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Teatro
“Gioiosa”
Anniversario
XX stagione teatrale
a constatazione di aver raggiunto
la XX stagione teatrale al
“Gioiosa” è per noi motivo di
orgoglio, di attaccamento al territorio e
di grande amore per il teatro. Mi emoziona ricordare tutto il percorso fatto per
raggiungere questo obiettivo. Dal recupero dell'ex Supercinema, in totale
abbandono, invaso dai topi di fogna, alla
prima rappresentazione, datata 16 agosto 1990, “I mafiusi della vicaria di
Palermo”, di Giuseppe Rizzotto con la
regia di Andrea Camilleri, il sottoscritto
nel ruolo del protagonista, “Don
Jachinu”, e la presenza di Rosa Balistreri
nel ruolo della madre. Io, allora, ero
poco più di un ragazzo, con nessun
capello bianco e tanti compagni di percorso che, ora, non ci sono più. Parte
della nostra vita era impegnata in una
causa giusta. L'immensa consapevolezza
dei valori teatrali e dei suoi significati ci
ha accompagnato, negli anni. Da qui
nasce la Cooperativa centro teatrale
meridionale. Un impegno continuativo
che ha tentato di tenere accesa una fiammella di luce, affinché non cadesse nel
dimenticatoio l'interesse per il teatro in
L
Mi emoziona ricordare
tutto il percorso fatto per
raggiungere questo
obiettivo. Dal recupero
dell'ex Supercinema, in
totale abbandono, invaso
dai topi di fogna, alla
prima rappresentazione,
datata 16 agosto 1990,
“I mafiusi della vicaria di
Palermo”.
un'area importante come la Locride.
Un portare ricchezza ed un riferimento
notevole di un servizio culturale offerto
alla collettività, contribuendo notevolmente alla promozione e diffusione teatrale, creando un pubblico colto e competente. Una ricchezza del territorio
ormai consolidata, che merita l'attenzione delle istituzioni e dell'utenza per
garantirsi la sopravvivenza. Tanti gli artisti ospitati in questi anni tra cui Peppe
Barra, Mario Scaccia, Paola Gassman,
Ugo Pagliai, Luigi De Filippo, Giorgio
Albertazzi, Massimo Lopez. Solo per
citarne alcuni. E' necessario disporre di
un po' d'incoscienza e di coraggio per
andare avanti e per realizzare, con lo
stesso ardore iniziale, altre stagioni teatrali, nella speranza, dura a morire, di un
futuro più roseo! Ma il teatro in senso
assoluto continuerà a vivere, perché fa
parte dell'uomo, in un percorso datato
2400 anni. Gli spettatori restano gli arbitri e sovrani del nostro lavoro. Sono loro
gli elementi determinanti per garantire il
proseguimento dell'attività. L'acquisto di
biglietti e abbonamenti resta, infatti, il
modo più sicuro per tenere in vita le attività teatrali ed il teatro “Gioiosa”, un
modo per garantire a se stessi ed alle
future generazione una “luce” nel grande buio che ci circonda. Condividete
insieme a noi il motto: «A teatro per
ridere, pensare, sognare, riflettere,
amare!».
Il Direttore artistico
Domenico Pantano
DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
02
Antonio Eroi, presidente consiglio provinciale Reggio Calabria; Gaetano Rao, assessore provincale all’agricoltura, Giuseppe Raffa, presidente provincia
Movimento contro l’abolizione delle Province
La battaglia meridionalista
Non schierarsi, in difesa del mantenimento delle Province significa,
prima d'ogni altra considerazione, porsi contro il pensiero
meridionalista, cioè contro la cultura del territorio.
RODERIGO DI CASTIGLIA
l Presidente del Consiglio provinciale, Antonio Eroi, ha una bella testa
dura. Altrettanto dura è quella del
Presidente della Provincia, Giuseppe
Raffa. Non parliamo, poi, di quella di
Gaetano Rao, che tanto tempo l'ebbe
immersa nelle idealità del Partito socialista
italiano. Tutt'e tre, e, pour cause, senza sfaldature nella maggioranza, sono alla testa
del movimento contro l'abolizione, per atto
autoritario, delle province. Hanno lanciato
il guanto di sfida a Roma con un appello,
condiviso da tutti i Presidenti di provincia, e
tornano a rilanciarlo a Reggio dove il 10
gennaio si sono runiti in conferenza stampa i Presidenti dei cinque consigli provinciali della Calabria. Qui hanno detto le loro
ragioni avverse alla abolizione delle
Province. Ribadite dall'on. Nino Foti, l'uni-
I
IN EVIDENZA
Il Presidente del Consiglio
provinciale, Antonio Eroi, ha una
bella testa dura. Altrettanto dura
è quella del Presidente della
Provincia, Giuseppe Raffa. Non
parliamo, poi, di quella
dell'assessore Gaetano Rao.
Tutt'e tre, e, pour cause, senza
sfaldature nella maggioranza,
sono alla testa del movimento
contro l'abolizione, per atto
autoritario, delle province. E
Scopelliti?
co parlamentare presente alla conferenzastampa nonostante la chiamata di tutti. E
alla chiamata sembra non offrire il minimo
di interesse il Governatore che, pur, nato
con il pallino di essere sempre primo al traguardo, non risulta essere neppure l'ultimo
dei governatori su tale questione. Al Nord,
da subito, i Governatori si sono messi alla
testa della battaglia antiabolizionista, a
Reggio non è così. E, tuttavia, il
Governatore Scopelliti proclama sul
«Mattino» di Napoli che il territorio, cioè,
la sua difesa viene prima del partito e di
ogni governo. Ma non è conseguente.
Non capisce che lo scontro ProvinceGoverno è di respiro meridionalista.
In che senso?
Nel senso che l'esistenza e la persistenza
delle Province è un capitolo cospicuo del
pensiero meridionalista, che, per buona
parte avverso all'istituzione delle Regioni, è
stato sempre saldamente persuaso dell'utilità di questo ente intermedio. Non schierarsi , perciò, in difesa del mantenimento
delle Province significa, prima d'ogni altra
considerazione, porsi contro il pensiero
meridionalista, cioè contro la cultura del
territorio.
Non so se mai Giuseppe Scopelliti abbia
letto in proposito Gaetano Salvemini. Ma
so bene che per lui la cancellazione politica per atto governativo di Giuseppe Raffa
viene prima della difesa del territorio, del
pensiero meridionalista, della democrazia.
Un cavallo vale più d'una messa.
Ma una messa per Eroi, Raffa e Rao vale
più d'un cavallo.
La loro battaglia continua.
Si vederanno, quindi, a Lamezia il 23 gennaio, lì essendo stati covocatou i presidenti
della Provincia, Presidenti del Consiglio
provinciale, Governatore e Presidente del
Consiglio regionale.
VENERDÌ
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LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA COPERTINA
Di Bovalino il nuovo Saviano. Giormalista, scrittore, un padre ucciso dalla ‘ndrangheta.
I titoli ci sono tutti per farne una nuova icona della lotta alla mafia. Nel futuro quindi una sua
presenza da Santoro, una capatina a La 7, un’intervista a Repubblica e un lungo monologo da Fazio
Salvate il soldato Tizian
RUGGERO CALVANO
l libro, le inchieste, le minacce e la
scorta. Ed eccovi serviti. Il nuovo soldato è pronto, fra un po’ di Saviano
ci sarà solo il ricordo. Si chiama
Giovanni Tizian, viene da Bovalino,
giornalista, scrittore, un padre ucciso dalla
ndrangheta. I titoli ci sono tutti, certificati
dalle minacce, per farne una nuova icona
della lotta alla mafia. Ci aspettiamo nel
futuro una sua presenza da Santoro, una
capatina a La 7, un’intervista a Repubblica
e un lungo monologo da Fazio. E’ l’invidia
che ci fa parlare, noi che la ndrangheta
l’abbiamo dileggiata in ogni modo chiamandola “sotto le coppole nulla”, “mafia
stracciona”, che al suo capo, Oppedisano,
abbiamo dato del venditore di pomodori.
A noi, che in tutti i modi abbiamo cercato
di metterci in mostra, niente. Nessuno si è
preso la briga di spedirci un pallettone,
una freccia, una pallottola di gomma al
limite. Niente, sarà che non siamo tagliati
per fare gli eroi o che trovarci è fin troppo
I
facile, basta aspettarci al bar sotto la galleria Tasso, o attendere alla stazione il nostro
direttore, o fare la posta alle banche il
lunedì mattina per beccare il nostro editore. Macché, non ci fila nessuno, così quel
dettaglio che potrebbe trasformarci in eroi
continua a mancarci. Ma cosa vi costa una
piccola lettera, anche sola allusiva, da
interpretare. E si che di minacce ne avete
dispensate a tutti. Nemmeno di quelle
siamo degni, è ovvio. Col soldato Tizian,
invece, ci siete andati giù pesante e lui non
si arrenderà di certo, quando noi con poco,
magari, ci saremmo messi a cuccia. Lode a
lui che è riuscito a dimostrare che anche in
noi c’è il bene, che noi siamo l’antidoto al
nostro male e produciamo gli anticorpi
necessari a debellarlo. Nostri sono gli eroi
negativi che minano il vivere civile a
Modena e nostro è l’eroe che li combatte.
Alla faccia degli emiliani che nonostante
l’imperversare della ndrangheta nella loro
terra hanno dovuto aspettare che arrivasse
uno di noi a denunciare, fare inchieste e
mettere all’angolo il serpente, costretto a
ianfranco Miglio sosteneva che, per trovare la civiltà,
bisognava spingersi fino all’Europa fredda. Cioè,
all’Europa che sta di più al Nord. Se applichiamo,
restringendelo, questo teorema all’Italia, ove assetati di civiltà
liberale e cristiana, dovremmo muovere verso l’Italia fredda.
Cioè, l’Italia che sta di più al Nord. Come Rovereto, cittadina di 38.595, in provincia di Trento, dove -apprendiamo da un
articolo di Gian Antonio Stella- presiedono al buon governo
della comunità del freddo Nord “ 7 consigli circoscrizionali
[…] aboliti in tutti i capolouoghi sotto i 250mila abitanti”. Ma
lassù, oltre la candida neve, vige lo Stauto speciale.
A Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno, c’è la candida
G
A Cortina
c’è solo la neve
CARMELO CARABETTA
uscire allo scoperto per contrastare la scusi Giovanni Tizian, noi gli vogliamo
penna bovalinese. Ci attaccherete, lo sap- bene, come giornalista, come calabrese e
piamo, per questo strepito fuori dal coro. I come uomo. Metteremmo il nostro petto
guerriglieri da facebook ci sommergeran- davanti al suo. Lui non ha a che vedere con
no di improperi. Ma non ce ne frega nulla, la nostra ironia, siamo certi della sua
non faremo paura alla ndrangheta ma ipo- buona fede e della sua professionalità. E’ il
criti non riusciamo a esserlo e siamo stan- sistema che non ci piace, l’ipocrisia di creachi di issare eroi ai primi posti nella classi- re bene e male e di metterlo sempre fra i
fica dei libri. Amiamo un giornalismo vec- meridionali. Un sistema che vuole esorcizchio e serio, che ormai non c’è
più. Amiamo quelli che la Il male emiliano in mano a grandi
mafia li ha portati via per davvero, una mafia che una volta poteri, oggi lo si vuole far divenire una
un mostro lo era per certo e ha questione calabrese: una faida tra
sterminato i Fava, gli Alfano, i
Mauro, i Siani, i Rostagno, gli bande di Cutro e Isola Capo Rizzuto
Impastato. Mafia potente e non
stracciona, che sparava senza preavviso e zare il male emiliano delimitandolo a una
ha lastricato di morti le strade del sud. questione calabrese che si gioca fra bande
Fortunatamente i tempi sono cambiati e le di Cutro o Isola Capo Rizzuto e dimentica
minacce cartacee hanno sostituito le pisto- che in Emilia ci sono sistemi di potere
le e alle grandi firme sono subentrate ple- molto più grandi. Salvatelo Tizian, non
tore di penne precarie che cercano un permettete che gli succeda nulla. Gli
posto in prima pagina, possibilmente con vogliamo bene e lo preferiamo soldato,
un contratto a tempo indeterminato. E ci non martire.
neve, ma non lo Statuto speciale. C’è in compenso uno statuto informale che ne fa una zona franca. Dove lo Stato non ha
diritto d’ingresso. A che, del resto? A Cortina d’Ampezzo
non ci sono poveri, la specie più pericolosa tra le specie
umane esistenti.
Non ci sono ladri, una specie ormai inesistente, dove ci sono
molte pellicce, molti portafogli attrezzati, molte automobili
fuoriserie. Tutti là sono ricchi e, come nella Città del Sole di
Tommaso Campanella, non hanno bisogno di derubarsi l’un
l’altro, non mancando di nulla. Non è il bisogno la fonte d’ogni delitto?
Lassù, a Cortina, tutto ispira santi pensieri. Soprattutto la
DOMENICA
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LA RIVIERA
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la Riviera
SUDICI E NORDICI
di GIOACCHINO CRIACO
Tipica giornata emiliana
apete cos’è la comunicazione consolatoria? E’ una
medicina letteraria propinata ai lettori per fargli dimenticare
la tristezza della loro condizione.
E’ in voga soprattutto in
Occidente, peggio si sta e peggio
viene descritta un’altra realtà. In
Inghilterra fa caldo? Sapeste in
Grecia, si soffoca, urlano i giornali
e gli inglesi si refrigerano col
caldo altrui. I belgi sono sconvolti
dalla pedofilia? Tranquilli, l’Italia
è in mano alla mafia. Gli svedesi
si suicidano a frotte? Sapeste in
Italia le stragi perpetrate dalla
ndrangheta. E’ un gioco, cinico, a
nascondere i propri guai con
quelli altrui, sempre maggiori. La
rivincita dell’erba nostrana su
quella, non più verde, del vicino.
In genere il palliativo viene somministrato a un intero popolo a
scapito di un altro. Da noi lo si
utilizza al salire della latitudine.
L’Italia ha parecchi nord da consolare e tanti sud da svilire. Anche
noi sappiamo giocare a questo
gioco e lo offriamo ai nostri lettori, con l’unica giustificazione di
farlo a carte scoperte e senza
inganni. Non vi diremo di aver
mandato inviati in giro per il
mondo per dare lustro al nostro
pezzo. Non ce lo possiamo permettere. Sarebbe stato anche inutile visto che avevamo una tesi
pregiudizialmente costituita. Ci
siamo, semplicemente collegati
alla rete. Abbiamo scelto una
S
GIOVANNI TIZIAN, autore di “Gotica” e ROBERTO SAVIANO. autore di “Gomorra”.
PIPPO FAVA E MAURO ROSTAGNO, giornalisti uccisi dalla mafia siciliana negli anni’80
bianca neve che fa candidi i facoltosi indigeni, proprietari di ristoranti, alberghi, boutique.
Ed è uno scandalo, perciò, che il 31 dicembre siano
arrivati nella città imbiancata gli ispettori
dell’Agenzia delle Entrate in caccia di evasori.
Capitati colà non a caso, ma sulla base d’una analisi
scientifica delle aziende a rischio i cui proprietari si
sono subito rizelati. E gridato che lo Stato ha scagliato fango contro l’intera città, che ha alzato il prestigio
dell’Italia nel mondo, ospitando Francklin D.
Roosvelt e Winston Churcill.
Ma non ce ne era affatto bisogno. Fabrizio Cicchitto,
un già letale socialista della sinistra lombardiana, era
già scattato, come una molla, a loro difesa, pronunciandosi contro “ l’operazione di criminalizzazione
dell’intera cità di Cortina, fatta a scopi ideologici, politici, mediatici”. Poveri ricchi.
Non solo pagano le tasse, seppure facciano avare
dichiarazioni di reddito nel giorno degli incassi saliti
del 400% in più, ma sono anche additati come i maestri dell’evasione.
La quale è una prerogativa esclusiva delle classi pericolose: vagabondi senza fissa dimora, operai in cassa
integrazione, giovani senza lavoro.
DOMENICA
regione a caso, l’Emilia Romagna.
Abbiamo visto in streaming il
primo tg locale che ci è passato
sotto gli occhi. Bingo, al primo
colpo. Il telegiornale ha concentrato il suo spazio, sostanzialmente, su tre notizie. Un fratricidio a
Soliera. Un morto ammazzato,
rinvenuto in un parco del reggiano. 500 furbetti scovati a Rimini a
occupare in base a documenti
falsi altrettanti alloggi popolari.
Due morti e una megatruffa nella
civilissima Emilia. Fossero state
notizie calabresi, con quella succulenza avrebbero fatto il giro del
mondo. Le tv avrebbero mandato
gli inviati migliori, avrebbero
intervistato magistrati e scrittori
d’ordinanza. Sarebbero stati versati fiumi d’inchiostro per descrivere la nostra società marcia. Ma i
morti e le truffe erano emiliani.
Non hanno fatto notizia. Nessun
allarme sociale. E allora la notizia
la facciamo noi. Sudici, in Emilia
stanno peggio di noi. Dormite
sonni tranquilli che i nostri guai
sono cosucce da poco rispetto a
quelli emiliani. Attenti se sentite
accenti carichi di esse, potrebbero
celare criminali formidabili.
Anche da noi è successo qualcosa,
in due hanno rapinato una coppia
d’anziani, e uno purtroppo ci è
rimasto, per ora sono due ladri di
polli ma non disperate, fra qualche tempo scopriremo che erano,
magari, terribili ndranghetisti.
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DOMENICA
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Il ponte KILLER a metà strada
tra Bianco e Africo nuovo
Ponte killer : Scordino si tira fuori
«La colpa è dell’Anas»
a prima pagina di copertina de “la
Riviera” del sei gennaio ripropone - con
una foto di grande e giustificato effetto e
con un titolo agghiacciante - la drammatica condizione del ponte dell’Isola, situato nel territorio di Bianco, lungo la S.S. 106 che porta ad
Africo Nuovo. Esso si trova al centro di due dossi
ravvicinati, privi di visibilità, e costituisce una
strettoia della già stretta carreggiata di quel tratto di strada. A causa di questa gravissima situazione, che riassume in sé le criticità più pericolose, sono morte negli ultimi anni sei persone,
ultima delle quali una ragazza di 18 anni. Ritengo
pertanto, sulla scorta della dinamica e del preciso
punto in cui c’è stato l’incidente, che la morte del
mio concittadino, il 30 dicembre 2011, non è stata
determinata, almeno direttamente, dal ponte
maledetto. Ma questo non toglie assolutamente
nulla alla forte e giustificata denuncia de “la
Riviera” e all’intenso articolo di Francesco
Laddarina. Anzi, come Sindaco di Bianco
ringrazio tantissimo l’una e l’altro!
Ricordo bene che al termine della mia precedente duplice esperienza amministrativa, conclusasi nell’agosto del 2003, tra le poche cose di
fondamentale importanza che mi rammaricavo
di non aver potuto realizzare, pur non dipendendo da me ma dall’ANAS, c’era proprio la
ricostruzione o, per lo meno, l’allargamento del
ponte, già allora della morte. Anche perché mi
ero recato decine di volte all’ANAS di Reggio
L
SOPRA
L’ultima copertina de la Riviera
dedicata al ponte della morte tra
Bianco ed Africo Nuovo
SOTTO
Il medesimo ponte che questa
settimana è stato oggetto di
attenzioni. Nella foto scatta nel
pomeriggio di giovedì si notano
piccoli interventi in cemento e
ferro
“
giovane diciottenne, da semplice cittadino, di
fronte al dolore dei suoi familiari, mi era venuta
la “tentazione” di legarmi in prossimità del ponticello, non escludendo di farlo successivamente,
insieme con altri amministratori. Per la minoranza, il Consigliere Rocco Miceli ha proposto di
aprire un “tavolo” di confronto con l’ANAS e di
attenzionare il problema con azioni concrete ed
eclatanti. Da parte mia, inoltre, cosa che ho già
fatto, mi sono impegnato a coinvolgere anche il
Sindaco di Africo.
Il due novembre del 2011, l’ANAS, per mano del
Capo Compartimento, ing. Domenico
Petruzzelli, e il Dirigente Area Tecnica Esercizio,
ing. Carlo Pullano, hanno inviato al Comune di
Bianco e p. c. alla Prefettura di Reggio Calabria,
in risposta alla nostra Delibera, una nota nella
quale “si fa presente, in primis, che l’adeguamento del ‘Ponte Isola’, da tempo attenzionato dalla
scrivente Società (vedasi esito della riunione,
tenutasi presso la Prefettura di Reggio Calabria,
in data 08.09.2006, durante la quale, tra l’altro, la
Regione Calabria si era resa disponibile a
finanziare l’intervento sopradescritto) è inserito
nella pianificazione programmatica quinquennale (2010-2014) a cura della scrivente Area
Tecnica Esercizio ed è in attesa del relativo
finanziamento”. La nota continua evidenziando
le responsabilità degli utenti per le elevate velocità e i comportamenti di guida non conformi alle
condizioni della strada. L’impegno dell’ANAS
prevede “ l’incremento della segnaletica
verticale e/o orizzontale”, in fase di prossima attuazione.
