Scarica il pdf - La Riviera on-line
Transcript
Scarica il pdf - La Riviera on-line
Teatro “Gioiosa” Anniversario XX stagione teatrale a constatazione di aver raggiunto la XX stagione teatrale al “Gioiosa” è per noi motivo di orgoglio, di attaccamento al territorio e di grande amore per il teatro. Mi emoziona ricordare tutto il percorso fatto per raggiungere questo obiettivo. Dal recupero dell'ex Supercinema, in totale abbandono, invaso dai topi di fogna, alla prima rappresentazione, datata 16 agosto 1990, “I mafiusi della vicaria di Palermo”, di Giuseppe Rizzotto con la regia di Andrea Camilleri, il sottoscritto nel ruolo del protagonista, “Don Jachinu”, e la presenza di Rosa Balistreri nel ruolo della madre. Io, allora, ero poco più di un ragazzo, con nessun capello bianco e tanti compagni di percorso che, ora, non ci sono più. Parte della nostra vita era impegnata in una causa giusta. L'immensa consapevolezza dei valori teatrali e dei suoi significati ci ha accompagnato, negli anni. Da qui nasce la Cooperativa centro teatrale meridionale. Un impegno continuativo che ha tentato di tenere accesa una fiammella di luce, affinché non cadesse nel dimenticatoio l'interesse per il teatro in L Mi emoziona ricordare tutto il percorso fatto per raggiungere questo obiettivo. Dal recupero dell'ex Supercinema, in totale abbandono, invaso dai topi di fogna, alla prima rappresentazione, datata 16 agosto 1990, “I mafiusi della vicaria di Palermo”. un'area importante come la Locride. Un portare ricchezza ed un riferimento notevole di un servizio culturale offerto alla collettività, contribuendo notevolmente alla promozione e diffusione teatrale, creando un pubblico colto e competente. Una ricchezza del territorio ormai consolidata, che merita l'attenzione delle istituzioni e dell'utenza per garantirsi la sopravvivenza. Tanti gli artisti ospitati in questi anni tra cui Peppe Barra, Mario Scaccia, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Luigi De Filippo, Giorgio Albertazzi, Massimo Lopez. Solo per citarne alcuni. E' necessario disporre di un po' d'incoscienza e di coraggio per andare avanti e per realizzare, con lo stesso ardore iniziale, altre stagioni teatrali, nella speranza, dura a morire, di un futuro più roseo! Ma il teatro in senso assoluto continuerà a vivere, perché fa parte dell'uomo, in un percorso datato 2400 anni. Gli spettatori restano gli arbitri e sovrani del nostro lavoro. Sono loro gli elementi determinanti per garantire il proseguimento dell'attività. L'acquisto di biglietti e abbonamenti resta, infatti, il modo più sicuro per tenere in vita le attività teatrali ed il teatro “Gioiosa”, un modo per garantire a se stessi ed alle future generazione una “luce” nel grande buio che ci circonda. Condividete insieme a noi il motto: «A teatro per ridere, pensare, sognare, riflettere, amare!». Il Direttore artistico Domenico Pantano DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 02 Antonio Eroi, presidente consiglio provinciale Reggio Calabria; Gaetano Rao, assessore provincale all’agricoltura, Giuseppe Raffa, presidente provincia Movimento contro l’abolizione delle Province La battaglia meridionalista Non schierarsi, in difesa del mantenimento delle Province significa, prima d'ogni altra considerazione, porsi contro il pensiero meridionalista, cioè contro la cultura del territorio. RODERIGO DI CASTIGLIA l Presidente del Consiglio provinciale, Antonio Eroi, ha una bella testa dura. Altrettanto dura è quella del Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa. Non parliamo, poi, di quella di Gaetano Rao, che tanto tempo l'ebbe immersa nelle idealità del Partito socialista italiano. Tutt'e tre, e, pour cause, senza sfaldature nella maggioranza, sono alla testa del movimento contro l'abolizione, per atto autoritario, delle province. Hanno lanciato il guanto di sfida a Roma con un appello, condiviso da tutti i Presidenti di provincia, e tornano a rilanciarlo a Reggio dove il 10 gennaio si sono runiti in conferenza stampa i Presidenti dei cinque consigli provinciali della Calabria. Qui hanno detto le loro ragioni avverse alla abolizione delle Province. Ribadite dall'on. Nino Foti, l'uni- I IN EVIDENZA Il Presidente del Consiglio provinciale, Antonio Eroi, ha una bella testa dura. Altrettanto dura è quella del Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa. Non parliamo, poi, di quella dell'assessore Gaetano Rao. Tutt'e tre, e, pour cause, senza sfaldature nella maggioranza, sono alla testa del movimento contro l'abolizione, per atto autoritario, delle province. E Scopelliti? co parlamentare presente alla conferenzastampa nonostante la chiamata di tutti. E alla chiamata sembra non offrire il minimo di interesse il Governatore che, pur, nato con il pallino di essere sempre primo al traguardo, non risulta essere neppure l'ultimo dei governatori su tale questione. Al Nord, da subito, i Governatori si sono messi alla testa della battaglia antiabolizionista, a Reggio non è così. E, tuttavia, il Governatore Scopelliti proclama sul «Mattino» di Napoli che il territorio, cioè, la sua difesa viene prima del partito e di ogni governo. Ma non è conseguente. Non capisce che lo scontro ProvinceGoverno è di respiro meridionalista. In che senso? Nel senso che l'esistenza e la persistenza delle Province è un capitolo cospicuo del pensiero meridionalista, che, per buona parte avverso all'istituzione delle Regioni, è stato sempre saldamente persuaso dell'utilità di questo ente intermedio. Non schierarsi , perciò, in difesa del mantenimento delle Province significa, prima d'ogni altra considerazione, porsi contro il pensiero meridionalista, cioè contro la cultura del territorio. Non so se mai Giuseppe Scopelliti abbia letto in proposito Gaetano Salvemini. Ma so bene che per lui la cancellazione politica per atto governativo di Giuseppe Raffa viene prima della difesa del territorio, del pensiero meridionalista, della democrazia. Un cavallo vale più d'una messa. Ma una messa per Eroi, Raffa e Rao vale più d'un cavallo. La loro battaglia continua. Si vederanno, quindi, a Lamezia il 23 gennaio, lì essendo stati covocatou i presidenti della Provincia, Presidenti del Consiglio provinciale, Governatore e Presidente del Consiglio regionale. VENERDÌ 06 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 03 Parlando di... LA COPERTINA Di Bovalino il nuovo Saviano. Giormalista, scrittore, un padre ucciso dalla ‘ndrangheta. I titoli ci sono tutti per farne una nuova icona della lotta alla mafia. Nel futuro quindi una sua presenza da Santoro, una capatina a La 7, un’intervista a Repubblica e un lungo monologo da Fazio Salvate il soldato Tizian RUGGERO CALVANO l libro, le inchieste, le minacce e la scorta. Ed eccovi serviti. Il nuovo soldato è pronto, fra un po’ di Saviano ci sarà solo il ricordo. Si chiama Giovanni Tizian, viene da Bovalino, giornalista, scrittore, un padre ucciso dalla ndrangheta. I titoli ci sono tutti, certificati dalle minacce, per farne una nuova icona della lotta alla mafia. Ci aspettiamo nel futuro una sua presenza da Santoro, una capatina a La 7, un’intervista a Repubblica e un lungo monologo da Fazio. E’ l’invidia che ci fa parlare, noi che la ndrangheta l’abbiamo dileggiata in ogni modo chiamandola “sotto le coppole nulla”, “mafia stracciona”, che al suo capo, Oppedisano, abbiamo dato del venditore di pomodori. A noi, che in tutti i modi abbiamo cercato di metterci in mostra, niente. Nessuno si è preso la briga di spedirci un pallettone, una freccia, una pallottola di gomma al limite. Niente, sarà che non siamo tagliati per fare gli eroi o che trovarci è fin troppo I facile, basta aspettarci al bar sotto la galleria Tasso, o attendere alla stazione il nostro direttore, o fare la posta alle banche il lunedì mattina per beccare il nostro editore. Macché, non ci fila nessuno, così quel dettaglio che potrebbe trasformarci in eroi continua a mancarci. Ma cosa vi costa una piccola lettera, anche sola allusiva, da interpretare. E si che di minacce ne avete dispensate a tutti. Nemmeno di quelle siamo degni, è ovvio. Col soldato Tizian, invece, ci siete andati giù pesante e lui non si arrenderà di certo, quando noi con poco, magari, ci saremmo messi a cuccia. Lode a lui che è riuscito a dimostrare che anche in noi c’è il bene, che noi siamo l’antidoto al nostro male e produciamo gli anticorpi necessari a debellarlo. Nostri sono gli eroi negativi che minano il vivere civile a Modena e nostro è l’eroe che li combatte. Alla faccia degli emiliani che nonostante l’imperversare della ndrangheta nella loro terra hanno dovuto aspettare che arrivasse uno di noi a denunciare, fare inchieste e mettere all’angolo il serpente, costretto a ianfranco Miglio sosteneva che, per trovare la civiltà, bisognava spingersi fino all’Europa fredda. Cioè, all’Europa che sta di più al Nord. Se applichiamo, restringendelo, questo teorema all’Italia, ove assetati di civiltà liberale e cristiana, dovremmo muovere verso l’Italia fredda. Cioè, l’Italia che sta di più al Nord. Come Rovereto, cittadina di 38.595, in provincia di Trento, dove -apprendiamo da un articolo di Gian Antonio Stella- presiedono al buon governo della comunità del freddo Nord “ 7 consigli circoscrizionali […] aboliti in tutti i capolouoghi sotto i 250mila abitanti”. Ma lassù, oltre la candida neve, vige lo Stauto speciale. A Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno, c’è la candida G A Cortina c’è solo la neve CARMELO CARABETTA uscire allo scoperto per contrastare la scusi Giovanni Tizian, noi gli vogliamo penna bovalinese. Ci attaccherete, lo sap- bene, come giornalista, come calabrese e piamo, per questo strepito fuori dal coro. I come uomo. Metteremmo il nostro petto guerriglieri da facebook ci sommergeran- davanti al suo. Lui non ha a che vedere con no di improperi. Ma non ce ne frega nulla, la nostra ironia, siamo certi della sua non faremo paura alla ndrangheta ma ipo- buona fede e della sua professionalità. E’ il criti non riusciamo a esserlo e siamo stan- sistema che non ci piace, l’ipocrisia di creachi di issare eroi ai primi posti nella classi- re bene e male e di metterlo sempre fra i fica dei libri. Amiamo un giornalismo vec- meridionali. Un sistema che vuole esorcizchio e serio, che ormai non c’è più. Amiamo quelli che la Il male emiliano in mano a grandi mafia li ha portati via per davvero, una mafia che una volta poteri, oggi lo si vuole far divenire una un mostro lo era per certo e ha questione calabrese: una faida tra sterminato i Fava, gli Alfano, i Mauro, i Siani, i Rostagno, gli bande di Cutro e Isola Capo Rizzuto Impastato. Mafia potente e non stracciona, che sparava senza preavviso e zare il male emiliano delimitandolo a una ha lastricato di morti le strade del sud. questione calabrese che si gioca fra bande Fortunatamente i tempi sono cambiati e le di Cutro o Isola Capo Rizzuto e dimentica minacce cartacee hanno sostituito le pisto- che in Emilia ci sono sistemi di potere le e alle grandi firme sono subentrate ple- molto più grandi. Salvatelo Tizian, non tore di penne precarie che cercano un permettete che gli succeda nulla. Gli posto in prima pagina, possibilmente con vogliamo bene e lo preferiamo soldato, un contratto a tempo indeterminato. E ci non martire. neve, ma non lo Statuto speciale. C’è in compenso uno statuto informale che ne fa una zona franca. Dove lo Stato non ha diritto d’ingresso. A che, del resto? A Cortina d’Ampezzo non ci sono poveri, la specie più pericolosa tra le specie umane esistenti. Non ci sono ladri, una specie ormai inesistente, dove ci sono molte pellicce, molti portafogli attrezzati, molte automobili fuoriserie. Tutti là sono ricchi e, come nella Città del Sole di Tommaso Campanella, non hanno bisogno di derubarsi l’un l’altro, non mancando di nulla. Non è il bisogno la fonte d’ogni delitto? Lassù, a Cortina, tutto ispira santi pensieri. Soprattutto la DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 04 la Riviera SUDICI E NORDICI di GIOACCHINO CRIACO Tipica giornata emiliana apete cos’è la comunicazione consolatoria? E’ una medicina letteraria propinata ai lettori per fargli dimenticare la tristezza della loro condizione. E’ in voga soprattutto in Occidente, peggio si sta e peggio viene descritta un’altra realtà. In Inghilterra fa caldo? Sapeste in Grecia, si soffoca, urlano i giornali e gli inglesi si refrigerano col caldo altrui. I belgi sono sconvolti dalla pedofilia? Tranquilli, l’Italia è in mano alla mafia. Gli svedesi si suicidano a frotte? Sapeste in Italia le stragi perpetrate dalla ndrangheta. E’ un gioco, cinico, a nascondere i propri guai con quelli altrui, sempre maggiori. La rivincita dell’erba nostrana su quella, non più verde, del vicino. In genere il palliativo viene somministrato a un intero popolo a scapito di un altro. Da noi lo si utilizza al salire della latitudine. L’Italia ha parecchi nord da consolare e tanti sud da svilire. Anche noi sappiamo giocare a questo gioco e lo offriamo ai nostri lettori, con l’unica giustificazione di farlo a carte scoperte e senza inganni. Non vi diremo di aver mandato inviati in giro per il mondo per dare lustro al nostro pezzo. Non ce lo possiamo permettere. Sarebbe stato anche inutile visto che avevamo una tesi pregiudizialmente costituita. Ci siamo, semplicemente collegati alla rete. Abbiamo scelto una S GIOVANNI TIZIAN, autore di “Gotica” e ROBERTO SAVIANO. autore di “Gomorra”. PIPPO FAVA E MAURO ROSTAGNO, giornalisti uccisi dalla mafia siciliana negli anni’80 bianca neve che fa candidi i facoltosi indigeni, proprietari di ristoranti, alberghi, boutique. Ed è uno scandalo, perciò, che il 31 dicembre siano arrivati nella città imbiancata gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate in caccia di evasori. Capitati colà non a caso, ma sulla base d’una analisi scientifica delle aziende a rischio i cui proprietari si sono subito rizelati. E gridato che lo Stato ha scagliato fango contro l’intera città, che ha alzato il prestigio dell’Italia nel mondo, ospitando Francklin D. Roosvelt e Winston Churcill. Ma non ce ne era affatto bisogno. Fabrizio Cicchitto, un già letale socialista della sinistra lombardiana, era già scattato, come una molla, a loro difesa, pronunciandosi contro “ l’operazione di criminalizzazione dell’intera cità di Cortina, fatta a scopi ideologici, politici, mediatici”. Poveri ricchi. Non solo pagano le tasse, seppure facciano avare dichiarazioni di reddito nel giorno degli incassi saliti del 400% in più, ma sono anche additati come i maestri dell’evasione. La quale è una prerogativa esclusiva delle classi pericolose: vagabondi senza fissa dimora, operai in cassa integrazione, giovani senza lavoro. DOMENICA regione a caso, l’Emilia Romagna. Abbiamo visto in streaming il primo tg locale che ci è passato sotto gli occhi. Bingo, al primo colpo. Il telegiornale ha concentrato il suo spazio, sostanzialmente, su tre notizie. Un fratricidio a Soliera. Un morto ammazzato, rinvenuto in un parco del reggiano. 500 furbetti scovati a Rimini a occupare in base a documenti falsi altrettanti alloggi popolari. Due morti e una megatruffa nella civilissima Emilia. Fossero state notizie calabresi, con quella succulenza avrebbero fatto il giro del mondo. Le tv avrebbero mandato gli inviati migliori, avrebbero intervistato magistrati e scrittori d’ordinanza. Sarebbero stati versati fiumi d’inchiostro per descrivere la nostra società marcia. Ma i morti e le truffe erano emiliani. Non hanno fatto notizia. Nessun allarme sociale. E allora la notizia la facciamo noi. Sudici, in Emilia stanno peggio di noi. Dormite sonni tranquilli che i nostri guai sono cosucce da poco rispetto a quelli emiliani. Attenti se sentite accenti carichi di esse, potrebbero celare criminali formidabili. Anche da noi è successo qualcosa, in due hanno rapinato una coppia d’anziani, e uno purtroppo ci è rimasto, per ora sono due ladri di polli ma non disperate, fra qualche tempo scopriremo che erano, magari, terribili ndranghetisti. 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 05 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 06 Il ponte KILLER a metà strada tra Bianco e Africo nuovo Ponte killer : Scordino si tira fuori «La colpa è dell’Anas» a prima pagina di copertina de “la Riviera” del sei gennaio ripropone - con una foto di grande e giustificato effetto e con un titolo agghiacciante - la drammatica condizione del ponte dell’Isola, situato nel territorio di Bianco, lungo la S.S. 106 che porta ad Africo Nuovo. Esso si trova al centro di due dossi ravvicinati, privi di visibilità, e costituisce una strettoia della già stretta carreggiata di quel tratto di strada. A causa di questa gravissima situazione, che riassume in sé le criticità più pericolose, sono morte negli ultimi anni sei persone, ultima delle quali una ragazza di 18 anni. Ritengo pertanto, sulla scorta della dinamica e del preciso punto in cui c’è stato l’incidente, che la morte del mio concittadino, il 30 dicembre 2011, non è stata determinata, almeno direttamente, dal ponte maledetto. Ma questo non toglie assolutamente nulla alla forte e giustificata denuncia de “la Riviera” e all’intenso articolo di Francesco Laddarina. Anzi, come Sindaco di Bianco ringrazio tantissimo l’una e l’altro! Ricordo bene che al termine della mia precedente duplice esperienza amministrativa, conclusasi nell’agosto del 2003, tra le poche cose di fondamentale importanza che mi rammaricavo di non aver potuto realizzare, pur non dipendendo da me ma dall’ANAS, c’era proprio la ricostruzione o, per lo meno, l’allargamento del ponte, già allora della morte. Anche perché mi ero recato decine di volte all’ANAS di Reggio L SOPRA L’ultima copertina de la Riviera dedicata al ponte della morte tra Bianco ed Africo Nuovo SOTTO Il medesimo ponte che questa settimana è stato oggetto di attenzioni. Nella foto scatta nel pomeriggio di giovedì si notano piccoli interventi in cemento e ferro “ giovane diciottenne, da semplice cittadino, di fronte al dolore dei suoi familiari, mi era venuta la “tentazione” di legarmi in prossimità del ponticello, non escludendo di farlo successivamente, insieme con altri amministratori. Per la minoranza, il Consigliere Rocco Miceli ha proposto di aprire un “tavolo” di confronto con l’ANAS e di attenzionare il problema con azioni concrete ed eclatanti. Da parte mia, inoltre, cosa che ho già fatto, mi sono impegnato a coinvolgere anche il Sindaco di Africo. Il due novembre del 2011, l’ANAS, per mano del Capo Compartimento, ing. Domenico Petruzzelli, e il Dirigente Area Tecnica Esercizio, ing. Carlo Pullano, hanno inviato al Comune di Bianco e p. c. alla Prefettura di Reggio Calabria, in risposta alla nostra Delibera, una nota nella quale “si fa presente, in primis, che l’adeguamento del ‘Ponte Isola’, da tempo attenzionato dalla scrivente Società (vedasi esito della riunione, tenutasi presso la Prefettura di Reggio Calabria, in data 08.09.2006, durante la quale, tra l’altro, la Regione Calabria si era resa disponibile a finanziare l’intervento sopradescritto) è inserito nella pianificazione programmatica quinquennale (2010-2014) a cura della scrivente Area Tecnica Esercizio ed è in attesa del relativo finanziamento”. La nota continua evidenziando le responsabilità degli utenti per le elevate velocità e i comportamenti di guida non conformi alle condizioni della