qualche segreto qualche segreto

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qualche segreto qualche segreto
mondi
paralleli Giovanni Vacchi e CityLife
La città del futuro
Un progetto rivoluzionario, CON ALCUNI PUNTI IN COMUNE CON
LA NAUTICA, STA PER CAMBIARE PER SEMPRE IL VOLTO DI MILANO, CHE
DIVENTERÀ PIÙ “VERDE”, EUROPEA E CULTURALMENTE VIVACE. UNO DEI
PROTAGONISTI, CON UN PASSATO NEL MONDO DELLE BARCHE, CI SVELA
QUALCHE SEGRETO
pensieri e parole raccolti da Franco Michienzi
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BARCHE agosto 2012
mondi
paralleli Giovanni Vacchi e Citylife
G
Che cos’è
CityLife sarà la più grande
area pedonale di Milano e una
delle maggiori in Europa. In
superficie, oltre ai percorsi
pedonali, si snoderà una pista
ciclabile che collega il Monte
Stella al centro della città.
Un sistema di viabilità
sotterraneo permetterà lo
spostamento in automobile
all’interno del quartiere e il
collegamento verso l’esterno.
I posti auto, tutti interrati,
saranno oltre 7 mila.
iovanni Vacchi è chief sales and
marketing officer presso CityLife, la
società impegnata nel progetto di riqualificazione dei circa 255 mila metri quadri nel centro del quartiere storico della Fiera di Milano,
ma in passato ha ricoperto ruoli di primo piano
in Bertram prima e nel Gruppo Ferretti dopo.
Anche per questo abbiamo voluto parlare con
lui delle residenze, ancora in corso d’opera,
progettate secondo rigorosi criteri ambientali ed ecologici. Sono
pensate come case di grande prestigio e luminosità, da adattare a qualsiasi esigenza abitativa (dal bilocale all’appartamento di ampia superficie, fino agli attici a doppia altezza).
Vacchi è entusiasta di questo progetto epocale e ce ne parla
con passione: «Le dimensioni sono più o meno quelle di
Canary Wharf (importante centro direzionale londinese, ndR)
con l’intento di proporre una riqualificazione immobiliare di
altissimo livello a destinazione mista nel centro di una città. È
come se noi stessimo ricostruendo Canary Wharf, in mezzo
a Kensington, come mi piace dire ai tanti clienti stranieri con
cui parlo».
Si tratta di una sfida…
Sì, è la sfida a un nuovo modo di vivere. In Italia da tanti anni le
città non avevano sviluppi innovativi. Questo progetto rappresenta il nuovo lusso dell’abitare, non inteso in maniera elitaria
ed esclusiva, ma come possibilità di godere di grandi privilegi,
come vivere in un ambiente molto verde, al centro della città, a
emissioni zero, perché non solo non ci sono auto ma nemmeno caldaie (il riscaldamento e il raffreddamento vengono effettuati attraverso l’acqua).
Quanto conta aver affidato a delle archistar il progetto principale?
Daniel Libeskind e Zaha Hadid hanno realizzato delle abitazioni
oggettivamente innovative per il panorama immobiliare italiano,
con tagli particolari e diversi da loro, di grande eleganza. Poi,
all’interno gli appartamenti possono essere personalizzati dai
clienti.Tutte le abitazioni sono caratterizzate da un occhio di
riguardo verso gli spazi giorno e le terrazze, riducendo magari
un po’ di più le zone notte, perché si tratta di una tendenza che
rispecchia le ricerche di marketing e le richieste dei clienti. Le
terrazze sono vere logge, coperte e vivibili anche in inverno,
orientate verso il parco, che tra alcuni anni diventerà un panorama bellissimo, al quale, per altro, si aggiungeranno le tre
torri simbolo di CityLife, fatte da Daniel Libeskind, Zaha
Hadid e Arata Isozaki.
Questi grattacieli non lineari hanno acceso un grande
dibattito legato anche al conflitto tra forma e funzione. In
questo caso come la prima interagisce con la seconda?
