffondenti,
frangiluce e rifrattori. Questa scelta assicura
i valori ottimali di illuminamento verticale e
di luminanza sul piano di calpestio.
30
Direzione dei Lavori
Roberto Scibilia - Comune di Venezia
Foto: Paolo Carlini
1.2. L’unica arcata autoportante che costituisce il ponte
2
incontroluce 20
31
Progetti
La luce dinamica
del nuovo store H&M
Barcellona, Spagna
Cliente
H&M, Hennes & Mauritz
Progetto architettonico
Estudio Mariscal
Impresa costruttrice
Dula Bau
1
H&M ha un nuovo negozio nella via più
commerciale di Barcellona, Portal del Ángel,
in un edificio della fine dell’Ottocento di
Domènec Estapé. Conciliare il “vecchio” e il
“nuovo” è stata la sfida che ha dovuto affrontare
lo Studio Mariscal e il risultato è uno spazio in
cui lo stile “remordimiento”, borghese e barocco,
dialoga con lo stile pop, moderno e contemporaneo.
L’interior design è stato concepito come qualcosa
di effimero, costituito da elementi facilmente
sostituibili. Una seconda pelle che si sovrappone
all’architettura originale, creando un nuovo look,
ma senza celarla. La seconda pelle integra la
soluzione illuminotecnica che crea un arredo
espositivo con lampade fluorescenti T16 di
potenza diversa (in funzione della loro lunghezza).
Le lampade emettono una luce diffusa e
frammentata dalle fenditure orizzontali che
caratterizzano gli elementi. In tal modo si ottiene
una luce di base in tutto l’ambiente che
consente la lettura complessiva. Si arriva poi
alla presentazione del prodotto, illuminato dai
32
Arredo e attrezzature commerciali
Dula Ibérica
Architettura tecnica e impianti
MC Arquitectura e Ingeniería
LED
BARCO (fornitura)
SONO (installazione e montaggio)
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione España
Foto: Rafael Vargas
1.2. Alcuni degli spazi interni
Restauro
Artecc
2
proiettori installati sul controsoffitto flottante.
Come un insieme di nuvole, le piastre sono
munite di binari elettrificati multifase in cui sono
situati i proiettori Tecnica con due tipi di sorgenti
luminose (alogenuri metallici HIT 35 e 70W e
lampade alogene QT12 100W/12V) e con due
tipologie di distribuzione luminosa: spot e flood,
rispettivamente di circa 10º e 30º. Nell’ingresso
è stata creata un’esplosione di luce, di colore e
di movimento, grazie ai display a led per attirare
l’attenzione della fiumana di gente che transita
nella via pedonale. La scala e la cupola sono altri
due elementi molto importanti della ristrutturazione.
È stato accentuato il vuoto creato dalla scala,
da cui scaturisce la luce proveniente dalla cupola
che corona l’edificio. Questo atrio centrale mette
in comunicazione i tre piani e consente di portare
la luce naturale all’interno. La scala centrale
con la cupola, le sale nobili e la scala d’accesso
sono state trattate in modo particolare per
porre l’accento sulla integrazione fra il carattere
architettonico precedente e gli elementi
contemporanei, sottolineando queste integrazioni
proprio attraverso la luce d’accento creata
da proiettori con fasci diversi di luce.
Tutti gli apparecchi, alimentati con protocollo
DALI, sono gestiti dal sistema di controllo
Scene Equalizer che consente la regolazione
delle lampade fluorescenti e l’accensione dei
proiettori secondo raggruppamenti prestabiliti.
Ciò permette la configurazione dinamica degli
ambienti in funzione dell’ora, dell’affluenza
del pubblico e degli eventi.
incontroluce 20
33
Progetti
Il Liangzhu Museum
Cliente
Zhejiang Vanke Narada
Real Estate Group Co., Ltd.
Liangzhu, Cina
1
Il museo ospita una collezione di reperti
archeologici della civiltà Liangzhu, nota anche
come cultura Jade (circa 3000 a.C.).
Rappresenta l’estremità settentrionale del
‘Liangzhu Cultural Village’, una città parco
costruita di recente nelle vicinanze di Hangzhou.
L’edificio è in riva a un lago e collegato al
parco tramite ponti. La qualità architettonica
dell’edificio si rivela gradualmente al visitatore
che si avvicina al museo attraversando il parco.
Il museo è costituito da quattro unità in travertino
iraniano, con la stessa larghezza di 18 m ma
di diversa altezza.
Ogni unità contiene un cortile interno che
costituisce il collegamento fra i locali del museo
e invitano il visitatore a soffermarsi e a rilassarsi.