strada. L’impegno dell’ANAS prevede “ l’incremento della segnaletica verticale e/o orizzontale”, in fase di prossima attuazione. Anche per il tramite delle pagine de “la Riviera”, che ha meritatamente riproposto all’opinione pubblica della Locride il problema del ponte dell’Isola, l’Amministrazione comunale di Bianco rivolge all’ANAS una pressante sollecitazione a realizzare nel più breve tempo possibile , come da impegno assunto e prima che si verifichi qualche altra tragedia, l’intervento da essa stessa programmato. Nel contempo,mantenendo fede alla Deliberazione comunale, ci accingiamo a chiedere un incontro urgente con i Dirigenti regionali e provinciali dell’ANAS, allo scopo di ricevere informazioni più aggiornate su tutta la questione, sia perché ci troviamo adesso in un nuovo anno finanziario e sia perché, in relazione alle risposte che ci verranno date, prenderemo le nostre decisioni e porteremo avanti le nostre iniziative. Antonio Scordino «Nel marzo del 2010, uno dei miei primi impegni è stato quello di prendere contatto con l’ANAS sia di Catanzaro, dove mi hanno rappresentato le solite difficoltà finanziarie, che di Reggio, dove mi è stato assicurato che l’intervento sul ponte dell’Isola, in quanto “punto nero” tra i più pericolosi di tutta la provincia, sarebbe stato messo in agenda» Calabria, all’ingresso della SA-RC, e alcune volte anche presso gli analoghi uffici di Catanzaro. Purtroppo inutilmente, e sempre per gli stessi motivi: mancanza di fondi. Rieletto Sindaco nel marzo del 2010, uno dei miei primi impegni è stato quello di prendere contatto con l’ANAS sia di Catanzaro, dove mi hanno rappresentato le solite difficoltà finanziarie, che di Reggio, dove mi è stato assicurato che l’intervento sul ponte dell’Isola, in quanto “punto nero” tra i più pericolosi di tutta la provincia, sarebbe stato messo in agenda. E’ all’interno di questo contesto di riferimento che, unitamente al Presidente del Consiglio comunale di Bianco, Rodolfo Nucera, e riprendendo una precedente analoga delibera dell’Amministrazione Cavallaro, il ventotto giugno dell’anno scorso, con voto unanime di maggioranza e minoranza, il Consiglio comunale ha deliberato di costituirsi parte civile in caso d’incidenti che dovessero verificarsi per causa diretta del ponte killer. In quella stessa sede non sono mancati interventi molto duri nei riguardi dell’ANAS. In particolare il Presidente Nucera ha ripercorso la tragica cronaca degli incidenti mortali e di quelli non mortali, sebbene più o meno gravi. Personalmente, tra l’altro, ho riferito all’Assemblea che in occasione della morte della DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 07 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 08 la Riviera La settimana GIOIA TAURO LOCRIDE DIAVOLO NERO Ospedale Unico della Piana Sommersi dai rifiuti? L’INVISIBILE TASSA d è sciopero per i lavoratori di Locride Ambiente. O almeno lo sarà se, entro il 20 gennaio, non saranno versate le spettanze maturate dai lavoratori. Andrea Falvo, Amministratore delegato della società, si gustifica: «Al momento non siamo in grado di pagare ai dipendenti ambedue i salari (stipendio di dicembre e tredicesima)». Se i Comuni della Locride non metteranno mano al portafoglio, saranno “rifiuti amari” per tutti! E gguerrito il presidente del consiglio comunale di Gioia Tauro, Domenico Cento: «Hanno ribaltato la decisione adottata da 22 comuni su 26. E'come se i veri rappresentanti del popolo non avessero mai tenuto quella famosa Conferenza dei Sindaci, nel 2007, per la realizzazione dell'ospedale “teoricamente” unico». Strana è, difatti, l'attenzione rivolta alla struttura periferica di Polistena, a scapito di quella moderna e strategica di Gioia Tauro. Strano è perché, ad ospedale chiuso, si continui a tenere radiologia e camera iperbarica a Palmi. A REGGIO CALABRIA L’Italcitrus all’asta S arà sicuramente un'asta poco combattuta, quella fissata per il 31 gennaio, dall'amministrazione Arena di Reggio Calabria. Oggetto della compravendita l'ormai famigerato stabilimento industriale Sono le 3:35 del 29/11/2011 e nello svegliarmi mi accorgo che mia moglie, prossima al parto, sta male. È un baleno, mille pensieri si accavallano nella mente: è arrivato il momento? Cosa devo metter in macchina? Dimentico qualcosa? Si incrociano le dita e sperando vada tutto bene, ci si incammina verso l'ospedale di Locri ma solo dopo aver disturbato Rosanna che, assieme ai rispettivi genitori Giuseppe e Giovanna, Elena e Giovanni e fratelli e sorelle e parenti tutti che ci hanno coccolato in ogni modo, ci hanno altresì fatto capire ancor più quanto sia importante avere una famiglia su cui contare, da cui apprendere i suggerimenti e i consigli sempre preziosi, dati, nel nostro caso da Luana ed Elena, da Giovanna e Rosanna, insomma da tutti. Alle 04:05 circa eccoci giunti all'ospedale di Locri e, dopo essere passati dal pronto soccor- Italcitrus, offerto alla modica cifra di 2 milioni ed 800 mila euro, senza gara al ribasso. Un po' di storia: nel 2003 l'amministratore unico della Italcitrus srl, Emidio Francesco Falcone, propone l'affare al sindaco Scopelliti. Diciannove giorni dopo aver ricevuto la lettera, il Sindaco chiede al venditore “la documentazione descrittiva degli edifici indicati nella proposta” ma, in sostanza, compra a scatola chiusa. La documentazione, infatti, arriva solo l'8 maggio, quando già le pratiche d'acquisto sono state avviate. La Corte dei Conti, chiamata a controllare, si dichiara sorpresa per l'inusuale celerità e, principalmente, per il fatto che il tutto sia stato compiuto “senza effettuare alcun ulteriore accertamento sulla reale situazione giuridica dello stabilimento”. In definitiva il Comune acquista, per 2 milioni e mezzo di euro, un immobile degradato, ipotecato, pignorato, abusivo e, dulcis in fundo, dotato di un'immancabile copertura in eternit. Per fare una bonifica, e rimettere in piedi la struttura, saranno necessari fondi superiori a quelli pagati per un eventuale acquisto. Qualcuno abboccherà? Se l'Italcitrus fosse un pesce. Com’è stato bello nascere a Locri so ed essere stati indirizzati presso il reparto di competenza, subito la mente va a mia moglie e al bambino prossimo alla nascita e alla struttura sanitaria che potrà rendere possibile quanto sperato nel percorso durato nove mesi: stringere fra le braccia mio figlio. Passano le ore e si avvicina così il momento in cui mia moglie sente sempre più forte la voglia di vita: la voglia che ha il nostro bambino di venire al mondo. Ore 10:30 si rompono le acque e via di corsa in sala parto, ecco, oramai rimasto da solo assieme ai miei cari di fronte la sala parto, si sente un vagito.. si è il primo vagito (di una lunga serie visto le notti insonni che stiamo affrontando) di mio figlio Giovanni; un brivido mi pervade lungo la schiena e la felicità è talmente forte che ancora oggi non riesco a spiegarmi come non sia seguito un pianto liberatorio. Dopo i necessari controlli di routine si scende nel reparto di ostetricia e ginecologia; un reparto lindo, dove si avverte un sano vento di ottimismo, credetemi, una corrente di fiducia. Passata la bufera, poi, dopo un momentaneo spaesamento ognuno di noi ritorna a guardare con occhi più sereni l'orizzonte, è pronto a riprendere il percorso di vita da dove lo si era lasciato con forza ed euforia. Un'euforia ancora presente ma che in quei tre giorni camminava di pari passo con incontri casuali con altre neo mamme o neo papà, di incontri con amici, di chiacchiere e storie scambiate con gli altri tra i telefoni che suonano, lucette che si accendono, infermieri che corrono, progetti scanditi con colorate e preziose intonazioni calabresi, per esempio, quella di mio padre che recita: quando è randi mu portu fora cu mia nta campagna. In una ampia intervista al «Corriere della Sera» (8 gennaio) il Ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera, alla domanda di Aldo Cazzullo se vi saranno altre tasse ha risposto: “Niente più tasse. Capitolo chiuso”. C'è da credergli. Che altro ancora ci sarebbe da tassare? Ma c'è, poi, da dire che l'ovattato ministro ha omesso d'elencare tra le provvide tasse quella che riguarda le pensioni oltre i mille euro i cui percettori sono obbligati per legge ad aprire un conto corrente bancario. Operazione, che può essere effettuata, pagando un'imposta di bollo di 50 euro. Il costo conclusivo di detta operazione è di 80 euro complessivi, considerato che il correntista per tale servizio si vedrà trattenuti dalla Banca circa 30 euro. È una rapina a mano invisibile a mezzo del provvedimento governativo laudato dalla Destra e dalla Sinistra. Ma non c'è solo il danno. C'è anche l'offesa gratuita a milioni di pensionati miniminor. Questo di Monti è un governo, che oltre al rigore, all'equità, alla crescita, è particolarmente devoto al culto della legalità. Infatti, il detto provvedimento non è stato ispirato dalla voglia di mettere altre tasse, ma dalla necessità di impedire che i pensionati possano utilizzare gli appena oltrepassati mille euro per riciclare denaro sporco. Questo nell'immaginazione di Monti e di Passera. Sta di fatto che il professor Monti fa cassa sulle spalle dei pensionati e, per giustificare l'indegna tassa, agita lo spettro del riciclaggio. In questo vociare, a volte forte a volte sommesso, tra ospiti e parenti, è inevitabile imbattersi nel personale medico, infermieristico e ausiliario che ha reso possibile il sogno di tenere fra le braccia mio figlio; un sogno che si spinge sino alla speranza che mio figlio Giovanni cresca, così come tratto da “Una preghiera per mio figlio” di Douglas MacArthur, abbastanza forte da riconoscere la sua debolezza e abbastanza coraggioso da affrontare se stesso davanti alla paura, che stia dritto nella tempesta ma che abbia comprensione per coloro che sono deboli.. che si ricordi sempre la semplicità della vera grandezza, l'apertura di spirito della vera sapienza e la dolcezza della vera forza… e allora io, suo padre, potrò sussurrare: Non ho vissuto invano. Con un doveroso pensiero di solidarietà a chi è stato o è meno fortunato, grazie di cuore ai Voi tutti dottori ed infermieri del reparto di Ostetricia - Ginecologia nonché dei dottori ed infermieri del reparto di Pediatria nonché ancora a Giovanni, Elena, Giuseppe, Giovanna, Vincenzo, Ilaria, Luana, Marilena, Vincenzo e Francesco. Domenico, Monica e il piccolo Giovanni Cartolano. DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 09 Parlando di... In città Arena: Censore o cosa? U MARIA GIOVANNA COGLIANDRO no dei motivi principali della censura è che a qualcuno non è piaciuto come hai detto la verità. Perché l'hai detta in modo da risultare troppo convincente, in modo da far presa su tantissimi altri che la pensano o potrebbero scoprire di pensarla come te. È quando induci alla riflessione che ti censurano. È quando ci si sente smascherati. E il paradosso della censura è che, poiché è vietata, è necessario trovare una strategia per mascherarla in modo da non smascherare il censore. Si finisce così per censurare persino la parola censura, tanto da non chiamarla più censura ma, per esempio, “attività di moderazione”. Qualche giorno fa sono stata vittima di “censura” da parte del sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, o meglio dello Staff che modera il suo profilo Facebook. Ho pubblicato un post in cui chiedevo quando sarebbero stati emessi i pagamenti del referendum di 7 mesi fa, pagamenti che a Sassari hanno liquidato addirittura 7 giorni dopo la chiusura delle operazioni di scrutinio. Il sindaco non risponde. Intervengono altri amici-cittadini e si finisce per parlare dell'abitudine tipica dell'amministrazione comunale che, facendo proprio l'antico adagio latino “panem et circenses”, anziché adempiere ai propri doveri, cerca di tenerci buoni offrendoci divertimenti vari, vedi Rtl, i concerti di Ranieri, Raf, Nek. Il sindaco persevera nel suo silenzio. Finalmente risponde dopo tre giorni, nonostante avesse visitato il suo profilo prima e avesse pubblicato post autocelebrativi. Non risponde però alla mia domanda iniziale, bensì alla mia accusa di essere stata censurata. Il commento incriminato era una risposta a uno tra gli amici che suggeriva di non attaccarci sempre ai soliti discorsi, che i problemi adesso sono altri (i nuovi arrivati hanno messo le mani sui conti), di rimanere uniti senza prendercela tanto, poiché ragionandoci su potremmo scoprire che la colpa è anche di nostro padre che è andato in pensione lavorando solo 15 anni! Esattamente la mia risposta era questa: “Non so il tuo, ma mio padre lavora ancora e ne avrà per molto. Raf, Nek e Ranieri li ho citati perché si parlava di divertimento. So benissimo che adesso i problemi sono altri e sono troppo grandi per una Reggio che tutt'a un tratto si è trovata sommersa dal fango. E non è colpa della pioggia. Il mio post non intendeva assolutamente creare alcuna divisione. Era solo una domanda, credo lecita, che si aspettava una risposta cortese, che non c'è stata”. Avendo notato che questo commento era stato rimosso, lo ripropongo e natural- mente viene ricensurato e seguito dalla “letterina” del sindaco: “Gentile Maria Giovanna, il suo post è stato rimosso in quanto conteneva commenti che sottendevano comportamenti illeciti da parte di chi amministra o ha amministrato la città. Affermazioni che non trovano riscontro nella realtà e che sono state considerate offensive. Le ricordiamo che questa bacheca non è un forum privato dove si può parlare in libertà tra amici, ma uno spazio istituzionale, e che determinate affermazioni ove non comprovate, sono passibili di azioni giudiziarie per tutelare l'onorabilità delle persone e dell'Ente chiamato in causa. In quanto alla supposta censura la invitiamo a leggere con attenzione i post pubblicati in questa bacheca. Troverà critiche anche molto dure proprio perché non esiste alcuna censura. Viene attuata un'attività di moderazione sui messaggi offensivi, faziosi o inutilmente polemici. Questo profilo è uno strumento a disposizione dei cittadini per consigli, critiche e segnalazioni e come vede la segnalazione che apre questa discussione e che non è certo tenera nei conf r o n t i dell'Amministrazione è presente. Nessuno l'ha cancellata. Non saranno però tollerati ulteriori interventi inutilmente polemici che non hanno nulla a che vedere con le finalità di questo profilo che ha come unico obiettivo la partecipazione attiva dei cittadini per la crescita della nostra città. Staff di moderazione”. Nessuno mi ha censurata, mi hanno solo moderata! Perché… ho scoperto l'acqua calda! Non credo di aver detto nulla che non sia già balzato agli onori, o forse sarebbe meglio dire orrori, della cronaca. Non credo sia frutto della mia debordante fantasia che, per esempio, l'architetto Bruno Labate, in qualità di consulente del Comune di Reggio Calabria, abbia percepito somme per oltre 532.000 euro, che secondo quanto è emerso negli ultimi giorni - e non dal mio sogno di stanotteLabate restituirà in comode rate mensili, a interessi zero! (Se però vi capita di prendere una multa, cari lettori, attenzione perché non riceverete lo stesso trattamento: se non la pagate nei termini previsti dalla legge vi verrà raddoppiata). Pertanto le mie offensive, faziose e inutilmente polemiche insinuazioni si riferiscono alla realtà. Quanto ai comportamenti illeciti che avrei attribuito all'attuale amministrazione, francamente non riesco a riscontrarli. Anzi l'avrei addirittura difesa dicendo, appunto, che le mani sui conti non le hanno messe i nuovi arrivati, ma chi li ha preceduti. L'unica accusa mossa all'attuale amministrazione potrebbe essere semmai quella di ingenuità. Quindi io sarei passibile di azione giudiziaria per aver commesso cosa esattamente? Alla letterina rispondo con questo commento, che puntualmente è stato rimosso e pertanto l'ho dovuto riproporre: "Quindi adesso la censura si chiama attività di moderazione? Non è vero che Reggio è ridotta sul lastrico? È solo una mia offensiva, faziosa e inutilmente polemica insinuazione? Comunque la mia domanda iniziale continua ad essere elusa...” Arena o chi per lui rimuove anche il ripostato, ed esordisce: “Gentili tutti, informo che i pagamenti delle spettanze dovute per i referendum saranno erogati a partire dal 16 gennaio 2012. Il saldo dei mandati avverrà seguendo l'ordine alfabetico”. E io esultante: “E dopo quattro censure ai miei post ce l'abbiamo fatta! Senza parole…”. A questo punto non solo scatta l'ennesima censura: Arena non è più tra i miei amici di Facebook. Mi ha cancellata. Non vuole gente offensiva, faziosa e inutilmente polemica tra i suoi amici, preferisce le persone che gli vogliono bene e lo stimano. A questo proposito, mi vengono in mente alcune raccomandazioni: «Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche, deprimenti» (Ufficio Stampa di un vecchio governo). DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 10 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 11 Parlando di Primo piano Conferenza-stampa d’inizio d’anno Il Presidente Talarico non è atteso nella gabbia dei leoni RODERIGO DI CASTIGLIA Una conferenza-stampa, sul cominciare dell’anno 2012, del Presidente del Consiglio regionale, dr. Franco Talarico, dovrebbe essere o, comunque, apparire come una gabbia di leoni. Per nulla. Tutto il contrario. I giornalisti sono stati cortesi, se non addirittura cerimoniosi. Le domande sono scese come gocce di rugiada. Tutte girate sull’avvenire, che, non esistendo ancora, può ospitare le migliori attese e consentire qualsiasi dialettica senza antitesi. A dire la verità, il Presidente del Consiglio meritava questo accoglimento. Egli è persona perbene, genti- le, di buone letture, senza medaglie al petto, senza grilli autorefenziali, aperto al dialogo. È uscito vittorioso, senza un graffio dalla conferenza-stampa, che ha dato l’impressione di stare discutendo dell’attività del migliore dei consigli regionali possibili. Ciò in cui -pensiamo- non crede forse neppure il dr. Franco Talarico. Il quale ha centrato la sua breve relazione su due temi scottanti: i costi della politica e l’iniziativa di lotta alla mafia, rivendicando innanzitutto la produttività del Consiglio regionale (15 sedute), dell’Ufficio di Presidenza (17), delle Conferenze dei Capigruppo (11 sedute), delle Commissioni (132 sedute), l’innovazione del Question Time. Sui costi della politica: abbiamo operato, nella condivisione generale, riforme strutturali. Cioè a dire, l’abolizione dei vitalizi, l’abolizione dei sottosegretari, la diminuizione del 10% dei contributi ai gruppi, la riduzione delle commissioni da 10 a 6, l’abbattimento al 50% delle consulenze. Il bilancio del 2012 passa da 79 milioni a 73, e nel futuro si prevede un ulteriore decremento, sotto i 70 milioni. Sulla lotta alla criminalità: la battaglia deve essere innanzitutto una battaglia culturale. Puntare alla cultura, soprattutto alla cultura con progetti qualificati. Nella speranza è stato commentato- che non siano quelli conclamati da Riferimenti e Libera, che sembrano porsi come i corazzieri unici della Presidenza del Consiglio regionale. IL DITO NELL’OCCHIO Da Milano a Siderno l San Raffaele di Milano significa sanità eccellente, ricerca, innovazione, avanguardia scientifica in Europa, se non nel mondo. Ma ha significato e significa anche