Io scelgo la sicurezza - Anno 10 - N. 3

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Io scelgo la sicurezza - Anno 10 - N. 3
Numero 3 - Settembre 2013
La formazione in materia di sicurezza sul lavoro
S
in quota (ponteggisti e lavoratori su funi) e n.
50-3374 del 11/07/2006 relativa ai corsi di
formazione per i responsabili e gli addetti dei
servizi di prevenzione e protezione aziendale
(RSPP e ASPP), riporta in allegato un documento
contenente le indicazioni operative per la
formazione di tutte le figure sensibili previste dalla
vigente normativa in materia di salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro.
Tale documento è stato elaborato da uno
specifico gruppo di lavoro, che si occupa delle
tematiche attinenti alla formazione alla salute e
sicurezza dei lavoratori, costituito in seno al
Comitato Regionale di Coordinamento di cui
all’art. 7 del D.lgs. 81/08, come previsto dall’art.
1, comma 4 del DPCM del 21 dicembre 2007,
che svolge, tra l’altro, la funzione di indirizzo e
programmazione delle attività di prevenzione e
di vigilanza e promuove l’attività
di
comunicazione, informazione, formazione e
assistenza operando il necessario coordinamento
tra le diverse istituzioni.
Il consueto approfondimento del presente
numero di Io scelgo la sicurezza è dedicato alla
formazione in materia di sicurezza del lavoro
con due articoli uno di presentazione del
provvedimento regionale recentemente
pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione e
uno sugli strumenti necessari per l’attività di
controllo da parte dei competenti soggetti pubblici.
Apertura
rtura
Ape
ul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte n. 28
del 11 luglio 2013 è stata pubblicata la
Deliberazione della Giunta Regionale n. 22-5962
del 17 giugno 2013 relativa al recepimento degli
Accordi Stato-Regioni del 21 dicembre 2011 e
del 22 febbraio 2012 in materia di formazione
alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e alla
revisione e riordino dei provvedimenti regionali in
materia di cui alle Deliberazioni n. 49-3373 e n.
50-3374 del 11/07/2006.
Gli Accordi tra lo Stato le Regioni e le Province
autonome di Trento e Bolzano del 21 dicembre
2011 n. 221 e 223 riguardano la formazione dei
lavoratori, dei dirigenti e dei preposti, di cui all’art.
37 e la formazione del datore di lavoro che intende
svolgere direttamente i compiti del servizio di
prevenzione e protezione, di cui all’articolo 34
del D.lgs. 81/08.
Il primo disciplina la durata, i contenuti minimi e le
modalità
della
formazione,
nonché
dell’aggiornamento, dei lavoratori e delle lavoratrici
come definiti all’articolo 2, comma 1, lettera a),
dei preposti e dei dirigenti, nonché la formazione
facoltativa dei soggetti di cui all’articolo 21,
comma 1, del medesimo D.lgs. 81/08.
Il secondo disciplina i contenuti minimi, le articolazioni
e le modalità di espletamento del percorso formativo
e dell’aggiornamento per il datore di lavoro che
intende svolgere, nei casi previsti dal decreto stesso,
i compiti propri del servizio di prevenzione e
protezione dai rischi (SPP).
L’Accordo del 22 febbraio 2012 n. 53 concerne
l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le
quali è richiesta una specifica abilitazione degli
operatori, nonché le modalità per il
riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti
formatori, la durata, gli indirizzi e i requisiti minimi
di validità della formazione, in attuazione dell’art.
73, comma 5, del D.lgs. 81/08.
Il provvedimento regionale del 16 giugno 2013,
che riguarda inoltre la revisione e il riordino delle
delibere n. 49-3373 del 11/07/2006 relativa ai
corsi di formazione per i lavoratori addetti ai lavori
IN QUESTO NUMERO
FOCUS
Formazione in materia di salute e
sicurezza sul lavoro
NEWS
Convegno sui tumori naso-sinusali
Meno carta più sicurezza
Trasmissione dei dati sanitari
Il Piano agricoltura
La sicurezza in ospedale
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Settembre 2013
Nuove indicazioni operative per la formazione
alla salute e sicurezza sul lavoro
Focusus
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di S. La Monica (Regione Piemonte)
La sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro
sono certamente fra gli indicatori principali
del grado di civiltà di un paese e la formazione
può costituire, se ben progettata e realizzata,
uno strumento di notevole efficacia per
accrescere conoscenze e competenze di
tutte le figure a vario titolo coinvolte nella
gestione dei processi che creano sicurezza.
Negli ultimi anni, infatti, il legislatore ha voluto
dare un segnale inequivocabile in tal senso,
estendendo notevolmente l’obbligo
formativo ed entrando nel dettaglio della
definizione dei percorsi formativi stessi,
coinvolgendo spesso la conferenza per i
rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province
Autonome di Trento e Bolzano.
Se da un lato, però, questa consistente
produzione di atti di indirizzo costituisce un
importante supporto per tutti coloro che
erogano o usufruiscono della formazione,
nonché per le amministrazioni deputate al
controllo, dall’altro è indubbia la necessità di
indicazioni operative che diano omogeneità
a tale impianto normativo, oltre che
chiarezza nelle modalità per adempiere
correttamente ad alcuni obblighi. A ciò si
aggiunge il fatto che le indicazioni nazionali
necessitano di essere calate nelle diverse
realtà regionali, anche perché la Costituzione
attribuisce alle Regioni potestà di legislazione
concorrente con lo Stato in materia di tutela
e sicurezza del lavoro e di legislazione
esclusiva in materia di formazione
professionale. La stessa Regione Piemonte
ha emanato nel corso degli anni vari
documenti, per regolare la formazione diretta
alle diverse figure per le quali il legislatore
nazionale definiva, di volta in volta, l’obbligo
formativo.
È nata così l’esigenza di raggruppare in un
unico strumento tutte le indicazioni utili alla
progettazione, alla realizzazione, alla
fruizione e al controllo dei corsi di formazione
previsti dalla normativa in materia di igiene
e sicurezza sul lavoro. Il compito è stato
assunto da un apposito gruppo, costituito in
seno
al
Comitato
Regionale
di
Coordinamento ex art. 7 del D.lgs. 81/08,
rappresentativo delle forze sociali, degli enti
e degli organi di vigilanza a vario titolo
impegnati nel campo della formazione. Il
risultato del lungo lavoro si è concretizzato
nella definizione delle Indicazioni operative
per la formazione alla salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro di cui al D.lgs. 81/08 e smi,
approvate dalla giunta regionale con DGR n.
22-5962 del 17 giugno 2013, poi pubblicata
sul BUR n. 28 dell’11 luglio 2013.