La forma è quella del guscio esterno, vale a dire dello scafo,
mentre all’interno c’è una grandissima considerazione di quella che è l’efficienza, soprattutto nelle tre torri – che saranno solo
uffici – mentre sarà poi costruita un’altra torre residenziale, che
si chiamerà ParkTower, di 100 metri di altezza e concept molto
internazionale, con spa, palestra e piscina.
Qual è stata la difficoltà maggiore dal punto di vista ingegneristico?
Riuscire a portare avanti la complessità di produzione e di
contemporaneità di progetti allo stesso tempo: CityLife prevede un’ampia zona residenziale con parcheggi interrati,
una piastra commerciale al suo interno (sotto cui passano
anche opere pubbliche come la metropolitana), torri-uffici
con basamenti strutturali molto forti, una galleria commerciale di 20.000 mq (opera di Zaha Hadid), un parco, una
centrale per la raccolta delle acque di falde a uso e consumo delle residenze.
La qualità dell’architettura, il rapporto con l’ambiente cir-
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«Il vero lusso è
poter strutturare
l’ambiente per
permettersi
qualcosa
di innovativo».
Giovanni Vacchi
BARCHE
mondi
paralleli Giovanni Vacchi e CityLife
Il progetto architettonico del
Museo è stato sviluppato con
l’obiettivo della maggiore
compatibilità ambientale
possibile, utilizzando materiali
e tecniche costruttive
all’avanguardia, con l’obiettivo
di diventare un edificio a
impatto zero, in linea con
l’intero progetto CityLife.
costante e il senso di libertà di questo progetto sono caratteristiche di CityLife che in un certo senso lo avvicinano
al mondo nautico. Lo stesso si può dire, forse, per il concetto di lusso…
Sì, ma vorrei sottolineare che si tratta di un lusso “democratico”, mentre quello delle imbarcazioni, a volte, è molto
esclusivo. Abbiamo appartamenti che vanno dai 7.000 ai
12.000 euro al metro quadro per un costo complessivo
che può variare dai 600.000 euro fino a diversi milioni. Il
lusso in questo progetto è legato più che altro alla ricerca
continua verso i materiali e verso soluzioni abitative che
possano dare il meglio a chi ci vive.
Possiamo dire che si tratta di un primo tassello che renderà Milano una città più cosmopolita?
Assolutamente sì. Sia CityLife che il progetto di Porta Nuova
sono due passi importanti. Stiamo ridando a Milano 170.000
metri quadrati di parco pubblico, disegnato da Gustafson
Porter, e questa caratteristica, per esempio, avvicina la città
a molte capitali europee. CityLife per altro ha degli aspetti culturali importanti: museo e riqualificazione di una palazzina storica per la città.
Quando assegnerete i primi immobili?
Nella primavera-estate del 2013 saranno pronti i primi
appartamenti di Zaha Hadid, quasi contemporaneamente
una parte disegnata da Daniel Libeskind (cinque edifici),
alla fine del 2014 altri lotti di Libeskind e la Park Tower; tra
il 2015 e il 2016 le tre torri uffici e la galleria commerciale.
Ci sono poi delle opere pubbliche che verranno realizzate,
come la riqualificazione del Padiglione 3 e il Museo disegnato da Libeskind all’interno del parco.
Le tre torri
Torre Hadid
Progettato da Zaha Hadid, l’edificio è alto 170 metri, si sviluppa verticalmente con un
dinamico movimento di torsione che valorizza la percezione
e le viste rispetto agli assi
urbani. Ai piedi della torre si
trovano la galleria commerciale e i percorsi coperti di collegamento con la stazione della
metropolitana. La Torre si sviluppa per 44 piani, di cui 39
destinati a funzioni direzionali
di alto livello, e sarà in grado di
ospitare circa 3.200 persone.
Dispone di
un parcheggio
riservato interrato per
circa 380 posti auto. Ha
ottenuto la pre-certificazione
Leed con obiettivo Gold.
