N.73 agosto (5,08Mb Pdf)
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N. 73 - AGOSTO 2007 Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Anno XIII - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,20 GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA 9 9 luglio luglio 2007 2007 ore ore 17,38 17,38 Campionato Campionato Regionale Regionale Giovanissimi Giovanissimi Sportiva-mente Sportiva-mente 2007 2007 sommario 3 Editoriale - La disponibilità, l’operosità e il senso civico... 5 Ciao, Cristian 6 9 luglio 2007 ore 17,38 immagini e impressioni 12 Intervista al vicesindaco 14 Campionato Regionale Giovanissimi 15 La Scuola non ci ha guadagnato! 16 Percorso ciclo-pedonale 18 Salute 20 Psicologia 22 Le ricette 23 Cronaca 26 Noi e la legge 27 Noi e il fisco 28 Arte e dintorni 36 Spazio giovani 37 Games area 38 Sportiva-mente 2007 40 Istituto Statale d’Arte 41 Prima Messa solenne per don Matteo 42 Tacabanda 44 Amministrazione Comunale 46 Una Biblioteca per tutti... In copertina: 9 luglio 2007: il tornado su Guidizzolo 2 23 giugno 2007 Baite presso Rebecco, cerimonia a ricordo della Battaglia del 1859 TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI: Informativa ai sensi del d. lgs n. 196 del 30-06-2003 I dati in possesso della redazione de "la Notizia" sono forniti direttamente dagli interessati o estratti da elenchi pubblici: ovvero in nostro possesso anteriormente all'8-5-1997. Gli interessati possono chiedere la cancellazione, il blocco, l'aggiornamento o l'integrazione dei dati od opporsi al trattamento stesso. editoriale Andrea Dal Prato Delle intemperanze della natura siamo abituati a leggere sui libri, a vedere nei documentari, attraverso i racconti, i discorsi riportati, mai ci saremmo aspettati che la grande furia della natura si abbattesse anche sulla nostra Guidizzolo. Sessanta interminabili secondi. Sessanta brevissimi istanti sufficienti per distruggere tutto quello che la tromba d'aria incontrava sul suo cammino. Si sono visti ciclisti “volare” contro muri o cancellate, pedoni sbattuti contro pilastri e piante oppure investiti da ogni genere di oggetti; auto spostate di decine di metri, cortili e strade riempiti di mattoni, tegole, assi o travi di legno, canali e lamiere, e poi ancora piante divelte e pali della luce accartocciati. Tetti spazzati via, veloci a volare come petali di un fiore spogliato da un colpo d'aria: un vero inferno per le oltre 500 case colpite, anche se, fortunatamente, non ci sono stati feriti gravi, solo tredici contusi e con prognosi di pochi giorni. Possiamo chiamarlo miracolo? Pochi minuti e poi il silenzio. La gente è uscita dalle case per vedere cosa fosse accaduto, quasi senza rendersi conto della furia distruttrice del tornado, poi piano piano con incredulità crescente e sgomento ha capito la gravità del disastro. Pochi minuti e la macchina dei soccorsi ha preso il via. I Carabinieri hanno bloccato la statale per spostare le macchine di traverso, provvedere allo spostamento del materiale, controllare alcune case pericolanti. La Protezione Civile ha dispiegato le proprie forze, i volontari si sono sparsi ovunque dando segno di una rapidità ed efficienza certamente non dovute al caso, ma ad una preparazione attenta e mirata, riprova di un impegno costante e di una struttura organizzativa di primordine. Come i Carabinieri anche i Vigili del Fuoco, altrettanto celeri nel prendere in mano la situazione, hanno individuato le case pericolanti e posto tutto in sicurezza. Nel frattempo, dal cielo, gli elicotteri perlustravano la zona per individuare i punti dove intervenire con più urgenza. Il Sindaco è stato messo a dura prova ma l'organizzazione “unità di crisi” ha funzionato bene, per 36 ore, ininterrottamente. I Vigili e la Protezione Civile non hanno avuto un momento di sosta. In poche ore sono stati allestiti oltre cento posti letto, alcuni hanno potuto usufruire della disponibilità della Casa di Riposo, altri, forse i più, sono stati accolti da parenti e amici. La prima notte è stata lunga: i rumori, il sonno che tardava a venire, i pensieri e la disperazione di chi poi avrebbe dovuto fare i conti con migliaia di euro di danni. Pochi hanno dormito, anche nei bambini lo stato di agitazione perdurava perché i loro occhi e il loro sentire attento e sensibile si specchiava in quello delle loro madri e dei loro padri. Subito, senza attendere che i politici dichiarassero lo “stato di calamità”, senza aspettare di avere anche la minima speranza di ottenere dallo Stato un aiuto tutti si sono messi all'opera. Ha davvero dell'incredibile la collaborazione che, in questo frangente, è nata tra parenti, amici oppure vicini di casa. Tutti al lavoro alacremente in un meccanismo perfetto in cui ognuno forniva il proprio contributo, senza risparmiarsi. Le imprese artigiane, le più richieste per riparare i danni causati dalla tromba d'aria, si sono rese immediatamente disponibili per i casi più gravi, con una operosità davvero unica. Il paese si è mobilitato nella sua interezza, riuscendo a fare in pochi giorni ciò che normalmente avrebbe richiesto mesi e mesi e dopo dieci giorni dall'evento Guidizzolo si offre agli occhi dello “straniero di passaggio” come un cantiere in fase di conclusione dei lavori. Ma a fianco di tanta operosa disponibilità e al comune mobilitarsi di tutti, anche di quanti non erano stati coinvolti nel disastro, non dobbiamo dimenticare un altro aspetto fondamentale in queste occasioni: il senso civico. Di questo ne sono testimoni i Carabinieri i quali, pur continuando nell'opera di sorveglianza e pattugliamento, soprattutto notturno, non hanno ricevuto alcuna segnalazione di furti. Il temuto “sciaccallagio” grazie alla continua sorveglianza e alla civiltà dei guidizzolesi non si è verificato. E questo, credo proprio, sia un miracolo nel miracolo! La disponibilità, l'operosità e il senso civico dei Guidizzolesi 3 N U M E R I ENTI DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Dal Prato CAPO REDATTORE Graziano Pelizzaro REDAZIONE Elisa Corradi Marco Badini Marika Busca Sergio Desiderati Elodio Perani Giovanni Zangobbi COLLABORATORI Giorgio Arienti Giulia Avanzi Francesca Cappa Francesca Cargnoni Cristina Delmenico Francesco Gandellini Martina Grandelli Laura Leorati Francesca Lugoboni Antonio Malagutti Franco Mondadori Luca Piazza Mariavittoria Spina Giulia Stuani Davide Truzzi PROGETTO GRAFICO Claudia Dal Prato EDITORE Centro Culturale "San Lorenzo" via Bruno Rodella 34-A 46040 Guidizzolo (MN) Tel. 348 3115232 e-mail: [email protected] R. O. C.: N° 9434 del 16-10-00 Aut. Tribunale di MN N° 8/95 del 30-05-1995 Stampa: GVM - Volta Mantovana Cellofanatura e spedizione postale Coop Service s.c.r.l. Virle Treponti (BS) COSTO MODULI 1 modulo verticale: mm 60 x 39 € 40,00 2 moduli orizzontali: mm 60 x 82 € 65,00 4 moduli orizzontali: mm 60 x 170 € 100,00 1/2 pagina: mm 124 x 170 € 160,00 Pagina intera: mm 277 x 170 € 260,00 4 MUNICIPIO - tel. 0376 819201 E-mail: [email protected] CARABINIERI - tel. 0376 819006 - 112 VIGILI URBANI - tel. 0376 840241 ARCALGAS (METANO) - tel. 0376 818443 BIBLIOTECA COMUNALE - tel. 0376 840435 TEATRO COMUNALE - tel. 335 422406 ORATORIO SAN LORENZO - tel. 335 1211999 FONDAZIONE “V. RIZZINI” - tel. 0376 819120 ISTITUTO COMPRENSIVO - 0376 819049 - 819059 ISTITUTO STATALE D’ARTE - tel. 0376 819023 PARROCCHIA BIRBESI - tel. 0376 819602 PARROCCHIA GUIDIZZOLO - tel. 0376 819052 POSTE E TELEGRAFI - tel. 0376 840091 SISAM (ACQUEDOTTO) - 800 859370 - 0376 771869 PROTEZIONE CIVILE - tel. 0376 847388 PRENOTAZIONE AMBULANZA - tel. 349 8608653 UFFICI COMUN ALI ORARIO DI APERTURA Da lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13 Sabato: dalle 10 alle 12 Ufficio Tecnico: lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12,30 sabato dalle 10 alle 12 Assistente sociale: martedì e venerdì dalle 10 alle 13 BIBLIO TECA ORARIO DI APERTURA merc. - ven. 9-12 (estivo) 9-12 (inv.) lun. - mar. - giov. 15-19 (estivo) 14,30 -18,30 (inv.) ASSOCIAZIONI Ass. Naz Carabinieri - tel. 338 2507927 Amici di Rebecco - tel. 0376 819678 AIDO - tel. 0376 223001 AVIS - tel. 0376 840177 Altri Mondi - tel. 0376 819478 Anspi Birbesi - tel. 0376 849602 Anspi Guidizzolo - tel. 0376 819052 Arca - tel. 0376 818417 Associazione Artigiani - tel. 0376 819528 Associazione Commercianti - tel. 0376 818494 Calcio Guidizzolo - tel. 0376 818291 Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189 Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326 Corale B.V. Di Lourdes - tel. 0376 819052 Corpo Bandistico - tel. 0376 840090 CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253 Freebikers Guidizzolo 2000 - tel. 0376 818344 Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 0376 819516 GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240 Pescasportiva Guidizzolese - tel. 0376 819064 Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382 ORATORIO S. LORENZO ORARIO DI APERTURA DOMENICALE Maggio - Settembre dalle 17,00 alle 19,00 Ottobre - Aprile dalle 15.30 alle 17,30 U T I L I AMBUL AT ORI MEDICI • Dr.ssa Ghisolfi Emi Prenotazione visite: 0376 689604 (8,30-12,30) Ambulatorio 0376 840433 - abitazione 0376 818011 Cell. 333 8356733 Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento) Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 • Dr. Galvani Orfeo Valerio Prenotazioni visite: 0376 819794 Ambulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096 Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30 Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento) • Dr. Ponti Giuliano Ambulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177 Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12,30 Giovedì: dalle 16,30 alle 19 • Dr. ssa Gatti Angela presso l’AVIS di Guidizzolo - tel. 338 2619350 Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17,30 alle 18,30 Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109 Lun. Merc. Ven. : dalle 10,30 alle 12 Mar. Gio.: dalle 17,30 alle 19 • Pediatra di base D.ssa Schena Stella presso l’AVIS di Guidizzolo Per appuntamenti tel. 3491047387 Lun. Mart. Giov.: dalle 9,30 alle 12,30 Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17 • Pediatra di base D.ssa Cavalli Giancarla Per appuntamenti tel. 0376 868173 NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO tel. 800-228521 ASL Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713 Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705 Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724 Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737 Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733 Igiene dell'edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846733 PIAZZOL A RIFIUTI ORARIO DI APERTURA Lunedì e Mercoledì dalle 14,30 alle 17,30 Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30 SANTE MESSE GUIDIZZOLO Feriali: 7,30 - 18 (invernale 17,30) Prefestivi: 19 (invernale 18) Festivi: 8 - 9,30 - 11 - 18 (invernale 17) BIRBESI Feriali: Festivi: mart. giov. 8,30 prefestivi 18,30 (estivo) prefestivi 18,00 (invernale) 9,30 REBECCO Prefestivi 18 (invernale 17) CIMITERO Tutti i giorni dalle 8 alle 19 Ciao, Cristian Un silenzio assordante. Interrotto solamente dalla fede profonda di una famiglia e di una comunità che si è stretta intorno a Cristian ed a quella piccola bara bianca accolta al suo ingresso in chiesa da un lungo applauso. Preludio di una celebrazione eucaristica alla quale han preso parte migliaia di persone. Tutta Guidizzolo era li accanto a lui, ai genitori, ai nonni, agli zii, alla sorellina e i cugini; agli amici. Ai compagni di scuola, guidati dal dirigente Sanzio Salami e dagli insegnanti. Le medie, la secondaria di primo grado che Cristian frequentava in 1ª A, alcune classi della primaria. Tutti vicini, dal sindaco al vice-sindaco, assessori e consiglieri nell'ampia chiesa che non è riuscita a contenere tutte le persone, vicini ai ragazzini della squadra di calcio dove giocava da portiere e ai dirigenti delle società sportive. Le preghiere che si facevano canto guidato dai ragazzi con i quali Cristian molte volte aveva anch’egli cantato. Inutile dire del pianto e della commozione in ognuno. Intorno all’altare dove hanno preso posto il celebrante don Giampaolo e i tre concelebranti c’erano già molti bambini: nei loro volti tutta la sofferenza per aver perso un amico, uno di quelli, dirà alla fine una compagna di classe, con il sorriso sempre sulle labbra. Lo stesso saluto finale anche di chi gli giocava insieme a calcio e lo ha immaginato in cielo a difendere una porta, come faceva qui cercando di imitare il suo idolo, quel Gigi Buffon che milita nella sua squadra del cuore e la cui maglia bianconera era appoggiata sulla bara. Il momento della Parola di Dio è stato scandito da due letture che racchiudono tutti gli interrogativi e tutte le speranze dell'uomo. La prima, dal libro di Giobbe; il Vangelo là dove parla della resurrezione del figlio della vedova di Naim. Don Giampaolo nell'omelia ha ripreso questi interrogativi: “Signore, dammi un segno; ti chiediamo un raggio di luce per cercar di capire; Ti vogliamo chiedere delle spiegazioni”. Le domande che tutti in chiesa si stavano ponendo: dov'eri o Dio quel pomeriggio? Forse tutti noi vorremmo un Dio miracolistico che con una sorta di bacchetta magica ci tolga dagli impicci e dal dolore! Tutti noi vorremmo che i nostri figli ci vengano restituiti come alla vedova di Naim. “Tu, Signore, ha proseguito don Giampaolo, hai scelto la strada difficile della condivisione: Tu sei il Dio della croce, sei il Dio che piange con il nostro pianto. Il miracolo, ancora una volta, lo hai già compiuto. E' difficile crederci fino in fondo, ma tutti noi sappiamo che Cristian è già risuscitato ed è lì accanto Te. Ora Guidizzolo ha un angelo in più che prega per noi. E noi lo immaginiamo a correre per i prati del cielo”. Un altro lungo applauso ha accompagnato all'uscita di chiesa Cristian, quell'amico di tutti che per cause ancora sconosciute e per un disegno che rimane solo nella mani di Dio ha lasciato un po' orfana l'intera comunità di Guidizzolo. Una comunità che ha tributato un grande affetto a questa famiglia così provata la quale, in un composto silenzio, ha ringraziato per tutte queste manifestazioni di vicinanza al proprio immenso quanto inumano dolore. A SCUOLA ... “Ciao Cristian, piccolo Buffon”. “Piccolo uomo ma grande amico”. “Sei salito al cielo perché Dio aveva bisogno di un angelo”. “Dovevi lasciarci proprio adesso che ci siamo qualificati per le finali?”