Human Training n.16
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Human Training n.16
€ 8,00 - chf 13 Periodicità bimestrale - Poste Italiane Spa - Spediz. abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv.in L.27/2/2004 n.46) art.1 comma 1 - CNS MI LA RIVISTA DELLA FORMAZIONE PER VALORIZZARE LA CONOSCENZA 16 |SETTEMBRE-OTTOBRE 2011 n. www.humantraining.it cover Raffaele Bonanni segretario nazionale CISL interviste Vic Annells console generale UK speciale ExpoTraining gli appuntamenti da non perdere VUOI DIMOSTRARE LA TUA PROFESSIONALITÀ? Rendi visibile il tuo lavoro partecipando al GRAN PRIX DELLA FORMAZIONE EXPOTRAINING 2011. Ai vincitori sarà possibile utilizzare per un anno l’apposito logo della manifestazione a evidenza del riconoscimento. Per regolamento e iscrizioni www.expotraining.it EDITORIALE CAMBIAMO ROTTA N elle aule di formazione abbiamo utilizzato spesso la seguente metafora: una portaerei americana naviga vicino alla costa in un pomeriggio molto nebbioso; durante la sua navigazione incontra una luce che si avvicina. L’ammiraglio, in plancia, per evitare una eventuale collisione, ordina ad un ufficiale: “invii il seguente messaggio: sono l’ammiraglio della Marina Americana, virate la vostra rotta di 15 gradi”. Immediatamente arriva la replica: “sono un marinaio di terza classe è meglio che cambiate voi la rotta di 15 gradi!”. L’ammiraglio: “Sono una portaerei americana cambiate la rotta!!!”. Risposta : “Io sono un faro!”. La portaerei cambiò rotta, ma troppo tardi e si schiantò catastroficamente contro gli scogli. Credo che questa allegoria si attagli, per alcuni aspetti, alla situazione economica e politica che stiamo vivendo. Oggi tutti i governi hanno messo in atto manovre volte a tagliare gli sprechi per fare quadrare i conti. Bene, benissimo era ora! Ma questi interventi si stanno rilevando una “panacea”, un rimedio posticcio e poco duraturo perché tentano di curare i sintomi e non le cause. Il tormentone dell’ estate non è stata la consueta caccia al tesoro in spiaggia, bensì la caccia allo spreco. Si cercano le sacche emorragiche, più o meno ampie, di sperperi, ma non è emerso un dibattito, un pensiero che fornisse “l’abbrivio per creare un’onda lunga”, un processo di cambiamento atto a prevenire lo sciupio, a creare e ri-focalizzare i comportamenti delle Nazioni attraverso i “principi morali universali”. Una serie di regole che sanciscano la correttezza del rapporto individuo-società-impresa. Non sono stati toccati alcuni nervi scoperti, come per esempio la caduta del reddito potenziale, la crescita del tasso di disoccupazione, la globalizzazione e l’inevitabile apertura delle frontiere mondiali, la secolarizzazione delle grandi istituzioni educative – Stato, Chiesa, Famiglia, Scuola ecc. – che “formano e sostengono” i modelli etici e morali, nonché un pacchetto d’incentivi che sostenga la ripresa. Le misure di politica economica adottate nei precedenti casi di recessione non si stanno rilevando adeguate per uscire dalle difficoltà. Questo scenario, visto lo stallo, suggerisce di dare un “senso” alla crisi. Di ispirare le persone ad una nuova vision, mettendo al centro del cambiamento la relazione tra formazione – am- 3 - HT pliamento del patrimonio dei saperi e delle competenze – e lo sviluppo economico-sociale. La Formazione è strategica nel generare una coscienza collettiva consapevole che il livello dell’attività formativa è direttamente proporzionale alla ricchezza della Nazione. Nelle politiche economiche dei governi devono essere contenute manovre che favoriscano l’adozione delle pratiche formative. In questo scenario l’impresa ha il dovere di reagire proattivamente, evitando comportamenti immobilistici e attendistici. Essa deve tesorizzare la cultura proveniente dalla sua storia, adattandola nelle fasi di transizione mediante un processo flessibile, diverso da quello degli anni passati. Tutti i componenti dell’azienda devono essere coinvolti consapevolmente attraverso la promozione delle “capacità” di lettura del cambiamento e delle opportunità derivanti dal periodo. Normalmente nei processi di trasformazione ordinari il grado dello sforzo è relativamente moderato e può avvenire con la necessaria gradualità. In tal caso esso può essere pianificato e guidato attraverso un processo sistematico. Nel nostro contesto, che impone in tempi brevi un mutamento radicale per modificare la cultura dominante, diviene necessario creare una task force con un leader capace e dedito alla realizzazione del cambiamento. Carlo Barberis Anno 4 N° 16 Settembre Ottobre 2011 LA RIVISTA DELLA FORMAZIONE PER VALORIZZARE LA CONOSCENZA Sommario HT HUMAN TRAINING Direttore Responsabile: Carlo Barberis EDITORIALE 3 Direttore editoriale: Vittorio Baroffio Cambiamo rotta. COVER STORY 6 La formazione per il lavoro: una risorsa strategica. INTERVISTE Bonanni 10 Il ponte Italia-Gran Bretagna per la formazione. pag. 6 SPECIALE FIERA Collaboratori: S. Airoldi, M. Alvisi, A. Auriemma, E. Avanzi, A. Baldi, M. R. Barberis, M. Campi, A. Campiotti, M. D. Castejon, M. Cinque, C. Colombo, C. De Masi, A. Diotallevi, M. Soriani Bellavista, P. Favarano, M. Filippis, T. Greco, C. Osnago Gadda, A. Passerini, G. Robilotta, G. P. Rossi, F. Sala, G. Rovesti [email protected] Segreteria di redazione: Michela Corradin [email protected] 14 Convegni Expotraining 2011. La formazione per il successo d’impresa. Realizzazione grafica: studio Slash - Milano www.studioslash.com FOCUS 20 Eco jobs. È boom di “colletti verdi”. Pubblicità: [email protected] Tel. 02 80509656 24 “Allenati”. Lo sport cerca manager…. Vic Annells LE SCHEDE DI HT pag. 10 29 Time Management. Azioni positive per conciliare tempi di vita e di lavoro. 40 Saper gestire le frustrazioni per vivere felici. 47 Come riconoscere e gestire i conflitti. HT Human Training è pubblicato da C.R.I.S.O.F. S.c.a.r.l. 20123 Milano Via Olmetto, 5 Tel 02 80509656 Fax 02 80509280 e mail [email protected] sito: www.humantraining.it Stampa: Castelli Bolis Poligrafiche S.p.A. via A. Volta, 4 24069 Cenate Sotto (BG) L’OPINIONE DI... 54 La formazione finanziata per lo sviluppo d'impresa: il caso Fonditalia. 56 A scuola di successo: l'esempio di Atena. Expotraining pag. 14 58 A scuola di artigianato: Fondartigianato e le PMI. 60 Delmoform: tra innovazione e formazione. INTERNAZIONALE 64 La creatività la si deve stimolare. 65 Open space. Moda o strategia? CONTROEDITORIALE 66 Il manifesto della formazione per la crisi. Eco jobs 4 - HT pag. 20 Registrazione tribunale di Milano N° 48 del 23/01/08 Costo copia € 8,00 - Abbonamento annuo Italia € 40,00 - Abbonamento Estero € 60,00 - Versare l’importo mediante bonifico bancario presso: Gruppo Veneto Banca, codice IBAN IT 13 L 0503545 3602 5057 0125 222, oppure inviare assegno presso la sede della rivista. L’abbonamento sarà attivo dal momento di ricevimento del pagamento e può decorrere da qualsiasi periodo. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con l’uso di sistemi elettronici, o riprodotta, o diffusa, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. www.iceronline.it - [email protected] UNA RIVOLUZIONE per gli innovatori della formazione a distanza Il primo sistema biometrico per un web-Learning certificato e un’attribuzione validata dei crediti formativi COVER STORY LA FORMAZIONE PER IL LAVORO: UNA RISORSA STRATEGICA Quale può essere il ruolo di un sindacato nel mondo della formazione? E quale il rapporto tra formazione, mondo del lavoro e suoi rappresentanti? Intervista esclusiva a Raffaele Bonanni, Segretario Generale della CISL. di C. Barberis 6 - HT N ella realtà lavorativa italiana i sindacati si occupano sempre più di formazione professionale oltre che della tutela dei lavoratori. E se ne occupano non solo preservando il diritto alla formazione continua ma anche vigilando sulla stessa dall'interno, partecipando alle Commissioni Paritetiche dei vari Fondi Interprofessionali. Human Training ha voluto raccogliere l’opinione di un leader e protagonista dello scenario sindacale italiano: Raffaele Bonanni, Segretario Generale della CISL. Segretario, in merito alle politiche di formazione ci può illustrare che cosa sta facendo la CISL? Stiamo rilanciando l’apprendistato, come vero e proprio contratto di primo lavoro che faciliti l’incontro tra le competenze dei giovani e le esigenze reali delle aziende. E sulla sua importanza ed utilità, la riforma appena approvata, ci ha dato ragione. Ma non ci fermiamo a questo. Infatti, per le aree territoriali a maggiore intensità di disoccupazione, in particolare nel Mezzogiorno, ci stiamo impegnando a stimolare gli investimenti in innovazione e ricerca per formare giovani diplomati e laureati e creare, così, opportunità di lavoro qualificato. Alla base della nostra azione c’è poi l'intento di migliorare il rapporto scuola/ lavoro. Va riconvertito l’utilizzo degli stages/ tirocini, oggi largamente abusati a danno dei giovani, facendoli rientrare all’interno degli ultimi anni di ogni ciclo scolastico e formativo come occasione di alternanza e interazione scuola/lavoro. Occorre, inoltre, potenziare i momenti di confronto costruttivo. Inoltre, la Cisl si sta dando da fare affinché venga promossa una riforma degli ordinamenti scolastici che dia maggior peso alle scuole tecniche e professionali e alle aree scientifiche, collegate sempre di più allo sviluppo della ricerca. Puntiamo molto sui fondi interprofessionali per la formazione continua che servono a dare risposte concrete a lavoratori e aziende sia sul piano professionale che culturale. È grazie ai fondi interprofessionali che l’Italia sta recuperando la differenza storica rispetto agli altri paesi europei. Altro grande impegno della Cisl, riguarda le politiche attive del lavoro: utilizzare la leva della formazione per permettere o il reimpiego in altre posizioni lavorative o la ricollocazione in altri settori. È una pratica, questa, diffusa in tutte le regioni attraverso gli accordi che abbiamo fatto per l’uso degli ammortizzatori sociali. Da ultimo, storicamente, c’è un istituto collegato e promosso dalla Cisl che si occupa di istruzione e formazione, lo Ial, che adesso è diventato una vera e propria società riconosciuta, sia per l’aggiornamento che per la ricollocazione dei lavoratori. Nei lavori in corso in merito allo statuto dei lavoratori, si sta lavorando sul diritto alla formazione; ci vuole spiegare che cosa vuol dire? Con lo statuto dei lavoratori si vorrebbe sancire, anche per legge, l’esigenza costante della formazione continua. Questo sarebbe un passo in avanti importantissimo perché permetterebbe ai lavoratori di aggiornarsi e di stare al passo con i tempi. Viene fatto mutuando un’esperienza, soprattutto tedesca, dove il diritto alla formazione è già sancito nei contratti di lavoro collettivi. Il diritto all’apprendimento permanente e continuo, rappresenta, di sicuro, una strategia fondamentale per realizzare efficaci politiche di tutela e sviluppo dell’occupazione. Solo così si potrà consentire ai lavoratori di collocarsi e ricollocarsi sul mercato, proprio partendo dalla loro costante riqualificazione. È fondamentale, infatti, che ogni lavoratore, a prescindere dalla tipologia contrattuale attraverso la quale è stato assunto, possa esercitare il diritto di vedere riconosciute e certificate l’insieme delle conoscenze e competenze maturate all’interno del suo percorso. Sono proprio questi i diritti di nuova generazione che costruiranno la base delle nuove tutele su cui dovrà basarsi lo Statuto dei Lavori. 7 - HT «È nelle aree territoriali a maggior tasso di disoccupazione che vanno stimolate l'innovazione e la ricerca.» COVER STORY «In Italia si fa pochissima formazione: solo il 32% delle aziende contro il 60% della media europea.» Dalla nascita dei fondi interprofessionali che cosa è cambiato per i lavoratori? È cambiato moltissimo, nel senso che inizialmente i fondi venivano usati solo per favorire l’accesso al mondo del lavoro. Ora, invece, la formazione si è spostata, diventa fruibile in tutto l’arco della vita, si è come ‘allargata’. Questa è la differenza fondamentale. Naturalmente il processo di trasformazione-integrazione è lento. I fondi comunque hanno superato la fase di monitoraggio e sono a pieno regime; questo allargamento, quindi, potrà a poco a poco prendere piede e dare corpo, ci au- guriamo da qui al 2020, alla formazione continua su standard europei. Negli anni, comunque, si è avuta una crescita costante di adesioni: le imprese iscritte sono quasi 500 mila e raccolgono oltre sei milioni di lavoratori (59% del totale). Nessun settore sembra sottorappresentato: è oltre la media quello manifatturiero; al di sotto, di un 2%, quello del commercio. Il comparto più attivo è quello degli «altri servizi», dove si trovano la sanità, i servizi alla persona e le strutture private di istruzione e formazione. Secondo lei, così come si evince dalle varie statistiche, nel nostro paese non è poco diffuso, in seno alle imprese e se paragonato agli altri paesi esteri, l’utilizzo sistematico della formazione? Purtroppo è così. In Italia, infatti, le imprese che fanno formazione con continuità sono ancora assai scarse: il 32% contro il 60% della media europea. Le più disagiate sono le piccole e medie aziende e quelle collocate nelle aree geografiche meno favorite, soprattutto del Mezzogiorno. Ecco perché il sindacato è chiamato a promuovere il prima possibile al loro interno corsi di formazione che vengano incontro alle esigenze dei lavoratori e naturalmente anche dei datori di lavoro. Se il dipendente, infatti, verrà adeguatamente inserito nel processo produttivo e continuamente formato, a prescindere dal ruolo ricoperto in partenza, si avranno risultati positivi per l’azienda tutta, in termini di qualità e quantità. Questo permetterà alle grandi e piccole imprese di poter rispondere meglio alle sfide del mercato e della competitività. I lavoratori lavoreranno meglio e saranno pagati di più. Ci saranno procedure più semplici e chiare per i rinnovi contrattuali. E soprattutto si darà ancora più forza agli Daremo maggiore forza 8 - HT enti bilaterali per gestire insieme la formazione ed ogni altro aspetto della vita aziendale. Le nostre imprese, soprattutto le più piccole, non utilizzano in modo costante la formazione per lo sviluppo delle loro competitività. Che cosa ne pensa di una proposta di legge per incentivarle? Una proposta di legge non è strettamente necessaria. Si può incentivare molto, invece, una formazione continua e un apprendistato che allinei meglio le professionalità dei lavoratori, soprattutto giovani, alle esigenze del mercato del lavoro e quindi delle aziende. Ecco perché sarebbe importante potenziare e regolamentare strumenti legati ad apprendistato e tirocini iniziali, soprattutto nel settore dei servizi alle persone, di cui purtroppo non possediamo dati, ma che sappiamo svolgersi troppo spesso nel sommerso e nell’illegalità. La formazione, proprio perché veicolo di occupazione, va tutelata più che con una legge, con tante proposte, anche normative, che la leghino alle dinamiche specifiche delle piccole imprese. In che modo potrebbero essere meglio utilizzati i finanziamenti pubblici per la formazione? Come prima cosa dovrebbero essere aumentati; infatti, sono ancora pochi. Vanno usati di sicuro meglio quelli che aiutano l’apprendistato perché lì c’è un contributo pubblico importante sotto forma di decontribuzione. Bisogna, inoltre, investire di più nel fondo sociale europeo che si rivolge allo sviluppo dell’occupazione, dell’occupabilità, agli incentivi. Fondamentale è combattere una serie di ritardi e di dispersioni che, in particolare nelle aree meridionali, creano situazioni paradossali: da un lato, infatti, nel Mezzogiorno c’è di sicuro bisogno di finanziamenti, ma dall’altro, non si riesce a utilizzare nemmeno quelli che già ci sono. Un vizio italiano, questo, che tutti, a partire dalle istituzioni nazionali, dovrebbero imparare a risolvere. Nel nostro paese si fa poca ricerca sulle pratiche formative; ciò, a suo avviso, cosa comporta? Un appiattimento in fatto di crescita e sviluppo ed una scarsa, per non dire nulla, competizione con gli altri paesi, con gravi danni alla nostra economia. E questo non possiamo proprio permetterlo. Nell’era della globalizzazione, infatti, e in periodo di crisi, diventa d'obbligo formarsi al meglio per reggere il confronto con gli altri paesi. In Italia, purtroppo, c’è il vizio della mancanza di monitoraggio. Si procede un po’ a tentoni e questo non è un bene. Istituti pubblici che dovrebbe svolgere questa funzione, tra questi l’Isfol, non riescono ad assolverla. Bisognerebbe essere più incisivi perché si sta creando un circuito formativo che rimane ripiegato su se stesso e che non tende a diffondersi. Occorrono strumenti di misurazione effettiva sulla diffusione e sul grado di impegno di imprese e lavoratori. Il buon impiego della formazione potrebbe rappresentare un acceleratore sull’uscita della crisi? Certamente. Rilanciare e potenziare la formazione a partire da quella giovanile, di certo, permetterà di avere lavoratori preparati e qualificati in grado di rispondere in pieno alle esigenze dei vari settori di impiego, rendendo, così, il paese competitivo. E questo significa rimettere in moto l'economia e sostenere la ripresa con misure di stimolo alla crescita, alla produttività, agli investimenti. agli enti bilaterali. 