Nonostante la linearità delle sale espositive,
esse consentono di realizzare svariati percorsi
individuali attraverso il museo. A sud del
museo si trova un’isola con un’area espositiva,
collegata all’edificio principale del museo con
un ponte. I materiali impiegati in tutte le aree
pubbliche del museo, ovvero legno di Ipè e
travertino, sono robusti e resistenti all’invecchiamento. La sala d’ingresso è accessibile
attraverso un cortile al cui centro si trova il
banco della reception in legno di Ipè, illuminato
dall’alto. La iGuzzini China ha fornito la propria
consulenza illuminotecnica per l’illuminazione.
Il Liangzhu Museum ha 3 aree espositive
34
Progetto architettonico
David Chipperfield Architects - Libin
Chen, David Chipperfield, Annette
Flohrschütz, Marcus Mathias, Mark
Randel, Christof Piaskowski, Arndt
Weiss, Liping Xu
Architetti locali
ZTUDI The Architectural Design
and Research Institute Zhejiang
University of Technology
Progettazione paesaggistica
Levin Monsigny Landschaftsarchitekten
Allestimento
Guangdong Jimei Design
and Engineering Co.
Foto: Hengzhong Lv
1. Esterni
2. Sala delle colonne
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione China
3. Allestimento che riproduce
la vita primitiva nel periodo Liangzhu
3
2
pubbliche, decorate con fondali, vetrine e scenografie speciali. Nella seconda sala espositiva,
dove il fondale descrive la vita primitiva nel
periodo Liangzhu, con blu e verde come colori
principali, sono stati usati proiettori i24 wall
washer e lampade a temperatura colore di
6500 K. Nella terza sala, in cui, sullo sfondo,
è rappresentato un tramonto è stato scelto il
proiettore Parallel con schermo wall washer con
sorgenti luminose a temperatura colore di 2800 K.
Gli apparecchi ad incasso Deep Frame e i
proiettori Lux sono stati utilizzati invece per
fornire luce d’accento sulle vetrine espositive.
Nel giardino esterno sono stati utilizzati incassi
Light Up Garden.
incontroluce 20
35
Progetti
La galleria d’arte
contemporanea di Paks
Cliente
Amministrazione locale
della città di Paks
Progetto architettonico
Iren Jaromi Ybl - Gyula Kiss DLA Ybl
Paks, Ungheria
1
Dal suo allestimento nel 1991 fino a tempi
recenti, la Galleria d’arte contemporanea di Paks
ha occupato una sede temporanea: la collezione
era ospitata, infatti, in uno degli antichi hotel
della città, che poi è stato venduto dall’amministrazione locale nel 2005. Contemporaneamente,
l’amministrazione locale aveva acquistato in
un’asta pubblica un conservificio in disuso.
La Galleria d’arte contemporanea di Paks è, ora,
un museo moderno che gode del diritto
di collezione nazionale e internazionale e quindi
la sua missione culturale non si limita solo al
territorio locale. I direttori artistici della Galleria
hanno richiesto uno spazio che fosse in grado
di accogliere anche le future acquisizioni.
Dal punto di vista architettonico il progetto ha
presentato alcune sfide particolari come lo
sviluppo ed il brevetto ungheresi di una parete
in vetro unica senza capriate sotto le arcate
per enfatizzare la sensazione di sospensione.
Lo spazio dei locali di servizio è stato ridotto a
favore dello spazio espositivo. Al piano di sopra,
al posto del vecchio impianto d’imballaggio, si
trovano la biblioteca multimediale, con moderni
archivi automatici e scaffali aperti per album
artistici e l’amministrazione del centro, con
nuova disposizione aperta verso lo spazio
espositivo. Il laboratorio e il negozio d’arte sono
stati collocati al piano terra sul lato lungo dello
spazio della vecchia fabbrica. Su di esso è
stato realizzato un loft con pavimento in
legno e speciali luci diffuse.
36
Società di design
Kiss-Jaromi Architect-Office Ltd.
Tecnologia LED
Ledium Ltd.
Foto: per gentile concessione di Iren Jaromi
YBl-Gyula Kiss DLA Ybl
Curatore
Zoltan Prosek, storico dell’arte
Partner Assistance
K-light Lighting technologies Ltd.
partner cooperativo: Nora Timar
1. Esterno dell’edificio
2.3. Opere d’arte contemporanea in esposizione
Appaltatore
Dunacenter-Therm Ltd.
Ciò consente di realizzare piccole mostre di
fotografie, grafici, piccole sculture, pur con
un’altezza interna ridotta. Si è scelto di mantenere
la struttura di sostegno in calcestruzzo stile anni
‘60 a faccia vista nello spazio espositivo, dopo
interventi di lucidatura e impermeabilizzazione.
Il rivestimento dell’edificio è stato fatto con
pannelli in acciaio COR-TEN.
Lo spazio della vecchia fabbrica è il luogo ideale
per l’esposizione di dipinti e sculture contemporanei di carattere monumentale ma il sistema
d’illuminazione progettato e gli speciali piedistalli
consentono anche l’esposizione di dipinti, sculture
e modelli di piccole dimensioni. Inoltre questo
spazio è perfetto per spettacoli e installazioni
multimediali.