. Sono solo alcuni degli innumerevoli messaggi che i compagni di scuola di Cristian gli hanno dedicato. Sono stati appesi su un gigantesco cartellone che occupava un’intera parete nella sua classe, un cartellone che verrà sicuramente lasciato alla famiglia. Senza che nessuno dicesse loro nulla, tutti i ragazzini delle prime si sono radunati, il giorno dopo, intorno al banco vuoto di Cristian dove qualcuno aveva già messo un fiore. Poi sono cominciati ad arrivare anche gli studenti della altre classi. Prima uno, poi altri, hanno iniziato a lasciare il loro bigliettino di saluto; probabilmente senza comprendere fino in fondo ciò che era accaduto. Poi tutti hanno capito: Cristian se n’era andato. Aveva preso il suo pallone ed era corso a giocare da un’altra parte. Sul suo banco sempre fiori freschi e tanti occhi, tutti gli occhi, intrisi di lacrime... Sergio Desiderati 5 luglio 2007 ore 17,38 immagini e impressioni 9 Erano circa le 17.35. Mi trovavo sul divano a leggere il giornale, quando ho sentito un rumore che col passare del tempo diveniva sempre più assordante. Convinto che fosse un aereo che stesse precipitando, mi sono alzato per vederne la rotta. In quel momento guardando verso Rebecco ho notato che c'erano oggetti che volavano e il cielo oscurato da una nube grigia che viaggiava a velocità impressionante. Il tempo di rendermi conto che si trattava di una tromba d'aria, ho invitato mio figlio a darmi una mano a chiudere le imposte e le finestre. Stavo per aprire la finestra del soggiorno e chiudere l'ultima anta, quando ho visto che la tromba d'aria era già addosso alla casa, così ho chiuso solo la finestra e ho gridato a mio figlio e alla suocera di correre nel seminterrato. Ore 17,40 così appariva via Solferino Ore 17,45 arrivano i Carabinieri, ci si rende conto della gravità dell’accaduto 6 Sentire il rumore di tutto ciò che si stava abbattendo sull'abitazione, sono stati i secondi più brutti della mia vita. Ho pregato che la struttura reggesse l'urto. Dall'impatto saranno trascorsi 10 secondi di botti e rumori assordanti, il tempo necessario affinché il tornado andasse oltre. Aperta la porta, sembrava un campo di battaglia, era una cosa indescrivibile, surreale: case scoperchiate, auto distrutte, assi e tegole conficcate nelle mura delle case, persone che guardavano ciò che era rimasto della propria abitazione con lo sguardo, a volte, perso nel vuoto. Man mano che passava il tempo, cominciai a comprendere ciò che veramente era successo e una cosa mi ha colpito, la solidarietà della gente. Approfitto di questo spazio concessomi cortesemente dal direttore, per ringraziare pubblicamen- te tutti coloro che in questi giorni ci sono stati vicini. Spesso, per superare momenti difficili basta un sorriso, una parola, un piccolo gesto, una telefonata, un e-mail. Dalle ore 18.00 del 09 luglio, io e la mia famiglia, abbiamo avuto la prova di quanto tutto ciò sia importante per superare momenti drammatici. Auguro a tutti coloro che sono stati colpiti dalla tromba d'aria, come il sottoscritto, di trovare la forza e la serenità per ritornare a condurre una vita normale. Grazie di cuore per il sostegno. Giovanni Veltri e famiglia ...un rumore che sembrava quello di un motore d’aereo in avaria, uno sguardo dalla finestra ed in lontananza nel cielo una nube rossastra: “un grande incendio” pensai!! Poi una corsa inutile verso l’interruttore delle tapparelle ed un grande boato: “La fine del mondo” urlai e poi... la quiete ed il sole risplendere in cielo. Nel giardino la devastazione: paraboliche, tegole, mattoni, vetri, travi, tavoli e sedie di alte case. La paura è rimasta dentro di me! è più facile ora comprendere la gente che vive in quelle regioni del mondo dove questi fatti sono ciclici. Verso le 17,30, mentre mi intrattenevo con alcuni clienti al bar del Ristorante, ricevo da mia sucera, che era a Medole, una telefonata allarmata che mi invita a riparare la macchina perchè un grosso temporale con grandine si stava muovendo verso Guidizzolo. Esco subito e porto in riparo l’auto, vado sulla terrazza a chiudere gli ombrelloni e avverto un forte “ronzio”, guardo verso il cielo e vedo avvicinarsi a forte velocità una “nube” marrone, rientro subito chiudendo a fatica la porta e vedo passarmi a pochi metri mattoni, tegole, canali, plastica e molto altro... Nadia Simone Stavo rientrando in casa quando all'improvviso si è alzato un forte vento, talmente forte che ho fatto fatica a chiudere la porta, Appena in casa ho visto dalla vetrata in direzione della piazza una grande "striscia di vento" grigia dentro la quale volava di tutto, era impressionante. Sembravano pezzi di carta, ma poi ho realizzato che erano tegole. Mi sono spaventata, ma dopo pochi minuti era tutto passato, vasi, sedie, rami spezzati e altro sparsi per il giardino, ma nulla di grave. Mi sono calmata e solo qualche ora, dopo facendo un giro per il paese, mi sono resa conto del disastro e di quanto sono stata fortunata. Claudia Lo sgomento per l’accaduto appare in tutta la sua gravità. 8 Come al solito tutto si stava svolgendo nella più assoluta normalità. Sembrava una giornata qualunque. Nel tardo pomeriggio, verso sera, erano le cinque... “le cinque della sera” ...il cielo con la nuvolaglia grigiastra si è rabbuiato, un brontolio strano, sinistro, si è fatto più frequente, poi di colpo il vento ha rinforzato. Quasi tutti l’hanno notato. I più fortunati e solerti hanno potuto mettersi al riparo, gli altri no, sono stati sorpresi. E’ stato un disastro. Sono stati pochi secondi, i più lunghi che si possano ricordare perchè siamo stati aggrediti dal panico e da una grande paura. L’evento, un tornado di forza impressionante, si è formato all’incirca a Castel Goffredo ed ha preso la direzione di Guidizzolo. “Ho vissuto questi attimi richiudendomi nello studio. Un tempo relativamente breve che non mi ha permesso di rendermi conto di ciò che stava accadendo. Un forte sibilo, un rumore scrosciante. Ho aperto leggermente la porta ed ho visto il tetto del portico che ballava, ma la forza del vento mi ha fatto subito richiudere appoggiandomi con il corpo. Ho sollevato lo sguardo verso il lucernario e ho visto passare vorticosamente di tutto... travi, rami, cassette nere, cellofan, tegole. Angoscia! Dopo pochi secondi ritorna la calma. Esco e mi rendo subito conto che il disastro è grande. Nel cortile materiali vari sparsi, davanti al cancello cassonetti rovesciati, assi, rami, tegole dappertutto. Prendo la macchina fotografica, esco sulla strada. Impietrisco! Il traffico è bloccato e vedo nella via le case dei miei vicini con le grondaie divelte, staccate, i tetti coi camini rovesciati, due macchine che transitavano sulla strada colpite. Le famiglie incredule escono alla rinfusa dalle abitazioni, qualcuno urla, ho pensato subito che vi fossero delle vittime. Ho scattato numero- se foto sin all’arrivo dei Vigili del Fuoco. Mi sono poi spostato sulla Via Circonvallazione nel Quartiere Gitti dietro casa mia. Tutte le case e le macchine parcheggiate erano danneggiate. Sconcerto! Ho seguito a ritroso il percorso della “striscia maledetta” nelle Vie San Martino e M. Grassi, nessuno ha avuto scampo. Ho seguito il percorso sino a Corte Breda: qui sembrava che la furia scatenata si fosse accanita sulle serre delle coltivazioni; tutte divelte. Persone sbiancate, ammutolite, spaventate. Dall’alto il rumore dell’elicottero dei VVFF che volteggiava per rendersi conto della disfatta. Più avanti, a Rebecco, dicevano che era peggio. Non ho più proseguito e sono rientrato, tanto ero angosciato e triste. Franco Bassignani I danni del Tornado del 9 luglio 2007 su Guidizzolo Abitazioni lesionate 505 di cui 103 in modo grave per un danno totale di circa 70.000.000 Euro di cui circa 8.000.000 per gli edifici pubblici. Aziende Agricole danneggiate 10 per un danno di circa 20.000.000 di Euro Le stime sono “molto” provvisorie, il danno reale si conoscerà solo dopo un completo inventario e stima dei beni danneggiati e difficilmente sarà inferiore alle prime valutazioni. La redazione ringrazia tutti coloro che hanno messo gentilmente le fotografie a disposizione per la pubblicazione. 11 Intervista al vicesindaco La Dott.ssa Emi Ghisolfi, Assessore alle politiche sociali e della famiglia, risponde in modo chiaro ed esaustivo al programma del suo assessorato e ci informa sei programmi in “cantiere”. Quali sono gli interventi più significativi realizzati a favore dei giovani? Quali quelli in programma? Prima di entrare nel vivo della domanda mi consenta una piccola “introduzione”. Parlare di politiche sociali e della famiglia significa trattare di argomenti che investono la pluralità dei soggetti che compongono la nostra società, tutti con esigenze legittime ed aspettative che meritano attenzione. Per questo l’Ente locale, il Comune, si pone in un’ottica di “doppia sussidiarietà” con interventi che talvolta sarebbe più logico immaginare effettuati da altri, ma anche con interventi volti a supportare le famiglie immerse spesso in un cammino quotidiano faticoso. A volte si tratta di programmi di grande respiro (si veda ad esempio il “Progetto Famiglia” lanciato alcuni anni fa) ed altre volte il piccolo contributo per la spesa quotidiana. Veniamo ai giovani. Negli ultimi 10/12 anni sono state attuate politiche particolari le quali, pur abbracciando anche altri ambiti dell’azione amministrativa, svolgono appieno la loro funzione sociale. Pensiamo all’incremento notevolissimo dello sport, all’impegno profuso nella biblioteca comunale e nel teatro, alle costanti collaborazioni sempre più strette con la scuola e le associazioni del territorio che si interessano dei giovani, ai Centri Ricreativi estivi, ai percorsi di approfondimento dei temi legati al mondo giovanile attuati mediante indagini che ci hanno portato ad individuarne i bisogni, alla nuova 12 decorosa sede della banda musicale che richiama tantissimi ragazzi, e non solo. Per il futuro? Lo scorso anno abbiamo svolto un’interessante indagine “Da cancello a cancello” sui ragazzi fino a 15 anni e sulle loro famiglie. Ne è risultato un interessantissimo spaccato di vita che sta per essere pubblicato e che consegneremo alle famiglie interessate. Ecco, da quel lavoro è scaturita l’idea di dar vita ad un “Progetto stili di vita”. Qual è oggi lo “stile di vita” maggiormente seguito dai giovani: l’alcol, la velocità, lo sballo o altro? Faremo degli incontri a spot per approfondire questi temi. Dai risultati scaturiranno poi le iniziative correlate. Cosa propone il suo assessorato a beneficio degli anziani, oltre alla gestione dei fondi su programmi regionali e provinciali? Dai giovani agli anziani, quasi si dovesse parlare dei due estremi di una società peraltro molto più articolata. La nostra prima preoccupazione verso le persone anziane è sempre stata quella di favorire la loro permanenza nelle famiglie di origine, senza tuttavia scordare che vi sono situazioni tali dove il ricorso a strutture protette e specializzate è l’unico modo per migliorare le condizioni di vita dell’anziano. Abbiamo quindi potenziato l’assistenza domiciliare, sviluppato incontri e collaborazioni con le altre associazioni che operano nel settore; in questi giorni stanno per essere assegnati i nuovi mini alloggi realizzati con Aler ed il contributo della Regione Lombardia; altri verranno costruiti sempre vicino alla Fondazione Rizzini con la quale poi ci convenzioneremo per poter usufruire dei servizi che con assoluta competenza eroga. Va ricordato inoltre l’impegno dell’amministrazione in servizi proposti da altri Enti, e qui penso al Centro Diurno, senza dimenticare il pagamento o l’integrazione di alcune rette alla Casa di Riposo. A questo proposito devo esprimere un forte apprezzamento per la nostra Fondazione Rizzini, una realtà sempre più aperta al territorio: non la “Casa di Riposo” intesa come negli anni passati, piuttosto un luogo di incontro per un modo nuovo di concepire i servizi alla persona. E per gli anziani in grave difficoltà cosa fa il Comune? E' possibile ipotizzare un intervento personalizzato di assistenza non solo sanitaria a domicilio? Vi sono ambiti dell’assistenza sociale che escono dalle competenze dei Comuni. Noi ci siamo sempre mossi per cercare di dare risposte esaurienti a tutte le richieste che ci pervengono. I comuni del nostro Distretto sono riuniti insieme ed insieme, nel settore sociale, predispongono quello che tecnicamente viene chiamato “Piano di zona”. Vi lavorano assistenti sociali ed operatori di tutto il territorio con competenze specifiche in questi ambiti. E' chiaro comunque che il nostro Comune, come sempre del resto, cerca di dare e darà risposte pure in questo ambito, da solo o attraverso le associazioni e le persone che con grande entusiasmo e dedizione, ne devo dare atto, lavorano in silenzio in questo settore dando segnali forti di una comunità che condivide. In questo periodo assistiamo ad un aumento delle truffe, soprattutto a domicilio, a danno degli anziani. Pensate a un più attivo impegno delle Forze dell'Ordine sul territorio? A una Polizia di quartiere? Recentemente ci siamo attivati, insieme alla Pro Loco, al Gruppo Volontari, al Centro Sociale “La Mimosa” ed al Circolo ANSPI “La famiglia” con un primo incontro informativo tenuto dal nostro servizio di Polizia Locale e in collaborazione con il comando Carabinieri; incontro proprio sul tema delle truffe e dei raggiri cui sono purtroppo coinvolte quasi sempre le persone anziane. E' stato molto partecipato: parecchie ed attente le persone presenti nel salone della Parrocchia che lo ha ospitato. Questa è stata solo la prima iniziativa alla quale ne seguiranno altre. Per quanto attiene alle Forze dell’Ordine, i Carabinieri ed anche i nostri vigili, credo che il loro impegno sul territorio sia già ora notevole. Pensare alla Polizia di quartiere mi pare, per Guidizzolo, prematuro. Le competenze comunque riguardano altri organi. Il servizio pasti a domicilio è sufficientemente utilizzato oppure potrebbe essere incrementato? Il numero degli utenti di questo servizio è generalmente in costante aumento. Solo questo dato, da solo, ci dice del suo gradimento. Vi sono persone che usufruiscono del pasto tutto l'anno ed altre che lo richiedono solo per brevi periodi. I pasti vengono confezionati dalla Fondazione Rizzini e trasportati a casa a cura del Comune; la loro preparazione è personalizzata secondo le indicazioni mediche. L’eventuale incremento è legato unicamente alle richieste che noi sicuramente provvederemo a soddisfare. Il “Micronido” si sta rivelando un'esperienza positiva? E' un po' come chiedere all’oste se il vino che serve è buono. La domanda andrebbe probabilmente rivolta alle famiglie dei piccoli utenti. Da parte mia posso solo confermare che gli apprezzamenti sono continui. Il servizio è svolto in convenzione con la locale Cooperativa Orizzonti con cui abbiamo uno stretto rapporto di proficua collaborazione in questo e in altri ambiti del settore sociale. Val la pena infatti ricordare, ma il tema sarà opportunamente e meglio trattato dall’Assessore alle Politiche scolastiche, che il Comune interviene anche a sostegno di necessità socio-assistenziali nella scuola con ottimi risultati. Quali aiuti sono rivolti a sostegno dei portatori di handicap e delle loro famiglie? A Guidizzolo, per la precisione in frazione Rebecco, ha la sua sede il Centro Diurno Disabili dell’Alto Mantovano al quale il Comune di Guidizzolo presta da sempre grande attenzione. Nato 25 anni fa e da allora sempre cresciuto ci dà l’idea complessiva dell’impegno amministrativo nel variegato settore delle disabilità. Gli aiuti concreti poi riguardano, ad esempio, il pagamento delle rette di coloro che frequentano Centri specializzati (CDD, Coop. Fiordaliso, ecc.); il trasporto alla Casa del Sole oltre che la quota generale di sostegno al servizio erogata anche in assenza di utenti; lo sgravio della tariffa rifiuti, e comunque tutte le necessità che quotidianamente si possono presentare. Aggiungo inoltre che a livello distrettuale, quindi con partecipazione diretta del nostro Comune, si interviene anche nei confronti delle altre strutture territoriali. Andrea Dal Prato 13 Campionato Regionale Giovanissimi Simone Turrini vice-campione regionale Semplicemente perfetta. E’ questo l’unico aggettivo utilizzabile per una manifestazione che ha visto coinvolte l’Amministrazione comunale e le principali associazioni guidizzolesi, Pro-Loco e Commercianti in testa. Al di là dei vincitori e delle vincitrici nelle diverse fasce la vera palma del vincitore in questo Campionato Regionale Ciclistico della categoria Giovanissimi spetta senza ombra di dubbio al Ciclo Club 77 Guidizzolo che non solo ha saputo organizzare tutto nei minimi dettagli (e non era certo facile vista la massiccia partecipazione di 500 giovani atleti provenienti da tutta la Alessia Gozio, vincitrice del G3, felice con gli amici Giovani “atlete” in gara 14 Lombardia) ma ha anche saputo mettere insieme e far partecipare a questo importante “vetrina” enti ed attività pubblici e privati. E i commenti da parte delle società, oltre che dei più accreditati addetti ai lavori, sono stati tutti improntati ad un apprezzamento al Comitato organizzatore con l’auspicio che anche in futuro altri prendano esempio. 