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N. 73 - AGOSTO 2007
Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Anno XIII - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,20
GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA
9
9 luglio
luglio 2007
2007
ore
ore 17,38
17,38
Campionato
Campionato
Regionale
Regionale
Giovanissimi
Giovanissimi
Sportiva-mente
Sportiva-mente
2007
2007
sommario
3
Editoriale - La disponibilità, l’operosità e il senso civico...
5
Ciao, Cristian
6
9 luglio 2007 ore 17,38 immagini e impressioni
12
Intervista al vicesindaco
14
Campionato Regionale Giovanissimi
15
La Scuola non ci ha guadagnato!
16
Percorso ciclo-pedonale
18
Salute
20
Psicologia
22
Le ricette
23
Cronaca
26
Noi e la legge
27
Noi e il fisco
28
Arte e dintorni
36
Spazio giovani
37
Games area
38
Sportiva-mente 2007
40
Istituto Statale d’Arte
41
Prima Messa solenne per don Matteo
42
Tacabanda
44
Amministrazione Comunale
46
Una Biblioteca per tutti...
In copertina:
9 luglio 2007: il tornado su
Guidizzolo
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23 giugno 2007
Baite presso Rebecco,
cerimonia a ricordo della Battaglia
del 1859
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI: Informativa ai sensi del d. lgs n. 196 del 30-06-2003
I dati in possesso della redazione de "la Notizia" sono forniti direttamente dagli interessati o estratti da elenchi pubblici: ovvero in nostro
possesso anteriormente all'8-5-1997. Gli interessati possono chiedere la cancellazione, il blocco, l'aggiornamento o l'integrazione dei
dati od opporsi al trattamento stesso.
editoriale
Andrea Dal Prato
Delle intemperanze della natura siamo abituati a leggere sui libri, a vedere nei documentari, attraverso i racconti, i discorsi riportati, mai ci saremmo aspettati che la grande furia della natura si
abbattesse anche sulla nostra Guidizzolo.
Sessanta interminabili secondi. Sessanta brevissimi istanti sufficienti per distruggere tutto quello che la tromba d'aria incontrava sul suo cammino. Si sono visti ciclisti “volare” contro muri o
cancellate, pedoni sbattuti contro pilastri e piante oppure investiti da ogni genere di oggetti; auto
spostate di decine di metri, cortili e strade riempiti di mattoni, tegole, assi o travi di legno, canali e lamiere, e poi ancora piante divelte e pali della luce accartocciati. Tetti spazzati via, veloci a
volare come petali di un fiore spogliato da un colpo d'aria: un vero inferno per le oltre 500 case
colpite, anche se, fortunatamente, non ci sono stati feriti gravi, solo tredici contusi e con prognosi di pochi giorni.
Possiamo chiamarlo miracolo?
Pochi minuti e poi il silenzio. La gente è uscita dalle case per vedere cosa fosse accaduto, quasi
senza rendersi conto della furia distruttrice del tornado, poi piano piano con incredulità crescente e sgomento ha capito la gravità del disastro.
Pochi minuti e la macchina dei soccorsi ha preso il via. I Carabinieri hanno bloccato la statale
per spostare le macchine di traverso, provvedere allo spostamento del materiale, controllare
alcune case pericolanti. La Protezione Civile ha dispiegato le proprie forze, i volontari si sono
sparsi ovunque dando segno di una rapidità ed efficienza certamente non dovute al caso, ma ad
una preparazione attenta e mirata, riprova di un impegno costante e di una struttura organizzativa di primordine. Come i
Carabinieri anche i Vigili del
Fuoco, altrettanto celeri nel
prendere in mano la situazione, hanno individuato le
case pericolanti e posto
tutto in sicurezza. Nel frattempo, dal cielo, gli elicotteri perlustravano la zona
per individuare i punti dove
intervenire con più urgenza.
Il Sindaco è stato messo a dura prova ma l'organizzazione “unità di crisi” ha funzionato bene, per
36 ore, ininterrottamente. I Vigili e la Protezione Civile non hanno avuto un momento di sosta. In
poche ore sono stati allestiti oltre cento posti letto, alcuni hanno potuto usufruire della disponibilità della Casa di Riposo, altri, forse i più, sono stati accolti da parenti e amici.
La prima notte è stata lunga: i rumori, il sonno che tardava a venire, i pensieri e la disperazione
di chi poi avrebbe dovuto fare i conti con migliaia di euro di danni. Pochi hanno dormito, anche
nei bambini lo stato di agitazione perdurava perché i loro occhi e il loro sentire attento e sensibile si specchiava in quello delle loro madri e dei loro padri.
Subito, senza attendere che i politici dichiarassero lo “stato di calamità”, senza aspettare di
avere anche la minima speranza di ottenere dallo Stato un aiuto tutti si sono messi all'opera. Ha
davvero dell'incredibile la collaborazione che, in questo frangente, è nata tra parenti, amici oppure vicini di casa. Tutti al lavoro alacremente in un meccanismo perfetto in cui ognuno forniva il
proprio contributo, senza risparmiarsi. Le imprese artigiane, le più richieste per riparare i danni
causati dalla tromba d'aria, si sono rese immediatamente disponibili per i casi più gravi, con una
operosità davvero unica. Il paese si è mobilitato nella sua interezza, riuscendo a fare in pochi
giorni ciò che normalmente avrebbe richiesto mesi e mesi e dopo dieci giorni dall'evento
Guidizzolo si offre agli occhi dello “straniero di passaggio” come un cantiere in fase di conclusione dei lavori.
Ma a fianco di tanta operosa disponibilità e al comune mobilitarsi di tutti, anche di quanti non
erano stati coinvolti nel disastro, non dobbiamo dimenticare un altro aspetto fondamentale in
queste occasioni: il senso civico. Di questo ne sono testimoni i Carabinieri i quali, pur continuando nell'opera di sorveglianza e pattugliamento, soprattutto notturno, non hanno ricevuto alcuna
segnalazione di furti. Il temuto “sciaccallagio” grazie alla continua sorveglianza e alla civiltà dei
guidizzolesi non si è verificato.
E questo, credo proprio, sia un miracolo nel miracolo!
La disponibilità,
l'operosità e il senso
civico dei Guidizzolesi
3
N U M E R I
ENTI
DIRETTORE
RESPONSABILE
Andrea Dal Prato
CAPO REDATTORE
Graziano Pelizzaro
REDAZIONE
Elisa Corradi
Marco Badini
Marika Busca
Sergio Desiderati
Elodio Perani
Giovanni Zangobbi
COLLABORATORI
Giorgio Arienti
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del 30-05-1995
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4
MUNICIPIO - tel. 0376 819201
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CARABINIERI - tel. 0376 819006 - 112
VIGILI URBANI - tel. 0376 840241
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BIBLIOTECA COMUNALE - tel. 0376 840435
TEATRO COMUNALE - tel. 335 422406
ORATORIO SAN LORENZO - tel. 335 1211999
FONDAZIONE “V. RIZZINI” - tel. 0376 819120
ISTITUTO COMPRENSIVO - 0376 819049 - 819059
ISTITUTO STATALE D’ARTE - tel. 0376 819023
PARROCCHIA BIRBESI - tel. 0376 819602
PARROCCHIA GUIDIZZOLO - tel. 0376 819052
POSTE E TELEGRAFI - tel. 0376 840091
SISAM (ACQUEDOTTO) - 800 859370 - 0376 771869
PROTEZIONE CIVILE - tel. 0376 847388
PRENOTAZIONE AMBULANZA - tel. 349 8608653
UFFICI COMUN ALI
ORARIO DI APERTURA
Da lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13
Sabato: dalle 10 alle 12
Ufficio Tecnico:
lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12,30
sabato dalle 10 alle 12
Assistente sociale:
martedì e venerdì dalle 10 alle 13
BIBLIO TECA
ORARIO DI APERTURA
merc. - ven.
9-12 (estivo) 9-12 (inv.)
lun. - mar. - giov. 15-19 (estivo) 14,30 -18,30 (inv.)
ASSOCIAZIONI
Ass. Naz Carabinieri - tel. 338 2507927
Amici di Rebecco - tel. 0376 819678
AIDO - tel. 0376 223001
AVIS - tel. 0376 840177
Altri Mondi - tel. 0376 819478
Anspi Birbesi - tel. 0376 849602
Anspi Guidizzolo - tel. 0376 819052
Arca - tel. 0376 818417
Associazione Artigiani - tel. 0376 819528
Associazione Commercianti - tel. 0376 818494
Calcio Guidizzolo - tel. 0376 818291
Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189
Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326
Corale B.V. Di Lourdes - tel. 0376 819052
Corpo Bandistico - tel. 0376 840090
CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253
Freebikers Guidizzolo 2000 - tel. 0376 818344
Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 0376 819516
GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240
Pescasportiva Guidizzolese - tel. 0376 819064
Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382
ORATORIO S. LORENZO
ORARIO DI APERTURA DOMENICALE
Maggio - Settembre dalle 17,00 alle 19,00
Ottobre - Aprile
dalle 15.30 alle 17,30
U T I L I
AMBUL AT ORI MEDICI
• Dr.ssa Ghisolfi Emi
Prenotazione visite: 0376 689604 (8,30-12,30)
Ambulatorio 0376 840433 - abitazione 0376 818011
Cell. 333 8356733
Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)
Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13
• Dr. Galvani Orfeo Valerio
Prenotazioni visite: 0376 819794
Ambulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096
Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30
Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)
• Dr. Ponti Giuliano
Ambulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177
Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12,30
Giovedì: dalle 16,30 alle 19
• Dr. ssa Gatti Angela
presso l’AVIS di Guidizzolo - tel. 338 2619350
Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17,30 alle 18,30
Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109
Lun. Merc. Ven. : dalle 10,30 alle 12
Mar. Gio.: dalle 17,30 alle 19
• Pediatra di base D.ssa Schena Stella
presso l’AVIS di Guidizzolo
Per appuntamenti tel. 3491047387
Lun. Mart. Giov.: dalle 9,30 alle 12,30
Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17
• Pediatra di base D.ssa Cavalli Giancarla
Per appuntamenti tel. 0376 868173
NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO
tel. 800-228521
ASL
Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713
Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705
Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724
Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737
Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733
Igiene dell'edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846733
PIAZZOL A RIFIUTI
ORARIO DI APERTURA
Lunedì e Mercoledì dalle 14,30 alle 17,30
Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30
SANTE MESSE
GUIDIZZOLO
Feriali:
7,30 - 18 (invernale 17,30)
Prefestivi:
19 (invernale 18)
Festivi:
8 - 9,30 - 11 - 18 (invernale 17)
BIRBESI
Feriali:
Festivi:
mart. giov. 8,30 prefestivi 18,30 (estivo)
prefestivi 18,00 (invernale)
9,30
REBECCO
Prefestivi 18 (invernale 17)
CIMITERO
Tutti i giorni dalle 8 alle 19
Ciao, Cristian
Un silenzio assordante. Interrotto solamente dalla fede profonda di una famiglia
e di una comunità che si è stretta intorno a Cristian ed a quella piccola bara
bianca accolta al suo ingresso in chiesa da un lungo applauso. Preludio di una
celebrazione eucaristica alla quale han preso parte migliaia di persone.
Tutta Guidizzolo era li accanto a lui, ai genitori, ai
nonni, agli zii, alla sorellina e i cugini; agli amici.
Ai compagni di scuola, guidati dal dirigente
Sanzio Salami e dagli insegnanti. Le medie, la
secondaria di primo grado che Cristian frequentava in 1ª A, alcune classi della primaria. Tutti vicini, dal sindaco al vice-sindaco, assessori e consiglieri nell'ampia chiesa che non è riuscita a contenere tutte le persone, vicini ai ragazzini della squadra di calcio dove giocava da portiere e ai dirigenti delle società sportive. Le preghiere che si facevano canto guidato dai ragazzi con i quali Cristian
molte volte aveva anch’egli cantato. Inutile dire
del pianto e della commozione in ognuno. Intorno
all’altare dove hanno preso posto il celebrante don
Giampaolo e i tre concelebranti c’erano già molti
bambini: nei loro volti tutta la sofferenza per aver
perso un amico, uno di quelli, dirà alla fine una
compagna di classe, con il sorriso sempre sulle
labbra.
Lo stesso saluto finale anche di chi gli giocava
insieme a calcio e lo ha immaginato in cielo a
difendere una porta, come faceva qui cercando di
imitare il suo idolo, quel Gigi Buffon che milita
nella sua squadra del cuore e la cui maglia bianconera era appoggiata sulla bara. Il momento
della Parola di Dio è stato scandito da due letture
che racchiudono tutti gli interrogativi e tutte le
speranze dell'uomo. La prima, dal libro di Giobbe;
il Vangelo là dove parla della resurrezione del figlio
della vedova di Naim. Don Giampaolo nell'omelia
ha ripreso questi interrogativi: “Signore, dammi
un segno; ti chiediamo un raggio di luce per cercar di capire; Ti vogliamo chiedere delle spiegazioni”. Le domande che tutti in chiesa si stavano
ponendo: dov'eri o Dio quel pomeriggio? Forse
tutti noi vorremmo un Dio miracolistico che con
una sorta di bacchetta magica ci tolga dagli
impicci e dal dolore! Tutti noi vorremmo che i
nostri figli ci vengano restituiti come alla vedova
di Naim. “Tu, Signore, ha proseguito don
Giampaolo, hai scelto la strada difficile della condivisione: Tu sei il Dio della croce, sei il Dio che
piange con il nostro pianto. Il miracolo, ancora
una volta, lo hai già compiuto. E' difficile crederci
fino in fondo, ma tutti noi sappiamo che Cristian
è già risuscitato ed è lì accanto Te.
Ora Guidizzolo ha un angelo in più che prega per
noi. E noi lo immaginiamo a correre per i prati del
cielo”. Un altro lungo applauso ha accompagnato
all'uscita di chiesa Cristian, quell'amico di tutti
che per cause ancora sconosciute e per un disegno che rimane solo nella mani di Dio ha lasciato
un po' orfana l'intera comunità di Guidizzolo.
Una comunità che ha tributato un grande affetto a
questa famiglia così provata la quale, in un composto silenzio, ha ringraziato per tutte queste
manifestazioni di vicinanza al proprio immenso
quanto inumano dolore.
A SCUOLA
... “Ciao Cristian, piccolo
Buffon”. “Piccolo uomo
ma grande amico”. “Sei
salito al cielo perché Dio
aveva bisogno di un angelo”. “Dovevi lasciarci proprio adesso che ci siamo
qualificati per le finali?”.
Sono solo alcuni degli
innumerevoli messaggi
che i compagni di scuola
di Cristian gli hanno dedicato. Sono stati appesi su
un gigantesco cartellone
che occupava un’intera
parete nella sua classe, un
cartellone che verrà sicuramente lasciato alla famiglia.
Senza che nessuno dicesse loro nulla, tutti i ragazzini delle prime si sono radunati, il giorno dopo, intorno
al banco vuoto di Cristian
dove qualcuno aveva già
messo un fiore. Poi sono cominciati ad arrivare
anche gli studenti della altre classi. Prima uno, poi
altri, hanno iniziato a lasciare il loro bigliettino di
saluto; probabilmente senza comprendere fino in
fondo ciò che era accaduto. Poi tutti hanno capito: Cristian se n’era andato. Aveva preso il suo
pallone ed era corso a giocare da un’altra parte.
Sul suo banco sempre fiori freschi e tanti occhi,
tutti gli occhi, intrisi di lacrime...
Sergio Desiderati
5
luglio 2007 ore 17,38
immagini e impressioni
9
Erano circa le 17.35. Mi trovavo sul divano a
leggere il giornale, quando ho sentito un rumore
che col passare del tempo diveniva sempre più
assordante. Convinto che fosse un aereo che
stesse precipitando, mi sono alzato per vederne la
rotta. In quel momento guardando verso Rebecco
ho notato che c'erano oggetti che volavano e il
cielo oscurato da una nube grigia che viaggiava a
velocità impressionante. Il tempo di rendermi
conto che si trattava di una tromba d'aria, ho invitato mio figlio a darmi una mano a chiudere le
imposte e le finestre. Stavo per aprire la finestra
del soggiorno e chiudere l'ultima anta, quando ho
visto che la tromba d'aria era già addosso alla
casa, così ho chiuso solo la finestra e ho gridato
a mio figlio e alla suocera di correre nel seminterrato.
Ore 17,40 così
appariva via
Solferino
Ore 17,45 arrivano
i Carabinieri, ci si
rende conto della
gravità
dell’accaduto
6
Sentire il rumore di tutto ciò che si stava abbattendo sull'abitazione, sono stati i secondi più brutti della mia vita. Ho pregato che la struttura reggesse l'urto. Dall'impatto saranno trascorsi 10
secondi di botti e rumori assordanti, il tempo
necessario affinché il tornado andasse oltre.
Aperta la porta, sembrava un campo di battaglia,
era una cosa indescrivibile, surreale: case scoperchiate, auto distrutte, assi e tegole conficcate
nelle mura delle case, persone che guardavano
ciò che era rimasto della propria abitazione con lo
sguardo, a volte, perso nel vuoto. Man mano che
passava il tempo, cominciai a comprendere ciò
che veramente era successo e una cosa mi ha
colpito, la solidarietà della gente.