Il documento nasce con l’idea, in prospettiva,
di regolare tutti i corsi di formazione relativi
alla materia dell’igiene e sicurezza sul lavoro,
ma nella sua prima edizione si occupa
esclusivamente dei corsi per responsabile e
addetto al Servizio di prevenzione e
protezione (RSPP e ASPP), dei corsi per
datore di lavoro che svolge direttamente i
compiti di prevenzione e protezione dai rischi,
dei corsi per lavoratori e preposti addetti
all’impiego di sistemi di accesso e di
posizionamento mediante funi, dei corsi per
lavoratori e preposti addetti al montaggio,
trasformazione e smontaggio dei ponteggi
e, infine, della formazione di cui all’art. 37
del D.lgs. 81/08 rivolta a lavoratori, dirigenti
Coordinamento redazionale
Alessandro Palese
Numero 3 - anno X - Settembre 2013
Regione Piemonte - Direzione Sanità
Settore Prevenzione e veterinaria
Via Lagrange 24, 10123 Torino
Tel. 011.432.4761 E-mail: [email protected]
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Settembre 2013
Tutti gli articoli pubblicati sulla newsletter sono da considerarsi
articoli resi a titolo gratuito. E’ consentita la riproduzione e
diffusione, parziale o totale, degli articoli pubblicati nella
newsletter, a condizione che gli articoli riprodotti non siano
oggetto di forme di commercializzazione e che sia riportata
l’indicazione della fonte, dell’articolo e degli autori.
Redazione
Pierluigi Gatti (SPreSAL ASL AL), Raffaele Ceron, Francesca Gota (SPreSAL ASL CN1), Erica Moretto (SPreSAL
ASL CN2), Antonino Bertino (SPreSAL ASL TO1), Michele
Montrano, Giacomo Porcellana (SPreSAL ASL TO3),
Maria Gullo (INAIL Piemonte), Silvano Santoro (DoRS
ASL TO3)
Hanno collaborato a questo numero
Salvatore La Monica (Regione Piemonte), Anna Cacciatore, Jana Zajacova, Alberto Baratti (ASL CN1), Rebecca
Nebbia (Stagista), Marisa Saltetti (ASL CN2)
Chi volesse proporre articoli, argomenti di discussione, ecc. può
contattare la redazione scrivendo a: [email protected]
La newsletter è pubblicata nel sito web della Regione Piemonte.
collaborazione sancito dall’art. 37, comma
12 del D.lgs. 81/08.
Per concludere, sono opportune alcune
considerazioni e precisazioni, utili soprattutto
in questa fase di avvio a coloro che già oggi
operano in questo campo.
In primo luogo è da notare come la DGR n.
22-5962 del 17 giugno 2013 abroghi le
deliberazioni approvate nel 2006, relative ai
corsi per RSPP/ASPP e lavoratori in quota, e
le conseguenti determinazioni dirigenziali,
cancellando gli adempimenti stabiliti in queste
ultime e definendone di nuovi e più semplici.
Ad esempio, non è più operativo l’elenco
delle persone che hanno frequentato i corsi
per RSPP/ASPP, così come non è più dovuta
la trasmissione alla Regione Piemonte di
copia degli attestati dei corsi di
aggiornamento da parte dei discenti. Per i
soggetti formatori, invece, la trasmissione
dei verbali finali dei corsi non dovrà più essere
fatta su supporto cartaceo, ma
esclusivamente mediante l’apposita casella
di posta elettronica:
[email protected]
Un’ultima e importante considerazione
riguarda gli elenchi dei soggetti formatori
abilitati ad erogare i corsi. In una primissima
fase di perfezionamento, comunque
transitoria, essi potrebbero risultare
parzialmente incompleti, almeno fino a
quando tutti i soggetti formatori interessati
avranno provveduto alla richiesta di
inserimento.
Le Indicazioni operative per la formazione
alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di
cui al D.lgs. 81/08 e smi, costantemente
aggiornate, così come gli elenchi dei soggetti
formatori, degli organismi paritetici e degli
enti bilaterali, nonché i modelli di attestato,
sono scaricabili alla pagina
www.regione.piemonte.it/sanita/cms/sicurezza.html
Focus
cus
Fo
e preposti. Le Indicazioni operative saranno
quindi oggetto di continue revisioni e
integrazioni, sia relativamente a corsi di
formazione per i quali già oggi esistono
indicazioni normative (decreti o accordi della
Conferenza Stato-Regioni), sia per quanto
riguarda corsi di formazione che dovessero
essere definiti in futuro. La seconda edizione,
prevista per l’autunno, tratterà anche la
formazione dei lavoratori incaricati dell’uso
delle attrezzature che richiedono una
particolare abilitazione di cui all’art. 73,
comma 5 del D.lgs. 81/08.
Altro fondamentale obiettivo è quello di
contrastare il fenomeno del moltiplicarsi sul
territorio di corsi erogati da soggetti
formatori non autorizzati, che propongono
un’offerta formativa a basso costo, ma di
qualità quantomeno dubbia e di validità nulla
ai fini dell’adempimento dell’obbligo di legge.
A tal fine è prevista la verifica dei requisiti in
possesso dei soggetti formatori da parte di
un’apposita commissione regionale, con la
conseguente pubblicazione on line degli
elenchi dei soggetti formatori abilitati
all’erogazione di ogni specifico corso, e la
trasmissione alla Regione Piemonte delle
informazioni relative a date e sedi di
svolgimento dei corsi, per permettere
l’opportuna attività di controllo da parte della
Regione stessa, delle Province e degli
SPreSAL delle ASL.
Altro elemento non di secondo piano è la
definizione dell’elenco degli organismi
paritetici e degli enti bilaterali operanti in
Piemonte, suddivisi per provincia e settore
di riferimento, quale strumento utile ai datori
di lavoro per adempiere all’obbligo di
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Settembre 2013
La formazione in materia di sicurezza sul
lavoro: attività di vigilanza e controllo
Focusus
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di G. Porcellana e M. Montrano (ASL TO3)
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Settembre 2013
Nell’economia del Decreto Legislativo 81/08
la formazione rappresenta una risorsa
strategica fondamentale per la concreta
attuazione delle misure di prevenzione e
protezione a tutela della salute e sicurezza
dei lavoratori.
Questa consapevolezza ha portato nel
tempo, e con alterne fortune, ad un
proliferare di norme volte a disciplinare la
materia.
La spinosa questione relativa al riparto delle
competenze legislative scaturita dalla
modifica dell’art. 117 della Costituzione è
stata risolta secondo il principio della “leale
collaborazione” attraverso la previsione,
contenuta nel D.lgs. 81/08, di affidare alla
Conferenza Stato Regioni il compito di
disciplinare modalità e contenuti della
formazione dei diversi soggetti beneficiati
dalla previsione di legge.
Nell’ultimo periodo sono stati approvati gli
accordi relativi alla formazione dei lavoratori,
dei dirigenti e dei preposti (in questo caso
andando oltre la previsione normativa), e
degli operatori addetti alle attrezzature di
lavoro e alla apposizione della segnaletica in
caso di lavori in presenza di traffico veicolare.
In passato avevamo avuto interventi sulla
formazione di RSPP/ASSP (di prossima
revisione), degli addetti al montaggio e
smontaggio dei ponteggi e dei lavoratori che
operano in sospensione su fune. In altra
forma, invece, sono stati definiti i percorsi
formativi dei coordinatori per la sicurezza,
degli addetti al primo soccorso e antincendio,
degli addetti alla bonifica di materiali
contenenti amianto e dei medici competenti.
Inoltre, si attendono ulteriori provvedimenti
tra i quali quelli previsti dal DPR 177/2011.
Ma tutte queste norme per produrre effetti
debbono essere efficacemente applicate e
non ci si può nascondere che la loro
applicazione ingeneri costi diretti e indiretti e
che, di conseguenza, si sia creato un
interesse anche economico che prima non
esisteva.