Anche per il tramite delle pagine de “la
Riviera”, che ha meritatamente riproposto all’opinione pubblica della Locride il
problema del ponte dell’Isola,
l’Amministrazione comunale di Bianco
rivolge all’ANAS una pressante sollecitazione a realizzare nel più breve tempo possibile , come da impegno assunto e prima che si
verifichi qualche altra tragedia, l’intervento da
essa stessa programmato. Nel contempo,mantenendo fede alla Deliberazione comunale, ci
accingiamo a chiedere un incontro urgente con i
Dirigenti regionali e provinciali dell’ANAS, allo
scopo di ricevere informazioni più aggiornate su
tutta la questione, sia perché ci troviamo adesso
in un nuovo anno finanziario e sia perché, in
relazione alle risposte che ci verranno date, prenderemo le nostre decisioni e porteremo avanti le
nostre iniziative.
Antonio Scordino
«Nel marzo del 2010, uno dei miei primi impegni è stato quello di prendere contatto con
l’ANAS sia di Catanzaro, dove mi hanno rappresentato le solite difficoltà finanziarie, che di
Reggio, dove mi è stato assicurato che l’intervento sul ponte dell’Isola, in quanto “punto nero”
tra i più pericolosi di tutta la provincia, sarebbe stato messo in agenda»
Calabria, all’ingresso della SA-RC, e alcune volte
anche presso gli analoghi uffici di Catanzaro.
Purtroppo inutilmente, e sempre per gli stessi
motivi: mancanza di fondi.
Rieletto Sindaco nel marzo del 2010, uno dei
miei primi impegni è stato quello di prendere
contatto con l’ANAS sia di Catanzaro, dove mi
hanno rappresentato le solite difficoltà
finanziarie, che di Reggio, dove mi è stato assicurato che l’intervento sul ponte dell’Isola, in quanto “punto nero” tra i più pericolosi di tutta la
provincia, sarebbe stato messo in agenda.
E’ all’interno di questo contesto di riferimento
che, unitamente al Presidente del Consiglio
comunale di Bianco, Rodolfo Nucera, e riprendendo una precedente analoga delibera
dell’Amministrazione Cavallaro, il ventotto giugno dell’anno scorso, con voto unanime di maggioranza e minoranza, il Consiglio comunale ha
deliberato di costituirsi parte civile in caso d’incidenti che dovessero verificarsi per causa diretta
del ponte killer. In quella stessa sede non sono
mancati interventi molto duri nei riguardi
dell’ANAS. In particolare il Presidente Nucera
ha ripercorso la tragica cronaca degli incidenti
mortali e di quelli non mortali, sebbene più o
meno gravi. Personalmente, tra l’altro, ho riferito
all’Assemblea che in occasione della morte della
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la Riviera
La settimana
GIOIA TAURO
LOCRIDE
DIAVOLO NERO
Ospedale Unico della Piana Sommersi dai rifiuti?
L’INVISIBILE TASSA
d è sciopero per i
lavoratori di
Locride
Ambiente. O almeno lo
sarà se, entro il 20 gennaio, non saranno versate le spettanze maturate dai lavoratori.
Andrea Falvo,
Amministratore delegato della società, si gustifica: «Al momento non
siamo in grado di pagare ai dipendenti ambedue i salari (stipendio di
dicembre e tredicesima)». Se i Comuni della
Locride non metteranno mano al portafoglio,
saranno “rifiuti amari”
per tutti!
E
gguerrito il presidente del consiglio comunale di Gioia
Tauro, Domenico Cento: «Hanno ribaltato la decisione
adottata da 22 comuni su 26. E'come se i veri rappresentanti del popolo non avessero mai tenuto quella famosa
Conferenza dei Sindaci, nel 2007, per la realizzazione dell'ospedale “teoricamente” unico». Strana è, difatti, l'attenzione
rivolta alla struttura periferica di Polistena, a scapito di quella
moderna e strategica di Gioia Tauro. Strano è perché, ad ospedale chiuso, si continui a tenere radiologia e camera iperbarica a Palmi.
A
REGGIO CALABRIA
L’Italcitrus all’asta
S
arà sicuramente un'asta poco combattuta, quella fissata per il 31 gennaio,
dall'amministrazione Arena di Reggio
Calabria. Oggetto della compravendita l'ormai famigerato stabilimento industriale
Sono le 3:35 del 29/11/2011 e nello svegliarmi
mi accorgo che mia moglie, prossima al parto,
sta male. È un baleno, mille pensieri si accavallano nella mente: è arrivato il momento?
Cosa devo metter in macchina?
Dimentico qualcosa?
Si incrociano le dita e sperando vada tutto
bene, ci si incammina verso l'ospedale di Locri
ma solo dopo aver disturbato Rosanna che,
assieme ai rispettivi genitori Giuseppe e
Giovanna, Elena e Giovanni e fratelli e sorelle
e parenti tutti che ci hanno coccolato in
ogni modo, ci hanno altresì fatto capire
ancor più quanto sia importante avere
una
famiglia su
cui contare, da cui
apprendere i
suggerimenti
e i consigli sempre
preziosi, dati, nel nostro caso da Luana ed
Elena, da Giovanna e Rosanna, insomma da
tutti.
Alle 04:05 circa eccoci giunti all'ospedale di
Locri e, dopo essere passati dal pronto soccor-
Italcitrus, offerto alla modica cifra di 2 milioni
ed 800 mila euro, senza gara al ribasso. Un
po' di storia: nel 2003 l'amministratore unico
della Italcitrus srl, Emidio Francesco Falcone,
propone l'affare al sindaco Scopelliti.
Diciannove giorni dopo aver ricevuto la lettera, il Sindaco chiede al venditore “la documentazione descrittiva degli edifici indicati
nella proposta” ma, in sostanza, compra a
scatola chiusa. La documentazione, infatti,
arriva solo l'8 maggio, quando già le pratiche
d'acquisto sono state avviate.
La Corte dei Conti, chiamata a controllare, si
dichiara sorpresa per l'inusuale celerità e,
principalmente, per il fatto che il tutto sia
stato compiuto “senza effettuare alcun ulteriore accertamento sulla reale situazione
giuridica dello stabilimento”. In definitiva il
Comune acquista, per 2 milioni e mezzo di
euro, un immobile degradato, ipotecato, pignorato, abusivo e, dulcis in fundo, dotato di
un'immancabile copertura in eternit.
Per fare una bonifica, e rimettere in piedi la
struttura, saranno necessari fondi superiori a
quelli pagati per un eventuale acquisto.
Qualcuno abboccherà? Se l'Italcitrus fosse
un pesce.
Com’è stato bello nascere a Locri
so ed essere stati indirizzati presso il reparto di
competenza, subito la mente va a mia moglie
e al bambino prossimo alla nascita e alla struttura sanitaria che potrà rendere possibile
quanto sperato nel percorso durato nove
mesi: stringere fra le braccia mio figlio.
Passano le ore e si avvicina così il momento
in cui mia moglie sente sempre più forte la
voglia di vita: la voglia che ha il nostro
bambino di venire al mondo.
Ore 10:30 si rompono le acque e via di
corsa in sala parto, ecco, oramai rimasto da
solo assieme ai miei cari di fronte la sala parto,
si sente un vagito.. si è il primo vagito (di una lunga serie visto
le notti insonni
che stiamo
affrontando)
di mio figlio
Giovanni;
un
brivido mi pervade lungo la
schiena e la felicità è talmente forte che ancora oggi non riesco a spiegarmi come non sia
seguito un pianto liberatorio.
Dopo i necessari controlli di routine si scende
nel reparto di ostetricia e ginecologia; un
reparto lindo, dove si avverte un sano vento di
ottimismo, credetemi, una corrente di fiducia.
Passata la bufera, poi, dopo
un
momentaneo
spaesamento
ognuno di noi ritorna a guardare con
occhi più sereni l'orizzonte, è pronto a riprendere il percorso di vita da dove lo si
era lasciato con forza ed euforia.
Un'euforia ancora presente ma che in quei
tre giorni camminava di pari passo con incontri casuali con altre neo mamme o neo papà,
di incontri con amici, di chiacchiere e storie
scambiate con gli altri tra i telefoni che suonano, lucette che si accendono, infermieri che
corrono, progetti scanditi con colorate e
preziose intonazioni calabresi, per esempio,
quella di mio padre che recita: quando è randi
mu portu fora cu mia nta campagna.
In una ampia intervista al
«Corriere della Sera» (8
gennaio) il Ministro
dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e
dei Trasporti, Corrado
Passera, alla domanda di Aldo
Cazzullo se vi saranno altre tasse
ha risposto: “Niente più tasse.
Capitolo chiuso”. C'è da credergli.
Che altro ancora ci sarebbe da tassare? Ma c'è, poi, da dire che l'ovattato ministro ha omesso d'elencare tra le provvide tasse quella
che riguarda le pensioni oltre i
mille euro i cui percettori sono
obbligati per legge ad aprire un
conto
corrente
bancario.
Operazione, che può essere effettuata, pagando un'imposta di bollo
di 50 euro. Il costo conclusivo di
detta operazione è di 80 euro
complessivi, considerato che il correntista per tale servizio si vedrà
trattenuti dalla Banca circa 30
euro. È una rapina a mano invisibile a mezzo del provvedimento
governativo laudato dalla Destra e
dalla Sinistra.
Ma non c'è solo il danno. C'è
anche l'offesa gratuita a milioni di
pensionati miniminor. Questo di
Monti è un governo, che oltre al
rigore, all'equità, alla crescita, è
particolarmente devoto al culto
della legalità. Infatti, il detto provvedimento non è stato ispirato
dalla voglia di mettere altre tasse,
ma dalla necessità di impedire che
i pensionati possano utilizzare gli
appena oltrepassati mille euro per
riciclare denaro sporco. Questo
nell'immaginazione di Monti e di
Passera. Sta di fatto che il professor Monti fa cassa sulle spalle dei
pensionati e, per giustificare l'indegna tassa, agita lo spettro del
riciclaggio.
In questo vociare, a volte forte a volte
sommesso, tra ospiti e parenti, è inevitabile
imbattersi nel personale medico, infermieristico e ausiliario che ha reso possibile il sogno
di tenere fra le braccia mio figlio; un sogno
che si spinge sino alla speranza che mio figlio
Giovanni cresca, così come tratto da “Una
preghiera per mio figlio” di Douglas
MacArthur, abbastanza forte da riconoscere
la sua debolezza e abbastanza coraggioso da
affrontare se stesso davanti alla paura, che stia
dritto nella tempesta ma che abbia comprensione per coloro che sono deboli.. che si ricordi sempre la semplicità della vera grandezza,
l'apertura di spirito della vera sapienza e la
dolcezza della vera forza… e allora io, suo
padre, potrò sussurrare: Non ho vissuto
invano.
Con un doveroso pensiero di solidarietà a
chi è stato o è meno fortunato, grazie di cuore
ai Voi tutti dottori ed infermieri del reparto di
Ostetricia - Ginecologia nonché dei dottori
ed infermieri del reparto di Pediatria nonché
ancora a Giovanni, Elena, Giuseppe,
Giovanna, Vincenzo, Ilaria, Luana, Marilena,
Vincenzo e Francesco.
Domenico, Monica e
il piccolo Giovanni Cartolano.
DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
09
Parlando
di...
In città
Arena: Censore o cosa?
U
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
no dei motivi principali della censura è che a qualcuno non è piaciuto come hai detto la verità. Perché
l'hai detta in modo da risultare troppo convincente, in modo da far
presa su tantissimi altri che la pensano o potrebbero scoprire di pensarla come te. È quando induci
alla riflessione che ti censurano. È quando ci si
sente smascherati. E il paradosso della censura è
che, poiché è vietata, è necessario trovare una strategia per mascherarla in modo da non smascherare il censore. Si finisce così per censurare persino
la parola censura, tanto da non chiamarla più censura ma, per esempio, “attività di moderazione”.
Qualche giorno fa sono stata vittima di “censura”
da parte del sindaco di Reggio Calabria, Demetrio
Arena, o meglio dello Staff che modera il suo profilo Facebook. Ho pubblicato un post in cui chiedevo quando sarebbero stati emessi i pagamenti
del referendum di 7 mesi fa, pagamenti che a
Sassari hanno liquidato addirittura 7 giorni dopo
la chiusura delle operazioni di scrutinio. Il sindaco
non risponde. Intervengono altri amici-cittadini e
si finisce per parlare dell'abitudine tipica dell'amministrazione comunale che, facendo proprio l'antico adagio latino “panem et circenses”, anziché
adempiere ai propri doveri, cerca di tenerci buoni
offrendoci divertimenti vari, vedi Rtl, i concerti di
Ranieri, Raf, Nek.
Il sindaco persevera nel suo silenzio.
Finalmente risponde dopo tre giorni, nonostante
avesse visitato il suo profilo prima e avesse pubblicato post autocelebrativi. Non risponde però alla
mia domanda iniziale, bensì alla mia accusa di
essere stata censurata. Il commento incriminato
era una risposta a uno tra gli amici che suggeriva
di non attaccarci sempre ai soliti discorsi, che i problemi adesso sono altri (i nuovi arrivati hanno
messo le mani sui conti), di rimanere uniti senza
prendercela tanto, poiché ragionandoci su
potremmo scoprire che la colpa è anche di nostro
padre che è andato in pensione lavorando solo 15
anni! Esattamente la mia risposta era questa:
“Non so il tuo, ma mio padre lavora ancora e ne
avrà per molto. Raf, Nek e Ranieri li ho citati perché si parlava di divertimento. So benissimo che
adesso i problemi sono altri e sono troppo grandi
per una Reggio che tutt'a un tratto si è trovata
sommersa dal fango. E non è colpa della pioggia.
Il mio post non intendeva assolutamente creare
alcuna divisione. Era solo una domanda, credo
lecita, che si aspettava una risposta cortese, che
non c'è stata”. Avendo notato che questo commento era stato rimosso, lo ripropongo e natural-
mente viene ricensurato e seguito dalla
“letterina” del sindaco:
“Gentile Maria Giovanna, il suo
post è stato rimosso in quanto conteneva commenti che sottendevano
comportamenti illeciti da parte di
chi amministra o ha amministrato
la città. Affermazioni che non trovano riscontro nella realtà e che sono
state considerate offensive. Le ricordiamo che questa bacheca non
è un forum privato
dove si può parlare in libertà tra
amici, ma uno
spazio istituzionale, e che
determinate
affermazioni
ove
non
comprovate, sono
passibili
di azioni
giudiziarie
per tutelare l'onorabilità delle persone e
dell'Ente chiamato in causa.
In quanto alla supposta censura la invitiamo a leggere con attenzione i post
pubblicati in questa bacheca. Troverà
critiche anche molto dure proprio perché non esiste alcuna censura. Viene
attuata un'attività di moderazione sui
messaggi offensivi, faziosi o inutilmente polemici. Questo profilo è uno strumento a disposizione dei cittadini per consigli, critiche e
segnalazioni e come
vede la segnalazione
che apre questa
discussione e che non
è certo tenera nei conf r o n t i
dell'Amministrazione
è presente. Nessuno
l'ha cancellata. Non
saranno però tollerati ulteriori
interventi
inutilmente
polemici che non hanno nulla a che vedere con le
finalità di questo profilo che ha come unico obiettivo la partecipazione attiva dei cittadini per la crescita della nostra città. Staff di moderazione”.
Nessuno mi ha censurata, mi hanno solo moderata! Perché… ho scoperto l'acqua calda! Non credo
di aver detto nulla che non sia già balzato agli
onori, o forse sarebbe meglio dire orrori, della cronaca. Non credo sia frutto della mia debordante
fantasia che, per esempio, l'architetto Bruno
Labate, in qualità di consulente del Comune di
Reggio Calabria, abbia percepito somme per oltre
532.000 euro, che secondo quanto è emerso negli
ultimi giorni - e non dal mio sogno di stanotteLabate restituirà in comode rate mensili, a interessi zero! (Se però vi capita di prendere una multa,
cari lettori, attenzione perché non riceverete lo
stesso trattamento: se non la pagate nei termini
previsti dalla legge vi verrà raddoppiata). Pertanto
le mie offensive, faziose e inutilmente polemiche
insinuazioni si riferiscono alla realtà. Quanto ai
comportamenti illeciti che avrei attribuito all'attuale amministrazione, francamente non riesco a
riscontrarli. Anzi l'avrei addirittura difesa dicendo,
appunto, che le mani sui conti non le hanno messe
i nuovi arrivati, ma chi li ha preceduti. L'unica
accusa mossa all'attuale amministrazione potrebbe essere semmai quella di ingenuità. Quindi io
sarei passibile di azione giudiziaria per aver commesso cosa esattamente?
Alla letterina rispondo con questo commento,
che puntualmente è stato rimosso e pertanto l'ho
dovuto riproporre: "Quindi adesso la censura si
chiama attività di moderazione? Non è vero che
Reggio è ridotta sul lastrico? È solo una mia offensiva, faziosa e inutilmente polemica insinuazione?
Comunque la mia domanda iniziale continua ad
essere elusa...”
Arena o chi per lui rimuove anche il ripostato,
ed esordisce: “Gentili tutti, informo che i pagamenti delle spettanze dovute per i referendum
saranno erogati a partire dal 16 gennaio 2012. Il
saldo dei mandati avverrà seguendo l'ordine alfabetico”. E io esultante: “E dopo quattro censure ai
miei post ce l'abbiamo fatta! Senza parole…”.
A questo punto non solo scatta l'ennesima censura: Arena non è più tra i miei amici di Facebook.
Mi ha cancellata. Non vuole gente offensiva, faziosa e inutilmente polemica tra i suoi amici, preferisce le persone che gli vogliono bene e lo stimano.
A questo proposito, mi vengono in mente alcune
raccomandazioni:
«Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e
sicurezza nell'avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche, deprimenti»
(Ufficio Stampa di un vecchio governo).
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DOMENICA
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Parlando
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Primo piano
Conferenza-stampa d’inizio d’anno
Il Presidente Talarico non
è atteso nella gabbia dei leoni
RODERIGO DI CASTIGLIA
Una conferenza-stampa, sul cominciare dell’anno 2012, del Presidente del Consiglio regionale,
dr. Franco Talarico, dovrebbe essere o, comunque, apparire come una gabbia di leoni. Per
nulla. Tutto il contrario. I giornalisti sono stati
cortesi, se non addirittura cerimoniosi. Le
domande sono scese come gocce di rugiada.
Tutte girate sull’avvenire, che, non esistendo
ancora, può ospitare le migliori attese e consentire qualsiasi dialettica senza antitesi. A dire la
verità, il Presidente del Consiglio meritava questo accoglimento. Egli è persona perbene, genti-
le, di buone letture, senza medaglie al petto,
senza grilli autorefenziali, aperto al dialogo.
È uscito vittorioso, senza un graffio dalla conferenza-stampa, che ha dato l’impressione di stare
discutendo dell’attività del migliore dei consigli
regionali possibili. Ciò in cui -pensiamo- non
crede forse neppure il dr. Franco Talarico. Il
quale ha centrato la sua breve relazione su due
temi scottanti: i costi della politica e l’iniziativa di
lotta alla mafia, rivendicando innanzitutto la
produttività del Consiglio regionale (15 sedute),
dell’Ufficio di Presidenza (17), delle Conferenze
dei Capigruppo (11 sedute), delle Commissioni
(132 sedute), l’innovazione del Question Time.
Sui costi della politica: abbiamo operato, nella
condivisione generale, riforme strutturali. Cioè
a dire, l’abolizione dei vitalizi, l’abolizione dei
sottosegretari, la diminuizione del 10% dei contributi ai gruppi, la riduzione delle commissioni
da 10 a 6, l’abbattimento al 50% delle consulenze. Il bilancio del 2012 passa da 79 milioni a 73,
e nel futuro si prevede un ulteriore decremento,
sotto i 70 milioni. Sulla lotta alla criminalità: la
battaglia deve essere innanzitutto una battaglia
culturale. Puntare alla cultura, soprattutto alla
cultura con progetti qualificati. Nella speranza è stato commentato- che non siano quelli conclamati da Riferimenti e Libera, che sembrano
porsi come i corazzieri unici della Presidenza del
Consiglio regionale.
IL DITO NELL’OCCHIO
Da Milano
a Siderno
l San Raffaele di Milano significa
sanità eccellente, ricerca, innovazione, avanguardia scientifica in
Europa, se non nel mondo. Ma ha
significato e significa anche un enorme indebitamento perpetuato da don
Verzé . I sofisti in Italia non mancano.
Si son fatti subito avanti e hanno
distinto tra il complesso ospedaliero,
che mantiene la sua eccellenza, e don
Verzé, che è stato un truffatore , il
quale, poiché morto, i debiti li rimetterà al Padre nostro.