250 ragazzine al mattino ed altrettanti maschi al pomeriggio si son così dati battaglia in quella che per tutti era la “gara dell’anno”. Il percorso, 950 metri in area industriale tutto interamente transennato proprio per la sicurezza dei ragazzini; il servizio d’ordine coordinato dal locale Comando di Polizia Locale e dalla Protezione civile, la visita del maresciallo comandante del Carabinieri, l’Amministrazione comunale per la propria parte e gli sponsor per la loro: inappuntabile. Così, presenti il responsabile nazionale del settore giovanile FCI Adriano Arioli, il vice presidente regionale Bruno Righetti ed il presidente provinciale Corrado Lodi, il consigliere regionale Carlo Maccari, il sindaco di Guidizzolo Graziano Pelizzaro e l’assessore allo sport Cesare Maccari, il “Trofeo Amac - Trofeo Arcobaleno” ha vissuto la sua giornata perfetta. Sul piano organizzativo, come si è detto, ma anche su quello sportivo dove il Ciclo Club 77 è riuscito a piazzare un suo giovane corridore, Simone Turrini, al secondo posto vice campione regionale - nella G2 vinta dal bresciano Michele Gazzoli. Tra le ragazzine in evidenza le province di Bergamo e Brescia; più equilibrati i maschi. Questi i campioni: FEMMINILE - G1 Michela Giuliani (Bergamo), G2 Martina Fidanza (Bergamo), G3 Alessia Gozo (Brescia), G4 Miriam Vece (Cremona), G5 Simona Signorini (Brescia), G6 Arianna Fidanza (Bergamo); MASCHILE - G1 Gianluca Formicola (Lodi), G2 Michele Gazzoli (Brescia), G3 Samuele Arena (Pavia), G4 Imerio Cima (Brescia), G5 Paolo Bernasconi (Como), G6 Antonio Magni (Bergamo). Alla fine ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito e lavorato sono venuti dal presidente del Ciclo Club Claudio Cervi e dal segretario Adriano Roverselli. La Scuola non ci ha guadagnato! Non è così, se vi pare! Sono la professoressa Anna Giallonardo. Scrivo sull’onda della soddisfazione e della gioia, che hanno contaminato anche alunni e genitori, colleghi, bidelli e segreteria, ma che, nella scuola di Guidizzolo (medie e alte sfere), e solo in questa, non possono mai essere allo stato puro: si perdono in rivoli di finta normalità e di biascicante, distratto, frettoloso riconoscimento (quando c’è). Che cosa è successo? E’ successo che un laboratorio espressivo-teatrale, facoltativo/opzionale, fatto al pomeriggio, con un gruppo di 22 alunni delle classi terze, ha funzionato talmente bene che si è pensato di non doverlo riproporre (il Dirigente non l’ha nemmeno menzionato nei Collegi Docenti, luogo deputato alla discussione e alla approvazione anche dei progetti) così come era stato concepito e realizzato; anche se poi ha ottenuto una menzione d’onore al concorso nazionale “Immagini per la terra” di Green Cross, cosa importa… tanto i premi non si conquistano, ma si regalano, e guarda caso a essere premiati sono sempre gli stessi, fortunati in modo irriguardoso e impudente perchè nulla fanno e nulla hanno per meritarseli! Ma tant’è… Ora, per un attimo fuor di ironia, vorrei ringraziare la Fondazione “Nonsoloarte Franco Bombana”, l’Amministrazione comunale, il Teatro Magro, gli alunni delle classi terze e i loro genitori per aver concorso, a vario titolo, alla riuscita di un’attività che ci ha portato fuori dall’autoreferenzialità e dai confini rassicuranti, ma pur sempre ristretti, della scuola di paese per approdare alla cerimonia di premiazione, che si terrà in ottobre a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica. La menzione d’onore non prevede premi in denaro. Però, la scuola ha guadagnato in immagine, in prestigio, in/per qualità. Ma si dà il caso che per qualcuno, purtroppo insegnante, che evidentemente attribuisce alla sua professione connotati da lavoro impiegatizio e che ben si districa tra numeri e conti, c’è guadagno quando la scuola risparmia. E si badi bene che il progetto “Storia, arte, teatro in riciclaggio” è stato a costo zero per la scuola: la Fondazione che, con il suo comitato scientifico, l’ha ideato e proposto e l’Amministrazione comunale che l’ha sostenuto si sono spartiti l’onere economico e, visto l’esito finale “grondante di vittoria”, anche l’onore. La scuola può goderne? Può ripetere l’esperienza e continuare a lavorare, come ha fatto, per obiettivi di conoscenza e di sensibilizzazione dei ragazzi alle tematiche ambientali in una scuola del fare e dell’essere, dove si impara divertendosi? No. Perché non ci ha guadagnato. Ma che cosa avrebbe dovuto o potuto guadagnarci? Qualcuno dovrebbe dirmelo. Accetto risposta, se c’è, da chicchessia, purché motivata sul piano educativo-didattico e non necessariamente riconducibile a meri interessi contabili. Sia chiaro: i soldi sono stati necessari, e la stessa documentazione di processo e di prodotto, realizzata e presentata a fine anno scolastico, ha avuto bisogno di idee di partenza, di proposte in itinere, di persone e competenze, …e di soldi: contro la logica dell’accontentarsi e dell’arrangiarsi. A questo punto, si andrà a fare altrove quello che non è più possibile fare a Guidizzolo. Mi si dirà: nessuno è indispensabile: vero. Però i “veri” risultati “cantano” a beneficio di chi ha creduto e sostenuto tutta l’operazione e di quanti (in primis i ragazzi) vi hanno profuso anima e corpo. E solo quelli contano! E’ così, se vi pare. Anna Giallonardo 15 Percorso ciclo - pedonale La conservazione, la tutela e la valorizzazione del territorio sono temi che interessano particolarmente l'opinione pubblica per poter concretizzare meglio la tutela del paesaggio. Presentiamo un progetto per un “percorso ciclo - pedonale” che vorrebbe promuovere, valorizzare e in alcuni casi ripristinare i luoghi che hanno caratterizzato il nostro territorio non solo nel presente, ma anche del passato. Il percorso da realizzarsi nella parte a sud della ex S.S. n. 236 “Goitese” potrebbe fruire e appoggiarsi alla viabilità esistente, mantenendo le caratteristiche tipologiche dei tracciati viari, cercando di sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti (Parcheggio delle Poste in viale Martiri della Libertà) base di partenza, per limitare al minimo l'impatto ambientale. Gran parte del tracciato ipotizzato si trova in una porzione di territorio indicato nella cartografia del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, come “zona di salvaguardia ambientale”. Il mezzo migliore per fruire delle bellezze del luogo è la bicicletta, anche grazie alla mancanza di dislivelli; una velocità contenuta e la possibilità di percorrere distanze di alcune decine di chilometri in tempi brevi, la rendono lo strumento ideale per vivere il paesaggio. 16 Il percorso attrezzato potrebbe essere dotato di idonei segnavia e di cartellonistica che descriva i caratteri naturalistici, paesaggistici, agresti, antropici, storico-culturali, architettonici che caratterizzano questa parte del paesaggio Guidizzolese. Potranno essere previsti spazi di sosta e zone di ristoro per i fruitori, tabelle indicative di fatti storici o di dati legati alla flora e alla fauna, nonché indicanti punti di vista privilegiati per ammirare le caratteristiche del paesaggio agreste, gli scorci e le vedute migliori per poter ammirare i dolci declivi del vicino anfiteatro Morenico del Garda, dell’arco collinare dove si trovano Castiglione delle Stiviere, Solferino, Cavriana e Volta Mantovana. Oltre a questi interventi diretti alla realizzazione del tracciato, sarà molto importante prevedere il ripristino, in alcuni dei punti più significativi, della vegetazione autoctona, della rete idrica di irrigazione che ha caratterizzato le nostre campagne fino a pochi anni fa, dei manufatti più antichi e di quelle opere di antropizzazione del territorio che hanno permesso di trasformare il paesaggio così come oggi possiamo vederlo e che crediamo possa anche essere ripristinato rispetto a certe vecchie realtà naturali, non per una mera nostal- gia di tempi passati, ma per migliorare quella natura che ci è stata donata e della quale abbiamo obbligo di custodia. Il tracciato vorrebbe far apprezzare elementi architettonici importanti, quali: - corti rurali presenti all’interno del tessuto urbano, o isolate nella campagna aperta (antichi strumenti di controllo del territorio, abitazioni delle famiglie contadine); - edifici di pregio storico - sacro (l’Oratorio di San Lorenzo, le Chiese dei vari centri abitati, eventuali Edicole votive presenti sul percorso, Palazzo Villa Rizzini, Palazzo Pezzati, cascine legate alla Battaglia di Solferino e San Martino); e gli elementi strutturali del territorio quali: - reti idriche che hanno permesso l’ordinata antropizzazione del paesaggio rurale; - piantumazioni lungo le strade o lungo i confini di proprietà con specie autoctone come: gelsi (a ricordo dell’origine del grande sviluppo industriale nel campo tessile dei nostri giorni), pioppi (per la capacità di offrire sollievo dalla calura estiva). Si vorrebbero valorizzare le alzaie che delimitano gli argini del canale “Virgilio” e suoi derivati, individuandole come punti di vista privilegiati per la fruizione visiva del territorio. La realizzazione delle “opere” che caratterizzeranno il percorso ciclo - pedonale, potrà avvenire in tempi diversi, l’idea infatti è quella di realizzare un “semplice progetto paesaggistico” formato da più interventi legati tra loro, ma a sè stanti, realizzabili in tempi diversi, per rendere più flessibile e più snella la loro attuazione. Il percorso non vuole però essere solo un tracciato rigido da seguire acriticamente, ma un “suggerimento” per potersi perdere nella campagna e scoprire i caratteri del paesaggio che la contraddistinguono. Il progetto è stato presentato al Comune, perchè possa essere valutato, in fase di redazione del nuovo Piano di Governo del Territorio. L’inserimento del progetto, tra gli elementi ordinatori del Piano, potrebbe essere individuato come una proposta di interesse collettivo. Si dovrebbe valutare la possibilità di vincolare paesaggisticamente le aree più significative dal punto di vista dei caratteri paesistici, poste nell’intorno del tracciato del percorso. Alcuni vincoli potranno essere di tipo conservativo, per quel che riguarda gli elementi architettonici tipologicamente importanti degli edifici di interesse; altri di tipo inedificatorio per la tutela di aspetti naturalistici. Gli amici del percorso 17 salute Argomenti medici semplificati da Elodio Perani di Guidizzolo Le razze umane non esistono La scoperta di uno scienzato italiano I reali parametri temporali dell’origine dell’uomo non sono paragonabili né a quelli della Bibbia, per l’impossibilità di confrontare quel sistema di calcolo con le nostre unità di misura, né a quelli della bioastronomia che ipotizza la presenza di ominidi sulla terra addirittura quattro milioni di anni fa. I più conosciuti resti scheletrici di paleantropi, venuti alla luce da due secoli, appartengono ad esseri vissuti dai 65.000 ai 35.000 anni fà in una valle della Germania chiamata Neandertal e in una località francese denominata Cro-Magnon. Da questi e da altri reperti vennero distinti dei raggruppamenti, con caratteri costanti e trasmissibili chiamati razze. I primi tentativi di classificazione risalgono al 1.700 quando l’homo sapiens è stato suddiviso in quattro razze: americanus (di pelle rossa), europaeus (di pelle bianca), asiaticus (di pelle gialla), asser (di pelle nera). Ciascuna di queste razze, oltre che per caratteri somatici esteriori, veniva poi distinta per facoltà psicologiche e culturali ed era questo orientamento che già conteneva i presupposti del razzismo. Nella prima metà del 1.800 venne proposta una classificazione più particolareggiata su cui Darwin proseguì i suoi studi ed altri antropologi elaborarono categorie, solo apparentemente scientifiche, che ancor più innescarono mitologie razziali di tipo gerarchico. Darwin in origine, partendo dal fenomeno della selezione naturale, era arrivato al concetto di mutabilità e quindi di origine di nuove razze. In altre parole sosteneva che l’allontanamento dal tipo originario provocava la tendenza alla varietà. Da qui aveva ipotizzato la discendenza biologica dell’uomo dalla scimmia, basata sulla 18 somiglianza ereditaria dei caratteri. Ebbe il disappunto simultaneo dei biologi perché questi concetti non riportavano le minime prove scientifiche, e dei teologi che logicamente contestavano, per rivelazione divina, un comune antenato per uomo e scimmia. Darwin, nell’ultimo periodo, perfezionò le precedenti convinzioni sostenendo che il primate dell’uomo era addirittura un gradino inferiore allo scimpanzè e che la loro vicinanza era evocabile soltanto per processi psicologici e fisiologici simili, non affatto uguali. Questo concetto per certi versi non contrastava con l’opera di Dio perché divideva completamente la creazione dell’uomo da quella degli altri esseri viventi. Successivi autori, a partire dal 1.900, seguirono altre tendenze ed altre strade che alla fine si rivelarono sempre più inattendibili: veniva fatta una distinzione di razze esclusivamente sulla base di fattori estetici, risultati da condizioni ambientali quali il colore della pelle e la forma del cranio, il tipo di capelli, i tratti facciali, ecc. chiamati FENOTIPI. E’ stato uno scienziato italiano, Luigi Luca CAVALLI-SFORZA, mio giovane professore di Genetica Umana all’Università di Milano e successivamente docente emerito all’Università di Stanford in California, che ha sovvertito il concetto di diversità razziale scoprendo che i veri responsabili dei caratteri esteriori sono i GENOTIPI e che i FENOTIPI sono interessati solo in parte. Ma ciò che è sensazionale è che soltanto 3-5 geni su tre miliardi di elementi che costituiscono il GENOMA UMANO sono coinvolti e che questo fenomeno è da considerare come il risultato di fattori che hanno agito in epoche subentranti. Questo scienziato, spostando l’attenzione sui genotipi, gli unici elementi che possono rappresentare i caratteri differenziali tra gli esseri umani, salute ha dimostrato per primo che le razze non esistono; ne esiste una solo perché tutti conserviamo immutati i caratteri comuni posseduti all’origine. I suoi studi, frutto di una enorme ricerca multidisciplinare antropologica, geografica, ecologica, linguistica, dimostrano che l’umanità senza dubbio deriva tutta da una piccola popolazione centroafricana vissuta circa 100.000 anni fà. Barriere geografiche, oceani, deserti, catene montuose hanno isolato questi gruppi umani per migliaia di anni favorendo la stabilità del patrimonio genetico fino a quando iniziarono a migrare nelle varie parti del mondo. Raggiunsero primitivamente l’Asia, quindi l’Europa e poi l’America ed è strabiliante come questo percorso non sia stato costruito temporalmente e storicamente da CAVALLI-SFORZA bensì ricavato da indagini di variazioni genetiche classificate esclusivamente come fenotipiche dai precedenti studiosi della materia. Le differenze etniche visibili quindi non dipendono da fattori razziali, ma da una selezione il cui concetto essenziale sta nel fatto che, partendo dalle differenze genetiche esistenti fra gli uomini odierni, si può risalire nel tempo per capire come e perché si sono verificate. Un’ulteriore conclusione della ricerca di CAVALLI- SFORZA mette in evidenza che, se due individui sono geneticamente molto simili, hanno un antenato comune molto recente mentre la loro maggiore diversità presuppone un antenato molto antico. Nell’universo scientifico moderno, in cui le scoperte si susseguono a ritmo vertiginoso, spesso viene spontaneo interrogarsi sul valore delle ricerche. In questo caso la risposta è insita nel fatto che il professor CAVALLI-SFORZA è ufficialmente riconosciuto ai vertici mondiali della scienza genetica umana e che, con la sua equipe di ricercatori, ha peculiarmente esaminato le oltre duemila popolazioni remote di origine autoctona tuttora viventi sul globo terrestre. 