Il sistema d’illuminazione doveva essere quindi
estremamente flessibile. Si è puntato sul contrasto
tra le lampade iGuzzini e le tradizionali lampade
della fabbrica che tuttavia sono state rinnovate
con l’utilizzo di LED. L’illuminazione degli interni
è affidata al sistema Le Perroquet. I proiettori
sono utilizzati sia nella versione a luce indiretta
che a binario e a soffitto. Nel loft e negli uffici
sono stati invece usati apparecchi i24 a luce
indiretta, mentre nel corridoio pubblico alcuni
Linealuce wall-washer a incasso. Anche la parte
esterna dell’edificio è stata enfatizzata grazie
alla luce, prevalentemente grazie a Light Up
Walk professional che per illuminare gli alberi
sono stati dotati anche di filtri colorati, mentre
le statue del parco sono illuminate da 5 proiettori
Flash con ottica a lama di luce.
2
3
incontroluce 20
37
Progetti
Tenerife Espacio de las Artes
Cliente
Cabildo Insular de Tenerife
Santa Cruz de Tenerife
Costruttore
OHL S.A., Santa Cruz de Tenerife
Tenerife, Spagna
Nell’ottobre 2008 è stato inaugurato il Tenerife
Espacio de las Artes (TEA) di Santa Cruz sull’isola di Tenerife. Con i suoi 20.000 mq, il TEA
è sia una infrastruttura culturale con la chiara
vocazione contemporanea di riunire in un unico
luogo diverse tipologie d’arte, ma è anche un
frammento urbano che collega nel centro della
città il quartiere antico e la zona moderna.
Lo studio Herzog & De Meuron unisce una serie
di elementi diagonali e pavimenti inclinati a
una rampa di scale, grazie alla quale lo spazio
pubblico entra nella costruzione. Le architetture
geometriche favoriscono l’apertura verso l’esterno,
apportano dinamismo e luminosità, anche di
notte, quando la luce artificiale attraversa le
aperture irregolari della parete e fuoriesce verso
la città. La struttura accoglie collezioni d’arte,
sale espositive temporanee, un auditorium,
una biblioteca, il Centro di Fotografia dell’isola,
l’Istituto Óscar Domínguez e la Biblioteca della
rete insulare, oltre a un caffè, un ristorante
e un negozio.
1
38
Progetto architettonico
Jacques Herzog, Pierre de Meuron,
David Koch
Pianificazione architettonica
Herzog & De Meuron
Virgilio Gutiérrez Herreros
Architetto Associato
Virgilio Gutiérrez Herreros
Ingegneria degli impianti
TECHNE Ingeniería y Arquitectura
Illuminotecnica
Ove Arup
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione España
Foto: José Oller, Iwan Baan
1.2. L’edificio e il contesto urbano.
Aspetto diurno e notturno.
La caratteristica principale di questo edificio è
il gran numero di piccoli vani ricoperti di vetro,
presenti su tutta la superficie. Si tratta di circa
1200 vetri con 720 misure e forme diverse.
L’idea trae ispirazione dall’ingrandimento dei
pixel di un’immagine digitale dei riflessi del
sole sul mare delle Canarie. Il trattamento del
cemento delle facciate, con l’apertura di fori
che imitano i pixel conferiscono un’illuminazione
davvero singolare all’edificio, consentendo sia
una particolare distribuzione della luce
2
incontroluce 20
39
Progetti
Tenerife Espacio de las Artes
3.4. Diverse sale interne
impatto visivo, assicurano una emissione soffusa
e omogenea; gli apparecchi a incasso a pavimento
Light Up Walk garantiscono il massimo comfort
visivo; i proiettori MaxiWoody e i Light Up Walk
Professional con ottica spot, situati alla fine
della rampa, creano suggestivi percorsi di luce.
Nell’area interna della biblioteca, gli apparecchi
fluorescenti Lineup offrono una illuminazione
indiretta ideale, mentre nelle sale espositive
sono stati installati prodotti speciali (strisce
fluorescenti). Nella sala permanente sono stati
utilizzati proiettori Tecnica con ottica spot e
flood e proiettori Le Perroquet a sospensione
che, grazie alla praticità per il puntamento,
permettono di valorizzare i dettagli, e nei casi
in cui si utilizza il filtro diffusore, assicurano
una illuminazione uniforme delle pareti, con
un effetto tipo wall washer.
4
naturale all’interno durante il giorno, sia una
magica emissione della luce artificiale dall’interno
verso l’esterno durante la notte. Per il progetto
illuminotecnico, la iGuzzini ha messo a disposizione la propria esperienza e i propri prodotti
per rispondere alle molteplici esigenze delle
diverse aree. All’esterno sono stati installati
apparecchi di illuminazione Linealuce a incasso,
che adattandosi all’architettura con il minimo
incontroluce 20
41
Progetti
Gli uffici di iTrust
Cliente
iTrust
Progetto architettonico
Beat Schöpfer, [punkt-s] gmbh
Cham, Svizzera
L’azienda iTrust, system integrator di Cham, nel
Canton Zugo, costituita nel 2003 ha recentemente
fatto un grosso investimento per ristrutturare
la propria sede. Ha voluto creare un ambiente
che rispecchia la sua filosofia e la sua cultura
basata sui valori di trasparenza e responsabilità.