Nella provincia di Reggio Calabria e,
in modo particolare, a Siderno ci sono
delle ottime aziende. Produttive, pre-
I
LOCRIDE
Banda armata
DANIELE MANGIOLA
L'altro giorno nella via del mio
quartiere vedo avanzare una banda
armata. Camminavano in gruppo discutendo tranquilli tra loro, strisciando
i piedi per terra e sollevando la polvere, come fanno nei films western.
Avvicinatisi vedo che sono dei bambini, neanche adolescenti, non più di
dodici anni il più grande. Avevano in
mano solo armi giocattolo, ma non
dei Winchester, non delle Colt,
imbracciavano kalashnikov, fucili a
canne mozze.
Le armi giocattolo di quando ero
bambino. Le imbracciavi e ti sentivi
un eroe, imitavi Tex Willer lottando
contro i banditi, diventavi coraggioso
e forte. I modelli da imitare erano
tutti così, giusti, difensori dei deboli,
impavidi. Avevano il tappino rosso, si
vedeva lontano un miglio che erano di
plastica. Queste qui erano perfette
invece, per quel nulla che ne capisco.
Allora qualche pistola l'ho avuta
anch'io. Oggi le armi mi fanno tutte
vomitare, anche quelle di marzapane.
Però, quali modelli avevano questi
bambini con le lupare? In quale
fumetto le avevano viste? Chi aveva
insegnato loro ad imbracciarle con
tanta sicumera? Chi aveva loro fatto
venire la voglia di averle come regalo?
Con quanta tristezza nel cuore gli
sfortunati padri avevano ceduto all'acquisto? O avevano provato invece
fierezza nel farlo? Se la godevano dal
balcone questa banda armata in marcia?
Mentre mi perdevo in elucubrazioni
del genere la banda si avvicinava.
Erano ormai a tiro. Ora li affronto,
dico io, e sfodero il sorrisetto caustico
della paternale ironica, mia arma
preferita. Sapete cos'è quello? Li
sfido. Una lupara, risponde uno. Un
fucile a canne mozze, un altro. Otto,
dieci anni. Ho avuto un brivido alla
schiena, ma non l'ho dato a vedere. E
POLISTENA
Risposta alla ‘ndrangheta
MARIA BOETI
a che serve? Incalzo. Ma mi passano
davanti continuando la propria strada
senza rispondere. Solo qualche breve
sorrisetto tra loro. Un velocissimo
sguardo di sufficienza del capo mi
sconfigge senza pietà. Mi lasciano lì a
mangiare la polvere con tutta la mia
paternale sprecata sull'asfalto.
Al sole non si può chiedere di splendere di più. Mercoledì scorso alle ore
17.00 la Sala del Consiglio
Comunale, i corridoi, gli androni, la
platea erano gremiti di cittadini.
Polistena ha risposto facendo
quadrato intorno al sindaco Michele
Tripodi che convocando il “Tavolo
senti sul mercato europeo e anche
mondiale. I loro proprietari sono
incappati in recenti inchieste giudiziarie. Da noi i sofisti scarseggiano, e
nessuno ha messo in onda la distinzione tra le aziende, che sono ottime e
danno lavoro, e i proprietari, che ottimi non sono. Conclusione. Il San
Raffaele non viene confiscato e sottoposto ad amministrazione controllata.
Le aziende di Siderno sì.
della legalità” ha fatto vedere,
insieme a tutta l' Amministrazione,
come si danno le risposte e dove abita
la vera forza, quella che resiste ad
ogni tempesta. Presente, naturalmente il nostro direttore Crupi che
ha affermato che se non si fosse trattato di una grande manifestazione, di
certo, non si sarebbe scomodato. Ha
parlato de «La Riviera» affermando
che siamo un giornale progressista,
originale e meridionalista, infine, che
intravede a Polistena lo sforzo di
combattere la 'ndrangheta ma che
bisogna andare alle radici del problema. Nella sua analisi il prof. Crupi ha
affermato che i nemici della
democrazia devono essere combattuti sia dalle maggioranze che dalle
opposizioni.
PROVINCIA: ORA, TU PENSA UN PIANOFORTE
ANTONELLA ITALIANO
«Ora tu pensa - spiega Lemon in “Novecento” - un pianoforte! I tasti
iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro. Tu sei infinito. E, dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito…». Un'opera
che ci ha insegnato come uno strumento possa essere grandioso, anche
nei luoghi meno probabili. Quelle di oggi, però, sono altre storie, altri
pianisti, e la polemica incalza lo Stretto. Possibile che uno Stainway a
gran coda sia l'oggetto della discordia? Se ne è parlato tanto e, tante
sono state le polemiche tra l'assessore provinciale alla cultura, Eduardo
Lamberti Castronovo, e il commissario del Conservatorio “Cilea”,
Lucio Dattola. Così, l'acquisto dello strumento, da collocare nel
“Salone storico” di Palazzo Foti, per alcuni sarebbe uno sperpero. Un
botta e risposta sponsorizzato dai quotidiani. Dagli uffici della
Provincia, raggiunti per esaminare il luogo “del reato”, notiamo il mare.
Le navi vanno da una sponda all'altra dello Stretto. Bello, come la musi-
ca. Anche Lemon era su una nave; lì con il suo piano; e quanta vita ebbe
intorno: sfide musicali, confronti culturali, chiacchiere più o meno
importanti, a volte solo il piacere di essere ascoltato. «La terra, quella
è una nave troppo grande per me.
È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È una musica che
non so suonare. Perdonatemi, non scenderò». E fu con lui che “il
pianista sull'oceano” preferì morire. Ma questo è il romanzo, a noi
interessa la cronaca.
Dalla parte di Lamberti si schierano i docenti della Mediterranea,
Enrico Costa e Renato Nicolini: il pianoforte potrebbe essere importante nell'affrontare temi con giovani e anziani. Neutrale resta, invece,
il coordinatore provinciale del Pd, De Maria, intento a mediare più che
a polemizzare. Dattola, per far risparmiare gli 80000 euro alla
Provincia, offre uno Stainway del Conservatorio; Lamberti è perplesso
ma felice, l'importante è ottenerlo. La musica, si sa, arriva più delle
parole. Lo diceva pure Lemon: «…Non sono pazzo fratello. Non siamo
pazzi quando troviamo il sistema per salvarci».
SABATO
31 DICEMBRE 2011
LA RIVIERA
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DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
13
Parlando
di...
TRASPORTO REGIONALE FERROVIARIO: DIBATTITO A ROCCELLA
Iniziativa regionale a Roccella Jonica il 16 gennaio sulla vertenza
FerroviaOre 16:00 Convento dei Minimi si parlerà del trasporto ferroviario
regionale. la discussione è stata organizzata dai sindacati. Prevista la presenza
di Serena Sorrenti (CGIL nazionale) e del prof. Gattuso.
LOCRIDE
INTERVISTA A SASA ALBANESE
Contro l’inerzia
amministrativa
Come nasce il movimento “Risveglio della Locride”?
Il movimento nasce per via di una preoccupazione largamente condivisa da tanti soggetti: il nostro territorio
ha raggiunto il suo massimo storico in termini di marginalità. Un appello lanciato dai pochi, poco prima
delle feste natalizie, ma a cui hanno aderito molti del
comprensorio. Dopo una serie di incontri, mirati a
dare un contributo “dal basso” per la crescita del territorio, è stato costituito un comitato provvisorio con il
compito di elaborare uno statuto, sarà quest’ultimo a
definire con precisione le modalità d’adesione, gli
scopi e i principi sul quale costruire una prospettiva di
impegno comune.
Parliamo degli obiettivi…
Affermare la legalità, intesa come regole comuni e,
soprattutto, il rispetto delle stesse, perché siano elemento cardine della vita nella Locride. Legalità che in
questo momento lascia un po’ a desiderare.
Siete stati fautori di una lettera aperta al Comitato
sindaci, pubblicata su molti quotidiani in questi giorni. Cosa chiedete?
Il movimento non vuole essere di protesta ma di stimolo. Questo ci spinge a chiedere il confronto con i sindaci della Locride. Due sono le nostre riflessioni. Una
riguarda la società Locride ambiente, che sta per essere rottamata a causa dell’incapacità, o non volontà, dei
sindaci di darle la funzione che le era propria, cioè strumento che avviasse la raccolta differenziata. Processi
che avrebbero potuto creare posti di lavoro. Altra
riflessione riguarda la costruzione della nuova ss 106. È
necessario un tavolo di trattativa con Astaldi per
affrontare le conseguenze che, il passaggio nei tratti
abitati di centinaia di mezzi pesanti, sul piano ambientale e, soprattutto, l’utilizzo delle maestranze sui cantieri della stessa.
Il Comitato dei sindaci si è riunito qualche giorno
dopo la vostra uscita sui giornali, ma non ha accennato a nessuna delle vostre richieste. Come ha reagito il
movimento?
Questa è l’ennesima testimonianza di insensibilità e di
distanza nel rapporto tra il Comitato e le comunità
locali. Continueremo ad incalzare i primi cittadini,
affinché scendano dal piedistallo e si misurino con i
problemi “reali” del territorio.
Cosa ne pensa del Comitato dei Sindaci?
Così come si presenta è un organismo inutile. Chiuso
su se stesso e usato, da qualche sindaco, per il mantenimento di posizioni di dubbia utilità sociale.
Lei è un sidernese, ed è stato attivo nel suo comune con
l’associazione “Siderno Libera”. Cosa ne
pensa dell’attuale governo del suo comune?
Penso si stiano avverando le previsioni.
Un’inerzia amministrativa che trae origine
sia dalle difficoltà economiche in cui versa
l’ente, sia dalla mancanza di una
visione che ridia, a Siderno, il ruolo
di locomotiva della Locride.
Come mai si è allontanato da
“Siderno libera”?
Perché è nata nel tentativo di
coinvolgere i cittadini nel progetto e nello sviluppo della
comunità, a prescindere dalle
appartenenze
politiche.
Quando ho preso atto dell’impossibilità di continuare l’impegno in questo movimento, per
via di nascenti pregiudizi politici, mi sono allontanato. La
Locride non può morire sotto la
clava della magistratura, né essere circuito di associazioni o lobby economicocriminali. Piaghe che, in questi anni,
l’hanno resa una terra debole, marginale
e incapace di reagire.
INTERVISTA AL SINDACO DI LOCRI PEPÈ LOMBARDO
«L’opposizione fa polemiche,
io e la mia giunta i fatti»
MARGHERITA CATANZARITI
’è chi invoca le sue dimissioni e
chi invece difende le sue posizioni. C’è chi sostiene che lui e la sua
giunta siano fuori tempo massimo e
c’è chi però lo ha scelto per amministrare la città. In un clima di
polemiche al vetriolo e
guerra fredda a mezzo
stampa,
abbiamo
incontrato il sindaco
di Locri Giuseppe
Lombardo e abbiamo sentito la sua opinione in merito al difficile momento politico e amministrativo
vissuto
dall’intera
città.
Sindaco, perché questo
attacco nei suoi confronti da parte dell’opposizione?
C
E’un attacco strumentale. Gli attuali
componenti della minoranza hanno
stranamente ritrovato compattezza nell’attacco alla mia Amministrazione.
Prima la guerra se la facevano tra
di loro con mille contraddizioni, ora la fanno alla maggioranza, adottando delle tecniche di comunicazione
che mirano a confondere
l’opinione
pubblica. Mi ricordo un’intervista
all’ex
sindaco
Macrì, pubblicata
proprio su la
Riviera, in cui
quest’ultimo, nell’ammettere che
la
sua
Amministrazione
aveva lasciato nelle
casse del Comune solo
ottanta euro, aggiunse
però che oltre quello aveva lasciato
anche i Piani di rientro e che era sufficiente che la nuova Amministrazione li
rispettasse per normalizzare la situazione finanziaria di Locri.
Quella è una dichiarazione assurda, rilasciata per mescolare le carte. I Piani di
rientro non sono altro che degli accordi
tra debitore e creditore per stabilire le
modalità di pagamento. Ma come si
possono rispettare, se manca la materia
prima per attuarli? Meno male che i cittadini non sono degli sprovveduti e che
se hanno perplessità possono venire qui
a chiarirsi le idee, consultando documentazioni e atti. L’opposizione chiede
conto a noi di cose per le quali i suoi
esponenti, negli anni precedenti, non
hanno fatto nulla. Chiedono risposte
sulla questione condono, in merito alla
quale noi, in pochi mesi, ci siamo mossi
stabilendo incontri degli interessati con
i nostri tecnici e ponendo delle date
limite che devono essere rispettate.
BIVONGI
Fort Apache della Locride
ILARIO AMMENDOLIA
Bivongi, la piccola abitazione
di una coppia di anziani si
trasforma in un palcoscenico
dove la Calabria consuma il suo
silenzioso dramma. Non ci sono gli
ingredienti erotici che, in questi
anni così tristi e miseri, trasformano
le tragedie umane in storie di
intrattenimento per stanchi spettatori di una televisione sempre più
scadente.. C’è qualcosa di più
importante: il dramma della
Calabria, ma questo sembra godere
di un audience molto basso.
Le prime vittime, una coppia di
anziani di un piccolo paese incavato
nelle Serre, noto nella Locride per
la particolare laboriosità dei suoi
abitanti, e che certamente dopo
una vita di duro lavoro avrebbero
avuto diritto ad un po’ di rispetto e
di poter vivere in pace ciò che resta
della loro esistenza. Invece subiscono due assalti in pochi giorni alla
A
loro abitazione trasformata in una
specie di Fort Apache in cui invece
di vivere si resiste. Un giovane
costretto a difendere i nonni a
rischio della propria vita, e come
nell’antico West, trasformarsi in
improvvisato tutore della legge che
uccide per non essere ucciso.
Un ragazzo di appena 18 anni
morto tragicamente. Cercava armi
e per la seconda volta in pochi giorni era andato all’assalto di quello
che riteneva un facile fortino.
Insieme ad un suo coetaneo, oggi in
galera, utilizzava armi di fortuna:un
piede di porco ed un coltello.
Era animato da una ferrea volontà:
diventare un vero criminale armato.
Con le armi si sarebbe sentito più
forte e con le armi, probabilmente,
avrebbe ucciso. Invece ha incontrato la morte prima di iniziare l’avventura della vita.
Cosa può spingere un ragazzo di
soli diciotto anni ad avere come
suprema aspirazione quella di
DOMENICA
impossessarsi di un fucile e far
paura ?
Era un bel ragazzo, avrebbe potuto
aspirare alla compagnia di ragazze
della sua età, lavorare, ballare,
divertirsi. In un paese normale! In
Calabria, nella Locride quel fucile
rappresentava, quantomeno nella
sua fragile immaginazione, il passaporto verso l’Essere qualcuno altrimenti sarebbe stato il nulla..
E’ drammatico ammattere che
senza quel fucile sarebbe stato il
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LA RIVIERA
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la Riviera
BOVALINO: L’ULTIMA MAGIA DI MASINO
Col fiato sospeso, il pubblico di Bovalino, attende l’ultima
trovata del sindaco Mittiga. Cadrà o non cadrà? E, come per
magia, gli assessori dimissionari Muscari e Maesano vengono
rimpiazzati. Ferrò e Mazzone le new entry. La giunta non cade!
Loro in cinque anni, cosa hanno fatto? Lo
stesso vale per le costruzioni abusive: ci
sono pratiche che si trascinano dal 2003 e
loro ora chiedono conto a noi, pretendendo soluzioni immediate. E perché invece
loro non hanno usato i milioni di euro stanziati dalla Regione Calabria per la città di
Locri con legge apposita nel 2006, subito
dopo il caso Fortugno, al fine di realizzare
una serie di interventi previsti per la nostra
comunità?
E’ vero, come sostiene la minoranza, che in
Consiglio non esiste confronto tra le parti?
No, anche questa è la solita dichiarazione
che lascia il tempo che trova. Abbiamo solo
un modo diverso di affrontare il contraddi-
Dalle sue precedenti esperienze di
governo della città che cosa è cambiato oggi nella politica locrese ?
Manca appunto il senso della
responsabilità e di contro c’è troppa
improvvisazione da parte di chi fa
politica. La situazione è cambiata in
negativo, soprattutto perché i partiti
non funzionano, hanno perso di vista
la loro funzione principale che è
quella di essere portavoce dell’interesse pubblico. La politica è una
cosa seria. Per essere buoni politici
non basta la faccia tosta.
Quale è la reale situazione del
Comune di Locri?
perché il nostro Comune, negli
anni, ha superato il limite di
indebitamento massimo. E
questa immobilità, questa famigerata stasi amministrativa, in
realtà è iniziata anche con chi
oggi è bravo a recriminare.
E quale è la soluzione?
La stiamo cercando. Sto lavorando per trovare una soluzione ed evitare un eventuale dissesto, mi sono recato personalmente alla Regione Calabria,
alla Provincia e anche a Roma
ad illustrare la nostra situazione, auspicando una via d’uscita.
Ma in tutta franchezza, non
vedo soluzioni vicine. Nessuno
è disposto a finanziarci.
Potremmo avere qualche agevolazione nelle partecipazioni
ai bandi. E anche se questi ci
venissero assegnati, saremmo
comunque penalizzati dalla
mancanza di liquidità necessaria per la realizzazione di qualsiasi progetto. Purtroppo la
crisi c’è ed è generale in tutta Italia, ma io e
la mia Amministrazione continueremo a
lavorare come abbiamo sempre fatto.
Siamo stati eletti a gestire il governo della
città ed io mi sento la responsabilità di portare a termine ciò che sono stato chiamato
a fare. E non intendo neanche prendere in
considerazione le richieste di dimissioni
inoltratemi da esponenti della minoranza.
E’determinato ad andare fino in fondo?
Certo. Non potrei mai fare altrimenti.
Attacchi strumentali. Gli attuali componenti della
minoranza hanno stranamente ritrovato compattezza
nell’attacco alla mia Amministrazione. Prima la guerra
se la facevano tra di loro con mille contraddizioni
torio. Loro polemizzano a gran voce, dicono e ripetono a turni alternati sempre le
stesse cose. Io rispondo con i fatti, con gli
atti alla mano, con senso di responsabilità.
Ho un modo diverso di fare politica.
Quando una persona non risponde alle
provocazioni, non significa che sia in torto
o che non abbia nulla da dire. Io mi ritrovo
a spiegare continuamente le cose a chi in
verità le conosce benissimo e fa finta di non
sapere. Ma del resto, non c’è peggior
sordo…
La situazione è molto seria. La massa debitoria fa spavento e in cassa ci sono zero
fondi. Le dico solo che per pagare gli stipendi a tutti i dipendenti comunali ci
vogliono quattro milioni di euro l’anno. Il
trasferimento, il fondo ordinario che lo
Stato elargisce al comune di Locri, è di
circa due milioni e ottocento mila euro. Noi
come Amministrazione dovremmo riuscire
a recuperare il resto, solo per pagare i
dipendenti. E’ un’impresa ardua anche
chiedere ulteriori finanziamenti o mutui
L’importante paese dello Stilaro come
il Far West.Un diciottenne muore
tragicamente per mano di un giovane che
per difendere i nonni dall’ennesima rapina,
uccide per non essere ucciso
nulla, ma per capire il senso di queste
parole si dovrebbe focalizzare l’obiettivo sulle mille storie di “uomini
nulla” che restano sottotraccia nei
nostri paesi, ci vivono accanto come
entità impalpabili, e che ci parlano di
una Calabria che ogni giorno perde la
propria identità e non crede più che ci
possa essere un avvenire.
Può sembrare ardito fino alla provocazione dire che la ndrangheta rispetto a ciò che questi fatti potrebbero
annunciare è poca cosa. La ndranghe-
ta è una organizzazione criminale ha il
suo ordine da rispettare e far rispettare. E’ l’altra faccia del Potere, attigua
ad esso, ed è fatta a sua immagine e
somiglianza.
Altra cosa è la rivolta selvaggia, individualista e solitaria che questi fatti
annunciano.
Certamente non si tratta di rivoluzione che presuppone una organizzazione rivoluzionaria, un modello di
società da costruire o , quantomeno
una Utopia da inseguire.. In questo
caso non abbiamo niente di tutto questo, ma solo una dichiarazione di guerra individuale alla società, agli altri
uomini che si considerano estranei e
nemici.
I francesi a fine ottocento parlavano di
noi calabresi “come legioni di diavoli”
che la terra scaraventa fuori a migliaia
ad ogni scossa di terremoto.
L’esercito francese prima e quello piemontese dopo si scontrarono con dei
eroici selvaggi che combattevano e
morivano perché in quella lotta trovavano il significato della loro vita.
Anche oggi, guardando da lontano le
nostre comunità si coglie solo una grigia normalità: un sindaco, un farmacista, un maresciallo, un prete, a volte,
un capo ndrangheta.