In altri termini la formazione prevista dal
D.lgs. 81/08 è diventata un “business”. Nulla
di male, beninteso, ma è necessario un
maggior
controllo
sull’effettivo
raggiungimento degli obiettivi indicati dal
D.lgs. 81/08 e dai provvedimenti normativi
ad esso collegati, soprattutto per quanto
attiene la cosiddetta formazione FAD, il cui
giro di affari in Italia è stato stimato intorno
ai 500 milioni di euro l’anno e che ha generato
numerose società private e associazioni che
rilasciano attestati on line.
Da questo punto di vista, non possono
esistere dubbi sul fatto che l’attività di
vigilanza spetti, nei limiti dell’art. 13 del D.lgs.
81/08, agli SPreSAL delle ASL. Infatti, la
formazione dei soggetti indicati dal D.lgs. 81/
08 è parte integrante della legislazione in
materia di salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro.
Si ripropone oggi il problema del controllo
non solo in termini di presenza o assenza
della formazione, ma della sua sufficienza e
adeguatezza. Si tratta, mutatis mutandis,
dello stesso problema che, in termini di
vigilanza, si è dovuto affrontare per il
controllo della valutazione dei rischi che non
può essere verificata solamente in termini di
presenza o di assenza, ma che deve essere
analizzata nei suoi contenuti al fine di
verificarne l’adeguatezza e la completezza.
Il parallelo è calzante, perché anche nel caso
della formazione non è raro che, nella pratica,
il soggetto obbligato sia un soggetto diverso
dal soggetto formatore così come nella
valutazione dei rischi il soggetto valutatore
è in molti casi distinto dal datore di lavoro.
In entrambi i casi, è bene che il soggetto
obbligato si accerti dell’idoneità del soggetto
al quale si affida e verifichi l’adeguatezza del
risultato poiché sarà lui a risponderne.
Un'attività formativa insufficiente o
inadeguata, indipendentemente da chi l’abbia
realizzata, porterà alla contestazione della
relativa violazione al soggetto obbligato.
Si pensi, ad esempio, ad un datore di lavoro
che affida a terzi la formazione dei propri
lavoratori, laddove tale formazione si
dimostri insufficiente e inadeguata non
risulterebbe correttamente adempiuto l’art.
37 del D.lgs. 81/08.
Sul punto deve essere segnalata
un'interpretazione estensiva e scorretta
dell’accordo 221/2011 in base alla quale
vengono organizzati corsi di formazione
specifica non “in funzione dei rischi riferiti alle
mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti
misure e procedure di prevenzione e
Focus
cus
Fo
protezione caratteristici del settore o
comparto di appartenenza dell’azienda”, ma
semplicemente in relazione al livello di rischio
(basso, medio o alto). Molto spesso questa
situazione è legata a semplice convenienza
economica del soggetto formatore orientato
soprattutto a “riempire” le classi dei discenti
piuttosto che affidarsi ad un vero e proprio
progetto formativo. Sarà interessante
verificare questi programmi formativi per
comprendere come la trattazione dei rischi
sia stata declinata secondo la loro effettiva
presenza nel settore di appartenenza
dell’azienda e i contenuti e la durata siano
stati subordinati all’esito della valutazione dei
rischi.
Altro caso ricorrente riguarda l’affidamento
di incarichi previsti dalla norma (ad esempio
RSPP/ASPP, coordinatori per la sicurezza,
addetti al primo soccorso, ecc.) a soggetti
mancanti dei necessari requisiti formativi (di
abilitazione o di aggiornamento). Anche in
questo caso il destinatario dei provvedimenti
dell’organo di vigilanza sarà il soggetto che,
affidando l’incarico ( ad esempio il datore di
lavoro, o il committente), non ha accertato
compiutamente il possesso della formazione
necessaria.
In alcuni casi, inoltre, si pone il problema di
impedire che l’illecito venga portato ad
ulteriori conseguenze: si pensi, ad esempio,
ad un coordinatore per la sicurezza o ad un
RSPP esterno mancante dei necessari
requisiti formativi, in questo caso potrebbe
non bastare un'azione sul committente o sul
datore di lavoro incidentalmente oggetto
dell’accertamento, ma sarebbe necessario
agire anche nei confronti dei diretti
interessati al fine di evitare che possano
svolgere lo stesso ruolo in altri contesti. E’
pacifico che i requisiti formativi per svolgere
i ruoli di RSPP e di coordinatore per la
sicurezza facciano parte integrante “della
legislazione in materia di salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro”, essendo rispettivamente
previsti dall’art. 32 e 98 del D.lgs. 81/08,
ma non è prevista sanzione per queste figure
e neppure pare applicabile l’art. 348 C.P.
Dunque per far cessare l’illecito non rimane
che lo strumento amministrativo della diffida.
Infine, rimangono gli aspetti relativi alla
vigilanza sull’erogazione di corsi di
formazione previsti dal D.lgs. 81/08 da parte
di soggetti privi di requisiti oggettivi e
soggettivi richiesti dalla norma ovvero
realizzati in modo difforme rispetto ai criteri
imposti (ad esempio: occultamento di
assenze, percorsi formativi incompleti,
mancanza dei requisiti dei docenti, verifiche
finali inesistenti o difformi rispetto alle regole
legislative, ecc.). In questi casi, non si
possono escludere reati codicistici in
relazione ai quali è necessaria un'azione di
raccordo con la competente Procura della
Repubblica. Oltre a ciò, risulta evidente che
le eventuali attestazioni rilasciate debbano
essere ritenute prive di validità con la
conseguente impossibilità di produrre effetti.
In questi anni, l’attività di vigilanza e controllo
ha permesso di individuare diversi casi di
questo genere, ad esempio, addetti alla
bonifica di amianto che sfoggiavano curiosi
quanto improbabili “patentini”, addetti al
montaggio e smontaggio di ponteggi che
esibivano attestati rilasciati da soggetti non
qualificati e anche maldestri foto ritocchi.
Chissà, potrebbero esserci le condizioni per
immaginare un remake de “La banda degli
onesti”, ma per fortuna Totò è Peppino
rimangono da un lato inimitabili e dall’altro,
in fondo in fondo, rispettosi della legge.
Seminario sullo stress lavoro-correlato
La ASL TO3 organizza un seminario di studio
dal titolo "Stress lavoro correlato: due anni di
esperienza nell’attività di vigilanza e controllo".
Il seminario si svolgerà martedì 8 ottobre 2013
dalle ore 8,30 alle 17.00 presso l’Auditorium
“cav. Mario Magnetto” di Almese (To).
Tra i relatori il dott. Raffaele GUARINIELLO
(Procura della Repubblica di Torino), la prof.ssa
Isabella CORRADINI (Università dell’Aquila –
Themis), l’ing. Giuseppe PIEGARI (Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali), il dott. Marco
BOTTAZZI (INCA CGIL – Commissione Consultiva
Permanente per la Salute e la Sicurezza sul
Lavoro), il dott. Giacomo PORCELLANA e il dott.
Michele MONTRANO (SPreSAL ASL TO3).