un enorme indebitamento perpetuato da don Verzé . I sofisti in Italia non mancano. Si son fatti subito avanti e hanno distinto tra il complesso ospedaliero, che mantiene la sua eccellenza, e don Verzé, che è stato un truffatore , il quale, poiché morto, i debiti li rimetterà al Padre nostro. Nella provincia di Reggio Calabria e, in modo particolare, a Siderno ci sono delle ottime aziende. Produttive, pre- I LOCRIDE Banda armata DANIELE MANGIOLA L'altro giorno nella via del mio quartiere vedo avanzare una banda armata. Camminavano in gruppo discutendo tranquilli tra loro, strisciando i piedi per terra e sollevando la polvere, come fanno nei films western. Avvicinatisi vedo che sono dei bambini, neanche adolescenti, non più di dodici anni il più grande. Avevano in mano solo armi giocattolo, ma non dei Winchester, non delle Colt, imbracciavano kalashnikov, fucili a canne mozze. Le armi giocattolo di quando ero bambino. Le imbracciavi e ti sentivi un eroe, imitavi Tex Willer lottando contro i banditi, diventavi coraggioso e forte. I modelli da imitare erano tutti così, giusti, difensori dei deboli, impavidi. Avevano il tappino rosso, si vedeva lontano un miglio che erano di plastica. Queste qui erano perfette invece, per quel nulla che ne capisco. Allora qualche pistola l'ho avuta anch'io. Oggi le armi mi fanno tutte vomitare, anche quelle di marzapane. Però, quali modelli avevano questi bambini con le lupare? In quale fumetto le avevano viste? Chi aveva insegnato loro ad imbracciarle con tanta sicumera? Chi aveva loro fatto venire la voglia di averle come regalo? Con quanta tristezza nel cuore gli sfortunati padri avevano ceduto all'acquisto? O avevano provato invece fierezza nel farlo? Se la godevano dal balcone questa banda armata in marcia? Mentre mi perdevo in elucubrazioni del genere la banda si avvicinava. Erano ormai a tiro. Ora li affronto, dico io, e sfodero il sorrisetto caustico della paternale ironica, mia arma preferita. Sapete cos'è quello? Li sfido. Una lupara, risponde uno. Un fucile a canne mozze, un altro. Otto, dieci anni. Ho avuto un brivido alla schiena, ma non l'ho dato a vedere. E POLISTENA Risposta alla ‘ndrangheta MARIA BOETI a che serve? Incalzo. Ma mi passano davanti continuando la propria strada senza rispondere. Solo qualche breve sorrisetto tra loro. Un velocissimo sguardo di sufficienza del capo mi sconfigge senza pietà. Mi lasciano lì a mangiare la polvere con tutta la mia paternale sprecata sull'asfalto. Al sole non si può chiedere di splendere di più. Mercoledì scorso alle ore 17.00 la Sala del Consiglio Comunale, i corridoi, gli androni, la platea erano gremiti di cittadini. Polistena ha risposto facendo quadrato intorno al sindaco Michele Tripodi che convocando il “Tavolo senti sul mercato europeo e anche mondiale. I loro proprietari sono incappati in recenti inchieste giudiziarie. Da noi i sofisti scarseggiano, e nessuno ha messo in onda la distinzione tra le aziende, che sono ottime e danno lavoro, e i proprietari, che ottimi non sono. Conclusione. Il San Raffaele non viene confiscato e sottoposto ad amministrazione controllata. Le aziende di Siderno sì. della legalità” ha fatto vedere, insieme a tutta l' Amministrazione, come si danno le risposte e dove abita la vera forza, quella che resiste ad ogni tempesta. Presente, naturalmente il nostro direttore Crupi che ha affermato che se non si fosse trattato di una grande manifestazione, di certo, non si sarebbe scomodato. Ha parlato de «La Riviera» affermando che siamo un giornale progressista, originale e meridionalista, infine, che intravede a Polistena lo sforzo di combattere la 'ndrangheta ma che bisogna andare alle radici del problema. Nella sua analisi il prof. Crupi ha affermato che i nemici della democrazia devono essere combattuti sia dalle maggioranze che dalle opposizioni. PROVINCIA: ORA, TU PENSA UN PIANOFORTE ANTONELLA ITALIANO «Ora tu pensa - spiega Lemon in “Novecento” - un pianoforte! I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro. Tu sei infinito. E, dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito…». Un'opera che ci ha insegnato come uno strumento possa essere grandioso, anche nei luoghi meno probabili. Quelle di oggi, però, sono altre storie, altri pianisti, e la polemica incalza lo Stretto. Possibile che uno Stainway a gran coda sia l'oggetto della discordia? Se ne è parlato tanto e, tante sono state le polemiche tra l'assessore provinciale alla cultura, Eduardo Lamberti Castronovo, e il commissario del Conservatorio “Cilea”, Lucio Dattola. Così, l'acquisto dello strumento, da collocare nel “Salone storico” di Palazzo Foti, per alcuni sarebbe uno sperpero. Un botta e risposta sponsorizzato dai quotidiani. Dagli uffici della Provincia, raggiunti per esaminare il luogo “del reato”, notiamo il mare. Le navi vanno da una sponda all'altra dello Stretto. Bello, come la musi- ca. Anche Lemon era su una nave; lì con il suo piano; e quanta vita ebbe intorno: sfide musicali, confronti culturali, chiacchiere più o meno importanti, a volte solo il piacere di essere ascoltato. «La terra, quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È una musica che non so suonare. Perdonatemi, non scenderò». E fu con lui che “il pianista sull'oceano” preferì morire. Ma questo è il romanzo, a noi interessa la cronaca. Dalla parte di Lamberti si schierano i docenti della Mediterranea, Enrico Costa e Renato Nicolini: il pianoforte potrebbe essere importante nell'affrontare temi con giovani e anziani. Neutrale resta, invece, il coordinatore provinciale del Pd, De Maria, intento a mediare più che a polemizzare. Dattola, per far risparmiare gli 80000 euro alla Provincia, offre uno Stainway del Conservatorio; Lamberti è perplesso ma felice, l'importante è ottenerlo. La musica, si sa, arriva più delle parole. Lo diceva pure Lemon: «…Non sono pazzo fratello. Non siamo pazzi quando troviamo il sistema per salvarci». SABATO 31 DICEMBRE 2011 LA RIVIERA 12 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 13 Parlando di... TRASPORTO REGIONALE FERROVIARIO: DIBATTITO A ROCCELLA Iniziativa regionale a Roccella Jonica il 16 gennaio sulla vertenza FerroviaOre 16:00 Convento dei Minimi si parlerà del trasporto ferroviario regionale. la discussione è stata organizzata dai sindacati. Prevista la presenza di Serena Sorrenti (CGIL nazionale) e del prof. Gattuso. LOCRIDE INTERVISTA A SASA ALBANESE Contro l’inerzia amministrativa Come nasce il movimento “Risveglio della Locride”? Il movimento nasce per via di una preoccupazione largamente condivisa da tanti soggetti: il nostro territorio ha raggiunto il suo massimo storico in termini di marginalità. Un appello lanciato dai pochi, poco prima delle feste natalizie, ma a cui hanno aderito molti del comprensorio. Dopo una serie di incontri, mirati a dare un contributo “dal basso” per la crescita del territorio, è stato costituito un comitato provvisorio con il compito di elaborare uno statuto, sarà quest’ultimo a definire con precisione le modalità d’adesione, gli scopi e i principi sul quale costruire una prospettiva di impegno comune. Parliamo degli obiettivi… Affermare la legalità, intesa come regole comuni e, soprattutto, il rispetto delle stesse, perché siano elemento cardine della vita nella Locride. Legalità che in questo momento lascia un po’ a desiderare. Siete stati fautori di una lettera aperta al Comitato sindaci, pubblicata su molti quotidiani in questi giorni. Cosa chiedete? Il movimento non vuole essere di protesta ma di stimolo. Questo ci spinge a chiedere il confronto con i sindaci della Locride. Due sono le nostre riflessioni. Una riguarda la società Locride ambiente, che sta per essere rottamata a causa dell’incapacità, o non volontà, dei sindaci di darle la funzione che le era propria, cioè strumento che avviasse la raccolta differenziata. Processi che avrebbero potuto creare posti di lavoro. Altra riflessione riguarda la costruzione della nuova ss 106. È necessario un tavolo di trattativa con Astaldi per affrontare le conseguenze che, il passaggio nei tratti abitati di centinaia di mezzi pesanti, sul piano ambientale e, soprattutto, l’utilizzo delle maestranze sui cantieri della stessa. Il Comitato dei sindaci si è riunito qualche giorno dopo la vostra uscita sui giornali, ma non ha accennato a nessuna delle vostre richieste. Come ha reagito il movimento? Questa è l’ennesima testimonianza di insensibilità e di distanza nel rapporto tra il Comitato e le comunità locali. Continueremo ad incalzare i primi cittadini, affinché scendano dal piedistallo e si misurino con i problemi “reali” del territorio. Cosa ne pensa del Comitato dei Sindaci? Così come si presenta è un organismo inutile. Chiuso su se stesso e usato, da qualche sindaco, per il mantenimento di posizioni di dubbia utilità sociale. Lei è un sidernese, ed è stato attivo nel suo comune con l’associazione “Siderno Libera”. Cosa ne pensa dell’attuale governo del suo comune? Penso si stiano avverando le previsioni. Un’inerzia amministrativa che trae origine sia dalle difficoltà economiche in cui versa l’ente, sia dalla mancanza di una visione che ridia, a Siderno, il ruolo di locomotiva della Locride. Come mai si è allontanato da “Siderno libera”? Perché è nata nel tentativo di coinvolgere i cittadini nel progetto e nello sviluppo della comunità, a prescindere dalle appartenenze politiche. Quando ho preso atto dell’impossibilità di continuare l’impegno in questo movimento, per via di nascenti pregiudizi politici, mi sono allontanato. La Locride non può morire sotto la clava della magistratura, né essere circuito di associazioni o lobby economicocriminali. Piaghe che, in questi anni, l’hanno resa una terra debole, marginale e incapace di reagire. INTERVISTA AL SINDACO DI LOCRI PEPÈ LOMBARDO «L’opposizione fa polemiche, io e la mia giunta i fatti» MARGHERITA CATANZARITI ’è chi invoca le sue dimissioni e chi invece difende le sue posizioni. C’è chi sostiene che lui e la sua giunta siano fuori tempo massimo e c’è chi però lo ha scelto per amministrare la città. In un clima di polemiche al vetriolo e guerra fredda a mezzo stampa, abbiamo incontrato il sindaco di Locri Giuseppe Lombardo e abbiamo sentito la sua opinione in merito al difficile momento politico e amministrativo vissuto dall’intera città. Sindaco, perché questo attacco nei suoi confronti da parte dell’opposizione? C E’un attacco strumentale. Gli attuali componenti della minoranza hanno stranamente ritrovato compattezza nell’attacco alla mia Amministrazione. Prima la guerra se la facevano tra di loro con mille contraddizioni, ora la fanno alla maggioranza, adottando delle tecniche di comunicazione che mirano a confondere l’opinione pubblica. Mi ricordo un’intervista all’ex sindaco Macrì, pubblicata proprio su la Riviera, in cui quest’ultimo, nell’ammettere che la sua Amministrazione aveva lasciato nelle casse del Comune solo ottanta euro, aggiunse però che oltre quello aveva lasciato anche i Piani di rientro e che era sufficiente che la nuova Amministrazione li rispettasse per normalizzare la situazione finanziaria di Locri. Quella è una dichiarazione assurda, rilasciata per mescolare le carte. I Piani di rientro non sono altro che degli accordi tra debitore e creditore per stabilire le modalità di pagamento. Ma come si possono rispettare, se manca la materia prima per attuarli? Meno male che i cittadini non sono degli sprovveduti e che se hanno perplessità possono venire qui a chiarirsi le idee, consultando documentazioni e atti. L’opposizione chiede conto a noi di cose per le quali i suoi esponenti, negli anni precedenti, non hanno fatto nulla. Chiedono risposte sulla questione condono, in merito alla quale noi, in pochi mesi, ci siamo mossi stabilendo incontri degli interessati con i nostri tecnici e ponendo delle date limite che devono essere rispettate. BIVONGI Fort Apache della Locride ILARIO AMMENDOLIA Bivongi, la piccola abitazione di una coppia di anziani si trasforma in un palcoscenico dove la Calabria consuma il suo silenzioso dramma. Non ci sono gli ingredienti erotici che, in questi anni così tristi e miseri, trasformano le tragedie umane in storie di intrattenimento per stanchi spettatori di una televisione sempre più scadente.. C’è qualcosa di più importante: il dramma della Calabria, ma questo sembra godere di un audience molto basso. Le prime vittime, una coppia di anziani di un piccolo paese incavato nelle Serre, noto nella Locride per la particolare laboriosità dei suoi abitanti, e che certamente dopo una vita di duro lavoro avrebbero avuto diritto ad un po’ di rispetto e di poter vivere in pace ciò che resta della loro esistenza. Invece subiscono due assalti in pochi giorni alla A loro abitazione trasformata in una specie di Fort Apache in cui invece di vivere si resiste. Un giovane costretto a difendere i nonni a rischio della propria vita, e come nell’antico West, trasformarsi in improvvisato tutore della legge che uccide per non essere ucciso. Un ragazzo di appena 18 anni morto tragicamente. Cercava armi e per la seconda volta in pochi giorni era andato all’assalto di quello che riteneva un facile fortino. Insieme ad un suo coetaneo, oggi in galera, utilizzava armi di fortuna:un piede di porco ed un coltello. Era animato da una ferrea volontà: diventare un vero criminale armato. Con le armi si sarebbe sentito più forte e con le armi, probabilmente, avrebbe ucciso. Invece ha incontrato la morte prima di iniziare l’avventura della vita. Cosa può spingere un ragazzo di soli diciotto anni ad avere come suprema aspirazione quella di DOMENICA impossessarsi di un fucile e far paura ? Era un bel ragazzo, avrebbe potuto aspirare alla compagnia di ragazze della sua età, lavorare, ballare, divertirsi. In un paese normale! In Calabria, nella Locride quel fucile rappresentava, quantomeno nella sua fragile immaginazione, il passaporto verso l’Essere qualcuno altrimenti sarebbe stato il nulla.. E’ drammatico ammattere che senza quel fucile sarebbe stato il 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 14 la Riviera BOVALINO: L’ULTIMA MAGIA DI MASINO Col fiato sospeso, il pubblico di Bovalino, attende l’ultima trovata del sindaco Mittiga. Cadrà o non cadrà? E, come per magia, gli assessori dimissionari Muscari e Maesano vengono rimpiazzati. Ferrò e Mazzone le new entry. La giunta non cade! Loro in cinque anni, cosa hanno fatto? Lo stesso vale per le costruzioni abusive: ci sono pratiche che si trascinano dal 2003 e loro ora chiedono conto a noi, pretendendo soluzioni immediate. E perché invece loro non hanno usato i milioni di euro stanziati dalla Regione Calabria per la città di Locri con legge apposita nel 2006, subito dopo il caso Fortugno, al fine di realizzare una serie di interventi previsti per la nostra comunità? E’ vero, come sostiene la minoranza, che in Consiglio non esiste confronto tra le parti? No, anche questa è la solita dichiarazione che lascia il tempo che trova. Abbiamo solo un modo diverso di affrontare il contraddi- Dalle sue precedenti esperienze di governo della città che cosa è cambiato oggi nella politica locrese ? Manca appunto il senso della responsabilità e di contro c’è troppa improvvisazione da parte di chi fa politica. La situazione è cambiata in negativo, soprattutto perché i partiti non funzionano, hanno perso di vista la loro funzione principale che è quella di essere portavoce dell’interesse pubblico. La politica è una cosa seria. Per essere buoni politici non basta la faccia tosta. Quale è la reale situazione del Comune di Locri? perché il nostro Comune, negli anni, ha superato il limite di indebitamento massimo. E questa immobilità, questa famigerata stasi amministrativa, in realtà è iniziata anche con chi oggi è bravo a recriminare. E quale è la soluzione? La stiamo cercando. Sto lavorando per trovare una soluzione ed evitare un eventuale dissesto, mi sono recato personalmente alla Regione Calabria, alla Provincia e anche a Roma ad illustrare la nostra situazione, auspicando una via d’uscita. Ma in tutta franchezza, non vedo soluzioni vicine. Nessuno è disposto a finanziarci. Potremmo avere qualche agevolazione nelle partecipazioni ai bandi. E anche se questi ci venissero assegnati, saremmo comunque penalizzati dalla mancanza di liquidità necessaria per la realizzazione di qualsiasi progetto. Purtroppo la crisi c’è ed è generale in tutta Italia, ma io e la mia Amministrazione continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. Siamo stati eletti a gestire il governo della città ed io mi sento la responsabilità di portare a termine ciò che sono stato chiamato a fare. E non intendo neanche prendere in considerazione le richieste di dimissioni inoltratemi da esponenti della minoranza. E’determinato ad andare fino in fondo? Certo. Non potrei mai fare altrimenti. Attacchi strumentali. Gli attuali componenti della minoranza hanno stranamente ritrovato compattezza nell’attacco alla mia Amministrazione. Prima la guerra se la facevano tra di loro con mille contraddizioni torio. Loro polemizzano a gran voce, dicono e ripetono a turni alternati sempre le stesse cose. Io rispondo con i fatti, con gli atti alla mano, con senso di responsabilità. Ho un modo diverso di fare politica. Quando una persona non risponde alle provocazioni, non significa che sia in torto o che non abbia nulla da dire. Io mi ritrovo a spiegare continuamente le cose a chi in verità le conosce benissimo e fa finta di non sapere. Ma del resto, non c’è peggior sordo… La situazione è molto seria. La massa debitoria fa spavento e in cassa ci sono zero fondi. Le dico solo che per pagare gli stipendi a tutti i dipendenti comunali ci vogliono quattro milioni di euro l’anno. Il trasferimento, il fondo ordinario che lo Stato elargisce al comune di Locri, è di circa due milioni e ottocento mila euro. Noi come Amministrazione dovremmo riuscire a recuperare il resto, solo per pagare i dipendenti. E’ un’impresa ardua anche chiedere ulteriori finanziamenti o mutui L’importante paese dello Stilaro come il Far West.Un diciottenne muore tragicamente per mano di un giovane che per difendere i nonni dall’ennesima rapina, uccide per non essere ucciso nulla, ma per capire il senso di queste parole si dovrebbe focalizzare l’obiettivo sulle mille storie di “uomini nulla” che restano sottotraccia nei nostri paesi, ci vivono accanto come entità impalpabili, e che ci parlano di una Calabria che ogni giorno perde la propria identità e non crede più che ci possa essere un avvenire. Può sembrare ardito fino alla provocazione dire che la ndrangheta rispetto a ciò che questi fatti potrebbero annunciare è poca cosa. La ndranghe- ta è una organizzazione criminale ha il suo ordine da rispettare e far rispettare. E’ l’altra faccia del Potere, attigua ad esso, ed è fatta a sua immagine e somiglianza. Altra cosa è la rivolta selvaggia, individualista e solitaria che questi fatti annunciano. Certamente non si tratta di rivoluzione che presuppone una organizzazione rivoluzionaria, un modello di società da costruire o , quantomeno una Utopia da inseguire.. In questo caso non abbiamo niente di tutto questo, ma solo una dichiarazione di guerra individuale alla società, agli altri uomini che si considerano estranei e nemici. I francesi a fine ottocento parlavano di noi calabresi “come legioni di diavoli” che la terra scaraventa fuori a migliaia ad