settembre musica

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settembre musica
CITTÀ
DI TORINO
ASSESSORATO
PER LA CULTURA
venerdì 6 settembre 1991, ore 21
Teatro Carignano
SETTEMBRE MUSICA
Felicity Lott, s o p r a n o ,
Geoffrey Parsons, p ia n o fo r te
Compiuti gli studi alla Royal Academy of Music, Felicity Lott
ha quindi intrapreso la carriera concertistica come soprano,
diventando una delle voci più apprezzate della Gran Bretagna.
Grazie alla sua versatilità canora può vantare un vasto reperto­
rio, che spazia dall’opera al concerto, in cui, nonostante la
preferenza della cantante per i maestri della melodia francese,
vi è una varietà di stili e autori. In campo operistico è regolare
la sua presenza negli allestimenti del Covent Garden e della
Royal Opera House di Londra, così come la collaborazione con
le maggiori compagnie britanniche e i teatri di Europa e Stati
Uniti. Parimenti intenso è il suo impegno in ambito concer­
tistico: ospite abituale alle Promenade della BBC, si è esibita
sotto la guida di direttori quali, per citarne alcuni, George Solti
e Neville Marriner.
Membro onorario della Royal Academy of Music e della
Guildhall School of Music, Geoffrey Parsons può essere con­
siderato uno tra i più importanti pianisti accompagnatori. Nato
in Australia, dove dal 1960 ogni anno è regolarmente impegnato
in tournée, nel corso della sua carriera ha collaborato con
cantanti quali, tra gli altri, Elisabeth Schwarzkopf, Birgit Nilsson,
Christa Ludwig, Nicolai Gedda, Lucia Popp, Hans Hotter, Olaf
Baer e Jessye Norman. In considerazione dei suoi meriti artistici
nel 1982 il Barbicane Center di Londra gli ha dedicato una serie
di concerti alla presenza dei numerosi artisti da lui accompagna­
ti, mentre onoreficenze gli sono state assegnate in patria ed in
Inghilterra.
Franz Schubert
(1797-1828)
An die Musik (D. 547)
Frühlingslaube (D. 686)
Der Musensohn (D. 764)
Lied der Mignon, da Gesänge
aus “Wilhelm Meister” op. 62 (D. 877)
Ave Maria, op. 52 n. 6 (D. 839)
Gretchen am Spinnrade op. 2 (D. 118)
Richard Strauss
(1864-1949)
Zueignung op.10 n. 1
Der Stern op. 69 n. 1
Waldseligkeit op. 49 n. 1
Einerlei op. 69 n. 3
Wiegenlied
Schlechtes Wetter op. 69 n. 5
Georges Bizet
(1838-1875)
Chanson d’avril
Adieux de l’hôtesse arabe
Guitare
Reynaldo Hahn
(1875-1947)
Si mes vers
Rêverie
Chanson d’automne
Le Printemps
Erik Satie
(1866-1925)
La Diva de l’Empire
Je te veux
André Messager
(1853-1929)
J’ai deux amants
tedesco e m é lo d ie francese costituiscono senza ombra di
dubbio le due colonne portanti della letteratura vocale da
camera; ambedue illustrate, sia pure in misura diversa, da
sommi creatori, mostrano un processo evolutivo quasi biseco­
lare che, partendo da premesse di ambito folclorico (tanto il
L ie d quanto la m é lo d ie affondano saldamente le radici nel canto
popolare), si sviluppa attraverso un rapporto sempre più stretto
con la componente poetica giungendo a sostanziarsi in un
numero di capolavori superiore, in percentuale, a quello raggiunto
da qualsiasi altro genere compositivo. Ogni stagione creativa
dei due repertori possiede in effetti una congrua quantità di
riuscite: da Mozart a Strauss nell’area austrotedesca (passando
attraverso Beethoven, Schubert, Schumann, Brahms, Wolf,
Mahler, Schònberg, Berg e Webem), da Gounod a Poulenc in
Francia (dove le maggiori tappe si chiamano Berlioz, Bizet,
Massenet, Fauré, Duparc, Debussy e Ravel) la fioritura vocale­
pianistica non conosce flessioni e stanchezze elargendo tesori di
melodia applicati a ogni possibile sollecitazione poetica. In
questo senso, lie d e m é lo d ie sono davvero enciclopedici trat­
tando argomenti tanto differenti quanto, per virtù di ispirazione,
accomunati nella aurea dimensione del genio. Ne avremo
esauriente riprova nell’odierno programma, che alterna pagine
notissime a composizioni molto meno frequentate, accostando
insigni capolavori e gustose curiosità: tutto questo, collegato
dalla costante felicità creativa dei brani, ognuno perfettamente
calibrato rispetto ai propositi espressivi. Consideriamo pertanto
l’iniziale sestetto schubertiano, tutto formato (fatto quasi inevi­
tabile trattandosi di Franz Schubert) da pagine, oltre che altis­
sime, celebri al punto di rendere pressoché inutile ogni com­
mento; ci limiteremo perciò a segnalare l ’itinerario emotivo dei
brani, che muove dalla cristallina chiarezza di A n d ie M usile,
musicato nel marzo 1817 su poesia di Franz von Schober. La
breve pagina (due facciate in tutto) appare come un compiuto
elogio dell’arte dei suoni espresso con classica misura, tanto
efficace quanto priva di ambizioni retoriche. Ancora più intima,
intrisa di tenerissime sensazioni naturistiche è l’atmosfera di
F ru h lin g sg la u b e (testo di Ludwig Uhland), la cui stesura è
databile fra il 1820 ed il novembre del 1822; voce e pianoforte
collaborano nell’evocazione, deliziosamente mormorata, del
contrasto fra il rifiorire della natura e la segreta angoscia del
cuore. D e r M u s e n so h n (poesia di Goethe, composto all’inizio
del dicembre 1822) si muove in tutt’altra atmosfera proponendo
una personificazione ilare ed ottimistica dell’eterno Viandante
romantico; su un danzante ritmo di sei ottavi, bravamente
scandito dalla tastiera, un cantore errabondo si abbandona al
piacere di celebrare con gioiose melodie l’alternarsi delle sta­
gioni e lo sbocciare di amorosi sentimenti. Dai canti del “figlio
L ie d
delle Muse” (che Schubert gioca su accorti cambi di tonalità)
passiamo, sempre su testo di Goethe, al celeberrimo L ie d di
M ig n o n “Nur wer die Sehnsucht kennt” tratto dai quattro brani
che Schubert musicò su altrettanti momenti lirici del W ilh e lm
M e is te r tra il 1826 ed il 27. Ispiratore di molti maestri del L ie d
(un po' come il metastasiano “Mi lagnerò tacendo” che fu una
vera e propria risorsa per i compositori fra Sette e Ottocento)
l’accorato canto goethiano - che Schubert intonò altre volte trova in questa versione accenti di insuperabile bellezza per