Approfitto di questo spazio concessomi cortesemente dal direttore, per ringraziare pubblicamen-
te tutti coloro che in questi giorni ci sono stati
vicini. Spesso, per superare momenti difficili
basta un sorriso, una parola, un piccolo gesto,
una telefonata, un e-mail. Dalle ore 18.00 del 09
luglio, io e la mia famiglia, abbiamo avuto la prova
di quanto tutto ciò sia importante per superare
momenti drammatici. Auguro a tutti coloro che
sono stati colpiti dalla tromba d'aria, come il sottoscritto, di trovare la forza e la serenità per ritornare a condurre una vita normale.
Grazie di cuore per il sostegno.
Giovanni Veltri e famiglia
...un rumore che sembrava quello di un motore
d’aereo in avaria, uno sguardo dalla finestra ed in
lontananza nel cielo una nube rossastra: “un grande incendio” pensai!!
Poi una corsa inutile verso l’interruttore delle tapparelle ed un grande boato: “La fine del mondo”
urlai e poi... la quiete ed il sole risplendere in cielo.
Nel giardino la devastazione: paraboliche, tegole,
mattoni, vetri, travi, tavoli e sedie di alte case.
La paura è rimasta dentro di me! è più facile ora
comprendere la gente che vive in quelle regioni
del mondo dove questi fatti sono ciclici.
Verso le 17,30, mentre mi intrattenevo con
alcuni clienti al bar del Ristorante, ricevo da mia
sucera, che era a Medole, una telefonata allarmata che mi invita a riparare la macchina perchè un
grosso temporale con grandine si stava muovendo verso Guidizzolo. Esco subito e porto in riparo
l’auto, vado sulla terrazza a chiudere gli ombrelloni e avverto un forte “ronzio”, guardo verso il cielo
e vedo avvicinarsi a forte velocità una “nube”
marrone, rientro subito chiudendo a fatica la porta
e vedo passarmi a pochi metri mattoni, tegole,
canali, plastica e molto altro...
Nadia
Simone
Stavo rientrando in casa quando all'improvviso
si è alzato un forte vento, talmente forte che ho
fatto fatica a chiudere la porta, Appena in casa ho
visto dalla vetrata in direzione della piazza una
grande "striscia di vento" grigia dentro la quale
volava di tutto, era impressionante. Sembravano
pezzi di carta, ma poi ho realizzato che erano tegole. Mi sono spaventata, ma dopo pochi minuti era
tutto passato, vasi, sedie, rami spezzati e altro
sparsi per il giardino, ma nulla di grave. Mi sono
calmata e solo qualche ora, dopo facendo un giro
per il paese, mi sono resa conto del disastro e di
quanto sono stata fortunata.
Claudia
Lo sgomento per
l’accaduto appare
in tutta la sua
gravità.
8
Come al solito tutto si stava svolgendo nella più
assoluta normalità. Sembrava una giornata qualunque. Nel tardo pomeriggio, verso sera, erano le
cinque... “le cinque della sera” ...il cielo con la
nuvolaglia grigiastra si è rabbuiato, un brontolio
strano, sinistro, si è fatto più frequente, poi di
colpo il vento ha rinforzato. Quasi tutti l’hanno
notato. I più fortunati e solerti hanno potuto mettersi al riparo, gli altri no, sono stati sorpresi. E’
stato un disastro.
Sono stati pochi secondi, i più lunghi che si possano ricordare perchè siamo stati aggrediti dal
panico e da una grande paura. L’evento, un tornado di forza impressionante, si è formato all’incirca
a Castel Goffredo ed ha preso la direzione di
Guidizzolo.
“Ho vissuto questi attimi richiudendomi nello studio. Un tempo relativamente breve che non mi ha
permesso di rendermi conto di ciò che stava
accadendo. Un forte sibilo, un rumore scrosciante. Ho aperto leggermente la porta ed ho visto il
tetto del portico che ballava, ma la forza del vento
mi ha fatto subito richiudere appoggiandomi con
il corpo. Ho sollevato lo sguardo verso il lucernario e ho visto passare vorticosamente di tutto...
travi, rami, cassette nere, cellofan, tegole.
Angoscia! Dopo pochi secondi ritorna la calma.
Esco e mi rendo subito conto che il disastro è
grande. Nel cortile materiali vari sparsi, davanti al
cancello cassonetti rovesciati, assi, rami, tegole
dappertutto. Prendo la macchina fotografica, esco
sulla strada. Impietrisco! Il traffico è bloccato e
vedo nella via le case dei miei vicini con le grondaie divelte, staccate, i tetti coi camini rovesciati, due macchine che transitavano sulla strada
colpite. Le famiglie incredule escono alla rinfusa
dalle abitazioni, qualcuno urla, ho pensato subito
che vi fossero delle vittime. Ho scattato numero-
se foto sin all’arrivo dei Vigili del Fuoco. Mi sono
poi spostato sulla Via Circonvallazione nel
Quartiere Gitti dietro casa mia. Tutte le case e le
macchine parcheggiate erano danneggiate.
Sconcerto! Ho seguito a ritroso il percorso della
“striscia maledetta” nelle Vie San Martino e M.
Grassi, nessuno ha avuto scampo. Ho seguito il
percorso sino a Corte Breda: qui sembrava che la
furia scatenata si fosse accanita sulle serre delle
coltivazioni; tutte divelte. Persone sbiancate,
ammutolite, spaventate. Dall’alto il rumore dell’elicottero dei VVFF che volteggiava per rendersi
conto della disfatta. Più avanti, a Rebecco, dicevano che era peggio. Non ho più proseguito e
sono rientrato, tanto ero angosciato e triste.
Franco Bassignani
I danni del Tornado del 9 luglio 2007 su Guidizzolo
Abitazioni lesionate 505 di cui 103 in modo grave per un danno totale di circa 70.000.000 Euro
di cui circa 8.000.000 per gli edifici pubblici.
Aziende Agricole danneggiate 10 per un danno di circa 20.000.000 di Euro
Le stime sono “molto” provvisorie, il danno reale si conoscerà solo dopo un completo inventario e stima dei beni
danneggiati e difficilmente sarà inferiore alle prime valutazioni.
La redazione ringrazia tutti coloro che hanno messo gentilmente le fotografie a disposizione per la pubblicazione.
11
Intervista al vicesindaco
La Dott.ssa Emi Ghisolfi, Assessore alle politiche sociali e della famiglia, risponde in modo chiaro ed esaustivo al programma del suo assessorato e ci informa
sei programmi in “cantiere”.
Quali sono gli interventi più significativi realizzati a favore dei giovani? Quali quelli in programma?
Prima di entrare nel vivo della domanda mi consenta una piccola “introduzione”. Parlare di politiche sociali e della famiglia significa trattare di
argomenti che investono la pluralità dei soggetti
che compongono la nostra società, tutti con esigenze legittime ed aspettative che meritano
attenzione. Per questo l’Ente locale, il Comune, si
pone in un’ottica di “doppia sussidiarietà” con
interventi che talvolta sarebbe più logico immaginare effettuati da altri, ma anche con interventi
volti a supportare le famiglie immerse spesso in
un cammino quotidiano faticoso. A volte si tratta
di programmi di grande respiro (si veda ad esempio il “Progetto Famiglia” lanciato alcuni anni fa)
ed altre volte il piccolo contributo per la spesa
quotidiana.
Veniamo ai giovani.
Negli ultimi 10/12
anni sono state
attuate politiche
particolari le quali,
pur abbracciando
anche altri ambiti
dell’azione amministrativa, svolgono
appieno la loro funzione
sociale.
Pensiamo all’incremento notevolissimo dello sport,
all’impegno profuso
nella
biblioteca
comunale e nel teatro, alle costanti collaborazioni sempre più strette
con la scuola e le associazioni del territorio che si
interessano dei giovani, ai Centri Ricreativi estivi,
ai percorsi di approfondimento dei temi legati al
mondo giovanile attuati mediante indagini che ci
hanno portato ad individuarne i bisogni, alla nuova
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decorosa sede della banda musicale che richiama
tantissimi ragazzi, e non solo. Per il futuro? Lo
scorso anno abbiamo svolto un’interessante indagine “Da cancello a cancello” sui ragazzi fino a 15
anni e sulle loro famiglie. Ne è risultato un interessantissimo spaccato di vita che sta per essere
pubblicato e che consegneremo alle famiglie interessate. Ecco, da quel lavoro è scaturita l’idea di
dar vita ad un “Progetto stili di vita”. Qual è oggi
lo “stile di vita” maggiormente seguito dai giovani: l’alcol, la velocità, lo sballo o altro? Faremo
degli incontri a spot per approfondire questi temi.
Dai risultati scaturiranno poi le iniziative correlate.
Cosa propone il suo assessorato a beneficio
degli anziani, oltre alla gestione dei fondi su
programmi regionali e provinciali?
Dai giovani agli anziani, quasi si dovesse parlare
dei due estremi di una società peraltro molto più
articolata. La nostra prima preoccupazione verso
le persone anziane è sempre stata quella di favorire la loro permanenza nelle famiglie di origine,
senza tuttavia scordare che vi sono situazioni tali
dove il ricorso a strutture protette e specializzate
è l’unico modo per migliorare le condizioni di vita
dell’anziano. Abbiamo quindi potenziato l’assistenza domiciliare, sviluppato incontri e collaborazioni con le altre associazioni che operano nel settore; in questi giorni stanno per essere assegnati
i nuovi mini alloggi realizzati con Aler ed il contributo della Regione Lombardia; altri verranno
costruiti sempre vicino alla Fondazione Rizzini con
la quale poi ci convenzioneremo per poter usufruire dei servizi che con assoluta competenza eroga.
Va ricordato inoltre l’impegno dell’amministrazione in servizi proposti da altri Enti, e qui penso al
Centro Diurno, senza dimenticare il pagamento o
l’integrazione di alcune rette alla Casa di Riposo.
A questo proposito devo esprimere un forte
apprezzamento per la nostra Fondazione Rizzini,
una realtà sempre più aperta al territorio: non la
“Casa di Riposo” intesa come negli anni passati,
piuttosto un luogo di incontro per un modo nuovo
di concepire i servizi alla persona.
E per gli anziani in grave difficoltà cosa fa il
Comune? E' possibile ipotizzare un intervento
personalizzato di assistenza non solo sanitaria
a domicilio?
Vi sono ambiti dell’assistenza sociale che escono
dalle competenze dei Comuni. Noi ci siamo sempre mossi per cercare di dare risposte esaurienti
a tutte le richieste che ci pervengono. I comuni
del nostro Distretto sono riuniti insieme ed insieme, nel settore sociale, predispongono quello che
tecnicamente viene chiamato “Piano di zona”. Vi
lavorano assistenti sociali ed operatori di tutto il
territorio con competenze specifiche in questi
ambiti. E' chiaro comunque che il nostro Comune,
come sempre del resto, cerca di dare e darà
risposte pure in questo ambito, da solo o attraverso le associazioni e le persone che con grande
entusiasmo e dedizione, ne devo dare atto, lavorano in silenzio in questo settore dando segnali
forti di una comunità che condivide.
In questo periodo assistiamo ad un aumento
delle truffe, soprattutto a domicilio, a danno
degli anziani. Pensate a un più attivo impegno
delle Forze dell'Ordine sul territorio? A una
Polizia di quartiere?
Recentemente ci siamo attivati, insieme alla Pro
Loco, al Gruppo Volontari, al Centro Sociale “La
Mimosa” ed al Circolo ANSPI “La famiglia” con un
primo incontro informativo tenuto dal nostro servizio di Polizia Locale e in collaborazione con il
comando Carabinieri; incontro proprio sul tema
delle truffe e dei raggiri cui sono purtroppo coinvolte quasi sempre le persone anziane. E' stato
molto partecipato: parecchie ed attente le persone presenti nel salone della Parrocchia che lo ha
ospitato. Questa è stata solo la prima iniziativa
alla quale ne seguiranno altre. Per quanto attiene
alle Forze dell’Ordine, i Carabinieri ed anche i
nostri vigili, credo che il loro impegno sul territorio sia già ora notevole. Pensare alla Polizia di
quartiere mi pare, per Guidizzolo, prematuro. Le
competenze comunque riguardano altri organi.
Il servizio pasti a domicilio è sufficientemente
utilizzato oppure potrebbe essere incrementato?
Il numero degli utenti di questo servizio è generalmente in costante aumento. Solo questo dato, da
solo, ci dice del suo gradimento. Vi sono persone
che usufruiscono del pasto tutto l'anno ed altre
che lo richiedono solo per brevi periodi. I pasti
vengono confezionati dalla Fondazione Rizzini e
trasportati a casa a cura del Comune; la loro preparazione è personalizzata secondo le indicazioni
mediche. L’eventuale incremento è legato unicamente alle richieste che noi sicuramente provvederemo a soddisfare.
Il “Micronido” si sta rivelando un'esperienza
positiva?
E' un po' come chiedere all’oste se il vino che
serve è buono. La domanda andrebbe probabilmente rivolta alle famiglie dei piccoli utenti. Da
parte mia posso solo confermare che gli apprezzamenti sono continui. Il servizio è svolto in convenzione con la locale Cooperativa Orizzonti con cui
abbiamo uno stretto rapporto di proficua collaborazione in questo e in altri ambiti del settore sociale. Val la pena infatti ricordare, ma il tema sarà
opportunamente e meglio trattato dall’Assessore
alle Politiche scolastiche, che il Comune interviene anche a sostegno di necessità socio-assistenziali nella scuola con ottimi risultati.
Quali aiuti sono rivolti a sostegno dei portatori
di handicap e delle loro famiglie?
A Guidizzolo, per la precisione in frazione
Rebecco, ha la sua sede il Centro Diurno Disabili
dell’Alto Mantovano al quale il Comune di
Guidizzolo presta da sempre grande attenzione.
Nato 25 anni fa e da allora sempre cresciuto ci dà
l’idea complessiva dell’impegno amministrativo
nel variegato settore delle disabilità. Gli aiuti concreti poi riguardano, ad esempio, il pagamento
delle rette di coloro che frequentano Centri specializzati (CDD, Coop. Fiordaliso, ecc.); il trasporto
alla Casa del Sole oltre che la quota generale di
sostegno al servizio erogata anche in assenza di
utenti; lo sgravio della tariffa rifiuti, e comunque
tutte le necessità che quotidianamente si possono presentare. Aggiungo inoltre che a livello
distrettuale, quindi con partecipazione diretta del
nostro Comune, si interviene anche nei confronti
delle altre strutture territoriali.
Andrea Dal Prato
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Campionato Regionale
Giovanissimi
Simone Turrini vice-campione regionale
Semplicemente perfetta. E’ questo l’unico aggettivo utilizzabile per una manifestazione che ha
visto coinvolte l’Amministrazione comunale e le
principali associazioni guidizzolesi, Pro-Loco e
Commercianti in testa. Al di là dei vincitori e delle
vincitrici nelle diverse fasce la vera palma del vincitore in questo Campionato Regionale Ciclistico
della categoria Giovanissimi spetta senza ombra
di dubbio al Ciclo Club 77 Guidizzolo che non solo
ha saputo organizzare tutto nei minimi dettagli (e
non era certo facile vista la massiccia partecipazione di 500 giovani atleti provenienti da tutta la
Alessia Gozio,
vincitrice del G3,
felice con gli amici
Giovani “atlete”
in gara
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Lombardia) ma ha anche saputo mettere insieme
e far partecipare a questo importante “vetrina”
enti ed attività pubblici e privati. E i commenti da
parte delle società, oltre che dei più accreditati
addetti ai lavori, sono stati tutti improntati ad un
apprezzamento al Comitato organizzatore con l’auspicio che anche in futuro altri prendano esempio.
250 ragazzine al mattino ed altrettanti maschi al
pomeriggio si son così dati battaglia in quella che
per tutti era la “gara dell’anno”. Il percorso, 950
metri in area industriale tutto interamente transennato proprio per la sicurezza dei ragazzini; il
servizio d’ordine coordinato dal locale Comando di
Polizia Locale e dalla Protezione civile, la visita del
maresciallo comandante del Carabinieri,
l’Amministrazione comunale per la propria parte e
gli sponsor per la loro: inappuntabile. Così, presenti il responsabile nazionale del settore giovanile FCI Adriano Arioli, il vice presidente regionale
Bruno Righetti ed il presidente provinciale
Corrado Lodi, il consigliere regionale Carlo
Maccari, il sindaco di Guidizzolo Graziano
Pelizzaro e l’assessore allo sport Cesare Maccari,
il “Trofeo Amac - Trofeo Arcobaleno” ha vissuto la
sua giornata perfetta. Sul piano organizzativo,
come si è detto, ma anche su quello sportivo dove
il Ciclo Club 77 è riuscito a piazzare un suo giovane corridore, Simone Turrini, al secondo posto vice campione regionale - nella G2 vinta dal bresciano Michele Gazzoli. Tra le ragazzine in evidenza le province di Bergamo e Brescia; più equilibrati i maschi. Questi i campioni: FEMMINILE - G1
Michela Giuliani (Bergamo), G2 Martina Fidanza
(Bergamo), G3 Alessia Gozo (Brescia), G4 Miriam
Vece (Cremona), G5 Simona Signorini (Brescia),
G6 Arianna Fidanza (Bergamo); MASCHILE - G1
Gianluca Formicola (Lodi), G2 Michele Gazzoli
(Brescia), G3 Samuele Arena (Pavia), G4 Imerio
Cima (Brescia), G5 Paolo Bernasconi (Como), G6
Antonio Magni (Bergamo). Alla fine ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito e lavorato
sono venuti dal presidente del Ciclo Club Claudio
Cervi e dal segretario Adriano Roverselli.