Preoccupa il grigiore, ma se si riuscisse a puntare l’obiettivo su ciò che si
muove sottotraccia, potremmo osservare un magma compresso, tanto più
pericoloso in quanto formato da tante
particelle che rischiano di diventare
incandescenti .
Un potenziale caos che non annuncia
una rivoluzione ma qualcosa di molto
peggio.
Se avessi la possibilità di parlare a chi
dirige al nostro Stato direi, anzi sussurrerei: attenti alla Calabria.
Non alla “politica”, a questa politica,
che, a parte qualche rarissima eccezione, conta poco e vale meno, e neppure
alla ndrangheta per quanto drammaticamente pericolosa. Attenti alla grande rabbia che uomini di antica fierezza potrebbero mettere in campo come
ultima bandiera nella lotta contro il
nulla a cui si sentono condannati..
MIX
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Casignana, il mio paese
Casignana è un paese della provincia reggina,
dal 2011 l'amministrazione è affidata al sindaco Armando Pietro Crinò. Persona disponibile e preparata quanto oltraggiata, durante il
suo mandato, da episodi vandalici: il furto di
un camion del Comune da poco rimesso a
nuovo, i danni al campo sportivo e a quello di
tennis ne sono solo un esempio. Casignana è
stato apostrofato come “il paese dei rifiuti”
per via del blocco dei camion, operato da un
gruppo di scioperanti, in contrada Crocefisso.
Ma è falso è ciò che si dice della discarica, diffamatorie le foto messe su facebook! Opera
di persone che, anziché occuparsi dei problemi dei loro paesi, come i materiali radioattivi
nel fiume La Verde, infangano il nostro.
Voglio esprimere la mia solidarietà al sindaco
Crinò e a coloro che hanno ricevuto gli avvisi
di garanzia. Il percolato non scende lungo il
Rambotta come raccontano, l'intero sito è
costantemente controllato dall'Arpacal. La
formazione di materiale inquinante è un problema di tutte le discariche del mondo, un
quantitativo che varia naturalmente in funzione di tre parametri: meteorologia, umidità
e grado di compattazione del terreno. Il mio
appello è rivolto dunque ai magistrati, perché
puniscano chi ha offeso, tramite il social
network facebook, il sindaco di Casignana,
chi ha diffuso e strumentalizzato le fotografie, chi ha danneggiato le recinzioni metalliche del sito. Auguro che questo nuovo anno
sia più fortunato per Crinò e, soprattutto, che
cessi presto l'infamia degli avvisi di garanzia.
I veri colpevoli non stanno a Casignana, stanno nella Capitale. I veri colpevoli sono coloro
che hanno aumentato tasse di luce e gasolio,
tagliato voli aerei e treni a lunga percorrenza,
lasciato 5600 lavoratori Lsu ed Lpu senza
contributi, per 15 anni, e senza stipendio,
ormai da diversi mesi.
Mister ascolto
A “Tutti in campo” l'uragano Belligerante.
Lunedì scorso, in prima serata su Telemia
irrompe Giuseppe Belligerante in difesa del
calcio sidernese e della città capitale della
Locride. «Siderno è Siderno e nonostante
qualche codardo, rimane il punto di riferimento dell'intero comprensorio. Non solo
calcisticamente» ci ha detto in redazione il
giorno dopo la trasmissione su Telemia, che
ha visto Gesualdo Albanese all'angolo a
subire ganci e montanti del purosangue
sidernese. Un biancazzurro di razza.
DOMENICA
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Le visite sono fissate per giovedì
19 e lunedì 23 gennaio. Il corso
sarà nei giorni 22 e 23 gennaio,
consigliato ad ortopedici,
fisioterapisti, operatori shiatsu,
dentisti ed estetisti.
L
a mente umana - diceva Flaubert - è paragonabile ad una farfalla che assume il colore delle foglie sulle quali si posa…si
diventa ciò che si contempla». Così, quando lo stress è la nostra foglia, ristabilire l'equilibrio nella maniera più “dolce”
possibile è l'obiettivo da raggiungere. La Kinesiologia unisce
la sapienza orientale e quella occidentale in un'unica dottrina. Da un lato le teorie sui flussi energetici, dall'altro quelle sui test muscolari. Una realtà lontana fino a qualche tempo fa, ed oggi a portata di
tutti. Sarà il maestro Giovanni Filippini a tenere i corsi a Siderno, ospite
del centro benessere “La Mer”. E' un successo per la Locride poter ricevere il Maestro che, dopo tanti anni in giro per il mondo, torna in Italia. «I
shin den shin» insegna, dalla mia anima alla tua anima. Praticamente da
non perdere. Sarà con delle prove mirate che, Filippini, entrerà nel sistema
di comunicazione del corpo, chiarirà, evidenzierà e valuterà la risposta,
cosciente o incosciente, della persona. Le visite sono fissate per giovedì 19
e lunedì 23 gennaio. Il corso sarà nei giorni 22 e 23 gennaio, consigliato ad
ortopedici, fisioterapisti, operatori shiatsu, dentisti ed estetisti. Il campo di
applicazione della dottrina, d'altronde, è vario: dolori e disturbi dell'apparato muscolare e osteo-articolare; disturbi dell'apprendimento dell'attenzione e della memoria; stress, ansia, fobia; problemi legati alla nutrizione,
disturbi intestinali e problemi metabolici; performance sportive. Fare
Kinesiologia è un “navigare complesso tra le esperienze della mente”, per
riorganizzarla e permettere di esprimere pienamente le sue potenzialità.
Una scoperta per la medicina di questo secolo! Già negli anni Settanta il
pedagogista, Paul Dennison, fissò i tre principi della Kinesiologia educativa:
1) l'apprendimento è un'attività naturale e divertente che dura tutta la vita;
2)un blocco di apprendimento è l'incapacità di
affrontare lo stress l'insicurezza legata
all'apprendimento di un nuovo compito;
3)siamo tutti bloccati nell'apprendimento, nelle
misure in cui abbiamo imparato a non muoverci.
Le energie, infatti, bloccate dal sistema di sopravvivenza, non possono circolare liberamente per diventare parte del cervello, come dovrebbe. Ciò
creerebbe un blocco, sostengono i kinesiologi, che solo esercizi mirati
riescono a superare. Apriamo insieme la grande porta di pietra!
Per Info: Siderno (RC)
P.zza Giordano Bruno, 7 tel. 0964.380829
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A proposito
di...
Ritagli
SOPRA: LA CARDARA CON IL LOGO DEL PREMIO “MASTRU I CARDARA”. SOTTO: L’AVVOCATO TOMMASO MARVASI, CASSAZIONISTA DAL 1995
Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma Antonio Conte,
ci ha dichiarato: «la festa “da cardara” è ormai uno degli appuntamenti
più attesi dagli avvocati romani, non soltanto dalle migliaia di origine
calabrese, ma per noi tutti».
Premio Mastru i cardara.
A Roma la Locride genuina
MANUELA SORRENTI
n appuntamento fisso per il
mondo forense romano è
rappresentato da un evento
che fa rivivere nella capitale
una della più genuine tradizioni
calabrese.
Si tratta del premio “Mastru i’ cardara”
ideato dal locrese avvocato Tommaso
Marvasi, che ha trovato in Domenico
Condello, Presidente del Foro Europeo,
l’insostituibile partner che da subito ha
condiviso la frittulata o festa d’a’ cardara e
che ha come sponsores numerose aziende
della Locride, che soccorrono con i loro
prodotti: Azienda Agricola Barone
Macrì, Cantina Marchese Giffone,
Macelleria Crupi di Siderno, Bar
U
La base economica di ogni famiglia era
costituita proprio dal maiale e dall’albero
di gelsi con il baco da seta. Il possesso di
Il premio “Mastru i’
questi beni naturali trasformava in agiato
cardara” ideato dal locrese
il loro possessore, potendo trarre dal
avvocato Tommaso
maiale un prezioso sostentamento destiMarvasi ha trovato in
nato a durare a lungo (“cu si marita esti
cuntentu nu’ jornu, cu ammazza u’ porcu
Domenico Condello,
esti cuntentu n’annu”) e dalla vendita
Presidente del Foro
della seta il rarissimo danaro. Il momenEuropeo, l’insostituibile
to dell’uccisione era una festa che la
partner che da subito ha
nostra tradizione, con connotati veramente unici, ha trasformato in un autencondiviso la frittulata o festa
tico rito.
d’a’ cardara
Punto cruciale è la sistemazione della
carne nella enorme “cardara”, sospesa su
Riviera.
un
cerchio di brace fina, vuoto al centro,
L’importanza del maiale era fondamentale per la nostra povera economia rurale. necessitando una cottura lentissima, che
IN EVIDENZA
DOMENICA
inizia a notte fonda.
Dalla preparazione della “cardara” deriva la sua riuscita, avendo i vari tagli tempi
differenti e dovendo essere la carne e la
cotenna dosate e sistemate ad arte perché al momento giusto le frittule siano
cotte alla perfezione e perché nel fondo
rimangano confusi tra la sugna, quei
mirabili minuzzoli di carne che costituiscono “i micciunati” (o “i ziringuli” o “i
micciulli” a seconda delle zone) e che rendono superbi gli spaghetti e le uova fritte.
La sistemazione del maiale nella “cardara” è assegnata al più esperto e affidabile
e rispettato personaggio del rito: per l’appunto u mastru frittularu o mastru i cardara.
Il premio, che è giunto quest’anno alla
terza edizione, ha visto tra i premiati noti
personaggi: dal Prof. Vincenzo Gentile, in
assoluto il primo ad essere insignito del
premio Mastru i cardara, al Pres. Felice
Filocamo, al Maestro Stellario
Baccellieri.
Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati
di Roma, Avvocato Antonio Conte, ci ha
dichiarato: «la festa “da cardara” è ormai
uno degli appuntamenti più attesi dagli
avvocati romani, non soltanto dalle
migliaia di origine calabrese – che per la
loro intelligenza e laboriosità sono da sempre un orgoglio del Foro romano – ma per
noi tutti, essendo ambita la partecipazione
ad essa: con Condello e Marvasi tempestati da centinaia di richieste di invito».
I nomi dei premiati 2012? Segretamente
custoditi da Marvasi e Condello che li
sveleranno solo il 23 gennaio, durante la
frittulata. Unica anticipazione: l’istituzione del premio “Maestra filandara”: ispirato all’arte serica, che era un orgoglio calabrese, interamente affidato alle donne.
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la Riviera
Profili
L’altra donna
E
Mentre ora lei gli raccontava
del suo nuovo compagno,
Emilio la rivedeva in
macchina insieme a lui:
sdraiata nel sedile accanto al
suo, nuda e bellissima, con
indosso solo uno strano
cappello alla Oliver Twist, lo
ascoltava parlare.
I vetri appannati dal freddo,
le musiche di Nicola Piovani
in sottofondo e lui che le
spiegava perché “Nuovo
cinema paradiso” era il suo
film preferito.
Emilio
VIOLA COSENTINO
m ilio amava tre cose in particolare: il calcio, le canzoni di Ligabue e le passeggiate
sulla spiaggia d’inverno. In realtà aveva
anche un’altra passione, ma la teneva
nascosta nel fondo del cassetto dei pensieri
inconfessabili.
Quel pomeriggio, era appena scappato da casa dei suoceri alla fine dell’ennesimo pranzo domenicale. Aveva lo
stomaco appesantito dalle cento polpette al ragù ingurgitate senza ritegno e i vestiti impregnati da una terribile
puzza di fritto. Odiava quando gli succedeva, specie quando indossava un maglione nuovo. E in quella casa c’era
sempre qualche maledetta padella che friggeva.
Si erano fidanzati giovanissimi, lui e Anna, uno di quei
fidanzamenti decennali che, se tutto procede senza
imprevisti, si conclude in matrimonio nel novantanove per
cento dei casi. In realtà, lui l’imprevisto ce lo aveva avuto,
ma lo teneva nascosto nello stesso cassetto di prima.
Un rapporto tranquillo, il loro, il cui massimo della tensione era quello di scegliere se fare la spesa il sabato o la
domenica pomeriggio. E comunque, lui Anna la amava.
Lei era bella: magra, bionda, labbra sottili e occhi verdi. Il
giorno del matrimonio sembrava un angelo. E poi era davvero una brava ragazza. L’aveva pure beccata vergine. Solo
un pazzo non l’avrebbe sposata.
Certo a volte non era il massimo del divertimento. Ad
esempio, quando si addormentava dal suo lato del letto
era capace di svegliarsi il mattino dopo esattamente nella
medesima posizione. Non sgualciva neanche la piega del
lenzuolo. Si risvegliava intatta, anche i capelli erano intatti. Era come dormire accanto a qualcuno chiuso dentro un
sarcofago immaginario.
Ma tutto sommato, era una buona moglie. Stavano anche
cercando di avere un figlio, che però non arrivava. Il dottore disse che lei aveva le ovaie “aride”, usò proprio quel
termine lì. Da quel momento, ogni volta che Emilio pensava alle ovaie della moglie, le immaginava come quelle
prugne secche della California che vendono al supermercato. Quelle senza nocciolo.
Lo squillo del cellulare lo distolse dai pensieri. “Amore,
prima di tornare, passi dal negozio a prendermi il detersivo per la lavatrice? Ma quello liquido, per favore, non
quello in polvere come l’altra volta, che restano gli aloni.
Ti ricordi?”
Anna si fissava spesso con questo genere di dettagli.
E poi incontrò lei. Vide una figura minuta, dai cappelli
ricci, neri e mossi dal vento, camminare sulla spiaggia nella
sua direzione. Era Claudia, la passione nascosta nel fondo
dei pensieri di Emilio. L’imprevisto di un indimenticabile
anno della sua vita.
“E tu che ci fai qui?”
Ormai la rivedeva una volta ogni due anni, se gli andava
bene.
“Sono tornata per le feste, a trovare i miei.”
Era come se la ricordava, il tempo sembrava non passare
mai per lei. La pelle profumata, gli occhi scuri e profondi
e un sorriso capace di illuminare la notte. Era unica
Claudia, l’eccezione del pianeta femminile. Erano stati
insieme per un anno, prima che lui, col cuore a pezzi, decidesse di lasciarla per tornare dalla sua attuale moglie.
E mentre ora Claudia gli parlava dei luoghi in cui era stata,
delle cose che aveva fatto, Emilio rivedeva loro due fare
l’amore dietro gli scogli della spiaggia di Bova, in una notte
d’estate. Mentre ora lei gli raccontava del suo nuovo compagno, Emilio la rivedeva in macchina insieme a lui:
sdraiata nel sedile accanto al suo, nuda e bellissima, con
indosso solo uno strano cappello alla Oliver Twist, lo ascoltava parlare.
I vetri appannati dal freddo, le musiche di Nicola Piovani
in sottofondo e lui che le spiegava perché “Nuovo cinema
paradiso” era il suo film preferito.
Mentre ora Claudia gli parlava, avrebbe voluto dirle che
era stato uno stupido, un pazzo a non scegliere lei. Che ora
sarebbe potuto essere un uomo diverso , in un luogo diverso, e non uno che doveva tornare a casa da una moglie con
le ovaie rinsecchite, che ti urlava di mettere le pattine
ancora prima di entrare.
Stava quasi per dirglielo.
“Sai, Emilio, adesso penso che avevi ragione tu. È stato
meglio cosi. Meglio che tu sia rimasto con lei. Credo che
nella vita, alla fine, tutto va come deve andare”.
Continuò a pensare a lei per tutto il giorno, pensò a lei
mentre risalì a piedi la spiaggia e mentre percorse in auto
la strada verso casa. Pensava ancora a lei quando aprì la
porta e si ritrovò davanti gli occhi limpidi di sua moglie
Anna.
Cazzo, il detersivo.
DOMENICA
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T ASSONE, MARIA G IOVANNA C OGLIANDRO,
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Editorialista: G IOACCHINO C RIACO
Art Director: P AOLA D ’ ORSA
Impaginazione: E UGENIO F IMOGNARI
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Rechichi, Ruggero Brizzi,
Benjamin Boson, Nik Spatari,
Angelo Letizia, Marilene Bonavita,
Francesca Rappoccio, Mario
Labate, Franco Crinò, Marco
Andronaco, Isabella Galimi ,Maria
Teresa D’Agostino, Giovanna
Mangano,
Lettere, note e schermaglie
RISPONDE il direttore
Class action
Preg.mo Sig. Direttore,
Le scrivo (con notevole ritardo ) per ringraziarLa del Suo cortese appoggio, davvero determinante in quanto mi ha consentito di entrare in contatto con tante persone interessate al problema; alcune di loro già da anni stanno portando avanti numerose iniziative, conoscono bene
le varie problematiche correlate ai trasporti e mi hanno riferito di avere predisposto relazioni
tecniche con soluzioni ed indicazione dei mezzi finanziari per farvi fronte .
Vorrei inoltre scusarmi in quanto nel ridurre una frase (nella parte non pubblicata) della diffida ne ho involontariamente modificato il senso: anche la concorrenza di Trenitalia non considera la Calabria, tanto che Italo di ntv (primo operatore privato sull'alta velocità) ha Salerno
come ultima fermata a Sud.
La terrò informata sugli ulteriori sviluppi, se me lo consente.
Rinnovo i ringraziamenti e colgo l'occasione per inviare auguri di felice anno nuovo e buon
lavoro.
Cordiali saluti.
Maria Cecilia Gerace
EVASIONE FISCALE
La tassa sul canone RAI
MARIA BOETI
Siamo noi de «la Riviera» a ringraziare l'avvocata Maria Cecilia Gerace, che con la
sua iniziativa ha riacceso dal lato giust la questione dell' antistorico isolamento della
Calabria. Una diffida a chi ci governa non è tutto. Ma è sempre qualcosa di meglio
di tardive interrogazioni parlamentari senza delle quali i nostri deputati e i nostri senatori non avrebero che cosa dire. Che cosa dissero, infatti, i parlamentari del centrosinistra quando a reggere il governo era Prodi ? E che cosa i parlamentari del centrodestra quando a guidare il ballo era Berlusconi? Nulla o quasi nulla. I deputati e
i senatori del centrosinistra e del centrodestra sono come dei francobolli attaccati alla
busta governativa o antigovernativa . Da loro non c'è da sperare niente. Ben venga
l'iniziativa dal basso.
LOQUI E SPROLOQUI
di Filomena Cataldo
La notizia, di cui quest’oggi scriveremo, è la
tassa del canone Rai. Perché, in questi primi
giorni del mese sta avvenendo una perlustrazione a tappeto su tutto il territorio. Coloro i
quali non hanno pagato il bollettino della
tassa sulla televisione (come sbrigativamente dicono) saranno sanzionati. Prima passa
un ispettore, poi ti viene a fare l’ accertamento del caso, a casa, la Guardia di Finanza. Il
Governo Monti, figlio primogenito di
Berlusconi, e i funzionari che per lo Stato
lavorano, hanno pensato di iniziare partendo proprio dal bollettino Rai. L’ evasione va
debellata per avere una rimonta sui debiti
oltre misura che negli anni sono venuti via
via accumulandosi.
Tale annuncio lo abbiamo sentito da tutti i
notiziari televisivi e cartacei fin dal primo
giorno dell’ insediamento di questo nuovo
Governo tecnico. Noi, sia chiaro, non
vogliamo fare in questa sede un’analisi economica, ma cercare solo di esaminare una
matrice sociologica (che potremo trattare
anche una volta in più se sarà necessario) ed
Sembra improbabile, ormai, che la politica sia cosa per legni tagliati di
buon tempo. Chi si avvicenda - semmai - assomiglia quasi più ad un tarlo
che, rosicchiando famelico, corrode tutto ciò che incontra sulla sua strada.
In Italia - come l'ultimo libro di Tramaglio suggerisce - si ruba e si ruba nei
piani alti, nei grattacieli della società ma anche nelle piccole palazzine di
paese. Per intendersi dalla capitale alle Regioni alle Province Purtroppo
per noi siamo il popolo e dobbiamo rassegnarci ad osservare una poco
augurale danza di tarli, auspicio di una pioggia di denari, per loro, per noi
- invece - di tasse e di rinunce. Monti - per carità- è un
buon uomo e certamente fa ciò che inevitabilmente
bisognava fare, ma, poiché ci si aspettava delle sorprese da questa manovra, mi domandavo curiosa, a quando la caccia ai tarli?
I tarli della politica
LA POESIA
Attenzione
manovra
pericolosa
DOMENICO MAZZITELLI
Sentiti amici e prestati attenzioni,
non vojju mu mi sparu certu a caglia,
esti sulu ca suffru d'emozioni,
pe chillu chi succedi nta l'italia.
I governanti cercaru u fannu tantu,
ma sarvanu la patria e l'italiani,
ma vinni ormai l'ura i l'ojju santu,
pecchì nullu ndi poti più sarvari.
Ormai lu fundu è tuttu prosciugatu,
e si toccau lu culu di cardari,
e lu calajju risurtau spundatu,
non c'è più versu u si poti sanari.