l’impressionante contrasto fra malinconia e turbamento. A
Mignon segue un altro importante personaggio della letteratura
romantica: Ellen, protagonista del poema di Walter Scott al
quale Rossini si ispirò per l’opera L a D o n n a d e l L a g o .T r a la
primavera e l’estate del 1825 Schubert musicò, nella versione
tedesca di Adam Storck, tre canti di Ellen, l’ultimo dei quali è
la sin troppo celebre (sia detto senza alcuna intenzione ironica)
A v e M a ria che, proprio per questa ragione oltre che per E uso ed
abuso chiesastico, trova rarissime occasioni di esecuzione con­
certistica. L’elegiaca purezza del brano separa il tormento di
Mignon dalla tragedia di Margherita cantata nel prodigioso
G re tc h e n a m S p in n r a d e , primo incontro fra Goethe e Schubert,
terminato il 19 ottobre 1814: capolavoro assoluto nel quale il
diciassettenne compositore tocca uno dei vertici dell’intera
letteratura liederistica. Da Schubert a Richard Strauss il passo
è allo stesso tempo breve e lungo: breve per la sostanziale
fedeltà del compositore bavarese allo spirito schubertiano,
lungo per la tipicità del linguaggio straussiano complesso e
multiforme, teso più ad ampliare i discorsi semplici che non ad
essenzializzame il contenuto. Piuttosto vasta (oltre 150 brani) e
disseminata lungo l’intero arco creativo del musicista, dal 1870
(a sei anni di età) al 1948 (gli stupendi V ie r le tzte L ie d e r con
orchestra), la produzione vocale da camera di Strauss compen­
dia le esperienze romantiche e postromantiche (da Schubert a
Wolf) apportando il sostanzioso contributo della propria specifica
natura: l ’empito travolgente che anima i poemi sinfonici e le
maggiori opere teatrali del Nostro, l’entusiasmo realizzativo
che si concretizza, anche nelle più delicate invenzioni, in trame
musicali concepite con vitalistica pienezza. Così la liederistica
straussiana, pur fedele come abbiamo detto alla spontaneità
definita una volta per tutte da Schubert, propone spesso linee
vocali tese in archi espressivi quasi scenici mentre il ruolo del
pianoforte si amplia verso dimensioni orchestrali. Occorre
ricordare che molti di questi brani nacquero per la voce di
Pauline de Ahna (futura signora Strauss) e questo spiega certe
loro caratteristiche. La scelta programmata si apre con Z u eig n u n g , primo degli otto Lieder op. 10 (poesia di Hermann von
Gilm) composti nel 1882/83 che, con il suo tono perentorio ed
entusiasta, fornisce una cifra espressiva sintomatica; seguono
tre brani dall’op. 6 9 (testi di von Arnim e Heine) che apparten­
gono ad una ricca fioritura liederistica (ben tre raccolte) sboc­
ciata tra il 1918 ed il '19 dopo il compimento della poderosa
partitura de L a d o n n a s e n i o m b ra . A questi si intercalano il
delicato W a ld s e lig k e it op. 4 9 n. 1 (1901) ed un cullante W ieg e n lie d giovanile (1878). Passando in terra di Francia, il pano­
rama mostra differenze e somiglianze tra la m é lo d ie e la
ch a n so n offrendo anzitutto tre squisiti modelli bizetiani tutti
composti nel 1866: ravvolgente C h a n so n d ’a v r il (poesia di
Louis Bouilhet) e due pagine su testi di Victor Hugo tra i quali
spiccano (suggestiva anticipazione di C a rm e n ) gli emozionanti
A d ie u x d e l ’h ô te s se a ra b e . Non derivata da Bizet ma dalla linea
Gounod-Massenet (del quale fu l’allievo prediletto) la m é lo d ie
di Reynaldo Hahn offre il più sincero ritratto di questo singolare
dandy che, sotto apparenze supersalottiere, era musicista con
tutte le carte in regola; il successo delle adolescenziali C h a n so n s
g rise s ( 1890) dove il Verlaine caro a Debussy e Fauré riceve una
veste sonora tanto essenziale quanto fascinosa lo consacrò
cantore di eleganti, levigatissimi frammenti la cui componente
canzonistica appare ben rilevabile. E proprio con alcuni esempi
di quella che il grande operettista Charles Lecoq (autore de L a
fille d e M a d a m e A n g o t) chiamava affettuosamente “la petite
chanson” termina il nostro programma. Deliziose, nel loro
genere café - concert J e te v e u x e L a D iv a de l ’E m p ir e scritte
nel 1900 da un Erik Satie per una volta dimentico di esoterismi
ed astrazioni e spassosissima J ’a i d e u x a m a n ts tratta dalla
commedia musicale L ’a m o u r m a s q u e ’ nata nel 1923 dalla col­
laborazione fra il pirotecnico commediografo Sacha Guitry
(1885-1957) e André Messager, il mitico direttore della prima
rappresentazione del debussiano P e llé a s.
Roberto Cognazzo
Franz Schubert
An die Musik
D u h o ld e K u n st, in w ie v ie l g ra u e n S tu n d e n ,
W o m ich d e s L e b e n s w ild e r K r e is u m stric k t,
H a s t du m ein H e r z zu w a rm e r L ie b e n tzü n d e n ,
H a s t m ich in e in e b e ß r e W e lt e n trü c k t!
O ft h a t ein S e u fz e r, d e in e r H a r f e n tflo sse n ,
E in sü ß e r , h e ilig e r A k k o r d von d ir
D e n H im m e l b e ß r e r Z e ite n m ir e rs c h lo ss e n
D u h o ld e K u n st, ich d a n k e d ir d a fü r!
(F ra n z v o n S c h o b e r)
Frühlingsglaube
D ie lin d e n L ü fte s in d e rw a c h t,
S ie sa ü se ln u n d w eb en T a g u n d N a c h t,
S ie sc h a ffe n a n a llen E n d e n .
O fr is c h e r D u ft, o n e u e r K la n g !
N u n , a rm e s H e rze , se i n ic h t b a n g !
N u n m u ß s ic h a lle s, a lle s w e n d e n .
D ie W e lt w ir d sc h ö n e r m it je d e m T ag,
M a n w e iß n ic h t, w a s n o c h w e rd e n m ag,
D a s B lü h e n w ill n ic h t e n d e n ;
E s b lü h t d a s fe r n s te , tie fs te T a l:
N u n , a rm e s H e r z , v e r g iß d e r Q u a l!
N u n m u ß sic h a lle s, a llie s w e n d en .
(Ludwig Uhland)
Der Musensohn
D u rc h F e ld u n d W a ld zu sc h w e ife n ,
M e in L ie d c h e n w e g zu p fe ife n ,
S o g e h t’s v o n O r t zu O rt!
U n d n a ch d e m T a k te r e g e t
U n d n a ch d e m M a ß b e w e g e t
S ic h a lle s a n m ir fo r t.