9 - HT «Non possiamo permettere che la poca formazione realizzata comporti un appiattimento dei livelli di crescita e sviluppo.» INTERVISTA IL PONTE ITALIA-GRAN BRETAGNA PER LA FORMAZIONE di V. Baroffio L o scambio commerciale in ambito formativo tra Italia e Gran Bretagna è in continua ascesa, nonostante gli infelici effetti della crisi economica e finanziaria globale. Human Training incontra Vic Annels, Console Generale di S.M. Britannica nonchè Direttore Generale per il Commercio e gli investimenti in Italia, per parlare con lui dello stato di salute della formazione. Con uno sguardo che va dal Bel Paese alla patria di Sua Maestà.. Di che si occupa il Consolato Generale Britannico e in che modo promuove gli interscambi commerciali? Il Consolato Generale Britannico di Milano offre assistenza e servizi consolari ai cittadini britannici e servizi commerciali alle aziende con sede nel Regno Unito. Per quanto riguarda le attività commerciali, il Consolato Generale Britannico agisce per conto di UK Trade & Investment (www.ukti.gov. uk), l’agenzia governativa che aiuta le imprese 10 - HT con sede nel Regno Unito ad affermarsi nell’economia globale e fornisce assistenza alle aziende estere che effettuano investimenti di qualità nel Regno Unito. Milano è l’hub commerciale di UKTI in Italia e collabora strettamente con il Consolato di Napoli e l’Ambasciata a Roma. Alle aziende britanniche UKTI fornisce servizi personalizzati, tra cui ricerche di mercato, liste di contatti commerciali, organizzazione di presentazioni ed eventi, partecipazione a fiere e missioni nonché attività di comunicazione e pubblicità commerciale. Inoltre l’Investment Group di UKTI offre agli investitori italiani consulenza gratuita e confidenziale su tutti gli aspetti pratici legati all’insediamento e allo sviluppo del business. Secondo le statistiche sugli investimenti relative al 2010/11, l’Italia è salita al 9° posto tra i maggiori investitori del Regno Unito, il quale si riconferma la destinazione numero 1 in Europa per gli investimenti esteri. Le aziende scelgono il Regno Unito per il dinamismo dell'economia, l’alta qualità della vita, il livello dei servizi pub- blici e delle infrastrutture, la creatività e l’innovazione che permeano ogni aspetto del vivere e del business. Nelle ricerche europee il Regno Unito appare sempre nei primi posti per impiego della formazione. Che cosa sta facendo il suo governo per sostenerne la diffusione? Nel suo ultimo rapporto Skills For Sustainable Growth, il Department for Business Innovation & Skills del nostro governo riconosce che istruzione e addestramento danno al Paese un vantaggio in termini di competitività globale ma rendono anche la società più coesa, tollerante e partecipe. Il governo quindi svilupperà con le associazioni che rappresentano gli interessi degli imprenditori e dei lavoratori un nuovo sistema di regolamentazione, più snello e non più centralizzato, che sostenga il miglioramento delle capacità di management e leadership, e aiuti gli imprenditori a favorire il coinvolgimento dei dipendenti e fare un uso migliore di talenti, potenzialità, conoscenze e capacità innovative all’interno delle aziende. Il governo sottolinea quindi l’importanza del processo formativo personale continuo quale mezzo per avere una forza lavoro più qualificata. L’insegnamento della lingua inglese direttamente sul posto rappresenta un’entrata finanziaria importante per il Suo Paese. Come viene organizzata? Il Regno Unito è uno dei maggiori leader mondiali nella formazione (Education and Skills), un campo in cui può vantare eccellenti risultati nel campo. L’industria ha un fatturato annuale di 15 miliardi di sterline ed esporta attrezzature, libri, software, contenuti e materiali per un valore di 1,5 miliardi sterline l’anno. È un settore importante anche per le sue implicazioni in tutte le sfere economiche e professionali. In un’economia globale che conta sempre più sulle attività basate sulla conoscenza, le aziende devono poter contare su risorse umane più qualificate e costantemente aggiornate. L’ampia offerta di soluzioni del Regno Unito, in continuo sviluppo per soddisfare i requisiti internazionali, include sviluppo ed esportazione di sistemi, risorse, tecnologie e software, organizzazione di corsi sostenibili, corporate training anche per esigenze particolari, istruzione superiore e post-universitaria. Le qualifiche professionali britanniche sono riconosciute a livello internazionale e pertanto molto richieste da chiunque cerchi di migliorare le proprie prospettive di carriera. Circa 356.000 studenti da tutto il mondo studiano presso le università e i college britannici. Altri 3 milioni sostengono all’estero esami secondo la normativa del Regno Unito riconosciuti a livello internazionale, e quest’ultima attività genera per il Paese entrate per circa 4,7 miliardi di sterline per tasse d’iscrizione e altri capitoli di spesa. Britanniche sono le quattro migliori università a livello europeo, che sono anche incluse tra le migliori dieci del mondo della classifica generale QS World University Rankings (Cambridge, UCL, Oxford e Imperial College). Il Regno Unito è al primo posto per l’insegnamento della lingua inglese per il settore business ed è uno dei principali operatori di scuole e università internazionali, con una vastissima serie di corsi di formazione corporate e management. Il numero degli operatori britannici attivi nella formazione per il mercato aziendale è quasi raddoppiato nel periodo 2000-2008. Vasto anche il numero di prestigiose società di consulenza in ambito formativo, in grado di svolgere attività diverse, relative ad esempio a preparazione curricula, miglioramento dei programmi di offerta educativa, strutturazione dello staff, governance, gestione finanziaria, valutazione dell’idoneità degli edifici scolastici e realizzazione di progetti ecosostenibili, controlli di qualità ecc. Le tre principali associazioni di categoria del Regno Unito, che da tempo collaborano anche con UKTI, sono le seguenti: • Business English UK riunisce le organizzazioni accreditate per l’insegnamento dell’inglese presso le aziende; • The Training Gateway rappresenta tutte le 11 - HT «L'industria della formazione britannica fattura 15 miliardi di sterline all'anno. » INTERVISTA università del Regno Unito, oltre 70 college e un numero crescente di società private, offrendo oltre 100.000 corsi per attività aziendali di ogni tipo; • The British Institute for Learning and Development annovera tra i suoi soci sia società che professionisti. «Il Bel Paese è al 9° posto nella classifica degli investitori nel Regno Unito. Ed è un trend in continua crescita.» Numerosi i convegni e le fiere organizzati nel Regno Unito. I più importanti sono BETT (ICT per la didattica) ogni gennaio a Londra e The Education Show (servizi e materiale per la didattica) nel mese di marzo a Birmingham. Ci vuol parlare dell’iniziativa da voi promossa a favore delle aziende di formazione per partecipare alla fiera della formazione ExpoTraining? L’Italia è il secondo mercato di sbocco del comparto britannico della formazione, e per le società del Regno Unito le esportazioni verso l’Italia sono attualmente in crescita. Per questo motivo UKTI ha identificato in ExpoTraining un’interessante opportunità per stimolare i progetti con- giunti fra operatori britannici e italiani. Grazie alla disponibilità degli organizzatori di ExpoTraining, UKTI avrà uno spazio dedicato agli espositori britannici che si chiamerà “UK Training Village”. Qui il visitatore potrà incontrare i rappresentanti di aziende, scuole e istituti universitari che forniscono formazione aziendale a tutti i livelli, compreso l’insegnamento della lingua inglese. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla stretta collaborazione di UKTI con le tre associazioni britanniche di riferimento che promuoveranno la partecipazione a ExpoTraining presso i loro associati. Inoltre lo speciale pacchetto di partecipazione a UK Training Village verrà reso noto in modo capillare anche tramite i consulenti UKTI specializzati nel settore formazione, con sede nelle varie regioni del Regno Unito. La prossima fiera di settore World of Learning che si terrà a Birmingham il 27 e il 28 settembre contribuirà a pubblicizzare ulteriormente questo progetto presso gli operatori britannici. VIC ANNELLS CONSOLE GENERALE DI S.M. BRITANNICA E DIRETTORE GENERALE PER IL COMMERCIO E GLI INVESTIMENTI IN ITALIA Il 1° aprile 2011 Vic Annells ha assunto la carica di Console Generale di S.M. Britannica presso il Consolato Generale Britannico di Milano. È inoltre Direttore Generale per il Commercio e gli Investimenti in Italia per UK Trade & Investment (UKTI), l’agenzia governativa che aiuta le imprese con sede nel Regno Unito ad affermarsi nell’economia globale e fornisce assistenza alle aziende estere che effettuano investimenti di qualità nel Regno Unito. Vic Annells ha sempre ammirato l’Italia, in quanto il nonno era originario di Lucca. È quindi ancor più motivato a rafforzare ulteriormente i rapporti commerciali tra Regno Unito e aziende italiane. Prima di giungere a Milano, ha ricoperto dall’aprile 2008 la carica di International Trade Director presso UK Trade & Investment nella regione dell’Inghilterra orientale. Durante tale periodo ha risieduto a Cambridge. Negli anni precedenti al suo ingresso in UKTI, Vic Annells ha operato nel settore privato, acquisendo una vasta esperienza internazionale. Ha infatti avviato e diretto con ottimi risultati le attività di alcune aziende in Medio Oriente, oltre ad aver gestito 12 - HT un progetto di grandi dimensioni in Sud Africa. È vissuto con la sua famiglia a Kuwait City e Pretoria. Nel luglio 2011 ha ottenuto un Master in Relazioni Internazionali presso l’Università di Cambridge. Nato a Londra, Vic Annells è cresciuto nell’Essex, nell’Inghilterra orientale. È sposato con Barbara e ha due figli maschi. Le sue passioni, oltre alla famiglia, sono le motociclette (con la sua moto sportiva lo scorso agosto è venuto a Milano da Cambridge), la Formula 1 e il calcio; è infatti un tifoso del Tottenham Hotspur. www.dyndevicelcms.com La piattaforma professionale per realizzare ed erogare corsi di formazione online da computer, tablet o smartphone. Un prodotto “Made in Italy”, con certificazione Scorm™ 2004, istruzioni ed assistenza in italiano. La soluzione per la formazione del personale di aziende ed enti Un catalogo di oltre 100 corsi online sulla sicurezza nei luoghi di lavoro già disponibili per la formazione del personale aziendale. www.megaitaliamedia.it Tel. 030.2650661 - Email: [email protected] Via Roncadelle 70/A - 25030, Castel Mella - Brescia 13 - HT SPECIALE FIERA CONVEGNI EXPOTRAINING 2011 LA FORMAZIONE PER IL SUCCESSO D’IMPRESA L’ambizioso obiettivo del ciclo di convegni di V. Baroffio ExpoTraining “la formazione incontra le imprese” è una novità assoluta nel settore della formazione. Finalmente tutti i soggetti protagonisti, da chi progetta formazione a chi la finanzia, dagli interlocutori istituzionali alle piccole e grandi aziende che credono nell’aggiornamento come fattore determinante di successo, possono incontrarsi e confrontarsi nello stesso ambito. Nessun luogo, a riguardo, poteva essere più adatto della Fiera di Milano, da sempre fulcro delle spinte innovative dell’Azienda Italia. È in questo contesto che un ciclo di convegni punta a delineare, per ogni settore produttivo e sociale, le linee paradigmatiche affinché le pratiche formative possano assumere un ruolo strategico per agevolare la ripresa economica e realizzare i progetti di sviluppo delle aziende. Ogni convegno di questa manifestazione offre un 14 - HT confronto tra i massimi attori del dibattito scientifico e culturale, del mondo economico ed istituzionale, dell’imprenditoria e delle rappresentanze sociali, con l’obiettivo finale di mettere a fuoco esigenze e prospettive di ogni contesto produttivo, definire soluzioni e creare nuove modalità di pensare e fare formazione, più vicine alle esigenze delle imprese e dei dipendenti e alle sfide che le attendono nella competizione globale. Esserci, per ognuno, vuol dire avere la possibilità di essere protagonisti diretti e visibili del cambiamento. Di seguito vengono illustrati i contesti e gli obiettivi che ogni singolo incontro si prefigge di ottenere attraverso il contributo di ogni singolo evento. Per gli aggiornamenti – date orari e relatori – si rimanda al sito ufficiale della manifestazione www.expotraining.it CONVEGNI del 30 novembre e 1 dicembre 1. LA BILATERALITÀ A SUPPORTO DEI NUOVI PARADIGMI DELLA FORMAZIONE Contesto. Negli ultimi anni, la bilateralità si è rivelata un modello vincente per la formazione in azienda, creando un sistema autonomo su tutti i gli ambiti, incluso quello delle risorse umane. L’efficienza di questo modello offre importanti indicazioni per disegnare un sistema formativo, più in sintonia con le esigenze di un mondo produttivo in continua evoluzione. Obiettivo. Tramite l’analisi di casi e modelli di successo, definire i punti di riferimento per una riforma della formazione adeguata ai nostri tempi. A questo scopo si confronteranno associazioni di imprese e sindacati, con la partecipazione del ministro del Lavoro, che nella bilateralità ha il compito di creare condizioni di semplificazione e sburocratizzazione. Un esperto dei nuovi mercati internazionali offrirà il quadro di come la formazione e l’innovazione siano fattori chiave nelle economie dei nuovi protagonisti dell’economia mondiale. In questo contesto, la testimonianza di un’impresa che ha positivamente vissuto l’espe- rienza della formazione bilaterale è di assoluto primo piano per mettere a fuoco la situazione in Italia e contribuire concretamente al processo di rinnovamento della formazione. e cultura di impresa. Grazie alle esperienze di aziende che hanno fatto e stanno facendo formazione sulla sicurezza, il convegno darà anche l’opportunità all’opinione pubblica, colpita da casi di gravi incidenti con numerose vittime, di vedere che c’è un’altra faccia dell’impresa, quella che applica da tempo e con successo misure di sicurezza, rivolte sia ai dipendenti che al pubblico. 2. PREVENIRE VUOL DIRE FORMARE. LA CULTURA DELLA SICUREZZA IN AZIENDA Contesto. Il fenomeno degli infortuni sul lavoro è stato oggetto, negli ultimi anni, di una crescente attenzione sia da parte dei media che sul versante istituzionale. Le normative, nazionali e comunitarie, sulla prevenzione degli incidenti non risultano ancora applicate su piena scala. È fondamentale, per ridurre gli infortuni, creare le condizioni per una cultura della sicurezza in azienda a livello diffuso, che si estenda anche a clienti e customer. Obiettivi. Dimostrare, attraverso i dati, le analisi dei maggiori organismi istituzionali preposti alla sicurezza, le testimonianze delle aziende, che la formazione è un ineguagliabile veicolo di prevenzione, che agisce sul doppio fronte dell’informazione concreta e della creazione di una consapevolezza di sé in rapporto al contesto lavorativo, dando contemporaneamente strumenti utili 15 - HT 3. LA FORMAZIONE NELLA NUOVA ERA DELLA GREEN ECONOMY Contesto. L’attenzione crescente all’ambiente e la necessità di un uso più equilibrato delle risorse naturali rendono oggi un must, per tutte le realtà produttive e i contesti sociali, la riduzione di emissioni inquinanti, il contenimento di sprechi, l’adozione di fonti di energia rinnovabili, la diffusione di comportamenti virtuosi nel lavoro quotidiano, finalizzati all’efficienza ed al risparmio energetico nonchè all’ottimizzazione delle risorse. In questo ambito, la formazione è veicolo essenziale di cultura di impresa e di opportunità di lanciarsi sulle importanti prospettive di business e occupazionali della green economy. Obiettivo. Valorizzare le esperienze di formazione finalizzata SPECIALE FIERA alla salvaguardia dell’ambiente, in tutte le sue applicazioni, e definire le condizioni di potenziamento delle misure di adeguamento di impianti e processi produttivi. 4. LO SVILUPPO DI UN ‘SAPER FARE’ TURISMO Contesto. Il Paese più bello del mondo non si è ancora dotato, a livello diffuso, di una professionale cultura dell’accoglienza. Voce tra le poche in attivo della nostra economia, turismo e cultura perdono appeal presso i visitatori internazionali a favore di mete meglio organizzate. La formazione è fattore chiave perché le caratteristiche italiane, uniche al mondo, diano il meglio in termini di efficienza organizzativa e di immagine, attraendo di nuovo l’attenzione e il totale apprezzamento del pubblico di tutto il mondo. Obiettivo. Attraverso la focalizzazione dei punti di forza e dei punti di debolezza del turismo italiano, definire gli interventi opportuni per un pieno rilancio del settore, anche attraverso l’individuazione di parametri della formazione adatti a incontrare il mercato internazionale. Le esperienze delle aziende e delle associazioni di impresa saranno la cartina di tornasole di buone prassi che devono diventare modello diffuso. 5. I FONDI INTERPROFESSIONALI, OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA PAESE 6. FORMAZIONE E EDUCAZIONE. IL RUOLO DELLA FORMAZIONE NELLA TRANSIZIONE SCUOLA-LAVORO Contesto. Nel sistema italiano di aggiornamento e formazione per chi già lavora, le fonti di finanziamento delle attività sono circoscritte e destinate a una progressiva riduzione. I fondi regionali, da una parte, e il Fondo sociale europeo, dall’altra, non sembrano in grado di sostenere la domanda di formazione delle imprese, poste di fronte alla sfida dell’innovazione globale. In questo quadro, i Fondi interprofessionali sembrano l’unico strumento di finanziamento alternativo a quello in proprio dell’impresa. Contesto. Alto tasso di abbandono scolastico e di disoccupazione giovanile, forte richiesta di figure tecniche da parte delle aziende. Da anni il sistema Paese vive questa contraddizione che non riesce a sanare e che è determinante per lo sviluppo delle aziende e il futuro dei giovani. Obiettivo. Analizzare la situazione dei diversi Fondi per capire se il sistema autogestito da associazioni di impresa e rappresentanze sindacali è sufficientemente vicino alle esigenze del sistema produttivo nel suo complesso e nelle sue peculiarità, definendo nuove modalità per una diffusione capillare della cultura della formazione e dell’utilizzo dei Fondi. Attori del confronto, i vertici istituzionali, le parti sociali e le aziende che, con il racconto della loro esperienza concreta, possono mettere a fuoco i punti di forza del sistema e quelli suscettibili di miglioramento. 16 - HT Obiettivo. Individuare politiche e strumenti per facilitare l’accesso al lavoro tramite la formazione, in sintonia con i fabbisogni del mondo produttivo, definendo con maggiore efficacia il nuovo modello di apprendistato. La testimonianza delle imprese sul divario tra le competenze dei giovani e le necessità dell’azienda è finalizzata a orientare le nuove decisioni su direzioni efficaci, rendendole protagoniste del cambiamento. 7. I BUONI PROPOSITI E LE BUONE PRATICHE DELLA FORMAZIONE NELLA SANITÀ Contesto. In un dibattito che pri- vilegia la diatriba pubblico/privato alle situazioni concrete, i casi di negatività rispetto alle buone pratiche, il sistema sanitario è alle prese con oggettive difficoltà ma anche con opportunità di miglioramenti organizzativi, che trovano nella valorizzazione della risorsa umana il punto di forza per un sistema caratterizzato da maggiore efficienza. Obiettivo. Tramite un attento bilancio tra possibilità, obiettivi e risultati, focalizzare le prospettive di evoluzione del sistema sanitario tramite investimenti mirati sul capitale umano, che offrono grandi margini di efficienza e ottimizzazione di risorse in un contesto particolarmente gravato dalle difficoltà di contenimento dei costi. Valutazione dei risultati del sistema Ecm. In primo piano, le esperienze di grandi strutture sanitarie, nelle quali gli interventi formativi hanno consentito il realizzarsi di notevoli salti di qualità. 8. COMMERCIO, LE COMPETENZE ANTI-CRISI Contesto. In un triennio difficoltoso per i consumi interni, il settore si è attrezzato per reagire in tempo reale alle problematiche della crisi. A fronte di un contesto infrastrutturale e normativo che rimane fisso e, spesso, penalizzante, il sistema cerca di analizzarsi e migliorare dall’interno, sviluppando, tramite la formazione, possibilità di miglioramento dei servizi, di customer care, di nuovi skills professionali, di efficienza nella distribuzione. Obiettivo. Comprendere, tramite alcuni casi di eccellenza, come le aziende del comparto si sono attrezzate per contrastare la crisi, focalizzare quali margini di miglioramento sono stati individuati, tracciare un identikit delle competenze determinanti per fronteggiare efficacemente il calo dei consumi e dare nuovi input per uscire definitivamente dalla crisi. 9. IL MAESTRO ARTIGIANO, FUCINA DI SAPERI Contesto. La piccola e piccolissima impresa costituisce il tessuto produttivo essenziale per l’economia italiana. In questo ambito la produzione artigianale, che spesso ha dato vita a quelli che sono diventati marchi noti in tutto il mondo, mantiene una dimensione di eccellenza e modalità di saper fare che sono essenziali per la qualità che da sempre contraddistingue il made in Italy. Obiettivo. Focalizzare, tramite le esperienze delle imprese, come sostenere il settore con le politi- 17 - HT che formative, conciliando la necessità di mantenere il prezioso capitale di competenze e modalità artigianali con la necessità di innovazione di processo e prodotto. 10.IL FINANZIAMENTO PASSA PER LO SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO” Contesto. Qualcosa sta cambiando. Le banche tornano a finanziare le imprese che fanno formazione, promuovendo uno sviluppo che non si basa sul profit immediato ma su investimenti a medio termine. Obiettivo. Valorizzare esperienze e buone pratiche in atto, spesso misconosciute, per arrivare a suggerire degli indicatori di affidabilità economica finanziaria basati sullo sviluppo delle competenze. 11.LA FORMAZIONE È DI MODA Contesto. Da sempre il settore moda investe nella formazione come fattore essenziale per il rinnovamento di competenze e prodotti. Le necessità e le nuove esigenze in un contesto interna- SPECIALE FIERA zionale sempre più concorrenziale, che ha imparato a essere competitivo senza puntare tutto su bassa qualità a basso costo. Obiettivo. Analizzare i pregi di un sistema moda che ha provveduto in proprio ai suoi fabbisogni formativi in chiave di mantenimento delle posizioni nei mercati nazionali ed internazionali, al fine di individuare linee di sostegno alla formazione come fattore di successo di un comparto principe della nostra economia. 