Armaru senza reguli o misura,
OSPEDALE DI LOCRI
criduti comu omini i sustanza,
lu poveru restau sempi a la nuda,
culu pistatu e vacanti la panza.
Poveru Mussolini u dittatori,
chi fici u cuvernanti nta stu statu,
ndavia nventatu puru la pensioni,
e puru lu dirittu po malatu.
Mo la pensioni si ndiju a la citu,
ma sulamenti pel u bassu cetu,
si tu sordi non'hai tuttu è finitu,
se no mori ca puzza nc'è lu fetu.
L'italiani su tutti ndranghetisti,
si distinguinu pur unte rifiuti,
e li parenti sunnu cammuristi,
omini di potiri scanusciuti.
Jornu pe jornu ci su novità,
arresti di grandi omini di spiccu,
tra famparrelli e capi società,
lu poveru è garanti di lu riccu.
Ccà si parra i sequestri di miliardi,
chi non li vali tutta la nazioni,
però li veri lupi stannu cardi,
cu paga sempi è la popolazioni.
Mò a tuttu nci pensau stu Presidenti,
puru a Natali la festa chi sconti,
brodu pe vejji chi non' hannu denti,
licenziau a Berlusconi a pijjuau a
Monti.
Monti: omu di fatti e di poca palora
Chi non si scappau mai nullu sorrisu,
fici ciangiri pe morti u paradisu.
Nu sordu, nu ppinnì, l'urtimu i centu,
chistu si prospettava u faci Monti,
puru lu mortu mu resta cuntentu,
mu paga lu pedaggiu di caronti.
Razza temuta: ricchi
e cuvernanti,
avidi di dinaru e di
potiri
pedilli non c'è
Cristu e mancu
Santi,
u deboli è
stringiutu nte
zimbili.
Cu esti
u
deboli?
Cui esti u più
forti?
Cui è riccu e cui si
ciangi la sventura,
ma menu mali can
ci penza a Morti,
e tratta a tutti ca
stessa masura.
Il dottor House
va in pensione
Finalmente dopo circa 35 anni di lavoro svolto ai massimi
livelli, al servizio dell'USL di Locri, il dottor Attilio Sergi,
mago della chirurgia laparoscopica lascia l'Ospedale appendendo il bisturi al chiodo, per godersi la meritata pensione.
L'azienda ospedaliera perde uno dei migliori chirurghi che
abbia mai avuto, un medico che ha salvato la vita ad un'infinitàdi persone, e che ha onorato il mestiere importantissimo
e delicatissimo di chirurgo, per tutto il periodo in cui lo ha
svolto, con amore e sacrificio, mettendosi a disposizione
sempre di tutti, spesso senza ricevere le giuste gratificazioni,
ma si sa, il bene va fatto per scelta, non per ricevere in cambio lo stesso, come ha sempre fatto lui.
Un affettuoso abbraccio da tutta la tua famiglia, da tutti coloro che sono stati tuoi pazienti e ti sono grati per quanto hai
fatto per loro... e soprattutto da parte mia, papà, per essere
sempre il modello ideale di vita a cui tento ogni giorno di
ispirarmi nella speranza di diventare una persona migliore...
buone meritatissime vacanze.
tuo figlio Sergio
DOMENICA
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LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina, Ian
Zimirri, Giuseppe Patamia,
Alessandra Bevilacqua,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Valentina Elia, Antonio
Cormaci, Mario Labate,
Antonio Tassone, Giulio
Romeo, Ilario Ammendolia,
Sara Caccamo, Giuseppe
Fiorenza, Daniele Mangiola,
Sara Caccamo.
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla
sottoscrizione di preventivi accordi tra
l’editore e gli autori sono da intendersi
gratuite.
FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla
redazione, anche se non pubblicati, non
verranno restituiti.
I SERVIZI sono coperti da copyright diritto
esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il
territorio nazionale ed estero.
GLI AUTORI delle rubriche in cui si
esprimono giudizi o riflessioni personali, sono
da ritenersi direttamente responsabili.
esprimere un punto di vista. Convinti più che
mai che è giusto che le tasse vengano pagate
da tutti, Chiesa compresa, che fin ora è stata
esente dall’ICI.
Per cui, chiameremo in causa Danilo Dolci
che nel lontano 1989 scrisse la Bozza di
Manifesto. Di che tratta? Sviluppa una critica
alla televisione di Stato, prima e a quella privata dopo. Egli così scriveva: <[…] Una frode
sottile ma vasta degenera il mondo, acuta sistematica: l’inoculazione, la trasmissione propagandistica, vengono più o meno camuffate da
comunicazione.
Malgrado denunce, finora inadeguate, questa
strategia (gestita da persone, gruppi, Stati) subdolamente tende a strumentalizzare la gente
ignara, rendendola indifesa e acquiescente.
I predatori più pericolosi ragnano legalmente, o
nell’oscuro.[…] L’uso della televisione, rischia
se eccessivo, indiscriminato, avulso dalla capacità di guardare e sentire criticamente - di espropriare ognuno di sé, e di inquinare.[…] Le moltitudini degli isolati, a poco a poco sempre più
isolati, disimparano ad integrarsi, imparano a
mordersi.[…]>.
Da qui, ogni lettore tragga le conclusioni che
vuole. Se le viene eventualmente oscurato un
canale, magari dalla Rai, potrà piangere e
strapparsi i capelli, non seguirà Ballarò, non
seguirà Porta a Porta e non sarà influenzato
dagli invitati che di tanto in tanto fanno salotto in questi talk show, non seguirà i loro dibattiti, le loro interviste, le loro considerazioni
sulle tasse, appunto! O, quando la Guardia di
Finanza si recherà a casa procederà col
sequestro dell’apparecchio televisivo o bloccherà l’ auto o il mancato tributo verrà addebitato su qualche altro possedimento. Che
succederà? Boh?
Giornalisti
e gognisti
V
FERNANDO SAGADO
i risparmio le premesse di rito e
gli ovvi bla bla bla ipocriti. La
solidarietà ai giornalisti minacciati è arrivata, come al solito, da
tutte le parti. A ogni nuova lettera minatoria indirizzata a chi fa il proprio
mestiere in una terra difficile come la
Calabria, si aprono le meritorie gare di solidarietà. Non mi va di occuparmi degli accadimenti più recenti. Tanti lo hanno fatto, chi
bene e chi male. Sposto il discorso, dai casi
specifici alle regole generali di una professione necessaria e delicata. Informare è un diritto per chi scrive, essere informati è un diritto
per chi legge. Doveroso per un giornalista è
farlo bene, non a tutti riesce perché non tutti
hanno le stesse capacità. A ogni giornalista
deve essere garantita la libertà di esprimersi
secondo la propria coscienza. Ma ogni giornalista deve sempre tener presente che nei
fatti che racconta i protagonisti, diretti e indiretti, sono uomini e informare non significa
dimenticare il rispetto per gli esseri umani dei
quali si parla. Un bravo giornalista cerca la
notizia e la offre ai lettori, non va mai oltre la
notizia, non indugia su elementi di carattere
personale che esulano dall'interesse di informare e essere informati. Se si parla di una
rapina, le scelte sessuali del rapinatore non
rivestono il carattere della notizia. Che un
evasore fiscale se la intenda con la moglie del
vicino non è una notizia, mortifica l'evasore,
sua moglie, il vicino e la moglie del vicino.
Spiego meglio, se la tresca assurge a tema
preponderante del pezzo sino a coprire la
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la Riviera
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ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
Ritratti *
di Diego Cataldo
VINCENZO
MARZANO
Attore
Presidente e anima del “Teatro
Gruppo Spontaneo” di
Bovalino, attore di prima linea
fin dalla fondazione della compagnia oltre 30 anni fa. Vivace
e ironica la sua interpretazione
che lo porta ad essere tra i più
amati del teatro amatoriale
della provincia. Culturalmente
impegnato e vicino a tutti,
Marzano è tra gli artisti maggiori della Calabria.
IL BRIZZOLATO di Ruggero Brizzi
METTETEVELO BENE INTESTA
La notizia che un mio compaesano, conoscente, sicuramente amico se avessimo avuto
modo di vivere nello stesso posto, sia stato messo sotto scorta dallo stato mi fa molto
riflettere. Giovanni Tizian è un giornalista impegnato che vive a Modena e che ha scritto un libro che tratta della mafia al nord Italia. Si chiama “Gotica: ndrangheta, mafia e
camorra, oltrepassano il confine”. Giovanni si è svegliato una mattina e una chiamata l'ha
informato che per la sua sicurezza verrà messo sotto scorta perché, in base a informazioni investigative, il suo lavoro ha dato fastidio alle organizzazioni mafiose che operano in
Emilia Romagna. Notizia che in due giorni diventa tam tam: un cronista sotto scorta per
colpa non si sa neanche di chi. Notizia che pubblicata da tutti i quotidiani nazionali,
appoggiata dalla campagna “io sono Giovanni Tizian”, lanciata dall'egregia associazione
“DaSud”, arriva in poche ore all'opinione pubblica. Notizia che mi fa riflettere, però, su
due principali tematiche, abituato come sono al pensiero e alle ricadute su questo territorio di cui tutti parlano ma che nessuno vive. La prima è sicuramente quella che più
riguarda da vicino il caro Giovanni. È assurdo come un ragazzo che già ha avuto i suoi
problemi legati alla Ndrangheta quando viveva a Bovalino debba subire senza sapere da
chi, preoccupazioni, paure e ansie che lo trovano costretto a vivere ancora una volta con
il timore della notte, quello che sopravanza quando c'è solo il buio intorno in te. La seconda è lo sciacallaggio con cui la maggior parte delle testate giornalistiche ha descritto il
fatto: “Accade a Modena, piena Emilia Romagna, non a Casal di Principe, nel quartiere
partenopeo di Forcella o nella provincia calabrese” (Il fatto quotidiano) o, ancora, “nella
sua terra, Bovalino, nel centro della Locride, la vita era diventata impossibile” (left.it).
Solite pessime e banali etichette negative che continuano a non aiutarci, che continuano
ad alimentare i luoghi comuni sulla nostra locride, che continuano a vendere e fare notizia. Giovanni vuole, col suo contributo, aiutarla questa terra.
Mettetevelo bene in testa, voi giornalisti, che qui non ci siete neanche mai stati.
notizia della violazione di legge, il pezzo non
è un buon pezzo e il giornalista non è un
bravo giornalista. Ovvio che non per questo,
come per nessun altro motivo, il giornalista
deve essere minacciato. La minaccia è sempre un atto barbaro. Non bisogna però essere
ipocriti, o fingere di vivere in una società altamente civilizzata. La nostra società, parlo di
quella calabrese, vive ancora in modo passionale, è agitata da pulsioni che ne condizionano l'agire. Chi scrive, da noi, non può farlo
facendo finta di vivere a Stoccolma, deve
informare minuziosamente ed evitare di colorire i fatti di interesse pubblico con elementi
di carattere strettamente privato che non rivestono il carattere di notizia. Se vogliamo essere seri e non atteggiarci a belle statuine, noi,
che i nostri giornali locali li leggiamo.
Interroghiamoci, quante volte si sorpassano i
limiti della correttezza e quante volte si indugia su temi che non sono notizia ma pettegolezzo? Le vittime dovrebbero essere contente? Certo non dovrebbero arrogarsi il reato di
minacciare. Dovrebbero tutelare le loro
ragioni secondo legge. Ma inalberarsi anche
contro le esagerazioni giornalistiche forse non
sarebbe male. Ci sono giornalisti di lungo
corso calabresi che non hanno mai fatto sconti a nessuno con riguardo alle notizie, grandi
penne che non hanno mai ricevuto pallottole
o minacce per posta. E diciamo anche che
mai i criminali di livello si sono lasciati andare a minacce epistolari, piuttosto hanno colpito senza minacciare. Mi si permetta la provocazione: è scesa, si fa per dire, la qualità della
criminalità, ma c'è anche un depauperamento della professionalità di chi scrive.
Ci sono moltissimi ragazzi in gamba nelle
redazioni calabresi ed è fisiologico che i giovani scalpitino per farsi vedere, qualcuno persino la sogna una missiva minatoria che gli dia
un po' di luce. Ma la strada dell'informazione
è una missione, un sentiero e non un boulevard pieno di luci. Si arriva al successo per la
serietà, per la coscienza. Chi al posto della
notizia ha messo il pettegolezzo può avere un
lampo improvviso ma avrà una carriera buia.
Professionalità, rispetto per se e per gli altri,
umiltà, coscienza. Una stampa forte di questo
è più forte di tutto e non c'è minaccia o mafia
che possa fermarla. Una stampa forte di questo avrà la forza dei lettori che la renderà forte
anche davanti ai poteri veri e non solo nei
confronti dei rubagalline.
KAPPADUE di RUGGERO CALVANO
Anch’io andavo a Cortina
rano bei tempi gli anni settanta. Chi
sa se c’è ancora l’hotel NeveIn, duecentomila lire a notte già a quell’epoca. Me ne fregava poco, i soldi li
tirava fuori papà. E non starò a farvi
la pippa con la storia che noi le tasse le pagavamo fino all’ultima lira. Ho pagato per la bella
vita di un tempo, non ho più colpe da scontare.
Vi dico come ci sentivamo, io e gli altri ricchi in
ferie a Cortina. Ci sentivamo abitanti di un altro
mondo, gli altri dovevano servirci e riverirci.
Noi producevamo la ricchezza e la mettevamo
in circolo. Tutti ci dovevano essere grati. Non è
cambiato molto da allora, si sentono allo stesso
modo. Le regole? Mica è roba da ricchi. Con
tutti gli spacciatori, i magnaccia e i mafiosi in
giro c’è ne di teppaglia da mettere sotto. Mica
la Legge ha tempo per i benestanti. Questo frulla in testa ai ricchi. Galera, manette, tasse. Roba
da poveri. Si, non è che ho gioito per l’assalto
dell’agenzia dell’entrate a Cortina. Mi è sembrato un po’ barbaro. Non è stato fine, e non
per gente scic. I tempi cambiano però. Quando
i soldi finiscono hai voglia a creare allarmismi,
lo Stato deve far cassa e se ne frega dei crimini
E
che vanno di moda sulla stampa. Correre dietro
ai mafiosi porta più spese che entrate. E se è
vero che i padani sono soffocati dalla ndrangheta è anche vero che sono inzuppati di soldi.
Soprattutto è vero che le emergenze distraggono dalle devianze poco stampazzate. Il terrorismo ha nascosto le mafie, insieme hanno tenuto in ombra la corruzione e così sono nate carriere e ricchezze indisturbate. Ma alla fine l’oste
i conti li fa con la cassa. La cassa sono i ricchi.
Quelli che vanno a Cortina in ferrari, i soldi ce
li hanno alle Cayman e al fisco dichiarano meno
di un metalmeccanico. Ah, bei tempi andati,
quando camorra, mafia e ndrangheta facevano
mille morti all’anno e c’erano milioni di persone sui cui polsi passare prima di arrossare con le
manette la pelle candida dei ricchi. Beh, non
amo regole e ceppi. Ma non amo nemmeno gli
sciacalli che per decenni hanno sorriso delle
galere altrui. Dateci un taglio, a voi di Cortina
in fondo svuoteranno un po’ le borse. La galera, quella vera, non è roba fine, per gente fine.
Il carcere è adatto ai poveri, e al momento quelli in odore di ndrangheta sono i candidati
migliori.
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Sport La Juventus nel pomeriggio ospiterà tra le mura amiche il Cagliari di Cellino e Ballardini
Milan-Inter. Ecco il derby numero 155 di campionato
Conduce l'Internazionale che ha ottenuto 56 vittorie contre le 49 del Milan
di Angelo Letizia
In serie A è il giorno di Milan-Inter. Il derby
numero 155 di campionato (conduce l'Inter 56
a 49 nel computo delle vittorie) arriva al termine di una settimana in cui la partita è stata già
giocata e rigiocata lontano dal campo
svariate volte, ma solo a parole,
stasera invece si fa sul serio e
sarà tutta un'altra musica.
Nel “gioco” dei pronostici
la classifica dice Milan e i
rossoneri in effetti per
“risorse” e qualità di
gioco sembrerebbero
partire un passo avanti,
l'Inter tuttavia dopo la
sosta ha confermato i
miglioramenti fatti
intravedere sul finire
dell'anno vecchio e
adesso è perlomeno una
squadra “logica”, lontana
anni luce da quella “cervellotica” alla Gasperini,
con gli uomini giusti al posto
giusto
in campo e in panchina (a proposito, complimenti a Claudio Ranieri) e con alcuni big finalmente pronti al rientro. Alla ripresa, domenica
scorsa sul piano atletico i nerazzurri sono
apparsi leggermente più avanti dei cugini, ma
una settimana in più d'allenamento sulle gambe
dovrebbe aver riportato in equilibrio il quadro,
quindi alla fine chi la spunterà? La sensazione è che a decidere
potrebbe essere
qualche dettaglio o qualche
fattore estemporaneo, Milan
e Inter saranno al
completo, i tecnici
potranno contare praticamente su due uomini per ogni
ruolo, a fare la differenza come spesso - potrebbe però
essere la giocata del singolo e
allora ecco salire in cattedra
sua maestà Zlatan
Ibrahimovic, in Serie A
da anni il giocatore più
decisivo per distacco.
Chi ce l'ha parte un
passo avanti, all'Inter
basteranno la verve ritrovata Milito e i rientri dall'inizio o part-time di Forlan e
Snejder? Si vedrà, intanto
alle 20:45 a San Siro si
accenderanno i riflettori e si
comincerà a correre, poi
tutti potranno mettersi
comodi allo stadio o
davanti alla TV e
godersi lo spettacolo.
Tra gli spettatori più
interessati ci sarà anche la Juventus che nel
pomeriggio ospiterà tra le mura amiche il
Cagliari di Cellino e Ballardini con la poca
segreta speranza di allungare il passo in caso di
passo falso rossonero. Gli uomini di Conte
hanno ricominciato bene così come hanno finito, soffrendo il giusto ma vincendo con merito a
Lecce, oggi con altri tre punti potrebbero proseguire spediti il cammino, attenzione però al
Cagliari, squadra dalle buone
risorse tecniche, capace di
improvvisi colpi di coda e che
probabilmente ritroverà
pure Daniele Conti dopo i
recenti acciacchi fisici.
Oltre
alla
Juventus,
sotto sotto anche
Guidolin e la sua
Udinese potrebbero
giovarsi di un eventuale tonfo milanista:
in Friuli si continua a
scegliere il basso
profilo e con umiltà
si allontana ogni tipo
di discorso sullo scudetto, però finché si
è li meglio restarci
più a lungo possibile
e allora in Liguria, in
casa di un Genoa che
non sembra aver ben
assorbito il passaggio
di conduzione tecnica
da Sandreani a
Pasquale Marino, Di Natale cerca la zampata
numero 13 per continuare a volare e sognare.
Tra le altre gare della giornata, rilievo meritano
Catania-Roma e Lazio-Atalanta. Entrambe le
gare presentano spunti tecnici e cronistici interessanti, infatti se da una parte sarà curioso
vedere come andrà finire tra Vincenzino
Montella e Luis Enrique, colui il quale ha sostituito (con merito?) il primo sulla panchina giallorossa, dall'altra bisognerà vedere come le aquile
biancazzurre ripartiranno
dopo il poker “servitogli” sul muso dal
Siena una settimana fa: se
andasse male anche
questa volta, due indizi
potrebbero cominciare ad
assomigliare a una prova.
Scendendo in classifica molto in basso,
bisognerà poi tenere d'occhio CesenaNovara, sfida tra club appaiati a 12 punti al
penultimo posto e quindi con poche possibilità
di altri passi falsi: lo spazio e il tempo a diposizione cominciano a essere stretti, un pareggio
sostanzialmente amplierebbe per entambe le
squadre il baratro attuale, perciò se a prevalere non sarà la paura si potrebbe assistere a una
partita combattuta e dai toni agonistici marcati.
La diciottesima giornata del campionato di
serie A è completata da Chievo-Palermo,
Fiorentina-Lecce, Parma-Lecce e infine
domani alle 20:45 dal match del San Paolo tra
gli ospiti del Bologna e il Napoli del nuovo
Edu Vargas, il “fenomeno” che arriva dal Cile
e per cui la città è già in delirio. Auguri a lui e
ai tifosi napoletani.
Leo: “Io sono leggenda”
di Massimo Petrungaro
Dopo tutto c'era da aspettarselo. Il terzo pallone
d'oro consecutivo vinto dall'argentino Lionel Messi
è forse quello più scontato, quello più meritato.