La Scuola non ci ha guadagnato!
Non è così, se vi pare!
Sono la professoressa Anna Giallonardo.
Scrivo sull’onda della soddisfazione e della gioia,
che hanno contaminato anche alunni e genitori,
colleghi, bidelli e segreteria, ma che, nella scuola
di Guidizzolo (medie e alte sfere), e solo in questa,
non possono mai essere allo stato puro: si perdono in rivoli di finta normalità e di biascicante,
distratto, frettoloso riconoscimento (quando c’è).
Che cosa è successo? E’ successo che un laboratorio espressivo-teatrale, facoltativo/opzionale,
fatto al pomeriggio, con un gruppo di 22 alunni
delle classi terze, ha funzionato talmente bene che
si è pensato di non doverlo riproporre (il Dirigente
non l’ha nemmeno menzionato nei Collegi
Docenti, luogo deputato alla discussione e alla
approvazione anche dei progetti) così come era
stato concepito e realizzato; anche se poi ha ottenuto una menzione d’onore al concorso nazionale
“Immagini per la terra” di Green Cross, cosa
importa… tanto i premi non si conquistano, ma si
regalano, e guarda caso a essere premiati sono
sempre gli stessi, fortunati in modo irriguardoso e
impudente perchè nulla fanno e nulla hanno per
meritarseli! Ma tant’è…
Ora, per un attimo fuor di ironia, vorrei ringraziare
la Fondazione “Nonsoloarte Franco Bombana”,
l’Amministrazione comunale, il Teatro Magro, gli
alunni delle classi terze e i loro genitori per aver
concorso, a vario titolo, alla riuscita di un’attività
che ci ha portato fuori dall’autoreferenzialità e dai
confini rassicuranti, ma pur sempre ristretti, della
scuola di paese per approdare alla cerimonia di
premiazione, che si terrà in ottobre a Roma, alla
presenza del Presidente della Repubblica. La menzione d’onore non prevede premi in denaro. Però,
la scuola ha guadagnato in immagine, in prestigio,
in/per qualità. Ma si dà il caso che per qualcuno,
purtroppo insegnante, che evidentemente attribuisce alla sua professione connotati da lavoro
impiegatizio e che ben si districa tra numeri e
conti, c’è guadagno quando la scuola risparmia. E
si badi bene che il progetto “Storia, arte, teatro in
riciclaggio” è stato a costo zero per la scuola: la
Fondazione che, con il suo comitato scientifico,
l’ha ideato e proposto e l’Amministrazione comunale che l’ha sostenuto si sono spartiti l’onere
economico e, visto l’esito finale “grondante di vittoria”, anche l’onore. La scuola può goderne? Può
ripetere l’esperienza e continuare a lavorare,
come ha fatto, per obiettivi di conoscenza e di
sensibilizzazione dei ragazzi alle tematiche
ambientali in una scuola del fare e dell’essere,
dove si impara divertendosi? No. Perché non ci ha
guadagnato. Ma che cosa avrebbe dovuto o potuto guadagnarci? Qualcuno dovrebbe dirmelo.
Accetto risposta, se c’è, da chicchessia, purché
motivata sul piano educativo-didattico e non
necessariamente riconducibile a meri interessi
contabili.
Sia chiaro: i soldi sono
stati necessari, e la
stessa documentazione di processo e di
prodotto, realizzata e
presentata a fine anno
scolastico, ha avuto
bisogno di idee di partenza, di proposte in
itinere, di persone e
competenze, …e di
soldi: contro la logica
dell’accontentarsi e
dell’arrangiarsi.
A questo punto, si
andrà a fare altrove
quello che non è più
possibile
fare
a
Guidizzolo. Mi si dirà:
nessuno è indispensabile: vero. Però i “veri”
risultati “cantano” a
beneficio di chi ha creduto e sostenuto tutta l’operazione e di quanti (in primis i ragazzi) vi hanno
profuso anima e corpo.
E solo quelli contano! E’ così, se vi pare.
Anna Giallonardo
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Percorso ciclo - pedonale
La conservazione, la tutela e la valorizzazione del territorio sono temi che interessano particolarmente l'opinione pubblica per poter concretizzare meglio la
tutela del paesaggio.
Presentiamo un progetto per un “percorso ciclo - pedonale” che vorrebbe promuovere, valorizzare e in alcuni casi ripristinare i luoghi che hanno caratterizzato il nostro territorio non solo nel presente, ma anche del passato.
Il percorso da realizzarsi nella parte a sud della ex
S.S. n. 236 “Goitese” potrebbe fruire e appoggiarsi alla viabilità esistente, mantenendo le caratteristiche tipologiche dei tracciati viari, cercando di
sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti
(Parcheggio delle Poste in viale Martiri della
Libertà) base di partenza, per limitare al minimo
l'impatto ambientale. Gran parte del tracciato ipotizzato si trova in una porzione di territorio indicato nella cartografia del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale, come “zona di salvaguardia ambientale”.
Il mezzo migliore per fruire delle bellezze del luogo
è la bicicletta, anche grazie alla mancanza di dislivelli; una velocità contenuta e la possibilità di percorrere distanze di alcune decine di chilometri in
tempi brevi, la rendono lo strumento ideale per
vivere il paesaggio.
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Il percorso attrezzato potrebbe essere dotato di
idonei segnavia e di cartellonistica che descriva i
caratteri naturalistici, paesaggistici, agresti,
antropici, storico-culturali, architettonici che
caratterizzano questa parte del paesaggio
Guidizzolese.
Potranno essere previsti spazi di sosta e zone di
ristoro per i fruitori, tabelle indicative di fatti storici o di dati legati alla flora e alla fauna, nonché
indicanti punti di vista privilegiati per ammirare le
caratteristiche del paesaggio agreste, gli scorci e
le vedute migliori per poter ammirare i dolci declivi del vicino anfiteatro Morenico del Garda, dell’arco collinare dove si trovano Castiglione delle
Stiviere, Solferino, Cavriana e Volta Mantovana.
Oltre a questi interventi diretti alla realizzazione
del tracciato, sarà molto importante prevedere il
ripristino, in alcuni dei punti più significativi, della
vegetazione autoctona, della rete idrica di irrigazione che ha caratterizzato le nostre campagne
fino a pochi anni fa, dei manufatti più antichi e di
quelle opere di antropizzazione del territorio che
hanno permesso di trasformare il paesaggio così
come oggi possiamo vederlo e che crediamo
possa anche essere ripristinato rispetto a certe
vecchie realtà naturali, non per una mera nostal-
gia di tempi passati, ma per migliorare quella
natura che ci è stata donata e della quale abbiamo obbligo di custodia.
Il tracciato vorrebbe far apprezzare elementi architettonici importanti, quali:
- corti rurali presenti all’interno del tessuto urbano, o isolate nella campagna aperta (antichi strumenti di controllo del territorio, abitazioni delle
famiglie contadine);
- edifici di pregio storico - sacro (l’Oratorio di San
Lorenzo, le Chiese dei vari centri abitati, eventuali Edicole votive presenti sul percorso, Palazzo
Villa Rizzini, Palazzo Pezzati, cascine legate alla
Battaglia di Solferino e San Martino);
e gli elementi strutturali del territorio quali:
- reti idriche che hanno permesso l’ordinata antropizzazione del paesaggio rurale;
- piantumazioni lungo le strade o lungo i confini di
proprietà con specie autoctone come: gelsi (a
ricordo dell’origine del grande sviluppo industriale
nel campo tessile dei nostri giorni), pioppi (per la
capacità di offrire sollievo dalla calura estiva).
Si vorrebbero valorizzare le alzaie che delimitano
gli argini del canale “Virgilio” e suoi derivati, individuandole come punti di vista privilegiati per la
fruizione visiva del territorio.
La realizzazione delle “opere” che caratterizzeranno il percorso ciclo - pedonale, potrà avvenire in
tempi diversi, l’idea infatti è quella di realizzare un
“semplice progetto paesaggistico” formato da più
interventi legati tra loro, ma a sè stanti, realizzabili in tempi diversi, per rendere più flessibile e più
snella la loro attuazione.
Il percorso non vuole però essere solo un tracciato rigido da seguire acriticamente, ma un “suggerimento” per potersi perdere nella campagna e
scoprire i caratteri del paesaggio che la contraddistinguono.
Il progetto è stato presentato al Comune, perchè
possa essere valutato, in
fase di redazione del
nuovo Piano di Governo
del
Territorio.
L’inserimento del progetto, tra gli elementi ordinatori del Piano, potrebbe
essere individuato come
una proposta di interesse
collettivo.
Si dovrebbe valutare la
possibilità di vincolare
paesaggisticamente le
aree più significative dal
punto di vista dei caratteri paesistici, poste nell’intorno del tracciato del
percorso.
Alcuni vincoli potranno
essere di tipo conservativo, per quel che riguarda
gli elementi architettonici
tipologicamente importanti degli edifici di interesse; altri di tipo inedificatorio per la tutela di
aspetti naturalistici.
Gli amici del percorso
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salute
Argomenti medici semplificati da Elodio Perani di Guidizzolo
Le razze umane non esistono
La scoperta di uno scienzato italiano
I reali parametri temporali dell’origine
dell’uomo non sono paragonabili né a quelli della
Bibbia, per l’impossibilità di confrontare quel
sistema di calcolo con le nostre unità di misura,
né a quelli della bioastronomia che ipotizza la presenza di ominidi sulla terra addirittura quattro
milioni di anni fa.
I più conosciuti resti scheletrici di paleantropi, venuti alla luce da due secoli, appartengono ad esseri vissuti dai 65.000 ai 35.000 anni
fà in una valle della Germania chiamata
Neandertal e in una località francese denominata
Cro-Magnon.
Da questi e da altri reperti vennero distinti dei raggruppamenti, con caratteri costanti e trasmissibili chiamati razze.
I primi tentativi di classificazione risalgono al 1.700 quando l’homo sapiens è stato suddiviso in quattro razze: americanus (di pelle rossa),
europaeus (di pelle bianca), asiaticus (di pelle
gialla), asser (di pelle nera).
Ciascuna di queste razze, oltre che per
caratteri somatici esteriori, veniva poi distinta per
facoltà psicologiche e culturali ed era questo
orientamento che già conteneva i presupposti del
razzismo.
Nella prima metà del 1.800 venne proposta una classificazione più particolareggiata su
cui Darwin proseguì i suoi studi ed altri antropologi elaborarono categorie, solo apparentemente
scientifiche, che ancor più innescarono mitologie
razziali di tipo gerarchico.
Darwin in origine, partendo dal fenomeno
della selezione naturale, era arrivato al concetto di
mutabilità e quindi di origine di nuove razze.
In altre parole sosteneva che l’allontanamento dal tipo originario provocava la tendenza
alla varietà.
Da qui aveva ipotizzato la discendenza
biologica dell’uomo dalla scimmia, basata sulla
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somiglianza ereditaria dei caratteri.
Ebbe il disappunto simultaneo dei biologi
perché questi concetti non riportavano le minime
prove scientifiche, e dei teologi che logicamente
contestavano, per rivelazione divina, un comune
antenato per uomo e scimmia.
Darwin, nell’ultimo periodo, perfezionò le
precedenti convinzioni sostenendo che il primate
dell’uomo era addirittura un gradino inferiore allo
scimpanzè e che la loro vicinanza era evocabile
soltanto per processi psicologici e fisiologici simili, non affatto uguali.
Questo concetto per certi versi non contrastava con l’opera di Dio perché divideva completamente la creazione dell’uomo da quella degli
altri esseri viventi.
Successivi autori, a partire dal 1.900,
seguirono altre tendenze ed altre strade che alla
fine si rivelarono sempre più inattendibili: veniva
fatta una distinzione di razze esclusivamente sulla
base di fattori estetici, risultati da condizioni
ambientali quali il colore della pelle e la forma del
cranio, il tipo di capelli, i tratti facciali, ecc. chiamati FENOTIPI.
E’ stato uno scienziato italiano, Luigi Luca CAVALLI-SFORZA, mio giovane professore di Genetica
Umana all’Università di Milano e successivamente docente emerito all’Università di Stanford in
California, che ha sovvertito il concetto di diversità razziale scoprendo che i veri responsabili dei
caratteri esteriori sono i GENOTIPI e che i FENOTIPI sono interessati solo in parte.
Ma ciò che è sensazionale è che soltanto 3-5 geni
su tre miliardi di elementi che costituiscono il
GENOMA UMANO sono coinvolti e che questo
fenomeno è da considerare come il risultato di fattori che hanno agito in epoche subentranti.
Questo scienziato, spostando l’attenzione sui
genotipi, gli unici elementi che possono rappresentare i caratteri differenziali tra gli esseri umani,
salute
ha dimostrato per primo che le razze non esistono; ne esiste una solo perché tutti conserviamo
immutati i caratteri comuni posseduti all’origine.
I suoi studi, frutto di una enorme ricerca multidisciplinare antropologica, geografica, ecologica,
linguistica, dimostrano che l’umanità
senza dubbio deriva
tutta da una piccola
popolazione centroafricana
vissuta
circa 100.000 anni
fà.
Barriere geografiche,
oceani,
deserti,
catene montuose
hanno isolato questi
gruppi umani per
migliaia di anni favorendo la stabilità del
patrimonio genetico
fino a quando iniziarono a migrare nelle varie parti
del mondo.
Raggiunsero primitivamente l’Asia, quindi
l’Europa e poi l’America ed è strabiliante come
questo percorso non sia stato costruito temporalmente e storicamente da CAVALLI-SFORZA bensì
ricavato da indagini di variazioni genetiche classificate esclusivamente come fenotipiche dai precedenti studiosi della materia.
Le differenze etniche visibili quindi non dipendono
da fattori razziali, ma da una selezione il cui concetto essenziale sta nel fatto che, partendo dalle
differenze genetiche esistenti fra gli uomini odierni, si può risalire nel tempo per capire come e perché si sono verificate.
Un’ulteriore conclusione della ricerca di
CAVALLI- SFORZA
mette in evidenza
che, se due individui
sono geneticamente
molto simili, hanno
un antenato comune
molto recente mentre la loro maggiore
diversità presuppone
un antenato molto
antico.
Nell’universo scientifico moderno, in cui
le scoperte si susseguono a ritmo vertiginoso, spesso viene spontaneo interrogarsi sul valore delle ricerche.
In questo caso la risposta è insita nel fatto che il
professor CAVALLI-SFORZA è ufficialmente riconosciuto ai vertici mondiali della scienza genetica
umana e che, con la sua equipe di ricercatori, ha
peculiarmente esaminato le oltre duemila popolazioni remote di origine autoctona tuttora viventi
sul globo terrestre.
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Psicologia
a cura della Dott.ssa Giulia Stuani
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
La morte completa la nostra vita
La nostra società non ama e, soprattutto, non è preparata a parlare di morte. Tutte le esperienze che noi possiamo fare attinenti alla morte, vengono falsate, nascoste,
non se ne vuole parlare.
Basti pensare a quando muore il cagnolino dei nostri
bambini. Noi tendiamo a nascondere tutte le prove di
questa morte e poi siamo pronti a dire ai nostri figli che
“il cagnolino è scappato”; oltretutto, non ci rendiamo
nemmeno conto che i bambini hanno una visione molto
più realistica e naturale della vita e della morte, e che
molto spesso sanno reagire ad essa con molta più forza
di un adulto. Ma ci dimentichiamo una cosa fondamentale: vivere significa, prima o poi, morire; la morte non è
da vedere come la fine di un’esistenza, ma come il suo
necessario compimento. Non può esistere una vita che
non debba arrivare a concludersi. È un fatto naturale, per
quanto triste.
Allora perché la nostra civiltà fugge da tutto ciò che è
morte e ad essa annesso? E sto qui parlando delle malattie, degli anziani, del dolore (fisico e psichico)… Se provate per un attimo a pensarci, i malati, gli anziani, i pazzi,
gli orfani vengono tutti allontanati dalla società anche
fisicamente, facendo loro trovare spazio in appositi edifici adibiti alla pre-morte o al vissuto di mancata vita;
l'integrazione di queste persone all'interno della società
è sempre difficile, non tanto per i problemi reali che il
loro modo di essere comporta, quanto per le reticenze
che le persone “normali” hanno ad accettarli e ad accettare i pensieri, non esattamente felici, che in loro rimandano.
Questa tendenza a negare l’esistenza della morte è un
errore gravissimo della nostra cultura. Facendo finta che
essa non esista, creiamo le occasioni migliori per accrescere la nostra paura interiore e normale nei confronti
della morte, ma è un circolo vizioso!
Dovremmo impegnarci tutti un po’ di più per estinguere
questa cattiva abitudine, sia per cercare una più grande
20
serenità nostra interiore, sia per poter dare un po’ più di
aiuto a coloro che con la morte ci lavorano e a coloro
che la stanno vivendo nella propria famiglia o nel proprio
intimo. È proprio per questo motivo che l’articolo di psicologia vuole, stavolta, affrontare questo, ormai, tabù;
ma non parleremo della morte, della quale saprebbe
meglio parlare un sacerdote o una guida spirituale, bensì
del lutto, una condizione ad essa strettamente legata.