19 Psicologia a cura della Dott.ssa Giulia Stuani I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale La morte completa la nostra vita La nostra società non ama e, soprattutto, non è preparata a parlare di morte. Tutte le esperienze che noi possiamo fare attinenti alla morte, vengono falsate, nascoste, non se ne vuole parlare. Basti pensare a quando muore il cagnolino dei nostri bambini. Noi tendiamo a nascondere tutte le prove di questa morte e poi siamo pronti a dire ai nostri figli che “il cagnolino è scappato”; oltretutto, non ci rendiamo nemmeno conto che i bambini hanno una visione molto più realistica e naturale della vita e della morte, e che molto spesso sanno reagire ad essa con molta più forza di un adulto. Ma ci dimentichiamo una cosa fondamentale: vivere significa, prima o poi, morire; la morte non è da vedere come la fine di un’esistenza, ma come il suo necessario compimento. Non può esistere una vita che non debba arrivare a concludersi. È un fatto naturale, per quanto triste. Allora perché la nostra civiltà fugge da tutto ciò che è morte e ad essa annesso? E sto qui parlando delle malattie, degli anziani, del dolore (fisico e psichico)… Se provate per un attimo a pensarci, i malati, gli anziani, i pazzi, gli orfani vengono tutti allontanati dalla società anche fisicamente, facendo loro trovare spazio in appositi edifici adibiti alla pre-morte o al vissuto di mancata vita; l'integrazione di queste persone all'interno della società è sempre difficile, non tanto per i problemi reali che il loro modo di essere comporta, quanto per le reticenze che le persone “normali” hanno ad accettarli e ad accettare i pensieri, non esattamente felici, che in loro rimandano. Questa tendenza a negare l’esistenza della morte è un errore gravissimo della nostra cultura. Facendo finta che essa non esista, creiamo le occasioni migliori per accrescere la nostra paura interiore e normale nei confronti della morte, ma è un circolo vizioso! Dovremmo impegnarci tutti un po’ di più per estinguere questa cattiva abitudine, sia per cercare una più grande 20 serenità nostra interiore, sia per poter dare un po’ più di aiuto a coloro che con la morte ci lavorano e a coloro che la stanno vivendo nella propria famiglia o nel proprio intimo. È proprio per questo motivo che l’articolo di psicologia vuole, stavolta, affrontare questo, ormai, tabù; ma non parleremo della morte, della quale saprebbe meglio parlare un sacerdote o una guida spirituale, bensì del lutto, una condizione ad essa strettamente legata. Innanzitutto bisogna dare una definizione di lutto: come dice D. Barnes, il lutto è “il lento processo di ridefinizione del nostro mondo e della presenza di una persona che ci era particolarmente cara”. Con queste parole s’intende dire che, dopo la perdita di una persona che occupava un posto importante nel nostro cuore, noi che rimaniamo proviamo un insieme di sensazioni che, nel caso in cui non diventino patologiche, ci porteranno a capire il nostro mondo, la vita ed anche il nostro caro scomparso sotto un’altra prospettiva. In quest’ottica, il lutto è strettamente legato all’amore: “solo chi vive lontano dall’amore può evitare la tristezza del lutto, l’importante è crescere, nel lutto, e rimanere vulnerabili all’amore” diceva John Brantner. Il lutto può essere di svariati tipi: anticipatorio, normale, patologico o cronico. Il lutto anticipatorio avviene esclusivamente in chi assiste per un lungo periodo una persona che sta andando inesorabilmente verso la morte; è un percorso, fatto giorno dopo giorno, in cui i famigliari, o coloro che assistono il malato, si abituano alla futura separazione dal proprio caro, diluendo nel tempo il dolore per la perdita, avendo la possibilità di parlarne anche con colui che se ne andrà, avendo la possibilità di, in un certo senso, prepararsi a ciò che succederà. Il lutto cronico ed il lutto patologico sono due forme di lutto malate: sono le estremizzazioni di ciò che avviene nel lutto normale, ma, nel primo caso, le sensazioni, i pensieri ed i modi di agire tipici del lutto normale diven- tano eterni e non arrivano ad estinguersi se non con la propria morte, mentre, nel secondo caso, questi modi di sentire e di essere diventano talmente importanti e pesanti da impedirci di reagire al lutto e da trascinarci in una condizione di non-vita molto autolesionista. Il lutto normale è quel periodo successivo alla perdita della persona cara, ma soprattutto, successivo a quel senso di stordimento iniziale dato dall’evento (che si fosse stati preparati o meno ad esso), in cui, come già precedentemente si accennava, si “lavora”, consciamente ed inconsciamente su sé stessi per arrivare alla costruzione di un nuovo equilibrio interiore, anche in assenza di quella persona a noi tanto cara. Questo percorso è costituito da fasi, che però non hanno un tempo e non possono essere considerate uguali per tutti: ognuno di noi ha i suoi tempi ed i suoi modi per reagire alla vita e quindi anche per reagire alla morte; non esistono modi giusti o sbagliati, emozioni giuste o sbagliate, azioni giuste o sbagliate per vivere un lutto, semplicemente esistono le nostre personali attitudini a reagire in una maniera o in un’altra. Ovviamente, il lutto invade tutti gli aspetti di cui noi siamo l’insieme: il piano affettivo, il piano intellettuale ed il piano fisico. Affettivamente, com’è intuibile, la tristezza e il pessimismo sono le emozioni dominanti, si rifiuta l’aiuto degli altri e spesso si crede di non poter nemmeno sfogare apertamente il proprio dolore, perché chi vive il lutto crede che questo sia solo suo e quindi che gli altri non possano capirlo; si può passare un periodo in cui ancora si parla con il defunto, si può passare dal pianto disperato al riso isterico, solo perché si è in uno stato quasi confusionale in cui ancora non si è in grado di ristabilirsi e di guardare in faccia la realtà. Spesso ci si colpevolizza per aver eventualmente dedicato una scarsa assistenza alla persona cara, sia che fosse malato, sia che fosse morto in situazioni istantanee ed inimmaginabili (il classico “avrei potuto fare”); riaffiorano i rimpianti, si fugge da luoghi allegri, non ci si vuole più mettere in gioco, si cade in una sorta di apatia. La tendenza è quella del rifiuto. E soprattutto è probabile arrivare a pensare che la propria vita ora, senza il nostro caro, non abbia più valore e possa essere lasciata andare alla deriva: nel momento in cui questo pensiero rimane solo un pensiero, il lutto resta ancora nell’ambito della normalità, ma nel momento in cui si arriva a credere di non prendersi più cura di sé e di lasciarsi trasportare dagli eventi, solo per smettere di soffrire, il lutto diventa patologico. Sul piano intellettuale non è difficile credere che diminuiscano le capacità di pensare, di ragionare, di essere attenti e concentrati, di memorizzare le cose; di tutto questo ci si accorge e, quindi, viene ad aumentare la sfiducia in sé stessi. A livello fisico, dato che “mens sana” è “in corpore sano”, tutto quanto viene sconvolto: variano i ritmi sonno-veglia, sia aumentando le ore di sonno (per fuggire dalla realtà) sia diminuendole perché non si è in grado di rilassarsi nemmeno per un attimo, subentra l’inappetenza e spesso si ha un calo ponderale considerevole, si diventa rallentati in tutto, anche nel parlare. Poi, come appunto si diceva prima, nessun lutto può essere uguale a quello di un’altra persona: ognuno può sperimentare tutto quanto appena detto, oppure non vivere nulla di tutto ciò; si può mascherare il dolore e non parlarne, oppure essere monotematici e parlare solo di quanto male si stia. Ciò che più è importante è che, prima o poi, si arrivi all’accettazione, l’unico rimedio contro il dolore dato dalla perdita della persona che tanto amavamo. Come diceva Elisabeth Kubler Ross, una delle maggiori esponenti della medicina palliativa, “l’accettazione è la fase finale del lutto in cui viene permessa la ricostruzione della propria interiorità. È il momento in cui si riesce a raccogliere i pezzi e a ricomporre la struttura della propria personalità. Non si nega e non si rifiuta più la realtà, ma la si accetta”. In sintesi, l’accettazione diventa il momento in cui si capisce intimamente che la situazione è irreversibile, che noi siamo impotenti di fronte alla morte e che nulla possiamo più fare per non guardare in faccia la verità; i sensi di colpa e il dolore si affievoliscono, ricominciano le interazioni sociali e le attività sia lavorative che di svago. Ci arrendiamo all’evidenza, ma lo facciamo arricchiti di ciò che, soffrendo, abbiamo potuto imparare: la nostra vita non sarà mai più come prima, ma continueremo a vivere, anche ricominciando a sorridere, perché il modo migliore di onorare la memoria di una persona a noi cara è di continuare a vivere una vita piena e ricca nell’animo. L’unico strumento che abbiamo per poter arrivare a questa consapevolezza è la comunicazione, la condivisione e la manifestazione del nostro dolore; ma questo non significa dover parlare! Il nostro dolore, può essere colto anche solo da uno sguardo, da un sorriso a mezza bocca, dal rifiuto ad un invito; ciò che dovremmo augurarci è di trovare sempre qualcuno che sia in grado di accogliere il nostro dolore, senza diventare invadente o, peggio, banale: quando soffriamo, le parole che ci vengono dette servono a poco, l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è di sapere che non siamo soli. 21 Gnocchi alla parigina a cura di Donatella Lusenti Ricetta per 4 persone Ingredienti 250 g di farina 150 g di burro 150 gr parmigiano 4 dl di latte 6 uova noce moscata sale Per la salsa Mornay 40 g di burro 40 g di farina 1/2 l di latte 80 g panna fresca 60 g di parmigiano grattugiato sale, noce moscata Preparazione Portare ad ebollizione il latte con 100 gr di burro, un pizzico di sale e noce moscata. Raggiunto il bollore, versare velocemente a pioggia 250 gr di farina e mescolare energicamente per ottenere un composto liscio che lasceremo cuocere per 2/3 minuti. Togliere dal fuoco, far intiepidire ed incorporare, uno alla volta, le uova intere mescolando energicamente finchè l’uovo sarà completamente assorbito nel composto, alla fine incorporare 100 gr di parmigiano. Mettere il composto in una sacca di tela (sacca da pasticceria) con una bocchetta liscia del diametro di 1 cm e mezzo (oppure basta l’apertura della sacca se non è troppo grande). In una pentola capiente portare ad ebollizione acqua salata e formare con la sacca, spremendo il composto, dei gnocchetti lunghi 2-3 cm che tufferemo nell’acqua bollente tagliandoli a raso della bocchetta con un coltello bagnato nell’acqua bollente. Formati gli gnocchi pescarli quando vengono in superficie e metterli ad asciugare su di un canovaccio. Continuare formando pochi gnocchi alla volta, fino ad esaurimento del composto. In una pirofila da forno fare sul fondo uno strato di salsa Mornay e disporvi gli gnocchi, coprirli con la rimanente salsa e con i 50 gr di parmigiano rimasti e infine aggiungere i fiocchetti di burro. Infornare a 200° per 10 minuti. Vini consigliati Ribolla del Colli Orientali del Friuli Pinot grigio dell'Alto Adige 22 Preparare una besciamella: sciogliere in un tegamino 40 g di burro, poi unire la farina mescolando in continuazione con la frusta. Una volta amalgamati i due ingredienti, aggiungere lentamente il latte bollente con sale ed un pizzico di noce moscata. Cuocere, continuando a mescolare, per circa 3-4 minuti. Versare la panna mescolando ed aggiungere il parmigiano grattugiato. cronaca Gli Alpini all'Adunata Nazionale Alla recente Adunata Nazionale degli Alpini, a Cuneo, era presente anche una rappresentanza del Gruppo di Guidizzolo tra gli oltre 450.000 partecipanti. Per un’intera giornata la città piemontese ha accolto ed applaudito le numerose sfilate che passavano davanti al palco delle autorità, tra le quali c’erano il presidente del Senato tenente alpino Franco Marini, il Ministro della Difesa Arturo Parisi, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, il segretario della Camera dei Deputati Carlo Giovanardi. A rappresentare i guidizzolesi c’erano il presidente Virgilio Bignotti, Angelo Rivera, Bruno Tedoldi, Franco Mazzacani ed Enzo Galvani. “Molti si chiedono e ci chiedono perchè solo gli alpini fanno queste oceaniche adunate, ci ha detto Bignotti; semplice: perché siamo alpini, perché ci unisce un grande spirito di corpo, il cappello con la penna ed il Tricolore”. Davanti alla bandiera del Corpo, sulla quale sono appuntate ben 208 medaglie d’oro, hanno sfilato proprio tutti, dai sopravvissuti alla guerra di Russia fino ai più recenti. Tra i più “anziani” anche un reduce della campagna di Abissinia del 1935. Guidizzolo, vigili urbani a confronto Una trentina tra comandanti ed agenti di polizia locale, in rappresentanza di oltre 15 Comuni della provincia di Mantova, si son dati appuntamento nei giorni a scorsi a Guidizzolo per una giornata di aggiornamento promossa dal comando guidizzolese di cui è responsabile Ramona Tarchini. Tema dell’incontro: “Procedure sanzionatorie con stesura dei relativi verbali inerenti i pubblici esercizi, i circoli privati, gli esercizi commerciali, gli ambulanti”. Il commissario aggiunto del Comune di Brescia Oscar Pasini, responsabile della Polizia Commerciale di Brescia, relatore al convegno, ha preso in esame tutta la normativa nazionale e regionale relativa all’argomento trattato, presentando una serie di schede esplicative. Queste hanno, senza dubbio, lo scopo di spiegare le norme ed ottengono pure l’obiettivo di omogeneizzare anche le interpretazioni e, conseguentemente, l’operatività degli agenti di Polizia locale chiamati quotidianamente a districarsi tra leggi e leggine. Al termine dei lavori, i partecipanti si sono detti tutti ampiamente soddisfatti ed hanno auspicato il ripetersi di questi incontri di aggiornamento. Il laboratorio “SpazioFotoIdea” Lo scorso 7 giugno si è concluso “SpazioFotoIdea”, il laboratorio per i ragazzi della Scuola Medi organizzato dalla Orizzonti Onlus in collaborazione con il Comune di Guidizzolo. L’evento conclusivo, che ha avuto luogo presso l’aula magna dell’Istituto Comprensivo di Guidizzolo ed al quale hanno partecipato molti dei 21 ragazzi iscritti al laboratorio, è stato programmato come un ultimo momento di festa e di condivisione dell’esperienza: i partecipanti hanno potuto infatti allestire i lavori fotografici realizzati ed assistere ad un video che raccoglieva tutte le foto più significative scattate dai ragazzi. SpazioFotoIdea, partito il 22 febbraio scorso, non è stato propriamente un laboratorio di fotografia, dove imparare teorie e tecniche di questa arte, ma piuttosto un laboratorio relazionale e di idee creative. Quanti han preso parte agli incontri settimanali del giovedì hanno utilizzato la macchina fotografica digitale soprattutto per riscoprire sé stessi e gli altri attraverso l’immagine. L’obiettivo, ci dicono alla Cooperativa Orizzonti, non era tanto quello di insegnare ai giovani come diventare fotografi provetti, quanto quello di aiutare e condurre i ragazzi ad esprimere tutta la loro creatività, le loro idee e le loro emozioni “fissandole” su foto significative. Così, i giovani fotografi hanno avuto modo di mettersi a fuoco e di capire meglio sé stessi e gli altri attraverso lo strumento della 23 cronaca macchina fotografica. Numerose le attività programmate: costruzione di storie fotografiche a fumetti, utilizzando le immagini scattate per il paese; rappresentazione di statue pronte ad essere immortalate per trasmettere emozioni e sentimenti come la paura, la tristezza e la meraviglia; creazione di originali messaggi pubblicitari e sociali, integrando il segnale stradale “STOP” con cartelloni che citavano tutte quelle cose che i ragazzi volevano fermare (come ad esempio la droga ed i ladri); un’uscita di pulizia ambientale dimostrando, attraverso il loro reportage fotografico, come sia semplice rendere le nostre strade migliori con piccole azioni. Praticabili da tutti. Un’esperienza sicuramente positiva che merita di essere riproposta. Esercitazione post-terremoto Movimentata simulazione di un evento tellurico con conseguente intervento delle squadre di soccorso. L’esercitazione, promossa dall’assessorato alla sicurezza del Comune di Guidizzolo con il patrocinio del Ministero degli Interni, Regione Lombardia e Provincia di Mantova, ha visto allertati gli uomini della locale Protezione Civile, che già in passato hanno avuto compiti operativi in situazioni di vera emergenza, la Polizia locale, i Vigili del fuoco, i volontari del GVG. Il primo intervento ha interessato il plesso scolastico con i bambini e ragazzi delle scuole primaria e secondaria di primo grado, impegnate a seguire un copione che già altre volte avevano immaginato e sperimentato a scuola. In questa occasione però, come ha spiegato il dirigente scolastico prof. Sanzio Salami, la presenza degli uomini addetti alla sicurezza ha reso più credibile l’esercitazione voluta dall’assessore Claudio Busca. Con i primi ragazzi che raggiungevano l’esterno sono scattate tutte le modalità previste dai protocolli di soccorso con l’impiego di uomini e mezzi. Sirene, ambulanze, ponti radio: tutto per dare all’evento la maggior veridicità possibile. Nel parco Barriera, di fronte alle scuole, veniva nel frattempo montato il campo dove i finti-feriti sono stati portati; nel frat- 24 tempo altri ragazzi ed insegnanti erano impegnati in prove di spegnimento di incendio. La due giorni sull’emergenza è continuata con l’evacuazione pomeridiana del teatro comunale, mentre la mattina successiva si è ipotizzato il crollo di una palazzina su Via Solferino, tratto interno della ex statale Goitese, con conseguente deviazione della circolazione per una mezz’oretta su strade interne. Increduli i guidizzolesi nel vedere la strada, che taglia in due il centro abitato, completamente libera da veicoli. Soddisfazione per la prova è stata espressa dal sindaco Graziano Pelizzaro, dall’assessore Busca e da tutti gli uomini impegnati. Visita al Mulino Castagna Non sono molti i mulini ad acqua tuttora funzionanti. Uno di questi, probabilmente tra i meglio conservati, è quello di Aldo Castagna a Guidizzolo, a due passi dall’Oratorio di San Lorenzo. E’ tornato ad essere meta di scolaresche, come già diversi anni fa. Qui si può ancora vedere la grande ruota di 44 pale che gira la macina e scoprire come dal grano si passi piano piano alla farina. Recentemente ha ricevuto la visita degli incuriosi- ti bambini della materna di Guidizzolo i quali, accompagnati dalle loro insegnanti, hanno dimostrato un grande interesse. Ad accogliere bambini ed insegnanti, oltre ad Aldo Castagna, anche Gianfranco Ruffoni, guidizzolese, autore di una recente ricerca sul mulino dalla quale risulterebbe che lo stesso sarebbe stato in attività già nel 1400. Tutti insieme appassionatamente Poco meno di 200 tra ragazzini ed animatori hanno dato vita per un'intera settimana al Grest organizzato dalla parrocchia di Guidizzolo. “Musica Maestro”, questo il motivo conduttore ed il titolo del Grest nell’ambito dell’intera estate negli oratori la quale con “Musica Maestro!” è partita dalla diocesi di Milano per abbracciare tutta la Lombardia. “C’è chi ha reso la sua vita una musica meravigliosa perché si è accorto che un Altro era il Direttore di orchestra. E allora lasciamo che in questo estate i ragazzi dell’Oratorio scoprano la “sinfonia” che possono diventare se solo si lasciano guidare dal “Maestro” che per cronaca loro ha scritto uno spartito su cui danzare, vibrare e vivere!”