Ic h ka n n sie k a u m e rw a rte n ,
D ie e rste B lu m ’ im G a rte n ,
D ie e rste B lü t’ am B a u m .
S ie g rü ß e n m e in e L ie d e r,
U n d k o m m t d e r W in te r w ie d e r,
S in g ich n o c h je n e n T ra u m .
Alla musica
O arte sublime, in quante ore grigie,
quando mi soffocavano le tristi vicende della vita,
m’hai acceso il cuore di caldo amore,
m’hai rapito in un mondo migliore!
Sovente un sospiro del tuo salterio,
un tuo divino dolce accordo
m’ha schiuso un celeste mondo migliore;
o arte sublime, io ti ringrazio!
( tr a d u z io n e d i P ie tr o S o r e s in a )
F e d e p r im a v e r ile
Le dolci brezze son tornate,
giorno e notte spirano e s’intrecciano
dappertutto si danno un gran da fare,
O fresco profumo, o rinnovata armonia!
Orsù, povero cuòre, non temere!
Ora tutto, tutto dovrà cambiare.
Il mondo ogni giorno s’abbelisce,
nessuno sa cos’altro ci aspetta,
la fioritura non accenna a finire;
fiorisce la valle più lontana, remota:
dunque, povero cuore, dimentica la pena!
Ora tutto, tutto dovrà cambiare.
( tr a d u z io n e d i P ie tr o S o re s in a )
I l fi g li o d e lle M u s e
Per campi e per boschi,
fischiando la mia canzone,
erro di luogo in luogo!
E alla cadenza si anima
e al ritmo si muove
tutto l’essere mio.
Lo attendo con ansia
il primo fiore in giardino,
il primo fiore sull’albero.
E’ un saluto ai miei canti,
e se l’invemo toma
ricanto questo sogno.
Ic h sin g ihn in d er W eite,
A u f E ise s L ä n g ’ u n d B re ite ,
D a b lü h t d e r W in te r sc h ö n !
A u c h d ie se B lü te sc h w in d e t.
U n d n eu e F re u d e fi n d e t
S ic h a u f b e b a u te n H ö h n .
D e n n w ie ich b e i d e r L in d e
D a s ju n g e V ö lk c h e n fin d e ,
S o g le ic h e rr e g ich sie.
D e r stu m p fe B u rsc h e b lä h t sich ,
D a s ste ife M ä d c h e n d r e h t sic h
N a c h m e in e r M e lo d ie .
Ih r g e b t d e n S o h le n F lü g e l
U n d tr e ib t d u rc h T a l u n d H ü g e l
D e n L ie b lin g w e it vo m H a u s.
I h r lie b e n , h o ld e n M u se n ,
W a n n ruh ich ih r am B u se n
A u c h e n d lic h w ie d e r a u s?
(J o h a n n W o lf a n g G o e th e )
Lied der Mignon
N u r w e r d ie S e h n s u c h t k e n n t,
W e iß , w a s ich leid e!
A lle in u n d a b g e tr e n n t
V on a lle r F re u d e ,
S e h ich a n s F irm a m e n t
N a c h j e n e r S eite .
A c h ! d e r m ic h lie b t u n d k e n n t,
Is t in d e r W eite.
E s s c h w in d e lt m ir, es b r e n n t
M e in E in g e w e id e .
N u r w e r d ie S e h n s u c h t k en n t,
W e iß , w a s ich leid e!
(J o h a n n W o lfa n g G o e th e )
Ave Maria
A v e M a r ia ! J u n g fr a u m ild ,
E rh ö re e in e r J u n g fr a u F le h e n ,
A u s d ie s e m F e lse n sta r r u n d w ild
S o ll m ein G e b e t zu d ir hin w eh en .
W ir sc h la fe n sic h e r b is zu m M o rg e n ,
O b M e n s c h e n n o c h so g ra u s a m sind.
O J u n g fr a u , sie h d e r J u n g fr a u S o rg e n ,
O M u tte r, h ö r ein b itte n d K in d !
Lo canto nello spazio,
sulle distese di ghiaccio,
l’inverno è tutto in fiore!
Passa anche questo fiore
e nuova gioia appare
sui campi delle alture.
E non appena i giovani
trovo vicino al tiglio,
io li ravvivo. Il torpido
garzone inorgoglisce
e la fanciulla scontrosa
danza alla mia melodia.
Voi date le ali ai piedi
e per valle e colle spingete
l’amato lungi da casa.
O care leggiadre Muse,
quando potrò di nuovo
riposare sul suo seno?
( tr a d u z io n e d i R o b e rto F e rto n a n i)
C a n zo n e d i M ig n o n
Chi solo conosce la nostalgia
sa quel ch’io soffro!
Sola, e priva d’ogni gioia
il firmamento da quella parte guardo.
Ah! Chi mi ama, chi mi conosce
è assai lontano!
Ho le vertigini, sento
bruciarmi il petto.
Chi solo conosce la nostalgia
sa quel ch’io soffro!
( tr a d u z io n e d i M a r ta B ig n a m i)
A v e M a ria
Ave Maria! Dolce vergine,
ascolta la supplica d’una vergine,
da queste rocce aspre e selvagge
possa la mia preghiera giungere fino a te.
Noi dormiamo tranquilli fino al mattino,
anche se gli uomini sono tanto cattivi.
O vergine, guarda i tormenti d’una vergine,
o madre, ascolta una fanciulla che ti implora!
A v e M a ria u n b e fle c k t!
W en n w ir a u f d ie s e n F e ls h in sin k e n
Z u m S c h la f, u n d uns d e in S c h u tz b e d e c k t,
W ir d w e ic h d e r h a rte F e ls u n s d ü n ken .
D u lä c h e lst, R o s e n d ü fte w e h e n
ln d ie s e r d u m p fe n F e lse n k lu ft.
O M u tte r, h ö re K in d e s F le h e n ,
O J u n g fr a u , e in e J u n g fr a u ru ft!
A v e M a ria ! R e in e M a g d !
D e r E rd e u n d d e r L u ft D ä m o n e n ,
V o n d e in e s A u g e s H u ld v e rja g t,
S ie k ö n n en h ie r n ic h t b e i u n s w o h n en .
W ir w o ll’n u n s s till d e m S c h ic k s a l b e u g e n
D a u n s d e in h e ilg e r T r o s t a n w e h t;
D e r J u n g fr a u w o lle h o ld d ic h n eig e n
D e m K in d , d a s f ü r d e n V a te r fle h t!
A v e M a ria !
(W a lte r S c o tt)
Gretchen am Spinnrade
M e in e R u h is t hin,
M e in H e r z is t sc h w e r,
Ic h fin d e sie n im m e r
U n d n im m e rm e h r.
W o ich ihn n ic h t hab,
I s t m ir d a s G ra b ,
D ie g a n ze W e lt
I s t m ir ve rg ä llt.
M e in a rm e r K o p f
I s t m ir v e rr ü c k t
M e in a rm e r S in n
I s t m ir ze rstü c k t.