Innanzitutto bisogna dare una definizione di lutto: come
dice D. Barnes, il lutto è “il lento processo di ridefinizione del nostro mondo e della presenza di una persona che
ci era particolarmente cara”. Con queste parole s’intende dire che, dopo la perdita di una persona che occupava un posto importante nel nostro cuore, noi che rimaniamo proviamo un insieme di sensazioni che, nel caso
in cui non diventino patologiche, ci porteranno a capire
il nostro mondo, la vita ed anche il nostro caro scomparso sotto un’altra prospettiva. In quest’ottica, il lutto è
strettamente legato all’amore: “solo chi vive lontano dall’amore può evitare la tristezza del lutto, l’importante è
crescere, nel lutto, e rimanere vulnerabili all’amore”
diceva John Brantner.
Il lutto può essere di svariati tipi: anticipatorio, normale,
patologico o cronico.
Il lutto anticipatorio avviene esclusivamente in chi assiste per un lungo periodo una persona che sta andando
inesorabilmente verso la morte; è un percorso, fatto
giorno dopo giorno, in cui i famigliari, o coloro che assistono il malato, si abituano alla futura separazione dal
proprio caro, diluendo nel tempo il dolore per la perdita,
avendo la possibilità di parlarne anche con colui che se
ne andrà, avendo la possibilità di, in un certo senso, prepararsi a ciò che succederà.
Il lutto cronico ed il lutto patologico sono due forme di
lutto malate: sono le estremizzazioni di ciò che avviene
nel lutto normale, ma, nel primo caso, le sensazioni, i
pensieri ed i modi di agire tipici del lutto normale diven-
tano eterni e non arrivano ad estinguersi se non con la
propria morte, mentre, nel secondo caso, questi modi di
sentire e di essere diventano talmente importanti e
pesanti da impedirci di reagire al lutto e da trascinarci in
una condizione di non-vita molto autolesionista.
Il lutto normale è quel periodo successivo alla perdita
della persona cara, ma soprattutto, successivo a quel
senso di stordimento iniziale dato dall’evento (che si
fosse stati preparati o meno ad esso), in cui, come già
precedentemente si accennava, si “lavora”, consciamente ed inconsciamente su sé stessi per arrivare alla
costruzione di un nuovo equilibrio interiore, anche in
assenza di quella persona a noi tanto cara. Questo percorso è costituito da fasi, che però non hanno un tempo
e non possono essere considerate uguali per tutti: ognuno di noi ha i suoi tempi ed i suoi modi per reagire alla
vita e quindi anche per reagire alla morte; non esistono
modi giusti o sbagliati, emozioni giuste o sbagliate, azioni giuste o sbagliate per vivere un lutto, semplicemente
esistono le nostre personali attitudini a reagire in una
maniera o in un’altra.
Ovviamente, il lutto invade tutti gli aspetti di cui noi
siamo l’insieme: il piano affettivo, il piano intellettuale ed
il piano fisico.
Affettivamente, com’è intuibile, la tristezza e il pessimismo sono le emozioni dominanti, si rifiuta l’aiuto degli
altri e spesso si crede di non poter nemmeno sfogare
apertamente il proprio dolore, perché chi vive il lutto
crede che questo sia solo suo e quindi che gli altri non
possano capirlo; si può passare un periodo in cui ancora si parla con il defunto, si può passare dal pianto disperato al riso isterico, solo perché si è in uno stato quasi
confusionale in cui ancora non si è in grado di ristabilirsi e di guardare in faccia la realtà. Spesso ci si colpevolizza per aver eventualmente dedicato una scarsa assistenza alla persona cara, sia che fosse malato, sia che
fosse morto in situazioni istantanee ed inimmaginabili (il
classico “avrei potuto fare”); riaffiorano i rimpianti, si
fugge da luoghi allegri, non ci si vuole più mettere in
gioco, si cade in una sorta di apatia. La tendenza è quella del rifiuto. E soprattutto è probabile arrivare a pensare che la propria vita ora, senza il nostro caro, non abbia
più valore e possa essere lasciata andare alla deriva: nel
momento in cui questo pensiero rimane solo un pensiero, il lutto resta ancora nell’ambito della normalità, ma
nel momento in cui si arriva a credere di non prendersi
più cura di sé e di lasciarsi trasportare dagli eventi, solo
per smettere di soffrire, il lutto diventa patologico.
Sul piano intellettuale non è difficile credere che diminuiscano le capacità di pensare, di ragionare, di essere
attenti e concentrati, di memorizzare le cose; di tutto
questo ci si accorge e, quindi, viene ad aumentare la sfiducia in sé stessi.
A livello fisico, dato che “mens sana” è “in corpore
sano”, tutto quanto viene sconvolto: variano i ritmi
sonno-veglia, sia aumentando le ore di sonno (per fuggire dalla realtà) sia diminuendole perché non si è in grado
di rilassarsi nemmeno per un attimo, subentra l’inappetenza e spesso si ha un calo ponderale considerevole, si
diventa rallentati in tutto, anche nel parlare.
Poi, come appunto si diceva prima, nessun lutto può
essere uguale a quello di un’altra persona: ognuno può
sperimentare tutto quanto appena detto, oppure non
vivere nulla di tutto ciò; si può mascherare il dolore e
non parlarne, oppure essere monotematici e parlare solo
di quanto male si stia. Ciò che più è importante è che,
prima o poi, si arrivi all’accettazione, l’unico rimedio contro il dolore dato dalla perdita della persona che tanto
amavamo.
Come diceva Elisabeth Kubler Ross, una delle maggiori
esponenti della medicina palliativa, “l’accettazione è la
fase finale del lutto in cui viene permessa la ricostruzione della propria interiorità. È il momento in cui si riesce
a raccogliere i pezzi e a ricomporre la struttura della propria personalità. Non si nega e non si rifiuta più la realtà, ma la si accetta”. In sintesi, l’accettazione diventa il
momento in cui si capisce intimamente che la situazione è irreversibile, che noi siamo impotenti di fronte alla
morte e che nulla possiamo più fare per non guardare in
faccia la verità; i sensi di colpa e il dolore si affievoliscono, ricominciano le interazioni sociali e le attività sia
lavorative che di svago. Ci arrendiamo all’evidenza, ma
lo facciamo arricchiti di ciò che, soffrendo, abbiamo
potuto imparare: la nostra vita non sarà mai più come
prima, ma continueremo a vivere, anche ricominciando
a sorridere, perché il modo migliore di onorare la memoria di una persona a noi cara è di continuare a vivere una
vita piena e ricca nell’animo. L’unico strumento che
abbiamo per poter arrivare a questa consapevolezza è la
comunicazione, la condivisione e la manifestazione del
nostro dolore; ma questo non significa dover parlare! Il
nostro dolore, può essere colto anche solo da uno sguardo, da un sorriso a mezza bocca, dal rifiuto ad un invito;
ciò che dovremmo augurarci è di trovare sempre qualcuno che sia in grado di accogliere il nostro dolore, senza
diventare invadente o, peggio, banale: quando soffriamo, le parole che ci vengono dette servono a poco, l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è di sapere che non
siamo soli.
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Gnocchi
alla parigina
a cura di Donatella Lusenti
Ricetta per 4 persone
Ingredienti
250 g di farina
150 g di burro
150 gr parmigiano
4 dl di latte
6 uova
noce moscata
sale
Per la salsa Mornay
40 g di burro
40 g di farina
1/2 l di latte
80 g panna fresca
60 g di parmigiano grattugiato
sale, noce moscata
Preparazione
Portare ad ebollizione il latte con 100 gr di burro, un pizzico di sale e noce moscata. Raggiunto il bollore, versare velocemente a pioggia 250 gr di farina e mescolare energicamente per ottenere un composto liscio che lasceremo cuocere per
2/3 minuti. Togliere dal fuoco, far intiepidire ed incorporare, uno alla volta, le uova
intere mescolando energicamente finchè l’uovo sarà completamente assorbito
nel composto, alla fine incorporare 100 gr di parmigiano. Mettere il composto in
una sacca di tela (sacca da pasticceria) con una bocchetta liscia del diametro di
1 cm e mezzo (oppure basta l’apertura della sacca se non è troppo grande).
In una pentola capiente portare ad ebollizione acqua salata e formare con la
sacca, spremendo il composto, dei gnocchetti lunghi 2-3 cm che tufferemo nell’acqua bollente tagliandoli a raso della bocchetta con un coltello bagnato nell’acqua bollente.
Formati gli gnocchi pescarli quando vengono in superficie e metterli ad asciugare su di un canovaccio. Continuare formando pochi gnocchi alla volta, fino ad
esaurimento del composto.
In una pirofila da forno fare sul fondo uno strato di salsa Mornay e disporvi gli
gnocchi, coprirli con la rimanente salsa e con i 50 gr di parmigiano rimasti e infine aggiungere i fiocchetti di burro.
Infornare a 200° per 10 minuti.
Vini consigliati
Ribolla del Colli Orientali del Friuli
Pinot grigio dell'Alto Adige
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Preparare una besciamella: sciogliere in un tegamino 40 g di burro, poi unire la
farina mescolando in continuazione con la frusta. Una volta amalgamati i due
ingredienti, aggiungere lentamente il latte bollente con sale ed un pizzico di noce
moscata. Cuocere, continuando a mescolare, per circa 3-4 minuti. Versare la
panna mescolando ed aggiungere il parmigiano grattugiato.
cronaca
Gli Alpini all'Adunata Nazionale
Alla recente Adunata Nazionale degli Alpini, a
Cuneo, era presente anche una rappresentanza
del Gruppo di Guidizzolo tra gli oltre 450.000 partecipanti. Per un’intera giornata la città piemontese ha accolto ed applaudito le numerose sfilate
che passavano davanti al palco delle autorità, tra
le quali c’erano il presidente del Senato tenente
alpino Franco Marini, il Ministro della Difesa
Arturo Parisi, il capo della Protezione Civile Guido
Bertolaso, il segretario della Camera dei Deputati
Carlo Giovanardi. A rappresentare i guidizzolesi
c’erano il presidente Virgilio Bignotti, Angelo
Rivera, Bruno Tedoldi, Franco Mazzacani ed Enzo
Galvani. “Molti si chiedono e ci chiedono perchè
solo gli alpini fanno queste oceaniche adunate, ci
ha detto Bignotti; semplice: perché siamo alpini,
perché ci unisce un grande spirito di corpo, il cappello con la penna ed il Tricolore”. Davanti alla
bandiera del Corpo, sulla quale sono appuntate
ben 208 medaglie d’oro, hanno sfilato proprio
tutti, dai sopravvissuti alla guerra di Russia fino ai
più recenti. Tra i più “anziani” anche un reduce
della campagna di Abissinia del 1935.
Guidizzolo, vigili urbani a confronto
Una trentina tra comandanti ed agenti di polizia
locale, in rappresentanza di oltre 15 Comuni della
provincia di Mantova, si son dati appuntamento
nei giorni a scorsi a Guidizzolo per una giornata di
aggiornamento promossa dal comando guidizzolese di cui è responsabile Ramona Tarchini. Tema
dell’incontro: “Procedure sanzionatorie con stesura dei relativi verbali inerenti i pubblici esercizi, i
circoli privati, gli esercizi commerciali, gli ambulanti”. Il commissario aggiunto del Comune di
Brescia Oscar Pasini, responsabile della Polizia
Commerciale di Brescia, relatore al convegno, ha
preso in esame tutta la normativa nazionale e
regionale relativa all’argomento trattato, presentando una serie di schede esplicative. Queste
hanno, senza dubbio, lo scopo di spiegare le
norme ed ottengono pure l’obiettivo di omogeneizzare anche le interpretazioni e, conseguentemente, l’operatività degli agenti di Polizia locale
chiamati quotidianamente a districarsi tra leggi e
leggine. Al termine dei lavori, i partecipanti si
sono detti tutti ampiamente soddisfatti ed hanno
auspicato il ripetersi di questi incontri di aggiornamento.
Il laboratorio “SpazioFotoIdea”
Lo scorso 7 giugno si è concluso
“SpazioFotoIdea”, il laboratorio per i ragazzi della
Scuola Medi organizzato dalla Orizzonti Onlus in
collaborazione con il Comune di Guidizzolo.
L’evento conclusivo, che ha avuto luogo presso
l’aula magna dell’Istituto Comprensivo di
Guidizzolo ed al quale hanno partecipato molti dei
21 ragazzi iscritti al laboratorio, è stato programmato come un ultimo momento di festa e di condivisione dell’esperienza: i partecipanti hanno
potuto infatti allestire i lavori fotografici realizzati
ed assistere ad un video che raccoglieva tutte le
foto più significative scattate dai ragazzi.
SpazioFotoIdea, partito il 22 febbraio scorso, non
è stato propriamente un laboratorio di fotografia,
dove imparare teorie e tecniche di questa arte,
ma piuttosto un laboratorio relazionale e di idee
creative. Quanti han preso parte agli incontri settimanali del giovedì hanno utilizzato la macchina
fotografica digitale soprattutto per riscoprire sé
stessi e gli altri attraverso l’immagine. L’obiettivo,
ci dicono alla Cooperativa Orizzonti, non era tanto
quello di insegnare ai giovani come diventare
fotografi provetti, quanto quello di aiutare e condurre i ragazzi ad esprimere tutta la loro creatività, le loro idee e le loro emozioni “fissandole” su
foto significative. Così, i giovani fotografi hanno
avuto modo di mettersi a fuoco e di capire meglio
sé stessi e gli altri attraverso lo strumento della
23
cronaca
macchina fotografica. Numerose
le attività programmate: costruzione di storie fotografiche a
fumetti, utilizzando le immagini
scattate per il paese; rappresentazione di statue pronte ad essere immortalate per trasmettere
emozioni e sentimenti come la
paura, la tristezza e la meraviglia;
creazione di originali messaggi
pubblicitari e sociali, integrando il
segnale stradale “STOP” con cartelloni che citavano tutte quelle
cose che i ragazzi volevano fermare (come ad esempio la droga
ed i ladri); un’uscita di pulizia
ambientale dimostrando, attraverso il loro reportage fotografico, come sia semplice rendere le
nostre strade migliori con piccole
azioni. Praticabili da tutti. Un’esperienza sicuramente positiva che merita di essere riproposta.
Esercitazione post-terremoto
Movimentata simulazione di un evento tellurico
con conseguente intervento delle squadre di soccorso. L’esercitazione, promossa dall’assessorato
alla sicurezza del Comune di Guidizzolo con il
patrocinio del Ministero degli Interni, Regione
Lombardia e Provincia di Mantova, ha visto allertati gli uomini della locale Protezione Civile, che
già in passato hanno avuto compiti operativi in
situazioni di vera emergenza, la Polizia locale, i
Vigili del fuoco, i volontari del GVG. Il primo intervento ha interessato il plesso scolastico con i
bambini e ragazzi delle scuole primaria e secondaria di primo grado, impegnate a seguire un copione che già altre volte avevano immaginato e sperimentato a scuola. In questa occasione però,
come ha spiegato il dirigente scolastico prof.
Sanzio Salami, la presenza degli uomini addetti
alla sicurezza ha reso più credibile l’esercitazione
voluta dall’assessore Claudio Busca. Con i primi
ragazzi che raggiungevano l’esterno sono scattate tutte le modalità previste dai protocolli di soccorso con l’impiego di uomini e mezzi. Sirene,
ambulanze, ponti radio: tutto per dare all’evento la
maggior veridicità possibile. Nel parco Barriera, di
fronte alle scuole, veniva nel frattempo montato il
campo dove i finti-feriti sono stati portati; nel frat-
24
tempo altri ragazzi ed insegnanti erano impegnati in prove di spegnimento di incendio. La due
giorni sull’emergenza è continuata con l’evacuazione pomeridiana del teatro comunale, mentre la
mattina successiva si è ipotizzato il crollo di una
palazzina su Via Solferino, tratto interno della ex
statale Goitese, con conseguente deviazione della
circolazione per una mezz’oretta su strade interne.
Increduli i guidizzolesi nel vedere la strada, che
taglia in due il centro abitato, completamente libera da veicoli. Soddisfazione per la prova è stata
espressa dal sindaco Graziano Pelizzaro, dall’assessore Busca e da tutti gli uomini impegnati.
Visita al Mulino Castagna
Non sono molti i mulini ad acqua tuttora funzionanti. Uno di questi, probabilmente tra i meglio
conservati, è quello di Aldo Castagna a Guidizzolo,
a due passi dall’Oratorio di San Lorenzo. E’ tornato ad essere meta di scolaresche, come già diversi anni fa. Qui si può ancora vedere la grande
ruota di 44 pale che gira la macina e scoprire
come dal grano si passi piano piano alla farina.
Recentemente ha ricevuto la visita degli incuriosi-
ti bambini della materna di Guidizzolo i quali,
accompagnati dalle loro insegnanti, hanno dimostrato un grande interesse. Ad accogliere bambini ed insegnanti, oltre ad Aldo Castagna, anche
Gianfranco Ruffoni, guidizzolese, autore di una
recente ricerca sul mulino dalla quale risulterebbe
che lo stesso sarebbe stato in attività già nel
1400.