Con questo trionfo eguaglia il record di un altro
grande, Michel Platini. L'attaccante del Barcellona
porta a casa l'ennesimo riconoscimento ad una carriera che, fortunatamente, ha ancora tanti anni
davanti. E proprio qui sta il bello. Messi oltre ad
essere attualmente il giocatore più forte di tutti,
diventerà il più grande, senza che nessuno riuscirà
ad eguagliarlo. Si sprecano i paragoni con i campioni del passato: con Pelé, con Van Basten, Cruijff,
Di Stefano, col connazionale Maradona. Il più
forte? Ognuno lo è stato negli anni in cui ha giocato, quindi difficile stilarne una classifica; di certo c'è
che i trofei che ha alzato e che alzerà il dieci del
Barcellona, non li alzerà nessuno. Leo la pulce, così
come viene chiamato per la sua statura, incarna il
prototipo del giocatore moderno, sfuggendo però,
alle logiche tattiche che spesso soffocano i talenti.
L'argentino è rapido, tecnicamente perfetto,
addirittura forte fisicamente. Col suo club di
appartenenza, il Barcellona per l'appunto, ha vinto
tutto quello che c'era da vincere, proiettandosi
entrambi, verso la leggenda. Leo è il Barça, il Barça
è Leo. Difficile, quasi impossibile, immaginarli separati. Si integrano alla perfezione: l'argentino, nello
scacchiere di Guardiola è sia terminale d'attacco
che suggeritore, svariando su tutto il fronte d'attacco. Al contempo, i blaugrana riescono ad esaltare
al meglio le qualità di Messi. Un piccolo, ma significativo neo nella carriera del Pallone d'Oro è
subito rintracciabile. Nella nazionale del suo paese,
la Celeste, non ha raggiunto gli stessi risultati che
ha ottenuto con i catalani. E qui sorge spontanea la
domanda su quanti meriti ha la formazione spagnola nella conquista dei premi della Pulce. Il
paragone è fuori luogo. Sappiamo tutti che giocare
nella Nazionale è cosa ben diversa che giocare nel
proprio club. Il Barcellona è (quasi) perfetto, gioca
a memoria da anni, il suo 4-3-3 è un marchio di fabbrica che si porta dietro dalla Cantera. In queste
trame, con questi uomini, Messi diventa forte,anzi
fortissimo. Sarebbe bello, vederlo indossare una'altra maglia, per vedere effettivamente quanto vale.
Sacchi, uno che ha inventato un certo tipo di calcio,
dice che è il collettivo a fare emergere le qualità del
singolo. È vero anche per Messi? Può darsi.
Bisognerebbe appunto vederlo con un'altra maglia.
Nel frattempo non ci resta che guardacelo con
quella del Barcellona, o tutt'al più, con Photoshop,
con la maglia della nostra squadra del cuore.
DOMENICA
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LA RIVIERA
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A proposito
di...
Sport
La crisi delle società
ed il caos stipendi
E' un calcio da rifare? L’acqua è poca è il papero non galleggia. Non parliamo di Pato e dei
suoi colleghi di serie A, e forse nemmeno di
quelli della B, che di questi problemi non ne
hanno. Nel massimo campionato di Eccellenza
Calabrese, ci sono tanti giocatori che fanno fatica a tirare avanti, perché gli stipendi arrivano
con il contagocce. I numeri sono davanti agli
occhi di tutti: basta guardare le squadre. Vuol
dire che, rimborsi spese o stipendi, non hanno
pagato. Un’altra raffica di problemi per le
societa'. Quasi tutte le società, non sarebbero in
regola. Per alcuni addetti ai lavori la situazione
è analoga a quella degli anni prima. Ma i casi
disperati si sprecano, anche se effettivamente
siamo in una eccellenza camuffata in un campionato quasi professionistico, sia per i nomi
dei giocatori sia per come vengono gestite le
società.
Le cause - La crisi generale incide, ci mancherebbe: faticano le aziende, figurarsi le società di
calcio. Ma il vero problema è che per questa
categoria non ci sono risorse e si aspetta sempre un aiuto che mai arriva dalla Lega. Ma,
intanto i campionati sono iniziati, siamo al giro
di boa, le società hanno fatto i budget e le squadre molte, rispettano le direttive: più giovani fai
giocare, più risparmi sugli stipendi. Bene. Ma
quanto? A oggi, sono veramente pochi ! Le
soluzioni: tutte le società si dovrebbero riunire
per parlarne con un tavolo permanente in
Lega, non basta tagliare squadre o quanto
altro, occorre un progetto. Se no si fa come giusto si rischia e molto. Bisogna avere società più
solide e basta, e premiare prima di tutto il settore giovanile, come in lega pro più giovani giocano piu' risorse ci sono per le società. Magari
sarebbe logico e giusto usare bastone e carota.
Gli stipendi devono diventare un optional,
pagarli invece è una regola. Non è un disonore
non avere i soldi, ma chi non li ha non può fare
calcio dilettantistico perché e' camuffato come
scriviamo da tempo a livelli professionistico. Il
problema è ammettere ai campionati squadre
che non se li possono permettere, chi viene
iscritto, è perché ne ha diritto e paga ma chi ci
guadagna è solo la Lega anche se si è in regola.
Purtroppo molti non si pongono il problema
del futuro. Ma mi fanno ridere i giocatori che
protestano con contratti da 20/40 mila euro,
per questa categoria, guardate che macchine
hanno, come stanno, come vengono trattati. E
quelli da 2mila euro al mese? Non esistono,
vadano a fare un altro lavoro. Non difendo presidenti che non pagano, ma nemmeno chi
porta via loro i soldi impropriamente.
I rischi - Di questo passo, il calcio chiude, almeno a questo livello. Si deve garantire tutti e non
far sperare a società più ricchi nei ripescaggi
per riportare in auge grandi piazze perché solo
per il vile denaro. E chi spende soldi per il settore giovanile allora? Ma l’aria che tira è diversa. La Lega, ma soprattutto le societa' dovreb-
bero richiedere il diritto di regole economiche
più severe e stadi a norma, ma di questo mi
pare che si e' gia fatto qualche passo avanti.
Negli ultimi 10 anni, si registra un turnover di
presidenti molto ampio e addirittura anche
durante la stagione, alcune società sono sparite, visto che in media si perdono molti ma molti
euro a stagione. Qualche presidente additittura
si rovina, tanti giocatori (come tanti lavoratori
normali) hanno fatto la terza settimana senza
un euro in tasca mentre altri navigano nell'oro
e per questi livelli mi pare decisamente troppo.
Qualcuno magari pensa di rifarsi con le scommesse, e/o addirittura con altro. Così almeno si
chiude del tutto, come sempre succede nel
girone di ritorno dove i risultati diventano bal-
Prevenzione
e sicurezza
nel calcio
Con questo scritto desidero sia preso in seria considerazione da
parte di tutti gli addetti ai lavori, ricordando le nostre grosse
responsabilita’,visto che abbiamo a che
fare con giovani ragazzi e soprattutto
anche con dei bambini. Vi parlo di sicurezza e prevenzione agli infortuni,ma
non di quelli provocati durante gli allenamenti o le partite,sto parlando di seri
infortuni che si possono e si devono evitare. Spesso sui campi di calcio si vede
un pò di tutto, dai legni, alle pietre,lattine,pezzi di ferro,vetri,ma ci sono cose
ancora piu’ pericolose, ad esempio le
recinzioni,panchine, muri e addirittura
pali della luce troppo vicini al terreno di
gioco e ancora le porticine (4 x 2 m.
quelle dei pulcini) non fissate a terra. Lo
so…. alcuni campi andrebbero chiusi e
alcune societa’ si troverebbero in grande
difficolta’, non dobbiamo pretendere questo per adesso,ma per
lerini e sempre per il famoso denaro che serve
poi per pagare tutto e tutti. Ma non c'e da scandalizzarsi più di tanto basta guardare la prima
fase della Coppa Campioni attuale, dove addirittura un risultato e' stato eclatante ! ma tutti
fanno finta di nulla .... Figurarsi a questi livelli.
Antonio Chiera
prevenire piccoli e grossi infortuni,si puo’ fare molto lo stesso,
in poco tempo e con piccole spese, ad esempio fissando le porticine con dei ganci a terra, o zavorrandole con sacchi di sabbia,
mettendo delle protezioni di gomma piuma sui pali della
luce,rubinetti sporgenti,sui muretti o sulle panchine. Il compito
di noi tutti che ogni domenica frequentiamo i campi di calcio e
non solo come pubblico, allenatori,dirigenti,genitori e’ quello di
pretendere da parte delle societa’ almeno questo,si, perche’ su
quei campi ci giocano bambini. Diamoci da fare tutti
quanti!Evitiamo che ci siano incidenti pericolosi fino a perdere
anche la vita. Se la vostra societa’dovesse fare orecchie da mercante, potete farci pervenire segnalazioni, se possibile correlate
da foto,anche in maniera anonima a noi de la RIVIERA.
Questa nostra “denuncia” vuole essere da stimolo a tutti e nessuno escluso affinché in ogni campo da gioco sia presente uno
Staff medico e ambulanza, con la certezza che nel prossimo
campionato tutti e nessuno escluso parlera’ anche di questa mancanza che e' certamente più importante della partita che si
andrà ad affrontare. Con la speranza che i
"giovani" arbitri,nel loro rapporto di
gara,scrivano anche eventuali “defezioni”
riscontrate nell’impianto sportivo di gara.
Un consiglio spassionato che do a tutti
voi,e’ di affidare i vostri bambini a societa'
serie dove curano per primo la salute di
ognumo, e secondo per evitare un infortunio….si, puo’ capitare che uno scivoli e
si faccia male anche in presenza di un
adulto,ma se al campo manca un medico,
mi dite come lo spiegate ai genitori del
bambino?
A. C.
DOMENICA
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LA RIVIERA
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la Riviera
MARINA DI GIOIOSA
Il mitico Benito Vitetta è volato in cielo
In campo calcistico fra le tante frasi fatte trova
riscontro la seguente: gli uomini passano, la
società e la squadra rimangono. Frase che viene
scandita specie quando un presidente, un allenatore, un direttore sportivo o un giocatore lascia la
società. E nel Marina di Gioiosa tanti gli uomini
che sono passati. Fra questi dobbiamo menzionate anche il “mitico“Benito Vitetta, che purtroppo
lo scorso giovedì è volato in cielo. Comunque per
lui non si può dire questo (gli uomini passano la
società e la squadra rimangono), infatti sarà difficile trovare uno come il grande Benito. Negli ultimi anni ha spesso fatto intuire di voler dire basta,
ma poi era sempre al suo posto, e fino a pochi
giorni fa ha seguito i propri beniamini nel corso
degli allenamenti. Ha lottato con tutte le sue
forze, ma il destino crudele lo ha allontanato per
sempre da quel terreno ed impianto, il G.
Lombardo, che curava con passione certosina,
ma soprattutto dal suo Marina di Gioiosa di cui,
e non è sicuramente una frase fatta, era e rimarrà
il primo tifoso. Benito ha perso la più importante partita, quella della vita. Con lui se ne va un
pezzo di storia dell’A.S. Marina di Gioiosa, all’interno della quale per quarant’anni ha fatto di
tutto, un vero factotum, e gli allenatori e i tanti
calciatori che hanno indossato il giallo rosso
hanno potuto apprezzare la sua meticolosità, la
sua efficienza, la sua forza. Un grande collaboratore, ma anche e soprattutto un amico dotato di
forte carica umana che lascia un vuoto incolmabile. La notizia ha fatto piombare la squadra e
tutto l’ambiente in un grande dolore. < Non ci
sono parole, se ne è andato un personaggio veramente speciale, un papà per tutti noi, un pezzo di
storia del Marina di Gioiosa. Ci mancherà e sarà
difficile abituarsi alla sua assenza >. Questo il
laconico e commosso commento di Lolò
Gennaro, attuale allenatore in seconda della
prima squadra e responsabile dell’Under 18. Ci
mancherà il suo sorriso, la sua disponibilità, la sua
cordialità, la sua umiltà, ma mancherà soprattutto ai suoi cari, all’ amata signora Anna e agli adorati Massimo e Samanta. E già oggi pomeriggio
sarà dura giocare e probabilmente esultare pensando a Benito che comunque anche da lassù
tiferà per la sua squadra che sicuramente triplicherà le forze per aver ragione dello S. Davoli
così da poter dedicare la vittoria a lui, al mitico
Benito.
Gigi Baldari
SQUADRA BATTAGLIERA AL M.LORENZON DI RENDE
Il Siderno non vuole fermarsi più
Siderno- Otto punti nelle ultime 4 partite
di campionato per il rinnovato Siderno
targato Laface-Telli. Una ventata di ottimismo ha portato la compagine biancoazzurra a sperare nuovamente nella salvezza diretta dopo il pessimo inizio di stagione coinciso con la conquista di soli 7
punti in 13 gare di campionato. Nelle due
gare casalinghe, nonostante mancassero
tanti giocatori tra infortunati e squalificati
il Siderno ha mantenuta inviolata la propria porta rispolverando un capitan
Carabetta praticamente perfetto al centro
della difesa ed un grandioso Pettinato, giocatore che ha ben impressionato il pubblico per la capacità d’anticipo e la duttilità
tattica. A impreziosire la partita del difensore siciliano con un trascorso nella
Vibonese è stato il magnifico gol di testa
che ha regalato i tre punti al Siderno e
fatto dannare l’undici di Alberto Aita che
appena tre minuti prima aveva avuto una
grande occasione per portarsi in vantaggio
con Criniti il cui tiro si è perso alto sopra
la traversa. Oggi pomeriggio Macrì e compagni saranno di scena a Rende al cospetto della vicecapolista allenata da Sandro
Cipparrone. Una partita quasi proibitiva
che i ragazzi dovranno saper interpretare
alla perfezione. Servirà una grande prova
difensiva senza sbavature e puntare con
decisione sulle giocate offensive dei vari
Rametta, Accinni e Autellitano. Il Siderno
potrà fare risultato a patto che si compatterà ulteriormente e giocherà a viso aperto
la gara. Questa la probabile formazione:
Macrì, Giuffrida, Sansalone, Mascaro,
Pettinato, Carabetta, Rametta, Luciano,
Autellitano, Figliomeni, De Leo. I tifosi
hanno promesso il loro sostegno per la
delicata gara esterna.
Antonio Tassone
Nuovo Presidente
per il Mammola
Calcio
MAMMOLA – E’ tornato il sereno in
casa Mammola . Risolta la crisi societaria
dopo le dimissioni da presidente di
Salvatore Pazzano maturate qualche mese
fa dopo oltre anni di presidenza in prima
categoria con uno spareggio play off e due
salvezze maturate dopo tre ottimi campionati. La società ha eletto ieri sera dopo
una riunione fiume all’unanimità nuovo
presidente il giovane imprenditore locale
Gabriele Spatari presidente della promozione in prima categoria di tre anni fa. Per
lui si tratta dunque di un ritorno in seno
alla società mammolese piombata in una
crisi societaria senza precedenti. Decisiva
sarebbe stata la figura del direttore generale Antonio Agostino che avrebbe fatto
da tramite tra le varie anime della società,
importante anche l’impegno e la volontà
dei calciatori che sarebbero andati incontro alle richieste della dirigenza
Mammolese invocando il ritorno dell’ex
presidente Spatari. Il neo presidente
Spatari accettando l’incarico ha subito
affermato: “ Non sono riuscito a dire di no
GALLICESE
Manglaviti: "D'ora in poi sono tutte finali"
2012 si apre nel peggiore dei
modi per la Gallicese, che non
riesce a tornare da San Luca con
i tre punti. D'accordo, l'undici
biancorosso è uscito imbattuto
dalle ultime due trasferte, ma quella contro
un San Luca praticamente già condannato
alla retrocessione era un'occasione da capitalizzare al massimo, anche perch gli ultimi
avversari degl uomini di Barillà erano
reduci da qualcosa come tredici sconfitte
consecutive. Ad intervenire ai microfoni di
rnp questa settimana, è il neo acquisto
Davide Manglaviti,: l’esperto attaccante
classe ’83, ex Lazzaro, sottolinea l'importanza divincere la prossima gara col
Gioiosa Jonica.
PAREGGIO DAL SAPORE AMARO –
Domenica, contro il San Luca, è stata una
partita brutta da parte di entrambe le squadre: sia da parte nostra che da parte loro,
c'è stata tanta fatica a produrre gioco .
Avremmo dovuto portare a casa il risultato pieno, visto che giocavamo contro il
fanalino di coda, ed invece abbiamo ottenuto soltanto un punto che lascia un po’ di
amaro in bocca, visti anche i tanti acquisti
arrivati in queste settimane per rinforzare
maggiormente il gruppo. Non voglio sminuire i meriti del San Luca, ma credo sia
scontato dire che per noi sono due punti
persi contro un’avversaria che, sulla carta e
Il
sul campo, è nettamente inferiore a noi.
RITORNO IN BIANCOROSSO – Sono
felice di essere tornato a Gallico. Avevo già
indossato questa maglia nel campionato di
Eccellenza, e conosco quindi tutta la dirigenza e tanti calciatori. Non è stato difficile inserirmi, in quello che reputo un buon
gruppo. Nelle ultime settimane sono partiti dei ragazzi, e sono arrivati tanti volti
nuovi, che sono sicuro daranno un grande
contributo a tutto il gruppo; adesso quello
che conta maggiormente è creare la giusta
amalgama tra di noi, per dare il massimo in
ogni partita. L’organico messo a disposizione dalla società , sempre presente e disponibile nei nostri confronti, è di ottima qualità, e vedrete che con il giusto impegno
riusciremo a raggiungere presto la salvezza.
MATCH
FONDAMENTALE
–
Domenica affronteremo in casa il Gioiosa
Jonica, cercando l’aggancio in classifica.
Una sfida tanto importante quanto impegnativa, ma sicuramente alla portata della
Gallicese. Il nostro unico obiettivo è uscire
dal rettangolo di gioco con i tre punti in
mano; in casa non possiamo più accontentarci del pareggio. Rimangono quattordici
partite alla fine del campionato, e noi le
affronteremo come quattordici finale, tutte
da vincere.
Daniela Marino – reggionelpallone.it
alla richiesta dei tanti soci e dalla società
ma soprattutto dei tanti giocatori che mi
hanno coinvolto in questo progetto che
riaccolgo con enorme piacere, mi auguro
che ci sia l´impegno dei nostri dirigenti,
chiamati ad un sempre maggior impegno
per il mantenimento di una squadra che
ormai si è ritagliata un posto importante
nel panorama sportivo del nostro paese
per cui cercheremo insieme do conservare
questo grande patrimonio. Abbiamo operato anche sul mercato rinforzando la
squadra per cercare di uscire dai bassi
fondi della classifica quanto prima reintegreremo al rosa con il rientro di altri giocatori. Peccato per la sconfitta di sabato
immeritata contro il Lazzaro, sono fiducioso per il futuro in quanto i segnali visti e
l’ottimo lavoro che sta svolgendo il nostro
staff tecnico quanto prima ci farà uscire
dalle sabbie mobili”. Risolta la crisi societaria il Mammola si prepara alla sfida salvezza di sabato contro il Santa Cristina tra
le mura amiche che segnerà l’esordio in
panchina anche del nuovo presidente per
cui i ragazzi vogliono i tre punti per dedicare la vittoria al neo presidenti mammolese.
Nicodemo Barillaro
DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
25
Sentiamo il bisogno di rivolgere
un appello a tutti gli amministratori calabresi a nome dei 42 sindaci
della Locride.
Il nostro territorio è quello più duramente colpito da una lunga crisi che ha
smantellato ogni attività produttiva, lacerato la coesione sociale, smantellato i servizi
pubblici, privato i nostri giovani di ogni speranza, creando le condizioni in cui cresce e si
diffonde la criminalità.
I sindaci sono coloro che più di ogni altro svolgono la propria attività a stretto contatto con il territorio e rischiano di vedere svilita la propria funzione
non potendo programmare l'utilizzo di alcuna risorsa
e dovendo prendere atto che i provvedimenti in materia di finanza locale hanno trattato nello stesso modo i
Comuni ricchi, chiamati “virtuosi”, e quelli poveri che
avrebbero bisogno di una diversa attenzione.
Apparentemente potrebbe sembrare un principio di equità,
invece i tagli indiscriminati si riverberano sul territorio colpendo le fasce più deboli della popolazione e creando le condizioni
di un repentino ritorno indietro rispetto a garanzie minime di cittadinanza. Questo anno i Comuni della Locride hanno osservato il
cosiddetto patto di stabilità ma non s'è trattato di “virtù” bensì di una
camicia di forza che ci ha messo in condizione di non rispettare le esigenze basilari della nostra popolazione.