12.GIOVANI, FORMAZIONE, ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO Contesto. Un giovane su tre, tra i 15 e i 24 anni, non studia e non lavora. Il capitale umano italiano si va progressivamente impoverendo, con conseguenze che vedranno, nel breve periodo, una riduzione sia della capacità produttiva e innovativa sia della capacità di consumo. Aumenta, per contrasto, il flusso di giovani che vanno all’estero alla ricerca di vere opportunità. Obiettivo. Creare nuove opportunità per i giovani è possibile. Molte già esistono, in tante aziende che non trovano le figure professionali necessarie. Altre si creano, come testimoniano gli esempi di tante aziende che hanno portato nel territorio, spesso in collaborazione con le Università, nuove attività ad alta innovazione. Inoltre, le opportunità vanno salvaguardate nel tempo, grazie all’aggiornamento delle competenze. Per tutti questi motivi il dibattito pone a confronto i massimi livelli istituzionali e i protagonisti della formazione in azienda, sul doppio fronte del presente e del prossimo futuro. 13.PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, LA FORMAZIONE PER L’EFFICIENZA Contesto. L’efficienza della Pubblica amministrazione è cardine fondamentale per lo sviluppo del Paese. Negli ultimi anni la sfida e le opportunità dell’informatizzazione, unitamente ai nuovi modelli organizzativi, hanno aperto ampie strade di evoluzione, ma restano aperti i problemi di organico e soprattutto di semplificazione amministrativa, così importante per le imprese. Obiettivi. Ribadire l’esigenza di sburocratizzazione e il costo dell’inefficienza, in termini competitivi. Ma anche, valorizzare quanto di buono è stato fatto e fare luce su quali nuove prospettive si possono ancora aprire nel settore pubblico grazie al veicolo della formazione, che può portare innovazione di sistema. 18 - HT 14.LE FRONTIERE SEMPRE NUOVE DELL’ICT Contesto. Se le aziende investono in formazione, investono in innovazione. Nella maggior parte dei casi, chi spende in formazione lo fa per sfruttare le opportunità del nuovo. Ma la tecnologia informatica consente anche straordinarie possibilità nella valutazione dell’efficacia delle azioni. Applicabili in qualunque campo, a partire dalla formazione stessa. Obiettivo. Misurare la qualità della formazione è possibile. Una garanzia per le imprese e per i lavoratori che investono tempo e risorse nell’aggiornamento. Esperti ed aziende a confronto per capire i come, i perché e le possibilità di questa grande nuova frontiera di applicazione e di business. 15.FORMAZIONE E FSE, PIANO 2014-2020 Contesto. È alla fase conclusiva il ciclo 2007-2013 del program- ra, che dopo una breve battuta di arresto nel 2008 hanno ritrovato slancio e investimenti nel difficile biennio 2009-2010, grazie anche ai finanziamenti Fse e dei Fondi interprofessionali. ma Fse per l'istruzione e la formazione durante l’intero arco della vita. Obiettivo. Ci si interroga su come contribuire, nel prossimo ciclo, allo sviluppo della Comunità come società della conoscenza avanzata, in conformità degli obiettivi della strategia di Lisbona di piena occupazione in Europa. Le aziende che hanno sperimentato i meccanismi di finanziamento del Fse offriranno una testimonianza preziosa su come implementare l’efficienza del sistema, spesso penalizzato da burocrazia e lentezza. 16.GRANDI IMPRESE E CORPORATE UNIVERSITY Contesto. Strumento di eccellenza nelle esperienze estere, in particolare statunitensi, le grandi strutture di alta formazione interne alle grandi imprese si sono sviluppate in Italia con alcuni casi di ottima caratu- Obiettivo. Confermando, tramite le esperienze degli attori, la centralità della formazione interna ai fini del core business aziendale, capire quali politiche di formazione e di finanziamento della formazione mettere in campo per sostenere questo prezioso ambito di alimentazione della qualità e dell’innovazione. SCHEDA DI REGISTRAZIONE PER L’INGRESSO GRATUITO ALLA MANIFESTAZIONE La registrazione si intende perfezionata al momento del ricevimento, da parte della segreteria organizzativa di ExpoTraining, della presente scheda debitamente compilata in tutte le sue parti e sottoscritta via FAX al N° 02 80509280 o via e-mal all’indirizzo [email protected] Ogni scheda vale per un visitatore. L’ingresso è gratuito. DATI ANAGRAFICI NOME................................................................. COGNOME............................................................................................ SOCIETÀ............................................................. FUNZIONE........................................................................................... SETTORE DI ATTIVITÀ.......................................................................................................................................................... CITTÀ ................................................................. CAP .................................................. PROV...................................... TEL..................................................................... FAX....................................................................................................... E-MAIL ............................................................. FIRMA ................................................................................................. Gentile Ospite, ai sensi della L.196/2003, La informiamo che i dati che Lei ci fornisce sono trattati nella piena tutela dei Suoi diritti e della Sua riservatezza ed in conformità alle disposizioni di Legge, che Le sono richiesti solo per fini organizzativi e contabili, nonché per aggiornarLa sulle nostre iniziative. I Suoi dati personali saranno trattati sia su supporto informatico che cartaceo. Il conferimento dei dati è necessario per l'ingresso in fiera l’iscrizione al seminario, la mancata fornitura dei dati non consentirà pertanto l’iscrizione. Dichiarando di accettare il presente regolamento Lei ci autorizza pertanto al trattamento dei Suoi dati personali così come in precedenza indicato. Titolare del trattamento dei dati è Crisof. Ai sensi dell’art. 13 della suddetta legge, Lei potrà comunque richiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei Suoi dati personali scrivendo al Responsabile del Trattamento Dati della nostra società. FIRMA ................................................................................................. 19 - HT FOCUS ECO JOBS È BOOM DI “COLLETTI VERDI” Dalla tutela dell'ambiente nascono nuove possibilità di sviluppo e di lavoro. di Maria Rita Barberis I l referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011 ha bocciato la produzione del nucleare nel nostro Paese. Chernobyl e Fukushima, due tra i tanti incidenti disastrosi dalle proporzioni incalcolabili, hanno spinto gli italiani a votare “Si”, a diffidare dell’energia prodotta dall’atomo, giudicata (a torto o ragione) troppo pericolosa per le severe e diffuse conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente. Il Giappone è nel vivo di una crisi nucleare dagli effetti inestimabili 20 - HT che, in misura diversa, si ripercuotono a livello cosmico per la contaminazione di latte, verdure, pioggia proveniente dalle fughe di iodio 131. Le energie rinnovabili rappresentano, oggi, un’esigenza imprescindibile perché sono illimitate, sicure, non emettono anidride carbonica né gas effetto serra. Un segnale chiaro verso un futuro dall’energia pulita sta provenendo da alcuni Paesi europei, tra cui la Germania, che entro il 2022 fermerà definitivamente le centrali, come ha annunciato Norbert Rottgen, ministro dell’ambiente, su accordo del cancelliere Angela Merkel e degli esponenti del partito. Verso la crescita sostenibile si sta mobilitando anche l’Unione Europea, principale traino allo sviluppo dell’energia rinnovabile, che ha fissato nella Strategia Europa 20/20/20 tre obiettivi importanti: • entro il 2020 le energie rinnovabili devono soddisfare il 20% del bisogno energetico • incremento del 20% dell’efficienza energetica • le emissioni di gas ad effetto serra devono essere ridotte del 20% rispetto ai livelli del 1990. Ogni Paese ha una quota obiettivo per contribuire ad incrementare i consumi da energie rinnovabili dell’Unione. L’Italia, secondo quanto fissato dalla Direttiva 2009/28/ CE, recepita nel DL n. 28 del 28/03/2011, prevede una quota target pari al 17% da conseguire entro il 2020 (2 volte e mezza l’attuale quota di consumi). Dal rapporto ISTAT anno 2010 si evince che “…per l’Italia l’incidenza delle fonti rinnovabili si mantiene sostanzialmente stabile nel triennio 2005-2007 (con quote annue che oscillano intorno al 16%), mentre cresce nel biennio successivo (di circa 10 mila GWh all’anno), arrivando a coprire poco meno di un quarto della produzione totale (23.7% nel 2009)”. Nel 2010 si registra poi un’ulteriore variazione positiva dell’8.6%”. Inoltre, secondo i dati ISTAT, nella composizione della produzione complessiva di energia elettrica, il peso maggiore è dato dal settore idroelettrico (16,8% nel 2009), sostanzialmente stabile nel tempo; per il geotermico (1,8% della produzione) è stimato un incremento per il prossimo decennio pari a circa il 26%. Ulteriori incrementi sono stimati per la produzione termica da biomasse (cresciuta di circa il 24% tra il 2005 e il 2009) e l’eolico (quasi Si registra oggi, grazie al Quarto conto energia, una lieve ripresa del mercato delle rinnovabili. triplicato nello stesso periodo) sono stimati massicci incrementi al 2020. Il fotovoltaico, praticamente assente nel 2005, ha raggiunto nel 2009 i 677 GWh (0.2 % del totale) e sfiora i 2 mila nel 2010, con un valore atteso per il 2020 di 11.350 GWh. A partire dal 2008 nell’Italia settentrionale-centrale e l’anno successivo nel Mezzogiorno si è determinato un progressivo incremento della produzione elettrica da energie rinnovabili. Un processo virtuoso in ascesa che vede il Sud sempre più protagonista 21 - HT di impianti eolici e fotovoltaici in virtù delle caratteristiche geo-morfologiche e climatiche. Il percorso è ancora lungo e faticoso, tuttavia si intravedono degli oggettivi sforzi per superare vincoli strutturali, inadeguatezza della rete elettrica, locazione delle infrastrutture, ostacoli legislativi/amministrativi e incentivi statali. Pensiamo alle biomasse, materiale di natura vegetale, non fossili, privo di trattamento o condizionamento chimico (definizione D.P.C.M. 8 marzo 2002) che può essere utilizzato come combustibile. La biomass energy ha un'importanza strategica sia per la collettività che per il settore agricolo perché garantisce il raggiungimento dei target europei di energia rinnovabile al 2020 e costituisce una valida opportunità per le aziende agricole di diversificare ed integrare i propri redditi. Il report dell'Energy & Strategy Group (l'osservatorio permanente sulle energie rinnovabili della School of Management del Politecnico di Milano) ha posto in evidenza la crescita che si è registrata nel 2010, dell'uso delle biomasse a fini energetici a seguito delle semplificazioni introdotte dalla legge 99/2009 sulla tariffa onnicomprensiva per biomasse e biogas e dell'emanazione del DM 2 marzo 2010 che ha definito le modalità per la tracciabilità delle biomasse. In passato la revisione degli incentivi statali e la burocrazia hanno decretato un arresto del fotovoltaico, soprattutto per lo sviluppo di impianti di media grandezza. Ora si registra una lieve ripresa, con l’approvazione in via definitiva del Quarto conto energia, che offre maggiori FOCUS certezze, permettendo la ripresa degli investimenti. Si tratta di un compromesso raggiunto tra il ministero dello Sviluppo economico e quello dell'Ambiente sul testo del decreto che fissa i nuovi incentivi per il fotovoltaico da giugno 2011. Per quanto riguarda l’eolico, la realtà italiana è frutto delle iniziative promosse da soggetti pubblici e grandi società private. In Italia si è in attesa di valide iniziative per promuovere la diffusione capillare di questa fonte rinnovabile. Attualmente la realizzazione di impianti eolici con potenze dell'ordine di MW, viene incentivata nel nostro Paese tramite il meccanismo dei Certificati verdi. L’energia rinnovabile è utile per salvare il clima e garantire una società eco-compatibile, ma anche per assicurare sviluppo e occupazione. Dall’Annual Report Irex (2010) presentato da Altesys, che da due anni effettua il monitoraggio dell’industria italiana delle energie rinnovabili, emerge un potenziale incre- mento dei posti di lavoro. La green economy sta cambiando la morfologia del mercato e apre inedite opportunità alle nuove generazioni. Un trampolino di lancio per ruoli diversi, come già avvenne nel passato con internet. Sempre più consistente sarà il boom delle professioni legate all’ambiente; sono i “colletti verdi” che lavorano nell’ambito della sostenibilità ambientale, del risparmio energetico e della ricerca di fonti di energie alternative. In America le figure professionali della green economy sono in crescita e ricoprono ruoli gerarchici importanti da top management, ma anche in Europa ed in Italia la ricerca dei “colletti verdi” è in netto aumento. Secondo una ricerca realizzata dall’Osservatorio Energia e Innovazione dell'Ires Cgil su commissione della Filctem Cgil “Lotta ai cambiamenti climatici, efficienza energetica e fonti rinnovabili: gli investimenti, le ricadute occupazionali e le nuove professionalità”, i posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico e biomasse) a tutt’oggi sono circa 100 mila, ma entro il 2020 si aggiungeranno altri 60.500 “green workers”. Tra le professioni più richieste rientrano: • tecnico installatore di impianti fotovoltaici: una figura innovativa che si occupa dell'installazione, collaudo, manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti di tipo fotovoltaico. Si tratta di un tecnico particolarmente qualificato che deve possedere un ampio spettro di conoscenze tecniche, normative, economiche ed essere capace di gestire rapporti con clienti, progettisti, fornitori • tecnico installatore di impianti solari termici: si occupa dell'installazione dell'impianto termico, delle caldaie, dei collegamenti con l'impianto ad uso domestico • energy manager: promuove l’efficienza energetica in tutte le sue forme. In particolare, opera nelle aziende pubbliche/private e sviluppa una corretta gestione ed utilizzo dei consumi energetici e degli aspetti correlati all’ambiente, al fine di individuare possibili azioni per ridurre i costi nelle unità produttive • mobility manager: è un operatore specializzato che si occupa di ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti riducendo l'uso dell'auto privata e adottando il “Piano degli spostamenti casa-lavoro”. La sua figura è d’obbligo nelle aziende con oltre 300 dipendenti 22 - HT •certificatore energetico: deve essere iscritto in apposito Albo Regionale e ha il compito di valutare quanto consuma un immobile in termini di riscaldamento invernale o di raffreddamento estivo, individuare gli spifferi, le dispersioni di calore dei serramenti, dei ponti termici, al fine di emettere una certificazione obbligatoria per l’atto di vendita di edifici o parti di essi • esperto delle normative dell’energia da fonti rinnovabili: studia ed esamina lo sviluppo della normativa e la regolazione di settore • esperto nella gestione di impianti di rifiuti urbani: coordina gli impianti di smaltimento e tutte le operazioni legate alla trasformazione e stoccaggio dei rifiuti secondo i piani e le politiche di sostenibilità ecologica • esperto di sistemi di accumulo del gas e dei rifiuti: è un tecnico impegnato nella gestione degli impianti di incenerimento a griglia • ingegnere per l’ambiente: è competente nell’analisi, sviluppo, gestione di impianti e centrali in relazione alla qualità del territorio/ambiente • tecnico commerciale dei prodotti da riciclo: individua i prodotti che possono essere riciclati, l'approvvigionamento e la commercializzazione presso aziende specializzate nel riutilizzo • esperto per il recupero dei materiali: controlla la corretta suddivisione dei materiali, del loro recupero e stoccaggio • green marker: è preposto alla comunicazione delle attività ecosostenibili delle aziende 23 - HT Lo sviluppo dell’economia verde richiede personale qualificato, in possesso di una conoscenza multidisciplinare sulle dinamiche aziendali, esperto nel realizzare progetti di fattibilità tecnica ed economica, abile nel gestire gli incentivi e i finanziamenti pubblici per adottare sistemi di risparmio energetico. Le competenze devono inoltre allargarsi nel saper trattare con le banche e le amministrazioni pubbliche e private, oltre che saper valutare la redditività di un investimento mediante una esatta programmazione dei costi e dei ricavi. Il consiglio è quello di cogliere al volo questa nuova opportunità e investire in percorsi di formazione e addestramento per trovare occupazione nel settore green ed essere integrati nella moderna realtà economica. FOCUS “ALLENATI” LO SPORT CERCA MANAGER… A Lo sport è ormai mutato: da fatto culturale a evento economico e finanziario. di M. Campi 24 - HT partire dagli anni ’80 lo sport ha perso la sua connotazione ideologica iniziale e si è trasformato in show business ad alti livelli di consumo. A giocare un ruolo determinante sono intervenuti i massmedia che hanno reso l’avvenimento sportivo più specialistico e grandioso, plasmando l’atleta in personaggio pubblico e testimonial di interessi extrasportivi. Una vera e propria “guerra” dell’audience fra network per contendersi gli spettacoli popolari e di elevato share. Tutt’oggi lo sport è un fenomeno in costante mutamento, che abbraccia dimensioni sociali complesse. Un evento commerciale diffuso in quasi tutti i Paesi europei, con un impatto significativo a livello economico. Si pensi all’edilizia, alla produzione manifatturiera, ai servizi di informazione specializzata. Nel 2007 il giro d’affari prodotto dal mondo sportivo si aggirava attorno a 360 miliardi di euro tra: business delle squadre professionisti, consumo famiglie, investimenti, spesa Enti Locali, Pubblica Amministrazione. In Italia questo settore incide positivamente sul fatturato globale delle imprese e rappresenta un’importante area di occupazione. L’attività sportiva è un punto di incontro tra domanda, offerta e aree trasversali. Secondo i dati ISTAT, pubblicati a gennaio 2010, il 21.5% della popolazione italiana pratica sport abitualmente, il 9,6% saltuariamente, mentre il 27,7% , pur non svolgendo un’attività sportiva vera e propria, dichiara di esercitare qualche attività fisica in autonomia (bicicletta, nuoto, camminata, ecc.). La domanda si è allargata e ha attratto, nel corso degli anni, nuovi soggetti: donne, anziani, bambini, disabili. Molti individui portatori di handicap sono entrati in contatto con lo sport, che è diventato un veicolo di integrazione e socializzazione nella vita sociale quotidiana, un modo per È in aumento la richiesta di manager da parte di aziende che operano nel settore sportivo. aziende che si occupano della produzione, commercializzazione, promozione di prodotti/servizi sportivi. C’è un gran bisogno di dirigenti con una preparazione specializzata e approfondita di tipo economico, giuridico, sociologico, organizzativo per società di sponsorizzazione, agenzie di comunicazione, impianti sportivi, turismo, fitness. La necessità di sviluppare l’impiantistica sportiva, è un dato di fatto. La sua inadeguatezza chiama in causa le infrastrutture obsolete, ma anche le modalità di gestione degli impianti e l’utilizzo dei fondi economici. Oggi servono competenze manageriali. Lo stesso vale per il turismo sportivo, settore in forte crescita, occasione di sviluppo locale, risorsa economica e fonte di occupazione. rimettersi in gioco nonostante i limiti imposti dalle patologie e ricostruire la propria esistenza. La varietà degli approcci e delle motivazioni allo sport (benessere, socialità, competizione) ha spinto l’offerta a diversificare i servizi e le discipline; gli