La locandina è scaricabile all’indirizzo:
www.sicurlav.it/pdf/sem08102013.pdf
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Settembre 2013
Lo sanno i calzolai e i falegnami che le polveri di
cuoio e legno possono causare il tumore al naso?
di A. Cacciatore, J. Zajacova (ASL CN1)
Il 24 maggio 2013 si è tenuto, a Torino,
presso il Centro incontri della Regione
Piemonte, il convegno annuale del Centro
Operativo Regionale sui Tumori Naso –
Sinusali (COR-TUNS), intitolato ”Lo sanno
i calzolai e i falegnami che le polveri di cuoio
e legno possono causare il tumore al
naso?”.
Hanno partecipato al Convegno 122
operatori sanitari delle Aziende Sanitarie
della Regione Piemonte. Il dott. Santo
Alfonzo, direttore dello SPreSAL ASL CN1,
ha aperto i lavori. E’ stato ricordato che i
tumori dei seni nasali e paranasali sono una
patologia rara che colpisce nel nostro paese
con un’incidenza pari a un caso ogni 100
mila persone, ma che il rischio di ammalarsi
aumenta in modo rilevante negli esposti
per motivi professionali a polveri di legno,
polveri di cuoio, nickel, cromo.
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Settembre 2013
E’ stata quindi ricordata l’origine legislativa
del COR-TUNS, a partire dall’art. 244 del
D.lgs. 81/08 per arrivare alla costituzione
del “Centro di riferimento regionale per il
registro dei tumori naso-sinusali” presso
l’ASLCN1 di Cuneo, con delibera della Giunta
regionale n. 24-660 del 27 settembre
2010, pubblicata sul BURP n. 41 del 14
ottobre 2010.
Il COR-TuNS raccoglie e ricerca attivamente
tutti i Casi di Tumori Maligni Epiteliali naso
sinusali sul territorio piemontese,
interpellando periodicamente i centri clinici
partecipanti al sistema (ORL – Radioterapie
– Chirurgie Maxillo Facciali), che identificano
i casi secondo definizioni concordate. Una
volta rilevato l’esame istologico il COR
prende contatto con il paziente (CASO),
chiedendogli la disponibilità a un’intervista,
durante la quale viene compilato un
questionario, contenente domande
specifiche sull’attività lavorativa svolta dal
soggetto nel corso della sua vita.
Il Caso da intervistare è quindi trasmesso
ai collaboratori del COR (personale
infermieristico Spresal ASL appositamente
formato). Il questionario compilato è
rispedito al COR, che valuta la presenza di
eventuali nessi causali professionali. In caso
di esposizioni lavorative significative, il COR
invia all’INAIL la denuncia di Malattia
Professionale.
E’
presente
un
coordinamento nazionale dei COR-TuNS,
con sede a Roma presso ISPESL, ora INAIL.
E proprio con l’INAIL si sta sviluppando una
buona collaborazione e un utilissimo
scambio dati. Al convegno la dott.ssa
Francesca Filippi ha fornito informazioni sul
numero di aziende in Piemonte occupate
nel settore della lavorazione del legno (in
totale 5500, di cui 2500 a Torino e più di
1000 nella provincia di Cuneo, con più di
15000 addetti di cui circa 5400 lavoratori
autonomi) e ha presentato il primo
“incrocio” tra i dati raccolti nel database
del COR e le banche dati Inail. In questa
fase l’attenzione si è concentrata su
soggetti sicuramente esposti ad agenti
cancerogeni riconosciuti (polveri di legno,
polveri di cuoio), trovati nel database del
COR e negli archivi Inail. Negli anni 19962012, in Piemonte sono stati denunciati
all’INAIL 163 casi di tumori dei seni nasali
e paranasali, di cui 73 residenti nella
Provincia di Torino, 36 nella Provincia di
Cuneo e 50 nelle altre Province (Asti,
Alessandria, Biella, Vercelli, Novara, VCO).
Dei 163 casi, 124 sono stati definiti
positivamente (76%) e 39 non sono stati
riconosciuti (24%).
Per il momento, l’INAIL riconosce come
professionali solo le neoplasie maligne del
naso, ma sono in corso studi relativi ai
papillomi, al fine di appurare l’eventuale
esistenza di correlazioni tra la loro
insorgenza e la pregressa attività
lavorativa.
A questo proposito, il dott. Angelo D’Errico,
del Servizio di Epidemiologia dell'ASL TO3
ha esposto i risultati dello studio caso/
controllo sui papillomi invertiti (IP) nasosinusali, il cui obiettivo è stato quello di
valutare il rischio di IP associato con la
pregressa esposizione a possibili fattori di
rischio occupazionali per i tumori maligni
naso-sinusali. A partire dal 1996, i casi
incidenti di IP occorsi in Piemonte sono stati
sistematicamente raccolti e intervistati dal
Centro di Riferimento Regionale per i
tumori naso-sinusali dell’ASL CN1. Nel
periodo 1996-2007, sono stati identificati
148 nuovi casi di IP confermati
istologicamente . Un questionario sulla
storia professionale, completato da 127
casi di IP e 337 controlli ospedalieri, è stato
utilizzato per assegnare l’esposizione ad
una lista di 17 cancerogeni occupazionali
noti o sospetti. Il rischio di sviluppare IP è
risultato significativamente associato con
la pregressa esposizione a fumi di saldatura
(OR = 2.14) e a solventi organici (OR =
2.11), dopo avere controllato in analisi per
potenziali confondenti. Un significativo
eccesso di rischio è stato trovato anche
per l’esposizione a composti del nichel,
anche se basato su soli 3 casi esposti (test
di Fisher: p = 0.02). Solo per i solventi
organici, è stata osservata un’associazione
statisticamente
significativa
con
l’esposizione cumulativa lineare e un
significativo trend nell’aumento del rischio
in categorie di esposizione cumulativa
crescente.
Il prof. Enrico Pira ha illustrato le linee guida
SIMLII per la sorveglianza sanitaria degli
esposti a sostanze cancerogene e
mutagene negli ambienti di lavoro. Le linee
guida saranno aggiornate nel 2014.
Una parte molto importante del Convegno
è stata dedicata agli Anatomo-Patologi.
Erano presenti, in qualità rispettivamente
di moderatore e di relatore, il prof. Guido
Valente dell’Università Piemonte orientale
e il prof. Alessandro Franchi dell’Università
di Firenze. E’ emersa la necessità di arrivare
a
una
standardizzazione
della
classificazione istologica dei TuNS. Un modo
possibile per cercare di riportare le diagnosi
alla classificazione WHO 2005 potrebbe
essere quello di pubblicare delle apposite
linee-guida sul sito della SIAPEC (Società
Italiana di Anatomia Patologica e Citologia
diagnostica).
Il dott. Raffaele Guariniello ha quindi
relazionato sugli obblighi di legge in tema
di TUNS di origine professionale.
Il dott. Fabio Beatrice ha chiuso la mattinata
e aperto il pomeriggio dando indicazioni
pratiche relative alla sorveglianza sanitaria
dei TUNS e sull’uso dell’endoscopio flessibile
portatile. La diagnosi precoce è
fondamentale per la prognosi di queste
patologie.
Ancora nel pomeriggio, il prof. Alessandro
Franchi, con il supporto di una ricca
iconografia, ha descritto le modalità della
diagnosi istopatologica dei TUNS.