N a c h ihm n u r sc h a u ich
Z u m F e n s te r h in a u s,
N a c h ihm n u r g e h ich
A u s d e m H a u s.
S e in h o h e r G a n g ,
S e in ’ ed le G e sta lt,
S e in e s M u n d e s L ä c h e ln ,
S e in e r A u g e n G ew a lt.
U n d se in e r R e d e
Z a u b e rflu ß ,
Ave Maria immacolata!
Se noi fra queste rocce siamo colti
dal sonno, ma siamo sotto la tua protezione,
la dura roccia ci sarà morbida.
Tu sorridi, profumo di rose si spande
per questo aspro paesaggio roccioso-.
O madre, ascolta il pianto infantile,
0 vergine, una vergine ti invoca!
Ave Maria! Pura fra le donne!
1 demoni della terra e dell’aria,
scacciati del tuo sguardo misericordioso
non resteranno qui fra noi.
Vogliamo in silenzio sottometterci al destino,
perché ci anima la tua celeste consolazione;
degnati di chinarti propizia sulla vergine,
sulla bimba che prega per suo padre!
Ave Maria!
( tr a d u z io n e d i P ie tr o S o r e s in a )
M a rg h e rita a l l ’a rc o la io
La mia pace è perduta,
il mio cuore è pesante,
10 non la ritroverò più,
mai più.
Dove io non ho lui
è per me la tomba,
tutto il mondo
è per me amareggiato.
La mia povera testa
mi ha dato di volta,
11 mio povero cervello
mi è andato in pezzi.
Verso di lui soltanto guardo
fuori della finestra,
per lui soltanto
esco di casa.
Il suo alto portamento,
la sua nobile figura,
il sorriso della sua bocca,
il potere dei suoi occhi.
E il magico fluire
del suo discorso,
S e in H ä n d e d ru c k ,
U n d a c h , se in K u ß !
M e in B u se n d rä n g t
S ic h n a ch ih m hin.
A c h d ü r ft ich fa s s e n
U n d h a lte n ihn,
U n d k ü sse n ih n ,
S o w ie ich w o llt,
A n se in e n K ü sse n
V e rg e h e n so llt!
(J o h a n n W o lfa n g G o e th e )
Richard Strauss
Zueignung
J a , d u w e iß t es, te u re S e e le ,
d a ß ich fe r n v o n d ir m ic h q u ä le ,
L ie b e m a c h t d ie H e rze n k ra n k ,
h a b e D a n k.
E in s t h ie lt ic h , d e r F r e ih e it Z e c h e r,
h o c h d e n A m e th y s te n -B e c h e r
u n d d u s e g n e te s t d e n T ra n k ,
h a b e D a n k.
U n d b e s c h w o r s t d a rin d ie B ö se n ,
b is ich , w a s ich n ie g e w e se n ,
h e ilig , h e ilig a n ’s H e rz d ir sa n k ,
habe D ank!
( H e rm a n n v o n G ilm )
Der Stern
Ic h se h e ih n w ie d e r
D e n L ie b lic h e n S te rn ;
E r w in k e t h e rn ie d e r;
E r n a h te m ir g e rn ;
E r w ä r m e t u n d fu n k e lt,
J e n ä h e r e r k ö m m t,
D ie a n d e rn v e rd u n k e lt,
D ie H e rze n b e k le m m t.
D ie H a a re im F lie g e n
E r e ile t m ir zu ,
D a s V o lk tr ä u m t v o n S ie g e n ,
Ic h trä u m e v o n R u h ',
la stretta della sua mano
e, ah! il suo bacio!
Il mio petto anela
verso di lui.
Ah! potessi prenderlo
e tenerlo.
E baciarlo
così com’io vorrei,
dovessi morire
dei suoi baci!
(traduzione di Giovanni Amoretti)
D e d ic a
Sì, lo sai, anima cara,
quanto soffro lontano da te,
l’amore fa ammalare il cuore;
abbi grazia.
Un giorno io, franco bevitore,
levai alta la coppa d’ametista,
e tu benedicesti la bevanda;
abbi grazia.
E scacciasti l’influsso dei malvagi;
finché io, per la prima volta,
caddi senza peccato sul tuo cuore;
abbi grazia!
(traduzione di Andrea Casalegno)
L a ste lla
10 la vedo
la deliziosa stella;
mi manda segnali,
mi viene vicina;
riscalda e sfavilla;
Quanto più s'avvicina
gli altri oscura,
opprime i cuori.
Con la chioma al vento
mi incalza;
11 popolo sogna la vittoria,
io sogno la pace.
D ie a n d e rn sic h d e u te n
D ie Z u k u n ft d a ra u s ,
V e rg a g e n e Z e ite n
M ir le u c h te n in s H a u s.
Waldseligkeit
D e r W a ld b e g in n t zu ra u s c h e n ,
D e n B ä u m e n n a h t d ie N a c h t;
A ls o b sie se lig la u s c h e n ,
B e rü h re n s ie sic h sa ch t.
U n d u n te r ih re n Z w e ig e n
D a b in ich g a n z a lle in .
D a bin ich g a n z m ein e ig e n :
G a n z n u r, g a n z n u r d ein .
(Richard Dehmel)
Einerlei
I h r M u n d is t s te ts d e rs e lb e ,
se in K u ß m ir im m e r n eu ,
ih r A u g e n o c h d a ss e lb e ,
se in fr e ie r B lic k m ir treu.
O d u lie b e s E in e r le i,
w ie w ird a u s d ir so m a n c h e r le i!
(Ludwig Achim von Arnim)
Wiegenlied
T rä u m e , tr ä u m e , d u m e in s ü ß e 's L e b e n ,
V o n d e m H im m e l, d e r d ie B lu m e n b rin g t.
B lü te n sc h im m e rn d a , d ie le b e n
V o n d e m L ie d , d a s d e in e M u tte r sin g t.
T rä u m e , tr ä u m e , K n o s p e m e in e r S o rg e n ,
V o n d e m T a g e , d a d ie B lu m e sp r o ß ;
V o n d e m h e lle n B lü te n m o r g e n ,
D a d e in S e e lc h e n sic h d e r W e lt e rs c h lo ß .
T rä u m e , tr ä u m e , B lü te r m e in e r L ie b e ,
V o n d e r s tille n , v o n d e r h e ilg e n N a c h t,
D a d ie B lu m e s e in e r L ie b e
D ie s e W e lt z u m H im m e l m ir g e m a c h t.
(Richard Dehmel)
Altri il futuro
invocano:
il tempo passato
illumina la mia casa.
(traduzione di Valeria Rossella)
B e a titu d in e d e l b o sc o
Il bosco inizia a stormire,
la notte si avvicina agli alberi
che si muovono lievi
come ascoltassero lietamente.
E sotto i loro rami
là giaccio proprio solo.
Là sono del tutto sereno,
completamente, interamente tuo.