ogni scossa di terremoto. L’esercito francese prima e quello piemontese dopo si scontrarono con dei eroici selvaggi che combattevano e morivano perché in quella lotta trovavano il significato della loro vita. Anche oggi, guardando da lontano le nostre comunità si coglie solo una grigia normalità: un sindaco, un farmacista, un maresciallo, un prete, a volte, un capo ndrangheta. Preoccupa il grigiore, ma se si riuscisse a puntare l’obiettivo su ciò che si muove sottotraccia, potremmo osservare un magma compresso, tanto più pericoloso in quanto formato da tante particelle che rischiano di diventare incandescenti . Un potenziale caos che non annuncia una rivoluzione ma qualcosa di molto peggio. Se avessi la possibilità di parlare a chi dirige al nostro Stato direi, anzi sussurrerei: attenti alla Calabria. Non alla “politica”, a questa politica, che, a parte qualche rarissima eccezione, conta poco e vale meno, e neppure alla ndrangheta per quanto drammaticamente pericolosa. Attenti alla grande rabbia che uomini di antica fierezza potrebbero mettere in campo come ultima bandiera nella lotta contro il nulla a cui si sentono condannati.. MIX RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Casignana, il mio paese Casignana è un paese della provincia reggina, dal 2011 l'amministrazione è affidata al sindaco Armando Pietro Crinò. Persona disponibile e preparata quanto oltraggiata, durante il suo mandato, da episodi vandalici: il furto di un camion del Comune da poco rimesso a nuovo, i danni al campo sportivo e a quello di tennis ne sono solo un esempio. Casignana è stato apostrofato come “il paese dei rifiuti” per via del blocco dei camion, operato da un gruppo di scioperanti, in contrada Crocefisso. Ma è falso è ciò che si dice della discarica, diffamatorie le foto messe su facebook! Opera di persone che, anziché occuparsi dei problemi dei loro paesi, come i materiali radioattivi nel fiume La Verde, infangano il nostro. Voglio esprimere la mia solidarietà al sindaco Crinò e a coloro che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia. Il percolato non scende lungo il Rambotta come raccontano, l'intero sito è costantemente controllato dall'Arpacal. La formazione di materiale inquinante è un problema di tutte le discariche del mondo, un quantitativo che varia naturalmente in funzione di tre parametri: meteorologia, umidità e grado di compattazione del terreno. Il mio appello è rivolto dunque ai magistrati, perché puniscano chi ha offeso, tramite il social network facebook, il sindaco di Casignana, chi ha diffuso e strumentalizzato le fotografie, chi ha danneggiato le recinzioni metalliche del sito. Auguro che questo nuovo anno sia più fortunato per Crinò e, soprattutto, che cessi presto l'infamia degli avvisi di garanzia. I veri colpevoli non stanno a Casignana, stanno nella Capitale. I veri colpevoli sono coloro che hanno aumentato tasse di luce e gasolio, tagliato voli aerei e treni a lunga percorrenza, lasciato 5600 lavoratori Lsu ed Lpu senza contributi, per 15 anni, e senza stipendio, ormai da diversi mesi. Mister ascolto A “Tutti in campo” l'uragano Belligerante. Lunedì scorso, in prima serata su Telemia irrompe Giuseppe Belligerante in difesa del calcio sidernese e della città capitale della Locride. «Siderno è Siderno e nonostante qualche codardo, rimane il punto di riferimento dell'intero comprensorio. Non solo calcisticamente» ci ha detto in redazione il giorno dopo la trasmissione su Telemia, che ha visto Gesualdo Albanese all'angolo a subire ganci e montanti del purosangue sidernese. Un biancazzurro di razza. DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 15 Le visite sono fissate per giovedì 19 e lunedì 23 gennaio. Il corso sarà nei giorni 22 e 23 gennaio, consigliato ad ortopedici, fisioterapisti, operatori shiatsu, dentisti ed estetisti. L a mente umana - diceva Flaubert - è paragonabile ad una farfalla che assume il colore delle foglie sulle quali si posa…si diventa ciò che si contempla». Così, quando lo stress è la nostra foglia, ristabilire l'equilibrio nella maniera più “dolce” possibile è l'obiettivo da raggiungere. La Kinesiologia unisce la sapienza orientale e quella occidentale in un'unica dottrina. Da un lato le teorie sui flussi energetici, dall'altro quelle sui test muscolari. Una realtà lontana fino a qualche tempo fa, ed oggi a portata di tutti. Sarà il maestro Giovanni Filippini a tenere i corsi a Siderno, ospite del centro benessere “La Mer”. E' un successo per la Locride poter ricevere il Maestro che, dopo tanti anni in giro per il mondo, torna in Italia. «I shin den shin» insegna, dalla mia anima alla tua anima. Praticamente da non perdere. Sarà con delle prove mirate che, Filippini, entrerà nel sistema di comunicazione del corpo, chiarirà, evidenzierà e valuterà la risposta, cosciente o incosciente, della persona. Le visite sono fissate per giovedì 19 e lunedì 23 gennaio. Il corso sarà nei giorni 22 e 23 gennaio, consigliato ad ortopedici, fisioterapisti, operatori shiatsu, dentisti ed estetisti. Il campo di applicazione della dottrina, d'altronde, è vario: dolori e disturbi dell'apparato muscolare e osteo-articolare; disturbi dell'apprendimento dell'attenzione e della memoria; stress, ansia, fobia; problemi legati alla nutrizione, disturbi intestinali e problemi metabolici; performance sportive. Fare Kinesiologia è un “navigare complesso tra le esperienze della mente”, per riorganizzarla e permettere di esprimere pienamente le sue potenzialità. Una scoperta per la medicina di questo secolo! Già negli anni Settanta il pedagogista, Paul Dennison, fissò i tre principi della Kinesiologia educativa: 1) l'apprendimento è un'attività naturale e divertente che dura tutta la vita; 2)un blocco di apprendimento è l'incapacità di affrontare lo stress l'insicurezza legata all'apprendimento di un nuovo compito; 3)siamo tutti bloccati nell'apprendimento, nelle misure in cui abbiamo imparato a non muoverci. Le energie, infatti, bloccate dal sistema di sopravvivenza, non possono circolare liberamente per diventare parte del cervello, come dovrebbe. Ciò creerebbe un blocco, sostengono i kinesiologi, che solo esercizi mirati riescono a superare. Apriamo insieme la grande porta di pietra! Per Info: Siderno (RC) P.zza Giordano Bruno, 7 tel. 0964.380829 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 16 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 17 A proposito di... Ritagli SOPRA: LA CARDARA CON IL LOGO DEL PREMIO “MASTRU I CARDARA”. SOTTO: L’AVVOCATO TOMMASO MARVASI, CASSAZIONISTA DAL 1995 Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma Antonio Conte, ci ha dichiarato: «la festa “da cardara” è ormai uno degli appuntamenti più attesi dagli avvocati romani, non soltanto dalle migliaia di origine calabrese, ma per noi tutti». Premio Mastru i cardara. A Roma la Locride genuina MANUELA SORRENTI n appuntamento fisso per il mondo forense romano è rappresentato da un evento che fa rivivere nella capitale una della più genuine tradizioni calabrese. Si tratta del premio “Mastru i’ cardara” ideato dal locrese avvocato Tommaso Marvasi, che ha trovato in Domenico Condello, Presidente del Foro Europeo, l’insostituibile partner che da subito ha condiviso la frittulata o festa d’a’ cardara e che ha come sponsores numerose aziende della Locride, che soccorrono con i loro prodotti: Azienda Agricola Barone Macrì, Cantina Marchese Giffone, Macelleria Crupi di Siderno, Bar U La base economica di ogni famiglia era costituita proprio dal maiale e dall’albero di gelsi con il baco da seta. Il possesso di Il premio “Mastru i’ questi beni naturali trasformava in agiato cardara” ideato dal locrese il loro possessore, potendo trarre dal avvocato Tommaso maiale un prezioso sostentamento destiMarvasi ha trovato in nato a durare a lungo (“cu si marita esti cuntentu nu’ jornu, cu ammazza u’ porcu Domenico Condello, esti cuntentu n’annu”) e dalla vendita Presidente del Foro della seta il rarissimo danaro. Il momenEuropeo, l’insostituibile to dell’uccisione era una festa che la partner che da subito ha nostra tradizione, con connotati veramente unici, ha trasformato in un autencondiviso la frittulata o festa tico rito. d’a’ cardara Punto cruciale è la sistemazione della carne nella enorme “cardara”, sospesa su Riviera. un cerchio di brace fina, vuoto al centro, L’importanza del maiale era fondamentale per la nostra povera economia rurale. necessitando una cottura lentissima, che IN EVIDENZA DOMENICA inizia a notte fonda. Dalla preparazione della “cardara” deriva la sua riuscita, avendo i vari tagli tempi differenti e dovendo essere la carne e la cotenna dosate e sistemate ad arte perché al momento giusto le frittule siano cotte alla perfezione e perché nel fondo rimangano confusi tra la sugna, quei mirabili minuzzoli di carne che costituiscono “i micciunati” (o “i ziringuli” o “i micciulli” a seconda delle zone) e che rendono superbi gli spaghetti e le uova fritte. La sistemazione del maiale nella “cardara” è assegnata al più esperto e affidabile e rispettato personaggio del rito: per l’appunto u mastru frittularu o mastru i cardara. Il premio, che è giunto quest’anno alla terza edizione, ha visto tra i premiati noti personaggi: dal Prof. Vincenzo Gentile, in assoluto il primo ad essere insignito del premio Mastru i cardara, al Pres. Felice Filocamo, al Maestro Stellario Baccellieri. Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Avvocato Antonio Conte, ci ha dichiarato: «la festa “da cardara” è ormai uno degli appuntamenti più attesi dagli avvocati romani, non soltanto dalle migliaia di origine calabrese – che per la loro intelligenza e laboriosità sono da sempre un orgoglio del Foro romano – ma per noi tutti, essendo ambita la partecipazione ad essa: con Condello e Marvasi tempestati da centinaia di richieste di invito». I nomi dei premiati 2012? Segretamente custoditi da Marvasi e Condello che li sveleranno solo il 23 gennaio, durante la frittulata. Unica anticipazione: l’istituzione del premio “Maestra filandara”: ispirato all’arte serica, che era un orgoglio calabrese, interamente affidato alle donne. 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 18 la Riviera Profili L’altra donna E Mentre ora lei gli raccontava del suo nuovo compagno, Emilio la rivedeva in macchina insieme a lui: sdraiata nel sedile accanto al suo, nuda e bellissima, con indosso solo uno strano cappello alla Oliver Twist, lo ascoltava parlare. I vetri appannati dal freddo, le musiche di Nicola Piovani in sottofondo e lui che le spiegava perché “Nuovo cinema paradiso” era il suo film preferito. Emilio VIOLA COSENTINO m ilio amava tre cose in particolare: il calcio, le canzoni di Ligabue e le passeggiate sulla spiaggia d’inverno. In realtà aveva anche un’altra passione, ma la teneva nascosta nel fondo del cassetto dei pensieri inconfessabili. Quel pomeriggio, era appena scappato da casa dei suoceri alla fine dell’ennesimo pranzo domenicale. Aveva lo stomaco appesantito dalle cento polpette al ragù ingurgitate senza ritegno e i vestiti impregnati da una terribile puzza di fritto. Odiava quando gli succedeva, specie quando indossava un maglione nuovo. E in quella casa c’era sempre qualche maledetta padella che friggeva. Si erano fidanzati giovanissimi, lui e Anna, uno di quei fidanzamenti decennali che, se tutto procede senza imprevisti, si conclude in matrimonio nel novantanove per cento dei casi. In realtà, lui l’imprevisto ce lo aveva avuto, ma lo teneva nascosto nello stesso cassetto di prima. Un rapporto tranquillo, il loro, il cui massimo della tensione era quello di scegliere se fare la spesa il sabato o la domenica pomeriggio. E comunque, lui Anna la amava. Lei era bella: magra, bionda, labbra sottili e occhi verdi. Il giorno del matrimonio sembrava un angelo. E poi era davvero una brava ragazza. L’aveva pure beccata vergine. Solo un pazzo non l’avrebbe sposata. Certo a volte non era il massimo del divertimento. Ad esempio, quando si addormentava dal suo lato del letto era capace di svegliarsi il mattino dopo esattamente nella medesima posizione. Non sgualciva neanche la piega del lenzuolo. Si risvegliava intatta, anche i capelli erano intatti. Era come dormire accanto a qualcuno chiuso dentro un sarcofago immaginario. Ma tutto sommato, era una buona moglie. Stavano anche cercando di avere un figlio, che però non arrivava. Il dottore disse che lei aveva le ovaie “aride”, usò proprio quel termine lì. Da quel momento, ogni volta che Emilio pensava alle ovaie della moglie, le immaginava come quelle prugne secche della California che vendono al supermercato. Quelle senza nocciolo. Lo squillo del cellulare lo distolse dai pensieri. “Amore, prima di tornare, passi dal negozio a prendermi il detersivo per la lavatrice? Ma quello liquido, per favore, non quello in polvere come l’altra volta, che restano gli aloni. Ti ricordi?” Anna si fissava spesso con questo genere di dettagli. E poi incontrò lei. Vide una figura minuta, dai cappelli ricci, neri e mossi dal vento, camminare sulla spiaggia nella sua direzione. Era Claudia, la passione nascosta nel fondo dei pensieri di Emilio. L’imprevisto di un indimenticabile anno della sua vita. “E tu che ci fai qui?” Ormai la rivedeva una volta ogni due anni, se gli andava bene. “Sono tornata per le feste, a trovare i miei.” Era come se la ricordava, il tempo sembrava non passare mai per lei. La pelle profumata, gli occhi scuri e profondi e un sorriso capace di illuminare la notte. Era unica Claudia, l’eccezione del pianeta femminile. Erano stati insieme per un anno, prima che lui, col cuore a pezzi, decidesse di lasciarla per tornare dalla sua attuale moglie. E mentre ora Claudia gli parlava dei luoghi in cui era stata, delle cose che aveva fatto, Emilio rivedeva loro due fare l’amore dietro gli scogli della spiaggia di Bova, in una notte d’estate. Mentre ora lei gli raccontava del suo nuovo compagno, Emilio la rivedeva in macchina insieme a lui: sdraiata nel sedile accanto al suo, nuda e bellissima, con indosso solo uno strano cappello alla Oliver Twist, lo ascoltava parlare. I vetri appannati dal freddo, le musiche di Nicola Piovani in sottofondo e lui che le spiegava perché “Nuovo cinema paradiso” era il suo film preferito. Mentre ora Claudia gli parlava, avrebbe voluto dirle che era stato uno stupido, un pazzo a non scegliere lei. Che ora sarebbe potuto essere un uomo diverso , in un luogo diverso, e non uno che doveva tornare a casa da una moglie con le ovaie rinsecchite, che ti urlava di mettere le pattine ancora prima di entrare. Stava quasi per dirglielo. “Sai, Emilio, adesso penso che avevi ragione tu. È stato meglio cosi. Meglio che tu sia rimasto con lei. Credo che nella vita, alla fine, tutto va come deve andare”. Continuò a pensare a lei per tutto il giorno, pensò a lei mentre risalì a piedi la spiaggia e mentre percorse in auto la strada verso casa. Pensava ancora a lei quando aprì la porta e si ritrovò davanti gli occhi limpidi di sua moglie Anna. Cazzo, il detersivo. DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 19 La www.larivieraonline.com gerenza [email protected] [email protected] Tel 0964/383478 la Riviera Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri COLLABORATORI Direttore responsabile P ASQUINO C RUPI Editor Director E RCOLE M ACRÌ In redazione: M ARIA E LENA F ILIPPONE, MATTEO R ASCHELLÀ, DOMENICO M ACRÌ, ANTONIO T ASSONE, MARIA G IOVANNA C OGLIANDRO, A NTONELLA I TALIANO Editorialista: G IOACCHINO C RIACO Art Director: P AOLA D ’ ORSA Impaginazione: E UGENIO F IMOGNARI Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Ruggero Brizzi, Benjamin Boson, Nik Spatari, Angelo Letizia, Marilene Bonavita, Francesca Rappoccio, Mario Labate, Franco Crinò, Marco Andronaco, Isabella Galimi ,Maria Teresa D’Agostino, Giovanna Mangano, Lettere, note e schermaglie RISPONDE il direttore Class action Preg.mo Sig. Direttore, Le scrivo (con notevole ritardo ) per ringraziarLa del Suo cortese appoggio, davvero determinante in quanto mi ha consentito di entrare in contatto con tante persone interessate al problema; alcune di loro già da anni stanno portando avanti numerose iniziative, conoscono bene le varie problematiche correlate ai trasporti e mi hanno riferito di avere predisposto relazioni tecniche con soluzioni ed indicazione dei mezzi finanziari per farvi fronte . Vorrei inoltre scusarmi in quanto nel ridurre una frase (nella parte non pubblicata) della diffida ne ho involontariamente modificato il senso: anche la concorrenza di Trenitalia non considera la Calabria, tanto che Italo di ntv (primo operatore privato sull'alta velocità) ha Salerno come ultima fermata a Sud. La terrò informata sugli ulteriori sviluppi, se me lo consente. Rinnovo i ringraziamenti e colgo l'occasione per inviare auguri di felice anno nuovo e buon lavoro. Cordiali saluti. Maria Cecilia Gerace EVASIONE FISCALE La tassa sul canone RAI MARIA BOETI Siamo noi de «la Riviera» a ringraziare l'avvocata Maria Cecilia Gerace, che con la sua iniziativa ha riacceso dal lato giust la questione dell' antistorico isolamento della Calabria. Una diffida a chi ci governa non è tutto. Ma è sempre qualcosa di meglio di tardive interrogazioni parlamentari senza delle quali i nostri deputati e i nostri senatori non avrebero che cosa dire. Che cosa dissero, infatti, i parlamentari del centrosinistra quando a reggere il governo era Prodi ? E che cosa i parlamentari del centrodestra quando a guidare il ballo era Berlusconi? Nulla o quasi nulla. I deputati e i senatori del centrosinistra e del centrodestra sono come dei francobolli attaccati alla busta governativa o antigovernativa . Da loro non c'è da sperare niente. Ben venga l'iniziativa dal basso. LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo La notizia, di cui quest’oggi scriveremo, è la tassa del canone Rai. Perché, in questi primi giorni del mese sta avvenendo una perlustrazione a tappeto su tutto il territorio. Coloro i quali non hanno pagato il bollettino della tassa sulla televisione (come sbrigativamente dicono) saranno sanzionati. Prima passa un ispettore, poi ti viene a fare l’ accertamento del caso, a casa, la Guardia di Finanza. Il Governo Monti, figlio primogenito di Berlusconi, e i funzionari che per lo Stato lavorano, hanno pensato di iniziare partendo proprio dal bollettino Rai. L’ evasione va debellata per avere una rimonta sui debiti oltre misura che negli anni sono venuti via via accumulandosi. Tale annuncio lo abbiamo sentito da tutti i notiziari televisivi e cartacei fin dal primo giorno dell’ insediamento di questo nuovo Governo tecnico. Noi, sia chiaro, non vogliamo fare in questa sede un’analisi economica, ma cercare solo di esaminare una matrice sociologica (che potremo trattare anche una volta in più se sarà necessario) ed Sembra improbabile, ormai, che la politica sia cosa per legni tagliati di buon tempo. Chi si avvicenda - semmai - assomiglia quasi più ad un tarlo che, rosicchiando famelico, corrode tutto ciò che incontra sulla sua strada. In Italia - come l'ultimo libro di Tramaglio suggerisce - si ruba e si ruba nei piani alti, nei grattacieli della società ma anche nelle piccole palazzine di paese. Per intendersi dalla capitale alle Regioni alle Province Purtroppo per noi siamo il popolo e dobbiamo rassegnarci ad osservare una poco augurale danza di tarli, auspicio di una pioggia