Ambiente
La cultura.Museo d’Arte Contemporanea
Il progetto, studiato dall’architetto Daniel Libeskind, presenta un
edificio dalla struttura verticale di cinque piani che, procedendo
verso l’alto, si sviluppa nella torsione di un volume a base quadrata che termina sulla sommità con una terrazza di forma circolare.
Questa evoluzione geometrica sull’asse verticale è ricca di richiami, che vanno dalla sezione aurea di Leonardo da Vinci alla sfericità della volta celeste, fino al processo di evoluzione dell’arte stessa, che trae la sua bellezza dall’elemento dinamico della trasformazione, dalla sovrapposizione delle immagini, dal dinamismo che
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si osserva nel movimento da una figura geometrica all’altra.
CARATTERISTICHE: 5.000 metri quadrati di superficie espositiva
coperta, distribuiti su cinque piani, di cui uno interrato; quasi 7.000 metri
quadrati di spazi espositivi esterni, suddivisi tra il giardino, le terrazze ai
piani (1.600 mq) e la grande terrazza circolare sul tetto (1.400 mq); cinque gallerie espositive, un bar/bistrot al piano terra, un ristorante al piano
ammezzato affacciato sul parco, con una sala per 80 ospiti e un’ampia cucina per ospitare i catering; un laboratorio artigianale per l’allestimento delle mostre temporanee e un bookshop, oltre agli uffici di
amministrazione dell’intero edificio.
CityLife sarà un quartiere a
emissioni zero: zero caldaie a
gas, zero fonti di combustione,
zero CO2, zero inquinanti
nell’aria.
Risorsa primaria di energia sarà
l’acqua: da un lato il
teleriscaldamento fornito da
A2A per il riscaldamento e il
raffreddamento nelle torri e per
l’acqua calda sanitaria nelle
residenze, dall’altro l’uso di
pompe di calore alimentate
dall’acqua di falda per le stesse
esigenze nelle abitazioni. E
l’acqua di risulta del sistema di
riscaldamento e
condizionamento, riciclata, serve
per l’irrigazione del parco, delle
aree verdi condominiali e per gli
scarichi dei servizi igienici.
Tutti gli edifici hanno alte
prestazioni energetiche: i
pannelli fotovoltaici riducono il
consumo energetico necessario
per il funzionamento degli
impianti. Le residenze sono
certificate in Classe A, per le
scelte di alimentazione e gli
accorgimenti costruttivi, come
per l’isolamento termico
garantito dai materiali di
facciata.
Torre Libeskind
Alta circa 150 metri, la
torre progettata da Daniel
Libeskind è concepita come
parte di una sfera ideale
che avvolge Piazza Tre
Torri. Caratterizzata da una
forte iconicità della sua forma
curva, completa, insieme alle
altre due torri a destinazione
direzionale, il Business District
di CityLife. È direttamente
connessa, tramite una lobby
su due livelli, alla galleria commerciale e con percorsi
coperti alla fermata Tre Torri
della linea M5, situata nell’omonima Piazza centrale.
Torre Isozaki
Con i suoi 202 metri di altezza,
progettata da Arata Isozaki
sarà uno tra gli edifici più alti
d’Italia. Distribuita su 50 piani
dei quali 46 a destinazione
direzionale, è in grado di ospitare fino a 3.800 persone. Si
ispira al modello della endless
column di Constantin Brancusi, ed è caratterizzata da piani
flessibili nella modulazione degli
spazi di lavoro e completamente illuminati da luce naturale. È direttamente connessa
con la Piazza centrale di CityLife e con quella sottostante
alla fermata Tre Torri della linea
M5. Ha ottenuto la pre-certificazione Leed
con obiettivo Gold.
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Curiosità. Il parco pubblico
Pensato come il cuore del progetto, avrà 2 mila nuovi alberi e si
estenderà su una superficie di 170 mila metri quadrati (un’area
paragonabile a 30 campi da calcio).