(traduzione A. Greco)
M o n o to n ia
La bocca di lei è sempre la stessa,
il suo bacio mi è sempre nuovo
l’occhio di lei è sempre lo stesso,
il suo libero sguardo mi è sempre fedele.
Oh tu amabile monotonia,
come da te nasce la novità!
(traduzione di Claudio Vincenti)
N in n a n a n n a
Sogna, sogna, dolce vita mia,
il cielo che fa nascere i fiori.
Questa splendente fioritura vive
della canzone che la mamma intona.
Sogna, sogna, bocciol delle mie cure,
il giorno che il tuo fiore sbocciò;
l’alba lucente della fioritura,
quando la piccola anima si schiuse.
Sogna, sogna, fiore del mio amore,
la notte tacita, la notte santa,
quando il fiore del suo amore
nel mondo mio fece sbocciare il cielo.
(traduzione di Andrea Casalegno)
Schlechtes Wetter
D a s is t ein sc h le c h te s W e tte r,
E s r e g n e t u n d stü r m t u n d s c h n e it;
Ic h sitze a m F e n s te r u n d sc h a u e
H in a u s in d ie D u n k e lh e it.
D a s c h im m e r t ein e in s a m e s L ic h tc h e n ,
D a s w a n d e lt la n g s a m fo r t;
E in M ü tte rc h e n m it d e m L a te r n c h e n
W a n k t ü b e r d ie S tr a ß e d o rt.
Ic h g la u b e , M e h l u n d E ie r
U n d B u tte r k a u fte sie ein ;
S ie w ill e in e n K u c h e n b a c k e n
F ü rs g ro ß e T ö c h te rle in .
D ie lie g t zu H a u s im L e h n s tu h l,
U n d b lin ze lt s c h lä frig in s L ic h t;
D ie g o ld n e n L o c k e n w a lle n
U b e r d a s s ü ß e G e sic h t.
(Heinrich Heine)
Georges Bizet
Chanson d’avril
L è v e -to i! lè v e -to i!
L e p r in te m p s v ie n t d e n a ître !
L à -b a s su r le s v a llo n s fl o tt e
un ré se a u v e rm e il!
T o u t fr is s o n n e a u ja r d in ,
to u t c h a n te e t ta fe n ê tr e ,
C o m m e un r e g a r d jo y e u x ,
e s t p le in e d e s o le il!
D u c ô té d e s lila s a u x
to u ffe s v io le tte s,
M o u c h e s e t p a p illo n s b ru is s e n t
à la fo is ,
E t le m u g u e t s a u v a g e ,
é b r a n la n t s e s c lo c h e tte s ,
A ré v e ilé l ’a m o u r e n d o rm i
d a n s les b o is !
P u is q u 'A v r il a s e m é se s
m a r g u e r ite s b la n c h e s,
L a is s e ta m a n te lo u rd e e t to n
m a n c h o n fr ile u x ,
Brutto tempo .
Il tempo è brutto; infuriano
pioggia, tempesta e neve;
siedo alla finestra e guardo
fuori nell’oscurità.
Vedo una lueina solitaria
che lentamente si allontana;
è una mammina col suo lumino
che vacilla per la strada.
Credo che abbia comprato
uova, burro e farina;
vuol cuocere una torta
alla sua gran piccina.
Che a casa, stesa in poltrona,
socchiude gli occhi, pigra, alla luce;
ondeggiano i riccioli d’oro
sul suo dolce viso.
(traduzione di Andrea Casalegno)
C a n zo n e d ’a p rile
Alzati! alzati!
La primavera è nata!
Laggiù sulle valli aleggia
un dedalo vermiglio di nubi!
il giardino è tutto un fremito,
tutto è canto e la-tua finestra
è piena di sole e somiglia
ad uno sguardo gioioso!
Mosche e farfalle
ronzano insieme
accanto ai lillà
dai ciuffi violetti
ed il mughetto selvaggio,
scuotendo le sue campanule,
ha risvegliato l ’amore che
dormiva nei boschi!
Poiché Aprile ha seminato
le sue bianche margherite,
posa il pesante mantello
ed il freddoloso manicotto,
D é jà l ’o is e a u t ’a p p e lle e t tes
so e u r s les p e r v e n c h e s
T e s o u r ir o n t d a n s l ’h e rb e en v o y a n t
te s y e u x b le u s!
V ie n s, p a r to n s ! a u m a tin la so u r c e
e s t p lu s lim p id e !
N ’a tte n d o n s p a s d u jo u r
les b rû la n te s c h a le u r s,
J e veu% m o u ille r m e s p ie d s d a n s
la r o s é e h u m id e ,
E t te p a r le r d ’a m o u r so u s
le s p o ir ie r s en fle u r s .
(Louis-Hyacint Bouilhet)
Les adieux de l ’hotesse arabe
P u is q u e rien n e t ’a rrê te
E n c e t h e u re u x p a y s ,
N i l ’o m b re d u p a lm ie r ,
N i le ja u n e m a is,
N i le re p o s, n i T a b o n d a n c e ,
N i d e vo it, â ta vo ix,
B a ttr e le je u n e sein
D e n o s so e u r s d o n t, le s so irs,
L e to u r n o y a n t e ssa im
C o u r o n n e un c o te a u d e sa d a n se ,
A d ie u , b ea u v o y a g e u r! H é la s, a d ie u !
O h ! q u e n ’ e s -tu d e c e u x
Q u i d o n n e n t p o u r lim ite
A le u r p ie d s p a r e s s e u x
L e u r to it d e b r a n c h e s ou d e to ile s!
Q u i, r ê v e u r s, sa n s en fa i r e ,
E c o u te n t le s ré c its,
E t s o u h a ite n t le so ir,
D e v a n t le u r p o r te a s s is ,
D e s ’en a lle r d a n s les é to ile s !
H é la s ! a d ie u ! a d ie u ! b e a u v o y a g e u r!
S i tu l ’a v a is v o u lu ,
P e u t-ê tr e u n e d e n o u s,
O je u n e h o m m e , e û t a im é
T e s e r v ir à g e n o u x
D a n s n o s h u tte s to u jo u rs o u v e rte s;
E lle e û t fa i t , e n b e r ç a n t
T o n s o m m e il d e se s c h a n ts,
P o u r c h a s s e r d e to n fr o n t
L e s m o u c h e r o n s m é c h a n ts,
U n é v e n ta il d e fe u i ll e s v e rte s.
già il canto degli uccelli
ti chiama e le pervinche,
tue sorelle, ti sorrideranno
nell’erba guardando
i tuoi occhi blu!
Vieni, andiamo! di mattina
la sorgente è più limpida!
Non attendiamo il bruciante
calore del giorno,
voglio bagnare i piedi
nella rugiada e parlarti d’amore
sotto i peri fioriti.