di denari, per loro, per noi - invece - di tasse e di rinunce. Monti - per carità- è un buon uomo e certamente fa ciò che inevitabilmente bisognava fare, ma, poiché ci si aspettava delle sorprese da questa manovra, mi domandavo curiosa, a quando la caccia ai tarli? I tarli della politica LA POESIA Attenzione manovra pericolosa DOMENICO MAZZITELLI Sentiti amici e prestati attenzioni, non vojju mu mi sparu certu a caglia, esti sulu ca suffru d'emozioni, pe chillu chi succedi nta l'italia. I governanti cercaru u fannu tantu, ma sarvanu la patria e l'italiani, ma vinni ormai l'ura i l'ojju santu, pecchì nullu ndi poti più sarvari. Ormai lu fundu è tuttu prosciugatu, e si toccau lu culu di cardari, e lu calajju risurtau spundatu, non c'è più versu u si poti sanari. Armaru senza reguli o misura, OSPEDALE DI LOCRI criduti comu omini i sustanza, lu poveru restau sempi a la nuda, culu pistatu e vacanti la panza. Poveru Mussolini u dittatori, chi fici u cuvernanti nta stu statu, ndavia nventatu puru la pensioni, e puru lu dirittu po malatu. Mo la pensioni si ndiju a la citu, ma sulamenti pel u bassu cetu, si tu sordi non'hai tuttu è finitu, se no mori ca puzza nc'è lu fetu. L'italiani su tutti ndranghetisti, si distinguinu pur unte rifiuti, e li parenti sunnu cammuristi, omini di potiri scanusciuti. Jornu pe jornu ci su novità, arresti di grandi omini di spiccu, tra famparrelli e capi società, lu poveru è garanti di lu riccu. Ccà si parra i sequestri di miliardi, chi non li vali tutta la nazioni, però li veri lupi stannu cardi, cu paga sempi è la popolazioni. Mò a tuttu nci pensau stu Presidenti, puru a Natali la festa chi sconti, brodu pe vejji chi non' hannu denti, licenziau a Berlusconi a pijjuau a Monti. Monti: omu di fatti e di poca palora Chi non si scappau mai nullu sorrisu, fici ciangiri pe morti u paradisu. Nu sordu, nu ppinnì, l'urtimu i centu, chistu si prospettava u faci Monti, puru lu mortu mu resta cuntentu, mu paga lu pedaggiu di caronti. Razza temuta: ricchi e cuvernanti, avidi di dinaru e di potiri pedilli non c'è Cristu e mancu Santi, u deboli è stringiutu nte zimbili. Cu esti u deboli? Cui esti u più forti? Cui è riccu e cui si ciangi la sventura, ma menu mali can ci penza a Morti, e tratta a tutti ca stessa masura. Il dottor House va in pensione Finalmente dopo circa 35 anni di lavoro svolto ai massimi livelli, al servizio dell'USL di Locri, il dottor Attilio Sergi, mago della chirurgia laparoscopica lascia l'Ospedale appendendo il bisturi al chiodo, per godersi la meritata pensione. L'azienda ospedaliera perde uno dei migliori chirurghi che abbia mai avuto, un medico che ha salvato la vita ad un'infinitàdi persone, e che ha onorato il mestiere importantissimo e delicatissimo di chirurgo, per tutto il periodo in cui lo ha svolto, con amore e sacrificio, mettendosi a disposizione sempre di tutti, spesso senza ricevere le giuste gratificazioni, ma si sa, il bene va fatto per scelta, non per ricevere in cambio lo stesso, come ha sempre fatto lui. Un affettuoso abbraccio da tutta la tua famiglia, da tutti coloro che sono stati tuoi pazienti e ti sono grati per quanto hai fatto per loro... e soprattutto da parte mia, papà, per essere sempre il modello ideale di vita a cui tento ogni giorno di ispirarmi nella speranza di diventare una persona migliore... buone meritatissime vacanze. tuo figlio Sergio DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 20 HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Ian Zimirri, Giuseppe Patamia, Alessandra Bevilacqua,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Valentina Elia, Antonio Cormaci, Mario Labate, Antonio Tassone, Giulio Romeo, Ilario Ammendolia, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola, Sara Caccamo. Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. esprimere un punto di vista. Convinti più che mai che è giusto che le tasse vengano pagate da tutti, Chiesa compresa, che fin ora è stata esente dall’ICI. Per cui, chiameremo in causa Danilo Dolci che nel lontano 1989 scrisse la Bozza di Manifesto. Di che tratta? Sviluppa una critica alla televisione di Stato, prima e a quella privata dopo. Egli così scriveva: <[…] Una frode sottile ma vasta degenera il mondo, acuta sistematica: l’inoculazione, la trasmissione propagandistica, vengono più o meno camuffate da comunicazione. Malgrado denunce, finora inadeguate, questa strategia (gestita da persone, gruppi, Stati) subdolamente tende a strumentalizzare la gente ignara, rendendola indifesa e acquiescente. I predatori più pericolosi ragnano legalmente, o nell’oscuro.[…] L’uso della televisione, rischia se eccessivo, indiscriminato, avulso dalla capacità di guardare e sentire criticamente - di espropriare ognuno di sé, e di inquinare.[…] Le moltitudini degli isolati, a poco a poco sempre più isolati, disimparano ad integrarsi, imparano a mordersi.[…]>. Da qui, ogni lettore tragga le conclusioni che vuole. Se le viene eventualmente oscurato un canale, magari dalla Rai, potrà piangere e strapparsi i capelli, non seguirà Ballarò, non seguirà Porta a Porta e non sarà influenzato dagli invitati che di tanto in tanto fanno salotto in questi talk show, non seguirà i loro dibattiti, le loro interviste, le loro considerazioni sulle tasse, appunto! O, quando la Guardia di Finanza si recherà a casa procederà col sequestro dell’apparecchio televisivo o bloccherà l’ auto o il mancato tributo verrà addebitato su qualche altro possedimento. Che succederà? Boh? Giornalisti e gognisti V FERNANDO SAGADO i risparmio le premesse di rito e gli ovvi bla bla bla ipocriti. La solidarietà ai giornalisti minacciati è arrivata, come al solito, da tutte le parti. A ogni nuova lettera minatoria indirizzata a chi fa il proprio mestiere in una terra difficile come la Calabria, si aprono le meritorie gare di solidarietà. Non mi va di occuparmi degli accadimenti più recenti. Tanti lo hanno fatto, chi bene e chi male. Sposto il discorso, dai casi specifici alle regole generali di una professione necessaria e delicata. Informare è un diritto per chi scrive, essere informati è un diritto per chi legge. Doveroso per un giornalista è farlo bene, non a tutti riesce perché non tutti hanno le stesse capacità. A ogni giornalista deve essere garantita la libertà di esprimersi secondo la propria coscienza. Ma ogni giornalista deve sempre tener presente che nei fatti che racconta i protagonisti, diretti e indiretti, sono uomini e informare non significa dimenticare il rispetto per gli esseri umani dei quali si parla. Un bravo giornalista cerca la notizia e la offre ai lettori, non va mai oltre la notizia, non indugia su elementi di carattere personale che esulano dall'interesse di informare e essere informati. Se si parla di una rapina, le scelte sessuali del rapinatore non rivestono il carattere della notizia. Che un evasore fiscale se la intenda con la moglie del vicino non è una notizia, mortifica l'evasore, sua moglie, il vicino e la moglie del vicino. Spiego meglio, se la tresca assurge a tema preponderante del pezzo sino a coprire la PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: Pi Greco Comunication srl info 0964342679 la Riviera G LI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. EDITORE - La Riviera S.r.l. Sede legale - Via dei Tigli, 27 - 89048 Siderno (RC) 0964383478 ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane Ritratti * di Diego Cataldo VINCENZO MARZANO Attore Presidente e anima del “Teatro Gruppo Spontaneo” di Bovalino, attore di prima linea fin dalla fondazione della compagnia oltre 30 anni fa. Vivace e ironica la sua interpretazione che lo porta ad essere tra i più amati del teatro amatoriale della provincia. Culturalmente impegnato e vicino a tutti, Marzano è tra gli artisti maggiori della Calabria. IL BRIZZOLATO di Ruggero Brizzi METTETEVELO BENE INTESTA La notizia che un mio compaesano, conoscente, sicuramente amico se avessimo avuto modo di vivere nello stesso posto, sia stato messo sotto scorta dallo stato mi fa molto riflettere. Giovanni Tizian è un giornalista impegnato che vive a Modena e che ha scritto un libro che tratta della mafia al nord Italia. Si chiama “Gotica: ndrangheta, mafia e camorra, oltrepassano il confine”. Giovanni si è svegliato una mattina e una chiamata l'ha informato che per la sua sicurezza verrà messo sotto scorta perché, in base a informazioni investigative, il suo lavoro ha dato fastidio alle organizzazioni mafiose che operano in Emilia Romagna. Notizia che in due giorni diventa tam tam: un cronista sotto scorta per colpa non si sa neanche di chi. Notizia che pubblicata da tutti i quotidiani nazionali, appoggiata dalla campagna “io sono Giovanni Tizian”, lanciata dall'egregia associazione “DaSud”, arriva in poche ore all'opinione pubblica. Notizia che mi fa riflettere, però, su due principali tematiche, abituato come sono al pensiero e alle ricadute su questo territorio di cui tutti parlano ma che nessuno vive. La prima è sicuramente quella che più riguarda da vicino il caro Giovanni. È assurdo come un ragazzo che già ha avuto i suoi problemi legati alla Ndrangheta quando viveva a Bovalino debba subire senza sapere da chi, preoccupazioni, paure e ansie che lo trovano costretto a vivere ancora una volta con il timore della notte, quello che sopravanza quando c'è solo il buio intorno in te. La seconda è lo sciacallaggio con cui la maggior parte delle testate giornalistiche ha descritto il fatto: “Accade a Modena, piena Emilia Romagna, non a Casal di Principe, nel quartiere partenopeo di Forcella o nella provincia calabrese” (Il fatto quotidiano) o, ancora, “nella sua terra, Bovalino, nel centro della Locride, la vita era diventata impossibile” (left.it). Solite pessime e banali etichette negative che continuano a non aiutarci, che continuano ad alimentare i luoghi comuni sulla nostra locride, che continuano a vendere e fare notizia. Giovanni vuole, col suo contributo, aiutarla questa terra. Mettetevelo bene in testa, voi giornalisti, che qui non ci siete neanche mai stati. notizia della violazione di legge, il pezzo non è un buon pezzo e il giornalista non è un bravo giornalista. Ovvio che non per questo, come per nessun altro motivo, il giornalista deve essere minacciato. La minaccia è sempre un atto barbaro. Non bisogna però essere ipocriti, o fingere di vivere in una società altamente civilizzata. La nostra società, parlo di quella calabrese, vive ancora in modo passionale, è agitata da pulsioni che ne condizionano l'agire. Chi scrive, da noi, non può farlo facendo finta di vivere a Stoccolma, deve informare minuziosamente ed evitare di colorire i fatti di interesse pubblico con elementi di carattere strettamente privato che non rivestono il carattere di notizia. Se vogliamo essere seri e non atteggiarci a belle statuine, noi, che i nostri giornali locali li leggiamo. Interroghiamoci, quante volte si sorpassano i limiti della correttezza e quante volte si indugia su temi che non sono notizia ma pettegolezzo? Le vittime dovrebbero essere contente? Certo non dovrebbero arrogarsi il reato di minacciare. Dovrebbero tutelare le loro ragioni secondo legge. Ma inalberarsi anche contro le esagerazioni giornalistiche forse non sarebbe male. Ci sono giornalisti di lungo corso calabresi che non hanno mai fatto sconti a nessuno con riguardo alle notizie, grandi penne che non hanno mai ricevuto pallottole o minacce per posta. E diciamo anche che mai i criminali di livello si sono lasciati andare a minacce epistolari, piuttosto hanno colpito senza minacciare. Mi si permetta la provocazione: è scesa, si fa per dire, la qualità della criminalità, ma c'è anche un depauperamento della professionalità di chi scrive. Ci sono moltissimi ragazzi in gamba nelle redazioni calabresi ed è fisiologico che i giovani scalpitino per farsi vedere, qualcuno persino la sogna una missiva minatoria che gli dia un po' di luce. Ma la strada dell'informazione è una missione, un sentiero e non un boulevard pieno di luci. Si arriva al successo per la serietà, per la coscienza. Chi al posto della notizia ha messo il pettegolezzo può avere un lampo improvviso ma avrà una carriera buia. Professionalità, rispetto per se e per gli altri, umiltà, coscienza. Una stampa forte di questo è più forte di tutto e non c'è minaccia o mafia che possa fermarla. Una stampa forte di questo avrà la forza dei lettori che la renderà forte anche davanti ai poteri veri e non solo nei confronti dei rubagalline. KAPPADUE di RUGGERO CALVANO Anch’io andavo a Cortina rano bei tempi gli anni settanta. Chi sa se c’è ancora l’hotel NeveIn, duecentomila lire a notte già a quell’epoca. Me ne fregava poco, i soldi li tirava fuori papà. E non starò a farvi la pippa con la storia che noi le tasse le pagavamo fino all’ultima lira. Ho pagato per la bella vita di un tempo, non ho più colpe da scontare. Vi dico come ci sentivamo, io e gli altri ricchi in ferie a Cortina. Ci sentivamo abitanti di un altro mondo, gli altri dovevano servirci e riverirci. Noi producevamo la ricchezza e la mettevamo in circolo. Tutti ci dovevano essere grati. Non è cambiato molto da allora, si sentono allo stesso modo. Le regole? Mica è roba da ricchi. Con tutti gli spacciatori, i magnaccia e i mafiosi in giro c’è ne di teppaglia da mettere sotto. Mica la Legge ha tempo per i benestanti. Questo frulla in testa ai ricchi. Galera, manette, tasse. Roba da poveri. Si, non è che ho gioito per l’assalto dell’agenzia dell’entrate a Cortina. Mi è sembrato un po’ barbaro. Non è stato fine, e non per gente scic. I tempi cambiano però. Quando i soldi finiscono hai voglia a creare allarmismi, lo Stato deve far cassa e se ne frega dei crimini E che vanno di moda sulla stampa. Correre dietro ai mafiosi porta più spese che entrate. E se è vero che i padani sono soffocati dalla ndrangheta è anche vero che sono inzuppati di soldi. Soprattutto è vero che le emergenze distraggono dalle devianze poco stampazzate. Il terrorismo ha nascosto le mafie, insieme hanno tenuto in ombra la corruzione e così sono nate carriere e ricchezze indisturbate. Ma alla fine l’oste i conti li fa con la cassa. La cassa sono i ricchi. Quelli che vanno a Cortina in ferrari, i soldi ce li hanno alle Cayman e al fisco dichiarano meno di un metalmeccanico. Ah, bei tempi andati, quando camorra, mafia e ndrangheta facevano mille morti all’anno e c’erano milioni di persone sui cui polsi passare prima di arrossare con le manette la pelle candida dei ricchi. Beh, non amo regole e ceppi. Ma non amo nemmeno gli sciacalli che per decenni hanno sorriso delle galere altrui. Dateci un taglio, a voi di Cortina in fondo svuoteranno un po’ le borse. La galera, quella vera, non è roba fine, per gente fine. Il carcere è adatto ai poveri, e al momento quelli in odore di ndrangheta sono i candidati migliori. Annuncio Affittasi a Siderno appartamento arredato indipendente più cortile info 366-6758794 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 21 DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 22 la Riviera Sport La Juventus nel pomeriggio ospiterà tra le mura amiche il Cagliari di Cellino e Ballardini Milan-Inter. Ecco il derby numero 155 di campionato Conduce l'Internazionale che ha ottenuto 56 vittorie contre le 49 del Milan di Angelo Letizia In serie A è il giorno di Milan-Inter. Il derby numero 155 di campionato (conduce l'Inter 56 a 49 nel computo delle vittorie) arriva al termine di una settimana in cui la partita è stata già giocata e rigiocata lontano dal campo svariate volte, ma solo a parole, stasera invece si fa sul serio e sarà tutta un'altra musica. Nel “gioco” dei pronostici la classifica dice Milan e i rossoneri in effetti per “risorse” e qualità di gioco sembrerebbero partire un passo avanti, l'Inter tuttavia dopo la sosta ha confermato i miglioramenti fatti intravedere sul finire dell'anno vecchio e adesso è perlomeno una squadra “logica”, lontana anni luce da quella “cervellotica” alla Gasperini, con gli uomini giusti al posto giusto in campo e in panchina (a proposito, complimenti a Claudio Ranieri) e con alcuni big finalmente pronti al rientro. Alla ripresa, domenica scorsa sul piano atletico i nerazzurri sono apparsi leggermente più avanti dei cugini, ma una settimana in più d'allenamento sulle gambe dovrebbe aver riportato in equilibrio il quadro, quindi alla fine chi la spunterà? La sensazione è che a decidere potrebbe essere qualche dettaglio o qualche fattore estemporaneo, Milan e Inter saranno al completo, i tecnici potranno contare praticamente su due uomini per ogni ruolo, a fare la differenza come spesso - potrebbe però essere la giocata del singolo e allora ecco salire in cattedra sua maestà Zlatan Ibrahimovic, in Serie A da anni il giocatore più decisivo per distacco. Chi ce l'ha parte un passo avanti, all'Inter basteranno la verve ritrovata Milito e i rientri dall'inizio o part-time di Forlan e Snejder? Si vedrà, intanto alle 20:45 a San Siro si accenderanno i riflettori e si comincerà a correre, poi tutti potranno mettersi comodi allo stadio o davanti alla TV e godersi lo spettacolo. Tra gli spettatori più interessati ci sarà anche la Juventus che nel pomeriggio ospiterà tra le mura amiche il Cagliari di Cellino e Ballardini con la poca segreta speranza di allungare il passo in caso di passo falso rossonero. Gli uomini di Conte hanno ricominciato bene così come hanno finito, soffrendo il giusto ma vincendo con merito a Lecce, oggi con altri tre punti potrebbero proseguire spediti il cammino, attenzione però al Cagliari, squadra dalle buone risorse tecniche, capace di improvvisi colpi di coda e che probabilmente ritroverà pure Daniele Conti dopo i recenti acciacchi fisici. Oltre alla Juventus, sotto sotto anche Guidolin e la sua Udinese potrebbero giovarsi di un eventuale tonfo milanista: in Friuli si continua a scegliere il basso profilo e con umiltà si allontana ogni tipo di discorso sullo scudetto, però finché si è li meglio restarci più a lungo possibile e allora in Liguria, in casa di un Genoa che non sembra aver ben assorbito il passaggio di conduzione tecnica da Sandreani a Pasquale Marino, Di Natale cerca la zampata numero 13 per continuare a volare e sognare. Tra le altre gare della giornata, rilievo meritano Catania-Roma e Lazio-Atalanta. Entrambe le gare presentano spunti tecnici e cronistici interessanti, infatti se da una parte sarà curioso vedere come andrà finire tra Vincenzino Montella e Luis Enrique, colui il quale ha sostituito (con merito?) il primo sulla panchina giallorossa, dall'altra bisognerà vedere come le aquile biancazzurre ripartiranno dopo il poker “servitogli” sul muso dal Siena una settimana fa: se andasse male anche questa volta, due indizi potrebbero cominciare ad assomigliare a una prova. Scendendo in classifica molto in basso, bisognerà poi tenere d'occhio CesenaNovara, sfida tra club appaiati a 12 punti al penultimo posto e quindi con poche possibilità di altri passi falsi: lo spazio e il tempo a diposizione cominciano a essere stretti, un pareggio sostanzialmente amplierebbe per entambe le squadre il baratro attuale, perciò se a prevalere non sarà la paura si potrebbe assistere a una partita combattuta e dai toni agonistici marcati. La diciottesima giornata del campionato di serie A è completata da Chievo-Palermo, Fiorentina-Lecce, Parma-Lecce e infine domani alle 20:45 dal match del San Paolo tra gli