impianti sportivi sono diventati polifunzionali, il mercato degli articoli di settore si è globalizzato, sono nate figure professionali specializzate: allenatori, professionisti, agenti promotori, ecc. Ciò ha coinvolto le aree trasversali con un incremento dei flussi finanziari e della comunicazione (pay-tv, internet, satellitare). Lo sport è un’azienda! L’interazione tra sport e management è sempre più inscindibile, viste le tendenze evolutive e la complessità delle problematiche da affrontare. È in aumento la richiesta di manager da parte di 25 - HT Le attività che rientrano in questo ambito sono variegate: turismo podistico, nautico, sciistico, golf, pesca, canoa, rafting, ecc. Una ricerca dell’Osservatorio Econstat svolta a marzo 2008 mette in luce, tra l’altro, che il mercato inerente ai viaggi dedicati allo sport, si attesta al 73% dei casi per praticare un’attività sportiva, al 16% per assistere a eventi, l’11% per accompagnare familiari impegnati attivamente. In altri termini, il mercato genera annualmente: 10,7 milioni di viaggi l’anno, soggiorni per 60 milioni di notti e una spesa media di 590 euro per viaggiatore. Incrementare nuova ricchezza e accrescere la fruibilità dei tifosi, dipende molto dalla capacità dei manager, che devono saper potenziare e coordinare i flussi turistici, pianificare il sistema ricettivo nel suo complesso, FOCUS progettare piani di sponsorizzazione, ricercare sponsor, ecc. Capacità indispensabili anche per gestire un centro fitness, una palestra. Il fitness si è consolidato negli ultimi anni ed è in continua evoluzione, condizionando il tempo libero di molti praticanti ed appassionati. Gli addetti alla gestione di queste strutture devono essere degli esperti, disposti ad aggiornarsi sulle tendenze future, sui gusti dei clienti sempre più esigenti e segmentati, per differenziare il prodotto, mantenere alta la qualità del servizio ed essere competitivi. Per questo motivo il manager del fitness deve essere “allenato” ad applicare le strategie di marketing, conoscere le nozioni sugli aspetti amministrativi, giuridici. Purtroppo oggi non vi è una formazione adeguata nell’ambito del management sportivo. Dilaga l’improvvisazione dei soggetti provenienti dall’agonismo, specializzati nelle conoscenze tecnico-sportive, ma carenti nelle tematiche di: • diritto societario, economico, finanziario, quali: conoscenza della normativa fiscale, tributaria, della contabilità commerciale, dei contratti, della gestione dei pagamenti e proventi commerciali • metodologie e strumenti manageriali, quali: gestione di impresa e del personale (individuare il team, stabilire gli obiettivi, motivare) pianificazione attività e coordinamento lavori, tecniche di marketing e comunicazione (analisi target, servizi da proporre, lancio 26 - HT o rinnovo nuovi prodotti) customer satisfaction, analisi del bisogno espresso e non espresso dai committenti, valutazione modifiche in progress. Come in tutti i settori, anche nello sport la specializzazione sarà sempre più premiante. Pertanto, la formazione deve essere alla base della crescita manageriale. La volontà delle società sportive deve essere quella di muoversi verso una traiettoria che porti ad un effettivo cambiamento. Quello che serve è anche la volontà politica dello Stato e delle amministrazioni locali ad agire a livello normativo per scongiurare l’improvvisazione e incentivare investimenti sulla formazione dei manager sportivi. FONDITALIA Con le IMPRESE FUORI dai soliti schemi FondItalia è il Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua promosso da FederTerziario – Federazione Italiana del Terziario, dei Servizi, del Lavoro Autonomo e della Piccola Impresa Industriale, Commerciale ed Artigiana – e UGL – Unione generale del Lavoro –. Le imprese di tutti i settori economici, agricoltura compresa, che aderiscono a FondItalia hanno l’opportunità di utilizzare lo 0,30 del monte contributivo obbligatorio versato all’INPS (Legge 388/2000) per la formazione continua dei loro dipendenti. FondItalia è FUORI dai soliti schemi Un Proponente, ossia un’associazione o un consorzio di imprese, un ente di formazione o uno studio di consulenza aziendale, uno o anche più studi consorziati di consulenza del lavoro o commercialistici o qualsiasi soggetto erogatore di servizi amministrativi e gestionali, un’impresa per se stessa e per le sue imprese partecipate o consorziate, può promuovere l’adesione delle imprese al Fondo ed essere delegato dalle stesse a gestire il loro gettito (70% di quanto versato), cumulato in un unico Conto Aziende. FondItalia è VELOCE L’attivazione della procedura a Sportello - Sportello Imprese FondItalia 2010-2012 -, che esclude bandi e gare, consente di presentare Progetti con cadenza mensile, assicurando tempi di finanziamento ridotti FondItalia è AGILE Le Parti Sociali che promuovono il Fondo garantiscono la sottoscrizione immediata di un Accordo di Concertazione nazionale a valere sui Piani FondItalia è FLESSIBILE FondItalia accoglie tutte le esigenze formative delle Imprese, a partire dalla formazione “obbligo di legge”, ed ammette qualsiasi modalità formativa. FONDITALIA. NON RESTA CHE ADERIRE L’adesione a FondItalia si effettua utilizzando il modello di denuncia contributiva Uniemens dell’INPS relativo al primo periodo di paga utile, inserendo nell’apposito spazio il codice “FEMI” ed il numero dei dipendenti. via Cesare Beccaria 00196 Roma Tel. 06 95.21.69.33 - Fax 06 99.70.55.21 [email protected] - www.fonditalia.org SCHEDA DIDATTICA TIME MANAGEMENT TIME MANAGEMENT AZIONI POSITIVE PER CONCILIARE TEMPI DI VITA E DI LAVORO I mutamenti avvenuti negli stili di vita, nei contesti lavorativi e socio-economici hanno trasformato gli equilibri gestionali tra pubblico e privato. La conciliazione dei tempi per ottimizzare la qualità della vita è un’esigenza impellente. Essa è particolarmente sentita sul lavoro, dove sempre più spesso si viene colti dall’ansia di non riuscire a terminare le attività iniziate per le mille priorità che si accavallano e per la tendenza a rinviare, con il conseguente accumulo di carte sulla scrivania da smaltire in tempi procrastinati. Una situazione che porta a lamentarci, a renderci stressati, ad esaurire le energie psico-fisiche. Eppure, esistono persone che hanno tempo a sufficienza per realizzare i loro progetti senza affanni. Il problema della mancanza di tempo è un falso problema: la vera questione è che spesso non lo sappiamo gestire. (La prima parte della scheda è stata pubblicata nel numero precedente). SCHEDA DI SINTESI - seconda parte “ Le schede sono strutturate in: scheda di sintesi, che contiene tutti i macroelementi della scheda didattica con numerazione progressiva; scheda analitica, dove viene approfondito ogni singolo macroelemento con il rispettivo numero. ESIGENZE GENERALI: imparare a fare buon uso del tempo e capire cosa vogliamo ottenere per pianificare le nostre azioni anche quando siamo oberati di impegni. Ottimizzare le proprie risorse di tempo/energie per evitare lo stress. IL TEMPO •Definizione •Caratteristiche •Principi •Le 7 leggi del tempo •Programmare il tempo GESTIONE DEL TEMPO SUL LAVORO •Vantaggi •Ostacoli •Come creare il proprio piano di gestione del tempo CONCILIARE TEMPI DI LAVORO E VITA PRIVATA •Azioni positive di conciliazione per le imprese e per le persone •Normativa a favore della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro COMPETENZE SVILUPPATE: saper fissare le priorità ed organizzare attorno ad esse le attività, concentrandosi sulle idee giuste per bilanciare i tempi di vita e di lavoro. 29 - HT “ SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA TIME MANAGEMENT CONCILIARE TEMPI DI LAVORO E DI VITA PRIVATA Azioni positive di conciliazione per le imprese e per le persone Cosa sono le misure di conciliazione Gli attuali modelli sociali, economici e culturali hanno un impatto significativo sulle organizzazioni e sugli individui. In particolare: • il mercato del lavoro è mutato: le aziende richiedono maggiore flessibilità su orari, retribuzioni, mansioni che vanno ad incidere sulla gestione della vita privata degli individui; • la famiglia si è trasformata: vi è una forte presenza delle donne lavoratrici, che implica nuovi problemi nell’organizzazione e cura familiare come le esigenze dei figli, gli anziani da accudire, la mobilità urbana, gli orari dei servizi non compatibili con quelli lavorativi. Per contenere i costi, garantire la qualità della vita e umanizzare il lavoro servono appropriate misure di conciliazione. Ovvero, delle strategie che sostengano e rendano più compatibili i tempi della vita quotidiana privata e quelli della sfera 30 - HT SCHEDA ANALITICA lavorativa, pubblica-sociale. Azioni attuate per favorire l’occupazione femminile e le pari opportunità: uguaglianza tra uomini e donne sul lavoro. La conciliazione è un tema complesso ed implica il coinvolgimento di diversi attori, tra cui le aziende. AZIENDE E CONCILIAZIONE Le aziende devono adeguarsi ai cambiamenti sociali, culturali, demografici in atto, mediante una nuova organizzazione del lavoro e promuovendo politiche efficaci che sappiano valorizzare le differenze di genere, razza, istruzione e promuovere un equilibrio tra tempi di lavoro e di vita. Ciò contribuisce: ad accrescere: • il benessere organizzativo: clima di lavoro più sereno ed equo • l’occupazione • la qualità aziendale • la produttività a diminuire: • l’assenteismo • il turn-over Ogni azienda, nell’adottare misure di conciliazione, deve tener conto di: • esigenze/bisogni dei dipendenti e loro fascia di età, dimensione aziendale, cultura aziendale • finanziamenti, che possono scaturire dall’azienda stessa, oppure da fonti pubbliche, in conformità a quanto disposto dalla normativa in materia: • Legge 125/91 art. 2 (attuazione di azioni positive, finanziamenti) “Le imprese, anche in forma cooperativa, i loro consorzi, gli enti pubblici economici, le associazioni sindacali dei lavoratori e i centri di formazione professionale che adottano i progetti di azioni positive, possono richiedere al Ministero del lavoro e della previdenza sociale di essere ammessi al rimborso totale o parziale di oneri finanziari connessi all’attuazione dei predetti progetti” • Legge n. 53/2000, l’art. 9 prevede di erogare contributi, di cui almeno il 50 per cento destinato ad imprese fino a cinquanta dipendenti, in favore di aziende che applichino accordi contrattuali che prevedono azioni positive per la flessibilità. • Legge n. 296 del 27/12/2006 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)", ha introdotto 31 - HT SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA TIME MANAGEMENT la possibilità di ottenere finanziamenti per progetti su flessibilità orari, per percorsi formativi, ecc. Strumenti di conciliazione dei tempi La conciliazione è un problema serio che non può essere risolto in modo individuale. Occorre promuovere e diffondere nuove modalità gestionali dei tempi di lavoro, a sostegno della donna e della società in generale. Tra le azioni positive introdotte rientrano: NIDI AZIENDALI I nidi aziendali sono strutture che offrono ai dipendenti servizi di custodia e cura dei figli, con personale qualificato, prezzi convenzionati e orari conformi a quelli del lavoro. L'azienda che desidera avviare un asilo nido aziendale può usufruire di finanziamenti agevolati con contributi in conto capitale sulle opere di adeguamento e di allestimento degli spazi. La normativa prevede svariate agevolazioni per la creazione di asili nido aziendali, quali: • Legge 18 ottobre 2001 n. 383 (c.d. Tremonti bis) art.4 stabilisce che “L'incentivo si applica anche alle spese sostenute per servizi, utilizzabili dal personale, di assistenza negli asili nido ai bambini di età inferiore a tre anni, e alle spese sostenute per la formazione e l'aggiornamento del personale. A questo importo si aggiunge anche il costo del personale impegnato nell'attività di formazione e aggiornamento…” • Legge 28 dicembre 2001 n. 448 (Finanziaria 2002) art. 70 comma 1 “È istituito un Fondo per gli asili nido nell’ambito dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”, comma 4 “Le regioni… provvedono a ripartire le risorse finanziarie tra i comuni, singoli o associati, che ne fanno richiesta per la costruzione e la gestione degli asili nido nonché di micro-nidi nei luoghi di lavoro”, comma 6 “Le spese di partecipazione alla gestione dei micro-nidi e dei nidi nei luoghi di lavoro sono deducibili dall’imposta sul reddito dei genitori e dei datori di lavoro…” • Legge 27 Dicembre 2002 n. 289 (Finanziaria 2003) Istituisce dall'anno 2003 il Fondo per il finanziamento dei datori di lavoro che realizzano servizi di asilo nido e micro-nidi. Art. 91 (Asili nido nei luoghi di lavoro) “Al fine di assicurare un'adeguata assistenza familiare alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti con prole, è istituito dall'anno 2003 il Fondo di rotazione per il finanziamento dei datori di lavoro che realizzano, nei luoghi di lavoro, servizi di asilo nido e micronidi, di cui all'articolo 70 della legge 28 dicembre 2001, n. 448” 32 - HT SCHEDA ANALITICA BANCHE DEI TEMPI Come prevede l’art. 27 della Legge n. 53/2000 : “Per favorire lo scambio di servizi di vicinato, per facilitare l’utilizzo dei servizi della città e il rapporto con le pubbliche amministrazioni, per favorire l’estensione della solidarietà nelle comunità locali e per incentivare le iniziative di singoli e gruppi di cittadini, associazioni, organizzazioni ed enti che intendano scambiare parte del proprio tempo per impieghi di reciproca solidarietà e interesse, gli enti locali possono sostenere e promuovere la costituzione di associazioni denominate “banche dei tempi”. Le Banche del Tempo sono libere associazioni di persone che scambiano “tempo” gratuitamente per attività quotidiane. Tutti possono essere promotori della Banca del tempo, che è formata da un gruppo di 15/20 soggetti. Si distinguono: gruppi spontanei di amici; associazioni-organizzazioni sindacali; comuni-assessorati; cooperative sociali. I soci sono soprattutto persone che lavorano, in maggioranza donne dipendenti, autonome e libere professioniste, che trovano in questa associazione un sostegno nel conciliare il tempo di lavoro e il tempo familiare PART-TIME Il part-time (tempo parziale) è un contratto di lavoro con orario inferiore rispetto a quello full-time. Esso può essere di tipo: • orizzontale = orario di lavoro giornaliero ridotto • verticale = orario di lavoro a tempo pieno, ma per periodi definiti nella settimane/ mese/anno • misto = orario di lavoro combinato tra orizzontale e verticale Il rapporto di lavoro a tempo parziale è un utile strumento perché: • incrementa l’occupazione, soprattutto femminile • soddisfa i bisogni di flessibilità delle aziende • si adatta alle esigenze di conciliazione tra lavoro e famiglia Tra le normative che regolano il part-time si citano: • Decreto legislativo n. 61 del 25/02/2000 che recepisce ed attua la direttiva europea 97/81/CE relativa all’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale concluso dall’UNICE, dal CEEP e dalla CES. Il DL n. 61/2000 è stato modificato dagli articoli 46 – comma 1 - e art. 85 – comma 2 - del decreto legislativo n. 276 del 10/09/2009 • Decreto legislativo n. 368 del 06/09/2001 “Attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall'UNICE, dal CEEP e dal CES” 33 - HT SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA TIME MANAGEMENT • Legge 6 agosto 2008, n. 133 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" art. 73 (part-time). La normativa prevede che la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale non avviene più automaticamente, ma è rimessa alla valutazione discrezionale dell’Amministrazione • Legge 4 novembre 2010, n. 183 - “Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro”. L’art. 16. “Disposizioni in materia di rapporto di lavoro a tempo parziale” consente all’Amministrazione entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di “sottoporre a nuova valutazione i provvedimenti di concessione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale già adottati prima della data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008.” ORARIO FLESSIBILE L’art. 9 della Legge n. 53/2000, al fine della conciliazione dei tempi, promuove e incentiva particolari forme di flessibilità degli orari lavorativi in entrata ed uscita. L’orario flessibile consiste nel posticipare l’orario di inizio del lavoro, ovvero nell’anticipare l’orario di uscita o nell’avvalersi di entrambe le facoltà, compatibilmente con le esigenze di servizio. Ciò è utile soprattutto per i soggetti che si trovano in particolari situazioni personali, sociali, familiari, es. inserimento figli in asili nido, figli in età scolare, cura di anziani, ecc. TELELAVORO Il telelavoro è "una forma di lavoro effettuata in luogo distante dall'ufficio centrale o centro di produzione e che implichi una nuova tecnologia che permetta la separazione e faciliti la comunicazione." (Organizzazione Internazionale del Lavoro di Ginevra). Le forme organizzative del telelavoro possono essere: • telelavoro da casa: il lavoratore (es. autonomo o libero professionista) svolge l’attività al proprio domicilio, utilizzando appropriati strumenti tecnologici • telelavoro mobile: il lavoratore non dispone di una sede fissa, ma di plurisedi. Per il lavoro si avvale di strumentazione informatica e telematica portatile • telelavoro office-to-office: il lavoratore ha una sede fissa, un ufficio, ma lavora interagendo con il team sparso per vari paesi del mondo. Strumenti utilizzati: internet, tecniche di groupware, ecc. 34 - HT SCHEDA ANALITICA Il telelavoro è oggi tecnicamente possibile, ma vi sono delle resistenze nella sua introduzione, quali: mentalità aziendale e organizzativa, infrastrutture tecnologiche, abitudini individuali. Non sono da sottovalutare i benefici che i lavoratori, le aziende ed il sistema sociale nel complesso ne possono trarre: • per gli individui: migliore gestione del tempo in relazione all’attività lavorativa e familiare, ai rapporti sociali, nonché maggiore autonomia e creatività • per le imprese: flessibilità organizzativa, aumento della produttività, diminuzione dei costi, minori spese d’affitto per immobili • per il sistema sociale: riduzione del traffico, dell’inquinamento per spostamenti, riqualificazione delle città JOB SHARING (contratto di lavoro ripartito) In conformità a quanto disposto dal D.Lgs 276/2003 art. 41 “Il contratto di lavoro ripartito e' uno speciale contratto di lavoro mediante il quale due lavoratori assumono in solido l'adempimento di una unica e identica obbligazione lavorativa”. Comma 5 “Le dimissioni o il licenziamento di uno dei lavoratori coobbligati comportano l'estinzione dell'intero vincolo contrattuale. Tale disposizione non trova applicazione se, su richiesta del datore di lavoro, l'altro prestatore di lavoro si renda disponibile ad adempiere l'obbligazione lavorativa, integralmente o parzialmente, nel qual caso il contratto di lavoro ripartito si trasforma in un normale contratto di lavoro subordinato di cui all'articolo 2094 del codice civile.” Art. 42 Forma e comunicazioni: “il contratto di lavoro ripartito è stipulato in forma scritta ai fini della prova dei seguenti elementi: la misura percentuale e la collocazione temporale del lavoro giornaliero, settimanale, mensile o annuale, il luogo di lavoro, nonché il trattamento economico e normativo spettante a ciascun lavoratore” CONGEDI E TUTELA DELLA FAMIGLIA La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea approvata il 07/12/2000 ed in particolare l’art. 33 riconosce che “al fine di poter conciliare vita familiare e vita professionale, ogni individuo ha diritto di essere tutelato contro il licenziamento per un motivo legato alla maternità e il diritto a un congedo di maternità retribuito e a un congedo parentale dopo la nascita o l’adozione di un figlio” La legge n. 1204/71 che rappresenta la tutela base delle lavoratrici madri è stata migliorata ed integrata dalla Legge 8 marzo 