G li a d d ii d e l l ’o ste ssa a ra b a
Poiché nulla ti trattiene
in questa terra felice,
nè l’ombra delle palme,
nè il biondo granoturco,
nè l’ozio,nè l’abbondanza
e neppure il palpitare,
al suono della tua voce,
del seno di tante fanciulle che la sera
danzano come uno sciame turbinoso
facendo corona ad una altura,
Addio, bel viaggiatore, addio, ahimè!
Oh, tu non fai parte
di coloro che per pigrizia
non si allontanano mai
dalla loro capanna di rami o di tela
e che, fantasticando, senza badarci,
ascoltano racconti
e la sera,
seduti davanti all’uscio,
desiderano andare sulle stelle!
Ahimè! Addio! Addio, bel viaggiatore!
Se tu l’avessi voluto,
mio bel giovane, forse
ad una di noi sarebbe piaciuto
servirti in ginocchio
nelle nostre capanne sempre aperte:
essa, cantando
per cullare il tuo sonno, avrebbe fatto un ventaglio
di foglie verdi per cacciare
dalla tua fronte
i moscerini fastidiosi.
S i tu n e r e v ie n s p a s ,
S o n g e un p e u q u e lq u e fo is
A u x fi ll e s d u d é se r t,
S o e u r s â la d o u c e vo ix,
Q u i d a n s a n t p ie d s n u s s u r les d u n e s.
O b e a u je u n e h o m m e b la n c ,
B e l o is e a u p a s s a g e r ,
S o u v ie n s -to i, c a r p e u t-ê trg ,
O ra p id e é tr a n g e r,
T o n so u v e n ir re ste
â p lu s d ’un e !
H é la s ! a d ie u ! a d ie u ! b e l é tr a n g e r!
H é la s ! a d ie u ! s o u v ie n s-to i!
(Victor Hugo)
Guitare
C o m m e n t, d is a ie n t-ils ,
A v e c n o s n a c e lle s
F u ir le s a lg u a z ils?
R a m e z ! d is a ie n t-e lle s.
C o m m e n t, d is a ie n t-ils,
O u b lie r q u e re lle s,
M is è r e s e t p é r ils !
D o r m e z ! d is a ie n t-e lle s.
C o m m e n t, d is a ie n t-ils ,
E n c h a n te r le s b e lle s
S a n s p h iltr e s su b tils?
A im e z ! d is a ie n t-e lle s.
(Victor Hugo)
Reynaldo Hahn
Si mes vers
M e s v e rs fu ir a ie n t, d o u x e t fr ê le s ,
V e rs v o tr e ja r d in s i b ea u
S i m e s v e rs a v a ie n t d e s a ile s,
C o m m e l ’o is e a u !
Ils v o le r a ie n te , é tin c e lle s,
V ers v o tr e f o y e r q u i rit,
S i m e s v e rs a v a ie n te d e s a ile s,
C o m m e l ’e sp r it!
P r è s d e v o u s, p u r s e t fid è le s ,
Se tu non dovessi più tornare
pensa, talvolta, alle ragazze del deserto,
sorelle dalla voce dolce,
che danzano sulle dune
a piedi nudi.
O bel giovane bianco,
o bel migratore
o bel migratore
ricorda: perché, forse,
o straniero fuggitivo,
più d’una fra noi ti ricorderai!
Ahimè! Addio! Addio! Straniero bello!
Ahimè! Addio! Ricorda!
C h ita rra ta
Essi dicevano:
come sfuggire agli sbirri
con le nostre barchette?
Esse dicevano: remate!
Essi dicevano:
come dimenticare litigi,
miserie e pericoli?
Esse dicevano: dormite!
Essi dicevano:
come incantare le belle
senza filtri complicati?
Esse dicevano, amate!
S e i m ie i v e r s i
Se i miei versi avessero
le ali degli uccelli,
fuggirebbero, fragil e dolci,
verso il vostro bellissimo giardino!
Se i miei versi avessero
le ali dello spirito,
volerebbero come faville
verso il vostro gaio focolare!
Se i miei versi avessero
Ils a c c o u r a ie n t, n u it e t jo u r ,
S i m e s v e rs a v a ie n t d e s a ile s,
C o m m e T a m o u r!
(Victor Hugo)
Rêverie
P u is q u ’ic i-b a s to u te â m e
D o n n e à q u e lq u ’un
S a m u siq u e , sa fla m m e
O u so n p a r fu m ;
P u is q u ’ic i to u te ch o se
D o n n e to u jo u rs
S o n é p in e o u sa rose
A s e s a m o u rs;
P u is q u ’a v r il d o n n e a u x c h ê n e s
u n b r u it c h a rm a n t;
Q u e la n u it d o n n e a u x p e in e s
l ’o u b li d o rm a n t;
P u is q u e P a ir à la b ra n c h e
D o n n e T o is e a u ;
Q u e l ’a m b e è la p e r v e n c h e
D o n n e un p e u d ’ea u ;
P u is q u e lo r s q u ’e lle a rr iv e
S ’y re p o se r,
L ’o n d e a m è r e à la rive
D o n n e un b a is e r;
J e te d o n n e , à c e tte h e u re ,
P e n c h é s u r to i,
L a c h o se la m e ille u re
Q u e j ’a ie en m o i!
R e ç o is d o n c m a p e n s é e ,
T r iste d ’a ille u r s,
Q u i, c o m m e u n e ro sé e ,
T ’a r r iv e en p le u r s !
R e ç o is m e s v o e u x sa n s n o m b re ,
O m e s a m o u rs!
R e ç o is la fla m m e ou l ’o m b re
D e to u s m e s jo u r s !
M e s tr a n s p o r ts p le in s d ’iv re sse s
P u rs de soupçons,
E t to u te s les c a re s se s
D e m e s c h a n so n s !
(Victor Hugo)
le ali dell’amore,
correrebbero a voi giorno e notte,
fedeli e puri!
F a n ta s tic h e r ìa
Poiché quaggiù ogni anima
dona a ciascuno
la sua musica, la sua fiamma
0 il suo profumo;
poiché qui ogni cosa
sempre dona
la sua spina o la sua rosa
ai propri amori;
poiché aprile dona alle querce
un fruscio delizioso,
la notte offra agli affanni
un sonno oblioso;
poiché l’uccello dona
al ramo un soffio d’aria,
l’alba offra un poco d ’acqua
alla pervinca;
poiché l’onda amara
bacia la riva
quando la tocca
e si riposa, in quest’ora ti dono,
curvo su di te,
ciò che di meglio
10 possiedo!
Ricevi dunque
11 mio pensiero,
peraltro triste,
che ti giunge in pianto
simile alla rugiada!
Ricevi, amore mio,
1miei voti innumerevoli!
Ricevi la fiamma o l’ombra
d’ogni mia giornata,
i miei impeti colmi d’ebbrezza
e privi di ombre
e tutte le carezze
dei miei canti!
Chanson d’automne
L e s sa n g lo ts lo n g s
D e s v io lo n s
D e l ’a u to m n e
B le s s e n t m on c o e u r
D ’u n e la n g u e u r
M o n o to n e .