Tutti insieme appassionatamente
Poco meno di 200 tra ragazzini ed animatori
hanno dato vita per un'intera settimana al Grest
organizzato dalla parrocchia di Guidizzolo.
“Musica Maestro”, questo il motivo conduttore
ed il titolo del Grest nell’ambito dell’intera estate
negli oratori la quale con “Musica Maestro!” è
partita dalla diocesi di Milano per abbracciare
tutta la Lombardia. “C’è chi ha reso la sua vita una
musica meravigliosa perché si è accorto che un
Altro era il Direttore di orchestra. E allora lasciamo che in questo estate i ragazzi dell’Oratorio
scoprano la “sinfonia” che possono diventare se
solo si lasciano guidare dal “Maestro” che per
cronaca
loro ha scritto uno spartito su cui danzare, vibrare
e vivere!”. Questo il motivo conduttore delle
diverse attività che animano gli oratori lombardi e
che anche a Guidizzolo hanno trovato un allegro
stuolo di ragazzini ed animatori intenti a mettere
insieme tutte le note e poter così ascoltare insieme quella “meravigliosa sinfonia” che è la vita.
E brava Metalstyle!
Nei giorni dopo il tornado si diceva che metà dei
guidizzolesi si fosse trasferita sui tetti per ricostruire e ricominciare a vivere. E l'altra metà
dov'era? Era la solito posto di lavoro, per continuare a vivere, a lavorare, a ripristinare la propria
quotidianità violentata.
Un esempio significativo, non certo l'unico, si è
avuto nella giornata di sabato, dove un evento già
programmato ha assunto, viste le circostanze, un
significato particolare, ovvero la conferma della
capacità di iniziativa, della concretezza e della
determinazione della nostra gente.
Si tratta della inaugurazione del nuovo spazio
espositivo della ditta METALSTYLE, di Diego
Marchesini e Matteo Pasini, due ragazzi guidizzolesi, che nel locale in via Slonghine espongono il
meglio di quanto producono e vendono la vasta
selezione e tipologia di scale, serramenti in ferro,
inox , alluminio , corten , pvc. inferriate, cancelli
classici e artistici, corrimano, basculanti, balconi
in stile moderno e antico, sezionali, arredamenti in
ferro battuto.
L'azienda Metalstyle nasce nel 1982 dalla volontà
di Bruno Marchesini, come piccola carpenteria
metallica. Con il tempo, volontà e fatica, la carpenteria Marchesini riesce ad affermarsi nella
realtà di Guidizzolo. Nel 2000 Marchesini Bruno
con l'aiuto del figlio Diego, vede l'esigenza di
ampliare gli spazi produttivi e arriva la decisione
di spostarsi in un nuovo capannone. Dopo altri 6
anni di attività, l'evolversi del mercato e l'aggregazione di Matteo Pasini, ulteriori 1200 mtq. vengono aggiunti al complesso.
L'azienda Metalstyle dopo anni di esperienza è in
grado di plasmare a proprio piacimento elementi
naturali, antichi e difficili come il ferro inox ed alluminio. Collabora con molti studi tecnici per riuscire a realizzare quello che la più fervida matita
inventa per arredare e costruire la propria casa.
E chi non può recarsi a visitare i 600 mq dello showroom, può sempre consultare il sito
www.metalstyle.eu per scoprire un assortimento
davvero unico!
Miss Pizza premiata a Goito
Nei primi giorni di luglio 2007 Goito ha ospitato la
tradizionale manifestazione “Pizza in piazza”.
Presenti le migliori Pizzerie del mantovano oltre
alle locali come il “Mocambo”, “La Torre” e altre,
per la prima volta la nostra “Miss Pizza” ha partecipato e ottenuto un gran successo e gradimento
degli appassionati con oltre seicento pizze “sfornate”. Il successo ottenuto dalla “Bontà” delle
pizze di Domenico, Pietro e Vincenzo che per l’oc-
casione si sono avvalsi della collaborazione di
Cristian, Massimo, Nunzia, Antonio e Pasquale
(considerato a Ercolano “il Re della pizza”) è stato
confermato dal premio assegnato dagli organizzatori per la riscontrata qualità e la professionalità.
Miss Pizza vi aspetta a Guidizzolo, in via Solferino,
66 e Castiglione delle Stiviere in via Ordanino, 36.
25
Noi e la legge
a cura di Laura Leorati, avvocato
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Il nuovo conto energia
Con la liberalizzazione del mercato dell'energia e le
limitazioni imposte dal Protocollo di Kyoto, sono state
create le condizioni per la produzione e la commercializzazione di energia da fonti rinnovabili. La necessità
di ridurre l'emissione nell'atmosfera di biossido di carbonio, nonché di altri gas colpevoli dell'effetto serra,
ha portato alla previsione legislativa del “Conto
Energia”, per incentivare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici. Questi ultimi consistono per lo più in pannelli di silicio cristallino che
producono energia elettrica mediante la conversione
diretta di radiazione solare. Essi devono essere provati e certificati da laboratori accreditati in conformità
alle Norme UNI CEI EN ISO/IEC 17025. I soggetti che
possono beneficiare, per vent'anni, degli incentivi previsti dalla Finanziaria 2007 sono:
a) persone fisiche;
b) persone giuridiche;
c) soggetti pubblici;
d) condomini di unità abitative e/o di edifici;
che abbiano installato impianti fotovoltaici di potenza
nominale uguale o superiore a 1 KW, collegati alla rete
elettrica, che siano entrati in esercizio dopo il 13 aprile 2007 e che non abbiano già beneficiato degli incentivi previsti dai D.M. precedenti. Le tariffe incentivanti
sono differenziate in base alla taglia degli impianti ed
al grado di integrazione architettonica:
Misura
di potenza
Non integrato
(€/kwh)
Parzialmente
Integrato
Integr. (€/kwh) (€/kwh)
Da 1 Kw fino a
3 Kw
Sopra i 3 Kw
fino a 20 Kw
Sopra i 20 Kw
0.40
0.44
0.49
0.38
0.42
0.46
0.36
0.40
0.44
Le cifre su indicate sono valide nel periodo intercorrente tra il 13 aprile del corrente anno ed il 31 dicembre 2008, mentre per gli anni 2009 e 2010 le tariffe
stesse saranno decurtate del 2% per ciascun anno
successivo al 2008, fermo restando il periodo di venti
anni.
La procedura per ottenere la tariffa incentivante consta essenzialmente di due passaggi:
a) Il soggetto responsabile dell'esercizio dell'impianto,
26
ossia colui che ha diritto a richiedere l'erogazione degli
incentivi, deve inoltrare al Gestore dei Servizi Elettrici
- GSE S.p.A. con sede in Viale M. Pilsudski 92 00197
Roma - il progetto preliminare e la richiesta di connessione alla rete in plico sigillato riportante l'intestazione
“GSE Incentivazione di impianti fotovoltaici ai sensi
del D.M. '07”. Se trattasi di impianto tra 1 e 20 KW, va
specificato se ci si vuole avvalere del servizio di scambio sul posto, ossia della possibilità di ricavare un
saldo annuo tra l'energia immessa in rete dall'impianto e quella prelevata dalla rete stessa. La richiesta di
concessione della tariffa incentivante deve pervenire
al GSE entro 60 giorni dall'entrata in esercizio dell'impianto. Con quest'ultima accezione si fa riferimento
alla coesistenza di:
- collegamento alla rete elettrica;
- installazione dei contatori per il calcolo dell'energia
prodotta e scambiata o ceduta;
- attivazione dei contratti di scambio o di cessione con
la rete.
La perentorietà del termine di 60 giorni per l'inoltro
della richiesta fa si che l'inutile decorso dello stesso
comporti la decadenza dal beneficio e, quindi, la non
ammissibilità agli incentivi. Al GSE deve inoltre essere comunicata l'avvenuta esecuzione dell'impianto.
b) Il GSE verifica il rispetto delle disposizioni di legge
e comunica entro 60 giorni dal ricevimento della
richiesta, debitamente accompagnata dalla documentazione necessaria, l'entità della tariffa incentivante.
Il tempo necessario per il rientro del capitale investito
può essere mediamente stimato tra 7 e 12 anni. Per
un calcolo più preciso occorre valutare i diversi fattori che di volta in volta si presentano quali, per esempio:
a) la misura della radiazione solare determinata dalla
latitudine e dall'orientamento dell'impianto;
b) il costo dell'impianto;
c) il rapporto tra il valore economico delle tariffe incentivanti ed il valore dell'energia utilizzata.
E' inevitabile concludere dicendo che questo piccolo
passo, verso il miglioramento dell'efficienza energetica, deve essere seguito da una serie continua di interventi mirati a contrastare i sempre più rapidi cambiamenti climatici che mettono in pericolo il nostro pianeta.
Noi e il fisco
a cura di Giulia Avanzi, ragioniere commercialista
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Detrazioni d’imposta
La Finanziaria per l'anno 2007 ha introdotto delle nuove
agevolazioni fiscali per la realizzazione di determinati
interventi finalizzati al contenimento dei consumi
energetici, realizzati su edifici esistenti.
L'agevolazione è stata redatta tenendo presente la
norma che disciplina la detrazione del 36% per gli interventi di ristrutturazione edilizia (di cui si è già trattato in
passato) con la quale ha alcuni punti in comune.
Proprio per il fatto che per alcuni tipi di intervento ci
potrebbe essere una sorta di “sovrapposizione” è doveroso precisare subito che le due agevolazioni fiscali non
sono tra loro cumulabili; pertanto il contribuente potrà
avvalersi, per le medesime spese soltanto dell'una o
dell'altra agevolazione; rispettando gli adempimenti
specificamente previsti in relazione a ciascuna di esse.
La detrazione in esame, finalizzata ad incentivare l'adeguamento del patrimonio edilizio a specifici standard di
risparmio energetico è stabilita nella misura del 55%
delle spese sostenute entro il 2007, da ripartire in tre
rate annuali di pari importo, entro un limite massimo di
spesa stabilito in relazione a ciascuno degli interventi
previsti.
I soggetti interessati all'agevolazione sono sia le persone fisiche, che le società di persone o di capitali o gli
Enti, a condizione che le spese sostenute siano rimaste
a loro carico e che posseggano o detengano l'immobile
in base ad un titolo idoneo come ad esempio la piena
o la nuda proprietà, l'usufrutto od un altro diritto reale,
un contratto di locazione, anche finanziaria o un contratto di comodato.
E' importante inoltre sottolineare che, a differenza di
quanto previsto con altre norme, nel caso in esame
sono interessati tutti gli edifici o le unità immobiliari, di
qualsiasi categoria catastale; quindi anche quelli rurali
e quelli strumentali per le imprese od i professionisti.
Le tipologie di interventi agevolabili sono l eseguenti:
-Interventi di riqualificazione globale su edifici, che consentano il risparmio energetico, indicato in una tabella
allegata al D.Lgs. 102/2005 .
-Interventi su strutture opache verticali ed orizzontali
(coperture e pavimenti) e su infissi, a condizione che
vengano rispettati i requisiti di trasmittenza termica
indicati nella Tabella allegata alla Finanziaria 2007;
-Installazione di pannelli solari per la produzione di
acqua calda per usi domestici o industriali e per la
copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine,
strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici ed università.;
-Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale
con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione.
Per poter ottenere la detrazione dovranno essere rispettati alcuni adempimenti tra cui acquisire l'asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la corrispondenza
degli interventi effettuati ai requisiti tecnici richiesti
dalla norma.
I soggetti non titolari di reddito d'impresa, devono effettuare i pagamenti con bonifico postale o bancario dal
quale risulti la causale del versamento il codice fiscale
del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o la
partita IVA del beneficiario del bonifico.
Copia dell'attestato di “certificazione energetica” dell'edificio dovrà essere trasmessa telepaticamente o
spedita con raccomandata all'ENEA entro 60 giorni
dalla fine dei lavori e comunque non oltre il 29 febbraio
2008.
Sempre con le modalità ed i termini sopraindicati,
dovrà essere inviata all'ENEA anche un apposita scheda informativa relativa agli interventi realizzati.
Tutta la documentazione dovrà essere conservata ed
esibita all'Amministrazione finanziaria, ove ne faccia
richiesta, in funzione dei propri poteri di controllo.
Si ricorda nuovamente che la documentazione dovrà
essere rilasciata da tecnici abilitati (es. Ingegneri, geometri, architetti ecc,) e che la mancata acquisizione o
la
mancata
presentazione
su
richiesta
dell'Amministrazione Finanziaria, comporterà la decadenza del beneficio.
27
la nostra storia
arte &
dintorni
Personaggi: Sacerdoti
nativi di Rebecco
L'ordinazione sacerdotale di don Matteo Palazzani suggerisce il profilo di alcuni
sacerdoti nativi della frazione.
“Ricordati che tu sei di Rebecco" amava ripetere
nonna Tullia a Matteo, quasi lo avvertiva, lo
ammoniva. Come dicesse: "Continuerai il cammino di ben quattro sacerdoti nati a Rebecco".
Ed ecco la storia dei quattro sacerdoti che, nati
verso fine '800, nel secolo scorso svolsero il loro
ministero di Parroci.
Angelo Gandini di Francesco nacque il 2 ottobre
1866 "in pago Rebecchi", nell'abitazione paterna,
cioè Cantarane, come recita l'atto di Battesimo.
La mamma si chiamava Pinelli Giovanna.
Ordinato nel 1891, dal 1899 fu Parroco a
Gabbiana, fino alla morte nel 1948.
Temperamento stravagante, era appassionato
cacciatore, dilettante fotografo, come amava definirsi, e tra i pionieri patentati alla guida di una
Topolino rosso bordeaux. La nipote, Giovanna,
Don Angelo Gandini
Don Angelo Gandini
con i nipoti
Francesco e
Giovanna
Franco Mondadori
nata nel 1900, negli anni '20 fu in parrocchia la
prima Presidente della Gioventù femminile di
Aziorie Cattolica ed entrò poi nella Congregazione
delle Ancelle col nome di Maria Grazia.
Dante Scalori morì nel 1957 Arciprete a
Roverbella. Era nato alle Baite da famiglia di possidenti nel 1871 e fu ordinato sacerdote dal
Vescovo Sarto (San Pio X) nel 1894. Dalla Curia
mantovana fu apprezzato come Amministratore
dei beni ecclesiastici.
Nel 1910 a Guidizzolo vi furono due prime Messe,
28
arte &
dintorni
pure la Croce e l'attestato di Cavaliere
Costantiniano di San Giorgio. A Rodigo, dove fu
Parroco per quasi 22 anni, lasciò buon ricordo di
sè, benvoluto dalla gente, caritatevole. Anche
esorcista: scacciava i temporali e nel pronunciare
le formule per allontanare la grandine sudava freddo.
Una lettera del Vescovo ausiliare mons. Peruzzo,
dopo la visita nel settembre 1927, tesse l'elogio
del Parroco zelante "dal lavoro silenzioso e paziente" nella Scuola di Dottrina,
nelle Associazioni, pegno sicuro di rendere la parrocchia di Rodigo "un vero
giardino della Chiesa mantovana".
Malato di cuore, con il "cuore ingrossato" (quasi un simbolo del suo animo
generoso), sul punto di scoppiare,
come avvenne all'Ospedale civile di
Mantova il 23 settembre 1938 a soli
51 anni. Riposa nel cimitero di
Guidizzolo.
Don Dante Scalori
due sacerdoti novelli pressochè coetanei.
Marcello Bellomi, nato nel 1886 e Romolo Daeder
nato nel 1881.
Erano i primi di sette a ricevere l'Ordine sacro e la
benedizione di Papa Sarto, già Vescovo di
Mantova. Il settimo, Ernesto Ruffini, sarà
Arcivescovo di Palermo.
Don Dott. Cav. Romolo Daeder
1954: Nel 60° di sacerdozio don Dante
Scalori con i nipoti
Don Marcello era un omone, grande e grosso, e
fumava il toscano. Curato a Castiglione e Rettore
del Santuario di San Luigi, dal 1925 fu Parroco a
Volongo dove morì nel 1957.
La mamma di don Romolo Daeder era maestra,
Bonoldi Adele, la maestra di Rebecco, che per 46
anni insegnò a molte generazioni di fanciulli e
ragazzi. Era la maestra per antonomasia, a lei si
rivolgevano molti per i consigli più disparati.
Energica e autoritaria nelle feste patriottiche interveniva in soccorso dell'oratore impappinato.
Don Romolo conseguì un diploma in Scienze
sociali al Pontificio Collegio per l'Emigrazione
dopo avere seguito nel 1924 un corso di lezioni
per l'assistenza degli emigranti, titolo che gli valse
29
viaggi
arte &
dintorni
Brasile: il paese delle
“Rimembranze”
Il luogo comune, spesso, è tutt’uno con la verità:
quella specie di verità accertata, divulgata e resa
ovvia, o addirittura degradata. Così è luogo comune, ed anche verità, che il Brasile sia un insieme
di enormi regioni contrassegnate dal pluralismo,
dalle diversità caratteriali, dal benessere e dalla
30
povertà dilagante, dalle etnie con i tratti africani e
quindi dagli umori e dalle parlate. Lo hanno detto,
anzi lo abbiamo detto, tutti, parlando e scrivendo
di questa vastissima nazione illustre e schiva,
lodata e biasimata più che conosciuta.