La rielaborazione e l’attuazione del progetto
è stata affidata all’architetto di interni Beat
Schöpfer che ha interpellato iGuzzini per la consulenza illuminotecnica. Attraverso l’illuminazione si
sottolinea l’atmosfera dei singoli locali. I progettisti hanno scelto un’illuminazione prevalentemente indiretta per creare luce soffusa, integrata
poi da proiettori ed altri apparecchi per creare
luce d’accento. Il centro del locale è costituito
da un ingresso strutturato in modo organico.
Conformemente alla filosofia di iTrust, le stanze
adiacenti non sono completamente separate:
il personale non deve essere escluso da quanto
accade tutt’intorno. La superficie è fondamentalmente suddivisa in postazioni di lavoro aperte,
una sala riunioni, un ufficio del direttore e tre
sale tematiche, i cosiddetti Trusts, ambienti
creati per determinati processi di lavoro ed
unici ambienti separati dagli altri.
Alla iTrust, infatti, non ci sono postazioni di lavoro
fisse. Se i collaboratori non sono in servizio presso
il cliente, con i propri notebook si posizionano
nel luogo più adatto a svolgere le loro
mansioni di lavoro. Quando è richiesta molta
concentrazione o devono effettuare una lunga
telefonata, si spostano in uno di questi tre
spazi isolati. I Trusts o sale tematiche sono
separati dalla zona centrale da pareti divisorie
ad arco di circa due metri.
La prima, il “Creation Trust”, serve allo sviluppo
iniziale delle idee. Una moquette color melanzana, carta da parati lilla e tre sospensioni Gem
creano un’atmosfera vivace in cui non è solo
il personale di iTrust a cercare ispirazione, ma
è anche la preferita dai clienti per discutere
i progetti. Nella seconda stanza tematica,
l’”Innovation Trust”, si passa all’attuazione
delle idee. L’ambiente è ridotto all’essenziale,
la morbida e discreta illuminazione è fornita
da iSign, che si integra con l’arredamento dai
colori scuri e dalle linee futuristiche.
La fase d’attuazione è seguita da una pausa di
relax: nel “Relaxation Trust” prevale l’atmosfera
tipica di un’oasi. La luce proviene da circa 15
luci a incasso nel pavimento del tipo Ledplus
e proietta sul soffitto le ombre di numerose
piante. Il personale sfrutta questo spazio di
relax soprattutto a fine giornata.
Le postazioni di lavoro sono separate fra loro
con pannelli insonorizzanti che fungono anche
da bacheca e sono fissati a cavi, in modo da
1
42
Direzione dei lavori
Beat Schöpfer, [punkt-s] gmbh, Zürich
Foto: Günther Laznia
1. Ingresso
Partners Assistance
iGuzzini illuminazione Schweitz
2. Spazio conviviale
poter essere sollevati, all’occorrenza, se i team
desiderano collaborare lavorando su un unico
tavolo grande.
In questo caso la luce ha dovuto essere adeguata
al lavoro davanti allo schermo. Si è scelta quindi
una combinazione di luce diretta e indiretta e
sono state installate le sospensioni Mini Light
Air che sono anche dimmerabili poiché integrano
l’elettronica DALI. Nella sala riunioni e nell’ufficio
di direzione, è stato utilizzato l’apparecchio ad
incasso Wide Plus con una potenza di 55W che
crea una luce morbida e diffusa. Le luci sono
inoltre controllate attraverso una centralina
con telecomando e touch panel che consente
di richiamare diverse modalità d’illuminazione
preprogrammate.
Le pareti nella sala riunioni e nell’ufficio del
direttore come anche le parti frontali degli
uffici nella sala grande vengono illuminate
con Pixel Plus da 100W che sono dotate
di vetro Wall Washer in modo che dal soffitto
possa essere illuminata in modo uniforme
tutta la parete.
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Il Mardan Palace
Progetti
Cliente
Telman Ismailov
AST 1989 Group
Coordinamento progettuale
Hüseyin Davuto ğlu.
Antalya, Turchia
Il Mardan Palace Hotel, uno dei più lussuosi
hotel del Mediterraneo, è una proprietà del
multimiliardario azero Telman Ismailov. È stato
inaugurato nella popolare località di villeggiatura
turca di Antalya nel maggio 2009, con la
presenza di artisti di fama mondiale come
Richard Gere, Mariah Carey, Tom Jones,
Sharon Stone, Seal e Monica Bellucci.