. Questo il motivo conduttore delle diverse attività che animano gli oratori lombardi e che anche a Guidizzolo hanno trovato un allegro stuolo di ragazzini ed animatori intenti a mettere insieme tutte le note e poter così ascoltare insieme quella “meravigliosa sinfonia” che è la vita. E brava Metalstyle! Nei giorni dopo il tornado si diceva che metà dei guidizzolesi si fosse trasferita sui tetti per ricostruire e ricominciare a vivere. E l'altra metà dov'era? Era la solito posto di lavoro, per continuare a vivere, a lavorare, a ripristinare la propria quotidianità violentata. Un esempio significativo, non certo l'unico, si è avuto nella giornata di sabato, dove un evento già programmato ha assunto, viste le circostanze, un significato particolare, ovvero la conferma della capacità di iniziativa, della concretezza e della determinazione della nostra gente. Si tratta della inaugurazione del nuovo spazio espositivo della ditta METALSTYLE, di Diego Marchesini e Matteo Pasini, due ragazzi guidizzolesi, che nel locale in via Slonghine espongono il meglio di quanto producono e vendono la vasta selezione e tipologia di scale, serramenti in ferro, inox , alluminio , corten , pvc. inferriate, cancelli classici e artistici, corrimano, basculanti, balconi in stile moderno e antico, sezionali, arredamenti in ferro battuto. L'azienda Metalstyle nasce nel 1982 dalla volontà di Bruno Marchesini, come piccola carpenteria metallica. Con il tempo, volontà e fatica, la carpenteria Marchesini riesce ad affermarsi nella realtà di Guidizzolo. Nel 2000 Marchesini Bruno con l'aiuto del figlio Diego, vede l'esigenza di ampliare gli spazi produttivi e arriva la decisione di spostarsi in un nuovo capannone. Dopo altri 6 anni di attività, l'evolversi del mercato e l'aggregazione di Matteo Pasini, ulteriori 1200 mtq. vengono aggiunti al complesso. L'azienda Metalstyle dopo anni di esperienza è in grado di plasmare a proprio piacimento elementi naturali, antichi e difficili come il ferro inox ed alluminio. Collabora con molti studi tecnici per riuscire a realizzare quello che la più fervida matita inventa per arredare e costruire la propria casa. E chi non può recarsi a visitare i 600 mq dello showroom, può sempre consultare il sito www.metalstyle.eu per scoprire un assortimento davvero unico! Miss Pizza premiata a Goito Nei primi giorni di luglio 2007 Goito ha ospitato la tradizionale manifestazione “Pizza in piazza”. Presenti le migliori Pizzerie del mantovano oltre alle locali come il “Mocambo”, “La Torre” e altre, per la prima volta la nostra “Miss Pizza” ha partecipato e ottenuto un gran successo e gradimento degli appassionati con oltre seicento pizze “sfornate”. Il successo ottenuto dalla “Bontà” delle pizze di Domenico, Pietro e Vincenzo che per l’oc- casione si sono avvalsi della collaborazione di Cristian, Massimo, Nunzia, Antonio e Pasquale (considerato a Ercolano “il Re della pizza”) è stato confermato dal premio assegnato dagli organizzatori per la riscontrata qualità e la professionalità. Miss Pizza vi aspetta a Guidizzolo, in via Solferino, 66 e Castiglione delle Stiviere in via Ordanino, 36. 25 Noi e la legge a cura di Laura Leorati, avvocato I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale Il nuovo conto energia Con la liberalizzazione del mercato dell'energia e le limitazioni imposte dal Protocollo di Kyoto, sono state create le condizioni per la produzione e la commercializzazione di energia da fonti rinnovabili. La necessità di ridurre l'emissione nell'atmosfera di biossido di carbonio, nonché di altri gas colpevoli dell'effetto serra, ha portato alla previsione legislativa del “Conto Energia”, per incentivare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici. Questi ultimi consistono per lo più in pannelli di silicio cristallino che producono energia elettrica mediante la conversione diretta di radiazione solare. Essi devono essere provati e certificati da laboratori accreditati in conformità alle Norme UNI CEI EN ISO/IEC 17025. I soggetti che possono beneficiare, per vent'anni, degli incentivi previsti dalla Finanziaria 2007 sono: a) persone fisiche; b) persone giuridiche; c) soggetti pubblici; d) condomini di unità abitative e/o di edifici; che abbiano installato impianti fotovoltaici di potenza nominale uguale o superiore a 1 KW, collegati alla rete elettrica, che siano entrati in esercizio dopo il 13 aprile 2007 e che non abbiano già beneficiato degli incentivi previsti dai D.M. precedenti. Le tariffe incentivanti sono differenziate in base alla taglia degli impianti ed al grado di integrazione architettonica: Misura di potenza Non integrato (€/kwh) Parzialmente Integrato Integr. (€/kwh) (€/kwh) Da 1 Kw fino a 3 Kw Sopra i 3 Kw fino a 20 Kw Sopra i 20 Kw 0.40 0.44 0.49 0.38 0.42 0.46 0.36 0.40 0.44 Le cifre su indicate sono valide nel periodo intercorrente tra il 13 aprile del corrente anno ed il 31 dicembre 2008, mentre per gli anni 2009 e 2010 le tariffe stesse saranno decurtate del 2% per ciascun anno successivo al 2008, fermo restando il periodo di venti anni. La procedura per ottenere la tariffa incentivante consta essenzialmente di due passaggi: a) Il soggetto responsabile dell'esercizio dell'impianto, 26 ossia colui che ha diritto a richiedere l'erogazione degli incentivi, deve inoltrare al Gestore dei Servizi Elettrici - GSE S.p.A. con sede in Viale M. Pilsudski 92 00197 Roma - il progetto preliminare e la richiesta di connessione alla rete in plico sigillato riportante l'intestazione “GSE Incentivazione di impianti fotovoltaici ai sensi del D.M. '07”. Se trattasi di impianto tra 1 e 20 KW, va specificato se ci si vuole avvalere del servizio di scambio sul posto, ossia della possibilità di ricavare un saldo annuo tra l'energia immessa in rete dall'impianto e quella prelevata dalla rete stessa. La richiesta di concessione della tariffa incentivante deve pervenire al GSE entro 60 giorni dall'entrata in esercizio dell'impianto. Con quest'ultima accezione si fa riferimento alla coesistenza di: - collegamento alla rete elettrica; - installazione dei contatori per il calcolo dell'energia prodotta e scambiata o ceduta; - attivazione dei contratti di scambio o di cessione con la rete. La perentorietà del termine di 60 giorni per l'inoltro della richiesta fa si che l'inutile decorso dello stesso comporti la decadenza dal beneficio e, quindi, la non ammissibilità agli incentivi. Al GSE deve inoltre essere comunicata l'avvenuta esecuzione dell'impianto. b) Il GSE verifica il rispetto delle disposizioni di legge e comunica entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta, debitamente accompagnata dalla documentazione necessaria, l'entità della tariffa incentivante. Il tempo necessario per il rientro del capitale investito può essere mediamente stimato tra 7 e 12 anni. Per un calcolo più preciso occorre valutare i diversi fattori che di volta in volta si presentano quali, per esempio: a) la misura della radiazione solare determinata dalla latitudine e dall'orientamento dell'impianto; b) il costo dell'impianto; c) il rapporto tra il valore economico delle tariffe incentivanti ed il valore dell'energia utilizzata. E' inevitabile concludere dicendo che questo piccolo passo, verso il miglioramento dell'efficienza energetica, deve essere seguito da una serie continua di interventi mirati a contrastare i sempre più rapidi cambiamenti climatici che mettono in pericolo il nostro pianeta. Noi e il fisco a cura di Giulia Avanzi, ragioniere commercialista I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale Detrazioni d’imposta La Finanziaria per l'anno 2007 ha introdotto delle nuove agevolazioni fiscali per la realizzazione di determinati interventi finalizzati al contenimento dei consumi energetici, realizzati su edifici esistenti. L'agevolazione è stata redatta tenendo presente la norma che disciplina la detrazione del 36% per gli interventi di ristrutturazione edilizia (di cui si è già trattato in passato) con la quale ha alcuni punti in comune. Proprio per il fatto che per alcuni tipi di intervento ci potrebbe essere una sorta di “sovrapposizione” è doveroso precisare subito che le due agevolazioni fiscali non sono tra loro cumulabili; pertanto il contribuente potrà avvalersi, per le medesime spese soltanto dell'una o dell'altra agevolazione; rispettando gli adempimenti specificamente previsti in relazione a ciascuna di esse. La detrazione in esame, finalizzata ad incentivare l'adeguamento del patrimonio edilizio a specifici standard di risparmio energetico è stabilita nella misura del 55% delle spese sostenute entro il 2007, da ripartire in tre rate annuali di pari importo, entro un limite massimo di spesa stabilito in relazione a ciascuno degli interventi previsti. I soggetti interessati all'agevolazione sono sia le persone fisiche, che le società di persone o di capitali o gli Enti, a condizione che le spese sostenute siano rimaste a loro carico e che posseggano o detengano l'immobile in base ad un titolo idoneo come ad esempio la piena o la nuda proprietà, l'usufrutto od un altro diritto reale, un contratto di locazione, anche finanziaria o un contratto di comodato. E' importante inoltre sottolineare che, a differenza di quanto previsto con altre norme, nel caso in esame sono interessati tutti gli edifici o le unità immobiliari, di qualsiasi categoria catastale; quindi anche quelli rurali e quelli strumentali per le imprese od i professionisti. Le tipologie di interventi agevolabili sono l eseguenti: -Interventi di riqualificazione globale su edifici, che consentano il risparmio energetico, indicato in una tabella allegata al D.Lgs. 102/2005 . -Interventi su strutture opache verticali ed orizzontali (coperture e pavimenti) e su infissi, a condizione che vengano rispettati i requisiti di trasmittenza termica indicati nella Tabella allegata alla Finanziaria 2007; -Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici ed università.; -Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. Per poter ottenere la detrazione dovranno essere rispettati alcuni adempimenti tra cui acquisire l'asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la corrispondenza degli interventi effettuati ai requisiti tecnici richiesti dalla norma. I soggetti non titolari di reddito d'impresa, devono effettuare i pagamenti con bonifico postale o bancario dal quale risulti la causale del versamento il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o la partita IVA del beneficiario del bonifico. Copia dell'attestato di “certificazione energetica” dell'edificio dovrà essere trasmessa telepaticamente o spedita con raccomandata all'ENEA entro 60 giorni dalla fine dei lavori e comunque non oltre il 29 febbraio 2008. Sempre con le modalità ed i termini sopraindicati, dovrà essere inviata all'ENEA anche un apposita scheda informativa relativa agli interventi realizzati. Tutta la documentazione dovrà essere conservata ed esibita all'Amministrazione finanziaria, ove ne faccia richiesta, in funzione dei propri poteri di controllo. Si ricorda nuovamente che la documentazione dovrà essere rilasciata da tecnici abilitati (es. Ingegneri, geometri, architetti ecc,) e che la mancata acquisizione o la mancata presentazione su richiesta dell'Amministrazione Finanziaria, comporterà la decadenza del beneficio. 27 la nostra storia arte & dintorni Personaggi: Sacerdoti nativi di Rebecco L'ordinazione sacerdotale di don Matteo Palazzani suggerisce il profilo di alcuni sacerdoti nativi della frazione. “Ricordati che tu sei di Rebecco" amava ripetere nonna Tullia a Matteo, quasi lo avvertiva, lo ammoniva. Come dicesse: "Continuerai il cammino di ben quattro sacerdoti nati a Rebecco". Ed ecco la storia dei quattro sacerdoti che, nati verso fine '800, nel secolo scorso svolsero il loro ministero di Parroci. Angelo Gandini di Francesco nacque il 2 ottobre 1866 "in pago Rebecchi", nell'abitazione paterna, cioè Cantarane, come recita l'atto di Battesimo. La mamma si chiamava Pinelli Giovanna. Ordinato nel 1891, dal 1899 fu Parroco a Gabbiana, fino alla morte nel 1948. Temperamento stravagante, era appassionato cacciatore, dilettante fotografo, come amava definirsi, e tra i pionieri patentati alla guida di una Topolino rosso bordeaux. La nipote, Giovanna, Don Angelo Gandini Don Angelo Gandini con i nipoti Francesco e Giovanna Franco Mondadori nata nel 1900, negli anni '20 fu in parrocchia la prima Presidente della Gioventù femminile di Aziorie Cattolica ed entrò poi nella Congregazione delle Ancelle col nome di Maria Grazia. Dante Scalori morì nel 1957 Arciprete a Roverbella. Era nato alle Baite da famiglia di possidenti nel 1871 e fu ordinato sacerdote dal Vescovo Sarto (San Pio X) nel 1894. Dalla Curia mantovana fu apprezzato come Amministratore dei beni ecclesiastici. Nel 1910 a Guidizzolo vi furono due prime Messe, 28 arte & dintorni pure la Croce e l'attestato di Cavaliere Costantiniano di San Giorgio. A Rodigo, dove fu Parroco per quasi 22 anni, lasciò buon ricordo di sè, benvoluto dalla gente, caritatevole. Anche esorcista: scacciava i temporali e nel pronunciare le formule per allontanare la grandine sudava freddo. Una lettera del Vescovo ausiliare mons. Peruzzo, dopo la visita nel settembre 1927, tesse l'elogio del Parroco zelante "dal lavoro silenzioso e paziente" nella Scuola di Dottrina, nelle Associazioni, pegno sicuro di rendere la parrocchia di Rodigo "un vero giardino della Chiesa mantovana". Malato di cuore, con il "cuore ingrossato" (quasi un simbolo del suo animo generoso), sul punto di scoppiare, come avvenne all'Ospedale civile di Mantova il 23 settembre 1938 a soli 51 anni. Riposa nel cimitero di Guidizzolo. Don Dante Scalori due sacerdoti novelli pressochè coetanei. Marcello Bellomi, nato nel 1886 e Romolo Daeder nato nel 1881. Erano i primi di sette a ricevere l'Ordine sacro e la benedizione di Papa Sarto, già Vescovo di Mantova. Il settimo, Ernesto Ruffini, sarà Arcivescovo di Palermo. Don Dott. Cav. Romolo Daeder 1954: Nel 60° di sacerdozio don Dante Scalori con i nipoti Don Marcello era un omone, grande e grosso, e fumava il toscano. Curato a Castiglione e Rettore del Santuario di San Luigi, dal 1925 fu Parroco a Volongo dove morì nel 1957. La mamma di don Romolo Daeder era maestra, Bonoldi Adele, la maestra di Rebecco, che per 46 anni insegnò a molte generazioni di