Personalmente la conosco poco o meglio conosco
diversi villaggi lungo le interminabili coste atlantiche, villaggi nelle prospicienti colline colorate da
un verde immenso, un calore affabile allietato dal
vento che inebria il corpo e lo sguardo verso tutte
le cose: questo per me è l’immediato profilo del
Brasile. Una lunga penisola nella penisola con un
litorale incantevole, lungo centinaia di miglia, e un
entroterra non ancora domato dalla mano dell’uomo. Sulle prime acque dell’Atlantico affiorano piccole barche in cerca di pesce e sgangherati bragozzi, dentro il cielo di un azzurro irreale che staglia in profondità l’immagine di moderne città.
Non così appare Salvador de Bahia la cui modernità è resa ancor più accentuata perchè totalmente in contrasto con la sua propaggine antica chiamata CITADE de PELORINHO. Pelorinho in portoghese significa capestro; i mercanti di schiavi,
che dall’Angola li trasportavano e scaricavano nel
porto di Salvador, non attendevano un granché
per rimettere in sesto la carne umana proveniente dell’Africa. Preferivano, dopo un periodo di for-
zato adeguamento dichiarato improduttivo, impiccarli ed interrarli sulla collina posta a davanzale
sull’oceano. Oggi, questa città nella città è di una
bellezza inconfutabile. I palazzi dei governatori, ma
soprattutto le chiese edificate nel 1600-1700 possiedono lo stile barocco e i quadri al loro interno,
firmati da artisti spagnoli e portoghesi, hanno
colori che esalano essenze tropicali dentro la loro
maestosità senza essere ingombranti.
Fuori, nelle strade, nelle “ruas” metropolitane
appaiono molte persone di una povertà sconcertante. Soprattutto randagi che sonnecchiano sulle
panchine o meglio “bluffano” il riposo perchè non
appena sentono il clik della macchina fotografica
si rizzano in piedi e pretendono con foga il risarcimento programmato dalla loro immagine. Così è
accaduto a turisti e fotografi con l’arnese appeso
al collo e allo scrivente che qui propone alcune
immagini pagate fior di Reais dopo lunghe trattative in un bastardo portoghese.
A proposito di lingua, sentire una conversazione
fra due persone che “falam” (parlano) in portoghese-brasilero, è come sentire delle indisposizioni
gutturali a causa delle numerosissime finali in AUEU-OU; e poi le frasi vengono pronunciate come
se gli interlocutori stessero facendo una corsa in
salita e l’altra in discesa. Tuttavia la gente di quei
posti si alimenta, balla e sorride in ogni momento
della giornata con dieci Reais in tasca, magari
procurati vendendo acqua minerale alle fermate
degli autobus. E non portano al polso l’orologio,
considerato da loro una protesi di convulsi ritmi
quotidiani di stampo europeo.
La fuga del tempo la controllano osservando il
cielo e la riempiono facendo all’amore.
Il nord e il centro del Brasile con le loro spiagge
silenti e intatte sono un omaggio della natura a
noi mortali.
Franco Turcato
viaggi
arte &
dintorni
31
ar te
arte &
dintorni
Bassignani: un'opera
dedicata a San Lorenzo
L’affetto della popolazione di Guidizzolo per l’antico Oratorio di San Lorenzo, riporta ai ricordi della
lontana infanzia.
Le passeggiate nelle domeniche pomeridiane con
foto ricordo, le visite con i maestri delle scuole
elementari, la curiosità delle ricerche legate alla
storia ed all’arte
(affreschi ed incisioni lapidee), sollecitata dal Prof.
Alessandro
Dal
Prato, hanno radicato questi ricordi.
Purtroppo, il trascorrere inesorabile
del tempo e per
tanta parte l’incuria
avevano trasformato l’aspetto di questa Icona in un
luogo fatiscente e
tristemente degradato.
Dopo tanti tentativi,
oggi il recupero del
monumento è quasi
ultimato e gli ha
ridato dignità, permettendoci di ricostruire una parte
della nostra identità
storica.
Non è la prima volta
che San Lorenzo “ispira” la nostra fantasia.
Lo spazio circostante con gli alberi, l’umiltà della
costruzione e la rievocazione dei ricordi sono gli
stimoli alla nostra presenza ed alle rappresentazioni artistiche. Rendendomi interprete, ho realizzato un’immagine grafica all’acquaforte-acquatinta che possa stimolare i sentimenti, rievocando i
ricordi della nostra memoria.
32
L’opera è titolata:
“Ricordi di San Lorenzo“
Come è stata concepita
L’idea è stata di realizzare un’opera - non fotografica - descrivendo gli elementi più importanti con
la memoria del tempo passato. L’Oratorio dal vecchio muro incerto e sgretolato, con il selciato in
ciottolato sul sagrato, gli alberi rappresentati con
il vecchio e possente gelso a destra ed il filare
degli esili pioppi a sinistra. Nella parte bassa gli
oggetti dei ricordi e delle abitudini, i giochi: la vecchia seggiola impagliata, la ruota della bicicletta,
un soldatino, la palla, il pianoforte, il fiore secco,
una rete metallica contorta (fors’anche si immagina la “pompina” che sgorgava ininterrottamente
l’acqua fresca).
L’idea
L’immagine non essendo realistica, è valorizzata
dall’importanza compositiva. Lo spazio che
descrive “l’evento” si proietta in verticale, verso il
cielo, per dare maggior slancio alla scena, ma nel
contempo si collega alla parte inferiore da cui
emergono i ricordi.
La luce
La luce è l’elemento dominante che squarcia il
cielo, scende e illumina, come un bagliore, la facciata incorniciata dal filare in salita degli alberi
che proiettano una leggera ombra sul sagrato,
creando il collegamento con la parte inferiore che,
dal buio-ombra, fa emergere il racconto dei ricordi.
In sintesi, nel complesso, l’opera è la narrazione
dei nostri ricordi in una chiave poetico-affettiva,
valorizzata dalla luce.
Titolo
Tecnica
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Anno
“Ricordi di San Lorenzo”
Acquaforte Acquatinta
mm 250x320
2007
Franco Bassignani
Una storia del mondo
in 10 capitoli e 1/2
“Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2” è il
curioso titolo di uno dei capolavori di Julian
Barnes, scrittore contemporaneo inglese, originario di Leicester, educato al Magdalen College, lessicografo del prestigioso Oxford English
Dictionary, ex corrispondente del “The New
Yorker”, editore letterario, critico cinematografico, autore di gialli sotto lo pseudonimo di Dan
Kavanagh, (probabilmente ispirato al cognome
della moglie Pat Kavanagh) e ora affermato scrittore postmodernista, residente nel centro di
Londra. Una storia del mondo molto particolare,
raccontata con inconfondibile eleganza, che si
snoda attraverso una serie di connessioni non
convenzionali in un fluire di eventi, generi e circostanze solo in apparenza casuali. Ad
ogni riga il ritmo della narrazione
incalza, varia e con stile brioso interseca nuovi legami laddove non si
sarebbero attesi. Significativi i temi
ricorrenti: lo scatenarsi di forze naturali e sovrannaturali che gettano la
vita umana nel dubbio, ma anche
l'inestinguibile ironia dell'autore nello
smascherare con raffinatezza e sottile sarcasmo le presunzioni e paranoie del genere umano. La struttura del
libro è di per se funzionale sia alla
coesione che all'originalità dell'opera: ognuno dei dieci capitoli, infatti,
costituisce un episodio in se compiuto, ma unito
agli altri compone un ben più vasto mosaico, che
conduce ad un modello esistenziale profondo. Dal
diluvio universale dell'esordio, raccontato da un
simpatico clandestino a bordo dell'Arca di un
dispotico e quanto mai umano Noè, al sogno finale, nel quale un disincantato narratore ci descrive
il paradiso dal punto di vista dell'uomo moderno, il
groviglio della storia umana si dipana tracciando
disegni misteriosamente intersecati da ricorrenze
e sbagli. La versatilità creativa di Barnes ci offre
inoltre una galleria di personaggi dalle personalità
complesse, alle prese, tra gli altri, con eventi
improbabili e tuttavia documentati: un processo
contro una colonia di tarli minacciati di scomunica, la testimonianza di un uomo ingoiato vivo da
un cetaceo, i miracoli della pittura che sa trasformare una tragedia in arte, illuminante nel suo
saliente rigore il passaggio critico su un dipinto di
Théodore Géricault, e quelli della forza di una fede
che va oltre le sistematiche delusioni, chi non
conosceva la storia dell'astronauta americano
James Irwin resterà sorpreso. Ogni volta però,
nonostante qualche picco di grandezza, la nostra
specie emerge come un mistero della creazione
fragile e errante davanti ai casi della vita, per lo
più inerme nonostante i suoi sogni di grandezza e
incline a dimenticare gli errori del passato, Barnes
non manca di ammonirci con una storia che
riguarda il passato prossimo dell'Europa e il fallimento dei suoi valori davanti alla minaccia nazista. Su tutto sembra prevalere la natura e il caso,
come a dire che l'uomo può superare se stesso
ma la natura e il sovrannaturale superano comunque l'uomo. In questo libro, tradotto in italiano nel
1997 nella collana Einaudi tascabili,
lo stesso autore supera se stesso e
oltre ad offrirci un racconto piacevole da leggere, ricco di imprevisti
e ilarità, riesce a far riflettere con
uno stile tanto garbato quanto pungente, ma senza pretese di formalità. Per completare l'opera, l'accorto
scrittore inserisce una “parentesi”,
ovvero il mezzo capitolo al quale fa
riferimento il titolo, una sorta di elogio dell'amore nella sua forza creatrice e distruttiva, un pezzo riflessivo appassionato ma realistico che
apparentemente disorienta il lettore
con inattese valutazioni dirette, offrendogli in realtà la chiave d'interpretazione del libro. Perché, se
è vero che gli eventi narrati sono legati da una
sottile quanto incredibile consequenzialità, la violenza dell'impatto che essi hanno sull'uomo può
essere mitigata solo grazie ad un sentimento che
misteriosamente perdura e sa andare oltre le
disgrazie quotidiane: l'amore. Si tratta forse di una
morale scontata, ma certamente non banale,
decantata poco prima di un finale che brilla d'ingegno giocoso. E se proprio questa storia del mondo
ci apparisse inafferrabile, perché di per se troppo
astratta, anche se irresistibilmente originale e
divertente, quanto l'essenza stessa della vita,
almeno potremo consolarci nel ricordare il suo
messaggio intrinseco: esiste una speranza, innata
nell'umanità, che supera immutata gli oltraggi del
tempo e della nostra superficialità: l'amore.
recensioni
arte &
dintorni
Mariavittoria Spina
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Nuova patente
autotrasportatori
CARTA DI QUALIFICAZIONE DEL CONDUCENTE
Normativa:
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 05/04/2007 sono stati pubblicati tre decreti ministeriali (Decreto del
Ministro dei trasporti 7 febbraio 2007 recante “enti per la formazione dei conducenti professionali, programmi del corso e procedure d'esame per il conseguimento della carta di qualificazione del conducente”;
Decreto del Capo del Dipartimento dei trasporti terrestri 7 febbraio 2007 n. 371 recante “rilascio della carta
di qualificazione del conducente”; Decreto del Capo del dipartimento dei trasporti terrestre 7 febbraio 2007
n.372 recante “gestione dei punti della carta di qualificazione del conducente”) che danno piena attuazione
alla Direttiva Europea 2003/59/CE e al Decreto Legislativo 21 novembre 2005 n. 286.
Soggetti che possono godere del diritto di ottenere la CQC per documentazione
Possono ottenere la CQC per documentazione (cioè senza frequentare il corso di formazione iniziale e la
prova d'esame) tutti coloro che al 05/04/2007 risultino in possesso di una patente di guida della categoria
C, CE, D+KD, DE+KD. Costoro avranno comunque la facoltà di richiedere la CQC tramite l'Agenzia di
Consulenza Automobilistica Savit all'ufficio provinciale del DTT che, secondo le scadenze sottoriportate,
provvederà al rilascio del documento.
COGNOME DEL CONDUCENTE
PERIODO DELLA RICHIESTA
A- B-C-D-E-F
DAL 06.04.07 AL 04.07.2007
G-H-I-J-K-L-M
DAL 05.07.07 AL 04.10.2007
N-O-P-Q-R
DAL 05.10.07 AL 04.01.2008
S-T-U-V-W-X-Y-Z
DAL 05.01.08 AL 04.04.2008
Cosa occorre per richiedere la CQC per documentazione:
2 fotografie - fotocopia della patente di guida - fotocopia del KD (quando ricorre) - fotocopia del codice
fiscale - fotocopia carta d'identità - fotocopia del permesso di soggiorno per cittadini extracomunitari.
Attribuzione Decorrenza e decurtazione dei 20 punti sulla CQC
L'attribuzione dei 20 punti iniziali sulla CQC, ottenuta per documentazione, avverrà solo 12 mesi dopo dall'avvio delle procedure fissate per il rilascio del nuovo documento. In definitiva, solo dopo il 06/04/2008 sarà
possibile decurtare i punti dalla CQC.
34
Grindhouse
a prova di Tarantino
Tremate ragazze perché un feroce Kurt Russell,
armato di auto “a prova di morte”, si aggira per le
strade in cerca di prede.
“Grindhouse - A prova di morte” e l'ultimo folle
parto della mente tarantiniana; si tratta di un film
fuori da ogni genere e schema, dove non esiste
una vera e propria sceneggiatura ed i dialoghi,
assurdi e talvolta imbarazzanti, sembrano farla da
padroni.
Le Grindhouse erano sale cinematografiche molto
diffuse negli anni Settanta e specializzate nella
proiezione di film di genere: horror, splatter, kung
fu, poliziesco e porno; insomma, un'accozzaglia di
B-movie di cui Tarantino andava ghiotto da giovane, e che hanno largamente influenzato la sua filmografia. Si tratta quindi di un tributo a quei generi cinematografici ormai finiti nell'oblio, come
dimostrano le dirette citazioni a “Punto Zero”
(1971), “L'ultimo Buscadero” (1972) o “Bullit”
(1968). Proprio come i film proiettati nelle
Grindhouse anche qui la pellicola è spesso graffiata, l'audio è compromesso ed il montaggio volutamente “grossolano”.
Il film presenta tra i suoi interpreti Kurt Russell,
l'indimenticabile Jena Plissken di “1997-Fuga da
New York” (1981), stavolta nei panni di un serial
killer misogino, che con la sua Chevrolet Nova
(con tanto di teschio sul cofano), si diverte a terrorizzare indifese fanciulle. L'immagine dell'assassino “motorizzato” non è certo nuova al cinema di
genere, basti pensare a “Duel” (1971) di
Spielberg, dove un tir perseguita un povero automobilista, oppure ai diabolici “La macchina nera”
(1977) e “Christine la macchina infernale” (1983).
Presente nel cast, in veste di attore, il regista Eli
Roth, il pupillo di Tarantino; quest'ultimo infatti ha
prodotto i suoi due ultimi film: “Hostel” (2006) e
“Hostel II” (2007), che presentano, a loro volta,
continui rimandi e citazioni alla filmografia tarantiniana.
Ma le vere protagoniste sono le donne, donne
forti, autonome, in diretta competizione con gli
uomini: si sbronzano, sono sfacciate ed autoritarie, fanno a botte e si lanciano in rocamboleschi
inseguimenti automobilistici; ma se nella prima
parte del film questa determinazione non le risparmierà dal massacro, nella seconda le trasformerà
in spietate valchirie, pronte a vendicare ogni torto
subito.
Tarantino pare aver scoperto
l'universo femminile in maniera
graduale; “Le Iene” (1992),
infatti, presenta un cast interamente maschile, “Pulp Fiction”
(1994), invece, annovera fra gli
interpreti una Uma Thurman in
versione dark lady, capace di
rubare la scena agli altri interpreti. La vera svolta si ha però
con “Jackie Brown” (1997),
dove Pam Grier (altra icona del
cinema americano degli anni
Settanta) riesce con astuzia e
sangue freddo a raggirare criminalità e polizia. “Kill Bill”
(2004), infine, altro non è che
la celebrazione della femminilità guerriera, della donna tanto bella quanto spietata, mossa dal solo desiderio di vendetta, vendetta che porterà avanti ad ogni costo.
Negli States “A prova di morte” è stato affiancato
a “Planet Terror”, uno zombie-movie diretto da
Robert Rodriguez (per intenderci il “compagno di
sbronze” di Tarantino), che però vedremo nelle
sale italiane a settembre, dopo la presentazione
alla Mostra del Cinema di Venezia.
cinema
arte &
dintorni
Francesca Piazza
35
Primi al concorso
“Arnaldo da
Brescia”
A cura di Francesco Gandellini
Ai promotori del Concorso una targa del Presidente
del Senato. La poesia è senza dubbio una delle arti
in cui meglio si racchiude la creatività e l’espressività dell’animo umano. E probabilmente di tutte le
arti. Cosa sarebbe un’opera d’arte senza poesia? Un
quadro che non esprimesse i sentimenti dell’autore? Una vita che non riuscisse a lasciare un’impronta poetica, a segnare un passaggio su questa terra?