Il Mardan Palace Antalya è un hotel che si ispira
alla architettura degli antichi palazzi ottomani
per raccontare una fiaba orientale. Si trova sulla
splendida costa mediterranea nel Sud della
Turchia ed occupa una superficie di 180.000 mq.
L’hotel si suddivide in “ali”: la Anatolian Wing,
costituita da un totale di 225 stanze - la cui
caratteristica più sorprendente sono le decorazioni
nel tradizionale stile ottomano, con combinazioni
di colori di legno scuro rifinito con dettagli dorati;
la European Wing, realizzata con un design
post-moderno che riflette semplicità in tutte le
203 stanze; la Dolmabahce Wing con un totale
di 88 stanze arredate con i mobili più lussuosi.
Una piscina di 16.000 mq fra le ali richiama
l’idea del Bosforo ed è collegata a un ponte
copiato dai disegni di Leonardo da Vinci del XVI
secolo del ponte Galata, mai costruito all’epoca.
In piscina ci si sposta a bordo di “Caicchi del
Sultano” mentre il ristorante è una replica della
Maiden Tower di Istanbul. L’illuminazione è
stata realizzata in collaborazione diretta con
la proprietà.
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2
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Foto: Gentile concessione AST 1989 Group - Halkla ilişkiler
Partners Assistance
Tepta Aydinlatma
1.2.3. Diverse visioni del complesso
3
L’illuminazione delle facciate esterne di tutte le
tre ali è stata realizzata a catodo freddo; a parte
questa, tutta l’illuminazione è stata realizzata con
apparecchi iGuzzini. L’illuminazione d’effetto
verticale sulle colonne è realizzata con apparecchi
Kriss e Yota e con incassi Light Up; le torri sono
illuminate da proiettori MaxiWoody; la passerella
del ponte è illuminata con sistemi a LED; la porta
di Dolmabahçe e gli attracchi per le imbarcazioni
sono illuminati da proiettori Radius e Platea.
Attorno alla piscina sono stati impiegati 64
apparecchi Euclide. La piscina decorativa sul
lato d’ingresso è circondata da apparecchi a LED
Glim Cube, le scale che conducono all’ingresso
sono illuminate con LED a incasso; le statue
accanto alla piscina con proiettori Woody.
Per il parcheggio sono stati impiegati sistemi
d’illuminazione Delphi.
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Progetti
Il Parco dei Sensi
(Park der Sinne)
Clienti
Regione di Hannover
Città di Laatzen
Progettazione paesaggistica
Hans-Joachim Adam
Hannover-Laatzen, Germania
Il Park der Sinne, (il Parco dei Sensi), nucleo
centrale del progetto “Paesaggio regionale”
di Kronsberg è una delle più belle eredità che
l’esposizione universale dell’Expo 2000 ha
lasciato in Germania. Responsabili di questo
progetto sono state la regione di Hannover
e la città di Laatzen.
Il parco, progettato dall’architetto di giardini
e paesaggista Hans-Joachim Adam, vuole
sviluppare la consapevolezza dei nostri cinque
sensi: vista, udito, tatto, gusto ed olfatto.
La regia luminosa per il parco è stata realizzata,
sotto la guida del lighting designer Norbert
Wasserfurth, dagli studenti dell’Istituto superiore
di arte e scienze applicate HAWK di Hildesheim.
L’innovazione nell’architettura del paesaggio si
coniuga a modernità tecnologica e ad un uso
1
sostenibile dell’energia. Uno degli aspetti del
progetto illuminotecnico verteva sullo sviluppo
di un apparecchio d’illuminazione per esterni
in grado di produrre luce variabile.
La studentessa del corso di Lighting Design
Johanna Hermann ha elaborato i progetti preliminari e la pianificazione nonché il progetto
degli apparecchi speciali, nell’ambito della
propria tesi di laurea.
Nel progetto pilota di Laatzen gli effetti luminosi
non hanno soltanto lo scopo di creare un’esperienza emotiva, ma hanno anche fini scientifici,
come lo studio della percezione della luce.
Il progetto illuminotecnico prevede che il visitatore sia portato a orientarsi nel parco facendosi
guidare esclusivamente dall’illuminazione degli
elementi presenti nel parco.
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Progettazione illuminotecnica
Studio DL - Norbert Wasserfurth
in collaborazione con
la HAWK di Hildesheim
Foto: Daniel Junker
1. Effetto luminoso
2. Pianta del parco
3.4.5. Progetto
Partner Assistance
iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH
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5
3
Il rapporto discreto con la natura, in questo
caso, è importante quanto la volontà di consentire
al visitatore la sperimentazione delle proprie
capacità percettive e di orientamento notturno.
Tre processi dinamici basilari danno corpo al
progetto illuminotecnico: l’adeguamento dinamico
delle condizioni di luce al movimento dell’uomo
attraverso il parco, le aree di sosta dove poter
fare esperienza della luce e il direzionamento
stagionale delle luci. Questi ambiziosi obiettivi
sono conseguiti grazie alla soluzione messa a
punto dall’HAWK di Hildesheim, in collaborazione
con la iGuzzini: una lampada a luce variabile
dotata di tre LED da 1W di diverso colore ed
ottica. Ogni LED è alimentato, e quindi regolabile,
indipendentemente, consentendo di adeguare
gli effetti luminosi ai diversi oggetti.