2000, n. 53 La Legge 8 marzo 2000, n. 53 "Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città". La parte iniziale della Legge, art. 3, si occupa di congedi parentali dei SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA TIME MANAGEMENT genitori, compresi quelli adottivi ed affidatari. Il congedo è riconosciuto ad entrambi i genitori, a prescindere dalla condizione lavorativa dell’altro. Nel complesso i due genitori, lavoratori subordinati, hanno diritto ad un’assenza di 10/11 mesi. Con la Legge 53/2000 il padre è riconosciuto titolare del diritto di astenersi dal lavoro per prendersi cura del figlio (corresponsabilizzazione della figura paterna) Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53". Il testo unico disciplina i congedi, i riposi, i permessi e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori connessi alla maternità e paternità di figli naturali, adottivi e in affidamento, nonché il sostegno economico alla maternità e alla paternità. NORMATIVA A FAVORE DELLA CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO In Italia, da alcuni anni, sono state introdotte normative per sviluppare politicheazioni di conciliazione e pari opportunità. Tra le varie normative si annoverano: • Legge 903/1977: “Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro”, che stabilisce il divieto di discriminazioni fondante sul sesso, per quanto riguarda l’accesso al lavoro, la retribuzione, l’attribuzione delle qualifiche, mansioni, progressioni di carriera, condizioni di lavoro, assenze di lavoro, assegni familiari • Legge n. 125/1991: “Azioni positive per la realizzazione della parità uomodonna nel lavoro”. Le disposizioni contenute nella legge hanno lo scopo di favorire azioni positive per le donne, al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione di pari opportunità • Legge n. 53/2000: “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”. La finalità, come si evince dall’art. 1 è quella di “promuovere un equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione, mediante: • l’istituzione dei congedi dei genitori e l’estensione del sostegno ai genitori di soggetti portatori da handicap • l’istituzione del congedo per la formazione continua e l’estensione dei congedi per la formazione • il coordinamento dei tempi di funzionamento delle città e la promozione dell’uso del tempo per fini di solidarietà sociale 36 - HT SCHEDA ANALITICA L’ultima modifica alla legge 53 è giunta nel 2009, con le modifiche apportate dall’articolo 38 della Legge 18 giugno 2009, n. 69 •Decreto Legislativo n. 216/2003: “Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, che dà disposizioni sull’attuazione di misure necessarie per combattere qualsiasi discriminazione diretta-indiretta e di molestie su uomini e donne •Decreto legislativo n. 198 del 2006: "Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246" che come si evince all’art. 1 “Le disposizioni del presente decreto hanno ad oggetto le misure volte ad eliminare ogni distinzione, esclusione o limitazione basata sul sesso, che abbia come conseguenza, o come scopo, di compromettere o di impedire il riconoscimento, il godimento o l'esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale e civile o in ogni altro campo.” •Intesa del 29/04/2010 denominato “Italia 2020. Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro” sottoscritto dal Ministro per le Pari Opportunità e dal Ministro del Lavoro. “Un piano d'azione per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro attraverso misure concrete, come la diffusione dei nidi familiari, il potenziamento dei servizi di cura, la creazione di albi di badanti e babysitter appositamente formate, il sostegno economico a chi lavora da casa tramite telelavoro, gli sgravi fiscali sul lavoro delle donne del Mezzogiorno.” NORMATIVA COMUNITARIA Vi sono norme comunitarie che sono a tutela della maternità ed a sostegno della conciliazione, quali: • direttiva 76/207/CEE del 09/02/1976: come si evince dall’art. 1, scopo della direttiva è l’attuazione negli Stati membri del principio della parità di trattamento fra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro. • direttiva 92/85CEE del 19/10/1992, concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento • direttiva 2000/43/CE del Consiglio d’Europa del 29 giugno 2000 che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica • strategia quadro comunitaria in materia di parità tra uomini e donne (20012005): mira alla parità dei sessi ed affronta cinque settori d'intervento: 37 - HT SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA TIME MANAGEMENT vita economica - partecipazione e rappresentanza - accesso e godimento dei diritti sociali - vita civile - evoluzione dei ruoli e superamento degli stereotipi •risoluzione del Parlamento europeo sul futuro della strategia di Lisbona per quanto riguarda la prospettiva di genere (2004/2219 (INI)) che, tra l’altro, invita gli Stati membri a proseguire gli sforzi nella promozione dell'occupazione femminile, nella riduzione del divario delle remunerazioni tra donne e uomini, nella promozione delle donne a posti di lavoro di alto livello, corrispondenti alle loro qualifiche. Insiste sulla necessità per gli Stati membri di introdurre nei loro piani d'azione nazionali misure che prevedano la creazione di strutture di custodia dei bambini e di altre persone non autosufficienti facilmente accessibili, di buona qualità e a prezzi abbordabili • direttiva 2006/54/CE riguardante l’attuazione del principio della pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, attuata con D.L. n. 5 del 25/01/2010 • Road Map 2006 (Tabella di marcia) atto che rivisita la Strategia Quadro 2001-2005 e riafferma il valore dell'uguaglianza di genere, sia attraverso politiche di gender mainstreaming, che attraverso l'adozione di misure specifiche ESIGENZE Migliorare la qualità della vita di uomini e donne, adottando adeguate politiche di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. VANTAGGI Assicurare un maggior equilibrio tra vita professionale e vita familiare, porre fine alla disparità di genere e garantire una più ampia partecipazione delle donne al mercato di lavoro. COMPETENZA ACQUISITE Acquisire consapevolezza di tutti gli strumenti, normative nazionali e comunitarie, finanziamenti che sostengono e facilitano la conciliazione dei tempi e la pari opportunità, risolvendo il conflitto tra lavoro di cura e crescita professionale. 38 - HT Un percorso formativo costruito su misura che aiuta le risorse umane a far crescere le proprie potenzialità. Sul territorio gli atelier della formazione BRESCIA - via Codignole 52 Il documento di valutazione dei rischi | 20 ore (dal 25 ottobre) - Diurno 260,00���(IVA compresa) Valutazione del rischio da stress lavoro-correlato | 12 ore (dal 26 settembre) - Diurno 195,00���(IVA compresa) Formazione RLS | 32 ore (dal 23 settembre) - Diurno 385,00���(IVA compresa) Web: Creazione e sviluppo siti internet | 40 ore (dal 7 novembre) - Serale 400,00���(IVA compresa) PADOVA - via San Marco 11, presso Complesso Net Center Formazione RSPP | 16 ore (dal 15 ottobre) - Diurno 200,00���(IVA compresa) BOLOGNA - via Nicolò dall'Arca 1/D, angolo via Carracci Inglese (Conversazione) | 38 ore (dal 19 ottobre) - Serale 300,00���(IVA compresa) LECCO - corso Matteotti 5/A Buste paga e contributi con il software applicativo Zucchetti | 30 ore (dal 12 novembre) - Diurno 300,00���(IVA compresa) SESTO SAN GIOVANNI (MI) - viale Edison 110 presso Edison Center Il processo di selezione del personale | 30 ore (dal 12 novembre) - Sabato 270,00���(IVA compresa) BERGAMO - via Foro Boario, 3 Autocad 3D | 20 ore (dal 20 ottobre) - Serale 300,00���(IVA compresa) Visita il nostro sito www.atenateam.it e richiedi la tua copia gratuita del Volume Corsi 2011/2012 Ogni corso è un’opera ispirata a te. SCHEDA DIDATTICA SAPER GESTIRE LE FRUSTRAZIONI PER VIVERE FELICI SAPER GESTIRE LE FRUSTRAZIONI PER VIVERE FELICI esperienza umana, fin dalla nascita ai periodi successivi della vita, è sottoposta a situazioni ’ L frustranti: scuola, famiglia, lavoro, sentimenti, amicizie, salute, ecc. Esse possono logorare e produrre emozioni spiacevoli con ricadute psicosomatiche (ansia, depressione, fobie, problemi digestivi). La tolleranza alle frustrazioni non è uguale per tutti. La stessa problematica può turbare in modo diverso gli individui. Per questo è importante saper canalizzare le energie e superare l’ostacolo che impedisce il raggiungimento del fine per mantenere un buon equilibrio psico-fisico e vivere con serenità. (La seconda parte della scheda sarà pubblicata nel numero successivo). SCHEDA DI SINTESI - prima parte “ Le schede sono strutturate in: scheda di sintesi, che contiene tutti i macroelementi della scheda didattica con numerazione progressiva; scheda analitica, dove viene approfondito ogni singolo macroelemento con il rispettivo numero. ESIGENZE GENERALI: reagire positivamente alle frustrazioni, imparare ad affrontare l’ostacolo e, se necessario, cercare strade alternative per compensare la delusione subita. LE FRUSTRAZIONI •Definizione e tipologie •Cause •Reazioni e meccanismi di difesa •Strategie per superare le frustrazioni •Prevenire gli eventi potenzialmente frustranti COMPETENZE SVILUPPATE: saper individuare le fonti problematiche, trovare soluzioni appropriate e adottare strategie difensive per attenuare gli influssi negativi degli eventi frustranti. 40 - HT “ SCHEDA ANALITICA LE FRUSTRAZIONI Definizione e tipologie Con il termine frustrazione si definisce la mancata realizzazione di un desiderio e/o la soddisfazione di un bisogno a causa di un ostacolo che impedisce il raggiungimento del fine. L’ostacolo può essere: •permanente o temporaneo •interno alla persona, oppure esterno: legato all’ambiente circostante •attivo: risolvibile con la volontà dell’individuo, oppure passivo: non superabile con la sola volontà La frustrazione viene data da: •impedimento: quando è dovuta ad uno scoglio che impedisce la realizzazione del bisogno •dilazione: nel caso in cui la soddisfazione del bisogno viene posticipata •conflitto: se alla soddisfazione di un desiderio si contrappongono due tendenze incompatibili per cui bisogna fare una scelta La soglia di tolleranza varia da persona a persona, in linea con le caratteristiche individuali, in proporzione agli eventi stressanti che si accumulano nell’arco della vita e dall’intensità del desiderio di ottenere qualcosa. 41 - HT SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA SAPER GESTIRE LE FRUSTRAZIONI PER VIVERE FELICI Le frustrazioni possono essere: •positive: quando rinforzano l’Io e hanno una valenza formativa perché ci fanno maturare, sollecitano la ricerca di soluzioni e sono una possibilità per migliorarsi, mettersi alla prova, crescere professionalmente. In questi casi il senso di disagio è di breve durata •negative: quando vanno oltre il livello di sopportazione personale e richiedono un forte impegno per metabolizzarle. Le energie mobilitate per soddisfare un’esigenza, dopo aver subito una frustrazione, si accumulano e possono produrre una sensazione emotiva spiacevole se non adeguatamente scaricate in altre vie compensatorie. Ovvero, la carica di energia bloccata in noi, se non gestita, può causare situazioni di squilibrio psico-fisico. Cause Le frustrazioni ed il conseguente disagio possono essere causati da vari fattori, tra cui: •ambiente fisico: conformazione geografica, tipo di terreno, fertile o improduttivo, altitudine, rete di trasporto e comunicazione, alta densità demografica, traffico automobilistico, difficoltà di parcheggio, inquinamento, rumore, degrado degli alloggi, realtà ostili, monotonia, clima: vivere in posti dove c’è la nebbia, piove spesso, nevica, fa freddo o troppo caldo. Lavoro: fare il pendolare (alzarsi presto al mattino, tornare tardi alla sera, viaggiare), lavorare in un ambiente malsano: aria troppo secca, concentrazioni di anidride carbonica, pulviscolo, emissioni di apparecchiature, lampade, schermi, computer, fotocopiatrici e stampanti, dover trasferirsi per trovare un’occupazione, ecc. •ambiente sociale: le norme sociali non sempre sono adeguate alle esigenze dell’uomo, in molti casi vincolano l’ azione ed i desideri. Tra le cause sociali rientrano: liti tra condomini, malattia, minoranze etniche, politiche e religiose, difficoltà nelle relazioni fra i sessi, diminuzione dei valori di riferimento. Nell’ambito del lavoro: superiori gerarchici, presenza di fenomeni come mobbing, bossing, ingiustizie, conflitti. Condizioni degli anziani: disinteresse da parte dei parenti, emarginazione dal tessuto sociale. Situazione dei giovani: precarietà del posto di lavoro, mancanza di punti solidi di riferimento, incertezza per il futuro •ambiente familiare: educazione severa, autoritaria, oppure iperprotettiva e ansiosa che limita la libertà. Disinteresse, noncuranza, incoerenza 42 - HT SCHEDA ANALITICA educativa. Alcuni avvenimenti familiari come la nascita di un fratello, l’abbandono di un genitore, ecc. •cause personali: possono essere quelle inerenti all’aspetto fisico, psichico in quanto limitano l’autostima e la soddisfazione di alcuni bisogni. Esistono persone che per questi motivi temono di non essere accettati dagli altri e crollano nell’angoscia. Tra le cause personali rientrano quelle legate all’età dello sviluppo, ad esempio l’adolescente, che è spinto da una parte alla ricerca dell’autonomia e dall’altra al bisogno di protezione •cause sentimentali: difficoltà di relazione con familiari, amici, coniuge, fidanzato, consanguinei. Nella società attuale, la crescente sfiducia nel prossimo, l’insoddisfazione e l’orgoglio si ripercuotono nei rapporti interpersonali e accrescono dissapori, litigi, incomprensioni Reazioni e meccanismi di difesa Le persone, di fronte ad eventi frustranti reagiscono per cercare di superarli e riacquistare una condizione di benessere. Tra queste reazioni alcune sono adeguate e consentono di affrontare l’impedimento, altre sono inadeguate perché non aiutano a superare l’evento frustrante e raggiungere il fine. Reazioni adeguate I comportamenti di risposta adeguate alle frustrazioni sono: •persistenza ed intensificazione dello sforzo: maggiore è la motivazione e più tenace è la forza a persistere nel raggiungimento dell’obiettivo, nonostante la presenza di un intralcio. Es. un esame scolastico andato male. La reazione positiva è quella di intensificare lo studio •cooperazione: viene stimolata la collaborazione fra le persone che subiscono l’evento frustrante (es. presenza di un nemico comune da fronteggiare) •sviluppo creatività: si ha quando la difficoltà stimola l’intelligenza e l’apprendimento •riorganizzazione dei dati: sviluppare una corretta plasticità tra fini e mezzi •fantasie compensatorie: si tratta di una valvola di sfogo che, entro certi limiti, consente all’individuo di raggiungere l’equilibrio attraverso la soddisfazione fantastica dei bisogni •sublimazione: le energie per soddisfare le proprie pulsioni sono indirizzate verso nuovi scopi, quali: obiettivi sociali, scientifici, artistici, spirituali 43 - HT SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA SAPER GESTIRE LE FRUSTRAZIONI PER VIVERE FELICI •sostituzione dei fini: è un sistema compensatorio per scaricare le tensioni, cercando un’attività simile a quella che non è andata a buon esito Reazioni non adeguate - meccanismi di difesa L’individuo quando non è in grado di affrontare le risposte alle frustrazioni e non analizza il problema in maniera razionale, sviluppa resistenze inadeguate. In particolare, nel momento in cui il livello di frustrazione è elevato, al punto di superare i limiti di tolleranza, il soggetto mette in atto dei meccanismi psicologici di difesa inconsci per mascherare l’angoscia o rappresentare una situazione di vita più gratificante di quella reale. I meccanismi di difesa sono un compromesso tra una pulsione non soddisfatta e la realtà, un sistema adottato dalla mente che si sente in pericolo senza possibilità di difendersi in maniera conveniente. Tra i più diffusi si annoverano: •negazione: è un modo per sfuggire a stati d’animo di sofferenza, attraverso la negazione della realtà che ha provocato il disagio •proiezione: è un meccanismo che tutela l’individuo dalla consapevolezza della propria inadeguatezza, attribuendo agli altri (persone, gruppi, oggetti, simboli) sentimenti/desideri/qualità che non riconosce come suoi. In questo modo il soggetto si libera di emozioni/reazioni scomode, proiettandole all’esterno •rimozione: tende ad escludere dalla coscienza, ad emarginare dalla consapevolezza pensieri, ricordi, esperienze inaccettabili e dolorose (vedi ad es. le amnesie). La rimozione blocca il conflitto senza risolverlo e non sempre permette una vita appagante •fissazione: significa frenare lo sviluppo della personalità, non adottare un comportamento adulto (es. sindrome da Peter-Pan) •identificazione: è un meccanismo mediante il quale un soggetto fa propri i valori/ruoli atteggiamenti di altre persone/gruppi ed empaticamente reagisce alle vicende di questi come se fossero sue (auto-attribuzione) •regressione: la frustrazione quando è prolungata nel tempo può spingere l’adulto a comportarsi in modo regressivo, infantile (isolarsi, mangiare troppo, bere, ecc.). È il ritorno simbolico agli anni infantili per richiedere particolari coccole, affetto ed evitare temporaneamente l’avversità, come 44 - HT SCHEDA ANALITICA se dovesse ancora accadere. Una forma di regressione è “l’invalidismo”, ossia ricoprire il ruolo di persona ammalata, in condizioni di buona salute, pur di ricevere maggiori attenzioni. Può trattarsi di una reazione passeggera oppure permanente, a seconda dei casi •autismo: l’individuo si isola in sé stesso, si emargina dall’ambiente sociale, dalla realtà, che viene sostituita con un’altra, immaginata ed eretta in maniera illusoria. Si tratta di una soluzione per alleviare la sofferenza provocata da conflitti intollerabili •repressione: è l’inibizione di un desiderio, impulso, sentimento non accettabile a livello della coscienza •formazione reattiva: è un atteggiamento rigido, inflessibile che, per compensare la frustrazione, si manifesta con sentimenti opposti a quelli provati, ostacolando l’espressione degli impulsi originari (falso sé = personalità non autentica). Esempio: un eccesso di modestia che maschera ambizione, un atteggiamento arrogante che nasconde un senso di inadeguatezza. Un comportamento normale deve essere plastico che si adatta alle circostanze. La seconda parte della scheda verrà pubblicata nel prossimo numero ExpoTraining ExpoTraining è la manifestazione fieristica organizzata specificatamente per far entrare in contatto le aziende, i potenziali clienti dei servizi rivolti alle risorse umane e gli operatori del settore, pertanto rappresenta una opportunità unica che permette di creare e sviluppare relazioni e contatti finalizzati ad implementare il proprio business. ExpoTraining è organizzata in: • sessioni di convegni: verranno organizzati in due giorni oltre venti convegni, che permetteranno di aggiornarsi sulle evoluzioni e sui trend; la partecipazione è gratuita • Area espositiva di 7.500 mq. disposti in 250 stand pre-allestiti o in aree libere personalizzabili, che permettono di entrare in contatto con potenziali clienti, avere una forte visibilità e reperire partner e fornitori • Matching, dove vengono organizzati specifici appuntamenti con aziende che hanno manifestato l’interesse ad acquistare i servizi rivolti alle risorse umane • Il “Grand Prix ExpoTraining 2011”, un riconoscimento nazionale rivolto alla formazione d’impresa ExpoTraining - 30 novembre 1 dicembre 2011 www.expotraining.it 45 - HT CAMPAGNA ABBONAMENTI 2012 La finestra dell’informazione sul mondo della formazione HT Human Training, rivista autonoma, è spiccatamente pratica, grazie all’innovativo piano editoriale focalizzato su un forte orientamento al “servizio” e grazie alle schede didattiche relative alle principali aree della formazione aziendale. L’utilizzo delle schede didattiche permette, inoltre, una