fanciulli e ragazzi. Era la maestra per antonomasia, a lei si rivolgevano molti per i consigli più disparati. Energica e autoritaria nelle feste patriottiche interveniva in soccorso dell'oratore impappinato. Don Romolo conseguì un diploma in Scienze sociali al Pontificio Collegio per l'Emigrazione dopo avere seguito nel 1924 un corso di lezioni per l'assistenza degli emigranti, titolo che gli valse 29 viaggi arte & dintorni Brasile: il paese delle “Rimembranze” Il luogo comune, spesso, è tutt’uno con la verità: quella specie di verità accertata, divulgata e resa ovvia, o addirittura degradata. Così è luogo comune, ed anche verità, che il Brasile sia un insieme di enormi regioni contrassegnate dal pluralismo, dalle diversità caratteriali, dal benessere e dalla 30 povertà dilagante, dalle etnie con i tratti africani e quindi dagli umori e dalle parlate. Lo hanno detto, anzi lo abbiamo detto, tutti, parlando e scrivendo di questa vastissima nazione illustre e schiva, lodata e biasimata più che conosciuta. Personalmente la conosco poco o meglio conosco diversi villaggi lungo le interminabili coste atlantiche, villaggi nelle prospicienti colline colorate da un verde immenso, un calore affabile allietato dal vento che inebria il corpo e lo sguardo verso tutte le cose: questo per me è l’immediato profilo del Brasile. Una lunga penisola nella penisola con un litorale incantevole, lungo centinaia di miglia, e un entroterra non ancora domato dalla mano dell’uomo. Sulle prime acque dell’Atlantico affiorano piccole barche in cerca di pesce e sgangherati bragozzi, dentro il cielo di un azzurro irreale che staglia in profondità l’immagine di moderne città. Non così appare Salvador de Bahia la cui modernità è resa ancor più accentuata perchè totalmente in contrasto con la sua propaggine antica chiamata CITADE de PELORINHO. Pelorinho in portoghese significa capestro; i mercanti di schiavi, che dall’Angola li trasportavano e scaricavano nel porto di Salvador, non attendevano un granché per rimettere in sesto la carne umana proveniente dell’Africa. Preferivano, dopo un periodo di for- zato adeguamento dichiarato improduttivo, impiccarli ed interrarli sulla collina posta a davanzale sull’oceano. Oggi, questa città nella città è di una bellezza inconfutabile. I palazzi dei governatori, ma soprattutto le chiese edificate nel 1600-1700 possiedono lo stile barocco e i quadri al loro interno, firmati da artisti spagnoli e portoghesi, hanno colori che esalano essenze tropicali dentro la loro maestosità senza essere ingombranti. Fuori, nelle strade, nelle “ruas” metropolitane appaiono molte persone di una povertà sconcertante. Soprattutto randagi che sonnecchiano sulle panchine o meglio “bluffano” il riposo perchè non appena sentono il clik della macchina fotografica si rizzano in piedi e pretendono con foga il risarcimento programmato dalla loro immagine. Così è accaduto a turisti e fotografi con l’arnese appeso al collo e allo scrivente che qui propone alcune immagini pagate fior di Reais dopo lunghe trattative in un bastardo portoghese. A proposito di lingua, sentire una conversazione fra due persone che “falam” (parlano) in portoghese-brasilero, è come sentire delle indisposizioni gutturali a causa delle numerosissime finali in AUEU-OU; e poi le frasi vengono pronunciate come se gli interlocutori stessero facendo una corsa in salita e l’altra in discesa. Tuttavia la gente di quei posti si alimenta, balla e sorride in ogni momento della giornata con dieci Reais in tasca, magari procurati vendendo acqua minerale alle fermate degli autobus. E non portano al polso l’orologio, considerato da loro una protesi di convulsi ritmi quotidiani di stampo europeo. La fuga del tempo la controllano osservando il cielo e la riempiono facendo all’amore. Il nord e il centro del Brasile con le loro spiagge silenti e intatte sono un omaggio della natura a noi mortali. Franco Turcato viaggi arte & dintorni 31 ar te arte & dintorni Bassignani: un'opera dedicata a San Lorenzo L’affetto della popolazione di Guidizzolo per l’antico Oratorio di San Lorenzo, riporta ai ricordi della lontana infanzia. Le passeggiate nelle domeniche pomeridiane con foto ricordo, le visite con i maestri delle scuole elementari, la curiosità delle ricerche legate alla storia ed all’arte (affreschi ed incisioni lapidee), sollecitata dal Prof. Alessandro Dal Prato, hanno radicato questi ricordi. Purtroppo, il trascorrere inesorabile del tempo e per tanta parte l’incuria avevano trasformato l’aspetto di questa Icona in un luogo fatiscente e tristemente degradato. Dopo tanti tentativi, oggi il recupero del monumento è quasi ultimato e gli ha ridato dignità, permettendoci di ricostruire una parte della nostra identità storica. Non è la prima volta che San Lorenzo “ispira” la nostra fantasia. Lo spazio circostante con gli alberi, l’umiltà della costruzione e la rievocazione dei ricordi sono gli stimoli alla nostra presenza ed alle rappresentazioni artistiche. Rendendomi interprete, ho realizzato un’immagine grafica all’acquaforte-acquatinta che possa stimolare i sentimenti, rievocando i ricordi della nostra memoria. 32 L’opera è titolata: “Ricordi di San Lorenzo“ Come è stata concepita L’idea è stata di realizzare un’opera - non fotografica - descrivendo gli elementi più importanti con la memoria del tempo passato. L’Oratorio dal vecchio muro incerto e sgretolato, con il selciato in ciottolato sul sagrato, gli alberi rappresentati con il vecchio e possente gelso a destra ed il filare degli esili pioppi a sinistra. Nella parte bassa gli oggetti dei ricordi e delle abitudini, i giochi: la vecchia seggiola impagliata, la ruota della bicicletta, un soldatino, la palla, il pianoforte, il fiore secco, una rete metallica contorta (fors’anche si immagina la “pompina” che sgorgava ininterrottamente l’acqua fresca). L’idea L’immagine non essendo realistica, è valorizzata dall’importanza compositiva. Lo spazio che descrive “l’evento” si proietta in verticale, verso il cielo, per dare maggior slancio alla scena, ma nel contempo si collega alla parte inferiore da cui emergono i ricordi. La luce La luce è l’elemento dominante che squarcia il cielo, scende e illumina, come un bagliore, la facciata incorniciata dal filare in salita degli alberi che proiettano una leggera ombra sul sagrato, creando il collegamento con la parte inferiore che, dal buio-ombra, fa emergere il racconto dei ricordi. In sintesi, nel complesso, l’opera è la narrazione dei nostri ricordi in una chiave poetico-affettiva, valorizzata dalla luce. Titolo Tecnica Dimensione Anno “Ricordi di San Lorenzo” Acquaforte Acquatinta mm 250x320 2007 Franco Bassignani Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2 “Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2” è il curioso titolo di uno dei capolavori di Julian Barnes, scrittore contemporaneo inglese, originario di Leicester, educato al Magdalen College, lessicografo del prestigioso Oxford English Dictionary, ex corrispondente del “The New Yorker”, editore letterario, critico cinematografico, autore di gialli sotto lo pseudonimo di Dan Kavanagh, (probabilmente ispirato al cognome della moglie Pat Kavanagh) e ora affermato scrittore postmodernista, residente nel centro di Londra. Una storia del mondo molto particolare, raccontata con inconfondibile eleganza, che si snoda attraverso una serie di connessioni non convenzionali in un fluire di eventi, generi e circostanze solo in apparenza casuali. Ad ogni riga il ritmo della narrazione incalza, varia e con stile brioso interseca nuovi legami laddove non si sarebbero attesi. Significativi i temi ricorrenti: lo scatenarsi di forze naturali e sovrannaturali che gettano la vita umana nel dubbio, ma anche l'inestinguibile ironia dell'autore nello smascherare con raffinatezza e sottile sarcasmo le presunzioni e paranoie del genere umano. La struttura del libro è di per se funzionale sia alla coesione che all'originalità dell'opera: ognuno dei dieci capitoli, infatti, costituisce un episodio in se compiuto, ma unito agli altri compone un ben più vasto mosaico, che conduce ad un modello esistenziale profondo. Dal diluvio universale dell'esordio, raccontato da un simpatico clandestino a bordo dell'Arca di un dispotico e quanto mai umano Noè, al sogno finale, nel quale un disincantato narratore ci descrive il paradiso dal punto di vista dell'uomo moderno, il groviglio della storia umana si dipana tracciando disegni misteriosamente intersecati da ricorrenze e sbagli. La versatilità creativa di Barnes ci offre inoltre una galleria di personaggi dalle personalità complesse, alle prese, tra gli altri, con eventi improbabili e tuttavia documentati: un processo contro una colonia di tarli minacciati di scomunica, la testimonianza di un uomo ingoiato vivo da un cetaceo, i miracoli della pittura che sa trasformare una tragedia in arte, illuminante nel suo saliente rigore il passaggio critico su un dipinto di Théodore Géricault, e quelli della forza di una fede che va oltre le sistematiche delusioni, chi non conosceva la storia dell'astronauta americano James Irwin resterà sorpreso. Ogni volta però, nonostante qualche picco di grandezza, la nostra specie emerge come un mistero della creazione fragile e errante davanti ai casi della vita, per lo più inerme nonostante i suoi sogni di grandezza e incline a dimenticare gli errori del passato, Barnes non manca di ammonirci con una storia che riguarda il passato prossimo dell'Europa e il fallimento dei suoi valori davanti alla minaccia nazista. Su tutto sembra prevalere la natura e il caso, come a dire che l'uomo può superare se stesso ma la natura e il sovrannaturale superano comunque l'uomo. In questo libro, tradotto in italiano nel 1997 nella collana Einaudi tascabili, lo stesso autore supera se stesso e oltre ad offrirci un racconto piacevole da leggere, ricco di imprevisti e ilarità, riesce a far riflettere con uno stile tanto garbato quanto pungente, ma senza pretese di formalità. Per completare l'opera, l'accorto scrittore inserisce una “parentesi”, ovvero il mezzo capitolo al quale fa riferimento il titolo, una sorta di elogio dell'amore nella sua forza creatrice e distruttiva, un pezzo riflessivo appassionato ma realistico che apparentemente disorienta il lettore con inattese valutazioni dirette, offrendogli in realtà la chiave d'interpretazione del libro. Perché, se è vero che gli eventi narrati sono legati da una sottile quanto incredibile consequenzialità, la violenza dell'impatto che essi hanno sull'uomo può essere mitigata solo grazie ad un sentimento che misteriosamente perdura e sa andare oltre le disgrazie quotidiane: l'amore. Si tratta forse di una morale scontata, ma certamente non banale, decantata poco prima di un finale che brilla d'ingegno giocoso. E se proprio questa storia del mondo ci apparisse inafferrabile, perché di per se troppo astratta, anche se irresistibilmente originale e divertente, quanto l'essenza stessa della vita, almeno potremo consolarci nel ricordare il suo messaggio intrinseco: esiste una speranza, innata nell'umanità, che supera immutata gli oltraggi del tempo e della nostra superficialità: l'amore. recensioni arte & dintorni Mariavittoria Spina 33 Nuova patente autotrasportatori CARTA DI QUALIFICAZIONE DEL CONDUCENTE Normativa: Sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 05/04/2007 sono stati pubblicati tre decreti ministeriali (Decreto del Ministro dei trasporti 7 febbraio 2007 recante “enti per la formazione dei conducenti professionali, programmi del corso e procedure d'esame per il conseguimento della carta di qualificazione del conducente”; Decreto del Capo del Dipartimento dei trasporti terrestri 7 febbraio 2007 n. 371 recante “rilascio della carta di qualificazione del conducente”; Decreto del Capo del dipartimento dei trasporti terrestre 7 febbraio 2007 n.372 recante “gestione dei punti della carta di qualificazione del conducente”) che danno piena attuazione alla Direttiva Europea 2003/59/CE e al Decreto Legislativo 21 novembre 2005 n. 286. Soggetti che possono godere del diritto di ottenere la CQC per documentazione Possono ottenere la CQC per documentazione (cioè senza frequentare il corso di formazione iniziale e la prova d'esame) tutti coloro che al 05/04/2007 risultino in possesso di una patente di guida della categoria C, CE, D+KD, DE+KD. Costoro avranno comunque la facoltà di richiedere la CQC tramite l'Agenzia di Consulenza Automobilistica Savit all'ufficio provinciale del DTT che, secondo le scadenze sottoriportate, provvederà al rilascio del documento. COGNOME DEL CONDUCENTE PERIODO DELLA RICHIESTA A- B-C-D-E-F DAL 06.04.07 AL 04.07.2007 G-H-I-J-K-L-M DAL 05.07.07 AL 04.10.2007 N-O-P-Q-R DAL 05.10.07 AL 04.01.2008 S-T-U-V-W-X-Y-Z DAL 05.01.08 AL 04.04.2008 Cosa occorre per richiedere la CQC per documentazione: 2 fotografie - fotocopia della patente di guida - fotocopia del KD (quando ricorre) - fotocopia del codice fiscale - fotocopia carta d'identità - fotocopia del permesso di soggiorno per cittadini extracomunitari. Attribuzione Decorrenza e decurtazione dei 20 punti sulla CQC L'attribuzione dei 20 punti iniziali sulla CQC, ottenuta per documentazione, avverrà solo 12 mesi dopo dall'avvio delle procedure fissate per il rilascio del nuovo documento. In definitiva, solo dopo il 06/04/2008 sarà possibile decurtare i punti dalla CQC. 34 Grindhouse a prova di Tarantino Tremate ragazze perché un feroce Kurt Russell, armato di auto “a prova di morte”, si aggira per le strade in cerca di prede. “Grindhouse - A prova di morte” e l'ultimo folle parto della mente tarantiniana; si tratta di un film fuori da ogni genere e schema, dove non esiste una vera e propria sceneggiatura ed i dialoghi, assurdi e talvolta imbarazzanti, sembrano farla da padroni. Le Grindhouse erano sale cinematografiche molto diffuse negli anni Settanta e specializzate nella proiezione di film di genere: horror, splatter, kung fu, poliziesco e porno; insomma, un'accozzaglia di B-movie di cui Tarantino andava ghiotto da giovane, e che hanno largamente influenzato la sua filmografia. Si tratta quindi di un tributo a quei generi cinematografici ormai finiti nell'oblio, come dimostrano le dirette citazioni a “Punto Zero” (1971), “L'ultimo Buscadero” (1972) o “Bullit” (1968). Proprio come i film proiettati nelle Grindhouse anche qui la pellicola è spesso graffiata, l'audio è compromesso ed il montaggio volutamente “grossolano”. Il film presenta tra i suoi interpreti Kurt Russell, l'indimenticabile Jena Plissken di “1997-Fuga da New York” (1981), stavolta nei panni di un serial killer misogino, che con la sua Chevrolet Nova (con tanto di teschio sul cofano), si diverte a terrorizzare indifese fanciulle. L'immagine dell'assassino “motorizzato” non è certo nuova al cinema di genere, basti pensare a “Duel” (1971) di Spielberg, dove un tir perseguita un povero automobilista, oppure ai diabolici “La macchina nera” (1977) e “Christine la macchina infernale” (1983). Presente nel cast, in veste di attore, il regista Eli Roth, il pupillo di Tarantino; quest'ultimo infatti ha prodotto i suoi due ultimi film: “Hostel” (2006) e “Hostel II” (2007), che presentano, a loro volta, continui rimandi e citazioni alla filmografia tarantiniana. Ma le vere protagoniste sono le donne, donne forti, autonome, in diretta competizione con gli uomini: si sbronzano, sono sfacciate ed autoritarie, fanno a botte e si lanciano in rocamboleschi inseguimenti automobilistici; ma se nella prima parte del film questa determinazione non le risparmierà dal massacro, nella seconda le trasformerà in spietate valchirie, pronte a vendicare ogni torto subito. Tarantino pare aver scoperto l'universo femminile in maniera graduale; “Le Iene” (1992), infatti, presenta un cast interamente maschile, “Pulp Fiction” (1994), invece, annovera fra gli interpreti una Uma Thurman in versione dark lady, capace di rubare la scena agli altri interpreti. La vera svolta si ha però con “Jackie Brown” (1997), dove Pam Grier (altra icona del cinema americano degli anni Settanta) riesce con astuzia e sangue freddo a raggirare criminalità e polizia. “Kill Bill” (2004), infine, altro non è che la celebrazione della femminilità guerriera, della donna tanto bella quanto spietata, mossa dal solo desiderio di vendetta, vendetta che porterà avanti