La temperatura colore può variare da bianca
fredda a bianca calda e il fascio luminoso da
stretto a largo. L’estrema flessibilità dell’apparecchio e i sensori che rilevano il movimento nel
parco, producono effetti dinamici di luce molto
diversi. Tutto ciò è gestito attraverso un sistema
di controllo non iGuzzini. Per ragioni di protezione
ambientale, la luce nel parco viene accesa solo
quando i visitatori vi sostano effettivamente.
L’impianto è alimentato con energia solare.
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Cultura dell’azienda
“The lost space of Stiller”
Eidgenössische Technische Hochschule, Zurigo
19 Febbraio - 13 Marzo 2009
L’università Tecnica di Zurigo (Eidgenössische
Technische Hochschule-ETH) ha ospitato nella
prima parte del 2009 una mostra dedicata
all’opera di uno dei suoi studenti più famosi:
l’architetto e scrittore Max Frisch. È ispirata
infatti al suo romanzo “Stiller” la mostra “The
lost space of Stiller” promossa dall’architetto
Markus Seiferman dello studio PATALAB di
Londra, in collaborazione con il Max Frisch
Archive di Zurigo. Seiferman, che ne ha curato
anche l’allestimento, ha ricreato lo spazio e
gli spazi in cui si muove il protagonista del
romanzo “Stiller”.
Tre box di legno, che rappresentano lo studio
di Stiller, la sala da pranzo ed il bagno, sono
disposti attorno ad una piattaforma aperta, in
cui è invece rappresentato un soggiorno e sono
posizionati nella hall principale dell’Università.
2
La luce è stata usata da Seiferman per creare le
atmosfere di questi spazi, perché il suo intento
non è stato quello di ri-creare il libro, ma gli spazi
che si aprono fra le persone protagoniste del
romanzo “Stiller.” Per fare questo Seiferman si è
avvalso della collaborazione sia della iGuzzini
UK, sia della iGuzzini Svizzera.
Negli interni, la luce generale è fornita da 18
piantane Cestello posizionate su due livelli.
Per il box- sala da pranzo sono stati usati invece
8 Express LED gestiti dal sistema DALI Master
One. Nel box-bagno, una fluorescenza a 6500° K
crea un’atmosfera fredda ed asettica.
Nell’esterno, 4 proiettori MaxiWoody illuminano
la facciata mentre 26 Linealuce e 13 Woody a
scarica alternano luce calda e fredda accentuando
in maniera sapiente le vetrate della cupola.
La mostra è stata visitata da ospiti della iGuzzini
Svizzera che ha utilizzato questa occasione come
un esempio per dimostrare l’importanza della
regia luminosa.
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Foto: Günther Laznia
1. Posizionamento delle piantane Cestello
2. Illuminazione esterna
3. Visione d’insieme
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Cultura dell’azienda
Nuova illuminazione
per la Pietà Rondanini
Castello Sforzesco, Milano
La Pietà Rondanini è l’ultima opera di
Michelangelo, un’opera incompiuta, acquistata
nel 1744 dai marchesi Rondanini, da cui
deriva il nome. La Pietà venne acquistata
dal Comune di Milano nel 1952.
L’opera nel corso degli anni è stata sottoposta
a puliture e restauri. Il più recente si è
concluso nel 2004.
Nel corso del 2009 sono stati realizzati, invece,
alcuni lavori di intervento manutentivo sul
sistema di allestimento della Pietà Rondanini,
ideato nel 1956 dal prestigioso studio di architetti
BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers).
Per la prima volta si è posta attenzione specifica
alla nicchia in pietra serena e a quella in legno
d’ulivo che proteggono la Pietà Rondanini.
Si è riconosciuta a questi manufatti, espressione
del design italiano, la stessa valenza di un’opera
del patrimonio museale.
In questa fase d’intervento la iGuzzini è stata
sponsor tecnico fornendo apparecchi e consulenza
tecnica per realizzare un nuovo impianto di
illuminazione che utilizza proiettori Le Perroquet
e Le Perroquet Professional.
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Foto: Paolo Carlini
1. Visione dell’allestimento dello studio BBPR
2.3. Immagini dell’opera
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Cultura dell’azienda
iGuzzini
per Shanghai 2010
2
1
Il tema scelto per l’Esposizione Universale 2010,
“Better City, Better Life”, esprime l’interesse della
comunità internazionale per le strategie di urbanizzazione e di sviluppo sostenibili. La iGuzzini
è coinvolta come partner per l’illuminazione in
alcuni progetti prestigiosi.
