L`ORGANIZZAZIONE SPORTIVA DELLA GRAN BRETAGNA: UN

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L`ORGANIZZAZIONE SPORTIVA DELLA GRAN BRETAGNA: UN
L’ORGANIZZAZIONE SPORTIVA DELLA GRAN BRETAGNA: UN ESEMPIO
DA SEGUIRE?
Tutti guardano con attenzione, meraviglia e un po’ di invidia, i risultati ottenuti dalla Gran
Bretagna a Rio 2016 e molti invocano la necessità di un copia e incolla del loro sistema sportivo
considerandolo il TOP dei TOP.
Anche noi siamo sorpresi e incantati dai loro risultati, ma forse lo sono loro stessi che avevano
fissato in 47 medaglie l’obbiettivo minimo da raggiungere (noi avevamo ipotizzato 50).
La curiosità di capire il perché di tanta grazia, 67 medaglie, ci porta a questa analisi.
E’ necessario premettere che, per ovvi motivi, non potremo spingerci fino ai dettagli e che quello
che esporremo rappresenta la punta emergente dell’iceberg del sistema economico/organizzativo
della Gran Bretagna.
Il progetto parte da lontano, prima nel 1994 con la decisione del Governo Major di dirottare i
profitti della Lotteria Nazionale ad Arte, Cultura e Sport. Poi, dopo i Giochi di Atlanta 1996, venti
anni fa, la brutta figura rimediata (brutta è un eufemismo), 35 esimo posto nel medagliere dietro a
Etiopia, Algeria e Nigeria, probabilmente scosse sia il mondo sportivo, ma soprattutto quello
politico e fu instituito l’UK SPORT il cui ruolo principale è la gestione dei fondi provenienti dalla
Lotteria Nazionale non solo per il mondo sportivo, ma anche con interventi nella lotta al
sedentarismo e allo sport scolastico, oltre ai settori Arte e Cultura.
L’UK SPORT, su indicazione del Governo, ha aumentato gradualmente nel corso dei quadrienni
olimpici il proprio bilancio fino ad arrivare, per il quadriennio 2012-2016, per la parte destinata al
sostegno economico degli atleti con prospettive di medaglia olimpica, a circa 350 milioni di sterline
all’anno (circa 405 milioni di euro), incrementando di un ulteriore 5% in prospettiva di Tokio 2020.
Il funzionamento del UK SPORT è abbastanza semplice e, per certi versi, cinico.
Al temine di ogni edizione dei Giochi Olimpici si confrontano i risultati ottenuti con le previsioni
fatte 4 anni prima, se c’è corrispondenza o miglioramento si conferma o si aumenta il contributo,
se non si raggiunge il target o se si fallisce completamente si diminuisce o addirittura si azzera
l’erogazione dei fondi.
Mentre l’analisi dei risultati ottenuti rispetto alle previsioni è una semplice osservazione, non ci è
dato sapere “chi, come e con quali criteri” abbia l’onere di prevedere cosa possa succedere
quattro anni dopo. Comunque lo fanno ed anche bene, perché da una forbice di previsione da 47 a
79 medaglie da conquistare a RIO si sono collocati quasi nel mezzo: 67.
Delle due tabelle di seguito, la prima riguarda le previsioni per Rio 2016, la seconda è relativa alle
modifiche ai fondi destinati agli atleti delle varie Federazioni dopo Londra 2012 fino a Rio 2016.
Non servono tanti commenti, ma basta leggere i dati (soprattutto della seconda tabella) per capire
la “cinicità” del sistema. Non sfugge il fatto che quasi tutti gli sport di squadra, anche quelli con
tradizione e alti numeri di praticanti, sono a parametro zero. I motivi sono diversi, e dai britannici
stessi ammessi: l’alto costo delle squadre rispetto ai singoli, il basso numero di medaglie in palio e
l’elevata concorrenza internazionale. I risultati si vedono!
L’UK SPORT, tra le tante iniziative, ne organizza e controlla due in particolare: il “Marginal Seats” e
il “Girls for Gold”. Quanto ci impressionano i termini Inglesi lo sappiamo, ma in sostanza sono
“l’Attività Periferica” ed una sorta di “Ricerca/Travaso del talento” questa solo al femminile e solo
per alcuni sport.
All’interno dell’UK SPORT ci sono la “Athlete Performance Awards” e la ”World Class”. La prima si
occupa dell’assistenza economica agli atleti di interesse nazionale, in modo da permettere loro di
praticare l’attività sportiva da professionisti. In sintesi (tratteremo più a fondo questo interessante
argomento nel prossimo articolo) sulla base di valori consolidati da risultati sul campo e da
ripetere e migliorare, ogni FSN ha un certo numero di atleti di vario livello ed età, coperti da un
assegno mensile e da altri aiuti: soggiorni, viaggi, cure ecc). Ci sono fasi di controllo periodiche e, in
base ai risultati raggiunti, gli assegni vengono aumentati, diminuiti o azzerati.
Attualmente la somma massima elargita individualmente è di 15mila sterline all’anno
La World Class invece si occupa di individuare e finanziare gli atleti già vincitori di medaglie
olimpiche o mondiali o finalisti. Qui i finanziamenti raggiungono le 28.000 sterline all’anno.
Nel sistema Inglese non sono previsti “premi in denaro” ai medagliati olimpici. La motivazione
ufficiale è che la comunità ha già investito molto per aiutarli ad arrivare a medaglia. Nei casi più
rilevanti viene conferito il titolo di “Sir”.
Fin qui abbiamo raccontato come, in linea di massima, funziona il sistema sportivo in Gran
Bretagna. E in Italia come siamo messi?
Anche qui, per omogenità, partiamo da lontano e per praticità da dove hanno iniziato i britannici:
primi anni 90’.
All’epoca il C.O.N.I. era sostenuto economicamente da circa 1/3 delle giocate settimanali del
Totocalcio, oggi il contributo viene direttamente dallo Stato ed è di circa 420 milioni di euro
all’anno. Le assegnazioni alle varie FSN avvenivano sia in base al numero dei tesserati, sia ai
risultati ottenuti. Gli Atleti di interesse olimpico erano assistiti economicamente e in molti sport
inseriti nei Gruppi Sportivi Militari. Oggi ancor di più: sia a Londra che a Rio la Squadra Italiana era
formata per i 2/3 da atleti appartenenti a Gruppi Sportivi Militari.
In quegli anni il territorio nazionale era ampiamente coperto da centri di reclutamento e
formazione, pubblici e privati, e da centri di alta prestazione: Madonna di Campiglio, Schio,
Tirrenia, Formia, Piediluco, Roma, per citarne alcuni. Nasceva in quegli anni anche il protocollo
“3PO”, una sorta di “analisi utili alle previsioni dei risultati” utilizzata anch’essa per arrivare a
definire le competenze economiche di una FSN in funzione olimpica. Le medaglie venivano
premiate, in base al loro metallo, ed agli atleti di maggior valore veniva conferito un titolo
onorifico dell’Ordine al Merito della Repubblica.
E oggi tutto questo non molto è cambiato.
Sinceramente si fatica a trovare nel progetto britannico qualcosa in più, anzi sorge un dubbio:
“… ma non è che vogliamo copiare da Loro un qualcosa che hanno copiato a Noi?...”
Comunque i fatti contano molto più delle parole e le 67 medaglie sono un fatto! Capire come ci
sono arrivati è importante, ma probabilmente gli aspetti da valutare sono altri.
Giuseppe Antonini
Accademia Maestri dello Sport