saluto ai poeti crepuscolari oxilia - IIS Severi
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saluto ai poeti crepuscolari oxilia - IIS Severi
NINO OXILIA da Gli orti T Il saluto ai poeti crepuscolari ■ Metro: versi liberi 5 10 15 20 25 30 35 40 1. Corazzini: dei principali esponenti del Crepuscolarismo, morto di tisi nel 1907 a soli ventun anni. 2. tumulo: tomba, sepolcro (a, come). Nino Oxilia Ma voi non vedeste la vampa sul mondo, né potrete la vita futura cantare. Cadeste sul limitare del Tempo; moriste di sete lasciando alla stampa un breve sorriso di morte: la vostra sorte fu quella dell’onda che sciacqua lieve lieve sulla sabbia, non quella dell’ondata che si squassa sugli scogli con impeti di rabbia; foste la nuvola che passa; il vostro nome fu scritto sull’acqua... E tu cantavi la provincia, le tragedie dei burattini, il suono dell’Avemaria; cantavi le domeniche piene di sole e di malinconia e aspettavi di morire, Sergio Corazzini1! Io sognavo di cantare la corsa in un mondo più vasto; in un ciel più profondo, dentro a un più profondo mare la corsa vertiginosa: volgevo la testa e senza posa vedevo i tuoi burattini ballare, gestire, manine, piedini, al ritmo del tuo cuore stanco... Poi sei morto. Ed io ti canto, sepolto tra le rose del camposanto, poeta delle piccole cose, mentre rulla il tamburo... Domani le piccole cose saranno per sempre sepolte e la provincia domenicale non avrà che il tuo tumulo2 a guanciale. Le molte provincie diverranno un regno senza gli inutili tuoi re di cartapesta con la corona in testa... Tutto il mondo sarà © Pearson Italia Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria – Paravia 1 45 50 55 60 65 3. Gozzano: l’aggiunta di Gustavo corrisponde al «nome con cui il poeta firmò i suoi primi componimenti: un nome che ormai pare dunque allontanarlo anche maggiormente nel tempo» (Sanguineti). 4. volano: «è un gioco simile al tennis, solo che alla palla di gomma si sostituiva una mezza palla di sughero, con una corona di penne conficcate nella faccia piana» (Guglielminetti). Cfr. L’amica di nonna Speranza di Gozzano, v. 74: «Carlotta! Scendete in giardino: andate a giocare al volano!». 5. i daggherotipi: «dagherrotipi si dissero le prime fotografie dal nome del fisico francese S. M. Daguerre, che inventò il processo per fissare le immagini formate nella camera oscura» (Guglielminetti). 6. diligenze ... crinolina: cfr. La signorina Felicita, vv. 425 e 428. 7. salvatacchi: superfici di metallo o di gomma da applicare sulla parte inferiore dei tacchi, per proteggerli dal logoramento. Allude al movimento frenetico della gente che cammina in città, facendo quasi risuonare il ticchettio dei passi sul marciapiede lucente. 8. il milleottocentosessanta: ricorda un’espressione gozzaniana, ancora nell’Amica di nonna Speranza, al v. 14: «rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!». 9. gavotta: musica dal ritmo moderato, derivata da una danza francese. 10. Grimm: il libro dei fratelli Grimm, celebri autori di fiabe (1812-1822), un genere molto caro a Gozzano e da lui stesso praticato. 11. chez Maxim: famoso locale parigino. 12. Sandro: l’amico Sandro Camasio, con cui Oxilia aveva scritto Addio giovinezza! 13. Valentino: parco torinese, sulla riva del Po. 14. cake-walk: un ballo americano. Nino Oxilia 70 75 80 85 90 95 repubblica di scienza, terra di libertà dove l’ingegno governa, e la conquista moderna e le invenzioni faran più svelti roteare i mondi tra le costellazioni; trascineranno gli uomini con gesti isterici e volti cadaverici sotto le lampade... E tu cantavi il passato, Guido Gustavo Gozzano3! Il gioco del volano4 cantavi e il divano tarlato; cantavi soave, in sordina, i daggherotipi5, le essenze di rosa, le diligenze; cantavi la crinolina6... Io sognavo di cantare il presente vertiginoso, le macchine rotanti, i salvatacchi7, il marciapiede lucente; volgevo la testa e udivo il milleottocentosessanta8 suonare la gavotta9 sul pianoforte a coda con l’aria di chi goda se qualche corda è rotta... Avrei dato tutto Grimm10, il tuo Grimm falso e tarlato, per un tango chez Maxim11... Poi sei morto. Ed io ti canto, poeta del passato, mentre rulla il tamburo... Morto è il Passato, poeta! ... Domani passeran fischiando i treni per le ville languidette del tuo sogno vestito d’ombra e niente: morto è il Passato e con le baionette stiamo uccidendo il Presente per mettere in trono il Futuro... ... Ma tu, Sandro12, tu non cantavi che l’amore e non usavi rime; amore, amore che dà baci e figli... Oh! quel profumo di tigli laggiù nei viali del Valentino13! Oh! i baci nella nebbia del mattino, gustosi come frutta! Oh! i