Gli atti del Convegno sono reperibili sul sito
del DORS.
Si ringraziano, in quest’occasione, tutti i
collaboratori del COR-TuNS della Regione
Piemonte.
E' possibile rivolgere quesiti su questioni inerenti la sicurezza nei luoghi
di lavoro al seguente indirizzo e-mail:
[email protected]
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www.regione.piemonte.it/sanita/cms/sicurezza.html
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Settembre 2013
Meno carta più sicurezza
di R. Nebbia (Stagista INAIL-Politecnico di Torino)
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Settembre 2013
Il 22 maggio 2013 si è svolta, presso il
Centro Incontri della Regione Piemonte, la
cerimonia di premiazione del concorso
“Meno carta più sicurezza” nato da una
collaborazione fra INAIL Piemonte, Politecnico
di Torino, AIESIL, Dipartimento di Medicina
del Lavoro dell’Università degli Studi di Torino
e Qualitas SAS e con il patrocinio del Ministero
del lavoro e delle politiche sociali.
Scopo del concorso era valorizzare gli
interventi che, oltre ad incrementare i livelli
di salute e sicurezza occupazionale, portano
vantaggi in termini di gestione economica
dei rischi e presentano caratteri di
esportabilità.
I premi, rivolti a Datori di lavoro, Responsabili
e Addetti al Servizio di Prevenzione e
Protezione, Manutentori, Progettisti, ecc.
sono andati a quegli interventi che meglio
hanno espresso il concetto “non la carta per
certificare la sicurezza, ma la sicurezza
certificata dalla carta”, in coerenza con le
iniziative dell’agenzia EU-OSHA.
Gli interventi sono stati valutati da
un’apposita giuria sulla base di una griglia di
valutazione che teneva conto del numero
dei lavoratori beneficiari dell’intervento, del
carattere innovativo dell’intervento, del
costo dell’intervento rapportato ai benefici
e, elemento più significativo, della capacità
di eliminazione/riduzione del rischio.
Fra gli interventi a concorso alcuni non sono
stati valutati in quanto costituivano dei meri
adempimenti di legge, come per esempio
l’esecuzione di rilievi fonometrici per la
valutazione del rischio rumore, circostanza
che fa riflettere sull’ancora scarsa confidenza
delle aziende, specie le più piccole, con la
filosofia ispiratrice delle buone prassi.
Fra gli interventi a concorso, ai primi tre
classificati sono stati assegnati premi in
denaro pari a 2000 euro al primo classificato,
che si è aggiudicato anche una scultura
d’autore in legno, 1000 euro al secondo
classificato e 600 euro al terzo classificato.
La copertura finanziaria dei premi è stata
messa a disposizione da INAIL Piemonte.
Il primo premio è stato assegnato a un
intervento, realizzato all’interno di un’azienda
tessile, finalizzato alla riduzione degli sforzi
richiesti per la manovra dei carrelli
trasportatori dei tessuti in pezza, anche ai
massimi carichi, attraverso una semplice ma
efficace modifica sulla struttura di
traslazione.
Il secondo premio è stato assegnato a un
intervento realizzato ancora presso
un’azienda tessile e finalizzato alla riduzione
del sovraccarico dell’arto superiore
nell’operazione di pulizia delle bobine
attraverso l’uso di una speciale pistola ad
aria compressa che esclude l’esposizione a
vibrazioni durante il suo utilizzo.
Il terzo premio, infine, è stato assegnato a
un intervento realizzato presso un’azienda
metalmeccanica finalizzato al contenimento
del rischio da movimentazione manuale dei
carichi e di posture incongrue nella
lavorazione di sbavatura e finitura di dischi
in ghisa tramite la realizzazione di una
postazione lavoro caratterizzata da un
alloggiamento che permette la rotazione del
disco, sia rispetto al centro che all’asse
longitudinale, facilitando notevolmente le
operazioni di lavorazione e controllo.
La cerimonia di premiazione ha costituito,
infine, grazie anche agli interventi del Dott.
Raffaele Guariniello, Procuratore aggiunto
presso la Procura della Repubblica di Torino,
e dell’Avv. Lorenzo Fantini del Ministero del
Lavoro un prezioso momento di confronto
sull’opportunità da parte delle imprese di
dotarsi di strumenti di gestione e di modelli
organizzativi che consentano di tenere
sotto controllo tutti gli elementi attinenti
alla salute e sicurezza del lavoro.
Ulteriori informazioni sul concorso sono
disponibili al seguente indirizzo web:
www.menocartapiusicurezza.it
Trasmissione informatizzata dei dati
sanitari e di rischio dei lavoratori
di F. Gota e R. Ceron (ASL CN1)
Con Decreto Ministeriale del 9 luglio 2012
sono stati determinati contenuti e modalità
di trasmissione delle informazioni relative ai
dati aggregati sanitari e di rischio dei
lavoratori, ai sensi dell’articolo 40 del decreto
legislativo 81/2008.
Ai fini di permettere l’ottemperanza al
disposto normativo da parte dei medici
competenti, l’INAIL ha ricevuto mandato di
predisporre, ai sensi dell’Intesa in Conferenza
Unificata 153/CU del 20/12/2012, un
applicativo web che fosse strutturato in
maniera da rendere le operazioni di
inserimento dati e la loro trasmissione il più
possibile semplificate e standardizzate, come
nel dettaglio specificato nella nota
informativa del 10 maggio 2013 pubblicata
sul sito web del Ministero della salute
(percorso: News Media – Notizie – Notizie
dal Ministero).
Successivamente il Ministero della Salute,
Dipartimento della Sanità Pubblica e
dell’Innovazione, d’intesa con il Ministero del
Lavoro e con il Coordinamento tecnico delle
Regioni, ha emanato in data 10 giugno 2013
una circolare ad oggetto “chiarimenti
applicativi D.M. 9 luglio 2012” nella quale
viene ulteriormente ricordato che il termine
per l’invio delle informazioni richieste
dall’Allegato 3B era stato differito dal citato
decreto al 30/6/2013, con sospensione della
sanzione prevista dall’articolo 58 comma 1
lettera e) del D.lgs. 81/08 fino al termine
del periodo di sperimentazione (un anno a
decorrere dal 25/8/2012) in ragione di
possibili difficoltà operative che abbiano
ostacolato o impedito la raccolta e la
trasmissione telematica delle informazioni
(art. 4 del D.M. 9/7/2012). Rilevando che la
formulazione letterale del citato art. 4 può
prestarsi a dubbi interpretativi, la circolare
recita: “si chiarisce che fino al termine della
sperimentazione di cui al comma che
precede non va intesa come una temporanea
sospensione dell’accertabilità di eventuale
inosservanza dell’obbligo di trasmissione
entro il 30 giugno, che duri fino al 24 agosto
2013, per cui solo successivamente a tale
data l’eventuale violazione può essere
accertata e sanzionata, ma nel senso che,
ove ricorrano i presupposti richiamati
dall’articolo 4 del decreto ministeriale 9 luglio
2012, la omessa trasmissione dei dati relativi
all’anno 2012 entro il termine fissato non è
soggetto a sanzione in quanto tale periodo
di sperimentazione risulta coperto dalla
condizione di sospensione dell’applicazione
della sanzione prevista”.