ad ogni costo. Negli States “A prova di morte” è stato affiancato a “Planet Terror”, uno zombie-movie diretto da Robert Rodriguez (per intenderci il “compagno di sbronze” di Tarantino), che però vedremo nelle sale italiane a settembre, dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia. cinema arte & dintorni Francesca Piazza 35 Primi al concorso “Arnaldo da Brescia” A cura di Francesco Gandellini Ai promotori del Concorso una targa del Presidente del Senato. La poesia è senza dubbio una delle arti in cui meglio si racchiude la creatività e l’espressività dell’animo umano. E probabilmente di tutte le arti. Cosa sarebbe un’opera d’arte senza poesia? Un quadro che non esprimesse i sentimenti dell’autore? Una vita che non riuscisse a lasciare un’impronta poetica, a segnare un passaggio su questa terra? Ognuno di noi è poeta. Lo è nella quotidianità più apparentemente normale, lo è nei momenti di maggior euforia, lo è quando piange o quando ride, quando si diverte o quando aiuta a divertire, quando si racchiude in se stesso o quando si espande agli altri. La vita è poesia. Da sempre, dal primo istante fino all’ultimo. Ed ecco allora che riuscire a far emergere, anche nei ragazzini, queste certezze diventa un compito educativo di straordinaria importanza che rimarrà per sempre. E questo è ciò che fa da anni ormai, e con invidiabile successo, la prof. Anna Giallonardo con alcune classi della scuo- 36 la secondaria di primo grado, le medie, dell’Istituto Comprensivo di Guidizzolo. Anche quest’anno la “profe” con i suoi ragazzi ha condotto un lavoro con il quale ha partecipato alla XIIª edizione del concorso di poesia “Arnaldo da Brescia” che la città della Leonessa dedica agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Più di 1.800 le poesie scrutinate in rappresentanza di 215 scuole provenienti da tutta Italia. E nell’auditorium San Barnaba di Brescia il nome dell’Istituto Comprensivo di Guidizzolo è stato ancora una volta chiamato tra i premiati, per il terzo anno consecutivo. In questa occasione l’attività è ancora più significativa in quanto riguarda tutto un gruppo: non un singolo quindi, magari particolarmente portato, ma un intero gruppo delle seconde che per tutto l’anno scolastico ha maturato, prima sui classici e poi su se stesso, le capacità espressive di assoluta libertà che la poesia consente. Senza timore dei propri sentimenti, ma aperti per rendere partecipi gli altri. Alla premiazione erano presenti, oltre al sen. Elidio De Paoli sottosegretario allo Sport, l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Brescia Carla Bisleri, Paola Villardi presidente del Consiglio provinciale, Laura Castelletti presidente del Consiglio comunale, Patrizia Capoferri dell’Ufficio scolastico provinciale, Agostino Mantovani presidente della giuria che aveva tra i propri membri anche la poetessa Beatrice Cornado e Sergio Isonni che ha recitato tutte le poesia premiate. Il sen. De Paoli, nel complimentarsi per la manifestazione, ha consegnato una meritata targa d’argento a Roberta Morelli, organizzatrice del concorso promosso dall’Associazione “Arnaldo da Brescia” con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero delle Politiche Giovanili e Sport, della Regione Lombardia, di Comune e Provincia di Brescia. Sergio Desiderati Games area a cura di Davide Truzzi I lettori possono suggerire consigli che siano di interesse generale Lo Spamming In questo numero, discostandomi leggermente dall'argomento di cui prevalentemente mi occupo, tratterò uno dei problemi più fastidiosi di internet: LO SPAM A quanti sarà spesso capitato di trovare nella propria casella di posta elettronica messaggi indesiderati da mittenti sconosciuti, contenenti pubblicità, materiale pornografico e ingannevole: questo fenomeno è denominato SPAM. Il principale scopo dello spamming è la pubblicità; l'individuo autore dei messaggi, chiamato “spammer“ invia, senza alcun pemesso da parte del destinatario, email identiche a migliaia di indirizzi di posta elet- tronica, prelevati precedentemente dalla rete con appositi programmi. Da un recente sondaggio è scaturito che lo spamming, illegale in molte nazioni (Italia compresa) rappresenta uno fra i maggiori disagi riscontrabili in internet, poiché contrario all'AUP corrispondente all'italiano “condotta d'uso accettabile”. I metodi più utili e semplice per difendersi da questo fenomeno sono sostanzialmente 2: l'utilizzo, per prima cosa, di programmi di filtraggio e bloccaggio delle email indesiderate, semplici da installare sul proprio P.C. e in grado di agire automaticamente, ed in secondo luogo non rispondere mai, in alcun modo, a questa tipologia di messaggi, eliminandoli il più velocemente possibile. Questa E-mail truffa arrivata nei giorni scorsi alla redazione de “La Notizia”, è stata subito cancellata 37 Sportiva-mente 2007 I numeri non ingannano: le presenze sono state più di 5mila e circa 1500 sono stati gli sportivi accorsi alla seconda edizione di “Sportiva-mente Guidizzolo”, la festa dello sport che dal 25 maggio al 3 giugno 2007 ha confermato la sua formula vincente dando spazio a tutti gli sport locali con momenti di gioco e agonismo, di spettacolo, di intrattenimento e di beneficenza. La lunghezza della festa, insieme all'eterogeneità e rilevante quantità di attività previste, è riuscita ad attirare l’attenzione di quasi tutto il paese portando al Centro sportivo di Guidizzolo anche molti gruppi e famiglie provenienti da tutta la provincia di Mantova. Dare vita a dieci giorni di festa è stata una vera impresa iniziata nell’ottobre 2006 con la raccolta delle prime adesioni e proseguita con un grande sforzo di mediazione tra le varie società e associazioni sportive, culturali e di volontariato. Alla fine, però, la soddisfazione è stata tanta per tutti, accorgendosi di poter offrire al pubblico una così ampia scelta di corsi, lezioni e gare. Il Corpo bandistico di Guidizzolo, infatti, ha inaugurato la manifestazione con una splendida esibizione in movimento; i tornei di beach volley e calcio tennis hanno visto confermata 38 l’energica adesione dei giovani; i giochi antichi come lo sciàncol, la schida e la sciàfeta hanno raggruppato grandi e piccoli alla scoperta dei divertimenti di un tempo; per gli appassionati delle scalate è stata allestita una palestra per roccia mentre gli “Amici ludici” di “Ludicamente Mantova” (una delle maggiori rassegne di giochi di strada) ha organizzato una serie di tornei di giochi tradizionali. Il Csi, Centro Sportivo Italiano, ha appoggiato lo svolgimento di un campionato provinciale di corsa su strada e di un campionato provinciale di calcio balilla, vera novità e successo della kermesse sportiva - i campioni di biliardino hanno lasciato il Centro sportivo alle ore 2:24 del mattino di venerdì 1 giugno dopo ben cinque ore di gioco ininterrotto. E poi le innumerevoli lezioni di danza a cura di Stefania Roverselli, Francesca Ponti, Sergio Canicossa, Alexandra Samojlova, Eleonora Volpato ed Erika Montagnoli, l’incontro sulla cultura Hip hop con Cristina Gallesi, l’arrivo rombante e curioso di una quindicina di macchine elaborate, la gara di moto cross organizzata da Fabio Caiola su un percorso creato appositamente per l’occasione e un festival delle arti marziali organizzato con passione da Matteo Milani che ha allestito un ring professionale per fare esibire i suoi campioni. Alfio Montagnoli, invece, ha dato vita con il suo gruppo di Freebikers a una divertente e coinvolgente gimkana ciclistica, il Circolo ippico “Le Zagare” ha aperto le sue porte a bimbi e genitori curiosi, “Tre-V Service” ha riunito i soci con una scenografica passeggiata a cavallo tra le colline, mentre alcuni bambini con i loro genitori si sono tuffati in un’accesa sfida a basket e sui campi da calcio si sono svolti un torneo giovanile e uno femminile. Hanno partecipato anche il Ciclo Club di Guidizzolo con una prova di velocità fulminea a causa del maltempo, il Tennis club che ha programmato un torneo di tennis maschile e femminile under 10 e persino l’asilo comunale ha calcato le scene con uno spettacolo che ha avuto per protagonisti un centinaio di bimbi dai tre ai cinque anni. Anche le serate sono state un vero successo grazie all’alternarsi di diverse rappresentazioni come il saggio-spettacolo “Successo, fama, passione e fantasia” diretto da Stefania Roverselli e lo “Sporting Dance Galà” di Sergio Canicossa che ha portato le sue allieve di Cremona e una coppia di suoi allievi campioni italiani di tango argentino oltre ad ospitare le coreografie di Francesca Ponti; infine “Una serata per l’Africa”, spettacolo di poesia, danza e pittura di Marcella Volcan durante il quale sono stati raccolti 1750euro destinati agli ospedali di Wamba e Tanguietà in Kenya e Benin. Nonostante tanta carne al fuoco gli appuntamenti previsti sarebbero stati ancora tanti, ma spesso volontà e destino seguono percorsi opposti… Lo sport e la vita ci hanno insegnato, ci insegnano e ci insegneranno sempre molte cose… colpiti da un dolore più grande di noi non ce la siamo proprio sentita di proseguire a pieno ritmo. Per questo da sabato 2 giugno abbiamo dato spazio solamente alle attività che non potevamo annullare per motivi contrattuali o comunque impossibili da disdire. Solo venerdì 29 giugno, grazie al direttivo dell’Avis, un pubblico di circa settecento persone ha potuto assistere a “Sportiva-mente Gran Finale”, una lunga serata di danza e moda realizzata grazie ai negozi “Animali amici” di Tre-V Service, “Gianburrasca” di Tania Sergi, “Giuly Jeans” di Giulia Pugliese”, “Le Clochard” di Davide Tosatori, “Calzature Massimo Grassi” e grazie alle scuole “Nuova Immagine” di Stefania Roverselli, “Ganxhe arte-danza” di Volta Mantovana, “Just Dance” di Cristina Gallesi e “il Cigno” di Castiglione. Dopo tanto lavoro e tanta fatica il sentimento che accomuna gli organizzatori Claudia Morselli, Luca Bianchera, Gilberto Pozzi, presidente ed Ermes Pelizzola, dirigente dell’Atletica Guidizzolese, e Giorgio Tedoldi, dirigente del Cam Guidizzolo, è quello di riconoscenza e ringraziamento verso tutti coloro che hanno dato il loro contributo. Per il Patrocinio: Comune di Guidizzolo, Pro Loco, Parrocchia di Guidizzolo, CSI, Coni e Fondazione Franco Bombana. Per l’organizzazione di corsi e tornei: Associazione artigiani, Associazione commercianti, Associazione agricoltori, Cai di Castiglione delle Stiviere, Ciclo Club 77 Guidizzolo, Circolo Ippico “Le Zagare”, Corpo Bandistico di Guidizzolo, “Cross Line” di Fabio Caiola, “Espressione in movimento” di Florian Cobelli e Sabina Castrini, Free Bikers Guidizzolo 2000, “Ganxhe arte-danza” di Volta Mantovana, Gruppo Volontari Guidizzolesi , il gruppo Basket di Guidizzolo, “JKTB” di Matteo Milani, “Just Dance” di Cristina Gallesi, Ludicamente Mantova, Manuel de Cuba, “Nuova Immagine” di Stefania Roverselli, “Palestra Williams” di Wiliam Conti, Protezione Civile, “Sporting Dance” di Sergio Canicossa, Tre-V Service Srl. Per il sostegno, la collaborazione e l’affiancamento nei lavori: Aido, Avis, tutto l’organico dell’AS Virus, Circolo Anspi “La Famiglia” soprattutto nella persona di Davide Pasini, Isac e in particolare Paola Ramazzotti, l’Associazione Altri Mondi, Don Gianpaolo Ferri, Matteo Morandi, Emanuele Rodella e Marco di Robe Italia per le luci, Marcella Volcan, l’Eurotend di Ceresara per le strutture. Infine, per ultimi, ma non meno importanti, anzi fondamentali per la buona riuscita della festa, tutti i 60 meravigliosi e straordinari ragazzi che si sono dati il turno in cucina, sui campi, in ufficio, sopra e sotto il palco, al sole a 40 gradi e sotto una pioggia torrenziale, nei momenti di entusiasmo e soprattutto in quelli più tristi. A loro va tutta la nostra stima e riconoscenza con un particolare saluto e abbraccio. www.sportiva-mente.it Claudia Morselli 39 Istituto Statale d’Arte A cura della Prof.ssa Fiorenza Travagliati “Note fuori registro” alla Torre Civica di Medole ...”Un bello spettacolo di Arte e professionalità”... con queste parole Bruno Pesci, sindaco di Medole, ha salutato venerdì 8 Giugno il laboratorio artistico degli studenti e dei docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo nella sala della locale Torre Civica. Il Comune di Medole ha presentato, con grande orgoglio, questa kermesse all’interno delle attività proposte in occasione della mostra didattica, “Note fuori Registro” del prestigioso Istituto “Alessandro Dal Prato” inauguratasi nella giornata di venerdì 1° Giugno. Nel corso della prima delle due serate dedicate ai laboratori attivi, alla presenza dell’organizzatrice Prof.ssa Donatella Lusenti, del Sindaco di Medole e del D.S. Prof. Antonio Piazza, alcuni studenti, coordinati dai docenti Proff. Sergio Banni e Vincenzo Denti, hanno eseguito su maglietta delle 40 riproduzioni della sezione geometrica della Torre medolese: un lavoro di rilievo architettonico ripreso su tessuto con uso estemporaneo della tecnica di stampa serigrafica. Anche i presenti sono stati coinvolti e si sono cimentati nell’esecuzione, aiutati dallo studente Yuri Merlo che ha dato prova delle conoscenze acquisite, insegnando il “mestiere” della serigrafia, divertimento misto al fare ed al termine dell’esibizione ognuno si é portato con sé il frutto dell’evento. Lo storico monumento gonzaghesco ha ospitato gli studenti della sezione di decorazione pittorica che, sotto la guida della Prof.ssa Sira Castagna, hanno dato vita ad un altro momento di laboratorio, con la produzione di graffiti e mosaici. Questa iniziativa, promossa dal Comune di Medole, dalla Provincia di Mantova e dal Comune di Guidizzolo, si inserisce nel tour delle mostre didattiche che da qualche anno sono un punto di forza della Scuola di Guidizzolo. “Note fuori Registro” rappresenta un’importante vetrina per esibire le opere di questi artisti in erba, ragazzi che ora stanno studiando le tecniche nelle aule scolastiche, ma che nel prossimo futuro avranno modo di affermarsi in capo artistico e tecnico come già molti ex allievi prima di loro. L’Istituto Statale d’Arte con il suo Liceo d’Arte é espressione di progettualità e contenuti, talvolta anche provocatori, ma con il suo continuo rinnovarsi, pur nella tradizione, ha saputo cogliere le sfide epocali, affrontandole con tempestività e competenza. Sapersi trasformare e garantire la qualità del lavoro é da sempre l’obiettivo dell’Istituto di Guidizzolo che testimoni con la professionalità del suo organico l’opera tracciata dal suo illustre fondatore Prof. Alessandro Dal Prato. Prima Messa solenne per don Matteo TU SEI SACERDOTE PER SEMPRE “Tu es sacerdos in æternum”. Così la Corale parrocchiale “Beata Vergine di Lourdes” ha intonato il canto finale della prima solenne celebrazione eucaristica di don Matteo Palazzani nella sua Guidizzolo. Una cerimonia aperta dai canti del coro dei giovani (bellissime le voci soliste di Giulia Gallina e Davide Gandini) e dal saluto del sindaco Graziano Pelizzaro che ha ricordato la “scelta di vita” di questo “giovane figlio di Guidizzolo che ha accolto una chiamata speciale”. Era dal 1941 che il nostro paese non aveva un sacerdote; fu don Giuseppe Bosio infatti ad essere ordinato prete quell’anno. Per don Adriano Avanzi, parroco in questa parte della pianura mantovana dal 1971, una giornata memorabile: un “suo” giovane diventato prete che celebra la prima S. Messa di fronte a tutta la comunità. E la commozione del sacerdote che probabilmente ha immaginato a lungo questo giorno è evidentissima. Come quella dei genitori di don Matteo, dei fratelli e di tutti i parenti; degli amici classe 1982 ai quali erano stati riservati alcuni banchi per essere anche fisicamente vicini al loro compagno di giochi della prima infanzia. Ad accompagnare don Matteo nella celebrazione eucaristica i sacerdoti che in questi anni si sono avvicendati nella parrocchia di Guidizzolo. Diaconi o vicari qui prima ancora che nascesse, chi era presente al suo battesimo, chi lo ha seguito alle elementari e poi coloro che lo hanno accompagnato negli anni di seminario. Sull’altare anche il diacono fra Enrico, guidizzolese, ordinato recentemente. La festa è iniziata con l’ingresso dei sacerdoti in una chiesa che a fatica è riuscita a contenere tutte le persone e dall’Inno alla Gioia intonato dalla Banda musicale che ha anche accompagnato alcuni canti