don francesco Msofu
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don francesco Msofu
a a a f r ic a o ggi africa oggi a o n d iv is io n e a v o ro e c a mpi d c condivisione dii llavoro campi Il piccolo grande don di Wasa [aprile 2005] A Wasa, un villaggio sperduto nell' altopiano vicino ai monti Kipengere, in Tanzania, è pilastro della comunità don Francesco Msofu. Don Francesco proviene dalla zona di Usokami, precisamente dal villaggio più lontano della regione, nella zona montuosa: Ukami. Anni fa c’erano solo due famiglie di cristiani in quel villaggio. Nel 1983 un giovane di Mapanda raggiunse quella terra “nascosta” per insegnare religione nella scuola e intraprendere un cammino spirituale con i ragazzi. Fra i giovani c’era anche lui, un ragazzo orfano di genitori, che viveva con la nonna. Prese i voti, e in tutta la comunità vi fu una grande festa: c’erano gli abitanti di Ukami e dei villaggi vicini, increduli e gioiosi, pieni di orgoglio perché uno di loro era diventato Padre, come i Padri Missionari. Si pensi che il protettore della comunità di Ukami è proprio San Francesco… Ora da poco più di cinque anni don Francesco regge la parrocchia di Wasa, circa 15mila abitanti sparsi in una decina di villaggi nella diocesi di Iringa, in Tanzania. Ogni giorno è una lotta contro la carestia, le malattie, la povertà. Ed ogni giorno don Francesco è l’unico punto di riferimento per centinaia di persone sparse nei villaggi che bussano alla sua porta per chiedere qualsiasi tipo in aiuto. Don Francesco dice di non aver mai studiato l’italiano, ma riesce ad esprimersi bene nella nostra lingua: racconta sempre con un sorriso disarmante alcuni episodi di vita e di solidarietà. Grazie ai vari aiuti economici che alcuni amici hanno portato alla parrocchia di don Francesco, si è potuto, fino ad ora, far curare presso l’ospedale di Dar es Saalam numerosi bambini colpiti delle più diverse patologie: labbro leporino, idrocefalia, problemi ortopedici. “L’importante per questi piccoli è non arrendersi alla malattia, perché capirla e diagnosticarla è il primo modo per poterla curare”, dice don Francesco. E aggiunge: “è mia intenzione far lavorare molti giovani nella nostra missione. In Tanzania parecchi bambini non frequentano neppure la scuola primaria, anche perché le distanze che separano i villaggi dai centri più grossi sono enormi”. Basti pensare che da Wasa per raggiungere l’ospedale occorrono più di tre ore, e che l’unica macchina a disposizione è quella di don Francesco, a cui è capitato più volte di caricare un ammalato, di giorno o nel cuore della notte, e percorrere il lungo tragitto solo parzialmente asfaltato. Gli amici di don Francesco hanno anche raccolto 2mila euro, serviti per costruire dei vasconi pieni di acqua e disinfettante, in cui immergere gli animali, soprattutto mucche, affetti da varie malattie. In Africa una mucca è una primaria fonte di sopravvivenza. Ma sono ancora molte le necessità della piccola parrocchia di Wasa. E anche quest’anno, i nostri campisti andranno là ad aiutare Don Francesco e la sua comunità in un nuovo progetto.