Appare al riguardo opportuno segnalare che,
anche successivamente al termine del 30
giugno 2013,
diversi Enti nonché
Associazioni di Medici Competenti (es.:
SIMLII, ANMA, CoNaMeCo, FNMOCeO),
hanno prospettato sia la permanenza di
incertezze interpretative (vedi ad es.:
comunicato SIMLII del 28/6/2013), sia
alcune criticità nella gestione della
piattaforma informatica; ne sono pertanto
scaturite richieste ufficiali ai competenti
organi istituzionali al fine di adottare
provvedimenti correttivi urgenti e modifiche
alla normativa secondo criteri di
semplificazione ed efficacia; in tale contesto
è collocabile la discussione e l’accoglimento
in sede Parlamentare (Camera dei Deputati)
in data 25/7/2013 dell’Ordine del Giorno 9/
01248-AR/122, in cui si “impegna il Governo
a valutare, nel rispetto delle compatibilità di
finanza pubblica, l’opportunità di prevedere,
nei prossimi provvedimenti normativi, la
possibilità di modificare l’articolo 40 del
Decreto Legislativo n. 81 del 2008”
disponendo una proroga del termine della
sperimentazione, nonché ad attivare un
tavolo di confronto con le associazioni che
raccolgono i medici competenti per la
valutazione di opportune modifiche alle
disposizioni contenute al sopra citato art. 4
del DM 9/7/2012.
9
9
Settembre 2013
Il nuovo Piano regionale in agricoltura
e selvicoltura 2013
di M. Saltetti (ASL CN2)
10
Settembre 2013
La Regione Piemonte ha approvato, secondo
le indicazioni nazionali, il Piano Regionale di
Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura –
anno 2013, Pubblicato sul BU n. 29 del 18/
07/2013 e approvato con DD 18 giugno
2013, n. 467 “Approvazione del Piano
Regionale in Agricoltura e Selvicoltura – anno
2013”.
Le motivazioni che hanno portato al
proseguimento delle già avviate azioni di
prevenzione nel comparto agricoltura
derivano da:
- “Patto per la tutela della salute e la prevenzione
nei luoghi di lavoro” sottoscritto tra il Governo, le
Regioni e le Province Autonome e reso esecutivo
con DPCM 17.12.2007, che formalizza l’impegno
assunto dalle istituzioni nazionali e regionali
finalizzato a garantire, su tutto il territorio nazionale,
un livello omogeneo di tutela della salute e
sicurezza dei lavoratori mediante attività di
informazione, formazione, assistenza e vigilanza
e che ha stabilito che per i comparti produttivi ad
alto rischio infortunistico, quali il comparto
dell’agricoltura-silvicoltura, che la progettazione
degli interventi di prevenzione e di controllo avvenga
attraverso l’adozione di specifici piani nazionali di
comparto.
- Dal Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012,
che nell’ottica della riduzione del 15% degli infortuni
per il periodo di vigenza del medesimo, aveva
previsto la definizione e l’attuazione - attraverso piani
di lavoro – di organici programmi di informazione,
assistenza, formazione e controllo da realizzarsi
nei settori lavorativi a maggior rischio, individuando
quali settori prioritari l’edilizia e l’agricoltura;
- dall’Accordo Stato-Regioni n. 53/CSR del 7.2.2013:
il Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012 è
stato prorogato fino al 31 dicembre 2013 ed in tale
contesto il gruppo di lavoro interregionale “Sicurezza
e salute in agricoltura e selvicoltura” del Comitato
Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi
di Lavoro ha redatto le indicazioni operative per le
attività regionali che confermano sostanzialmente
gli obiettivi e le azioni già delineate nello scorso
triennio e rimandano la rimodulazione puntuale delle
attività alle diverse Regioni e Province Autonome,
tenuto conto delle azioni già svolte, dei bisogni e
delle specificità locali.
Novità importante del Piano Regionale in
Agricoltura e Selvicoltura 2013 è l’estensione
della partecipazione al Piano, a tutte le ASL
piemontesi, nell’ottica di promuovere su
tutto il territorio regionale un impegno
qualificato per accrescere la tutela della salute
e della sicurezza dei lavoratori del settore
agricolo ed al fine di tendere al
raggiungimento degli standard assegnati a
livello nazionale.
Gli obiettivi specifici del Piano Regionale si
possono riassumere così:
- Realizzazione nelle ASL di una banca dati
del comparto, anche attingendo dai sistemi
informativi istituiti presso l’Assessorato
Agricoltura (Anagrafe agricola unica del
Piemonte) e dalle Anagrafi zootecniche, che
permetta di migliorare la conoscenza delle
aziende agricole del proprio territorio, delle
produzioni, dei lavoratori impiegati, del parco
macchine e in base alla quale programmare
interventi di promozione e di vigilanza.
- Partecipazione al sistema di registrazione
nazionale degli infortuni da macchine
agricole, nel quadro del Progetto nazionale
infortuni mortali e gravi e al sistema di
registrazione nazionale degli infortuni da
macchine agricole occorsi a cosiddetti
“Hobbisti”.
- Definizione di un flusso di dati e indicatori
adeguati a migliorare la scelta degli interventi,
monitorare i risultati e l’impatto del progetto
in relazione alle attività di prevenzione
attuate per ridurre i rischi connessi all’utilizzo
di macchine e attrezzature agricole e
all’impiego di prodotti fitosanitari.
- Attuazione di campagne d’informazione e
controllo delle “emergenze” (messa a norma
dei trattori –ROPS e cinture, cardani, prese
di forza-, campagna carri desilatori,
motocoltivatori, scale portatili, ecc.).
- Promozione della messa a norma delle
macchine agricole nel commercio del parco
macchine usato e nuovo.
- Realizzazione di programmi di formazione
per il personale delle ASL per garantire un
aggiornamento ed una crescita delle
competenze professionali, nonché una
uniformità e validità delle informazioni sulla
evoluzione normativa tecnica, che risultano
indispensabili alla realizzazione del progetto.
- Prosecuzione di iniziative per il raccordo,
in comparazione con l’Assessorato
Agricoltura, con i servizi di consulenza
aziendale attivati nell’ambito dei Programmi
di Sviluppo Rurale.
- Promozione di campagne informative/
formative rivolte agli addetti del settore.
- Collaborazione alle attività nazionali per la
gestione e implementazione del portale
dedicato alla sicurezza e salute in agricoltura.
- Collaborazione con l’Assessorato
Agricoltura per la definizione di pubblicazioni
tecniche e divulgative di settore.
- Diffusione di buone prassi relative a
tematiche complesse (criteri igienici nella
costruzione/ristrutturazione di edifici rurali e
nella gestione degli allevamenti, gestione del
parco macchine, gestione della sorveglianza
sanitaria), assunte a livello nazionale.
Attività di controllo e vigilanza
La distribuzione per ASL, effettuata tenendo
conto delle aziende presenti su ciascun
territorio in ragione della pressione prevista
(70% in aziende di piccola dimensione, 30%
in aziende di dimensione maggiore), è
riportata nella tabella seguente.