La iGuzzini contribuirà alla illuminazione del
Padiglione italiano su progetto dell’architetto
Giampaolo Imbrighi. Il Padiglione ha una pianta
quadrata di 3.600 mq per un’altezza di 18 metri,
divisa all’interno in più corpi di dimensioni
diverse e irregolari, collegati da strutture-ponte
in acciaio. Il Padiglione sarà luminoso anche
grazie all’impiego di cemento trasparente,
un materiale poliedrico di recente creazione.
È pensato inoltre come una “macchina” dal
particolare funzionamento bioclimatico con
l’obiettivo di un significativo risparmio energetico.
Gli elementi fotovoltaici integrati nei vetri
delle coperture esterne garantiranno un effetto
schermante dalle radiazioni, mentre il progetto
illuminotecnico dell’edificio mira non soltanto
a scandire gli spazi, ma anche a favorire
il risparmio di energia.
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Foto: Per gentile concessione degli architetti
1. Vista dell’area in cui verrà costruito l’edificio B3-2
2. Pianta con particolare dell’area
3.4. Rendering del Padiglione italiano
Un altro dei progetti riguarda il recupero
ambientale e funzionale degli ex padiglioni
industriali all’interno della Urban Best Practices
Area (UBPA), progetto vinto da mOa- Mario
Occhiuto Architecture un concorso internazionale
di idee.
Il progetto di illuminotecnica è stato affidato a
Francesca Storaro e alla consulenza e ai prodotti
iGuzzini. Mario Occhiuto, che da anni si occupa
di sostenibilità architettonica ed è già presente
in Cina con importanti progetti, ha elaborato,
per il concorso, un intervento in chiave tecnologica ed eco-compatibile, contribuendo ad esportare un know-how italiano in un paese che finora
poco si è preoccupato del tema del recupero.
Agli edifici da recuperare si affianca un edificio
progettato ex-novo (C1 Building) che fornirà i
servizi di accoglienza per tutta l’aerea della UBPA.
Vi è poi un altro nuovo padiglione chiamato B3-2
la cui progettazione è stata affidata allo studio
ArcheA. L’idea è incentrata sul risparmio energetico
ed utilizza le tecnologie di illuminazione a LED
ad alto rendimento.
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Cultura dell’azienda
Adolfo Guzzini nominato presidente
del Consiglio Italiano del Design
Lightinprogress:
iGuzzini al fuori salone 2009
Milano, La Triennale, 22-27 aprile 2009
Il 2 luglio 2009, si è insediato il Consiglio
Italiano del Design, istituito con decreto del
12 marzo 2009 dal parte del Ministero per
i Beni e le Attività Culturali.
Il ministro Sandro Bondi tiene a sottolineare
che “questa è la prima volta in cui tre ministeri
strategici per il Made in Italy, il Ministero delle
Attività Produttive e il Ministero degli affari
Esteri insieme al Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, collaborano per promuovere
cultura, economia, mercati interni e mercati
stranieri, il tutto all’insegna del pensare,
progettare e produrre italiano”.
Il Consiglio Italiano del Design è presieduto
da Adolfo Guzzini ed è composto da 24 membri
che rappresentano il mondo delle imprese,
dei progettisti, dell’editoria, della formazione.
Questi i componenti: Pietro Di Pierri, Silvana
Annicchiarico, Giovanni Francesco Accolla,
Massimo Arlechino, Andrea Branzi, Luisa
Bocchietto, Medardo Chiapponi, Giuseppe
Chia, Aldo Colonnetti, Pierluigi Cerri, Riccardo
Diotallevi, Giorgio Di Tullio, Arturo Dell’Acqua
Bellavitis, Renza Fornaroli, Frida Giannini,
Stefano Giovannoni, Carlo Martino, Claudio
Messale, Raffaella Panizzi, Antonio Paris,
Antonio Romano, Nadia Salvatori, Andrea
Vallicelli.
In occasione del Salone del Mobile 2009 la
iGuzzini ha partecipato al Fuori Salone con
l’iniziativa “lightinprogress” per far conoscere
l’impegno assunto dall’azienda nell’offrire soluzioni concrete per illuminare meglio le città,
consumare meno energia, spendere meno soldi
e rispettare il pianeta su cui viviamo.
Il progetto “lightinprogress” è stato curato
dal Centro Studi e Ricerca iGuzzini, con allestimento di Pierluigi Cerri e comunicazione visiva
di STZ ed è costituito da una mostra allestita in
Triennale e dalla presentazione dei prodotti new
2009 nel iGuzzini Partner Assistance di Via
San Damiano.
Presso la Triennale sono stati presentati i risultati
nati da tre importanti collaborazioni: Archilede,
il sistema LED per illuminazione stradale
sviluppato e prodotto per Enel Sole; la soluzione
luminosa firmata da Piero Castiglioni per
l’intervento urbano nell’ex area Osservanza di
Imola; il sistema eolico di illuminazione urbana
progettato da Stefano Boeri per l’isola della
Maddalena. Oltre a questi elementi, l’azione
svolta dall’azienda per la diffusione della cultura
della luce è stata trasformata in 7 capitoli
proiettati su monitor lungo il percorso espositivo
e sintetizzata in alcuni slogan.