T o u t su ffo c a n t
E t b lâ m e , q u a n d
S o n n e l ’h e u r e ,
J e m e s o u v ie n s
D e s jo u r s a n c ie n s ,
E t j e p le u r e .
E t j e m ’e n v o is
A u v e n t m a u v a is
Q u i m ’e m p o rte
D e ç a , d e là,
P a r e il à la F e u ille m o rte .
(Paul Verlaine)
Le Printemps
T e v o ilà , rire d u P rin te m p s :
L e s th y r se s d e s lila s fle u r is s e n t!
L e s a m a n te s, q u i te c h é risse n t,
D é liv r e n t le u r s c h e v e u x flo tta n ts !
S o u s les r a y o n s d ’o r é c la ta n ts
L e s a n c ie n s lie rre s s e flé tr is s e n t!
C o u c h o n s -n o u s au b o r d d e s é ta n g s;
Q u e n o s m a u x a m e rs s e g u é risse n t!
M ille e s p o ir s fa b u le u x n o u a s s e n t
N o s c o e u rs é m u s e t p a lp ita n ts .
Erik Satie
La Diva de l’Empire
S o u s le g r a n d c h a p e a u G r e e n a w a y ,
M e tta n t l ’é c la t d ’un so u r ire .
D ’u n rire c h a rm a n t e t f r a is
D e b a b y é to n n é q u i s o u p ire ,
L ittle g ir l a u x y e u x v e lo u té s,
C ’e s t la D iv a d e “T E m p i r e " .
C ’e s t la re in e d o n t s ’é p r e n n e n t les g e n tle m e n
E t tb u s les d a n d y s d e P ic c a d illy .
Canzone d ’autunno
I lunghi singhiozzi
dei violini
dell’autunno
feriscono il mio cuore
con languore
monotono.
Pallido
ed angosciato,
quando l’ora scocca,
rammento
i giorni trascorsi
e piango.
E mi abbandono
al vento crudele
che mi sospinge
qua e là
come una foglia morta.
P rim a v e ra
Bentornato, riso di primavera:
fioriscono i tirsi dei lillà!
Gli innamorati, che ti prediligono,
lasciano svolazzare le chiome!
Sotto i raggi sfolgoranti del sole
l’edera antica appassisce!
Sdraiamoci in riva agli stagni:
guariscano i nostri mali amari!
Mille fantastiche speranze alimentano
i nostri cuori commossi e palpitanti.
L a D iv a d e l l '“E m p ir e ”
Con uno splendente sorriso
sotto il grande cappello Greenaway,
con un riso fresco e fascinoso
come il sospiro d’un bimbo stupito,
giovinetta dagli occhi di velluto,
ecco la Diva dell’ “Empire”.
E’ lei la regina che fa invaghire
tutti i gentlemen ed i dandys di Piccadilly.
D a n s un se u l y e s e lle m e tta n t d e d o u c e u r
Q u e to u s les sn o b s en g ile t à c o e u r
L ’a c c u e illa n t d e h o u rra s fr é n é tiq u e s ,
S u r la sc è n e lâ n c e n t d e s g e rb e s d e fle u r s ,
S a n s re m a rq u e r le rire n a rq u o is
D e sa jo lis m in o is.
S o u s le g r a n d C h a p e a u G re e n a w a y ,
M e tta n t l ’é c la t d ’un so u r ire ...
E lle d a n se p r e s q u e a u to m a tiq u e m e n t,
E t so u lè v e , a o h ! très p io r d iq u e m e n t,
S e s jo l is d e ss o u s d e fa n fr e lu c h e s ;
D e s e s ja m b e s m o n tra n t le fr é r ille m e n t.
C ' e st à la f o i s trè s très in n o c e n t
E t trè s trè s e x c ita n t.
S o u s le g r a n d C h a p e a u G re e n a w a y ,
M e tta n t l ’é c la t d ’un so u r ire ...
(D. Bonnaud e N. Blés)
Je te veux
J ’a i c o m p ris ta d é tr e sse ,
C h e r a m o u re u x ,
E t j e c èd e à te s vo eu x,
F a is d e m o i ta m a ître sse .
L o in d e n o u s la sa g e sse ,
P lu s d e tr iste sse ,
J ’a s p ir e à l ’in s ta n t p r é c ie u x
O ù n o u s se r o n s h e u re u x ;
J e te veu x.
J e n ’a i p a s d e re g re ts
E t j e n ’a i q u ’u n e e n vie :
P rè s d e toi, là , to u t p rè s ,
V iv re to u te m a vie,
Q u e m o n c o e u r s o it le tien
E t ta lè v re la m ien n e,
Q u e ton c o rp s s o it le m ie n ,
E t q u e to u te m a c h a ir s o it tien n e.
J ’a i c o m p ris, ...
Q u i, j e v o is d a n s te s y e u x
L a d iv in e p ro m e sse .
Q u ie ton c o e u r a m o u re u x
V ie n t c h e r c h e r m a ca re sse .
E n la c é s d e s m ê m e s fla m m e s ,
D a n s d es rê v e s d ’a m o u rs
N o u s é c h a n g e ro n s n o s d e u x â m es.
J ’a i c o m p ris ...
(H. Pacory)
In un solo suo “yes” c’è tanta dolcezza
che tutti gli snob in panciotto a cuore
accogliendola con frenetici urrà
gettano fasci di fiori sul palco
senza accorgersi del riso beffardo
di quel visetto grazioso.
Con uno splendente sorriso
sotto il grande cappello Greenaway,...
Ella danza quasi come un automa
e mostra, oh! con molta distinzione
i graziosi fronzoli della sua biancheria
rivelando il guizzo nervoso delle gambe
in modo molto innocente
e molto eccitante allo stesso tempo.
Con uno splendente sorriso
sotto il grande cappello Greenaway,...
T i vo g lio
Ho compreso il tuo sconforto,
mio caro innamorato,
e cedo ai tuoi desideri,
fai di me la tua amante.
Lungi da noi la prudenza,
bando alla tristezza.
Non attendo che il momento prezioso
nel quale saremo felici.
Ti voglio.
Non ho rimpianti
e solo un desiderio:
vivere tutta la vita
stretta a te.
Il mio cuore sia tuo,
le tue labbra le mie.
Il tuo corpo sia mio
e tutta la mia carne sia tua.
Ho compreso il tuo sconforto,...
Si’, vedo nel tuo sguardo
la promessa divina
che il tuo cuore innamorato
cerca la mia carezza.
Stretti per sempre,
bruciati dalla stessa fiamma,
scambieremo le nostre anime
in sogni d’amore.
Ho compreso il tuo sconforto,...
André Messager
J’ai deux amants
J ’a i d e u x a m a n ts, c ’est b e a u c o u p m ie u x
c a r j e f a i s c r o ir e à c h a c u n d ’e u x
q u e l ’au tre e s t le m o n sie u r sé rie u x .