liturgici. All’omelia don Crivelli, prendendo spunto dalle letture della domenica, ha ricordato a tutti, e a don Matteo, come la nostra vita debba essere un continuo rendimento di grazie a Dio per i molti doni ricevuti (e quello del sacerdozio è un dono particolare) concludendo, con S. Paolo: “…non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Don Matteo Palazzani è originario di Rebecco, frazione guidizzolese che tra ’800 e ’900 ha dato alla Chiesa quattro sacerdoti: don Angelo Gandini, parroco a Gabbiana, don Dante Scalori a Roverbella, don Marcello Bellomi a Volongo e don Romolo Daeder a Rodigo, tutti sacerdoti della prima metà del ’900. Don Matteo al termine della Santa Messa ha ringraziato tutti coloro, dai familiari ai preti agli amici alla comunità, che gli sono stati vicini in questi anni e che poi si è intrattenuto con tutti sulla piattaforma dove era in svolgimento la Festa dell’Oratorio. Sergio Desiderati 41 Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa Estate 2007: una stagione intensa Il Corpo Bandistico di Guidizzolo, nato nel 1839, sta vivendo, da tre anni a questa parte, uno dei più rosei periodi dalla sua fondazione. L’ensemble ha visto aumentare il numero di componenti fino ai circa 60 della “rosa” odierna, ha intrapreso rapporti con altre realtà della Provincia, di altre regioni e si è fatta conoscere all’estero con grandi elogi da parte del pubblico e degli organizzatori. Per l’estate il Corpo Bandistico di Guidizzolo ha in programma numerosi impegni; ha già partecipato a numerose manifestazioni fra cui il 17 giugno a Guidizzolo per la Celebrazione della prima Messa da parte di un sacerdote guidizzolese guidizzolese, il 23 Giugno ha organizzato uno scambio musicale con la Banda di Desenzano (BS) a Rebecco, il 24 Giugno ha sfilato fra gli applausi per le vie di Solferino in ricordo alla famosa battaglia, il 1° luglio è stata presente per il il Campionato Regionale di ciclismo a Guidizzolo, il 6 Luglio ha suonato gli Inni di Italia e Giappone al Palabam di Mantova per la partita di World League di volley in diretta televisiva ed il 7 Luglio si è esibita in un applauditissimo concerto in piazza a Medole, mentre i prossimi impegni saranno il 7 Settembre in un concerto di prestigio sul Lago di Garda alle ore 21.00 a Rivoltella del Garda (BS) e chiuderà l’estate con un ulteriore concerto serale nella piazza di Ceresara. L’organico del gruppo, composto da numerosi giovani allievi della scuola di musica, è completo e vanta il fatto di non essere composto da “esterni”, ossia è composto da elementi che settimanalmente partecipano alle prove. Il programma da concerto spazia da arrangiamenti di musica classica (Overture 1812) e operistica (Carmen) a musica da film (Gladiatore, Il Principe d’Egitto, La vita è bella) senza tralasciare musica originale per banda, brani del Premio Oscar Ennio Morricone e con un solista speciale, la fisarmonica del prof. 42 Davide Azzini che proporrà il celebre “Carnevale di Venezia” con grande virtuosismo. Circolo Diapason - Corpo Bandistico: una felice collaborazione Per il Circolo Musicale “Diapason” di Guidizzolo è stato un anno scolastico ricco di impegni e di grandi soddisfazioni. Il Circolo è nato per diffondere la cultura musicale nel territorio attraverso corsi di musica ad indirizzo bandistico e non, organizzazione di concerti ed eventi musicali, visite guidate ai più importanti luoghi di diffusione musicale. Dal 2005, anno di fondazione, il presidente è Nicola Ferraresi, goitese, che ci esprime il programma attuato e i futuri impegni: “E’ con grande soddisfazione ed orgoglio che io e il Consiglio Direttivo portiamo avanti le attività del Circolo Diapason; abbiamo notato da subito grande interesse ed entusiasmo da parte del paese di Guidizzolo e dell’Amministrazione Comunale, ma non pensavamo certo di arrivare a quasi 200 iscritti dopo nemmeno 2 anni di fondazione. Abbiamo più di cento ragazzi ed adulti che frequentano i nostri corsi presso le scuole di Guidizzolo e Gazoldo degli Ippoliti ed oltre 10 insegnanti professionisti che ci aiutano a far crescere in modo esponenziale le idee e le attività. Nell’anno scolastico passato, oltre ai corsi musicali, abbiamo organizzato una rassegna di concerti itineranti a Guidizzolo, abbiamo portato persone all’Arena di Verona durante la Stagione Areniana e soprattutto abbiamo organizzato il Primo Stage musicale per giovani musicisti, rivolto ai nostri ragazzi per educarli non solo alla vita musicale ma anche ai rapporti sociali con ragazzi di diverse età ed adulti accompagnatori. Posso assicurare che è stata un’esperienza indimenticabile”. Ci sarà un nuovo Stage? “Certo, a fine Agosto partiremo aggiungendo un giorno rispetto l’anno passato. Qui la neonata Young Band del Circolo si esibirà nella splendida cornice del Parco dell’Adamello”. Ricordando che per partecipare alle attività del “Diapason” bisogna iscriversi presso la Segreteria in via Carlo Alberto dalla Chiesa, 8 il giovedì dalle 16 alle 18 (oppure tel. 346/0181382). I prossimi appuntamenti: “Boheme” all’Arena di Verona il 27 luglio, “Il Barbiere di Siviglia” all’Arena di Verona l’11 agosto. Entrambe le partenze da Gazoldo e Guidizzolo in secondo pomeriggio. Per entrambi verràù distribuito materiale informativo sull’opera in visione. Per aderire tel. 346 0181382. CIRCOLO DIAPASON COMUNE DI GUIDIZZOLO Assessorato alla Biblioteca, Teatro e manifestazioni culturali ALL'ARENA DI VERONA SABATO 11 AGOSTO 2007 partenza nel pomeriggio da Piazzale Marconi ISCRIZIONI FINO AL 10 AGOSTO Per informazioni e prenotazioni: Circolo Diapason: 346 0181382 Biblioteca di Guidizzolo: 0376 840435 43 Notizie dall’Amministrazione A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO Presentato il libro di Massimo Marocchi IL RACCONTO DELLA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA Chiunque - turista, studioso, storico, militare,… curioso - varchi la soglia del Tempio-Ossario di Solferino, ex chiesa parrocchiale di “S. Pietro in vincoli” - ora santuario di pietà, memoria, eroismo, monito - è accolto dall’invito altissimo, solenne palpitante dal bianco marmo delle quattro lapidi poste all’ingresso sulle pareti laterali interne, in lingua francese, tedesca, latina e italiana. E subito la visita si fa pellegrinaggio. Alle commiste reliquie dei prodi porgete fiori innalzate preci nemici in battaglia nel silenzio del sepolcro affratellati riposano In piena sintonia di stile - con sobrietà, quindi, senza trionfalismi, ma con convinzione e condivisione - Guidizzolo e Rebecco hanno celebrato il 148° anniversario della Battaglia di Solferino e San Martino ( 24 Giugno 1859 ). Il la all’intensa giornata commemorativa - il 23 Giugno u.s. - è stato dato nella sala consiliare comunale con la presentazione del libro di Massimo Marocchi, “Il racconto della seconda guerra d’indipendenza”, pubblicato da Gaspari 44 Editore, Udine, con il qualificato contributo di Claudia Dal Prato Design Studio nella realizzazione del progetto editoriale. Nella sala gremita di pubblico attento e coinvolto, in apertura, il Sindaco Graziano Pelizzaro ha rivolto parole di cordiale benvenuto e di viva riconoscenza ai graditi ospiti presentandone l’alto profilo: il dott. Fausto Fondrieschi, presidente della Società “Solferino e San Martino”, prefatore dell’opera, e l’autore del libro, lo storico prof. Massimo Marocchi. Con tocco preciso e discreto il Sindaco ha, poi, inteso sottolineare l’importante coinvolgimento del territorio di Guidizzolo Rebecco in particolare, come attestano cippi e lapidi sul posto, e già anticipato da “La Notizia” con un servizio dettagliato e documentato -, nel teatro della Battaglia passata alla storia con il nome di Solferino e San Martino. Il dott. Fondrieschi, prendendo quindi la parola, ha ringraziato il comune di Guidizzolo e il Centro Culturale “San Lorenzo” per la partecipazione all’iniziativa, voluta dalla Società “Solferino e San Martino”, di ricordare adeguatamente con l’opera di Marocchi la seconda guerra d’Indipendenza, evento che va ben al di là dei territori coinvolti e si colloca tra quelli determinanti per l’Indipendenza Italiana, abbracciando l’intero periodo napoleonico, dall’attentato di Felice Orsini fino alla morte di Napoleone III. Interessante e nuovo il modo di “raccontare” una pagina di storia così importante, ha poi sottolineato il presidente della Società “Solferino e San Martino”: non in stile tecnico per addetti ai lavori… militari e difficile, se non noioso, per i profani, né encomiastico, oleografico o retorico, ma secondo una luce più giusta, più realistica, più “storica” attraverso le testimonianze delle persone direttamente coinvolte, con la rappresentazione, da vero storico, di fatti documentati, circostanziati, senza cedere a tentazioni enfatiche o epiche. Un quadro di luci, quindi, ma anche di ombre. L’autore, non senza aver prima ringraziato quanti hanno voluto e reso possibile l’opera, ha presentato il suo lavoro. Delineata la cornice dei territori interessati, degli stati e dei sovrani coinvolti, della dislocazione e dei movimenti degli eserciti belligeranti e dei relativi quartieri generali, Marocchi si è soffermato sul quadro raffigurato dalla sua opera. E’ il racconto della guerra vissuta sul campo nei suoi aspetti… “ordinari”: la vita nell’accampamento di giovani, giovanissimi soldati, volontari; le fatiche, le malattie, le armi, i combattimenti, le ferite, la morte: l’uomo sotto la divisa; ma anche le popolazioni coinvolte e i loro terreni occupati, i loro beni - grano, piante, foraggi, stalle - sequestrati, distrutti. Atti di eroismo, di pietà, ma anche di meschinità: una pagina, in fondo, di… “quotidiana”, “normale” umanità… in guerra. Sono questi gli aspetti, peraltro finora poco noti, che coinvolgono il lettore, attinti a fonti dirette, documentate, del tempo con ricerche, consultazioni, accertamenti, quali lettere di soldati, corrispondenze, cronache degli inviati di guerra, giornali, riviste, anche illustrate da disegnatori - i… fotoreporter del tempo -, oltre ai bollettini, ai rapporti tatticomilitari degli Stati Maggiori, agli interventi dei Comandanti dei vari Corpi, interessanti, ma già abbondantemente pubblicati. E il racconto si fa vivo, avvincente e coinvolgente dal momento che le vicende sono spesso narrate dagli stessi protagonisti o da testimoni. Prima di concludere il suo intervento il prof. Marocchi ha evidenziato due fatti salienti avvenuti proprio in territorio guidizzolese: la morte del colonnello Carl principe di Windischgraetz nei pressi di Casa Nova e l’animata disputa tra il maresciallo Canrobert e il generale Niel, comandanti rispettivamente del terzo e quarto Corpo dell’Armata Francese, nella chiesa di Rebecco, con il tetto sfondato, la notte di quel 24 Giugno. Il sindaco Pelizzaro ha poi letto alcuni passaggi del contributo predisposto dal prof. Giovanni Zangobbi, purtroppo assente, per sottolineare la validità grazie allo stile di scrittura, piano, preciso, ma non pedante, e per l’angolatura, oltre che per la documentazione, della pregevole opera di Marocchi, di sicuro interesse anche per la scuola media inferiore. E’ quindi seguito con interventi diversi del prof. Costantino Cipolla un vivace dibattito di approfondimento. Il prof. Massimo Marocchi, in chiusura, ha precisato la sua posizione circa il numero complessivo dei caduti della storica Battaglia, motivo primo della discussione, indicandolo tra i 1012mila - secondo altri, anche molti di più -, ma aspetto, questo, per tanti motivi difficile, tra l’altro, da definire, e comunque secondario dal momento che quella fu sicuramente una sconvolgente tragedia: la carneficina che impressionò… Henri Dunant a tal punto da indurlo a fondare la Croce Rossa. Filippo Cerini Un momento della presentazione del libro Lo sparo a “salve” presso la lapide a ricordo della Battaglia nella località Baite presso Rebecco Un momento dell’esibizione della Banda di Desenzano del Garda a chiusura della giornata commemorativa 45 Una Biblioteca per tutti, tutte le Biblioteche per te C'è un’importante novità per le biblioteche mantovane: arriva la tessera-lettore unica provinciale, vero e proprio “salto di qualità” per i servizi di pubblica lettura che, negli ultimi, anni hanno visto maturare sempre più consensi. Le biblioteche, già da tempo, lavorano in rete con l’obiettivo di costruire un unico grande patrimonio di conoscenza e di informazione, a cui tutti i cittadini, senza distinzione, possano avere accesso. Di questi sforzi, il risultato sicuramente più gradito ai lettori è il prestito interbibliotecario: servizio che consente di ottenere a prestito libri o multimediali posseduti dalle altre biblioteche, rivolgendosi alla propria, in non più di tre giorni dalla richiesta. I prestiti interbibliotecari crescono ininterrottamente dal 2002, anno di attivazione del servizio, e nel 2006 si sono superate le 40.000 richieste nella provincia. Forse non tutti sanno invece che le biblioteche programmano insieme gli acquisti in modo da estendere e diversificare e mantenere aggiornata quanto più possibile l’offerta ai propri lettori. Ma di che numeri si parla? Si parla di quasi un milione di documenti tra libri, dvd ed altri multimedia, più di trecentomila titoli tra cui scegliere, diecimila nuovi titoli in più ogni anno. E’ importante inoltre sottolineare che le biblioteche si pongono l’obiettivo di soddisfare ogni esigenza di lettura: in biblioteca troverete la narrativa (autori classici, contemporanei, letterature di genere). Di rilievo sono le raccolte di storia, arte, filosofia e religione, psicologia ed educazione. Speciale considerazione è rivolta ai manuali e alle guide “per fare”: le guide turistiche, la cura della vita familiare, l’hobbistica ed il tempo libero, lo sport, l’informatica. In questo orizzonte, le tessere portano ad un livello più alto il grado di attenzione verso il lettore. Innanzitutto, la tessera è unica per l’intera provincia. E’ sufficiente essere iscritto in una biblioteca per avere diritto ai servizi di tutte le biblioteche mantovane. Basta portarla con sé per essere riconosciuto ed abilitato. Non solo, dunque, si può usare la propria biblioteca per avere accesso al patrimonio di tutte le altre; con la tessera si può, con un’unica iscrizione, usufruire dei servizi di tutte le biblioteche. Ma c’è di più. Il codice riportato sulla tessera consente ad ogni utente di utilizzare i servizi della biblioteca anche da casa propria, via internet. Ogni lettore iscritto dispone infatti di uno spazio personale riservato sul sito www.biblioteche.mn.it e, accedendo al catalogo, potrà: prenotare libri e dvd, verificare in tempo reale la situazione dei prestiti e delle richieste in corso, effettuare proroghe, salvare ricerche e bibliografie proprie, fare proposte di acquisto, richiedere informazioni e ricerche bibliografiche personalizzate. A questo si aggiunge un’ulteriore opportunità: con l’iniziativa “Ad ogni lettore il suo libro”, chi lo volesse può ricevere una newsletter mensile con la segnalazione di tutte le novità di proprio interesse che le biblioteche mantovane hanno acquistato, per non rimanere mai a corto di buone letture. ULTIMISSIME 46 Con il prossimo mese di ottobre la Biblioteca Comunale cambierà sede. Il Comune ha infatti affittato allo scopo uno stabile in Via IV Novembre di proprietà del Sig. Remo Stanghellini. “La decisione di giungere ad affittare dei locali invece di procedere alla realizzazione di una nuova sede, ci dice il sindaco Graziano Pelizzaro, è stata attentamente valutata. Non potevamo più rimanere nella vecchia sede, troppo piccola ed inadeguata all'ottimo servizio che viene svolto. Una nuova costruzione, da una valutazione minima, sarebbe costata all'incirca 500.000 euro, cifra attualmente non sostenibile per le casse comunali in previsione di intervenire in maniera consistente sull'edilizia scolastica. La forma dell'affitto, sia per i locali che per gli arredi, ci è pertanto parsa quella allo stato sicuramente attuabile. L'alternativa era solo quella di congelare i servizi attuali nel campo della cultura senza la minima possibilità di espandere come invece ci viene continuamente sollecitato dal gradimento dell'utenza”. La nuova ha una superficie di circa 370 c0ntro i 170 attuali. Nella prossima edizione saremo sicuramente più precisi. 47