Ognuno di noi è poeta. Lo è nella quotidianità più
apparentemente normale, lo è nei momenti di maggior euforia, lo è quando piange o quando ride,
quando si diverte o quando aiuta a divertire, quando si racchiude in se stesso o quando si espande
agli altri. La vita è poesia. Da sempre, dal primo
istante fino all’ultimo. Ed ecco allora che riuscire a
far emergere, anche nei ragazzini, queste certezze
diventa un compito educativo di straordinaria
importanza che rimarrà per sempre. E questo è ciò
che fa da anni ormai, e con invidiabile successo, la
prof. Anna Giallonardo con alcune classi della scuo-
36
la secondaria di primo grado, le medie, dell’Istituto
Comprensivo di Guidizzolo. Anche quest’anno la
“profe” con i suoi ragazzi ha condotto un lavoro con
il quale ha partecipato alla XIIª edizione del concorso di poesia “Arnaldo da Brescia” che la città della
Leonessa dedica agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Più di 1.800 le poesie scrutinate in rappresentanza di 215 scuole provenienti da tutta Italia. E nell’auditorium San
Barnaba di Brescia il nome dell’Istituto
Comprensivo di Guidizzolo è stato ancora una volta
chiamato tra i premiati, per il terzo anno consecutivo. In questa occasione l’attività è ancora più significativa in quanto riguarda tutto un gruppo: non un
singolo quindi, magari particolarmente portato, ma
un intero gruppo delle seconde che per tutto l’anno
scolastico ha maturato, prima sui classici e poi su
se stesso, le capacità espressive di assoluta libertà che la poesia consente. Senza timore dei propri
sentimenti, ma aperti per rendere partecipi gli altri.
Alla premiazione erano presenti, oltre al sen. Elidio
De Paoli sottosegretario allo Sport, l’assessore alla
Pubblica Istruzione del Comune di Brescia Carla
Bisleri, Paola Villardi presidente del Consiglio provinciale, Laura Castelletti presidente del Consiglio
comunale, Patrizia Capoferri dell’Ufficio scolastico
provinciale, Agostino Mantovani presidente della
giuria che aveva tra i propri membri anche la poetessa Beatrice Cornado e Sergio Isonni che ha recitato tutte le poesia premiate. Il sen. De Paoli, nel
complimentarsi per la manifestazione, ha consegnato una meritata targa d’argento a Roberta
Morelli, organizzatrice del concorso promosso
dall’Associazione “Arnaldo da Brescia” con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del
Ministero delle Politiche Giovanili e Sport, della
Regione Lombardia, di Comune e Provincia di
Brescia.
Sergio Desiderati
Games area
a cura di Davide Truzzi
I lettori possono suggerire consigli che siano di interesse generale
Lo Spamming
In questo numero, discostandomi leggermente
dall'argomento di cui prevalentemente mi occupo,
tratterò uno dei problemi più fastidiosi di internet:
LO SPAM
A quanti sarà spesso capitato di trovare nella propria casella di posta elettronica messaggi indesiderati da mittenti sconosciuti, contenenti pubblicità, materiale pornografico e ingannevole: questo fenomeno è denominato SPAM. Il principale
scopo dello spamming è la pubblicità; l'individuo
autore dei messaggi, chiamato “spammer“ invia,
senza alcun pemesso da parte del destinatario,
email identiche a migliaia di indirizzi di posta elet-
tronica, prelevati precedentemente dalla rete con
appositi programmi. Da un recente sondaggio è
scaturito che lo spamming, illegale in molte nazioni (Italia compresa) rappresenta uno fra i maggiori disagi riscontrabili in internet, poiché contrario
all'AUP corrispondente all'italiano “condotta d'uso
accettabile”.
I metodi più utili e semplice per difendersi da questo fenomeno sono sostanzialmente 2: l'utilizzo,
per prima cosa, di programmi di filtraggio e bloccaggio delle email indesiderate, semplici da
installare sul proprio P.C. e in grado di agire automaticamente, ed in secondo luogo non rispondere mai, in alcun modo, a questa tipologia di messaggi, eliminandoli il più velocemente possibile.
Questa E-mail truffa
arrivata nei giorni
scorsi alla
redazione de
“La Notizia”, è
stata subito
cancellata
37
Sportiva-mente 2007
I numeri non ingannano: le presenze sono state
più di 5mila e circa 1500 sono stati gli sportivi
accorsi alla seconda edizione di “Sportiva-mente
Guidizzolo”, la festa dello sport che dal 25 maggio
al 3 giugno 2007 ha confermato la sua formula
vincente dando spazio a tutti gli sport locali con
momenti di gioco e agonismo, di spettacolo, di
intrattenimento e di
beneficenza.
La lunghezza della festa,
insieme all'eterogeneità
e rilevante quantità di
attività previste, è riuscita ad attirare l’attenzione di quasi tutto il
paese portando al
Centro sportivo di
Guidizzolo anche molti
gruppi e famiglie provenienti da tutta la provincia di Mantova.
Dare vita a dieci giorni
di festa è stata una vera
impresa iniziata nell’ottobre 2006 con la raccolta delle prime adesioni e proseguita con un
grande sforzo di mediazione tra le varie società
e associazioni sportive,
culturali e di volontariato. Alla fine, però, la
soddisfazione è stata
tanta per tutti, accorgendosi di poter offrire
al pubblico una così
ampia scelta di corsi,
lezioni e gare.
Il Corpo bandistico di
Guidizzolo, infatti, ha
inaugurato la manifestazione con una splendida
esibizione in movimento; i tornei di beach volley e calcio tennis
hanno visto confermata
38
l’energica adesione dei giovani; i giochi antichi
come lo sciàncol, la schida e la sciàfeta hanno
raggruppato grandi e piccoli alla scoperta dei
divertimenti di un tempo; per gli appassionati
delle scalate è stata allestita una palestra per roccia mentre gli “Amici ludici” di “Ludicamente
Mantova” (una delle maggiori rassegne di giochi
di strada) ha organizzato una serie di tornei di giochi tradizionali. Il Csi, Centro Sportivo Italiano, ha
appoggiato lo svolgimento di un campionato provinciale di corsa su strada e di un campionato
provinciale di calcio balilla, vera novità e successo della kermesse sportiva - i campioni di biliardino hanno lasciato il Centro sportivo alle ore 2:24
del mattino di venerdì 1 giugno dopo ben cinque
ore di gioco ininterrotto. E poi le innumerevoli
lezioni di danza a cura di Stefania Roverselli,
Francesca Ponti, Sergio Canicossa, Alexandra
Samojlova, Eleonora Volpato ed Erika Montagnoli,
l’incontro sulla cultura Hip hop con Cristina
Gallesi, l’arrivo rombante e curioso di una quindicina di macchine elaborate, la gara di moto cross
organizzata da Fabio Caiola su un percorso creato
appositamente per l’occasione e un festival delle
arti marziali organizzato con passione da Matteo
Milani che ha allestito un ring professionale per
fare esibire i suoi campioni. Alfio Montagnoli,
invece, ha dato vita con il suo gruppo di
Freebikers a una divertente e coinvolgente gimkana ciclistica, il Circolo ippico “Le Zagare” ha aperto le sue porte a bimbi e genitori curiosi, “Tre-V
Service” ha riunito i soci con una scenografica
passeggiata a cavallo tra le colline, mentre alcuni
bambini con i loro genitori si sono tuffati in un’accesa sfida a basket e sui campi da calcio si sono
svolti un torneo giovanile e uno femminile. Hanno
partecipato anche il Ciclo Club di Guidizzolo con
una prova di velocità fulminea a causa del maltempo, il Tennis club che ha programmato un torneo di tennis maschile e femminile under 10 e
persino l’asilo comunale ha calcato le scene con
uno spettacolo che ha avuto per protagonisti un
centinaio di bimbi dai tre ai cinque anni.
Anche le serate sono state un vero successo grazie all’alternarsi di diverse rappresentazioni come
il saggio-spettacolo “Successo, fama, passione e
fantasia” diretto da Stefania Roverselli e lo
“Sporting Dance Galà” di Sergio Canicossa che ha
portato le sue allieve di Cremona e una coppia di
suoi allievi campioni italiani di tango argentino
oltre ad ospitare le coreografie di Francesca Ponti;
infine “Una serata per l’Africa”, spettacolo di poesia, danza e pittura di Marcella Volcan durante il
quale sono stati raccolti 1750euro destinati agli
ospedali di Wamba e Tanguietà in Kenya e Benin.
Nonostante tanta carne al fuoco gli appuntamenti
previsti sarebbero stati ancora tanti, ma spesso
volontà e destino seguono percorsi opposti…
Lo sport e la vita ci hanno insegnato, ci insegnano e ci insegneranno sempre molte cose… colpiti da un dolore più grande di noi non ce la siamo
proprio sentita di proseguire a pieno ritmo. Per
questo da sabato 2 giugno abbiamo dato spazio
solamente alle attività che non potevamo annullare per motivi contrattuali o comunque impossibili
da disdire.
Solo venerdì 29 giugno, grazie al direttivo
dell’Avis, un pubblico di circa settecento persone
ha potuto assistere a “Sportiva-mente Gran
Finale”, una lunga serata di danza e moda realizzata grazie ai negozi “Animali amici” di Tre-V
Service, “Gianburrasca” di Tania Sergi, “Giuly
Jeans” di Giulia Pugliese”, “Le Clochard” di
Davide Tosatori, “Calzature Massimo Grassi” e
grazie alle scuole “Nuova Immagine” di Stefania
Roverselli, “Ganxhe arte-danza” di Volta
Mantovana, “Just Dance” di Cristina Gallesi e “il
Cigno” di Castiglione.
Dopo tanto lavoro e tanta fatica il sentimento che
accomuna gli organizzatori Claudia Morselli, Luca
Bianchera, Gilberto Pozzi, presidente ed Ermes
Pelizzola, dirigente dell’Atletica Guidizzolese, e
Giorgio Tedoldi, dirigente del Cam Guidizzolo, è
quello di riconoscenza e ringraziamento verso tutti
coloro che hanno dato il loro contributo. Per il
Patrocinio: Comune di Guidizzolo, Pro Loco,
Parrocchia di Guidizzolo, CSI, Coni e Fondazione
Franco Bombana. Per l’organizzazione di corsi e
tornei: Associazione artigiani, Associazione commercianti, Associazione agricoltori, Cai di
Castiglione delle Stiviere, Ciclo Club 77 Guidizzolo,
Circolo Ippico “Le Zagare”, Corpo Bandistico di
Guidizzolo, “Cross Line” di Fabio Caiola,
“Espressione in movimento” di Florian Cobelli e
Sabina Castrini, Free Bikers Guidizzolo 2000,
“Ganxhe arte-danza” di Volta Mantovana, Gruppo
Volontari Guidizzolesi , il gruppo Basket di
Guidizzolo, “JKTB” di Matteo Milani, “Just Dance”
di Cristina Gallesi, Ludicamente Mantova, Manuel
de Cuba, “Nuova Immagine” di Stefania
Roverselli, “Palestra Williams” di Wiliam Conti,
Protezione Civile, “Sporting Dance” di Sergio
Canicossa, Tre-V Service Srl. Per il sostegno, la
collaborazione e l’affiancamento nei lavori: Aido,
Avis, tutto l’organico dell’AS Virus, Circolo Anspi
“La Famiglia” soprattutto nella persona di Davide
Pasini, Isac e in particolare Paola Ramazzotti,
l’Associazione Altri Mondi, Don Gianpaolo Ferri,
Matteo
Morandi,
Emanuele Rodella e
Marco di Robe Italia per
le luci, Marcella Volcan,
l’Eurotend di Ceresara
per le strutture.
Infine, per ultimi, ma
non meno importanti,
anzi fondamentali per la
buona riuscita della
festa, tutti i 60 meravigliosi e straordinari
ragazzi che si sono dati
il turno in cucina, sui
campi, in ufficio, sopra e
sotto il palco, al sole a
40 gradi e sotto una
pioggia torrenziale, nei
momenti di entusiasmo
e soprattutto in quelli
più tristi. A loro va tutta
la nostra stima e riconoscenza con un particolare saluto e abbraccio.
www.sportiva-mente.it
Claudia Morselli
39
Istituto Statale d’Arte
A cura della Prof.ssa Fiorenza Travagliati
“Note fuori registro”
alla Torre Civica di Medole
...”Un bello spettacolo di Arte e professionalità”...
con queste parole Bruno Pesci, sindaco di
Medole, ha salutato venerdì 8 Giugno il laboratorio artistico degli studenti e dei docenti
dell’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo nella sala
della locale Torre Civica. Il Comune di Medole ha
presentato, con grande orgoglio, questa kermesse all’interno delle attività proposte in occasione
della mostra didattica, “Note fuori Registro” del
prestigioso Istituto “Alessandro Dal Prato” inauguratasi nella giornata di venerdì 1° Giugno. Nel
corso della prima delle due serate dedicate ai
laboratori attivi, alla presenza dell’organizzatrice
Prof.ssa Donatella Lusenti, del Sindaco di Medole
e del D.S. Prof. Antonio Piazza, alcuni studenti,
coordinati dai docenti Proff. Sergio Banni e
Vincenzo Denti, hanno eseguito su maglietta delle
40
riproduzioni della sezione geometrica della Torre
medolese: un lavoro di rilievo architettonico ripreso su tessuto con uso estemporaneo della tecnica di stampa serigrafica. Anche i presenti sono
stati coinvolti e si sono cimentati nell’esecuzione,
aiutati dallo studente Yuri Merlo che ha dato prova
delle conoscenze acquisite, insegnando il
“mestiere” della serigrafia, divertimento misto al
fare ed al termine dell’esibizione ognuno si é portato con sé il frutto dell’evento.
Lo storico monumento gonzaghesco ha ospitato
gli studenti della sezione di decorazione pittorica
che, sotto la guida della Prof.ssa Sira Castagna,
hanno dato vita ad un altro momento di laboratorio, con la produzione di graffiti e mosaici. Questa
iniziativa, promossa dal Comune di Medole, dalla
Provincia di Mantova e dal Comune di Guidizzolo,
si inserisce nel tour delle mostre didattiche che
da qualche anno sono un punto di forza della
Scuola di Guidizzolo. “Note fuori Registro” rappresenta un’importante vetrina per esibire le opere di
questi artisti in erba, ragazzi che ora stanno studiando le tecniche nelle aule scolastiche, ma che
nel prossimo futuro avranno modo di affermarsi in
capo artistico e tecnico come già molti ex allievi
prima di loro. L’Istituto Statale d’Arte con il suo
Liceo d’Arte é espressione di progettualità e contenuti, talvolta anche provocatori, ma con il suo
continuo rinnovarsi, pur nella tradizione, ha saputo cogliere le sfide epocali, affrontandole con
tempestività e competenza. Sapersi trasformare e
garantire la qualità del lavoro é da sempre l’obiettivo dell’Istituto di Guidizzolo che testimoni con la
professionalità del suo organico l’opera tracciata
dal suo illustre fondatore Prof. Alessandro Dal
Prato.
Prima Messa solenne
per don Matteo
TU SEI SACERDOTE PER SEMPRE “Tu es sacerdos in æternum”. Così la Corale
parrocchiale “Beata Vergine di Lourdes” ha intonato il canto finale della prima
solenne celebrazione eucaristica di don Matteo Palazzani nella sua Guidizzolo.
Una cerimonia aperta dai canti del coro dei giovani (bellissime le voci soliste di Giulia Gallina e
Davide Gandini) e dal saluto del sindaco Graziano
Pelizzaro che ha ricordato la “scelta di vita” di
questo “giovane figlio di Guidizzolo che ha accolto
una chiamata speciale”. Era dal 1941 che il nostro
paese non aveva un sacerdote; fu don Giuseppe
Bosio infatti ad essere ordinato prete quell’anno.
Per don Adriano Avanzi, parroco in questa parte
della pianura mantovana dal 1971, una giornata
memorabile: un “suo” giovane diventato prete
che celebra la prima S. Messa di fronte a tutta la
comunità. E la commozione del sacerdote che
probabilmente ha immaginato a lungo questo
giorno è evidentissima. Come quella dei genitori
di don Matteo, dei fratelli e di tutti i parenti; degli
amici classe 1982 ai quali erano stati riservati
alcuni banchi per essere anche fisicamente vicini
al loro compagno di giochi della prima infanzia. Ad
accompagnare don Matteo nella celebrazione
eucaristica i sacerdoti che in questi anni si sono
avvicendati nella parrocchia di Guidizzolo. Diaconi
o vicari qui prima ancora che nascesse, chi era
presente al suo battesimo, chi lo ha seguito alle
elementari e poi coloro che lo hanno accompagnato negli anni di seminario. Sull’altare anche il
diacono fra Enrico, guidizzolese, ordinato recentemente. La festa è iniziata con l’ingresso dei sacerdoti in una chiesa che a fatica è riuscita a contenere tutte le persone e dall’Inno alla Gioia intonato dalla Banda musicale che ha anche accompagnato alcuni canti liturgici. All’omelia don Crivelli,
prendendo spunto dalle letture della domenica, ha
ricordato a tutti, e a don Matteo, come la nostra
vita debba essere un continuo rendimento di grazie a Dio per i molti doni ricevuti (e quello del
sacerdozio è un dono particolare) concludendo,
con S. Paolo: “…non sono più io che vivo, ma è
Cristo che vive in me”. Don Matteo Palazzani è
originario di Rebecco, frazione guidizzolese che tra
’800 e ’900 ha dato alla
Chiesa quattro sacerdoti:
don Angelo Gandini, parroco a Gabbiana, don Dante
Scalori a Roverbella, don
Marcello Bellomi a Volongo
e don Romolo Daeder a
Rodigo, tutti sacerdoti della
prima metà del ’900.