rapida consultazione in grado di identificare immediatamente i contenuti e le tecniche di uno specifico argomento o programma formativo, per un’applicazione diretta. Per sottoscrivere l’abbonamento compilare la scheda sottostante e inviarla via fax allo 02 80509280 unitamente alla copia del bonifico bancario o per posta a C.R.I.S.O.F. s.c.a.r.l., Via Olmetto, 5 - 20123 Milano unitamente ad un assegno bancario non trasferibile intestato a C.R.I.S.O.F. s.c.a.r.l. TITOLARE DELL’ABBONAMENTO Nome.............................................................. Cognome............................................................................. Azienda......................................................................... Posizione.............................................................. Telefono......................................................... E-mail................................................................................... Indirizzo per la spedizione Via/Piazza.......................................................................................................................... Nr...................... CAP...................... Città..................................................................................................... Prov.................... Dati per la fatturazione Settore di Attività Azienda Società di servizi/Professionista Ragione sociale/Nome e Cognome Altro Partita Iva/C.F. ............................................................................................................................................... (campo obbligatorio) (compilare i campi seguenti solo se l’indirizzo è diverso da quello riportato sopra) Via/Piazza.......................................................................................................................... Nr...................... CAP...................... Città..................................................................................................... Prov.................... Pagamento Assegno bancario non trasferibile intestato a C.R.I.S.O.F. s.c.a.r.l. Bonifico bancario presso Gruppo Veneto Banca - Codice IBAN IT 13 L 0503545 3602 5057 0125 222 COSTO ABBONAMENTI selezionare il tipo di pacchetto. Iva assolta ai sensi dell’art.74 d.p.r. 633/197 Spedizione Italia Dettagli per il pagamento: 1 abbonamento (6 numeri) € 48 € 40 3 abbonamenti (18 numeri) € 144 € 110 5 abbonamenti (30 numeri) € 240 € 150 Spedizione estero 1 abbonamento € 60 Tutela dei Dati personali La informiamo, ai sensi dell’articolo 13 del d.l.g.s. n° 196/2003, che i dati da Lei forniti con il presente modulo verranno trattati per permetterLe di usufruire dei servizi offerti: Titolare del trattamento è C.R.I.S.O.F. s.c.a.r.l. con sede legale in Milano, Via Olmetto 5, cui Lei potrà rivolgersi per esercitare tutti i diritti di cui all’art. 7 del d.l.g.s. n° 196/2003. Acquisite le informazioni di cui all’art. 13 del d.l.g.s. n° 196/2003, barrando la casella sottostante acconsento/non acconsento al trattamento e alla comunicazione e diffusione dei dati da parte della Titolare del trattamento nonché di terzi la cui attività è connessa, strumentale o di supporto alla Titolare del trattamento. ACCONSENTO NON ACCONSENTO SCHEDA DIDATTICA I CONFLITTI COME RICONOSCERE E GESTIRE I CONFLITTI I l conflitto è una componente naturale della vita sociale e professionale. Avere rapporti idilliaci con tutti è un’ambizione ideale, ma purtroppo la realtà ci porta a scontrarci con persone e situazioni diverse, causando sofferenza e rotture. È importante affrontare e gestire i conflitti, elaborandoli in maniera adeguata e costruttiva, grazie al dialogo, all’assertività, senza dover scendere a compromessi e ripicche. (La prima parte della scheda è stata pubblicata nel numero precedente). SCHEDA DI SINTESI - seconda parte “ Le schede sono strutturate in: scheda di sintesi, che contiene tutti i macroelementi della scheda didattica con numerazione progressiva; scheda analitica, dove viene approfondito ogni singolo macroelemento con il rispettivo numero. ESIGENZE GENERALI: migliorare l’equilibrio e l’armonia dei rapporti personali nell’attuale contesto sociale e lavorativo, in cui sono in aumento le situazioni conflittuali. IL CONFLITTO • Definizione • Cause • Conseguenze positive/negative Come prevenire e gestire le situazioni conflittuali • Strategie per gestire i conflitti e renderli produttivi Gestire il post conflitto • Identificare nuove opportunità • Fare delle situazioni conflittuali un motivo di crescita • Individuare azioni per evitare ulteriori conflitti Comportamento assertivo • Definizione • Come si comporta la persona assertiva COMPETENZE SVILUPPATE: acquisire le tecniche più adatte per avere buoni rapporti con gli altri e stare bene con sé stessi 47 - HT “ SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA I CONFLITTI GESTIRE IL POST-CONFLITTO IDENTIFICARE NUOVE OPPORTUNITÀ È importante saper gestire il post-conflitto, affinché esso non si trasformi in una spaccatura dei rapporti, ma in una nuova opportunità. Ecco come fare. Esaminare il tipo di conflitto: • costruttivo: win-win • distruttivo: win-lose Focalizzare e comprendere il problema in relazione a: • dimensioni • complessità •tempi necessari per la soluzione •interconnessione con le diverse variabili • componenti personali: cognitivo-emotiva, comunicativa, etica •tentativi di soluzione messi in atto ed i risultati ottenuti • differenziare le persone dal problema • dare il giusto peso alle colpe e capire che ci sono più verità • non farsi logorare dalle emozioni negative che ostacolano la conciliazione • elaborare la rabbia: riflettere sul modo di valutare l’agire altrui • mettere da parte l’orgoglio: molte volte basta poco per sanare la situazione. Ad esempio: • si può fare “il primo passo” e dimostrare la nostra buona volontà a chiarire. È un buon segno di maturità • individuare nuovi comportamenti costruttivi • relazionarsi in maniera autentica, rivelando con onestà le intenzioni • cercare congruenza tra mezzi e scopi 48 - HT SCHEDA ANALITICA TECNICHE CONSIGLIATE Applicare l’approccio “BATNA” - Best Alternative To a Negotiated Agreement: opzioni disponibili in caso di mancato accordo. Il BATNA è la migliore alternativa a disposizione del soggetto qualora il conflitto e/o la negoziazione non vanno a buon fine. In tal caso occorre: • creare una lista di azioni che possono essere fatte • potenziare alcune delle idee migliori • selezionare l’alternativa più vantaggiosa • essere trasparenti nelle motivazioni • effettuare verifiche, interpretazioni e sintesi FARE DELLE SITUAZIONI CONFLITTUALI UN MOTIVO DI CRESCITA Il conflitto non sempre è qualcosa di negativo. In alcuni casi può diventare una risorsa, uno strumento per migliorare la comprensione di noi stessi, l’intesa con l’altro e per sbloccare la comunicazione. Ciò non significa che bisogna per forza litigare. Il litigio se viene strutturato in modo errato nuoce all’autostima e rende sfiduciati, apprensivi, incerti. Inoltre crea un clima teso e insoddisfacente, pregiudicando la qualità di vita personale e lavorativa. Le situazioni conflittuali devono essere un motivo di crescita e far comprendere al soggetto il valore di: • accettare le differenze • veicolare nuovi contenuti • aprirsi alla conoscenza ed all’incontro con gli altri, nel rispetto reciproco • collaborare e condividere idee, spazi e tempi, stimolando lo scambio • assumersi le responsabilità ed essere ragionevoli • mettersi in discussione: fare una autoconoscenza delle proprie capacità e limiti per attuare strategie migliorative • sviluppare l'intelligenza emotiva-relazionale. Essa è definita come la capacità di dominare le emozioni, comprendere i sentimenti personali e altrui, adattarsi alle situazioni, auto-motivarsi, sostenere gli altri, raggiungere gli obiettivi prefissati. L’intelligenza emotiva è un insieme di abilità, come: empatia, persuasione, autocontrollo che consentono di cogliere i lati positivi di ogni situazione ed è formata da (Goleman): •competenza personale, che implica: la consapevolezza di sé: riconoscere gli stati d’animo interiori; la padronanza di sé (sorvegliare le emozioni / sentimenti); ricercare l’innovazione e l’adattabilità; l’autocontrollo (dominare impulsi negativi/distruttivi); • competenza sociale: determinata dalle modalità in cui si gestiscono le relazioni interpersonali mediante l’empatia (comprensione degli altri, promozione delle diversità; le abilità sociali: buona capacità di comunicazione e di persuasione) 49 - HT SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA I CONFLITTI INDIVIDUARE AZIONI PER EVITARE ULTERIORI CONFLITTI Ci sono degli accorgimenti che consentono di evitare ulteriori conflitti. È buona regola: • predisporre una lista delle situazioni da chiarire • prendere consapevolezza dei nostri comportamenti sbagliati • stabilire obiettivi comuni • migliorare i livelli/processi comunicativi per rendere gli scambi interpersonali fluidi. È importante acquisire: • l’arte del dialogo. Il dialogo ha i suoi segreti, cela trappole, ambiguità e fraintendimenti. Non tutti i messaggi sono espliciti ed intenzionali e spesso devono essere interpretati e re-interpretati. Non esiste dialogo quando un soggetto impone agli altri le proprie idee, oppure manca la stima ed il rispetto reciproco, anche nelle situazioni più difficili. • l’arte dell’ascolto partecipe. Molte situazioni di conflittualità e disaccordi derivano dalla difficoltà a riconoscere il punto di vista dell’interlocutore. Le persone spesso non si impegnano nell’ascolto reciproco. Ascoltare non significa registrare ciò che l’altro dice in maniera passiva. L’ascolto per essere efficace deve essere attivo, coinvolgere orecchie e mente. Esso presuppone: • l’ascolto critico, basato sulla decodifica del messaggio • l’ascolto empatico, che si fonda sulla comprensione del discorso emesso e delle motivazioni sottese • l’arte del rispondere. Il modo di rispondere è determinante nella buona riuscita della comunicazione. Ciò non sempre avviene e provoca risentimenti. Bisogna stare attenti alle risposte disfunzionali, quali: • risposte fondate sul pregiudizio: il pregiudizio evita il confronto, blocca la comunicazione ed impedisce di considerare l’altro per quello che è • riposte egocentriche: sono tipiche di coloro che non ammettono i punti di vista altrui. È un modo rigido di affrontare la relazione in un ruolo di superiorità • risposte svalutanti: umiliano e sminuiscono l’interlocutore. La comunicazione è diretta alla persona e non al comportamento. Rifiuto del messaggio e dell’emittente. Chi svaluta gli altri spesso nasconde insicurezza ed inferiorità • risposte mistificanti: attribuzione di valori/significati dissonanti con quelli dell’emittente • risposte squalificanti: ovvero incoerenti e azionate per mettere in difficoltà l’interlocutore • risposte evitamento: la risposta si concentra su aspetti secondari e irrilevanti del messaggio ricevuto 50 - HT SCHEDA ANALITICA Inoltre è utile evitare di: • mantenere posizioni rigide che non consentono la negoziazione • accumulare problemi: fare notare le questioni appena accadono, senza aspettare di tracimare come un fiume in piena; affrontare un problema alla volta • dire le cose a metà: possono crearsi malintesi che nel tempo sviluppano rancore • toccare i punti deboli e personali degli altri: vita privata, famiglia, confidenze che ci hanno fatto, ecc. • cadere in una spirale di aggressività • creare un clima sfavorevole ad un approccio win-win COMPORTAMENTO ASSERTIVO Definizione Il termine assertività deriva dall’inglese “To assert” che all’inizio significava “mettere uno schiavo in libertà”. L’assertività è un metodo di interazione in cui l’individuo attua comportamenti, verbali e non verbali, volti ad affermare sé stesso nel rispetto degli altri. È il giusto equilibrio tra il comportamento aggressivo ed il comportamento passivo. Elementi assertività Vi sono elementi base che caratterizzano l’assertività, quali: • autostima (uguali nella diversità) • buona comunicazione • autonomia: stare con gli altri, ma essere in grado di rimanere da soli se necessario capacità di: • rischiare e chiedere: accettare il rischio di sbagliare, fare richieste in modo diretto-chiaro-convincente • dire di “No”: l’assertivo non è accondiscendente né oppositivo, ma onesto e trasparente nel dire cosa è disposto a fare e cosa non fare senza sentirsi in colpa • rispondere alle critiche: reazione costruttiva, ignorando le critiche generiche, offensive, manipolative, arroganti. Nelle critiche giustificate vi è l’attitudine ad ammettere errori e difetti personali • accogliere gli apprezzamenti: riconoscere i propri meriti e quelli altrui • accettare l’insuccesso Cause che ostacolano il comportamento assertivo Tra le cause che ostacolano lo sviluppo del comportamento assertivo rientrano: • esperienze personali negative 51 - HT • ambiente familiare distorto SCHEDA ANALITICA SCHEDA DIDATTICA I CONFLITTI • educazione troppo rigida • convinzioni disfunzionali • chiusura mentale COME SI COMPORTA LA PERSONA ASSERTIVA La persona assertiva è in grado di: • difendere i suoi spazi/diritti • autorealizzarsi • farsi valere. Non rinuncia alla propria dignità per evitare i conflitti • raggiungere obiettivi concreti, anche quando emergono difficoltà, senza prevaricare-umiliare gli altri • scegliere in maniera responsabile • essere proattivo • autorealizzarsi, comunicare desideri, emozioni, sentimenti in modo chiaro, diretto e non aggressivo • apprezzare sé stesso e gli altri • difendere i propri diritti La persona assertiva non è • rinunciataria • compiacente • aggressiva (non agisce con l’intento di dominare) • passiva ESIGENZA Acquisire una “vision” corretta del conflitto, quale elemento fisiologico del sistema sociale. Riconoscere le diverse tipologie di ostilità per gestirle e renderle un motivo di crescita personale/professionale. VANTAGGI Saper affrontare in maniera assertiva le situazioni conflittuali e prevenire le azioni che provocano il disaccordo tra due o più parti. COMPETENZA SVILUPPATA Essere in grado di applicare le strategie di “conflict resolution” per evitare, risolvere i conflitti ed attuare forme di negoziazione basate su appropriate tecniche comunicative e sull’intelligenza emotiva, in grado di mantenere un clima costruttivo e sereno. 52 - HT delMOform a t t i v i t à f o r m a t i v e Delmoform è un Ente di Formazione che progetta e avvia attività formative finanziate rivolte sia ad imprenditori sia a dipendenti delle imprese, finalizzate alla riqualificazione e aggiornamento delle risorse umane. Per lo svolgimento della sua attività, Delmoform si avvale di numerosi strumenti di finanziamento per tutto il processo di erogazione della formazione provenienti in particolare dal Fondo Sociale Europeo, Regione Lombardia, Provincia di Milano e Fondi Paritetici Interprofessionali nazionali per la formazione continua, La mission di Delmoform: creare, innovare, incrementare la produttività del singolo come elemento portante del Sistema Azienda. Grazie a consolidate partnership con altri enti dislocati sul territorio nonché con società di servizi e di consulenza e professionisti, Delmoform riesce a soddisfare le richieste formative delle aziende a 360°. Riconoscimenti: Ente accreditato dalla Regione Lombardia per i servizi formativi con iscrizione alla sezione “B” dell'albo Regionale. Associazione iscritta all'albo Enti accreditati di: Forma.Temp, Fondoprofessioni, Fonter, Formazienda. Accordo programmatico triennale con Fon.AR.Com. (Direct Learning) Via Vitruvio 38 20124 - Milano Certificazioni: Certificazione ISO 9001:2008 sezione EA37. Adozione codice etico e modello organizzativo conforme al D. Lgs 231/01 tel. 0266980923 fax 0267491784 P.IVA 05213410961 C.F. 9714170155 www.delmoform.it 53 -- [email protected] HT L’OPINIONE DI... LA FORMAZIONE FINANZIATA PER LO SVILUPPO D'IMPRESA: IL CASO FONDITALIA di A. Passerini Avvocato Franco vuole delinearci il quadro generale delle attività di FondItalia? Il Fondo Formazione Italia (in sigla FondItalia) è un Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua promosso dalla Confederazione datoriale FederTerziario e dalla Confederazione sindacale UGL attraverso uno specifico Accordo Interconfederale che riguarda tutti i settori economici, compreso quello dell’agricoltura. FondItalia promuove l’utilizzo della formazione continua quale strumento di crescita e sviluppo delle imprese, finanziando attività formative e propedeutiche per i lavoratori delle imprese aderenti a livello aziendale, territoriale, settoriale e/o tematico. Quali sono i numeri del fondo in termini di aziende e contribuzione? Da luglio 2009, data dalla quale è stato possibile aderire al Fondo, a giugno 2011, le imprese che hanno aderito a FondItalia sono 17.725 per un totale di 81.103 lavoratori. A tal riguardo è interessante sottolineare che la crescita delle adesioni su base annua, da febbraio 2010 a febbraio 2011, è più che raddoppiata (100% circa). Ad oggi, le risorse messe a disposizione per il finanziamento di progetti formativi è stato pari a 1.391.919,97 euro (dato aggiornato al 30 giugno). Da quanto ci ha detto, particolare rilevanza sembra avere il “Conto Aziende per Piani Pluriaziendali”. Vuole illustrarci le caratteristiche 54 - HT di questa vostra realtà che, come Lei riferisce, è, tra tutti i fondi interprofessionali, una vostra peculiarità? FondItalia per finanziare le attività formative per i lavoratori delle imprese aderenti utilizza una procedura a Sportello che consente di presentare progetti formativi con cadenza mensile nel corso dell’intero anno, senza il vincolo di Avvisi e di assegnazione competitiva delle risorse. Il finanziamento avviene mediante l’utilizzo di tre canali: il Conto Formativo Aziendale, Il Fondo di Rotazione e il Conto Aziende. Per quanto riguarda il Conto Formativo Aziendale, FondItalia mette a disposizione di imprese medio-grandi il 70% del relativo gettito per Piani formativi aziendali, non soggetto alla normativa di aiuti di stato, in una modalità diretta e non competitiva, con possibilità di cumulo della relativa disponibilità su base pluriennale. Mediante il Fondo di Rotazione, FondItalia finanzia, invece, Avvisi specifici a livello aziendale, territoriale o settoriale, mettendo a disposizione le risorse non utilizzate dalle imprese nei tempi e nei modi previsti dalle Linee guida dello Sportello Imprese 2010-2012, in questo caso con modalità competitiva. Tuttavia lo strumento strategico del Fondo resta il Conto Aziende. Il Conto Aziende si basa sull’aggregazione del 70% del gettito di più imprese in un unico conto, che verrà messo a disposizione di un soggetto, detto Proponente, da queste delegato alla sua gestione. Le risorse vengono versate sul Conto Aziende man mano che l’INPS le inoltra a FondItalia. E quali sono i vantaggi del “Conto Aziende” per le aziende che vi aderiscono? È il Proponente a verificare con le imprese le priorità dei fabbisogni formativi e a presentare, seguendo opportuni processi di rotazione tra le imprese beneficiarie, specifici Progetti formativi a valere sul Conto Aziende, senza ulteriori valutazioni e/o graduatorie di merito da parte del Fondo. Tale prassi, garantendo un maggior accantonamento di risorse e favorendo l’accesso alle stesse, consente anche alle piccole e medie imprese, generalmente penalizzate dalle modalità operative dei Fondi, di usufruire delle opportunità a sostegno della formazione in azienda. Ci può raccontare un caso di particolare successo di un piano formativo da voi finanziato e realizzato da una delle vostre imprese aderenti? Tra i casi di successo si rileva sicuramente il Piano FederTerziario. La presentazione del Piano, infatti, ha formalizzato la costituzione di una grande aggregazione – e del più grande Conto Aziende – di imprese micro, piccole e medie per la maggior parte localizzate nel Mezzogiorno, generalmente caratterizzato da una bassissima partecipazione di adulti alla formazione rispetto al Nord, e ha definitivamente caratterizzato FondItalia come il più “meridionale” tra i Fondi. Qual’è, a Suo parere, il panorama attuale della formazione continua professionale italiana? La formazione continua in azienda garantisce alle imprese che investono in questa attività un vantaggio immediato: l’apporto di professionalità per far fronte in maniera proattiva alle trasformazioni tecnologiche, organizzative, di mercato. E anche nel caso in cui l’impresa chiuda, l’esperienza lavorativa corredata da percorsi di aggiornamento continuo rendono la propria professionalità maggiormente spendibile presso altre imprese. Ecco perché, per quanto se ne faccia, resta sempre troppo poca. Quale ruolo ritiene abbia la formazione con- tinua professionale nell’affrontare le problematiche poste dalla recente crisi economica e produttiva che ha investito il nostro paese? Con l’“Intesa Stato Regioni 2011-2012 sugli ammortizzatori sociali in deroga e su politiche attive” il Governo, le Regioni e le Province Autonome hanno concordano sulla necessità di dare concretezza agli interventi di sostegno al reddito e di politiche attive nell’ambito del sistema degli ammortizzatori sociali in deroga, usufruendo anche del sostegno dei Fondi interprofessionali e degli Enti bilaterali. Pertanto, FondItalia, al fine di fornire il suo contributo in merito alla questione, ha deciso di rispondere all’invito pubblico per la presentazione di manifestazioni di interesse alla realizzazione di attività formative integrate di formazione continua tra Regione Lombardia e Fondi Paritetici Interprofessionali per la realizzazione di attività di formazione continua dirette ai lavoratori di imprese localizzate in Lombardia ed ampliando la platea di beneficiari per comprendere anche titolari di contratti a Progetto (co.co.pro), lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), Ordinaria o in mobilità, appartenenti ad aziende in crisi, in riorganizzazione o in ristrutturazione e datori di lavoro di micro e piccole imprese. Quali sono gli interventi urgenti di cui, secondo Lei, ha bisogno oggi la formazione continua professionale? Fino ad oggi, le imprese in grado di realizzare le proprie iniziative di formazione sono state relativamente poche e comunque perlopiù identificabili con le grandi realtà produttive, geograficamente collocate nel Nord-Nord Est. Il contributo impagabile dei Fondi è, dunque, quello di contribuire alla modificazione di tale scenario. Continua a servire, tuttavia, una maggiore attivazione di sinergie tra istituzioni e Parti Sociali per la rilevazione programmata dei fabbisogni formativi ed occupazionali, la facilitazione dell’accesso alla formazione e la messa a punto di programmi di certificazione delle competenze maturate mediante la formazione. 