M o n D ie u , q u e c ’e s t b ê te s les h o m m e s!
Ils m e d o n n e n t la m êm e so m m e
E x a c te m e n t p a r m ois,
e t j e fa i s c ro ire à c h a c u n d ’e u x
q u e l ’a u tre m ’a d o n n é le d o u b le c h a q u e f o i s .
E t, m a fo i , ils m e cro ie n t,
Ils m e c ro ie n t to u s les d e u x ...
J e n e sa is p a s c o m m e n t n o u s so m m e s,
m a is, m on D ie u ! q u e c ’e s t b ê te un h o m m e !
U n h o m m e ! U n h o m m e ! M o n D ie u , (...)
A lo r s ... v o u s p e n s e z ... d e u x !
U n se u l a m a n t, c ’e s t e n n u y e u x ,
c ’e s t m o n o to n e e t s o u p ç o n n e u x ,
ta n d is q u e d e u x c ’e s t v ra im e n t m ie u x ,
M o n D ie u ! q u e le s h o m m e s s o n t b êtes!
O n les l'r a it m a r c h e r s u r la tête
fa c ile m e n t, j e c ro is,
si p a r m a lh e u r ils n ’a v a ie n t p a s
à c e t e n d ro it p r é c is d e s ra m u re s d e b o is
q u i le u r v o n t! E t le u r f o n t
in b e a u fr o n t o m b r a g e u x ! ...
J e n e sa is p a s c o m m e n t n o u s so m m e s , (...)
(Sacha Guitry)
Ho due amanti
Ho due amanti: e ciò e molto meglio
Perchè faccio credere a ciascuno
'
che l’altro è quello vero.
Dio, quanto sono stupidi gli uomini!
Tutti e due ogni mese
mi versano la stessa somma
ed io faccio credere
ogni volta a ciascuno
che l’altro mi ha dato il doppio...
In effetti, tutti e due mi credono...
Non so come siamo noi,
ma, mio Dio! quanto sono stupidi gli uomini!
Un uomo! un uomo! Mio Dio, (...)
Allora ... immaginate due!
Avere un solo amante significa
noia, monotonia e sospetti:
averne due è davvero meglio.
Dio! quanto sono stupidi gli uomini!
Credo che gli si potrebbe
facilmente camminare
sulla testa
se, purtroppo,
non portassero proprio li
dei bei rami che proiettano ombra sulle loro fronti!
Non so come siamo noi, (...)
(traduzioni di Roberto Cognazzo)
Le traduzioni di Pietro Soresina, Roberto Fertonani, Marta Bignami,
Giovarmi Amoretti e Andrea Gasalegno sono tratte dal volume "Lieder”
edito da Vallardi. '
leggere di musica
Il classico B orlolo tto su l L ie d (I ) d en so e p reg n a n te, p u ò essere letto tenendo
n e ll’altra m ano /' indispensabile corredo testuale (2). S ch u b ert (3) e la sua
Uederistica (4) trovano nello studio di E g g eb rech t una risp o sta alla ardua
questione “com e si p a ssa d a lla p o esia alla m u s ic a ? " , e / ’ im pegno p ro fu so vi
è tanto am p io quanto g enialm ente ripagato (5). S trauss ha il su o P rin cip e (6),
m a ora è p o ssib ile leggerne anch e i p re zio si appunti, tutto un m o n d o visto col
suo occhio critico (7). P er B izet, senza esitazione il D ean (8). A n d ré M essa g er
ed Erik S atie rappresentano d u e fa c c e di q u ell' ineguagliato cro g iu o lo ch e fu
la B elle E poque fra n c e se , tra la m orte di V ictor H u g o e la G ra n d e G uerra (9):
l'universo d i P roust, in cui il su o am ico R eyn a ld o H ahn im partiva lezioni di
canto alla buona società d e ll' “U niversité d es A n n a le s" (10) e rievocava
m ondanam ente R ossini, W agner e lo stesso B izet (11). M a S a tie ha certam ente
interessato d i più la sto rio g ra fìa m usicale italiana (12) d i qu a n to non sia
riuscito a fa r e il p u r versatile e g eniale M essa g er: è d 'o b b lig o , allora,
ricórrere a i vividi colori di una testim onianza co n tem p o ra n ea , d etta ta pro p rio
in quel 1918, spartiacque o rm a i entrato n el m ito della n o stalgia tra il m ondo
delle sue operette e quello di o g g i (13). E , se a rifletterci è a n co ra B ortolotto,
il cerchio si chiude (14).
Nicola Gallino
(1) M . B O R T O L O T T O , Introduzione al Lied romantico, M ila n o , A d e lp h i, 1984.
(2 ) V . M A S S A R O T T I P I A Z Z A (a c u ra d i), Lieder, M ila n o , G a rz a n ti, 1982.
(3 ) H .J. F R Ö L IC H , Franz Schubert, P o rd e n o n e , S tu d io T e s i, 1990.
(4 ) J. R E E D , The Schubert Song Companion, G la s g o w , M a n c h e s te r
U n iv e rs ity P re s s , 1985.
(5) H .H . E G G E B R E C H T , Principiidei Lied schubertiano, in U sen so della
m usica: saggi d i estetica e a n a lisi m u sica le, B o lo g n a , Il M u lin o , 1987.
(6) Q. P R IN C IP E , Strauss, M ila n o , R u s c o n i, 1988.
(7 ) R . S T R A U S S . Note di passaggio, T o rin o , E D T , 199 1 .
(8 ) W . D E A N , Bizet, T o rin o , E D T , 1980.
(9) R. SHATTUCK Gli anni del banchetto. Le origini dell’avanguardia
in Francia (1885-1918), B o lo g n a , Il M u lin o , 1990.
(1 0 ) R . H A H N , Lezioni di canto (P a rig i, 1 9 1 3 ), V e n e z ia , M a rs ilio , 1990.
(1 1 ) R . H A H N , Thèmes Variés, P a ris, J .B . J a n in , 1946.
(1 2 ) A . G U A R N IE R I C O R A Z Z O L , Erik Satie tra ricerca e provocazione.
V e n e z ia , M a rs ilio , 1979.
(1 3 ) J. T I E R S O T , Un demi-siècle de musicque française. Entre les deux
guerres (1870-1918), P a ris , F . A lc a n , 1918.
(1 4 ) M . B O R T O L O T T O , S u l teatro d’operetta, in N u o va R ivista M usicale
Italiana, T o rin o , E R I, 1971.
L a m ag g io r p arte delle p u b b licazio n i indicate può essere c o n su ltata presso la C ivica
B ib lio teca M u sicale “ A n d rea D ella C orte” - V illa T e so riera - C o rso F rancia, 192.
Nell’intento di dare un contributo allasalvaguardia dell'ambiente, i program­
mi di sala di Settembre Musica vengono stampati su .carta riciclata.