ospiti del Bologna e il Napoli del nuovo Edu Vargas, il “fenomeno” che arriva dal Cile e per cui la città è già in delirio. Auguri a lui e ai tifosi napoletani. Leo: “Io sono leggenda” di Massimo Petrungaro Dopo tutto c'era da aspettarselo. Il terzo pallone d'oro consecutivo vinto dall'argentino Lionel Messi è forse quello più scontato, quello più meritato. Con questo trionfo eguaglia il record di un altro grande, Michel Platini. L'attaccante del Barcellona porta a casa l'ennesimo riconoscimento ad una carriera che, fortunatamente, ha ancora tanti anni davanti. E proprio qui sta il bello. Messi oltre ad essere attualmente il giocatore più forte di tutti, diventerà il più grande, senza che nessuno riuscirà ad eguagliarlo. Si sprecano i paragoni con i campioni del passato: con Pelé, con Van Basten, Cruijff, Di Stefano, col connazionale Maradona. Il più forte? Ognuno lo è stato negli anni in cui ha giocato, quindi difficile stilarne una classifica; di certo c'è che i trofei che ha alzato e che alzerà il dieci del Barcellona, non li alzerà nessuno. Leo la pulce, così come viene chiamato per la sua statura, incarna il prototipo del giocatore moderno, sfuggendo però, alle logiche tattiche che spesso soffocano i talenti. L'argentino è rapido, tecnicamente perfetto, addirittura forte fisicamente. Col suo club di appartenenza, il Barcellona per l'appunto, ha vinto tutto quello che c'era da vincere, proiettandosi entrambi, verso la leggenda. Leo è il Barça, il Barça è Leo. Difficile, quasi impossibile, immaginarli separati. Si integrano alla perfezione: l'argentino, nello scacchiere di Guardiola è sia terminale d'attacco che suggeritore, svariando su tutto il fronte d'attacco. Al contempo, i blaugrana riescono ad esaltare al meglio le qualità di Messi. Un piccolo, ma significativo neo nella carriera del Pallone d'Oro è subito rintracciabile. Nella nazionale del suo paese, la Celeste, non ha raggiunto gli stessi risultati che ha ottenuto con i catalani. E qui sorge spontanea la domanda su quanti meriti ha la formazione spagnola nella conquista dei premi della Pulce. Il paragone è fuori luogo. Sappiamo tutti che giocare nella Nazionale è cosa ben diversa che giocare nel proprio club. Il Barcellona è (quasi) perfetto, gioca a memoria da anni, il suo 4-3-3 è un marchio di fabbrica che si porta dietro dalla Cantera. In queste trame, con questi uomini, Messi diventa forte,anzi fortissimo. Sarebbe bello, vederlo indossare una'altra maglia, per vedere effettivamente quanto vale. Sacchi, uno che ha inventato un certo tipo di calcio, dice che è il collettivo a fare emergere le qualità del singolo. È vero anche per Messi? Può darsi. Bisognerebbe appunto vederlo con un'altra maglia. Nel frattempo non ci resta che guardacelo con quella del Barcellona, o tutt'al più, con Photoshop, con la maglia della nostra squadra del cuore. DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 23 A proposito di... Sport La crisi delle società ed il caos stipendi E' un calcio da rifare? L’acqua è poca è il papero non galleggia. Non parliamo di Pato e dei suoi colleghi di serie A, e forse nemmeno di quelli della B, che di questi problemi non ne hanno. Nel massimo campionato di Eccellenza Calabrese, ci sono tanti giocatori che fanno fatica a tirare avanti, perché gli stipendi arrivano con il contagocce. I numeri sono davanti agli occhi di tutti: basta guardare le squadre. Vuol dire che, rimborsi spese o stipendi, non hanno pagato. Un’altra raffica di problemi per le societa'. Quasi tutte le società, non sarebbero in regola. Per alcuni addetti ai lavori la situazione è analoga a quella degli anni prima. Ma i casi disperati si sprecano, anche se effettivamente siamo in una eccellenza camuffata in un campionato quasi professionistico, sia per i nomi dei giocatori sia per come vengono gestite le società. Le cause - La crisi generale incide, ci mancherebbe: faticano le aziende, figurarsi le società di calcio. Ma il vero problema è che per questa categoria non ci sono risorse e si aspetta sempre un aiuto che mai arriva dalla Lega. Ma, intanto i campionati sono iniziati, siamo al giro di boa, le società hanno fatto i budget e le squadre molte, rispettano le direttive: più giovani fai giocare, più risparmi sugli stipendi. Bene. Ma quanto? A oggi, sono veramente pochi ! Le soluzioni: tutte le società si dovrebbero riunire per parlarne con un tavolo permanente in Lega, non basta tagliare squadre o quanto altro, occorre un progetto. Se no si fa come giusto si rischia e molto. Bisogna avere società più solide e basta, e premiare prima di tutto il settore giovanile, come in lega pro più giovani giocano piu' risorse ci sono per le società. Magari sarebbe logico e giusto usare bastone e carota. Gli stipendi devono diventare un optional, pagarli invece è una regola. Non è un disonore non avere i soldi, ma chi non li ha non può fare calcio dilettantistico perché e' camuffato come scriviamo da tempo a livelli professionistico. Il problema è ammettere ai campionati squadre che non se li possono permettere, chi viene iscritto, è perché ne ha diritto e paga ma chi ci guadagna è solo la Lega anche se si è in regola. Purtroppo molti non si pongono il problema del futuro. Ma mi fanno ridere i giocatori che protestano con contratti da 20/40 mila euro, per questa categoria, guardate che macchine hanno, come stanno, come vengono trattati. E quelli da 2mila euro al mese? Non esistono, vadano a fare un altro lavoro. Non difendo presidenti che non pagano, ma nemmeno chi porta via loro i soldi impropriamente. I rischi - Di questo passo, il calcio chiude, almeno a questo livello. Si deve garantire tutti e non far sperare a società più ricchi nei ripescaggi per riportare in auge grandi piazze perché solo per il vile denaro. E chi spende soldi per il settore giovanile allora? Ma l’aria che tira è diversa. La Lega, ma soprattutto le societa' dovreb- bero richiedere il diritto di regole economiche più severe e stadi a norma, ma di questo mi pare che si e' gia fatto qualche passo avanti. Negli ultimi 10 anni, si registra un turnover di presidenti molto ampio e addirittura anche durante la stagione, alcune società sono sparite, visto che in media si perdono molti ma molti euro a stagione. Qualche presidente additittura si rovina, tanti giocatori (come tanti lavoratori normali) hanno fatto la terza settimana senza un euro in tasca mentre altri navigano nell'oro e per questi livelli mi pare decisamente troppo. Qualcuno magari pensa di rifarsi con le scommesse, e/o addirittura con altro. Così almeno si chiude del tutto, come sempre succede nel girone di ritorno dove i risultati diventano bal- Prevenzione e sicurezza nel calcio Con questo scritto desidero sia preso in seria considerazione da parte di tutti gli addetti ai lavori, ricordando le nostre grosse responsabilita’,visto che abbiamo a che fare con giovani ragazzi e soprattutto anche con dei bambini. Vi parlo di sicurezza e prevenzione agli infortuni,ma non di quelli provocati durante gli allenamenti o le partite,sto parlando di seri infortuni che si possono e si devono evitare. Spesso sui campi di calcio si vede un pò di tutto, dai legni, alle pietre,lattine,pezzi di ferro,vetri,ma ci sono cose ancora piu’ pericolose, ad esempio le recinzioni,panchine, muri e addirittura pali della luce troppo vicini al terreno di gioco e ancora le porticine (4 x 2 m. quelle dei pulcini) non fissate a terra. Lo so…. alcuni campi andrebbero chiusi e alcune societa’ si troverebbero in grande difficolta’, non dobbiamo pretendere questo per adesso,ma per lerini e sempre per il famoso denaro che serve poi per pagare tutto e tutti. Ma non c'e da scandalizzarsi più di tanto basta guardare la prima fase della Coppa Campioni attuale, dove addirittura un risultato e' stato eclatante ! ma tutti fanno finta di nulla .... Figurarsi a questi livelli. Antonio Chiera prevenire piccoli e grossi infortuni,si puo’ fare molto lo stesso, in poco tempo e con piccole spese, ad esempio fissando le porticine con dei ganci a terra, o zavorrandole con sacchi di sabbia, mettendo delle protezioni di gomma piuma sui pali della luce,rubinetti sporgenti,sui muretti o sulle panchine. Il compito di noi tutti che ogni domenica frequentiamo i campi di calcio e non solo come pubblico, allenatori,dirigenti,genitori e’ quello di pretendere da parte delle societa’ almeno questo,si, perche’ su quei campi ci giocano bambini. Diamoci da fare tutti quanti!Evitiamo che ci siano incidenti pericolosi fino a perdere anche la vita. Se la vostra societa’dovesse fare orecchie da mercante, potete farci pervenire segnalazioni, se possibile correlate da foto,anche in maniera anonima a noi de la RIVIERA. Questa nostra “denuncia” vuole essere da stimolo a tutti e nessuno escluso affinché in ogni campo da gioco sia presente uno Staff medico e ambulanza, con la certezza che nel prossimo campionato tutti e nessuno escluso parlera’ anche di questa mancanza che e' certamente più importante della partita che si andrà ad affrontare. Con la speranza che i "giovani" arbitri,nel loro rapporto di gara,scrivano anche eventuali “defezioni” riscontrate nell’impianto sportivo di gara. Un consiglio spassionato che do a tutti voi,e’ di affidare i vostri bambini a societa' serie dove curano per primo la salute di ognumo, e secondo per evitare un infortunio….si, puo’ capitare che uno scivoli e si faccia male anche in presenza di un adulto,ma se al campo manca un medico, mi dite come lo spiegate ai genitori del bambino? A. C. DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 24 la Riviera MARINA DI GIOIOSA Il mitico Benito Vitetta è volato in cielo In campo calcistico fra le tante frasi fatte trova riscontro la seguente: gli uomini passano, la società e la squadra rimangono. Frase che viene scandita specie quando un presidente, un allenatore, un direttore sportivo o un giocatore lascia la società. E nel Marina di Gioiosa tanti gli uomini che sono passati. Fra questi dobbiamo menzionate anche il “mitico“Benito Vitetta, che purtroppo lo scorso giovedì è volato in cielo. Comunque per lui non si può dire questo (gli uomini passano la società e la squadra rimangono), infatti sarà difficile trovare uno come il grande Benito. Negli ultimi anni ha spesso fatto intuire di voler dire basta, ma poi era sempre al suo posto, e fino a pochi giorni fa ha seguito i propri beniamini nel corso degli allenamenti. Ha lottato con tutte le sue forze, ma il destino crudele lo ha allontanato per sempre da quel terreno ed impianto, il G. Lombardo, che curava con passione certosina, ma soprattutto dal suo Marina di Gioiosa di cui, e non è sicuramente una frase fatta, era e rimarrà il primo tifoso. Benito ha perso la più importante partita, quella della vita. Con lui se ne va un pezzo di storia dell’A.S. Marina di Gioiosa, all’interno della quale per quarant’anni ha fatto di tutto, un vero factotum, e gli allenatori e i tanti calciatori che hanno indossato il giallo rosso hanno potuto apprezzare la sua meticolosità, la sua efficienza, la sua forza. Un grande collaboratore, ma anche e soprattutto un amico dotato di forte carica umana che lascia un vuoto incolmabile. La notizia ha fatto piombare la squadra e tutto l’ambiente in un grande dolore. < Non ci sono parole, se ne è andato un personaggio veramente speciale, un papà per tutti noi, un pezzo di storia del Marina di Gioiosa. Ci mancherà e sarà difficile abituarsi alla sua assenza >. Questo il laconico e commosso commento di Lolò Gennaro, attuale allenatore in seconda della prima squadra e responsabile dell’Under 18. Ci mancherà il suo sorriso, la sua disponibilità, la sua cordialità, la sua umiltà, ma mancherà soprattutto ai suoi cari, all’ amata signora Anna e agli adorati Massimo e Samanta. E già oggi pomeriggio sarà dura giocare e probabilmente esultare pensando a Benito che comunque anche da lassù tiferà per la sua squadra che sicuramente triplicherà le forze per aver ragione dello S. Davoli così da poter dedicare la vittoria a lui, al mitico Benito. Gigi Baldari SQUADRA BATTAGLIERA AL M.LORENZON DI RENDE Il Siderno non vuole fermarsi più Siderno- Otto punti nelle ultime 4 partite di campionato per il rinnovato Siderno targato Laface-Telli. Una ventata di ottimismo ha portato la compagine biancoazzurra a sperare nuovamente nella salvezza diretta dopo il pessimo inizio di stagione coinciso con la conquista di soli 7 punti in 13 gare di campionato. Nelle due gare casalinghe, nonostante mancassero tanti giocatori tra infortunati e squalificati il Siderno ha mantenuta inviolata la propria porta rispolverando un capitan Carabetta praticamente perfetto al centro della difesa ed un grandioso Pettinato, giocatore che ha ben impressionato il pubblico per la capacità d’anticipo e la duttilità tattica. A impreziosire la partita del difensore siciliano con un trascorso nella Vibonese è stato il magnifico gol di testa che ha regalato i tre punti al Siderno e fatto dannare l’undici di Alberto Aita che appena tre minuti prima aveva avuto una grande occasione per portarsi in vantaggio con Criniti il cui tiro si è perso alto sopra la traversa. Oggi pomeriggio Macrì e compagni saranno di scena a Rende al cospetto della vicecapolista allenata da Sandro Cipparrone. Una partita quasi proibitiva che i ragazzi dovranno saper interpretare alla perfezione. Servirà una grande prova difensiva senza sbavature e puntare con decisione sulle giocate offensive dei vari Rametta, Accinni e Autellitano. Il Siderno potrà fare risultato a patto che si compatterà ulteriormente e giocherà a viso aperto la gara. Questa la probabile formazione: Macrì, Giuffrida, Sansalone, Mascaro, Pettinato, Carabetta, Rametta, Luciano, Autellitano, Figliomeni, De Leo. I tifosi hanno promesso il loro sostegno per la delicata gara esterna. Antonio Tassone Nuovo Presidente per il Mammola Calcio MAMMOLA – E’ tornato il sereno in casa Mammola . Risolta la crisi societaria dopo le dimissioni da presidente di Salvatore Pazzano maturate qualche mese fa dopo oltre anni di presidenza in prima categoria con uno spareggio play off e due salvezze maturate dopo tre ottimi campionati. La società ha eletto ieri sera dopo una riunione fiume all’unanimità nuovo presidente il giovane imprenditore locale Gabriele Spatari presidente della promozione in prima categoria di tre anni fa. Per lui si tratta dunque di un ritorno in seno alla società mammolese piombata in una crisi societaria senza precedenti. Decisiva sarebbe stata la figura del direttore generale Antonio Agostino che avrebbe fatto da tramite tra le varie anime della società, importante anche l’impegno e la volontà dei calciatori che sarebbero andati incontro alle richieste della dirigenza Mammolese invocando il ritorno dell’ex presidente Spatari. Il neo presidente Spatari accettando l’incarico ha subito affermato: “ Non sono riuscito a dire di no GALLICESE Manglaviti: "D'ora in poi sono tutte finali" 2012 si apre nel peggiore dei modi per la Gallicese, che non riesce a tornare da San Luca con i tre punti. D'accordo, l'undici biancorosso è uscito imbattuto dalle ultime due trasferte, ma quella contro un San Luca praticamente già condannato alla retrocessione era un'occasione da capitalizzare al massimo, anche perch gli ultimi avversari degl uomini di Barillà erano reduci da qualcosa come tredici sconfitte consecutive. Ad intervenire ai microfoni di rnp questa settimana, è il neo acquisto Davide Manglaviti,: l’esperto attaccante classe ’83, ex Lazzaro, sottolinea l'importanza divincere la prossima gara col Gioiosa Jonica. PAREGGIO DAL SAPORE AMARO – Domenica, contro il San Luca, è stata una partita brutta da parte di entrambe le squadre: sia da parte nostra che da parte loro, c'è stata tanta fatica a produrre gioco . Avremmo dovuto portare a casa il risultato pieno, visto che giocavamo contro il fanalino di coda, ed invece abbiamo ottenuto soltanto un punto che lascia un po’ di amaro in bocca, visti anche i tanti acquisti arrivati in queste settimane per rinforzare maggiormente il gruppo. Non voglio sminuire i meriti del San Luca, ma credo sia scontato dire che per noi sono due punti persi contro un’avversaria che, sulla carta e Il sul campo, è nettamente inferiore a noi. RITORNO IN BIANCOROSSO – Sono felice di essere tornato a Gallico. Avevo già indossato questa maglia nel campionato di Eccellenza, e conosco quindi tutta la dirigenza e tanti calciatori. Non è stato difficile inserirmi, in quello che reputo un buon gruppo. Nelle ultime settimane sono partiti dei ragazzi, e sono arrivati tanti volti nuovi, che sono sicuro daranno un grande contributo a tutto il gruppo; adesso quello che conta maggiormente è creare la giusta amalgama tra di noi, per dare il massimo in ogni partita. L’organico messo a disposizione dalla società , sempre presente e disponibile nei nostri confronti, è di ottima qualità, e vedrete che con il giusto impegno riusciremo a raggiungere presto la salvezza. MATCH FONDAMENTALE – Domenica affronteremo in casa il Gioiosa Jonica, cercando l’aggancio in classifica. Una sfida tanto importante quanto impegnativa, ma sicuramente alla portata della Gallicese. Il nostro unico obiettivo è uscire dal rettangolo di gioco con i tre punti in mano; in casa non possiamo più accontentarci del pareggio. Rimangono quattordici partite alla fine del campionato, e noi le affronteremo come quattordici finale, tutte da vincere. Daniela Marino – reggionelpallone.it alla richiesta dei tanti soci e dalla società ma soprattutto dei tanti giocatori che mi hanno coinvolto in questo progetto che riaccolgo con enorme piacere, mi auguro che ci sia l´impegno dei nostri dirigenti, chiamati ad un sempre maggior impegno per il mantenimento di una squadra che ormai si è ritagliata un posto importante nel panorama sportivo del nostro paese per cui cercheremo insieme do conservare questo grande patrimonio. Abbiamo operato anche sul mercato rinforzando la squadra per cercare di uscire dai bassi fondi della classifica quanto prima reintegreremo al rosa con il rientro di altri giocatori. Peccato per la sconfitta di sabato immeritata contro il Lazzaro, sono fiducioso per il futuro in quanto i segnali visti e l’ottimo lavoro che sta svolgendo il nostro staff tecnico quanto prima ci farà uscire dalle sabbie mobili”. Risolta la crisi societaria il Mammola si prepara alla sfida salvezza di sabato contro il Santa Cristina tra le mura amiche che segnerà l’esordio in panchina anche del nuovo presidente per cui i ragazzi vogliono i tre punti per dedicare la vittoria al neo presidenti mammolese. Nicodemo Barillaro DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 25 Sentiamo il bisogno di rivolgere un appello a tutti gli amministratori calabresi a nome dei 42 sindaci della Locride. Il nostro territorio è quello più duramente colpito da una lunga crisi che ha smantellato ogni attività produttiva, lacerato la coesione sociale, smantellato i servizi pubblici, privato i nostri giovani di ogni speranza, creando le condizioni in cui cresce e si diffonde la criminalità. I sindaci sono coloro che più di ogni altro svolgono la propria attività a stretto contatto con il territorio e rischiano di vedere svilita la propria funzione non potendo programmare l'utilizzo di alcuna risorsa e dovendo prendere atto che i provvedimenti in materia di finanza locale hanno trattato nello stesso modo i Comuni ricchi, chiamati “virtuosi”, e