Nel 2010 è stato indetto un concorso e ha vinto il progetto degli studi
Gustafson Porter (Regno Unito) in gruppo con Melk, One Works e
Ove Arup, dal titolo Un parco fra le montagne e la pianura. Il parco
introduce intorno alle Tre Torri un microcosmo dove sono riprodotte le caratteristiche del paesaggio milanese e del suo territorio. Nel
centro, la Piazza, il Belvedere, il Giardino delle Farfalle e delle Sculture sono collegati da percorsi a rampe dolci e forme scultoree del
terreno. Le terrazze dei ristoranti, i caffè e i giardini pergolati possono godere della vista del parco mentre una passerella pedonale
scavalca l’avvallamento collegando le Tre Torri con il Centro Congressi Fiera e il Raggio Verde. A nord, il Giardino delle Prealpi, l’Anfiteatro, l’Area per gli Eventi e i Boschi di pini e querce creano un
grande spazio alberato. A sud, il Bosco di Faggi, la Piazza dei Fontanili, il Giardino di Pianura, le Piantagioni di Aceri e la Piazza del
Mercato creano ambienti che dovrebbero favorire l’interazione
sociale, il passeggio e la contemplazione.
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paralleli Giovanni Vacchi e CityLife
GLI ARCHITETTI
Zaha Hadid
Nata a Baghdad (Iraq), è
l’unica donna vincitrice del
Premio Pritzker (2004).
Architetto impegnato nella
continua sperimentazione di
nuovi concetti spaziali, tra i
suoi progetti ci sono il Bmw
Central Building a Lipsia e il
Phaeno Science Center a Wolfsburg, in Germania; il Rosenthal
Center for Contemporary Art a Cincinnati; l’ampliamento
dell’Ordrupgaard Museum a Copenhagen; Opera Houses a
Dubai e in Cina. Tra i progetti in Italia: il MAXXI, Museo
Nazionale delle Arti del XXI Secolo a Roma, la stazione Alta
Velocità a Napoli-Afragola e il Museo di Arti Nuragiche e
Contemporanee a Cagliari.
Arata Isozaki
Nato a Oita, Giappone, è una
delle figure storiche
dell’architettura
internazionale
contemporanea. Ha
realizzato opere
fondamentali come il Gunma
Museum of Modern Art (1978), il Museum of Contemporary
Art di Los Angeles (1986), il Soho Guggenheim Museum a
New York (1992), la Kyoto Concert Hall (1995), la Nara Concert
Hall (1999), il Palahockey di Torino per le Olimpiadi invernali
del 2006.
Daniel Libeskind
Nato a Lodz, in Polonia, è una
figura di rilievo
internazionale nel mondo
dell’architettura e del design
urbano. Ha vinto i concorsi
per la progettazione del
World Trade Center Site a
New York (2002) e del Museo
Ebraico a Berlino (1999). Attualmente ha in corso circa 40
progetti in tutto il mondo, a stadi diversi di avanzamento che
vanno dal concept alla costruzione, tra cui il Museo Ebraico
Danese di Copenhagen (2003), l’Imperial War Museum North
a Manchester (2001) e l’ampliamento del Denver Art Museum
(2006).
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«Abbiamo due
grandissimi
azionisti e stiamo
sviluppando delle
residenze molto belle
che saranno certamente
di grande pregio
e prestigio.»
Giovanni Vacchi
Pensate di replicare questo tipo di progetto in altre
situazioni?
Non conosco le intenzioni degli azionisti, ma secondo me si tratta di un’idea assolutamente replicabile, in Italia come all’estero.
Questo progetto è innovativo perché cambia il modo di
vivere la residenza: a differenza di Milano 2 o Milano 3 si
torna a vivere in piena città…
È vero, quando sono nate queste realtà in città non c’era la
possibilità di vivere in uno spazio con tanto verde e CityLife rappresenta l’alternativa perfetta per tornare a uno stile di vita contornato dal verde ma a due passi dal centro, per questo viene
guardato con interesse anche da chi anni fa si è trasferito nell’hinterland.
La riqualificazione del sistema fieristico ha interagito con
CityLife?
Da un punto di vista architettonico no, ma il fatto che vicino a noi
ci sia un centro congressi tra i più grandi d’Europa ci rassicura per
quanto riguarda lo sviluppo della galleria commerciale.