Call for papers – Aracne # 2 -‐ 2012 -‐ Souvenir

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Call for papers – Aracne # 2 -‐ 2012 -‐ Souvenir
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#2 - 2012 Souvenir
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Call for papers – Aracne # 2 -­‐ 2012 -­‐ Souvenir La proposta di articolo (4/6 cartelle) attinenti al tema del Souvenir secondo le aree sotto illustrate va fatta inviando il testo o un titolo con un abstract del contenuto e una breve nota biografica entro il 31 dicembre. La dead line per l’invio del testo definitivo sarà il 15 gennaio 2013. I testi vanno inviati a: [email protected] La redazione di Aracne vaglierà i testi inviati e la loro eventuale pubblicazione. La collaborazione è intesa a titolo gratuito, la proprietà intellettuale del contributo (testo e immagini) rimane all’autore. Aracne # 2 -­‐ 2012 intende disporsi intorno al tema del “Souvenir”. Una scelta quasi obbligata per una rivista che -­‐ navigatrice del world wide web -­‐ pure ha la sua ancora in quella Rimini che è quasi un Souvenir essa stessa se ammettiamo, con Duccio Canestrini, che questo non sia che “artificiosa concentrazione di senso che corrisponde alla concentrazione delle esperienze vissute durante la vacanza”. Quello che intendiamo indagare è un oggetto che nell’etimologia ha il sub-­‐venire – quasi “fare da spalla” alla memoria d’un vissuto -­‐ e che al tempo del turismo come consumo rischia di diventare l’icona della deprivazione dell’esperienza. Dalle riproduzioni d’opere d’arte che alimentavano il mercato del Grand Tour ottocentesco al duty free shop, il Souvenir attira nel suo campo il luogo da cui proviene e di cui si costituisce microcosmo, senza dimenticare che “con il turismo in qualità di levatrice, la memoria culturale partorisce il proprio oblio”, come scrive Maurizio Bettini. Così che finisce per rivelare lo scadimento del viaggio come contatto con l’altro. Una “scoria dell’esperienza” che si ribalta nel suo doppio, la Santa Reliquia che consente di mantenere il contatto con il sacro, nella sua deriva in ex voto e poi souvenir pieux e infine in gadget del merchandising santuariale. Mentre il suo disporsi in serie eterogenee attiva una rete di corrispondenze antropologiche, estetiche, psicoanalitiche, dallo statuto contraddittorio. Così che se la tonalità estetica del Souvenir è senza rimedio quella del Kitsch, come ampiamente dimostrato da Gillo Dorfles, pure continua a provocare insieme la pulsione del collezionista e la ri-­‐
elaborazione dell’arte moderna e contemporanea. 1
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Aree tematiche prevalenti A Roma andai a te pensai questo ricordo ti portai Il souvenir dal Grand Tour all’industria culturale e turistica di massa Un luogo dove non sono mai stato Il collezionismo da “L’amica di Nonna Speranza” di Guido Gozzano all’epoca della riproducibilità tecnica e della “fine dell’esperienza” Il sacro pret à porter Reliquie secolarizzate, souvenir religiosi, ex voto Feticci e microcosmi “Nella nostra epoca gli oggetti sono diventati un quarto regno, dopo quello animale, vegetale e minerale: oggetti come punti nodali di una fitta rete in cui si incrociano spazio fisico e spazio simbolico, organico e inorganico, interiore ed esteriore: gli oggetti si trasformano così in cose dotate di un’eccedenza di senso, investite di affetti, simboli, memorie e illusioni” (Massimo Fusillo Feticci il Mulino, 2012 ) Kitsch, mood del souvenir Il kitsch: “Questa infima forma pseudoartistica (…) che comprende – tanto per fare qualche facile esemplificazione – i nanetti in cotto dei giardini, le false statue classiche gettate in cemento, i curios comprati dai turisti a Venezia o San marino, e giù giù tutte le peggiori canzoni di San Remo, i filmetti rosa, i romanzi d’appendice, i fumetti fotografici, le canzoni di consumo…)” (Gillo Dorfles, Le oscillazioni del gusto Skira, 2004) Meta-­‐souvenir riflessioni artistiche sulla souvenir-­‐ness Il ri-­‐uso del souvenir nella produzione artistica contemporanea, il souvenir nell’epoca del design A cura di Lorella Barlaam
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