Distribuzione aziende agricole attive al
28.02.2013 suddivise per dimensione1
ASL AZIENDE(51-500 gg/A)2
AZIENDE(> 500gg/A)
TO1
TO3
TO4
TO5
VC
BI
NO
VCO
CN1
CN2
AT
AL
44
489
423
449
563
149
323
115
1871
1704
1590
2004
364
3013
4366
2553
1530
1069
1260
545
11273
5078
5333
7470
Piemonte 43.854
9.724
Macchine agricole nuove e usate
immesse in commercio: adeguamento
alla norma giuridica e tecnica.
macchine da controllare prioritariamente e
preparando le conseguenti indicazioni
operative.
L’obiettivo numerico di rivendite di macchine
agricole e/o di macchine agricole controllate
in fiera per il 2013 è fissato al 5% dei controlli.
Si prevede infine, alla luce della formale presa
di posizione del Ministero del Lavoro in merito
alla sanzionabilità su strada delle macchine
agricole non in regola, di definire e
implementare a livello regionale esperienze
di collaborazione con Polizia Stradale e Polizia
locale/provinciale per il controllo delle
macchine agricole circolanti su strada.
Distribuzione controlli su aziende agricole
e su “commercio”
ASL Aziende da controllare Controlli su commercio
(5%)
TO1
TO3
TO4
TO5
VC
BI
NO
VCO
CN1
CN2
AT
AL
3
25
32
21
16
8
12
5
93
52
52
71
Piemonte 390
0
1
2
1
1
0
1
0
5
3
3
4
21
Il Gruppo di lavoro regionale Agricoltura, a
tal fine ha organizzato, in collaborazione con
lo SPreSAL dell’ ASL Cn2, un corso ECM,
rivolto ai colleghi interessati al progetto.
1. FONTE Anagrafe Agricola Unica del Piemonte Sono state selezionate le aziende agricole aventi
sede legale in Piemonte
2. Giornate lavorate in un anno
Parallelamente alla prevista attività di
formazione dei venditori e dei “riparatori” di
macchine agricole, viene sviluppata una
campagna di controllo con l’obiettivo di:
- portare a regime il controllo del mercato
delle macchine usate per ottenere
l’adeguamento dei requisiti di sicurezza;
- portare a regime controlli mirati presso i
venditori anche per macchine nuove,
concordando centralmente priorità e
procedure, definendo un elenco delle
11
11
Settembre 2013
Le attività svolte per il Piano regionale di
prevenzione in agricoltura
di E. Moretto (ASL CN2)
12
Settembre 2013
L’11 giugno si è tenuto ad Alba un corso dal
titolo LE ATTIVITÀ DEL PIANO
REGIONALE DI PREVENZIONE IN
AGRICOLTURA E SELVICOLTURA:
RESOCONTO ATTIVITÀ SVOLTE E
NUOVI SVILUPPI dedicato ai Tecnici della
Prevenzione e ai Medici degli SPreSAL delle
ASL Piemontesi.
Dall’autunno 2010, su indicazione del Piano
Nazionale, la Regione Piemonte ha adottato
il Piano Regionale di Prevenzione in
Agricoltura e Selvicoltura che è stato attuato
attraverso momenti di informazione,
assistenza ed attività di vigilanza sulle
macchine ed attrezzature.
Il corso si è reso necessario per portare a
conoscenza di tutte le ASL della Regione
Piemonte i risultati ottenuti nei primi tre anni
di applicazione e condividere le criticità
emerse, condividere gli obiettivi futuri e,
attraverso i lavori di gruppo, uniformare le
strategie di applicazione.
Hanno partecipato 32 persone provenienti
da tutte le ASL del Piemonte.
Hanno relazionato: il Dott. Roberto ZANELLI
in qualità di Referente Tecnico del Gruppo di
lavoro regionale, l’Arch. Raffaella PASTORE,
Coordinatore Gruppo di lavoro regionale e
la Dott.ssa Marisa SALTETTI, Componente
del Gruppo di lavoro regionale.
Nel periodo 2010-2012 a seguito dei
controlli nelle Aziende Agricole, sono state
compilate ed inserite nel database nazionale
INAIL delle schede di sopralluogo. Dall’analisi
di questi dati si evince che nel corso del
triennio sono state controllate 873 aziende
agricole (più del 30% nel settore vitivinicolo,
il 24% circa cerealicolo, il 20% zootecnico);
la maggior parte delle aziende si colloca nella
fascia da 2-5 addetti (46,42%). Per quanto
riguarda le macchine e le attrezzature, sono
risultate non conformi nel 52,79% delle
aziende: le macchine agricole interessate
dalle prime verifiche sono state: Trattrici
agricole a ruote e cingolate, Alberi cardanici,
Carri desilatori miscelatori semoventi e
trainati, Motocoltivatori/Motozappatrici,
Spandiconcime, Macchine semoventi,
Rotoimballatrici, Trinciatrici, Motoseghe.
Particolarmente complessa e discussa è
stata la parte sul controllo delle macchine
presso i commercianti e sugli obblighi dei
noleggiatori e concedenti in uso.
A breve sarà disponibile il report completo,
che è già stato consegnato ai partecipanti.
E’ in fase di implementazione il sito internet:
http://agricolturasicura.cbim.it/
dedicato alla sicurezza in agricoltura che, una
volta a regime conterrà un’area pubblica nella
quale saranno disponibili, oltre alla
descrizione del progetto, anche documenti
e normativa, news, buone pratiche, FAD,
ecc… e un’area riservata per la gestione dei
flussi informativi e un forum per lo scambio
di informazioni tra gli operatori.
Buone prassi in materia di salute e
sicurezza sul lavoro
di S. Santoro (ASL TO3)
Le buone prassi, secondo il Decreto
Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, sono definite
come “soluzioni organizzative o procedurali
coerenti con la normativa vigente e con le
norme di buona tecnica, adottate
volontariamente e finalizzate a promuovere
la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro
attraverso la riduzione dei rischi e il
miglioramento delle condizioni di lavoro ...
validate dalla Commissione consultiva
permanente di cui all’articolo 6…”.
In linea con le indicazioni del Testo Unico che
intende valorizzare e diffondere le buone
prassi, la Commissione Consultiva
Permanente (CCP) per la salute e sicurezza
sul lavoro, ha realizzato una specifica
sezione nel sito web del Ministero del Lavoro:
www.lavoro.gov.it all’interno della quale è
disponibile un modello di presentazione del
progetto da candidare a “buona prassi” e
tutti i riferimenti necessari.
Per l’avvio della procedura di selezione e della
validazione da parte della CCP, oltre alla
compilazione del modello, è consigliato
implementare documentazione di supporto
e predisporre una relazione riassuntiva, con
il fine ultimo di rendere la buona prassi di
facile accesso, ampiamente divulgabile
e utilizzabile anche in altre realtà italiane,
con particolare attenzione alle buone prassi
e differenze di genere, per le quali è stato
realizzato un modello di presentazione
specifico.
raccolta su pescherecci curando gli aspetti
della sicurezza”.