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Cultura dell’azienda
Un premio per la comunicazione
iGuzzini
Premio DAFZA per iGuzzini
International Desing prize
Baden-Württemberg 2009
TP 2009, San Patrignano 26-28 giugno 2009
Dubai, 29 giugno 2009
Ludwigsburg, 16 ottobre 2009
La iGuzzini illuminazione Middle East che ha
sede a Dubai si è aggiudicata il Premio per
l’ufficio eco-sostenibile indetto dalla DAFZA
(Dubai Airiport Free Zone), ente che gestisce l’area «Free» in cui è possibile, cioè, insediare attività commerciali senza avere uno sponsor, dell’aeroporto di Dubai. Per l’altra categoria, sicurezza sul lavoro, il premio è stato assegnato
invece alla Airbus Middle East.
La commissione giudicatrice ha prima selezionato
le candidature al premio ed infine effettuato una
visita direttamente presso le aziende selezionate.
La cerimonia di premiazione si è svolta il
29 giugno alla presenza dell’assistente del
Direttore Generale della DAFZA, Nasser Madami
e dell’Executive Director, Corporate Services
Ahmed Al Hashimi.
Il Design Center Stuttgart ha indetto il Premio
Internazionale di Design per il 2009 come “Focus
Open”.
Per 9 anni consecutivi, questo importante premio
nazionale della regione del Baden-Württemberg
ha avuto un tema. In occasione del decimo
anniversario invece il concorso è stato aperto
a tutte le categorie di prodotto.
La giuria ha così considerato solo la qualità del
design in una competizione internazionale: produttori e designers sono stati invitati a presentare
i loro prodotti disponibili sul mercato da non più
di due anni. La giuria si è riunita a metà maggio
ed ha scelto i vincitori fra 438 prodotti.
Il proiettore Lux, design Gerhard Reichert, si
è aggiudicato il “Focus in silver”. La cerimonia
di premiazione si svolgerà nell’ottobre 2009.
La campagna pubblicitaria “Better Light for
a Better Life” si è aggiudicata il primo premio
TP 2009 “Comunicare la sostenibilità” con la
motivazione “Migliore campagna advertising,
in cui spicca una forte creatività declinata nei
mezzi tradizionali”.
Il premio, promosso dalla “Associazione Italiana
Pubblicitari Professionisti” in collaborazione con
la Regione Piemonte e l’iniziativa “Uniamo le
Energie” richiedeva una comunicazione in grado
di trasmettere valori legati all’eco-sostenibilità,
in grado di orientare il pubblico verso le tematiche
ambientali e di promuovere comportamenti
corretti e utili in tale direzione. La consegna del
premio si è tenuta a San Patrignano, in occasione
della convention TP il 26-28 giugno.
incontroluce 20
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Incontroluce
II. 2009
Incontroluce
Rivista internazionale, semestrale
di cultura della luce
anno XI, 20
Redazione
Centro Studi e Ricerca iGuzzini
Fr.ne Sambucheto, 44/a
62019 Recanati MC
+39.071.7588250 tel.
+39.071.7588295 fax
[email protected]
iGuzzini illuminazione spa
62019 Recanati, Italy
via Mariano Guzzini, 37
+39.071.75881 tel.
+39.071.7588295 fax
[email protected]
www.iguzzini.com
071-7588453 video
Progetto grafico
Studio Cerri & Associati
Editore
iGuzzini illuminazione spa
Hanno collaborato a questo numero
iGuzzini illuminazione China Ltd.
iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH
iGuzzini illuminazione España S.A.
iGuzzini illuminazione France S.A.
iGuzzini illuminazione Schweiz AG
iGuzzini illuminazione UK
K-light Lighting technologies Ltd.
Tepta Aydınlatma, Turchia
Foto di copertina
Hengzhong Lv
Finito di stampare: Ottobre 2009
Tecnostampa, Recanati
Errata corrige
Incontroluce 19
A pagina 46 il nome dello studio d’architettura
Lewis & Hickey è stato erroneamente riportato
come Lewis & Hockey
La Redazione non è responsabile di inesattezze
e mancanze nell’elenco dei credits relativi
ai progetti e forniti dai collaboratori.
Le integrazioni o correzioni verranno riportate
nel numero successivo.
9.1939.000.0
Massimiliano Fuksas / Philippe Proisy / Renzo Piano Building Workshop /
Studio Indik / Steven Holl Architects / Morton Wykes / Jiangsu Century
Architecture Design Co. / Santiago Calatrava / Estudio Mariscal /
David Chipperfield Architects / Iren Jaromi Ybl - Gyula Kiss DLA Ybl /
Herzog & De Meuron / Beat Schöpfer / Hans Joachim Adam