Don Matteo al termine della
Santa Messa ha ringraziato
tutti coloro, dai familiari ai
preti agli amici alla comunità, che gli sono stati vicini
in questi anni e che poi si è
intrattenuto con tutti sulla
piattaforma dove era in
svolgimento la Festa
dell’Oratorio.
Sergio Desiderati
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Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa
Estate 2007: una stagione intensa
Il Corpo Bandistico di Guidizzolo, nato nel 1839,
sta vivendo, da tre anni a questa parte, uno dei
più rosei periodi dalla sua fondazione. L’ensemble
ha visto aumentare il numero di componenti fino
ai circa 60 della “rosa” odierna, ha intrapreso rapporti con altre realtà della Provincia, di altre regioni e si è fatta conoscere all’estero con grandi elogi
da parte del pubblico e degli organizzatori.
Per l’estate il Corpo Bandistico di Guidizzolo ha in
programma numerosi impegni; ha già partecipato
a numerose manifestazioni fra cui il 17 giugno a
Guidizzolo per la Celebrazione della prima Messa
da parte di un sacerdote guidizzolese guidizzolese,
il 23 Giugno ha organizzato uno scambio musicale con la Banda di Desenzano (BS) a Rebecco, il
24 Giugno ha sfilato fra gli applausi per le vie di
Solferino in ricordo alla famosa battaglia, il 1°
luglio è stata presente per il il Campionato
Regionale di ciclismo a Guidizzolo, il 6 Luglio ha
suonato gli Inni di Italia e Giappone al Palabam di
Mantova per la partita di World League di volley
in diretta televisiva ed il 7 Luglio si è esibita in un
applauditissimo concerto in piazza a Medole,
mentre i prossimi impegni saranno il 7 Settembre
in un concerto di prestigio sul Lago di Garda alle
ore 21.00 a Rivoltella del Garda (BS) e chiuderà
l’estate con un ulteriore concerto serale nella piazza di Ceresara.
L’organico del gruppo, composto da numerosi giovani allievi della scuola di musica, è completo e
vanta il fatto di non essere composto da “esterni”,
ossia è composto da elementi che settimanalmente partecipano alle prove. Il programma da
concerto spazia da arrangiamenti di musica classica (Overture 1812) e operistica (Carmen) a
musica da film (Gladiatore, Il Principe d’Egitto, La
vita è bella) senza tralasciare musica originale per
banda, brani del Premio Oscar Ennio Morricone e
con un solista speciale, la fisarmonica del prof.
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Davide Azzini che proporrà il celebre “Carnevale di
Venezia” con grande virtuosismo.
Circolo Diapason - Corpo Bandistico:
una felice collaborazione
Per il Circolo Musicale “Diapason” di Guidizzolo è
stato un anno scolastico ricco di impegni e di
grandi soddisfazioni. Il Circolo è nato per diffondere la cultura musicale nel territorio attraverso
corsi di musica ad indirizzo bandistico e non,
organizzazione di concerti ed eventi musicali, visite guidate ai più importanti luoghi di diffusione
musicale.
Dal 2005, anno di fondazione, il presidente è
Nicola Ferraresi, goitese, che ci esprime il programma attuato e i futuri impegni: “E’ con grande
soddisfazione ed orgoglio che io e il Consiglio
Direttivo portiamo avanti le attività del Circolo
Diapason; abbiamo notato da subito grande interesse ed entusiasmo da parte del paese di
Guidizzolo e dell’Amministrazione Comunale, ma
non pensavamo certo di arrivare a quasi 200
iscritti dopo nemmeno 2 anni di fondazione.
Abbiamo più di cento ragazzi ed adulti che frequentano i nostri corsi presso le scuole di
Guidizzolo e Gazoldo degli Ippoliti ed oltre 10 insegnanti professionisti che ci aiutano a far crescere
in modo esponenziale le idee e le attività.
Nell’anno scolastico passato, oltre ai corsi musicali, abbiamo organizzato una rassegna di concerti itineranti a Guidizzolo, abbiamo portato persone
all’Arena di Verona durante la Stagione Areniana e
soprattutto abbiamo organizzato il Primo Stage
musicale per giovani musicisti, rivolto ai nostri
ragazzi per educarli non solo alla vita musicale ma
anche ai rapporti sociali con ragazzi di diverse età
ed adulti accompagnatori. Posso assicurare che è
stata un’esperienza indimenticabile”.
Ci sarà un nuovo Stage? “Certo, a fine Agosto partiremo aggiungendo un giorno rispetto l’anno passato. Qui la neonata Young Band del Circolo si esibirà nella splendida cornice del Parco
dell’Adamello”.
Ricordando che per partecipare alle attività del
“Diapason” bisogna iscriversi presso la Segreteria
in via Carlo Alberto dalla Chiesa, 8 il giovedì dalle
16 alle 18 (oppure tel. 346/0181382).
I prossimi appuntamenti:
“Boheme” all’Arena di Verona il 27 luglio, “Il
Barbiere di Siviglia” all’Arena di Verona l’11 agosto. Entrambe le partenze da Gazoldo e Guidizzolo
in secondo pomeriggio. Per entrambi verràù distribuito materiale informativo sull’opera in visione.
Per aderire tel. 346 0181382.
CIRCOLO DIAPASON
COMUNE DI GUIDIZZOLO
Assessorato alla Biblioteca,
Teatro e manifestazioni culturali
ALL'ARENA DI VERONA
SABATO 11 AGOSTO 2007
partenza nel pomeriggio da Piazzale Marconi
ISCRIZIONI FINO
AL 10 AGOSTO
Per informazioni e prenotazioni:
Circolo Diapason: 346 0181382
Biblioteca di Guidizzolo: 0376 840435
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Notizie
dall’Amministrazione
A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO
Presentato il libro di Massimo Marocchi
IL RACCONTO DELLA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA
Chiunque - turista, studioso, storico, militare,…
curioso - varchi la soglia del Tempio-Ossario di
Solferino, ex chiesa parrocchiale di “S. Pietro in
vincoli” - ora santuario di pietà, memoria, eroismo, monito - è accolto dall’invito altissimo,
solenne palpitante dal bianco marmo delle quattro
lapidi poste all’ingresso sulle pareti laterali interne, in lingua francese, tedesca, latina e italiana.
E subito la visita si fa pellegrinaggio.
Alle commiste reliquie dei prodi
porgete fiori
innalzate preci
nemici in battaglia
nel silenzio del sepolcro
affratellati riposano
In piena sintonia di stile - con sobrietà, quindi,
senza trionfalismi, ma con convinzione e condivisione - Guidizzolo e Rebecco hanno celebrato il
148° anniversario della Battaglia di Solferino e
San Martino ( 24 Giugno 1859 ).
Il la all’intensa giornata commemorativa - il 23
Giugno u.s. - è stato dato nella sala consiliare
comunale con la presentazione del libro di
Massimo Marocchi, “Il racconto della seconda
guerra d’indipendenza”, pubblicato da Gaspari
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Editore, Udine, con il qualificato contributo di
Claudia Dal Prato Design Studio nella realizzazione
del progetto editoriale.
Nella sala gremita di pubblico attento e coinvolto,
in apertura, il Sindaco Graziano Pelizzaro ha rivolto parole di cordiale benvenuto e di viva riconoscenza ai graditi ospiti presentandone l’alto profilo: il dott. Fausto Fondrieschi, presidente della
Società “Solferino e San Martino”, prefatore dell’opera, e l’autore del libro, lo storico prof.
Massimo Marocchi. Con tocco preciso e discreto
il Sindaco ha, poi, inteso sottolineare l’importante
coinvolgimento del territorio di Guidizzolo Rebecco in particolare, come attestano cippi e
lapidi sul posto, e già anticipato da “La Notizia”
con un servizio dettagliato e documentato -, nel
teatro della Battaglia passata alla storia con il
nome di Solferino e San Martino.
Il dott. Fondrieschi, prendendo quindi la parola, ha
ringraziato il comune di Guidizzolo e il Centro
Culturale “San Lorenzo” per la partecipazione
all’iniziativa, voluta dalla Società “Solferino e San
Martino”, di ricordare adeguatamente con l’opera
di Marocchi la seconda guerra d’Indipendenza,
evento che va ben al di là dei territori coinvolti e
si colloca tra quelli determinanti per
l’Indipendenza Italiana, abbracciando l’intero
periodo napoleonico, dall’attentato di Felice Orsini
fino alla morte di Napoleone III. Interessante e
nuovo il modo di “raccontare” una pagina di storia così importante, ha poi sottolineato il presidente della Società “Solferino e San Martino”: non in
stile tecnico per addetti ai lavori… militari e difficile, se non noioso, per i profani, né encomiastico,
oleografico o retorico, ma secondo una luce più
giusta, più realistica, più “storica” attraverso le
testimonianze delle persone direttamente coinvolte, con la rappresentazione, da vero storico, di
fatti documentati, circostanziati, senza cedere a
tentazioni enfatiche o epiche. Un quadro di luci,
quindi, ma anche di ombre.
L’autore, non senza aver prima ringraziato quanti
hanno voluto e reso possibile l’opera, ha presentato il suo lavoro. Delineata la cornice dei territori
interessati, degli stati e dei sovrani coinvolti, della
dislocazione e dei movimenti degli eserciti belligeranti e dei relativi quartieri generali, Marocchi si è
soffermato sul quadro raffigurato dalla sua opera.
E’ il racconto della guerra vissuta sul campo nei
suoi aspetti… “ordinari”: la vita nell’accampamento di giovani, giovanissimi soldati, volontari;
le fatiche, le malattie, le armi, i combattimenti, le
ferite, la morte: l’uomo sotto la divisa; ma anche
le popolazioni coinvolte e i loro terreni occupati, i
loro beni - grano, piante, foraggi, stalle - sequestrati, distrutti. Atti di eroismo, di pietà, ma anche
di meschinità: una pagina, in fondo, di… “quotidiana”, “normale” umanità… in guerra. Sono questi gli aspetti, peraltro finora poco noti, che coinvolgono il lettore, attinti a fonti dirette, documentate, del tempo con ricerche, consultazioni, accertamenti, quali lettere di soldati, corrispondenze,
cronache degli inviati di guerra, giornali, riviste,
anche illustrate da disegnatori - i… fotoreporter
del tempo -, oltre ai bollettini, ai rapporti tatticomilitari degli Stati Maggiori, agli interventi dei
Comandanti dei vari Corpi, interessanti, ma già
abbondantemente pubblicati. E il racconto si fa
vivo, avvincente e coinvolgente dal momento che
le vicende sono spesso narrate dagli stessi protagonisti o da testimoni.
Prima di concludere il suo intervento il prof.
Marocchi ha evidenziato due fatti salienti avvenuti proprio in territorio guidizzolese: la morte del
colonnello Carl principe di Windischgraetz nei
pressi di Casa Nova e l’animata disputa tra il
maresciallo Canrobert e il generale Niel, comandanti rispettivamente del terzo e quarto Corpo
dell’Armata Francese, nella chiesa di Rebecco,
con il tetto sfondato, la notte di quel 24 Giugno.
Il sindaco Pelizzaro ha poi letto alcuni passaggi del
contributo predisposto dal prof. Giovanni
Zangobbi, purtroppo assente, per sottolineare la
validità grazie allo stile di scrittura, piano, preciso,
ma non pedante, e per l’angolatura, oltre che per
la documentazione, della pregevole opera di
Marocchi, di sicuro interesse anche per la scuola
media inferiore.
E’ quindi seguito con interventi diversi del prof.
Costantino Cipolla un vivace dibattito di approfondimento. Il prof. Massimo Marocchi, in chiusura,
ha precisato la sua posizione circa il numero complessivo dei caduti della storica Battaglia, motivo
primo della discussione, indicandolo tra i 1012mila - secondo altri, anche molti di più -, ma
aspetto, questo, per tanti motivi difficile, tra l’altro, da definire, e comunque secondario dal
momento che quella fu sicuramente una sconvolgente tragedia: la carneficina che impressionò…
Henri Dunant a tal punto da indurlo a fondare la
Croce Rossa.
Filippo Cerini
Un momento della presentazione del libro
Lo sparo a “salve” presso la lapide a ricordo della
Battaglia nella località Baite presso Rebecco
Un momento dell’esibizione della Banda di Desenzano del
Garda a chiusura della giornata commemorativa
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Una Biblioteca per tutti,
tutte le Biblioteche per te
C'è un’importante novità per le biblioteche mantovane: arriva la tessera-lettore unica provinciale,
vero e proprio “salto di qualità” per i servizi di pubblica lettura che, negli ultimi, anni hanno visto
maturare sempre più consensi.
Le biblioteche, già da tempo, lavorano in rete con
l’obiettivo di costruire un unico grande patrimonio
di conoscenza e di informazione, a cui tutti i cittadini, senza distinzione, possano avere accesso.
Di questi sforzi, il risultato sicuramente più gradito ai lettori è il
prestito interbibliotecario:
servizio che
consente di
ottenere
a
prestito libri o
multimediali
posseduti
dalle
altre
biblioteche,
rivolgendosi
alla propria, in
non più di tre
giorni dalla
richiesta. I
prestiti interbibliotecari
crescono ininterrottamente
dal
2002,
anno di attivazione del
servizio, e nel
2006 si sono
superate le
40.000 richieste nella provincia.
Forse non tutti sanno invece che le biblioteche
programmano insieme gli acquisti in modo da
estendere e diversificare e mantenere aggiornata
quanto più possibile l’offerta ai propri lettori.
Ma di che numeri si parla?
Si parla di quasi un milione di documenti tra libri,
dvd ed altri multimedia, più di trecentomila titoli
tra cui scegliere, diecimila nuovi titoli in più ogni
anno.
E’ importante inoltre sottolineare che le biblioteche si pongono l’obiettivo di soddisfare ogni esigenza di lettura: in biblioteca troverete la narrativa (autori classici, contemporanei, letterature di
genere). Di rilievo sono le raccolte di storia, arte,
filosofia e religione, psicologia ed educazione.
Speciale considerazione è rivolta ai manuali e alle
guide “per fare”: le guide turistiche, la cura della
vita familiare, l’hobbistica ed il tempo libero, lo
sport, l’informatica.
In questo orizzonte, le tessere portano ad un livello più alto il grado di attenzione verso il lettore.
Innanzitutto, la tessera è unica per l’intera provincia. E’ sufficiente essere iscritto in una biblioteca
per avere diritto ai servizi di tutte le biblioteche
mantovane. Basta portarla con sé per essere riconosciuto ed abilitato.
Non solo, dunque, si può usare la propria biblioteca per avere accesso al patrimonio di tutte le
altre; con la tessera si può, con un’unica iscrizione, usufruire dei servizi di tutte le biblioteche.
Ma c’è di più. Il codice riportato sulla tessera consente ad ogni utente di utilizzare i servizi della
biblioteca anche da casa propria, via internet.
Ogni lettore iscritto dispone infatti di uno spazio
personale
riservato
sul
sito
www.biblioteche.mn.it e, accedendo al catalogo,
potrà: prenotare libri e dvd, verificare in tempo
reale la situazione dei prestiti e delle richieste in
corso, effettuare proroghe, salvare ricerche e
bibliografie proprie, fare proposte di acquisto,
richiedere informazioni e ricerche bibliografiche
personalizzate.
A questo si aggiunge un’ulteriore opportunità: con
l’iniziativa “Ad ogni lettore il suo libro”, chi lo
volesse può ricevere una newsletter mensile con
la segnalazione di tutte le novità di proprio interesse che le biblioteche mantovane hanno acquistato, per non rimanere mai a corto di buone letture.
ULTIMISSIME
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Con il prossimo mese di ottobre la Biblioteca Comunale cambierà sede. Il Comune ha infatti affittato allo
scopo uno stabile in Via IV Novembre di proprietà del Sig. Remo Stanghellini. “La decisione di giungere ad affittare dei locali invece di procedere alla realizzazione di una nuova sede, ci dice il sindaco
Graziano Pelizzaro, è stata attentamente valutata. Non potevamo più rimanere nella vecchia sede, troppo piccola ed inadeguata all'ottimo servizio che viene svolto. Una nuova costruzione, da una valutazione minima, sarebbe costata all'incirca 500.000 euro, cifra attualmente non sostenibile per le casse
comunali in previsione di intervenire in maniera consistente sull'edilizia scolastica. La forma dell'affitto,
sia per i locali che per gli arredi, ci è pertanto parsa quella allo stato sicuramente attuabile. L'alternativa
era solo quella di congelare i servizi attuali nel campo della cultura senza la minima possibilità di espandere come invece ci viene continuamente sollecitato dal gradimento dell'utenza”. La nuova ha una
superficie di circa 370 c0ntro i 170 attuali. Nella prossima edizione saremo sicuramente più precisi.
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