55 - HT «FondItalia ha creato il "Conto Aziende" che permette di accedere ai finanziamenti senza un bando.» L’OPINIONE DI... A SCUOLA DI SUCCESSO: L’ESEMPIO DI ATENA di Maria Rita Barberis Dr. Naoni, Atena nasce nel mese di settembre del 2003; ci racconti un po’ la storia della Sua società. La storia di Atena è una storia di successo nei campi dell’apprendimento sistematico, fattore chiave per le aziende ed i propri lavoratori, ai quali sono richieste conoscenze generali e competenze specialistiche, ma anche propensione all’aggiornamento, capacità di anticipare i cambiamenti e di problem solving. Atena risponde a queste necessità realizzando percorsi formativi “su misura” per i propri clienti, nella completa condivisione degli obiettivi di crescita e sviluppo fissati. L’accreditamento in Regione Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna oltre alla Certificazione ISO 9001 nel settore EA37 non sono che conferme della qualità e delle competenze nella gestione di tutte le tipologie formative. Con 20 filiali sparse capillarmente sui territori di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Trentino, oltre alla nuova sede internazionale di Bucarest, Atena si muove con una spinta propulsiva che la porta ad ampliare e ad arricchire la propria offerta formativa. La sua crescita è accompagnata dallo sviluppo di programmi di ricerca e consulenza sempre più completi, funzionali e performanti. Le 25 aule didattiche, i laboratori e le officine attrezzate con macchine specializzate (per saldatura a filo, elettrodo e tig, macchine utensili, macchine a controllo numerico e 56 - HT parte elettrica…) sono in grado di soddisfare ogni tipo di percorso formativo, teorico o pratico. Qual è la mission aziendale di Atena? Atena è in grado di evolvere con le esigenze delle economie di mercato e delle figure professionali che ne vengono coinvolte, considerando la formazione come il principale strumento di gestione del cambiamento del mondo del lavoro. Atena si caratterizza per l’alto standard qualitativo di una formazione progettata e realizzata in funzione delle specifiche esigenze dei propri clienti. Il nostro gruppo cura ogni dettaglio: dal reclutamento e selezione dei formatori agli aspetti più "visual". A differenza di molti altri centri, Atena offre spazi ampi e arredati con gusto e non è un caso che i nostri studenti rimangano abbagliati dall'eleganza degli spazi. Ovviamente, l'invito a visitare le nostre sedi è aperto a tutti. Il settore della formazione italiana è senza dubbio caratterizzato da una forte concorrenza a fronte di una domanda ancora troppo debole; qual è il valore aggiunto, rispetto alle concorrenti, che Atena è in grado di assicurare alle aziende clienti italiane? Il catalogo presenta una vasta tipologia di corsi di formazione che possiamo erogare. Tali corsi sono suddivisi per aree tematiche: linguistica, informatica, amministrazione, finanza e contabilità, controllo di gestione, sviluppo risorse umane e comunicazione, marketing e vendite, giuridica, alimentare/ ristorazione, logistica, produzione, qualità e sicurezza, sanità e molte altre. Monitoriamo costantemente il mercato e le richieste - che mutano continuamente - ed è per tale ragione che le aree tematiche sono in continua evoluzione; investiamo molto in ricerca e sondaggi per identificare con la massima precisione ciò che necessita l'impresa o il privato: solo in questo modo siamo in grado di mantenere altissimi standard qualitativi e grande prontezza nel rispondere alle sfide della formazione. E quali sono i vantaggi e le possibilità per gli utenti delle vostre attività formative? La distribuzione capillare nel Nord e Centro Italia, ad esempio: con l'imminente inaugurazione del polo di Firenze, abbiamo messo in campo risorse e energie importanti, perseguendo costantemente la volontà di distinguerci rispetto ai nostri competitor sul territorio e facilitare. Essere raggiungibili dai partecipanti dei nostri progetti formativi sta alla base della nostra missione. Qual è il grado di soddisfazione delle vostre aziende clienti? I dati parlano chiaro e la percentuale delle aziende che tornano a rivolgersi a noi è in continuo aumento. Crediamo molto nelle attività vòlte a mantenere ottimi rapporti con le imprese con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare e pare che anche le nostre azioni di networking riscontrino un buon successo. bito anch’essa il contraccolpo della crisi economica e finanziaria internazionale; Atena come ha affrontato questa situazione? Atena è un'impresa e come tale reagisce e subisce i periodi di recessione allo stesso modo dei clienti a cui ci rivolgiamo: ancora una volta ci distinguiamo per chiarezza e trasparenza. La nostra politica di pricing tiene ovviamente conto degli aumenti, ma rimane ben ancorata al concreto; il potere d'acquisto generale ha subìto un'inflessione importante e se Atena non ne avesse tenuto conto, non si confermerebbe come polo d'eccellenza. L'offerta e la qualità dei nostri servizi sono mantenuti alti, ma a fronte di una scelta di pricing premiante per noi e per tutte le aziende che come noi devono fare i conti con la recessione. A Suo parere quale ruolo ha la formazione professionale nel processo di ripresa dalla crisi economica e finanziaria globale? La formazione è un investimento più che mai importante in periodi di crisi: entrare in letargo è probabilmente la mossa meno efficace per rispondere alle sfide del mercato. Una risorsa altamente formata è un vantaggio competitivo nel breve e lungo termine. E per quanto riguarda gli utenti? Come reagiscono ai vostri interventi formativi? In linea di massima, otteniamo riscontri positivi. Poi, a seconda della durata del corso e all'intensità, si crea un legame con Atena che perdura nel tempo. L’offerta formativa in Italia ha senza dubbio su- 57 - HT «Il nostro gruppo cura ogni dettaglio: dal reclutamento e selezione dei formatori agli aspetti più visual.» L’OPINIONE DI... A SCUOLA DI ARTIGIANATO: FONDARTIGIANATO E LE PMI di F. Sala Dott. Gamberini, vogliamo ricordare ai nostri lettori di cosa si occupa Fondartigianato? Fondartigianato è uno dei più rappresentativi fondi interprofessionali per la formazione continua dei lavoratori. Costituito nel 2003 dalle Organizzazioni imprenditoriali dell’artigianato e delle PMI( Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI) e dalle Organizzazioni sindacali CGIL, CISl e UIL esso ha il compito di finanziare progetti di formazione continua finalizzata a migliorare le conoscenze e le competenze professionali dei dipendenti e contribuire alla crescita della capacità competitiva delle imprese aderenti. Come noto l’adesione al nostro Fondo da parte dell’impresa è un atto molto semplice e assolutamente gratuito,dal momento che comporta automaticamente la destinazione al Fondo tramite l’INPS del contributo dello 0,30% del monte salari già ricompreso nell’1,61% che le aziende devono pagare per l’assicurazione contro la disoccupazione involontaria. Altrettanto semplice e gratuito è il percorso che porta alla presentazione del proprio progetto formativo all’organismo che dovrà poi valutarne l’ammissibilità e finanziabilità. A distanza di qualche tempo dalla nostra ultima intervista, quali sono le principali novità intervenute? Le novità sono tante e riguardano sia l’ulteriore implementazione delle linee e delle aree d’intervento formative supportate dai nostri inviti,sia la progressiva”messa in qualità”di tutte le nostre procedure di valutazione, controllo, monitoraggio dei progetti formativi finanziati,nonché delle 58 - HT procedure amministrative e di controllo di gestione. Inoltre il nostro nuovo sistema informativo garantisce ulteriori ambiti di miglioramento in termini di rapidità e di efficacia. Si è chiusa da poco la programmazione effettiva degli Inviti 1°, 2°, e 3° - 2009 e l’esito è ancora una volta rilevante: oltre 42 milioni di euro di progetti finanziati (1.631), 36.266 i lavoratori coinvolti, 4.145 le imprese. Questi numeri descrivono bene il quadro complessivo dell’attività. Tuttavia, sarebbe utile comprendere meglio gli aspetti di contenuto e qualità degli interventi di formazione finanziati. Come anticipavo abbiamo agito sia sul piano della quantità che della qualità:i campi d’intervento che vengono interessati dagli Inviti di Fondartigianato sono ormai molteplici. Dalla formazione a sostegno dello sviluppo territoriale, a quello specificamente destinato ai lavoratori delle aziende colpite dalla crisi e che quindi necessitano di percorsi formativi finalizzati anche a processi di riorganizzazione e riconversione produttiva. Altre linee sono dedicate alla sicurezza del lavoro, a specifici piani di settore definiti dalla Parti Sociali istitutive del Fondo,alle filiere e alle reti d’impresa, al sostegno dell’innovazione tecnologica e a promuovere la diffusione delle energie rinnovabili, all’alta formazione, ecc. Altre linee sono poi destinate in modo mirato alle micro imprese e alle aziende operanti nel Mezzogiorno. In parallelo è cresciuta la qualità media della progettazione formativa che viene finanziata e il Fondo sta attualmente mettendo a frutto l’esperienza maturata per sviluppare metodologie finalizzate alla certificazione delle competenze, dal momento che siamo noi per primi interessati a verificare l’effettiva spendibilità nel mercato del lavoro delle competenze acquisite dai lavoratori a fronte dei progetti formativi che abbiamo supportato. Sulla linea dedicata alla crisi, come sono andate le cose? Essa costituiva uno dei campi d’intervento più strategici,vista la pesantezza degli effetti di una crisi recessiva che ha colpito un numero rilevantissimo di piccole imprese soprattutto manifatturiere con un ricorso massiccio alle varie forme di ammortizzatore sociale. Era anche la più complessa da gestire,in quanto comportava una diretta interazione con le modalità di utilizzo dell’ammortizzatore sociale e con interventi di politica attiva del lavoro che rientrano tra le competenze delle Regioni. Per quanto ci compete ci siamo attivati per stimolare e costruire un modello di azione integrata tra Parti Sociali e Regioni che rientra pienamente nello spirito dell’Intesa tra Governo, Regioni e Parti Sociali “Linee guida per la formazione” del Febbraio 2010. È anche lo spirito con il quale gli organi amministrativi del Fondo stanno affrontando le nuove sfide del 2011,consapevoli che il riassorbimento degli effetti della crisi è destinato a prolungarsi nel tempo e che nello scenario dei mercati globalizzati il tema della formazione continua e della ricostruzione delle competenze costituisce sempre più un asset fondamentale per una recuperata competitività del nostro sistema produttivo e dei servizi. Dott. Zorzi, visti i numeri indicatici dal Presidente, possiamo quindi affermare che il bilancio del Fondo è un bilancio positivo? Credo si possa definire il biennio 2009-2010 come un biennio difficile, caratterizzato da una crisi economica pesante; il Fondo ha cercato di fare la sua parte, a fianco di imprese e lavoratori per sostenerli nei processi di cambiamento, rafforzando competitività e competenze. E ora come guardate al prossimo futuro, quali i nuovi traguardi da raggiungere? A marzo il Consiglio di Amministrazione ha deliberato il nuovo Invito: 1° - 2011 per un valore complessivo di 40.000.000 � a cui si aggiungo altri 4 milioni circa per continuare a sostenere le imprese in difficoltà, in quanto sappiamo di non essere completamente usciti dal tunnel della crisi. Quali sono gli aspetti e gli obiettivi principali sui cui si sviluppa l’Invito? Innanzitutto, dare continuità alle strategie adottate e proseguire con la sperimentazione in modo da apportare ulteriore qualità ai nostri interventi formativi. Più nel dettaglio cosa significa ciò? Per esempio favorire una maggiore partecipazione delle piccolissime imprese attraverso la semplificazione e la tempestività di risposta con l’utilizzo dello sportello continuativo per la presentazione dei Progetti formativi; ma anche l’introduzione di modalità formative come la formazione in accompagnamento, atta a sostenere ed accompagnare la persona nel proprio percorso formativo attraverso un’assistenza individuale e/o per piccolissimi gruppi omogenei. Un ulteriore aspetto molto importante per Fondartigianato è l’investimento sulle competenze maturate e riconoscibili per la singola persona, attraverso un incentivo alla certificazione. Infine, una linea di finanziamento in ambito tecnologico, che, accanto a quella rivolta alle micro imprese, ha l’obiettivo di accompagnare le imprese nei processi di innovazione produttiva ed organizzativa. Si tratta di una programmazione sia economica che di strategie particolarmente impegnativa, quali risultati vi aspettate? Anzitutto una risposta positiva dalle imprese e dai lavoratori, sui cui bisogni e sulle cui attese abbiamo cercato di modellare le nostre proposte. Ci attendiamo pure il coinvolgimento di tutti i soggetti presenti nel territorio, delle associazioni imprenditoriali e sindacali e delle agenzie di formazione. 59 - HT «La crisi economica ha rappresentato e rappresenta per noi uno dei campi di intervento più strategici.» Il vice presidente Zorzi. Nella pagina a sinistra, il presidente Gamberini. L’OPINIONE DI... DELMOFORM: TRA INNOVAZIONE E FORMAZIONE G. P. Rossi Sig.ra Ragusa, Lei è responsabile di Delmoform, Ente di formazione accreditato presso la Regione Lombardia. Può raccontarcene le origini temporali e motivazionali? Delmoform è nata nel 2005 dalla volontà e dal desiderio del dott. Della Monica, consulente del lavoro, di offrire alle aziende clienti un servizio aggiuntivo. Le imprese, che già fruivano di consulenza da parte del dott. Della Monica e del suo team, tramite Delmoform possono così accedere a servizi inerenti alla formazione, al fine di valorizzare il capitale umano in azienda. In tal modo si chiude un cerchio virtuoso nel quale ogni esigenza, sia che riguardi tematiche più strettamente amministrative/contabili e legali, sia formative, viene soddisfatta. In quanto responsabile dello sviluppo di Delmoform, ho inteso accettare di dirigere questo Ente perchè ritengo che possa trattarsi di una sfida stimolante, ricca di spunti interessanti con i quali confrontarmi per una continua crescita professionale e personale. Da molti anni lavoro nella formazione e questo incarico rappresenta allo stesso tempo sia un continuum delle esperienze precedenti sia una novità che, sono sicura, potrà arricchirmi e aprire nuovi orizzonti lavorativi. Quali sono dunque i campi di azione dell’offerta formativa di Delmoform? Per essere competitivi nei diversi settori del mondo economico-sociale, raggiungendo livelli eccellenti di qualità, è fondamentale investire. Investire in formazione è oggi una 60 - HT prerogativa essenziale per intraprendere quel processo di sviluppo e di ampliamento del proprio business tale da garantirne il successo immediato e costante. Il lavoratore che partecipa a corsi di formazione soddisfa i propri bisogni psicologici, ossia si autorealizza, accresce la stima degli altri e la propria e ottiene riconoscimento da parte degli altri membri dell’organizzazione. Inoltre si sente valorizzato e apprezzato dal datore di lavoro perchè questi, investendo nella sua formazione, lo ritiene una risorsa necessaria al ciclo produttivo. In considerazione di tutto ciò, Delmoform opera un’attenta attività di consulenza sugli aspetti burocratici, gestionali e organizzativi, con visite periodiche presso le aziende durante le quali si rilevano i fabbisogni formativi in modo da evidenziare le reali necessità di formazione. In parallelo, Delmoform attua lo scouting degli avvisi, inteso come attività di ricerca di nuovi bandi a livello provinciale, regionale, nazionale e comunitario, definendo gli obiettivi strategici e formativi e mantenendo il collegamento tra l’offerta del sistema (progetti/servizi) ed i bisogni dei clienti/utenti. Inoltre idea e progetta percorsi formativi, elaborando strumenti e metodi didattici e di valutazione e individuando contenuti e tempi; aumenta e sviluppa allo stesso tempo il benessere e la soddisfazione personale erogando la formazione continua intesa anche come attività di docenza, coordinamento e tutoraggio; attua il monitoraggio didattico e finanziario; valuta e diffonde i risultati, operando la ren- dicontazione parziale e finale. Attraverso tutte queste attività, Delmoform diviene un punto di riferimento nel fornire soluzioni all’avanguardia, innovative ed efficaci e un supporto concreto, mettendo a disposizione professionalità ed esperienza. I campi di azione dell’offerta formativa di Delmoform sono rivolti soprattutto all’innovazione tecnologica, intesa come innovazione di prodotto, processo, riconversione di attività; innovazione per Delmoform significa anche altro, ossia essere in grado di leggere il mercato, la domanda del pubblico, le criticità e offrire una risposta ad esse. Quindi se un’azienda e i suoi uomini vogliono diventare davvero innovativi, in quanto professionisti, devono costruire una solida esperienza su cui creare le best practice in grado di generare il prossimo ciclo innovativo. Se un’azienda intende essere innovativa non può considerare l’innovazione come un obiettivo, ma come un modello di lavoro che compenetra l’essenza e l’idea stessa di azienda. Innovare non è inventare l’inedito a tutti i