Il 2012 si presenta ancora peggiore. Chi avrebbe avuto il dovere di rappresentare in Parlamento la drammaticità della situazione calabrese, trova
difficoltà a farsi sentire oppure v'è una assoluta inadeguatezza della nostra
classe dirigente. Siamo assolutamente consapevole di una situazione di crisi
che sta attraversando la Nazione e non intendiamo sottrarci alle responsabilità che ci competono. Siamo pronti a discutere dei sacrifici possibili, ma non ha
senso continuare ad amministrare stretti in una morsa tra gli enormi bisogni del
territorio e la evidente incapacità di ascolto da parte dello Stato. Non possiamo
vedere trasformata la nostra funzione da rappresentanti del popolo in “curatori fallimentari” degli enti locali e soprattutto delle comunità calabresi. Nel piano anticrisi
la Calabria ci deve entrare ma non con qualche opera pubblica messa, come sempre,
per coprire paurosi vuoti e mancate
risposte. Chiediamo un piano per
un lavoro minimo garantito e con
una legge finanziaria che metta i
Comuni calabresi nelle condizione di garantire i servizi essenziali e la sopravvivenza quotidiana di
cittadini e famiglie che versano in
condizioni di indigenza.
Non possiamo più stare in silenzio,
non possiamo più chiuderci nei nostri Comuni indifferenti a quanto
avviene intorno a noi, sventolando
come una vittoria l'ordinaria amministrazione.
Occorre che l'opinione pubblica
nazionale prenda consapevolezza
di quanto potrebbe succedere in
Calabria. In silenzio non si può
più stare. Sarebbe venir meno
alle proprie funzioni e diventare
complici dei responsabili di una
situazione non più sostenibile.
In questo contesto proponiamo
una manifestazione delle fasce
tricolori a Roma per il la prossima primavera.
Ci appelliamo all'ANCI ,
affinché recuperando un ruolo
che da tempo non svolge, faccia proprio questo appello
nella assemblea del 30 gennaio
ed in quella sede sottoporremo il seguente documento..
DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
26
L’ANGOLO DI PARRELLO
Meglio perdere
una partita
di calcio...
la Riviera
E' meglio perdere una partita di calcio che vincerla con l'inganno.
Delusi dalla politica centrale, dalle istituzioni regionali, credevamo
nello sport e specialmente nel calcio. Io sono tifoso della Roma, guai
a chi me la tocca. Tutti abbiamo la squadra del cuore; parabole e
antenne speciali, ci permettono di vedere partite ogni giorno della
settimana. Gli ultimi fatti di “corruzione calcistica”però ci addolorano molto, perché ci fanno capire che ormai quasi tutti i valori non
contano più. Preghiamo Cristiano Doni e tanti suoi famosi colleghi di
non fare certe cose: si uccidono le speranze dei giovani per una
società migliore.
Franco Parrello
Biblioteca meridionalista
“
Uccialì e la notte dei cornuti
GINETTA ROTONDO*
Le barche dei pescatori erano tutte attraccate. La luna
nuova di dicembre garantiva un buio pesto.
Perfetto.
Niso Galeni fumava a bordo della sua Panda blu, parcheggiata vicino al pontile.
Più in là, la fortezza di Le Castella spiccava nell’oscurità, illuminata dai fari arancioni.
L’aria umida preannunciava pioggia.
Perfetto.
Non c’era nessuno a quell’ora di notte nei pressi del
porto. Un silenzio di tomba. Perfetto.
L’orologio segnava mezzanotte. Ancora un’ora.
Avrebbe voluto dormire, ma non poteva. Doveva
stare in guardia. Accese un’altra sigaretta e aprì una
lattina di birra. Il bip del messaggio sul telefonino lo
fece sussultare.
«Tutto bene. Tra un’ora siamo lì. Sono 45».
Respirò profondamente. Digitò un numero: «A
posto. Arrivano tra un’ora. Porta il camion, non il furgone. Sono 45».
«Bene. Ho già predisposto tutto».
«Magnifico. Prendi la via delle Serre». Chiuse.
Le gazzelle della Polizia erano passate da poco.
Avrebbero rifatto il giro verso le tre. Perfetto.
Qualche goccia di pioggia cadde sul parabrezza.
Aspettò. Ma le gocce si fermarono sui tergicristalli e,
in attesa di compagnia, scomparvero.
D’un tratto il lampeggiare di una sirena nella sua direzione lo fece raggelare.
«E mo’ chi è?», pensò.
Quando la sirena si fermò vicino al pontile, riconobbe
la lambretta sgangherata di Peppino.
«Ma guarda ’sto scimunito! Che cazzo ci fa qui a quest’ora ?».
Esitò, ma quando lo vide prendere una sdraio dal cassone e sedersi sulla spiaggia, andò su tutte le furie e
uscì dalla macchina.
Non appena Peppino lo vide gli andò incontro.
«Compare Niso, pure tu qui? Allora, lo sai anche
tu?».
«Che cosa?», chiese cereo Niso, disarmato dall’abbraccio affettuoso di Peppino.
«Non mi dire che non lo sai? E allora che ci fai qui, al
porto a quest’ora?» Preso in contropiede, Niso balbettò: «Be’, ero in giro, mi scappava la pipì e…».
«E sei venuto qui. Bravo compare! Hai fatto bene.
Vicino al pontile si piscia che è una bellezza!».
Niso lo guardava allibito. E adesso?
Sorridendo gli chiese: «Allora, compare Pepè, che ci
I clandestini
sbarcarono in
silenzio. Vennero
caricati sul
camion che li
avrebbe condotti
nelle Serre. Da lì
sarebbero stati
smistati. Niso
pagò gli scafisti
che, abbandonata
la bagnarola, si
dileguarono.
*GINETTA ROTONDO ,
Calabrese di Verzino, è
laureata in Filologia
moderna. Ed è al suo primo
romanzo, L’ospite inattesa.
Un romanzo
straordinariamente
moderno, e soprattutto
leggibile, attraente,
accattivante.
fai qui con la sdraio?».
«Questa è la notte del grande ritorno», rispose candido Peppino, sgranando gli occhi in un’espressione
di stupore. Niso lo guardò più stupito ancora.
Non riusciva a credere che proprio lo scemo del villaggio potesse rovinare quella notte perfetta.
«Ma che dici? Il ritorno di chi?».
«Ma di Uccialì, no?».
«Uccialì? E chi è?». Peppino lo guardò con piglio
saputo: «Non lo sai? Ma come? Il nostro paesano
che in Turchia diventò un grande condottiero nel
Cinquecento. Possibile che proprio tu non lo conosci?».
«Come sarebbe ‘proprio io’?»
«Perché tu ti chiami come lui, Dionisio Galeni. Forse
siete pure parenti, eh, eh». Niso si grattò le tempie.
Aveva una gran voglia di tirargli un pugno, ma si trattenne. Doveva assolutamente trovare un modo per
mandarlo via. Intanto, Peppino si sedette sulla sdraio
e accese una candela.
«E mo’ che fai?», chiese Niso irritato.
«Aspetto. Stanotte tornerà Uccialì con i suoi fedeli
Turchi e io lo accompagnerò dalla madre».
«Quale madre? Che cazzo dici, Peppì? La vuoi finire
con queste baggianate? E spegni ’sta candela». Gliela
strappò dalle mani e la spense.
Peppino lo guardò stralunato: «Ma che ti prende,
Ninì, perché t’incazzi? Uccialì stanotte tornerà dalla
madre che lo perdonerà e ritirerà la maledizione».
«La maledizione?».
«Sì. La madre lo maledisse perché diventò musulmano»
«Ah, pensa te! E la madre dov’è adesso?».
«Al cimitero. Io lo condurrò lì e tutto si compirà».
«Tutto cosa?».
«Tutto quello che si deve compiere. Lo dice la Pitia
del Petilino che predice il passato, il presente e il futuro. Stanotte arriveranno i Turchi!».
Dionisio si prese la testa tra le mani. I Turchi dovevano arrivare davvero, di lì a poco. Ma non erano i
seguaci di Uccialì. Erano Curdi, clandestini gestiti
dalla ’ndrangheta. Manodopera a basso costo per le
coltivazioni della Piana e della Puglia. E se questa
Pitia fosse una spia, magari qualcuno che volava fregarlo e aveva mandato quell’allocco in avanscoperta…
«Chi è questa Pitia?».
«La magara di Petilia, quella che prima stava a
Melissa».
«E tu che ci vai a fare dalla magara?».
Peppino abbassò lo sguardo: «Mi hanno detto che
mia moglie mi cornifica. E così sono andato dalla
magara».
«E che ti ha detto?».
«Uh, tante cose! A un certo punto ha invocato Dio, i
diavoli, Epaminonda e Uccialì. Poi mi ha detto che lo
spirito di Uccialì sarebbe venuto a salvarmi, a patto
che io lo accompagnassi dalla madre. Per via della
maledizione, capisci? Che porta male alla nostra
terra e fa spuntare le corna agli uomini, perché quando gli lanciò l’anatema, lo chiamò ‘grandissimo cornuto’ ». Niso rimase muto. Ma guarda che storia s’era
inventata quella ciarlatana e chissà quanti soldi aveva
spillato al povero sciroccato di Peppino! Non c’era
più tempo. Doveva sbrigarsi. Corse alla macchina e
prese la boccetta di un sedativo. Lo usava per addormentare i profughi, in caso di bisogno. Ne versò un
bel po’ nella birra che gli era avanzata e la portò a
Peppino.
«Tieni Pepè, bevi. Visto che devi stare qua con questo freddo, almeno ti riscaldi». Peppino lo guardò con
la stessa riconoscenza del giorno in cui Niso lo aveva
salvato dall’incendio all’Opera Sila. Già, allora se
l’era vista proprio brutta, il poveretto. Convinto di
essere il “generale di tutti i generali dei vigili del
fuoco” – così lui si definiva – era arrivato nel luogo
dell’incendio con la sua lambretta, a sirena spiegata.
Voleva dare una mano, a modo suo, e ci stava rimettendo le penne. Niso Galeni spense il fuoco dalla sua
giacca svuotandogli addosso un sacco pieno di sabbia
e lo portò in braccio fino alla macchina dei soccorsi.
Da allora Peppino lo guardò come si guarda un eroe.
Una flebile luce si intravedeva nel buio del mare.
Eccoli, erano loro. Doveva dare l’indicazione per l’attracco. Con la torcia che aveva in tasca cominciò a
fare i segnali.
«Cos’è quella luce?», chiese Peppino sonnolento.
«Non vedi? È Uccialì, Peppì. Uccialì».
Peppino si aggrappò a Niso e prima di crollare disse:
«Te l’avevo detto. Questa è la notte del riscatto», e
cadde in un sonno profondo.
Niso lo sistemò sulla sedia e lo coprì col plaid.
Anche se avesse detto qualcosa, nessuno gli avrebbe
creduto. I clandestini sbarcarono in silenzio. Vennero
caricati sul camion che li avrebbe condotti nelle
Serre. Da lì sarebbero stati smistati. Niso pagò gli scafisti che, abbandonata la bagnarola, si dileguarono.
Mise in moto la sua Panda e se ne andò. Alle prime
luci dell’alba la Polizia avvistò la carretta arenata vicino al pontile. Gli agenti di ronda trovarono Peppino
addormentato sulla sdraio con accanto la lattina
della birra.
«E che ci fa qui Peppino? A quest’ora?».
«Chissà se ha visto qualcosa? Avvisiamo la
Centrale».
I poliziotti provarono a svegliarlo. Niente da fare,
Peppino russava fragorosamente.
Quando rinvenne, trovandosi davanti il
Commissario di Isola Capo Rizzuto, disse:
«Marescià, li avete visti?».
«Chi, Peppì?».
«I Turchi ».
«I Turchi? Forse vuoi dire i Curdi?».
«No, no. I Turchi, guidati da Uccialì».
«Uccialì? Chi guidava lo scafo si chiama così?».
«No, Marescià. Uccialì, il musulmano. È tornato per
la maledizione».
Il Commissario lo guardò sconcertato: «Intendi dire
Dionisio Galeni, il condottiero?».
«Sì, proprio lui. È venuto qui stanotte. Mi ha dato
pure la birra. Poi io mi sono addormentato… non so,
lui se n’è andato e non l’ho manco salutato. La maledizione, Marescià, le corna, le corna…», e scoppiò a
piangere.
Testimone inattendibile.
Il Commissario si guardò intorno. C’erano solo un
mucchio di impronte che dalla spiaggia arrivavano
alla strada. Poi niente.
Erano riusciti a scappare e Uccialì li aveva protetti.
Avrebbe avviato le indagini. Come faceva sempre.
A due agenti ordinò: «Accompagnatelo a casa e dite
alla moglie di chiamare un medico. Uno psichiatra,
possibilmente».
Il poliziotto che ispezionava la carretta lo chiamò:
«Commissario, venga a vedere. Qui, sulle fiancate
dell’imbarcazione, c’è un nome sbiadito, scritto in
rosso: Uccialì».
DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
27
Immagini
da...
Telethon
A
Cultura e società
Intervista
alla cantante Manuela Cricelli
bbiamo incontrato la cantante
Manuela Cricelli, una giovane
artista di Roccella che canta per
vivere e vive per cantare. E'brava
Manuela e la sua voce eclettica si
cimenta in svariati generi musicali. Con una laurea in psicologia, non ha mai rinunciato alla sua
passione che coltiva con impegno quotidiano,
esibendosi in molti concerti nella sua Calabria e
anche in giro per l'Italia. Tanta gavetta, collaborazioni, esibizioni live ma anche molte soddisfazioni. Come l'ultima, che ha visto comparire il suo
nome nella classifica delle cento migliori voci jazz
italiane dell'anno, stilata dalla rivista Musica Jazz.
Manuela, che effetto fa essere tra le cento voci
migliori dell'anno?
Leggere il mio nome all'interno di quella classifica è stata una grande soddisfazione. Quasi quasi
non ci credevo neanche io. Vedermi raggruppata
insieme a tanti artisti che ammiro molto è stato
emozionante. Se devo essere sincera, devo dire
che non mi considero una cantante propriamente jazz, ho sempre evitato le categorie, ho sempre
cercato di trovare la mia dimensione personale
oltre le definizioni di genere, cosi come mi ha
insegnato il mio maestro Carlo Frascà. Ma è
anche vero che il jazz, da roccellese doc, ha sempre fatto parte della mia vita. Sono cresciuta a
LETTERA AD UN’AMICA
A Polistena play- boy “celati”
MARIA BOETI
IN EVIDENZA
Lo spirito femminile ha
bisogno di passaggi morbidi,
lui lo sa, con questa
consapevolezza, ti frega! Una
volta ottenuto ciò che vuole,
ha un moto di disinteresse, di
rifiuto. “se te ne vai è meglio”
ti dice “fatti un’altra storia
perché accanto a me
soffriresti”.
“Carissima, quest’oggi ti racconterò dei play-boy
“celati”. Qui a Polistena qualcuno ancora c’è ma
sono in via d’estinzione.
Se inizi una relazione d’amore con un play-boy
intraprendila con giudizio e mente lucida. Fai in
modo che non ti sfugga mai la ragione e rifletti
molto. Guardati le spalle e tieniti pronta, perché gli
uomini play-boy sono bravissimi nell’ arte di troncare la relazione dopo un minimo di quindici giorni ad un massimo di un mese e mezzo. E, venirne
fuori incolumi senza ferite è un’ impresa. A volte ci
sono storie sentimentali, o presunte tali, con effetti
collaterali che neppure l’ immediato ricovero nella
miglior clinica neurologica potrebbe curare. Sappi,
che ci sono uomini che vivono felicemente nella
loro solitudine senza l’ impegno. E, un’ ingenua
<babbea> nelle loro mani è paglia e, se la bruciano con un soffio. Per ingenua non intendo l’ età
cronologica, ingenua può risultare anche una
Tra le 100 migliori voci del jazz d’Italia
pane e jazz, come si suol dire.
Come arriva questo riconoscimento?
Ho partecipato ad un concorso, il premio Sergio
Pinchera, inserito appunto nel contesto del
Festival Jazz di Roccella della scorsa estate, presentando un mio progetto. E il mio nome evidentemente è stato segnalato in quella occasione.
Quando hai capito che avresti fatto la cantante?
L'ho capito da subito. Ho cominciato a farlo
come professione fin da quando avevo undici
anni. Il canto è la costante della mia vita.
Cosa significa fare quello che fai, essere un'artista in Calabria?
E'una bella sfida, è tosta. La Calabria è una terra
ricca di arte e agli artisti calabresi non manca
nulla. Dovremmo solo riuscire a prendere quello
che siamo, quello che sappiamo fare e andare
oltre i nostri confini, aspirare a diffondere sempre di più i nostri talenti. Andare oltre le difficoltà del territorio. Osare. Quella è la cosa difficile. Anche perché, e non ho problemi a dirlo,
quello che manca qui da noi è soprattutto la collaborazione tra colleghi. Tutti parlano di creare
qualcosa di costruttivo insieme, unendo le forze,
ma quando arriva il momento non se ne fa mai
nulla.
Perché?
Credo per causa di uno spirito di competizione
non sano. La competizione in genere è costruttiva, nel senso che ti da la grinta di dare il massimo.
Ma a volte qui si trasforma in rivalità che non
portano a nulla.
Che ci dici dei tuoi colleghi?
Mi viene subito in mente Peppe Platani, che più
di un collega per me è un maestro. Oltre che
essere un mostro della musica, a livello umano è
una persona eccezionale. Ha l'umiltà del vero
artista. E poi i Quartaumentata, a cui sono molto
legata. Ho cominciato con loro, si può dire, e
credo siano la realtà musicale più importante che
abbiamo.
A cosa stai lavorando?
Sto lavorando ad un progetto su Rosa Balestrieri,
la grande cantante popolare siciliana, interpretando le sue canzoni in chiave jazz. Insieme a
Peppe Platani, diamo vita ad un concerto recital,
in cui racconto la vita e il talento artistico di questa grande donna piena di passione ed energia
che era sempre in lotta con tutto, che era una
femminista senza saperlo. E’un progetto che si
sta raffinando negli anni e che spero di pubblicare presto. Proprio per andare oltre quei confini di
cui parlavo prima.
Che cosa è per te cantare, Manuela?
E'la mia indole. Nella vita sono molto impacciata, a volte mi paragono ad un disastro. Ma quando sono sul palco, è tutto diverso, riesco ad esprimere quello che sono senza nessun timore.
Quando sento le tavole del palco sotto i piedi, mi
sento sicura. E quanto chiudo gli occhi e inizio a
cantare sento quello che sono davvero. Sento me
stessa.
M.C.
ROCCELLA
LOCRI
50° Anniversario UNITALSI Roccella
INAUGURATO BURRACO CLUB
L’UNITALSI, sezione di Roccella, sottosezione di Locri, presieduta da Maurizio
Villari ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni, nel giorno del Battesimo del Signore, con
la befana che ha fatto la sua comparsa nella
piazza Primavera a Roccella jonica lanciando
caramelle, non dalla scopa ma dal camion
del Corpo dei Vigili del Fuoco di Siderno che
per l’occasione ha collaborato all’organizzazione di una giornata di festa per tutta la
cittadinanza. La giornata iniziata con la
partecipazione dei disabili alla Santa Messa
celebrata nella Chiesa S. Nicola ex Aleph,
accompagnati dai volontari dell’associazione
umanitaria è stata realizzata grazie alla collaborazione dell’Amministrazione comunale
che ha offerto le caramelle e i commercianti
che hanno offerto i doni portati dalla Befana.
Su iniziativa di alcuni simpatizzanti, si è costituita a Locri
l'Associazione sportiva dilettantistica non riconosciuta,
onlus, denominata “Burraco
club locri” iscritta all'Acsi
(Associazione centri sportivi
italiani), che regola, unitamente alle altre varie associazioni, le molteplici discipline del Coni (Comitato
olimpico nazionale italiano).
Ospiti in una sala dell'Hotel
President, si è concretizzato
il primo incontro tra i
numerosi associati tesserati,
che hanno dato vita ad un
simpatico torneo di burraco,
concluso con un brindisi, in
compagnia dei grandi ospiti
dei club burraco di
Bovalino, Ardore ed una
rappresentanza del club di
Siderno. L'associazione è
DOMENICA
aperta alle iscrizioni/tesseramento ai simpatizzanti della
Locride del gioco del burraco, che regola momenti di
aggregazione sociale nel
tempo libero.
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
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la Riviera
Foto Notizie
A volte ci sono storie sentimentali, o presunte tali, con effetti collaterali che neppure
l’ immediato ricovero nella miglior clinica neurologica potrebbe curare. Sappi, che ci
sono uomini che vivono felicemente nella loro solitudine senza l’ impegno. E, un’
ingenua “babbea” nelle loro mani è paglia e, se la bruciano con un soffio.
donna che ha avuto diversi partner. Come
difendersi, dunque, dal play-boy “celato“?
Renditi conto che se è lui che detta le regole ed
è lui che prende decisioni non è un rapporto fra
<pari>. Attenta: ti domina. Se è lui che decide
se ci si vede e quando ci si vede attenta: ricorda
che è lui che propone e non tu. Se sei tu a fare
richieste e lui dice <no> allora sei addirittura
di fronte ad un'illusione vera e propria. Il playboy non vuole la continuità ma solo qualche
ora magica strappata alla routine delle 24 h.
Ecco l’ imbroglio: non vuole la prosecuzione.