quelli poveri che avrebbero bisogno di una diversa attenzione. Apparentemente potrebbe sembrare un principio di equità, invece i tagli indiscriminati si riverberano sul territorio colpendo le fasce più deboli della popolazione e creando le condizioni di un repentino ritorno indietro rispetto a garanzie minime di cittadinanza. Questo anno i Comuni della Locride hanno osservato il cosiddetto patto di stabilità ma non s'è trattato di “virtù” bensì di una camicia di forza che ci ha messo in condizione di non rispettare le esigenze basilari della nostra popolazione. Il 2012 si presenta ancora peggiore. Chi avrebbe avuto il dovere di rappresentare in Parlamento la drammaticità della situazione calabrese, trova difficoltà a farsi sentire oppure v'è una assoluta inadeguatezza della nostra classe dirigente. Siamo assolutamente consapevole di una situazione di crisi che sta attraversando la Nazione e non intendiamo sottrarci alle responsabilità che ci competono. Siamo pronti a discutere dei sacrifici possibili, ma non ha senso continuare ad amministrare stretti in una morsa tra gli enormi bisogni del territorio e la evidente incapacità di ascolto da parte dello Stato. Non possiamo vedere trasformata la nostra funzione da rappresentanti del popolo in “curatori fallimentari” degli enti locali e soprattutto delle comunità calabresi. Nel piano anticrisi la Calabria ci deve entrare ma non con qualche opera pubblica messa, come sempre, per coprire paurosi vuoti e mancate risposte. Chiediamo un piano per un lavoro minimo garantito e con una legge finanziaria che metta i Comuni calabresi nelle condizione di garantire i servizi essenziali e la sopravvivenza quotidiana di cittadini e famiglie che versano in condizioni di indigenza. Non possiamo più stare in silenzio, non possiamo più chiuderci nei nostri Comuni indifferenti a quanto avviene intorno a noi, sventolando come una vittoria l'ordinaria amministrazione. Occorre che l'opinione pubblica nazionale prenda consapevolezza di quanto potrebbe succedere in Calabria. In silenzio non si può più stare. Sarebbe venir meno alle proprie funzioni e diventare complici dei responsabili di una situazione non più sostenibile. In questo contesto proponiamo una manifestazione delle fasce tricolori a Roma per il la prossima primavera. Ci appelliamo all'ANCI , affinché recuperando un ruolo che da tempo non svolge, faccia proprio questo appello nella assemblea del 30 gennaio ed in quella sede sottoporremo il seguente documento.. DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 26 L’ANGOLO DI PARRELLO Meglio perdere una partita di calcio... la Riviera E' meglio perdere una partita di calcio che vincerla con l'inganno. Delusi dalla politica centrale, dalle istituzioni regionali, credevamo nello sport e specialmente nel calcio. Io sono tifoso della Roma, guai a chi me la tocca. Tutti abbiamo la squadra del cuore; parabole e antenne speciali, ci permettono di vedere partite ogni giorno della settimana. Gli ultimi fatti di “corruzione calcistica”però ci addolorano molto, perché ci fanno capire che ormai quasi tutti i valori non contano più. Preghiamo Cristiano Doni e tanti suoi famosi colleghi di non fare certe cose: si uccidono le speranze dei giovani per una società migliore. Franco Parrello Biblioteca meridionalista “ Uccialì e la notte dei cornuti GINETTA ROTONDO* Le barche dei pescatori erano tutte attraccate. La luna nuova di dicembre garantiva un buio pesto. Perfetto. Niso Galeni fumava a bordo della sua Panda blu, parcheggiata vicino al pontile. Più in là, la fortezza di Le Castella spiccava nell’oscurità, illuminata dai fari arancioni. L’aria umida preannunciava pioggia. Perfetto. Non c’era nessuno a quell’ora di notte nei pressi del porto. Un silenzio di tomba. Perfetto. L’orologio segnava mezzanotte. Ancora un’ora. Avrebbe voluto dormire, ma non poteva. Doveva stare in guardia. Accese un’altra sigaretta e aprì una lattina di birra. Il bip del messaggio sul telefonino lo fece sussultare. «Tutto bene. Tra un’ora siamo lì. Sono 45». Respirò profondamente. Digitò un numero: «A posto. Arrivano tra un’ora. Porta il camion, non il furgone. Sono 45». «Bene. Ho già predisposto tutto». «Magnifico. Prendi la via delle Serre». Chiuse. Le gazzelle della Polizia erano passate da poco. Avrebbero rifatto il giro verso le tre. Perfetto. Qualche goccia di pioggia cadde sul parabrezza. Aspettò. Ma le gocce si fermarono sui tergicristalli e, in attesa di compagnia, scomparvero. D’un tratto il lampeggiare di una sirena nella sua direzione lo fece raggelare. «E mo’ chi è?», pensò. Quando la sirena si fermò vicino al pontile, riconobbe la lambretta sgangherata di Peppino. «Ma guarda ’sto scimunito! Che cazzo ci fa qui a quest’ora ?». Esitò, ma quando lo vide prendere una sdraio dal cassone e sedersi sulla spiaggia, andò su tutte le furie e uscì dalla macchina. Non appena Peppino lo vide gli andò incontro. «Compare Niso, pure tu qui? Allora, lo sai anche tu?». «Che cosa?», chiese cereo Niso, disarmato dall’abbraccio affettuoso di Peppino. «Non mi dire che non lo sai? E allora che ci fai qui, al porto a quest’ora?» Preso in contropiede, Niso balbettò: «Be’, ero in giro, mi scappava la pipì e…». «E sei venuto qui. Bravo compare! Hai fatto bene. Vicino al pontile si piscia che è una bellezza!». Niso lo guardava allibito. E adesso? Sorridendo gli chiese: «Allora, compare Pepè, che ci I clandestini sbarcarono in silenzio. Vennero caricati sul camion che li avrebbe condotti nelle Serre. Da lì sarebbero stati smistati. Niso pagò gli scafisti che, abbandonata la bagnarola, si dileguarono. *GINETTA ROTONDO , Calabrese di Verzino, è laureata in Filologia moderna. Ed è al suo primo romanzo, L’ospite inattesa. Un romanzo straordinariamente moderno, e soprattutto leggibile, attraente, accattivante. fai qui con la sdraio?». «Questa è la notte del grande ritorno», rispose candido Peppino, sgranando gli occhi in un’espressione di stupore. Niso lo guardò più stupito ancora. Non riusciva a credere che proprio lo scemo del villaggio potesse rovinare quella notte perfetta. «Ma che dici? Il ritorno di chi?». «Ma di Uccialì, no?». «Uccialì? E chi è?». Peppino lo guardò con piglio saputo: «Non lo sai? Ma come? Il nostro paesano che in Turchia diventò un grande condottiero nel Cinquecento. Possibile che proprio tu non lo conosci?». «Come sarebbe ‘proprio io’?» «Perché tu ti chiami come lui, Dionisio Galeni. Forse siete pure parenti, eh, eh». Niso si grattò le tempie. Aveva una gran voglia di tirargli un pugno, ma si trattenne. Doveva assolutamente trovare un modo per mandarlo via. Intanto, Peppino si sedette sulla sdraio e accese una candela. «E mo’ che fai?», chiese Niso irritato. «Aspetto. Stanotte tornerà Uccialì con i suoi fedeli Turchi e io lo accompagnerò dalla madre». «Quale madre? Che cazzo dici, Peppì? La vuoi finire con queste baggianate? E spegni ’sta candela». Gliela strappò dalle mani e la spense. Peppino lo guardò stralunato: «Ma che ti prende, Ninì, perché t’incazzi? Uccialì stanotte tornerà dalla madre che lo perdonerà e ritirerà la maledizione». «La maledizione?». «Sì. La madre lo maledisse perché diventò musulmano» «Ah, pensa te! E la madre dov’è adesso?». «Al cimitero. Io lo condurrò lì e tutto si compirà». «Tutto cosa?». «Tutto quello che si deve compiere. Lo dice la Pitia del Petilino che predice il passato, il presente e il futuro. Stanotte arriveranno i Turchi!». Dionisio si prese la testa tra le mani. I Turchi dovevano arrivare davvero, di lì a poco. Ma non erano i seguaci di Uccialì. Erano Curdi, clandestini gestiti dalla ’ndrangheta. Manodopera a basso costo per le coltivazioni della Piana e della Puglia. E se questa Pitia fosse una spia, magari qualcuno che volava fregarlo e aveva mandato quell’allocco in avanscoperta… «Chi è questa Pitia?». «La magara di Petilia, quella che prima stava a Melissa». «E tu che ci vai a fare dalla magara?». Peppino abbassò lo sguardo: «Mi hanno detto che mia moglie mi cornifica. E così sono andato dalla magara». «E che ti ha detto?». «Uh, tante cose! A un certo punto ha invocato Dio, i diavoli, Epaminonda e Uccialì. Poi mi ha detto che lo spirito di Uccialì sarebbe venuto a salvarmi, a patto che io lo accompagnassi dalla madre. Per via della maledizione, capisci? Che porta male alla nostra terra e fa spuntare le corna agli uomini, perché quando gli lanciò l’anatema, lo chiamò ‘grandissimo cornuto’ ». Niso rimase muto. Ma guarda che storia s’era inventata quella ciarlatana e chissà quanti soldi aveva spillato al povero sciroccato di Peppino! Non c’era più tempo. Doveva sbrigarsi. Corse alla macchina e prese la boccetta di un sedativo. Lo usava per addormentare i profughi, in caso di bisogno. Ne versò un bel po’ nella birra che gli era avanzata e la portò a Peppino. «Tieni Pepè, bevi. Visto che devi stare qua con questo freddo, almeno ti riscaldi». Peppino lo guardò con la stessa riconoscenza del giorno in cui Niso lo aveva salvato dall’incendio all’Opera Sila. Già, allora se l’era vista proprio brutta, il poveretto. Convinto di essere il “generale di tutti i generali dei vigili del fuoco” – così lui si definiva – era arrivato nel luogo dell’incendio con la sua lambretta, a sirena spiegata. Voleva dare una mano, a modo suo, e ci stava rimettendo le penne. Niso Galeni spense il fuoco dalla sua giacca svuotandogli addosso un sacco pieno di sabbia e lo portò in braccio fino alla macchina dei soccorsi. Da allora Peppino lo guardò come si guarda un eroe. Una flebile luce si intravedeva nel buio del mare. Eccoli, erano loro. Doveva dare l’indicazione per l’attracco. Con la torcia che aveva in tasca cominciò a fare i segnali. «Cos’è quella luce?», chiese Peppino sonnolento. «Non vedi? È Uccialì, Peppì. Uccialì». Peppino si aggrappò a Niso e prima di crollare disse: «Te l’avevo detto. Questa è la notte del riscatto», e cadde in un sonno profondo. Niso lo sistemò sulla sedia e lo coprì col plaid. Anche se avesse detto qualcosa, nessuno gli avrebbe creduto. I clandestini sbarcarono in silenzio. Vennero caricati sul camion che li avrebbe condotti nelle Serre. Da lì sarebbero stati smistati. Niso pagò gli scafisti che, abbandonata la bagnarola, si dileguarono. Mise in moto la sua Panda e se ne andò. Alle prime luci dell’alba la Polizia avvistò la carretta arenata vicino al pontile. Gli agenti di ronda trovarono Peppino addormentato sulla sdraio con accanto la lattina della birra. «E che ci fa qui Peppino? A quest’ora?». «Chissà se ha visto qualcosa? Avvisiamo la Centrale». I poliziotti provarono a svegliarlo. Niente da fare, Peppino russava fragorosamente. Quando rinvenne, trovandosi davanti il Commissario di Isola Capo Rizzuto, disse: «Marescià, li avete visti?». «Chi, Peppì?». «I Turchi ». «I Turchi? Forse vuoi dire i Curdi?». «No, no. I Turchi, guidati da Uccialì». «Uccialì? Chi guidava lo scafo si chiama così?». «No, Marescià. Uccialì, il musulmano. È tornato per la maledizione». Il Commissario lo guardò sconcertato: «Intendi dire Dionisio Galeni, il condottiero?». «Sì, proprio lui. È venuto qui stanotte. Mi ha dato pure la birra. Poi io mi sono addormentato… non so, lui se n’è andato e non l’ho manco salutato. La maledizione, Marescià, le corna, le corna…», e scoppiò a piangere. Testimone inattendibile. Il Commissario si guardò intorno. C’erano solo un mucchio di impronte che dalla spiaggia arrivavano alla strada. Poi niente. Erano riusciti a scappare e Uccialì li aveva protetti. Avrebbe avviato le indagini. Come faceva sempre. A due agenti ordinò: «Accompagnatelo a casa e dite alla moglie di chiamare un medico. Uno psichiatra, possibilmente». Il poliziotto che ispezionava la carretta lo chiamò: «Commissario, venga a vedere. Qui, sulle fiancate dell’imbarcazione, c’è un nome sbiadito, scritto in rosso: Uccialì». DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 27 Immagini da... Telethon A Cultura e società Intervista alla cantante Manuela Cricelli bbiamo incontrato la cantante Manuela Cricelli, una giovane artista di Roccella che canta per vivere e vive per cantare. E'brava Manuela e la sua voce eclettica si cimenta in svariati generi musicali. Con una laurea in psicologia, non ha mai rinunciato alla sua passione che coltiva con impegno quotidiano, esibendosi in molti concerti nella sua Calabria e anche in giro per l'Italia. Tanta gavetta, collaborazioni, esibizioni live ma anche molte soddisfazioni. Come l'ultima, che ha visto comparire il suo nome nella classifica delle cento migliori voci jazz italiane dell'anno, stilata dalla rivista Musica Jazz. Manuela, che effetto fa essere tra le cento voci migliori dell'anno? Leggere il mio nome all'interno di quella classifica è stata una grande soddisfazione. Quasi quasi non ci credevo neanche io. Vedermi raggruppata insieme a tanti artisti che ammiro molto è stato emozionante. Se devo essere sincera, devo dire che non mi considero una cantante propriamente jazz, ho sempre evitato le categorie, ho sempre cercato di trovare la mia dimensione personale oltre le definizioni di genere, cosi come mi ha insegnato il mio maestro Carlo Frascà. Ma è anche vero che il jazz, da roccellese doc, ha sempre fatto parte della mia vita. Sono cresciuta a LETTERA AD UN’AMICA A Polistena play- boy “celati” MARIA BOETI IN EVIDENZA Lo spirito femminile ha bisogno di passaggi morbidi, lui lo sa, con questa consapevolezza, ti frega! Una volta ottenuto ciò che vuole, ha un moto di disinteresse, di rifiuto. “se te ne vai è meglio” ti dice “fatti un’altra storia perché accanto a me soffriresti”. “Carissima, quest’oggi ti racconterò dei play-boy “celati”. Qui a Polistena qualcuno ancora c’è ma sono in via d’estinzione. Se inizi una relazione d’amore con un play-boy intraprendila con giudizio e mente lucida. Fai in modo che non ti sfugga mai la ragione e rifletti molto. Guardati le spalle e tieniti pronta, perché gli uomini play-boy sono bravissimi nell’ arte di troncare la relazione dopo un minimo di quindici giorni ad un massimo di un mese e mezzo. E, venirne fuori incolumi senza ferite è un’ impresa. A volte ci sono storie sentimentali, o presunte tali, con effetti collaterali che neppure l’ immediato ricovero nella miglior clinica neurologica potrebbe curare. Sappi, che ci sono uomini che vivono felicemente nella loro solitudine senza l’ impegno. E, un’ ingenua <babbea> nelle loro mani è paglia e, se la bruciano con un soffio. Per ingenua non intendo l’ età cronologica, ingenua può risultare anche una Tra le 100 migliori voci del jazz d’Italia pane e jazz, come si suol dire. Come arriva questo riconoscimento? Ho partecipato ad un concorso, il premio Sergio Pinchera, inserito appunto nel contesto del Festival Jazz di Roccella della scorsa estate, presentando un mio progetto. E il mio nome evidentemente è stato segnalato in quella occasione. Quando hai capito che avresti fatto la cantante? L'ho capito da subito. Ho cominciato a farlo come professione fin da quando avevo undici anni. Il canto è la costante della mia vita. Cosa significa fare quello che fai, essere un'artista in Calabria? E'una bella sfida, è tosta. La Calabria è una terra ricca di arte e agli artisti calabresi non manca nulla. Dovremmo solo riuscire a prendere quello che siamo, quello che sappiamo fare e andare oltre i nostri confini, aspirare a diffondere sempre di più i nostri talenti. Andare oltre le difficoltà del territorio. Osare. Quella è la cosa difficile. Anche perché, e non ho problemi a dirlo, quello che manca qui da noi è soprattutto la collaborazione tra colleghi. Tutti parlano di creare qualcosa di costruttivo insieme, unendo le forze, ma quando arriva il momento non se ne fa mai nulla. Perché? Credo per causa di uno spirito di competizione non sano. La competizione in genere è costruttiva, nel senso che ti da la grinta di dare il massimo. Ma a volte qui si trasforma in rivalità che non portano a nulla. Che ci dici dei tuoi colleghi? Mi viene subito in mente Peppe Platani, che più di un collega per me è un maestro. Oltre che essere un mostro della musica, a livello umano è una persona eccezionale. Ha l'umiltà del vero artista. E poi i Quartaumentata, a cui sono molto legata. Ho cominciato con loro, si può dire, e credo siano la realtà musicale più importante che abbiamo. A cosa stai lavorando? Sto lavorando ad un progetto su Rosa Balestrieri, la grande cantante popolare siciliana, interpretando le sue canzoni in chiave jazz. Insieme a Peppe Platani, diamo vita ad un concerto recital, in cui racconto la vita e il talento artistico di questa grande donna piena di passione ed energia che era sempre in lotta con tutto, che era una femminista senza saperlo. E’un progetto che si sta raffinando negli anni e che spero di pubblicare presto. Proprio per andare oltre quei confini di cui parlavo prima. Che cosa è per te cantare, Manuela? E'la mia indole. Nella vita sono molto impacciata, a volte mi paragono ad un disastro. Ma quando sono sul palco, è tutto diverso, riesco ad esprimere quello che sono senza nessun timore. Quando sento le tavole del palco sotto i piedi, mi sento sicura. E quanto chiudo gli occhi e inizio a cantare sento quello che sono davvero. Sento me stessa. M.C. ROCCELLA LOCRI 50° Anniversario UNITALSI Roccella INAUGURATO BURRACO CLUB L’UNITALSI, sezione di Roccella, sottosezione di Locri, presieduta da Maurizio Villari ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni, nel giorno del Battesimo del Signore, con la befana che ha fatto la sua comparsa nella piazza Primavera a Roccella jonica lanciando caramelle, non dalla scopa ma dal camion del Corpo dei Vigili del Fuoco di Siderno che per l’occasione ha collaborato all’organizzazione di una giornata di festa per tutta la cittadinanza. La giornata iniziata con la partecipazione dei disabili alla Santa Messa celebrata nella Chiesa S. Nicola ex Aleph, accompagnati dai volontari dell’associazione umanitaria è stata realizzata grazie alla collaborazione dell’Amministrazione comunale che ha offerto le caramelle e i commercianti che hanno offerto i doni portati dalla Befana. Su iniziativa di alcuni simpatizzanti, si è costituita a Locri l'Associazione sportiva dilettantistica non riconosciuta, onlus, denominata “Burraco club locri” iscritta all'Acsi (Associazione centri sportivi italiani), che regola, unitamente alle altre varie associazioni, le molteplici discipline del Coni (Comitato olimpico nazionale italiano). Ospiti in una sala dell'Hotel President, si è concretizzato il primo incontro tra i numerosi associati tesserati, che hanno dato vita ad un simpatico torneo di burraco, concluso con un brindisi, in compagnia dei grandi ospiti dei club burraco di Bovalino, Ardore ed una rappresentanza del club di Siderno. L'associazione è DOMENICA aperta alle iscrizioni/tesseramento ai simpatizzanti della Locride del gioco del burraco, che regola momenti di aggregazione sociale nel tempo libero. 