costi ma è un modo di pensare ed agire, che si esprime ad ogni azione in modo naturale. Delmoform opera in un settore, quello della formazione, che ha subito anch’esso le pesanti conseguenze della crisi economica e finanziaria globale. Qual è, secondo Lei, il valore aggiunto che l’associazione può offrire alle imprese clienti tale da diversificare e specializzare la sua offerta formativa da quella generalmente presente sul mercato? Delmoform rappresenta la “punta di diamante” al centro di una rete di società di servizi costituita dallo Studio di Consulenza del lavoro Della Monica & Partners, Elma Informatica SAS e Gidiemme Consulting Srl che le permettono di essere altamente competitiva sul mercato. In tal modo Delmoform può avvalersi di consulenti del lavoro, esperti in informatica e professionisti in servizi in modo da soddisfare qualsiasi esigenza del cliente/utente. Per quello che riguarda gli utenti della formazione, i partecipanti ai vostri corsi, quali sono le vostre offerte più importanti e innovative? Una delle offerte più interessanti e innovative riguarda l’imminente partecipazione di Delmoform a bandi comunitari inerenti alle tematiche innovazione, ricerca e salute e cooperazione, coinvolgendo in partenariato Paesi Terzi. In tal senso Delmoform potrà ampliare i propri orizzonti, approcciando sistemi metodologici e formativi diversi e affrontando nuove realtà con la professionalità e l’entusiasmo che l’hanno sempre contraddistinta. Dall’analisi del vostro pacchetto formativo sembra assumere notevole importanza la formazione in ambito “human resources” e ”organizzazione aziendale”; cosa ha ispirato questo tipo di scelta? Tale scelta di privilegiare i suddetti ambiti è stata dettata dal fatto che essi rispondono a precise esigenze formative manifestate dalle imprese, che individuano nei contenuti da noi proposti un’opportunità reale di crescita per i propri dipendenti. Le aziende sono pienamente consapevoli che le competenze delle proprie risorse possono diventare il fattore di maggior successo per essere e continuare ad essere competitive in un mercato in costante aggiornamento. A riguardo investono nella formazione del proprio personale, con lo scopo di elevare sempre più la qualità dei saperi e delle competenze dei lavoratori e dell’intera 61 - HT «L'attenzione formativa di Delmoform è soprattutto incentrata sull'innovazione.» L’OPINIONE DI... organizzazione a cui fanno capo. L’obiettivo è fornire al capitale umano gli strumenti e la conoscenza necessaria ad avere successo e quindi gioire per il fatto di avere diretto il proprio lavoro esattamente dove si voleva. Le imprese sono certe che per assicurare stabilità occupazionale è fondamentale garantire e migliorare il livello di qualificazione dei dipendenti, inteso come sviluppo personale e professionale, di partecipazione sociale e di crescita delle potenzialità economiche sia dei lavoratori sia delle aziende stesse, soprattutto in un periodo come quello attuale nel quale le imprese italiane stanno faticosamente uscendo dalla fase recessiva. Pertanto la formazione per i lavoratori, appartenenti a tutte le categorie, ha assunto un ruolo decisivo, in particolare nell’ambito della ripresa economica. «Il corso di Time Management ha riscosso molti giudizi positivi conseguendo risultati superiori a quelli attesi.» Tra i tanti corsi realizzati, ce n’è qualcuno che ha riscosso particolare successo presso il cliente e/o i partecipanti? Se si, ce lo può descrivere? Facendo riferimento a quanto da Lei rilevato per gli ambiti formativi di intervento più importanti del nostro catalogo, ha riscosso giudizi positivi un corso di Time Management organizzato presso la Vitaldent, azienda cliente, durante il quale la presenza di uno dei nostri docenti di spicco ha fatto in modo che i risultati raggiunti fossero superiori a quelli attesi. Chiarezza espositiva, disponibilità, adeguatezza degli approfondimenti, attenzione all’apprendimento e capacità di coivolgimento hanno contraddistinto l’operare del docente altamente qualificato. Attraverso esercitazioni e simulazioni di diversi strumenti di gestione e organizzazione del tempo, la classe ha potuto far emergere le principali criticità, in un continuo scambio di opinioni con il formatore. Pur trattandosi di formazione obbligatoria, ha riscosso altrettanto successo presso le aziende il corso “Formazione trasversale Apprendisti 1a Annualità (art. 49-DLgs. 276/03)”: gli utenti, tutti al di sotto dei 29 anni, hanno fruito di una formazione innova- 62 - HT tiva attraverso l’utilizzo di simulazioni e videoproiezioni che hanno consentito una maggiore integrazione della classe corso e hanno rilevato in modo più veloce attitudini comportamentali e capacità di apprendimento in materie quali comunicazione, economia ed organizzazione aziendale, diritto del lavoro e sicurezza sui luoghi di lavoro. Secondo Lei qual è la “marcia in più” che la formazione professionale può dare all’economia italiana? Al giorno d’oggi lo sviluppo delle risorse umane costituisce una leva fondamentale per la competitività aziendale. Il mercato in continua evoluzione e i nuovi assetti produttivi aziendali impongono che tale sviluppo debba essere legato strettamente alla crescita del livello tecnologico ed alla formazione del personale. In considerazione di tutto ciò, la formazione rappresenta l’investimento fondamentale da affrontare da parte delle imprese. Questo risulta vero soprattutto per le PMI per le quali la formazione appare oggi indispensabile per rispondere in maniera efficace alle esigenze della clientela, che richiede una qualità sempre più elevata dei servizi. Pertanto, le nuove tecnologie abbinate alle nuove “forme di finanziamento” non rappresentano un obiettivo ma uno strumento per garantire la complessiva crescita della qualità dell’offerta. Quindi la formazione professionale può aiutare le imprese e l’economia italiana a utilizzare i momenti di crisi come opportunità per crescere, per rinnovarsi e per rafforzarsi. La marcia in più consiste nel comprendere i cambiamenti in atto nello scenario delle risorse umane per potenziare il capitale umano in modo da renderlo “motore attivo” dello sviluppo e del cambiamento. Maggiore formazione è sinonimo di maggiori competenze: solo in questo modo, aumentando il livello delle competenze, si può rimettere in moto l’economia, solamente chi si forma non si ferma. T & G C o n s u l t i n g s. r. l . Sede Legale: Via Raffaello Fabbrini, 4 - 06016 San Giustino (PG) - Tel. 075/856106 Sede Operativa: Via Sammartini, 5 - 20125 Milano (MI) - Tel. 02/67481797 P. IVA 02969860549 - REA 254358 Aut. Min. del 12/03/2010 - Prot. N°13/I/0003476 INTERNAZIONALE LA CREATIVITÀ LA SI DEVE STIMOLARE di S. Airoldi L e risorse per raggiungere il successo sono spesso a portata di mano ma non utilizzando tecniche adeguate esse possono restare nascoste e favorire il successo dei concorrenti. È dal 1950 che si parla di brainstorming, una delle tecniche per stimolare la creatività che sono alla base del successo di numerose ditte ma ancora oggi molti non sanno come sfruttare le capacità di questa tecnica. Alla base ci sono 4 principi: 1) Massima libertà di espressione; 2) nessuna critica ammessa; 3)possibilità di esprimere anche idee che sembrerebbero assurde; 4) sviluppo basato su commenti positivi da idee precedentemente espresse. Tuttavia le condizioni per riuscire a creare un brainstorming ideale non si fermano a questi principi di base ma sforano nella sfera emozionale. In effetti il successo del brainstorming dipende dalla predisposizione dei partecipanti e quindi risulta estremamente importante saper creare i presupposti ideali. La composizione del gruppo è importantissima ed una regola base deve essere quella di evitare relazioni di subordinazione. L’ideale è che tutti i partecipanti siano allo stesso livello gerarchico, provenienti da divisioni differenti e con delle formazioni specialistiche eterogenee. Questo permetterà di sviluppare delle idee basate su formazioni dif- ferenti e quindi con degli approcci differenziati. Un secondo punto è coinvolgere i partecipanti in una esperienza empatica, per esempio descrivendo nei particolari un cliente e chiedere a tutti di immedesimarsi in lui cercando di sviluppare delle discussioni basandosi sul modello descritto. Per raggiungere questo obiettivo bisogna dedicare un certo tempo a creare le condi- Il brainstorming è una delle tecniche più efficaci per favorire il successo aziendale zioni ideali di lavoro e quindi, per esempio, iniziare con un gioco o con un lavoro di gruppo che permetta di raggiungere quell’affiatamento necessario ad abbattere barriere di carattere emotivo. Per permettere a tutti di esprimersi e non rischiare che siano i più estroversi a rubar la scena bisogna imporre delle regole al brainstorming. Per esempio dare la possibilità all’inizio di esprimer- 64 - HT si a tutti e abituare i partecipanti a seguire la regola del non criticare, anche col linguaggio non verbale, e non interrompere. Inoltre è importante dare dei tempi massimi per esprimersi. Il coordinatore del brainstorming ha un ruolo essenziale che è quello di annotare su dei supporti (lavagna, flip chart, ecc.) i commenti e di contribuire allo sviluppo delle idee aiutando i partecipanti a ricapitolare quanto detto con mind mapping o grafici o disegni. Alla fine del brainstorming resterà una traccia che tutti i partecipanti potranno condividere e soprattutto identificarsi nel risultato. Analizziamo ora il perché in numerose aziende questa preziosa tecnica ha perso la credibilità. Il problema spesso sta nel fatto che il brainstorming resta un esercizio fine a se stesso ed i partecipanti non vedono un concretizzarsi di quanto fatto. Quindi importante è o far condividere il successo o dare le ragioni razionali per le quali non si è continuato a sviluppare un determinato progetto scaturito da un brainstorming. La rivista Francese Management ha dedicato al tema un articolo nel numero di febbraio 2011, a dimostrazione dell’importanza sia della creatività come strumento per affrontare il futuro sia della validità della tecnica del brainstorming che ha festeggiato i 60 anni di età. OPEN SPACE MODA O STRATEGIA? di D. Castejan N egli ultimi decenni molte sono le imprese che hanno modificato l’architettura dei propri uffici passando all’open space. Spesso chi ci lavora non ha una opinione positiva e ha l’impressione che sia più un nuovo modo per aumentare il controllo o per risparmiare che non una vera strategia di gestione degli spazi lavorativi. Uno specialista del settore, Christian Wahl, descrive sulla rivista Svizzera PME le differenze tra uffici classici e uffici arredati con la metodologia dell’open space, questo con l’obiettivo di migliorare la comprensione delle differenze tra i due modelli. Con il modello dell’ufficio classico, privato, ci si avvicina molto all’immaginario collettivo europeo di “successo”; in effetti avere un ufficio proprio è spesso ancora una gratificazione psicologica dovuta dalla nostra mentalità ma in realtà è da più di 100 anni che questo modello di ufficio non si è più sviluppato. Una sedia, una scrivania, un tavolino con sedia per poter ricevere degli ospiti, degli scaffali, un armadio ed una pianta. Le dimensioni degli uffici privati di nuova concezione si sono ristrette fino a diventare quasi oppressivi. In realtà il collaboratore non vuole restare tutto il giorno in un ufficio isolato e quindi cerca tutte le scuse per spostarsi; questo causa notevoli perdite di risorse e tempo. Spesso nel settore terziario il clien- te non entra nel vostro ufficio ma accede in sale riunioni dove poter sviluppare discussioni che necessitano di discrezionalità. Quindi tutto lo stabile dovrà disporre di cablaggi o reti che permettano l’accesso informatico in ogni luogo. L’introduzione dell’informatica ha cambiato sostanzialmente il bisogno di spazi sia in ufficio che in azienda ed anche ciò è causa delle dimensioni ridotte degli uffici privati. L’open space è stato sviluppato agli inizi degli anni ’50 ed aveva come scopo quello di L'open space come modello di miglioramento dello stare in ufficio creare degli uffici dove la comunicazione fosse veloce, il rapporto tra di collaboratori molto più stretto e creare anche una sorta di vita sociale e coesione. Tra gli inconvenienti più conosciuti c’è il rumore ma con dei pannelli fonoassorbenti, con un arredo adeguato delle pareti ed un po’ di verde si può risolvere efficacemente. Dal MIT giunge conferma che l’80% delle idee realmente innovatrici sono nate grazie alla comunicazione interpersonale e quindi 65 - HT l’open space deve essere concepito come uno spazio creativo dove tutti i collaboratori che vi lavorano possono liberamente discutere. Anche in open space si creeranno delle sale riunioni dove i collaboratori possono decidere di spostarsi se quanto discutono necessita di essere riscritto su supporti di comunicazione. Nella sede di Google a Zurigo trovate bigliardi, juke box e cucine adibite a punti di incontro per i collaboratori. Oggi vengono da tutto il mondo a visitare Google e non c’è certo bisogno di convincere nessuno del successo di Google. E’ bene quindi pensare sempre che ci sono collaboratori che necessitano di isolarsi per concentrarsi e quindi prevedere anche delle piccole salette dove potersi racchiudere per lavorare soli o in piccoli gruppi. Come chiaramente descritto lavorare in open space necessita da parte del management di un cambio di mentalità, altrimenti resterà uno spazio dove i vostri collaboratori lavorano e voi controllate ma questo non stimolerà la creatività e ciò risulterà semplicemente fastidioso. Da ultimo riteniamo necessario ricordare che sempre più aziende non hanno nessun ufficio affidando all’home work questo compito. Siamo certi che in alcuni settori non si potrà mai fare a meno dell’ufficio; a voi scegliere quello più adatto al vostro settore ed al vostro stile di conduzione delle risorse umane. CONTROEDITORIALE IL MANIFESTO DELLA FORMAZIONE PER LA CRISI L e vacanze sono terminate – quantomeno per molti – l’ora del riposo è passata ed è suonata la sveglia. La ripresa dei lavori è carica di energia e di lungimiranza da iniettare nel nostro vivere quotidiano e soprattutto nelle aule. In merito alla situazione di crisi, tanti hanno l’impressione che siamo fermi, che stiamo aspettando la ripresa della domanda mondiale e che l’Italia si agganci alla locomotiva statunitense. Il rischio, visti i recenti sviluppi, è quello di affidarsi a un treno a rilento nel trascinare l’economia mondiale, spesso fermo alla stazione. Non è una buona idea stare “solo” ad aspettare! Per uscire dalla crisi occorre aumentare le opportunità di apprendimento continuo. Competenze sempre più elevate e aggiornate giocano infatti un ruolo decisivo e incisivo per la competitività delle imprese e la qualità del lavoro. È dunque prioritario l’obiettivo di investire sulle risorse umane, di integrare il sistema dell’istruzione con quello della formazione e del lavoro in un ciclo virtuoso. In questa prospettiva si deve avviare un confronto che deve impegnare le parti sociali ad allargare gli spazi di decentramento dei Fondi interprofessionali. È importante attivare risorse che, oltre a prevedere interventi formativi per lavoratori a contratto e apprendisti, come sancito dal decreto “anticrisi” ex D.L.185, consentano una flessibilità di attuazione differenziata di tempi e modi nelle diverse realtà. Vanno destinati incentivi a progetti di ricerca e sviluppo per le imprese di formazione e ai loro lavoratori. I fondi devono premiare le aziende più virtuose fornendo degli incentivi extra bando o maggiorandone i loro conti formazione. È tempo di avvia- Per uscire dalla crisi occorre aumentare le opportunità di apprendimento continuo. re una nuova era. I protagonisti del sistema della formazione italiano, in particolare i fondi interprofessionali, gli assessorati regionali, devono saper utilizzare al meglio gli enti di formazione e considerarli come una risorsa, non una minaccia. Il ruolo della formazione, oggi, deve essere giocato fino all’ultima carta, perché di carte buone ne ha! Il principale asso nella manica è la costituzione del Manifesto dei servizi della Formazione. Esso deve essere rivolto a tutto il mondo poli- 66 - HT tico, economico-finanziario, per far comprendere che la formazione, tra le tante virtù, è lo strumento più idoneo per traghettare il sistema a “gestire il cambiamento” richiesto dalla crisi. Due sono le linee programmatiche del manifesto: gli investimenti nella formazione e il sostegno governativo alla formazione. Investire in formazione • L’investimento sul sapere, sulla conoscenza e sulle competenze professionali ha rilievo strategico poichè la formazione sostiene l’innovazione e la competitività del Sistema Italia. • la conoscenza è lo strumento finalizzato soprattutto all’auto-realizzazione e all’adattabilità professionale. • gli Enti di formazione dovrebbero operare in stretta correlazione tra loro, con il mondo delle imprese e con i rispettivi territori Le linee strategiche dell’azione di governo dovrebbero riguardare • la promozione dello sviluppo fondato sulla conoscenza • sostenere lo sviluppo di un sistema formativo coerente con le sfide culturali e professionali di una società complessa • spingere la sinergia del sistema formativo con quello delle imprese. A. Auriemma 67 - HT BUONE RAGIONI PER PARTECIPARE A EXPOTRAINING Incontrare gli operatori più qualificati della formazione • Per fare business • Incrocio tra domanda e offerta • Aggiornarsi • Fare pubblicità mirata • Sviluppare la rete commerciale • Massimizzare gli sforzi commerciali • Ottimizzare i tempi • Promuovere la formazione come strategia aziendale • Per fare network • Differenziare il prodotto • Fotografare la formazione in Italia • Far diventare le risorse umane un valore aggiunto • Certificare i prodotti/servizi • Monitorare i nuovi prodotti e le tendenze • Presentarsi alle istituzioni • Per migliorarsi • Perché la collaborazione e la concorrenza portano innovazione • È un investimento settoriale • Toccare nuovi mercati difficilmente contattabili • Per avere nuova forza, energia e motivazione • Per un confronto diretto con le richieste del mercato • È un’esperienza fieristica specifica • È formazione personale • Perché è veloce e dinamica • Presentare un prodotto innovativo • Far circolare idee e progetti • Evitare la dispersione • Customizzare il prodotto • Rafforzare il brand • Dare plus valori • Evidenziare e valorizzare l’azienda • Abbattere i costi di comunicazione • Pianificare progetti aziendali futuri • Investire sulla formazione è investire sul futuro • Avere un filo diretto con le istituzioni • Puntare ai clienti top • Far parte di Unionformazione • Offrire un esempio internazionale • Trasformare la formazione • Avere portata nazionale • Diffondere buone prassi • Specializzare le figure professionali • Eleggere/essere parte dell’elite della formazione • Incontro diretto col target di riferimento • Perché è una vetrina • Confronto con la concorrenza e quindi possibilità di miglioramento delle proprie linee di marketing • Possibilità di vendita istantanea dei propri servizi • Aumento del numero dei contatti interessanti • Apprendere nuovi contenuti su tematiche pertinenti riguardanti la propria realtà • Prendere spunto per missioni e vision future • L’importanza di partecipare alla edizione di un evento nazionale e internazionale • Acquisire visibilità • Apprendere novità importanti del proprio settore • Ampliare il proprio business • Partecipare al Gran Prix • Aver nuovi clienti • Allacciare contatti importanti • Esporre le proprie novità • Partecipare ai seminari • Relazionarsi con le istituzioni e i fondi • Confrontarsi con i competitors • Rafforzare la propria struttura • Approfondire tematiche importanti riguardo la propria attività • Partecipare attivamente allo sviluppo dell’area formativa • Avere a disposizione 2 giorni per sfruttare al meglio un ambiente esclusivo Milano • FieraMilano City • 30 Novembre / 1 Dicembre • www.expotraining.it