baci presi e dati e trascinati per i colli torinesi! Ricordo le sere, le folli chimere, le angosce divine, i circoli delle sartine il cake-walk14... © Pearson Italia Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria – Paravia 2 100 105 110 115 Oh! giovanile certezza di gloria! O del futuro smanioso brivido santo! Ma sei morto. Ed io ti canto, poeta della giovinezza, mentre rulla il tamburo... Domani le piccole cose dormiranno sepolte fra le rose, domani il passato sarà dimenticato, ma l’amore, l’amore rifiorirà nel cuore dopo tanto odio senza scopo, riaprendo a fior d’acqua l’occhio puro... Fiamme scoppiettanti, laceranti incendiano il vecchio mondo, poeti crepuscolari! Sull’orlo dell’abisso senza fondo ove caddero ad uno ad uno infranti i vecchi altari, m’accomiato da voi! Rulla il tamburo. N. Oxilia, Poesie, a cura di R. Tessari, Guida, Napoli 1973 ANALISI DEL TESTO T Dal Crepuscolarismo alla modernità Il distacco dai compagni di un tempo Una concezione diversa della poesia La metafora dell’acqua Il rapporto con il presente Nino Oxilia Vicino alle tematiche crepuscolari, ed esponente all’inizio di una visione nostalgica e sentimentale della realtà, Oxilia doveva prenderne ben presto le distanze, avvertendo l’esaurirsi di questa forma di poesia di fronte alle mutate esigenze dei tempi. Attratto dalla dimensione moderna e cittadina dell’esistenza (ci sono, nei suoi versi, frequenti reminiscenze baudelairiane), il poeta si era accostato alle suggestioni del mito della macchina, risentendo – pur senza accettarne l’estremismo programmatico – della lezione dei futuristi. La guerra, secondo una diffusa convinzione, sembrava in grado di trasformare radicalmente la realtà, realizzando i bisogni di rinnovamento. Sono questi i presupposti del Saluto di Oxilia, che, «composto alla vigilia del conflitto, in lucida consapevolezza», si rivela «di notevole interesse storico» (Sanguineti). L’avversativa con cui si apre il componimento, unita ai destinatari del messaggio («voi», a indicare i crepuscolari), sottolinea le ragioni di un totale distacco fra il poeta e i suoi compagni di un tempo, la cui voce, flebile e sommessa, si è spenta per sempre. L’immagine della loro poesia, labile e fluttuante, è stata cancellata («il vostro nome fu scritto sull’acqua...»); la nuova poesia, guardando in faccia «la vampa / sul mondo» (definizione metaforica della guerra), potrà «la vita futura cantare», interpretando le attese dei nuovi tempi (mentre i crepuscolari sono caduti «sul limitare / del Tempo»). Oxilia insiste sulla metafora dell’acqua, per sottolineare una diversità profonda e non più componibile: «la vostra sorte / fu quella dell’onda che sciacqua / lieve lieve sulla sabbia, / non quella dell’ondata che si squassa / sugli scogli con impeti di rabbia» (vv. 8-12). L’opposizione (ribadita anche dal «non» dei vv. 1 e 11) ha il suo banco di prova nel rapporto con il presente: statico e rivolto all’indietro nel caso dei crepuscolari; dinamico e aperto, proiettato in avanti per Oxilia, che, nei versi successivi, coglie acutamente le differenze di temi, di toni e di atmosfere relative alle opposte idee di poesia. L’antitesi si personalizza nel rapporto che il poeta stabilisce con le due più significative per© Pearson Italia Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria – Paravia 3 Il rapporto con Corazzini e Gozzano Un bilancio critico del Crepuscolarismo T ● sonalità del Crepuscolarismo, Corazzini e Gozzano (meno significativo, in un discorso generale, il confronto con Sandro Camasio). Il rovesciamento è reso più netto e incisivo dai parallelismi di una costruzione simmetrica: «E tu cantavi la provincia» (v. 15) opposto a «Io sognavo di cantare la corsa in un mondo / più vasto» (vv. 22-24); «E tu cantavi il passato, Guido Gustavo Gozzano!» (v. 56) opposto a «Io sognavo di cantare il presente / vertiginoso, le macchine rotanti...». Il rovesciamento delle coordinate spazio-temporali non ha solo un significato polemico e programmatico, volto a definire le intenzioni e lo spirito della nuova poesia; esso fornisce anche un notevole bilancio critico del Crepuscolarismo, individuando i principali motivi poetici di un repertorio un po’ artefatto e irrigidito («il tuo Grimm falso e tarlato», ad esempio, a proposito di Gozzano), malinconicamente fuori del tempo (il «passato») e delle più vive correnti della storia (la «provincia»). PROPOSTA DI LAVORO Catalogare i temi che Oxilia attribuisce ai poeti crepuscolari citati e quelli che, in contrapposizione, afferma di trattare. Nino Oxilia © Pearson Italia Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria – Paravia 4