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 28 la Riviera Foto Notizie A volte ci sono storie sentimentali, o presunte tali, con effetti collaterali che neppure l’ immediato ricovero nella miglior clinica neurologica potrebbe curare. Sappi, che ci sono uomini che vivono felicemente nella loro solitudine senza l’ impegno. E, un’ ingenua “babbea” nelle loro mani è paglia e, se la bruciano con un soffio. donna che ha avuto diversi partner. Come difendersi, dunque, dal play-boy “celato“? Renditi conto che se è lui che detta le regole ed è lui che prende decisioni non è un rapporto fra <pari>. Attenta: ti domina. Se è lui che decide se ci si vede e quando ci si vede attenta: ricorda che è lui che propone e non tu. Se sei tu a fare richieste e lui dice <no> allora sei addirittura di fronte ad un'illusione vera e propria. Il playboy non vuole la continuità ma solo qualche ora magica strappata alla routine delle 24 h. Ecco l’ imbroglio: non vuole la prosecuzione. Lo spirito femminile ha bisogno di passaggi morbidi, lui lo sa, con questa consapevolezza, ti frega! Una volta ottenuto ciò che vuole, ha un moto di disinteresse, di rifiuto. “se te ne vai è meglio” ti dice “fatti un’altra storia perché accanto a me soffriresti”, e, anche se non te lo dice proprio apertamente, te lo fa intuire bene. In generale costruisce la sua vita sull’ idea del chiedere e sulla sessualità discontinua. La donna viceversa basa tutto sulla continuità e incontrando il play-boy se non è preparata si massacra. Il miracolo che il play-boy vuole creare è quello che la donna si rilassi e si apra confidenzialmente a lui in modo totale. Se la <babbea> ci cade, lui la porta dove vuole e se la gioca, senza alcun dovere, senza impegno e, le dice: “siamo due persone adulte che sanno quello che fanno”. Se la donna gli crede possono creare il <giardino fatato> per qualche ora. Ma per lui è un momento a termine subito dopo ritorna al suo quotidiano e la <babbea> rimane in standby. Ecco, che pian piano avviene l’ interruzione. E, non le servirà farsi bella, andare dal parrucchiere, o laccarsi le unghie il comportamento di lui la logorerà senza che neppure se ne accorga. Carissima, se incontri un uomo così e pensi di essere la salvatrice, perché lui ha bisogno di te, ti garantisco che sei davvero fuori strada, lui sa perfettamente quello che va e quello che non va nella sua vita. E, lo capirai, passato quel mese e mezzo, quando la storia finisce, e tu lamentandoti gli manderai un sms perché lui non si fa più vedere. Sai cosa ti risponderà: ”pensavo che essendo tu così intelligente, avresti capito come sarebbero andate le cose, ora non posso impegnarmi, magari più in là…”. Purtroppo, quel <più in là> non verrà mai. Tu sei illusa di valere molto, in realtà ormai sei in saldo, da qui inizia per te il calvario. Magari per indispettirlo potrai anche chiedergli dei soldi e, te li potrebbe anche dare, ma per il resto le cose precipiteranno ogni giorno di più. Ricorda di non fare mai parte di questo tipo di donne. Se vuoi conquistare il cuore di un play-boy dovrai avere la testa fredda, altrimenti ti darà scacco matto con annessa pubblica derisione. E’ un gioco di potere: lui è il maschio forte e virile che afferma la sua potenza a se stesso e agli altri. Diciamo: a tutta la cittadinanza e ad amici vicini e lontani. Tu: una farfalla. Stammi bene”. Nuove Generazioni Crescono Il 3 gennaio scorso, alla Sala Calliope della libreria Mondadori di Siderno, è stato presentato il romanzo breve “Il manuale dell'idiota”, il nuovo libro della scrittrice gioiosana Alessandra Buttiglieri, da noi intervistata proprio in quella occasione (vedi la Riviera numero 02 di Gennaio). Al di là del talento della giovane Buttiglieri, di cui abbiamo già avuto il piacere di parlare, un'altra cosa che ci ha colpito durante la riuscitissima serata è stata l'atmosfera del tutto nuova che si respirava all'interno della Sala Calliope. E'stata una presentazione letteraria diversa dal solito, pensata e realizzata da menti giovani e fresche per un pubblico altrettanto gio- LE NOTE vane e curioso. E'stata un occasione di movimento intellettuale verso quel ricambio generazionale di volti e idee che da solo può salvare tante cose, non solo a livello culturale. La stessa linfa ed energia nuova scorreva anche nella platea degli ospiti, fra i quali era molto difficile individuare le solite facce incartapecorite degli intellettuali sonnacchiosi che in genere presenziano a questo tipo di eventi. Era un pubblico di giovani e giovanissimi. Un pubblico colorato e attento. Alessandra Buttiglieri e quanti con lei hanno realizzato l'evento hanno puntato su due cose: parole e note. Le prime erano quelle degli interventi incentrati sul romanzo della scrittrice, le seconde erano quelle delle canzoni del genio di Fabrizio De Andrè, interpretate dal talento di giovani artisti come La corte di Alice, i Mattamusa, Federico Pace e Antonio Strangio. La serata è stata presentata da Andrea Grollino e trasmessa in diretta su radio Roccella, con gli interventi oltre che di Alessandra, di Emanuele Capogreco, presidente dell'associazione giovani della Locride, della scrittrice Rossella Scherl e di Antonio Strangio. M.C. di MARA RECHICHI LETASSESONBELLE Due anni fa, nella terza puntata di “Papillon Operazione Evasione”, in onda su TeleMia, giocando proprio sul nome della trasmissione, (potete trovare il video su Youtube, cercate “papillon operazione evasione”) avevo cercato di punzecchiarvi sul fatto che gli evasori fiscali esistono e si possono anche combattere, con uno strumento che oggi è il primo ad essere utilizzato, mentre due anni fa faceva appena capolino nell'ambito della difesa dei diritti dei cittadini. Questo strumento è il web, con i numerosi social network, soprattutto. Non è difficile riconoscere che la maggior parte dei problemi oggi cercano, e trovano, “socializzazione” proprio in ambito Web, il quale funziona da amplificatore delle proteste dei cittadini e mette i problemi sulla via della possibile soluzione. Certamente, ci sono alcune cose che risultano essere sciocchezze ma, ovviamente, questa è altra discussione. Ciò che mi preme sottolineare oggi è come, da Capodanno, il tema dell'evasione fiscale, dopo Cortina, sia diventato uno degli argomenti più gettonati della rete. Quel sito di cui vi parlavo due anni fa, http://evasori.info è diventato il sito più clickato; ci sono continue segnalazioni di evasioni effettuate sul territorio nazionale; e ci sono anche i profilio Fb e Twitter dai quali arrivano notizie in tempo reale. C'è anche una novità: una nuova app per gli smartphone, Tassa.li , (che sembra un imperativo) si scarica gratis e poi si può segnalare se non ci hanno rilasciato lo scontrino, per quale importo e per quale categoria. Appare una mappa d'Italia con i segnaposto là dove è avvenuta l'evasione segnalata. Ma perchè segnalare? Prima di tutto per rispondere ai nostri figli, quando vengono a chiederci: “Perchè io pago le tasse universitarie e i miei colleghi prendono le borse di studio? Non dirmi che la nostra famiglia guadagna più della famiglia di Tizio, figlio di commercialista e dentista!” Non vi pare un buon motivo per diventare paladini delle tasse, tanto da riuscire a dire come la buonanima di Tommaso Padoa Schioppa? “Le tasse son belle!” Applausi per i giovani musicisti di Mary Sgrò Immancabile emozione ma pure tanta concentrazione per i giovani allievi della scuola di musica “Euterpe”, mercoledì scorso, nell'annuale saggio pianistico, svoltosi nelle sale dell'Hotel President di Siderno. Gli studenti si sono esibiti ripercorrendo brani classici e moderni della tradizione natalizia diretti dal M° Mary Sgrò, direttrice dello storico coro di Santa Maria di Portosalvo, nonchè istruttrice per le selezioni regionali dello “Zecchino d'Oro” e si attende, a breve, l'uscita del suo libro “La musica nella sacra liturgia”, edito da Pancallo. All'arte, si è affiancata la solidarietà con la presenza dell'Albero del Sorriso, di Ivana Barranca. Sant’Ilario dello Jonio Bonus neonati 2011 Consegnati i bonus ai neonati del 2011 e avviato il progetto per la realizzazione di un parco alberato, il tutto nel corso della II Edizione di “Epifania…in musica” con il coro “Euterpe” del M° Mary Sgrò. Sedici i nati del 2011, tredici italiani, due marocchini e un rumeno, i cui familiari hanno ricevuto dalle mani del sindaco Pasquale Brizzi i buoni postali fruttiferi da incassare al compimento della maggiore età. Con il bonus benaugurante, l'amministrazione santilariese, per il quarto anno consecutivo, ha voluto ribadire il proprio impegno per la famiglia e per il futuro dei bambini della cittadina ionica. e consegna dei buoni postali fruttiferi ai neonati del 2011, giovedì scorso, a S. Ilario dello Ionio. La Cineteca della Calabria ricorda il maestro De Seta a Roma E’ stata inaugurata sabato 14 gennaio, a Roma la rassegna dedicata a Vittorio De Seta intitolata “Diari di un maestro del cinema-un omaggio in 18 schermi”, retrospettiva in programma fino all’1 febbraio. Tutti gli appuntamenti saranno accompagnati dalla presenza di un cineasta o di uno storico del cinema: fra gli altri Gianni Amelio, Luciano Tovoli, Goffredo Fofi, Adriano Aprà, Mario Sesti, Cecilia Mangini, Giovanni Scarfò e Eugenio Attanasio, in rappresentanza della Cineteca della Calabria, sponsor della manifestazione insieme alla Cineteca di Bologna, alla Casa del Cinema di Roma e alla Cineteca Nazionale. La Cineteca della Calabria, che conserva e diffonde questa sua importantissima opera, ha proposto di intitolare a suo nome la Casa del Cinema di Catanzaro. Giovanni Scarfò DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 29 Parlando di Cinema& musica Perchè in fondo a Reggio Calabria siamo tutti un pò sofa. “Me la sento filosofa, me la sento, proviamoci, avanti! Ma quindi adesso cosa dobbiamo fare?” “Niente di particolare: facciamo della tastiera la nostra cazzuola, la nostra regginità fungerà da cemento, i nostri amici saranno i mattoni su cui andremo a costruire la nostra piazza; costruiamo un luogo dove la gente si possa immedesimare nelle situazioni che descriveremo, un luogo dove la singola persona non sia un “fan” ma conservi nome, cognome e proprio vissuto. Un luogo dove si possano recuperare le tradizioni, i nostri costumi ed i nostri modi di dire; un luogo dove l'uso del dialetto venga considerato come motivo di arricchimento culturale, un luogo dove la gente possa riflettere e confrontarsi anche su tematiche importanti.” Leggo nei suoi occhi la sua impazienza nel cominciare quest'avventura. “Filosofa ma come intitoleremo questa piazza?” Io sogghigno ed esclamo: “Siamo filosofi, no? E descriveremo la nostra regginità, giusto? E allora il più è fatto: ci chiameremo LA FILOSOFIA REGGINA.” Nasce così la nostra pagina su Facebook, nasce come un'esigenza personale piuttosto che come una voglia di protagonismo o peggio un mero gioco; nasce perchè vogliamo essere propositivi e riunire in un gruppo allargato di reggini la nostra filosofia di vita. Ormai è passato più di un anno da quel primo passo compiuto e la comunità, nonostante varie vicissitudini, consta oltre 16400 filosofi. Ma non è questo, onestamente, l'aspetto che più ci rende orgogliosi: c'è molto di più. Perché per una strana alchimia che onestamente ancora non riusciamo a comprendere sono nate delle amicizie tra gli utenti (e talvolta degli amori) talmente forti e tali da indurre chi si avvicina per la prima volta alla pagina a credere che quelle persone si conoscessero da una vita! Probabilmente questa piazza virtuale aiuta le persone più timorose ad aprirsi, quelle più sole ad avvicinarsi agli altri, quelle scottate dalla vita a darsi un'altra possibilità: ecco come dal “virtuale” si può passare al “reale” e questo per noi è motivo di orgoglio. Chi ancora non è diventato parte integrante de “La Filosofia Reggina” non può probabilmente capire la carica emotiva che si sprigiona quotidianamente. La crescita di una popolazione, di una città, parte in primo luogo dal confronto tra le parti. Chiunque può sentirsi come a casa propria, per farsi una risata o semplicemente per dibattere su tematiche che stanno a cuore. Abbiamo il preciso compito di “coccolare” i nostri amici, di spronarli a tirar fuori il meglio di loro per affrontare tutti insieme un percorso finalizzato alla crescita personale e comunitaria. Non siete ancora convinti? Avete dei dubbi? Passate a trovarci! Il nostro motto è: “Più siamo, più ci divertiamo …” “Sei brava filosofa, davvero … “ “Sì filosofo, anche tu sei niente male!” ilosofi! “Filosofo te la senti?” “Dici a me?!?” “Due siamo, si certo che dico a te! “Me la sento di cosa?!?” Lo guardo senza dire altro. Sono giorni che siamo alle prese con un nuovo strumento elettronico che sta andando tanto di moda: è una nuova piattaforma sociale senza costi per l'utente finale della quale si sta parlando così tanto bene. Si chiama Facebook, che nome curioso però, inusuale. Ci mettiamo poco ad entrare nei meccanismi di questo social network, selezionando i temi di maggiore interesse ed allargando la nostra cerchia di amicizie virtuali; ma passata l'euforia iniziale, ci accorgiamo che manca qualcosa: quello che troviamo ci intrattiene e ci diverte ma non ci basta. Lo guardo ancora. È la prima volta che lo penso come QUELLI CHE A REGGIO, AI CONCERTI DI PIAZZA, SI PORTINU I SEGGI RA CASA!!! ad un filosofo. Percepisce il mio sguardo ancora su di lui ma non credo che abbia ancora capito che è lui il mio filosofo, perchè in fondo a Reggio Calabria siamo tutti un pò filosofi. “Filosofo te la senti?” Mi guarda e per la prima volta capisco che anche io sono la sua filo- QUELLI CHE, VEDENDO SUI GIORNALI LOCALI LA FOTO DI UNA PERSONA A LORO NOTA ARRESTATA, ESCLAMANO: "U rissi sempri jeu chi chistu prima o poi faciva na brutta fini..." AL CINEMA CINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 Succhiami/16.00- 18.00 20.00 - 22.00 CINEMA GOLDEN Roccela J,info:333/ 7672151 Immaturi - il viaggio/ 16.00 - 18.00 - 20.00 - 22.00 CINEMA VITTORIA Locri,info:339/7153696 Alvin superstar 3 / 16.00-18.00 Giochi di ombre/ 20.00 22.00 CINEMA GARIBALDI Polistena,info:0966/ 932622 Finalmente la felicità/ 15.30 - 17.30 - 19.45 - 22.00 CINEMA POLITEAMA Gioia T.,info:0966/ 51498 Giochi di ombre/18.00 21.00 CINEMA ODEON Reggio C.,info:0965/ 898168 Immaturi il viaggio / 17.30 - 19.45 - 22.00 CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373 Il figlio di Babbo Natale (3D)/16.00 Giochi di ombre/17.50 20.10 - 22.30 NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 La chiave di Sara/16.00 18.10 - 20.20 - 22.30 MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de Curtis Immaturi-il viaggio/16.00 18.10 - 20.20 - 22.30 Sala Sordi Alvin superstar 3/15.30 17.10 Succhiami/18.30 - 20.05 21.35 - 23.10 Sala de Sica Non avere paura del buio/ 16.10 - 18.20 - 20.30 22.40 Sala mastroianni Il Gatto con gli stivali/ 16.00 J.Edgar/ 18.00- 20.30 - 23.00 ARIETE TORO GEMELLI CANCRO LEONE VERGINE dal 21 marzo al 20 aprile dal 21 aprile al 20 maggio dal 21 maggio al 21 giugno dal 22 giugno al 22 luglio dal 23 luglio al 23 agosto dal 24 agosto al 22 settembre Recuperare le sfumature dei sentimenti, senza volerne sempre accelerare le tempistiche, sarà meglio. Sabato e domenica, metodo e rigore si coniugheranno felicemente in amore. Ottimo ! La domenica la trascorrerete in grande spolvero: flirtare sarà un gioco. Amore in miglioramento. Il week-end parte freddo, per poi diventare avventuroso. Quindi preparatevi e divertitevi. La domenica la trascorrerete in modo molto piacevole. La vita di coppia va a gonfie vele. Trascorrere la domenica in una gita fuori porta o a una mostra d'arte, sarà un'idea azzeccatissima. BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO CAPRICORNO ACQUARIO PESCI dal 23 settembre al 22 ottobre dal 23 ottobre al 22 novembre dal 23 novembre al 21 dicembre dal 22 dicmbre al 20 gennaio dal 21 gennaio al 19 febbraio dal 20 febbraio al 20 marzo Ottime saranno le giornate di sabato e domenica, per circondarsi del calore delle amicizie. Domenica sarà bello concedersi un po' di tempo per contemplare le cose che amate. Sarà molto bello. Nel week-end, proibito stare soli: le pubbliche relazioni saranno favoritissime e divertenti. Domenica sarà formale, ma freddina: e se foste voi a essere un po' più audaci? Sarebbe meglio. I due giorni successivi potrebbero essere più nervosi nelle relazioni: dribblate con eleganza. DOMENICA Domenica il punteggio sarà quasi sufficiente nelle relazioni di coppia, a patto che tolleriate! 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 30 la Riviera Blob of the week Beccati...a casa di Paolino!!! Scoop calciomercato: maxi offerta del Siderno per Vincenzo Fotia Antò fa freddo??? Rallegrati della tua giovinezza, un anno La classe unica e lo stile ricercato di Francesco e Pierluigi Gerace Fedelissimi!!! in più è solo un aumento di esperienza. Francesco Prochilo mentre sfoglia Tanti auguri Francesco dal tuo fraterno Maccarone , mi hai provocato ? larivieraonline.com Salvatore Tripodi amico PiertroAntonio Meleca. Raffaele Salerno e Francesco Vumbaca, stanno al Siderno come Andrea Agnelli e Beppe Marotta, stanno alla Juve. Task Force di amici al comune di Siderno Angelo Massara, Rocco Marzano e Peppe Vitale Alessandro ha mandato giù il rospo? La polpetta del campione Pietro Ciminiello La verità dell’Iride di Benjamin Bowson Io, che ho fatto il criminale per buona parte della mia lunga vita, certi mestieri non li farei. So che è illogico, o da matti, quello che vi dico. Io, che ho ammazzato un sacco di gente, il boia non lo farei. Non potrei farmi pagare dallo Stato per uccidere le persone. Io, che ho privato della libertà decine di uomini, non potrei mai fare il giudice e sedermi dietro a uno scranno a dire galera o libertà. Io, che ho trasportato la droga che ha inquinato milioni di vite, non venderei sigarette alla gente. Si, un criminale come me non farebbe una miriadi di lavori normali svolti da milioni di persone normali. Ho fatto il criminale e non ho alibi o scuse. Di una cosa, però, mi faccio vanto. Non sono un ipocrita. So quel che faccio, l'ho sempre saputo. Non mi nascondo dietro a nulla. Sono mister B, ho un buco in testa e un occhio spento. Quando ero un soldato degli Stati Uniti avevo una divisa che legittimava i miei crimini, ma mi sentivo più sporco di adesso. Perché il male è male e nasconderlo sotto un'aura di bene peggiora il peccato. Per questo ho buttato la divisa alle ortiche e sui miei crimini ci ho messo la mia faccia. Non amo i criminali, e perciò non amo me stesso. Soprattutto odio le personcine perbene, quelle che i crimini li fanno in forza di legge. Ma, a dismisura, odio chi i crimini li fa usando la legge. Un ladro in divisa, in toga, in tonaca o camice è mille volte peggiore rispetto al comune ladro. Disprezzo in particolar modo chi ruba pretendendo che i suoi furti non siano considerati tali. Di questi soggetti ne ho conosciuti tanti, e se non fosse che il mio onore mi vieta la delazione ci sarebbe da ridere a leggere la lista che custodisco nell'orto. Sono un criminale, che frequenta criminali da trent'anni. I banditi sono come le puttane, in pubblico nessuno le conosce, ma di notte tutti si contendono i loro favori. Sapeste le personcine che ci sono passate da via del Campo. Chi per un po' di soldi, chi per la coca, chi per favoretti vari. Si, tante personcine perbene, che urlano e puntano il dito. A questa gente, agli ipocriti, a quelli che vorrebbero le forche per la mia gente. State zitti, che il giro in macchina l'avete fatto anche voi. Non andate a Cortina in ferrari, che prima o poi a tutti toccherà giustificare le fuoriserie, e averle intestate ad altre personcine perbene come voi non vi sarà servito a nulla. Personcine perbene DOMENICA 15 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 31