Sono state pubblicate, inoltre, due “buone
prassi” provenienti da aziende piemontesi
rispettivamente dalla provincia di Vercelli e
da Torino. Interessante il lavoro proposto
dall’azienda di Vercelli riguardante l’accesso
a uno spazio confinato; un progetto che ha
portato il coinvolgimento attivo del personale
interno e della ditta appaltatrice che si occupa
della sicurezza in azienda, il conseguente
incremento della cultura della sicurezza e la
creatività dimostrata nella realizzazione di
una soluzione “fuori degli schemi” che ha
anche condotto alla progettazione di un
nuovo DPI.
Speriamo per il futuro che possano essere
validati ancora molti progetti, magari
catalogati in un database e suddivisi per i
temi affrontati e i comparti in cui sono stati
messi in atto. E’ importante, inoltre,
impiegare qualche risorsa in più per divulgare
maggiormente il materiale raccolto e validato
per non permettere che quest’ottima
iniziativa rimanga un esercizio di stile.
La raccolta, validazione e pubblicazione delle
buone prassi sullo spazio web di
www.lavoro.gov.it è cominciata ormai da un
anno (maggio 2012) e attualmente ne sono
disponibili 35 in formato elettronico (PDF)
che hanno concluso il processo di validazione
della CCP.
I progetti, divenuti poi “buone prassi”,
provengono da aziende ubicate in tutto il
territorio nazionale, e da alcuni enti come il
CNR e alcune ASL; gli argomenti trattati
considerano sia aspetti generali ad esempio
“le Linee guida per le aziende al fine della
corretta somministrazione e manutenzione
dei Dispositivi di Protezione Individuale", sia
situazioni e scenari più specifici come “la
realizzazione di piattaforme e vasche di
13
13
Settembre 2013
La sicurezza in ospedale: strumenti
di valutazione e gestione del rischio
di A. Baratti (Direttore Medicina del Lavoro ASL CN1)
14
Settembre 2013
La ricerca continua della sicurezza e della qualità
delle cure in sanità è funzione irrinunciabile di
qualsiasi sistema che persegua l’obiettivo di
migliorare lo stato di salute dei cittadini,
garantendo, nel contempo, anche la sicurezza e
la salute sul lavoro degli operatori sanitari.
Su questa linea la Regione Piemonte si è
impegnata a realizzare specifici progetti formativi
coinvolgenti le Aziende Sanitarie Regionali in rete
fra loro, ed in collaborazione con l’INAIL.
Tra questi progetti rientra il convegno, tenutosi a
Torino, l’11 giugno u.s., nel Centro Congressi
“Molinette Incontra” aula Dogliotti, cortesemente
messo a disposizione dalla Direzione Generale
dell’ASO Città della Salute e della Scienza di Torino,
interamente dedicato alla valutazione ed alla
gestione dei rischi per la salute e la sicurezza
degli operatori ospedalieri.
Il Convegno, organizzato dal Settore Prevenzione
e Veterinaria della Regione Piemonte, dall’ASL CN
1- Servizio di Medicina del Lavoro1 - e dall’INAIL,
ha richiamato operatori da tutti i servizi di
Prevenzione e Protezione delle ASR piemontesi,
Medici Competenti ospedalieri, personale INAIL
e SPreSAL.
L’ospedale ingloba una molteplicità di rischi e di
ambienti ed è costante la necessità di erogare,
nell’arco dell’intera giornata, tutti i servizi al
massimo livello di efficienza.
Il monitoraggio dei livelli di sicurezza di una struttura
ospedaliera e la valutazione dei rischi devono essere
capillari, approfonditi, dettagliati e realizzati da
persone esperte della materia, dell’organizzazione,
degli ambienti e delle attrezzature.
La valutazione dei rischi, inserita in un insieme
organico di azioni e compiti, e, quindi, in
un’adeguata struttura organizzativa in grado di
coordinare le attività di prevenzione, è il mezzo
che il datore di lavoro ha a disposizione per
migliorare le condizioni di sicurezza dei lavoratori,
degli ambienti, ma anche dei pazienti e degli utenti.
L’obiettivo dell’evento formativo recentemente
organizzato è stato duplice; da una parte
mettere a disposizione dei datori di lavoro, e di
tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di
prevenzione e sicurezza nelle strutture sanitarie,
il nuovo prodotto INAIL Contarp: “La
sicurezza in Ospedale. Strumenti di
valutazione e gestione del rischio”, dall’altra,
riportare le esperienze concrete di gestione
affrontate in ambito regionale e aziendale.
L’intera mattinata è stata pertanto dedicata
all’illustrazione della nuova edizione 2012 del
manuale INAIL Contarp, che raccoglie l’esperienza
della precedente pubblicazione del 2007,
aggiornandola anche dal punto di vista
normativo. Il prodotto è sia in versione cartacea
che informatica, e consente una puntuale e
capillare individuazione dei pericoli, propedeutica
ad un’efficace valutazione dei rischi2. L’opera è
composta di 10 fascicoli, che trattano i principali
rischi presenti in ambito ospedaliero, ma senza
entrare nel merito delle diverse metodologie di
valutazione, bensì proponendo delle liste di
controllo, generali e specifiche, aggiornate dal
punto di vista dei requisiti di legge, delle norme
obbligatorie o facoltative, delle linee guida e delle
buone prassi.
La creazione di un’efficiente organizzazione è la
premessa indispensabile: il grado massimo di
organizzazione è rappresentato, a nostro avviso,
da un sistema di gestione della sicurezza,
attraverso il quale vengono definiti in modo
univoco le procedure, le responsabilità, i compiti
del personale coinvolto.
Per questo motivo, nel pomeriggio, è stato
presentato il manuale Sistema di gestione della
salute e sicurezza sul lavoro per le Aziende
Sanitarie (secondo il metodo - UNI INAIL
2001). Documento di indirizzo, corredato dal
Regolamento aziendale sistema di gestione
della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL –
UNI INAIL 2001). Entrambi i manuali sono
stati redatti dall’apposito gruppo di lavoro regionale3,
coordinato dal Dott. Carlo Bosca, RSPP dell’ASL AT.
Di seguito le relazioni dei responsabili dei servizi
più coinvolti nelle attività di prevenzione sul lavoro
dell’ASO Città della Salute e della Scienza di Torino
(SPP, Medico Competente, Ingegneria Clinica,
servizio Tecnico) hanno costituito l’occasione per
un confronto, a varie voci, sulle opportunità ed
esperienze concrete in tema di modelli di
organizzazione e di gestione dei rischi.
A breve le presentazioni e i documenti del
convegno saranno disponibili sul sito Internet della
Regione Piemonte4.
1. Attività formativa prevista dal Progetto Regionale
“Miglioramento delle competenze professionali del personale
dei servizi di Prevenzione e Protezione e dei Servizi Medico
Competente delle ASR nell’ambito delle attività di
prevenzione e sicurezza del lavoro nel settore sanitario”
DD 1015 del 21.12.2011. Coordinamento Medicina del
Lavoro ASL CN 1, Direttore Dott. Alberto Baratti
2. www.inail.it/internet/default/INAILcomunica/p/ListaPubblicazioni/index.html
3. Area tematica “Sistema di Gestione della Salute e della
Sicurezza sul Lavoro (SGSL)”, progetto regionale “Le attività
di prevenzione e sicurezza del lavoro nelle attività sanitarie e
socio-assistenziali” DGR n. 11-10115 del 24.11.2008
4. Per ulteriori informazioni o materiali scrivere a:
[email protected]