Lo spirito femminile ha bisogno di passaggi
morbidi, lui lo sa, con questa consapevolezza, ti
frega! Una volta ottenuto ciò che vuole, ha un
moto di disinteresse, di rifiuto. “se te ne vai è
meglio” ti dice “fatti un’altra storia perché
accanto a me soffriresti”, e, anche se non te lo
dice proprio apertamente, te lo fa intuire bene.
In generale costruisce la sua vita sull’ idea del
chiedere e sulla sessualità discontinua. La
donna viceversa basa tutto sulla continuità e
incontrando il play-boy se non è preparata si
massacra. Il miracolo che il play-boy vuole creare è quello che la donna si rilassi e si apra confidenzialmente a lui in modo totale. Se la
<babbea> ci cade, lui la porta dove vuole e se
la gioca, senza alcun dovere, senza impegno e,
le dice: “siamo due persone adulte che sanno
quello che fanno”. Se la donna gli crede possono creare il <giardino fatato> per qualche ora.
Ma per lui è un momento a termine subito
dopo ritorna al suo quotidiano e la <babbea>
rimane in standby. Ecco, che pian piano avviene l’ interruzione. E, non le servirà farsi bella,
andare dal parrucchiere, o laccarsi le unghie il
comportamento di lui la logorerà senza che
neppure se ne accorga. Carissima, se incontri
un uomo così e pensi di essere la salvatrice, perché lui ha bisogno di te, ti garantisco che sei
davvero fuori strada, lui sa perfettamente quello che va e quello che non va nella sua vita. E,
lo capirai, passato quel mese e mezzo, quando
la storia finisce, e tu lamentandoti gli manderai
un sms perché lui non si fa più vedere. Sai cosa
ti risponderà: ”pensavo che essendo tu così
intelligente, avresti capito come sarebbero
andate le cose, ora non posso impegnarmi,
magari più in là…”. Purtroppo, quel <più in
là> non verrà mai. Tu sei illusa di valere molto,
in realtà ormai sei in saldo, da qui inizia per te
il calvario. Magari per indispettirlo potrai anche
chiedergli dei soldi e, te li potrebbe anche dare,
ma per il resto le cose precipiteranno ogni giorno di più. Ricorda di non fare mai parte di questo tipo di donne. Se vuoi conquistare il cuore
di un play-boy dovrai avere la testa fredda, altrimenti ti darà scacco matto con annessa pubblica derisione. E’ un gioco di potere: lui è il
maschio forte e virile che afferma la sua potenza a se stesso e agli altri. Diciamo: a tutta la cittadinanza e ad amici vicini e lontani. Tu: una
farfalla. Stammi bene”.
Nuove Generazioni Crescono
Il 3 gennaio scorso, alla Sala Calliope della libreria Mondadori di Siderno, è stato presentato il
romanzo breve “Il manuale dell'idiota”, il nuovo
libro della scrittrice gioiosana Alessandra
Buttiglieri, da noi intervistata proprio in quella
occasione (vedi la Riviera numero 02 di
Gennaio). Al di là del talento della giovane
Buttiglieri, di cui abbiamo già avuto il piacere di
parlare, un'altra cosa che ci ha colpito durante la
riuscitissima serata è stata l'atmosfera del tutto
nuova che si respirava all'interno della Sala
Calliope. E'stata una presentazione letteraria
diversa dal solito, pensata e realizzata da menti
giovani e fresche per un pubblico altrettanto gio-
LE NOTE
vane e curioso. E'stata un occasione di movimento intellettuale verso quel ricambio generazionale
di volti e idee che da solo può salvare tante cose,
non solo a livello culturale. La stessa linfa ed energia nuova scorreva anche nella platea degli ospiti,
fra i quali era molto difficile
individuare le solite facce incartapecorite degli intellettuali sonnacchiosi che in genere presenziano a questo tipo di eventi.
Era un pubblico di giovani e giovanissimi. Un pubblico colorato
e attento. Alessandra Buttiglieri
e quanti con lei hanno realizzato
l'evento hanno puntato su due
cose: parole e note. Le prime
erano quelle degli interventi
incentrati sul romanzo della
scrittrice, le seconde erano quelle delle canzoni del genio di Fabrizio De Andrè,
interpretate dal talento di giovani artisti come La
corte di Alice, i Mattamusa, Federico Pace e
Antonio Strangio. La serata è stata presentata da
Andrea Grollino e trasmessa in diretta su radio
Roccella, con gli interventi oltre che di
Alessandra, di Emanuele Capogreco, presidente
dell'associazione giovani della Locride, della scrittrice Rossella Scherl e di Antonio Strangio.
M.C.
di MARA RECHICHI
LETASSESONBELLE
Due anni fa, nella terza puntata di “Papillon Operazione
Evasione”, in onda su TeleMia, giocando proprio sul nome della
trasmissione, (potete trovare il video su Youtube, cercate “papillon operazione evasione”) avevo cercato di punzecchiarvi sul fatto che gli evasori fiscali esistono e si possono anche combattere, con uno strumento che oggi è il primo ad essere utilizzato, mentre due anni fa faceva appena capolino nell'ambito della difesa dei diritti dei cittadini. Questo
strumento è il web, con i numerosi social network, soprattutto. Non è difficile riconoscere che la maggior parte dei problemi oggi cercano, e trovano, “socializzazione” proprio in ambito Web, il quale funziona da amplificatore delle proteste dei cittadini e mette i problemi sulla via della
possibile soluzione. Certamente, ci sono alcune cose che risultano essere sciocchezze ma, ovviamente, questa è altra discussione. Ciò che mi
preme sottolineare oggi è come, da Capodanno, il tema dell'evasione fiscale, dopo Cortina, sia diventato uno degli argomenti più gettonati della rete. Quel sito di cui vi parlavo due anni fa, http://evasori.info è diventato il sito più clickato; ci sono continue segnalazioni di
evasioni effettuate sul territorio nazionale; e ci sono anche i profilio Fb e Twitter dai quali arrivano notizie in tempo reale. C'è anche
una novità: una nuova app per gli smartphone, Tassa.li , (che sembra un imperativo) si scarica gratis e poi si può segnalare se non ci
hanno rilasciato lo scontrino, per quale importo e per quale categoria. Appare una mappa d'Italia con i segnaposto là dove è avvenuta l'evasione segnalata. Ma perchè segnalare? Prima di tutto per rispondere ai nostri figli, quando vengono a chiederci: “Perchè
io pago le tasse universitarie e i miei colleghi prendono le borse di studio? Non dirmi che la nostra famiglia guadagna più della
famiglia di Tizio, figlio di commercialista e dentista!” Non vi pare un buon motivo per diventare paladini delle tasse, tanto da riuscire a dire come la buonanima di Tommaso Padoa Schioppa? “Le tasse son belle!”
Applausi per i giovani
musicisti di Mary Sgrò
Immancabile emozione ma pure tanta
concentrazione per i giovani allievi della
scuola di musica “Euterpe”, mercoledì
scorso, nell'annuale saggio pianistico,
svoltosi nelle sale dell'Hotel President di
Siderno. Gli studenti si sono esibiti ripercorrendo brani classici e moderni della
tradizione natalizia diretti dal M° Mary
Sgrò, direttrice dello storico coro di Santa
Maria di Portosalvo, nonchè istruttrice
per le selezioni regionali dello “Zecchino
d'Oro” e si attende, a breve, l'uscita del
suo libro “La musica nella sacra liturgia”,
edito da Pancallo. All'arte, si è affiancata
la solidarietà con la presenza dell'Albero
del Sorriso, di Ivana Barranca.
Sant’Ilario dello Jonio
Bonus neonati 2011
Consegnati i bonus ai neonati del 2011 e
avviato il progetto per la realizzazione di
un parco alberato, il tutto nel corso della
II Edizione di “Epifania…in musica” con
il coro “Euterpe” del M° Mary Sgrò.
Sedici i nati del 2011, tredici italiani, due
marocchini e un rumeno, i cui familiari
hanno ricevuto dalle mani del sindaco
Pasquale Brizzi i buoni postali fruttiferi da
incassare al compimento della maggiore
età. Con il bonus benaugurante, l'amministrazione santilariese, per il quarto anno
consecutivo, ha voluto ribadire il proprio
impegno per la famiglia e per il futuro dei
bambini della cittadina ionica. e consegna dei buoni postali fruttiferi ai neonati
del 2011, giovedì scorso, a S. Ilario dello
Ionio.
La Cineteca della
Calabria ricorda il
maestro De Seta a Roma
E’ stata inaugurata sabato 14 gennaio, a
Roma la rassegna dedicata a Vittorio De
Seta intitolata “Diari di un maestro del cinema-un omaggio in 18 schermi”, retrospettiva in programma fino all’1 febbraio. Tutti
gli appuntamenti saranno accompagnati
dalla presenza di un cineasta o di uno storico del cinema: fra gli altri Gianni Amelio,
Luciano Tovoli, Goffredo Fofi, Adriano
Aprà, Mario Sesti, Cecilia Mangini,
Giovanni Scarfò e Eugenio Attanasio, in
rappresentanza della Cineteca della
Calabria, sponsor della manifestazione
insieme alla Cineteca di Bologna, alla Casa
del Cinema di Roma e alla Cineteca
Nazionale. La Cineteca della Calabria, che
conserva e diffonde questa sua importantissima opera, ha proposto di intitolare a
suo nome la Casa del Cinema di Catanzaro.
Giovanni Scarfò
DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
29
Parlando
di
Cinema& musica
Perchè in fondo a
Reggio Calabria
siamo tutti un pò
sofa. “Me la sento filosofa, me la sento, proviamoci,
avanti! Ma quindi adesso cosa dobbiamo fare?”
“Niente di particolare: facciamo della tastiera la
nostra cazzuola, la nostra regginità fungerà da cemento, i nostri amici saranno i mattoni su cui andremo a
costruire la nostra piazza; costruiamo un luogo dove
la gente si possa immedesimare nelle situazioni che
descriveremo, un luogo dove la singola
persona non sia un “fan” ma conservi
nome, cognome e proprio vissuto. Un
luogo dove si possano recuperare le tradizioni, i nostri costumi ed i nostri modi di
dire; un luogo dove l'uso del dialetto venga
considerato come motivo di arricchimento culturale, un luogo dove la gente possa
riflettere e confrontarsi anche su tematiche importanti.” Leggo nei suoi occhi la
sua impazienza nel cominciare quest'avventura. “Filosofa ma come intitoleremo
questa piazza?” Io sogghigno ed esclamo:
“Siamo filosofi, no? E descriveremo la nostra regginità, giusto? E allora il più è fatto: ci chiameremo LA
FILOSOFIA REGGINA.” Nasce così la nostra
pagina su Facebook, nasce come un'esigenza personale piuttosto che come una voglia di protagonismo o
peggio un mero gioco; nasce perchè vogliamo essere
propositivi e riunire in un gruppo allargato di reggini
la nostra filosofia di vita. Ormai è passato più di un
anno da quel primo passo compiuto e la comunità,
nonostante varie vicissitudini, consta oltre 16400 filosofi. Ma non è questo, onestamente, l'aspetto che più
ci rende orgogliosi: c'è molto di più.
Perché per una strana alchimia che onestamente
ancora non riusciamo a comprendere sono nate delle
amicizie tra gli utenti (e talvolta degli amori) talmente forti e tali da indurre chi si avvicina per la prima
volta alla pagina a credere che quelle persone si conoscessero da una vita! Probabilmente questa piazza virtuale aiuta le persone più timorose ad aprirsi, quelle
più sole ad avvicinarsi agli altri, quelle scottate dalla
vita a darsi un'altra possibilità: ecco come dal “virtuale” si può passare al “reale” e questo per noi è motivo
di orgoglio. Chi ancora non è diventato parte integrante de “La Filosofia Reggina” non può probabilmente capire la carica emotiva che si sprigiona quotidianamente. La crescita di una popolazione, di una
città, parte in primo luogo dal confronto tra le parti.
Chiunque può sentirsi come a casa propria, per farsi
una risata o semplicemente per dibattere su tematiche
che stanno a cuore.
Abbiamo il preciso compito di “coccolare” i nostri
amici, di spronarli a tirar fuori il meglio di loro per
affrontare tutti insieme un percorso finalizzato alla
crescita personale e comunitaria.
Non siete ancora convinti? Avete dei dubbi? Passate
a trovarci! Il nostro motto è: “Più siamo, più ci divertiamo …”
“Sei brava filosofa, davvero … “ “Sì filosofo, anche tu
sei niente male!”
ilosofi!
“Filosofo te la senti?” “Dici a me?!?” “Due siamo, si
certo che dico a te! “Me la sento di cosa?!?”
Lo guardo senza dire altro. Sono giorni che siamo alle
prese con un nuovo strumento elettronico che sta
andando tanto di moda: è una nuova piattaforma
sociale senza costi per l'utente finale della quale si sta
parlando così tanto bene. Si chiama Facebook, che
nome curioso però, inusuale. Ci mettiamo poco ad
entrare nei meccanismi di questo social network, selezionando i temi di maggiore interesse ed allargando la
nostra cerchia di amicizie virtuali; ma passata l'euforia
iniziale, ci accorgiamo che manca qualcosa: quello che
troviamo ci intrattiene e ci diverte ma non ci basta.
Lo guardo ancora. È la prima volta che lo penso come
QUELLI CHE A REGGIO, AI
CONCERTI DI PIAZZA, SI PORTINU I
SEGGI RA CASA!!!
ad un filosofo. Percepisce il mio sguardo ancora su di
lui ma non credo che abbia ancora capito che è lui il
mio filosofo, perchè in fondo a Reggio Calabria siamo
tutti un pò filosofi. “Filosofo te la senti?” Mi guarda e
per la prima volta capisco che anche io sono la sua filo-
QUELLI CHE, VEDENDO SUI
GIORNALI LOCALI LA FOTO DI
UNA PERSONA A LORO NOTA
ARRESTATA, ESCLAMANO:
"U rissi sempri jeu chi chistu prima o poi
faciva na brutta fini..."
AL CINEMA
CINEMA NUOVO
Siderno,info:0964/ 342776
Succhiami/16.00- 18.00 20.00 - 22.00
CINEMA GOLDEN
Roccela J,info:333/ 7672151
Immaturi - il viaggio/
16.00 - 18.00 - 20.00 - 22.00
CINEMA VITTORIA
Locri,info:339/7153696
Alvin superstar 3
/ 16.00-18.00
Giochi di ombre/ 20.00 22.00
CINEMA GARIBALDI
Polistena,info:0966/ 932622
Finalmente la felicità/
15.30 - 17.30 - 19.45 - 22.00
CINEMA POLITEAMA
Gioia T.,info:0966/ 51498
Giochi di ombre/18.00 21.00
CINEMA ODEON
Reggio C.,info:0965/ 898168
Immaturi il viaggio / 17.30
- 19.45 - 22.00
CINEMA AURORA
Reggio C.,info:0965/ 45373
Il figlio di Babbo Natale
(3D)/16.00
Giochi di ombre/17.50 20.10 - 22.30
NUOVA PERGOLA
Reggio C.,info:0965/ 21515
La chiave di Sara/16.00 18.10 - 20.20 - 22.30
MULTISALA LUMIERE
Reggio C.,info:0965/ 51036
Sala de Curtis
Immaturi-il viaggio/16.00 18.10 - 20.20 - 22.30
Sala Sordi
Alvin superstar 3/15.30 17.10
Succhiami/18.30 - 20.05 21.35 - 23.10
Sala de Sica
Non avere paura del
buio/ 16.10 - 18.20 - 20.30 22.40
Sala mastroianni
Il Gatto con gli stivali/
16.00
J.Edgar/ 18.00- 20.30 - 23.00
ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
dal 21 marzo
al 20 aprile
dal 21 aprile
al 20 maggio
dal 21 maggio
al 21 giugno
dal 22 giugno
al 22 luglio
dal 23 luglio
al 23 agosto
dal 24 agosto
al 22 settembre
Recuperare le sfumature dei sentimenti,
senza volerne sempre
accelerare le tempistiche, sarà meglio.
Sabato e domenica,
metodo e rigore si
coniugheranno felicemente in amore.
Ottimo !
La domenica la trascorrerete in grande
spolvero: flirtare sarà
un gioco. Amore in
miglioramento.
Il week-end parte
freddo, per poi
diventare avventuroso. Quindi preparatevi e divertitevi.
La domenica la trascorrerete in modo
molto piacevole. La
vita di coppia va a
gonfie vele.
Trascorrere la domenica in una gita fuori
porta o a una mostra
d'arte, sarà un'idea
azzeccatissima.
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
dal 23 settembre
al 22 ottobre
dal 23 ottobre
al 22 novembre
dal 23 novembre
al 21 dicembre
dal 22 dicmbre
al 20 gennaio
dal 21 gennaio
al 19 febbraio
dal 20 febbraio
al 20 marzo
Ottime saranno le
giornate di sabato e
domenica, per circondarsi del calore delle
amicizie.
Domenica sarà bello
concedersi un po' di
tempo per contemplare le cose che amate.
Sarà molto bello.
Nel week-end, proibito stare soli: le
pubbliche relazioni
saranno favoritissime e divertenti.
Domenica sarà formale, ma freddina: e
se foste voi a essere
un po' più audaci?
Sarebbe meglio.
I due giorni successivi potrebbero essere
più nervosi nelle
relazioni: dribblate
con eleganza.
DOMENICA
Domenica il punteggio sarà quasi sufficiente nelle relazioni
di coppia, a patto
che tolleriate!
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
30
la Riviera
Blob of the week
Beccati...a casa di Paolino!!!
Scoop calciomercato: maxi offerta
del Siderno per Vincenzo Fotia
Antò fa freddo???
Rallegrati della tua giovinezza, un anno
La classe unica e lo stile ricercato
di Francesco e Pierluigi Gerace
Fedelissimi!!!
in più è solo un aumento di esperienza.
Francesco Prochilo mentre sfoglia Tanti auguri Francesco dal tuo fraterno Maccarone , mi hai provocato ?
larivieraonline.com
Salvatore Tripodi
amico PiertroAntonio Meleca.
Raffaele Salerno e Francesco
Vumbaca, stanno al Siderno come
Andrea Agnelli e Beppe Marotta,
stanno alla Juve.
Task Force di amici al comune di
Siderno
Angelo Massara, Rocco Marzano e
Peppe Vitale
Alessandro ha mandato giù il rospo?
La polpetta del campione
Pietro Ciminiello
La verità dell’Iride di Benjamin Bowson
Io, che ho fatto il criminale per buona parte della mia lunga vita, certi mestieri non li
farei. So che è illogico, o da matti, quello che vi dico. Io, che ho ammazzato un sacco
di gente, il boia non lo farei. Non potrei farmi pagare dallo Stato per uccidere le persone. Io, che ho privato della libertà decine di uomini, non potrei mai fare il giudice e
sedermi dietro a uno scranno a dire galera o libertà. Io, che ho trasportato la droga che
ha inquinato milioni di vite, non venderei sigarette alla gente. Si, un criminale come
me non farebbe una miriadi di lavori normali svolti da milioni di persone normali. Ho fatto il criminale e non ho alibi o scuse. Di una
cosa, però, mi faccio vanto. Non sono un ipocrita. So quel che faccio, l'ho sempre saputo. Non mi nascondo dietro a nulla. Sono mister
B, ho un buco in testa e un occhio spento. Quando ero un soldato degli Stati Uniti avevo una divisa che legittimava i miei crimini, ma mi
sentivo più sporco di adesso. Perché il male è male e nasconderlo sotto un'aura di bene peggiora il peccato. Per questo ho buttato la divisa alle ortiche e sui miei crimini ci ho messo la mia faccia. Non amo i criminali, e perciò non amo me stesso. Soprattutto odio le personcine perbene, quelle che i crimini li fanno in forza di legge. Ma, a dismisura, odio chi i crimini li fa usando la legge. Un ladro in divisa, in
toga, in tonaca o camice è mille volte peggiore rispetto al comune ladro. Disprezzo in particolar modo chi ruba pretendendo che i suoi
furti non siano considerati tali. Di questi soggetti ne ho conosciuti tanti, e se non fosse che il mio onore mi vieta la delazione ci sarebbe
da ridere a leggere la lista che custodisco nell'orto. Sono un criminale, che frequenta criminali da trent'anni. I banditi sono come le puttane, in pubblico nessuno le conosce, ma di notte tutti si contendono i loro favori. Sapeste le personcine che ci sono passate da via del
Campo. Chi per un po' di soldi, chi per la coca, chi per favoretti vari. Si, tante personcine perbene, che urlano e puntano il dito. A questa
gente, agli ipocriti, a quelli che vorrebbero le forche per la mia gente. State zitti, che il giro in macchina l'avete fatto anche voi. Non andate a Cortina in ferrari, che prima o poi a tutti toccherà giustificare le fuoriserie, e averle intestate ad altre personcine perbene come voi
non vi sarà servito a nulla.
Personcine perbene
DOMENICA
15 GENNAIO 2012
LA RIVIERA
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